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1 t' ! l 1 l l Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania MARCO PICCAI I l cardinale Pierre de LuxemLourg, figura e popolarissima della spiritualità di fine 'lì·ecento, aveva scelto P indicato nel proprio testamento quale luogo di sepoltura, nell'evenienza di incontrare la morte in sede lontana da Avignone. l'enceinte sacrée di Parigi. ossia il cirni- tno dei Saints lnnocenls. il medesimo scelto pochi ar111i dopo. nel 1408. e per lo stesso scopo, da un'altra illustre personalità dl·l tempo, il duca .kan de Berry. che fece scolpire sul portale della c:hiesff la leggenda dei tre vivi e dei l re morti, e ancora. nd 1424, fece dipingere, nel chiostro. <da plus io n conrute de la D anse macabre». La sopraggiunta presso Avignone impedì al cardinale de Luxembourg la realizzazione del desiderio eli riposare presso i Saints lnnocents, e anzi sulla sua tmnba, conH' vedrento, venne eretta una luogo oggetto di pdlcgrinaggi diramati dall'Occitania storica ai terri- tori vici n i. In una valle mont.ana della provincia di Cuneo, un'immagine della sua venerata figura, contornata dalla seqnda di una sorprl'ndPnte danza della rnorte. l'OII connnistione di testi e disegni filtrati secondo proprio la tradizio- ne dell'archetipo parigino. è rimasta conservata, e può apparire oggi t' sim- come indizio raro a documentare senso e significato di una par- I stagione devozionale, in cui anche un desiderio di sepoltura. segno forte di precise motivazioni cultuali, poteva interpretare gli insegnamenti essenziali e propri ddi"'Ars bene vivendi"e di quelli che ne erano divenuti i principali capisaldi. In Piemonte la presenza della tradizione relativa alle :Vlacabres" è stata da tempo accertata ed indagata: tanto l'esempio ora all'in- del Santnario della Consolata a Saluzzo. come quello. culturalmente vicino, dei tre vivi e dei tre morti raffigurato nell'abbazia di Vezzolano, da tempo ne hanno mostrato, con completezza eli richiami, l'amalgama delle p i Ìr conosci ule !' noi e 1 . Vercelli 1 Cfr. :\l. Prcc.n. Cn 'eco delle "lJanses n1ru·abres .. in PiPmonte. in Studi 1-ÌHIICt'si IH ("'ltr·mhre- 1934 ). anno XX VIII. p p 4 78-435. Per \' cfr. E. CISTEL:\1 o, Appuuti per la J O!J ·Bnllt·ttino dell' ·\dante Linguiolim Il aliano». lll Serir·. :24 (:2000). pp. 1 O:l-1 :z:J.
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Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania

Jan 16, 2023

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Damiano Cantone
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Page 1: Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania

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Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania

MARCO PICCAI

I l cardinale Pierre de LuxemLourg, figura eminent<~ e popolarissima della spiritualità di fine 'lì·ecento, aveva scelto P indicato nel proprio testamento quale luogo di sepoltura, nell'evenienza di incontrare la

morte in sede lontana da Avignone. l'enceinte sacrée di Parigi. ossia il cirni­tno dei Saints lnnocenls. il medesimo scelto pochi ar111i dopo. nel 1408. e per lo stesso scopo, da un'altra illustre personalità dl·l tempo, il duca .kan de Berry. che fece scolpire sul portale della c:hiesff la leggenda dei tre vivi e dei l re morti, e ancora. nd 1424, fece dipingere, nel chiostro. <da plus ancit~rme repr~sentat io n conrute de la D anse macabre».

La mortt~ sopraggiunta presso Avignone impedì al cardinale de Luxembourg la realizzazione del desiderio eli riposare presso i Saints lnnocents, e anzi sulla sua tmnba, conH' vedrento, venne pn~sto eretta una l'hil~srr. luogo oggetto di pdlcgrinaggi diramati dall'Occitania storica ai terri­tori vici n i.

In una valle mont.ana della provincia di Cuneo, un'immagine della sua venerata figura, contornata dalla seqnda di una sorprl'ndPnte danza della rnorte. l'OII connnistione di testi e disegni filtrati secondo proprio la tradizio­ne dell'archetipo parigino. è rimasta conservata, e può apparire oggi t' sim­bolicamenlt~ come indizio raro a documentare senso e significato di una par­I icolan~ stagione devozionale, in cui anche un desiderio di sepoltura. segno forte di precise motivazioni cultuali, poteva interpretare gli insegnamenti essenziali e propri ddi"'Ars bene vivendi"e di quelli che ne erano divenuti i principali capisaldi.

In Piemonte la presenza della tradizione relativa alle '·'·Danst~s :Vlacabres" è stata da tempo accertata ed indagata: tanto l'esempio affn~scato ora all'in­tl~rno del Santnario della Consolata a Saluzzo. come quello. culturalmente vicino, dei tre vivi e dei tre morti raffigurato nell'abbazia di Vezzolano, da tempo ne hanno mostrato, con completezza eli richiami, l'amalgama delle tipologit~ p i Ìr conosci ule !' noi e 1.

Vercelli

1 Cfr. :\l. Prcc.n. Cn 'eco delle "lJanses n1ru·abres .. in PiPmonte. in Studi 1-ÌHIICt'si IH ("'ltr·mhre-dic~mhn· 1934 ). anno XX VIII. p p 4 78-435. Per \' ~zzolano cfr. E. CISTEL:\1 m· o, Appuuti per la J O!J

·Bnllt·ttino dell' ·\dante Linguiolim Il aliano». lll Serir·. :24 (:2000). pp. 1 O:l-1 :z:J.

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\IAHCO PICCA T

:\ella cappella popolarmente chiamata di San Peyrc a \!lana (in Alta Valle MainL Cuneo) i recenti intnventi di restauro promossi dalla Soprin­tendenza regionale ai Beni Ambientali, Artistici e Storici 2 ne hanno riporta­ta alla luce, all'intf'rno di una df'corazionc pittorica propria dd nostro me­dioevo, una testimonianza nuova, rara e di granùe importanza anche per l'ambito linguistico culturale.

L'edificio religioso 1, posto su di un poggio esposto a mezzogiorno f' collo­

cato quasi a metà strada tra la cappella di san Salvatore (lungo la statale di fondo valle) e la chiesa parrocchiale di Macra, immt~rso in una di quelle tipi­che scalinate a terrazze un tempo coltivate a vigneto\ preceduto da un atrio che ripara e protegge lUI tratto ddl'antica mnlattiera medievale aperta per decreto del marchese Ludovico 1 di Saluzzo nel 1486, era da tempo noto agli studiosi d'arte per via di alcuni frammenti di affreschi chiararnentt~ visibili sotto lo scia l bo ;; .

A restauri ultimati, con la messa a fuoco di nna diversa stagione di affre­scatura, precedente per la fascia della danza c posteriore der la decorazione di pareti laterali e volta, si è f'videnziata la scritta posta a siglare l'esewzio-

:.ne degli ultimi lavori: «Hanc capellam faitam fuit in lumor(em) Dt~i et benaurat dona sante Marie et beali Petri Ùe Lusemlmrggi et tocius curie celestis triunphantis !>Anno Domini .\1CCCC (lxj?). t~t die .XXVI.I. mem(s)es novambris Thomas Biaçasi ... ». Essa mostra un caso di curiosa commistione che costituisce la caratteristica, abbinata a q udla della rarità della raffigurazione di per sé stessa, più evidente dell'insieme dipinto.

In realtà la cartella esplicativa delle devozioni, santa .VIaria e il beato Pit~tro di Lusscmln1rgo insiemt~ a tutti i Santi della corte celeste, dd nome dd pittore incaricato della decorazione delle pareti e ddla volta, Tommaso Biasaci di

storia della pittura gotica in Pirmonte. Bologna. 1961; M. BER;'\ARDI. TrP Abbazie dPI Pie111onte. Torino 1962, pp. 109 P sgg. t'ora in AAVV., La RntcontrP dPs trois morts Pt des trois ctj< dans la pPintllrl' murale ert Frarwe. \'pnflònw. 2001.

" l nstami ,;otto la tlirPzionP P la cura tklla Soprintcntknza ai Beni Storici ed Artistici (dr. Il Cili~mo). sono stati f•seguiti d<t A. FerTari e pn·sentati al pubblico in Iom il 24 ottobre·"''·

".\iessun aecPnno alr Pdifi.-io o <t Ile pitturP già note hPn prima dt·gli importanti n·, t auri i· ri,.-on­trabilP nel pur reeeme .VI. CORDERO. i\1. CHEC.\L l'alle .11aira. Cuneo. 199ù: per t·omro rirnportanza del ciclo. allom ancora yuaoi del tutto sotto s.-ialbo. era già ,tatu segnal<ttH con evidenza " a più ripre.se. tra gli altri, anche d<t \l. PEROTTI. f/ppertorio dei 1/Wrtlllltenti artistici della prorincia di Cuneo, volunw la. Territorio defrantica marca saluzzese, quaderno, 32. Curwo. 1980. s.v .. pp. 180-181: «\fon può COillliiHjllf' ''"ere taciut<t l"imporianza che verrà ad aostu!lere tpwc,to ciclo pitto­rico nel contesto della pittura arcaica del Piemonte sud-occiùent<tle ... »

• Cfr. L MASSI~IO. /1 rino della calle ,V/aim. in Cuneo Prorinciu Granda. XIX (1970), n. ;~, pp. 19-20.

s Cfr. M. PEHO.ITI. Repertorio dei moruunenti artistici della prorincia di lwwo. nlhune la. Territorio dell'antica 111arr·a saluzzest'. op. cit.. pp. 180-181: «La singolare pn·i>enza della tettoia attravrTsantt· la ~trada può 5;pit>garsi sia cotnt' •·iparo pel' la facciata P pt>T gli t~vcntuali viandanti in

transito, ed anc!w come delimitazione di confine». In tal~ intervento 1\mtore st·gnalava .-onw costru­zione simile a quella in f'SHilH' altra presem~ '·sulla rotabile di L'ssolo··.

