1 Lo Scautismo a Frosinone… un’avventura lunga più 50 anni! La prima tappa del 1924 Non si può parlare del Gruppo Scout Frosinone 1°, della sua storia, della sua evoluzione, senza fare riferimento alla vicenda dello Scoutismo frusinate nel suo complesso, dagli esordi fino ai nostri giorni, senza fare neanche un accenno alle persone, tante, che hanno costruito questa storia, che hanno consentito di passare dal piccolo seme messo a germinare 80 anni fa e che ora è diventato un robusto albero che, ci auguriamo, possa portare ulteriori frutti. A quelli che hanno seminato, a quelli che sono ancora in viaggio auguriamo: BUONA CACCIA !!! La storia dello scoutismo frusinate è fatta essenzialmente di due tappe: la prima vede il nascere del movimento scout presso l’oratorio San Gerardo, dove l’ASCI (Associazione scoutistica cattolica italiana) portò, con la novità e la vivacità delle sue attività, un certo turbamento nella vita silenziosa e raccolta dei Padri Redentoristi custodi del Santuario della Madonna delle Grazie. Eravamo nel 1924 e, su iniziativa del Direttore dell’oratorio, padre Luigi Moretti, si fondò il primo Riparto di Esploratori Cattolici, con capo riparto Ettore Papetti ed AE (assistente ecclesiastico) lo stesso Padre Moretti. Alfio Trombetta Capo Riparto del gruppo Roma 28 tenne corsi di addestramento. Il Padre Moretti invitò le famiglie della città ad iscrivere i loro figli con una lettera in cui rimarcava l’efficacia del Metodo Scout ed i suoi sorprendenti risultati “… con la divisa sembra che i giovani indossino bontà, serietà, docilità, prontezza ed esattezza nei doveri cristiani, familiari e sociali; essi irrobustiscono il fisico a contatto con la natura e si preparano alla vita”. Finalmente i ragazzi ed i giovani di Frosinone trovarono un luogo e degli amici dove trascorrere piacevolmente e proficuamente il tempo libero. E molti furono quelli che raccolsero l’invito. Fra loro Alberto Rondoni ed Antonio De Bernardis, ancora viventi. Le cronache del tempo ci dicono che l’inaugurazione del primo Riparto avvenne il 21 Settembre, festa di San Gerardo, con la partecipazione degli Scouts alle funzioni religiose, alle esercitazioni scouts alla presenza dei familiari, delle autorità civili e con la lettura dei telegrammi del Papa e del Re. Il “Corriere d’Italia” (24.11.1924) e la stampa locale pubblicarono ampi servizi sulla manifestazione. Il Riparto Scout, cui presto si aggiunse anche il Branco dei lupetti, sotto la vigile cura del Padre Moretti e dei Capi Scouts, era costantemente impegnato nelle molteplici attività educative e nella vita all’aperto. Diversi furono i campi scouts effettuati a Costapagliarola (Arpino), al lago di Posta Fibreno, a Scifelli di Veroli.
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Lo Scautismo a Frosinone… un’avventura lunga più 50 anni! · Lo Scautismo a Frosinone ... tutti gli scouts si recarono in chiesa per assistere ... Tra i primi ragazzi che aderirono
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Lo Scautismo a Frosinone…
un’avventura lunga più 50 anni!
La prima tappa del 1924
Non si può parlare del Gruppo Scout Frosinone 1°, della sua storia, della sua evoluzione, senza
fare riferimento alla vicenda dello Scoutismo frusinate nel suo complesso, dagli esordi fino ai
nostri giorni, senza fare neanche un accenno alle persone, tante, che hanno costruito questa
storia, che hanno consentito di passare dal piccolo seme messo a germinare 80 anni fa e che ora
è diventato un robusto albero che, ci auguriamo, possa portare ulteriori frutti.
A quelli che hanno seminato, a quelli che sono ancora in viaggio auguriamo:
BUONA CACCIA !!! La storia dello scoutismo frusinate è fatta essenzialmente di due tappe: la prima vede il nascere
del movimento scout presso l’oratorio San Gerardo, dove l’ASCI (Associazione scoutistica
cattolica italiana) portò, con la novità e la vivacità delle sue attività, un certo turbamento nella
vita silenziosa e raccolta dei Padri Redentoristi custodi del Santuario della Madonna delle
Grazie.
Eravamo nel 1924 e, su iniziativa del Direttore dell’oratorio, padre Luigi Moretti, si fondò il
primo Riparto di Esploratori Cattolici, con capo riparto Ettore Papetti ed AE (assistente
ecclesiastico) lo stesso Padre Moretti. Alfio Trombetta Capo Riparto del gruppo Roma 28 tenne
corsi di addestramento.
Il Padre Moretti invitò le famiglie della città ad iscrivere i loro figli con una lettera in cui
rimarcava l’efficacia del Metodo Scout ed i suoi sorprendenti risultati “… con la divisa sembra
che i giovani indossino bontà, serietà, docilità, prontezza ed esattezza nei doveri cristiani,
familiari e sociali; essi irrobustiscono il fisico a contatto con la natura e si preparano alla vita”.
Finalmente i ragazzi ed i giovani di Frosinone trovarono un luogo e degli amici dove trascorrere
piacevolmente e proficuamente il tempo libero. E molti furono quelli che raccolsero l’invito.
Fra loro Alberto Rondoni ed Antonio De Bernardis, ancora viventi.
Le cronache del tempo ci dicono che l’inaugurazione del primo Riparto avvenne il 21
Settembre, festa di San Gerardo, con la partecipazione degli Scouts alle funzioni religiose, alle
esercitazioni scouts alla presenza dei familiari, delle autorità civili e con la lettura dei
telegrammi del Papa e del Re.
Il “Corriere d’Italia” (24.11.1924) e la stampa locale pubblicarono ampi servizi sulla
manifestazione.
Il Riparto Scout, cui presto si aggiunse anche il Branco dei lupetti, sotto la vigile cura del Padre
Moretti e dei Capi Scouts, era costantemente impegnato nelle molteplici attività educative e
nella vita all’aperto.
Diversi furono i campi scouts effettuati a Costapagliarola (Arpino), al lago di Posta Fibreno, a
Scifelli di Veroli.
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Di fronte al plauso della cittadinanza, una doccia fredda spense gli entusiasmi: un Decreto
Prefettizio emanato il 30 marzo 1928, in ottemperanza alle disposizioni emanate dal governo
fascista, sciolse i gruppi scouts cattolici e, di conseguenza, anche il nostro gruppo.
L’ordine fu accolto con “profondo silenzio misto a lacrime”.
Il giorno dopo l’emanazione del decreto, tutti gli scouts si recarono in chiesa per assistere alla
santa Messa e ricevere la comunione nella certezza di risorgere, un giorno, a nuova vita.
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La seconda tappa dal 1953
La seconda tappa della storia dello scoutismo a Frosinone inizia nel 1953, quando dopo la
parentesi della soppressione, un gruppo di persone che avevano avuto esperienze scout pensò
che fosse giunto il momento di far rinascere lo scoutismo in città.
Fu così che per iniziativa del Sig. Pietro Negro, del Sig. Carlo Compagnucci, che era stato scout
a Roma prima della soppressione del 1928, di Giuseppe Cannata, scout proveniente da Viterbo,
e del parroco di Santa Maria Assunta don Luigi Minotti, si organizzò il primo nucleo di quello
che poi sarebbe diventato il Riparto Stella Polare del gruppo Frosinone 1°.
Tra i primi ragazzi che aderirono al nascente riparto sono da ricordare Giulio Compagnucci,
Italo Chiappini, Adalberto Conte, Antonio Scalera, Gino Maiello, Alberto Ferrari, Enzo Patrizi
e Giuseppe Tecchia.
Le prime attività all’aperto si svolsero nel parco della Villa De Matthaeis nel centro storico, e
nelle zone rurali adiacenti alla città.
Nella seconda metà di Luglio sempre del 1953, un gruppetto di novizi accompagnato da Don
Luigi Minotti, servendosi di un furgone militare (Dodge) guidato da Memmo Colasanti e messo
a disposizione dalla Parrocchia della S.S.ma Annunziata, si recò a Trisulti in gita per quella che
può essere considerata la prima Uscita ufficiale del nascente Riparto.
Anche per metterci in uniforme scout noi, allora ragazzi, dovemmo all’inizio arrangiarci,
aguzzare l’ingegno e superare molte difficoltà.
In un primo tempo provvedemmo con pantaloni e calzettoni di fortuna e con vecchie camicie
militari comprate al mercato dell’usato.
Solo successivamente fu dato incarico ad una sarta di confezionare per tutti l’uniforme.
Per il cappellone, il capo di vestiario più caratteristico ed ambito, fummo fortunati: con grandi
sacrifici e risparmi riuscimmo a comperarli presso la Cooperativa Scout di Roma.
Il cappellone ci sembrava un elemento così caratteristico dello scoutismo da non poterne fare a
meno “ nudi…ma col cappellone” avrebbe potuto essere uno slogan scout di quei tempi quasi
eroici.
Le cose, intanto, andavano maturando tanto che il 6 Gennaio 1954 alcuni novizi e precisamente
Giulio Compagnucci, Italo Chiappini ed Antonio Scalera pronunciarono, in una cerimonia assai
coinvolgente, la loro Promessa Scout.
L’11 Aprile dello stesso anno altri novizi (Giancarlo Giancarli, Enzo Patrizi, Gino Macello,
Giuseppe Tecchia, Alberto Patrizi, Mario Cerbara, Mario Rabbia, Mario Caruso, Mario
Chiappini, Alvaro Damiani e Alberto Ferrari) si aggiunsero al nucleo storico di scouts,
pronunciando la Promessa.
