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Mantra Il Mantra, il cui uso è largamente diffuso nella tradizione indiana, è uno strumento potente per mezzo del quale si intende ottenere il controllo della mente o indurre nella stessa contenuti diversi dagli usuali. La parola sanscrita Mantra, che originariamente indicava un inno vedico, dal punto di vista etimologico, come ho già affermato in altre occasioni, risulta dalla fusione del suffisso tra, abitualmente usato per formare nomi di strumento, e dalla radice verbale man che può riferirsi all'atto del pensare. Letteralmente si potrebbe dunque interpretare : "strumento per pensare" o, come a molti piace intendere, strumento per la mente. Ma una diversa interpretazione, sicuramente più ricollegabile al tantrismo, sostiene che la parola deriverebbe da altri due termini ossia manana (sempre riferito al mentale) e trana liberazione. Nessun tentativo di definizione, tuttavia, può esprimere in modo adeguato il significato che tale nome assume nella cultura indù. II altri termini il Mantra è per la cultura indiana uno strumento verbale a cui i più attribuiscono straordinari poteri. "Una parola o una formula .... (che) rappresenta una presenza o una energia mentale ; per suo tramite si produce qualcosa nella mente, in forma cristallizzata" (Zimmer - Myhts). Esistono, pare, circa settanta milioni di formule : quelle utili per superare un disagio, per avere successo, per assicurarsi una lunga vita, per proteggere dai pericoli e dalle difficoltà, per infondere amore negli amanti poco sensibili ecc. Alcuni Mantra dell'Atharva Veda, avevano la funzione di espellere dal corpo i demoni della febbre o di altre malattie. Tra le parole di molti autorevoli testi si legge fra le righe che con l'utilizzo di 1
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Mantra

Jul 28, 2016

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Mantra

Il Mantra, il cui uso è largamente diffuso nella tradizione indiana, è uno strumento potente per

mezzo del quale si intende ottenere il controllo della mente o indurre nella stessa contenuti diversi

dagli usuali. La parola sanscrita Mantra, che originariamente indicava un inno vedico, dal punto

di vista etimologico, come ho già affermato in altre occasioni, risulta dalla fusione del suffisso

tra, abitualmente usato per formare nomi di strumento, e dalla radice verbale man che può

riferirsi all'atto del pensare. Letteralmente si potrebbe dunque interpretare : "strumento per

pensare" o, come a molti piace intendere, strumento per la mente.

Ma una diversa interpretazione, sicuramente più ricollegabile al tantrismo, sostiene che la parola

deriverebbe da altri due termini ossia manana (sempre riferito al mentale) e trana liberazione.

Nessun tentativo di definizione, tuttavia, può esprimere in modo adeguato il significato che tale

nome assume nella cultura indù. II altri termini il Mantra è per la cultura indiana uno strumento

verbale a cui i più attribuiscono straordinari poteri. "Una parola o una formula .... (che)

rappresenta una presenza o una energia mentale ; per suo tramite si produce qualcosa nella mente,

in forma cristallizzata" (Zimmer - Myhts).

Esistono, pare, circa settanta milioni di formule : quelle utili per superare un disagio, per avere

successo, per assicurarsi una lunga vita, per proteggere dai pericoli e dalle difficoltà, per

infondere amore negli amanti poco sensibili ecc.

Alcuni Mantra dell'Atharva Veda, avevano la funzione di espellere dal corpo i demoni della

febbre o di altre malattie. Tra le parole di molti autorevoli testi si legge fra le righe che con

l'utilizzo di un Mantra appropriato tutto sembra divenire possibile e nessun indiano mostra dubbi

nel collegare il Mantra allo Shabda Brahman o suono divino.

Correttamente recitati e intonati divennero nell'antichità parte integrante della liturgia, ponendosi

addirittura come strumento di comunicazione con la divinità prescelta.

Nei tempi moderni, I'efficacia del Mantra non è tanto ricollegabile al significato delle parole che

lo compongono, ma alla disciplina mentale che esso rappresenta, costituita da induzione nella

stessa mente di impulsi volti all'elevazione e all'auto guarigione.

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Sicuramente il mantenere la mente impegnata su contenuti "migliori" degli usuali, induce il fiorire

di una diversa natura nel praticante. Si afferma nella moderna psicologia che persino una bugia

ripetuta più di sessanta volte diviene per chi la sostiene una verità. Per la stessa ragione esprimere

con la propria mente miglia di volte un "proposito", se così si può dire, può portare verso una

concreta realizzazione. Non bisogna tuttavia dimenticare che, sempre secondo la cultura indiana,

I'obbiettivo più elevato di tali formule è quello di realizzare un collegamento diretto con il divino.

Esistono Mantra per così dire generici (Maha Mantra), adatti a tutti, e Mantra personali, in

relazione ad esempio con la propria lshta Deva (la divinità con la quale un discepolo è stato

iniziato), la cui continua ripetizione (Japa), secondo la tradizione, chiarisce e purifica il pensiero.

Nei Purana si considera il Japa come una via facile per giungere alla Brahmavidya o conoscenza del

Brahman (L'Assoluto o "Fondamento Eterno di ogni esistente"). Molte di queste formule sono

famose, ricordo ad esempio la Gayatri, un Mantra composto di ventiquattro sillabe (una terzina di

otto sillabe per ogni verso) che compare come X° Mantra al XVI° sutra del III' mandala. II termine

Gayatri c'è chi afferma che deriva da GA YAntam TRlyate iti che potrebbe significare alla lettera:

"quello che soccorre (o protegge) chi lo recita è Questo". A proposito del significato di tali versi,

si legge giustamente, nell'enciclopedia dello Yoga di Stefano Piano, che "Nessuna traduzione può

rendere giustizia dei suoi molteplici significati e degli echi profondi che suscita nel cuore di uno

Hindù, ma una traduzione letterale potrebbe essere la seguente : « Meditiamo quella desiderabile

gloria di Savitr ch'egli stimoli le nostre menti». Molti inni dei Rík Veda vennero tuttavia composti

con lo stesso metro di quello più famoso dedicato alla Dea Gayatri moglie di Brahma e madre dei

quattro Veda.

II Mantra, per concludere, è uno strumento, considerato facile, ma serio, al quale si può ricorrere

per stabilizzare la mente su un'idea e monodirezionarla verso un obbiettivo. Ma.... come si legge

nella Vision Of Divine di Eruch B. Fanibunda - molte persone, indotte in errore, non

comprendono la natura divina dei Mantra e cercano di comprarli da altri che della spiritualità

hanno fatto un "business". Dopodiché dichiarano di aver raggiunto un particolare stato di

meditazione. Tali stati non sono altro che una gamma di varie tonalità di autoipnosi, indotta

attraverso suggestioni, e producono un temporaneo stato di euforia o benessere fisici. II lettore

sappia riconoscerle per quello che sono....."

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Vibrazione

La condizione fondamentale affinché si produca un suono è che sia messo in vibrazione un corpo

vibrante e perché un corpo sia definito vibrante, è necessario che sia elastico. Una corda, ad

esempio, viene definita vibrante quando viene sottoposta a tensione. Quando una corda viene

messa in vibrazione, si producono due nodi all'estremità ed un ventre al centro e lo spazio coperto

dalla corda nel suo vibrare verso l'alto e verso il basso viene chiamato ampiezza della vibrazione.

Esistono delle leggi che regolano la vibrazione delle corde. Per capirle, però, bisogna introdurre il

concetto di frequenza, il numero di vibrazioni che vengono compiute in una determinata unità di

tempo, per noi il minuto secondo. Le leggi sono:

l. La frequenza è inversamente proporzionale alla lunghezza della corda: più lunga una corda, minore è il numero delle vibrazioni al minuto secondo e meno acuto è il suono prodotto;

2. La frequenza è inversamente proporzionale al diametro: più grossa una corda, minore è il numero delle vibrazioni e meno acuto il suono prodotto;

3. La frequenza è direttamente proporzionale al quadrato della tensione: più si tende una corda, maggiore è il numero di vibrazioni e più acuto è il suono prodotto;

4. La frequenza è inversamente proporzionale al quadrato della densità: più la corda è densa, minore è il numero delle vibrazioni e meno acuto è il suono prodotto.

Per ottenere suoni acuti occorrono corde sottili, corte e ben tese; per ottenere suoni gravi

occorrono corde spesse, lunghe e leggermente tese.

L'aria, come qualsiasi gas, può diventare un corpo vibrante purché sia contenuta in un tubo dalle

pareti rigide che abbia almeno una via di comunicazione con l'esterno.

Distinguiamo i tubi che si utilizzano nella pratica musicale, in base alla loro imboccatura.

Quest'ultima può essere:

A Flauto: si ha quando la corrente d'aria immessa nel tubo s'incontra con uno spigolo tagliente.

Ad ancia Semplice: si ha quando il suono è provocato dalle vibrazioni dell'ancia che si può adattare in una fenditura tagliata a becco, abbastanza larga

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da permettere un'intera oscillazione (Ancia semplice libera. Es. Harmonium) o in una fenditura più stretta che non la lascia passare la laminetta, consentendole di compiere soltanto mezza oscillazione (Ancia semplice battente. Es. clarinetto e sassofono).

Ad ancia doppia: il cui suono è provocato dal chiudersi e dall'aprirsi di una stretta fessura formata da due sottilissime linguette di canna riunite ad un'estremità. Ad esempio, l'oboe e il fagotto.

I tubi possono essere anche aperti dai due lati (tubi aperti) o da un solo lato (tubi

chiusi). Nel tubo aperto si forma un nodo al centro e due ventri ai lati, mentre nel

tubo chiuso il ventre si forma alla fine e l'aria torna indietro. La conseguenza è che,

a parità di lunghezza, un tubo chiuso produrrà un suono che è l'ottava bassa di un

tubo aperto.

La frequenza, nei tubi, dipende:

1. dall'ampiezza dell'apertura attraverso la quale si immette l'aria: più l'apertura è piccola, maggiore sarà il numero delle vibrazioni e più acuto sarà il suono;2. dalla rapidità con la quale l'aria è immessa nel tubo (dipende dall'esecutore);3. dalle dimensioni della colonna d'aria contenuta nel tubo: più è lungo il tubo, maggiore sarà la quantità d'aria in esso contenuta e più grave il suono prodotto.

Per quanto riguardano, invece, le piastre e le membrane, la vibrazione di questi strumenti è

regolata dalla legge del fisico Chladni, il quale prese dei granelli di sabbia e li sparse sopra le

piastre. Mettendoli in vibrazione, questi granelli si riunivano secondo alcune linee nodali (=

linee di non vibrazione) e si accorse che si ottenevano questi disegni, più o meno geometrici.

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Le onde cerebraliNel corso della nostra vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi "stati di coscienza". Per esempio, nell'arco di una giornata, tra la luce del mattino e il buio della notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai diversi stadi del sonno. Ma anche gli stati di coscienza "straordinari" fanno parte della nostra comune esperienza: quando ci sentiamo particolarmente "creativi", insolitamente "intuitivi", eccezionalmente "lucidi", profondamente "rilassati".Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono dovuti all'incessante attivita' elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso "onde elettromagnetiche": le onde cerebrali, appunto.La frequenza di tali onde, calcolata in "cicli al secondo", o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attivita' in cui il cervello e' impegnato e puo' essere misurata con apparecchi elettronici. Gli scienziati suddividono comunemente le onde in "quattro bande", che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse "attivita' del cervello".

