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Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Anno XIII - n°3 - Maggio 2015

Jul 22, 2016

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Expo 2015: Anche gli alunni del II circolo Costantino Mastrogiacomo: una vita per l'olivicoltura Carapelle: il campo sportivo in stato di abbandono
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tare della “piantumazione di alberi nell’area Peep” della Giunta Calvio. Ca-pisco l’esperienza giovanile dell’Attini, ma un buon politico in simili occasioni dovrebbe preferire il silenzio. Nel comu-nicato stampa si ritorna a parlare della

bonif ica del l ’ex discarica Ferrante, è ha ben fatto la p a s s a t a G i u n t a Calvio a richiedere ed ottenere i fondi, ma andavano uti-lizzati tempestiva-mente. Ammiro il fervore dell’Attini per la cultura am-bientale: dalla fon-tanella ecologica, al verde di via Gron-chi, agli scarti delle potature, alla rac-colta differenziata. Argomenti validis-simi per vivere in un

ambiente sano, argomenti principi per un consigliere di opposizione, ma una domanda “sbuca” spontanea “Quando si era ad amministrare Orta Nova il fer-vore ecologico vagava?”.

In tutta questa rissa di consonanti e vocali ne esce malconcio il cittadino ortese, che nel bilancio di previsione del Comune, vedrà depauperato somme che potevano essere destinati a favore di interventi per la crescita della comu-nità.

Cari affezionatissimi lettori, mi ero ripromesso di evitare di ritornare sul caso della contrada “Palata”, ma il comunicato stampa del già assessore all’ambiente della giunta Calvio, Maria Rosa Attini mi ha preso per “i capelli”. Molti di voi ricorderanno che nei g i o r n i s c o r s i i l sindaco Tarantino è ritornato sulla vi-c e n d a “ P a l a t a ” evidenziando che il 15 gennaio dello scorso anno il Tar e m a n a v a l ’ o r d i n a n z a n . 2 8 / 2 0 1 4 c o n l a quale stabiliva che: “Considerato che per l’espresso di-sposto dell’ex art. 192 del D.lgs n. 152 d e l 3 / 4 / 2 0 0 6 i l p r o p r i e t a r i o r i -s p o n d e , q u a n t o meno a titolo di colpa, dell’abbandono dei rifiuti. Ritenuto che nella fattispecie non si ravvisa tale responsabilità e che pertanto, debba provvedervi il Comune ai sensi e per gli effetti dell’ultimo periodo del terzo comma della citata norma”. È opportuno evidenziare che l’ordinanza del Tar n. 28/2014 è stata notificata, a mezzo posta, al Comune il 7 febbraio 2014. Il silenzio della giunta Calvio ha dato l’opportunità ad alcuni cittadini di riversare rifiuti su rifiuti, aggravando la

situazione igienico-sanitario ed ambien-tale. incentivando gravi problematiche.

Orbene l’omissioni degli obblighi im-posti dal giudice, sicuramente compor-teranno ulteriori spese che sarebbero state evitare qualora la giunta guidata dalla

Calvio avesse tempestivamente adempiu- to alla rimozione dei rifiuti e alla bonifica dei luoghi. Questa voluta “distrazione” ha causato alla cassa comunale un esborso di 40 mila euri per ottemperare alla sen-tenza del Tar e poi altri tantissimi euri per bonificare il terreno in questione. Da semplice osservatore mi sarei aspet-tato una risposta dalla consigliere Attini, meglio un mea culpa, sulla vicenda “Palata”, ed invece ha trovato spazio per parlare si di ambiente, ma di decan-

Se mai ce ne fosse bisogno, anche i dati nazionali relativi al reddito impo-nibile procapite sono impietosi verso la provincia di Foggia. Secondo uno stu-dio pubblicato da Il Sole 24 Ore secondo il censimento delle Finanze, in Capita-nata si vive con una media annua di 11.500 euro a persona (quella nazionale supera i 16.000 euro).

Numeri da brividi che testimoniano il continuo affanno del Meridione di pro-vare a uscire dalla crisi economica e che non regalano sorrisi nemmeno tra i comuni dei Cinque Reali Siti.

Il primato provinciale spetta alla città capoluogo, con 17.165 euro (0.8% in

più rispetto a un anno fa, posizione na-zionale 3600 su 8058 comuni), seguita da San Giovanni Rotondo (16.726 euro) e Lucera (14.220), anch’esse in trend positivo.

Per trovare un comune nel nostro ter-ritorio dobbiamo scendere fino alla po-sizione numero 7419 di Carapelle (11.512 euro è l’imponibile medio annuo, in au-mento di ben 3.6 punti percentuali); a ruota troviamo poi Orta Nova (10.955 euro, +1.7%, posizione 7683) e Ordona (10.826 euro, +0.5%, posizione 7742). Più staccata è Stornarella (9.816 euro, +4.1%, 7976° posto in Italia), mentre Stornara con i soli 8.566 euro di impo-

nibile medio annuo (+3.5%) è penultima in Capitanata solo grazie a Roseto Val-fortore (7.971 euro, tra l’altro fanalino di coda nazionale tra i comuni che supe-rano i 1.000 abitanti).

In Puglia vince Lecce (20.539 euro), mentre solo i comuni che compongono la Bat (Barletta 13.756, Andria 12.372 e Trani 15.501) fanno peggio di Foggia.

Per la cronaca la speciale classifica è vinta dalla ligure Portofino (51.403 euro dichiarati da ogni cittadino), mentre la maglia nera spetta ai cittadini di Ca-vargna, in provincia di Como, che di-chiarano solo 6.350 euro (ma ci abitano in meno di 300!).

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È opinione comune che nella parte occi-dentale del mondo sia avvenuta la totale eman-cipazione femminile. Non a torto, si fanno considerazioni di questo tipo riguardo i vari diritti, da sempre posseduti dagli uomini. Occorrerebbe, però, scavare più a fondo nella faccenda, tracciando le tappe in un percorso tutto italiano, durato decenni.

In passato la donna era quasi accessorio del capofamiglia, padre o marito che fosse: secondo il Codice di Famiglia del 1865, le donne non potevano esercitare la tutela sui figli legittimi, né essere ammesse ai pubblici uffici; se sposate, non potevano gestire i soldi guadagnati con il proprio lavoro ed era ne-cessaria l’"autorizzazione maritale" per donare, alienare beni immobili, sottoporli a ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali. Questo tipo di autorizzazione era essenziale anche per ottenere la separazione legale. L’articolo 486 del Codice Penale prevedeva una pena detentiva da tre mesi a due anni per la donna adultera, mentre puniva il marito solo in caso di concubinato. Personalità illustri del periodo risorgimentale si li-mitarono a ribadire l' idea, di fatto consuetudinaria, di sudditanza, inferiorità e dipendenza della donna. Secondo Gioberti la donna "è in un certo modo verso l’uomo ciò che è i l vegetale verso l’animale, o la pianta parassita verso quella che si regge e si sostentata da sé". Teorie del genere furono alla base del diritto di famiglia dell’Italia unita, riformato soltanto nel 1975.

Anche per quanto riguardava i diritti po-litici, il dibattito in Italia era stato assai poco acceso e infatti rare erano le donne attive sulla scena politica. La condizione socioeco-nomica delle donne fra fine ‘800 e primi del ‘900 era di drammatica disparità rispetto a quella maschile. Pur essendo diffuso, il lavoro femminile difficilmente veniva riconosciuto come tale: quasi tutte le donne occupate nell’agricoltura non venivano riconosciute come lavoratrici, a meno che non fossero titolari di una proprietà o di un contratto di affitto. In ogni caso, il loro stipendio era in genere poco più della metà di quello dei la-voratori di sesso maschile. La legge sul lavoro femminile del 1902 finì per limitare ulterior-mente i diritti delle donne: se da un lato concedeva quattro settimane di riposo - non pagato - alle puerpere, dall’altro vietava l’impiego di lavoratrici in alcuni lavori ritenuti "pericolosi", incompatibili con le attitudini femminili, come l'attivazione di macchine, i trattamenti di polveri e materiali richiedenti una manipolazione complessa. Lo Stato mo-strava chiaramente di voler favorire il rientro delle donne in quella che riteneva essere la loro sede naturale: la casa. D’altronde nell’enciclica papale Rerum Novarum, uscita in quegli anni, era scritto: "Certi lavori non si confanno alle donne, fatte da natura per

i lavori domestici, i quali grandemente pro-teggono l’onestà del debole sesso".

