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LE COMPONENTI INGLESI DELL'ARCHITETTURA NORMANNA (Esatto dagli Studi Medievali, 3• See, XVI, I, 1975) CENTRO ITALIANO DI STUDI SL'ALTO MEDIOEVO SPOLETO DI SICILIA NELLA STORIA DELLA CRITICA
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Le componenti inglesi dell'architettura normanna di Sicilia nella storia della critica [1975]

Feb 08, 2023

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Page 1: Le componenti inglesi dell'architettura normanna di Sicilia nella storia della critica [1975]

LE COMPONENTI INGLESI

DELL'ARCHITETTURA NORMANNA

(Estratto dagli Studi Medievali, 3• Serie, XVI, I, 1975)

CENTRO ITALIANO DI STUDI SULL'ALTO MEDIOEVO

SPOLETO

DI SICILIA

NELLA STORIA DELLA CRITICA

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RASSEGNE

Le componenti inglesi

de11' architettura normanna di Sicilia

nella storia della critica

Le relazioni politiche intercorse fra l'Inghilterra e la Sicilia al tempo del regno normanno furono ampie e profonde (1). Esse produssero, o almeno favorirono, riflessi sull'ambito della cultura figurativa .e arc�tettonica (2}. Agli studiosi non è mai parso che l'apporto degli

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specifici interscambi sia stato di tale ampiezza da giustificare di tale tema una trattazione analitica e globale, sebbene non siano mancati numerosi qualificati interventi soprat­tutto in ordine a taluni problemi di « derivazioni t architettoniche - della Sicilia dall'Inghilterra - o, più specificamente, figurative nel senso inverso. Qui di seguito se ne delinea pertanto la storia, limitandosi al presente ai fatti inerenti lo sviluppo della cultura artistica in Sicilia (*).

Quanto qui esposto è li risultato preliminare di una ricerca su • Le componenti Inglesinella cultura figurativa siciliana di età normanna • che sto compiendo - con particolare rl· riferimento a lla miniatura - e della quale ml auguro di poter presto pubblicare I primi risul­tati. Ringrazio l'Accademia del Lincei per la borsa di studio ottenuta a tal fine; ringrazio Il prof. Mario Salmi, che è stato Il promotore di.questa ricerca, per I Suoi suggerimenti.

(1) Per la storia del normanni nell'Italia meridionale e In Sicilia, cfr. F. CHALANDON,Histolre de la domination Normande en Italie et en Sicilie, Parls, 1907. Per I rapporti fra le due Stelle cfr. C. H. HASKINS, England and Sicily in the Twelfth Century, in English HìstorìcaC Re­vlew, XXVI (1911), pp. 433-447 e 641-665 e E. JAMISON, The Sicilian Norman Kingdom in the Mìnd of the Anglo-Norman Contemporaries, In Proceedings of the Brìtish Academy, XXIV (1938), pp. 1-51. Per uno specifico riflesso Iconografico sulle arti figurative, cfr. di questa stessa autrice: Alliance of England and Sicily in the Seconct Hai/ of the Twtlfth Century, in Journal ·of the Warburg and Courtauld Jnstiiutes, VI (1943), pp. 20-32 (seppure le sue conclusioni nonpossano essere pienamente accettate: cfr. E, Kl'l'Z:INGER, I mosaici.di Monreale, Palermo,1960, in part. alla p. 19). Durante li regno di Ougllelmo li era Inglese l'arcivescovo diMessina Rlchard Palmer (precedentemente vescovo di Siracusa); non Invece - come si cre­deva - l'arcivescovo di Palermo Walter'• Opham!lius • e il suo fratello Bartolomeo, vescovodi Agrigento (successore - nel 1194 - a Walter nella sede palermitana): cfr. L. J. A.LoEWENTHAL, For the biography of Walter Ophamil, archbìshop of Palermo, In EnglishHlstorical Review, LXXXVI I (1972), pp. 75-82. Devo alla gentilezza del Prof. E. Kltzlngerla segnalazione di questo articolo.

(2) È ovvlp che l'incidenza delle vicende storiche nell'ambito del fatti artistici deve 1.'Sserevalutata caso per caso. Ci si limita qui, senza tentare un'analisi sociologica, a evidenziare lapresenza In Sicilia di un ben definito nucleo nazionale - l'inglese - che, alla luce delle lndipen·denti osservazioni sugl'lnflussl subiti nell'arte siciliana da quella da cui tale nucleo proviene,non può non offrire spunti di Interesse allo storico dell'arte, che trova giustificati a livello spe­cificamente storico quei contatti riconosciuti a livello formale.

(3) Non si riferisce cioè quanto scritto sull'opposta direzione degli Influssi artistici fraSlcilla e Inghilterra: cioè dall'isola mediterranea verso l'Isola settentrionale perch!, sebbene ltermini geografici del pro�lema siano gli stessi, le eventuali , dipendenze• artistiche sono tilt·

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396 VALENTINO PACE

Un avvio meritorio, perché la trattazione generale nel quale l'accenno trova posto è volutamente impostata su un parallelismo fra la storia e le arti figurative, è offerto dal Gally Knight che. a proposito del portale della chiesa abbaziale di Maniace, osservava che , Les chapitea.ux des colonnes sont omés des feuilles et des figmes grossières dans le style nonnand. Les . bases, décorées de moulures, ont beaucoups d'analogies avec celle de l'ar­chitecture de transition en Angleterre. Trois des moulures sont une reproduc­tion do ca.ble nonnand • ('). Tuttavia l'Autore stesso concludeva poi, quasi al termine del suo scritto, che • le style d'architecture que les Normands ont adopté en Sicile, parait diflérer totalment de celui dont ils 1irent usage en France et en Angleterre • (1). A distanza di quasi un secolo e mezzo è adesso facile per noi rilevare genericità ed errori di questi asserti, ché nel caso del •duecentesco• portale (non del secolo precedente come credeva il Gally Knight) nulla significa il rinvio a uno stile normanno, mentre nel più generale problema degli • influssi • non può essere esclusa affatto la presenza di elementi architettonici �inglesi in Sicilia(•): resta tutta.via il merito di un'intuizione, • al negativo t, sulla loro possibile presenza..

