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L ’Ora di Giurisprudenza Roma Tre Numero 2 Anno III Novembre 2012 come non lo avete mai visto a pag. 4 Vento di cambiamento Cosa sta mutando nel quadro politico nazionale pag. 4 The best is yet to come Confronto tra il contesto americano e il nostro pag. 8 Riforma forense Sempre più duro l’esame per l’avvocatura pag. 15 yieldroma3.blogspot.com L’
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L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

Mar 23, 2016

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Il periodico di facoltà di RDS Giurisprudenza
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Page 1: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

L’Ora di Giurisprudenza’’ ’’’ ’ ’’

’Roma TreNumero 2 Anno III

Novembre 2012

come non lo avete mai vistoa pag. 4

Vento di cambiamento Cosa sta mutando nel

quadro politico nazionalepag. 4

The best is yet to comeConfronto tra il contesto

americano e il nostropag. 8

Riforma forenseSempre più duro

l’esame per l’avvocatura pag. 15

yieldroma3.blogspot.com

L’

Page 2: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

2EDITORIALE

Viva l’Italia!DI GIUSEPPE ROBERTO FALLA

Forse alcuni si domanderanno perchè

la recensione di un film come primo

articolo e non come ultimo. Il punto

è che mai era accaduto che la recensione di

un film risultasse essere la recensione della

nostra società. Dentro c’è proprio tutto; rac-

comandazioni per apparire in TV in cambio di

prestazioni sessuali, l’incompetenza insignita

del ruolo dirigenziale perchè si è “figli di”, il

profitto di pochi a spese dei diritti dei più

deboli, i servilismo nei confronti dei potenti,

l’ipocrisia di chi addita il diverso sbandie-

rando valori che per primo calpesta dietro le

quinte e l’arroganza degli intoccabili. Ancora

una volta la realtà (surreale) diviene comi-

cità drammatica. Quasi (ahimè) viene da dire

“dove sta la novità?”, tuttavia il mio mumble

mumble è scaturito in un interessante quesito

che voglio girare a voi: noi giovani che stiamo

facendo per cambiare le cose? Del film di

Massimiliano Bruno la cosa che a me ha col-

pito di più è che dei tre figli del (dis)Onorevole

protagonista, solo uno sembrava essere

immune dal morbo delle raccomandazioni.

La verità è che sono poche le persone che

saprebbero rinunciare alla possibilità di otte-

nere qualcosa anche se non spetta loro, poche

quelle che hanno l’area del cervello adibita al

senso di onestà più sviluppata di quella adi-

bita al senso dell’ingiusto profitto. Le varie

forme di sottocultura si sconfiggono solo

tramite iniezioni di cultura (in questo caso

cultura della legalità e dell’onestà), destinato

a risolvere il problema può essere solamente

il sistema scolastico: non basta dire che i gio-

vani sono il futuro, bisogna lavorare affinchè

rappresentino un futuro di qualità. La cultura

si esprime nella civiltà di un popolo, senza è

inutile sbandierare i valori della famiglia, del

lavoro ecc., non si riuscirà mai ad attuare poli-

tiche di qualità senza un educazione civile

di qualità. E noi che costituiremo il futuro di

questo paese (sempre che chi di dovere ce ne

lasci uno) non sembriamo essere tanto diversi

dai nostri padri; dov’è finita la rivoluzione

culturale tanto invocata che doveva segnare

il punto di rottura tra noi e chi ci precede? Se

c’è stata devo essermi distratto, chiedo venia.

Direttore responsabile:

Giuseppe Roberto Falla

Contatti

348.2448250

[email protected]

yieldroma3.blogspot.com

facebook.com/ora.giornale

Periodico di informazione e approfondimento a cura di Ricomincio dagli Studenti

L’Ora di Giurisprudenza’’ ’

’’ ’ ’’

’Roma Tre

Page 3: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

3APPROFONDIMENTO

Why so choosy?DI DAMIANO ZOTAJ

E’ ufficiale: la fase giovanile della vita

umana è una malattia. A dirlo è proprio

l’Organizzazione mondiale della sanità,

per voce di una commissione speciale di medici e

scienziati di primo ordine, ottenendo campioni che

sembrano confermarne la tesi.