Lo scoutismo che progressivamente ci veniva trasmesso sosteneva di essere un metodo
educativo capace di “formare le qualità del buon cittadino e del buon cristiano per mezzo della
vita all’aperto” e perciò noi cercavamo di organizzare più Uscite possibili e con qualsiasi tempo.
Questo prorompere degli scouts in città, nei paesi vicini e un po’ ovunque, suscitò più di
qualche commento salace e spesso fu motivo di beffeggiamenti (a causa della novità della divisa
e del nostro operare), che però non ci turbavano più di tanto.
Anzi le critiche non solo non ci preoccuparono, ma ci spinsero ad allacciare rapporti con gruppi
scouts di Roma (Roma 23) e gruppi spontanei di ragazzi dei paesi vicini, con i quali avremmo
con entusiasmo fatta tanta strada: un strada lunga fino ad oggi.
Il Riparto Stella Polare, nel Luglio 1954, ad appena un anno dalla sua fondazione fu in grado di
organizzare il primo Campo Estivo, partecipando nientemeno che al V Campo Nazionale
ASCI, che si svolse in Val Fondillo in pieno Parco Nazionale d’Abruzzo dal 18 al 25 Luglio ed
al quale parteciparono circa 3000 scouts e rappresentanze estere.
Con alcuni teli mimetici comperati al mercato dell’usato costruimmo le nostre prime tende ed
affrontammo i temporali più violenti. Per giaciglio usavamo fodere di materassi riempiti di
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paglia. Il nostro Riparto composto dalle squadriglie Lupi ed Aquile, per un totale di 12 elementi
più il CR. Giuseppe Cannata e l’AE Don Luigi Minotti, fu sistemato nel sottocampo dell’Acqua
Sfranatara.
Il campo nazionale fu per noi vero battesimo della vita all’aperto, fu un’ esperienza unica e non
cancellabile, dal momento in cui caricammo sulle spalle il pesante zaino, un’esperienza piena
di imprevisti, di sorprese, di gare combattute, di inebrianti vittorie conquistate. E tutto questo in
un ambiente che non era quello banale della città, ma quello vero della natura.
Quella del V Campo Nazionale fu per noi un’avventura fatta di sole cocente, di piogge
improvvise, di vette conquistate, di notti stellate che respirano l’ Onnipotenza di Dio.
Allora noi imparammo che gli Scouts veri sanno che un campo, specialmente se vissuto in
montagna, è scuola di vita, che gli ostacoli sono tanti ed, in ogni momento, la giornata è dura.
Quanti i momenti indimenticabili: le escursioni al Monte Amaro (mt. 1840 ), al Monte Dubbio
(mt.1600), il Grande Gioco tra i Sioux e il generale Custer, i momenti di preghiera
comunitaria… E come dimenticare i tre giorni di piogge improvvise ed incessanti che ebbero la
meglio sulle nostre difese, costringendoci a sloggiare dalle nostre tende improvvisate ed a
ricevere ospitalità nelle tende più sicure e comode degli scouts del Messina 13°, lo stesso
Riparto di Antonello (non il pittore) cugino del nostro CR. Peppino.
Il 1955 segna un’altra tappa importante per il nostro Riparto: la Registrazione Ufficiale, con il
numero 523, del nostro Gruppo nell’A.S.C.I., così come si rileva dalla rivista ufficiale
dell’ASCI “Estote Parati” numero 1 del 1955.
Sempre nel 1955 si hanno i primi Passaggi di Classe ed i primi Brevetti di Specialità, tappe
importanti per uno scout nel Sentiero dell’Esploratore.
Il Campo Estivo del 1955 si svolse a Trisulti, dal 9 al 22 Luglio, con la partecipazione di 18
scouts effettivi.
La foto storica della partenza per il Campo ci ricorda che il mezzo di trasporto era un camion,
con sponde laterali ma senza copertura, sul quale si caricavano sia i materiali che le persone.
La foto mostra anche la presenza di molti genitori intervenuti per salutare i figli alla partenza.
Il Campo di Trisulti vide il miglioramento delle attrezzature da campo: alle tende confezionate
con i soliti teli mimetici sorretti da bastoni improvvisati si aggiunsero due tende Mottarone più
solide e soprattutto con una tenuta migliore.
La festa di San Giorgio, Patrono degli Scouts, fu celebrata nel 1956 con una cerimonia
importante nelle sede di Riparto, alla quale partecipò il Commissario Regionale del Lazio,
Hermann Giannuzzi che, oltre ad intrattenere i genitori degli scouts con una chiacchierata sul
Metodo, si congratulò con i capi per l’ottimo livello organizzativo e ed i risultati educativi
ottenuti, in così breve tempo, dal Riparto Stella Polare.
Il numero degli scouts nel frattempo era cresciuto tanto che al Campo Estivo tenuto in località
Fiumata di Filettino, dal 6 al 19 Luglio, i partecipanti effettivi furono 22 divisi in 4 squadriglie
quasi tutte complete.
Il 1957 fu un anno assai importante per lo scoutismo in generale e per quello frusinate in
particolare.
Infatti, in quell’anno cadevano due importanti ricorrenze: il centenario della nascita del
Fondatore dello scoutismo, Robert Stephenson Smith Baden Powell (1857) e il cinquantenario
della fondazione dello Scoutismo (1907) in Inghilterra.
Questi due avvenimenti furono la molla che consentì allo scautismo frusinate di fare ulteriori
passi avanti : la nascita di un secondo Riparto Scout, di un primo Branco di Lupetti e di un
Noviziato Rover.
L’anno sia aprì con una novità assoluta: lo svolgimento del Primo Campo Invernale dell’alta sq.
Scoiattoli del Riparto Stella Polare FR.1° sulle nevi del Monte Terminillo (Rieti).
Il campo, che si svolse dal 2 al 6 Gennaio, vide la partecipazione del CR. Giuseppe Cannata, del
Rover Alberto Partrizi e degli scouts Italo Chiappini, Gino Maiello, Giancarlo Giancarli,
Alberto Ferrari, Giuseppe Tecchia e Gabriele Maniccia.
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Il secondo importante avvenimento dell’anno fu la costituzione di un secondo Riparto scout
presso l’oratorio San Gerardo che, lo ricordiamo, fu il luogo dove in assoluto sorse il primo
Gruppo scout negli anni venti e, come accennato in precedenza, sciolto per effetto del Decreto
fascista del 1928 che aboliva tutte le Associazioni Giovanili che non fossero una emanazione
dell’Azione Cattolica (A.C.).
Di costituire un Riparto scout presso l’Oratorio Madonna delle Grazie, in realtà, se ne era
cominciato a parlare già nel 1954 quando come Direttore dello stesso Oratorio fu nominato il
Padre Antonio Del Grosso C.SS.R. Ma la riorganizzazione dell’intero Oratorio, dopo la
parentesi della guerra e difficoltà varie, consentirono la nascita effettiva del Riparto scout solo
nel 1957, sotto la guida del Rover Piero De Bernardis, che fu Capo Riparto, e di Padre Antonio
Del Grosso, che fu assistente ecclesiastico.
Il Riparto assunse il nome di Centauri ed inizialmente era costituito dalla sola sq. Scoiattoli. Pur
essendo autonomo, entrò a far parte del Gruppo Frosinone 1° e come tale partecipò, insieme al
Riparto Stella Polare, al Campo Estivo del Luglio 1957 (Campo Baden Powell) che si svolse
lungo le rive dl Simbrivio, nel comune di Vallepietra, in località Case Reali dall’ 11 al 24
Luglio con la partecipazione di circa 30 scouts. Lo stesso Riparto effettuò, invece, da solo il
Campo Invernale con Padre Del Grosso presso il Santuario di Oropa (Biella) a mt. 1200 s.l.m.
ospite degli stessi Padri Redentoristi, custodi del Santuario. L’assistenza Religiosa al campo di
Vallepietra fu curata da Don Luigi Minotti, AE del Rip. Stella Polare e da Padre Del Grosso,
AE del Rip. Centauri. Capi Campo furono Peppino Cannata e Piero De Bernardis.
Questo campo estivo si rivelò assai positivo per i due riparti sia sotto l’aspetto tecnico che
formativo. Dopo il campo estivo di Vallepietra altri due fatti importanti segnarono la vita del
gruppo Frosinone1°: la nascita di un GAD e cioè di un gruppo d’arte drammatica Junior,
nell’ambito della filodrammatica Padre Luigi Moretti, composta quasi esclusivamente da scout
del periodo Morettiano (1939) ed il primo Noviziato Rover. L’idea della filodrammatica Junior
nacque da precedenti esperienze di recitazione che alcuni scouts avevano avuto partecipando a
spettacoli organizzati dal GAD degli ex scouts (come “ Il Ceppo di Zì Meo”).
Ricordiamo, per inciso, che tra le tecniche scout l’espressione ha un valore notevole in quanto
essa aiuta ad esprimersi con disinvoltura, controllando l’ emotività ed i propri mezzi espressivi.
La filodrammatica Junior debuttò, con grande successo, esibendosi nell’impegnativo lavoro
“Giovinezza Eroica” un dramma di un autore francese, J. Le Corvel.
La rappresentazione, dedicata a Padre Sisto Vinciguerra, in occasione del 50° della sua
ordinazione sacerdotale, ebbe come interpreti: Gino Maiello, Edmondo Sanchini, Enzo Patrizi,
Carlo e Gabriele Maniccia, Domenico Ferrante, Piero De Bernardis e, unico adulto, Ezio Celani.
Il complesso giovanile scout, per la prima volta agli onori della ribalta, profuse, sotto la
direzione di due consumati attori della filodrammatica Senior, una grande passione
interpretativa, pur nell’economia generale dello spettacolo curato anche da Peppino Capponi
(regista), Mario Originale (suggeritore) e Gigetto Capuani (Scenografo).