Onde delta

Hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz e sono associate al piu' profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale. In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione.

Onde theta

La loro frequenza e' tra i 4 ed i 8 Hz e sono proprie della mente impegnata in attivita' di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda. Il sogno ad occhi aperti, la fase REM del sonno (cioe', quando si sogna). Nelle attivita' di veglia le onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacita' immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla creativita' e alle attitudini artistiche.

Onde alfa

Hanno una frequenza che varia da 8 a 14 Hz e sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di meditazione, yoga, taiji.

Onde beta

Hanno una frequenza che varia da 14 a 30 Hz e sono associate alle normali attivita' di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attivita' di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per

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esempio, leggendo queste righe il vostro cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono la reazione più veloce e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di ansia le beta ci danno la possibilita' di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi.

Il fenomeno della risonanza

Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christian Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservo' che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, quasi "volessero assumere lo stesso ritmo". Dai suoi studi deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza. Allo stesso modo e per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve intervallo quest'ultimo comincia anch'esso a vibrare. La risonanza puo' essere utilizzata anche nel caso delle onde cerebrali. Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un' evidente correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le onde cerebrali del soggetto in esame. Inizialmente, le ricerche in questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Cio' che si e' osservato e' che se il cervello e' sottoposto a impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza e' quella di sintonizzarsi. Il fenomeno e' detto 'risposta in frequenza'. Per esempio, se 1'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto.Il soggetto passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.

I due emisferi cerebrali

Il cervello umano e' suddiviso in due emisferi: destro:-sintetico (comprende l'insieme delle parti), concreto, spaziale (coglie le relazioni nello spazio), intuitivo (usa sensazioni e immagini), analogico (usa le metafore), irrazionale, olistico (percepisce le strutture di assieme), atemporale e non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, della fantasia.

sinistro:- analitico (comprende i dettagli), astratto (giunge all'interno, partendo dal dettaglio), lineare (lavora in ordine sequenziale), Logico, numerico, razionale,

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simbolico, temporale, verbale. E' la sede di tutte quelle attivita' che coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo.I due emisferi sono uniti da una lamina orizzontale di fibre nervose, il cosiddetto "corpo calloso". Ogni emisfero ha competenze proprie: l'occhio sinistro, l'orecchio sinistro e tutta la parte sinistra del corpo sono connesse all'emisfero destro; l'occhio destro, l'orecchio destro e tutta la parte destra del corpo sono connesse all'emisfero sinistro. I due emisferi, poi, funzionano in modo diverso; elaborano, cioe', tutti i processi informativi, secondo modalita' distinte. Per come si e' finora strutturata, la nostra società da' una maggiore rilevanza alle modalita' di pensiero dell'emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo fa i neurologi definivano "minore" l'emisfero destro. Ma, una visione piu' bilanciata delle due componenti, un maggiore equilibrio tra le funzioni, una armonia tra razionalita' e fantasia e' ciò che, oggi, forse, l'umanita' necessita con piu' urgenza. Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il potere dei due emisferi cerebrali e' il suono Come abbiamo visto, ogni attivita' cerebrale emette onde particolari, che possono entrare in risonanza con le onde sonore esterne. In questo modo il cervello viene 'veicolato' attraverso il suono, stimolato a sintonizzarsi su una frequenza (e quindi sull'attivita' cerebrale che le corrisponde), portato a funzionare come un insieme.

Il ritmo biauricolare

Le onde cerebrali hanno una frequenza che l'orecchio umano non coglie. Ma, l'avvento dell'elettronica e dell'informatica applicata al settore musicale ha dato la possibilita' di utilizzare tali frequenze, veicolandole attraverso onde sonore particolari.Viene usata una particolare tecnica, chiamata ritmo biauricolare o binaurale, che opera in questo modo: se l'orecchio sinistro viene stimolato con un suono portante alla frequenza, poniamo, di 500 Hz e l'orecchio destro con uno a 510 Hz, la differenza di 10 Hz viene percepita dal cervello (e solo dal cervello, perché è una frequenza che sta al di fuori dello spettro sonoro).Il cervello e' cosi' stimolato ad entrare in risonanza con il 'ritmo biauricolare' di 10 Hz (onde alfa) e, di conseguenza, con l'attività corrispondente: rilassamento, calma, tranquillità. '

Il Cervello

Se aveste libero accesso a tutta la ricchezza del mondo, e prendeste solo un soldino, fareste esattamente quello che probabilmente avete fatto finora, nell'uso del vostro cervello.Non vi è nulla al mondo di più penoso del modo, errato, con cui la persona media intende il potere del proprio cervello e delle menti cui esso è collegato, cioè quella conscia e quella inconscia.

Si può paragonare il cervello ad una stazione radio, trasmittente e ricevente.

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Infatti, il cervello non è solo trasmittente, nel caso dell'immaginazione creativa e di cui si è già parlato; il cervello funge da ricevente, così come può ricevere gli stimoli di pensiero.Quando viene stimolato, o sottoposto ad una alta dose di vibrazioni, il cervello diviene più pronto a ricevere il pensiero che gli proviene da sorgenti esterne: Attraverso le emozioni, si possono incrementare le vibrazioni e 1' intensità del pensiero.Stiamo, entrando in un'era meravigliosa, che ci consentirà di comprendere qualcosa in più delle forze naturali che sono in noi.Forse impareremo che "l'altro lo" è più potente dell'Io fisico, che vediamo quando ci guardiamo allo specchio.Spesso, si parla con ignoranza delle forze sconosciute che non possono rivelarsi attraverso nessuno dei cinque sensi, e solo quando arriviamo a percepirle possiamo constatare che tutto in noi è controllato da queste forze, basti pensare ai fenomeni della gravitazione universale, cui anche il nostro pianeta obbedisce, o anche solo alla forza dell'elettricità; che sappiamo in parte usare, ma non sappiamo ancora bene cosa essa sia.Si deve riconoscere che ancor oggi l'uomo, nonostante tutta la sua cultura, ha capito ben poco, o forse niente, della forza del pensiero, tuttora sconosciuta pur essendo forse la più potente.Si conosce ancora ben poco della struttura fisica del cervello e del complicato sistema di lavoro che consente di tradurre gli impulsi di pensiero nel loro equivalente fisico, ma stiamo per entrare in un'era in cui queste cose cominceranno ad essere comprese.Molti scienziati hanno cominciato a studiare quella cosa stupenda chiamata "cervello" e, anche se siamo soltanto agli inizi, hanno scoperto che la centrale del cervello umano ha un numero di collegamenti tra le varie sue cellule equivalente al numero 1 (uno) seguito da 15 milioni di cifre.E' stato accertato che vi sono da 10 a 14 miliardi di cellule nervose nella corteccia cerebrale, e sappiamo che queste sono disposte in un sistema che non è assolutamente casuale; ma, sono ordinate in modo perfetto.E' sicuro che tale immenso ed incredibile sistema esiste allo scopo di sopperire alle nostre funzioni fisiche, della crescita e del mantenimento del corpo, ma potrebbe essere che con questo stesso sistema sia possibile anche comunicare con altre forze sconosciute?Esistono sicuramente molte altre forme di percezione extra sensoriale che pervengono al nostro cervello, e che non sappiamo ancora ben definire, e tanto meno spiegare; una è quella che si verifica quando più persone si riuniscono attorno ad un tavolo, per studiare un determinato problema e discuterne le possibili soluzioni.

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Suono, Musica e Cervello

1.0 Suono, cervello e vibrazioneDalle antiche scritture e dai miti della creazione fino alle più moderne teorie sulla coscienza, si è sempre speculato riguardo alla vibrazione come a ciò che sottostà alle forme fisiche. Questo concetto compare nei modelli tradizionali dell'origine del Cosmo, nella fisica delle onde sonore, nel movimento planetario e negli studi sulle onde del cervello. Ora la vibrazione può essere vista in azione grazie al "macroscopio".Basandosi sul lavoro dello scienziato e fisico svizzero Hans Jenny', morto nel 1972, il fisico matematico americano Ralph Abraham ha costruito un "macroscopio" in grado di osservare in tempo reale l'emergere delle forme dalle vibrazioni. I suoni, dalle campane tibetane ai canti gregoriani, che vengono da un altoparlante ad alta fedeltà producono la vibrazione di un liquido trasparente che a sua volta produce delle onde statiche che vengono poi proiettate sullo schermo di un monitor come immagini colorate di strutture in costante movimento. Trasformando suoni ad alta frequenza in forme/strutture a bassa frequenza il macroscopio dimostra visivamente la relazione tra complessi dinamici e morfogenesi o modelli di formazione. Le strutture visualizzate dal macroscopio mostrano analogie con popolazioni di cellule, reti di comunicazioni in costante oscillazioni che ricordano i potenziali elettrochimici del cervello.Pitagora, ad esempio, aveva espresso la sua convinzione che le strutture fisiche o mentali avessero una precisa e matematica origine nelle vibrazioni. Come il matematico Ralph Abraham credeva che le radici della matematica, della musica e del misticismo fossero strettamente legate: la loro origine comune era appunto la vibrazione informazione.I1 fotone2, l'unità di luce, crea tutte le onde elettromagnetiche, dai raggi cosmici ai raggi x, variando la frequenza della sua vibrazione. Recentemente la matematica è stata separata da queste sue radici culturali. Nel suo libro "Vibrazioni", Abraham traccia le basi della filosofia naturale dall'antichità, al Rinascimento, fino al 20° secolo, mostrando come la vibrazione è stata alla base della creazione della matematica e ricreando

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poi le basi logiche per la nuova fusione tra matematica, musica e spiritualità che sta avvenendo ora. Utilizzando gli strumenti della moderna matematica basata sui complessi dinamici, egli ha formulato un prototipo di modello del cervello in cui le onde cerebrali viste come vibrazioni possono essere stimolate da un computer.

' Già citato ne cd di Ivan : I cerchi nel grano 2 Segue approfondimento

"Le onde cerebrali sono dei pacchetti d'onda che oscillano in un network (rete) tridimensionale formata da cellule. Stimolando i loro movimenti e tracciando mappe delle loro transizioni possiamo iniziare a costruire un modello complesso quanto il cervello stesso."

1.1 Tomatis: neurofisiologia dei canti gregoriani

Qual è il potere curativo del canto e della recitazione? Perché certi suoni sono considerati sacri in tutto il mondo? Dall'OM alle ninnananne, dai canti Gregoriani ai canti corali moderni, l'esercizio spirituale della voce porta serenità e poteri indescrivibili a parole.Il medico francese Alfred Tomatis ha studiato gli effetti terapeutici del canto. Le ricerche di Tomatis in Francia ed in Canada hanno messo in rapporto l'udito con le dinamiche del corpo e della mente. A1 contrario della comprensione popolare, dice Tomatis, "l'orecchio è un organo primario di consapevolezza". È inteso essenzialmente per provvedere una carica di potenziale elettrico al cervello. La corteccia poi distribuisce in tutto il corpo la carica che ne deriva. La conclusione di Tomatis è che l'orecchio non è un pezzo differenziato della pelle, piuttosto, la pelle è un pezzo differenziato dell'orecchio.Le alte frequenze 3 sembrano avere il maggior effetto ricaricante. I suoni nelle basse frequenze possono "scaricare" o stancare gli ascoltatori. Questo è il segreto del canto delle alte frequenze.Tomatis ha esaminato il suono dei canti Gregoriani con un oscilloscopio. Questi, ha riportato, cadevano entro il raggio dei suoni ricaricanti. Inoltre, erano come uno "yoga respiratorio". Coloro che cantavano sembravano rallentare il loro respiro e inducevano gli ascoltatori nello loro stesso stato di tranquillità."

