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SISTEMA STATISTICO NAZIONALE COMUNE DI BRESCIA Unità di Staff Statistica Programma Statistico Nazionale 2000-2002 Tasse, bollette e tariffe: La spesa delle famiglie governata dalla mano pubblica Studio progettuale BRE-00002 fascicolo n. 22/2003 e INTRODUZIONE n questa breve nota tracciamo le linee di lavoro su cui l’ufficio sta operando da tempo 1 nell'ambito dello studio progettuale inserito nel Programma Statistico Nazionale 2000-2002, Area Sociale, Settore Famiglia e aspetti sociali vari (cod. Bre-00002) 2 , dal titolo "Tasse, bollette e tariffe: La spesa delle famiglie governata dalla mano pubblica" con obiettivo la definizione del quadro di riferimento, degli archivi disponibili presso le pubbliche amministrazioni e del piano delle elaborazioni sul tema dei redditi e dei consumi delle famiglie su cui può intervenire, direttamente o indirettamente, il comune o altri enti pubblici, attraverso la manovra fiscale o tariffaria. Le elaborazioni presentate sono un primo spoglio dei dati derivati da un’indagine, avviata nel 2002, relativa ad un campione casuale di 995 famiglie residente nel Comune di Brescia al 31 dicembre 2000, per le quali è stato ricostruito il reddito, attraverso l’incrocio di vari archivi amministrativi publbici. POVERTÀ E NUOVE POVERTÀ a situazione economica del paese, la necessità di reperire risorse per ripianare il debito pubblico, l’impossibilità di aumentare il prelievo fiscale e la scelta di rivedere il welfare state adottando politiche di tagli alla spesa sociale, stanno riproponendo il problema delle 1 Si vedano in particolare: Comune di Brescia, Unità di staff Statistica, Il grado di autonomia delle famiglie bresciane – La situazione al censimento 1991, Fatti e problemi n. 20/2000. 2 Gazzetta Ufficiale Serie Generale N. 114 DEL 18/5/2000 - Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 marzo 2000 - Approvazione del Programma Statistico Nazionale per il triennio 2000-2002. povertà (vecchie e nuove) e dell’incidenza delle scelte economiche e politiche su di esso. La definizione di chi è o non è povero o di chi potrebbe diventare povero anche se non lo è ancora è un tema che ha sempre appassionato filosofi, economisti e sociologi (ma non solo loro). Definire gli elementi in base ai quali stabilire chi è o non è povero, è importante, poiché determina la natura del problema e la sua dimensione (sociale ed economica). È quindi un'informazione fondamentale per la determinazione delle strategie a favore delle persone in stato di bisogno. Infatti gli elementi sulla base dei quali si definisce la povertà sono quelli che poi orienteranno le politiche: se è intesa come mancanza di reddito si adotteranno politiche di redistribuzione, se è mancanza di accessibilità ai servizi si opererà per renderli accessibili, ecc. L’individuazione delle condizioni che identificano lo stato di povertà o una maggiore o minore propensione ad essa rappresenta un tema di grande interesse per l’Ente locale, tanto più ora che vincoli di vario tipo (economico-finanziari, di personale, ecc.) ne condizionano sempre più la capacità di intervento e prefigurano la necessità di razionalizzare e ottimizzare gli interventi. Conoscere la condizione in cui si trovano le famiglie della comunità locale e stimare qual è la loro capacità di reazione ad eventi negativi è di aiuto a prevedere quali possono essere le ripercussioni sulle famiglie, in particolare quelle che già si trovano in stato di disagio ma soprattutto quelle “a rischio”, dei provvedimenti di politica fiscale, dei “ritocchi” più o meno profondi al welfare, delle politiche economiche e d’impresa. L’AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE A BRESCIA NEL 2000
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L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

Apr 02, 2023

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Page 1: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

S I S T E M A S T A T I S T I C O N A Z I O N A L E

COMUNE DI BRESCIA

Unità di Staff Statistica Programma Statistico Nazionale 2000-2002 Tasse, bollette e tariffe: La spesa delle famiglie governata dalla mano pubblica Studio progettuale BRE-00002

fascicolo n. 22/2003

e

INTRODUZIONE n questa breve nota tracciamo le linee di lavoro su cui l’ufficio sta operando da tempo