Il secondo importante avvenimento dell’anno fu la costituzione del primo Noviziato Rover,
nucleo del futuro Clan Stella Alpina, necessario per assicurare la continuità educativa del
Metodo scout ai primi ragazzi ormai in età rover tra cui Enzo Patrizi e Gino Maiello.
In mancanza di un Maestro dei Novizi (M.D.N.) che potesse garantire una formazione completa,
all’inizio, furono gli stessi novizi rover ad organizzare le prime attività, per quanto la
preparazione, acquisita in precedenza, consentisse loro di fare.
Tale periodo di supplenza, visto con gli occhi e la mente di poi, non dovette essere del tutto
negativo, dato che qualche novizio Rover di quei tempi restò in servizio attivo nello scoutismo
per almeno altri trenta anni.
Ad un certo momento, per rimediare a tale situazione di incompletezza metodologica, Enzo
Patrizi ebbe un’idea: invitare il Sig. Fernando Valchera, parrocchiano di Santa Maria, uomo di
provata fede, di sani principi, amante della montagna (essendo stato tenente degli alpini) nonché
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stimato professionista, a dare un personale contributo formativo in qualità di socio aggregato,
anche non avendo vissuto un’ esperienza scout precedente.
Le attività Rover cominciarono ad avere uno svolgimento regolare sia in sede che all’aperto.
Peppino Cannata continuò a dare il suo contributo anche al nascente Clan.
A titolo di conoscenza riportiamo stralci della cronaca della prima uscita del Noviziato Rover
estratta da un articolo della “Voce di San Gerardo” , periodico del Santuario Madonna delle
Grazie e presente nel “taccuino di marcia “ del N.R. Enzo Patrizi “Un saluto alle famiglie, gli
amici che incontriamo per strada e che ci chiedono spiegazioni per un ora così insolita (le 23,00)
e per lo strano equipaggiamento, ma perché poi strano! Siamo solo in divisa scout, con lo zaino
in spalla e una tenda che ci curva la schiena e non dobbiamo far altro che affrontare una marcia
notturna… All’altezza di S. Antonio apriamo la prima delle buste che, sulla base di dati
topografici ci indicherà il percorso da seguire per arrivare sul terreno del Campo.
Alle ore 24, finalmente, si arriva sul posto indicato sulla carta topografica muta. Ad attenderci
sono Padre A. Del Grosso e Peppino. Piazziamo le tende, suonano le due ma di Gino, l’atro
N.R. che avrebbe dovuto raggiungere lo stesso luogo nessuna notizia, proviamo a cercarlo,
segnaliamo, chiamiamo, beviamo qualcosa di caldo, ma tutto tace. Alle tre dopo il canto della
sera e le preghiere, decidiamo di entrare in tenda. Ma è impossibile dormire, l’abbaiare dei cani
ci impedisce di chiudere occhio. Finalmente giorno! Usciti dalla tenda ci accorgiamo che siamo
circondati da una folla di curiosi: persone e cani. Uno spettacolo imprevisto, un insolito mattinè
domenicale. Alle 9,00 S. Messa a cui seguono colazione, percorso Hèbert chiacchierata sulla
vita rude, una disciplina fisica intesa come reazione alla vita borghese, un mezzo per forgiare
abitudini virili. Alle 13,00 pranzo ed alle 16,00 dopo aver sistemato il materiale e gli zaini
partenza per il ritorno in sede. La strada del ritorno è diversa dalla precedente: è più impervia
perché attraversa sentieri fangosi. E’ strano ma divertente vedere sciare sul fango P. Antonio e
Peppino. Arriviamo in sede alle ore 19,00 e con sorpresa troviamo Gino che ci racconta la sua
involontaria avventura notturna.
Siamo stanchi ma soddisfatti per questa esperienza che segna l’inizio della nostra vita di Clan”.
Il 1958 inizia con il campo invernale di A. Sq effettuato dal 2 al 6 Gennaio in località Le
Campora, a metà tra Guarcino e Campocatino a 1200 m.s.l.m, con la presenza di Peppino
Cannata e di P. Antonio Del Grosso. Oltre all’ Alta sq. del Riparto Stella Polare vi
parteciparono Riccardo Maiello ed i Novizi Rovers.
Nell’Aprile gli scouts celebrarono solennemente la festa del loro Patrono S. Giorgio.
Al mattino S. Messa e nuove promesse nella chiesa di S. Maria Assunta. Nel pomeriggio nei
terreni adiacenti all’Oratorio P. Luigi Moretti (San Gerardo) si organizzò un campo scout con
tende, altare da campo, cucine, alzabandiera, costruzioni fatte in perfetto stile scout.
Si allestì anche una mostra sul Metodo scout, altrimenti nota con il nome di Scoutrama, e su
particolari attività realizzate dagli scouts: botanica, entomologia, geologia, mostra che suscitò
grande interesse da parte dei visitatori.
L’ammaina bandiera, il canto dell’addio e della sera nonché la benedizione dell’assistente
ecclesiastico conclusero la giornata dello “ Scoutismo per tutti”.
Nei due giorni successivi i due Riparti Stella Polare e Centauri effettuarono una Uscita
congiunta con pernottamento in tenda ed attività varie in località vicine.
A questo punto, dopo quattro anni di intense attività, dopo il periodo di rodaggio, le
incomprensioni, le battute salaci, le diffidenze, lo scoutismo aveva ormai conquistato la fiducia
dei frusinati che avevano compreso la validità (scopi e vantaggi) del Metodo scout.
Accanto a queste soddisfazioni incominciarono però anche le prime delusioni e i primi
scoraggiamenti.
Il trasferimento della famiglia Cannata a Roma comportò anche la saltuaria presenza di Peppino
a Frosinone e, di conseguenza, un rallentamento delle attività nelle vita del Gruppo Scout.
Nonostante il C.R. , abitando a Roma, con grandi sacrifici, riuscisse ad assicurare una certa
presenza, si notò un calo di partecipazione alle attività ed una riduzione delle stesse.
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Bisognava al più presto trovare un nuovo Capo. Fu solo grazie alla disponibilità del Rover Enzo
Patrizi che, anche per quell’anno (1958), fu possibile svolgere il Campo Estivo in località
Valleverde (Filettino) dal 19 al 31 Luglio. Al Campo detto “ dell’Obbedienza” parteciparono
solo 8 scouts effettivi del Rip. Stella Polare e gli scouts del Rip. Centauri oltre ad alcuni Rovers.
L’assistenza religiosa fu garantita dalla presenza di P. Antonio Del Grosso e di Don Luigi
Minotti. Alle Olimpiadi si distinsero: la Sq. Falchi del Rip. Centauri che riportò 5 vittorie su 6
gare disputate; Mario Maniccia che raggiunse m.1,35 nel salto in alto, Giancarlo Giancarli
dello Stella Polare che lanciò il peso ad una distanza di m. 11,25.
Di fronte alla stagnazione in atto tutti si resero conto che era necessario un nuovo Capo Riparto
anche se la cosa non appariva di facile soluzione almeno per il momento.
Nel settembre del 1958, dopo vari tentativi, fu ufficialmente costituito presso l’Oratorio P.L.
Moretti il primo Branco di Lupetti del nuovo corso dello scoutismo frusinate. Primo Capo
Branco (Akela) fu Giulio Compagnucci figlio di Carlo cofondatore del Frosinone 1°, primo
A.E. (Baloo) P. Antonio Del Grosso e primi Vecchi Lupi Enzo Patrizi (Bagheera) e Mario
Maniccia (Chil).
L’ ottobre 1958 segnò un altro momento doloroso per la storia dello scoutismo frusinate: il
trasferimento da Frosinone ad Oropa (Biella) di P. Antonio Del Grosso. Il distacco fu
traumatico per tutti, per i Capi, gli scouts, i lupetti, le famiglie, gli estimatori, dato che il Padre
era non solo un profondo conoscitore dell’animo umano e del Metodo scout, ma anche una delle
colonne trainanti dell’Associazione per la sua disponibilità ed il suo carisma. Una personalità
trascinante, un Capo capace di mettersi in discussione ed allo stesso livello dell’educando.
Padre Del Grosso era un prete, oltre che un Capo, che per farsi accettare fino in fondo dai suoi
ragazzi indossava l’uniforme scout e si caricava del suo zaino.
Per attenuare il vuoto che la partenza del nostro amato A.E. aveva determinato in noi scouts, il
Rover Enzo Patrizi organizzò, non senza difficoltà per il reperimento dei fondi necessari, un
Campo Invernale proprio ad Oropa, dal 26.12.1958 al 05.01.1959, per trascorrere alcuni giorni
con l’indimenticabile Padre.
Quelle trascorse ad Oropa, furono giornate indimenticabili, non solo per le attività sulla neve,
assai abbondante in quel periodo, ma anche per le numerose Uscite.
Ricordiamo le salite, il 31 dicembre, al lago Mucrone a quota 1800 mt. completamente
ghiacciato, e al Monte camino con la cappella di S. Maurizio, al Belvedere con il tempietto
votivo e alla galleria Rosazza ed infine la visita a Pollone alla villa Frassati ed alla tomba di Pier
Giorgio Frassati morto 24 enne in odore di Santità, successivamente beatificato dal Papa
Giovanni Paolo II nel 1990.
Abbiamo in precedenza accennato al calo di adesione al Riparto Stella Polare dovuto al
trasferimento di Peppino Cannata a Roma e, quindi, al diradarsi delle attività sia in sede che
all’aperto. Siccome gli impegni di studio e di lavoro di Peppino continuavano ad aumentare, si
rischiava di chiudere il Riparto.
Si fece richiamo al senso di responsabilità e di servizio dei Rovers disponibili, alcuni dei quali
(Enzo, Mario) già impegnati nella Branca Lupetti e nel Noviziato Rover, per cercare di trovare
una soluzione al problema del Capo Riparto.
Nel 1959, la guida del Riparto fu affidata a Gino Maiello ( allora studente liceale) ma privo di
altri incarichi.