Infatti, tra i danni collaterali dovuti al contatto pro-

lungato coi contagiati, oltre alla disoccupazione

endemica, si elencano svariati casi, da quelli più

lievi, in cui vi è un semplice eccesso di sebo, ai

casi più gravi, in cui gli infettati vengono presi

dalla voglia inspiegabile di girare l’Italia in cam-

per. Esemplare è il caso di Renzi. La notizia è stata

accolta con stupore da tutti e le reazioni sono state

contrastanti. Da una parte, con preoccupazione,

la società civile si è resa conto della necessità di

provvedere subito ad isolare la malattia nei modi

migliori mentre la gioventù, cercando disperata-

mente un pizzico di senilità in più, tenta con poco

successo di camuffarsi tramite l’abbigliamento

vintage e i baffi. Ebbene sì, ecco lo schiaffo morale

ai maligni che parlano di mobilità sociale, sussidi

per la ricerca, investimenti e mercato del lavoro sti-

molante. Al contrario, molte personalità di spicco

si sono, da anni, interessate al problema giovanile,

cercando di rassicurare i giovani sulla loro condi-

zione. La loro comprensione e compassione per la

tanto afflitta prole è un imperativo morale, pur non

risparmiando però consigli a volte duri e diretti. Il

ministro delle finanze Padoa Schioppa, per primo

e col senso del dovere istituzionale, ha voluto

ribadire la sua posizione verso questi sfortunati;

“bamboccioni” li ha apostrofati. Eppure, a giudi-

care dalla situazione attuale, i giovani non hanno

afferrato il concetto. Ovviamente ciò che il mini-

stro voleva ricordare è la necessità di isolare questi

moderni lebbrosi, togliendoli dalle loro abitazioni a

scopo igienico e sanitario, con lo scopo di trasferirli

in strutture di quarantena più adeguate alla loro

condizione dette anche “call centers”. Eppure toc-

cherà proprio ai tecnici, abituati ormai a rimanere

composti al lancio dei pomodori, affrontarne l’an-

nosa questione. Il presidente del consiglio Mario

Monti, rispolverando la sua incertezza liceale e lo

spirito giovanile, come un moderno James Dean

di 69 anni e incurante del futuro afferma: “il posto

fisso è monotono”. Sguardo fisso e ribelle. Eppure,

come al solito, le malelingue parlano di mutui

non concessi e di precariato. Al coro, infine, non

poteva non aggiungersi il ministro del lavoro, Elsa

Fornero, che non ha risparmiato lacrime amare al

momento del suo insediamento come ministro.

Lacrime consapevoli delle potenzialità del morbo

e dell’assenza di una cura accertata. Lacrime di

pietà. Cercando di indirizzare gli indecisi, con senso

materno, afferma: “non siate troppo choosy”. La

reazione è stata di dubbio e sconforto. Non a causa

dell’attitudine notoriamente vivace e polemica

dei ragazzi, ma in totale buona fede. I più, infatti,

restano atterriti a causa dell’inconciliabilità del

loro essere monotoni e “choosy” allo stesso tempo,

appellandosi al principio di non contraddizione. La

questione rimane tutt’ora irrisolta.

Page 4: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

4

ERASMUS

«Andate e moltiplicatevi». Ovvero, fate sesso.Ecco come vi convinceremo a partire, senza retorica né intellettualismo.DI VALERIO NATALE

Volendo avremmo potuto scrivere un

interessante editoriale sul progetto Erasmus

quale strumento di integrazione nell’Europa

multiculturale post-primavera araba. Ma il

direttorissimo di questo giornale lo avrebbe

etichettato come “il solito pippone” da

intellettuale. In tre parole: mandatelo al

macero.

Bisognava reinventarsi. Trovare lo stimolo

giusto. Scrivere qualcosa che fosse

significativo e allo stesso tempo accattivante.

Pacato e trasgressivo. Insomma, una missione

impossibile.

Poi dalla mia collezione di pezzi del

giornalismo italiano è venuto fuori un

articolo uscito su La Stampa qualche mese

fa. Un pezzo a cui sono particolarmente

legato per due motivi: il primo è che uscì

una manciata di giorni prima della mia

partenza erasmus, il secondo che conteneva

un virgolettato rivoluzionario. «Andate e

moltiplicatevi. Il progetto Erasmus ha non

solo valore intellettuale, ma anche sessuale».

Non l’ha pronunciata Cicciolina, troppo

intelligente (la frase), e neanche Berlusconi,

troppo europeista (sempre la frase). L’ha detta

Umberto Eco: «Mi è capitato di conoscere

La tipica esperienza di studio Erasmus

Page 5: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

5molti studenti e studentesse che, dopo un

certo periodo trascorso all’estero, si sono

sposati con una studentessa o uno studente

locale. Se la tendenza s’intensifica, visto che

poi nascerebbero figli bilingui, in una trentina

d’anni potremmo avere una classe dirigente

europea almeno bilingue».

E a proposito di lingue e linguaggio

scoprirete tante cose curiose. Rimanendo

in tema di sozzerie gli inglesi hanno una

espressione (walk of shame, camminata della

vergogna) per descrivere la ragazza che la

mattina dopo lascia il nido d’amore e se ne

torna a casa, ancora in tacchi e con la coda

tra le gambe. Viceversa the walk of proud più

che la camminata è la marcia dell’orgoglio

maschile che la mattina dopo mette i

manifesti e rivendica una la medaglia al valor

civile per alte prestazioni alla res pubica.