Tomatis ha visitato monasteri Benedettini in tutto il mondo per studiare i monaci che praticano i canti Gregoriani. Ad un ritiro in Francia, un giovane frate stava riformando la tradizione. Tagliò severamente il tempo che i monaci dedicavano al canto e notò che presto cominciarono a diventare più svogliati e a dormire di più. Inoltre, un medico consigliò agli uomini di seguire una dieta tradizionale e questo fece peggiorare le cose. Fu chiamato Tomatis. Egli reintrodusse il loro lungo orario di canto. Presto, disse, stavano dormendo meno, lavorando di più e si sentivano meglio.

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"Certi suoni sono efficaci come due tazze di caffè. I canti Gregoriani sono fonti di energia fantastici. Io ci lavoro come musica di sottofondo e dormo solo tre o quattro ore a notte".

3 Segue alla fine approfondimento sulle frequenze

1.2 Percezione dei toni e meditazione

Alcuni psicologi dell'Università di Washington pensano di avere prove attendibili che la meditazione incrementa il funzionamento dell'emisfero cerebrale destro. Gli effetti sembrano anche essere cumulativi. I meditatori più esperti ottengono risultati migliori sia dei meditatori principianti che del gruppo di controllo."Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio sperimentale che connette la meditazione con l'emisfero non dominante" - hanno detto Robert Pagano e Lynn Frumkin - "La dimostrazione di questa connessione è coerente con l'aumento delle ricerche empiriche che associano l'emisfero destro alle tecniche di espansione della consapevolezza."Essi scelsero un compito relativo alla musica considerando che la specializzazione della recettività melodica dell'emisfero destro era già ben stabilita sperimentalmente. Scelsero di utilizzare il "subtest" per la memoria tonale del Seashore Music Battery.

I soggetti nel primo test erano praticanti esperti di Meditazione Trascendentale e non meditatori. I meditatori avevano praticato due volte al giorno per almeno un anno (precisamente in un raggio tra 1.4 e 3 anni). I non meditatori erano studenti non laureati di psicologia. Tutti i soggetti erano destrorsi d'età tra 18 e 30 anni. Dato che altri studi hanno dimostrato che i musicisti allenati tendono ad ascoltare la musica analiticamente, attivando i processi dell'emisfero sinistro, tutti i soggetti erano musicalmente "naive" avevano avuto meno di un anno di training

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strumentale o vocale durante gli otto anni che precedettero lo studio.Prima dei test, i soggetti della Meditazione Trascendentale avevano avuto istruzione di meditare per 20 minuti e ai non meditatori fu detto di chiudere gli occhi e di rilassarsi. Poi tutti i soggetti furono testati per la memoria tonale.I gruppi di meditazione mostrarono una superiorità "altamente significativa" nei confronti dei non meditatori su "blindly rated test data" con una probabilità di punteggio casuale di uno in 200. Quando i meditatori inesperti (con meno di un mese di pratica) furono paragonati ai soggetti di controllo in un secondo esperimento, non vi fu nessuna differenza significativa tra i due gruppi.

"E' importante notare," dissero i ricercatori, "che i dati risultati dai non meditatori e dai meditatori inesperti... rientrano nei parametri normali. Sono i dati dei meditatori esperti che risultano al di sopra della media e che hanno prodotto differenze significative".

Sembra ragionevole dedurre che la meditazione, una tecnica capace di alterare la consapevolezza drasticamente, produca anche un effetto differenziale sul funzionamento dell'emisfero destro. Hanno detto che questa ipotesi potrebbe essere provata in maniera più conclusiva se anche altre funzioni dell'emisfero destro fossero incrementate.

1.3 Ascoltare col corpo per espandere la dimensione dell'udito. Uno strumento essenziale per l'evoluzione

E’ stata recentemente scoperta la "prospettiva uditiva", un modo di percezione dei suoni che può essere paragonato alla scoperta della prospettiva tridimensionale durante il Rinascimento.Sandra Seagal, una psichiatra di Los Angeles, ha scoperto che questa differente modalità di ascolto può essere acquisita imparando a ricevere le vibrazioni sonore con l'intero corpo."Si ascolta con l'intero strumento umano come se fosse suonato dai suoni che gli giungono. È come essere una particella nella nuova fisica. Ti senti risuonare come un punto focale in un campo di relazioni molto più vasto."

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Seagal considera la prospettiva uditiva come "uno strumento essenziale per l'evoluzione". Ha il potenziale per facilitare la comprensione e l'armonia tra sposi, genitori e figli, insegnanti e studenti, supervisori ed impiegati e anche tra i leader delle nazioni.Le affermazioni della Seagal sono state confermate sia nella sua pratica privata di psicologa sia in vari casi di consulenze per scuole e aziende. Le ipotesi della Seagal sono state verificate analizzando i dati emersi dalle persone da lei sottoposte ad apprendimento della nuova tecnica dopo essere state sottoposte ad analisi elettronica della voce. La prospettiva uditiva rende l'individuo in grado di sentire/ascoltare le altre persone così come sono, indipendentemente da quello che ci dicono. "Le nostre funzioni mentali, emozionali e sensoriali sono codificati nella voce in modo determinato proprio come lo sono le informazioni genetiche nei nostri geni."Ogni individuo, secondo la secondo la Seagal, è centrato in una delle tre seguenti funzioni basilari della personalità.

• Gli individui con un centro emotivo dominante vedono il mondo valutando le loro relazioni personali.

• Gli individui con una sfera mentale dominante percepiscono il mondo attraverso le informazioni e le idee che considerano più valide.

• Gli individui centrati sulle loro sfere sensoriali, meno comuni nell'Occidente, sono predominanti in Oriente.

Essi percepiscono il mondo biologicamente attraverso la "saggezza del corpo".

Essi sono i tipi caratteriali più accomodanti e meno inclini a voler cambiare il mondo.

Secondo Seagal, ognuna di queste funzioni caratteriali sono almeno dormienti se non attive in ognuno. Sono poche le persone che hanno pienamente integrato le loro funzioni. Questa integrazione fa parte del dovere evolutivo dell'individuo. L'aspetto meno evidente, ha detto Seagal, è normalmente quello cruciale per il proprio senso di ciò che è significativo ed appagante. Essenzialmente, ha detto Seagal, il disegno

sottostante è immutabile quanto l'eredità genetica. "La costituzione di base può essere modulata, ma i tentativi di ristrutturarlo sono una violazione dell'integrità personale. L'equilibrio, la completezza può essere nutrita come può essere storpiata. Non può essere ricostituita. Ogni funzione caratteriale vibra all'interno di un particolare suono o raggio di frequenze. La gente può essere istruita per sentire le differenti risonanze nelle voci di altre persone mentre le ascoltano.

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• La vibrazione di frequenza alta, mentale, risuona in cima alla testa.

• La vibrazione di frequenza media, emozionale, è tracciabile sulla fronte.

• La frequenza di vibrazione bassa è sentita in mezzo agli occhi e sulle tempie.

Quando istruisce la gente a sentire queste frequenze, Segal utilizza musica rappresentativa: Paganini (mentale), Chopin e Beethoven (emozionale), Mozart e Bach (sensoriale). Gli apprendisti ascoltano in uno stato di consapevolezza vasta.: gli occhi non completamente a fuoco ma allo stesso tempo consci della periferia mentre l'attenzione è centrata su di un punto sopra la testa.

1.4 Musica, Cervello ed Emisferi

Una varietà di studi recenti si sono focalizzati sulla neurologia della musica, del rumore, della parola e sulle soglie dell'udito. Dei ricercatori di Parigi hanno dimostrato che le note e le scale musicali vengono mediati primariamente dall'emisfero sinistro e la melodia dal destro4. Studiando 22 soggetti destri5, i ricercatori hanno trovato una significativa attività elettrica nell'emisfero destro in risposta a una melodia di Chopin.D'altra parte, una nota monotona ripetuta e una scala maggiore, producevano una maggiore attivazione dell'emisfero sinistro. La predicibilità delle note e delle scale, dicono gli autori, potrebbe coinvolgere la capacità dell'emisfero sinistro di capire le strutture, mentre la melodia potrebbe richiedere un processo integrativo e funzioni associative più complesse.

° Emisferi del cervello : il sinistro atto al pensiero logico e razionale, quello destro invece al pensiero associativo e sede di emozioni e fantasia5 Ci sono delle relazioni tra l'essere destri o mancini con gli emisferi del cervello, i destri hanno una predisposizione ad un uso primario dell'emisfero sinistro, sono quindi più razionali, i mancini sono predisposti ad un uso primario dell'emisfero destro, risultano più sognatori.

1.5 Il parlare automatico

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Canticchiare una melodia a bocca chiusa non è solamente un atto del cervello destro, secondo alcuni ricercatori svedesi. In ogni caso canticchiare il tema di una rima infantile familiare richiede aiuto da parte dell'emisfero sinistro, forse per organizzare la memoria. Il parlare automatico, la ripetizione continua dei giorni della settimana richiede sia la mediazione dell'emisfero sinistro per il controllo della bocca che la mediazione dell'emisfero destro per il controllo della laringe.Apparentemente l'emisfero destro risponde anche ad informazioni che arrivano attraverso le orecchie e altri sensi. Sembra che i due emisferi partecipino in modo eguale nell'attivazione motoria prima del canticchiare a bocca chiusa o del parlare automatico. Quando i soggetti ripetevano i giorni della settimana, il flusso di sangue nell'emisfero destro aumentava in modo significativo.Durante il canticchiare a bocca chiusa non si notava alcuna differenza nel flusso del sangue.

1.6 Riconoscimento della voce

Due ricercatori dell'UCLA riferiscono che il riconoscimento di una voce familiare attiva di più l'emisfero destro, mentre il distinguere tra due voci non familiari impegna il sinistro. Questo risultato sfida l'ipotesi, molto diffusa tra gli psicologici, che il riconoscimento e la discriminazione della voce siano compiti dello stesso meccanismo cognitivo. Riconoscere una voce familiare è un atto olistico, un accoppiare delle caratteristiche vocali uniche ad un nome o a una persona. Questa funzione gestaltica viene, apparentemente, espletata maggiormente dal cervello destro. Ma l'ascoltare diverse voci non familiari ci richiede di discriminare tra accenti, nasalità e altre caratteristiche. Questo sembra richiedere le capacità analitiche dell'emisfero sinistro

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2.0 Influenza delle vibrazioni sul corpo

2.1 Cantare mentalmente stimola l'evoluzione del cervello

Due patologi di New York suggeriscono che canticchiare a bocca chiusa e cantare ripuliscono il cervello stimolandone il 'drenaggio'. Gridare e parlare a voce alta probabilmente servono allo stesso scopo. Karel Jindrak e sua figlia, Heda Jindrak, dell'ospedale metodista di Brooklyn hanno proposto che il canticchiare a bocca chiusa, cantare e altre vocalizzazioni ad alta voce stimolino l'equivalente di un sistema linfatico del cervello. Le vibrazioni della laringe e l'aria nel tratto vocale sono trasmesse parzialmente nel cranio, massaggiando, così, il cervello. Questo massaggio permette un maggior flusso di liquido cerebrospinale attraverso il cervello e aiuta a rimuovere materiale di scarto.Gli Jindrak dicono che la loro teoria ha delle implicazioni per l'evoluzione: i CroMagnon potrebbero aver prevalso sui Neanderthal perché i loro cervelli potevano essere ripuliti.Le vibrazioni della laringe erano troppo deboli e di frequenza troppo bassa per poter portare in risonanza le massicce ossa craniche dei Neanderthal. Gli Jindrak fanno notare che cantare è universale, negli esseri umani, quanto il parlare o la religione, eppure altri primati non cantano. Inoltre propongono che il giocare rumoroso dei bambini sia terapeutico.

