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Le Maestre Pie Venerini a Marino

Mar 18, 2016

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Gianni Alfonsi

275 anni a Marino
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Page 1: Le Maestre Pie Venerini a Marino
Page 2: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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CONGREGAZIONE

MAESTRE PIE VENERINI

CASA GENERALIZIAO

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Lodo il Signore per i benefici concessi alla città di Marino in215 anni di servizio educativo, presta-

to dalla Famiglia delle Maestre Pie Venerini.

Sono grata alle Consorelle che hanno mantenuto vivo il carisma della nostra Fondatrice, Rosa

Venerini, continuando, come Lei, ad educare con amore e dedizione.

La cura attenta e premurosa delle Maestre, che si sono susseguite nel corso dei secoli, ha prepara-

to alla vita intere generazioni di bambini, adolescenti e giovanette.

Sono cambiati i metodi e i programmi, in risposta alle esigenze dei tempi, ma in ogni figlia di Rosa

Venerini è rimasta viva la stessa passione educativa della Madre: attraverso l'istituzione delle prime

scuole popolari femminili, la Fondatrice ha posto le basi per il riconoscimento della dignità e dei

diritti della donna e ha cercato di assicurare a tutte le giovani Ia luce della fede e del sapere.

Oggi chiediamo alla Santa che continui a vegliare sui bambini, suiragazzi, sui giovani e sulle fa-

miglie che frequentano la nostra scuola, la nostra casa, la nostra catechesi. A Lei chiediamo che

non faccia mai mancare alla città di Marino gli educatori e le educatrici che portino le anime a Dio

e Dio alle anime, che formino persone ricche di competenze, ma soprattutto cariche di valori per la

realizzazrone di un mondo più bello e più giusto.

Roma,20 maruo200l ,1, Al*"r{I* kr**tt-,-LSuor Marcella Lorenzetti

Superiora Generale delle Maestre Pie Venerini

Suor Marcella Lorenzetti,Superiora Generaledelle Maestre Pie Venerini,riceve 1a benedizioneda Giovanni Paolo IL

Page 3: Le Maestre Pie Venerini a Marino

Le Maesme Pie Venerinia Marino

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Marino - Cartolina viaggiata il 24 luglio 1921. Al centro, più chiara, la casa delle Maesrre Pie Venerini, in via Garibaldi

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Marino 1990 - La casa delle Mastre Pie Venerini adiacente al piazzale degli Eroi

Page 4: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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A suor Anita Lisotticbe ha alimentato il fanciullo nell'uomo.

A suor Maria Gregorinicbe ha incoraggiato la fantasia della scrittura.

A suor Clara Trincaper la familiarità e la seuerità dell'abito religioso

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ReaLzzaz:Lone gta{ica di Franco Piccarreta dello studio Elabora

ffi§Annullo postale speciale figuratorilasciato da.lle Poste Italiane inoccasione del 275" anniversariodella scuola delle Maestre Pie Ve-nerini di Marino

21 aprile 2007

Page 5: Le Maestre Pie Venerini a Marino

Società e istruzionefra Seicento e Settecento

Quando Rosa Venerini nasce a Viterbo i19febbraio 1656, terzosenita con i fratelli Do-menico, Maria Maddalena e Orazio, da Gof-fredo, un dottore originario di Castelleonenelle Marche laureato in medicina a Roma

che esercita presso il locale Ospedaie Grandee daMarziaZampichettr di agrata famiglia vi-terbese di calzolai, nello Stato pontificio e inItalia in genere è diffusa una notevole de-

pressione economica e sociale, aggravata dal-l'epidemia di peste che colpisce anche Mari-no, decimandone 1a popolazione. 11 padre diRosa si adopera per curare gli ammalati dipestel.

Nonostante lo splendore culturale che ca-

ratteflzza Roma nell'arte, nella musica e nelteatro, durante il pontificato di Alessandro

VII (Fabio Chigi, 1655-1667) e poi ne1la re-

stante seconda metà del Seicento, la spintapropulsiva della Chiesa, sostenuta dallo spiri-to della Controriforma, cede sempre più ilpasso alf insorgere degli stati assolutistici intutta Europa. Lo Stato pontificio, dopo aver

perduto prestigio politico, risente come altro-ve nella Penisola della crisi del dominio spa-

gno1o, mentre si va affermando sempre più lapotenza francese sul continente. Le guerre si

succedono alle carestie e alle pestilenze: allapovertà diffusa si accompagna l'analfabeti-rrno. È un'epoca di grandi contraddizioni. Alsuccesso per la conversione di Cristina diSvezia e per Ia sua visita a Roma, corrispondela capitolazione del pontefice alla Franciacon la pace di Pisa, dopo che come nunzioapostolico già ha dovuto subire 1o smacco de1

ffattato di §Testfalia contrario agli interessidella Chiesa. All'impresa titanica nel fare diRoma l'erede cristiana de1la Roma imperiale,il "caput orbis" del cattolicesimo, iniziando1a grande stagione del barocco romano diBernini, Maderno e Pieffo da Cortona, si

contrappone una crisi finanziaia e demogra-

fica dello stato senza precedenti. Alla costru-zione della nuova sede universitaria della Sa-

pienza, alla fondazione de1la ricca biblioteca

che da lui prende il nome di Alessandnna, al

sostegno delle accademie e degli studi giuri-dici, letterari e scientifici, fa eco una popola-zione in massima parte ignorante e supersti-ziosa.

11 tentativo intrapreso esattamente un se-

colo prima dalla Riforma cattolica scaturitadai dettati del Concilio di Trento di accorcia-re le distanze culturali fra classe dominante e

classe subalterna, fra alto e basso clero, dicontenere i1 laicismo umanistico e rinasci-mentale nei confini dottrinali del magistero

ecclesiastico e infine di ismuire il popolo mi-nuto, perché acceda a una più cosciente e

matura dottrina religiosa che funzioni anche

da antidoto alla diffusione della ribellioneprotestante, finziona finché rimane alta latensione pedagogica dell'insegnamento allamaniera di san Filippo Neri e di san France-

sco di Sa1es, l'ispiratore di san Giovanni Bo-

sco, finché I'organizzazione riesce a suppor-tare il deliberato tridentino di istituire scuoleelementari gratuite in ciascuna parrocchiaper fanciulli analfabeti. Dopo di ciò occorre

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Ritratto di Rosa Venerini

Page 6: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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un rinnovato magistero e un impegno sup-plementare2.

In particolare san Filippo Neri indica ai sa-

cerdoti il modo di togliere r rugazzi dalla stra-da, ar,wicinandoli e intrattenendoli con letrzianell'istituzione dell'oratorio, coltivando conloro il fisico e lo spirito, educando in loro ilcuore e 1a mente, attraverso le adunanze e lepasseggiate, 1o studio ela ricreazione; soprat-tutto intuendo che non vi può essere vero ap-prendimento dottrinale, se non vi è un mini-mo di cultura generale. Su altro versante ope-rano i gesuiti con 1e loro missioni in terre nonstraniere: usano la paro\a e l'esempio, ma ol-tre alla lettura e alla scrittura adottano so-prattutto con gli adulti il linguaggio delf im-magine; così la pittura, la scu1tura, la musicae il teatro diventano, ancora più che in passa-

to, 1a bibbia dei poveri.

San Francesco di Sales, ordinato vescovodi Ginevra ndr 1602, considera un privilegioquello di poter spiegare personalmente il ca-

techismo ai bambini. Per chiamarli a raccoltaa1le sue lezioni invia un tagazzo per le stradedella città. Per coinvolgere g1i adolescenti in

Marino anni '70 - La Maestre Pie Venerini educano i1

lisico e lo spirito

Rosa Venerini alr,icina \e ragazze educando iI loro cuoree la mente

progetti ed iniziative edificanti non usa faremoralismo, ma con libertà di sentimento econ affetto insegna loro ad essere partecipi e

responsabili.

Da parte sua san Giuseppe Calasanzio,1557 -1618) fonda la prima scuola pubblicacristiana e un Ordine dedicato alla scuola(scola pia/Scolopi) che aggiunge ai soliti trevoti religiosi il quarto che è la dedizione all'e-ducazione della gioventù. Giunto a Romadal1a Spagna si commuove per 1o stato di ab-bandono dell'infanzia, per la miseria umana e

morale nel1a quale questa vive abbandonatadalla famiglia e da1le istituzioni. Così fondanella chiesa di Santa Dorotea la prima scuolapubblica gratuita dell'Europa moderna. Aquesta alta e ispirata iniziativa dà il nome di"Scuola Pia". AI centro della sua idea educa-tiva c'è il binomio "fede e cultura" che pre-suppone il rispetto per la personalità di ognibambino e il riconoscimento in ciascuno diessi dell'immagine di Gesù. lI Calasanzio, unpo'per la sua amicizia con Galileo Galilei, unpo' per 1a sua larga veduta in termini di inse-gnamento che non si limita ai soli primi rudi-menti del sapere, ma si estende anche alle co-noscenze scientifiche e matematiche. incon-

Page 7: Le Maestre Pie Venerini a Marino

tra l'opposizione dell'aristocrazia e della ge-

rarchia ecclesiastica, i quali vorrebbero che ifanciulli del popolo si limitassero a conoscereil minimo indispensabile. San Giuseppe Cala-

sanzio, canonizzato nel L7 67 e definito da pa-pa Pio XII "celestiale patrono di tutte lescuole popolari cristiane", muore otto anniprima della nascita di santa Rosa Venerini.

Non precursore ma contemporaneo disanta Rosa Venerini, è san Giovanni BattistaDe La Salle (1651 l7l9), il fondatore dell'i-stituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane,proclamato nel t910 patrono degli insegnan-ti. Sacerdote nella città francese di Reims eglinasce da famiglia agiata e alla morte dei geni-tori invece di amministrare il patrimonio fa-

migliare, decide di dedicarsi all'apostolatodei giovani, in particolare di chi è di modestaesffazione sociale e culturale. Se a Roma l'o-pera di san Giuseppe Calasanzio non destapiù scalpore, nella provincia francese l'apo-stolato di Giovanni Battista De La Salle è

considerato scandaloso. Pochi maggiorentivivono nel lusso, il popolo vive nella miseriae tanto nelle campagne quanto nei quartieridella città i giovani sono privi di istruzione e

abbandonati a se stessi. I1 giovane borghesemette a disposizione se stesso e il patrimonioavito per sviluppare una comunità educante:i Fratelli delle Scuole Cristiane. La rcazione

Rosa Venerini "Scuola Pia. fede e cultura"

Marino - Scuola Maestre Pie Venerini, foto di grupponegli anni che precedono l'ultima guerra

della classe dominante e delle autorità eccle-

siastiche del tempo alla creazione di unascuola gratuitaper i poveri è ostile. Si ha pau-ra che i figli dei poveri possano sovvertirel'ordine sociale una volta istruiti. La novità èanche quella di insegnare non in latino ma inlingua madre francese, di integrare le disci-pline scolastiche con l'istruzione religiosa, dicreare scuole di awiamento alle arti e ai me-stieri, di offrire corsi domenicali ai lavoratorie corsi di recupero per i carcerati, infine dielaborare un nuovo metodo di insegnamentoche incoraggia l'allievo, rassicura i deboli econtribuisce alla form azione della personali-tà. L'opera di De La Sal1e giunge a Roma nel1702, dove i Fratelli delle Scuole Cristianesono più semplicemente chiamati dal popolo:i Carissimi. LUrbe conta in questo inizio disecolo circa 150.000 abitanti e dispone di261maestri, compresi i privati, sparsi nei vari ri-onil. La domanda di istruzione è crescente e

sempre meno legata a finalità puramente reli-giose. La diffusione progressiva dell'editoriapopolare mostra la domanda sempre maggio-re di informazione e di conoscenza. Tuttaviaquesto grande sforzo di acculturazione è ri-volto quasi esclusivamente al sesso maschile.Escluse le donne da un tale processo di in-formazione e di scolarizzazione, soltanto a

partire dal 1695 si contano a Roma 14 scuoleelementari per zitelle, gestite da insegnantidonne" Lalacuna è presto colmata: nel 1688

vi giungono 1e Orsoline, geminate dalla Com-pagnia di Sarut'Orsola fondata ndt 15)6 da

sant'Angeia Merici, e ne1 1707 le Maestre PieVenerini dedite esclusivamente alf insegna-mento femminile gratuito.

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tra l'opposizione dell'aristocrazia e della ge-

rarchia ecclesiastica, i quali vorrebbero che ifanciulli del popolo si limitassero a conoscereil minimo indispensabile. San Giuseppe Cala-sanzio, canonizzato nel 17 67 e definito da pa-pa Pio XII "celestiale patrono di tutte lescuole popolari cristiane", muore otto anniprima della nascita di santa Rosa Venerini.

Non precursore ma contemporaneo disanta Rosa Venerini, è san Giovanni BattistaDe La Salle (1651-1719), il fondatore delf i-stituto dei Fratelli delie Scuole Cristiane,proclamato nel 1950 patrono degli insegnan-ti. Sacerdote nella città francese di Reims eglinasce da famiglia agiata e alla morte dei geni-tori invece di amministrare il patrimonio fa-migliare, decide di dedicarsi al1'apostolatodei giovani, in particolare di chi è di modestaestrazione sociale e culturale. Se a Roma 1'o-

pera di san Giuseppe Calasanzio non destapiù scalpore, nella provincia francese 1'apo-stolato di Giovanni Battista De La Salle è

considerato scandaloso. Pochi maggiorentivivono ne1 lusso, il popolo vive nella miseriae tanto nelle campagne quanto nei quartieridella città i giovani sono privi di ismuzione e

abbandonati a se stessi. Il giovane borghesemette a disposizione se stesso e i1 patrimonioavito per sviluppare una comunità educante:i Fratelli delle Scuole Cristiane. La reazione

Rosa Venerini "Scuola Pia. fede e cultura"

Marino - Scuola Maesre Pie Venerini, foto di grupponegli anni che precedono l'ultima guerra

della classe dominante e delle autorità eccle-siastiche del tempo alla creazione di unascuola gralutta per i poveri è ostile. Si ha pau-ra che i figli dei poveri possano sowertirel'ordine sociale una volta istruiti. La novità è

anche quella di insegnare non in latino ma inlingua madre francese, di integrare le disci-pline scolastiche con l'istruzione religiosa, dicreare scuole di ar,,viamento alle arti e ai me-stieri, di offrire corsi domenicali ai lavoratorie corsi di recupero per i carcerati, infine dielaborare un nuovo metodo di insegnamentoche incoraggia 1'a1lievo, rassicura i deboli e

contribuisce alla form azione della personali-tà. L'opera di De La Salle giunge a Roma nel1702. dove i Fratelli delle Scuole Cristianesono più semplicemente chiamati dal popolo:i Carissimi. LUrbe conta in questo inizio disecolo circa 150.000 abitanti e dispone di26lmaestri, compresi i privati, sparsi nei vari ri-onil. La domanda di istruzione è crescente e

sempre meno legata a finalità puramente reli-giose. La diffusione progressiva dell'editoriapopolare mostra la domanda sempre maggio-re di informazione e di conoscenza. Tuttaviaquesto grande sforzo di acculturazione è ri-volto quasi esclusivamente a1 sesso maschile.Escluse le donne da un tale processo di in-formazione e di scolarizzazione, soltanto a

partire dal1695 si contano a Roma 1rl scuoleelementari per zitelle, gestite da insegnantidonne" Lalacuna è presto colmata: nel 1688

vi giungono 1e Orsoline, geminate dalla Com-pagnia di Sant'Orsola fondata nel 1fi6 dasant'Angeia Merici, e nel 1707 le Maestre PieVenerini dedite esclusivamente alf insegna-mento femminile gral uito.