Attenti poi a chiedere in prestito una gomma

da cancellare, se è vero che in UK si dice

rubber in alcuni stati americani fa da sinonimo

a preservativo (e quello non si presta).

Rimanendo oltreoceano è curioso

l’apprezzamento che negli States danno alla

FIAT: Fix It Again, Tony! (aggiustala ancora,

Tony!). Evidentemente non sono poi così

Marchionniani.

Il top del top sull’Italia arriva parlando con

qualche tedesco. Non solo non capirà mai il

senso di un condono edilizio, ma proprio non

ha una parola corrispondente per tradurlo.

Sarà anche questa una missione impossibile,

un cane che si morde la coda. Del resto sono

convinti (e forse è vero?) che a Napoli ci

sono rats that eat cats. Se vi siete persi nello

scioglilingua sarebbero ratti che mangiano

gatti. Indagheremo.

L’esigenza di mantenere l’articolo sui toni alti

mi impone a farvi una confessione: non ho

trovato un tedesco capace di pronunciare la

parola bambino. È più forte di loro, gli esce

sempre pompino. Ma attenzione, l’imbarazzo

arriva dopo, quando devi spiegargli perché ridi

(sono un po’ permalosi).

Sugli irlandesi mi rimane un dubbio

anatomico: non ho ancora capito se per loro è

più grande il fegato o il cuore. Vi assicuro che

conserverebbero quell’aria paciona e bonaria

da guance rosse pur bevendo l’acqua raggia.

Per le irlandesi invece non c’è dubbio, vince

sempre il sedere: più culone della Merkel

(questa sì è di Berlusconi) oltre a vestire

troppo kitsch. Del resto recuperano altrove,

almeno rispetto alle spagnole note per essere

contro la deforestazione (cercate di capire).

Se per tutte queste perle vi basteranno sei

mesi, allora il mondo deve essere proprio

piccolo. Ma neanche tanto. Quest’estate

due maltesi in giapppone si spacciavano

per italiani: “e vagliela a spiegare tu Malta a

questi qua!”. Effettivamente...

Infine, cercate sul tubo la clip Erasmus dei

The Pills: una coppia appresta a dividersi per

un inaspettato Erasmus e....scopritelo da soli.

“That’s hilarious!”, direbbero gli anglofoni.

Che a essere pignoli dovremmo tradurre con

ilare, che però in Italia usa più soltanto Nichi

Vendola. Traducetelo pure con esilarante e

poi partite in Erasmus.

Se non altro, almeno, vi evitate l’ennesimo

pippone.

Page 6: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

6ATTUALITA’

Vento di cambiamento

DI DONATO BOCHICCHIO

Le tanto attese elezioni siciliane hanno

visto vittorioso Rosario Crocetta, ex

comunista, omosessuale dichiarato,

ex sindaco di Gela, in prima linea nella lotta

alla mafia, il primo partito è stato il movi-

mento 5 stelle, ma il dato che più ha colpito

è stato l’astensionismo, un siciliano su due

non si è recato alle urne. Ora, all’indomani

delle elezioni ovviamente tutti hanno giu-

stificato, quello che io ritengo sia, e me ne

assumo tutte le responsabilità, mancanza di

senso civico in senso lato (senso della cosa

pubblica, educazione civica), con la cattiva

amministrazione dei governi dell’ultimo

decennio. Non sono siciliano e non cono-

sco l’operato degli ultimi governi regionali,

dunque non entro nel merito, anche per-

ché quei governi i siciliani li hanno votati

loro, sembra che ci siamo dimenticati che

in democrazia sono i cittadini a decidere chi

governa. A differenza di quello che si dice

credo che nel nostro paese, più che un pro-

blema classe di dirigente, vi sia un problema

di una parte dell’elettorato attivo che vede

la politica come uno strumento per risolvere

i propri problemi (chiedendo posti di lavoro

e favori di ogni genere, le imprese di essere

agevolate nelle gare d’appalto e di ricevere

commesse da parte delle pubbliche ammi-

nistrazioni ecc…); P. Borsellino giustamente

disse in una delle sue ultime apparizioni che

per sconfiggere la “mafia” bisogna avere il

coraggio di rinunziare alle raccomandazioni,

Page 7: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

7posti di lavoro e favori di ogni genere; la

mala politica trova la sua base proprio nella

mancanza di senso della cosa pubblica, nella

mancanza di senso civico, negli egoismi e

particolarismi dei cittadini; penso che solo

un cambiamento di tipo “culturale” che

presuppone uno sforzo soprattutto nei luo-

ghi della formazione possa dare vita ad un

elettorato più consapevole e di conseguenza

ad una democrazia migliore, mettendo da

parte il qualunquismo degli ultimi anni.

