donna è sport 1861-2011 Storie di donne e di sport nell’Italia
Unita
a cura di Maria Canella, Luca Condini, Sergio Giuntini e Elio
Trifari
AnniversaryBooks
NOVITà MAGGIO
“Donna è sport 1861-2011” si articola in un percorso
iconografico (con il supporto di immagini d’epoca, articoli e
riproduzioni storiche, memorabilia e sezioni monografiche), che
testimonia,attraverso la storia dello sport femminile in Italia,
l’evoluzione del ruolo della donna nel nuovo stato italiano che
nasce e si consolida nella sua identità nazionale.Più in dettaglio,
la pubblicazione si articola nelle sezioni: “LE PIONIERE” dedicata
alle origini dello sport femminile dal 1861 al 1945, attraverso una
cronologia essenziale e una cronaca dei momenti più significativi;
“CORPO E TECNICA” che illustra l’evoluzione della tecnica sportiva;
“LE DISCIPLINE” con una storia delle singole discipline sportive,
attraverso immagini, ritagli, momenti storici, curiosità,
riproduzioni di oggetti, figurine e poster; e “LE CAMPIONESSE” con
i profili di 16 sportive italiane che hanno fatto la storia, da
Ondina Valla a Federica Pellegrini.
atletica leggeraLa biografia:
La carriera:
• Le è stato intitolato in vita il Campo Sporti
vo
di Rivoli Veronese
•Da bambina ha vinto un premio per il miglio
r
disegno sull’Olimpiade di Roma
•Scartata come figurante dell’Aida nella “danz
a
dei moretti” all’Arena di Verona perché trop
po
alta
•Il primo record italiano della carriera è stat
o
stabilito durante una gara di pentathlon
•Il venerdì del primo mondiale era reduce da t
re
giorni di riposo
dopo uno svenimento
• Ama Sting, Bob Marley, De Gregori, Battisti e Mina
Le curiosità:
Le date fondamentali• 1965 Prima gara in
palestra, salta 1.25 col
frontale
• 1966 (3/5) Debutto a Verona (1.35 con la forb
i-
ce, record Ragazze) • 1970 (9/5) Primo reco
rd
italiano a Padova, 1.70 • 1970 (18/7) Prima m
a-
glia azzurra
a Zenica contro la Jugoslavia• 1971 (12/8) Non
a
agli Europei juniores di Parigi • 1972 (4/9) Ses
ta
ai Giochi di Monaco • 1974 (8/9) Bronzo europ
eo
a Roma • 1976 (28/7) Argento olimpico a Mon
-
treal • 1978 (4/8) Record del mondo a Bresc
ia
2.01 e (31/8) record mondiale e titolo europeo
a
Praga • 1980 (26/7) Olimpionica a Mosca • 1982
(8/9) bronzo europeo ad Atene • 1983 infor
tu-
nio ai Mondiali di Helsinki • 1984 (10/8) argen
to
olimpico a Los Angeles con 2 metri
SaraSimeoniSara Simeoni è stata
la più grande esponente
dell’atletica leggera italiana e una delle prime
-
donne del nostro sport. Terza di quattro frate
lli,
nata a Rivoli Veronese il 19 aprile 1953, mis
u-
re vitali 1.78x60, si dedica al salto in alto dop
o
aver tentato la carriera di ballerina alla Scala
e
aver provato pittura e canto. Grand’Ufficiale
e
Commendatore della Repubblica, attualmen
-
te è testimonial della Federatletica e si occup
a
delle coltivazioni (frutta e verdura) sui terreni
di
famiglia.
Conosce in un raduno sul Mar Nero, nell’inve
r-
no 1972-73 Erminio Azzaro, saltatore e prima
-
tista italiano che diviene suo allenatore e ch
e
sposa il 28 febbraio 1987 a Verona. Dall’union
e
nasce nel 1990 Roberto, che nel 2009 è divenut
o
campione italiano juniores e ha superato quot
a
2.15, a due cm. dal padre. Oggi è testimonial d
el
progetto federale “Lanciati, salta, corri nell’a
t-
letica” e di numerose associazioni benefiche.