Negli stessi anni della pubblicazione del Gally Knight e in seguitosi veniva intanto costituendo una letteratura artistica sulla Sicilia medie­vale rivolta all'illustrazione dei monumenti o. in particolare, alla vessata questione della proprietà dell'arco acuto('). Ai fini del nostro tema interessa tuttavia centrare l'attenzione solo su alcune voci: in primo luogo sullo scrit­

to dello Spri nger, nel quale sono affrontati problemi architettonici della capitale dell'isola con un'intuizione di nuovi problemi: la presenza, ricon­fermata in seguito dagli studiosi, di un • An.klang an die kirchlichen Anla­gen in England aus der normannischen Periode • nella struttura portante

tavla estranee a pruuppoatl 1torlco-pollticl e 11 1plepno nel plia vuto ambito dell'eapan­slone del linguaggio blaantlno. I primi spunti critici auct'lnftu111I ftgaaratlvl della Sicilia sulla Inghilterra, non tutticgualmenteconvinc:enU,fasono fonmllatl, dal Saxl In: P. SAxL-�. WITT­XOWER, British Arl and tllt Mellit1m1111on. Oxford, 1947, n. 24-27. L'apporto più Importante al problema pnerale dell'lrradla&lone della cultura ftpratlva 1lclliana t di E. i(ITZINOER: Norman Sltil)' as o Souru o/ Byzantin, �nu on Waur" Art in tllt Twtlftla c,ntry, In .Byzonti111 Art, An l!.urupean Art, (Lecturea lfven In tbc Occulon of the 9th Eldl. of the Coun­cll of Burope), Athen, 1086, pp. 121-147. Da tener pracnte anche: O. DEMUI, Byumtlrv Art and � Wtat, London, 11>10, soprattutto al cap. IV • Colonlal Art•, pp. 121-UU.

(4) H. OALLY KNIOHT, TIII Normans ln Si&Uy, London, 1838; In llnaua francese: Lunormands ,n Stelli, In Bulldln mo,uun,ntal, V (1839), pp. l-223. Per la citazione, dr. p. 122. SI fa qui riferimento all'edizione francae.

(5) lbJd., p. 207. (6) Sul primo punto, dr. O. D1 STEFANO, Monunvnli dillo Sicilia normamsa, Palermo,

1955, pp. 99-100, tav. 189, con bl!M, e O. AGNELLO, l.'Ardllfdturo ti.,ll, t nli1losa neH'ttd nrt11a, �ma, 1961, pp. 364-358. Sul secondo punto, si veda di aeaulto nel teato per quanto 1eritto dal 1ucces1lvl ,tudlosl.

(7) Per una ra11egna bibliografica raitonata degli 1tudl 111U'arcbftettura medievale ald· liana cfr. o. 01 STEFANO, Un 1tCDID 4i stu41 aull'ardlitdtura malinal, ulla Sleilla, In Archivio ator. 1lclliano, aer. 3•, I (1946), pp. 213-222, e S. 80TTARJ, Gli atudi 1ult'ardtitùtura m,dltvale dilla Sicilia, In Atti dtl primo canw,no lnkrnazionalr per li -,; jlfUrattw (Flr,na, 1lu,no 1948), Flrenr.e 1949, pp. 1�106. Per una breve liatell, non etdullvamente rivolta agU 1tudl di architettura, efr. W. l(ltONIO, Vcdw t IU.IOW JKS9ptlliw IUll'an. tltUa Sicilia normanna, In Atti dll Con,rruo lnl.w di aludi •ulla Skillo normanna (PMmlO, IU'l2) Palenno,ll974, pp. 1-14 (dell'atratto).

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.. LE COMPONENTI INGLESI DELL'ARCHITETTURA NORMANNA 397

dell'interno del S. Spirito (1), la provenienza t nordica • di alcuni motivi architettonici del duomo palermitano quali il , doppio transetto • - di spe­cifico rinvio inglese -la coronazione merlata dell'esterno, la presenza di quat­tro torrioni angolari e la composiz,ione dell'antistante torre campanaria, l'articolazione del paramento murario delle :fiancate e durch breite, viel­gliedrige Fenster • (•) . Se, a tal proposito, il • doppio transetto • (ammessone il pur discutibile termine) , che è tipologicamente reperibile in Sicilia e nella Italia meridionale già in precedenza (10), e la torre campanaria, di cui è originale la sola mole basamentale quadrangolare, non possono fondata­mente accreditarsi sul conto degli influssi inglesi, degli altri elementi - mer­lature e articolazione muraria, -nonché la disposizione turrita {pianificata ai tempi normanni, ma eseguita parzialmente in seguito e alterata con sopra.ele­vazioni) - è stata prevalentemente riconosciuta la giustezza del rinvio a modelli transalpini, con la precisione di migliori termini di confronto di quelli presentati dallo Springer.

Ad alcune proposte critiche dello Springer replicò il Mothes che d'un lato reputò di cogliere in contraddiziòne lo studioso per il rinvio all'Inghil­terra di edifici dalle prassi costruttive totalm�nte diverse e - a suo dire -simultaneamente arcaizzanti (S. Spirito) o d'avanguardia (Duomo) (U), d'altro lato intese escludere tale rinvio anche in base alla mediazione offerta. dal precedente campanile della Martorana per i torrioncini della cattedra­le (11), concludendo infine con l'asserzione di una sostanziale inesistenza di apporti inglesi all'architettura siciliana (11)..

A favore dei detti apporti nella precoce polemica si schierarono in se� guito lo Hubbard, che riconobbe analogie signifi.cative fra. i « segni • dei la­picidi cefaludensi e · quelli reperiti a Canterbury, Lincoln e Fountàins (16), lo Zimmermann a.I quale le torri del prospetto cefaludense fanno ricordare le t Tochterkirchen & ingl�si (11), lo Hasak che in un succinto saggio insiste

(8) A. SPRINOER, Die mlttfllalttrliw Kunst in Palermo, Bonn, 1 869. Per la citazione cfr.p. 18. La • derivazione • architettonica non può più trovare la creduta conferma nel patro·cinto dell'edificio da parte dell'arcivescovo palermitano, perché erronea la supposizione che fosse di origine Inglese (cfr. sopra alla nota I) . Sul S. Spirito 6 sufficiente rinviare al clt.01 STEFANO, pp. 60-62.

(9) A. SPRINGER, pp. 1 8-20. Anche Il duomo palermitano venne fondato dallo stesso ar­clvescovo. Su di esso, cfr. - con cautela - la monografia di A. ZANCA, lA cattedrale di Pa­lermo, Palermo, !952. ·

(10) Cfr. W. KRiSNIG, ree. a O. 01 STEPA.NO, I monwmntl della Sicilia normanna, in' Kun-stthronik, IX (1956) p. 168.

(1 1 ) O. MOTHES, Die Baukunst des Mittelalters in Italitn, lena, 1883. �r la citazione, · cfr. p. 661 , n. 996.

