LEUROPA DI CARTA Giancarlo Salemi Storia del giornalismo
francese1 Un giornalismo militante e dopinioneUna recente indagine
dell istituto statistico Ipsos Media ha rivelato che i giornali
veramente nazionali perch letti in tutto il paese, in Francia sono
solo cinque: Le Figaro, Le Monde, Liberation, Les Echos (giornale
economico) e LEquipe (sportivo). evidente quindi che la stampa
doltralpe sia imperniata su una pubblicistica regionale e
provinciale fortemente sviluppata. Ci dovuto soprattutto a
motivazioni storiche, in particolare allevoluzione del giornalismo
dopo la rivoluzione francese, fino ad arrivare allavvento della tv,
che ha modificato profondamente il quadro della vendita dei
giornali. Il 1789 segna lavvento di una pubblicistica fortemente
politicizzata e militante, caratteristica tuttora presente. Nascono
in quellanno 200 nuove testate tra le quali l Ami du peuple, Le
patriote francais e Le rivolutions de France et de Brabant, che
inneggiano ai principi di libert, uguaglianza e fratellanza. Ma la
democrazia stenta a decollare e la dittatura instaurata da
Robespierre nel 1792 sancisce la fine della libert di stampa, con
il famigerato Comitato di salute pubblica che porta al patibolo
migliaia di cittadini sospettati di tradire il nuovo ordinamento.
La libert dopinione non torna nemmeno con la fine del terrore
(1795), in quanto la nuova legge sulla stampa (1796) stabilisce la
pena di morte per coloro che avrebbero propugnato la distribuzione
dei poteri pubblici. Franois Noel Babeuf attraverso il suo giornale
(Tribune du Peuple) stampa il Manifesto degli uguali, diventando
lemblema dei giornalisti che pagheranno con la morte il loro
operato. Il definitivo declino della libert di stampa arriver nel
1799 con il colpo di Stato di Napoleone Bonaparte. La fine del 700
rappresenta dunque la fase embrionale del giornalismo francese; le
grandi testate nasceranno tutte nel secolo successivo. Ecco Le
Temps (1829) venduto esclusivamente a Parigi, mentre Le Petit
Journal (1863) rappresenta il primo esempio di giornalismo rivolto
alle masse, alla stregua dei tabloid inglesi. Le Petit Parisien
(1876) punta invece su due generi giornalistici: le cronache
sportive e i romanzi dappendice. Gli altri fogli dinformazione
dellepoca sono testate preminentemente politiche: lAction a favore
dei repubblicani di sinistra, l Autorit per i monarchici e l
Humanit di estrema sinistra. Il banco di prova che connoter tutti
questi giornali in chiave definitivamente politica fu l affare
Dreyfus. Il 13 gennaio 1898 comparve sullAurore un articolo di
Emile Zola intitolato provocatoriamente Jaccuse e costato allautore
una condanna per diffamazione: una violenta denuncia sullingiusta
condanna per spionaggio subita quattro anni prima dal capitano
Alfred Dreyfuss, processato su semplici prove
indiziarie poi (solo 12 anni dopo la condanna) rivelatesi false.
Si acuirono cos le tensioni sociali e politiche in Francia, che si
divise drammaticamente in innocentisti e colpevolisti. I giornali
rispecchiarono fedelmente questa situazione con Le Figaro, Le Matin
e lAurore a favore di Dreyfuss, a differenza dellEcho de Paris,
lAuthorit, l Intransigent e Le petit journal. Tutte le tensioni
esplose nel paese dopo la grave sconfitta subita nel 1870 ad opera
della Prussica, si coagularono nella suddetta divisione, con lebreo
Dreyfuss a fare da capro espiatorio, il simbolo dellantisemitismo
che si diffuse in Francia grazie a personaggi come Eduard Drumont.
Questultimo auspicava una rivolta degli emarginati contro i ricchi
ebrei borghesi e profittatori. In Francia, grazie ad una
pubblicistica decisamente schierata, nacque perci la questione
ebraica da cui partirono le successive persecuzioni e il nazismo.
Allalba del 900 la situazione del giornalismo francese vedeva Le
Petit Journal sfondare quota 1 milione di copie. Le Petit Parisien
era il pi letto a Parigi e provincia, mentre Le Temps si stava
spostando su posizioni pi moderate e LEcho de Paris era gi
diventato un quotidiano economico. Allo scoppio della prima guerra
mondiale il governo si affrett a proclamare lo stato dassedio per
poi creare la Bureau de Presse, una commissione di 45 giornalisti
per la stesura di articoli a sostegno del morale nazionale,
affrontando ottimisticamente i temi bellici. Alla fine del
conflitto i giornali che pi degli altri avevano appoggiato le
operazioni militari, tra i quali l Echo de Paris, persero la loro
autorevolezza. E proprio mentre la radio stava cominciando ad
affermarsi, la stampa periodica riusc a ritagliarsi un ruolo
importante nelleditoria francese. Alcune riviste (lIllustration, Le
Miroir e il satirico Le canard enchain) raccontarono levoluzione
della societ con lutilizzo delle fotografie. Nel 1938 venne
istituito il Services de Information per riportare in auge la
censura e la propaganda di guerra, senza per ottenere il successo
della Bureau de Presse. La situazione era infatti completamente
diversa rispetto a quella della prima guerra mondiale, dato che
lavanzata nazista aveva spaccato in due la Francia: dopo
larmistizio di Parigi il maresciallo Petain and a costituire il
governo collaborazionista di Vichy nel territorio meridionale non
occupato. Tuttavia dal 1943 inizi a diffondersi la stampa
clandestina, in particolare grazie a due quotidiani: Le Tmoignage
Chrtien e la Defence de la France (poi divenuto France Soir). Alla
fine del conflitto ritorn quellelemento militante che da sempre ha
caratterizzato la stampa doltralpe: linformazione si divise sui due
personaggi destinati a segnare profondamente la politica francese
nella seconda met del 900. Da una parte Charles De Gaulle
(appoggiato da Le Figaro, Le Parisien e inizialmente da Le Monde),
simbolo della lotta partigiana, capo del comitato di liberazione e
presidente del governo provvisorio della repubblica. Fu lui a
volere che dalle ceneri di Le Temps nascesse un giornale (Le Monde)
destinato a riportare la Francia al centro dellopinione pubblica
del mondo. Dallaltra ecco Franois Mitterand (appoggiato da
Liberation e pi tardi da Le Monde), ex ufficiale del governo
collaborazionista di Vichy. Due personaggi, due diverse
interpretazioni della grandeur de la France che
per il primo corrispondeva alla tradizione conservatrice e
bonapartista della forza militare. Per il secondo la grandezza del
paese discendeva dal mito rivoluzionario del 1789, dallilluminismo,
da Voltaire e Rousseau. Contemporaneamente si registra anche in
Francia il fenomeno della concentrazione del panorama informativo
in mano a pochi grandi editori, che sono: 1. il guppo Hachette
della famiglia Lagardere; 2. la Socpresse della famiglia Hersant,
con la figura di Robert H. uomo politico e proprietario di testate
come France Soir e Le Figaro e che giunse a controllare gran parte
dellinformazione specializzata francese; 3. gruppo editoriale
legato a Jean Prouvost la cui fortuna inizialmente legata al
settimanale Match. Fino al 1975 controllava anche Le Figaro e
Cosmopolitan, magazine di successo rivolto ad un pubblico femminile
insieme a Marie Claire ; 4. gruppo di Marcel Boussac che inizia
pubblicando alcune riviste sportive per poi conquistare alcuni
importanti giornali di provincia come Le Progrs di Lione e Le
Dauphin Liber di Grenoble; 5. la Boyard Presse che si dedica alla
divulgazione di tematiche religiose con il quotidiano Le Croix, il
settimanale Le Plerin du XX secle e il magazine La Documentation
Catholique. Per ridurre il fenomeno della concentrazione il governo
studia una legge antitrust che trova compimento nel 1984,
stabilendo che una stessa persona non possa possedere pi del 15 %
della tiratura di tutti i quotidiani nazionali dello stesso genere.
Non tardano ad arrivare le critiche, dovute al fatto che la legge,
in sostanza, legittima lo status quo, senza prevedere alcun
incentivo per la costituzione di nuove aziende. Nemmeno la nuova
legge del 1986 e i feroci dibattiti degli anni 90 riusciranno a
frenare il problema dei trusts editoriali, a causa della connivenza
di questi ultimi con i personaggi politici. La sola eccezione
rappresentata dalla stampa gratuita (free press) che dal 2002 ha
cominciato ad intaccare sensibilmente le vendite dei giornali pi
popolari (ma non degli altri giornali). In Italia invece la lettura
dei giornali gratuiti si svolge parallelamente a quella dei grandi
quotidiani nazionali e regionali, con leffetto di raggiungere chi
normalmente non compra il quotidiano. Come al solito sono i numeri
a parlare chiaro se si pensa che la tiratura complessiva dei
giornali in Francia sia aumentata solamente di 1 milione di copie
dal 1914 al 1980, a fronte di una contemporanea crescita della
popolazione che ha raggiunto i 53 milioni di abitanti (rispetto ai
36 milioni del 1914). Ad aggravare la situazione laumento del
prezzo di vendita, nonostante gli sgravi fiscali e le tariffe
agevolate riconosciute dal governo nel 1994. Il problema infatti
endemico dato che in Francia la stampa non ha attecchito
particolarmente nella popolazione: lelemento militante ha col tempo
creato disaffezione. Non bisogna dimenticare per, che i giornali
francesi sono stati i primi a porre le questioni sulla libert di
stampa e dopinione per le grandi democrazie occidentali.
La legge francese del 1881 sulla libert di stampa, funger quindi
da modello per le analoghe norme degli altri stati europei.
2. Monsieur Le Monde, il grillo parlante dei francesiLe Monde il
giornale simbolo della storia della Francia dal secondo dopoguerra
in poi. Raccolse leredit di Le Temps che fu sospeso insieme a tutta
la stampa collaborazionista. Cos lideatore del nuovo giornale, il
generale De Gaulle, affid la direzione ad Hubert Beuve-Mry, che
scelse il formato tabloid. I primi tempi non furono facili a causa
soprattutto dellalto costo della carta. Perci il 15 gennaio del
1945 il governo impose ai giornali francesi una riduzione del 50%
nelle forniture di carta, lasciando tuttavia la possibilit di
pubblicare meno pagine o di optare per una minor tiratura. Il
direttore si rese conto che per assicurare a Le M. una precisa
identit sarebbe stato necessario puntare su una minor diffusione,
offrendo cos al lettore un giornale completo. Il prezzo di tre
franchi (il doppio rispetto agli altri quotidiani) giustificava un
pubblico formato dalla media borghesia, gli intellettuali cattolici
e di sinistra e la futura classe dirigente, che poteva permettersi
di spendere qualcosa in pi. I lunghi articoli su argomenti anche
molto difficili, insieme ad una grafica severa, non impedirono al
giornale di ottenere successo. In pochi mesi nel 1946 Le Monde si
colloca ai vertici delleditoria francofona: otto pagine ricche di
commenti e di reportage anche dallAfrica e dalle ex colonie;
editoriali infuocati che ne legittimano la fama di bastian
contrario, sempre in opposizione alle decisioni del governo. In
particolare si fa promotore di una campagna contro ladesione della
Francia alla Nato, paventando il pericolo di un dominio americano
col rischio per lEuropa di diventare il nuovo campo di battaglia
tra i russi e gli statunitensi. Il pubblico comincia ad apprezzare
il tono irriverente del giornale, il suo essere une sorta di grillo
parlante per la sua autorit e indipendenza di giudizio. Una vicenda
fondamentale per il proseguimento della storia di Le M. avviene
alla fine del 1949, quando due importanti soci della societ
editrice escono dal comitato di direzione prendendo le distanze da
Beuve-Mery , contro il quale si schiera anche il governo,
costringendolo a rassegnare le dimissioni. A sostegno del direttore
scende in campo la redazione, al fine di tutelare lindipendenza del
giornale e la libert dinformazione. Si ottiene un compromesso
secondo il quale Beuve-Mery sarebbe rimasto al timone ancora per
qualche mese, facendo poi decidere allassemblea dei soci la sua
permanenza o il suo licenziamento. Con grande sorpresa il direttore
viene riconfermato. Inoltre i giornalisti ottengono una parte del
capitale azionario e la possibilit di prendere parte alle scelte
editoriali. Possono quindi continuare le battaglie di Le M. contro
le scelte del governo, anche a costo di enormi contraddizioni come
quando viene sostenuta la guerra anticoloniale in Indocina.