2.2 Musica ai miei orecchi

Un recente studio nello stato di Washington suggerisce che il godere la musica altera il grado di cambiamento temporaneo di soglia (diminuzione dell'acutezza auditiva) a cui la persona è soggetta mentre l'ascolta. Dieci studenti maschi che dicevano di amare la musica pop/rock e dieci che dicevano che non gli piaceva furono esposti, per dieci minuti, sia a musica che a rumore.Furono quindi studiati a 90 secondi di intervallo per la risposta a frequenze di 4 e 6 kiloHertz6.I risultati hanno mostrato che quelli che amavano la musica avevano un cambiamento di soglia molto più piccolo di quelli che non la godevano. Inoltre, nel secondo gruppo si registrò uno spostamento più drammatico in risposta alla musica che in risposta al rumore. Questi risultati sono stati osservati soltanto alle frequenze più alte di 6 kiloHertz, il che suggerisce che l'intervallo di spostamento più piccolo predice un recupero più veloce dell'udito.

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H.A. Dengerink crede che gli effetti del rumore possano essere moderati anche dall'atteggiamento. A questo proposito cita studi che mostrano come dei lavoratori di

6 Per avere un'idea delle frequenze in kHertz si pensi che il Woofer degli speaker riproduce frequenze da 50-2000/5000 Hz, il Middle frequenze dal 2000-16000 Hz e il Tweeter frequenze dal 16000-22000/ 45000 (solo i piezo ) Hz.

un ovile erano molto meno disturbati dai loro supervisori che dal costante scampanio, malgrado lavorassero molto più vicino al rumore. Tuttavia, Dengerink dice di essere cauti perché il godere o il tollerare la musica o il rumore forte dà solo una protezione limitata dai danni all'udito. A lungo andare una perdita dell'udito è inevitabile. È importante per i ricercatori scoprire la connessione tra effetti a breve e a lungo termine.

2.3 Fumare altera l'udito

Uno studio correlato dimostra che i fumatori tendono ad avere uno spostamento di soglia dell'udito più piccolo dei non fumatori, specialmente quando vengono stimolati dal rumore o da esercizi. Secondo Dengerink e collaboratori, 18 soggetti, metà non fumatori, venivano controllati per lo spostamento di soglia dopo essere stati esposti per 10 minuti a del rumore, per 10 minuti a esercizi fisici e, quindi, per 10 minuti ad entrambi simultaneamente.I fumatori sperimentavano consistentemente meno spostamenti dei non fumatori e il battito del loro cuore e la pressione sistolica del sangue aumentavano di più, specialmente nel periodo dell'esercizio. Questo indica che la nicotina può aiutare a produrre gli stessi spostamenti dell'esercizio fisico abbassando la risposta fisiologica. Uno dei fattori chiave potrebbe essere l'aumento del flusso sanguigno cocleare, poiché una diminuzione del flusso è stata correlata ad un cambiamento di soglia temporaneo.Tuttavia, dice Dengerink, ci potrebbe essere dell'altro. Altri risultati: gli effetti più forti del rumore avvenivano nell'intervallo di ottava al di là di 2 kilohertz e, come in studi precedenti, una

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temperatura più alta della stanza è stata correlata con spostamenti più alti.

2.4 Il rumore altera le papille gustative

Dopo il rumore, dicono dei ricercatori francesi, i cibi dolci sono più dolci. Un aumento del desiderio per i dolci potrebbe essere legato allo stress causato dal rumore. Precedenti studi hanno dimostrato che lo stress mobilizza le endorfine stimolanti l'appetito e la dopamina. C. Ferber e M. Cabanac, Appetite 8: 229-235.

2.5 Stress, voce e computer

La complessità di una prova e lo stress da superlavoro hanno un impatto significativo sul parlare, secondo uno studio dell'U.S. Navy. Durante una prova complessa, il tono e il volume si alzano e il parlare diventa rapido. Questo pone dei problemi per i nuovi sistemi di computer che saranno in grado di essere pilotati dal riconoscimento della

voce. La voce di un pilota potrebbe essere alterata da stress quali superlavoro durante il volo, accelerazione, vibrazioni, rumore.Nello studio che riportiamo 60 studenti piloti dicevano ripetutamente i numeri da zero a nove mentre erano impegnati in due altre prove.La prima richiedeva che il pilota tenesse la sua mira su un bersaglio fisso sia con una manopola a mano che con un pedale. Sembra che parlare durante questa prova aggiungesse molto poco al carico di lavoro.La seconda prova era molto più impegnativa. Gli aviatori dovevano scrivere una serie di lettere e di cifre dette attraverso una cuffia in un orecchio mentre dovevano ignorare quelle dette nell'altro orecchio.Ripetere i numeri nello stesso tempo affaticava molto di più i piloti, e le loro voci cambiavano significativamente.

2.6 Rumore e impotenza

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Dei rumori controllabili e incontrollabili sono stati usati come generatori di stress da dei ricercatori di Baltimore nella speranza di imparare qualcosa di più sul meccanismo implicato nella "impotenza acquisita" .Le persone non erano molto disturbate, nell'arco di 30 minuti, da un rumore che potevano far smettere, ma la stessa quantità di rumore, quando non erano in grado di controllarla, li lasciava disturbati e alterati neurofisiologicamente. Alan Brier e collaboratori pensano di poter avere identificato i correlati neurobiologici del senso di impotenza che si pensa sia implicato nella depressione.La maggior parte dei modelli precedenti erano basati su ricerche su animali e quindi non potevano correlare cambiamenti oggettivi con cambiamenti di umore. Delle persone in buona salute mentale dovevano ascoltare un suono forte (100 decibel) in due differenti situazioni.Nella prima erano in grado di far smettere il suono premendo un bottone. Nella seconda situazione premere il bottone non aveva nessun effetto, ma i soggetti non lo sapevano. Per due volte durante la sessione gli venne dato un messaggio che li spingeva a "continuare a tentare più forte" . I soggetti riferivano i loro stati d'animo prima di iniziare la sessione.Dopo il suono incontrollabile riferirono un aumento di depressione, di senso di impotenza, ansietà e tensione. "La mancanza di controllo su uno stimolo anche solo mediamente sgradevole può produrre cambiamenti significativi in soggetti sani", concludono i ricercatori.Essi fanno inoltre l'ipotesi che stressori di rumore incontrollabili dovrebbero produrre cambiamenti ancora più forti in persone depresse o maniaco-depressive. Infatti, risultati preliminari mostrano una risposta particolarmente forte nelle persone con disordini affettivi. I ricercatori hanno in progetto di paragonare le reazioni di queste persone in periodi di remissione e in periodi acuti.

2.7 Il suono del pianto

Secondo lo psicologo Philip Zeskind il tono (frequenza sonora) del pianto di un bambino può fare da avvertimento per problemi neurologici. Zeskind ha misurato il grido di neonati a 2000 cicli al secondo (2000 Hz) , descritto come insopportabile e stressante dagli adulti. Il pianto normale varia tra i 450 Hz (disagio di media intensità) e i 600 Hz (dolore forte). Il pianto a 2000 Hz, che suona come il fischio di un teiera, viene sentito, talvolta, durante le prime 48 ore vita. Raramente continua nel

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primo mese di vita eccetto che dopo nascite difficili ed esposizioni prenatali a alcool, nicotina e altre droghe.

3.0 Suono, luce sincronizzazione del cervelloQuando il cervello viene stimolato otticamente (per es. luce stroboscopica), acusticamente o elettromagneticamente in una determinata frequenza, succede che subentri la cosiddetta reazione conseguente alla frequenza (Frequency Following Reponse o FFR): le parti del cervello che ricevono questi stimoli, tendono a sincronizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda del segnale che ricevono: ciò significa per es. che una situazione di rilassamento di onda ALPHA può essere prodotta attraverso toni ritmici con la loro frequenza EEG 7 corrispondente...Ricordando che i due emisferi del cervello (il sinistro atto al pensiero logico e razionale, quello destro invece al pensiero associativo e sede di emozioni e fantasia) possono essere indotti attraverso stimolazioni esterne ad "ondeggiare" con la stessa frequenza, cosa che può portare a nuovi pensieri e deduzioni e ad uno stato di rilassamento ed equilibrio.Attraverso la risposta conseguente alla frequenza (FFR) e la sincronizzazione degli emisferi cerebrali (HEMYSYNCH) vengono effettuate variazioni sull'elettroencefalogramma verso le onde Alpha8 equilibrando i due emisferi del cervello. Ne conseguono rilassamento fisico, tranquillizzazione psicologia ed armonia.Molti dei fenomeni finora descritti (reazione conseguente alla frequenza, produzione di sostanze chimiche neurotrasmettitrici, crescita ed evoluzione del cervello, crescita delle connessioni nervose e perciò anche dell'intelligenza) possono essere indotti con l'aiuto di queste Brain Machines (musica subliminale con infrasuoni e battiti binaurali indotta ).A questo scopo vengono impiegati segnali ben definiti (di natura ottica, acustica o elettromagnetica) con parametri variabili (frequenza, intensità, lunghezza d'onda e fase).Osservando bene attorno a noi, riconosciamo che la vita è costituita sempre da due poli contrastanti. Giorno-notte, sotto-sopra, destra-sinistra, uomo-donna, positivo

7 EEG= elettroencefalogramma

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8 Segue approfondimento sul vario tipo di onde cerebrali

negativo, caldo-freddo, ecc. Anche nel nostro cervello nei due emisferi, esiste questa polarità con diversa funzione.La stessa polarità si può notare nel sistema neurovegetativo tra il simpatico (che ha come funzione lo scaricare l'energia e condurre la decomposizione nel processo di trasformazione delle sostanze) e del parasimpatico (che ha la funzione di trattenere l'energia, ricostruirla, recuperarla).Anche nello studio dell'agopuntura, nella parte molto ramificata della rete di meridiano, notiamo che esiste una polarità tra yin e yang. Più grande è la tensione tra i due poli, maggiore è l'azione tra il caricare e lo scaricare. Succede così che da quest'azione di tesi e di antitesi, nasca una sintesi, la quale produce a sua volta, una nuova tesi, continuando il gioco.Si può dunque ricreare questa nuova unità anche con l'ausilio del sincronizzatore, sia che ne siamo coscienti oppure no. In questo caso la macchina della mente 9 è veramente un aiuto nell'aiutare.La maggiore parte delle persone nella società occidentale utilizza il suo cervello nello stato di veglia in modo che le onde Beta risultano predominanti.Questa gamma d'onde se da un lato è tipica del pensiero analitico e che ha attitudine alla soluzione dei problemi (qualcosa cioè che in una società di lavoro meccanizzato ed altamente specializzato risulta quasi inevitabile) dall'altro lato è però associabile ad uno stato di continua tensione, preoccupazione e paura.Perciò non deve assolutamente stupire se i molti vantaggi della capacità di sottrarsi alla fase Beta in favore di Alpha, riguardano problemi di varia natura, sia in ambito medico che psicologico. Tenere in allenamento queste capacità è uno degli scopi di tutte le tecniche di rilassamento tradizionali e moderne.Gli effetti positivi del training autogeno, yoga e meditazione, su lavoro e prestazioni, sono a tutt'oggi praticamente indiscussi.Le Brain Machines ottengono effetti simili in tempi sostanzialmente più brevi e sono facilmente utilizzabili, per es. nelle pause lavorative.Ora il programma di John Selby si attiva automaticamente dopo un determinato tempo di attività e permette all'utente di usufruire di pause rigenerative fatte di esercizi e rilassamento attraverso stimolazioni ottiche ed acustiche mirate.Con il bilanciamento dell'attività cerebrale vengono inoltre influenzate positivamente le reazioni di difesa di situazioni

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patologiche nel trattamento delle psicosi maniacodepressive e delle tossicodipendenze.L'effetto di maggior rilievo in proposito è la produzione di endorfine naturali da parte del corpo. Tale bilanciamento è in grado infine di favorire l'intelligenza, l'apprendimento, la creatività (attraverso la stimolazione delle onde gamma-theta), la soluzione di problemi di management e la capacità di godere del rilassamento nel tempo libero. La "cultura del corpo" e la "cultura della coscienza" potrebbero insieme essere la base della cultura del terzo millennio.