(12) Ibld., p. 1557, n. 996. Al proposito va chiarito - ml pare - che lo Sprlnger riferendosialle • quattro torri • e alla e composizione • della grande torre campanaria, abbia Inteso sot­tolineare la loro quadruplice d lspo11lzlone angolare, pil'l che la loro conformazione tipologica, peraltro da lut stesso riconosciuta slmlle alla Martorana (p. 37, n. 17). t Inoltre ovvio che il riferimento alla Martorana nòn riaolv• Il problema della derivazione dl tale tipologia, ma ne anticipa soltanto I termini cronologtcl.

(13) lbld., p. 562.(14) O. HueeARD, Tht Cathtdra/ Chruch o/ Ce/alti, In Journal o/ tM Royal Institute uf

Brltlsh Archtt,us, XV (1908), pp. 333-360 (In part. 345-347). 11 Jesto peraltro riprende la sostanza di un articolo apparso nel 1898 sulla rivista ArCMOlo,ia.

(15) M. ZIMMERMANNI, Sizilltn, Lelpzlg, 1905. Cfr. in part. alle pp. 74 e sa. Per la clta�one, cfr. p. 76.

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sullo stretto carattere • normanno • dell'architettura siciliana, effettuando numerosi rinvii proprio ad edifici inglesi. soprattutto per testimoniare · -tramite la prova della loro di1fnsiooe - l'origine insulare dell'arco incrociato dell'arco acuto, della volta costolonata. oltre an•origine francese delle torri quadrangolari ("j. Pur con forzature metodologiche e inesattezze cronolo­giche, in parte giustificate dalla data stessa della pobblicazione, lo Hasak contribuisce dunque, insieme con i suoi immediati predecessori, a favorire le ragioni dello Springer nella polemica sollevata dal Mothes. Queste tre voci tuttavia non ebbero eco, tanto da. essere registrate nella bibliografia solo assai sporadtcamenté, forse non soltanto per disattenzione, ma anche per l'assenza di argomentazioni scientificamente men che generiche. Per altre ragioni, di contesto manualistico, poco men che generici sono anche l'accen­no dell'Enlart, che alla cultura • normanna • rinvia per i pilastri del S. Spi­rito, per le arcate incrociate e per la loro decorazione a zig-zag, nonché per i capitelli • godronnés • dì Cefalù ("), e la breve menzione del Toesca. che, pur senza citare l'Inghilterra, a proposito del duomo di Cefalù riconosce t il concorso dell'arte d'oltralpe • a.ccanto all'opera. di costruttori siciliani: • le volte a costoloni del presbiterio, e specialmente quelle del braccio destrodel transetto . . , le decorazioni inconsuete all'arte locale - altissime colonnineabbinate all'esterno delle absidi ; archi ornati a linea spezzata e arca.te ciecheincrociate, forse della stessa derivuione; finte loggette al sommo del tran­setto, nell'interno - note invece nell'oltremontana, provano che questa par­tecipò alla costruzione, e persuadono a riconoscere influenze oltremontaneanche nell'icnogra.6.a. del transetto e del pnsbiterio profondo • (11) .

Su uno solo di questi elementi, sulle finte loggette presenti sia a Cefalù che a Palermo, tornano il Samonà e il Calandra nei loro brevwimi accenni agli influssi inglesi, peraltro viziati dal presupposto di una ricostruzione cro­nologica che fà.lsa la vicenda storica cefaludense e la pone conseguentemente in errato rapporto con quella palermitana per quanto concerne tale • inno­vazione • (11).

(16) D. HASAK, Dir normannisw Baukwut, In Dir INnlunalp/lt11, XVl l (Jg15>. pp .

�1. (17) c. ENLART, L' Archit,cturr rotnlllV, In A. MICHEL, Hldol� de l'Art, t. l. 2• parte,

Parie, 1 905, alla p. 656. (18) p, TooCA, Il Mt4iorvo, Torino, 1927 (19658, p. &45). Le volte del coro e del transetto

non sono tuttavia sincroniche, come ha giustamente ln MCUito osservato li l(a!IN10, ree. clt.,, �. p. 100.

(19) Del primo studioso si consultino duoque : I tnon.&UrWntl ltatlanl, fuc. XVI : Il duomodi Ctfalil, testo e rlllevt di O. SAMoNA. Roma, 1939, nonch6 Il tluDmD dl C.JaJil, �ma. 1940,p. 22. Di E. CA.LANDRA cfr. Brnr dorla ddl'arcllltdturo in Sleltl-. Bari, 1038, (p. 40) e Cht,usicillaM dtl p,rlod,o normanno, In Palladio, V (I IMI ), pp. 232-239. Le pagine del Samonà nonsono chiare sul rapporti fra Cefalù e Palermo: nel I� elfi 1ertveva che Il • Clerestory • di Cefalo & posteriore a quello di Palermo, già ealatente nel 1 185. Nel lawro del UMO, a p. 22,afferma Invece che I I due clerestorles al possono ritenere cucvl, e auegnanl alla prima metl del sec. xm ,. Aggiunge Inoltre : • Questa particolare forma di pileria, molto In uso nel

nord della Francia e In lngt,llterra fln dal secolo xn. t fone uno del pochi elementi Impor­tati con Je congreghe monaatlche d'oltralpe, nell 'architettura di questo periodo In Sicilia 1.

A. quest'ultimo propoat.o Il calandra moetra tuttavia una poelzlone plfl cauta del Samonàchiedendosi se alano • veramente eliminate le Influenze nordiche nel duomo di Cefalù dallo studio del Samonà • per poi rispondere elle e1111e non lo 90fl0 per quella parte del lavori com-