In un primo momento il giornale appoggia il ritorno al governo
De Gaulle, salvo poi tornare sui suoi passi nel momento in cui il
generale decide di ritirare la Francia dal Patto Atlantico. Infatti
la situazione era diversa rispetto alla fine del secondo conflitto
mondiale; per cui sarebbe stato assurdo scegliere ora una posizione
isolazionistica e velleitaria. Una nuova rottura arriva nel 1962
quando Le M. si oppone al progetto di De Gaulle di istituire
lelezione diretta del presidente. Da questo momento in poi il
giornale si sposter sempre pi a sinistra, restando comunque fedele
alla sua fama di organo di stampa serio e credibile allestero. Nel
1969 quando lo storico direttore sceglie Fauvet come suo
successore, inizia una lunga crisi delleditoria francese, destinata
a protrarsi fino agli anni 80, con la scomparsa di molti quotidiani
e un netto calo di lettori. Lascesa della tv (pubblica e privata)
non gioca a favore. Nel 1985 con al timone Andr Fontane spunta l
idea di aprire la societ a nuovi soci: 12 mila lettori diventano
azionisti salvando il foglio dalla bancarotta. Pochi anni e la
crisi si ripresenta in tutta la sua gravit: la redazione costretta
nel 91 ad accettare per la prima volta un direttore non
giornalista, leconomista Jacques Lesourne, che opera una politica
di taglio dei costi. La svolta arriva per nel 1994 quando Colombani
assume la direzione del giornale decidendo di fare ricorso a
finanziamenti esterni, rinnovando la formula editoriale e grafica.
Tuttavia i dati numerici sono impietosi a causa delle ingenti
perdite (120 milioni di franchi dal 90 al 94; le vendite passate
dalle 434 mila del 1981 a 330 mila). Lautonomia e lindipendenza, ai
limiti dellautolesionismo, restano i punti cardine per il rilancio
del giornale anche quando il colosso delle telecomunicazioni
Alcatel, infastidito dalle accuse di corruzione, cancella il
proprio investimento pubblicitario di 3,5 milioni di franchi. Nel
1995 vengono lanciate le pagine regionali, ma soprattutto viene
inaugurata la prima edizione online del giornale. Il 15 gennaio
2001 esce nelle edicole il nuovo Le M. completamente rinnovato
nella sua veste grafica con un aspetto meno austero, con pi
fotografie, con il potenziamento della pagina sportiva e di quella
degli spettacoli, oltre allintroduzione delle pagine sullU.E. e
sullalta finanza. Ma il progetto di Colombani passa anche per la
quotazione in Borsa del giornale, al fine di ottenere nuovi
capitali. Oggi Le M. appartiene essenzialmente ai suoi redattori,
mentre i 12 mila azionisti-lettori detengono circa il 10% del
giornale; quasi il 37% della societ poi in mano a sei societ
dinvestimento. Il direttore Colombani riesce cos a mettere daccordo
lesigenza dindipendenza con le regole del mercato, superando lo
scoglio giuridico che impedirebbe ad una societ editrice il
collocamento al listino parigino. Le M. sempre stato molto attento
alla situazione politica italiana attaccando apertamente la
politica di Craxi ed elogiando pi volte DAlema; molto osteggiato
Berlusconi (incubo reazionario e fascista). Tutto questo affidando
i suoi articoli a commentatori interni (Antonio Tabucchi) o esterni
(Dario Fo), facendo spiegare a personaggi del calibro di Pietro
Veronese come Berlusconi sia al di fuori dello
Stato di diritto per il suo radicalismo e perch emana leggi ad
uso personale. Un giudizio corretto qualche mese pi tardi quando il
quotidiano francese ha affermato che Berlusconi va accettato in
quanto lespressione dellelettorato italiano. Questanima trasversale
fa apparire ancora oggi il giornale come un bastian contrario,
rendendo orgoglioso il lettore, consapevole che con Le M. avr
sempre una visione particolare degli avvenimenti. Un giornale sin
dalla sua nascita rivolto ad un pubblico di sinistra e alla classe
dirigente, non solo francese ma dei principali paesi europei. Un
giornale laico ma che nel 2002 diventato lazionista di maggioranza
del gruppo Publications de la Vie Catholique, unoperazione che si
inquadra in una strategia despansione sempre pi grintosa.
3. Le Figaro, conservatore, ma non troppoNasce nel 1826 come
periodico delle belle arti e delle lettere su iniziativa di due
intellettuali, Alhoy e Arago, che lo pensano come un foglio di 4
pagine che riporti le cronache letterarie e articoli sulla moda o
sugli spettacoli. Nel 1854 viene acquistato da Hyppolite de
Villemessant che lo trasforma in settimanale attento alle notizie
politiche e alla vita di corte, facendo diventare Le Figaro lorgano
pi diffuso dellaristocrazia parigina. Nel 1866 finalmente assume
lidentit di quotidiano, avvalendosi della collaborazione di alcune
firme prestigiose che lo qualificano come foglio serio e
autorevole. Parallelamente alla crescita dei lettori iniziano a
comparire i primi reportage, ispirati allo stile inglese del Times,
senza trascurare la cronaca locale. Non si sottrae dai dibattiti
politici e nellaffare Dreyfus si schiera dalla parte del capitano
ebreo, ospitando alcuni articoli di Emile Zola. Il 900 si apre
sotto la direzione di Calmette che punta sulla diversificazione
(supplementi). Nel 1906 fa il suo ingresso nel giornale la
fotografia. in questo momento che il quotidiano diventa severo nei
confronti della classe politica, soprattutto con il ministro delle
finanze Caillaux. Da una parente di questultimo il direttore viene
assassinato (1914). Siamo alle porte del primo conflitto mondiale
durante il quale Le F. si distingue per i suoi grandi reportage. La
parentesi decennale sotto il proprietario Franois Coty viene chiusa
quando, allinizio degli anni 30, irrompe sulla scena la signora
Cotnaranu che nomina Lucine Romier direttore. Nonostante le
ristrettezze economiche questo il periodo dei grandi servizi
fotografici che raccontano i conflitti dellepoca, come la guerra
civile spagnola. Durante il secondo conflitto mondiale il
quotidiano costretto a spostarsi prima a Bordeaux e poi a Lione,
fino ad interrompere le pubblicazioni nel 1942 allo scopo di non
sottomettersi alla censura collaborazionista. Pubblicazioni che
riprendono il 23 agosto del 44 , qualche giorno dopo la liberazione
di Parigi.
Nell immediato dopoguerra Le F., dopo aver lanciato un nuovo
supplemento chiamato Littraire, conquista la leadership
delleditoria mantenendo la sua linea moderata e superando la
concorrenza di Le Monde. Il pubblico di riferimento ora la
borghesia agiata, i professori universitari e i funzionari
governativi. Ecco che il 15 maggio del 1950 limprenditore Jean
Prouvost rileva le azioni della signora Cotnaranu. Il giornale
raggiunge le 24 pagine, assume il formato lenzuolo e aumenta la sua
tiratura (1milione di lettori). Nel 75 la volta del magnate Robert
Hersant che rilancia la politica della diversificazione (Figaro
Magazine, Madame Figaro, Le Figaro Economie, Figariscope) con
lunico obiettivo di reggere lattacco del rivale Le Monde, senza
badare a spese. Si capisce quindi il motivo per cui alla morte di
Hersant nel 1996 si apre una lunga stagione di crisi finanziaria.
Gli eredi dellimprenditore, per sanare i debiti pensano di affidare
la direzione al giornalista di razza Yves de Chairsemartin,
considerando anche leventualit di vendere il 40% del capitale
azionario. La realt dei fatti costringe per a cedere la maggioranza
della propriet ad una cordata di imprenditori, guidata dalla banca
dinvestimenti americana Carlyle (1999). La nuova propriet si occupa
subito di rivoluzionare la grafica e il linguaggio: tre piani su
otto colonne, ampio uso del colore e della fotografia, con i
caratteri della titolazione che diventano pi chiari e leggibili.
Sin dalla prima pagina viene dato ampio spazio alle notizie estere;
le pagine interne vengono suddivise in sezioni. Puntando a
conquistare sempre pi lettori viene introdotta una pagina sull U.
E., una sulle nuove tecnologie e due legate a commenti ed
approfondimenti. La nuova formula piace al punto che, per la prima
volta dopo un lungo trend negativo, il giornale registra nel 1999
un aumento nella diffusione. Ci non impedisce un valzer di poltrone
alla direzione, fino allarrivo di Jean Belot nel maggio 2000. Nel
2002 Le F. torna in mano alla famiglia Hersant. Oggi il giornale
solido economicamente ed accompagnato dalluscita di alcuni
magazine. In ambito politico sempre rimasto moderatamente
conservatore, dalla parte della destra di Chirac. Con lidea che i
francesi sono primi in tutto.
4. Radical chic e sessantottino, Libration parla alla gauche
franceseIl significato di L. racchiuso nel maggio del 1968 che
segna la fine della Francia bigotta e china al generale De Gaulle,
in favore di un paese che intende rinnovarsi nei costumi sessuali e
nella politica, che trova la forza di imporre nuove regole grazie
alla moltitudine di studenti e operai scesi in piazza a protestare.
Uninterpretazione efficace che aiuta a comprendere cosa ha
significato il 68 per un intera generazione, la offre Laurent
Joffrin, una delle firme pi prestigiose del quotidiano:I giovani
ribelli non volevano rovesciare, ma democraticizzare il sistema. Il
1968 ha dunque rappresentato una scossa moderatrice, non una
rivoluzione.
La rivolta, che coinvolse una decina di milioni di persone,
cominci per un motivo piuttosto banale: lespulsione di un gruppo di
anarchici da parte delle Autorit delle Universit di Nanterre e
Parigi, con leffetto di suscitare una prima dimostrazione degli
studenti. Lintervento della polizia per bloccare i pi facinorosi
fece aumentare la rabbia verso le autorit e, gli anarchici, fino a
quel momento abbastanza isolati, trovarono lappoggio di quasi tutti
gli studenti, che iniziarono a occupare gli atenei. Il governo
continu con il pugno di ferro e gli studenti trovarono anche il
sostegno degli operai quando, il 13 maggio un corteo riun lungo le
vie del centro di Parigi un milione di persone contro la polizia.
La notte del 14 il Teatro Nazionale di Parigi venne occupato,
diventando cos il luogo delle assemblee del movimento, proprio
quando gli operai passarono ad occupare le fabbriche. Il 24 gli
anarchici organizzarono una marcia verso la Bastiglia, marcia che
si concluse con lincendio del Palazzo della Borsa. La protesta,
terminata il 5 giugno, aveva cambiato profondamente il Paese
portando alla luce quella che passer alla storia come la
generazione del 68, che trover il suo emblema nel quotidiano
parigino Liberation e nel suo direttore (dal 1974) Serge July .