9 musica subliminale con infrasuoni e battiti binaurali

3.1 I1 DNA diventa musica

Dal "Corriere delle Sera" - 10 settembre 1992.

Si tratta di sinfonie musicali ottenute ricopiando le sequenze delle quattro unità chimiche che formano la molecola del DNA, spiega David Deamer, biofisico dell'Università di Davis, il primo a tradurre i geni in musica.Ogni unità di Dna rappresenta un'aria musicale autonoma, aggiunge Susan Alexander, compositrice e docente di musica alla California State University, proprio come nelle Quattro Stagioni di Vivaldi o nella Nona sinfonia di Beethoven. La molecola che determina le caratteristiche genetiche di ciascun individuo varia da persona a persona e le sinfonie sono perciò infinite, dato che la configurazione delle quattro componenti chimiche è sempre diversa. Alcuni individui hanno un Dna musicale noioso, lento e ripetitivo, continuaDeamer, altri invece possono suggerire musiche simili al jazz, altri al blues, le possibilità sono davvero infinite.In America è già iniziata la corsa alla scoperta dei propri geni in musica, basta andare in un laboratorio medico, farsi determinare la struttura del proprio Dna e affidare i risultati a un compositore. Deamer dice che gli americani vanno pazzi per

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questa nuova esperienza di poter finalmente dire: "Questa è proprio la mia musica!".

SUONO E TEMPO Struttura e proprietà

Il suono è inscindibile dalla nostra sensazione del fluire del tempo; come le onde del mare si smorza con il tempo fino a quietarsi; così qualsiasi onda acustica, ha un tempo di inizio ed uno di fine proprio perchè 1' onda si smorza nella sua evoluzione temporale.Che il suono sia correlato strettamente alla sensazione dello scorrere del tempo, lo dimostra il fatto che se un uomo, abituato al percezione di suoni fin dal grembo della madre, viene messo in una profonda grotta e comunque in una condizione di non udire suoni, perde man mano la cognizione del tempo.Il silenzio infatti non è una condizione fisiologica naturale per l'uomo, proprio perchè la vibrazione lo pervade e ne stimola una sana vitalità , sia dal punto di vista emozionale che delle altre più complesse attività di elaborazione mentale e motoria. muovere delle cose all'interno di un determinato tempo".

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I1 suono è originato da vibrazioni di atomi e molecole della materia, che vibrano oscillando sotto 1' impulso di onde di energia di una vasta gamma di frequenze.La sensazione del suono la percepiamo più specificamente tramite le orecchie, ma anche le papille tattili della pelle, percepiscono la vibrazione di compressione e rarefazione dell' aria, codificandola come messaggio trasmesso dal mezzo circostante ( aria, acqua, ... od altro ... ) .Il messaggio fisico di informazione, viene quindi recepito in maniera differenziata dalle due orecchie per comprenderne la direzione di emissione, ed inviato dal nervo acustico al cervello, che le traduce in termini di armonie, ritmi, o rumori ... ed altre impressioni emozionali.Le molecole vibrando, originano il suono che costituisce il messaggio , altre molecole (aria, gas liquidi o solidi ) agiscono come mediatori ovvero come mezzi di trasmissione, mentre la sensazione sonora che udiamo è una proprietà sensoriale prodotta dal cervello.L' organo del senso dell'udito è 1' orecchio ed agisce come una interfaccia tra il mondo esterno ed il cervello, passando i messaggi ricevuti al sistema neuronale, che li interpreta come sensazioni. L' organo di ricezione dell' orecchio è fondamentalmente composto da una serie di sottili filamenti , che sono disposti in fondo alle cavità auricolari ( coclea ) in modo da poter essere stimolati dal movimento dell' aria, dando la necessaria sollecitazione al cervello, perchè esso traduca ed articoli in sensazioni sonore 1' informazione sensoriale ricevuta; le sensazioni sonore sono quindi una simulazione cerebrale di quanto varia nelle campo delle vibrazioni proveniente dal mondo esterno.La trasmissione di energia nel vuoto non corrisponde ad alcuna sensazione sonora, ciò in quanto non c'è alcun mezzo di trasmissione che permetta la ricezione delle vibrazioni; si rese conto di ciò il chimico Robert Boyle (1660), facendo il vuoto con

una pompa in una campana di vetro così che disse : <se il mondo non avesse 1' aria, . . . la propagazione del suono a cui siamo abituati non esisterebbe più> .E importante notare che nel vari mezzi di trasmissione, il suono si propaga a differenti velocità e diversi tempi di smorzamento. Nell' aria la velocità delle onde sonore è di circa 334 metri/sec. , nell' acqua salata del mare è circa 1.520 m./sec.ma viene più rapidamente assorbita , ed as es. nel cemento è di circa 3.400 m./sec. ma dopo breve distanza viene del tutto smorzata.Le caratteristiche fisiche principali del suono sono :•Altezza• Intensità • Timbro • Velocità

Altezza :

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L'altezza è la qualità che fa distinguere un suono acuto da uno grave e dipende dalla frequenza. L'altezza (o Acutezza) è la caratteristica che determina l'elevazione di un suono dovuta alla rapidità delle vibrazioni che lo producono e ci consente di distinguere i suoni acuti da quelli gravi; essa cambia a seconda della frequenza a cui 1' onda vibra. A1 crescere della frequenza corrisponde 1' aumento dell' altezza.Onde sonore aventi uguali ampiezza ma frequenza diversa generano suoni di diversa altezza.

L'orecchio umano percepisce solo i suoni che vanno da 20 a 20.000 vibrazioni al secondo. A1 di sotto abbiamo gli infrasuoni, al di sopra gli ultrasuoni. Il sonar, ma anche i delfini ed i pipistrelli percepiscono gli ultrasuoni.La pratica musicale copre una gamma di suoni, le cui fondamentali vanno dal do grave che ha circa 65 vibrazioni semplici al secondo al do acuto che ha 8276 vibrazioni semplici. La voce umana ha un registro ancora più limitato. Per calcolare l'altezza dei suoni, è stato scelto come punto di riferimento il La3 (= ottava centrale del pianoforte) che chiamiamo diapason o corista. La frequenza del diapason è stata determinata da diversi congressi: nel 1885, al Congresso di Vienna, si stabilì che il

corrispondesse a 870 vibrazioni semplici che, a loro volta, corrispondevano a 435 vibrazioni doppie. Ora invece il valore di riferimento è 440 vibrazioni doppie, quindi 880 semplici.Intensità:L'intensità è quella qualità che distingue un suono intenso da uno meno intenso. È data dall'ampiezza della vibrazione, dal grado di forza dell'eccitamento e dalla distanza del punto di percezione da quello di emissione del suono. Viene anche chiamata volgarmente volume ed ha a che fare con l'energia usata per produrre il suono.

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Tenendo presente il carattere tridimensionale delle onde sonore, 1' intensità (I), viene definita:

W

S-t 4z rZ

Dove W indica la potenza (W = E / t) ed E indica la quantità di energia emessa dalla sorgente e trasportata dall' onda.E = K -f z -AZ (Joule)L' intensità si misura in Decibel (dB ).dB =10- log,o

Dove lo, è il valore d'intensità per cui la sensazione fisiologica è nulla:Io =10-iz W - m

La scala delle intensità è logaritmica, perciò ogni incremento di 10 dB corrisponde ad un aumento in intensità di un fattore 10: I1 fruscio delle foglie, infatti, e 10 volte più intenso dei mormorii.

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Il timbro

Il timbro, invece, è quella qualità che distingue un suono da un altro suono e dipende dalla natura del corpo che emette il suono e dalla forma delle vibrazioni che, a sua volta, dipende dalla sovrapposizione delle onde sinusoidali caratterizzate dai suoni fondamentali e dai loro armonici. La scomposizione di un suono nelle proprie componenti sinusoidali fondamentali è detta analisi in frequenza. La frequenze vengono misurate in Hz, ovvero oscillazioni al secondo. Le armoniche di un suono sono suoni con frequenze che sono multipli interi del suono principale. Nella musica, tanto più un suono è composto da diverse componenti, tanto più esso risulta complesso: si va dal suono di un flauto dolce, composto dalla fondamentale e da pochissime armoniche, al suono degli strumenti ad arco, composto da moltissime frequenze armoniche secondarie. Tanto più le frequenze secondarie che si sovrappongono alla principale non sono armoniche (ovvero hanno frequenze che non sono multipli interi della fondamentale), tanto più ci si avvicina al rumore.

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I1 timbro è una qualità che dipende da molte variabili e cioè dal sistema emittente del suono ed anche dalla sua ricezione sensoriale ed inoltre dall' ambiente; quest' ultimo può generare onde complesse a causa di echi, risonanze e battimenti. Le onde di vibrazione sonora interagiscono infatti tra loro modificandosi durante il percorso che divide 1' emissione del suono dalla sua ricezione, per azioni di riflessione, rifrazione, assorbimento, interferenza (costruttiva o distruttiva) , effetto Doppler ..ecc... , ciò avviene in modo del tutto simile alle altre frequenze di energia.