Solo se la cultura ritornerà ad essere il ful-

cro della nostra società potremo ricostruire

un paese migliore. In conclusione ritengo

che comunque qualche cambiamento si stia

intravedendo, lo testimonia l’elezione di De

Magistris a Napoli e dello stesso Crocetta

in Sicilia. Uomini del sud che dimostrano

di avere un forte senso della cosa pubblica

e di giustizia e che soprattutto manifestano

una sincera volontà di cambiare il modo di

fare politica. Inoltre, se i cittadini hanno dato

loro fiducia, allora c’è da sperare bene per il

futuro, tuttavia un cambiamento radicale

avverrà solo se i cittadini dimostreranno di

volerlo anteponendo agli interessi del sin-

golo il bene della collettività. La democrazia,

quella vera, in Italia è un punto d’arrivo,

un qualcosa che, ahimè, dobbiamo ancora

conquistare.

“La Bussola: 3 cose su Roma3” Anche questo mese la nostra rubrica vuole porre l’attenzione su alcune iniziative del nostro Ateneo e della nostra Facoltà:

Teatro Palladium →

gli studenti di Roma Tre hanno diritto a riduzioni su tutta la pro-grammazione e per le varie rassegne organizzate nel corso dell’anno. Il teatro si trova in piazza Bartolomeo Romano, 8 (zona Garbatella).

a cura di Marta Cerrito

Page 8: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

8DIRITTI CIVILI

BrioGayDI RICCARDO PETRICCA

C’è una sottile differenza tra coloro che

accettano ciò che è parte della libertà

di ogni uomo, nel rispetto di quella

altrui, e coloro che la respingono per difendere la

propria terrificante situazione di arretratezza.

Ma qual’è davvero la differenza tra un uomo

bianco ed un uomo nero, qual’è la differenza tra

uomo e donna e, qual’è la differenza tra acqua

liscia e gassata?

Qualcuno ancora sostiene che sia questione di

gusti, ma se nessuno è discriminato perché ha

fermamente preferito la deliziosa freschezza

dell’acqua che sgorga dal rubinetto della cucina,

mi chiedo perché dovrebbe esserlo qualcuno che

ama una persona del medesimo sesso. Chiedo

scusa a chi ha scelto quella gassata, se non sono

in grado di dare una definizione altrettanto valida

di quest’ultima, ma è semplicemente perché ho

deciso di non berla.

E se nel Mondo moderno funziona così, in Italia

la cosa è un po’ diversa: c’è chi tenta di sgasare

una bottiglia di perrier, chi sostiene fermamente

che la ferrarelle non sia frizzante, chi dice che non

ci siano differenze e chi fa lo sciopero della sete.

Lo stesso è per l’omosessualità: ci sono coloro che

si sono innamorati, ci sono coloro che rispettano il

loro amore come qualsiasi altro, chi fa finta di non

vedere, un grande ed eterno gruppo che non si

esprime; e poi c’è chi sostiene di avere paura, ter-

rore, e di provare ribrezzo davanti ad una coppia

gay, e si definisce omofobo.

Ma come si possa essere

impauriti davanti ad una

dimostrazione di un

dolce sentimento non

è ancora dato saperlo,

l’unica dichiarazione

tangibile è stata quella

del capitano della roma:

lui rispetta l’omofobia.

Ecco, abbiamo inven-

tato anche una parola

per chi ha paura

dell’amore puro e

sinceramente omo-

sessuale, di chi dietro

un matrimonio noioso

si ritrova sistematica-

mente in automobile

con un transessuale e

che per il terrore di essere

scoperto respinge a qualsiasi costo i suoi desideri

in pubblico.

Con grande probabilità i suoi figli sono proprio

coloro che verranno istruiti ed aizzati contro chi

cammina per strada mano nella mano.

Animalisti non perseguitemi se dico che abbiamo

maggior rispetto per i cani che per i gay; ho visto

famiglie che apparecchiano a tavola per il proprio

animale domestico, e ne ho viste altre che hanno

scomunicato i figli per essersi dichiarati gay.

Dichiarati, perché va pure detto se si è gay o no,

altrimenti non si può essere messi al rogo.

Page 9: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

9ATTUALITA’

«Io non mi sento italiano, ma per

fortuna o purtroppo...»

...ce lo ricorda il ParlamentoDI MARTA CERRITO

Lo scorso 8 Novembre il Senato ha dato il definitivo

placet all’entrata in vigore di una nuova legge che

dal prossimo anno istituirà il 17 Marzo festa della

Costituzione, dell’Unità d’Italia e dell’Inno Nazionale.

Il d.d.l. n.3366 iniziativa parlamentare, presentato lo

scorso Giugno dall’on. Frassinetti (PDL), prevede che, a

partire dall’a.s. 2012/2013, nelle scuole di ogni ordine

e grado vengano organizzati percorsi formativi, iniziative

ed incontri celebrativi per coinvolgere gli studenti nel

recupero e nel rinnovamento di quelle che sono state (e

sono) le radici italiane frutto dell’esperienza risorgimen-

tale. Nell’ambito di questo progetto sono state introdotte

due sostanziali novità: innanzitutto tra le iniziative scola-

stiche primeggia l’insegnamento dell’Inno di Mameli

ed inoltre l’istituzione del 17 Marzo come festa della

Costituzione, dell’Unità d’Italia e della bandiera (festa

senza effetti civili ovviamente!).