Apparve subito evidente lintento di dar voce a tutti coloro che
avevano manifestato contro lancient rgime. Sartre, il primo
direttore, aveva osservato come la sinistra non fosse allepoca
degnamente rappresentata attraverso i giornali e fece divenire L.
una tribuna libera e sciolta da ogni dogma politico. Un giornale
radicale che voleva modernizzare la vita democratica e culturale
francese, dando spazio ad argomenti tab come lomosessualit, le
condizioni delle donne, degli immigrati, dei senza tetto, la
questione ambientale etc. Dal punto di vista economico la storia di
L. costellata da crisi cicliche, iniziate nel 1981, quando per la
prima volta furono sospese le pubblicazioni: non si rivel
sufficiente dunque, labbassamento e il livellamento dei salari per
ogni dipendente. Il 13 maggio il giornale rientr nelle scene
editoriali sotto il formato tabloid e con una foliazione di 32
pagine. Si opt per la formula di un settimanale-quotidiano con la
suddivisione classica in sezioni: esteri, interni, economia,
spettacoli e cronaca. I salari rimasero uguali per tutti secondo il
principio dellautogestione e dellindipendenza editoriale.
Nonostante laumento delle vendite una nuova crisi fu evitata nel
1982 solo perch si apr il giornale alle inserzioni pubblicitarie, i
cui introiti-fu stabilito-non avrebbero dovuto superare il 30%
delle entrate globali. Per ampliare la fascia di lettori, in genere
parigini, tra i 25 e i 45 anni, di cultura superiore e impegnati
politicamente, nel 1986 July decise lo sbarco a Lione. La
decisione, azzeccata, port il giornale ad incrementare la
diffusione, svecchiandosi dalletichetta di organo dellestrema
sinistra e dell intellighentia parigina. In questi anni la cronaca
rimane battagliera, con titoli graffianti che irridono al potere.
Inoltre stato uno dei primi giornali a parlare di ununione europea
che non sia solo scritta su carta.
Questi temi, trattati con ampi reportage, piacciono ai francesi,
tanto che il quotidiano raggiunge le 140 mila copie. I nuovi piani
editoriali, favorevoli alla politica della diversificazione portano
al lancio del settimanale Les Eches nel 1992. Dal 1994 inizia per
un lento declino, dato che non viene premiata la scelta di sbarcare
nel mercato nazionale. Ci porta alla perdita dellindipendenza
economica nel 1996. Sebbene fosse stato sottoscritto un documento
per salvaguardare lindipendenza della redazione dalla societ,
lingresso dellindustriale Seydoux visto come la fine del sogno
autarchico incarnato da Liberation. La nuova gestione decide di
sopprimere 78 posti di lavoro, dopo aver realizzato un aumento di
capitale pari a 70 milioni di franchi. La scelta si rivela
azzeccata e finalmente nel 99 si brinda ad un anno record: utile
netto salito a 17,5 milioni di franchi, grazie soprattutto ad un
aumento del 50% degli introiti pubblicitari, mantenendo una
diffusione sulle 170 mila copie. Anche L. stato molto attento agli
sviluppi della situazione politica italiana degli anni 90 salutando
con buoni giudizi il governo di Prodi e incensando Francesco
Rutelli, per criticare aspramente Silvio Berlusconi. Con il titolo
E pericoloso in italiano e senza accento, L. ha presentato 4 pagine
dedicate al Cavaliere e alla sua campagna elettorale, denunciando
nelleditoriale di Jacques Almaric le sue frodi fiscali e la
corruzione di magistrati, senza dimostrare la bench minima fatica
nel descrivere lex premier come un demagogo.
5. Le altre testate francesiUna recente indagine pubblicata da
Mediawatch ha fotografato la situazione del giornalismo francese
dove si passati dai 10 mila giornalisti nel 1980 ai 30 mila
attuali. Inoltre solo 8 testate riescono ad far valere la loro
presenza in tutto il territorio nazionale: si va dai quotidiani
delite (Le Monde), a quelli popolari (Le Parisien), senza
dimenticare il cattolico Le Croix e il comunista lHumanite. I
giornali pi venduti restano quelli regionali come Ouest France
(800mila copie). A livello generale la stampa francese ha sofferto
negli ultimi anni a causa di un netto calo degli introiti
pubblicitari e per l assenza di nuove iniziative editoriali.
Inoltre lelevato prezzo di vendita dei quotidiani non ha di certo
migliorato la situazione. Un caso emblematico il declino dello
storico quotidiano parigino France Soir nato nel 1930, formato
tabloid, caratteristico per il frequente ricorso ad una titolazione
leggera, oltre alla comparsa in prima pagina di una foto- notizia a
colori. Dopo aver toccato la quota record di mezzo milione di copie
vendute, iniziato nel 1990 un lento calvario, al punto che oggi il
quotidiano ha una tiratura molto ridotta e viene
incomprensibilmente venduto anche in abbinamento a Il Giorno.
Linformazione specializzata dei magazine sta invece attraversando
un buon momento. Da segnalare il successo del settimanale l
Express, inizialmente venduto come supplemento del giornale Les
Echos. Si colloca nellarea di centro sinistra
approfondendo i temi dattualit politico-sociale. Nel 1955
lenorme fortuna, spinge il direttore Giraud, a trasformare l
Express in un quotidiano, salvo poi tornare alla vecchia formula.
La rivista viene quindi divisa in 3 macrosezioni (1 interni ed
esteri; 2 societ ed economia; 3 cultura e tempo libero). Raggiunta
la tiratura record di 600mila copie il fondatore-editore
Servant-Schreiber decide di quotare al listino parigino il suo
gruppo editoriale. Nel 1978 viene attuata dal nuovo editore
Goldsmith una rivoluzione grafica ispirata ad uno stile minimal,
con un aspetto quasi stilizzato. Si prende labitudine di creare dei
veri e propri giochi di parole con il titolo della copertina. L E.
diventa ora un giornale che offre anche un servizio utile,
dinformazione sulla vita mondana francese, tramite preziosi
suggerimenti sul modo di impiegare il tempo libero. Nel 1987 lE.
passa al gruppo Alcatel che preferisce abbandonare linformazione di
servizio per concentrarsi sulle notizie internazionali: grandi
reportage e approfondimenti permettono di toccare 700mila copie.
Unaltra rivista riuscita ad imporsi allopinione pubblica Le Nouvel
Observateur (1950) che trasporta la formula di Le Monde su un
settimanale, affermandosi per la sua austerit e per le tematiche
affrontate con rigore critico e analitico. Lassenza di
illustrazioni e gli articoli lunghi caratterizzano il periodico
fino al 56 quando fanno il loro ingresso le foto, accompagnate da
brani pi brevi e pungenti. Dal 1970 appoggiando la politica del
socialista Mitterand, il giornale si colloca definitivamente a
sinistra, trattando principalmente argomenti di politica estera e
nazionale. Oggi vende 800mila copie con una buona diffusione anche
allestero, grazie ad uffici di corrispondenza sparsi in tutto il
mondo. Da menzionare il magazine Paris Match, inizialmente ricco di
reportage fotografici. Ora ha virato sul gossip e sullo star system
vendendo pi di 1 milione di copie, successo trasportato sul piccolo
schermo da quando nel 2001 nata Match Tv, del gruppo Lagardere. Le
Point un newsmagazine nato negli anni 70: conservatore e vicino a
Chirac, con una tiratura di 330 mila copie. Manca allappello il
satirico Le Chanard Enchain sempre pronto a denunciare i fatti di
corruzione, smascherando alcuni funzionari pubblici, come pure gli
scandali legati alla sanit. Lequivalente di Striscia la notizia
trasferito su una rivista.
Storia del giornalismo spagnolo1. Il giornalismo spagnolo prima
e dopo il generale Franco.Antes y despues. Prima e dopo:
lespressione con la quale gli spagnoli simboleggiano il passaggio
decisivo del loro 900, che ha visto il declino della dittatura di
Francisco Franco a favore dellinstaurazione della democrazia, con
lintervallo della transizione pacifica (1975-78).
La Spagna voleva tornare ad essere protagonista in Europa,
grazie anche ad unopinione pubblica che finalmente poteva
rispecchiare i principi del pluralismo e della libert di
manifestazione del pensiero, dopo il bavaglio del regime
franchista. Giornali, radio e tv erano stati sottoposti per quasi
quarantanni (1938-75) alle ferree disposizioni del Caudillo, sia
nellera repressiva che in quella tollerante. La prima cominci nel
38 con lapprovazione della legge preparata dal ministro
dellinformazione Serrano. Ed ecco che senza autorizzazione
governativa non potevano nascere nuove testate; lo spazio massimo
riservato alla pubblicit era il 33%; tutti i quotidiani dovevano
essere stampati con un solo carattere e con lo stesso tipo di corpo
(senza alcuna differenziazione politica, culturale e ideologica).
Il ministro dellInterno nominava i direttori delle testate per poi
destituirli al momento opportuno. Come se non bastasse i cronisti
venivano formati a partire dalle scuole di giornalismo, controllate
dal Ministero dellinformazione. Il Ministero dellInterno istitu il
Registro ufficiale della stampa, strumento di controllo per i
giornalisti professionisti. Ogni giornale, prima della stampa,
veniva consegnato alle autorit municipali che decidevano l
applicazione di un eventuale sanzione o sospensione delle
pubblicazioni per quei fogli che non rispettavano i criteri
imposti. Francisco Franco dimostr di aver compreso la lezione di
Mussolini ed Hitler: lunico modo per creare consenso e controllare
lopinione pubblica era quello di possedere gli strumenti della
comunicazione. In questo modo il generale riorganizz lo stato
spagnolo, funestato dalla guerra civile (1935-38), le cui radici
sono da ritrovare in un assetto proprietario della terra
assolutamente ingestibile: pi di met della terra apparteneva a meno
dell1% della popolazione. Alla fine del secondo conflitto mondiale
il regime franchista rappresentava lultimo baluardo totalitario in
Europa, con la logica conseguenza di un isolamento internazionale,
oltre allautarchia economica ed alla repressione politica. Il
Caudillo sapeva che lunica arma a sua disposizione per continuare
la sua dittatura era linstaurazione totale del terrore, almeno fino
alla fine degli anni 50. Il romanzo realista era lunico timido
esempio di evasione dalla realt. Per motivi economici e commerciali
pian piano si sgretola il muro di isolamento internazionale: nel 52
la Spagna entra nellUnesco, nel 53 inizia un rapporto di
collaborazione con gli U.S.A. e viene firmato un Concordato con la
Santa Sede. Finalmente nel 55 la nazione iberica entra nellO.N.U.
Contemporaneamente la Spagna si avvia ad una grande rinascita
economica, con un grande piano di opere pubbliche e infrastrutture.