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A stabilire la cronologia cefaludense nelle giuste linee direttrici prov­vide il primo studio veramente estensivo sulla Sicilia (e Calabria) normanna, dovuto allo Schwarz (111) . Programmatico è il suo asserto, all'inizio della parte che tratta della Sicilia: • Vieles wird uns fiir immer verschlossen bleiben, aber auch das Wenige reicht aus zur Rekonstruktion eines Weges, an dessen Ende der Dom von Cefalù als starkster nordischer Eindruck Siidìtaliens steht, nicht als Einzelschopfung, sondem als abschliessendes Glied einer Folge von ' Bauten, die in Roger I, dem Eroberer Siziliens, ihren Griinder ha­ben • (11) , Il primo termine della serie si riconosce appunto a Mazara del Vallo la cui cattedrale presenta ' una turrita disposi'zione frontale sporgente dalla linea delle navate che rammenta le analoghe soluzioni delle cattedrali di Durham e Canterbury (11). Il secondo - il più importante - è costituito dal. duomo di Cefalù, monumento chiave delle relazioni architettoniche an­glo-siciliane: • Seine Zugehorigkeit zur Baukunst des Nordens ist seit lan­gem erkannt. Die Ergebnisse unserer Untersuchung bringen thn aus einer bislang behaupteten Sonderstellung in den Zusammenhang einer Kultur, die nicht nur in ihren Anfangen, sondern auch spater mit ihrer Heim.at der Normandie und auch England in enger Verbindung blieb •· Gli elementi probatori sono n�merosi : la già. osservata galleria ad arcate del transetto, per la quale viene addotto l'analoga soluzione del transetto settentrionale di Chester (11), la rara presenza di capitelli « a piega •. già a suo tempo indicata dall'Enlart ("). la disposizione frontale delle torri, per la quale valgono i rinvii di Mazara (11). l'articolazione ad arcate sul prospetto svolta similmente a Castle Rising (11) , e ancora - non perché prima sconosciuta nell'Italia continentale, ma perché precocemente conosciuta in Inghilterra a Dur­ham - la stessa copertura a volta. (17),. Mazara e Cefalù non esauriscono

pluta, secondo la ricostruzione del Samonà, ante 1217 dove • l'organico e già gotico concepi­mento • a una data anteriore a quella della costruzione dell'Incompleta chlelill di Murgo, non può non addebitarsi ad ascendenze nordiche.

(20) H. M. ScHWARZ, Die Baukunst Kalabriens ,md SizilitrtS im Zeitalter thr Normanntn, In R6misches Jahrll. far Kun.stgeschichtr, VI (1942-1 944), pp. 1 -1 12.

(21) lbld., p. 42. (22) lbld., p. 46. Meno probante � Il pur citato rinvio a St. Albans. Ma si tengano pre­

senti correzioni a questa tesi formulate dal Kronlg e dall'H611ot nel 1 965 e riferite qui oltre. (23) Ibld., pp. 81-82, flgg. lS7 e 59. Ovviamente l'A. cita anche Il duomo di Palermo (pp.

83-84; flg. 58), cronologicamente seguente ma di grande Importanza, perché fondazione del già nominato arcivescovo Walter, precedentemente arcidiacono del duomo di Cefalù.

(24) Su queatl capitelli cfr. lo studio, citato dallo Schwarz. di J. BILSON ù chapiteawc dgotlron.s en Anglete"e, In Congris arcgioloaiqut dt Fran.ee, LXXV• sesslon (1909), pp. 834-646. L'Enlart non t citato dallo SCHWARZ: (cfr. pp. 71·72).

(25) I l rinvio alla tradizione Iniziata a Mazara esemplata su prototipi anglo-normanniIntende anche programmaticamente smentire gli e�ntuall rapporti diretti fra Il duomodi Cefalù e quelle di Naumburg e ricondurli alla co mune ascendenza norman na. Tali rapporti, fondati sulla suggestiva coincidenza planimetrica, vennero Indicati da P. FRANKL, D� Std­lung thr Westtarme des Naumburger Domls, I n Mtdieval Studirs in Memory o[ A. K. Porter, I l , Cambridge, 1 939, pp. 503-5�.

(26) SCHWARZ, op. clt., pp. 104-10!5, flgg. 74-76. Per Castle Rlslng, cfr. O. DEH lO, O.VON 8EZOLD, Dit KirchllCM Baukunst tUS Abtndlanbs, 1 1 1 wl. (Atlas), Stuttgart, 1 932,

tav. 267. (27) ScHWARZ, op. clt., p. 80. I l compendio del motivi di derlva:zlone ln&lese i esposto

lvi dall'A. Vi si potrebbe aggiungere l'altro degli archi Incrociati: cfr. alla p. 69.

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le relazioni fra le due isole : esse sono anzi concretate maggiormente, per lo studioso, dalla presenza di tangibili prove storiche, per via dei precisi rapporti :fr,a personaggi inglesi e l'ambiente isolano dagli esempi del Duo­mo e del S . Spirito palermitano, le cni costruzioni vennero ambedue patro­cinate dall'arcivescovo Walter .. of the Mill •• e delle quali la seconda offre precisi rapporti con la cattedrale di Kirkwall (").

Con il contributo dello Schwarz il problema degli apporti inglesi alla.

cultura architettonica siciliana si è dunque organicamente imposto all'at­tenzione degli studiosi. A poca dista.ru:a di tempo, nel suo volume sui mosaici siciliani, Otto Demus mostrava di avere indipendentemente presentito la necessità di un tale sistematico indirizzo di ricerche: • The dynastic and per­sona! rapprochement - egli scrive - between Sicily and England prepared. the way for a close cu!tural and artistic relationsb.ip. This relationsbip need not have been wholly one-sided, but it has not been possible so far to segre­gate English infiuences from the bulk of Normannic elements present in Sicilian Art. lf such influences reached Sicily in the twelfth century they manifested themselves not in representational art but in architecture·. As regards painting� Sicily was certainly the giving partner • (1•).

In seguito l)umerosi contributi furono offerti dal Bottari, che tutta.via si !imita ad accettare le conclusioni relative ai prospetti turriti, alle gallerie interne ad arcate, alla struttura portante del S. Spµito, insistendo sul ca­rattere anglo-normanno della decorazione incrociata ad archetti, la cui pre­senza a Durham nel 1096 sarebbe forse. nel generale contesto delle deriva­zioni, più utile storicamente di quella esemplata nei monumenti siciliani (Mili, Itala, Agrò) dove l'originalità. delle soluzioni è anche talvolta dubbia (ao).

Nel 1952 lo Zanca, nell'opera monografica sulla Cattedrale di Paler­mo (11) ba più volte occasione di rinviare (in termini prevalentemente esatti ma insoddisfacentemente motivati) ad esempi anglo-normanni: ma i rinvii sono troppo generici, per l'argomentazione e al negativo t, circa l'uso di so­luzioni alternative al colonnato e semplice . (•); o sono impropri, per gli

(28) Op. clt., pp. 84-85. Ctr., le flgg. 61 -02 per 11 S. Spirito e l<lrkWall. A tale pro­posito, In un pfù generale parallell1mo, aono nominate anche le abbaùall di Tewke1bury, Oloucester e Per1hore, le Cattedrali di Southwell e Carlllle, la chle&a londlnese di St. Bartholo­mew the Oreat. L'annotazione � ripresa pffa genericamente nel auccelllw llbro del medesimo autore: Sizilitn, Wlen-MOnchen, 1 945 (cfr. pp. 28-2:9). Ma ctr., adeuo, la nota 1 1

(29) o. DEMUS, The Mosalu o/ Normt111 Sicily, Loadon, ! 949. Per la citazione ctr. p.449. Evidentemente malgrado i cinque anni nominali interoonl fra le pubblicazioni delloSchwarz e del Demus, questi poté leggere le pagine dello atudloso tedesco solo troppo tardiper essere ln grado di modificare Il suo userto.