6 '·eelestis triunphantis· appare aggiunto al di sotto del rigo di scrittura.

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LE ~CRITTE DI ~AJ\ PEYRE DI :VI.\CRA (YAL \IAIIL\)

Busca 7• nonchf dd la data pmtroppo incomplNa (forse da integrare 1461? ).

non si distin~uereblw affatto dalle molte altre. pressappoco contemporanee, leggibili a poca distanza nella stessa valle, come nella francr·se di confine. se non fosse per la particolarità del dato linguistico. Di notevolt• infatti appare la presenza di spie fonetiche e lessicali, all'interno delrauestazione latina. di dif­ferente provenienza.

A Macra, oltre alla cartella propria dell'avvenuta esecuzione dei lavori appena citata .. c'è di eccezionale che tutta la fascia inferiore delle pareti, in precedenza decorata e che in questo caso ci interessa, ha infatti com;ervato, anche se purtroppo non integralmente, lo sviluppo di una completa '"'·Danza Macabra"' o meglio "Danza della Morte", impreziosita dalla registrazione dei caratteristici dialoghi 8 , intessuti tra quest'ultima e i poveri o ricchi malcapi­tati. ad iniziare dalla parete sinistra .. per continuare LHJ tempo ininterrotta­mente lungo quella di fronte all'entrata e concludersi al termine di quella a destra.

La lin~ua qui utilizzata, come già abbiamo indicato per l'iscrizione appe­na richiamata, è costruita su differenti livdli lingtListici.

La danza si svolge 'a coppiè' tradizionalmr~nte inserite in fila con t i nua. Il modo con cui le diverse espressioni della morte sono trattate si eviden­

zia per l'eleganza e la disinvolt11ra con cui l'ignoto artista ha fermato le scene: di fronte alla rigidità dei corpi degli umani, gli scheletri che danzano risultano elastici nello scompaginarsi delle ossa, volutamente ridicoli nel loro procedere da h11ffoni di sagra popolare, accattivanti nel sorreggere, con le pieghe dei loro arti, le parole di un lungo cartiglio che accompagna. st~nza pause, il loro vario t' contrastante corteo. C'è chi usa i trampoli, chi :;i tiene la testa, ormai staccata dal corpo, con le mani, chi striscia, chi si piega a toccare terra e chi si allunga a ragginngere e a ripn~ndt~n· lr~ parolt~ finali della scritta, in una sorta di incredibile c irripetibile festa dal profilo carne­valesco m11tato nel macabro.

Lo spazio concPsso alle figure sembra, in parecchi momenti, aver come esaurito parte di qnello destinabile alle scritte: quest'tdtime vengono così costrette a inserirsi, spesso, anche graficamente tra le evoluzioni dei corpi e ne seguono curiosmw·nte i contorcimenti.

Purtroppo l'inizio (rome peraltro la fine) della rnriosa ·legentla' non è con­servato P anche alcune delle attestazioni appaiono leggibili con grande diffi­coltà. Doveva connlllljUe trattarsi, a quanto rw n~sta. di un testo composito,

c Pt'r TonnmNJ Biasiari rfr. ora B. CILIE"ìTO, l rerPnli rinrenùrwnti pilloriri: gli ajji·pschi dell"an­ticu zona absidalP ddla chù!sa di .mn Gioranni. in P. FltìSOilE. M. GHIO"ìL Una chirso. 1111 borgo. l"anticu. parrocchia di san Oioranni Battisla in Sal'(f!.·Liano. Savigliano. 1 905. pp. 87 r ~gg. ,·on ~pe­•·ifira hihhografia l""t'Ct'df'nt<" ,. di rinvio.

8 Cfr. l"'r altri doeum<·nti in prownzalt• recnpt•rati in chif'of' della valle. sinora inediti. cfr. M. Pit:CAT. L "Onlirw O.<pitaliem di Sani ~1ntonio rli l ierme, in AA.VV .. fìmtcigena. santi. ca m/ieri. pel-legrini. Milano. 2000, pp 204-206. J 05

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.\IAHCO PICCA T

aperto da un brano, piuttosto ampio rispetto alla misura normale di ogni sin­gola iscrizione, con cui probabilmente l'attenzione dei visitatori era insistente­mente richiamata da una meditazione circa l'inevitabilità della morte cmnP ineludibile condizione umana: di seguito, improvvisamente, era fatta iniziare la "Danse" 9 proseguita poi all'interno di un preciso ordine gerarchico di presen­tazione degli intervr~nti.

Ad ogni scheletro ballerino r fatto seguire nn personaggio con funzione di membro succulw nella coppia.

È da notare che nelle prime due pareti che hanno conservato gli affreschi della "Danse Vlacabre" (a parte il solo episodio iniziale del papa ritratto come abbiamo anticipato, apparentemente, solo), lo scheletro, da primo bal­lerino della coppia, precede sempre il morto a cui si rivolge nd discorso cl"in­vito alla danza. Per qut·sta situazione le scritte relative propongono logica­mente un approccio iniziale col "Venes avant ... ": arrivando però a trattare dei personaggi affrescati sulla parete destra, a partire dalrepisodio del solda­to (XV), l'invito rivolto dalla morte al vivente è qui fatto stranamente seguin· la risposta già espressa dallo stesso. Causa dell'incomprensibile slittamento è da attribnirsi, secondo me, proprio alla lunga scritta assegnata al personaggio del soldato: la misura di quest'ultima, riportata per intero nell'affn~sco, era tale che la stessa è stata qui proposta e trascritta in due spezzoni separati, il secondo dei quali inizia proprio con nn nuovo "Venes ... ". Ora, poiché qlll~sto era solitamente il saluto-invito che apriva l'intervento del cadavere, è stato facile per un esecutore distratto (qualora il particolare non fosse già contenu­to nd t<~sto di fonte), intenderlo d'immediato conw nH~ssaggio rivolto al suc­cessivo personaggio dalla stessa morte, ritratta a fianco, e fargli così segnire la pertinente risposta dell'abate ( dw in questo caso viene a precederne grafi­camente la figura). A qnesto pnnto, seguendo la scansione logica, il frescante ha dovuto ritrovare la domanda ehe doveva essere prima posta all'abate; l'ha trascritta (assegnandola allo scheletro snccessivo) e fatta seguire dalla rispo­sta dd successivo partecipante, l'usuraio, (ancora anticipata rispetto alla figura). Così, resosi probabilmente conto del propagarsi dell'errore, il nostro ha utilizzato uno stratagemma lecnico, eliminando uno schelt~tro e assegnan­do ad un'unica nuova figura di morte (la donna) il compito di risistemare la struttura dei dialoghi, registrando l'invito all'usuraio e, dall'altra parte e con­temporaneamente, avanzando il nuovo invito alla danza rivolto ad un france­scano. ln questo modo si è finalmente venuta a recuperare la corn~Ua scan­sione dei discorsi dw, in seguito, procedono regolarmente sino alla conclusio­ne della sequela, purtroppo non più conservataci.

"Cfr.. su!IP tematidw irwrenti qnP,to fenomeno, Il trior(/iJ della morte l'le danze marabre, Atti del ConvPgno Internazionali'. ClusorH'. 1994.

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I.E SCHITJ~: DI SAN PEYRE DI 'olACHA (VAl. vL'<IRA)

TI ciclo iniziava dunque. a gindit~an· da quanto è rimasto. con l'introdu­zione di un frate(?) narratore cui seguivano gli interventi dd papa, ddl'im­peratore, dd <ardinale, del rr, del vescovo, di un personaggio oggi non più identificabile in quanto del tutto coperto dal posizionamento dell'altare sulla parete. ùel soldato. ddl'ahate, dell'Hsuraio. del frate, del mercante, del con­tadino e forse di almeno nn altro personaggio, in tutto probabilmente alme­no tn~dici. Ogni personaggio, acl iniziare dall'imperatore e con le varianti cui abbiamo appena accennato. era preceduto dal disegno (e freq11entementt~ anche dall'invito verbale) degli scheletri in rappresentanza della morte.

~el ciclo affrescato questa, esplicitamente e in più occasioni nominata, è sempn~ rappresentata da uno scheletro. al di fuori dell'essere demoniaco che tormenta il frate, che come abbiamo anticipato, è invece una donna.

Il modo con cui sono apposti i dialoghi e le loro prosecuzioni, nonché lo stesso tipo grafico. potrebbe indicare la loro volontà di rappresentare il pro­babile brogliaccio manoscritto.

In alc11ni casi (e precisamente per l'imperatore, il re. il vescovo, l'abate, l'usuraio, il frau' t~ il mercante) il dialogo ~~ comprensivo, per ogni coppia, di entrambi gli intelventi, anche se a volte piuttosto bn~vi: nell'llnica situazione~ del "lavor ( ... )" appare registrato invece solo l'invito alla Danza pronuncia­to dalla stessa morte.