Page 9: Le Maestre Pie Venerini a Marino

La missione educatricedi Santa Rosa Venerini

In questo contesto storico fiorisce e poi sisviluppa l'opera di santa Rosa Venerini. L e-

strazione sociale piccolo borghese, f isffuzio-ne ricevuta in casa, la sensibilità umana e lavivace intelligenza di cui è dotata, uniti ad unprecoce sentimento religioso spingono la gio-vanetta a concepire di dedicare la propria vi-ta al prossimo in una forma inedita e ancheeroica per l'epoca. All'età di sette anni con-cepisce di consacrare 1a sua vita a Dio, poicrescendo ha dubbi sulla reale entità del1a vo-

cazione e quandoa sedici anni cono-sce un ragazzo chele fa Ia corte, lagiovane Rosa entrain conflitto, noncomprendendo lascelta più giustada fare. Si consi-glia prima con pa-

dre Sante Ce1li epoi con padre Bo-naventura Bandi-nelli, presso il san-

tuario della Ma-donna della Quer-cia, ma fino a ven-ti anni resta inde-cisa se pronuncia-reivotiechiuder-si in clausura, op-pure formare unasua famiglia. Per ledonne dell'epoca

queste sono le due sole vie da scegliere, maRosa vive un conflitto interiore che la solleci-ta ad :una scelta diversa. Nella mente dellagiovane Rosa il progetto della sua vita manmano si definisce, sia che si sposi, sia che siconsacri, 1ei ha comunque deciso di dedicar-si alla cura amorosa dei piccoli, alla missione

1676 ' Rosa Venerini insegnaaleggereeastudiareil catechismo

Marino 1910 Scuola elementare del1e Maesue PieVenerini

educatrice deile nuove generazioni che sol-tanto con l'istruzione possono raggiungereun'elevazione morale e materiale in seno allasocietà e questa può migliorare e progrediresoltanto se i giovani, che a loro volta divente-ranno un giorno genitori e maestri, sono toltioggi dallo stato di abbandono e di ignoranza.La vita della famiglia già la conosce, perciònel 1676 vuole provarc Ia vita monastica.Nell'autunno dello stesso anno si reca a vive-re presso la zia Anna Cecilia consacrata do-menicana nel monastero viterbese di SantaCaterina. Qui Rosa Venerini impara a viverein una comunità diversa dalla famiglia, fattain prevalenza di regole e di meditazione; quiforse già matura inconsciamente 1a sua veravocazione, innovativa rispetto alla consuetu-dine del tempo che è quella di farsi suora ri-tirandosi dalla società: concepisce di fareapostolato religioso affiancando la famiglianell'opera educatrice dei bambini. Dopo po-chi mesi deve interrompere l'esperienza clau-strale per tornare a casa, dove al papà mortoprematuramente si aggiunge la sventura dellaperdita nel 1680 del fratello maggiore Dome-nico all'età di27 anni, mentre la madre ha bi-sogno di assistenza. Scomparsa anche la ma-dre e sposatasi la sorella Maria Maddalena,Rosa Venerini invita nella sua casa tagazze edonne del quartiere per la recita del Rosario.Con il permesso del fratello più piccolo, Ora-

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Marino Inizio XX secolo Antica e ralzr foto delle Maestre Pie Vencrini

zio, una stanza piano terra de1la casa si tra-sforma in un oratorio. liniziativa le vienesuggerita dal suo nuovo direttore spiritualeDomenico Balestra gesuita che in questo mo-do crede di impegnarla e di distrarla da11e tri-sti vicende familiari. Lì Rosa si accorge inquale condizione di povertà culturale e spiri-tuale versano le donne del popolo, madri ofuture madri. La preghiera comune non è

sufficiente, occorre fare catechismo e, per fa-

re bene questo, occorre anche fornire un'i-struzione elementare. Così pian piano prendecorpo il carisma della sua missione, Rosa av-

verte di essere chiamata a dedicarsi alf istru-zione e alla formazione cristiana delle piùgiovani, attraverso un contatto quotidiano diinsegnamento che prelude alla vera e propriascuola. Lesperimento viene incoraggiato da

un altro padre gesuita, Ignazio Martinelli,che le consiglia diindtrzzare la sua opera sol-

tanto alle bambine e alle adolescenti, più che

alle donne mature, per poter dar corso a unvero programma didattico. Ne1 1684 il fratel-1o Orazio si sposa e Rosa non si sente più vin-colata alla casa paterna, pertanto con l'aiutodi una benefattrice. Artemisia Manzanti Bru-giotti, prende in affitto un appartamento.

Qui, nell'estate del 1685, all'età di quasi tren-ta anni, ottiene il permesso dal vescovo di Vi-terbo, il cardinale Urbano Sacchetti, di apri-re una scuola insieme a due amiche: Girola-ma Coluzzelli ePorzia Bacci che condividonocon 1ei i1 progetto assolutamente rivoluziona-rio di quella che sarà la prima scuola pubbli-ca femminile in Italia. La missione di Rosa

Venerini è quella di preparare le giovani alla

vita civile nell'ambito di una solida formazio-ne cristiana, di sottrarre le ragazze alf igno-ranza cui la società del tempo le condanna,promuovere I'elevazione culturale e spiritua-

Page 11: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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le della donna. Il modello è quello di una

scuola pia, così come già l'ha definita qualche

anno prima Giuseppe Calasanzio, non nelsenso di una scuola di devozione religiosa,

ma nel senso della pietas, della carità, cioè

della gratuità dell'insegnamento ai più biso-

gnosi, quelli che non possono permettersi unprecettore in casa. Per questo la Regola det-

tata da santa Rosa Venerini inizia dicendo:"Questa scuola si fa gratis dalle maesffe".

In un paese di provincia come Viterbo nontutti vedono con favore l'iniziativa pur meri-tevole de1le Maestre Pie: per i benpensanti leMaestre Pie sono delle religiose che si muo-vono liberamente in città e non vivono nella

Marino - Inizio XX secolo Antica e rara foto delle Maestre Pie Venetini

clausura di un convento, per i parroci viter-besi rappresentano una concorrenza nelf in-segnamento de1 catechismo che sfugge a1 1o-

ro stretto controllo, così come i fanciulli che

la domenica emigrano dalla parrocchia per

andare dai gesuiti. Il diverbio è presto sedato

dal vescovo Urbano Sacchetti che affida l'in-segnamento de1 catechismo alle parrocchielocali e, in orari diversi, i1 supplemento diistruzione alle Maesue Pie. Le perplessità dei

benpensanti sono presto rintuzzate dal suc-

ce s s o dell' i ntziativ a gene ralmen te app r ezzata

e dal numero di giovanette che accorrono al-

la scuola con il pieno consenso dei genitori.

Non potendo dire a1tro, i detrattori dell'ope-

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Page 12: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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Marino 1%2 I bambini della seconda elementare in posa d'aurore

ra si limitano a dare delle "gesuitesse" alleMaestre Pie per i1 loro evidente legame conl'ordine fondato dalgnazio di Loyola. Le dif-ficoltà economiche sopportate da Rosa Vene-rini e dalle consorelle derivanti dalla gratuitàdell'istituzione le sostiene il cardinale MarcoAntonio Barbarigo, vescovo di Montefiasco-ne, che nel 1692 chiede alle Maestre Pie ditrasferirsi nella sua diocesi per dar vita a ini-ziative analoghe a quelle intraprese a Viterbo.Rosa Venerini lascia suor Angela Leonetti a

dirigere la scuola viterbese e accoglie i1 calo-

roso invito del benefattore. Con la consorellaLucia Filippini, Rosa Venerini fonda a Mon-tefiascone una nuova scuola. Nel 1699 apreuna scuola a Oriolo Romano su invito delprincipe Altieri ed alre 3L nei successivi sei

anni; ma molti sono gli inviti inevasi, comequello de1 gesuita Antonio Baldinucci che lavuole anche a Frascati. Poi è la volta di Roma.dove nel 1707 Rosa è invitata a replicare ilmodello organizzatrvo ormai consolidatosinel giro di pochi anni. Un membro della Cu-ria romana, l'abate Giacomo Degli Atti, met-te a disposizione ifondi per l'impresa, ma so-

1o nel 1713, dopo che la Congregazione diPropaganda Fide ha approvato il progettoeducativo di Rosa Venerini, si apre la primacasa romana delle Maestre Pie. Il luogo pre-scelto è nei pressi di prazza San Marco, in viadel Governo Vecchio, in quella stessa piazza

del mercato,{raPalazzo Muti Bussi ePalazzoAstalli, dove nel 1551 sant'Ignazio di Loyolaha aperto la sua prima scuola di grammaticae di dottrina cristiana; una sede vicina e qua-si all'ombra del Campidoglio, vicina e quasiall'ombra di quel Collegio Romano, sede deiGesuiti, che per primi hanno apprezzato e in-coraggiato l'opera di Rosa Venerini. Il sigillodefinitivo alf impresa giunge il 24 ottobre1716 da parte de1 nuovo papa Clemente XIche, di persona, si reca nella scuola di Rosa

Venerini accompagnato da otto cardinali. Al-la fine della lezione i1 pontefice 1a chiama a sé

e la benedice, ringraziandola per la sua pre-ziosa opera. Una proliferazione di case e diattività si sussegue incessante a Roma e pertutta l'Italia nel corso del Seftecento. Ovun-que si insediano, le scuole de1le Maestre PieVenerini trovano 1'accoglienza delle comuni-

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Page 13: Le Maestre Pie Venerini a Marino

tà locali che ovunque ne invocano la preziosa

presenza per fornire istruzione elementare al-

le popolazioni e sempre più spesso, all'occa-

sionale sostegno di benefattori, si sostituisce

l'istituzione comunale che sor,'venziona le

spese vive di conduzione delle scuole e il so-

stentamento delle insegnanti religiose. Don-na concreta e dinamica, libera dai condizio-namenti. dalle convenzioni sociali dominantide1l'epoca, vera pioniera de1 riscatto cultura-1e contemporaneo delle donne, profonda co-

noscitrice dei valori del1a famiglia e dell'im-portanza del ruolo de1la madre ne1 trasmet-

terli ai figli, Rosa Venerini giunge al terminedei suoi giorni terreni e, malata di tubercolo-si, muore il 7 maggio del tlZg e non fa intempo a inaugurare la scuola di Marino che

pure lei stessa aveva progettato e auspicato.

Il castello di Marino

dalla fine del Seicento

alla prima metà del

Settecento

Se Viterbo è in questo periodo una delle

terre dello Stato pontificio più progredite su1

piano economico e sociale, Marino si può

considerare fra i castelli intorno a Roma quel-

1o più densamente abitato e potenzialmentepiù ricco di risorse agricole e atigianali.Pror,'visto del titolo di ducato, il feudo mari-

nese da oltre due secoli è sicuro appannaggio

dei Colonna, una delle più illustri e antiche

famiglie aristocratiche di Roma e d'Italia. I1

periodo di maggiore splendore del castello ri-sale però a1la prima metà del Seicento, quan-

do con Filippo I Colonna 0611-1639), ap-

pellato dai marinesi "Padre della patria", Ma-

rino diviene un primario centro di immigra-

zione di operai e artigiani giunti da varie par-

ti della Penisola qui attratti dalla prospettiva

Marino - Basilica cÌi san Barnaba Monumento a1 Cardi-

nale Cìirolamo Colonna Duca cli Marino a.D. 1652

Marino 1911 Prima elementare

Collegiata di San Barnal,a

Page 14: Le Maestre Pie Venerini a Marino

di lavoro e di benesserea. A questo fenomenosi accompagna un singolare incremento de-

mografico seguito da un altrettanto impetuo-so sviluppo urbano. Filippo conferma i loca-1i statuti agrai, iparu 1e due chiese medieva-li di San Giovanni e di Santa Lucia e fa ini-ziare t lavori della nuova chiesa collegiata diSan Barnaba, inoltre ripara 1e strade, fa co-

sruire fuori porta in direzione di Roma la vil-la Bevilacqua, defia anche dei Baldacchini, e

per la moglie Lucrezia Tomacelli la villa diBelpoggio, sistema ll piazzale di Borgo delleGrazie, pofia a notevole livello commercialele due fiere annuali di San Barnaba e di San-

ta Lucias. Il cardinale Girolamo Colonna(l$9-1666), secondogenito di Filippo, che

succede al padre nel 76)9, non vuole essere

da meno e alle cure della diocesi di Frascati

Marino Vil1a di Belpoggio

di cui pure è vescovo, alle occupazioni nonpoco gravose di Arciprete di San Giovanni inLaterano, cui spetta l' or gantzzazione giubila-re de1 1650, non fa mancare il suo diretto in-teressamento al ducato di Marino: affida lacostruzione della basilica di San Barnaba al-

l'architetto Antonio Del Grande, dotandoladi un collegio di canonici presieduti da unab ate mitrato, termina l' edificazio ne di P alaz -

zo Colonna che fa decorare da Federico e

Taddeo Zuccari, fa realizzare e collocare neipressi del palazzo ducale la fontana anldicadegli Schiavi mori a ricordo de1le glorie mili-tari della sua casata, fa costruire 1a villa della

Sirena a Frattocchie, lungo la via Appia, al

confine con il possedimento dei Barberini, e

quella del Cardinale sulle rovine diPalazzola,prospicienti il lago Albano. La popolazionedi Marino prima dell'epidemia di peste ne1

1656 conta circa tremila abitanti e il centroabitato appare vivace e prospero. Negli annia seguire si succedono al governo della co-

munità Lorenzo Onofrio Colonna (1670-

1689) e poi suo figlio primogenito Filippo IIColonna (1689-17I1), il primo ricordato pergli statuti concessi alla comunità di Marinonel t67 6 e per l'edifi cazione de1 convento del

SS. Rosario ne1 borgo delle Grazie a favoredell'ordine domenicano femminile cui appar-

tiene 1a sorella Isabella Colonna, il secondoper essere stato uno dei mariti di DonnaOlimpia Pamphili. A Filippo succede Fabri-zio II Colonna (1700-1750) che sposa Cateri-na Salviati nel 77 77 , al quale tocca 1'awentu-ra di assistere impotente all'occupazione ditruppe straniere durante la guema di succes-

sione al rono di Napoli.

l-ltstruzione a Marino primadelle Maestre Pie Venerini

La situazione delf istruzione pubblica a

Marino dalla fine del Seicento fino al 1835 èpressoché disastrosa. Si salva soltanto l'inse-gnamento della musica e soltanto finché il so-

stegno economico viene assicurato diretta-mente da1 duca o dalla parrocchia al maestro

di cappella, dopo di che anche per questo in-segnamento inrzia rl declino. Dalla metà del

Seicento nella basilica di San Barnaba svolge

la sua attività un maestro di cappella, poi an-

che organista, per f istruzione del canto cora-le e della musica, un retaggio culturale eredi-tato forse dalla soppressa parrocchia di Santa

Lucia, nella quale si presuppone si sia forma-

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Page 15: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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to il grande musicista europeo di nascita ma-rinese Giacomo Carissimi (1605 L674), padredell'oratorio musicale, nonché il suo coeta-neo Bonifacio Gruziani (1604 16611), entram-bi legati alle attività de1 Collegio Germanicodei Gesuiti, entrambi posti sotto la protezio-ne del cardinale duca Girolamo Colonna6. Aquesta splendida generazione di musicisti fio-riti a Marino nella prima metà dei Seicento,ne segue un'a1tra di minore fama nella secon-da metà dello stesso secolo, rappresentata daGiovanni Battista Mocchi (1620 1688), Fran-cesco Ercole, i fratelli Falconi e Marco Mar-chitelliz.