La votazione plebiscitaria (208 favorevoli, 14 contrari

e 2 astenuti) ha sugellato questo nuovo passo demo-

cratico-istituzionale-riformista tutto italiano, ma....aveva

ragione Giorgio Gaber quando cantava”...sarà che gli

italiani per lunga tradizione, son troppo appassionati

di ogni discussione...” e giustamente anche in questa

circostanza ci siam fatti valere. La polemica che ha carat-

terizzato la discussione parlamentare e ,soprattutto nel

post-votazione, quella extra parlamentare è decisa-

mente degna di nota. Protagonisti assoluti questa volta gli

esponenti di Lega Nord a cominciare dall’on. Bitonci che

ha parlato al riguardo di una nuova “educazione di Stato”

di chiaro stampo sovietico; a seguire l’onorevole Castelli

che, dopo aver reso pubblico il suo non essersi mai” sin

da bambino sentito italiano”, ha affondato il coltello par-

lando di “lavaggio del cervello”cui saranno sottoposti

gli studenti nelle scuole a seguito di questa novità legi-

slativa. La ciliegina sulla torta è stata però regalata dall’ex

ministro degli Interni Maroni che ha posto la questione

su un piano puramente “artistico” specificando che da

parte sua l’inno potrà essere cantato “(...) purchè non sia

stonato”.La polemica si è ovviamente accesa subito a

partire dal web fino ad arrivare al più piccolo “bar dello

sport” perché come ci ricorda l’art. 21 della Costituzione

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio

pensiero con la parola...” e noi italiani ci teniamo a rispet-

tare la Carta Costituzionale. Le critiche principali puntano

il dito sul fatto che l’Italia trovandosi in una situazione cri-

tica tanto internamente quanto a livello internazionale

dovrebbe spendere tutte le proprie energie per risolvere

tali problemi e non cantare “Fratelli d’Italia” nelle scuole.

Eppure questa riforma rappresenta un rarissimo (di

questi tempi) caso di riforma a costo zero, tanto umano

quanto di denaro, e varrebbe la pena sfruttarla nel

migliore dei modi dando il giusto valore (finalmente) al

compito importante della scuola di formazione non solo

didattica ma anche (rectius. soprattutto) civica. Conoscere

la storia, di qualunque storia si tratti, e studiarla con senso

critico non è mai sbagliato semmai errato e pericoloso è

stravolgerla a proprio uso e consumo e qui il confine, lo

sappiamo, è davvero molto sottile.

Page 10: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

10ATTUALITA’

The best is yet to come

DI LUDOVICO TUONI

Due facce di due diverse medaglie

Sei. Sono sei i miliardi spesi per

finanziare, da ambo le parti, le cam-

pagne elettorali di Mitt Romney e Barack

Obama nella ricerca dei consensi per con-

quistare la poltrona più ambita del mondo.

Sicuramente non per lo stipendio, visto che

un alto dirigente italiano guadagna molto

più del Presidente degli Stati Uniti, piuttosto

per l’importanza politico-economica che ha

sul panorama mondiale.

Inutile insistere con la demagogia nel dire

che sei miliardi sono una follia per queste

elezioni, è evidente che lo sia. Ma non scan-

dalizza granchè quando pensi che in fin dei

conti sono stati finanziati da privati. L’unica

domanda che sorge spontanea è se poi tutti

quei soldi non possano minare la libertà di

decisione politica di chi dovrà poi gestire la

Cosa Pubblica.

Se quel principio di rappresentare una

Nazione e non il proprio elettorato, o finan-

ziatore che sia, rimanga illeso.

Va bene, sei miliardi sono uno scandalo ma,

se ci guardiamo in casa, i panni sono molto

più sporchi. Non voglio fare nomi (Lusi,

Maruccio,Belsito…) ma sapere che i soldi che

vengono spesi sono i nostri e vengono per di

più utilizzati per giocare al videopoker o per

comprare una laurea in qualche improbabile

paese slavo...

Almeno in America con sei miliardi hanno

invitato a cantare fra un discorso e l’altro

Page 11: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

11Bruce Springsteen, decisamente meglio

come investimento.

Lasciamo stare i soldi per un momento e

guardiamo con occhio analitico il fenomeno

sociale che queste elezioni americane hanno

dimostrato. Abbiamo visto piazze gremite

di famiglie in festa quando Obama veniva

rieletto. Una intera nazione appassionarsi,

disperarsi e alla fine gioire per il risultato di

una elezione politica.

Nell’intervistare gli americani andati a

votare, sovente potevi notare uno sguardo

convinto, di chi spera veramente che la sua

partecipazione possa influenzare le sorti del

proprio paese. Hanno votato per il migliore,

secondo il loro punto di vista.