Nello spazio di 21 stagioni, dal 1966 al 1986,
ha
disputato 307 gare, vincendone 235. Debut
ta
il 3 maggio 1966 con il record ragazze (1.35
),
chiude il 14 settembre 1986. Adotta il “Fosbur
y”
dopo i Giochi di Messico, allenata da Walt
er
Bragagnolo. Il 9 maggio 1970 centra con 1.71
il
primo di 23 record italiani (più 21 indoor): il
18
luglio indossa la prima di 72 maglie azzurr
e.
Due volte primatista del mondo con 2.01 (1978
),
ottiene un oro e due argenti olimpici, un o
ro
e due bronzi europei, 25 titoli italiani. Il su
o
mondiale dura 4 anni, come record italiano b
en
29: ma è stata primatista italiana per 36 an
ni.
La pubblicazione nasce da un progetto della Fondazione Candido
Cannavò per lo Sport costituita per ricordare la testimonianza
umana e professionale del grande giornalista e scrittore scomparso
nel febbraio del 2009.
e-mail: [email protected] - www.anniversarybooks.it
208 pagine a colori, formato 24x30 cmoltre 300
illustrazioniPREZZO DI COPERTINA e 28,00ISBN 978-88-96408-08-7
Il nuoto femminile italiano delle origini si trovò di fronte a
due problemi, uno morale (il “senso del pudore” e il “giusto
decoro”) e l’altro strutturale (l’assenza di impianti adeguati).
Ciò non toglie che già nel 1902 si svolgesse un “I Campionato
Nazionale di nuoto femminile”,
organizzato a La Spezia dalla locale Rari Nantes: tuttavia si
trattava di esibizioni, più che di vere e proprie gare. Bisognerà
attendere alcuni decenni perché, dopo una lunga parentesi
pionieristica, si affermino campionesse italiane in ambito
internazionale
Daniela Beneck, prima nuota-trice italiana a stabilire un
pri-mato europeo (2’05”160, 200 metri stile libero, Roma 1965)
Daniela Beneck, prima nuotatrice italiana a stabilire un primato
europeo (2’05”160, 200 metri stile libero, Roma 1965)
e perché le nostre nuotatrici riescano a colmare un divario a
prima vista incolmabile rispetto alle concorrenti straniere, in
particolare americane, nordeuropee e australiane. Il cammino è
stato lungo, ma i risultati relativi all’affermazione del nuoto
femminile in Italia si rivelano oggigiorno confortanti: secondo i
dati Istat più recenti, lo sport acquatico risulta praticato da più
italiane che da italiani (1.720.000 uomini contro 1.856.000 donne,
di cui 226.000 dedite all’agonismo e il restante 1.630.000 al nuoto
come disciplina amatoriale). In ambito internazionale, la nostra
prima campionessa è stata Novella Calligaris,
prima nuotatrice italiana a conquistare titolo e record mondiale
(800 metri stile libero, Belgrado 1973), mentre le nostre attuali
fuoriclasse rispondono al nome di Alessia Filippi e Federica
Pellegrini. Prima della Calligaris vanno ricordate Paola Saini e
Daniela Beneck, prima italiana a ottenere un record europeo (nel
1965, sui 200 stile libero), mentre tra Novella e le campionesse di
oggi citiamo, tra le altre, Roberta Felotti, Silvia Persi, Manuela
Dalla Valle, Lorenza Vigarani, Cristina Chiuso, Ilaria Tocchini,
Chiara Boggiatto.