Nel frattempo erano nate associazioni per garantire diritti politici e civili delle donna come l'Associazione nazionale per la donna a Roma nel 1897, l’Unione femminile nazio-nale a Milano nel 1899 e nel 1903 il Consiglio nazionale delle donne italiane, aderente al Consiglio internazionale femminile. Sul fronte dell’istruzione, venne permesso soltanto nel 1874 l’accesso delle donne ai licei e alle uni-versità, anche se in realtà continuarono ad essere respinte le iscrizioni femminili. Il titolo di studio però non garantiva ancora l’accesso alle professioni. In seguito cominciò il dibattito

riguardante il suffragio universale, bruscamente interrotto dalle vicende della Grande Guerra e poi ripreso successivamente.

Durante il periodo fascista la donna venne spinta, per quanto possibile, entro le mura do-mestiche, secondo lo slogan "la maternità sta alla donna come la guerra sta all’uomo", scritto sui quaderni delle Piccole Italiane: le donne prolifiche venivano insignite di apposite meda-glie; i salari delle donne vennero fissati, per legge, alla metà di quelli corrispondenti degli uomini; fu formalmente vietato alle donne di insegnare lettere e filosofia nei licei e alcune materie negli istituti tecnici e nelle scuole medie; inoltre fu vietato loro di essere presidi di istituti, mentre le tasse scolastiche delle studentesse vennero raddoppiate. Nel pubblico impiego le assunzioni di donne furono fortemente limitate, escludendole dai bandi di concorso e concedendo loro un numero di posti limitato (in genere il 10%). Furono inoltre vietate loro la carriera e tutta una serie di posizioni prestigiose all’interno della pubblica amministrazione.

Il 1 febbraio del 1945, su proposta di To-gliatti e De Gasperi, venne infine concesso il voto alle donne. La Costituzione garantiva l’uguaglianza formale fra i due sessi, ma di fatto restavano in vigore tutte le discriminazioni legali vigenti durante il periodo precedente. Da questo momento in poi enormi sono i passi in avanti compiuti, pur con qualche sforzo e

l’opposizione della maggioranza. Parlo della legge Merlin del 1958, che aboliva lo sfrutta-mento statale della prostituzione e la minora-zione dei diritti delle prostitute, della possibilità di far carriera nel corpo diplomatico e in ma-gistratura.

All’inizio del 1970 nacque il Movimento di Liberazione della Donna che nel suo docu- mento costitutivo si proponeva di informare sui mezzi anticoncezionali, anche nelle scuole, e ottenere la loro distribuzione gratuita, libe-ralizzare e legalizzare l’aborto, eliminare nelle scuole i programmi differenziati fra i sessi (educazione domestica e tecnica), socializzare i servizi che gravano sulle spalle delle donne

sotto forma di lavoro domestico, creare asili-nido. Nel 1974 partì la prima raccolta di firme per un referendum abro-gativo che avrebbe dovuto lega-lizzare l’aborto, ma non vennero raggiunte le 500.000 firme neces-sarie, che l'anno seguente divennero oltre 800.000. Prima che i cittadini venissero chiamati a votare il re-ferendum, il Parlamento approvò nel 1977 una legge sulla legaliz-zazione dell’aborto. Frattanto nel 1970 era stato concesso il divorzio e nel 1975 era stato riformato il diritto di famiglia, garantendo la parità legale fra i coniugi e la possibilità della co-munione dei beni. Bisognerà at-tendere il 1981 per l'abolizione del diritto d'onore, una disposizione tremenda e umiliante. Nonostante tutti questi passi in avanti sul piano legislativo, a me

non pare che nella mentalità e nella cultura italiana sia cambiato poi tanto. Molte cose ci raccontano che la realtà è ben diversa. La donna italiana crede di vivere appieno la sua libertà, il suo stato di parità che, sì, a livello giuridico e civile esiste, ma purtroppo e ancora ingabbiata nel triplice ruolo di madre, moglie, donna-angelo. Chi e che, pur lavorando, si occupa delle faccende domestiche? Chi e che resta a casa se non ci si può permettere la retta di un asilo, una badante per il nonno anziano? Le donne, nella maggioranza dei casi. È per questo che i datori di lavoro fanno fatica ad assumerle o, se lo fanno, sono ben attenti a fare domande più o meno velate per capire se hanno intenzione di sposarsi o, peg-gio, fare figli. Il rapporto tra uomo e donna, all'interno della famiglia e più in generale nella società italiana, è ancora oggi decisamente asimmetrico.

Eleanor Roosvelt diceva "una donna e come una bustina di te non puoi capire quan-to e forte, finché non la immergi nell'acqua calda". Oggi è necessario che ci siano donne che si immergano nell'acqua calda della so-cietá, abbattendo gli stereotipi, dando vita a nuovi modelli che siano in grado di con-ciliare il suo essere donna, madre, moglie, con il suo essere un individuo, un essere umano dotato di diritti e doveri, capacità pensante e d'azione.

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I quattro dei Reali Siti per un posto a via Capruzzi

Saranno in quattro i candidati consi-glieri alla regione Puglia provenienti dai Cinque Reali Siti.

Orta Nova si presenta con un nome nuovo e uno invece con una lunga espe-rienza politica: la new entry è l'educatrice professionale Carmela Tartaglia, classe 1984, in corsa con la lista "Noi a sinistra" a sostegno di Michele Emiliano, mentre ci prova per la prima volta alla Regione Giuseppe Moscarella, già sindaco di Orta Nova e attuale presidente del consiglio comunale, con la coalizione "Oltre con Fitto - Schittulli Presidente".

A sinistra si schiera anche il carapel-lese Sergio Izzi (lista Popolari), mentre con Schittulli ci sarà anche il coordinatore stornarellese di Fratelli d'Italia Ercole Costa, anche lui al debutto in questa com-petizione elettorale.

Ordona - Quattro liste per il comune

Quattro liste per duemila settecento abitanti, se non è un record poco ci manca, questo quanto sta accadendo ad Ordona, dove alle comunali del prossimo 31 Mag-gio si affronteranno quattro candidati alla carica di sindaco della cittadina dei Reali Siti. Il successore di Rocco Settimo For-moso sarà uno tra Silvio Pasciuti, Fran-cesco Mangino, Michele Lombardi e Se-rafina Stella. Se per il giovane Mangino si tratta della prima candidatura, tra le sue fila diversi amministratori in carica, per gli altri si tratta di volti noti della politica ordonese, come l’ex vice sindaco e sindacalista Michele Lombardi, o l’avvocatessa Serafina Stella, leader del movimento Ordona Moderna e già can-didata cinque anni fa. Una campagna elet-torale che vedrà sicuramente tra gli argo-menti da trattare la difficile situazione finanziaria in cui versa il piccolo centro dei Reali Siti, oltre ovviamente all’opera-zione Black Land, che ha segnato un im-portante risveglio della cittadinanza or-

donese nella lotta contro la criminalità e la gestione illecita dei rifiuti. Questioni importanti da trattare per un comune che guarda alla campagna elettorale con in-teresse e speranza.

Orta Nova l'Istituto "Olivetti" ancora alla mercè dei vandalidi Saverio Gaeta

Alcune notti fa, ignoti si sono intro-dotti nel plesso scolastico dal lato dell'indirizzo del Classico compiendo l'ennesimo raid vandalico. Armati di pic-coni e martelli, i teppisti hanno divelto porte e finestre per introdursi nella strut-tura e scaraventando a terra strumenti didattici, come lavagne e bilancini, met-tendo così a soqquadro alcune aule. I danni sono stati fortunatamente pochi, ma si tratta di un nuovo episodio perpe-trato ai danni dell'unico istituto di istru-zione secondaria presente a Orta Nova. Non sono stati sufficienti gli incontri con le forze dell'ordine e le autorità compe-tenti, l' Olivetti continua a essere preda di vandali senza scrupolo. "Occorre un deciso intervento delle istituzioni, in pri-mis della Provincia che è competente dell'istruzione scolastica, perché siamo stanchi di un'escalation senza limiti" fa sapere il prof. Leonardo Cendamo, diri-gente dell'istituto.

Alla Settimana della Cultura la 26ª edi-zione dell’Antenna d’Oro

Fervono i preparativi per la prossima settimana della Cultura che si svolgerà ad Orta Nova dal 14 al 20 settembre pros-

simo, la kermesse organizzata dall’Asso-ciazione Culturale L’Ortese in collabo-razione con le più importanti associazioni di volontariato della città, si arricchisce, q u e s t ’ a n n o , d e l l a 2 6 ª e d i z i o n e dell’“Antenna d’Oro”, festival canoro della musica, dove saranno presenti grossi big della musica leggera nazionale ed internazionale. A dirigere l’evento è stato chiamato come Direttore Artistico, Vin-cenzo Maffione, già patron delle edizioni passate. La Settimana della Cultura sarà vetrina di eventi e di presenze di artisti che spazieranno dalla poesia, alla lette-ratura, alla pittura e alla scultura. Alla manifestazione sarà abbinata una lotteria con ricchi premi.