Il nuovo Stato si appresta a diventare sempre pi urbano e
industrializzato. Tre citt simboleggiano questa crescita: Bilbao
(motore economico), Madrid (capitale politica) e Barcellona (con il
porto in grande ascesa). Nel 1966 viene emanata una nuova legge
sulla stampa (legge Fraga) che inaugura lera tollerante del regime
franchista. Labolizione dellautorizzazione preventiva
controbilanciata dallintroduzione del Registro Nazionale della
stampa al quale si devono iscrivere le imprese editoriali. Il
governo pu comunque rifiutare liscrizione e
mettere in atto le misure preventive (sequestri, sospensioni,
multe e cancellazione dellimpresa). Le societ editrici possono
nominare i direttori che devono corrispondere allidentikit di
giornalista professionista, impunito civilmente e penalmente. Con
queste mosse Franco intende apparire pi democratico, sebbene
trovare editori con le fedine penali e civili pulite, sarebbe stato
pressoch impossibile: gli oppositori non avrebbero mai potuto
dirigere un giornale. Inoltre una giuria etico-professionale pu
comminare sanzioni e sospensioni in caso di violazione dei principi
morali. Il giornalista privato della facolt di critica. Possono
essere pubblicate solo quelle notizie che l Amministrazione
pubblica ritenga idonee: ecco il motivo per cui in media ogni
giornale costretto a pagare una multa a settimana. Nonostante la
formale soppressione della censura, il regime censorio rimase in
atto. Ogni giornale, prima di uscire in edicola, doveva depositare
delle copie al Ministero dell Informazione: i funzionari pubblici
potevano ordinare il sequestro o la sospensione. Una forma, quindi,
di bavaglio trasparente dellinformazione con la conseguenza di un
ovvia uniformit dei mezzi dinformazione. Tutto questo lantes; il
passaggio dalla dittatura al nuovo stato democratico segna invece
il despues, in seguito alla morte del dittatore. La transizione
spagnola (1975-78) si svilupp senza traumi, in un clima di serenit
tra i post-franchisti e i partiti esiliati. Infatti, nella seconda
met del regime il paese si era evoluto socialmente, economicamente
e culturalmente, gettando le basi per la nascita della futura
societ civile. Il passaggio alla democrazia si realizz su un doppio
binario: rompendo con la vecchia guardia ma al tempo stesso
registrando una continuit costituzionale che permise di conservare
la Monarchia, sebbene non fosse pi sentita. Un passaggio supportato
dai giornali, che aprirono il dibattito su come si sarebbe dovuto
costituire il nuovo stato spagnolo. In particolare nasce nel 1976
El Pais, che simpone da subito come lo strumento diretto della
transizione, insieme ad altri giornali come Diario 16 e persino lex
franchista Abc. Finalmente nel 1978 viene approvata, in seguito ad
un referendum popolare, una nuova Costituzione che allart. 20
tutela la libert-diritto di manifestazione del pensiero in tutte le
sue forme. Nasce cos un informazione fortemente bipolare. La
sinistra viene supportata da El Pais e dal gruppo Prisa, una societ
editoriale che col tempo ha costruito un vero e proprio impero
mediatico con radio, tv e case editrici. La sinistra socialista e
il gruppo Prisa viaggeranno a braccetto nel periodo che va dal 1982
al 96, quando i socialisti di Filipe Gonzalez guidano la Spagna
verso la modernizzazione. questa una fase molto delicata per la
vita del paese neodemocratico. Inizia infatti la stagione delle
manifestazioni, culminata nel 1988 con lo sciopero generale. Il
paese ha bisogno di riforme e Gonzalez, prima di cedere il passo
alla destra, riesce a far aderire tutti i gruppi parlamentari al
cosiddetto patto di Toledo, col quale si avvia la riforma del
sistema pensionistico. La destra appoggiata dal quotidiano Abc e da
El Mundo, diventato lorgano ufficiale del partido popular di Aznar.
Se il compito dei socialisti era stato quello di rendere
operativa la transizione democratica, il partido popular doveva
ora virare verso il liberalismo e rendere pi flessibile limmagine
dello Stato, mettendo in pratica il progetto generazionale, di
quella generazione stufa dello strapotere di Gonzalez. La guerra
tra i due partiti nel 2000 si sposta sulletere dove si fronteggiano
Canal Satellite Digital del gruppo Prisa e la neonata Via Digital
di Aznar, che finalmente riesce ad esercitare la sua influenza sui
mezzi di comunicazione, grazie anche allappoggio di Telefonica, lex
monopolista di Stato delle telecomunicazioni. La guerra vera e
propria era tuttavia cominciata nel 97, quando il governo di Aznar
decise di mettere in chiaro la visione delle partite di calcio, i
cui diritti erano appena stati acquistati dal gruppo Prisa. Inoltre
un decreto ministeriale aveva imposto di usare i decodificatori col
sistema multycript della neonata Via Digital, mettendo fuori legge
quelli di Canal Satellite. Lultima mossa fu quella di istituire una
commissione con facolt di riconoscere o meno lesistenza delle
piattaforme digitali: Canal Satellite fu messa fuori dai giochi.
Anche i quotidiani si schierano, con El Pais in prima linea a
denunciare le manovre governative. Nel maggio 2002 la vicenda si
conclude con la clamorosa fusione delle due pay-tv. Un armistizio
indispensabile, che permetter a Telefonica e al gruppo Prisa di
risanare le ingenti perdite degli ultimi anni. La guerra del papel,
ovvero quella sui giornali, vive ora una fase di stanca. La
tiratura dei pochi quotidiani nazionali (El Pais, El Mundo, Abc) e
dei molti regionali (stampa catalana: La Vanguardia; e quella
basca: El Correo Vasco) , tra le pi basse dEuropa (4 milioni). La
situazione non cambia se si prendono in considerazione i
settimanali: solo Tiempo raggiunge le 500mila copie. Ci nonostante
questo tipo di giornalismo quello che pi si lega al sentimento
degli spagnoli; anche perch sono stati proprio i mezzi di
comunicazione, insieme al re Juan Carlos, a fare blocco contro il
tentativo di un colpo di Stato da parte del colonnello Tejera. Il
23 febbraio 1981 rappresenta perci una svolta, dato il ruolo
determinante ricoperto dai giornali per impedire che il paese
risprofondasse nellincubo di un regime totalitario, dimostrando
definitivamente di essere liberi, indipendenti e democratici.
2. Tutto il mondo PaisEl Pais es para ponerse a pensar. Era
questo lo slogan che, alla morte del Caudillo, compariva sui
cartelloni pubblicitari. Il giornale madrileno esortava quindi gli
spagnoli a pensare agli ultimi quarantanni di regime, alla nuova
democrazia, a quale modello di nazione puntare: laica, religiosa,
che virasse al socialismo oppure alla destra post franchista. El
Pais divent subito lo strumento guida che indirizz la Spagna a
percorrere la strada delle democrazie europee. Fece irruzione nelle
edicole con il formato tabloid: 48 pagine disegnate su 5 colonne.
El Pais era una vergine che si affacciava nel mondo del
giornalismo, con la fortuna di arrivare nelle edicole
immediatamente dopo la morte di Franco. facile perci capire il
motivo per cui godette subito di una fiducia spropositata anche
allestero. A
garantirne la qualit in primo luogo il fondatore: Jos Ortega
Spottorno, figlio del celebre Jos Ortega y Gasset. Il sogno di
Spottorno era quello di riunire col giornale tutte le migliori
menti spagnole, una vera e propria elit che avesse il compito di
trasformarsi nella futura classe dirigente. Meno noto il direttore
responsabile: il trentunenne Juan Lus Cebrian; del resto quasi
tutti i collaboratori avevano meno di 30 anni. El Pais divenne
quindi lemblema della nuova generazione, pronta a rimboccarsi le
maniche e a scommettere sulla democrazia. Nella sua lunga direzione
Cebrian punter soprattutto sulla politica interna, con un occhio di
riguardo allU.E., cui la Spagna aderir nel 1986 con Felipe Gonzalez
al governo, il politico al quale El Pais sempre stato legato, al
punto da essere etichettato come giornale filogovernativo. Un ruoo
fondamentale, il giornale madrileno, lo interpreta il 23 febbraio
del 1981, quando con due edizioni a caratteri cubitali dichiara: El
Pais est con la constitucion. Lo stesso linguaggio di re Juan
Carlos quando annunci in televisione lo scampato pericolo del colpo
di stato. I redattori del quotidiano madrileno capirono cos di aver
fatto la scelta giusta: avendo denunciato pubblicamente i militari
di Tejera , El Pais si guadagn la qualifica di giornale pi serio,
attento ed autorevole della Spagna. I primi problemi sorgeranno
durante la lunga epopea socialista, quando la campagna socialista e
quella del giornale si fonderanno spesso si confonderanno. A nulla
serviranno le giustificazioni del neo direttore Estefania, alla
luce dei nuovi scandali che coinvolgeranno i dirigenti socialisti:
primo fra tutti il caso Gal. Nel 1983 il governo fece sorgere un
vero e proprio apparato militare, i Gruppi Antiterroristici di
Liberazione (GAL), col fine di perseguitare gli affiliati dellEta,
il gruppo terroristico che lotta per lindipendenza dei paesi
baschi: in tre anni furono assassinate 28 persone. Il magistrato
Baltazar Garzon si preoccup di indagare sulle azioni intraprese dal
Gal, facendo andare in carcere il ministro dellInterno Barrionuevo,
oltre a Felipe Gonzalez e al segretario di Stato per la sicurezza,
Vera. El Pais ricalcando le parole di Gonzalez, parl di
unoperazione montata ad hoc. Lo stesso si far con altri scandali,
come per i finanziamenti illeciti. Intanto si affaccia sulla scena
editoriale un nuovo e pi autorevole rivale che va a sostituire Abc,
ovvero El Mundo. Cos si giunge alla terza fase di El Pais,
caratterizzata dal cambiamento di direzione: Jesus Cerberio dal
1993 diventa il responsabile del quotidiano che, qualche anno pi
tardi passa allopposizione, criticando aspramente loperato del
neopremier Aznar. Si esprimono dubbi sulle sue reali capacit di
governare, soprattutto per le origini estremiste di molti esponenti
del suo partito, ma anche per la guerra intrapresa per screditare
il gruppo Prisa. Ci nonostante, in questa fase lespansione di El
Pais stata enorme, grazie anche alla quotazione in borsa di una
quota del gruppo editoriale come forma di garanzia di costante
indipendenza pure dalla politica. Nel 96 nasce la versione on line
del quotidiano, divenuta complementare a quella cartacea,
supportandola.
Sono stati portati avanti anche alcuni progetti di creazione di
sinergie editoriali con giornali della stessa matrice culturale: La
Repubblica in Italia e l Indipendent in Inghilterra. Ma il rapporto
di collaborazione pi stretto oggi con Le Monde e con l
International Herald Tribune di New York. Le vendite si sono
attestate sulle 450 mila unit durante la settimana, 1 milione
quando la domenica pubblicato il supplemento El Pais Semanal.
Maniacale lattenzione alla notizia, che se non confermate da pi
fonti semplicemente un ruidos, un rumore. L Italia negli ultimi
anni stata sempre sotto osservazione da El Pais che ha elogiato
loperato di Prodi e DAlema, ed ha attaccato Berlusconi, definito
come un amalgama di destra, xenofobia e antieuropeismo, arrivando a
denunciare i presunti rapporti di Berlusconi con la mafia.
3. El Mundo: un uomo, un giornaleI motivi del successo di El
Mundo, come afferma lo storico Pizarroso, risiedono nel bipolarismo
politico che si rispecchiato sulla carta stampata, con El Mundo a
rappresentare la nuova classe dirigente, stanca dellegemonia della
sinistra spagnola, ma anche la risposta di centro-destra al
quotidiano El Pais. El Mundo deve gran parte della sua fortuna
alluomo che riuscito a trasformarlo in un foglio battagliero: Pedro
J. Ramirez, che inizia la sua esperienza lavorativa presso Abc,
divenendo uno degli editorialisti pi apprezzati (1975-1980). A soli
ventotto anni nominato direttore del quotidiano Diario 16, che in
breve tempo simpone come lemblema del giornalismo indipendente e
investigativo. Da Diario 16 partono quelle inchieste, poi
approfondite da El Mundo che inchioderanno il partito socialista.