Daniela Beneck, prima nuotatrice italiana a stabilire un primato
euro-peo (2’05”160, 200 metri stile libero, Roma 1965)
Daniela Beneck, prima nuotatrice italiana a stabilire un
prima-to europeo (2’05”160, 200 metri stile libero, Roma 1965)
Daniela Beneck, prima nuotatrice italiana a stabilire un primato
europeo (2’05”160, 200 metri
stile libero, Roma 1965)
Daniela Beneck, prima nuotatrice italiana a stabilire un primato
europeo (2’05”160, 200 metri stile libero, Roma 1965)
nuoto
le discipline
Figurine Album
Xxx
xxxx
Xxx
xxx
Xxx
xxxx
Xxx
xxx
Xxx
xxxx
Xxx
xxx
Xxxxxxx Xxxxxx
Xxxxxxx Xxxxxx
CHI VERREBBE A CERCARCI QUI, IN QUESTO POSTO ISOLATO?Izieu, una
Colonia per bambini ebrei rifugiati - 1943-1944
a cura di Stéphanie Boissard e Giulia RicciInterventi di Cécile
Kyenge, ministro per l’Integrazione e le Politiche Giovanili e di
Jean-Christophe Bailly, filosofo
AnniversaryBooks
NOVITÀ MAGGIO
Anniversary – Via Emilia Ovest 695/A, 41123 Modena (Italy)tel.
+39 059 347027 email: [email protected]
Il libro narra le vicende della colonia per bambini ebrei di
Izieu – un piccolo borgo francese a metà strada tra Chambéry e
Lione – nel contesto sia della drammatica occupazione tedesca e
italiana della Francia e delle deportazioni nei campi di sterminio,
sia delle straordinarie azioni di solidarietà verso i perseguitati
messe in atto da tante persone e organizzazioni.Una storia simile a
quella italiana di Villa Emma di Nonantola, ma conclusasi
tragicamente. Il 6 aprile 1944 alcuni uomini della Gestapo e
soldati della Wehrmacht, su ordine di Klaus Barbie, il boia di
Lione, irrompono nella colonia d’Izieu. Quarantaquattro bambini e
ragazzi dai 4 ai 17 anni e sette educatori sono arrestati e
deportati. Quarantadue bambini e ragazzi e cinque adulti sono
assassinati ad Auschwitz-Birkenau.
192 pagine a colori, formato 22x23 cmoltre 120 illustrazioni,
copertina cartonataPREZZO DI COPERTINA e 15,00ISBN
978-88-96408-17-9
96 CHI VERREBBE A CERCARCI QUI, IN QUESTO POSTO ISOLATO? IZIEU,
UNA STORIA PER IMMAGINI
97
96CHI VERREBBE A CERCARCI QUI, IN QUESTO POSTO ISOLATO? IZIEU,
UNA STORIA PER IMMAGINI
©Maison d’Izieu / Coll. Philippe Dehan©Maison d'Izieu /
Bibliothèque nationale de France / Coll. Sabine Zlatin©Maison
d'Izieu / Coll. Niedermann – Pallarés-Roche
Da sinistra a destra. In secondo piano, dopo la ragazza (non
identifi cata), Marcelle Paillet (la madre di Philippe Dehan),
Philippe Dehan (il cuoco della colonia), Barouk-Raoul Benti-tou,
Renée Pallarés, Diane Popowski; sdraiati in primo piano, Théo Reis,
Arnold Hirsch.
Philippe Dehan non è ebreo, ha 18 anni quando nel settembre 1942
si arruola per quattro anni nell’arma aerea come para-cadutista.
Dopo un addestramento nel sud della Francia, sta per partire alla
volta delle colonie francesi, ma in novembre, dopo losbarco degli
alleati in Africa del nord e laconseguente invasione tedesca della
zonasud metropolitana, il progetto si blocca e le truppe vengono
disarmate e congedate. Trovandosi nel sud della Francia, visita suo
padre che, separato, abita a Lodève dove incontra la signora
Zlatin, direttrice alla casa di Campestre, che gli propone di
ingaggiarlo come cuoco ed è così che si ritrova a Izieu. Lascia la
colonia nel settembre 1943, poiché l’OSE gli propone di lavorare
come capo-educatore alla colonia di Beauregard a Saint Peray
(dipartimento dell’Ardèche).Marcelle Paillet, madre di Philippe,
abita a Villeneuve-Le-Roy (nella banlieue parigina), è maestra;
ritrova il fi glio a Izieu durante l’estate 1943.