In due occasioni (vale a din~ per il papa e il soldato), l'affresco attualmente presenta la trascrizione del solo intervento dd vivo: per il papa è fa('ilmente persa (o oggi non più distinguibile) la parte di affresco precedente con l'imer­vento dello scheletro, mentre per il soldato il corrispondente discorso del morto, presente come tutto lascerebbe indicare in origine, dovreblw esst·n~ stato inserito nella sezione della pittura oggi coperta dall'altare centrale.

Testi: 1/a

I (frate narratore()

... a en esta dan( ............ a)rel el agro( ....... ) ( ...... u)r va met( ......... )a( ... de) des( ......... s) je.

( ....... )nw (. .. )vi je ay vison( ........... )cna( ......... ) ( ....................................... ) Il ( ............ )

( ......... )sir(ia) ( ..... )que ... ( .......... t ....... al... ....... ) ( ............ )fas(. ..... ) (s)egne( ... e ............ i son)//

Or az( ... )quant la m(ort ....... ) 10

111 Per que,to inizialP intPn·Pnto. la tra,crizimw i· ripm1a!H 'eguPndo ff'di·lmPntl' il modo di i"cri­zionf' ddlt· "-ritte rwlr affn·,co. l punti ùi sm.pem.iorw indicano le parti ora non più l!·ggibili. lllf'lltrP le pan·ntt·'i :,r·grwlano n·, ti del durtu.~ di "crittura a voltr· parzialnwntr· ancora integrabili. ].,. doppiP barn·ttP indicano infim· che la scritta in esanw continua in riquadro vicino ma "eparato. 107

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Il (papa)

III (morte)

l V (imperatore)

V (morte)

VI (cardinale)

Vll (morte)

IX (re)

\IARCO PICCAT

E llas eu si grant lwnof que si l<isl

se perd.

Veues avant enperor: mort n'esparmie 11 petit ne grant.

E llas .i e (ne) sa e que far ne nn d fuir prr m(ort) g(ar)d(ar).

Oy las, el m( e) fan t morir

jamae n'es(e)­raye plus des vayr 11e gris.

Fete vos en sa rey jerous ... a les/ l ... ra ... att:'s se vo11s

....... l.. bes

... ne sae ... pe .... que la mort .... er si den ... e ......... a .poc

p re t ....... ec de .... ta ....... .

.. reatura.

11 -~Pspannif•,. corretto su .. p:,pannat-•

Page 7: Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania

X (morte)

Xl (vescovo)

(XIl morte)

(XIll?)

(XIV morte)

XV (soldato)

XVI (abate)

XVII (morte)

LE ~<:RITTE DI SA;-, PEYRE DJ '-'IACilA (\.Al. \I\IH\ 1

Fete (vo)s avant vesque: jamays no in­trerc en canbrP pente.

La mort meyna guera darera e devant. Oy Di eu aie piété

dc moe d'ora en avanl.

~

... e me dcfendrove a la mnrt tant

cm11 je podr( oie ): la mort, si se (de-)

VICII. en ver­moye, a gran pas .. cw1 les flcces e ot

plein sum archas( ... )/l VenPs en sa exeeraLle mort. A mi

la mort m'a pris t~

. .feri ...

La mort (m'a) pris P fer(i). E llas Diu. aye piétl­

de mi.

Ab(at) ve(nes): fuir vous n'avesta c(ur.): ...

us ( 1110 )n d es a .. r aba( ... ) que vos segrar va.

109

Page 8: Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania

110

XVIII (u~uraio)

XIX (donna)

(donna)

XX (frate)

X XI (morte)

XXII (mercante)

~!ARCO PICCA T

Te( ne )s mort mo11 argent. c vos me laseres alcr coma

devant.

(Ven)es usurier: vo5 perdere la via: a Ics (dr)aie ifernal me fere cunpagnia.

Fraire cnrdelier no vons esimi­mie: vos n'aves ftt santa via

eHm l( a fradci)de ~wreya. vous et ra ...... ctos 12

isteres en cu11pagnia.

E llas: je ne sae que fer. En mon cuvant n

110 zai piu tonwr.

Ve11es (mer)chader. .. a pagn .... vons tant pt~rdt~re la ....... a

.Te c stait a 1110111 c a (val) e a pie ,. a chaval.

(la mo)rt m'a pris senza

l:! la parola appan· cant·Pllata già in anti('o. 13 -~(· aggiunto. ron nwdf'sitna grafia . .sul rigo.

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XXIII (morte)

XXIV (morte)

xxv(()

( :ommcnto: 1/h

LE SCRITTE DI SA:'\ PEYRE DI \1ACR,\ (\"Al. \lA IRA)

remisiun. E llas non

sai re­H tur-

nera ma mays(un).

Y e n es lavor( ... ) VOU:-ì HV(~:-i

tant lavorl- noit ne ior. You~

ne \·o,. e repo~é.

Ve(ne,.) ........ . .... t·or,. rep .. .// ........... je t. ... ~

..... je .... t. .... ~

Le scritte della '·'Dar1se" di San P1~yre a Vlacra presentano una duplin· serie di probkmi che, con il pn·sente intervento. si vogliono iniziare a sondart>.

Il primo riguarda la fonte Jei testi, ed il secondo la curiosa vesti· lingui­stica utilizzata.

La ''D anse Macabre", ebbe, dagli inizi del ()uattrocento, grande diffusione nei paesi fHTidentali. L'archetipo parigino, misto di disegni e testi. uatahile al 1424, si Jiramò in esemplari a coprire l'intera Europa: già nel 1430 una danza venne dipint.a a Londra. r11d cimitt~ro di Saint Paul (cimitero del Perdono). n l'l 143(> altra nella cappella ducale di Digione, verso i l 1440 una nel conv1~nto degli Agostiniani a Basilea, ancora nel 14(>0 a Kermaria en lsquit (Cfìtes du Nord), altra nel 1470 a La Chaise Dieu (Auvergne), ad inizio Cinquecento a V1eslay le Crenet (Eure et Loir) e a La Ferté Loupière ... 1.;

H ·"tt·t·n ·· t·~punto.

J.; Cfr. ]Wl" r P l eneo dPIIe raffigurazioni A. TENEl'-Tl. La l'i e t't la 11/0rt à frat•ers l'art t!u X l'l' .<iècle, Par·is. 19'2'7. pp. 90-91: H.-B. l.TZI:'\CER, !tÙH;raires de., Danses mrwbrPs. Patis, 199tJ. 111

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112

\IAHCO PICCAT

Il tt·sto presenrt• nell'affresco del !'irnitero dei Saints lnnon·nts di Parip;i 11'.

di~trutto dal 1669. venne riprodotto a stampa solo nel 148.) col titolo di ··Danse Macabre" da Cuyot .Ylardwnt ·'prètrt> t'l bourp;nignon'· 1 ~ e poi ulte­

riorrrwntt· ampliato dallo stesso editore, a distanza di pochi mesi. con la su!'­n·ssiva stampa del 1486 dal titolo di ·'·Danse des hotrnm•s.'': la prima edizio­

nt· comprendeva già ben;)() p<~rsonaggi, cresciuti a quaranta nella seconda. Jl testo presentato negli affreschi di San Peyre a .Yiacra appan· r:ertarm·ntt•

a conoscenza ddla tradizione c11i st·rnbra ispirata la versione parigina, non solo in quanto riproduce, anche se parzialmente. lo stesso onlint· di entrata in

scena dci primi protagonisti (Jt. papt~. l' empereur, le cardinal. le roy). ma pi11ttosto in quanto sembra riprendnt· abbastanza punt11almente. pn alc11ni personaggi, formule comuni .. flUando non le stesst~ espn~ssioni dirette.

Ad esempio della prima situaziorH·. tra gli altri, possiamo richiamare il non comun~ motivo del rimpianto di un alto onon· già gorhtto in vita: a

:VIacra t~sso cornpare richiamato tlt'l discorso stesso del papa <<E !las t•n si gran t/ ht~nor q11e si tosti se pnd>> rncnt re nell"t·dizione :Vlarchant del 148()

appan· anticipato nel salt~to rivolto al pontefice dul morto e poi ripetuto, ad

dletto. pari pari nella ris1;osta di questi:

Lr· Pape

... Da m .. p ape. votb comllH'ncere~

Comme le plus digne ~eiguenr. Eu Cl' point honoré seres.

Aux grans mai~• n~ est dt>u rormeur w.

... Hé, fault-il que la daun· maiuJtt' ...

... peu vaul houlletll· qtw oiÌ tost pa~st:.

Così il lamento del cardinale, costretto a lasciare stoffe P lt•ssuti preginti.

con H· si legge chiararnen t e nella nostra versione <<Oy las, el rn (e)/ faut morir/ jarnae n'es(e)-/raye plus des/ vayr ne gris>> ì· dd tutto affine a quello.legger­

lllt'llte più ampio, della parigina:

11' ( :fr. L. Bt::.ll'\10:\T. \h!LLF.T. Guide r/u Pwù nu5diPral. Pari-;. 1 C)IJ7. pp. 1) r· c,gg ,-Cfr. .1. SAl'C:\IEL \. Les Danses J1acabres rle Fmnce et d'E,jmp,'fle et leurs pmlonp;enu•nts lilf<;·

min•s. Pari,, l <J?:L pp. 19 1· ,gg.: • C'est (.'uwt (ou riu.l) .vlarchant rtui eu t l'irlh· le premier d'impri­m<·r le te.t·te de la Danse macabre ... Il rf,;[mta rlrms {p tm;tier rl'imrJrÌtnr•ur <'Il 1~'>3 W'<'C le De arte bene rirPndi be nN[ fU' morienrli tmclrlfus. qui n 'est {)(l·' swrs rapporf W'<'C la {)unse macabre ... t:n 1500. il imprima le prentier licre enflwnanrl. la df,;hre i\'efrles.fims ... Pour r,;rfition rle la Dan.w. il s 'ussuru Le concours ri"un p:rareur exreptionnel don/ nous i(!.ttorous utallwureusetrwfll Le nont tna;s

qui pourrait bien è tre Lr~fatllf'IIX Pierre le llouge ... ».