Ijistruzione pubblica invece è affidata a unmaestro con un incarico instabile e sottopa-gato. Presso l'Archivio di Stato, fra le cartedella Sacra Congregazione del Buon Gover-no si riscontrano numerose istanze della Co-munità per ottenere sussidi economici checonsentano di stipendiare un maestro peresplicare 1'attività didattica a Marinos. A talescopo il 15 sett. 1708 il Priore di Marino in-voca le autorità di governo affinché conceda-no una "congt,ua prouisione", poiché la "Co-

munità, dncorché popolata di circa 1.000 dni-me, priua del Maestro di scuola da lungo tem-po in grandissimo pregiudizict specialmentedel|antme, qudli essendo uissute e uiuendosenza educazione, taluni non si so-

no pus.\'ull congiungcrc ln matrl-tnonio c rcstali sospesi per non sd-

per lt'Misteri necessarj della S. Fe-

de e taluolta i/ Pater e Aue" . Pan-filo Cantoni, vice duca di Marino,fa adunare il consiglio comunale,nel corso del quale i1 14 dicembre1708 si delibera di stanziare 40scudi annui per l'insegnante e dimettergli a disposizione un appar-tamento della Casa della Comuni-tà, momentaneamente affittato aun tale Domenico Biondi per 17

scudi l'anno, dove poter allestireanche un'aulal In seguito vieneingaggiato un sacerdote, tale Giu-

seppe Patrizi, in qualità di"Maestro grdmm(i-ticale di scuola pubblica della Comunità di Ma-rino", ma costui apre un contenzioso con ilcomune. Il2l febbraio 1714 avanza alla Con-gregazione ricorso per risarcimento a dannodel comune di Marino, essendo stato sotto-pagato l6 scudi annui, invece dei 40 previstiin bilancio, nei trascorsi sei anni di servizio. I1

comune si difende con una memoria del 19

marzo successivo, specificando che l'ultimomaestro ad aver percepito uno stipendio di40 scudi annui è stato il sacerdote forestierodon Silvestro Amici, qualificato in abilità e

dottrina. Il medesimo poi è stato licenziato e

scartato il prete locale don Eugenio Celani,che ha chiesto pure 1ui 40 scudi, poiché donPatdzi si è proposto di fare lo stesso servizioper soli 24 scudi annui " e da quel cieco Con-

siglio cbe tirò al buon mercato restò per lamaggioranza di uoti segreti incluso il suppli-cante" , cioè il Patizi. Poi, una volta assunto,don Patrizi chiede al consiglio comunale unaumento fino a 40 scudi, ma il Comune glie-ne concede l6 soltanto.

Naturalmente f ignoranz'a. genera f igno-ranza ed è quello che succede nel consigliocomunale del23 ottobre 1712, essendo "spi-

rata e terminata la facoltà di ritenere la Scur:la

pubblica benignamente concessa dalla Sacra

MarinoChierici

- Palazzo I"umasoni tsiondi già Conr,ento deiRegolari Nlinori di san Francesco Caracciolo

Page 16: Le Maestre Pie Venerini a Marino

Congregazione del Buon Gouerno" . II Consi-glio dei Quaranta, riunito nella sala del Pa-

Iazzo Priorale di Marino, è chiamato a espri-mersi se " intendono fare istanza pressct la Sa-

cra Congregazione per la noua licenza per farcontinuare detta Scuola pubblica per decoro diquesta nostrd Terra e per l'educazione dellagiouentù, oppure leuarla ffitto e intanto so-

spendere li presenti Maestri di Scuola" . Dopouna breve discussione si va al voto espresso

segretamente ne1l'urna con pa1le nere e bian-che. Il risultato è di ventuno voti contrari (ne-

re) e sette favorevoli a1 mantenimento dellascuola; pertanto dal primo di novembre i duemaestri sono sospesi dal servizio. In loro so-

stituzione si incarica il Capo Priore GiovanniBiondi di cercare quale nuovo maestro un sa-

cerdote disposto a svolgere lo stesso lavoroper sei mesi e con 1o stesso emolumento deidue precedenti. È innegabile che alla base ditali scelte vi siano oggettive difficoltà econo-miche, vista f istanza del 14 gennaio 1713,

avanzata dal falegname Barnaba Morone, che

lamenta il mancato pagamento dei "bancbiper seruizic-t delli Scolari della scola della Co-

munità" , per una somma di dieci scudi dila-zionata in due anni! È pur certo che si trattaanche di una questione di scelte politiche a

favore dell'istruzione che i responsabili dellaComunità certamente non considerano unapriorità.

Il medesimo problema economico vieneaffrontato nel 7752, nel Ilfi e nel 1759,quando si tocca con mano che " essendc-, man-

cata la cc-tndotta di maestro di scuola perché

colla prouisione di scudi 36 I'annc, non può es-

sere soggetto di qualità"; perciò si risolve inconsiglio comunale di stanziare una sommaaggiuntiva di 14 scudi per elevare lo stipen-dio a 50 scudi annui, un emolumento ritenu-to giusto per consentire al maestro di viverecon decoro.

Dopo 1o scandaloso comportamento delmaestro Domenico Magnasciutti nel 77 61, al-

lontanato dalf insegnamento e incarceratoper lo stupro di una giovanetta, la Comunità

intende risolvere tutti i suoi problemi diistruzione sia dottrinale che retorica, rivol-gendosi ai religiosi del luogo: i Chierici Rego-

lari Minori di San Francesco Caracciolo, resi-

denti nel convento adiacente alla chiesa del1a

SS. Trinità.

Larrivo delle Maestre PieVenerini a Marino

Lattuale palazzo che ospita f istituzionescolastica più antica, più popolare e più radi-cata di Marino, non è quello che per primoha ospitato le Maestre Pie di Rosa Venerini.Oggi i1 grande edificio della fine dell'Otto-cento che ospita l'Istituto è quasi alla sommi-tà di via Garibaldi, un tempo via delle Mura,sulla quale aflaccra f ingresso principale dellascuola. Ma quando le prime Maestre Pie Ve-

nerini giungono a Marino nel 77)2, i1 luogodi imadiamento della loro attività educatriceè molto più centrale, essendo collocate la ca-

sa e la scuola in piazza San Barnaba, nei pres-

si del duomo, sul lato opposto alla chiesa, do-ve tnizia l'afiuale corso Trieste, allora dettovia Lata: un palazzo di tre piani soprastantela storica lrattoda "Giardini". La scuola vie-ne aperta ufficialmente il 15 agosto l7)2,

Marino - Cartolina viaggiata il 10 agosto 7912. All.oraPiazza Plebiscito, oggi prazzaSan Barnaba. A1 centro, so-

pra Ia trattoria "Giardini", la prima residenza delle Mae-stre Pie Venerini

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Page 17: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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giorno dell'Assunzione di Maria Vergine. Ac-coglie solamente allieve di sesso femminile,oltre che di condizioni economiche modeste,

poiché f istruzione è un privilegio esclusivo

delle classi elevate, vale a dire di quelle fami-glie che possono permettersi un precettoreprivato, o che abbiano almeno dei genitori ingrado di trasmettere ai figli i primi rudimentidella lettura e della scrittura. I1 popolo inquesto periodo è costretto a restare, nellamaggior parte dei casi, nelf ignoranza e nel-

l'analfabetismo.La casa di Marino si è potuta aprire grazie

alf interessamento e alla muntltcenza di una

nobildonna: 1a duchessa Salviati, come spes-

so viene citata; ma chi è questa benefattrice e

che cosa ha a che fare con Marino? MariaLucrezia Rospigliosi è una nobile ascritta al

patrtziato veneto, nasce nel 1670 emuore neI

1733 all'età di 63 anm. Sua figlia, Caterina,

nata nel 1701 dopo un anno di matrimoniocon Antonio Salviati duca di Giuliano e mar-chese di Roccamassima, convola a nozze l'8marzo 1717 conFabrizio II Colonna duca diMarino e principe di Paliano. Dunque la be-

nefattrice è 1a suocera del giovane signore del

castello e si adopera giustamente per miglio-rare le condizioni di vita della popolazione

Marino 1922 - Grardino del1'Istituto. Foto di gruppo

del paese. 11 giorno delf inaugurazione della

scuola e della casa delle Maestre Pie lo pos

siamo solo immaginare: un grande assembra-

mento di gente in piazza San Barnab a tradlsce f importanza delT'evento che nessuna cro'naca ci ha tramandato. L'arrivo di carozz<con prelati e nobili scortati da guardie pontificie e famigli in montura di Casa Colonnz

aprono e chiudono un corteo che sa di sffaor'dinario per il paese. Alla presenza del7a du

chessa Salviati, di Fabrizio Colonna padront

de1 castello e della sua consorte duchessa Ca

terina Salviati, assente forse soltanto il cardinaleFabrizio Serbelloni, vescovo della dioce

si di Albano, l'abate parroco mitrato di Sar

Barnaba,Gregorio Celani (1731-7747 ) di origine marinese, benedice le stanze delle suort

e le aule che da 1ì a qualche giorno iniziano ar

accogliere le ragazze del luogo. Poi un rinfresco per pochi intimi illustri alPalazzo Colonna, mentre 1a gente torna alle proprie cast

per concludere a tavola il giorno di festa.

Da alcune lettere e visite pastoralie si rica

vano varie notizie sui primi decenni di vitr

della scuola e della casa delle Maestre Pie I

Marino. Ne1 17)0la superiora si chiama Margherita Gal1i di 49 anm nata a Roma ed è lr

stessa che nel 7732 ha inaugurato l'istitutoLe sue consorelle sono: Maria Rosa Monti d

4) anni nativa di Poggio Mirteto diocesi nut

lius dell'abbazia diFarfa, Anastasia Tedesch

dr)6 anni nativa di Ronciglione della dioces

di Sutri. Dal numero, dal1'età e da1la prove

ntenza de1le suore possiamo desumere anch

in che modo vengono fondate 1e nuove case

Intanto il numero: minimo tre suore, second,

i1 dettato di Rosa Venerini; poi notiamo ch

1e suore provengono tutte dalla zona del vi

terb es e, tniziale vivaio dell' opera venerinian z

infine che la loro età matura presuppone chr

se non vi sono state sostituzioni ne1 frattempo, siano giunte a Marino poco più che ven

tenni, quindi nel loro momento di massim

vitalità ed entusiasmo, quasi delle pioniernell'afio di fondare nuove colonie di missic

ne interna. Inoltre sappiamo dalle citate vis-

Page 18: Le Maestre Pie Venerini a Marino

Marino 1910 - Asilo

te pastorali eseguite periodicamente dalladiocesi di Albano che 1e suore ricevono unsussidio di 24 scudi annui da un tale ScipioneBalestra (forse parente di quel Domenico Ba-

lesma gesuita già consigliere spirituale di Ro-sa Venerini) e da altri benefattori per l'anda-mento della casa e per l'isruzione de11e ra-

gazze, cui si aggiunge una sor,,venzione di 7scudi e 60 baiocchi mensili per le necessitàpersonali, derivanti da una rendita in formadi "luoghi di monte" che assommano a 4.000scudi fra beni personali e di famiglia lasciatiper la sua pia memoria dalla duchessa Lucre-zia Rospigliosi Salviati, esatti in Roma da taledon Angelo Orlandi. La casa di Marino delleMaestre Pie dispone di un oratorio, o cappel-1,a privata, dove si celebra la messa da parte diun canonico di San Barnaba, il reverendodon Domenico Trovalusci di Marino, e che

l'altare. ben costruito e dotato di tutte le sa-

cre suppellettili, gode della concessione datanel1754 di celebrazione con un indulto allamemoria del cardinale Borghese e un alronel 1758 per 1a seconda messa nella ricorren-za della Beata Vergine del Buon Consiglio edei santi lgnazio di Loyola, Francesco Save-

rio, Luigi Gonzaga, quasi a riprova dei fortilegami dell'opera di Rosa Venerini con I'ordi-ne dei Gesuiti. Si dice quindi della finalità

della scuola, che è quelladi istruire 1e fanciulle diquesta terra di Marino,di impartire loro i rudi-menti della dottrina cri-stiana e dei buoni co-

stumi, nonché la cono-scenza dei lavori manualifemminili. Le ragazze se-

guite dalla suore sonocirca settanta e da questolavoro le Maestre Pienon percepiscono alcunemolumento da1le fami-g1ie, secondo quanto è

stabilito dalla prima re-gola della fondatrice Ro-

sa Venerini della "uiterbese Società di Gesù".In una visita pastorale del 1758, si rileva che,

olre alf insegnamento de11a fede e delle lette-re, alle Maestre Pie spetta anche f incomben-za di insegnare alle ragazze la dottrina ognidomenica pomeriggio nella Chiesa parroc-chiale di San Barnaba. Ogni volta i visitatoritrovano che - dopo essere state opportuna-mente interrogate sulle varie materie - le ra-gazze dsultano parimenti istruite nelle disci-pline loro impartite, tanto dottrinali quantoscolasdche; ma soprattutto appaiono ammae-

strate all'amore e a1 timore di Dio, capaci difuggire le tentazioni di peccato, assidue ai sa-

cramenti.Sotto la direzione della prima superiora,

Margherita Galli, anche a Marino le ragazze

impararono a leggere e a scrivere. I risultatisono evidentemente lusinghieri, dal momen-to che persino le famiglie più abbienti de1

paese decidono di inviare le loro figlie allascuola delle Maestre Pie Venerini. Suor Mar-gherita Galli muore nel 1786 nel generalecompianto del1a popolazione marinese. Lasua salma viene sepolta nella chiesa della SS.

Trinità, La scuola tuttavia è ormai radicata e

la presenza delle Maestre Pie Venerini è unarealtà viva che può solo crescere e ruffotzarsine1 tessuto sociale della comunità.