Come gia accennato, il bambino percepisce le vibrazioni sonore già nella vita intra-uterina, (in particolare da quattro mesi di vita), ed egli vivendo in ambiente liquido, risente di una velocità del suono è assai elevata; pertanto è opportuno farlo crescere in un habitat a bassa sonorizzazione. I1 bambino percepicce una gamma di suoni che và da 16 Hz a circa 25 mila Hz; nell' uomo adulto e anziano, la gamma dei suoni udibili diminuisce e in condizioni di salubrità del sistema ricettivo, 1' adulto percepisce sensazioni sonore corrispondenti ad un minor intervallo che va da 20 Hz a 16 Mila Hz.Nella musica l'ALTEZZA del suono viene codificata per tramite una convenzione che individua le principali delle note musicali (Do Re Mi Fa Sol La Si); per accordare gli strumenti musicali viene fatto riferimento alla nota "La" emessa da un diapason, e cioè uno strumento sonoro di precisione a forma di "U" , che emette una nota corrispondente a circa a 440° Hz.Le principali caratteristiche fisiche distintive del suono, non sono quindi sufficienti a spiegare 1' apprezzamento cerebrale della musica, intesa come rapporto tra suono esterno e tempo biologico della sensazione sonora interiorizzata, generatata dal cervello che ci fa percepire apprezzabili melodie e ritmi con modalità ben distinte dal rumore caotico.La musica è quindi 1' arte di organizzare i suoni in una struttura coerente con le complesse attività cerebrali ivi comprese quelle emotive, e per far ciò i compositori utilizzano combinazioni di frequenze stabili definite dalle note musicali .Le note musicali hanno rispondenza con i fenomeni di risonanza, dovuti al sincronismo tra del suono e struttura, che avvengono dell' organo di ricezione dell' udito, in particolare nell' ambito della configurazione organizzata, come spirale, della "Coclea", che per la sua forma tende ad evitare interferenze tra le onde sonore. Similmente se si accosta all' orecchio una conchiglia marina di un Nautilus, si sente la riproduzione delle onde del mare, perchè i rumori dell' ambiente creano sincronie di risonanza del moto dell' aria contenuta nella conchiglia, rispetto alla sua struttura periodica, generando oscillazioni ritmiche simili allo sciabordio delle onde marine.La correlazione tra suono e struttura si manifesta anche nella emissione del suono degli strumenti musicali; infatti suonando la stessa nota con identica ampiezza ed intensità, con un pianoforte ovvero con una chitarra, sentiremo due suoni diversi; la differenza sta nel sostanzialmente nel timbro, che è differente per ogni strumento musicale. Gli strumenti hanno infatti appropriate definizioni strutturali, le quali hanno il compito di modulare le frequenze sonore, entro forme di struttura e materiali

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assorbenti, che nell' insieme agiscono come casse di risonanza delle tonalità del suono; possiamo notare che anche ogni voce come ogni strumento, possiede una sua timbrica particolare che distingue ciascuno di noi.La percezione del suono è comunque una attività propria del cervello, lo dimostrano manifestazioni a volte fastidiose come la percezione di un fischio od un ronzio 0 fruscio nell' orecchio (acufeni), che normalmente non sono percepibili in quanto il cervello in condizioni normali li attutisce filtrandoli. Il cervello infatti , và ricercando attivamente di percepire le frequenze e già dalla fase uterina, la sua ricerca è infatti geneticamente sincronizzata sulle frequenze della voce umana, in particolare di quella della madre che ha portato in grembo il suo bambino.

È importante non confondere le vibrazioni sonore ( vasta gamma di frequenze, udibile e non dall'orecchio ma percepibili dal corpo) con il suono ( inteso come musicale, frequenze organizzate e percepibili dall'orecchio).

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MantraLa parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e

trayati (liberare). II mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare

la mente dai pensieri.

Sostanzialmente consiste in una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi),

generalmente in Sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di

ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale, ma anche, seppur in

maniera ridotta, a livello fisico ed energetico.

Esistono moltissimi mantra per gli scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito,

ma ne esistono anche in altre lingue. II mantra più conosciuto è il mantra Om (AUM).

In Tibet, molti buddhisti incidono i mantra nella roccia come forma di devozione.

II loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle filosofie. Vengono

principalmente utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei

devoti una graduale concentrazione. I mantra vengono utilizzati anche per accumulare

ricchezza, evitare pericoli, o eliminare nemici. I Mantra hanno origine in India all'interno

dell'Induismo Vedico e nel Jainismo, popolari in diverse e moderne pratiche spirituali che

si rifanno seppur in modo impreciso alle antiche pratiche delle religioni Orientali.

I Mantra sono considerati come suoni vibrazionali, a causa della grande enfasi che si

pone alla loro corretta pronuncia ( grazie allo sviluppo della scienza fonetica, in India,

migliaia di anni fa ). II loro scopo è liberare la mente dalla realtà illusoria e dalle

inclinazioni materiali. II processo di ripetizione di un Mantra è definito cantilena.

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Introduzione

Un mantra ha due aspetti: il primo è manana, e significa che ciò che si è ascoltato deve

penetrare nella mente; il secondo è trània, e vuol dire che qualunque cosa sia penetrata

nella mente vi deve essere fermamente stabilita e preservata. I mantra possono essere

strumenti di adorazione, preghiera, terapia, avanzamento spirituale, purificazione o di

offerta rituale. Essi sono suddivisi in dieci karma (azioni).

1. Sànti : (della pace profonda) libera da malattie, problemi psicologici, paura, illusione e difficoltà mondane e ambientali; recitati senza aspettative od attaccamenti.

2. Istambhan : (che paralizza) servono per fermare, in natura, ogni tipo di essere vivente od oggetto inanimato.

3. Mohana : (attraente) usati per affascinare uomini, donne o animali, in questa categoria rientrano mesmerismo e ipnotismo; noto anche come Sammoha.

4. Uchchatan : (che turba) servono a turbare l'equilibrio mentale, aumentano il dubbio, l'incertezza, la paura, le delusione; la persona che ne subisce l'influenza agisce come se fosse posseduta.

5. Vasikaran : (controllo della coscienza) servono a ridurre in schiavitù; chi ne subisce l'effetto perde capacità di discriminare diventando come una marionetta.

6. Àkarsan : servono ad attrarre persone che vivono lontano.

7. Jrambhan : servono per cambiare paradigmi di comportamento, chi li subisce si comporta secondo il volere di chi li usa.

8. Vidwesan : dividono due persone, creano rabbia, odio, gelosia, aggressività reciproche; i comportamenti rimangono invariati cambiano solo quelli in relazione alla persona selezionata.

9. Pusti : servono per accrescere fama, ricchezza, prestigio, buona volontà, condizione sociale e potere proprio.

1O.Bija: sono mantra di sintesi con un numero limitato di sillabe e sono considerati più potenti degli altri.

I Mantra hanno delle caratteristiche in comune con le formule magiche, ossia di

trasmutare in forma di azione il desiderio o la volontà umana. II Dr. Edward Conze,

studioso di Buddismo, interpreta frequentemente la parola "mantra" come "formula

magica". Spesso si ritiene che i suoni orali abbiamo poteri magici, o addirittura siano

l'espressione vocale del Divino.

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Page 32: Mantra

Per gli autori delle scritture Indù delle Upanishad, la sillaba Aum stessa costituisce un

mantra, e rappresenta Brahman, il Dio supremo, colui che ha creato l'universo.

La sola pronuncia corretta di questa sillaba consente l'esperienza diretta di illuminazione,

si sperimenta direttamente Dio. Secondo Kúkai, importante maestro buddhista

giapponese del IX secolo, tutti i suoni siano la voce di Dharmakaya Buddha cioè, nei

termini del pensiero Yogico e delle Upanishad, questi suoni sarebbero la manifestazione

della realtà ultima.

Tuttavia non si deve pensare che questo principio valga esclusivamente per le culture

orientali. Le parole hanno comunque un certo potere sulla natura sottile dell'essere

umano. Se si accetta anche il collegamento 'etimologico con la parola "manas", che

significa "mente", e "trana" , "protezione", allora si desume che il "mantra" sia qualcosa

in grado di proteggere la mente. Tuttavia in pratica è stato possibile dimostrare che

vanno al di là di una semplice funzione di protezione mentale. Per molte culture le lettere

scritte hanno un potere. Le lettere possiedono persino una funzione oracolare.

Invece in India a causa di particolari condizioni storiche la parola scritta è stata sempre

considerata nettamente inferiore, come importanza, all'espressione orale. I Bramini

erano la casta sacerdotale del popolo Hindù, coloro che conservavano le sacre scritture,

inizialmente dei Veda, più tardi anche delle Upanishad. Per anni, solo loro furono a

conoscenza dei mantra e delle formule sacre cantate in ogni occasione importante.

Tuttavia, con l'avvento delle scuole Indù di Yoga, Vedanta, Tantra e Bhakti, il mantra è

entrato a far parte delle pratiche religiose consuete.

Tale era, in questo contesto, l'influenza della natura elitaria della conoscenza sui

mantra, che persino i Buddisti, che ripudiavano completamente l'idea delle caste e

dell'efficacia degli antichi rituali, chiamavano se stessi i shravakas, ossia "gli

ascoltatori". In India una persona saggia viene chiamata "un buon ascoltatore".

I Mantra come suoni archetipali

I Mantra sono anche considerati suoni archetipali. Quello che simbolizzano dipende dal

contesto e dalla mente della persona che li ripete. Studi sul simbolismo dei suoni hanno

dimostrato che i suoni delle vocali hanno un significato se siamo o no di loro

consapevoli. Inoltre è possibile svelare un simbolismo situato su più livelli, associato ad

ogni suono.

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Page 33: Mantra

Così, anche se non li conosciamo, i mantra non sono semplicemente l'espressione

fonetica di un cerimoniale privo di significato -- nessuna espressione vocale è

completamente priva di significato, ma vibrazioni, che, ripetute opportunamente, hanno

effetti generalmente positivi su mente, corpo e spirito. I mantra hanno un significato

specifico a seconda del contesto in cui operano: il mantra "Om" per esempio ha un

significato presso gli Indù ed un altro presso i Buddisti. L'analisi del Kukai, un erudito

Buddista del IX secolo, è rivelatrice. Vedi sotto.

Mentre il tantra Indù si soffermava sia sulle lettere che sui suoni come espressione del

divino, il Buddhismo itinerante dava maggiore enfasi alla parola scritta. La Cina non

possedeva un linguaggio ecclesiastico unificato come il Sanscrito, pertanto realizzarono la

loro unità culturale mediante un linguaggio scritto, flessibile nella pronuncia e più mirato

nell'espressione dei concetti. Di conseguenza i Cinesi riposero nella scrittura molta più

considerazione dei missionari Buddisti Indiani. Così la scrittura dei mantra divenne una

pratica spirituale loro specifica.

Mentre i Bramini ponevano l'attenzione su una corretta pronuncia, i Cinesi, in realtà

Buddisti del lontano oriente erano più interessati alla corretta scrittura. La pratica di

scrittura dei mantra, di trascrizione dei testi come pratica spirituale, divenne molto raffinata

in Giappone, in cui ebbe un notevole sviluppo la scrittura delle Sutra Buddiste, attualmente

le sole conoscìute. Tuttavia anche in India, in molte sette viene praticata la ripetizione

scritta in Sanscrito dei mantra.

I Mantra nell'Induismo

I Mantra hanno avuto origine dai grandi testi sacri Indù, principalmente i Veda. In questi

testi, vere e proprie opere d'arte, la tecnica di scrittura si sviluppa su due righe, dette

"slokas", anche se molti mantra vengono eseguiti su una riga singola o persino in

combinazione con singole parole.

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Page 34: Mantra

Aum

II mantra fondamentale è Aum, noto nell'induismo come il "pranava mantra", la sorgente

di tutti i mantra. II significato filosofico si fonda sull'idea Indù di "nàma-rúpa" o del nome-

forma, che suppone che tutte le cose, le idee, o le entità presenti nell'esistenza e nel

cosmo fenomenologico, hanno un nome e una forma di qualche genere. II nome-forma

della vibrazione primordiale Aum è la prima manifestazione "nàma-rúpa" di Brahman, la

realtà immanìfesta.