Adesso però voglio farvi una domanda,

quante volte quando vi hanno chiesto “Per

chi voterai?” e avete risposto “ Eh...per il

meno peggio” ?

Fra quanti anni vedremo un paese sventolare

la bandiera Italiana e non quella di partito,

piena di slogan o di stemmi inverosimili,

per le strade? Quanto ancora i giovani e le

famiglie dovranno aspettare prima di poter

tornare a credere nella Politica intesa come

“Arte di governare uno Stato”?

Sarà che l’arte ormai è stata abbandonata.

Cosi come anche l’istruzione, la ricerca, la

giustizia, la sicurezza e tutto ciò che non

può vantare di avere come fine ultimo... Un

ottimo tasso di interesse.

E perché questa discrepanza fra la nostra

Italia e l’America di Obama 2012? Perché

noi siamo un paese in costante trauma. In

perenne attesa di riprenderci da uno scan-

dalo, da una legislatura che finisce sui

giornali e nei tribunali, da un terremoto o

da un‘alluvione. No, sarebbe consolatorio

crederci ma non è così. Il popolo Americano

ha superato la guerra fredda, la guerra del

Vietnam, lo scandalo Clinton, il governo

Bush, gli uragani, l’11 settembre e la Lehman

Brothers. Hanno un tasso di disoccupazione

preoccupante anche loro e in più hanno una

legislazione che tutela ancor meno i lavora-

tori… Allora perché loro riescono a sognare

e noi no? Forse è una questione genetica.

Noi siamo più lenti, abbiamo bisogno di

tempo per rimarginare le ferite. Se non

altro abbiamo in comune la speranza. Loro

che Obama possa portare a termine tutte le

promesse avanzate nel precedente mandato.

Noi che le ferite diventino cicatrici.

Coro Polifonico “Roma Tre” →

dal 1999 la nostra Università ha un coro ufficiale composto da studenti e non solo con la passione per la musica. Per maggiori informazioni sull’attività artistica e sulle selezioni consultare il sito http://host.uni-roma3.it/associazioni/coro_romatre/index.php oppure contattare il diret-tore del coro M° Isabella Ambrosini e-mail: [email protected].

a cura di Marta Cerrito

Page 12: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

12TERRITORIO

Scuola popolare di musica di Testaccio

DI MARTA GRAZIOSI

Testaccio è un quartiere tradizionale ,

un tempo artigiano ed operaio, cono-

sciuto, per il suo Monte, detto dei

Cocci, per lo storico campo della Roma, per

il suo mercato rionale e per il suo Mattatoio,

fino agli anni 60 sede del macello comunale

della città, oggi popolato di locali trend, che

hanno preso il posto di magazzini, officine o.

delle grotte in cui trovavano ricovero i cavalli

delle “botticelle” romane.

Agli inizi degli anni ’70 il rarefarsi delle atti-

vità produttive e, soprattutto,il trasferimento

del Mattatoio hanno posto il problema

e l’opportunità del riuso dei suoi “beni

comuni”, alcuni di vera e propria archeologia

industriale, in cui la fantasia e la creatività

di artisti hanno cercato di localizzare spazi

culturali e di aggregazione sociale.

In questo contesto e nell’atmosfera effer-

vescente degli anni ’70 nasce nel 1975 la

Scuola Popolare di Musica di Testaccio, su

iniziativa di Bruno Tommaso e di un gruppo

di brillanti musicisti, tra cui quella oggi cer-

tamente conosciuta anche al vasto pubblico

è Giovanna Marini.

La SPMT , concepita come una rimodula-

zione del sistema didattico musicale italiano

e come intervento politico e culturale di

quartiere, si propone di promuovere l’avvici-

namento alla musica attraverso lo studio di

uno strumento e, con esso, la partecipazione

alla musica d’insieme.

Page 13: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

13Le sue attività partono anche grazie all’o-

spitalità di un’altra struttura culturale di

avanguardia, il Teatro Circo Spazio Zero,

anch’essa localizzata ai piedi del Monte

Testaccio,nella quale si tengono spettacoli

di sostegno e supporto ad opera di musicisti,

attori, insegnanti e volenterosi collaboratori:

Viene così trovata una sede idonea, ristrut-

turando un edificio già adibito a magazzini

e depositi ai piedi del Monte ed iniziano i

primi corsi collettivi di strumento.

Inizialmente viene data la precedenza nell’i-

scrizione agli abitanti del quartiere.

Vengono costituite un’orchestra ed una

banda, ma l’affluenza tra insegnanti e allievi

è cosi alta che, ancora prima dell’inizio

dell’anno, la scuola si vede costretta a fissare

un numero limitato di iscritti.

Nel 1983 Giovanna Marini regala alla SPMT

popolarità europea portando in tournee l’o-

pera “ Il regalo dell’imperatore”.