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Page 19: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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I1 castello di Marinodalla metà del Settecentoagh tntzi dell' Ottocento

Alla metà del Settecento 1a popolazione delcastello di Marino supera i 1.800 abitanti fis-si, ai quali si aggiungono un migliaio di lavo-ratori stagionali, l'espansione urbana è cessa-

ta e nella generale crisi economica stenta a

sviluppare l'artigianato che si limita, oltre al-

Marino 1980 - Panorama della valle Ferentina con i1

castello in alto e la torre d'Ammonte in primo piano

lo sfruttamento delle cave di peperino, a ufi.a

conceria presso 1a torre d'Ammonte, una car-

tiera e una ferriera lungo 1o stesso corso d'ac-qua, a una fabbrica di sapone alf interno delpaese verso la fine del secolo e alcune moleper il grano e per l'olio; mentre fra 1e attivitàsussidiarie dell'agricoltura si ricordano alcu-ne coltivazioni di frutta e di grano, ortivi ed

erbaggi per il consumo locaie. piantagionisporadiche della canapa e Jel gelso::. Accan-

to a quella dell'o1ivo e di cereai. h questo pe-

riodo l'attività principale Ceila popolazionelocale è in prevalenza quelia ', iriruicola sr'ol-

ta nei piccoli appezzamenti resiCur ai marginidei latifondi. Ai più indisenii Casa Colonnaassegna annualmente in concessione lotti diterreno per la coltivazione deì1e cipolle che

poi trovano sbocco commercia-ie sul mercatodi piazza Navona a Roma. A ion FabrizioColonna. morto nel t7>). succede LorenzoColonna (1723-1779) e a questo il nono e ul-timo duca di Marino: Filippo IiI t.1760-

1818), il quale nel 1802 cede alla comunità diMarino in enfiteusi perpetua tutte 1e prir,ati-ve derivanti dal diritto feudale. come il torno,1a macelleria,Ia ptzzicheria. 1'osteria. le molee il granaio in cambio di un canone annuo di610 scudi, Alla fine del Settecento irizia ladecadenza economica di Nlarino causata dal-la riapertura dell'Appia voluta da papa PioVL La qual cosa rende i1 castello con il suo

territorio non più una tappa obbligata su1la

rotta commerciale per Napoli, così come è

stato per secoli.

Qualche piacevole evento mondano rompela monotonia della quotidianità nel castello diMarino, come il passaggio di Maria Carolinad'Austria sposa del re Ferdinando di Napolinella primavera del 17 6811e le visite dei pon-tefici, a cominciare da quella di Clemente XI(1o stesso che a Roma si è soffermato ad

ascoltare una lezione in classe di santa Rosa

Venerini) che nel 1710 viene accolto nella ba-

silica di San Barnaba, mentre le fontane pub-bliche buttano vino in suo onore, per finirecon quella di papa Gregorio XVI che ne1

1815 conferisce a Marino il titolo di città12.

G1i eventi storici precipitano invece sotto iIpontificato di Pio VI, quando i Francesi

esportano 1a loro rivoluzione anche nello Sta-

to pontificio, istituendo la Repubblica Roma-na (1798-1799) con l'abolizione del poteretemporale e 1'espulsione del papal3. In tale

circostanza prima che vengon o innalzati gli

Page 20: Le Maestre Pie Venerini a Marino

alberi della libertà e il vessillo nero-bianco-rosso) 1'angoscia collettiva di un'occup azionemilitare o di un contagio di idee liberali e gia-cobine si impadronisce di tutte 1e classi so-

ciali e si trasforma spesso in isterismo collet-tivo. Così in varie riprese si registrano eventisoprannaturali: diversi testimoni asserisconodi aver visto 1e madonnine delle edicole sacrein Roma piangere e muovere gli occhi. Lostesso accade a Marino ne1 luglio del U96,presso la casa dei fratelli Francesco, Mauro e

Luigi Giani, posta nei pressi della piazza disanta Lucia all'inizio della via per Napoli, do-ve un'immagine della Vergine apre e chiudegli occhi, muove Ie pupille davanti a1le donnedi casa che la invocano e poi di fronte a unapopolazione intera che accorre numerosa perassistere al prodigiola. Nel febbraio 1798scoppia la sollevazione antifrancese a Mari-no, Albano e Velletri, cui segue la repressio-ne militare di Murat contro la popolazione.La situazione si rovescia ne1 giro di un anno:il 20 agosto 1799le bande del cardinale Ruf-fo rinforzate dalla cavalleria di Lucio Carac-ciolo sbaragliano i francesi a Frascati e libe-rano il Cantone di Marino. Nel corso dei di-sordini sono depredati da Palazzo Colonna diMarino i cimeli della battaglia di Lepanto. LaRepubblica Romana giacobina è finita, ma staper iniziare il periodo napoleonico assai piùfunesto per lo Stato della Chiesa di questapur breve parentesi rivoluzionaria. Il 24 di-cembre 1799 Napoleone Bonaparte, rove-sciato il governo dittatoriale, si fa nominareprimo console. II74 marzo 1800 viene elettoaYenezia il nuovo papa Pio VII. I 14 giugnola vittoria di Napoleone a Marengo rende ifrancesi di nuovo i padroni dell'Italia. Nel1804 Napoleone è imperatore. Il I febbraio1808 i francesi occupano Roma per restarvifino alla caduta di Napoleone e al rientro de1

papa i1 24 maggio 1814, dopo un lungo pe-

riodo di umiliazioni e di prigionia.

I-listruzione a Marinofra Settecento e Ottocento

Grazie alla presenza del1e Maestre Pie Ve-nerini, a Marino l'organizzazione per la diffu-sione dell'istruzione, in particolare di quellafemminile, giunge a compimento qualche de-cennio prima di quella maschile. I ChiericiRegolari Minori di San Lorenzo in Lucina a

Roma, noti come Caracciolini da1 nome de1

loro santo fondatore san Francesco Caraccio-lo, sono presenti a Marino fin dai primi annide1 Seicento, qui chiam ati dal duca Fabrizio IColonna e da sua moglie Anna Borromeonon solo per coadiuvare i1 clero secolare del-le due parrocchie di San Giovanni e di Santa

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Marino inizio anni '20 Foto di gruppo

Lucia, ma anche per diffondere la dottrinacattolica fra la popolazione marinese e il nuo-vo catechismo fra i rugazzi del luogo. Possia-mo immaginare che nel1o stesso tempo i reli-giosi impartiscono anche qualche nozione dilettura e scrittura, ma nul1a di più e nulla diorganizzato. I Caracciolini risiedono fin dal1614 nella chiesa della SS. Trinità poco fuoride1 centro abitato lungo la via per Napoli,chiesa che da loro viene riedificata fra 1\ 7$5e 11 1640, con un annesso convento per i reli-giosi. Considerando quanto costoro si vanno

Page 21: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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Marino 1922 - Scrola di lavoro

adoperando nelf insegnamento del catechi-

smo da oltre un secolo, nel1766 il consiglio

comunale di Marino intende affrontare 1o

stato di affetratezza culturale della popola-

zione confinata alla conoscenza di poche no-

zioni scolastiche elementari impartite da spo-

radici e non sempre qualificati insegnanti e

quindi si adopera per awiare un'istruzioneelementare e superiore che sia stabile e orga-

nica. Per questo fa cadere la sua scelta sulf i-

stituto dei Caracciolini già presenti sul terri-torio da generazioni e con loro stipula una

convenzione il l0 dicembre 7766 rogata dal

notaio Fiorelli, nella quale in cambio di 80

scudi annui i religiosi ospitano nei locali del

loro collegio le aule necessarie a tre maestri

da loro messi a disposizione per fornire istru-

zione elementare il primo, insegnamento digrammatica e retorica il secondo, filosofia iltetzo75.

Perfino durante l'occupazione napoleoni-

ca r Caracciolini continuano la loro opera

educatrice nei confronti dei giovani marinesi.

Accade infatti che alle domande di impiego

di tale Paolo Giacinto Franchi nativo della

Corsica de17 luglio 1812 e del romano Fran-

cesco Pancaldi del 9 luglio 1812, per profes-

sare da laici l'ufficio di maesffo elementare,

Silvestro Hipp maire del cantone di Marino è

costretto a respingere le domande pervenute,

poiché argomenta in una lettera al prefetto

del2g luglio 1872, " è necessario che il maestro

sia sacerdote per assistere oltre la scuola , an'

cbe il culto della chiesa contigua, che restereb-

Raparelli, Domenico Mariani, Gior.anni Bat-

tista Del Frate, Agostino Amadei, Domenico

Andretzzi, Antonio Giansanti, Alessandro

Terribili, Domenico Antonio Santovetti, iquali dichiarano: " / Maestri dei fanciulli sono

sempre stati sacerdoti e preso in considerazio-

ne che detti Maestri oltre la scuola assistono

anche al culto della chiesa della Trinità conti-

gua alla scuola, quale restarebbe chiusa se fos-sero nxaestri secolari e ne risentirebbe il Popo-

lo del danno"76.Con il passare degli anni, però, i religiosi

tengono sempre meno rispetto alla conven-

zione, al punto che nella seduta del consiglio

comunale del 9 settembre 1818 gli ammini-

stratori di Marino si pronunciano negativa-

mente sulf istruzione pubblica affidata ai Ca-

racciolini, giudicata insufficiente e approssi-

rnattv a, quindi denunciano I'inosservan za de'

g1i obblighi assunti a suo tempo dai religiosi

che non riescono ad assicurare la presenza

dei promessi maestri. Nella successiva seduta

del 16 novembre dello stesso anno il comune

di Marino indice un concorso per due soli

maestri, il primo per I'insegnamento delle no-

zioni elementari con lo stipendio di 90 scudi

annui, il secondo per f insegnamento di studisuperiori pagato con 110 scudi l'anno1z. Seb-

hene nominati e subito insediati i due maestri

nei locali del collegio della SS. Trinità, le fa-

miglie marinesi elevano 1a loro protesta, per-

ché il comune non riesce a far fronte a tutte1e domande dei giovani che chiedono di esse-

re preparati in modo adeguato ai tempi mu-

Page 22: Le Maestre Pie Venerini a Marino

tati. Il 17 dicembre 1828 il priore del comu-ne Lorenzo Ingami propone a1 consiglio co-munale di inviare un'istanza formale alpapaper richiam arc aI loro dovere contrattuale iChierici Minori. La protesta viene effettiva-mente inviata al pontefice Leone XII per iltramite del cardinale Befiazzoli prefetto deglistudi e per conoscenza anche a Piccadori pre-

Marino 1919 - Scuola di ricamo

posito generale dei Caracciolini. I numerosiincontri al vertice fra autorità religiose e am-ministratori locali non sbloccano la situazio-ne e intanto g1i anni passano. Nel 1815 inter-viene nella questione direttamente papa Gre-gorio XVI che intima ai Carucciolini di con-segnare la chiesa della SS. Trinità e il conven-to adiacente, compresi la biblioteca e i benimobili, aiPadri della Dotrina Cristiana, notianche con ii nome di Dotminari. Nell'ottobredel 1815 finalmente viene riaperta 1a scuola aigiovani marinesi, dove le materie insegnatesono : gram fiatica, umanità, retorica, filosofiae teologia; i1 corso completo è articolato incinque cicli didattici, o scuole. Al livello piùbasso è f insegnamento dei primi elementidella durata di quattro anni per l'apprendi-mento della lettura e della scrittura in italianoe in latino, quindi la scuola di grammatica in-

feriore della durata di due anni (classe infimae classe suprema) equivalente a Ltna mediaodierna, dove si apprendono latino, geografiae aritmetica, poi un biennio di grammaticasuperiore, dove si cura l'ortografia, Ia storiagreca e romana attraverso gli autori classici;segue il quarto livello che assicura agli alunniuna preparazione, equivalente a un ginnasio,

che approfondisce e affina lacultura classica; infine il quintocic1o, che oggi diremmo licea1e,

completa la conoscenza gelera-le attraverso un biennio dove si

affronta la logica, 1a metafisica,la fisica, 1a matematica e l'eti-ca18.

Per decenni i Dottrinari siadoperano per diffondere l'i-sffuzione presso la gioventùmarinese e non soltanto di que-

sta, dal momento che al Colle-gio Gregoriano giungono allie-vi da ogni parte della Comarcadi Roma e da qui escono for-mari molti professionisti e granparte della classe dirigente deltempo. La scuola riscuote una

notevole e vasta reputazione, anche per que-sto dura gran parte dell'Ottocento, poi arcivail momento di nuovi rivolgimenti politici.

Llstituto delle Maestre PieVenerini nella seconda metàdell'Ottocento

I-lopera iniziata da suor Margherita Galliviene continuata dalla superiora e prima mae-stra suor Anna Maria Menicocci di Velleuiche nel 1852ha 66 anni, di cui g1à 45 passati

nell'Istituto e 31 nella scuola. La secondamaestra è Maria Tornatore di Dolceacquapresso Imperia di anni 46, ài cui 25 già tra-scorsi nell'Istituto e 21 nelf insegnamento. Laterza maestra è Teresa Tarquini di Arsoli del-l'età di 47 anni, ccnffata da 79 anninell'Istitu-

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Page 23: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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to e da 18 impegnata nella didattica. La quar-ta maestra è Giacinta Romani di Ariccia, gio-vane di 24 anni, da soli 7 anni nell'Istituto e 6

nella scuola. Nella casa di piazza San Barna-ba manca un locale dove poter accogliereeducande, c'è un donna di servizio di nomeMaria Gabrielli nativa di Rocca di Papa cheha 26 anni. Da 11 mesi iI deputato delle suo-re è don Sebastiano Nicolini canonico dellacollegiata di San Barnaba Apostolo con laqualifica di teologo, il confessore di tutte lereligiose è da sette anni il canonico Gabriele

Marino 1915 - Suor Elettra'ù(/anzer con i bambini dellaseconda elementare

Caduto definitivamente lo sraro remporaledella Chiesa con 1'annessione dr Roma all'Ita-1ia, l'applicazione dei principi dello stato li-berale trova attuazione anche a ]larino. al-lorché il 21 dicembre 1870. fra i primi pror,-vedimenti "urgenti" r,iene deliberato da1 con-siglio comunale il licenziamento del maestrodi cappella, dei padri Dottrinari. che si occu-pano dell'istruzione maschile superiore, e so-

prattutto delle Maestre Pie Venerini che cu-rano f insegnamento femminile nelle classi in-feriori. Inoltre i religiosi locali si trovano nel-

l'impossibilità di proseguire la loroopera didattica, perché sono privatianche delle abitazioni e delle aule adi-bite all'insegnamento, da1 momento incui tutti i beni ecclesiastici sono espro-priati dal1o stato2o.

Allontanatesi dalla casa di piazzaSan Barnaba,la sorte dell'Istituto de1le

Maestre Pie di Marino non si prospet-ta diversa da quella del liceo chiuso e

abbandonato dai padri Dottinari, lacui attività è trasferita nella vicina cittàdi Albano. Invece alla soprar,wivenzadell'istituzione pro\.vede un prelato diorigine marinese, mons. Giuseppe In-gami, deputato delle suore che poi sa-

rà vescovo di Orvieto. mettendo a dis-posizione delle Maestre Pie Venerini

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Del Frate, anche 1ui di San Barnaba. La scuo-Ia accoglie ben 200 tagazze, ci sarebbe anco-ra richiesta. ma non ci sono locali sufficientiper tenerle. A loro si insegna a leggere e scri-vefe, a fare le calze, acucire e a ficamare, a fa-re merletti e altri lavori da donna con 1o stes-

so metodo tenuto nella scuola di Roma. Lascuola ha una rendita annua di240 scudi ver-sati dal comune, più ,14 scudi e 56 baiocchida parte del Governo quale rendita de1 con-solidato e luoghi di monte. La scuola non hacrediti, né debiti. L'unica necessità dellascuola sarebbe quella di poter avere una grot-ta sottostante la casa che però il comune nonsi decide ad assegnarele.

una casa di sua proprietà, situata sulla via de1-

le mura, l'odierna via Garibaldi, dove ancoroggi le religiose vivono in comunità ed eser-

citano 1a loro professione di insegnanti2l.Lo scampato destino di chiudere per sem-

pre un istituto fra i primi sorti dopo la scom-parsa di santa Rosa Venerini e uno dei più ra-

dicati nel cuore e nella mente del popolo ma-rinese, non è tuttavia compensato dalla tri-stezza delle suore di essere comunque addita-te ed emarginate dalla pubblica amministra-zione. Questa, infatti, appare evidente, è ispi-ruta nella sua azione di governo non solo aiprincipi liberali di separazione fra ciò che ap-partiene all'ambito ecclesiastico da ciò checompete alle istituzioni pubbliche, ma anche

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a un pregiudizievole risentimento anticlerica-le e massonico che vede nelf insegnamentoreligioso una minaccia allo stato laico moder-no e una corruzione della coscienza civicache si vuole affrancare anche con la forza dal-le "superstizionT" del passato.