Si riorganizzarono due Squadriglie, i Lupi e i Falchi, e si dette nuovo impulso al Noviziato
Rover.
Così pian piano, il Rip. StellaPolare, ormai entrato nel sesto anno di vita e, dopo le inevitabili
esitazioni del nuovo corso, incominciò a svilupparsi, sia nel numero che nella qualità, grazie
anche all’apporto logistico di forze esterne.
In seguito Gino Maiello frequentò i Campi Scuola di 1° e 2° tempo, previsti dalla formazione
capi e diventò col tempo Capo Brevettato.
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Il Campo Estivo del 1959 si svolse per la seconda volta, in Valfondillo: ad esso parteciparono
11 scouts effettivi del Rip. Stella Polare e gli scouts residui del Rip. Centauri, nonché il Capo
Branco Enzo Patrizi come Aiuto Capo Campo e Fernando Valchera come socio aggregato e
responsabile del settore logistico. L’assistenza spirituale fu affidata a Don Giancarlo Maria
Frassu della comunità monastica di Trisulti e, in precedenza , già scout e Capo in Sardegna sua
terra d’origine. Il Campo Invernale si tenne a Le Campora dal 2 al 6 gennaio .
Dopo la momentanea crisi del 1958 e dopo che il Riparto Centauri ormai privo di Capi e di
A.E., aveva esaurito il suo ciclo vitale, il Riparto Stella Polare riprese vita, il numero degli
iscritti aumentò sensibilmente, tanto che il Campo Estivo del 1960, detto della “ Buona
Azione”, che si svolse a Trisulti dal 16 al 30 luglio, vide la partecipazione di ben 20 scouts.
Capo Rip. fu Gino Maiello ed A.E. Don Giancarlo M. Frassu , attivissimo ed anticonformista
come sempre e sempre più amato dagli scouts.
In quel campo, dopo la pausa del precedente campo del 1959, si svolsero di nuovo le gare
olimpiche che registrarono buoni risultati da parte di Luigi Minnucci della Sq. Daini nel salto
in alto (m.1,35), di Carlo Maniccia della Sq. Lupi nella corsa piana dei 100 mt. (13,8 sec.).
Il Campo Invernale dello stesso anno fu effettuato nella casa Cantoniera di Colle Pannunzio
(mt.1500) dal 27 dicembre al 01 gennaio, oltre all’Asq. Scoiattoli vi parteciparono 3 Rovers.
Ricordiamo che, appresa la tecnica di costruzione dell’igloo, l’Alta Sq. Scoiattoli si cimentò
nella sua realizzazione. Avendo impegnato molto tempo nel taglio dei blocchi di ghiaccio,
sopraggiunto improvvisamente il buio e non essendo l’igloo completamente chiuso nella parte
superiore, non tutti furono disposti a dormirvi, ma quattro audaci: G. Mangone, F. Martella, A.
Morfino e R. Rizzo, dopo aver chiusa la sommità della costruzione con un telo mimetico, vi
passarono la notte rannicchiati nei sacchi a pelo. Al mattino furono trovati sani e salvi,
completamente fradici, ma contenti di aver trascorso la fine d’anno in modo veramente
originale.
Nel 1961, oltre alle normali attività in sede ed all’aperto ed alla tradizionale festività primaverile
di S. Giorgio, il Campo Estivo, denominato “Campo della Purezza”, si tenne nella splendida
Valle di Canneto del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, poco distante dal celebre
antico Santuario della Madonna Nera.
Vi parteciparono 21 scouts ed alcuni Rovers di servizio. Aiuto Capo Campo fu E. Patrizi. Curò
la formazione religiosa il Padre Redentorista della Madonna delle Grazie Antonio Di Leva, che
in quel periodo era anche A.E. (Baloo) del Branco Waingunga, attivo presso l’Oratorio P.Luigi
Moretti.
Nelle Olimpiadi ottenne risultati rilevanti Carlo Maniccia nel salto in alto (m.1,45) e nel salto in
lungo (m.4,35).
Il Campo Invernale dell’A.sq. si svolse, dal 26 al 31 dicembre, presso la baita in legno situata a
Campo Staffi di Filettino. Erano presenti, oltre ai 9 elementi dell’ A.q. Scoiattoli anche
Giuseppe Cannata ed Enzo Patrizi, animatori di varie attività: giochi, formazione, espressione,
cucina….
Nel 1962 il Campo Estivo detto “Dello Stile” si svolse a Valleverde di Fiumata (Filettino) con
la presenza di 21 scouts. L’A.E. Don Luigi fu coadiuvato dal suo vice parroco Don Giuseppe
Gabrielli. Aiuto Capo Campo l’immancabile Enzo (Akela del FR.1°) che con l’aiuto di alcuni
rovere fu l’animatore delle attività ludiche ed espressive. Novità dell’anno fu la presenza al
campo, per la prima volta, dell’ automobile di Enzo (Fiat 600 di colore bianco) che risultò utile
non solo per gli approvvigionamenti di cibo e materiali vari, ma, soprattutto, come mezzo di
pronto soccorso (servì a riportare a Frosinone Silvio Pizzutelli infortunato durante una gara
olimpica). Le Olimpiadi, che furono più volte interrotte dal cattivo tempo, non registrarono
risultati apprezzabili. Solo Carlo Maniccia ottenne nel salto in alto un buon risultato (m.1,55).
Nel novembre 1962 ci fu la firma della Carta di Clan dei N.Rovers Gigino Criscuolo e Guido
Evangelista. I due novizi, nella mattinata del 1 Novembre, insieme a Gino Maiello ed Enzo
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Patrizi, raggiunsero Campocatino dove trascorsero la notte nel rifugio CAI, in attesa della
traversata Campocatino - Trisulti prevista per il giorno 2 Novembre.
Il mattino seguente, la imprevista prima nevicata notturna della stagione non colse di sorpresa
l’allegra brigata che, nonostante l’abbigliamento non fosse dei più adatti ad una passeggiata in
alta quota (1950 m.) (divisa con pantaloncini corti), decise comunque, con provvido entusiasmo,
di effettuare la traversata che, superando i Monti Monna e Fanfilli e Rotonaria, li avrebbe portati
a Trisulti. Nel pomeriggio del 2 novembre, dopo un doveroso pranzo ed una opportuna scaldata
con amaro dei monaci, nella austerità e nella penombra della gotica chiesa del Monastero, ci fu
la firma della Carta di Clan da parte dei Novizi G. Criscuolo e G. Evangelista alla presenza del
Maestro dei Novizi, Fernando Valchera.
Il Campo Estivo del 1963 si tenne a Val Fondillo nel parco Nazionale d’Abruzzo (ultimo anno
consentito ai campeggi), erano presenti oltre alle Sq. con sede a S. Maria anche i Daini e Leoni
che da qualche tempo funzionavano, per iniziativa di Rocco Rizzo, come Sq. distaccate presso
la chiesa della Sacra Famiglia presso la stazione ferroviaria. Don Giuseppe Gabrielli sostituì
Don Luigi Minotti nell’assistenza spirituale.
Le Olimpiadi, che furono interrotte a causa del cattivo tempo, non portarono a risultati
straordinari, per cui i records rimasero quelli degli anni precedenti.
Le piogge abbondanti suggerirono alla Sq. Leoni dello scalo la creazione del Ban più ricorrente
ai fuochi di bivacco.”… Fior di farina, questo campo sembra proprio una piscina!….”
Durante le lunghe ore trascorse in tenda per la pioggia, lo scout Sandro Martire progettò una
burla: sulle sponde del fiume fece due magnifiche impronte di orso così bene che esse
indussero uno di noi, stravolto dalla paura, a lasciare il campo il giorno seguente.
Si tenne anche il Campo mobile Rovers e vi parteciparono: G. Cannata, G. Maiello, G.
Criscuolo, M. Maniccia, A. Biagi con visita di E. Patrizi.
Dagli appunti di marcia di Gino: “eravamo partiti dai Prati di Tivo nel primo pomeriggio per
effettuare l’ascesa al Corno Grande del Gran Sasso. Lungo il percorso ammiravamo, sulla
destra, la mole del Corno Piccolo e già pensavamo ad un’altra, forse più interessante, scalata.
Ma qualcosa stava cambiando nell’aria, perché insieme a noi, saliva verso la sommità un
banco di fitta nebbia. Le nostre sagome apparivano e sparivano come spettri nella densa nube
come diventava visibile, a tratti, la parete rocciosa del Corno Piccolo. Dopo due ore di
cammino, faticoso e sempre più pericoloso, giungemmo ad una piccola radura protetta da un
lato e qui piazzammo le nostre Morettine. Si alzò un vento sempre più sferzante che faceva
traballare i paletti, gonfiare il doppio tetto e scalzare i picchetti. Fu una notte insonne con una
temperatura che divenne improvvisamente invernale. Verso l’alba una folata fece esplodere
letteralmente la nostra tenda (Gino e Gigino); le altre avrebbero subito la stessa sorte se non
avessimo smontato il campo. In fretta, arrotolammo i teli squarciati sotto un leggero nevischio,
preparammo gli zaini e ci avviammo verso la salvezza: il Rifugio Franchetti.”Era il mese di
agosto del 1963.
Il 1963 fu per gli scouts del Frosinone 1° anche l’anno del decennale della fondazione. Alle
solenni manifestazioni protrattesi per una settimana, presenziarono numerose autorità religiose e
civili tra cui il viceprefetto Bevilacqua, il sindaco Vona, il questore Toti.
