L'Università -pubblica- del futuro: momento informativo sul DDL Gelmini ottobre 2010
Mar 13, 2016
L'Università -pubblica- del futuro: momento
informativo sul DDL Gelmini 1905/09ottobre 2010
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le principali ragioni della protesta• DDL, tagli e effetti sulla didattica e sulla ricerca
• l'assetto degli organi di governo universitario:–Rettore, Senato e CdA, e la partecipazione agli organi di governo dell'Università;
–l'autonomia dell'Università nella ricerca e nella didattica;
• il sistema di reclutamento e la marginalizzazione dei ricercatori attuali;–il ricercatore 'a tempo determinato' e la precarizzazione dei futuri ricercatori;
l'Università in 2 parole
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chi ci lavora• personale con mansioni varie,• tecnici, • funzionari amministrativi, • studenti dei corsi di laurea, • studenti dei corsi di dottorato, • borsisti, • assegnisti, • ricercatori, • professori
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quali sono le funzioni?• l'alta formazione:
–ha lo scopo di fornire ai giovani gli strumenti adeguati ad affrontare il mondo del lavoro; dovrebbe tradursi in lavori più gratificanti e retribuiti meglio;
• la ricerca:–la ricerca è l'attività che mira alla crescita complessiva del livello tecnico, culturale ed economico del Paese;
• entrambe le funzioni sono strategiche, e sono pertanto funzioni nelle quali l'investimento in termini di risorse umane ed economiche dovrebbe essere prioritario.
l'assetto degli organi di governo e l'autonomia
universitaria
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gli organi di governo dell'Università
• Rettore, • Senato Accademico, • Consiglio di Amministrazione, • Collegio dei revisori dei conti, • Nucleo di Valutazione.
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chi può fare il Rettore
• fino a oggi (nell’UniTo)–il Rettore è un professore ordinario a tempo pieno proveniente dall'Ateneo.
• in futuro–sarà un professore ordinario di qualunque università italiana.dovrà possedere «comprovata competenza ed esperienza di gestione, anche a livello internazionale, nel settore universitario, della ricerca o delle istituzioni culturali».
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• l’organo politico di indirizzo dell’Ateneo, cui compete la determinazione dei programmi, degli obiettivi e delle priorità per lo sviluppo dell’Università nel suo complesso e la verifica della loro attuazione
• delibera in materia di ricerca, didattica, organico. stabilisce i criteri cui il CdA deve attenersi nello svolgimento delle proprie prerogative, e ne giudica i risultati.
• è composto da 42 membri: il Rettore, i 13 Presidi di Facoltà, 16 rappresentanti d’area scientifico-disciplinare, 4 tecnici-amministrativi, 8 rappresentanti degli studenti.
il SenatoOGGI
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• l’organo politico di indirizzo dell’Ateneo, cui compete la determinazione dei programmi, degli obiettivi e delle priorità per lo sviluppo dell’Università nel suo complesso e la verifica della loro attuazione
• delibera in materia di ricerca, didattica, organico. stabilisce i criteri cui il CdA deve attenersi nello svolgimento delle proprie prerogative, e ne giudica i risultati.
• è composto da 42 membri: il Rettore, i 13 Presidi di Facoltà, 16 rappresentanti d’area scientifico-disciplinare, 4 tecnici-amministrativi, 8 rappresentanti degli studenti.
•formulerà «proposte e pareri» sulla ricerca e sulla didattica.•approverà i regolamenti didattici solo dopo aver ricevuto parere positivo del Consiglio d’Amministrazione.•avrà funzioni di coordinamento tra i Dipartimenti (le strutture in cui ora si fa ricerca, che con la riforma si occuperanno anche di didattica).•la politica dell’Ateneo è demandata al CdA• sarà composto da non più di 35 membri eletti, compreso il Rettore e una rappresentanza di studenti (secondo leggi in vigore, dovrebbero essere quattro).
il SenatoOGGI IN FUTURO
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composizione del CdA• 15 componenti:• il Rettore, il
Direttore Amministrativo, tre studenti eletti, un rappresentante del Governo e uno della Regione, altri otto membri eletti dal Senato Accademico con adeguate competenze gestionali.
•new! al più 11 componenti compreso il Rettore e una rappresentanza elettiva degli studenti;
• gli altri sono designati o scelti (con modalità determinate dallo statuto del singolo ateneo);
• almeno 3 esterni all'ateneo;• tutti i componenti -tranne lo
studente- dovranno possedere «competenze in campo gestionale o un’esperienza professionale di alto livello».
• le modalità della loro designazione restano a discrezione dello Statuto. Le elezioni non sono menzionate.