Suor Anna Maria Menicocci è molto anzia-

na, a lei spetta di riorganizzarela nuova casa

di via Garibaldi, di far fronte a1le nuove diffi-coltà economiche che si prospettano, come e

peggio che all'inizio de1la sua attività intrapre-sa a Marino oltre venti anni prima. L'ultraot-tantenne superiora ha soltanto la consolazio-ne di non aver visto andare disperso i1 suo la-

voro terreno, di poter coltivare la speranza inun futuro migliore per la casa di Marino e for-se anche che vi potrà fiorire una nuova scuo-

la, prima di spegnersiil20luglio 1873.

Chi deve assumere sulle sue ancor giovanispalle il fardello della "ricosttuzione" è suorTeresa Bovi, la nuova superiora, coadiuvatada un'altra sorella: suor Giulia Milton. En-trambe sono maestre patentate, come si usa

dire in quel tempo, in altre parole dotate del-1' abtlitazione magistrale all'insegnamento,che di lì a breve torna utile per meglio quali-ficare 1'apostolato educativo in mezzo alle piùgiovani generazioni.

Nel 1875 il comune ha deciso di organiz-zateùrra sua scuola pubblica, ma le solite dia-tribe, 1e lentezze scaturite dalla scarsa deter-minazione, che evidenzia in pieno la mancan-za dt attenzione a una questione cruciale peruna società che vuole ritenersi civile e vera-mente moderna, quale è l'insegnamento e ilprogresso culturale dei futuri cittadini, pro-duce risultati talmente scadenti, che fra la po-polazione di Marino serpeggia il malumore e

si chiede a granvoce alle autorità comunali diripristinare la scuola delle Maestre Pie Vene-

rini. Vuoi il malcontento. vuoi la cronica dif-ficoltà finanziaria de1 comune, a1la fine i con-siglieri comunali, che hanno avuto anche loro- accesi mangiapreti - figlie e sorelle a studia-re dalle Maestre Pie, decidono di desistere al-

meno per i1 momento dali'insano proposito

A,Iarino - Convegno ecclesiastico

di disporre in modo esclusirro delf istruzione,spinti a ciò da un'arringa de1 consigliere Gi-rolamo Torquati, farmacista e studioso de1le

memorie locali, che chiede di mettere ai votila decisione di " dichiarare cr-,ruunali le Scuole

Wnerini e di affidare il Magistero a quelle stes-

se Maestre, dlle quali, dnche coru sacrificio del-

la ktro borsa, i marinesi uoglio affidare le loro

figlie per farle istruire ed educdre" 22. Forse permettere con malizia le Maesffe Pie alla prova,forse perché afflitti da reale penuria di fondi,gli amministratori comunali propongono allesuore un contratto per niente vanlaggioso:1'Istituto deve mettere a disposizione le auleper le alunne e per di più anche il materialedidattico. in cambio il comune riconosce lafunzione pubbiica dell'insegnamento alleMaesre Pie Venerini e dà loro un sussidioche è più di un terzo inferiore, rispetto a

quello che spende-

rebbe il comune se

gestisse direttamen-te la scuola.

Occorrono rinfor-zi e fresche energieper rimettere in pie-

di Ia scuola, cosìgiungono da Romanel t876 suor Regi-

na Gaggi e suor La-vinia Verchiani che,

nominata direttrice,sulla proposta avan-zata dal comune si

esprime con queste

parole: "Le Maestre

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Marino 1945 - Scuola di lavoro

Pie che badano più al bene morale che al pro-prio interesse, causa per cui l'Istituto non è ric-co ma se?rupre benedetto da Dio, accettano lecondizioni non certo uantaggiose proposte dalMunicipio"2s . Come nel1732 si sceglie i1 gior-no dell'Assunzione per inaugurare il 15 ago-sto 1876 la nuova scuola, ma è il 19 ottobresuccessivo che si aprono i battenti alle scola-rette. A,v'viene così che la scuola delle MaestrePie Venerini rinasce in forma "privata", com-plementare a quella laica comunale ma incompetizione con questa sul piano della for-mazione morale e dell'isffuzione scolastica,dove le religiose sono consid erate alla streguadi insegnanti comunali, una sorta di parifica-zione ante litteram, dettata dalla necessità de-gli eventi e... dalla Prowidenza. Fin dall'ini-zio dell'anno scolastico 1876Le suore gesti-scono quasi l'intera istruzione elementarefemminile, sowenendo alle esigenze di circaquattrocent o t agazze marinesi.

Il 15 luglio 1880 muore l'abate parrocoGiuseppe Soldini e gli succede don France-sco Pescatori. Suor Lavinia Verchiani dirigela scuola coadiuvata da suor Regina Gaggi,suor Teresa Bovi, suor Giulia Milton, ma è lei- suor Lavinia - che dà un'impronta profondael'indirizzo giusto alla scuola con saggezza e

determinazione esplic ata rn oltre quarantaanni di insegnamento ininterrotto, un'imperi-tura e infaticabile opera educatrice che ha la-sciato un segno indelebile su generazioni digiovanette divenute poi spose e madri re-sponsabili dei giusti valori da trasmettere aifigli e da vivificare nella famiglia. Suor Lavi-nia Verchiani concepisce 1'attività didattica equella dottrinale, i1 lavoro e\a ricreazione co-

me diversi aspetti e momenti di ununicum educatii'o rir-olto ai giovani,vicina in ciò a1lo spinto del1a fonda-trice Rosa Venerini e a quel1o dei fon-datori dell'oratorio san Filippo Neri e

san Giovanni Bosco. La cultura mate-riale e quella religiosa, 1a preghiera e

il lavoro vuole che si alternino in atti-vità diverse e contigue nella stessa

giornata, perché Ia missione educatrice diuna Maestra Pia è una sola e indivisibile. Perquesto suor Lavinia Verchiani inventa inizia-tive, promuove recite degli alunni, esposizio-ni dei lavori femminili realizzati nel1a scuola,premiazioni e riconoscimenti dei meriti sco-lastici, incontri con 1e famiglie. Tutte idee che1e nascono spontanee grazie però a una fre-quentazione assidua dei giovani e ne11a perse-

veranza di un lavoro che non è fine a se stes-

so, ma svolto con dedizione e passione totale,sì da rendere 1a scuola viva e pattectpata, an-ticipando nei tempi alcuni aspetti dell'attualeindirizzo didattico e formativo. La missionepoi la integra e la completa con un para11elo

lavoro sulle alunne svolto all'interno delle at-tività pamocchiali, dove suor Lavima educa 1e

giovanette al canto corale in chiesa, alla fre-quentazione delle sacre funzioni e alla prepa,razione catechistica. Con il consenso delle

Marino 1950 - Scuola c1i ricamo

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autorità religiose e con l'ausilio del padreagostiniano Giovanni Ruelli dorganizza laCongregazione delle Figlie de1 Sacro Cuore,già istituita nel 18511, quindi fonda il 19 feb-braio 1901 la Congregazione delle Figlie diMaria, ag$egata alla Primaria di Sant'Agne-se in Roma, dove le suore possono trasmette-re alle giovani la gioia che scaturisce dallapromozione evangelica e sociale, dove in unaccogliente ricreatorio di ragazze quasi adul-te - 1e Figlie di Maria - si impiega il tempo li-bero dalla scuola e dal lavoro con attività pe-dagogicamente mirate che vanno dall'assi-stenza alle persone sole, agli indigentt, ai ma-lati, dove ci si scambiano reciprocamenteesperienze di vita, culturali, familiad e perfi-no di lavori domestici.

Dall'inizio del Novecentoalla seconda guerra mondiale

Il secolo si chiude con un evento dramma-tico per tuttala comunità di Marino e per a1-

tre popolazioni dei Castelli Romani: il 19 lu-glio 1899 si regisma un terremoto che lesionamolte case, fra 1e quali anche quella delleMaestre Pie in via Garibaldi che devono eva-

cuare l'edificio dichiarato pericolante. Lesuore vengono accolte in casa di AnnibaleTerribili, altre dal1a signora Maria Desiderinella sua villa di Belpoggio. Dopo un mese direstauri per consolidare l'edificio le suorepossono tornare a svolgere la loro attivitàscolastica che tntzia regolarmente a offobre.

II26 maggio 1900 suor Regina Gaggi sub-

entra nel ruolo di superiora dell'Istituto diMarino a suor Teresa Bovi che in ogni modocontinua ad essere presente come insegnanteper altri 25 anni. Suor Regina invece muore a

Marino 1'B ottobre 1916 dopo olte quarantaanni di vita religiosa, dei quali gran parte im-pegnati nelf insegnamento. A lei subentra,nella guida della comunità religiosa locale,suor Lavinia Verchiani che è anche diretmicedella scuola. Per la comunità ecclesiale e per

i cattolici in genere i primi anni del Novecen-to sono a Marino particolarmente difficili2+.Da una parte la caduta de1 potere temporaledella Chies a e la raggiunta unità nazionale,insieme alla bolla Non expedit di Pio IX che

vieta ai cattolici di partecipare alla vita politi-ca, dall'altra I'affermazione e la progressivadiffusione di ideologie liberali e socialisteproduce nei decenni un'emarginazione cre-

scente e una subordinazione culturale dellemasse cattoliche. Lultimo decennio dell'Ot-tocento è carutteizzato da una propagandaanticlericale e ateista contro le gerarchie ec-

clesiastiche, ree di essersi opposte al processorisorgimentale della nazione, e contro la reli-gione che si vuole far credere ostacolo a1 pro-gresso sociale e scientifico dell'età contempo-ranea. La classe dirigente di Marino non è da

meno, anzi domina incontrastatala scena po-litica loca1e e spicca per settarismo su tutti iCastelli Romani. Qui fioriscono vari circolirepubblicani e massonici, come Indipenden-

Marino - Processione della Vergine del SS.mo Rosario,durante una Sagra dell'Uva che precede l'ultima guerramondiale. Le Maestre Pie sono sempre state fra le orga-nizzatrici del1a processione

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Page 27: Le Maestre Pie Venerini a Marino

fratelli de11a collesi-r:-, :,.:. .,,, . -- :' rbbli"zzr., 11

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Marino 2007. r.ia Garibalcli - Casa delle Nlaestre PieVenerini

te, Concordia, Mameli, Ferrer, Balilla, Mazzittte qui si contrasta più che almove la libertà diespressione e le attività religiose. Si dileggiano pubbiicamente 1e processioni, si ostacolala partecipazione dei fedeli alle funzioni reli-giose, si protrae il carnevale provocatoria-mente fino ai giorno delle Ceneri, si fanno at-

tentati e intimidazioni alf indirizzo dei catto-lici. ln questa situazione ar,.viene 1'aggressio-

ne del cardinale segretario di stato Merry DelVal il 16 agosto 1907 sulla piazza del comune,oggi piazza Matteotti, durante una sua visitaal Collegio Scozzese in via S. Anna. In questocontesto di forte contrasto ideologico si sta-

glia la vicenda umana e politica di AttilioPandozi abate parroco di San Barnaba dal 4ottobre 1901 al 15 novembrc I9A7. Costui.nato a Lenola 1'11 aprile 1868 e ordinato sa-

cerdote il 25 dicembre 1891, non è affattorozzo come la tradizione cattolica loca1e ce 1o

ha tramandato, anzi è un buon conoscitoredelle sacre scritture e un intellettuale dispo-sto ad aperture notevoli al pensiero moderni'sta. Entrato in contrasto con le gerarchie dio-cesane (vescovo di Albano è in questo perio'do il cardinale Antonio Agliardi) e con i con-

ca di San Barnzrba r-iene c'l-r-...i ,,--- r ,... scr-rsa

di alcuni lavori di restaruro. L ; ,--:r-- --.ri-roni-

cale e i fedeli sono allo sba;'ri.. l --,:,-, sr con-

clude con una ritrattazione ;r.ub:r.--:.'i-r su11a

"Civiltà Caftolica" il26 masgir. 1',' : Ja par-te di Pandozi che ne1 frattempo - sr:l.rr sco-

municato, ma il vantaggio dato asli rnricleri-cali sembra ormai incolmabile. Pron ede i1

vescovo nelf inviare a Marino un Siolane e

valido sacerdote originario di Ge nzano,mons. Guglielmo Grassi. che i1 21 aprile1908 prende possesso de1la panocchia piùimportante della città e assume 1a ditticileguida di pastore di un gregge di fedeli inti-morito e disperso.

11 nuorro parroco trova subito ne1le Mae-stre Pie Venerini un valido appoggio e unasollecita e intelligente collaborazione da par-te loro neli'opera di ricostruzione tnorale e

pastorale della comunità ecclesiale. Mons.Grassi può dar rrita all'Unione Donne diAzione Cattolica, grazie a quanto hanno finoad allora seminato le umili Maestre Pie Vene-

rini. Anzi 1e riunioni delle Donne di A. C.,presiedute cla Assunta Vitali Quagliarini, si

svolgono proprio presso la casa delle MaestrePie in via Garibaldi, anziché in basilica. Poi si

ùorganizza il magistero catechistico a partiredal modello femminile introdotto dalle suoree con loro si pror,rrede a coinvolgere alunne emadri in un'opera di volontariato che porti a

una ricostruzione dal basso dei tessuti con-nettivi di una società troppo individualista e

disgregata. Fra le varie iniziative si ricordano:I'attivazione di una biblioteca, di cui è privaMarino, le continue raccolte di fondi da indi-nzzate a opere sociali, il mantenimento deldecoro della basilica.

Tale attività non passa inosservata e gli am-

ministratori di parte repubblicana forse si

pentono anche dello "spazio" imprudente-

Page 28: Le Maestre Pie Venerini a Marino

Marino 1911 -Yia Garibaldi sotto ie bombe. Pur lesionatala casa delle Maestre Pie è rimasta in piedi!

mente concesso alle suore. Nella sedutacomunale del 6 aprile 1907 1l consigliereBarnaba Vcini esprime il suo disappun-to perché le Maestre Pie Venerini hannoaccompagnato alcune alunne della scuo-la pubblica alla processione "clericale",mentre il consigliere Cesare Terribilipropone di inviare un telegramma a1-

l'on. Leonida Bissolati a sostegno dellamozione per l'abolizione dell'insegna-mento religioso nella scuola dibattuto al-la Camera 1127 febl:raio 190825.

Intanto il comune reperisce le auledove svolgere l'attività scolastica ele-mentare, così le Maestre Pie devonoprendere ogni giorno servizio non piùpresso la propria casa> ma nel CollegioFumasoni Biondi, i1 quale altro non è

che il Collegio Gregoriano espropriatoda1 comune insieme aila chiesa del1a SS.