Nello stesso anno nasce la biblioteca, la

quale, oltre a conservare manoscritti ed ine-

diti del XVIII e XIX secolo, offre una vasta

scelta di materiale musicale: manuali di

teoria, arrangiamento, improvvisazione, par-

titure, saggi ed uno spazio dedicato al jazz ed

alla musica popolare.

Oggi la Scuola offre sia lezioni individuali

che laboratori, suddivisi in diverse fasce a

seconda di età e capacità..

I suoi corsi e laboratori abbracciano i generi

più svariati : cori, corsi di introduzione all’ap-

prendimento del linguaggio musicale o di

strutture e brani con utilizzo di strumenti

a barre ( xilofono, piastre), laboratori di

percussioni e di composizione. Si spazia da

orchestre jazz, alla musica brasiliana, dalla

musica popolare e del mediterraneo agli inni

di lotta, dalla musica classica, ai tamburi afri-

cani, alla musica irlandese.Ci sono lezioni di

chitarra, flauto traverso, clarinetto, fisarmo-

nica, organetto, oboe, sassofono, trombone,

basso e batteria e chi più ne ha più ne metta!

Dare l’opportunità, a chiunque voglia avvi-

cinarsi al mondo della musica ed a qualsiasi

livello, è tuttora lo scopo principale della

Scuola.

E’ uno spazio dove si incontrano artisti,

si vive la musica nella sua stupefacente

complessità e grandezza, gustandone ed

assaporandone i vari generi nei piccoli detta-

gli, un luogo dove è facile mettersi in gioco,

imparare qualcosa di nuovo o perfezionarsi-

A giugno, poi,, con il tepore dell’estate, sulla

terrazza sotto il Monte Testaccio o nelle

sale da concerto ricavate nell’ex Mattatoio,

accanto al Macro, è tutto un succedersi di

eventi, i saggi di fine corso in cui i musicisti

offrono al pubblico i risultati del lavoro di

un anno. È aperta a progetti di promozione

musicali : concerti, convegni , mostre!

La musica è una parte di tutti noi .

Ascoltarla è piacevole, ma conoscerla e

saperla produrre è un valore aggiunto.

Page 14: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

14IL LIBRO

Ragazze, cappelli e Hitler di Trudi Kanter

DI LIVIA SICLARI

È il 1938 quando Walter e Trudi si innamorano.

È il 1938 della Germania che invade l’Austria e

la coinvolge nell’incubo nazista, e per due gio-

vani ebrei borghesi è solo l’inizio di un’avventura che

li porterà a fuggire attraverso l’Europa occupata per

sopravvivere. Attraverso gli occhi della protagonista

che, anni dopo la fine della guerra, raccoglie fram-

menti di memorie e vicende per ricostruire la sua

storia. Una storia d’amore, come recita il sottotitolo,

che coinvolse lei e il marito Walter proprio negli anni

in cui l’odio e la guerra sconvolsero il mondo. Diviso

in capitoli brevi, il libro sembra un diario di emozioni,

dove l’amara constatazione di una verità sempre più

crudele riesce a diventare poetica, mentre l’autrice

guarda al suo passato attraverso il velo degli anni.

“Era difficile essere coraggiosi di quei tempi” scrive,

ricordando gli sforzi

dei concittadini

e amici viennesi

per proteggere ed

aiutare lei e gli altri

ebrei. Quando poi

i protagonisti rag-

giungeranno la

“sicura” Inghilterra

saranno di nuovo

divisi, finchè Walter non riuscirà a provare di non

essere una spia nazista, ed inizierà a combattere a

fianco degli inglesi. A guerra finita, nel giorno della

vittoria, riflette “Sfuggire ai nostri persecutori è stato

come scalare e arrivare in cima a una montagna con

le mani sanguinanti. E adesso è finita”. Sedici anni

dopo Walter morirà, lasciando Trudi ai suoi cappelli

e ai suoi ricordi fino al 1992. Il libro prenderà vita

in questi anni, come ultimo dono alla memoria del

marito. Un libro toccante e commovente, mai mora-

lista, che riesce a intrattenere narrando una vicenda

piena di vita, umanità ed amore.

SCONTO DEL 10% sui libri di narrativa per i lettori de

l’Ora portando una copia del giornale

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Page 15: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

15RIFORMA FORENSE

Come te la cavi con lo spagnolo?DI GIULIA ROMANO

Il 31 Ottobre scorso la Camera ha approvato, a

stragrande maggioranza, il disegno di legge che

prevede una nuova disciplina dell’ordinamento

della professione forense, adesso rimbalzato nelle

mani del Senato.