Lo scandalo Gal di proporzioni talmente grandi da costringere
Ramirez alle dimissioni in quanto la sinistra al governo gli rende
la vita impossibile. Sette mesi pi tardi per El Mundo fa il suo
ingresso sulla scena editoriale. Sin dalleditoriale del primo
numero il giornale si autodefinisce un periodico progressista, per
la difesa del sistema democratico, delle libert e dei diritti
umani. Nel giugno del 1991 arriva la svolta, quando il gruppo
Rcs-Rizzoli acquista il 45% della casa editrice di El Mundo, che
trova cos capitali freschi e un partner editoriale forte che gli
consente di espandersi. Gi nel 92 i dati sul bilancio (utile netto
di 32 milioni di pesetas) e sulla diffusione (dai 100 mila ai quasi
200 mila) sono confortanti. In meno di tre anni El Mundo diventa il
terzo giornale a diffusione nazionale. Iniziano poi una serie di
campagne di stratificazione per radicarsi in tutto il territorio.
Nel 1998 arriva il tanto sospirato sorpasso su Abc, grazie anche al
successo inaspettato della collana multimediale La historia visual
de El Mundo: con 310 mila copie risulta il secondo quotidiano pi
venduto in terra iberica. Nel frattempo il giornale trova la sua
definitiva collocazione politica appoggiando il partido popular.
questo un periodo molto felice per lintera nazione sulla scia di un
boom economico senza precedenti. Dal 1996 al 200 vengono creati un
milione e 700 mila nuovi posti di lavoro con la destra al governo.
In pochi anni la Spagna si ritrova sotto i riflettori
internazionali. La
piattaforma del consenso attraverso la quale Aznar ha
consolidato la sua immagine stato proprio El Mundo, che pur
riconoscendo al leader del centro destra assoluta integrit morale e
politica, non pu nascondere gli scandali finanziari scoppiati negli
anni in cui il partido popular al potere. Dopo la soddisfazione per
aver fatto arrestare lex capo di Stato Gonzalez, insieme a
Barrionuevo e Vera, sulla lista degli imputati di Ramirez e di El
Mundo, compare un altro nome eccellente: Silvio Berlusconi per
laffare Telecinco. La magistratura spagnola apre quindi uninchiesta
in cui B. viene indagato per frode fiscale, con leffetto di alzare
un polverone anche in Italia dove si era in piena campagna
elettorale. Eppure i rapporti tra El Mundo e Berlusconi non erano
mai stati tesi, dato che il giornale ne aveva appoggiato la discesa
nellarena politica. A detta dello stesso Ramirez poi, nonostante B.
sia lalleato europeo di Aznar, i due sono agli antipodi. Dunque
Aznar avrebbe avallato lingresso di Forza Italia nel partito
popolare europeo solo per rafforzare il centrodestra europeo.
Infatti-come spiega Ramirez- in Spagna basterebbe soltanto il caso
Telecinco per mettere fuori gioco un candidato come Berlusconi. Il
braccio di ferro continuato in un articolo comparso sul giornale il
13 maggio del 2002, rimproverando al premier italiano di non aver
ridotto le tasse, senza nemmeno risolvere il conflitto dinteressi.
Paradossalmente pur essendo un giornale conservatore, El Mundo ha
servito al meglio limmagine della sinistra italiana, appoggiando
lascesa del serio e rigoroso DAlema. Due esempi, quelli di B. e
DAlema, a testimoniare lindipendenza editoriale di El Mundo. Nel 95
viene lanciata ledizione on line, poi rinnovata nel 2000. Un
giornale serio e battagliero che proprio per la sua indipendenza ha
dovuto pagare con due lutti: Lopez de Calle in un attentato dellEta
e Julio Fuentes, inviato in Afghanistan.
4. La doppia vita del monarchico ABCViene fondato nel 1903 da
Torquato Luca De Tena e diventa un vero e proprio quotidiano due
anni pi tardi con lavallo della casa reale. Si distingue
immediatamente come un giornale monarchico, cattolico, conservatore
e di destra, rappresentando lidentit nazionale della Spagna;
acerrimo nemico dei nazionalismi (catalano e basco). Non tarda ad
arrivare il gradimento del pubblico che lo premia con 200 mila
copie di diffusione, grazie anche allintroduzione della fotografia
(1908) e del colore (1930). Negli anni della guerra civile
(1932-1935) lanima di ABC Juan Ignacio de Tena che si schiera a
favore del generale Francisco Franco. Durante il conflitto
ledizione madrilena viene confiscata dai repubblicani, ma ci non
impedisce a Juan Ignacio di continuare ad aggregare intorno al
giornale alcuni intellettuali destinati a ricoprire incarichi
prestigiosi sotto lala protettiva del Caudillo, come lo scrittore
falangista Rafael Sanchez Mazas, futuro ministro della Cultura.
Per ABC la vittoria di Franco lunica soluzione auspicabile alla
guerra fratricida. Naturale la sua investitura di organo ufficiale
della dittatura. In questi anni inizia una lunga campagna, poi
rinnegata, nei confronti delle autonomie locali, in particolare
contro i nazionalismi catalano e basco, propugnando lideale di una
Spagna unita, forte e nazionale. La parabola discendente comincia
con la morte del Caudillo. Cos Guillermo Luca de Tena, nuovo
direttore dal 1978, decide di rinnegare il passato del giornale,
che diventa antifranchista e si dichiara a favore delle autonomie.
Una politica editoriale che sortisce un doppio effetto
indesiderato, sconcertando i lettori pi fedeli, senza attrarne
degli altri. Gi nel 1981 El Pais mette a punto lo storico sorpasso,
diventando il primo quotidiano spagnolo. Tuttavia durante lepopea
socialista ABC si mantiene sulle 300 mila copie, perch diventa
foglio dopposizione. Tra il 94 e il 98 vive una profonda crisi con
labbandono di numerosi lettori. Alla base di ci innanzitutto la
mancanza di una linea editoriale certa e lincapacit di rinnovarsi:
non basta pi dichiararsi liberal conservatori e monarchici, quando
ormai la Corona in Spagna solo un simbolo. Il definitivo tracollo
viene scongiurato nel 2001, quando la famiglia De Tena decide la
fusione col gruppo El Correo, per cercare di costituire il primo
polo giornalistico spagnolo. Infatti El Correo possiede ben 16
quotidiani locali e con ABC pu aver trovato la sua punta di
diamante per sfondare anche sul piano nazionale. La direzione stata
affidata ad uno dei giornalisti pi attivi nella lotta contro il
terrorismo basco, Jos Antonio Zarzaleyos, che ha deciso di
potenziare la politica dei supplementi, come quello culturale della
domenica Blanco y Negro. Ledizione internet, lanciata nel 1995,
propone oggi la pubblicazione digitale di Teknlogic@, una rivista
sulle nuove tecnologie. Non si fatta attendere la svolta grafica
del quotidiano, con la prima pagina interamente occupata da una
foto-notizia a colori sullargomento principe del giorno. La
foliazione media di 144 pagine che vengono spillate allo stesso
modo di un settimanale. Politicamente ABC ancora alla ricerca di
unidentit precisa, senza lesinare critiche sulloperato dei
conservatori. Immancabile il giudizio sui politici nostrani, con
DAlema omologabile agli altri leaders europei di centro-sinistra e
Berlusconi criticato soprattutto per il conflitto dinteressi.
5. Le altre testate spagnoleAnche in Spagna come in Francia il
quotidiano pi letto un giornale sportivo: Marca con 600mila copie.
Un panorama editoriale fiacco con un pubblico di 5 milioni di
lettori, poche testate nazionali e molti giornali locali, simbolo
delle autonomie, la cui forza risiede nella fedelt di un pubblico
sempre interessato alle notizie sulla propria
comunit. Ci spiega il motivo per cui fogli come El Pais ed El
Mundo abbiano lanciato negli ultimi anni delle edizioni (e
redazioni) decentrate. In Spagna si riscontra infatti un vero e
proprio federalismo fiscale e amministrativo, con le cosiddette
Comunidad ad usufruire di reali poteri in ambito economico e
politico, in seguito al patto firmato nel 1992 dai capi dei due
maggiori partiti. In tale contesto il quotidiano pi famoso La
Vanguardia, emblema della Catalogna, che nasce nel 1881 per
appoggiare il partito liberale alle elezioni comunali. Gi nel 1888,
sotto la direzione di Modesto Sanchez Ortis, cambia orientamento,
diventando il giornale pi letto nella regione. Vengono chiamati
giovani intellettuali a raccontare i fermenti di rinnovamento della
societ catalana. Formula che trover il suo coronamento con la
preziosa collaborazione di Pablo Picasso. Molta importanza viene
attribuita anche alle cronache internazionali, inviando
corrispondenti nelle maggiori capitali europee. Durante il regime
franchista, pur mantenendo il controllo finanziario, la propriet
non riesce ad influenzare la linea editoriale, al punto da essere
costretta a mutare la testata, che diventa La Vanguardia Espanola.
Alla morte del Caudillo viene appoggiata al transizione
democratica, anche se il giornale si schiera dalla parte dei
nazionalisti di Jordi Pujol. Scelta premiata con le 200mila copie
di diffusione. Altro quotidiano di Barcellona Avui (45mila copie)
nato negli anni 80, scritto in catalano e formato tabloid; mentre
El Periodico esce in doppia versione, anche in spagnolo. Nei Paesi
Baschi si riflette anche sulla stampa il problema del separatismo
dellEta. Il giudice Garzon ha quindi ordinato la chiusura di un
giornale (Egin) e di un emittente radiofonica (Egin Irratia) perch
considerati integrati ad una struttura criminale. Di tuttaltra
pasta El Correo (148mila copie), diretto da Zarzalejos che ha
ricevuto minacce dal terrorismo basco. Sono recentemente scomparsi
due quotidiani storici del panorama informativo madrileno, Ya e
Diario 16. Il primo, nato nel 1935 e dispirazione cattolica, ha
cessato le pubblicazioni nel 1996 a causa di una grave crisi
finanziaria, dopo essre stato durante il regime, il giornale pi
letto nella capitale. Diario 16 ha chiuso i battenti nel 2001,
nonostante prima il magnate britannico Robert Maxwell nel 1988, poi
la famiglia Hersant nel 92 avessero portato capitali freschi. La
speranza delleditoria madrilena ora rappresentata da La Razon, che
sin da subito ha adottato una linea editoriale e monarchica,
lanciando nel 2001 una versione on line. Non manca una buona stampa
economica. Ecco Expansion (85 mila copie), controllato da Pearson,
lo stesso che edita anche il Financial Times e l Economist. Nel
capitale della societ entrata nel 97 anche Telefonica: un ingresso
strategico che ha avuto come conseguenza la quotazione in borsa nel
2000. Cinco Dias (51 mila copie) del gruppo Prisa laltro quotidiano
economico. I settimanali, ad eccezione di Tiempo, hanno una scarsa
diffusione. per necessaria una precisazione. Infatti il fenomeno
editoriale degli ultimi 20 anni la cosiddetta Prensa del corazn. Si
tratta di pubblicazioni che raccontano le storie della casa reale e
i pettegolezzi sui personaggi
famosi. Tra queste riviste la pi famosa Hola (735mila copie) per
la seriet nellaffrontare argomenti frivoli. La stessa formula che
in Italia ha studiato e importato Chi.