Trinità ai Padri Dottrinari nel 1870, te-nuto in uno stato di abbandono per de-cenni e quindi dato in gestione e poivenduto al marchese Achille FumasoniBiondi il 15 gennaio I9l9 perché vi sta-

bilisca un istituto di studi superiori. Ilcomplesso donato ai marinesi da papaGregorio XVI ne1 18J) viene acquistatocon i terreni circostanti dal marchese per60.000 lire, vi ricava 8r.000 lire dal go-

verno per i danni di guerra, a causa deiprigionieri ausmiaci 1ì tenuti dal 19Ir,quindi rivende il tutto a1 comune nel1930 per 610.000 lire. I Padri Giuseppi-

ni che nel frattempo si sono stabiliti nel con-vitto Fumasoni Biondi devono lasciare Mari-no per Albano scacciati anche loto, come unavolta è accaduto ai Padri Dottrinari. Le Mae-stre Pie da parte loro non sanno dove batterela testa, perché 1a casa di via Garibaldi non èdi loro proprietà ma dei successori di mons.Ingami che 1ì le ha accolte nel 1870 in un mo-mento di difficoltà, devono pagare un affittoe le entrate dal comune di Marino sono pres-soché scomparse. Llstituto di Marino delle

Marino 19,14 - Dopo i1 bombardamento da notare i crateri delle bombe in aperta campagna) oggi tutta urbanrzzatarArchilio G l)e Mxr.hisr

Page 29: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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Marino 1941 Suor Sefelia Zoffoli e 1e alunne dellaquarta elementare

Maestre Pie sembra essere arrivato al capoli-nea. La madre generale delle Venerini suorTeresa Baliva propone più volte a1 cardinaleGranito Pignatelli di Belmonte vescovo di A1

bano e a monsignor Guglielmo Grassi parro-co di Marino di chiudere la casa e consentir-le di trasferire altrove le suore. Uno scatto diorgoglio e di sano campanilismo muove suorMaddalena Vannutelli, originaria di Marino,che mette in moto 1a rete di conoscenze e disolidarietà che solo in questi casi può scatta-

re. Con l'aiuto di mons. Grassi e di facoltosimarinesi si vendono piccoli appezzamenti diterreno, si raccolgono offerte più o menograndi, si chiede sostegno alle alte case dellaCongregazione e finalmente i1 6 maggio 1920,la vigilia dell'anniversario de1la morte di San-

ta Rosa Venerini, viene stipulato i1 rogito no-tarile e la casa di via Garibaldi è proprietàdeile suorel

Nel1o stesso anno 1920 suor Lavinia accu-

sa forti dolori agli occhi tanto da essere visi-tata d'urgenza al Policlinico "Umbefio I" diRoma. 11 prof. Fortunati pronuncia la diagnosi di glaucoma infiammatorio subacutobilaterale. Si tratta di una malattia che con-duce alla cecità con poche probabilità che 1a

vista possa essere salvata, anche in seguito a

una difficile operazione dagli esiti incerti. 11

giorno che suor Larr:ria sr: !.: :rco',-erarsi la

febbre prende a salire ','eloc-n-nie e resta

bloccata in casa. assisrita da su..r Sefe[a Zof-foli. Ormai non vedente da un occhio e afflit-ta dai dolori, presaga delf irn-'nilenre cecità,

suor Lavinia non dispera e pregJ ilcessante-mente Dio per f intercessione della tbndatri-ce Rosa Venerini. Senza alcun ilten-ento me-dico o chirurgico, la suora malata inizra pianpiano a tornare a vedere. Portata di nuor-o invisita dal professore unir-ersitario. lo stesso

Fortunati che le ha diagnosticato il male in-curabile, dichiara che il glaucoma appare de-

finitivamente scomparso. I medici deJl'ospe-

dale sono meravigliati ed emozionati. Si

preannuncia il miracolo, proprio que11o che è

stato poi ufficialmente riconosciuto ed è di-venuto determinante nella causa per la beati-{rcazione di Rosa Venerini26. Un miracolo av-

venuto a Marino, ne1la casa del1e Maestre PieVenerinil

Per la gente suor Lavinia Verchiani, con isuoi quaranta anni di insegnamento, si iden-tifica ormai con la scuola stessa delle MaestrePie, come mai è ar,,venuto fino ad oru. È ami-

vata l'ora di andare in pensione e anche dipassare ad altri i1 testimone di superiora. Lacomunità locale vuole esternarle la gratitudi-ne con una manifestazione che si otganizza inconcomitanza del riconoscimento concesso

dal Ministero della Pubblica Istruzione che

nel7922le conferisce una medaglia d'oro perl'impareggiabile servizio reso alla scuola mu-nicipale di Marino27.

Nel medesimo anno è emanato un decretoecclesiastico che impedisce a ciascuna supe-

riora di Istituto di restare tale nella stessa ca-

sa per più di sei anni di seguito, Pertanto nel-la casa di Marino viene eletta superiore suorCorinna Zelinottr marinese, poi suor FlaviaOrtolani, quindi, di nuovo per quattro anni,suor Lavinia Verchiani che vi rimane fino a1-

la morte a\.venuta nel generale compianto il21 ottobre 1932.Il ritorno alla Casa de1 Pa-

dre non impedisce però a suor Lavinia diconcludere una vita lunga e intensamente de-

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dicata alla missione di Rosa Venerini, quellodi poter partecipare ai festeggiamenti per ilduecentesimo anniversario della fondazionedella scuola di Marino. Le celebrazioni litur-giche sono presiedute da mons. GuglielmoGrassi, quelle ricreative dalla superiora che faallestire spettacoli di teatro e di canto corale,una mostra di lavori delle Figlie di Maria. Lesuccessive chiamate alla responsabilità dellacasa di Marino sono: suor Santina Valori,suor Concetta Argenti, suor GiovanninaFrattali, suor Liduina Menghini.

A questa ultima superiora spetta di viverecon le consorelle g1i orrori de1la guerra, nonpiù combatttta al fronre, come nel 7915-1918,mainmezzo alla popolazione civile, di soppor-tare l'occup azione tedesca seguita all'armisti-zio dell'S settembre 1,9$ e soprattutto la famee i bombardamenti che si intensificano nel ter-ritorio di Marino dallo sbarco di Anzio 122gennaio 1944,fino allaliberuzione di Roma i14giugno 1914.Periodo di grande lutto e di im-mane tragedia che per la nostra città ha ar,rrto

un testimone d'eccezion e inZaccaria Negroni,iI quale ci ha lasciato un racconto asciutto nel-lo stile ma bagnato di lacrime: Marino sotto lebombe. Ne1 bombardamento del 2 febbraio1944,1, più grave di tutti, anche la casa de11e

Maestre Pie Venerini di Marino è colpita e,

danneggiata in modo grave, deve essere sgom-berata. Le suore, come tanti altri sfollati, devo-no cercarsi un rifugio di fortuna. Lo trovano inuna casetta rurale nelle vigne di Castel de Pao-lis, tra Marino e Grottaferrata, messa loro a

disposizione dal marinese Attilio Limiti, Unasettimana a dormire sul1a paglia e senza man-giare con i tedeschi nelle immediate victnanzeche presidiano la galleria ferroviaria da cui pe-riodicamente si affaccia il super cannone chespara enormi proiettili sulla rada di Anzio, poitutte a Roma ospiti del1a madre generale suorMarianna Piccinetti. Le suore tornano a Mari-no solo dopo la liberazione dove condividonocon la restante popolazione i sacrifici della ri-costruzione morale e materiale della città, fra lemacerie e 1a penuria di ogni genere.

La seconda metàdel Novecento

Occorre immediatamente ristrutturare 1'e-

dificio danneggiato dalle bombe e aprire dinuovo la scuola; la fame non è soltanto quel-la de1 pane, ma anche quella della conoscen-za e dell'educazione di una nuova generazro-ne che, crescendo, dovrà portare solo i1 ricor-do e il monito deile barbarie appena cessate.

Tra l'altro alle suore incombe il compito diinsegnare la dottrina alle ragazze che si pre-parano a ricevere i sacramenti della Confes-sione e dell'Eucarestia, 1a collaboruzione alleattività parrocchiali, il laboratorio di ricamo edi taglio, le colonie estive, i1 collegio delleeducande di nuova istituzione per accogliereorfane e allieve esterne, organizzarc 1e adu-nanze delle sezioni della Gioventù Femmini-le di Azione Cattolica che, negli anni caldidello scontro ideologico, cominciano ad ave-

re più cogente interesse rispetto a quello diseguire gli incontri della Congregazione del1e

Figlie di Maria. Suor Liduina Menghini habrillantemente assolto a1 suo mandato di sei

Marino, corso Trieste - Processione in onore de1la Madonnadel SS.mo Rosario. Iragazzi delle "Fiamme tricolori"

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Page 31: Le Maestre Pie Venerini a Marino

anni di superiora, attraversando uno dei piùdifficili momenti dell'Istituto, quello della di-struzione e de1la ricostruzione, così ne1 1948lascia l'incarico alla nuova eletta: suor Filo-mena Pianura.

Per tutta la Congreg azione il ,{ maggio1952 è una data straordinaria in assoluto e

una tappa importante di un percorso che tut-ti i devoti di Rosa Venerini aspettano da ge-

nerazioni: sale agli onori dell'altare la fonda-trice delle Maestre Pie. Alla cerimonia di bea-tificazione le suore vanno in piazza San Pie-tro accompagnate da un giovane sacerdoteloro vicario auditore, giunto da poco a Mari-no in veste di profugo dalmata privato de1la

patriaitaliana in terra di lugoslavia: don Gio-vanni Eleuterio Lovrovich. Papa Pio XII si ri-volge a tutte le suore della Congregazionegiunte da ogni parte d'Italia e dice loro: "Sindal|inizio la Beata Rc-tsa insegnò per santifica-re. Tale fu sempre il suo fine e tale è ancora iluostro, dopo più di due secoli e mezzo di fe-conda dedizione" . Anche a Marino si festeggiala "promozione" di Rosa Venerini agli altariil-12 e rI13 giugno 1954 (cioè due anni dopo)con una ricca serie di manifestaziom, allequali prende parte mons. Raffaele Macariovescovo della diocesi di Albano. Per l'occa-sione don Giovanni scrive e fa stampare un li-bricino che ripercorre la storia delle MaestrePie di Marino, forse il primo dei tanti che egliffibuterà, negli anni a venire, alla sua nuovaterra d'approdo. Una novità è rappresentatadal fatto che per 1a prima volta, alla fine del-l'anno scolastico, prima con 1e adunanze al-l'aperto per il mese mariano, ora per i festeg-giamenti in onore della Beata Rosa Veneriniad animare il convivio festoso ne1 giardinonon sono 1e femminucce soltanto, ma anche imaschietti, sebbene siano ancora molto pic-coli. Si tratta di un evento rivoluzionario dicostume e di mentalità,.Inizia con l'anno sco-lastico 1954 la classe mista, alla quale già daqualche tempo le Maestre Pie di Marino stan-

no pensando, in parte per le mutate conce-zioni pedagogiche (anche 1e scuole statali si

stanno via via attrezzando'. il pilrte per lesollecite richieste dei genitori che r-oglionoanche per i loro bambini quelf insegnamentocompleto sul piano culturale e spirituale pri-ma riservato solo al),e ragazze. Di conseguen-za ora le Maestre Pie devono farsi ulteriorecarico di lavoro per seguire le adunanze, nonsolo delle "beniamine", ma anche degli"aspiranti" e delle "fiamme tricolori", cioèdei bambini più grandi e più piccoli, sia fem-mine che maschi, appartenenti alle formazio-ni elementari dell'Azione Cattolica.

I11954 termina con due cambi di guardia:suor Clizia Cottieri che proviene dalla scuoladi via dei Tribunali a Napoli sostituisce la su-

periora suor Filomena Pianura nella direzio-

Marino. metà anni'60 "Fiamme tricolori" dell'Azione Cattolica

ne dell'Istituto di Marino e don Giovanni Lo-vrovich diviene i1 nuovo abate parroco delduomo di San Barnaba, poiché i1 1rl settem-bre mons. Guglielmo Grassi si ricongiunge alPadre dopo una vita esemplare di sacerdozioche ha lasciato un profondo segno nella sto-ria della città e in una imipetibile generazionedi cattolici impegnati.

Si annunciano gli anni del boom economi-co che comporta un certo relativo benessere

crescente per tutti. Non è più i1 tempo del

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boom demografico degli anni antecedenti laguerra. Ora le famiglie si assestano su unamedia di tre figli ciascuna, eppure più che inpassato si sente l'esigenza di avere a disposi-zione un asilo di infanzia. Non si ratta sol-tanto dei numerosi nuovi nuclei famigliari so-praggiunti con f impetuoso sviluppo edilizio,le madri della piccola borghesia cominciano a

lavorare e quelle proletarie, che ancora vannonelle vigne a giotnata, sono sempre menopropense a lasciare i loro piccoli alle vicine di

Marino Inangurazione dell'asi1o. Da sinistra: i1 sen

Zaccaria Negrolri, suor Clizia Cottieli, mons. G. BTror.,alusci e il r,escovo mons. Raffaele Macario

casa, ai nonni, o in mezzo alla strada. Perquesto le Maestre Pie, sempre pronte a rece-pire i mutamenti culturali e sociali del pro-prio secolo, allestiscono un asilo molto spa-

zioso e 'àttrezzato con tanti giochi che vieneinaugurato il 23 maruo L957 rn un'affollatacerimonia presenziata dal vescovo RaffaeleMacario, dall'abate parroco mons. Lovro-vich, dal vicario diocesano mons. GiovanniBattista Trovalusci di Marino, dalla madre vi-caria suor Gilda Vicini, dal senatoreZaccanaNegroni, dalla direttrice didattica Maria PiaCastelli, da1 commissario prefettizio NicolaMarini d'Armenia e tante altre autorità politiche, civili e militari.

Nello stesso anno le Maestre Pie Venerinimettono a frufto 1a loro ultrasecolare espe-

Marino 1961 - Giovani educande orfane di guerra. A1 centro è suor Clizia Cottieli, a sinistra suor Maria Gregorini

ùenza volta all'apprendimento di lavori"donneschi" p". offrire un nuovo serviziostrutturato come ormai vuole la legge. LIsti-tuto Nazionale per l'Insegnamento e Adde-stramento Settore Artigiano assegna allascuola delle Maestre Pie Venerini di Marinotre corsi di formazione professionale: ricamo,sartoria per bambino, sartoria per signora.Ne1 1958 1a scuola de1le Maestre Pie otrieneuna convenzione con l'Opera Nazionale As-sistenza Orfani Militari di Carriera dell'Eser-cito per istituzionalizzare quello che già fan-no da diversi anni: accogliere fra le educandele giovani orfane di guerra. Resta ancora unsettore dove le Maestre Pie Venerini non han-no ar,-viato una specifica offerta formativa: leattività ludiche sportive. Fino ad ora ci si èaccontentati di far giocare spensierati i bam-bini in giardino, ai giochi tradizionali del1a

palla, della corda, a"fazzoletto" e all'altalena.Ora è il momento di far vedere alle famiglieche si fa "sul serio" in forme moderne e pro-fessionali. Così alla fine dell'anno si apre una

Marino 1958classica

Saggio c'ielle bambine de11a scuola di clanza

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scuola di danza classica. non a1 fine di crearechissà quale corpo di ballo, ma per educareancora una volta le bambine alla sensibilitàdella musica e della grazia e al coordinamen-to dei movimenti de1 corpo. Quindi è la vol-ta, il2) aprile del 1964, delf inaugurazione diuna palestra per insegnare agli alunni attività

Marino - Giovani in attività ludiche e sportive nella pale-stra dell'Istituto

sportive a1 momento quasi sconosciute, comela pallavolo e la pallacanestro, essendo i ma-schietti votati in genere soltanto al calcio. Lapalestra viene messa a disposizione dalleMaestre Pie con vera generosità, anche deglistudenti del1e scuole medie e degli atleti di a1-

cune società sportive locali.Lanno scolastico 1,959-1960 inizia con

due nuove maestre: una laica, la signorinaGabriella Sellari e una religiosa, suor MariaAnita Lisotti, che in seguito deve tornare al-la Casa Generale e quindi nel t962-t9$ è

sostituita nelf insegnamento dalla signorinaFabiola Paolini diplomata maestra nel 1950,cui si aggiungono tre nuove insegnanti: Ga-briella Aguzzi, Vera Giometti e Anna Sellari.