Prima dell'esistenza e al di là dell'esistenza l'unica sola realtà era Brahman, e sua la

prima manifestazione nell'esistenza è Aum. Per questa ragione Aum viene considerato il

mantra più potente e fondamentale, spesso usato come prefisso e suffisso in tutte le

preghiere Indù.

Mentre alcuni mantra invocano specifici Dei o principi, i più importanti tra i mantra, come

I'Aum, il Shanti, il Gayatri , ed altri focalizzano colui che li pronuncia sulla realtà ultima

delle cose.

Nel tantrismo Indù, l'universo è suono. II supremo (para) causa l'esistenza attraverso la

Parola (Shabda). La Creazione consiste di vibrazioni di varia frequenza e ampiezza che

danno luogo ai fenomeni del mondo.Le vibrazioni più pure, sono le Var.na, scritture imperscrutabili, a noi rivelate, imperfette

sia nella forma che nel suono. Le Var.na sono gli atomi del suono. Una complessa e

simbolica associazione si forma tra le lettere, elementi, Dei, Segni dello Zodiaco, parti

del corpo -lettere che acquisiscono forza e si arricchiscono di significati, grazie a queste

combinazioni. Per esempio nelle Aitrareya-aranya-Upanishad troviamo: "Le consonanti

mute rappresentano la terra, le sibilanti il cielo e le vocali il paradiso. Le consonanti mute

rappresentano il fuoco, le sibilanti l'aria, le vocali il sole ? Le consonanti mute

rappresentano gli occhi, le sibilanti le orecchie, le vocali la mente".

In effetti ogni lettera diventa un mantra e il linguaggio dei Veda, in Sanscrito, corrisponde

profondamente alla natura delle cose. Così i Veda rappresentano simbolicamente la

realtà stessa. La sillaba primordiale Om, rappresenta l'unità fondamentale della realtà:

Brahman.

Japa Japa era un concetto della saggezza Vedica che incorporava i mantra, quale

forma principale di puja, o venerazione, il cui fine ultimo è la moksha o Liberazione.

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Page 35: Mantra

Essenzialmente, japa significa ripetizione, divenuta una pratica consueta presso la

religione Indù, attraverso varie forme di Yoga e Tantrismo. Questa tecnica consiste nella

ripetizione continua di mantra, dì solito in cicli di multipli di tre, il più popolare dei quali è

il 108. Per questa ragione gli Indù usano il mala, corrispondente al rosario della religione

cristiana, contenente 108 perle e una perla principale chiamata "meru".

I devoti eseguono la japa utilizzando le dita e contando, per ogni perla, la ripetizione di

un mantra scelto. Una volta raggiunte le 108 ripetizioni, se desiderano continuare un

altro ciclo di mantra, il devoto deve tornare indietro senza attraversare la perla "meru" e

ripetere.

Si dice che attraverso le japa i devoti siano i grado di raggiungere un'estrema

focalizzazione sulla divinità scelta o sul principio del mantra. Le vibrazioni, i suoni e gli

echi del mantra sono considerati estremamente importanti, in quando si suppone,

secondo le diverse scuole di pensiero Indù, siano in grado di risvegliare il prana o vita

spirituale, e persino di stimolare l'energia dei chakra.

Qualsiasi sloka tratta da Testi Sacri induisti come i Veda, le Upanishad, la Bhagavad

Gita, lo Yoga Sutra e persino dal Mahabharata e dal Ramayana è considerata

abbastanza potente da essere ripetuta con grande effetto, e quindi possedere lo status

di mantra.Un mantra è generalmente è formato dal nome di una divinità che viene salutata in

questo modo: "Aum namah ------", "Aum namo ------", oppure, "Aum Jai ( Gloria!) -----" o

con altre combinazioni diverse. Per esempio: "Aum namah Shivaya" (Aum, mi arrendo a

Te, Shiva ), "Aum namo Narayanaya (mi inchino a Te, Narayana); oppure "Aum Namo

Bhagavate Vasudevàya", (Saluto universale al Dio Visnhu), "Aum Shri Ganeshaya

Namah" (Aum, mi arrendo al Signore Ganesh), e "Jai Ma Kali" e "Aum Hrim Chandikàyai

Namah. " (mantra di Devi).

Alcuni Mantra Indù

II mantra più rappresentativo della tradizione Indù è il celebre Gayatri Mantra :

Om Bhúr Buva – SvaTat Savitur Vare - ya Bhargo Devasya Dhimahi Dhiyo Yo Na – Pracodayàt

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Page 36: Mantra

Questo mantra è considerato il più universale di tutti i Mantra Indù, un'invocazione a

Brahman come principio di tutta la conoscenza e creatore del Sole primordiale, una

preghiera al "Sole dell'intelletto" affinché illumini e disperda le tenebre dell'ignoranza.

Guidami dall'Ignoranza verso la Verità

àsato mà sat gamayà / tamaso mà jyotir gamayà / mrityor-mà àmritam gamayà / Om

sànti sànti sàntih"Guidami dal non-essere all'essere, guidami dall'oscurità verso la luce, guidami dalla

morte all'immortalità"

I Mantra Hare Krishna

Il mantra Hare Krishna

Sono famosissimi i mantra dedicati alle upanishad Kali-Santarana, ritenuti molto potenti.

Tra tutti, uno dei più noti:

Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare

E' composto dai nomi attribuiti a Dio dalla tradizione vaishnava: Krishna e Rama e da

Hare, I'energia (shakti) divina. II mantra Hare Krìshna venne diffuso da Caitanya

Mahaprabhu, mistico e santo bengalese del XV secolo, come l'unico metodo di preghiera

dell'era attuale (Kali Yuga). Quando A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada creò

I'ISKCON, in inglese International Society for Krishna Consciousness, in italiano Società

Internazionale della Coscienza di Krishna, un movimento religioso Vaishnava dell'India

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Page 37: Mantra

dell'Ovest, definì il mantra "Hare Krishna" come l'unico in grado di portare il devoto verso

la moksha (Liberazione dal (samsara, o ciclo di nascite e morti) e di risvegliare la

Coscíenza di Krishna (nella filosofa Vaishnava, l'eterno sentimento che lega l'anima

individuale - jiva - a Dio); per questo è chiamato anche Maha Mantra (Grande Mantra). In

Occidente il movimento di Prabhupada è più comunemente conosciuto con il nome di

Hare Krishna.

I Mantra Shanti

Om saha naavavatu Saha nau bhunaktu Saha viiryan karavaavahai Tejasvi naavadhiitamastu Maa vidvishhaavahai Possa entrambi proteggerci Possa nutrici insiemePossa lavorare insieme con grande vigore Possano i nostri studi essere illuminati Possa nessun ostacolo sorgere tra di noi

Om shaantih shaantih shaantih Om pace, pace, pace, pace.-- Yajurveda Nero Taittiriya Upanishad 2.?.?

Preghiere Universali

Sarvesccam Svastir Bhavatu Sarvesàm Sccntir Bhavatu Sarvesàm Pú CI 0 am Bhavatu Sarvesàm CI angalam Bhavatu (Auguro il bene a tutti, auguro la pace a tutti, auguro a tutti di vivere per la perfezione, epossano tutte le esperienze essere di buon

auspicio) Sar-ve Bhavantu SukhinahaSarve Santu 0 iràmayaha Sarve Badrà E] i Pasyantu C à Kascidh-dhuhkha Bhàga-Bhavet

(Om, Siate tutti felici. Siate tutti in buona salute. Auguro a tutti buone esperienze senza farsoffrire nessuno. Om, pace, pace, pace)

Altri esempi

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Page 38: Mantra

• Tat Twam Asi "Tu sei Quello"

• Maha Mrityunjaya.

• Surya Namaskara

I I Mantra Indù Bija

Nell'Induismo il concetto di mantra come suono mistico fu traslato, come logica

conclusione, nel concetto di "seme" o Bija, mantra che non ha un significato preciso, ma

sono concepiti per evocare, attraverso le loro connessioni vocali, a diversi principi

spirituali. Per esempio : la devozione alla Madre Divina, Kali, nella forma di mantra, è

abilmente sintetizzata nel potente mantra Bija, nella tradizione Shakta dell'Induismo :

Aum Kreeng Kreeng KYeeng Hoong Hoong Hreeng Hreeng Dakshina Kalike

Kreeng Kreeng Kreeng Hoong Hoong Hreeng Hreeng SwahaNaturalmente il più venerato tra tutti i mantra Bija vi è I'Om/Aum.

I Mantra Bija fanno parte della conoscenza monistica, che pur riconoscendo la

manifestazione multiforme, deriva comunque un unico principio.

I Mantra ne! Buddhismo

II Buddhismo, dopo la società Vedica, ha sviluppato un suo sistema di conoscenza dei

mantra, che è comunque molto simile a quello Induista, ma possiede caratteristiche

proprie.

I Mantra nel Buddhismo Shingon

L'erudito del Buddhismo Kukai ha proposto una teoria generale del linguaggio basata su

due forme di linguaggio rituale: i l D h a r a n i e i l M a n t r a . I I Mantra è riservato a pratiche

Esoteriche Buddhiste, mentre il Dharanì è presente sia nei rituali Esoterici che in quelli

Essoterici. II Dharani lo possiamo trovare, per esempio, nel Cànone Pali (vedi sotto). II

Kukai ha inoltre coniato la parola "Shingon" per tradurre in giapponese la parola mantra.

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Page 39: Mantra

La parola Dharani deriva dalla radice Sanscrita dh.r il cui significato è "tenere", o

"mantenere". Ryuichi Abe suggerisce che tale parola possa venire utilizzata come

dispositivo mnemonico che incapsula il significato o di una sezione o di un capitolo o di

una sutra. I d h a r a n i vengono anche utilizzati, nella quotidianità, per proteggersi dalle

influenze maligne e dalle calamità.

Un mantra viene anche utilizzato come dispositivo linguistico in grado di consentire e di

approfondire la riflessione interiore, o, in un contesto Buddhista, di sviluppare la possibilità

di un'esperienza diretta di illuminazione. Tuttavia i mantra sono stati usati anche come

parole magiche, per scopi mondani, per ottenere salute, lunga vita, ed eliminare i nemici.

Distinzione tra dharani e mantra

È difficile fare distinzione tra dharani e mantra. Si può affermare che tutti i mantra sono

dharani, ma che non tutti i dharani sono mantra. I Mantra tendono alla brevità ; entrambi

tendono a contenere un numero di frammenti sonici creduti incomprensibili e privi di

significato, come Om, o Hu.m. II Kukaì considera i mantra una classe speciale di dharani

che rivela ogni sillaba di un dharani, quale manifestazione della vera natura della realtà - in

termini Buddisti , in cui tutti i suoni sono una manifestazione di shunyata o vacuità. Quindi

il Kukai ribalta il concetto e suggerisce che i dharani siano in realtà saturi di significati --

dove ogni sillaba assume, in realtà, un profondo significato simbolico su piani differenti.

Uno dei contributi distintivi del Kukai fu infine quello di dimostrare che queste associazioni

simboliche non differiscono in modo sostanziale dal linguaggio ordinario. Se si conosce il

funzionamento dei mantra, qualsiasi suono potrebbe rappresentare praticamente la realtà

ultima.