'" La traoeriziorw i· ripn·sa da .1. S.\l :c:\IIT\. !~es lJrutS<'s .llacabres de fì·ance l'l rFEspap:n<' l'l

leurs prolongenwnts littémires. op.cit.. pp. 1-H (' ogg.

Page 11: Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania

VI Le cardinal

l. E SCHITTE DI SAi'\ PEYHE DI \l\ CHA (\Al. \IAIH \)

Plus ne vestiray vt-rt. ne gri:;. Chapeau rouge, chappe de pri:;

"'te fault laisser a gran t destres~e. Je ne l'avoye pas apris.

Toute joye fine e n t risi esse.

Allo stesso modo, il curioso presagio 1~spresso dal morto nei confronti del vescovo, nella versione provenzale, «Fete (vo)s avanti vesque: jamays no in­/trere en canhre pentt~» appare, appena leggermentt· modificato, e sulle laL­Lra delrarcheresque, nd testo parigino:

L' Ardwvestpw ... Las, je ne scay ou regardn

t an t suis par mori a gran t d est roit. Ou fuiray jt~ pour moy aider?

... Plns ne gt~rray en chambre painte. morir me ronvient. c'est le dro i t.

\"

Così ancora ancht~ nel caso del mercante possiamo rinvenire espressioni piuttosto similari tra il discorso di questi nd testo provenzale «Je e stait a mont e a (val)/ e a pie e a c ha val/ (la mo )rt m'a/ pris senza/ remisiun ./ E llas non/ sai n·-/tur-/ner a ma/ mays(un)>> e nella corrispondente versione francese:

Le mardwnt fay esté amont et aval

Pou marchander 011 je povoje Par long temps apié a cheval

Mais mantenant pers toute joye.

È tuttavia da notare che qui anche nel discorso del morto che invita il mercantP alla danza vengono anticipatt~ alcune delle caratteristiche proprie

del pt~rsona~~òo:

T ~e mori

.\larchanL n:gardez par deça. Pluseur~ pays avez cerchié. A pié et a cheval de piPça.

Vous n· en seres plns empesehié.

In alcuni casi il riscontro può sembrar!' meno significativo: è il caso, ad esempio. del richiamo alle ricclwzze possedute da partt· ddl'usuraio, che nella vt~rsione provenzale suona «Te(ne)s mort mon/ argent. e vos me/ lase-res alt·r corna/ devant >>. mentre nella francest· compare come: 113

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L'nsnrier

\!ARCO PICCAT

ì\'lc convient il si tost morir?' ... Et ne me pourroit sce011rir

mon or. mon argent, ma chevanct'. je vois morir, la mort m'avance:

o ancora il motivo del mancato riposo goduto dal contadino. situazione gra­vosa al punto da reTHkre quasi dt>siderabile il trapasso. cht~ pure avvicina ancora lP due versioni: « Venes lavor( ... )/ vons a ves/ tant lavorp noit/ ne i or. Vous/ ne vos e rq1osr» nd testo di San Peyre e:

Le l_abtmreur

in ynello francese.

La mori ay souhaité ;o,ouvent Mais volenticr jc la fnissc ...

Or n'est -il t(Ui dc ce pas yssc? A u m onde n ·a poi n t de repos

Ancora un al t ro caso di riscontro abbastanza di retto (~ possihi le sostenen· a proposito del prrsonaggio dell'abate. In entrambe le versioni risulta espn~:-;so in modo affint' da un lato l'inutile tentativo di fuga compiuto dal vivo ~~ dall'altro il rammarico per la lontananza dalla vita dell'abbazia: «Ab(at) vt'(nes): f11irl vous n'aves la c(nr.)/ ... 11s (mo)ndes a .. l'aba( ... ) quel vos segrar va» n d tt~sto provenza le, e:

L'abbé

ALLé, venez tost. vous fnyez . .. . Combien que moult l'avez hayt~

eommaudez a dieu rabave ...

nella versione pubblicata da Cuyot.

In altri casi. come si è anticipato, non ci troviamo di fronte tanto, coJiw

nei precedenti, alla pn~sentazione dei medesimi motivi, quanto piuttosto all'uso di medesime espressioni, st~gno evidente della circolarità di un comu­ne lessico di riferimento.

:\on pare infatti casuale leggere tra le parole dw la versione provenzale assegna al breve motto del morto che invita l'impt~ratore alla tragica danza. !"espressione «Yenes avant enperor: mort/ n'esparmit~ petit ne grant», peral­tro est rema mente significativa per il concetto, fondamentale allora, dell'irw­luttabilità della morte giustiziera, e ritrovarla proprio all'inizio della "Danse

114 macabre", nell'introduzione dell'!luteur:

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L' Auteur

U~ o-;CRITTE DI SA\ PE\RE DJ \L\CR\ (\.\L \1:\IBA)

La danse macabre ~'appelle.

Que chasnu1 Ù dan~er apprant. A homme et l'emme est naturdle.

mort n'espargne petit ne grant.

Allo stesso modo all'interno della perorazione del vescovo, nella versiorw provenzale, è presente l'immagine Jdla 'guera', come forte richiamo alla tra­gieità ddla morte: «La mort meyna gm~ra darera/ c devant. Oy Dieu aie piété/ de moe d'ora r~n avant.>> Così, nell'edizione dd testo francese, il medesimo col­legamento è avanzato tra le parole ferme e preoccupate dello stesso papa:

Le pupe ... Eneo re poillt morir ne c11idasse, mais la mort atou~ mainne guerre,

e ancora, JH~r concludere, nd dialogo che la morte rivolge al "fraire corde­lier" troviamo tut pressante invito a '·'·no vous esbai-/mie ... ": nel testo fran­cese lo stesso à\rvertimento è rivolto dal morto al "cardenal":

Vons faitez l'eolmy. ce semble ... Cardinal ........

che subito risponde con:

.l'ay bien cause de m'esbair Quant je me voy de cy près pris.

Da quanto rimastoci possiamo dnlurre che, pur non mantenendo pw l'affresco la corretta scansione dei versi, il testo in origine doveva probabil­mentt• conoscere e seguire le esigenze della rima: ne sono ancora esempi, al TlL1 avant e al III,2 grant: al IV 1 far t~ allV,2 prohahile g(ar)d(ar): all'XL2 devan1 e all'Xl) avant; al XVT, 1 fer(i) e al XYL3 mi; al XIX,2 via e al XlX.4 cnnpagnia, coppia ripetuta anche alla strofa successiva, XX,6 via r· XX.9 cunpagnia; al XX.2 fer e al XX.3 torner; al XXII,5 remisiun e al XXII.10 mays(un); al XVIII,2 argen1 c al XVITL 4 Jevant (assonanza). Pur­troppo l'incompletezza attuale delle iscrizioni impedisce di coglien~ a pieno la misura rimi e a originaria che appare violata o pt·rlomeno ignorata con la dist rihuzione frammentaria del verso t' della strofa, a seconda, unicamente, dello spazio concesso dalle raffigurazioni.

Dalla ktt ura di quanto precede. enwrge, pur tenendo presenti le differen­zt· dd le modalità Ji registraziow· tra l'affresco parigino databile al 1424 (con i testi pubblicati nel 1486) e quello presumibile per le seri t te di \il aera certaiiH~nw precedente alla data dell'edizione, come quest'ultime seguano 115

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116

\lA H< :0 PICCA T

una tradiziom~ molto semplificata t' apparenternt'lltt' circoscritta ma romun­qtw affirw alla francese.

\on si tratta certamente della medesima rt'daziorw: nel nostro affresco t·ompaiono, ad esempio, gli episodi del soldato. o il dialogo donna-'·'·fraire corddier" che non trovano alcuna possibilità di riscontro, neppnre indiretto. t'ml la versione parigina.

D'altronde oltre ai casi in cui, come abbiamo visto, è possibilt~ stabilir!' un con frontn diretto delle due versioni sulla base di particolari motivi, anche il lessico si rivela talora costruito con espressioni pinttosto similmi.

l'nn conferma sicura della dipendenza del nostro dalla '·'Danse nutt~alm~'· di tradizione francese proviene poi dalt'esanw piìt propriamente liugnistiro.

Come abbiamo anticipato, al momento clelia trascrizione della scritta t~splicativa dell'intero ciclo, la veste linguistica utilizzata è- emblematica del­l'insieme: al latino solitamente utilizzato in tale ambito di docurnentazimw rtfficiale si alwrnano il provenzalt~ con/(lilwn in luoco di '·'factam", benau­rat pt~r "bcnedicti", mentre con f!orwnbris per '··rwvembris" l' Biaçasi per '"·Biasaci", qualora non si tratti che di semplici scambi grafici. ci avviciniamo a trascrizioni di fonrw fni'nccsi.