Il 23 novembre gli scouts dopo aver partecipato alla S. Messa in cattedrale, celebrata dal
vescovo diocesano mons. Morstabilini, si recarono in Piazza della Libertà per deporre una
corona al monumento a Nicola Ricciotti. Successivamente fu inaugurata una mostra sul Metodo
scout nei locali dell’Ente Provinciale del Turismo. Per l’occasione furono assegnate delle
medaglie d’oro, come riconoscimento dell’opera svolta al servizio del gruppo, ai promotori
dell’associazione Pietro Negro e Giuseppe Cannata ed ai Capi effettivi Gino Maiello ed Enzo
Patrizi. L’anno delle celebrazioni del decennale si concluse con il Campo Invernale, effettuato
dal 27 al 31 dicembre, presso la cantoniera del comune di Canistro (AQ) con la partecipazione
dell’intera Asq. Scoiattoli e dei rovere Criscuolo e Rizzo.
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Nel 1964 si raggiunse il massimo delle iscrizioni e della partecipazione. Al Campo Estivo, che
si svolse in una località delle Mainarde presso il lago di Cardito, furono presenti ben 29 scouts e
due A.E., Don Luigi Minotti e Don Giuseppe Gabrielli.
Il Campo Invernale, che si tenne in località “erra S. Antonio” presso la cantoniera della
Forestale del Comune di Filettino, vide la partecipazione di ben 11 scouts effettivi tra cui 3
rovers.L Alta sq. rimase isolata per le abbondanti nevicate. Fu raggiunta solo grazie
all’interessamento dell’avvocato Fernando Valchera, che costrinse gli addetti al servizio a
mettere in azione gli spazzaneve, nonostante il cattivo tempo. Si potè raggiungere Filettino solo
a tarda sera. Tutti gli scouts furono costretti, data la mancanza di autobus per Frosinone, a
trascorrere la notte presso la locanda Candidino, affollata fino all’inverosimile, in attesa della
partenza per Frosinone.
Finiva così il Campo Invernale più entusiasmante ed avventuroso del Frosinone 1°; esso
sicuramente è rimasto nei ricordi di tutti per le battute ironiche coniate come reazione al disagio
creatosi. (batti costì- sgombro? no grazie abdico - requiem per Gianni M.- lancio della
mattonella).
Il 1965 può essere ricordato per una Impresa eccezionale compiuta dalla Sq. Lupi del Rip.
Stella Polare in occasione della festività di San Giorgio, che in quell’anno si svolse a Manziana
presso il lago di Bracciano su scala regionale.
La partecipazione alle gare fra le Sq. presenti (la nostra installò una stazione metereologica)
consentì alla Sq. Lupi, composta per altro da solo 5 elementi( Giancarlo Bracaglia Morante,
Sergio Sergiani, Mauro Patrizi, Gianni Calmieri, Carlo Pascucci), di sbaragliare tutte le altre Sq.
della Regione e di conquistare il “ Trofeo S. Giorgio” per se stessa e a guadagnare il diritto di
far svolgere il S. Giorgio Regionale del 1966 a Frosinone. La foto della premazione della Sq.
Lupi con l’ambito trofeo, donato da Papa PaoloVI, apparve in quei giorni su molti quotidiani
del Lazio. Il trofeo è da allora custodito da Rocco Rizzo. Giancarlo, il Capo sq., ricorda, non
senza emozione dopo 39 anni: ” eravamo in mezzo alla marea di scouts presenti alla cerimonia
ed attendevamo la premiazione, quando il nostro Capo Riparto, Maiello, condividendo la stessa
nostra convinzione, si rivolse al suo Aiuto, Criscuolo, con queste parole –Giuro che se
vinciamo, ti nominerò subito Capo Riparto. Da lì a qualche attimo il giuramento si tramutò in
uno spergiuro: i Lupi avevano vinto!”.
Il campo Estivo del 1965 si svolse a Vallepietra (Roma) dal 16 al 30 luglio, con la
partecipazione di 18 scouts suddivisi tra le Sq. Lupi, Aquile, Volpi e Pantere.
In questo Campo, le Olimpiadi non registrarono piazzamenti particolari tranne che nel salto in
alto da parte di Antonio Maniccia (mt.1,45) e nei 100 mt. piani da parte di Claudio Orlando
(14,00 sec.).
Ricordiamo l’astuto espediente a cui ricorse il Rover Romeo Celani che, incaricato dal
Vescovo Marafini, in occasione di una sua visita al campo, di conservare al fresco i ghiaccioli
portati in dono agli scouts, pensò bene di depositare il cartone nel fiume…….
Al momento che S.Eccellenza, radunati gli scouts per consegnare il gentile omaggio, si fece
portare il cartone dei gelati, non trovò altro che un mucchio di bastoncini e dei ghiaccioli
naturalmente nessuna presenza. Il tutto sotto gli occhi dei presenti in un misto di risate e
rabbia.
Nel tracciare la storia del Gruppo Frosinone1° non si può non parlare del ramo femminile dello
Scoutismo, e cioè del Guidismo, nella nostra città.
L’AGI (Associazione Guide Italiane) sorse ufficialmente a Frosinone nel 1965, quando un
gruppo di ragazze di età diverse si riuniva presso la sala S. Clemente della Madonna Delle
Grazie, interessandosi dello scoutismo. La cosa si ufficializzò il 25 aprile di quell’anno con la
Promessa Scout di tre delle ragazze più grandi e cioè Elvira Pollini, Natalizia Rossi e Pina
Sangiorgio che da lì a breve sarebbero diventate rispettivamente Capo Cerchio (coccinelle),
Capo Riparto (guide) e Capo Fuoco (scolte). All’inizio il loro cammino fu difficile a causa
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dell’incomprensione generale. Solo i Padri Redentoristi ed in particolar modo Padre Cherubino
De Luca, che divenne il loro A.E., le aiutarono concretamente.
Le guide rimasero presso la Madonna Delle Grazie fino al 1971 quando, essendo aumentate di
numero e per esigenze di spazio, dovettero trasferirsi presso la Parrocchia di S. Antonio, dove
rimasero sino al 1984. In quell’anno la conduzione del Riparto femminile passò da Francesca
Romana Stasolla a Paola De Santis. Dopo appena un anno Paola fu sostituita da Miriam Bracci,
che diresse il Riparto anche durante il suo nuovo trasferimento di sede in quel di San Gerardo,
di cui si parlerà in seguito. Anche Miriam restò pochi anni. Infatti nel 1988 la giovane Capo
Alessia Antilici iniziò a guidare lo storico riparto femminile. Alessia rimase al suo posto sino al
settembre 1992, lasciando il timone a Paola Romitelli. Anche Paola, come la sua antesignana,
rimase solo poco tempo e, come è noto nel metodo scout un servizio così delicato non è ben
fatto se non è svolto con continuità. Bisogna aspettare l’arrivo di Alessia Celani che invece
diede al riparto la solidità di un tempo. In particolare Alessia fu, insieme a Ilaria Koeppen e
Irene Iaboni, una delle prime Capo Riparto brevettate del Gruppo. Questo periodo del riparto
Andromeda fu particolarmente felice. Infatti nel 1997, per soddisfare la grande richiesta di
iscrizioni, prese vita la squadriglia Libera Castori, futuro del nuovo riparto femminile Pegaso.
Andromeda e Pegaso continuarono le loro avventure sino al 2002, quando con le nuove Capo
subentrate rispettivamente ad Alessia ed Ilaria, Ilaria Koeppen e Silvia Donfrancesco, si decise
di riunire i riparti in un nuovo unico riparto: il nome, come si conviene in questi casi, fu scelto
dalla guide in Pegaso.
Tornando al 1971, dobbiamo ricordare che un gruppo di guide iniziò la sua attività anche presso
la parrocchia della Sacra Famiglia dello scalo, costituendo la sq. Cigni di cui facevano parte:
Maria Teresa Evangelista, Leonella Pallone, Luciana Incitti, Angela Maura, Dora Frate, Anna
Rosa Frate, Alberta Quadrini, Paola Quadrini e Gerardina Morelli, tutte dirette e guidate da
Palma Celani per tutti “zia Palma”.
Il 1966 era anche l’anno del Cinquantesimo di Fondazione dell’ASCI (1916) e questo fece sì
chè l’annuale festa regionale di Primavera quell’anno assunse una particolare solennità in
quanto 3000 scouts del Lazio si radunarono in località 4 Pini di Selva Piana di Frosinone per
festeggiare insieme il loro Patrono. La manifestazione, che richiese un grande sforzo
organizzativo, si svolse nei giorni 23-24-25 Aprile e vide una grande partecipazione di
pubblico. Numerose furono le attività svolte dagli scouts e che misero alla prova le loro abilità.
Il San Giorgio 1966 fu una bella esperienza di vita che permise a tutti i partecipanti di sondare
le loro capacità nell’affrontare e risolvere i vari problemi del vivere in comune in così tale
numero.Nonostante le difficoltà atmosferiche, la manifestazione ebbe momenti di grande
suggestione, come il Grande Gioco e la S. Messa al Campo, celebrata dal cardinale Traglia e dal
vescovo diocesano Marafini, alla presenza, oltre che degli scouts, dei loro familiari e di
numerose autorità cittadine e provinciali.
Il Campo Estivo ’66, effettuato a Canneto, ricorda la presenza anche di gruppi di nuova
costituzione di Ferentino e Veroli, che comunque si avvalevano dell’esperienza del Rip. Stella
Polare per lo svolgimento delle loro attività. Responsabili del Campo furono: Gino Maiello
(C.Rip.) e Padre Antonio Di Leva (A.E.). Da ricordare le installazioni comuni da Campo (Altare
e Alzabandiera) realizzate dal Clan con la fattiva opera di Gigino Criscuolo e Mario Messia.