Storia del giornalismo inglese1 Tra stampa popolare e di
qualitUn panorama informativo che pu vantare 13 quotidiani
nazionali, 10 domenicali, 60 giornali regionali serali e 10
regionali del mattino per una tiratura complessiva di 16 milioni di
copie. Ma la caratteristica che rende unico il giornalismo inglese
la dicotomia tra stampa di qualit (Times, Guardian, Daily
Telegraph, Indipendent) e i cosiddetti populars o tabloid (Sun,
Daily Mirror, D. Star, D. Mail, D. Record, Express). Una
suddivisione nata alla fine dellOttocento a causa della rivoluzione
apportata da Alfred Harsmsworth (Lord Northcliffe), in seguito a
due tappe molto significative nel processo di ammodernamento e
democratizzazione dell Inghilterra: l abolizione delle tasse sulla
stampa (1855) e lapprovazione della legge sull istruzione
elementare nel 1870. Entrambi i provvedimenti sono da interpretare
come degli atti dovuti da parte del governo nei confronti di una
popolazione ormai incontrollabile: se la rivoluzione industriale
aveva in precedenza visto lascesa della classe borghese, ora anche
il proletariato urbano stava prendendo coscienza grazie alle
organizzazioni sindacali ed alla circolazione di numerosi fogli
privi delle necessarie autorizzazioni e bolli. Inoltre fu
progressivamente ampliato il diritto di voto parallelamente alla
crescita del tasso di alfabetizzazione. Fu cosi che ebbe inizio
alla fine del 1800 let doro della stampa britannica durata fino al
primo conflitto mondiale: in tutta la nazione 300 giornali uscivano
regolarmente ogni giorno. Ed proprio in questi anni che nasce la
dicotomia storica fra i qualities e i tabloid, spiegabile in 5
punti chiave. 1) Il formato: il caratteristico lenzuolo dei
qualities in cui si d ampio spazio a notizie interne ed estere
trascurando cronaca nera, bianca e rosa, si differenzia dal
(ridotto) formato tabloid dei populars con notizie piu sintetiche e
facilmente assimilabili. 2) Lo stile : a quello austero e
aristocratico del Times si contrappone la lingua emotiva e
sensazionalistica dei populars con un lessico colloquiale per
creare un rapporto diretto col lettore; un impatto visivo deffetto
creato tramite luso dei c.d. puns (doppi sensi), delle foto e di
titolazioni cubitali. Un alto grado di spettacolarizzazione secondo
il quale bisogna prestare piu attenzione a guardare che non a
leggere il giornale.
3) I valori-notizia : la stampa delite si concentra sui grandi
reportage dallestero e sulla politica nazionale, quella popolare
non si interessa di ci che non riguardi direttamente il cittadino
inglese e la sua sfera privata. Dalla struttura depoliticizzata dei
tabloid emerge limpressione che i cittadini siano difesi contro gli
abusi dei poteri forti (banche, tribunali, chiese) creando un
identificazione quasi maniacale tra giornale e lettore. Il tutto
mediante articoli che informano senza approfondire, senza porre
interrogativi. 4) La diffusione: i qualities sono letti da un
pubblico colto mentre i tabloid sfondano nella fascia media della
popolazione oltrepassando i 15 milioni di copie vendute ogni
giorno. 5) La politica dei prezzi: con i qualities a rappresentare
la stampa costosa. Come recita lo slogan del magnate australiano
Rupert Murdoch, facendo leva sull emotivit, lorrore, le tette e i
sederi i popular sono riusciti ad attrarre maggiormente il
pubblico. I tabloid inglesi a partire dallinizio del 900 si sono
progressivamente evoluti in virtu della loro capacit di recepire
gli umori dei lettori usando un linguaggio spregiudicato e
divertente, insieme a raffinate strategie di marketing grazie alle
quali si sono trasformati in perfette macchine da scoop. Il loro
unico obiettivo quello di svelare scandali indagando nella vita
privata dei personaggi famosi, il solo argomento che appassiona i
lettori. Tema questultimo non considerato spazzatura. In tal modo i
giornali popolari sono diventati lemblema della working class e del
suo stile di vita. Sarebbe perci fin troppo riduttivo affermare che
essi sfruttano solamente le armi del sesso, dello sport, della
cronaca nera e rosa per vincere la battaglia con la stampa di
qualit. Il vero problema semmai dovuto alla concentrazione di piu
testate in mano a pochi editori di riferimento. Fenomeno
originatosi al tramonto del primo conflitto mondiale e
letteralmente esploso negli anni 90. Nel 1946 la Camera dei Comuni
istitui una commissione ad hoc che fotograf la situazione dellepoca
senza per trovare una soluzione rispetto ad un trust di testate in
mano a tre grandi catene editoriali (London Express Newspaper,
Daily Mail Group e Daily Mirror Group). Ci nonostante, anche dopo
il fallimento del secondo gruppo di lavoro nel 1962, la pluralit
dellinformazione e delle opinioni non sembrava affatto compromessa.
In un mercato dominato elusivamente dalle leggi della concorrenza
capitalistica emersero fra gli altri, Roy Thomson e Cecil King, due
magnati senza scrupoli del mondo delleditoria. Il primo, dopo
essere diventato luomo piu potente dei media inglesi, salv il Times
dal fallimento comprandolo nel 1967. Il secondo riusci ad
accentrare nel suo gruppo, la International Publishing Corporation,
addirittura 200 periodici compresi il Daily Mirror e il Daily
Herald. Questa situazione di mercato chiuso cominci a stancare gli
inglesi gi a partire dagli anni 50: il crollo delle vendite dei
giornali fece registrare nel 67 la quota di 15 milioni rispetto ai
58
milioni di copie complessive vendute nel 1945. Le cause della
crisi erano da ricercare nell offerta piatta e unidirezionale dei
prodotti giornalistici che non riuscivano a sostenere la
concorrenza della tv. A peggiorare ulteriormente il quadro la
scelta autolesionistica di aumentare i prezzi dei periodici. Negli
anni 70 il governo laburista organizz una terza commissione d
inchiesta con lobiettivo di escogitare norme applicabili ad
entrambe le fasce dei giornali e di promulgare una legge antitrust
capace di generare un mercato realmente libero. Nel rapporto si
evidenzi come la stampa inglese fosse conservatrice, irrispettosa
della privacy e assolutamente dipendente dalla pubblicit:
situazione che rimase tale fino agli anni 90 quando si aggiunse il
problema della bassa qualit dei giornali, soprattutto in relazione
all informazione selvaggia dei tabloid. La goccia che fece
traboccare il vaso fu lo scoop col quale vennero resi pubblici i
tradimenti del principe Carlo nei confronti di lady Diana. Il
governo conservatore affid quindi al giurista Sir David Calcutt il
delicato compito di trovare una mediazione nell ambito del
conflitto fra il diritto dinformazione e quello di tutelare la
propria privacy, anche per i personaggi famosi. Le conclusioni cui
giunse il giurista sembrarono un vero e proprio schiaffo allo
strapotere dei media in quanto sugger di abolire la Press
Complaints Commission, lorgano di autodisciplina della stampa
inglese, a favore di un tribunale molto pi severo. Sul fronte
privacy venne proposto di vietare ai giornalisti lingresso in una
propriet senza il placet degli interessati, cos come per quanto
riguarda lutilizzo di strumenti di ripresa e di ascolto. Intervenne
allora il ministro dei beni culturali, Peter Brooke, istituendo il
Code of practice (1991) una sorta di compromesso tra le conclusioni
di Calcutt e lantagonista diritto dell informazione, senza per
risolvere la questione sulla tutela della privacy, se non tramite
rimedi non sempre efficaci come listituzione del diritto di replica
e la rettifica di informazioni inesatte. Un problema di non poco
conto se si pensa che linvasione nella vita privata della
principessa Diana ha portato, come estrema conseguenza, alla morte
di questultima (1997). Un vuoto legislativo che consente agli
editori di controllare se stessi in un evidente conflitto
dinteressi. Dal punto di vista politico i giornali riflettono il
sistema bipolare inglese, facendo emergere chiaramente lappoggio
per i laburisti o i conservatori. Si pu dunque ritenere che la
stampa britannica rappresenti il vero e proprio contropotere,
contribuendo in modo decisivo al successo o meno di uno
schieramento alle elezioni. In alcuni casi, come nel secondo
dopoguerra, la stampa si permessa di suggerire le questioni sulle
quali si sarebbe dovuta concentrare lanalisi politica dei due
partiti. Ne sa qualcosa Wiston Churchill, bersagliato dai media
quando propose nel 1945, lidea della nascita degli Stati Uniti d
Europa, senza aver fatto i conti con quelleuroscetticismo che
contraddistingue ancora oggi i sudditi del Regno Unito. Le opinioni
dei giornali riflettono quindi quelle dei lettori e viceversa. Tra
i quotidiani di qualit si segnala la linea conservatrice del Daily
Telegraph mentre il D. Mirror laburista; The Guardian e l
Indipendent non sono schierati
apertamente. Il gruppo Murdoch (Times, Sunday Times e Sun) ha
spiazzato tutti quando alle elezioni del97 ha appoggiato lascesa
del laburista Tony Blair. Durante il lungo governo della Tatcher
(anni 80 e 90) i giornali sono stati ondivaghi appoggiandola sul
piano della politica estera nella guerra delle Falkland, per poi
criticarla sulla politica delle privatizzazioni delle Ferrovie
dello Stato e del settore minerario. Con Blair si inizialmente
registrato una sorta di idillio, pian piano scemato fino a quando
nel 98 cominciata una ricerca continua dello scoop al fine di
pungolare limmagine rassicurante del leader laburista. Ed ecco
sbattute in prima pagina le questioni familiari del ministro dell
Interno Jack Strow e quelle del ministro degli Esteri Robin Cook .
Blair ricorda perci ai media di occuparsi pi di politica che di
camere da letto. Ad una simile provocazione i media rispondono col
caso Lawrence, uno studente di colore morto per essere stato
accoltellato da una banda di ragazzi bianchi. Per mancanza di prove
vengono scagionati i cinque sospetti (1996), ma le indagini svolte
dal ministero degli Interni riconoscono i gravi errori della
polizia londinese (1997). Nel 99 contravvenendo alla legge, il
Daily Mail pubblica le foto e i nomi dei cinque teppisti che hanno
ucciso Lawrence, oltre a quelli dei poliziotti rei di aver
insabbiato il caso. Con una mossa tardiva Blair, rivolgendosi ad un
magistrato dellAlta Corte ordina di bloccare la stampa del rapporto
sebbene il Sunday Telegraph abbia gi pubblicato la notizia in prima
pagina. Il giornale smantella perci la prima pagina ricostruendola
col titolo Il governo blocca le notizie sul caso Lawrence. Ben
presto tutti gli editori firmano un documento contro lingiunzione
del giudice Rix, che poi finir per dare ragione ai giornali. Senza
dubbio una vittoria storica per quel tipo d informazione pronta a
denunciare le violazioni delle istituzioni. Un episodio che ha
definitivamente incrinato i rapporti fra la stampa doltremanica e
lex primo ministro Tony Blair.
2 Le sette vite di Mister TimesFondato nel 1785 col nome di
Daily Universal Register, assunse tre anni dopo lattuale testata.