In effetti la base linguistica di parlt'nza della tradizione della '·'Danse" è chiaratr~ente desumibile da mta lettura anche provvisoria ddiP scritte: tra i tratti caratterizzanti J() il livello del francese utilizzato possiamo indican\ a fHtro esempio. alcune forme: tra le altre quelle dw rivelano il fenomeno del passaggio di (l tonica ad e nellt~ dt~sirwrtZl' dell'infinito di prima coniugazione, quali aler XVJil) 'andare' t~ Ji'r XX,2 'fare', con tomer XX3 e retumer XXIL6-?-8 '·tornare' t~ 'ritornare' (pur contro afar 'fare' 1\',1 e probabilmen­te g(rzr)d(w) "twitare, scampan,' JV2 e artcora segmr ·seppellire'' XVfi.4): t'di const~guenza nelle forme del futuro. prima persona, es(e)rr~ye \'1.3-4 '·indos­sr~rò' e seconda, Laseres XVfi1.3, 'lascerete' e isteres. XfX,9, 'starete': ancora il caso dell'uscita in -e alla terza persona dell'indicativo pn~senle dei verbi in -are. come espwmie fi1,2, 'rispnrmia', in opposizione evidente al tipo 11/(~yrw X1.1. '·reca, porta'; infine l'uscita in -(~re della prima persona singolare dqdi imperfetti defendro_ye X V, 1 \Jifen devo' e prolmhilmente podr(oie) XVJ lf '·potevo·

20 e quella in -ons della prima persona plurale dell'indicativo fntnro

injcrons '·andremo' VJL 1 .

. \ìelhunbito del lessico risultano importanti le attt's1azioni di herwr \mort'' IL2; enperPor '·imperat.ore' IILL pihé '·pietà' XL2, XV1.2: ctu'wt/ XX,2 'con­Vf~rtto' (con grafia da avvicinare, pt'r la grafia della nasall' al tipo rtot'Wnbris della didascalia); pt~r gli avverbi di l!wgo anche wtd (da l~'\DE) IV 1 ~ 1 •

1'' Si predsu chP saranno prest· in <·on~itkraziorH' Pselusivanwnh· le foruw chiantnwut~ kggihili.

211 Per qHPStf> forme cfr.. in pa1ticolare G. ALESSIO, r:ra1111nrlfira Storica fì'(JfiCI'sP. M01jnlop:ia.

Fin·nzt•. 1955, p. 162-16. li Cfr. ifJÙfPIII. p 204.

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I.E SCRrn·E DI SA:\ PEYRF DI \L\CH\ (\Al. \L\IHA)

Passando in rassl:'gna al corpo del testo. notiamo la pn'senza di un nutri­to gruppo di grafit' inverse: esse ci fanno supporre che il compilatore dd testo si sia appoggiato quasi solamentP al richiamo fonetico. In qm~sto St'nso possiamo giustificare esiti quali .le e stait XXII. l in cui la forma dell'ausilia­re è rl:'sa in grafia fonetica, situazione del tutto similare a quella che ritrovia­mo nel ripetutofete, per 'fate', VILL X,l: sotto questo aspetto. andw le uscite del futuro semplice di seconda persona plurale, come intrere X,2-:3 'entrerete'. perdere XIX,2, XXI,3 'perden~te',./('re XIX,4 '·farete', come i tipi del congiuntivo presente, stessa persona, quali a_ye XVL2 '·abbiate' o quelli delrindicativo presente, ancora stessa persona, e XXIIT,;) 'siet~~·. s~~mhrano

mostrar<' l'utilizzo dPl medesimo accorgimento. Parimenti la forma moc XI,:3 e mo_ye XY.6 pt~r il pronome di prima persona sta ovviamente a designare la pronuncia del tempo.

~elle scritte ript~tuti sono i casi di oscillazione della grafia e, tra gli altri, si segnalano quelli di .me 'so' presente indicativo. prima persona singolare, IV. l, IX, 1, XX, 1 per contro a zai XX,:3 e sai XXll.?:jamae 'giammai' YL:3 e jwnays X,2: Dieu 'Dio' XL2 e Dùt XYI.2; aie 'abbiate' XL2 e a_ye XVI.2; cous XVLI.2 e ms XVIII,2; torne/XX,III e returner XXII,?-8 ...

DurHpw, su di una base linguistica ancora francese, appaiono emergere in secondo piano alcune forme t~stranee, probabile indizio della volontà di resa del testo nella lingua propria delrAita Yallt'.

Risultano nel loro insieme infatti da collegare ad influsso linguistico diffe­rente da !prello di base. e rapportabili piuttosto a prov~~nzale o a volgan~ loca­le ~~ l'esito della finale -a in termini come guem 'guerra' Xl ,l, Cllfi[Hignùt

'compagnia' XIX,4 t' om '·ora' XL3; tra le forme verbali i già segnalati .fàr 'fare' IV. l P il probabile g(ar)d(ar) 't~vitare. scampare' l V,2; l'uscita alla tt~rza persona singolare dell'indicativo presente me_yna '·conduce, reca' XL 1; il risultato i t del nesso CT che troviamo in _f{t;ta (iscrizione) 'fatta', ma penle ·dipinta' X,3, santa XlX,0 e fet 'fatto' X1X,0: per l'ambito dichiaratamente provenzalt> si rivela poi il risultato ir del nesso TH in fmire 'fratello' XlX,5. Da notare anche, sotto questo aspetto l'esito C+A in sede iniziale in cunbre \:arnera' X.:). ma charal 'c:avallo' XXIL2 e. in sede interna. archas XV,8; da sottolinean~ infirw per il lessico gli aggt~ttivi benerwml 'henedf'tti' (ndla dida­scalia). {/érrw! '·infernali:'' XIX,3 2;3, pareya ·simile' XIX,?. Invece all'ambito proprio del volgare locale sono probabilmente da collegare i tipi coma 'conw' XVllL:~ (ma com XV3). darera '·dietro· XL1. oltre i tennini interessati dal ft'nomeno della chiusma in 11 della o atona, tra cui remùùm XXI1,5, e proba-

~~ Rinvio ad altra occa.~ionc la puntualizzazionP :-,Hi franunf'nti di ~linguaggio locale·· ·'":-,11 hthf'

frant·hP .. ancora recu1wrahili rwl tPrritorio ddL111tico mardwsato di Saluzzo. per cui cfr ora alnw­no .\1. PJCcxr. !~e scritte in m/gare dd/a fontana di giorùwzza. dei Prorli e delle Eroine. in AA.VV., Le /Irti alla .11rmta. Savigliano. 1992, pp. 18~ P sgg.

""Cfr pPr <pwsta attPstazione. già sPgnalata come tipica arwhP Jpl Ddfinato. FEW, s.v .. p. (J(J(J. 117

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118

MAHCO PICC\T

bilt· ma.n{lln) XXTL 1 O. mentre, infine, evidenti spie di liii contenuto influsso giù italiano risultano senza XXH,4 e pùì XX3 (ma plrts a V lA).

l :impegno della traduzione da testo francese è peraltro evidente nella ripetuta resa via in luogo Ji 'vita' XIX,2 e XIX.6, evidente errore.

L'impressione. che andrà sottoposta a ldteriori indagini 21, P che ci si sw

serviti, per la trascrizione sulle pan~ti della cappella, di un testo udito o tra­smesso in terra di Francia e qui riproposto. trasponendovi, in alcuni partico­lari, il coinvolgente colorito della parlata locale arricchita negli scambi con le altre in trso lungo il cammino tra il marchesato di Saluzzo~~ la Provenza.

La ~cena che Macra nell'insieme ci mostra appare dunque piuttosto costmita: mancando l'inizio della Danza è difficile elaborare ipotesi cin~a la tipologia dd pn~dicatore la cui figura sembra emergere all'origine della teoria.

La parete di fondo ha tuttavia conservato. dalla parte destra e al di sopra della fascia con la danza macabra, tra altre ma con particolare eviJenza, l'im­magirw di un cardinale ritratto, coHw un antico n~citantt·, all'interno di uno spazio di preghit~ra. La raffigurazione complessiva non è certo inedita: richia­ma infatti proprio la soluziorw impegnata da Cuyot Marchant in apertura della sua edizione: il recitante (distinto dal predicatore). aveva lo S('Opo di pre­sentan· al pubblico una lezione di ordine morale dal particolare significato:

«Tu as cy doctrinc notable:

pour hien finer vie mortelle. La dan~e macabre s'apelle:

qtw ciascun a danser apprant».

:\nche negli affreschi della parrocebiak di .Vleslay le Gn~net (Enre et Loir) 2:;. il n~citante {· atìsiso su una cattedra con il libro aperto sul leggio. men­tre i versi della Danza scorrono in basso, nel margine inferiore della pittura.

~el ciclo di .Vlacra, a fungere, ancht· impropriamente. da recitante, P stato sun:f~ssivarnente posto al di sopra della danza, Pierre dt~ LuxernlHJtrrg 26

, car-

:!~ l n ('OJnpleto t•:;,anw lingui~tir:o di ljllf',~h· con1c (lt·llt• altn~ ist'riziorw lllPdievali ancora leggibili in Yal c\laira "'rù pr~st·ntato con la pubblicazione del r·otpus dr·lle parlate volgari atte,tate w·gli

affn·,chi dellr· ntlli alpine piemontesi di pro"ima n·alizzaziorw. s Cfr 11.-13. l.TZI\GEH. ltinPraires dcs !Janses tuacabrl's. op. cit .. pp. 247 e sgg. A questo propo·

;,Ìto t· du notare co1nP le danze tedf'sche (ad e;,('tnpio Stra."Jhnrgo o Bat!ilea) nto~trino un curio;,o par­ticolare: ilpn·dicatonc. è circondato da nn uditorio. A Mt·,h·y le Cn·nel. ro11w a Macra. non sono prc­

S(•ntHti. nPI tli;,t·gno. degli ~pettatori. "'' Pierre dr· Luxembourg. nato nel 1369 dalla nobile famiglia di Luxemhourg ebbe vita brt:'w

quanto intt·rv-,a: vf·scovo di M~tz a quindiei anni. a dicia;,;,t·Ue t'lf'tto cardinale-diacono col titolo di San Ciorgio al v.·lahro dalrantipapa Clenwnte Vll in Avignone. ranno SUf:Cf'Ssivo già deceduto. in odore di santitù, ,econdo alcuni in Avignone 'les>,a t'. ,,·condo altri. a Vilkneuve les Avignon. Venrw "'Polto rwl cimitero dPlla chiPsa di san c\lichele. in Avignorw: '"' ,uo tumulo nel 1393 wnne f•retta la

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LE eiCHITTJ·: DI SA:\ I'U IlE IJI 'vi\CB.\ (\AL \IAJB,\)

di11alt· di Avignorw. citato in apertura di questo lavoro. cui('. dedicato. tra gli ah ri. il piìì importante c id o pittorico della cappella.