OGGI IN FUTURO
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funzioni del CdA
• si occupa della gestione economica e del personale tecnico-amministrativo, «in attuazione degli indirizzi programmatici del Senato Accademico».
• il CdA mantiene tutte le attuali competenze sulle questioni finanziarie.acquisirà il potere di gestione e programmazione su tutto il personale, docenti e ricercatori inclusi. avrà il potere di decidere l’attivazione o la soppressione dei Corsi di Laurea e delle Sedi.ma soprattutto: deciderà l’indirizzo strategico dell’Ateneo.
OGGI IN FUTURO
il contesto in cui si colloca il DDL (la riforma)
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If we want an innovation economy, then we have to invest in our future innovators by doubling funding of basic research over the next five years, training one hundred thousand more engineers and scientists. [...]
We can afford to do what needs to be done. What's missing is not money, but a national sense of urgency.
Barack Obama, The Audacity of Hope, 2008.
[...] Tale disposizione non comporta oneri aggiuntivi in quanto la commissione dovrà operare senza l’attribuzione di alcun compenso ...
[...] Tali incentivi non comportano maggiori oneri per la finanza pubblica...
[...] Il Governo è delegato ad adottare, senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica...
Maria Stella Gelmini. DDL 1905/2009
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l'arretratezza del paese rispetto al finanziamento per la DIDATTICA• il DDL non interviene nella direzione di colmare il divario che attualmente separa l’Italia dai Paesi membri dell’OCSE in termini –di spesa pro-capite per studente (Italia:
8.725 dollari; media OCSE: 12.236), e –di rapporto studenti/docente (Italia: 20;
media OCSE: 15).
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http://statistica.miur.it/Data/uic2008/Le_Risorse.pdf
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• per quanto riguarda il finanziamento della ricerca, al generale aumento di investimenti per ricerca e sviluppo nell’area OCSE di questi ultimi anni, fa riscontro addirittura la diminuzione nel nostro Paese sotto l'uno per cento del PIL.
(Education at a Glance 2009: OECD Indicators, http://www.oecd.org/edu/eag2009 )
l'arretratezza del paese rispetto al finanziamento alla RICERCA
Fonte: OECD (2009), Education at a Glance 2009 (p.265)
i tagli della legge 133/2008 e
loro impatto sul diritto allo studio
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i tagli all'FFO della legge 133/2008• a cosa serve il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)?–didattica, servizi agli studenti–stipendi del personale–ordinaria manutenzione delle strutture universitarie (riscaldamento, pulizia, sorveglianza, etc.)
–ricerca scientifica (ad eccezione della quota destinata ai progetti di ricerca di interesse nazionale...)
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la legge 133/2008• l'entità dei tagli all'FFO:
–63.5 milioni di euro (in meno!) per l’anno 2009
–90 milioni di euro per l’anno 2010–316 milioni di euro per l’anno 2011–417 milioni di euro per l’anno 2012–455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013.
LEGGE 6 agosto 2008, n. 133, Art. 66 comma 13,http://www.camera.it/parlam/leggi/08133L.htm
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e dopo la finanziaria 2010...
• l'entità dell'FFO:–7.380 Meuro per l’anno 2008–7.490 Meuro per l’anno 2009–7.210 Meuro per l’anno 2010–6.130 Meuro per l’anno 2011–6.450 Meuro per l’anno 2012
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gli effetti dei tagli e il DDL• sugli Atenei.• l'effetto dei tagli della legge 133/2008 è l'impoverimento -in alcuni casi indebitamento- degli atenei.
• i tagli al FFO possono portare gli atenei a barattare la propria autonomia concedendo posti nel Consiglio d’Amministrazione, unico centro decisionale, ai finanziatori esterni.
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• sugli studenti.• Il problema del sottofinanziamento dell’Università, cronico e in progressivo peggioramento a partire dalla L. 133/08, non è nemmeno menzionato nel DDL.
• Il diritto allo studio risulterà in tal modo negato in un’Università governata da interessi privati, finanziata principalmente dalle rette studentesche e non più dallo Stato.
gli effetti dei tagli e il DDL
il diritto allo studio
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diritto allo studio• non può che aggravarsi la pericolosa tendenza per cui in periodi di crisi gli studenti di estrazione meno agiata cessano di immatricolarsi o abbandonano l'Università.
• il diritto allo studio risentirà anche del generale abbassamento del livello di didattica e ricerca, conseguente alla complessiva contrazione delle risorse -non solo economiche- circolanti nel sistema.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scuola/grubrica.asp?ID_blog=60&ID_articolo=1279&ID_sezione=255&sezione=
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il Fondo per il merito• È istituito un fondo che, usando prove nazionali standard e criteri nazionali standard, dovrà:–erogare premi di studio, –fornire buoni studio (che prevedano una quota, determinata in relazione ai risultati accademici conseguiti, da restituire a partire dal termine degli studi, secondo tempi parametrati al reddito percepito), e
–garantire finanziamenti erogati per le finalità di cui al presente comma.