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32
CHI VERREBBE A CERCA
RCI QUI, IN QUESTO PO
STO ISOLATO?
LE VICENDE ITALO-FRA
NCESI DEL SECONDO
CONFLITTO MONDIALE
1940-1944
33
ze politiche e militari del
la Francia. La sua “rivoluz
ione
nazionale” non tarda a rive
lare in modo inequivocabil
e la
volontà esplicita di Vichy
di inscriversi nella stessa
rotta
disegnata dal nazismo e
dal fascismo, dai quali tra
e un
corpus teorico che rianno
da diverse tradizioni poli
tiche
e indirizzi di pensiero: l’os
tilità verso la democrazia
e la
rappresentanza parlament
are, l’antisemitismo e la xe
no-
fobia, il nazionalismo radic
ale e la nostalgia monarch
ica.
L’intento di ristabilire la
sovranità nazionale sull’in
tero
territorio della madrepatr
ia, assieme alla fiducia di
con-
ciliarsi con l’occupante p
er ottenere nel breve peri
odo
miglioramenti di ordine pra
tico e a lungo termine un p
osto
onorevole nell’Europa ted
esca, costituisce il motivo
più
forte a favore della politic
a di collaborazione che V
ichy
intraprende.
D’altra parte la stra
tegia adottata da Berlino e
attuata
dai vari organismi incaric
ati di gestire l’occupa-
zione in Francia, copre tre
direttrici di attività – milita
re,
amministrativa ed econom
ica – in coabitazione costa
nte,
specie per le due ultime s
ezioni, con i diversi minist
eri e
organismi di Vichy.
Nonostante l’apparente d
isordine e i conflitti di com
pe-
tenza, tipici del sistema po
licratico nazista, che segna
lano
la difficoltà di gestire comp
lessivamente un grande pa
ese
occupato, la maggior parte
delle strutture tedesche di
oc-
cupazione coglie obiettivi
di sicurezza delle sue trup
pe,
di repressione delle vellei
tà di resistenza e di mant
eni-
mento dell’ordine pubblico
; sfrutta al massimo le risor
se
dell’economia francese e o
rganizza da subito l’espuls
ione
degli ebrei secondo le lin
ee naziste di politica razz
iale
già in atto in tutta l’Europa
occidentale. Una gestione
non
del tutto unilaterale ma e
fficace, dunque, che si es
ime
dal peso del governo dire
tto del paese, lasciato alle
am-
ministrazioni autoctone c
he nella conduzione mos
trano
tutta l’intenzione di rimetter
e in marcia il paese e dun
que
si offrono a una collabor
azione talvolta convergen
te su
alcuni obiettivi, talaltra div
ergente e perciò costrittiva
.
Fino al 1942 Vichy pensa
di disporre di un margin
e di
autonomia che permetta
il risanamento promess
o da
Pétain, cosicché le ristrette
zze e il disorientamento d
ella
popolazione, così come la
debole presenza di movim
enti
di opposizione appaiono o
pportunità per costruire u
na
nuova Francia; in realtà la
“rivoluzione nazionale” s
i in-
nesta in un contesto di vio
lenza di Stato che la nazio
ne
non aveva più conosciut
o dai tempi del Terrore,
una
violenza politica che prom
ana congiuntamente da Vi
chy
e dai nazisti e che dà form
a ad uno Stato poliziesco
in
lotta contro ogni opposizio
ne e ancorato ad un’ideolo
gia
nazionalista tesa all’obietti
vo dell’omogeneità etnica
.