11 suo processo di canon izzaziorw. inizia t o nel 1.)90. ebhe una lunga gesta­ziorw ~~ vidn la partecipazione din~tta di membri della ramiglia dei Saluzzo 2

'.

La sn~ml in cui il cardinale appare ritratto a Macra è quella propria ddla comparsa di Cristo in croce: «ecce t.ibi, magnam lucem ei in medio .!eswn r:nu:?f'i.?:wrt>> e della contt~mporanea t~st asi «hoc e:rr:esswn mentis, quasi deji­àens>>, secondo la recensione ddla Vita di Henrico Alhio 28 .

nuova chi~"' dPi (;pif•,tino.: dal 14:t2 ri,nlta vt·rwrato dai\li abitanti dPIIa città. a titolo di f'OnfPssorc. comt· proktton· "'corHiario. PPr la bibliografia rdativa d'r. F. DL Cl-lESSE. Ilistoire de tous lt's cardi­Tianr jinflçais. Pari,. 1600: \'i(;\ lE H. Histoirt' de la .llaisofl de Lu.1nnbo11rg. Parb. 1 61 1): BI·:.ILTILS. l i"! a dt'l p,loriusissitno bealo Pietro di IAU'f'lflfntrp:o. protettore della r·ità rr4r(!!,710fl('. ~l. .-.,d.; JJoun:' (m:) 'VI.. La rie du /Jienfwtl/Y'Il.l" Pierre. cardinal de Lll.!·cmbow:g·. t;l'lsqw' de .l1ctz, Pari,. 16~:~: F. I.E:'IOIJI .E. maltri.sP i't la SorhonrH'. r·n 101n. Hini\razio :;PntitamentP mr. Ala in Girard. ronoPrvatf'nr di·partr·mr·ntal du CanL 1wr la eollahoraziorw pn-.,tata. Per notizie rdatiw al rulto del hl'alO cfr. andw F. THO!U IL EìJhdn11;rùles rlt-s Suints de Pmi'I'!IIT. IIJ~,). ora Haphi'-lt· Li·, Arlr•o. 19~~- pp. ':J. ,.v.

;c Di lui sono rimaoH' ePII'hri ,,. O(H'rt' ''"'"'l'lari di pit'tÙ. ,. in particolare rannotazinrll' quotidia­na dt·i pt'tTati coiiJIIW!-l~i. la pratica ripPtH1a tklla confp.-;.:-;ionc (nndw du{· volt<' al giorno). 1~ nunt('­

ro:-;p t· ripetute gtlarigioni posl-l!lorfelfl. La .'tua ff'~ta f· fis . .,ata al ,) luglio. i luoghi di diffu.~ionl• del

culto appaiono oltre ad .-\vignorw ~1t·~:-,a t· a Vlllcrlt'II\T lt-~ Avignon anche ChlltPatnwuf du Papc. Cfr.

L. RE.Il. /'Ù'tTP de IAt.!"ellllmw;u; (hielllwurPtl.l) (.>jui!let). in !rtJIW,Y,TIIfJhiP rfp l'art du·hien. Ili. Pari,_ l 1J:J9. pp. 11 0/l-11 ()!), tutto il tnati•riak rar-mlto pt-r il p roe t'"" di lwatifir-aziont· dr· ilo stt·sso (ulti­mato solo nel J(J77) i· pubblicato rwl capitolo «/Je beato Petro de Lu.n'mburp;o. s.r.c. cardinali eei­.>copi melensi». in Acta Sanctomnt ]ulii. \IDCCXLVL Verwtii,. t'oli. 481> P sgg.

23 1-:-na itnportantP raffiguraziont-• tlt·l lwato Pierre dP Luxetnbonrg t· t'OiltPnnta rH•gli affn·~dli

dr·lla t'hapcllc Saint Pant'ract•. a \"illard Saint l)arwrun·. La CurP. databili intorno al 14:'>0. In qnc.c,to ra:-,o f· :-,tato ipotizzato t'OIIIP «la pnSsencP rlu bù•nlwureu.r Pierre rle Lu.retnbourp.: rì l'iflanl Saint Pancrace, rla11s LUI t;dijire .fi·lSquenftS par r/t' flfntthreux pèlerins. fl;lfloigne. tout coJnlfte celle rle la l<;genrle rf<'S sainft's Jfartlw et Jfarfdeine à La Salle. des liens qlli unissaient le brirlllçonnais à la rallée d1t fl/u}ne». Andw Lini illwato l- raffigurato iu ~inocchio c a •nani giunte pre.-,...,.o ringinocrh.ia­

toìo col libro eh pn·ghien-· apt·rto. rivolto al Signore che gli appare con il globo nella rnano :-,ini~tra. partil'olart' ultimo dw. rwl t'ido ridia Valli' di \laira, appan· rit'opr•tto da pitture ''""~"'''"ivP. Il «libnuu oratiolllll/11» th·l beato. dw f'OIIIJWI't' in q11a:,i tu1tf' k :-,lJf' inunagini. fatto rcaJizzarc dallo

~tP:-,:-.,0 tncntre si trovava in Parig-i. conteiwva il «psalterùun ,"i. 1-/ieron.~nni. sujji·agia Apo:'J'!olonun et oliqllae ntissor l'otirae. el etian1 uliqua alia». :-.t•t·ondo la n·dazionP f!iÙ citata th·lla Vita.

Sempn· conH· rwlla SCI'IHI di \-lat-ra ritroYianto ancora la raffigurazione del cappello cardinalizio, in allo a :-,inistra P la rf'lativa irbt'g"lla «rl'ru:!!.Yrtl ru1 lion de p.·tu•~tles, la fflWl'l' fotu·c/u;e el nollt;e. fHlsse t>rt sullfoir. arllll;. lrunpasst; et r·oftronnt; rf'or» . . .\ndw qw-•:-,ta loralitù ,..,i trovava J.Wraltro lungo una via Hll'cpoca ruolto fn•tpwntata dw nwttf'Ya in t'OJnuuìcazionc attravpr:-,o Brìançon gli ilirwrari dPI­r alto Pit'liiOlltP COli la Prownza. ( :rr. ÀÀ. v\" .. l'eiutures 111/ltnles rles l faufes Aljws. Al t'- \1/e sù~cles. cuhiers rle 11nrentuire 7. Cahor.s. 19117. pp.~:;::;,. ,gg. (C. Dr·,vigne,-\laiiPt. lillard Saint Pancmcr>. /"a Cure. ,.v.).

l. n· altra iinportantP raffiguraziont' ~li ta\·ola ~ contt·nuta rH"J retablo di ~anta \Jargherita rL-\nlioehia di Ciacomo Duraruli ndla cattf·dralt· di Frl-jth (ante 1460). altra importante località lungo la via du·. ~f'gtwndo la co~ta. condtttTva viandanti f' pt'IJt·grìni alle regioni franet'~i th•l sud P

n•r,o il r·onn·nto di Avignorw in cui la tomba del lwato. qui ritratto t'Oli il nimbo a ,u·lla. in abito t'ardinalizio t'in pi('di. ~Ptnpn· nt·l lllOHlf'n1o della vi~iorw: sn~eitava particolan· (•d intcn~a Vf'Jlf"l'azio­

nr·. Ringrazio \l.Bw C. Annitano del Cloìrn· dt' la Carh(.dralt· di Fn·jn, per la pn·zitba !'ollahoraziorw J)l't'Staltuni.

Arwhc il \ln,Pt' du Petit Palai, di AvigBorlf' corberva un pHnnello in IPgno prowBir•ntf• dal \luoPI' Cah·t't datahilr- a l'irt'a il 14h0. L"attitudirw ,. rahito dellwroonaggio E,OI}O le nwdt•oilllf' di qneiiP già 119

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'viAHCO PICCA T

La presenza della figura del cardinak di Avignont~ nella cappt>lla valrnai­rt'SP dw ha conservato gli affn~schi tklla danza macabra ci pare da richia­rnan' con evidenza in quanto da un lato viene a confermare il valore emblt>­matico ed esemplare dell'edificio stesso, e dall'altro a sottolinearP i legami stretti t~ forti tra questo c la cultura viva della valle.