Ritorna la Notte Bianca orteseDopo due anni di assenza il prossimo

25 Luglio tornerà ad Orta Nova la Notte Bianca. L’evento, che ha avuto origine nel 2010, per tre anni consecutivi ha at-tratto ad Orta Nova migliaia di visitatori, riscuotendo notevole successo, prima di due anni di sosta forzata. La macchina organizzativa è già al lavoro per organiz-zare al meglio la quarta edizione, che sarà affidata all’ideatore dell’evento Luigi Lopriore. “Sono entusiasta di riportare questo evento ad Orta Nova - ha dichia-rato Lopriore - diversi amici e commer-cianti mi avevano chiesto di tornare al lavoro per organizzare questa manifesta-zione, con la speranza di raccogliere quan-te più adesioni possibili oltre all’aiuto di chi vuole dedicarsi a questo progetto”. Nei prossimi giorni partiranno gli incontri con i titolari delle attività commerciali, la Notte Bianca infatti rappresenta anche una buona occasione per l’economia or-tese, grazie a questo evento diverse im-prese riescono a mettersi in luce, racco-gliendo l’opportunità di incentivare l’economia locale. Per ulteriori informa-zioni è possibile contattare il 3396427664.

LuttoÈ venuto a mancare all’effetto dei

sui cari Samuele Artuso, l’editore Annito Di Pietro e l’intera redazione sono vicini al figlio Gerardo e alla sua famiglia.

* * *

L’Unitre dei 5 Reali Siti e la redazione dello Sguardo sui 5 Reali Siti sono vicini al dolore dell’amica Ripalta Guerrieri e i parenti tutti per la perdita dell’adorato padre Gerardo.

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Un aneddoto divertente mi capitò subito, appena arrivai sul set: mi porta-rono a fare i capelli perchè avendo la rasatura laterale il mio look non corri-spondeva al periodo storico e mi fecero

un’acconciatura che odiavo in quanto troppo antica per i miei gusti”. Un’esperienza entusia-smante ma faticosa: “Durante la giornata della registrazione ho fatto tantissimi salti poiché la scena dove essere perfetta: tutti gli atleti, me compresa, erano ai posti di partenza e appena il regista dava il “si gira” noi partivamo tutti, tra chi saltava, chi si lanciava e chi correva”. Orta Nova si prepara quindi a vedere una sua giovane concittadina in tv, su Raiuno, ma “non so nemmeno io se la mia scena sarà trasmessa stasera o domani!” spiega Federica con un sorriso bef-fardo.

Orta Nova piange la scomparsa pre-matura di un imprenditore agricolo tra i più apprezzati e stimati negli ultimi anni. Costantino Mastrogiacomo se ne è andato all’improvviso nella mattina del 17 marzo, sorpreso dal suo cuore così fragile. 58 anni da poco compiuti, Mastrogiacomo era il presidente del con-sorzio provinciale Apo Cno (che raggrup-pa gli olivocoltori di Capitanata) e fon-datore di un importante oleificio situato sulla strada che collega Orta Nova a Stor-nara.

Ma a renderlo una persona ben voluta era la sua costante disponibilità nel pro-muovere iniziative di natura economica e sociale nel nostro territorio: ad esempio la sua struttura era stata allestita a fattoria didattica per i più piccoli, era solito or-ganizzare seguitissimi corsi per assaggia-tori di olio d’oliva e solo pochi mesi fa tenne un convegno per illustrare la pos-sibilità per i Cinque Reali Siti di parte-cipare all’Expo di Milano.

La sua tenacia era stata evidenziata anche dalla partecipazione alle recenti elezioni comunali, con due liste a soste-gno della propria candidatura a sindaco di Orta Nova. 

“La politica non è un fine, ma un grimaldello per velocizzare i progetti che intendiamo realizzare come soluzione ai problemi che attanagliano la nostra realtà: attingere dalle provvidenze dei

fondi comunitari e regionali rappresenta infatti lo strumento giusto a disposizione delle future generazioni, alle quali non mancano le idee ma bisogna dar loro speranza e futuro” fu uno dei suoi pas-saggi chiave durante il primo intervento pubblico nella sede del comitato eletto-rale. E per far sentire le sue idee tra tutti i cittadini, ideò i comizi di quartieri con piccoli dibattiti per strada, nelle zone periferiche della città. 683 voti non gli garantirono l’accesso al Consiglio comu-nale, ma rappresentarono un buon risul-tato per un imprenditore prestato al mon-do della politica.

Di recente aveva donato alla Ammi-nistrazione comunale un albero d’ulivo da piantare nella rotonda di via Stornara, proprio a pochi passi dal suo oleificio: da oggi quell’albero avrà un significato speciale, il ricordo di un uomo generoso e che amava in modo viscerale la propria terra natale.

I cittadini di Orta Nova hanno un motivo in più, validissimo, per seguire questa sera e domani su Raiuno la fiction dedicata a Pietro Mennea, corridore bar-lettano che stabilì il record del mondo della disciplina dei 200 metri e a Mosca durante le Olim-piadi nel 1980 conquistò la medaglia d’oro.

Tra gli attori nel ruolo di comparsa anche la giovanis-sima ortese Federica Triunfo, 18enne iscritta al Quinto anno dell’Istituto Olivetti indirizzo Economia e Finanza e atleta del C.U.S. (Centro Universi-tario Sportivo) nella specialità salto con l’asta.

“Faccio atletica a livello agonistico e ho partecipato a sei campionati italiani sia indoor sia outdoor, piazzan-domi mediamente sull’ottavo posto, con un personale di 3.40 metri” ci confida e soffer-mandosi poi sull’esperienza sul set: “Quando mi chia-

marono per fare questa comparsa rimasi perplessa, non pensavo che fosse vero, perché comunque entri in un ambito im-portante e interagisci con persone di fama internazionale.

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Quarantadue anni, avvocato foggiano, quattro figli, un marito imprenditore, dina-mica e creativa. Questa è Patrizia Lusi la donna che, in qualità di capolista, guiderà la pattuglia del Partito Democratico di Ca-pitanata alle prossime elezioni regionali. Già segretario cittadino e responsabile pu-gliese donne per l'Italia Dei Valori, Patrizia Lusi ha quindi deciso di mettere il suo ta-lento e il suo impegno al servizio del Pd. Il suo sogno è quello di "portare in Con-siglio Regionale la grande bellezza della Capitanata, le sue risorse, i suoi talenti. Una Capitanata consapevole delle sue po-tenzialità ma anche orgogliosa della sua appartenenza ad una Regione straordi-naria".

Domanda: Intanto, però, siamo in una Regione che ha bocciato doppia prefe-renza e parità di genere con l'appro-vazione dell'ultima legge elettorale?

Risposta: Una pagina triste per la storia democratica pugliese. In sintonia con quanto già dichiarato da Michele Emiliano, assumo quello per la parità di genere e per la revisione della legge elettorale come il primo dei miei impegni. Vogliamo una Puglia diversa: orgogliosa e consapevole delle sue specificità ma anche più partecipata, inclusiva e de-mocratica.

D.: Questi ultimi decenni hanno visto la Capitanata perdere terreno rispetto ai grandi treni di sviluppo che pure hanno attraversato altre aree della Puglia. Che cosa può fare la Regione Puglia per la provincia di Foggia?

R.: Intanto io partirei dal chiederci che cosa noi Dauni possiamo fare per noi stessi. E la prima cosa da fare è archi-viare definitivamente la sindrome di Cali-mero. Dobbiamo partire dalla consapevo-lezza delle nostre potenzialità ma anche dal sentirci cittadini di serie A dentro la comunità pugliese.

D.: Molte aree industriali della Capi-tanata (ex Enichem di Manfredonia, patto Ascoli-Candela, Poligrafico e Zuccherificio di Foggia, solo per citarne alcune) denun-ciano una pesante crisi o hanno già chiuso i battenti?

R.: Ecco io direi che è il caso di fer-marci a riflettere. Sul nostro territorio, nel corso di diversi decenni sono calati inve-stimenti piuttosto ingenti. La mia opinione è che abbiamo inseguito un modello di sviluppo e di industrializzazione assoluta-mente non in linea con le specificità del territorio. Dobbiamo ripensare i processi di sviluppo partendo dalle risorse culturali, dall'agroalimentare, dall'ambiente, dal tu-rismo, dalla ricerca scientifica. Inoltre, oc-

corre, a mio giudizio, pensare a misure strut-turali di riqualificazione e ricollocamento di una fascia della popolazione pugliese (tra i 35 e i 50 anni) che rappresenta il vero anello debole della catena. Chi perde il la-voro a questa età, è spesso condannato a restare ai margini con conseguenze deva-stanti per il tessuto sociale delle nostre co-munità. Vanno rivisitati profondamente i meccanismi di formazione professionale. Il legame istruzione-formazione-lavoro va reso più solido ed efficace. E, se è vero che abbiamo bisogno di formazione di alta qualità, è altrettanto vero che necessitiamo anche di altri percorsi formativi da "aggan-

ciare" alle esigenze produttive e alle voca-zioni dei territori. Così come, in materia di finanziamenti europei, va detto che la Puglia ha compiuto buoni passi avanti. Ma, avremo sempre più bisogno di figure alta-mente professionali che consentano alle nostre amministrazioni di non perdere le opportunità fornite dall'Unione Europea.

