---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 35 MERCOLEDÌ 20 GIUGNO 2018 CULTURA FIVIZZANO IN LUNIGIANA UN MUSEO DEDICATO A BERNACCA L'intervista p MASSIMO FINI «Scriverò altri libri? Ho detto tutto quello che volevo dire, ma chissà...» CLAUDIA CATTANI p Dopo «La modernità di un antimoderno», che ha rac- colto gli scritti storico-filoso- fici di Massimo Fini, Marsilio editori ripubblica - in un vo- lume unico «Confesso che ho vissuto. Esistenza inquieta di un perdente di successo» - i tre libri più personali dell’au- tore: «Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina» (2000), «Ragazzo. Storia di una vecchiaia» (2007), «Una vita. Un libro per tutti. O per nessuno» (2015). A corredo dei testi, il cui pen- siero rispecchia la persona- lità inafferrabile di una men- te pensante e provocatrice, la lunga introduzione scritta da Fini risulta come una confes- sione sussurrata, il combat- timento di un pensatore in- quieto contro la nostalgia e la malinconia, che scandiscono i passaggi di una vita com- plessa. Ne abbiamo discusso con l’autore, recentemente ospite al Festival del Pensiero Ribelle Fini, è vero che questo libro è per Lei una sorta di con- gedo? Considera che ho pubblicato il mio primo libro, “La ragione aveva torto?”, nel 1985 dichia- rando che sarebbe stato il pri- mo e anche l’ultimo, poi ne ho pubblicati altri sedici, quindi mai dire mai. Ma posso dire per onestà di aver detto tutto quello che volevo dire e anche di aver fatto tutto ciò che vo- levo fare, e credo, parafrasan- do Eliot, che ogni principio contenga anche la propria fi- ne. D’altra parte ho passato i settant’anni e ritengo che sia un’età più che ragionevole, senza voler mettere una sca- FINI Escono, raccolti in un un volume unico - «Confesso che ho vissuto» - i tre libri più personali dell’autore. p Un museo ricorderà una delle figure più popolari della tv e, per le sue competenze, della meteorologia: quella del colonnello (in realtà fu poi anche generale) Edmondo Bernacca (1914-1993). Luogo dell’iniziativa è Fivizzano (Massa Carrara) dove in un’ala della biblioteca civica è stato ricavato lo spazio per il «MeteoMuseo Edmondo Bernacca» che radunerà carte meteo, premi, riviste, cimeli, appunti di lavoro del generale, pubblicazioni. «Edmondo Bernacca aveva famiglia e casa a Fivizzano, qui si sposò, faceva le vacanze ed ebbe la sua ultima dimora - spiega il sindaco Paolo Grassi -. Nei tempi scorsi quando i suoi figli Paolo e Federica mi chiedevano come avrebbero potuto valorizzare il suo ricordo e i suoi materiali di studio, che avrebbero voluto donare al Comune, a quel punto ho proposto loro «Facciamo un museo». E ora lo andiamo a inaugurare». Oggi le qualificazioni all'ateneo, semifinali e finalissima si terranno invece nelle tre sere del Festival della Parola Sfide oratorie Challenge retorico, 7 minuti per convincere il pubblico p La «paura della morte» , la «legalizzazione delle droghe leggere», «le parole per rag- giungere un obiettivo», «la le- gittimità dell’occupazione di locali e case per l’autogestio- ne», «la giovinezza». Sono al- cuni degli argomenti proposti dai partecipanti alla prima qualificazione delle «sfide oratorie». 7 minuti per convincere con uno «speech» il pubblico e la giuria. Un «challenge retori- co» che vuole recuperare una tradizione di discorsi appas- sionati: da Cicerone che ar- ringa i senatori al corner di Hyde Park , passando per il j’accuse di Zola o i comizi in- fuocati di Lenin. Ma con lo spirito rivolto al presente. A un mondo in cui le immagini sono onnipresenti e pervasive e ricominciare a ben parlare – magari recuperando i con- giuntivi, i condizionali e le forme di cortesia- potrebbe essere anche il primo passo per recuperare il valore e il piacere di