Èla denuncia dell’“An
ti-Francia” adottata fra altri
princi-
pali temi dall’estrema destr
a che costruisce un sistema
di rappresentazioni nel qu
ale comunisti, stranieri, im
mi-
grati, massoni vengono in
clusi nella categoria osses
siva
dello stereotipico ebreo e
rappresentati come memb
ri di
un vasto complotto respon
sabile della decadenza de
lla
nazione, della guerra e dell
a sconfitta. L’odio politico,
so-
ciale e razziale che ne deri
va investe la politica di Vic
hy e
sfocia nella predisposizion
e di forme d’ingegneria so
ciale
e nel contributo attivo all
a deportazione e al geno
cidio
degli ebrei; misure di esclu
sione e persecuzione che,
va-
rate per il risanamento de
lla nazione, sortiranno inv
ece
l’effetto di minare profond
amente la coesione nazion
ale.
In particolare, nell’imma
ginario dell’“Anti-Francia
” la
categoria dello “straniero”
occupa uno spazio cent
rale
soprattutto a partire dal feb
braio 1939, quando affluisco
no
dalla Spagna i rifugiati deg
li eserciti repubblicani sco
nfitti
e la Terza Repubblica, con
tempismo xenofobo, prom
ul-
ga il decreto legge del 12
novembre 1938 procede
ndo
all’apertura nel sud-ovest
e alla frontiera con la Spa
gna
di campi per rifugiati (Gu
rs, Septfonds, Saint-Cypri
en,
Argelès) e campi di intern
amento per “stranieri inde
side-
rabili” e residenti nemici (R
ieucros, Les Milles, Le Verne
t).
Viene così inaugurata in p
atria una prassi politica rep
res-
siva combinata a forme d
i internamento concentra
zio-
nario che l’Europa aveva
già conosciuto soprattutto
nel
primo conflitto mondiale,
con i massicci spostamen
ti di
popolazione tesi ad argina
re la paura del nemico inte
rno,
e nell’emergere dei sistem
i totalitari.
Mentre l’azione della Terz
a Repubblica può inquadr
arsi
nel contesto urgente e prov
visorio della guerra di Spag
na,
la politica di Vichy, al con
trario, si inserisce in una l
ogica
di controllo ed esclusion
e che segna una cesura n
ella
storia della Francia, in qu
anto prospetta un progett
o di
ingegneria sociale utile alla
costruzione del nuovo ordi
ne.
L’internamento nei campi
, infatti, gestito dal Minis
tero
degli Interni e non più da q
uello della Guerra, costitu
isce
fino alla primavera del 194
2 lo strumento principale d
ella
politica repressiva e xenof
oba francese e in seguito,
con
l’intensificarsi dei movime
nti resistenziali e l’avvio d
ella
soluzione finale, diventa
una tappa della deportazi
one
verso i campi del Reich.
Oltre ai circa 135000 rifug
iati spagnoli della guerra
ci-
vile e delle Brigate interna
zionali in fuga dalle trupp
e
di Franco, Vichy include
nella categoria di “stranie
ro” i
circa 130000 rifugiati ebre
i fuggiti negli anni Venti d
alla
Polonia, dalla Russia, dal
la Romania e in seguito d
alla
Germania nazista, i circa
20000 rifugiati antifascisti
te-
deschi e austriaci e i 150
00 nuovi apolidi, cui è s
tata
revocata la nazionalità fra
ncese a causa della revisi
one
delle naturalizzazioni, fra i
quali si contano 8000 per
sone
di origine ebraica
11.
10 A. Grynberg, Le camps de
la honte, La Découverte,
1999, p. 9.
11 H. Rousso, La Francia di V
ichy, Il Mulino, Bologna, 2
010, p. 70.
I campi di internamento
e di deportazione deg
li ebrei (agosto 1942)
Sono segnati con la ste
lla gialla i campi riservat
i agli internati ebrei;
con il cerchio rosso i c
ampi misti; con il cerch
io viola i campi di
raggruppamento prima
della deportazione; co
n il quadrato nero i
campi di concentramen
to e con il cerchio blu i
campi per gli zingari.