Episodio singolare fu la ingannevole segnalazione notturna effettuata dal Capo Sq. delle Aquile
Raffaele Segneri, in viaggio di Prima Classe. Ad un’ ora stabilita (21,30) lo stesso, in
accampamento solitario sulle montagne circostanti il Campo, avrebbe dovuto segnalare con
l’alfabeto “morse” un messaggio al Capo Rip. Gino Maiello. Purtroppo, per la stanchezza,
Raffaele cadde nel sonno più profondo fino all’alba. Nonostante ciò, al Campo, nell’ora
convenuta, si ricevette una segnalazione luminosa proveniente dalla zona interessata ma, di
difficile interpretazione. Poi si scoprì che era la luce di una stella, che gli alberi mossi dal vento
facevano intravedere ad intermittenza.
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Nel 1967, finalmente, incominciò a prendere corpo un’idea che i rovere della prima ora
coltivavano da molti anni: la disponibilità di una casa alpina, similmente a quanto avevano già
fatto molti altri gruppi in Italia, dove gli scouts potessero effettuare i loro fine settimana e,
soprattutto, i campi invernali. L’attenzione, già da tempo, era caduta sulla casa cantoniera di
Colle Pannunzio di proprietà della Provincia, distante 30 Km. Da Frosinone, esattamente a
metà strada tra Guarcino e Campocatino, a 1500 m.s.lm., una quota che garantiva un buon
innevamento nel periodo invernale. Dopo non facili ma necessarie trattative condotte
dall’avvocato Franando Valchera, commissariato provinciale ASCI, con l’Ente di piazza
Gramsci, si arrivò alla stipula di un contratto, in base al quale l’Amministrazione Provinciale
concedeva agli scouts l’usa della cantoniera a tempo indeterminato e ad un prezzo simbolico,
mentre gli scouts si assumevano l’onere e le spese della ristrutturazione dello stabile.
La cantoniera era da anni nel più completo e nel totale degrado. La ristrutturazione di essa
comportava l’assunzione di notevoli spese e la disponibilità di manodopera, oltre l’acquisto di
vari materiali. Non potendo certo affidare i lavori ad una normale impresa edile, per gli oneri
finanziari che comportavano e che il commissariato non poteva certo sostenere, tutto doveva
ricadere sulle braccia dei rovers interessati. Fatti i doverosi piani di spese, di opere e di persone
su cui si poteva contare, l’avvocato Valchera, in rappresentanza degli scouts, stipulò il contratto
con l’Amministrazione competente. Fu così possibile iniziare i lavori nell’autunno dello stesso
anno, a cui parteciparono a turno tutti i rovers che avevano dato la loro disponibilità, Tali lavori
prevedevano, in primo luogo, la impermeabilizzazione del manto di copertura (tetto), al fine di
eliminare infiltrazione dell’acqua meteorica, grazie anche al contributo dei rovers del Supino 1°.
Si eseguirono poi in successione gli altri lavori: la recinzione dell’area intorno al rifugio, la
ripresa di parti di intonaci interni ammalorati, il ripristino della cisterna dell’acqua piovana al
fine di assicurare un adeguato approvvigionamento idrico per usi igienici, la realizzazione di
una cucina al piano superiore , il ripristino degli infissi ancora in buono stato nonché la
sostituzione di quelli degradati, la tinteggiatura completa delle superfici interne.
Fu infine necessario un minimo di arredamento e di suppellettili quali letti a castello, tavoli,
sedie , cucine, pentole, stoviglie, etc.
Siccome la disponibilità della mano d’opera era limitata ai soli fine - settimana ed al periodo
estivo, quando i rovers erano liberi da impegni di lavoro e di studio, i lavori furono programmati
con una cadenza temporale, a cominciare dai più urgenti ed improcrastinabili.
E’ doveroso ricordare che anche un clan di Roma collaborò ai lavori di isolamento termico dei
solai in legno con strati multipli di giornali incollati.
I lavori si conclusero nell’arco di poco più di un anno, sicché il rifugio poté ospitare i primi
scouts già nell’anno 1969.
Ogni gruppo della provincia scout poteva usufruire della casa prenotandosi in tempo e versando
una quota pro-capite, al fine di costituire un fondo di cassa che potesse garantire la
manutenzione ordinaria dello stabile. Negli stessi anni il Clan Stella Apina, su invito di Don
Pietrino, parroco di Guarcino, si occupò dei lavori di ristrutturazione della chiesetta di
Campocatino.
La casa alpina rimase in dotazione agli scouts per circa un decennio, durante il quale fu
utilizzata da molti gruppi della provincia e non solo. Successivamente l’Amministrazione
rescisse unilateralmente il contratto di locazione ritornando in possesso dell’immobile. In
seguito l’Ente Provinciale trasformò l’ex cantoniera nell’attuale osservatorio astronomico.
A Partire dal 1968, Gino Maiello, per impegni di lavoro, lasciò la guida del Riparto, al suo
posto fu nominato Umberto Narducci neo studente universitario, che divenne così, dalla ripresa,
il terzo CR. dello Stella Polare.
In questo periodo, oltre le normali attività, sotto la spinta originale e creativa di Umberto, si
svolsero alcune attività particolari: ricordiamo la realizzazione in località Valle Verde di
Filettino, da parte dell’Asq. Scoiattoli di una capanna sopraelevata.
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Nell’autunno del 1968, l’Alta Sq, dopo attenta programmazione in sede, finalmente raggiunse
il luogo precedentemente esplorato per la realizzazione della capanna sugli alberi ed ivi
trascorrervi la notte. La particolarità fu quella di utilizzare esclusivamente materiale naturale per
le legature, per la base e per la copertura (tranne qualche cordino). Si lavorava sospesi a oltre
10 metri di altezza e la difficoltà maggiore fu la sistemazione delle prime assi per la base. In tale
circostanza si distinse per l’equilibrio e l’agilità il C.Sq. delle Aquile Enrico Pica. E’ rimasta
famosa una sua frase in dialetto, quando rivolgendosi al compagno di lavoro in difficoltà per
sorreggere contemporaneamente due assi, disse con assoluta naturalezza “… fa ‘nche la
samba…(sostieni un’asse con la gamba)”.
Terminata la realizzazione, furono sistemati i giacigli per la notte, fu costruita la scaletta mobile
per la discesa e finalmente il meritato riposo e rifocillamento.
Arrivata la sera i presenti raggiunsero la capanna sopraelevata, ritirata la scaletta per isolarsi
completamente dal suolo, vi trascorsero la notte.
Il giorno dopo gli scouts tornarono a Frosinone, sì con qualche dolore intercostale, ma fieri di
aver trascorso una giornata all’aria aperta come dei veri pionieri.
Altra attività meritoria di essere segnalata fu l’impresa “Natura” con partecipazione di tutto il
Riparto effettuata nel periodo primavera –estate del 1970. Ad ogni Sq. Fu assegnato parte di un
terreno in località San Liberatore, l’impresa di per sé era molto semplice, gli scouts avrebbero
dovuto piantarvi delle patate per poi raccoglierle nel periodo di maturazione e portarle in dono
ai Ragazzi meno fortunati ospiti del Piccolo Rifugio di Ferentino. Si iniziò in Primavera con la
preparazione del terreno; sotto la guida di esperti, ogni Squadriglia con l’utilizzo di vanga e
zappa realizzò i solchi dove dopo si sarebbe proceduto con la semina. Durante la crescita
periodicamente si svolsero i dovuti interventi di zappatura, di irrigazione, pulitura dei solchi
etc. Finalmente arrivata l’estate, tutto il Riparto procedette alla raccolta delle patate ormai
pronte; si riempirono oltre venti casse e si portarono come d’accordo al Piccolo Rifugio.
Questa impresa ebbe il merito di far vivere agli scouts sia una esperienza vera di vita rude e
semplice a contatto con elementi assolutamente naturali, sia di fare una Buona Azione concreta
e molto più sentita di altre perché veramente “frutto delle proprie mani.”
Altro avvenimento importante da evidenziare è la nascita ufficiale del secondo riparto di
esploratori nella nostra città. Come già accennato, Rocco Rizzo, alla guida di n. 3 Sq., censite
con il Riparto Stella Polare del Frosinone 1°, di fatto svolgeva le proprie attività ordinarie
presso la Parrocchia S. Famiglia dello scalo ferroviario, partecipando però ai campeggi con il
Riparto Stella Polare.
Nel luglio del 1971 durante il Campo Estivo presso il comune di Pizzone (IS) in località Valle
Fiorita , il capo Gruppo avv. Valchera, alle ore 15,00, terminato di pranzare e approfittando del
riposo pomeridiano, chiamò a consiglio Rocco Rizzo sotto il pennone dell’alza bandiera a riparo
del sole ed al fresco del sottobosco, dicendogli: “ …per il tuo militante affiancamento al
Riparto e per la tua maturata esperienza, è giunto ormai il momento che tu ti stacchi dal nostro
Riparto per fondarne uno tuo, il Riparto del Frosinone 2, con sede presso la S. Famiglia dove
farete le vostre riunioni”. Rocco, emozionato e contento, lo abbracciò pensando già al lavoro
che lo aspettava. Dalla mattina del giorno seguente il nuovo Capo ed i suoi scouts, 17 tra novizi
ed esploratori, salutarono per la prima volta con il grido: ..” Per l’ASCI ed il FR.2! San Giorgio
Italia!..”
Con la nascita, nel quartiere Scalo, del Riparto Vega sorse spontanea anche la necessità della
presenza attiva del branco lupetti, bacino naturale del Riparto Scout. Un primo tentativo era
stato portato avanti dal rover Gerardo Geralico, verso la fine dell’anno 1968 ma, per
sopraggiunti impegni dello stesso, l’esperienza durò solo un anno.
Fu nel settembre del 1971 che prese corpo il Branco Vega, grazie all’apporto e all’impegno del
rover Antonio Chiappini, che rimase Akela sino al 1977, lasciando poi il Totem al rover,
Maurizio Diana. Il branco Vega iniziò le attività con dieci lupetti, formando due sestiglie: Neri e
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Fulvi. Nell’arco di pochi mesi, il branco crebbe di numero e le sestiglie raggiunsero il numero di
quattro: Neri – Fulvi - Pezzati-Bianchi e l’Akela fu costretto a porre un limite alle iscrizioni.