La kana e i mantra

Sempre per il Kukai, l'enfasi data ai suoni era uno dei capisaldi per il campionamento del

sistema fonetico di scrittura giapponese, la kana, adottata ai tempi dello stesso Kukai, che

venne generalmente accreditato come il suo inventore, ma fra gli eruditi vi sono molti

dubbi. La sua teoria si fonda sull'ipotesi che i mantra ebbero un potente effetto sul

pensiero della società Giapponese, dominato fino a quel momento sia dalla cultura

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Page 40: Mantra

Cinese, nella forma del Cinese Classico, usato nelle corti e tra i letterati, che dal

Confucianesimo, I'ideología politica allora dominante.

In particolare fu in grado di usare la nuova teoria sul linguaggio per creare un

collegamento tra la cultura Giapponese e il Buddismo. Per esempio tra il Budda

Mahavairocana e lo Shinto dio del sole Amaterasu, dato che si pensava che l'imperatore

discendesse da Amaterasu, Kukai fu in grado di trovare un potente collegamento tra

l'imperatore e Budda, e di conseguenza il modo di integrare lo Shinto con il Buddismo,

cosa che non riuscì al Confucianesimo, e lo fece attraverso il linguaggio, e i mantra.

Kukai fu di grande aiuto nello spiegare i mantra in un modo mai tentato prima:

fondamentalmente si domandò cosa è un testo, in che modo funzionano i segni, e

soprattutto, di quale linguaggio si tratta, anticipò la moderna teoria dello strutturalismo,

anche se giunse a conclusioni molto differenti.

L'origine di tutti i suoniIn questo sistema di pensiero tutti i suoni originano dalla "a" -- la a breve della parola

padre. Per il Buddismo esoterico la vocale "a" possiede una funzione speciale essendo

associata con il Shunyata o con l'idea di vocale neutra, dove assume significati diversi.

In Sanscrito la vocale "a" viene utilizzata quale prefisso in grado di modificare il

significato di una parola nel suo opposto : per esempio : "vidya" significa conoscenza, e

"avidya" è ignoranza, (lo stesso espediente è stato utilizzato in molte parole greche, per

esempio "ateismo" contro "teismo", e "apatia" contro "pathos"). La stessa lettera a viene

visualizzata nelle sacre scritture Siddham e pronunciata in rituali e pratiche di

meditazione. Nei Mahavairocana Sutra centrale per il Buddismo Shingon si dice :

Rendete grazie al voto originale del Budda e del Bodhisattva, una forza miracolosa

risiede nei mantra, cosi, colui che li pronuncia acquisisce meriti senza liinlti "[Conze , p.

183].

I Mantra nel Buddhismo Indo-TibetanoEdward Conze distingue tre periodi nell'uso Buddhistico dei mantra. Inizialmente

seguendo gli Indiani, i Buddhisti usavano i mantra per proteggersi dalle influenze

maligne. Nonostante ai monaci Vinaya fosse proibito utilizzare mantra Brahminici per

ottenere beni materiali, vi era sempre qualche monaco che trasgrediva e li usava a fini

magici. È particolare il caso del mantra Ratana Sutta, la cui efficacia dei versi sembra

evocare il

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Page 41: Mantra

concetto di "Verità". Ogni verso della sutta finiva con : "dalla virtù di questa verità, possa essere felice".I Mantra storicamente successivi avevano la funzione di custodi della vita spirituale del

cantore. Questi mantra possiedono sezioni di sutra Mahayana dette anche sutra del loto

bianco e Lankavatara Sutra. Lo scopo di avere protezione è cambiato con il tempo. Nella

Sutra della luce d'oro i Quattro grandi Re promettono di esercitare la sovranità sulle

diverse classi di semidei, per proteggere l'intero Jambudvipa (il subcontinente indiano), i

monaci che declamano i sutra, e i re che sponsorizzano i monaci. Apoteosi di questo tipo

di approccio si trovano nella scuola Nichiren Buddista, fondata nel 13° secolo in Giappone,

il cui distillato di tutte le pratiche Buddiste si concretizza nella venerazione del Sutra del

Loto attraverso la recitazione del daimoku: "Nam myoho renge kyo" che tradotto significa :

"Omaggio al Sutra del Loto".

Durante la terza epoca, circa nel 7° Secolo, il mantra viene utilizzato come veicolo di

salvezza e di insegnamento. La filosofia Tantrica ebbe un forte sviluppo tra il 6° e il 7°

secolo, mentre la specifica forma Buddhista fa la sua apparizione verso l'inizio dei 300

a.C.. II primo nome dato al comune mantra Vajarayna era Matrayana che fa presagire

l'importanza che i mantra assumeranno all'interno del Buddhismo Indo-Tibetano.

La pratica VajrayanaLa pratica Vajrayana fornisce un valido aiuto a chi desidera raggiungere l'esperienza

diretta di illuminazione, di sperimentare l'autentica realtà delle cose. Qui i Mantra svolgono

la funzione di simbolo dei diversi aspetti di questa realtà -- per esempio la saggezza o la

compassione. Ogni Mantra è associato ad una particolare divinità ; l'unica eccezione è il

mantra Prajnaparamita che è associato al Sutra del Cuore.

Una delle strategie chiave dei Mantra Vajrayana al fine di realizzare l'esperienza diretta di

illuminazione è quello di assorbire nella pratica l'intero organismo psicofisico. Secondo i

Buddisti ogni persona è formata di corpo, mente e parola. Così un tipico sadhana o pratica

di meditazione deve comprendere delle mudra, che consistono in simboliche posizioni

delle mani, fino al raggiungimento di una completa prostrazione fisica ; la recitazione dei

mantra ; ed infine tecniche di visualizzazione di esseri celestiali e delle parole del mantra

che si sta recitando. Colui che medita deve visualizzare le parole di fronte a se, o

all'interno del proprio corpo. Le può pronunciare o a voce alta, o solo mentalmente.

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Page 42: Mantra

Om mani padme hum

Probabilmente il più famoso mantra Buddista è Om mani padme hum. Sono le sei sillabe

del mantra del Bodhisattva Avalokiteshvara della compassione è chiamato in Tibetano

Chenrezig, e in Cinese: Guanyin. Questo mantra è associato in modo particolare alla

forma a quattro braccia chiamata Shadakskari di Avalokiteshvara, e che viene in particolar

modo utilizzato dai suoi devoti.

Donald Lopez elenca diverse interpretazioni di questo mantra nel suo libro: Prigionieri di

Shangri-la.- ll Buddhismo Tibetano e l'Occidente. I I Lopez è uno scrittore autorevole, la

sua è una sfida all'analisi stereotipata del mantra nel consueto significato di "Gioiello del

Loto", un'interpretazione che non è supportata né da analisi linguistica, né dalla tradizione

Tibetana, essendo il tipico approccio Orientalista dell'Occidente all'oriente 'esotico'. II

Lopez suggerisce inoltre, che Manipdma è attualmente il nome del bodhisattva nella forma

di Avalokiteshvara, avente molti nomi, e, in alcuni casi comprendente Padmapani o Fóre

di loto in mano. L'insistenza dei Brahmini sulla assoluta corretta pronuncia in Sanscrito

viene interrotta nel momento in cui il Buddismo si espande negli altri paesi dove gli abitanti

non sono in grado di riprodurre correttamente i suoni. Così, per esempio, in Tibet, dove

questo mantra è sulle labbra di molti tibetani al momento del risveglio, viene pronunciato

come: "Om mani peme hum".

Altri Mantra utilizzati dai Buddhisti Tibetani

La seguente lista di mantra è tratta dal Kailash - Jurnal ofHimalayan Studies, Vol. 1, Num.

2, 1973, pp. 168-160, comprende diverse versione del mantra Om mani Padme Hum.

Notare come, in questo mantra, la parola swaha sia qualche volta scritta svaha, e di solito

pronunciata dai tibetani so-ha. La pronuncia varia nella translitterazione in inglese ; per

esempio : hum e hung, generalmente sono la stesa parola. I mantra usati nella pratica dai

Buddisti Tibetani sono in Sanscrito, al fine di mantenerne l'efficacia originaria, mentre la Visualizzazione dei simboli e altre pratiche sono di solito fatte in Tibetano.

• Om wangishwari hum Questo è il mantra del Mahabodhisattva Manjusri, in Tibetano: Jampelyang Wylie "'jam dpal dbyangs` ... Il Buddha nella sua saggezza.

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Page 43: Mantra

• Om mani padme hum è il mantra di Chenrezig, Mahabodhisattva, I1 Buddha nel suo aspetto compassionevole.

• Om vajrapani hum Il mantra del Buddha quale protettore degli Insegnamenti Segreti: come il Mahabodhisattva Channa Dorje (Vajrapani).

• om vajrasattva hum La versione più breve del mantra di Vajrasattva. Esiste anche una versione avente più di 100 sillabe.

• Om ah hum vajra guru pema siddhi hum Il mantra del Vajraguru Guru Rimpoche che introsudde in Tibet, il Buddhismo Mahayana e il Buddhismo Vajrayana.

• Om tare tuttare ture swaha Il mantra di Jetsun Dolma o Tara (Bodhisattva), La Madre del Buddha.

• Om tare tuttare ture mama ayurjnana punye pushting svaha, il mandra di Dólkar o Tara Bianca, un'emanazione di Tara (Bodhisattva) che rappresenta salute e lunga vita.

• Om amarani jiwantiye swaha Il mantra del Buddha per una vita libera dai propri limiti : Il Buddha Amitayus (Tibetan Tsépagmed) nella sua forma celestiale .

• Om dhrum swaha Il mantra purificatore della mente Namgyalma.

• Om ami dhewa hri Il mantra del Buddha Amitabha (Hopagmed del Buddhafield Occidentale, la cui pelle è dello stesso colore del sole nascente.

• Om ah ra pa tsa na dhih Il mantra dalla "voce dolce", Jampelyang (Wylie, `jam dpal dbyangs") o Manjusri, il Buddha nella sua saggezza.

• Hung vajra phat Il mantra del Mahabodhisattva Vajrapani nella sua forma irascibile.

• Om muni muni maha muniye sakyamuni swaha Il mantra del Buddha Sakyamuni, il Buddha storico.

• Om gate gate paragate parasamgate bodhi swah Il mantra del Cuore della

Perfezione, del Sutra della Saggezza.

I Mantra in altre tradizioni o contesti

La Meditazione Trascendentale, conosciuta semplicemente come 'MT', utilizza dei

semplici mantra per focalizzarsi sulla meditazione. I' MT è stata fondata da Maharishi

Mahesh Yogi. Secondo la MT, la pratica può essere di beneficio in diversi aspetti della

vita : nelle relazioni, nella riduzione dello stress, nella salute, nell' autostima ; ma ne può

beneficiare anche il mondo intero attraverso la riduzione della violenza, del crimine,

sostanzialmente migliorando la qualità della vita. II fondatore era esperto della tradizione

Indù, ma la MT è un tentativo dì adattare ai tempi moderni una forma di meditazione

separandola dalla tradizione. In questo contesto vengono utilizzate per mantra solo due

sillabe.

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Page 44: Mantra

I Mantra sono stati praticati entusiasticamente anche da diversi gruppi New Age. Tuttavia

la loro applicazione fuori da un contesto tradizionale e dal punto di vista del religioso

Indù o del praticante Buddista, manca di profondità. La sola ripetizione di sillabe può

avere un effetto calmante sulla mente, ma i tradizionalisti affermano che i mantra

possono cambiare effettivamente il livello della nostra consapevolezza solo se vengono

utilizzati attraverso la pratica tradizionale.

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