Qualche anno dopo entrano nel corpo inse-gnante 1e maesme Lina Galassini, SandraBaldi, Adriana Zoffolie suor Annunziata Mi-coni.

Nel 1961 un alunno di quinta elemenrare

Marino 1955/56 La dirertrice i.-]. l',i=.s::- Pie \inerinisuor Clizia Cottieri con l rnsegnarr- sii,l: l!1.1:i.r Gregorini

delle Maestre Pie, Roberro Sanri. nceve ilpremio Liuio Tempestd per 1a "XIII Giornatadella bontà nella scuo1a". Di questo bambinodi Marino ne parla tutta la stampa nazionale,quando il20 novembre ricer-e i1 premio ne1la

sala Protomoteca del Campidoglio alla pre-senza del sindaco di Roma. del minrstro dellaPubblica Isruzione Luigi Gui. i cardinaliCente e Copello, f ispettore scolastico AlfioCorti, il parroco di Marino don Gior-anni Lo-vrovich, i1 direttore didattico Nicola Azzarrti,la direttrice della scuola Maestre Pie Veneri-ni suor Clizia Cottieri con f insegnante suorMaria Gregorini. La motivazione del premioevidenzia non solo la generosità e la bontà delbambino di quinta elementare, che deve ser-

vire da esempio ad altri rugazzi del1a sua età,

ma anche la qualità delf insegnamento catto-lico da sempre propugnato da1le À,laestre PieVenerini2s.

Nel 1965 ad essere eletta madre generalede1la Congregazione è Gilda Vicini, una suo-ra di origine marinese. L'anno successivosuor Clizia Cottieri torna ad essere la supe-riora dell'Istituto di Marino e mantiene taleincarico per circa tre anni, a causa dei motividi salute che la convincono a lasciare 1a guidadella casa di Marino a una suora più giovanee ormai radicata profondamente nel tessutosociale della città: suor Maria Gregorini. Frale prime iniziative che intraprende la nuovasuperiora vi è quella di rafforzare l'apportodelle suore aile attività parrocchiali, come

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l'incontro settimanale di catechismo e 1a pre-parazione alla Prima Comunione.

Come abbiamo potuto constatare nellalunga storia della casa di Marino del1e Mae-stre Pie, quando le cose sembrano andare peril meglio, ecco che 1a Pror,-videnza trova ilmodo per mettere di nuovo alla prova la co-munità educante. Nella primavera del 1970uno dei principali assi viari del centro storico,via Garibaldi, percorso a doppio senso daun'intensa e anche pesante circolazione auto-mobilistica, che provoca un cedimento dellevolte delle grotte sottostanti alla strada e aipalazzi che vi si affacciano, deve essere chiu-sa per una voragine. Poi alcuni pa\azzi, fra iquali quello delle Maestre Pie Venerini, de-

vono essere evacuati per motivi di sicurezza il12 giugno successivo, a seguito di un sopral-luogo dei vigili del fuoco e di una specificaordinanza di sgombero firmata dal sindacoFranco Palumbo. Infine i primi due giorni di

Marino 1969 - Superiora Suor Maria Gregorini

agosto crollano alcuni grossi edifici per fortu-na senza fare vittime . La casa delle MaestrePie è lesionata, mentre un'intera ala, dove è

allocato l'asi1o d'tnfanzia, è scomparsa sepol-ta da una massa di detriti prodotta dagli ap-partamenti soprastanti precipitati quasi dicolpo. Lasciare una casa e una scuola in po-che ore ò uno sfollamento da tempi di guerra,per fortuna ia scuola è chiusa per il periododtvacanza estiva. ma che fare? Le suore nonsi perdono d'animo, anche se il colpo accusa-

to è grande. La superiora esprime pubblica-mente la sua piena fiducia nella Prowidenzae nella solidarietà dei marinesi che non han-no mai abbandonato in olre due secoli difortune e di traversie 1e "1oro" Maestre PieVenerini2e. Suor Clizia Cottieri e suor MariaGregorini trovano ospitalità nella casa par-rocchiale, le altre suore trovano alloggio pres-so la casa dei Frati Minori a Colle Sant'Anto-nio in località Squarciarelli di Grottafercata,accolte da padre Anselmo Padovani cappella-no delle Maestre Pie Venerini di Marino. Oc-corre, però, superare la situazione pror,wiso-

ria e riportare le suore a Marino, dove posso-

no svolgere 1a loro attività sul posto, in previ-sione del nuovo anno scolastico 1970-71 e diquelli che verranno. L11 febbraio muoresuor Clizia Cottieri. I1 31 luglio la Madre ge-

nerale suor Gilda Vicini cessa dalla sua fun-zione e assume l'incarico di prima autoritàdell'Istituto un'a1ra suora di origine marine-se: suor Alba Pescatori. Si va avanti, risolven-do il prioritario problema de1l'alloggio unico:il medico chirurgo marinese Antonino Limi-ti, il l0 giugno 1971, mette a disposizionedelle Maestre Pie un appartamento abbastan-za grande da ospitare tutta 1a famiglia disper-sa delle suore e per svolgervi le attività di di-rezione e segreteria, sia materna, che elemen-tare. Le aule vengono ricavate nelle stanze apiano terra dell'Oratorio parrocchiale "San

Barnaba" in via Cairoli, dove di solito si fa ca-

techismo. Solo così si evita di far saltare 1'an-

no scolastico a centosessanta alunni del1e ele-mentari e di disperderli nelle scuole pubbli-

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Page 35: Le Maestre Pie Venerini a Marino

dovuto al cedimento de11e grotte sottostanti

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Marino 200 t- - Piazzale degli Eloi, il nuor,cr N' onumento ai Caduti. Sullo sfondo la casa clelle NIae stre Pie Venelini

Page 36: Le Maestre Pie Venerini a Marino

Marino Giardino dell'Istituto. Foto di gruppo deibambini del1'asi1o con suor Ersilia Chianese

che. Anche il Comune fa la sua parte, conce-dendo l'uso di uno spazio adiacente l'anticoCollegio Gregoriano, oggi utilizzato dall'Isti-tuto statale d'Arte "Paolo Mercuri", dove, fi-no alla metà degli anni Sessanta, si è fatto ci-nema a1l'aperto d'estate: l"'Arena Azzutta".Qui viene montato un prefabbricato da adi-bire ad asilo. La sistemazione in emergenzadelle aule riscuote successo, grazie a1la com-prensione delle famiglie marinesi che non ab-bandonano le suore in un momento di diffi-coltà, ma anche mediante un servizio di scuo-labus condotto con la consueta bonomia da1

bravo pompiere Gino Del Gobbo.Il25 marzo 1974 iniziano i lavori di conso-

lidamento delle grotte, riempiendole di calce-sttt)zzo, quindi si procede al restauro dellacasa delle Maestre Pre, grazie anche agli aiutifinanziari che provengono dalla rete di soli-darietà di tutte le case consorelle sparse inItalia. Altri palazzi crollatt sono rimasti taliper decenni, uno si sta riedificando in questimesi del 2007, un a1ffo ancora, che solo inparte è di proprietà delle Maestre Pie, ricor-da con la sua assenza quell'evento rovinoso e

quanto siano precarie tutte 1e cose umane.Un anno dopo, il 28 giugno 1975, i lavori so,no ultimati e l'Istituto delle Maestre Pie Ve-nerini è di nuovo agibile. Il successivo 30 ot-tobre le suore vi si trasferiscono definitiva-mente. Le aule delle elementari sono rttlizza-te fin dall'anno scolastrco 7975-1976. mente

per l'asilo d'infanzia occomono altridue anni prima di riportarlo fra 1e mu-ra dell'edificio, nel frattempo il prefab-bricato viene trasferito dall'Arena Az-zurra nel giardino della scuola in viaGaribaldi.

Nel 197u1 la famiglia delle MaestrePie è colpita da un triplice luttoro: suorGiulia Campagnoli termina la sua vitaterrena nell'ospedale di Guidonia e

viene sepolta a Marino, dove ha inse-gnato molti anni prima; suor Rosina

Schiaffini di origine marinese è la maestra deilavori muliebri da sempre vicina alle ragazzeadolescentil infine suor Maria Odetta Bonci.

Il27 maggio del 1978 si festeggiano i 250anni della morte della Beata Rosa Venerinicon varie rniziative fra gli alunni della scuola.Nel 1980 suor Tina Balestrini diventa 1a nuo-va superiora della casa di Marino delle Mae-

Marino 1980 - Suor Tina Balestrini diventa Ia rruovasuperiora

stre Pie Venerini che condivide finalmentenella serenità del lavoro e della preghiera conle consorelle: suor Marta Gregorini, suor Er-silia Chianese, suor Maria Fazio, suor AdaPelosi, suor Caterina Spinucci, suor AgneseFanasca. Nel 1982 viene festeggiato 11 250"

Page 37: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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Marino 199-l - Basilica di S. Barnaba. Le Maestre PieVenerini in preghiera durante 1a celebrazione eucaristica

anniversario della fondazione della scuola diMarino, fra le varie tniziative realizzate perl'occasione si pubblica un libretto scritto da

Roberto Di Sante sulla storia dell'Istituto ma-

rinese.

Lanno scolastico l97I-I972 viene assunta

come maestra Clelia Elena D'Ottavi, quindiLauraMuccini e Anna Ciocci. Poi è la volta diAnna Miscoli. Nel 1980 torna a Marino, dove

aveva tntziato a fare 1a maestra nel 1916, suor

Tina Balesffini che insegna, oltre ad essere su-

periora dell'Istituto. Nel 1981 entrano nelcorpo insegnante le maestre Marina Pistolesi

e Rosella Giorgi.Nel 1985 afftva suor Emilia Silvestrini che

completa e stabtlizza fino al 1989 il corpo in-segnante della scuola insieme a suor MariaGregorini, Anna Miscoli, Rosella Giorgi e

Marina Pistolesi. Lanno scolastico L989-1990

vede la sostituzione di suor Emilia con suor

Lina Capponi. A1la famiglia delle suore italia-ne si aggiungono, per fare esperienza di co-

munità, alcune suore Maestre Pie Venerinistraniere a partire dal t995: suor Angelica,

suor Emanuela, suor Dorothy, suor MariaChelaru e suor Maria Anton, provenienti da

varie parti del mondo. Nell'anno scolastico

1996-1997 suor Maria Gregorini lascia f inse-

gnamento ed entra a far pafie del corpo inse-

gnante Assunta Colazza, Nel 1997-1998 suor

Annttnziata Silr,estri subentra a suor LinaCapponi e vi resta fino all'ann o 2001-2002, al

suo posto viene assuntaPafiLzta }Ianoni. Nel2OO5-2006 Anna Miscoli lascia 1a scuola e al

suo posto viene incaricata Yaleria Monopoli.Nel 2006-2007 anche Nlarina Pistolesi lascia

la scuola e 1a sua classe viene affidata aMariaMichela Zingaro che già da alcuni anni inse-

gna lingua inglese. Nel corrente anno scolasti-

co completano l'organico docenti: DanielaFiorucci, insegnante di inglese, informatica,educazione motoria, e le insegnanti di soste-

gno Valentina Bedini e Nicoletta Comente.Da molti decenni la scuola materna è parte

integrante dell'Istituto di Marino, affidata findall'inizio degli anni Cinquanta a suor ErsiliaChianese, alla quale si è affiancata dal 1987

suor Ida Capozzo. Dal 1996la materna è af-

frdata alle cure delle maestre: suor Maria An-ton ed Emanuela Corsi, con la collaborazionedi Maria Elisabetta Montefiori. Completanol'organico dei dipendenti 1e signore: Paola

Toscano e Rossana Cervone. Oltre alla nor-male programmazione, i bambini partecipa-no a lezioni di informatica, inglese, musica,

danza e nuoto.Negli ultimi quindici anm la scuola delle

Maestre Pie Venerini ha consolidato ancorpiù 1a sua presenza nel tessuto sociale di Ma-rino, tenendo alto il nome ela tradizione se-

Marino, 1' giugno 1989 - Intitolazione di una strada alla

Beata Rosa Venerini aila presenza de1 Vescovo mons.

Dante Bernini, del sindaco Leonaldo Massa e del1'Abateparroco don Elio Abri.

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Marino 1999 - Saia consiliare, suor Maria Gregorini festeggia i 50 anni di vita religiosa alla presenza del parro-co della SS.ma Trinità, don Giorgio Botti e dell'assessorealla crrltrrra Cirrliana Iozzi

colare che accompagna l'immagine dell'Isti-tuto. Negli anni Novanta con suor Lina Cap-poni si organizzano per la prima volta i centriestivi per gli alunni e gli ex alunni con l'in-tento di proseguire il lavoro educativo anche

durante le vacanze. Con 1o spirito oratorialeche distingue i1 centro estivo delle MaestrePie Venerini, si programmano varie escursio-ni al Tuscolo e a1 mare, gtazie anche alla co1'

laborazione di don Ugo Di Lollo sempre di-sponibile a fare da "autista" con il suo vec-

chio piccolo autobus chiamato: "pulmino" a

suore, maestre e bambini.Ne1200l si ar,,viano corsi di nuoto in pisci-

na per g1i alunni, accompagnati dalle mae-

stre, durante il normale orario scolastico.

Quindi si attrezza un'aula di informatica contredici computer in rete, collegati ad internet.Nel 2006 viene attivato un nuovo servizio a

favore degli ex alunni che possono usufruiredella mensa scolastica e di assistenza nellosvolgimento dei compiti da parte di inse-

gnanti laureati. I1 coro "Rosa Venerini" par-tecipa più volte al concorso regionale "EgistoMacchi" arrivando sempre fra i primi treclassificati. La scuola di danza, rivolta allealunne, continua la sua attività ne1le ore po-meridiane e g1i allievi, anche della materna, si

esibiscono in un saggio di fine anno scolasti-

co. La scuola partecipa sempre più attiva-mente alle attività del territorio in collabora-zione con associazioni di voiontariato e con ilcomune, come il Carnevale marinese, i "Pre-

sepi in grotta" nell'ambito del Natale marine-se, la festa di Santa Lucia, il gemellaggio spi-rituale con Assisi nel nome di Jacopa dei Set-

tesoli. G1i alunni ogni anno sono impegnaticome "Piccoli missionari in erba" alla realiz-zazione di un progetto rivolto a chi è menofortunato. Per questo motivo nel 200J sono

stati ricevuti dal papa Giovanni Paolo II, al

quale hanno offerto i loro lavori come il "Ro-

sario missionario".I1 4 maggio 1952 papa Pio XII beatifica

Rosa Venerini. Cinquanta anni dopo, sabatozl maggio 2002,IaCongregazione, gli alunni e

Marino 16 novembre 2006, sala consiliare - Aiunni de1-

l'lstituto À,laestre Pie Venerini in visita a1)alazzo Colonna

gli ex alunni delle Maestre Pie con le loro fa-miglie si trovano a Roma per festeggiarcI'an-niversario. I marinesi si mobilitano diero 1'e-

spresso invito di suor Marta rivolto a tutti che

non si può mancare a1l'appuntamento: "nonpossiamo essere da meno delle altre città do-ve l'opera della beata Rosa ha messo radici e

ha dato frutti". Partono quattro autobus cari-chi di marinesi alla cerimonia ufficiale presso

1a chiesa di sant'Ignazio, dove a1le ore 9li at-

tende una solenne celebrazione del vescovodi Viterbo mons. Lorenzo Chiarinelli; poi al-

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Page 39: Le Maestre Pie Venerini a Marino

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le ore 76 alteatro Massimo si rappresentalavita de1la beata Rosa Venerini messa in scena

da Michele Paulicelli. l'autore àr Forza uenitegente.