Infatti, negli anni di particolare fervore religioso in cui il giovane 2'' veniva eletto cardinale-diacono nel 1:-376 dall'antipapa ClPmente VII in Avignmw. h10go scelto dal futuro beato come tt~ITa di missione, anche un altro nobile prelato, cugino del pontefice, stava per essere eletto alla medesima dignità: si trattava di Amedeo, figlio del mardwse Federico Il di Saluzzo. anch't~gli nominato, il 23 dicembre dell'anno 1:383. canlinalt~ diacono dt'l titolo di santa :Vlaria Nuova :>o_

l rapporti tra i due dovettero risultare frequenti ed improntati a sincera amicizia: Amedt~o di Saluzzo è infatti citato nel lt>slamento dd cardinalt~ di l ,uxembonrg al quarto posto tra gli est~cutori testmnentari incaricati di por­tare a compimento le pietose di;;posizioni <<E:n'r:ttlores cero et r:ommissarios meos ... ultimi et perpetui teslwnenli el irrerocabilis rolunlalisfasr:io, consti­tuo el ordino rel'ederendissimos f;·alres in C'ltristo ... Amedoeum sancte

dt•,t-rille, ma il pr·rsonaggio l' ritratto pn la prima Yolta rivolto vt'r'o dt,stra. Inoltre il libro di prc­ghicn' P aperto questa volta suiringinocchiatoio ricoperto con una stoffa arricchita dalle insegrw. 11 bealo f- qui raffigurato. per la prima volta. con raureola. Sono particolannente grato al Con­St'IYateur du .VIuséte du Petit Palais. !Yl.me E:'>tlwr .\loench. pr·r la disponhilitù e la t·ollahoraziorw for­nitemi durante da ricerca. M.me E . .VIor·m·h sta svolgendo uno otudio complPto sullP t·arattf'ristidw dr-l culto di'l hf'ato Piet-n, dc Luxembourg in Francia con particolare altenziorH' alle iconografie.

l.a rnedc~itna iinn1agine del lwato. «en r'appa utagnu el chapeau roup.r) .... en e.-:t·ta.•w derant 1111

r'rllr~fì.t"» P poi rontt>nuta nPl polittico di :,anta Yrargherita a Lucf.nun. (Alpe:--. \htritinu .. s) databile intorno alla fine dd XY sr·colo. (in pmtc r·tuJ il pannello lateralP che ci interessa t"OTbf'rvato pres.,o il 'vfthPP Mass~na di '\izza). attribuito a Ludovic Brf.a. In PiPmnnlc la presenza del beato dclricono­grafia di'l beato P stata s!'gnalata a .V'lacdlo. ad lvn·a ed ahrovr·. Cfr. \1. RIBY-P-IBifJ:\. Lurloric BrPa el la peinture prùnitire nù;oise. '\ice. 1991. pp. 129 P sgg. Pn altre inmwgini. anche al di fuori dt·l lt'tTitorio frarJecse efr. L. REA!.', PiPIT<' de Lu.rembourg (bienheuren1) (5juillet). in frrJIIIJ{!raphie dP l'art chrhien. III. Paris, 19.)9. pp. 1103-1 109.

~~) L·uon1o che. u LJnindici anni~ a] lllOIIH'nto dt>Ua nornina a ve:-::-covo di .\h ... 1z. avf•va voluto f'ntra­

n· in t'hiesa a piedi nudi c ~u di un c:bino. in 1111 ~olo anno di prt>:,enza nellu rt-'giont· pron·nzale rin~cì. -,t't'Onda i f'OUllnentatorÌ dPJ tt'lllJJO. con Jt• opt'rt-'. con la pn·ghit·ra P r lltlliliazÌOilP. i gt>:-,Ù di f'HrÌ1Ù t'

con rofft'Tta de} tnale cllf• lo tOI"Illf'Otava. c_u) t'::,Sf'l't-' di tale f'St'Utpio per tutti eh(' la Stia ll)Ortf• \TJlllt'

lf'lta r·ome sublime dimo,trazione della ]n·r·diJr.zione celeste r· inoienw "''gno sicuro del grandt' pott·n· di intr'rcr·"ionc. Ad Pssa seguì prc,to il pcllt·grinaggio dr·voto dr-i primi fedeli alla tomba: qut•oti cn·hlwro di numt,ro in tale conoistt,nza chr·. rwl giro di pochi anni snllo "te;,,o luogo. ;,i dovNte erigr·­

rt' una nuova chiesa. Il suo abito e il cappello cardinalizio già apparivano rdiquir· nelle !htenoioni twlla t·hir·"'' di Saint Pinre in Avignone. nwnu·e. al lOtTO riPI suo mantf'llo. poi conol'rvato pn•,,o il mnvf•nto dei Cf.lestins di Parigi. si cominciarono ad attrillllirt' gmwigioni dalle disparate affezioni: lebbra, flusso tiPI oangtw. contagi. tnrlw mr-ntali e altre am·ora.

3° Cfr., per le vir-PndP rf'lativf' al canlinak .\nwrleo, D. '\ln.i·:Trl. SI oria di Saluz:::o e rfp • S!loi .'l!larcltesi. IV, Saluzzo. 13:30 (ora Sa,·igliano. 197 :2). pp.11J<) c sgg. \'on solo il cardinalf', bensì rin­tna famiglia dei Saluzzo vollP. in divcrsP tHTa;.ioni. tPstimonian· la particolan' dr>vozione vr·r"o il girwarw LuxemLourg: ad p;,empio, ancora ]Wr il lra.-.por1o dd catalPtto colla salma Ira la folla di Avignotw in lacrime rioulta incaricato un altro figlio del mardwoP FPdPrico IL l'go di Saluzzo.

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LE :-;<:RITTE DI SA.\ PEYRE DI '>IACRA (\AL '>IAIHA)

Muriue not'ae, dictwn de Saluciis ... >>. Allo stesso cardinalt> rimase il famoso manoscritto fatto compilare almeno in parte a Parigi e contenente le pre­ghien· di Pierre de Luxembourg, testo che già abbiamo citato e a cui ~ fatto specifim riferimento negli atti di canonizzazione dello stesso <<dù:ens qtwd, post obitum domini domini Petri cardinalis de Lu.1-·ernburgo, dominus cardi­nal Salutùmun dictwn libmm halmil» :li; ancora nelle vicinanze dell"'hospi­tium" dd cardinale saluzzese, il giovane Pierre un mattino poco prima del tempo della morte, cadde a terra tormentato dal male pur continuando e perseverando nelle sue orazioni quotidiane, e subit.o soccorso <<pro urandu ml ecdesiwn de mane antP lwspitùun ret'erendissùni Patris, domini curdina­lis Salutiarwn, cecidi t in terram, mbrù:andu prupter corporis debilitate ... ».

Mentre il culto del beato Pierre continuava a prendere diffusione in Avignone e nel territori circostanti, (già nel 1390- come si è detto- ini­ziava il processo di canonizzazione). il cardinale Amedeo di Saluzzo seguen­do le contrastanti vicende di quegli anni. partecipava alla t~ortt~ papalt~ avi­gnom·se di Clemente Vll e poi di Pietro di Luna (l'antipapa Btmedetto Xrii). ;\el 141 O ~li venne offerto da papa Alessandro V il decanato di Le Puy. Il cardinale saluzzese partecipò, lt partin~ da quello stesso anno, al Concilio di Costanza seguendone direttamente i lavori e patrocinando le nuove iniziati­vt~ qui intraprest~ per la ripresa delle sedntt• dd processo di canonizzazione del beato Pierre de l ~nxembourg.

Il tramite della diffusione in Val Maira del culto del cardinale di Luxembourg, essendo il cardinale Amedeo di Saluzzo morto già nel1419. va rivolto vt~rso una collimank celebrazione della medesima stagione avignonese.

In tpwgli anni, infntti un'altra famiglia del marchesato saluzzese, di origine valmain•st~, e preeismnente dd eomtuH~ di Prazzo san Michele, gli Allr~mmHii, vantava la parentela con un altro illustre prelato attivo alla corte papale.

Come richiamava P. :\1onod 32, proprio durante gli anni del papato di Pietro di Luna (l'antipapa Benedetto Xlii), tra il 1394 e il 1407 al cardinale Amedeo di Saluzzo sarebbe stato presentato un giovane ecclesiastico dalle ~randi qualità, appunto Ludovico degli Allernandi, destinalo a percorrere pre­sto. con l'aiuto del suo illustre protettore, i gradini della carriera ecclesiastica, per ginngere presto an eh 'egli a ricoprire l'importante incarico di arcivescovo in Arlt~s e insieme di cardinale per la volontà di papa .Vlartino V :J:l. cariche da lui ricoperte mn dignità t'sacrificio fino al 1450, anno della morte.

·" Cfr. fH'r la Ùe»erizione ùd mano,critto la ,.·heda a cura di M.C. LEO:'\ELLI. Lil're rle prieres. ms. :w:. catalogo AA.VV .. /,es IIIW/llscit.< rì pt!ÙIIures rfp fa Hibliorlhf>que J1uniriprd rl:1rignon "Yù~uw- .Yfft~,w siècles. Avignon. 2000. 11. 22.

12 ( :fr P .\loì\OD. AmPrle11s Pacijicus. Pari,ii,. 1626. p. 17 6. '"' Cfr contro l"origirw valmain·"' dd cardinali' d"Arles G. YLic'il.EL DI SAi'' CrOYA:\0.;1. Jfpmorif'

Storiche di nronero e della t'alle di .lfaira. Torino, 1868, ora S:wigliano, 1972, pp. 1S:3 t· ,gg. A favore ddl"interpretazione. oltn· alla dataziorw dPirintervento dt·l .\lonod, non Ì' certo da ,ottovalu-tan· il probahilr- gran dr- intt·r(";S(" dr-l rcarrlinale Anwdeo di Saluzzo pPr r affermaziorw di 1111 giovam· 121

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'L\HCO PICC.\T

Per tutti questi motivi la famiglia Allemanrli, interessata a Jimostnu·1· pubblicamente il suo legame con l'ambiente avignonese, potrebbe essere stata coinvolta nella diffusione in valle Jel culto del cardinale di l ,uxernbourg: alla volontà di celebrazione di questi, straordinaria figura e di popolarità tale da segnare, a quel tempo, un importante immagine di spiri­tualità, si abbinava forse la gratitudine verso il cardinale Amedeo, insistente propagatore del nuovo culto quanto generoso nella protezione dei giovani '3~

di origini~ saluzzese cresciuti insieme nella medesima avventura di un papato difficile, pnr tuttavia mai piìr così territorialnH·nte ed emotivamente vicino.