D.: In tema di agroalimentare, il Comu-ne di Orta Nova, è uno dei più importanti punti di riferimento per la produzione di carciofi, di vino e uva da tavola, di pomo-dori. Eppure il settore denuncia da tempo una profonda crisi: c'è il rischio di perdere il doc per la progressiva riduzione delle superfici coltivabili a vigneti. Analoghe dif-ficoltà si riscontrano per il carciofo. E tanti prodotti di qualità non sono sufficientemente promossi e commercializzati.

R.: È una condizione drammatica che riguarda tutta la nostra agricoltura rispetto alla quale è giusto che tanto la Regione quanto l'Unione Europea pongano in essere

più efficaci meccanismi di tutela e rilancio. Nello specifico, per quel che riguarda Orta Nova c'è bisogno di raggiungere cinque obiettivi strategici: 1. Creare Consorzi (gli imprenditori locali e gli operatori di settore devono riuscire a fare squadra e a lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni e poter fronteggiare la concorrenza di altre regioni ed altri Paesi europei ed extraeuro-pei); 2. ammodernarsi da un punto di vista tecnologico; 3. creare più efficaci meccani- smi di valorizzazione e di marketing dei prodotti locali; 4. puntare sulla formazione, sulla qualità e sulle specificità; 5. Creare anche azioni di "filiera corta".

D.: La testa di capretto recapitata all’ex vicesindaco Rosangela Giannatempo ha fatto riesplodere la questione sicurezza nella città?

R.: Un gesto agghiacciante che ho già condannato con fermezza. Attendiamo l’esito delle indagini ma, se la matrice intimidatoria dovesse trovare conferma, è chiaro che si tratta di fenomeni che richiedono risposte rapide e perentorie. La prima potrebbe essere l’istallazione di telecamere di videosorveglianza almeno nell’area centrale di Orta Nova. Poi è chiaro che occorre rendere più serrata la cooperazione tra forze dell’ordine e istituzioni locali.

D.: Orta Nova ha anche beni culturali in stato di abbandono. Eppure i beni culturali dovrebbero essere una risorsa di sviluppo?

R.: Eccome se lo sono. È ovvio che le politiche regionali di valorizzazione dei beni storico-culturali vadano rivisti in toto. E il mio impegno andrà in questa direzione: tanto per Orta Nova e i Cinque Reali Siti

quanto per tutta la Capitanata. Abbiamo un patrimonio di ricchezze storiche e cul-turali straordinarie. Io credo che avremo bisogno di uno sforzo straordinario di pro-gettazione e capacità inventiva: dobbiamo uscire dagli schemi ordinari e guardare alle ricchezze del territorio come primo volano di sviluppo.

Però, a me piacerebbe anche poter ro-vesciare la piramide. Conoscendo realtà come "Unitre", "Lo sguardo sui cinque reali siti" e "L'Ortese", ho avuto la possibilità di confrontarmi con persone dotate di grande passione civica, passione, spirito di volon-tariato e cultura. Ecco, a me piacerebbe poter scrivere con voi e con tutti i cittadini di Orta Nova e dei Cinque Reali Siti una nuova e bella pagina dentro la Capitanata e la Regione Puglia. Così come sta facendo Michele Emiliano con la “Sagra del programma”, così insieme, con la parteci-pazione possiamo costruire il futuro dei Cinque Reali Siti e della Capitanata.

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Non c’è pace per la giunta Capuozzo che a due anni dalla sua elezione ha ancora da rimpastare assessori e presidenti. Non è la prima situazione di difficoltà per la maggio-ranza, già nel 2014 hanno dovuto far fronte alla revoca della carica di vicesindaco a Vin-cenzo De Lillo, e alle dimissioni di Patrizia Fini, a cui seguì la strana rinuncia del primo dei non eletti Matteo Caputo, sostituito da Michele Pettolino. Oggi sulla scrivania del sindaco c’è una altra dimissione e un’altra revoca della carica, stiamo parlando del di-missionario Antonio Capotosto e del ‘dimissionato’ Paolo Lopes che sono già stati rimpiazzati da Antonio Laganara (ex Presi-dente del Consiglio) e Michele Pettolino. A Laganara sono state assegnate le deleghe al Bilancio, entrate comunali e tributi, mentre a Pettolino sono state affidate le deleghe allo sport, tempo libero, servizi sociali, rapporti con consorzio bacino FG/4 e con la Sia s.r.l. Ancora vuota è la Presidenza del Consiglio Comunale istituita dal Remo Capuozzo e ci-tata nello Statuto Comunale all’art. 13. Il

sindaco rassicura: “si tratta di un avvicenda-mento già deciso nel maggio 2013, quando convenimmo che, oltre le quota rosa, vi sa-rebbe stata una rotazione dei consiglieri co-munali in giunta. Per tanto il consigliere Ca-

potosto ha presentato le sue dimissioni, mentre Lopes non ha ritenuto di fare altrettanto. Nel ringraziarli entrambi per il lavoro svolto, che certamente continueranno ad esercitare anche come consiglieri comunali, mi corre l’obbligo di augurare buon lavoro ai due neo-assessori”.

Oltre alla politica, un tema di grande at-tualità è la messa in sicurezza delle scuole, l’amministrazione, infatti, ha richiesto un finanziamento per l’intervento nell’edilizia residenziale pubblica di 550 mila euro. I fondi sono destinati, secondo una direttiva comu-nale, 200 mila euro per l’adeguamento a nor-ma dell’impianto termico e la ristrutturazione della scuola media di via Indipendenza, per la conversione dell’alimentazione dell’im-pianto termico da gasolio a metano della scuo-la elementare di via Garibaldi e per i lavori di sistemazione esterna di entrambi i plessi. 350 mila euro, invece, è la cifra richiesta alla Regione Puglia per la ristrutturazione, riqualificazione e messa in sicurezza della scuola materna in via Fiume.

L’Avis, l’associazione per la donazione del sangue, sta attraversando una vera a pro-pria sfida a livello nazionale e locale. Già nel giugno 2014 il nostro giornale si interessò al caso “SCANDALO: sospese le donazioni di sangue in provincia” annunciando così, la chiusura dei centri trasfusionali della Pro-vincia di Foggia e la sospensione delle rac-colte di sangue domenicali nell’hinterland dei 5 Reali Siti, decisione presa dai centri trasfusionali di Foggia e Cerignola per man-canza di pagamento delle quote straordinarie all’equipe e per la mancanza di organico. Nell’articolo parlavamo di cosa sarebbe accaduto nel caso in cui Orta Nova, Stornara, Stornarella e Ordona non avrebbero ripristinato le raccolte di sangue, e a distanza di quasi un anno alcune ri-sposte sono arrivate; “Il sangue è preferibile comprarlo anche al costo di 400 mila euro, anziché raccoglierlo in provincia con un costo di 60 mila euro”. La prima data di questa sfida, ci racconta Massimo Samele presidente dell’Avis Comunale di Cara-pelle, è stata quella del 31 dicembre 2014, ed entro quel giorno i 24 centri trasfusionali

pugliesi dovevano mettersi in regola con le nuove norme per l'accreditamento. Una scadenza già conosciuta dalle regioni e altri enti perché facente parte delle nuove norme contenute in un accordo Stato-Regioni risa-lente a dicembre 2010 e adesso in deroga nel cosiddetto decreto “mille proroghe” che sposta al 30 di giugno 2015 il termine ultimo per mettersi in norma. Per arginare il rischio della chiusura di tutti i centri trasfusionali e le raccolte di sangue domenicali, l’as-sessore regionale alla Sanità Elena Gentile nel maggio dell’anno scorso ha stanziato

13 milioni di euro per “legalizzare” i centri e per acquistare un'autoemoteca per ogni provincia. Ma ad oggi, solo due sono i centri in grado di rispettare a pieno le nuove regole. Per Carapelle non solo una sfida a livello nazionale ma anche una battaglia con l’Amministrazione Comunale; “Siamo sul territorio dal 2002 e siamo l’associazione più numerosa di Carapelle con ben 191 iscrit-ti e non abbiamo ancora una sede comunale come tutte le associazioni sul territorio. Ab-biamo richiesto alla regione l’iscrizione all’elenco delle ONLUS ma l’ufficio comu-

nale che deve curare la domanda di richiesta è da due anni che non ci risponde circa lo status della domanda” e ancora “Noi le nostre sfide le stiamo vincendo tutte, a luglio dell’anno scorso nonostante la sospensione delle donazioni per man-canza di fondi, abbiamo raccolto a Ca-rapelle ben 29 sacche di sangue con l’equipe di San Giovanni Rotondo e vo-gliamo continuare per la nostra strada, noi tutti soci dell’Avis vogliamo delle risposte da parte dell’Amministrazione Comunale e dal sindaco Remo Capuozzo”.