Da allora i lupetti iniziarono una lunga e prosperosa ascesa che ha portato ad avere, oggi, nella
nostra città un presenza di ben 5 branchi!
Nel decennio 1972 -1982 la guida del Riparo fu affidata a Raffaele Segneri affiancato nel corso
degli anni dagli Aiuti Franco Chiappini, Michele Meola, Maurizio Masi e Marco D’Agostini,
quest’ultimo divenne poi il 5° Capo Riparto dello Stella Polare. L’assistenza spirituale continuò
ad essere curata da Don Luigi Minotti fino al 1976, dopodiché, il nuovo Vice-Parroco Don
Armando Sanità, prenderà la carica di A.E.. La dinastia dei Capo Riparto della Stella Polare
continua con Michele Meola, che rimase alla guida del Riparto per soli due anni, interrompendo
il suo servizio per la chiamata al servizio di leva. A Michele subentrò Marco Turriziani, che
rimase sino al settembre 1992, anno in cui, a seguito dei numerosi iscritti, il Riparto diede vita
ad una Squadriglia libera che poi si trasformò nel Riparto Croce del Sud, guidato da Achille
Saraldi, mentre la Stella Polare fu diretta da Ermanno D’Onofrio sino al 1996; il IX Capo riparo
divenne Danilo Di Sora sino al 1999; a seguire Andrea Campioni sino al 2003 ed attualmente
l’XI Capo riparto “regnante” è Roberto Tambucci. Viceversa il Riparto Croce del Sud conterà
solo quattro generazioni di Capi: Danilo di Sora, Davide Di Sora ed infine Simone Del Brocco
con il quale il riparto, nell’anno 1999, sarà riassorbito nella Stella Polare.
Tornando al decennio 1972-1982, importanti avvenimenti si devono ricordare, in particolare a
livello nazionale con la fusione tra l’associazione maschile ASCI e quella femminile AGI,
dando vita ad un’unica associazione con la sigla AGESCI (1974).
Il 1974 vide la partecipazione del Riparti del Frosinone 1° e 2° al Campo Nazionale che si
tenne nel Lazio presso il lago di Vico.
Il Riparto Stella Polare era sistemato nel sottocampo “Campismo” con 4 squadriglie CR.
Raffaele Segneri ed Aiuto CR. Franco Chiappini. Era anche presente il Riparto Vega del
Frosinone 2° con 4 squadriglia nel sottocampo nautico con Capo Riparto Rocco Rizzo il quale
in attesa della nascita del primo figlio Simone, faceva la spola tra Frosinone ed il campo. Fu
un’esperienza molto formativa per la conoscenza di tanti gruppi scout provenienti da tutta
l’Italia. Ricordiamo ancora con commozione la S. Messa sulle rive del Lago di Vico, alla
presenza di migliaia di scouts tutti in religioso silenzio all’ascolto delle parole del S.Padre, il
Papa Paolo VI, collegato via radio dal Vaticano.
Inoltre, ci piace segnalare un singolare episodio: durante una giornata di intensa pioggia, una
squadriglia del Riparto di Messina, anch’esso presente nel nostro sottocampo, avendo la tenda
allagata, trovò ospitalità nelle tende della Stella Polare. Esattamente 20 anni prima (1954) era
avvenuta la stessa cosa al Campo Nazionale di Val Fondillo in Abruzzo, ma quella volta fu il
Messina ad ospitare gli scouts della Stella Polare.
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La nascita della Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici
Nel 1976 il Riparto unitamente a tutto lo scoutismo frusinate, con decisione unanime di tutti i
Capi di allora, decise di non rinnovare il censimento con l’AGESCI per una serie di motivi che
appresso tratteremo e aderì con entusiasmo ad una nuova associazione scoutistica da poco
costituita da alcuni capi romani denominata:
“ASSOCIAZIONE ITALIANA GUIDE E SCOUT D’EUROPA CATTOLICI”.
Importante sarà poi il contributo che lo scoutismo frusinate darà alla nuova associazione, negli
anni successivi. Alcuni Capi, infatti, ricoprirono le massime cariche a livello nazionale a
riconoscimento della validità del Metodo educativo praticata dai nostri Capi. L’avv.Fernando
Valchera sarà Presidente Nazionale; Raffaele Segneri Tesoriere Nazionale e per alcuni anni
responsabile dei Campi Scuola Branca Esploratori di 1° Tempo; Mario Maniccia responsabile
della Branca Rover nazionale; Francesca Romana Stasolla responsabile della Branca Guide
nazionale e Vice Presidente e l’intramontabile Enzo Patrizi membro della Pattuglia Nazionale
Esploratori.
Tale tradizione di impegno Associativo ha avuto, in tempi più recenti, grazie al generoso
contributo di Capi come Marco Turriziani, Giorgio Bracaglia, Pietro Antonucci, Davide di Sora,
Maria Laura Vona e Ilaria Koeppen, segno della qualità Metodologica dello scoutismo ciociaro.
Tornando a quegli anni, lo scoutismo si era diffuso anche in altri paesi della provincia di
Frosinone (Alatri - Ferentino - Veroli - Cassino - Sora - Supino - Ceprano). Inoltre nella nostra
città erano sorti altri gruppi. Tutto ciò comportò l’ingresso anche nel mondo scout di
personalità diverse e diversificate che risentendo della contestazione nazionale del 1968
ritenevano di apportare al Metodo Educativo delle modifiche per essere più vicini alla realtà dei
nuovi giovani. Si attraversò così un periodo di discussioni metodologiche che vedeva
contrapposti i c.d. innovatori, fautori della revisione del Metodo, e i conservatori, contrari a tale
revisione e non ultimo alla coeducazione (unità miste tra ragazzi e ragazze) voluta con forza
dagli innovatori. Questo portò alla nascita a livello nazionale della nuova associazione
(AGESCI) che accettò la revisione di punti fondamentali del Metodo Educativo.
In questo contesto il Gruppo Frosinone 1°, fiero delle proprie tradizioni, convinto sempre più
che il Metodo Scout non poteva essere condizionato da alcun vento politico del momento, e che
i giovani adolescenti avevano sempre più bisogno della vita scout così come ideata dal
fondatore, decise come accennato di lasciare l’AGESCI e aderire alla nuova associazione
“FSE” che, invece conservava i principi fondamentali dello scoutismo.
Tale decisione fu presa all’unanimità da tutti i capi responsabili nessuno escluso, convinti che il
lavoro che stavano svolgendo era proficuo ed utile per i giovani frusinati ma anche per loro
stessi. Infatti in quegli anni si era creato un clima di fiducia e collaborazione tra i capi che
aveva formato un gruppo di educatori, legati da affetto e comunione d’intenti. Non era
infrequente che la sera, dopo una riunione della Comunità Capi ci si ritrovasse a casa di Zia
Palma, responsabile del gruppo femminile, per consumare una cena comunitaria condita con
canti e programmi per l’attività future.
In questo contesto si iniziò ad effettuare i Campi Estivi con la partecipazione, insieme al
Riparto Stella Polare, di altri gruppi: su tutti il Riparto Supino 1° guidato da Enzo Patrizi.
Ricordiamo con piacere, forse perché il primo in questo contesto, il Campo del 1973 a
Cappadocia, che, oltre al Frosinone1°, vide la partecipazione del Riparto Supino 1° e del Rip.
Andromeda delle guide. Il Supino 1°, come detto, era guidato da Enzo Patrizi mentre il gruppo
delle guide da Palma Celani per tutti “Zia Palma”.
Il clima di fratellanza che si viveva al Campo influenzò addirittura i pastori sardi del posto che,
all’ultimo fuoco di bivacco, presentatisi con il loro costume tradizionale, fecero dono di una
pecora intera che Zia Palma accuratamente cucinò per tutti. Ricordiamo con piacere i numeri di
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espressione al fuoco da Campo di Annamaria Ferri e la presenza discreta e allo stesso tempo
affettuosa della famiglia Stasolla, accampata in zona adiacente al Campo Scout.
Nel 1977 lo scoutismo di Frosinone occupò la cronaca nazionale per un avvenimento che
rasentò una tragedia: nella settimana Santa, le guide con a Capo Flavia Caruso, in occasione di
un Pernottamento presso il santuario della Madonna di Canneto, durante una escursione verso il
Monte Petroso furono assalite da una bufera di neve che le sorprese prive del necessario
equipaggiamento. A sera il pullman, insieme ad alcuni genitori, giunse al Santuario per riportare
a Frosinone le ragazze: con grande sorpresa non c’era nessuno, ma solo tanta neve ed un
inquietante silenzio. Fu dato l’allarme ed iniziarono le ricerche che non dettero nessun risultato.
Fu così che la notizia, diffusasi inizialmente solo a Frosinone, arrivò alla ribalta nazionale
riportata dai telegiornali e, l’indomani, da tutta la stampa “… gruppo di ragazze scouts
disperse nei monti dell’Abruzzo…..”. Solo il giorno dopo una squadra di soccorso, tra cui il
Capo Clan Mario Maniccia, raggiunse il valico di Forca Resuni dove le ragazze fortunatamente
avevano trovato ricovero ed avevano trascorso la notte. La domenica di Pasqua, a sera,
finalmente le ragazze stremate ma salve fecero rientro a Frosinone.