La raffigurazione del beato, allora. proprio al di sopra della '··Danse .Vlacabre", prendeva così il valore esemplare della testimonianza di chi, degli insegnamenti dell"·' Arte de bene vivendi" aveva fatto, per opinione popolan·. sorrerta e quotidiana esperienza, rinunciando ad ogni lusso in favon~ flf·lla scelta della sof!'en·nztL ancht~ di quella fisica cht\ alla fine, l'avf;va premiato. ;\d interpretare 1111 protagonista eccellente t~d in positivo. della difficile vitto­ria sulla morte non poteva, in quegli anni t~ in questi territori, essere sn·lto '·campione' migliore.

Per questo, probabilmente, durante lmsuccessiva e seconda campagna di affn~schi, tpwlli con la dedica e le immagini delle pareti, vennero al massimo risparmiate le più antiche, ma al massimo culturalmente consone, leggendt· della danza dei morti :l.>, come pcralt ro sta a dimostrare i l contenuto in t er-

di fa111iglia prov•·ni•·ntc dal territorio del nwrefw'ttto paH·rno. Pt·r la vita dt·l cardinalr· cfr. C. P~:HOL SI-:. Le rarrlinal .Memw1. pn;sidentr du Conci/e de !Jàle. et la .fin du Craml Srhiwrw. Pari,. 1904: ,uj o11oi rapporti eon Anwfko VIII cfr .. '11..1. DI S.l\01.-1. Elezione di iì,lice T. Concilio di Ra.<ileo. in Anwrleo 1111. .VIilano, 196.). pp. 179 P 'gg. Cfr. f.H'I' la paru•cipazione del cardinale Allt·maruli, arTivt·:ocovo di Arlf's e cardinale di Santa Sabina. al I'Oilt'ilio di Baie e all"impn·sa di Felici' \" anclw A. DE .VLI.i\lJACII. La Tapisserie de Tnyàn et Archwnbault.rì la rf<;COllt'erfP d'ww p:ale­rie illternutiullale de portraits du Xce siècle, Berne. 19137. pp. 7'7 c 85.

:H St·condo que,t'ipote,i Ludovico Allemandi. coinvolto dalla giovr·nto'• ndle strategie del cardi­

nal<· Amr·deo di Saluzzo. f'I'P"'iuto alla &cuoia del favorin· almas:oimo la ]Htf'l' (' r uniotH' di'ila chi!'"' allora turbata da profonde lotte intP&tine e scismaticlw, avn·hbe così potuto assi.,ten· dal vivo all' 111-tr·rion· propagarsi del culto dr'! beato Pierre de Luwrnhourg, dalla feota popolarP per la •·ostn1zionc dr·lla prima chie:'>a sul luogo della tomba, al .-u•Tedersi <h·i ripPtuti miracoli a lui attribuiti. alla l'f'ri­monia con cui la città di Avignone andò a r·l•·ggerlo quale patrono tH'I 14:~2. alla diffuo-;iorw ,ul l<'tTi­torio di immagini dw già nella prima lllt'IÙ del ()uallro•·r·nto. lo rappn·sentavann nel rnoHH'lllO d('l­r t•:-,ta:-.i. t'OilH' fi~lii'H ~i H salita alla gloria degli altari.

3·; ParteeiparP alla comunP celPhrazione df'lla allora ritPnuta prosbillta santificazinne. diYPniva

CfbÌ oeg11o chiaro da t'-oporre lungo una via din·lta dal man:h,·,ato di Saluzzo alla Pron·nza. dlf' "'lo fino a pochi decenni prima aveva conoociuto la violt·11za delle truppe militari. e in'ÌI'IIW irwdita 'P"­ranza pr·r attiran· &ulla Vallt' di Maira i diffen·111i favori ccl•·sti che il beato PiPITP 'itpna elargire ai oUOi devoti. l :n progt'ttO CPrtO prOVOCatorio per f" ambiente del tempo propo&to ed attuato di preft·­l'f'IlZH da ehi ave:,~e potuto vivPrP .. in itinerP·· Jp vin·nde di Avignone o da ehi vi avt·~~t' in quaklw modo cmnpartecipato. Il culto del nuovo lwato era forti osimo rwi territori della r·ittà dr· i papi ma piÌ1 l.. n t o a propagar.oi nei II'!Titmi limitrofi: r ,.,,,mpio di'Ila Valle di '11aira ne rappres~nta LI !l nou·vol.­t'~f'lllpio ottenuto ~razje al favore dPIIa ctha dei Saluzzo rwi riguardi della fatniglia Luxt~tnhourg. f'

in.-;it·tnf' forse alla congiuntura della presenza di una ft_nniglla vahnairf'se al1a ricerca di una confc·r­

ma fm1e d•· Ila pt'O]Hia nobih ù di lignaggio.

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LE SCRITTE DI SA:\ PF:YRE DI \IACR-\ (\AL \IAIRA)

vento della scritta '·'"t:elestis triunphantis". aggimlta inferiormente alla cartel­la esplicativa dell'esecuzione dei lavori.

Infine, tornando all'argomento specifico del nostro intervento, giova poi riconlarr: che la Provenza ha conservato, dipinte o affrescate, altre danze maca­bre, la più prossima delle quali al Piemonte è visibile oggi a Bar snr Loup (Préalpes de Crasse) ' 6

, rwlla parrocchiale dedicata a San Giacomo Maggiore W?_

Si tratta in questo caso di nn testo in provenzale, non dialogato c più breve di quello registrato a Macra, rapportabile ad altra tradizione. Anche al suo confronto, e nonostante l'incompletezza dt:lla n:gistrazione, la danza di :VIacra risalta, t'non solo per l'evidenza dell'anteriorità cronologica, ma piut­tosto pr:r aver documentato, oltre ai disegni e all'interno dei versi in france­se, le tracce di un timido ma puntuale inserimento dell'antica parlata nccita­na di una vallt: l'Uileest:. st:gno del complesso itinerario di una rara testimo­nianza quattrocentesca e devozionale.

Università deg-li Stlldi del Piemonte Orientale

""Cfr. per la de,nizione del tipo V.-H. DEBIDOUì. Tn;,wr raclu;x du fXlJX niçois, Paris, 196 L p. 124 e ren·ntP P. DE REAl'CII.\MP. L 'art reùg:iPll.l' dans !es Aljws .l1aritùnes, Aix Pll Provencr·. 1990. pp. 112-114. Pt·r una prPeedentP presentazione cfr. da .1. SAl.GC\IEl'X. !,es Dwtses J1acabres rfp France N d'E<pagne et lellrX pmlongements littéraires. op. cit.. pp. :309-:312. In l'ffetti si tratta di una 'ola tavola. databile alla fine del XV S!'colo, che pre,enta m·lla parte :,uperiore una curim,a raffigurazionr• della Danza P nt·llo ,r·ompa1to inferiore il testo in volgarP. Si tratta di un dof'umento importante ma di parecchio posteriore alla tPstimonianza dPila Valle }laira. f'ollegabile ad altri e differenti •·ontesti. :\ella tavola i· infatti presentr· P'"' intero un solo ,clwiNm. armato di faretra e frecce. mentre i vivi alle snP spalle ,i mum·ono r·omr· fantocci hallr·rini '-Otto lr· dirl'tti\'f· di scheletri in miniatura appo,ri sulla testa di ogni partr·t·ipanw .. '\ell'insiPmr· dunqur· riconografia qui sviluppata appare quasi conw uno strano ballo dci viventi ma. t'OIIH' opportunamentr· notato dalla Saugnieux. «Celte Danse des rirants es/ plus terrible PrtCOI'I' 'fW' !es Danses des morls».

Così il te,to abbinato al di,egno non prP."'nta la f'aratteri,tif'a dr•l dialogo tra vivo e motto, ma risulta piuttosto una tri,te lanwntazionP, non dimentica della lezione dci "Tr·iomplw" de la mort"· «O pauvn'' pcf'adnur' hajas gran t recordan"t. . ». recitata •·omr· preghiera per la salvezza del !t­anime. « Pn·gui nnstn· Scnhonr vou' donne tal poy,sansa./que a 'fU P' t lo Len que dura sens nrancan­s.a. l P""i" tousteml" latbes Deiu ambe grant alegran5a/ dont lo prinee d'enff'rn haja grant doulean­sa. Amen». Cfr ibidem. p. :310. Ho in preparazimw nn lavoro JH'r una nuova lPttura d8lla tavola e df•l conte,to f'nltural<' di riff•rimPnto.

'37 Pr·r nn· altra "·gnalaziont• di un'ulteriore vt·r,ionf' della danza. affrescata. intorno al 1460-1490

sul .,offitto dipinto del _,alorlf' proprio dPlla dimora dei canonif'i nella chiesa di saint Salvi a Albi. Qui ogni pt'r,onaggio "'gnitn dal corrispettivo sehf'lr•tro. mo5trava il proprio cartello identifieatorio. 123