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La nostra Sede ha assunto la pro-gettualità come modalità di risposta ai bisogni concreti, essendo al pro-prio interno un centro di pianifica-zione, nel quale s’intrecciano vari discorsi tutti finalizzati a fare rete sul territorio. A tal fine, come stru-mento efficace e aggregante tra di-rettivo, docenti e soci studenti anche quest’anno si è riunita al completo all’insegna della continuità, per con-dividere il valore e la potenzialità formativa dello stare insieme e del confrontarsi.

L’incontro organizzato presso l’Oasi Betania il 3 maggio scorso è risultato altamente proficuo. Dal l’accogl ienza degl i ospi t i , all’incontro programmatico nella sala convegni moderato da Annito Di Pie-tro; un percorso educativo flessibile che si rinnova come progetto unitario e nel medesimo tempo articolato, capace di offrire opportunità perso-nalizzate e di sviluppare abilità e competenze. Sono intervenuti i pre-sidenti delle Unitre provinciali sul tema: “Creare sinergie e fare rete sul territorio”. In particolare il prof. Aldo Maglietta, presidente dell’U-nitre di Bovino, ha dichiarato la di-

sponibilità della sua sede per un con-vegno d’intesa, che si terrà nel mese di settembre. È seguita un’attenta e approfondita analisi quantitativa e qualitativa da parte dei referenti, docenti e associati studenti.

Ha suscitato particolare interesse l a mos t r a de i l avo r i e segu i t i nell’ambito di alcuni laboratori, co-me chiacchierino, ricamo e di arte presepiale.

Il momento della Santa Messa, officiata da don Giovanni Mace, ha creato intimità e accoglimento del messaggio evangelico. Il meritorio concerto pomeridiano del “Quartet Project”, composto dai maestri Ro-berto Lavista, Michele Rampino, Lui-gi Staffieri e Federica Infante, ha allietato i convenuti con musiche trat-te da brani di L. Bacalov, N. Piovani, N. Rota, A. Khachaturian, A. Piaz-zolla e R. Galliano.

Positivo è risultato il bilancio (uti-lizzando la classica articolazione del modello di valutazione nella qualità del servizio erogato, nei contenuti e nelle risorse umane) nell’ambito delle attività svolte sul territorio; nel piacere di condividere è insito anche l’aspetto sociale che accomuna per-sone di tutte le età. Studiare le stesse cose, ma anche condividere le stesse esperienze, imparare a rispettarsi e a fare propri i valori della nostra so-cietà.

Non basta stare accanto, bisogna stare insieme. Questo messaggio ha accompagnato i vari momenti della giornata, fondata su un’organizzazione formativa, che investirà l’intero pros-simo anno accademico 2015/16.

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Guai a chiamarli anziani! Sono gli esu-beranti soci del “Centro Ludico Fatima”, situato in via XXV Aprile ad Ortanova e presieduto da Dora Iannuzzi, Insegnante in pensione che dopo 40 anni trascorsi a formare le nuove generazioni di questo territorio, ha raccolto con entusiasmo la proposta del de-funto Parroco don Michele Ventrella, di co-stituire un polo di aggregazione per le persone più in la negli anni. Un’idea subito sposata dall’Amministrazione Vece nel lontano 2005 e, cresciuta fino a divenire la straordinaria realtà odierna; che rappresenta una valida alternativa per gli anziani di tutto il compren-sorio, che qui trovano prima di tutto accoglienza e possibilità di strare insieme, per sconfiggere un antico e comune nemico: la solitudine!

Certo, anagraficamente, queste persone rientrerebbero a pieno diritto nella menzionata categoria “anziani”; ma di essere considerati vecchietti neanche a parlarne!

“Se proprio dovete inserirci in qualche casistica, chiamateci di-versamente giovani”, scherza Rosa Gatta che del Centro Fatima, è una delle più assidue frequentatrici in-sieme a suo marito Antonio Maffulli.“Siamo una realtà dinamica”, ci spiega la stessa Rosa, “ci piace fare di tutto: dai pranzi preparati con cura nella nostra stessa sede, alle uscite fuori porta; dalle attenzioni dedicate al corpo attraverso il ballo, alla cura dello spirito, attraverso l’ascolto della catechesi.”

Abbiamo incontrato i numerosi soci, du-rante il convegno dal titolo: “La condizione degli anziani ad Ortanova ieri e oggi”, te-nutosi lo scorso 11 aprile presso l’Auditorium dell’Istituto Domenicano San Tarcisio; pro-mosso in occasione del 10° anniversario dalla nascita del Centro.

Tanti, gli ospiti che si sono avvicendati nel corso dei lavori; moderati con simpatia e competenza dal Presidente della Corale polifonica ortese “Zoltan Kodaly”, Nicola Di Stasio. Tra loro l’Assessore alla Cultura ed al Bilancio del Comune ortese, Nicola Maffione.

Egli ha sottolineato il forte sentimento di conflitto vissuto dalla sua persona, deri-vante proprio dal ricoprire questa duplice veste.

Se da un lato, infatti, sarebbe “tentato” a destinare alla Cultura sempre maggiori risorse; dall’altro questa sua naturale indole, subisce pesanti limitazioni derivanti dai sem-pre maggiori e crescenti vincoli di bilancio.

Ciò naturalmente si ripercuote su tutti

gli ambiti di interesse sociale, compreso quello legato alla sfera della Terza Età.

Lo stesso è poi tornato sulla spinosa questione dell’eolico; sottolineando i benefici connaturati derivanti alla comunità, come l’incameramento di ben 560 mila euro de-stinate alla realizzazione di opere pubbliche e, quello di 20 mila euro l’anno da destinare, invece, all’ambito culturale.

Infine l’Assessore Maffione, ha ricordato il lavoro preliminare messo in atto da questa Amministrazione, per favorire la nascita di “Consulte” in rappresentanza delle associa-zioni sportive, culturali e sociali.

Dopo la fase di approvazione di uno specifico “Regolamento” in sede di Consi-glio, il Comune aprirà poi una fase di co-stante confronto con le stesse “Consulte”, in relazione agli interventi da mettere in campo.

È stata poi la volta di Alfonso Palomba, studioso e rappresentante politico del terri-torio di lungo corso.

Il Prof. Palomba, ha voluto in particolare ringraziare la Presidentessa Dora Iannuzzi per le sue indiscusse doti di tenacia, capar-bietà e coraggio; nell’aver saputo portare avanti il suo Centro attraverso tutto un de-cennio, in una fase storica per nulla facile che ha prodotto, un forte sentimento di sco-raggiamento ed una connaturata chiusura degli individui in se stessi.

L’ex rappresentante dell’Unione, ha poi ripercorso il tortuoso iter legislativo legato alla tutela degli anziani; partendo da un passato lontano in cui i Servizi Sociali ave-vano carattere di residualità, limitati cioè a fronteggiare le singole emergenze.

In tale sconfortante quadro, gli interventi normativi, L 328/2000 e L.R. 17 del 23 agosto 2003, hanno rappresentato una au-tentica rivoluzione; portando alla nascita

di un sistema integrato di Servizi Sociali, che attraverso l’ausilio dei Piani di Zona tende, (quantomeno nei principi ispiratori), a valorizzare la dignità dell’individuo.

Il Diacono Giovanni Laino, ha invece voluto sottolineare come il mondo della scuo- la e quello degli anziani, rappresentino una risorsa ed al tempo stesso un investimento, per la nostra società.

L’anziano è in particolare per il prof. Laino “il Saggio”, colui che ha visto e sta in alto. Non solo, egli è colui che ha ricevuto e dà, dopo essersi forgiato al timore di Dio. Da qui, l’anziano visto come risorsa; colui

che seppur espulso dal sistema produttivo, è capace di dare al di là della pura forza fisica. E’ questo, il pensiero che racchiude il si-gnificato autentico del recuperare il valore dell’anziano, oggi. Perciò prosegue Laino, rivolgendosi ai tanti anziani presenti:“Fate in modo che il territorio si accorga di voi, attraverso una vostra presenza incisiva!”. Ma al tempo stesso ammo-nisce:”Sappiamo - però - accordare gli strumenti!” E spiega: “Ognuno di noi vede le cose in modo di-verso; la vita associativa ci spinga - perciò - ad ascoltare e rispettare gli altri, mettendo in discussione noi stessi. Ciò porterà di riflesso

le stesse Istituzioni ad ascoltarci, dal momen- to che più individui saranno accumunati da un’unica voce!”