(30) Dello studioso Italiano 11 veda dunque: L'Ardtltdtura dtlla contea, Catania, 1948 (p. 41); L'Architettura del Medioevo i,i Sicilia, In Atti dtl V Il Con,raso Naz. di Storta iul­l'Architettura (Palermo, 1950), Palermo 1 956 (pp. 12:.!, 12Q, lS:Z); La Bour10,11t tt la primttrt architecture normandt en ltalie meridionale et en SidJt, In La ,wu, da Arts • (1 953), ripubbli­cato ne La cultura Jiiuratiwi in Sicilia, .Meulna-Plrenze, 1954 (pp. 109-1 1 1); Nott sul Duomo di Monreale, In Atti del CoJ16resso inttrnaziOMle di aludi raae,ianl (Paurmo, l95ol), Palermo 1955, pp. 269-275 (p. 210); L'arte In Sicilia, Messina- Plnnze, 1962 (pp. 1 7-18).

(31 ) ZANCA, op. clt., (alla n. 9). (32) Jbld., pp. 22-23; lo studioso il limita a cltare, alla rinfu1a, esempi di edifici lngleal

privi di colonne di spoglio volendo dimostrare - pa1tamente - che la soluzione adottata a Palermo per le colon ne della navata non era di ripiego (dot. dovuta alla mancanza di materiale di spoglio) ma Intenzionale.

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LE COMPONENTI INGLESI DELL' ARCHITEITURA NORMANNA 4or

insoddisfacenti termini di confronto, pur nella giustezza delle osservaziop.i (la prima delle quali d'altronde già fatta dallo Schwarz, la seconda invece inedita), come quelli relativi alla fi.nestratura continua (11) e ai finestroni circolari dell'« antititolo • (a&), inutili quelli che per « la stessa molteplicità di navatine coperte da simili volte a crociera • gli fanno collegare la cripta di Palermo a quelle di Canterbury e di Worcester (H), soltanto geografica­mente approssimativi per il �- « Clerestorio • (81) o per la disposizione ango-lare turrita (11).

Nella discussione si inserisce con ben altra competenza il Di Stefano, che accetta i riferimenti ' inglesi ' dello Schwarz per i prospetti turriti, per il Duomo e per il S : Spirito palermitano (18), e per la copertura a volta di Cefalù, ribadendone, a una data per lui leggermente �eriore (n65-1168),la derivazione insulare, ché « la datazione proposta trova conforto in ana­logie stilistico-costruttive della coeva architettura normanna settentrionale

· e corrisponde in effetti ad un momento di intensi rapporti tra l'Inghilterranormanna e la normanna Sicilia • (11) .

Al Kronig spetta il' merito di aver provveduto a una lucida enumera­zione dei caratteri « inglesi i> della cattedrale palermitana, all'atto della suarecensione al volume del Di Stefano ('°} ; egli ribadisce con fermezza che nellostraordinario sviluppo longitudinale, nella disposizione dei torrioncini ango­lari (con riferimento ai transetti di Winchester, St. Albans, Norwich, Ro­chester, Peterborough) nell'ampio prospetto frontale, nell'inconsueto sistemadi colonne a fascio (per il quale peraltro il rinvio analogico alla chiesa londi­nese dei Templari, ai portici di Durham e Bristol .troverebbe minore concre­tezza di quello agli esempi sud-italiani di Mileto e Trani), nella e galleria·•del transetto, sono da riconoscersi « viel bedeutsamer, ·als bisher gesehen wurden • i segni di un influsso anglo-norm�o, già evidenziati peraltro an­che nei prospetti turriti delle altre fondazioni normanne (&1).

Gli ele�nti di derivazione inglesi, ormai riconosciuti quali indiscussicomponenti del duomo cefaludense, non sono stati in seguito più tralasciati nelle citazioni degli studiosi successivi. Cosi il Franz ha ribadito l'accennoalle colonnette doppie dell'abside, al loggiato ad arcate del transetto, indiriz-

(33) Ibld ., p. 50. I raffronti sono effettuati con la cattedrale di Modena e con chiese In­glesi del • tardo stile perpendicolare • (I).

(34) lbld., p. 70. I confronti e'\/ldenzlano soltanto la presenza di finestre a modulo circo­lare nell'area normanna franco-Inglese, senza svolgere le eventuali più Importanti considera­zioni sull 'ampiezza della finestra circolare palermitana e sul rapporto spaziale con la parete nella quale s! apre.

(35) lbld ., p. 92.(36) lbld., pp. 94-95. Lo Zanca mostra di non conoscere lo studio dello Schwarz e ritiene

che Il cosldetto clerestorio palermitano sia anteriore a quello cefaludense. (37) lbld . , pp. 1 33-137.(38) DI STEFANO, Monumenti della Sicilia normanna ctt. (alla n. 6). Per la citazione cfr.

alle .PP· XVII, XXVIII, e 57 e 62. (39) Ibld ., p. 39.(40) W. l(RONIO, ree. a D1 STi;:PANO clt. (n. IO).(41) lbld., p. 165. Del rapporto con Mlleto e Trani lo stesso studioso aveva già parlato

al IX Congresso nazionale di storia dell'Architettura, Bari, 1955 (Atti editi a Roma nel 1959) • nel suo Intervento Contributi all'architettura pugliese del Medioevo (alle pp. 39-66 degli Atti; cfr. p. 51).

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zando nel contempo verso tutt'altra area - quella islamica - laricerca delle ascendenze delle finestre circolari del transetto e del presbiterio ("); il Canale ha invece osservato la precoce discendenza ne11·iso1a di un motivo decorativo e stellare t, da lui definito anglo-normanno, ritrovato nel diruto portale del S. Michele arcangelo di Troina e dunque anteriore cronologicamente - es­sendo dell'ultimo quarto dell'x1 secolo - agli esempi campani, che per loSchwarz ne avrebbero mediato la trasmissione dall'originale fonte nor­manna (").