I1 15 ottobrc 20061e suore, il corpo inse-

gnante, gli alunni e g1i ex alunni insieme alle

rispettive famiglie sono p resen ti in piazza S an

Pietro alla cerimonia di canonizzazione diSanta Rosa Venerini, insieme ai rappresen-

tanti de1 comune di Marino, vivendo in ta1

modo un momento di comunione che resterà

indelebile nella memoria di ciascun parteci-pante. Suor Maria non è in condizioni di sa-

lute tali da permetterle di assistere di persona

a un evento che forse ha atteso tutta la vita.

Così come oggi non è qui con noi fisicamen-

te, a festeggiarc i 275 anni di vita dell'Istitutodi Marino.

Il26 dicembre 2006 suor Maria Gregoriniè tornata alla Casa del Padre. I1 funerale si ètenuto nel duomo di San Barnaba 1a mattina

de1 28 dicembre rrairc..r::. ;- gente che

l'ha conosciuta. Se suor La.,.ria I,-erchiani ha

dato la sua impronta aL.l .c.o,a all'inizio del

Novecento, anche suor -\]ar, Gregorini ha

lasciato un profondo e arlo:i\ oie solco nella

vita di centinaia di alunni ne, corso del1a se-

conda metà del secolo appena passato, tant'èche il Comune di lVlarino nel giugno de12004

le ha conferito 1a cittadinanza onoraria con

deliberazione del Consiglio comunale r,olutadal sindaco Onorati.

Disponibile, schietta, forte d'animo, eppu-re materna , apefia a1le relazioni umane e so-

cia1i, dinamica, concreta, autorevole, deter-

minata, intelligente, ottimista: questi sono iprincipali attributi del carattere di Suor Ma-ria. Se poi al tratto umano aggiungiamo quel-

1o altrettanto positivo di educatrice e di reli-giosa, abbiamo un'idea della figura completadel1a donna, delf insegnante, della suora che

è stata maestra di vita per due generazioni di

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Roma, Città del Vaticano, 14 giugno 2001, sala "Paolo VI" - I ragazzi e 1e maestre dell'Istituto in udienza dal Papaper i1 160" annir,etsatio de11a Pontificia Opera deli'Infanzia Missionaria

Page 40: Le Maestre Pie Venerini a Marino

marinesi. Se poi consideriamo i 56 anni da leitrascorsi con dedizione alla formazione ditanti giovani marinesi e il continuo contattocon 1e famiglie de1 luogo ci rendiamo contodel perché, a torto o a ragione, l'Istituto loca-le delle Maestre Pie Venerini ancora oggi si

identifichi nelf immaginario collettivo con leiche ha saputo dirigerlo per molti anni in si-

atazioni smaordinarie di obiettiva difficoltà e

del perché per tutti era semplicemente "SuorMaria" per antonomasia.

I marinesi hanno voluto testimoniare cosìin modo massiccio, senza distinzione di età odi estrazione culturale e sociale, l'affettospontaneo, la stima, la riconoscenza che nu-trono per Suor Maria sia per darle l'ultimosaluto su questa tetta, sia quando - lo ricor-diamo ancora - tanta gente 1e è stata vicinaquel venerdì 6 maggio del 1999 presso lachiesa parrocchiale de11a SS. Trinità, dove si

sono festeggiati i suoi cinquanta anni di pro-fessione religiosa. Alla presenza della MadreGenerale dell'Istituto, fondato da Santa Rosa

Venerini, suor Marcella Lorenzetti, del1a Ma-dre Provinciale suor Angela Silvestrini, delleconsorelle di Roma, di Ariccia e di Velletri,

Roma, Città del Vaticano 14 giugno 2001 - Foto di gruppoalla presenza del sindaco di Marino Ugo Onorati

fra 1e quali molte novizie, il vescovo deiladiocesi di Albano mons. Dante Bernini ha

concelebrato una messa solenne insieme ad

alcuni dei tanti sacerdoti che hanno lavoratocon Suor Maria, imperniando l'omelia sul va-lore della donazione e del servizio, in parti-colare delia donna, in seno alla Chiesai1.

Una festa che è stata semplice e ordinata,ma tutt'altro che intima, dal momento che lachiesa traboccava letteralmente di gente: tut-ti, a Marino, si sono passati parola dell'ar.ve-nimento e i1 risultato è stato quello di unaspecie di mobilitazione generale, Religiosi,parroci, ex alunni, catechisti e rappresentantidi associazioni laicali si sono mescolati inun'autentica folla di grandi e piccoli: tutti a

fare g1i auguri a Suor Maria. Fra gli altri il sin-

daco di Marino signora Rosa Perrone, 1'asses-

sore a1la cultura signora Giuliana lozzi e Iadirettrice didattica signora Maria GabriellaAngelini, donne impegnate in diversi settoridella vita politica e amministrativa loca1e,

presenti per rendere omaggio a un'altra don-na, una suora, che in mezzo secolo di profes-sione religiosa ha svolto anche un preziososervizio in seno alla comunità locale, in quali-

tà di educatrice di gene-

ruzioni di giovani.

Suor Maria Gregoriniè nata nella città diOstra, in provincia diAncona, l'otto marzo delL926 in una famiglia mo-desta ma laboriosa, conil papà che fa il muratoree la mamma occupata inun negozio di stoffe. Pri-ma di due sole figlie,suor Maria, frequentan-do fin da bambina l'Isti-tuto de1le Maesme PieVenerini della sua cittànatale, a soli sedici annidecide di entrare nella

Congregazione, avendo maturato 1a determi-nazione di intraprendere la vita religiosa. Dal

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Page 41: Le Maestre Pie Venerini a Marino

1943 aL1948 si trasferisce ad Urbino per con-seguire il diploma di scuola magistrale, aven-

do come maestra delle norrizie una suora diorigine marinese; suor Clara Trinca. 11 1B set-

tembre 1949 giunge a Roma presso la Casa

Madre in via G. G. Belli, dove pronuncia ivoti della professione religiosa, mentre fa 1a

professione perpetua dopo sei anni nella Ca-

sa di Galloro ad Ariccia.I-lanno successivo, nel mese di ottobre,

giunge a Marino, dove per prima cosa rimaneimpressionata dalla folla accorsa per i festeg-

giamenti della Sagra dell'Uva, alla quale permolti anni a venire avrebbe partecipato, or-ganizzando la processione solenne; (quindidal carattere schietto e generoso dei marinesiche tanto somiglia al suo, sotto questo aspet-

to).Ne1lo stesso tempo conosce sia l'anziano

abate parroco Guglielmo Grassi, sia il giova-ne profugo dalmata don Giovanni Lovro-vich, giunto a Marino appena qualche mese

prima di lei il 15 luglio 1950. Un sacerdotemolto attento a1la catechesi che stabilisce su-

bito un rappofio di cordiale collaborazionecon le suore e che contribuisce in modo par-ticolare a un immediato ed efficace inseri-mento di suor Mana nell'ambito de1le attivi-tà parocchiali.

Uanno che suor Maria giunge a lvlarino 1a

superiora dell'Istituto de1le llaesme Pie è

suor Filomena Pianura, dopo r-ari zrr,r,icenda-

menti tocca a lei regge re su1le sue spalle la re-

sponsabilità de1la comunità religiosa, primadal 1969 al 1980, poi di nuovo dal t999 aI

2006. Fra gli arwenimenti che piùr l'hannotoccata nella sua r,ita di educante. al tempo incui è direttore didattico Dino Lauri, suor Ma-ria conserva il ricordo in r"nodo particolaredel premio "Livio Tempesta" per il bambinopiù buono dell'anno, consegniìto in Campi-doglio a Roberto Santi. alunno delle MaestrePie Venerini di Marino, distintosi per un attodi particolare generositiì. A suor }Iaria diret-trice della scuola si der-e l attir-azione di ma-

terie extrascolastiche iin da1 1963, a queltempo pionieristiche. come la d,anza,la lin-gua inglese e la musica. 1'orsanizzazione del

Roma, Città del Vaticano, 14 giugno 2001, sala "Pao1o VI" I ngazzi de11'Istituto in uclie nza c1a1 p,rp -r r,

Page 42: Le Maestre Pie Venerini a Marino

Santa Rosa Venerini fondatrice della Congregazione de1le

Maestre Pie Venerini

carnevale dei bambini nella parrocchia di San

Barnaba e tante altre attività sociali.Suor Maria rnizia la sua attività di promo-

zione umana e religiosa nel rione Crocifissonel197I, perché a partire dal 2 agosto 1970,essendo crollato l'edificio delle suore in viaGaribaldi, peraltro già sfollato il precedente13 giugno, Ie Maestre Pie Venerini si sonoffasferite in un appartamento di corso Vitto-ria Colonna, in località Due Pini, dopo la per-manenza di un anno a Colle Sant'Antonio,presso padre Anselmo Padovani-

E stato questo un momento particolarmen-te difficile per suor Maria, superiora della "ri-costruzione" . La casa di Marino dell'Istituto.dopo una secolare tradtzione di insegnamen-to, rischia di chiudere per sempre. Per evitar-1o occorre trovare locali idonei per lo svolgi-mento dell'attività didattica e il tempo è po-chissimo: a ottobre iniziail nuovo anno sco-lastico. Lasilo decide di trasferirlo in un edi-ficio prefabbricato installato nello spazio re-trostante il Collegio GregorianoJ2, per le au-le delle scuole elementari pensa di utllizzarealcune stanze dell'Oratorio San Barnaba invia Cairoli presso l'istituto dei Piccoli Disce-poli di Gesù. 11 suo carattere deciso e il co-raggio che le viene dal chiedere non per sé

ma per la scuola 1a fanno intraprendente conle autorità comunali che di buon grado alLtta-

no suor Maria nelf impresa quasi disperata.I lavori di ricostruzione dell'edificio in via

Garibaldi che lei ha seguito di persona dura-no cinque anni, fra tante preoccupazioni, dif-ficoltà e anche afiTarezze. Alla fine vince la te-nacia di Suor Maria e della comunità delleMaesme Pie per spuntarla contro tufie le av-

versità del caso. Nel giugno del 197 41a Casa

e la scuola sono finalmente di nuovo in gradodi accogliere la scuola e la casa delle suore.

Durante tutto questo periodo Suor Mariacondivide con gli abitanti del rione Crocifis-so la drammatica esperienza dello "sfolla-mento". Infatti la popolosa comunità di fe-deli è rimasta senza un edificio di culto nellazona, da quando la chiesa de1la SantissimaTrinità in corso Vittoria Colonna è chiusa nel1969, perché il tetto è pericolante. Le messe

domenicali vengono celebrate ugualmente,ma in un corridoio molto poco accoglientedelle adiacenti scuole elementari del CollegioGregoriano da padre Anselmo Padovanifrancescano che è anche il cappellano delleMaestre Pie Venerini. È proprio padre Ansel-mo, altro carattere risoluto, come suor Maùa,che si rimbocca le maniche per primo e, conl'aiuto del1e suore Ersilia Chianese e Tina Ba-lesmini, riordina l'ambiente che gli è statoconcesso alf interno delle scuole comunali, ri-prendendo in modo stabile le attività eccle-siali che gli sono state affidate dal parroco diSan Barnaba don Giovanni Lovrovich. Il nu-mero dei fedeli cresce domenica dopo dome-nica, raccogliendo pian piano tutta 1a popola-zione del rione Crocifisso. Così nasce f ideadi costituire una nuova parrocchia, una voltarestaurata la chiesa della SS. Trinità. Sognoche si concrettzza dopo lunghe e aspre fati-che nel novembre del 1984. Il primo parrocoè don Santo Cocco, al quale non manca il so-

stegno delle Maestre Pie Venerini. Il primonovembre del 1987 subentra don GiorgioBotti sempre attivo e disponibile, grazie alquale, con 1'aiuto dell'instancabile suor Ma-

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Roma - PiazzaSan Pietro, 15 ottobre 2006 - Rosa Venerini viene elevata agli onori degli altari

ria e di molti r,olenterosi parrocchiani raccol-ti nella neonata associazione Amici di San-

t'Antonio, la parrocchia cresce sempre piùnegli anni successivi. Poi è 1a volta di donCarlo Togni, di don Francesco Angelucci e

infine l'11 novembre 2001 di don FelicettoGabrielli. Tutti i sacerdoti che l'hanno cono-sciuta, hanno trovato una suor Maria semprecon qualche acciacco in più, ma sempre pie-na cli spirito e di disponibilità, pronta a servi-re come quando ha detto di sì al Signore laprima volta. Così la ricorderemo suor Maria:con il suo materno sorriso, un po' scanzona-

ta, con un vocione che non nasconde perniente la determinazione nel difendere 1e sue

ragioni, ma anche disponibile e maternamen-te pronta ad ascoltare tutti.

Siamo così giunti dal 1732 all'anno 2007.Da pochi mesi la nuova superiora dell'Istitu-to di Marino è suor Elettra Molinari, cui spet-

ta raccogliere il testimone passato di manotante volte su un percorso lungo 275 anni.Lesfide delf immediato futuro che la società at-

tuale impone di affrontare sono caratteizza-te da un continuo aggiornamento dei pro-grammi scolastici in linea non solo con 1e di-rettive ministeriali, ma anche con le richiestesempre maggiori del1e famiglie degli alunni.In particolare sono stati affrontati e risolti iproblemi insiti nell'accoglienza, nell'educa-zione e nelf inserimento dei bambini che ap-partengono a famiglie di immigrati di diversaetnia e cultura nel tessuto sociale locale. Tut-tavia il problema più grande resta quello del-l'evoluzione in senso non sempre positivodella famigiia attuale che è il principale pila-stro della società. A mantenere saldi i valoridella famiglia le Maestre Pie hanno sempredato un prezioso contributo, trasmettendoli a

generazioni di alunni. Siamo sicuri che lesuore e le maestre non verranno mai meno a

tale compito, anche se è sempre più difficilee gravoso nel tempo in cui viviamo. Di tuttociò che hanno fatto e che continuano a fare leMaestre Pie Venerini non possiamo che esser

loro grati.

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(in corsiuo sepolte a Marino)

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Inno a Rosa Venerinicomposto dai maestro Americo Terribili in occasione

deila Beattftcazione. Questo brano è ancora cantato dal coro

dei bambini de1le Maestre Pie Venerini diretto da1 maestro Stefano Terribili

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