La linea di demarcazion
e è segnata con il tratto
nero10.
LES CAMPS D'INTERNE
MENT ET DE DÉPORTA
TION
DES JUIFS (AOÛT 1942
)
Drancy
Pithiviers
Beaune-La-Rolande
NexonVenissieux
Compiègne
Écrouves
La Lande
Poitiers
Chancelade
Mérignac
Septfonds
Rieucros
Brens
Noé
Récébédou
Le Vernet
Gurs
Les Milles
Agde Marseille
(Bompard, Le Levant,
Terminus)
Rivesaltes
Schirmeck
StruthofLinas-Montlhéry
JargeauMoisdon-La
-Rivière Coudrecieux
MontreuilBellay
Angoulême
Saliers
Camps réservés aux int
ernés juifs
Camps d’internement “m
ixtes”
Camps de rassemblem
ent avant déportation
Ligne de démarcation
Camps de concentration
Camps pour tsiganes
19_Chi verrebbe a cercarci qui.in
dd 32-33
09/12/13 10:43
134
CHI VERREBBE A CERCARCI QUI, IN QUEST
O POSTO ISOLATO? IZIEU, UNA STORIA PE
R IMMAGINI
135
Maison d’Izieu / Bibliothèque nationale de Fra
nce / Coll.
Sabine Zlatin
Disegni di Otto Wertheimer
Anche Otto Wertheimer è un gran disegna-
tore. Viene dalla Germania, dal Baden-Pa
-
latinato con i convogli dell'ottobre 1940; la
famiglia è internata a Gurs, poi a Marsiglia
(Hôtel Bompard e campo delle Mille). A Izieu
si ritrova con il cugino Fritz Loebmann.
©Maison d’Izieu / Bibliothèque nationale de F
rance / Coll.
Sabine Zlatin
Disegno di Max Tetelbaum
Max Tetelbaum ha lasciato ottimi disegni, è
il terzo di una famiglia di quattro bambini. La
famiglia è di origine polacca, ma emigrata in
Belgio; erano i vicini della famiglia Mermel-
stein quando abitavano ad Anversa e lascia-
no il Belgio di fronte all’avanzata tedesca.
Il padre, arrestato nel 1941, è deportato in
vari campi tra cui Auschwitz e Buchenwald
.
La madre e i bambini rifugiati nel sud della
Francia sono separati: i bambini sono af-
fidati a diverse home e non sempre sono
tenuti insieme. Nell’aprile 1944, la madre e i
figli maggiori si sistemano a Chambéry, non
molto lontano da Izieu. Saranno tutti arrestat
i
dopo la retata; solo il padre fa ritorno alla
fine della guerra.
19_Chi verrebbe a cercarci qui.indd 134-135
09/12/13 10:48
IZIEU, UNA STORIA PER IMMAGINI
73
72
CHI VERREBBE A CERCARCI QUI, IN QUESTO POSTO ISOLATO?
Come in tutte le colonie si pone la que-stione di occupare il
tempo dei bambini;a Izieu le attività sono varie, l’atmosferaè
rilassata e spensierata come ricordaPaulette Pallarés: “I bambini
giocavano.Erano dei giochi, un gioco continuo. Ibambini… d’altronde
ci sentivamo tutti veramente aproprio agio. Non avevamo paura, non
avevamo niente,ci sentivamo molto a proprio agio” 9.Gli educatori
restano vicini ai bambini, per badare loro,tenerli occupati,
distrarli, ma anche per dare loro rego-le di vita, sostenere la
loro motivazione alle attività estrutturare al meglio le giornate.