Il discorso critico sul duomo cefaludense è stato poi ripreso dal Di Stefano • a solo titolo di ipotesi di studio o di lavoro • (M) in un pregevole libretto monografico nel quale sono ovviamente riesposti i diversi elementi.

· di discendenza nordica, infine cosi compendiati. dopo singole notazioni che li riferiscono con prevalente specificità all'Inghilterra: • Sono suoi carat­teri particolari (cioè dell'architettura normanna), oltre al grande slancio costruttivo, spazialmente - anche se non costruttivamente - gotico, l'arti­colazione delle pareti esterne a larghe lesene, il partito absidale a colonnine binate, le grandi finestre circolari, i capitelli ' godronnés •• le comici a scac­chiera, il motivo decorativo a zigzag e quello delle arcatelle intr�iate, le gallerie esterne ed interne e le volte costolonate del bema • (-).

Con una recensione a questo libro. con una specifica monografia sulDuomo cefaludense con un volume su quello monrealese (accompagnato auno sguardo globale sui maggiori episodi dell'architettura religiosa della Si­cilia normanna) ha contribuito a una migliore sistemazione critica del nostro problema il KrOnig (H), Nella prima delle due monografie lo studioso -implicita.mente collegandosi a quanto detto dallo Schwarz - programmati­ca.mente collega il Duomo isolano ai grandi edifici religiosi del nord: della Normandia e dell'Inghilterra • post 1o66 t: • Es gibt sich aber ebenfa.lls sogleich zu erkeonen die Zugehoriglreit dieses Domes zu einer Art des Bauenswie sie im Norden des Abendlandes si.eh herausgebildet batte: Gestrecktheit und Langsbetonung des Kirchenbaues, verbunden mit der Tunnfront ÌDlWesten und den steilen Proportioneo, wie vor allem am Querhaus und

(42) H. O. PAANZ, LU ftnltrts ctrcularr.s * la utt"'4ralt dt Ctfala tt lt probllrnt tU l 'ort,tnc dt la , rose • du moyen (161, In Cahurs ar""°"'flquts, I X (1951), pp. 253-270. Cfr, aoprattutto la p. ·254. :rroppo frettoloso l'accenno relativo alle tlneatre cfrcolarl del Ovomo palermitano (p. 260).

(43) C. O. CANALE, Strutture ardutdtobiw normannt in Sicilia, Palermo, 1959 (p, 47);ScHWARZ, op. clt., pp. 65-66. In seguito O. UIUIAM (Strutturi ardlit,ttonicht nortl'lal'IM ddla Si­cilia, In .ByzantinJIChe Z.Uschrlft, LIX. 1966, pp. 7'2-93, In part. p. 82) ha obbiettato al Ca� nale l'ampia diffusione del detto motlw anche In altre aree francesi - quali Il Poltou e la Bretagna - estendendo peraltro ad aree Indebite le connculoni problematluate dal Canale soltanto al flnl di un 'ottica • 11lcillana ,.

(44) O. DI STEFANO, Il duomo di Ctfalil. Blo,ra/la di una Ultttdral, Incompiuta (Quadernidella facoltà di architettura dell'Università di Palermo, n. 2), Palermo, 1960. Per la cita­zione, cfr. p. 1 2.

(45) Jbld., p. 65. I n precedenza cfr. In part. le pp. 30 (n. 16) 32 (e n. 18 e 1 9), 44, 40,47 (lvi - a proposito del ftneatronl circolari - se ne accetta però la derivazione • da modelll o rientali e In particolare lalamlcl).

(46) w. l(JtlJNIO, ree. a o. DI STEFANO, Il duomo di �oJIJ, In Kwutduonik, XVI (1963),pp. 227-231 ; Ci/ala, Dtr 11izili11w NQl'fflllllMnd/ltn, l<ulel, 1903; li dUDIFUJ di Monna,,, Paler­mo, 1965.

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Sanktuarium zu erkennen sind • (17) , elencando poi altri elementi probatori - pur essi già osservati - quali le arcatelle intrecciate, la loro decorazione azigzag, i capitelli ' a piega ', il loggiato interno ad arcate e infine le voltecostolonate del coro che sarebbero, accordandosi fiducia alla datazione ante1 148 dello Schwarz, « in engem historischem Zusammenhang mit den ver­wandten Wolbformen franko- und anglononnannischer Kirchen der erstenJahrzehnte des IZ. Jhd�. und bilden daher eine hochst bedeutsame Aus­sage iiber die mannigfachen Beziehungen des sizilischen Doms zum Norden;sie bekunden zugleich, dass man sich der neusten und kiihnsten architek­tonischen Formen bediente • ("). Nella monografia su Monreale lo studiosoba rinnovato un profilo delle vicende costruttive cefaludensi e palermitane,sulla traccia di quanto da lui stesso già in precedenza esposto ("). innestandopoi, giunto all'esame congiunto dei prospetti cefaludensi e monrealesi, una.osservàzione correttiva sul modo con cui dev'essere rettamente intesa laderivazione nordica dei prospetti turriti siciliani: « Se la presenza delle duetorri sulla facciata occidentale, nonché la loro definizione analoga a quellasolit8: per le facciate a due torri franco-normanne e anglo-normanne sugge­riscono vincoli di carattere storico e formale, tale supposizione non è giusti­ficata che in parte. Infatti vediamo a Cefalù - dove si trova l'unica facciataa due torri completa - che la differenza tra queste facciate a due torri sici­liane e quelle transalpine normanne sono assai rilevanti . A differenza delletorri nordiche che s'innalzano a pochissima distanza l'una dall'altra, avan­zando tutte e due davanti alla facciata della chiesa, nelle chiese siciliane -am­bedue le torri si trovano accanto alla facciata che col suo frontone conservacosi tutta la propria importanza. L'impressione prodotta da queste torri,chiuse e poco decorate che si ergono ai fianchi della facciata è completa­mente diversa da quella delle torri nordiche, disposte una vicina all'altra edecorate da membrature verticali . Anche se si ammette che prototipi e di­sposizioni anglo-normanne, presenti in Cattedrali come Durham e Canter­bury hanno avuto qualche influenza, il risultato finale nelle facciate a duetorri è ben diverso t (10) .