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come sarà finanziato?• «Il Fondo speciale è alimentato con versamenti effettuati a titolo spontaneo e solidale effettuato da privati, società, enti e fondazioni, anche vincolati, nel rispetto delle finalità del fondo, a specifici usi, nonché con eventuali trasferimenti pubblici (solo per erogare i premi di studio) previsti da specifiche disposizioni».
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gli effetti per gli studenti
• aumento delle tasse universitarie;• riduzione dei servizi agli studenti;• riduzione della qualità dell’offerta didattica;
• riduzione drastica del personale universitario;
reclutamento
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quanti sono i precari
http://statistica.miur.it/Data/uic2008/Le_Risorse.pdf
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l'espulsione dei giovani• il problema del reclutamento è eluso nella
sostanza, e aggravato dalla mancanza di fondi. • la figura del ricercatore a tempo determinato
tratteggiata nel DDL non potrà che dissuadere i giovani più motivati e brillanti dall’intraprendere le professioni accademiche. –dopo la laurea, chi affronterebbe 3/4 anni di dottorato e altri 6 di precariato sapendo in anticipo che al termine dei 10 anni molto probabilmente non ci saranno sbocchi accademici neppure per i più meritevoli?
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• a partire dall’entrata in vigore della nuova legge non sarà più possibile bandire nuovi posti per ricercatore a tempo indeterminato. –si potranno bandire solo posti a tempo determinato, con contratti di tre anni, rinnovabili una volta soltanto.
• new! al momento del bando del secondo contratto, l’ateneo deve assicurare la disponibilità delle risorse finanziarie per l’inquadramento come associato alla scadenza del contratto
il ricercatore a Tempo Determinato
la protesta
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la forma della protesta• attenersi ai minimi di legge.
–per i ricercatori, che fino a oggi hanno tenuto una parte consistente dei corsi nelle università italiane, questo comporterà l’astensione dall’insegnamento, lasciando scoperti vari corsi.
–per i professori associati e ordinari, spesso impegnati per un numero di ore più alto di quello stabilito per legge, attenersi ai minimi comporterà un’ulteriore riduzione della copertura dei corsi.
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i dati della mobilitazione a TorinoFACOLTÀ totale
ricercatoriindisponibilità consegnate
AGRARIA 55 0ECONOMIA 65 23FARMACIA 37 3
GIURISPRUDENZA 41 0LETTERE E FILOSOFIA 88 71
LINGUE E LETTERATURE
STRANIERE43 17
MEDICINA E CHIRURGIA 182 0MEDICINA
VETERINARIA 50 38PSICOLOGIA 38 36
SCIENZE DELLA FORMAZIONE 48 42
SCIENZE M.F.N. 192 139SCIENZE POLITICHE 63 19
il 55% dei ricercatori si sono dichiarati indisponibili alla didattica.
sono coinvolte 9 facoltà su 12.dati aggiornati
al 16-09-2010
la RETE 29 APRILEhttp://www.rete29aprile.it/
i 31 Atenei presenti all’assemblea nazionale dei ricercatori di Milano il 29 aprile 2010
BARI MILANO BICOCCA ROMA LA SAPIENZABERGAMO MILANO POLITECNICO ROMA TORVERGATABOLOGNA MILANO STATALE SALENTOCAGLIARI MODENA-REGGIO SALERNOdella CALABRIA NAPOLI SECONDA UNIV TORINOFIRENZE NAPOLI FEDERICO II TORINO POLITECNICOGENOVA PADOVA TRENTOINSUBRIA PARMA TRIESTEMARCHE PAVIA TUSCIAMESSINA PISA VENEZIA CA FOSCARIVERONA
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a livello nazionale
dati aggiornati al 16 settembre-2010
• dal sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) complessivamente risulta che in Italia sono presenti 66 Atenei, corrispondenti a 533 Facoltà, in cui lavorano 24055 ricercatori.
• 46 atenei in tutto il Paese sono mobilitati; all'interno di questi atenei, in totale sono mobilitate 328 Facoltà.
• abbiamo raccolto dati relativi a 17900 ricercatori, di cui 10343 ricercatori, pari al 57.78% si sono dichiarati indisponibili alla didattica.
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riferimenti utili
• il testo del DDL approvato dal Senato, http://www.camera.it/126?Pdl=3687
• dati dell'Ufficio Statistica del MIUR, http://statistica.miur.it/
• indicatori economici dell'OCSE per il 2010, http://www.oecd.org
• UNIDOC, http://wpage.unina.it/apezzell/
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