confrontarsi, di- scutere e pure polemizzare civilmente. E’ questa la scommessa delle Sfide oratorie o Challenge re- torico, che dopo il primo ap- puntamento, riprendono oggi alle 15, nel chiostro e Aula C dell’Università in via D’Aze- glio 85. Semifinali e finalissima si ter- ranno invece nelle tre sere del Festival della Parola (Corale Verdi, 25-27 giugno). Le sfide oratorie sono indivi- duali, ma possono mettere in competizione due o più ora- tori nel caso di un identico tema. Questa prima edizione ( spe- rimentale) è rivolta agli stu- denti universitari, ai giovani avvocati e praticanti , ma an- che a un pubblico più ampio e senza limiti d’età. I due finalisti riceveranno co- me premio: un week end per due persone in una capitale europea (il vincitore), una ce- na per due in un noto risto- rante di Parma (il secondo classificato). Info e iscrizioni: italia- [email protected] - tel. 0521 032355 Il forum d’iscrizione è su: www.webmediamaster.uni- pr.it COMIZIO Lenin, grande comunicatore, arringa la folla. denza fissa all’esistenza. Nell’introduzione vi sono anche note molto personali. Si, ho parlato di un problema di alcolismo, e delle tre de- pressioni che mi hanno col- pito, che sono i buchi neri della mia vita. C’è spazio nella nostra so- cietà per delle autentiche confessioni? C’è più che altro una grande morbosità, una curiosità pubblica che non ha nulla a che fare con il voyeurismo erotico perché è puro pette- golezzo totalmente privo di empatia. Infatti, a dispetto del titolo, il libro non nasce da confessioni ma da tre libri differenti. Il più significativo? ‘Dizionario erotico’, ad esem- pio, del quale nell’introdu- zione racconto la genesi or- mai quasi vent’anni fa. Quan- do uscì fece scandalo tra i movimenti femministi, fu ac- cusato di sessismo, ma di fon- do tratta il tema del rapporto tra femminile e maschile cer- cando una linea conduttrice. Se lo leggi con intelligenza è la donna ad uscirne bene, co- me grande protagonista della vita in quanto unica porta- trice di vita. Credo in sostan- za che la sovrastruttura ‘don- na’, che pure ha tutto il diritto di esistere, e nessuno si so- gna di toglierle i propri di- ritti, abbia schiacciato la struttura ‘femmina’ che è la condizione naturale e antro- pologica. Anche “Ragazzo”, il cui te- ma è la vecchiaia, e “Una vi- ta”, sono autobiografici, ma sono allo stesso tempo ri- flessioni collettive. Mentre sul rapporto tra uomo na- tura ha espresso teorie par- ticolari. Si, ho ipotizzato, senza per altro molto successo, un ri- torno alla vita secondo ritmi più naturali. in “Modernità di un Antimoderno”, che rias- sume il mio pensiero, ragio- no sul fatto che la rivoluzione post industriale abbia di fatto prodotto un mondo peggiore di quello da cui voleva uscire. Ad esempio le problematiche della depressione, di cui ho parlato anche in chiave per- sonale, e soprattutto i suicidi, che sono decuplicati dall’av - vento del moderno benesse- re, sono lo specchio di una società che non sta bene nel- la propria pelle ed è un dato drammatico. Oggi, sebbene non sia possibile smantellare un sistema globale, quel che chiedo è di porsi delle do- mande, domandarsi colletti- vamente se quella che il mon- do percorre sia la strada giu- sta o se non ci siamo allon- tanati troppo dalla natura. L’esercizio del pensiero può avere qualche utilità nello star bene nella propria pel- le? Si, appunto, se serve a farsi delle domande. Lei si considera un perden- te? Perdente non saprei, ma cer- tamente date le posizioni che ho assunto, in contrasto con il pensiero dominante, è na- turale che io abbia avuto un certo successo soprattutto in ambienti ristretti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Confesso che ho vissuto di Massimo Fini Marsilio, pag. 544, A 22,00