Nello stesso anno apparve anche un altro contributo, di Pierre Héliot, che degnamente conclude questa vicenda critica per l'esemplare chiarezza. con cui numerosi problemi vengono discussi e risolti (11). Ai fini di questa trattazione interessa soprattutto riferire quanto l'Héliot scrive limitatamente al problema o anglo-nonnanno t : l'architetto responsabile della seconda fase dei lavori , quella con cui si procedette all'ulteriore elevazione del transetto e del presbiterio sarebbe stato " un Anglais depuis longtemps acclimaté au sud des Alpes et chez qui se fut estompé quelque peu le style de son pays nata!; ou bien un Italien qui eut reçu un complement de formation profes­sione! durant un récent voyage outre Manche » (11) , cui spetterebbero l'idea-

(47) Io., Cefalù, clt., p. 6. (48) Ibld., p. 10.(49) ID., Il duomo di Monreale clt., pp. 155-167.(50) lbid., pp. 173-174.(51 ) P. Ht::LIOT, La cathedrale de Cefala, sa chronologie, sa ftliation et les Galerie murala

dans les lglises romane& du midi, In Arte lombarda, X (1965), pp. 19-38. (62) lbld., p. 33.

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zione della galleria ad arcate, la fedeltà della copertura lignea, pur sosti­tuita da lui stesso con volte costolonate nel proseguire la galleria, il pro­getto di una torre-lanterna all'incrocio dei bracci, forse la composizione delle facciate del transetto, il disegno di una f.acciata-schermo (N) e altri motivi minori quali le arcate incrociate. il loro ornamento a zigzag, la presenza dei capitelli ' a piega ' ("). A documentarne i rinvii provvedono le cattedrali diHereford per la galleria (11), di Lincoln e Colchester per il prospetto, ancora di Hereford, di Canterbury, di Peterborough e Oxford per la fedeltà alle coperture lignee ("), di nuovo la cattedrale di Peterborough oltre �e esempi francesi per il profilo delle volte nel coro (1'). Ad altre ascendenze di diversa dislocazione geografica dovrebbero invece riferirsi altri elementi pure in precedenza riferiti a.ll'Inghilte� o genericamente alla cultura • oltremon­tana • (Toesca), quali i salienti dell'abside centrale, che con le arcatelle di coronamento sono esponenti di influssi dal romanico-lombardo (11) oppure le torri del prospetto per le quali lo studioso, assieme a osservazioni ana­loghe a quelle del Krònig, avanza una proposta di derivazione dalle « portes monumentales des remparts �tiques • (N).

Dunque nei centotrentasei anni intercorsi fra il primo accenno del Gally Knight e oggi la pro�ttiva critica sugli apporti della cultura archi­tettonica anglo-ne>rmaooa ha compiuto quasi interamente il suo corso (•) : dall'asserzione • negativa • dello studioso inglese si è passa.ti via via con lo Springer, l'Enlart, lo Hubbard, lo Schwarz, il Di Stefano, il Kronig e l'Hé­liot a formulare tassello su tassello tutta una serie di rinvii che concretano a livello della storia dell'architettura quei rapporti tra le due isole che la storia politica e sociale ci documenta in altri termini (11).

(53) Ibld:, pp. 28, 32, 33, 38 (a. 68, 86-88, 93). A proposito della composizione della fac­ciata e degli oculi In essa Inseriti lo tUllot fa osservare la altro luogo (p. 2-1) l'&nalocla fra IItransetto di Cefalù e quello della Collegiata di Chllons-eur-.Marne che pu6 far presupporre unaderivazione Isolana da un prototipo specificamente fnutceM. Tale analogia cobnporta ancheuna diversa considerazione sul motlw dell'oaalo, di derivazione Islamica per Il Pranz (dr. supra n. 42), casalnese-deslderlana per 11Kr6nlg (<À/ala dt., p. 13).

(54) lbld., pp. 27 e 38 (n. 86).(55) lbld., p. 22 (e tlg. 8). (56) Per ambedue I rinvii, cfr. p. 38, n . 8'1.(57) Ibld., p. 22. Aggiunge peraltro lo tM!lot: • Toutefols les voutes de Cefalù n& fllrent

aans doute pu montffs par un homme du Nord. La forme dn tallloln et lea maladte11es d'lmplatatlon dea nervurea dénotent un constructeur peu famlUariH avec l'ogfve ,.

(58) lbld., p. 26.(69) lbld., p. 29. La proposta ml pare tuttavia dllcutlblle.(60) va tuttavia qui ouervato per Indio che un reunte contributo di O. AGNELLO:

Esttnslonl t limiti dtllt tnjlwnu n,lanall sull'ardtltdtura normanna ml MUZfflomo d' llalla.In I Normanni , la toro upamt� (Settimana XVI) Spoleto, 1969, pp. 129-7� ambra voler mlnlmlu.are l'apporto normanno«ttentrlonale (la parte aUe pp. 729-133).

, . (6 1) Non Il plQ:,ovvlamente questione di riconoacere nel alagoll detta111 a chi, per alcune tlpologle ornamentali, spetti la priorità aaaoluta dell'lnwnziooe, perchj ciò che cl Interessa •piuttosto evidenziarne la toro diffusione coerentemente ql'lndlscuul rapporti storici e docu­mentabllt per via di 10stani.tall affinità dowte a quel linguaggio architettonico che colnwJp la trama spaziale e non 11 llmlta all'eaempllflcazlone del dettaglio. I l diacono sull'Interferenza au11•una e sull'altra cultura non s'Impernia do� eulJI tipologia del capitelli, aull'lntrecclo del­l'arco, sulla forma della sua curvatun della sua oraameatazioq, di cui deve tener conto eolo in via aecondarla, rispetto aQe pi� algnlflc:anU r1p>nl della propttulone: nelle planlmetrte. negli alza ti ecc.

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L'isola mediterranea ha nelle sue cattedrali di Cefalù e di Palermo due monumenti che la inseriscono - pw con le limitazioni della loro incomple­tezza e delle modi.fiche subite - nella storia dell'architettura e normanna t, nel percorso di una vicenda architettonica svoltasi principalmente in Inghil­terra e in Francia, della quaJe rappresenta una diramazione di grande inte­resse �rché l\Jcalizzata in un'area.. delle tradizioni e dai contatti culturali del tutto diversi. :k per questo che di alcuni motivi resta inesplicata. la � venienza o ne è problematica. l'analogia: le colonne a fascio della Cattedra­le cli Palermo per le quali non sono conclusivi - n6, forse, lo vogliono essere - i rinvii del Kronig alle colonne binate dell'Italia. meridionale (agli esempi inglesi, lo studioso fa riferimento con dichiarato limite • tipologico '); lo stesso tipo di prospetto turrito da. Mazara a. Monreale - che. come ba giu­sta.mente osservato ancora. il Kronig, è alle radici di idea nordica.. ma co­stituisce poi uno sviluppo del tutto autonomo (è peraltro di scarsa vali­dità il confronto del Kronig con i prospetti di alcuni transetti inglesi). Maindiscutibili sono invece altri nessi: a Cefalù la galleria ad arca.te del tran­setto, la prevista copertura lignea. sull'intero assetto plao.imetrico,ralta spazialità dell'interno al di là. dell'arco trionfale, la verosimile progetta­zione della lanterna. sulla. crociera, il prospetto a multiplo ordine di arcatelle cieche ; a Palermo, nella Cattedrale, lo sviluppo longitudinale delle navate, (per il quale non possono valere rinvii alla cultura. desideriana) (9), l'arti.­cola.zione del para.mento murario con una finestratura continua e la disposi­zione dei torrioni angolari (•).