Una regola essenzialedella vita del gruppo riguarda la lingua: a
Izieu si par-la francese e solo francese. “Fra gli educatori
nessunoparlava tedesco e nemmeno l’yiddish, e nessuno volevaparlare
quelle lingue; volevano che si parlasse il francese.Ed era bene
così” 10.Nella casa si organizzano delle feste per i compleannio in
onore della colonia; è allora l’occasione per fareteatro,
mascherarsi, recitare poesie, cantare ma anche perdisegnare o per
scrivere biglietti augurali da regalare. Laterrazza sembra proprio
fatta per accogliere gli spettacoli nei pomeriggi e nelle sere
estive.C’è anche un altro modo di allestire uno spettacoloche
assomiglia al cinema piuttosto che al teatro: i ra-gazzi illustrano
un racconto tracciando dei disegni su
lunghe strisce di carta incollate l’una all’altra che poipassano
davanti a una luce, mentre uno di loro legge lanarrazione della
storia. Il cuoco Philippe Dehan è im-pegnato in quest’attività,
come spiega Joseph Goldbergalla mamma: “Facciamo dei filmati. Io li
coloro, poi unaltro fa i disegni. Abbiamo già fatto “Aloa” con
Tarzan,“L’inseguimento dei banditi”. È bello. È il cuoco che fa
ilcinema, è bravo” 11.Una parte dei ragazzi provengono dalle città
e il cinemafaceva parte delle loro esperienze prima della
guerra.
Anche i dintorni della casa sono tanti teatri di giochipossibili
e offrono opportunità di belle passeggiate:il Rodano non è molto
lontano, come anche il lago diPluvis, famoso come luogo per nuotare
liberamente,senza pericoli.“Ieri siamo andate a fare il bagno nel
Rodano con la si-gnorina Marcelle” 12 scrive Mina Aronowicz alla
zia. PaulNiedermann si ricorda anche lui di essere andato conLéon
Reifman a fare delle nuotate nel Rodano e anchei ragazzi che sono
nel gruppo scout di Belley hannoscattato delle foto di quei
momenti.
La varietà delle proposte, il modo in cui i bambinine rendono
conto nelle lettere, le foto e anche letestimonianze dicono tutta
la cura e l’attenzione che gliadulti rivolgono alla salute e al
benessere dei bambini.9 Paulette Pallarés, in Les Voix d’Izieu,
Maison d’Izieu, 1994.10 Paul Niedermann, in Les Voix d’Izieu,
Maison d’Izieu, 1994.11 Lettre de Joseph Goldberg à sa mère, coll.
Serge Klarsfeld.12 Serge Klarsfeld, Les enfants d’Izieu: une
tragédie juive, Les Fils et Filles des Déportés Juifs de France,
1984, p. 41.
©Maison d’Izieu / Coll. succession Sabine Zlatin©Coll. Paulette
Pallarés-Roche©Coll. Serge Klarsfeld
Partendo dal fondo da sinistra a destra:• Arnold Hirsch,
Barouk-Raoul Bentitou o Georges Charbit (?), una bambina non
identificata;• Théo Reis, Marcelle Ajzenberg, Miron Zlatin e
Max-Marcel Balsam che ha in mano un bastone con sopra un cappello;
• un bambino non identificato, Philippe Dehan, Berthe Mehring, un
bambino non identificato sui ginocchi di Miron Zlatin; • in
ginocchio un bambino non identificato, Jacques Benguigui in piedi,
mascherato, Paula Mermelstein (?), Georgy Halpern,
Sigmund Springer (?) che sta guardando indietro, Esther
Benas-sayag, Mina Aronowicz, Claude Levan-Reifman di cui si vedono
solo gli occhi, due bambini non identificati; • Henri Verdier, un
bambino non identificato con un impermeabile di ciré nero.Il gruppo
è stato fotografato dopo uno spettacolo teatrale, lacommedia si
prolunga nella foto: Jacques Benguigui e il ragazzo con
l’impermeabile sono ancora mascherati, Max-Marcel Balsam tiene un
bastone con un cappello, gli adolescenti in fondo sono in posa
scherzosa. L’atmosfera è gioiosa e spensierata come inuna qualsiasi
colonia.
19_Chi verrebbe a cercarci qui.indd 72-73
09/12/13 10:45