John Walter, linventore del quotidiano coltivava il sogno di creare
un giornale svincolato dai partiti e senza una precisa classe
sociale di riferimento. Il successo inizi nel 1789 quando venne
documentata con tempestivit e precisione la notizia della presa
della Bastiglia. Fu sempre il primo quotidiano inglese ad informare
i lettori della disfatta di Napoleone a Waterloo (1815). Il
pubblico di riferimento di quegli anni era laristocrazia terriera,
i ministri della Chiesa anglicana, gli ufficiali dellesercito e i
funzionari della Corona: tutti riconoscevano al Times qualit e
autorevolezza nel riportare gli avvenimenti. Quel Times era
disegnato su quattro colonne e la prima pagina conteneva solo i
personals, ovvero annunci di piccola pubblicit, soprattutto di
carattere sociale
(nascite, morti etc). I suoi articoli non erano firmati perch
Non importante chi scrive ma ci che si scrive come era solito dire
il direttore John Tadeus a met 800. In questo modo ad esempio
nessuno sapeva che dietro ai memorabili reportage sulla guerra di
Crimea (1854) si nascondeva la firma di William Howard Russell che
raccont le ragioni della tragica sconfitta inglese. Si pu
legittimamente affermare che Russell invent un nuovo mestiere senza
rendersene conto; infatti le cronache di guerra fino ad allora
erano dei racconti poco attendibili inviati da ufficiali megalomani
(perch si presentavano nei loro brani come eroi) ai direttori dei
giornali. Una crescita costante, che permise (con lintroduzione
della rotativa) di raggiungere le 300 mila copie di diffusione
giornaliera, cifra vertiginosa per lepoca (1890). Proprio nel
momento di massimo splendore cominci una lenta ma inesorabile
regressione anche a causa dello stile diverso dei tabloid. Il Times
cerc di rispondere puntando sullarma della qualit e della cultura:
nel 1902 venne lanciato il primo supplemento letterario. Ci
nonostante nel 1908 venne toccato il minimo storico di 30 mila
copie vendute in un giorno. A soccorrere il nobile decaduto nel
novembre dello stesso anno si present Alfred Harmsworth (Lord
Northcliffe), la stessa persona che ne aveva indebolito il
prestigio con linvenzione della stampa popolare. Si arriv quindi ad
una diffusione media di 160 mila copie durante la prima guerra
mondiale. Alla morte del Lord entr in scena la dinastia degli
Astor, senza tuttavia scongiurare la crisi del Times, visto che la
working class del secondo dopoguerra non si riconosceva nel
linguaggio e nello stile del giornale. Per far riemergere il
quotidiano dalle ingenti perdite bisogner aspettare fino al 1967
quando la propriet fu rilevata dal magnate delleditoria Roy Thomson
che a differenza degli Astor, invece di tutelarne limmagine decise
di apportare una rivoluzione grafica. La prima pagina fu
completamente ridisegnata, con i famosi personals che vennero
relegati al centro del quotidiano per far spazio alle notizie
interne ed estere, oltre alle fotografie: sotto laspetto grafico il
Times divent un giornale come gli altri. Il giornale vecchio stampo
si addiceva a un Inghilterra imperiale, la cui classe dirigente si
interessava pi alla vendita di un cavallo che alla crisi in
Indocina, un Inghilterra che ormai aveva perso il suo sovrano
distacco, la calma olimpica della nazione dominante con cui era
solita seguire gli avvenimenti del resto del mondo. A cavallo tra
il 78 e il 79 la gloriosa testata chiuse i battenti e nellagosto
del 1980 i giornalisti scesero in piazza per protestare. Tutto a
causa della nuova linea editoriale di Thomson, fedele al motto di
pi tecnologia e meno giornalisti. Come era gi successo altre volte,
nel momento in cui tutto sembrava perduto, ecco arrivare leditore
di turno a rilanciare le sorti dell highlander fra i quotidiani
doltremanica: Rupert Murdoch acquist il giornale nel 1980. Il
tycoon australiano ne aveva fatta di strada dopo la laurea in
economia ad Oxford, senza dimenticare la sua esperienza lavorativa
al Daily Express. Nel 52 assunse in patria la direzione del piccolo
Adelaide News trasformandolo in una testata di valore.
Negli anni 60 oltre a rilevare il Mirror pens di allargare il
suo raggio dazione acquistando la casa cinematografica 20 th
century Fox e il network Fox tv. Negli anni 90 dopo aver acquistato
Star television in Asia ha portato il capitale netto della sua
societ, la News Corporation, a 5,3 miliardi di dollari. Quando
Murdoch acquista il T. quindi, non fa altro che mettere in pratica
ci che aveva fatto fino ad allora e che continuer a fare per tutta
la sua vita. Il segreto del successo nella gestione dei giornali
sta nellaver capito limportanza di controllare sia il contenuto
editoriale che la distribuzione (marketing). Infatti da una parte
viene introdotto il colore ed una titolazione pi vivace, pur
mantenendo il caratteristico rigore informativo; dall altra, negli
anni 90, viene adottata una politica dei prezzi molto coraggiosa.
Nel settembre del 93 labbassamento del costo del giornale da 45 a
30 pence conduce alla cifra record di 517 mila copie giornaliere. E
poco importa allambizioso Murdoch se i conseguenti maggiori
introiti pubblicitari non compensano i minori incassi derivati
dalle vendite. Lunico obiettivo quello di essere il numero uno: ad
ogni costo e a qualsiasi prezzo. Cos il direttore Stochard puntando
su un informazione ricca di scoop riesce a toccare la quota di 760
mila copie giornaliere: una diffusione che pone il Times dietro al
solo Daily Telegraph nellambito dei giornali di qualit. Per
superare il rivale, Murdoch decide di chiamare alla direzione il
connazionale Robert Thomson. La nuova strategia operativa prevede
un restyling del vecchio Times per diventare il primo quotidiano
veramente internazionale, conservando la sua intransigenza
euroscettica. Il T. non ha mancato di raccontare l Italia post
fascista e democristiana, vista di buon occhio grazie alla triade
De Gasperi, Fanfani, Moro. Berlusconi, amico di Murdoch stato
appoggiato in tutte le tornate elettorali dal 94 al 2001 per il suo
essere imprenditore di successo, potenzialmente capace di
svecchiare lo stato italiano. La sinistra stata invece pi volte
osteggiata con linetto e ingenuo DAlema, a differenza di quanto
successo con lonesto e modesto Romano Prodi. Lo stesso spirito
critico si evince nel modo di raccontare le vicende di cronaca.
Emblematico a riguardo il sarcasmo con cui il T. ha raccontato un
caso che ha appassionato il nostro paese: lesecuzione di Joseph O
Dell. Gli italiani si tolgono anche una soddisfazioneSi sentono
superiori agli ammiratissimi americani avendo sposato la causa del
criminale O DellChe quella stessa societ normalmente cos avanzata
possa amministrare la pena di morte una cosa vista con stupore e
orrore. Con il titolo Lacrime a Roma il T. raggiungeva il duplice
obiettivo di irridere allitalianit sempre pronta al perdono
ribadendo il doppio filo che da sempre lega la Gran Bretagna agli
Stati Uniti.
3 Se sono scandali fioriranno, parola di SunImperativo
categorico: solleticare il pubblico. Cos il Sun ( di Londra) si
imposto allopinione pubblica inglese sin dal 1964, diventando il
primo giornale per tiratura e
diffusione con oltre 4 milioni di copie vendute ogni giorno. La
nomina di journal of the year nel 1971 conferma che la miscela di
storie di sesso, cronaca nera, sport e spettacoli data in pasto
alla working class, viene apprezzata. Tuttavia i primi anni sono
stati molto difficili, almeno fino a quando Murdoch non ha deciso
nel 1969 di inaugurare il suo regno nell editoria inglese. Viene
subito applicata una politica editoriale basata sulla massima
riduzione del personale per ammortizzare i costi di produzione,
oltre allingaggio di firme illustri per conferire visibilit al
nuovo tabloid. Il popolare Larry Lamb assume la direzione del
giornale che si proietta quasi elusivamente sugli scoop (anche
fasulli), sugli interessi privati, pettegolezzi di basso profilo,
con laggiunta di ricchi concorsi e offerte al pubblico. Non
mancheranno alcuni cloni tra i quali il Daily Star. Larry Lamb
adotta in breve tempo strategie editoriali ancora pi spregiudicate
riducendo il prezzo di copertina e ampliando i finanziamenti per il
marketing. Inoltre la terza pagina viene dedicata alle pin-up. Nel
1981 la plancia di comando viene assunta da Kevin Calder Mckenzie
che adotta uno stile ancor pi spregiudicato e velenoso fino ad
inventarsi di sana pianta alcuni scoop che minano la credibilit del
giornale al punto da riecheggiare gli accostamenti alla gutter
press (giornalismo spazzatura). Fra gli altri ha fatto storia il
racconto inventato su Elton John per il quale il famoso tabloid
dovr sborsare 1 milione di dollari come risarcimento. Ecco la prima
pagina del 25 febbraio 87 :La fantasia sessuale del cantante rock?
Fare allamore in un bosco con un giovane skinhead ammanettato. La
nomina di un ombusman, un garante dei diritti del lettore, non
impedisce al foglio londinese di sborsare 100 mila sterline ai
legali della Casa Reale, divenuta un must nelle cronache e nei
pettegolezzi degli anni 80. A meta degli anni 90 Murdoch
sostituisce Mckenzie con Stuart Higgins che preferisce toni meno
enfatici e roboanti. Negli ultimi tempi le battaglie col Mirror si
sono trasferite dal mercato editoriale ai tribunali giudiziari. In
particolare nel 1998 il nuovo direttore Yelland accusa lomologo
Morgan (direttore del Mirror) di aggiotaggio. Per tutta risposta il
Sun viene accusato di diffamazione e, nonostante le indagini della
Press Complaints Commission la vicenda non ha trovato ancora oggi
una soluzione. Se non altro, almeno la sfida editoriale stata vinta
dal Sun che ha puntato tutto sullimpatto visivo. La prima pagina
sempre occupata da uno o due titoli cubitali con limpiego dei
famosi puns (giochi di parole). Il servizio principale e quello di
spalla sempre contrapposti per genere, sono impaginati ad incastro
e, di volta in volta luno prevale sullaltro in base al rapporto di
forza che si vuole dare alla notizia. La seconda pagina quella
delleditoriale che esprime il punto di vista del giornale su temi
politici ed economici. Finalmente inizia il giornale vero e proprio
con le notizie di cronaca, pettegolezzi sui divi, furti e violenze,
raccontati anche con luso di fotomontaggi. Altre sezioni che hanno
riscontrato il favore del pubblico sono le strisce a fumetti, le
barzellette, loroscopo e i giochi enigmistici,
oltre alle rubriche dedicate ai lettori. Lultima pagina una vera
e propria controcopertina con una foto formato gigante dedicata
allo sport. Il Sun ovviamente non tratta le tematiche su cui si
soffermano i qualities, bandendo anche la rubrica finanziaria,
sostituita da annunci economici, romanzi e previsioni del tempo.
Grande successo hanno gli inserti e le edizioni speciali come
Sportsweek, Supergoals, Sunwoman. Lo stile scandalistico non viene
risparmiato nel descrivere lItalia concedendo spazio solo ad
avvenimenti sportivi e ad alcune velenose polemiche nei nostri
confronti (venti ragioni per cui gli italiani sono una
barzelletta). Anche la Francia profondamente osteggiata dal
Sun.