A margine dei lavori l’intervento dell’Editore Di Pietro, che ha definito la Presidentessa Iannuzzi “ campionessa di solidarietà” per aver costantemente mante-nuto accesi i riflettori, in questo decennio, sulle problematiche sociali legate agli anziani del territorio; spingendo la collettività a con-siderarli non più un peso, ma una straordi-naria risorsa di cui godere.

Ma per Di Pietro, Dora Iannuzzi è anche una “personalità vulcanica” costantemente attiva, nel progettare e realizzare sempre nuove iniziative; dove permane centrale lo sfondo solidaristico e sociale.

A riprova il fitto calendario approntato in occasione del decennale, che prevede tra i tanti eventi: il “Concerto Operistico” eseguito dall’Orchestra diretta dal Maestro Trematore, presso la Parrocchia B.V.M. dell’Altomare; la “Giornata Rustica”, ras-segna culinaria alla riscoperta dei piatti tipici dimenticati della tradizione ortese; ed infine “il Pranzo Sociale” che radunerà i numerosi soci e simpatizzanti, il prossimo 17 maggio.

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- Il Progetto “DifferenziAMO” incontra gli alunni del 1° Circolo di Orta Nova.

Il mese di febbraio scorso, noi alunni del 1° Circolo ci siamo riuniti, a turno, nella sala teatro della scuola, per un corso indetto dall’azienda S.I.A. (SERVIZIO IGIENE AM-BIENTALE) FG/4 del Comune di San Fer-dinando di Puglia, finalizzato a sensibilizzare noi piccoli cittadini di Orta Nova, verso la creazione di una cultura e di una educazione ambientale basata sull’importanza della rac-colta differenziata e del riciclaggio. Abbiamo compreso che il cittadino avrà, a riguardo, un ruolo chiave poiché collaborerà alla cor-retta separazione domestica e non dei rifiuti, al fine di realizzare un regolare funzionamen-to dell’intero sistema di raccolta e di recupero dei materiali.Il bacino FG/4 è l’ambito ter-ritoriale ottimale individuato dalla Regione Puglia per la gestione unitaria dei rifiuti nei nove Comuni di Carapelle - Cerignola - Mar-gherita di Savoia - Ordona - Orta Nova - San Ferdinando di Puglia - Stornara - Stor-narella - Trinitapoli. Il Consorzio Igiene Am-bientale (C.I.A.) Bacino FG/4 è stato costi-tuito nel 1998. La S.I.A. si impegna alla continua collaborazione con tutte le parti coinvolte e ad una continua sensibilizzazione, sia di Enti direttamente coinvolti che dei cittadini, sui temi del rispetto dell’ambiente per mezzo di una corretta gestione dei rifiuti, adottando tecnologie d’avanguardia testate, a basso impatto ambientale.Abbiamo com-preso che i rifiuti rappresentano un grande problema perché inquinano l’ambiente e se ne producono ogni anno sempre di più.Essi si distinguono in: - RIFIUTI RICICLABILI (carta-legno-vetro-plastica-alluminio-imballaggi metallici); - RIFIUTI DA DISCA-RICA (tutto ciò che non appartiene alla ca-tegoria dei riciclabili, pericolosi e ingombran-ti); - RIFIUTI INGOMBRANTI (vecchi elettrodomestici o mobili); - RIFIUTI UR- BANI PERICOLOSI (medicinali scaduti-pile esauste); questi ultimi contengono so-stanze tossiche. È stato interessante venire a conoscenza che: tutte le caffettiere prodotte in Italia (7 milioni di unità) sono in alluminio

riciclato; - con 20 bottiglie di plastica si confeziona una felpa in pile (pronuncia: pail); - il 60% delle bottiglie che utilizziamo è realizzato con vetro ricilicato; - il 100% delle scatole per prodotti più fragili e voluminosi sono in cartone riciclato; - per produrre 1.000 kg. di carta da cellulosa sono necessari 4,5 tronchi, circa 6000 kWh di energia elettrica e fino a 4.000.000 di litri di acqua; invece, per produrre lo stesso quantitativo di carta riciclata sono necessari 2.750 kWh di energia elettrica e un massimo di 1800 litri di acqua e non si abbattono alberi. Anche gli scarti della nostra cucina sono riciclabili e prendono il nome “umido” oppure di “frazione organica”; da essi è possibile ottenere il co-siddetto “compost”, ossia concime naturale per le piante. È bene ricordare che l’olio di scarto della frittura deve essere gettato negli appositi contenitori verdi, messi a disposi-zione dai Comuni, in alcune vie, poiché un solo litro può inquinare un intero campo di calcio! Abbiamo appreso che, quando dob-biamo disfarci di rifiuti ingombranti, dob-biamo chiamare il Servizio Ritiro Ingombranti al Numero Verde istituito dal Comune.In termini matematici: I RIFIUTI SI MOLTI-PLICANO DIVIDILI FAI LA DIFFEREN-ZA. Con tale incontro noi bambini siamo stati sensibilizzati verso comportamenti più responsabili per la salvaguardia dell’ambiente, diventando veicolo di informazioni, in grado di trasmettere, anche ai più grandi, modelli virtuosi, come quello di una corretta raccolta differenziata dei rifiuti. Auspichiamo, per-tanto, che uno degli obiettivi prioritari della nostra amministrazione comunale sia che anche la nostra città possa essere dotata di un efficace e funzionale servizio di raccolta differenziata dei rifiuti, al fine di portare il nostro Comune verso la definizione di “Comune virtuoso”, come lo è già quello di San Ferdinando di Puglia che, dal marzo 2013, ha avviato la raccolta “porta a porta”, attraverso gli operatori ecologici della S.I.A. FG/4, portando ad una sensibile riduzione della tassa sui rifiuti pagata dai cittadini.Ci auguriamo tanto di vivere in una città più

pulita, più rispettosa dell’ambiente e più sana, con l’impegno di tutti, a iniziare da noi pic-coli.Due antichi proverbi, che dovrebbero accompagnare il nostro percorso di vita, re-citano così: “Trattiamo bene la Terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”.

(Proverbio Masai)“ Solo quando l’ultimo fiume sarà prosciugato, quando l’ultimo al-bero sarà abbattuto, quando l’ultimo animale sarà ucciso, solo allora capirete che il denaro non si mangia.” (Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota) Sono doverosi i ringraziamenti alla Dirigente Scolastica dott.ssa Margherita Pal-ma e ai referenti S.I.A. e ai nostri insegnanti che ci hanno offerto tale preziosa opportunità.

Gli alunni della classe IV B

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Fino all’anno scorso, quando venivo ad Orta Nova, dopo una breve sosta al Bar Annese, per salutare Pasqualino, mi spin-gevo a piedi fin quasi al termine del Corso Aldo Moro per incontrare i miei amici Fran-co Simone, Antonio Lamanna e Pasquale Gaeta nella Farmacia agricola gestita da quest’ultimo. Da un anno a questa parte, però, l’incontro avviene presso il capannone di Pasquale, situato a qualche centinaio di metri dal paese, sulla strada per Storna-rella. Vengo abbastanza spesso ad Orta, approfittando della gentilezza del dottor Domenico Fallucchi, oculista, che presta servizio presso il poliambulatorio e che viene una volta alla settimana, generalmente il giovedì. La cosa conviene a lui, perché non viaggia solo enon si annoia e a me, che in tal modo ho la possibilità di trascor-rere qualche ora con i miei amici mentre egli visita i pazienti. La convenienza poi si trasforma in piacere quando (e questo si verifica spesso) Pasquale regala un bidoncino del suo vino a ciascuno di noi o Antonio due buste (sempre una per ciascuno) piena degli ortaggi tagliati di fresco nel suo orto. Dal canto mio, non vado mai via da Orta Nova senza essere passato per il Forno di Caricone (in Via Mazzini) per fare il pieno di pane ortese, che offro anche al dottor Fallucchi, il quale, ormai inna-moratosi dei prodotti tipici ortesi, li propaganda in Sannicandro e negli altri Comuni nei quali presta servizio. L’ultima volta che sono tornato a Orta risale a un paio di settimane fa. Nel capannone le oltre venti ragazze e molti giovani erano febbrilmente al lavoro, per pulire, rivestire di pellicole trasparenti e chiudere nelle cassette i broccoletti scaricati dai camions che fa-cevano la spola dai campi nei quali veni- vano tagliati, mentre altri camions frigori-fero passavano sulla pesa prima di iniziare il lungo viaggio verso i mercati di desti-nazione. A questo fervore di attività faceva contrasto la quiete e l’assenza pressoché totale di rumori dello studio annesso al capannone. Qui solamente Gustavo (socio di Pasquale e contabile) era in attività da-vanti al computer, che lasciava soltanto per effettuare le “pesate” dei camions in arrivo e in partenza. Posata su un angolo della scrivania, una radiolina col volume abbassato diffondeva nella stanza il flusso di musica e di notizie dei “giornale radio” che si susseguono ogni mezz’ora. Guardavo Gustavo, che lavorava al computer e ascol-tava la radio e pensavo a me che, di solito, nel pomeriggio, ascolto la radio e sto su Facebook. Dalla prima mi arriva il flusso