Questi studi citati hanno raggiunto una chia.reua soddisfacente sul grado degli apporti inglesi (e anche francesi) nell'ambito dell'architettura normanna siciliana; non altrettanto pub invece dirsi per un altro ambito artistico che, a un maggiore approfondimento, offrirebbe interessanti risul­tati: la miniatura .. Gli studi di Hugo Buchthal (1&) e di Angela Dan.eu Lat­tanzi (11) hanno avviato la conoscenza di un materia.le prima pratica.mente

(62) C. BozzoNt, Calabria normanna, Roma, 1974, p. 121 (e nota 36) t il pia recente so­stenitore della dlvena tesi per c1d a Oerace, a Salerno e a Capua, a Catania, a Messina e Pa­lermo, • l'accentuato ,viluppo longitudinale della navata aasume un indubbio valore qua.11-flcante nella definizione del tema cl1J81lcutlco di questi ambienti • (Il col'81vo è mio).

(63) Plnestrat1.1ra e originarla progettazione del torrioni costituiscono peraltro due fraf plb Interessanti e lrrlaoltl problemi che l'edlftclo pone. Ovviamente solo da un soddisfa­cente studio ricostruttivo (quale non è, malgrado qualche benemerenza e le buone lntenlloal, quello dello Zanca, clt. sopra alla a. I>) potrà poi lndlrlzzaral un pita motivato rinvio alla cul­tura anglo o franconormanna. L'lllumlnulone operata dalle venti flnestre continue su claacun lato della navata e da altrettante della navatelle deve aver prodotto un effetto di luminositànon pregotlco - come spesso ripetuto da1ll studiosi - ma schiettamente aotlco a una data pienamente • europea •· VI si aggiunga Il motlVo - anch'easo trascurato dagli studiosi,tranne che In un Insufficiente accenno deUo Zanca - delle due spa&loae finestre circolari aul transetto, anche case di chiara accezione aotlca Oe si confrontino con quelle della Collegiata di S. Etlenne a Beauvals, In E. OALL, DI, 1otl1Che Baukunst In Prankreldl unti DlrdSdilan4, Lelpzlg, 1925, pp. 142-143).

(64) Dello 1tlldlo&0 al vedano soprattutto : A SchoaJ o/ Mlnlatw, Patntlng in Nortn1111 Stclly, In Late Cla.sslcal and Medlnal Studlu fn Honcr a/ A. M. Prkn4 Jr., Prloceton, N. J., 1956, pp. 312-319, e The BeglMlflllS oJ Manmcrlpts lllwnlnatton In Norman Slcll)', ln Papera of tM Brltlslz 1c/uJol at Rom., XXIV (1 91SG), pp. 78-85.

(65) Cfr. i seguenti acrlttl della studiosa: Dut sconosciuti maru,scrlttl di epoca normanna,In Attf del Convtano fnftrnazfonalt di studi Tlllllltrianl (Palermo 1954), Palermo 1956, pp.

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i�orato, ponendo premesse dalle quali non pub prescindersi negli studi fu­turi. In essi una componente di prim'ordine, quella inglese. dovrà tuttavia ricevere un'attenzione che finora non le è stata rivolta; il Buchthal ha in­fatti risolto in un ambito esclusivamente mediterraneo, di mediazione pale­stinese, quegli elementi che possono alle origini considerarsi inglesi, me�tre

· la Daneu Lattanzi si è limitata a due brevissimi accenni, quando, in due co­dici messinesi di età normanna, scorge e caratteri stilistici . . . non immemo­ri . . . della vivace spigliatezza delle contemporanee miniature dell'Europaoccidentale francesi e inglesi • (M) e ne evidenzia e la parentela strutturalecon le iniziali nordiche - inglesi e francesi - della metà del secolo t (").

Di recente infine, il Dodwell ha avanzato, anch'egli di sfuggita, un ac­cenno nel quale giustamente, seppur genericamente. rinvia a un in.:liusso transalpino per la presenza di iniziali figurate o istoriate (•). Ma il problema merita un'indagine di fondo per la quale rinvio ad altra occasione (") .

Architettura e miniatura potranno dunque offrire risultanti in parte convergenti sul presupposto di analoghi orientamenti geografici. Ambedue sono da considerare testimonianze dei profondi nessi europei - non solo me­diterranei - intrinseci all'arte siciliana di età normanna.

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303-31 6, Ellangelario ed epistolario del stc. Xll. Due gemme della Painlana, Messina, 1954;Di un manoscritto miniato eseguito a Palermo ntl terio quarto del Xli secolo e d'alcun{ altri manoscritti, con osservazioni sulla scrittura siciliana pregotica, in Accademie e lliblioteclle d' Ita­lia, XXXII (1 964), pp. 225-236; 309-320. Lintammti di storia della miniatzua in Sicilia, Fi­renze, 1966.

(66) A. DANEU LATl'ANZI, Bvangelarlo clt. All'atto della prima presentazione agli studiosidi questi codici, la Daneu aveva fatto invece esclusivo riferimento ad eventuali discendenze francesi: cfr. Due sconosciuti manoscritti clt.

(67) Lineamenti clt., p. 27.(68) R, OoDWELL, Painting in Europe, 800 to 1200, Harmondsworth 1971, p. 159.(69) Una breve anticipazione sull'argomento l stata di me presentata In occasione

delle " 28 Olornate normanno-sveve " (Bari, 19-21 maggio 1975) con una comunica­zione dal titolo " Componenti Inglesi dell'architettura e della miniatura nella Sicilia normanna " (Alti In corso di stampa). Aggiungo che una giovane studiosa statunlténse, Mra: Jean Owens Scheafer, dell'Università di Berkeley (California) si sta occupando di problemi figurativi Inerenti I codici normanni aldllanl.

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