4 Daily Mail, il magazine quotidianoFondato da Alfred
Harmsworth, il D. Mail venne pubblicato per la prima volta a Londra
il 4 maggio 1896. La grande intuizione del fondatore fu quella di
comprendere che si era giunti ad una svolta nella storia dell
Inghilterra, con la working class a recitare il ruolo di
protagonista. Non era pi il tempo di principi e principesse o
meglio, questi ultimi potevano parlare attraverso limmagine deroi
normali, pi vicini ai sogni e alle angosce della gente. Il nuovo
lettore voleva notizie in grado di coinvolgerlo completamente. Ecco
come la sfortunata avventura dellelefante Jumbo costretto a
lasciare l elefantessa Alice e talmente disperato da piangere
durante tutto il viaggio verso lAmerica, abbia fatto schizzare il
D. Mail in testa alle vendite a fine 800. Premiato con 500 mila
copie vendute (1 milione a inizio 900), il tabloid lasciava spazio
pi ai personaggi che non agli avvenimenti. Le sue pagine offrivano
testimonianze delle invenzioni epocali (telefono, automobili, luce
elettrica), senza dimenticare le battaglie sociali; per la prima
volta vennero introdotte apposite rubriche anche sulluniverso
femminile. Durante la prima guerra mondiale il giornale divent
lorgano ufficiale dellesercito britannico, sfruttando i soldati al
fronte come fonte per le notizie. Alla sua morte nel 1922
Harmsworth (nel frattempo diventato Lord Northcliffe) insieme al
fratello controllava pi di un terzo delleditoria inglese. Con alle
spalle una simile solidit economica, il D. Mail continu ad essere
il primo tabloid nel periodo fra le due grandi guerre, sfondando il
tetto dei 2 milioni di esemplari venduti al giorno. A partire dalla
seconda met del 900 il nuovo editore David English ha cercato di
evitare il sensazionalismo del Sun, optando per un giornalismo pi
scrupoloso, una sorta di compromesso fra quello popolare e delite.
Dal 1998 il suo successore Paul Dacre sta mantenendo la reputazione
del giornale: sempre rigoroso ma non per questo austero. Il D. M.
si evoluto insieme alla working class preferendo ad un informazione
gridata una pubblicistica pi attenta . Ci ha permesso di superare
nelle vendite anche lo storico concorrente Mirror con quasi 3
milioni di copie. Il segreto del suo
successo si spiega in virt degli scoop basati su fonti certe,
come avvenuto nel 92 quando il Sun ha iniziato a pubblicare i diari
di Hitler, bruciando in modo astuto i giornali concorrenti. Due
anni pi tardi il quotidiano londinese smaschera una volta per tutte
la leggenda del mostro di Lochness. Due episodi che testimoniano
levoluzione giornalistica del vecchio tabloid che ha sposato le
inchieste e la pubblicistica investigativa, lasciando inalterata la
composizione del giornale. In prima pagina spicca sempre una
foto-copertina con titoli a caratteri cubitali, mentre allinterno
si affrontano i temi pi svariati avendo come riferimento il lettore
medio inglese. Politicamente la sua tradizione conservatrice stata
interrotta nel 97 con lappoggio a Blair. Profondamente
euroscettico, il D. M. si occupato poco delle vicende politiche
italiane, anche se fu il primo giornale a documentare il miracolo
economico italiano.
5 Le altre testate inglesiUna recente indagine dell Unione
Europea ha evidenziato come solo il 20% del pubblico inglese crede
a quanto scritto sui giornali, un dato su cui pesa moltissimo la
scarsa affidabilit dei tabloid e dell informazione scandalistica
che compare sui domenicali. Tra questi il News of the world il pi
letto con oltre 5 milioni di copie vendute. Sin dal primo numero
del 1843 gli obiettivi erano chiari: un giornale adatto ai mezzi
delle classi pi povere che intendeva conquistare, grazie ad unampia
circolazione, anche lattenzione delle classi pi agiate. I delitti
pi efferati hanno trovato qui la loro bibbia, compreso il serial di
Jack lo Squartatore. Altro domenicale sulla stessa falsariga il
Sunday People fondato nel 1881 e oggi appartenente al gruppo
Mirror. Il domenicale di qualit Sunday Times (1821) ha avuto una
tiratura molto limitata fino al 1969, quando la coppia Hamilton
(editore) Thompson (direttore) riuscita a risollevarne le sorti.
Con Murdoch (dal 1981) il giornale ha raggiunto tirature record a
discapito della qualit. Le tre mosse del magnate australiano hanno
riguardato il trasferimento delle sede, lintroduzione dei pi
moderni macchinari e il taglio del personale. Oggi arriva a 300
mila copie. Lobiettivo del rivale Observer (1791) quello di
scoprire sempre la verit. Sin da subito dichiara la sua
indipendenza politica mostrando attenzione alle tematiche sociali.
A inizio 800 con Clement alla direzione viene trattata la cronaca
nera e si comprende la regola doro del giornalismo: sono le notizie
che fanno vendere il giornale. Un caso emblematico rappresentato
dalla storia della regina Carolina, ripudiata da Giorgio IV di
Francia, verso la quale il pubblico prova simpatia. Garvin ed Astor
nel 900 ne hanno accresciuto il prestigio e l autorevolezza.
Recentemente con l acquisto del gruppo Scott Trust stato introdotto
il colore in prima pagina, oltre alle foto patinate, mentre il
formato rimasto quello del classico lenzuolo che contraddistingue i
qualities. Il Sunday Telegraph (1835) il giornale (conservatore) pi
vicino alla Casa Reale. Superata la crisi degli anni 80,
la sede stata trasferita nel nuovo stabilimento di West Ferry
Road, come risposta allacquisto del Times di Murdoch di macchinari
innovativi. Quotato in borsa nel 1992, nel 2001 ha stretto un
alleanza editoriale con Le Figaro, lo spagnolo Abc e il tedesco Die
Welt. L Indipendent fondato nel 1986 dal giornalista Wittham Smith,
al quinto posto per copie e diffusione con 250 mila esemplari
venduti. Nel 98 per la prima volta stata chiamata una donna, Rosie
Boycott, a dirigere la testata, oggi avvicinatasi alla
pubblicistica popolare. The Guardian (1973) diretto dal
progressista Preston si distingue per essere a met strada tra le
posizioni laburiste e quelle dei conservatori. Linea mantenuta da
Rusbridger che ha curato il rilancio grafico suddividendo il
giornale in sezioni, con strutture a colonne di dimensioni
variabili e una grafica adattata all importanza della notizia. Ha
chiuso i battenti il quotidiano Today, un compromesso fra i tabloid
e i qualities, fallito nel 1995. La stampa economica rappresentata
soprattutto dal Financial Times che negli anni 90 ha ottenuto un
notevole successo grazie al direttore Richard Lambert che ha
puntato tutto sul mercato internazionale. Uno slogan molto diffuso
rende lidea della considerazione di cui gode il giornale No
Financial Times, no comment. Lobiettivo del nuovo direttore Govers
dal 2001 perci quello di competere con quotidiani del calibro del
Wall Street Journal e dell Herald Tribune. I maggiori problemi sono
stati causati dalle perdite che ha prodotto la versione on line.
Molto affascinante la storia dell Economist (1843), in particolare
per le risposte fornite in ogni epoca sulle pi importanti questioni
di attualit. Secondo la filosofia del giornale leconomia non una
scienza fredda e astratta in quanto permette di comprendere a fondo
le cause delle problematiche che affliggono la societ. Ecco perch
da sempre l Economist viene considerato un giornale serio, quasi
severo. Impaginato con un lungo articolo introduttivo di una
dozzina di pagine, il giornale stato animato sin dai suoi primi
anni di vita da battaglie importanti per promuovere i principi del
libero scambio e delle privatizzazioni. I suoi estimatori
provengono da 180 Paesi diversi: tutte persone istruite, attive e
di successo. balzato agli onori della cronaca, quando durante una
recente campagna elettorale, ha attaccato frontalmente il leader di
Forza Italia Silvio Berlusconi, con il titolo : Questuomo non degno
di governare lItalia.
Storia del giornalismo tedesco.
Bismark,Hitler,Kohl: i tre volti del giornalismo tedesco.La
Germania la roccaforte del giornalismo europeo, con piu di 25
milioni di copie (di soli quotidiani) vendute ogni giorno. La
crescita nella diffusione dei giornali cominciata nel secondo
dopoguerra a causa di un crescente bisogno dinformazione su
tematiche quali la riunificazione, il ruolo tedesco allinterno
dellEuropa, le colpe del passato con lo sterminio degli ebrei. La
storia del giornalismo tedesco si snoda attraverso tre personaggi
chiave: Bismark (nascita della massenpresse), Hitler (fine delle
libert dopinione) e Kohl (rinascita stampa democratica e ricerca
della conciliazione fra le due Germanie). Bismark riusci a
diffondere lo spirito (orgoglio) tedesco e a riunificare la
Germania anche grazie allappoggio della stampa, dando vita al
fenomeno della massenpresse, la stampa delle masse. Nel 1874 il
cancelliere promulg una legge sulla stampa che aboliva la censura
e, almeno formalmente, qualsiasi imposta sulla stampa: se le
pubblicazioni si moltiplicarono non si pot impedire uniniziale
ascesa della stampa socialista, alla quale in un secondo momento
Bismark tarp le ali attraverso una politica di sequestri e censure.
Ma il cancelliere prussiano comprese anche limportanza di avere una
stampa amica che trov nel quotidiano conservatore Neue Preussische
Zeitung e nella Frankfurter Zeitung. Senza dubbio il piu grande
merito di Bismark fu quello di guidare la Germania allunificazione
mediante tre mosse da abile stratega: cre una nuova confederazione
tedesca escludendo lAustria; attacc e sconfisse la Danimarca (1864)
e poi anche lAustria nella battaglia di Sadowa. Fu quindi
possibile, dopo una guerra lampo con la Francia, proclamare la
nascita della Germania unita con Guglielmo I imperatore(1870).
Spostando lattenzione di nuovo sulla stampa bisogna constatare che
allalba del XX secolo lindustria editoriale tedesca cominci ad
assumere la forma di oggi: un elevato numero di fogli politici,
dopinione, dintrattenimento e di annunci, con la creazione di un
valido collegamento fra i giornali locali, regionali e nazionali.
Era questa la situazione quando nel 1919 la Repubblica di Weimar
mand in pensione lo stato elefantiaco creato da Bismark, ponendo la
libert di informazione come punto cardine della Costituzione
tedesca. I giornali si svegliarono dalla letargia vissuta durante
il periodo della prima guerra mondiale con Berlino che divenne
lemblema di questo scoppio di democrazia di carta. La libert di
stampa registratasi durante il periodo della Rep.di Weimar non ebbe
eguali per il resto del secolo. Ci era dovuto allisterismo
collettivo che si diffuse nel paese dopo la Conferenza di pace di
Parigi(1919) che aveva addossato tutte le colpe della grande guerra
allo stato tedesco. A peggiorare ulteriormente la situazione
interna, lo spettro rappresentato da una possibile rivolta sociale
alla stregua di quanto era appena successo in Russia; un crescendo
di ostilit fra destra e sinistra di cui i giornali si fecero
portavoce. Venne
perci sfiorata la quota record di 25 milioni di esemplari
venduti, con le oltre 5 mila testate locali che raccontavano di una
Germania smarrita, stretta fra le spinte socialiste e quelle di
estrema destra. In tale contesto nacque la forza di Hitler e del
suo nazionalsocialismo. Il futuro fuhrer incarnava il sentimento
della vendetta per la ricostruzione della grande Germania,
presentandosi allopinione pubblica come lanti-Stalin. Ebbe il
grande merito di comprendere limportanza strategica del controllo
dei mezzi di comunicazione, creando inizialmente consensi intorno
al suo movimento politico tramite lorgano ufficiale del partito
nazionalsocialista, il Volkischer Beobachtet(Osservatore popolare).
Proprio linformazione fu lo strumento col quale il futuro
cancelliere cerc di pilotare lopinione pubblica nellultimo triennio
della Repubblica di Weimar, iniziato nel 29 con la morte del
ministro Stresemann e concluso nel 32con il famigerato incendio del
Reichstag (Parlamento). I nazisti fecero ricadere le colpe sui
leaders comunisti riuscendo cosi ad ottenere il 44% dei voti alle
elezioni. Dopo lapprovazione di una legge speciale che concesse
poteri dittatoriali ad Hitler, destinato a diventare nel 34 Fuhrer
e cancelliere del Reich, la Germa