Lo scopo principale di questa riforma sembrerebbe

quello di rendere più difficoltoso l’accesso alla pro-

fessione di avvocato per risolvere l’eccesso di questi

ultimi in Italia. Un voluto irrigidimento della “casta”

che ha suscitato non poche critiche. Cerchiamo di

capire cosa, in concreto, verrebbe modificato con

l’approvazione di questa riforma. Essa tende a modi-

ficare, principalmente, il rapporto fra l’avvocato e il

cliente e le modalità di accesso alla professione

forense. Per quanto riguarda il primo tema, viene

nuovamente vietato il patto di quota lite, il com-

penso deve essere frutto dell’accordo fra il cliente

e l’avvocato che avrà l’onere di mettere a corrente

il primo sulla complessità dell’incarico, fornendo-

gli, a richiesta, un preventivo; solo nel caso in cui

non si raggiunga un accordo, verranno in soccorso

i parametri del Ministero sulla determinazione

del compenso in questione. L’iscrizione alla Cassa

forense diviene obbligatoria, indipendentemente

dal reddito, e l’esercizio della professione dovrà

essere effettivo e continuativo come condizione

necessaria per la permanenza nell’albo. La riforma

apre gli Ordini forensi al pubblico, prevedendo un

apposito sportello di consulenza e orientamento

per il cittadino e, al fine di garantire il miglior ser-

vizio possibile, l’avvocato dovrà anche preoccuparsi

di aggiornare costantemente la propria formazione.

Viene data, inoltre, via libera alla pubblicità infor-

mativa su Internet, a patto che essa sia “trasparente,

veritiera, non suggestiva né comparativa” e alla

formazione di società di capitali, fra avvocati, senza

la presenza di un socio esterno a garanzia dell’auto-

nomia della prestazione professionale. Sono anche

istituiti i Consigli distrettuali di disciplina, compo-

sti da avvocati eletti secondo un regolamento del

Consiglio Nazionale Forense, con il rispetto della

rappresentanza di genere garantito dall’introdu-

zione di quote rosa. I cambiamenti che interessano

più noi studenti sono quelli vertenti sui due temi del

tirocinio e del conseguente accesso alla professione.

La pratica, già ridotta a diciotto mesi, potrà essere

svolta presso due avvocati contemporaneamente

e, in presenza di una convenzione fra l’ordine degli

avvocati e la relativa università (convenzione al

momento inesistente!), un massimo di sei mesi può

essere svolto durante il quinto anno accademico. La

riforma stabilisce che ai praticanti avvocati spetti,

oltre il rimborso delle spese, un compenso com-

misurato all’effettivo contributo, ma attenzione: il

suddetto compenso non è vincolato da un limite

minimo! Al fine di rendere ancora meno piacevole

e più lungo il percorso di chi vuole intraprendere la

carriera di avvocato si è “ben” pensato di modificare

l’iter dell’esame di stato lasciando invariata la strut-

tura della prova scritta ma aumentando la difficoltà

della prova orale. Continua in ultima pagina

Page 16: L'Ora di Giurisprudenza numero 2 anno III

Il Sudoku(Difficoltà: Difficile)

Istruzioni:Riempire la griglia in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contengano una sola volta i numeri dall’1 al 9.

Continua da pag. 15

Il comma 3 dell’articolo 46 del testo di riforma

prevede, infatti, che l’aspirante avvocato debba

dimostrare la conoscenza, oltre che della deontologia

e dell’ordinamento forense, anche di quattro mate-

rie obbligatorie (diritto civile, diritto penale, diritto

processuale civile, diritto processuale penale) e due

materie a scelta. Il compito di regolamentare le pro-

cedure di svolgimento e di valutazione delle prove

dell’esame di Stato spetta al Ministro della Giustizia

e ogni componente della commissione giudicante

dispone di 10 punti di merito per ciascuna delle

materie di esame; sono giudicati idonei, alla prova

orale, i candidati che raggiungono un punteggio non

inferiore a 30 punti per ogni materia. Di nuovo atten-

zione: durante le prove si può essere in possesso dei

soli testi di legge che devono essere privi di com-

menti e citazioni giurisprudenziali. Attesa l’esplicita

intenzione di selezionare le persone più meritevoli,

non sarebbe il caso di anticipare questa selezione ai

test di ingresso, con l’estensione a tutte le facoltà di

giurisprudenza del numero chiuso, evitando, così, di

abortire la carriera di un laureato, davanti al quale non

si aprono molte strade alternative a quella offertagli

dal concorso pubblico? Il regime transitorio dettato

dal legislatore della riforma prevede che per i primi

due anni dalla data dell’evenutale entrata in vigore

della presente legge, tutte le disposizioni sull’esame

di Stato, non troveranno applicazione ma, se il testo

venisse approvato, decorsi i due anni, che ne direste

di un bel viaggetto in Spagna?

Centro di ascolto psicologico

da più di dieci anni è attivo uno sportello a disposizione degli studenti ovviamente totalmente gratuito. Per informazioni rivolgersia via Ostiense, 169 o al numero 06 57332705/04

a cura di Marta Cerrito