di notizie, quasi tutte scoraggianti, sulla crisi economica, sulle alluvioni in corso, sulle stragi terroristiche, su efferati delitti; dallo schermo del computer mi arriva, in-vece, il flusso rassicurante di foto ricordo, foto recenti, battute di spirito, scambi di auguri, qualche riflessione intelligente, qual-che pensiero profondo spesso preso in pre-stito. Il mondo reale descritto dalla Radio e quello virtuale proposto da Facebook non sono però paralleli e incomunicabili fra loro. Lo dimostra il fatto che noi uscia- mo facilmente dal primo ed entriamo nel secondo per concederci un momento di relax e ciò contribuisce al nostro equilibrio interiore. Il mondo virtuale di Facebook ha criteri di valutazione che debbono farci riflettere, perché sono indicativi dello spirito col quale ci si accosta ai messaggi che

vengono pubblicati. Alberto Sordi in un suo celebre film interpreta un posteggiatore abusivo che aiuta nelle manovre gli auto-mobilisti dicendo loro: “Vieni avanti, dotto’!” Al suo complice che lo rimprovera: “Ma sei sicuro che quel cliente sia vera-mente un dottore?”, l’Albertone nazionale risponde sornione: “A Romole’, in Italia un “Dotto’” non si nega a nessuno”. Con l’avvento di Facebook un “Mi piace” non si nega a nessuno, esattamente come il “dotto’” di Alberto Sordi e lo si clicca, ritengo, più per esprimere la simpatia verso l’amico che per l’apprezzamento del con-tenuto, spesso banale, melenso, risibile. Certamente la formazione scientifica acui-sce la mia naturale curiosità e così, la set-timana scorsa, ho speso un po’ di tempo a scorrere la pagina generale di Facebook, contando la distribuzione dei “Mi piace” e degli allegati commenti. La foto di un asinello ne aveva totalizzati, fino a quel

momento 84, un cane 78, un gatto 72, un “ruoto con lampascioni e patate” 64, un’allegra tavolata 56, un vicolo del centro storico 48, una citazione di V. Hugo 4, due versi di Shakespeare 3, un pensiero di S. Agostino 3, una considerazione di Primo Levi 2. Cesare Pavese scrisse “lavorare stanca”. Mi sembra che stanchi soprattutto pensare!

Poi, di colpo, avevo abbandonato quelle riflessioni, ero tornato alla realtà dello stu-diolo nel quale mi trovavo e mi ero detto che, considerato che tutti gli altri, da Gu-stavo agli oltre quaranta operai presenti nel capannone, stavano lavorando, anche noi quattro dovevamo fare altrettanto, sia pure impegnando la memoria invece che le braccia, per rievocare persone, fatti, aned-doti, risalenti a pochi giorni prima o a molti

anni addietro o semplicemente per raccontare barzellette ori-ginali o ascoltate per la strada o nei luoghi di lavoro. In più io mettevo il lavoro materiale di stenografo, poiché prendevo appunti mentre i miei amici, a turno, raccontavano le loro storie. Avevo cominciato io, raccon-tando un aneddoto vero del quale ero stato protagonista. Eccolo.

Il rosso della copertina Il 31 ottobre scorso c’è stata la “rimpatriata” degli alunni della V A del Liceo Scientifico di San Severo maturati nel 1970, alla quale ho partecipato in qualità di loro insegnante. Fra essi c’era anche il neurologo Pino Ma-scolo, professore all’Università di Siena, il più bravo della classe che, durante il pranzo, ha ri-cordato un episodio relativo proprio al 1970.

Avevo appena finito di stampare la di-spensa di Chimica alla quale, in mancanza di cartoncino verde (il colore della Chimi-ca), la tipografia aveva incollato una co-pertina rosso fuoco.

Pino l’aveva voluta ugualmente, per usarla all’Università e mi aveva chiesto di firmarla, ma io avevo fatto di più. Per stimolarlo a guardare anche oltre i libri, sui quali egli trascorreva, praticamente, tutte le giornate, avevo scritto: “Caro Pino, non confondere il rosso di questa copertina col rosso delle labbra di una donna!”. Al termine del racconto, Pino aveva aggiunto sorridendo: “Prof, io ho seguito il suo con-siglio e oggi sono un marito, un padre e un nonno felicissimo!”.

Era poi intervenuto Antonio per rac-contare due “disavventure” di San Pietro, inventate, e un episodio realmente accaduto alcuni anni fa.

(Continua 1)

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frattempo si è pensato di costruire un auditorium che resterà una cattedrale nel deserto, quando in-vece si sarebbe potuto investire su di una struttura che ospitava ben tre squadre di calcio”. All’appello di Tarantino si uniscono anche i presidenti della Carapellese e dell’Atletico Carapelle, che con la prima squadra potrebbero salutare Carapelle. Quest’anno infatti l’Atletico ha disputato il campionato di Seconda al Don Uva di Foggia, mentre la prima squadra gioca da tre anni ad Ordona, stesso destino potrebbe toccare alla Carapellese.

“In tanti hanno bussato alla nostra porta per chiedere di fare calcio in altre città, ma ho sempre voluto fare calcio nella mia Carapelle - confida infine il presidente Tarantino - ma se la situazione non cam-bia noi, l’Atletico e la Carapellese saremo costretti a dire addio alla nostra amata città, che non ci permette di fare calcio come avremmo voluto”.

impediscono l’autorizzazione a giocare in casa le gare ufficiali. “Al termine del campionato di tre anni fa ricordo la pro-messa dell’allora sindaco Alfonso Palom-ba, che ci promise che entro Settembre di quell’anno sarebbero stati ultimati i lavori - confessa Tarantino - ma da allora nessun lavoro è stato effettuato, abbiamo giocato tre campionati ad Ordona e nel

Esattamente tre anni dopo la storica vittoria del campionato di Prima Categoria con il salto in promozione, la società del presi-dente Mariano Tarantino potrebbe aver salutato definitivamente la cittadina dei Reali Siti. Spesso il patron della formazione rossoblu aveva rimarcato il senso di ab-bandono totale nei confronti della squadra, ed in particolare i tanti problemi che affliggono il comunale di Carapelle, problemi che hanno impedito ai rossoblu di disputare in casa, le gare nelle prime tre stagioni in promozione, ma nella giornata di ieri la situazione è peggiorata a seguito di un atto compiuto presso la struttura comunale. Ignoti avrebbero in-fatti rubato il motorino dell’autoclave, un furto compiuto senza aver lasciato alcuna traccia sulle porte o agli ingressi al campo. Un nuovo problema che si aggiunge ai fari dell’illuminazione da tempo fulminati, e ai tanti problemi che

Si è svolto presso il “Mediterrraneo Village” di Taranto il campionato regio-nale di nuoto sincronizzato.

Il primo evento sportivo primaverile regionale con la partecipazione delle so-cietà pugliesi. A rappresentare Foggia e la sua provincia l'As.so.ri Onlus, capi-tanata dalle istruttrici Floriana De Vivo

e Federica Pellicano. Le prime atlete a scendere in vasca quelle della categoria Esordienti “B” dove le ragazze foggiane, Roberta Di Biase e Sofia Sollazzo, hanno conquistato una ottima medaglia di bron-zo classificandosi seconde nel duo-sincro, precedute dalle atlete della G.P. Di Mo-dugno (Ba), e davanti alle due atlete del Water-Polo di Bari.

Nelle gare di singolo categoria esor-dienti “A” la giovanissima Carmen

D'Andrilli ha ottenuto un brillantissimo secondo posto preceduta e precedendo altre due atlete dell'A. Emme di Lecce.

Infine si è svolta la gara-sincro cate-goria Esordienti “A” con Carmen D'Andrilli e Maria Chiara Mallardo otte-nendo un incoraggiante 5° posto.