In tale anno dall’intuizione di Enzo Patrizi, e del Parroco P. Adelmo Scaccia, si decise di
intraprendere l’avventura dello scoutismo nella parrocchia - convento di Madonna della Neve
con l’apertura della squadriglia libera “Volpi”, che fece la sua prima riunione il 25/11/1977. La
squadriglia iniziò le sue attività con la realizzazione della sede, con riunioni ed uscite. Il primo
campo estivo di questa squadriglia si tenne a Capistrello (AQ), ricordiamo i ragazzi che vi
parteciparono: M. Gallon, G. Notarcela, P. Antonucci, T. Giovannanangelo, G. Della Peruta e
C. Pro.
Il 23 marzo 1977, lo scoutismo approda ufficialmente a Ceprano, quando nel corso di un incontro
presso il Convento dei Padri Carmelitani, il Prof. Enzo Patrizi delinea le tappe per la costruzione
di un gruppo scout. Circa un mese dopo la Squadriglia libera maschile, Puma, partecipa al
S.Giorgio Regionale svoltosi a Frosinone nei pressi dell’attuale stadio Casaleno: è il primo atto
ufficiale dello scoutismo cepranese! L’anno successivo il Gruppo decide di lasciare gli Scout
d’Europa, e aderisce all’AGESCI, ma sarà solo una breve parentesi temporale. Infatti, nell’ottobre
del 1981, alcuni capi e due unità, decidono di intraprendere un nuovo riavvicinamento alla FSE.
Ad una breve esperienza di scoutismo “non associativo”, segue la nascita di una nuova
Squadriglia libera, Aquile, e l’adesione agli Scout d’Europa con il Censimento dell’anno 1983,
sotto l’attenta guida dell’Avv. Fernando Valchera.
Nel 1978 alcuni capi del gruppo Frosinone 1 parteciparono al Pellegrinaggio Internazionale che
tutta l’Associazione degli Scout d’Europa Cattolici del mondo fece al Santuario di Lourdes, in
Francia, con marce a tappe di avvicinamento molto intense e piene di entusiasmo.
Il giorno dell’arrivo, tutti i capi del Mondo con le loro Bandiere schierati davanti alla grotta
miracolosa, con una cerimonia toccante, consacrarono l’associazione mondiale “FSE” alla
Madonna Nostra Signora di Lourdes. Il Capo Riparto Raffaele Segneri, fresco sposo, vi
partecipò con la moglie a titolo di viaggio di nozze.
Nello stesso anno si forma il riparto “Madonna delle Nevi” con la creazione della sq. Lupi e
dell’Alta Sq. Daini. Il 4 maggio viene riconosciuto ufficialmente il 3° gruppo cittadino da parte
dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici.
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La storia recente dello scoutismo a Frosinone
La storia “recente” del Gruppo Frosinone 1, con quella del suo riparto di esploratori, il riparto
Stella Polare è un po’ la storia dello scautismo a Frosinone. Le sue mille avventure sono il dolce
ricordo di tantissimi ragazzi e ragazze, oggi uomini e donne, divenuti professionisti, sacerdoti,
missionari, padri e madri di famiglia.
L’antica tradizione scout di questo Gruppo ha spesso consentito agli altri gruppi cittadini, di
superare momenti difficili e soprattutto di crescere. Così Frosinone 2 nasce da capi del Frosinone
1; anche la sezione femminile del 2° proviene interamente dalla direzione del Frosinone 1, prima
come aiuto (Domitilla Antilici) alla neo Capo Riparto Tiziana Camillo, e poi addirittura come
Capo: per le Coccinelle Tiziana De Santis, le guide Elisa Colasanti e Sara Sperduti ed infine le
scolte con Anita Lisi. Il 3° gruppo cittadino, quello della Madonna delle nevi, nasce per
gemmazione dal Frosinone 1; anche in tempi più recenti, la sua sopravvivenza è assicurata
dall’appoggio in attività e in Capi e Capo del 1°: il campo estivo del 1981 a la Renghetta (Civitella
Alfedena) ospita la due squadriglie Volpi e Lupi, con quelli che saranno i Capi del futuro gruppo
FR 3. Infine la sezione femminile del Frosinone 4, l’ultimo gruppo cittadino nato, è assicurato
dalla continuità di capi provenienti dal 1° gruppo (Chiara Campioni). FOTO 26
Anche gruppi extra-cittadini di Ceprano, Paliano e Torrice nascono ad opera di capi del Frosinone
1: con grande sacrificio, ma anche con tanta passione, Mauro Crociani raggiunge ogni volta
Paliano, diventando così il primo Capo gruppo “pendolare”. La sua strada è ben presto seguita dal
maestro dei novizi del Frosinone 1, Vincenzo Marcone, che più furbamente troverà il modo di
ridurre le distanze sposando la Capo Riparto e impiantando a Paliano la sua bella famigliola!
Il fondatore dello scoutismo, Lord Robert Baden-Powell, ha sempre pensato ad uno scoutismo di
estensione, che superasse le barriere nazionali. Con questo spirito i Capi del Gruppo Frosinone 1
hanno prestato servizio anche negli altri gruppi cittadini, contribuendo a diffondere la gioia e gli
ideali dello scoutismo cattolico italiano.
Nel ottobre del 1981, a causa della mancanza di locali nella parrocchia Sacro Cuore, il branco
dei lupetti del gruppo FR2 si trasferisce a Madonna della Neve ed anche il branco entra a far
parte del gruppo FR3, i primi capi del branco “Seeonee” erano G. Gallozzi (Capo branco), S.
Gianmaria (aiuti capo branco).
Come già detto, il rifugio di Colle Pannunzio è divenuto solo in tempi recenti un osservatorio
astronomico. Prima della sua trasformazione era un rifugio di montagna, senza corrente e acqua
potabile, riscaldato con una stufetta a legna e un piccolo camino al piano terra: praticamente ideale
per i campi invernali scout! Ed ecco che nel dicembre del 1981, l’alta squadriglia Scoiattoli del
Riparto Stella Polare e l’alta squadriglia Daini del riparto esploratori del gruppo del Frosinone 3,
si piazzano a Colle Pannunzio per il tradizionale campo invernale. Il freddo è tanto, fuori ci sono
più di 80 cm. di neve, ma si resiste bene: si dorme tutti in un’unica stanza – circa 15 persone – il
chè fa salire la temperatura di parecchi gradi. Se poi si aggiungono le cuscinate, gli scherzi e le
lotte tra fazioni, allora il caldo diventa insopportabile. Fortuna che c’è il Capo, il Vecio:
l’Avvocato Fernando Valchera, che dorme solo nella stanzetta accanto (a un vecchio alpino il
freddo di colle Pannunzio non mette certo paura!), e smorza i bollenti spiriti ammonendo i bocia.
Nel luglio del 1982 in quel di Cardito, nei pressi di San Biagio Saracinisco, il Riparto Esploratori
del Frosinone 1 trascorreva il suo tradizionale campo estivo: le quattro squadriglie, Aquile,
Pantere Lupi e Leopardi, campeggiano, insieme alle squadriglie Volpi e Lupi del riparto Madonna
delle Nevi del Frosinone 3, sotto la ferrea direzione di Campo nientemeno che del Capo Clan
Mario Manaccia e del intramontabile Capo Gruppo, Avv. Fernando Valchera. La domenica del 18
luglio viene dedicata alla tradizionale Giornata dei Genitori: i genitori sono accolti al campo a
trascorrere una giornata all’aria aperta insieme ai propri figli. La bella giornata estiva scorre
veloce: alle 18,00 della sera vengono ammainate le bandiere e le famiglie lasciano il campo.
Qualcuno però è partito in anticipo perché stà per essere trasmessa nientemeno che la finale dei
campionati mondiali di calcio: Italia-Germania! Fortunatamente la Famiglia Martini si attarda con
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il suo camper al campo e così è subito approntata una sala TV. I Capi, pur nella loro inflessibilità,
cedono al tifo sportivo. In un attimo tutti gli scouts sono attorno al televisore a seguire l’evento
sportivo del secolo. Il risultato di quella partita è sicuramente noto; la gioia che si riverserà nelle
città italiane e per le strade di Frosinone la conosciamo tutti; ma quel che successe al campo estivo
del 1982… Le bandiere, già ammainate, vengono ancora alzate, canti, inni e festa grande tra le
tende e sotto un cielo stellato di una notte d’estate. Chi ha partecipato a quel campo ricorderà a
vita quella notte, ma non per il risutato sportivo, ma per l’indubbio ed insolito modo di
festeggiare… in stile scout!
Nello stesso mese quattro impavide ragazze (T. Marsella, A. Stasolla, G. Savi, L. Di Vincenzo)
iniziano l’avventura delle piccole Coccinelle, con l’apertura del “Cerchio del Sorriso”.
Nella storia del gruppo Frosinone1° è doveroso ricordare la nascita del Branco “Fiore Rosso” del
Lupetti avvenuta nell’anno 1983, fu allora il Rover Paolo Stasolla che assunse il ruolo di Akela.
Ma appena un anno dopo, Paolo decise di abbracciare la vita religiosa e quindi la guida del Branco
fu affidata al Rover Gerardo Geralico che successivamente conseguirà il brevetto di Capo Branco.
L’assistenza religiosa (Baloo) fu affidata a Don Giuseppe Sperduti, mentre aiuto era il Rover
Nicola Saltarelli. Gerardo resterà Akela fino al 1997, preparando alla vita del Riparto “Stella
Polare” numerose generazioni di scout dei quali molti ancora capi dell’associazione.
Il Branco ha registrato nel corso di tutti questi anni una presenza massiccia di iscritti al punto che
gli iscritti nella lista di attesa, col passare degli anni, rischiavano di divenire direttamente
esploratori! Dal 1997 al 1999 il ruolo di Akela lo assunse il figlio di Gerardo, Gianluca Geralico
aiutato dal Rover Roberto Vona che diverrà il IV Akela del Branco, sino all’anno 2000, anno in
cui, a causa del servizio militare, lascerà a Marco Donfrancesco, V ed attuale Akela.
Nell’anno 1984, nasce nelle sedi del Frosinone 3 il branco “Waingunga” grazie all’Akela G.
Notarcola.
Tra le mille avventure del mitico Riparto Stella Polare ricordiamo la sua partecipazione ai