Archiviata la fase regionale il prossimo appuntamento e a Civitavecchia dal 22 al 24 maggio 2015 con il campionato na-zionale.

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Un “vivaio” di idee che offre a tutta la comunità, di germogliare in uno spazio aperto al dialogo e al confronto.

L’idea nasce da un concorso proposto dalla catena Oviesse in sinergia con la Peggy Gug-genheim di Venezia, rivolto alle scuole Pri-marie di tutta l’Italia, mirato a rappresentare le regioni, all’importante esposizione universale che si svolgerà nel capoluogo lombardo.

Il progetto intreccia arte e creatività con importanti tematiche: l’ecologia, l’agricoltura e la sana alimentazione.

Gli alunni del 2° Circolo, attraverso la dotazione di dodici sementi, hanno avuto modo di realizzare un orto, osservare i tempi e le modalità di semina e di crescita dei vegetali per conoscere le proprietà specifiche di alcuni tipi di piante.

Tutti gli interventi, realizzati e documentati attraverso scatti fotografici, verranno esposti negli spazi previsti per la Puglia, nel Padiglione Italia, per tutta la durata dell’EXPO.

Un’idea che premia e promuove i pugliesi e il territorio.

La programmazione di tale progetto nasce dal desiderio di recuperare le tradizioni, legati alla magia di cose semplici per confrontarle con altre culture, presenti nel nostro territorio.

L’idea progettuale sarà realizzata dagli alunni delle classi IV del 2° Circolo Didattico, che produrranno un libro di fiabe ambientate nel città di Orta Nova. Un mondo al quale il libro rimanda, invitando i piccoli alla ricerca delle radici, all’interesse della storia locale, per arricchirsi di usi e costumi, proverbi… leggende e parole ormai perdute.

Anche quest'anno ritorna con la primavera la manifestazione nazionale più partecipata di Legambiente, rivolta a chi frequenta la scuola e a tutti coloro che la amano. Non tutti hanno un giardino a scuola, ma chi lo possiede, ha una grande risorsa, che va va-lorizzata. Molto spesso i giardini scolastici sono considerati l’anticamera dell’ingresso scolastico, ed è proprio questo che ha spinto gli alunni del 2° Circolo Didattico a progettare e gestire con cura, splendide e colorate aiuole fiorite. Ragazzi, insegnanti, genitori  ed enti presenti sul territorio hanno accolto l'invito del 2° Circolo Didattico in via A. Scarabino a vivere una giornata splendida insieme. È stata soprattutto una grande occasione d'incontro e di confronto sui vari temi dell'ambiente. Un evento festoso per rendere più vivibile ed accogliente gli spazi verdi della nostra scuola. La Dirigente Scolastica dott.ssa Margherita Palma ha accolto con entusiasmo questa iniziativa e nel suo saluto si è soffermata sulla valenza educativa che la scuola assume nei confronti di alunni e famiglie. Una scuola che si impegna quoti-dianamente a rendere la società più civile e rispettosa, che insegna alle nuove generazioni

cos'è il “dovere” verso l'ambiente, verso gli altri e verso se stessi. Di grande effetto, sono state le parole pronunciate dal sindaco dott. Tarantino che ha espresso la sua gratitudine verso tutto il corpo docente, mentre prendeva per mano i bambini e li invitava a formare un grande girotondo. Oggi  l'intero cortile si è trasformato in un “allegro giardino fiorito”; a ritmo di musica, mentre i bambini delle classi quarte alzavano variopinti pon-pon, tutti insieme  cantavamo: “Noi siamo ... la compagnia della piccola ecologia ...... voglia-mo un mondo bello ..... che più bello faremo noi.....” e noi speriamo che la fantasia dei bambini possa trasformarsi in una bella realtà. 

Questione di accentoLo spazio di riflessione che vorrei aprire per

inaugurare questa rubrica ha a che fare metaforica-mente con il senso che può avere interessarsi di psicologia. Nel comprendere appieno ciò che accade ad una persona nelle più disparate circostanze della vita infatti è necessario spostare l'accento da quello che oggettivamente accade fuori dall'individuo a quello che gli accade dentro. Sembrano discorsi astratti invece il cambiamento di prospettiva è no-tevole. Facciamo un esempio. Capita di sentire rac-conti di genitori e insegnanti disperati perché un bimbo ha difficoltà a scuola. Magari si distrae spesso in classe, discute con i compagni, oppure non fa i compiti a casa o risulta fastidioso perché non rispetta le regole e rende quindi difficile agli insegnanti svolgere il lavoro in classe; questi sono i fatti che oggettivamente è possibile osservare. Il bimbo allora ai nostri occhi diventa svogliato, maleducato, sfaticato, difficile da gestire. L'adulto rimane convinto che questo suo atteggiamento gli precluderà la possibilità

di fare una buona esperienza a scuola ovvero la possibilità di portare dentro di se i vantaggi che derivano dalle abilitá che il percorso scolastico può alimentare e che possono essere utili nella vita adulta (rispettare le regole, saper convivere con gli altri, imparare a leggere, scrivere correttamente, imparate a riflettere sulle cose). Quando un adulto si confronta con bambini che hanno problemi scolastici di fre-quente l'istinto è quello di collocarsi in una dimensione in cui si giudica il bimbo come mancante di qualcosa, alle volte come volontariamente deciso a non fare ciò che invece può e deve. Il rischio spesso è quello di insistere facendogli sempre le stesse richieste: "Non alzarti. Non si fa. Studia. Non chiacchierare. La matematica è importante. Fai i compiti." Se ci riflettiamo però in questo modo continuiamo a chie-dere al bambino una cosa che, per chissà quale mo-tivo, lui non sa tirare fuori da se stesso come invece riescono a fare gli altri. In questo caso l'attenzione, l'accento quindi, è spostato su come si sente un adulto che si confronta con un bambino. Lo si giudica in

reazione alla frustrazione di non vederlo stare al mondo per come noi vorremmo o ci aspettavamo che avrebbe fatto. Una icona dell'immaginario comune che riporta alla mente il “personaggio” del bimbo svogliato è Pinocchio. Riflettendoci, in fondo, questo povero ciocco di legno ritrovatosi da un momento all'altro ad essere bambino come poteva apprezzare e star bene nei panni di uno scolaro senza aver prima giocato, sperimentato il mondo, il suo essere amato da Geppetto e dalla Fata Turchina senza prima aver fatto il suo bel pezzo di strada con alle spalle un contesto famigliare sereno e affettivamente appagante? Come poteva dare ascolto al Grillo Parlante se prima non aveva fatto altre buone esperienze di relazioni in cui le regole avevano un senso che lui aveva potuto far proprio? Se anche per Pinocchio qualcuno si fosse preso la briga di spostare l'accento dalla ramanzina ad una riflessione più "psicologica" forse il povero Grillo si sarebbe potuto salvare! (continua1)

Se volete segnalare un argomento da affrontare in questa rubrica potete scrivere a

[email protected]*Psicologa-Psicodiagnosta-Psicoterapeuta

ad orientamento psicoanalitico informazione

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IL TRAPASSO

È notte,la tua animaabbandona il tuo corpo.Lo sgomento ci assale.Oh! Tu Guida,esaudisci l’ultimo suo desiderio:scalare montagne altissimeeammirare oceani infiniti.Affinché il suo spirito liberopossa esiliarsi in un vorticesenza fine,senza mai piùcoinvolgersiin passioni terrene.Fa’che possa seguire i tuoi passisenza mai caderenell’impervio cammino.Tienilo per manoeguidalo là dovela grande luce èperpetua e la pace è Divina.

Giuseppe Maggio

A DIO

Grande è la mia fedeper ogni giorno sereno e pieno di affetti,infido e malevoloil fluire del tempoper legge stabilita e accetta.

Ho superato negli anniasperità inaspettate,difficoltà e contrasti,

dolori acuti,da ferire l’anima.

Con coraggio, Signore,ti chiedo di vivereper poter ancora amare e gioire:

La cattiveria gratuitami rattristae mi fa pensarealla tua Passione, Signore.

da “Rivolgendosi all’assoluto”Rocchina Morgese

FRANGAR NON FLECTAR

Ho scalato montagne impervie.Mi sono difesa da scogli appuntiti,ho avuto qualche spintone,ma non mi sono arresa.Continuo sulla mia stradaSerena e feconda d’affetto:voglio vincere le asprezze, annullare gli odi e i soprusi, cancellare il Maleche sfacciatamente imperae che vuole vittime innocenti.Con l’entusiasmo, la volontà, il lavoro,la gioia, tutto s’infrangeràe l’arcobaleno della paceattraverserà felice il cieloche improvvisamente diventerà azzurro.Frangar non flectar.

Rocchina Morgese

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