1

nell'ambito dello studio progettuale inserito nel Programma Statistico Nazionale 2000-2002, Area Sociale, Settore Famiglia e aspetti sociali vari (cod. Bre-00002)

2, dal titolo "Tasse, bollette e

tariffe: La spesa delle famiglie governata dalla mano pubblica" con obiettivo la definizione del quadro di riferimento, degli archivi disponibili presso le pubbliche amministrazioni e del piano delle elaborazioni sul tema dei redditi e dei consumi delle famiglie su cui può intervenire, direttamente o indirettamente, il comune o altri enti pubblici, attraverso la manovra fiscale o tariffaria. Le elaborazioni presentate sono un primo spoglio dei dati derivati da un’indagine, avviata nel 2002, relativa ad un campione casuale di 995 famiglie residente nel Comune di Brescia al 31 dicembre 2000, per le quali è stato ricostruito il reddito, attraverso l’incrocio di vari archivi amministrativi publbici.

POVERTÀ E NUOVE POVERTÀ a situazione economica del paese, la necessità di reperire risorse per ripianare il debito pubblico, l’impossibilità di aumentare il

prelievo fiscale e la scelta di rivedere il welfare state adottando politiche di tagli alla spesa sociale, stanno riproponendo il problema delle 1 Si vedano in particolare: Comune di Brescia, Unità di staff Statistica, Il grado di

autonomia delle famiglie bresciane – La situazione al censimento 1991, Fatti e problemi n. 20/2000. 2 Gazzetta Ufficiale Serie Generale N. 114 DEL 18/5/2000 - Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 marzo 2000 - Approvazione del Programma Statistico Nazionale per il triennio 2000-2002.

povertà (vecchie e nuove) e dell’incidenza delle scelte economiche e politiche su di esso. La definizione di chi è o non è povero o di chi potrebbe diventare povero anche se non lo è ancora è un tema che ha sempre appassionato filosofi, economisti e sociologi (ma non solo loro). Definire gli elementi in base ai quali stabilire chi è o non è povero, è importante, poiché determina la natura del problema e la sua dimensione (sociale ed economica). È quindi un'informazione fondamentale per la determinazione delle strategie a favore delle persone in stato di bisogno. Infatti gli elementi sulla base dei quali si definisce la povertà sono quelli che poi orienteranno le politiche: se è intesa come mancanza di reddito si adotteranno politiche di redistribuzione, se è mancanza di accessibilità

ai servizi si opererà per renderli accessibili, ecc.

L’individuazione delle condizioni che identificano lo stato di povertà o una maggiore o minore propensione ad essa rappresenta un tema di grande interesse per l’Ente

locale, tanto più ora che vincoli di vario tipo (economico-finanziari, di personale, ecc.) ne condizionano sempre più la capacità di intervento e prefigurano la necessità di razionalizzare e ottimizzare gli interventi. Conoscere la condizione in cui si trovano le famiglie della comunità locale e stimare qual è la loro capacità di reazione ad eventi negativi è di aiuto a prevedere quali possono essere le ripercussioni sulle famiglie, in particolare quelle che già si trovano in stato di disagio ma soprattutto quelle “a rischio”, dei provvedimenti di politica fiscale, dei “ritocchi” più o meno profondi al welfare, delle politiche economiche e d’impresa.

L’AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE A BRESCIA

NEL 2000

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SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

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DISEGUAGLIANZE E POVERTÀ Il concetto di povertà non è univoco. A secondo dei punti di vista, economico, sociologico, morale, ecc., può assumere valenze e riferirsi a situazioni e a persone alquanto diverse tra loro. Il concetto di povertà spesso è stato definito con modalità polari: �� oggettivo (ciò che è povero per definizione)-soggettivo

(ciò che è povero perché vissuto come tale); �� assoluto (ciò che definisce il povero oggi lo definirà

anche domani come lo definiva ieri)-relativo (l’essere povero muta con il tipo di società in cui si incastona e con le condizioni economiche complessive della popolazione e del tempo in cui si vive);

�� diretto o statico (povertà come concetto statico definito dagli standard di vita)-indiretto o dinamico (come concetto dinamico, definito dallo standard poverty line,cioè dalla linea di povertà);

�� evolutivo (la povertà come risultato di un processo)-non evolutivo (la povertà come stato di fatto).

Presentiamo, in questo riquadro, alcuni approcci teorici che, accettando o rigettando le dicotomie sopra illustrate, evidenziano la natura del problema e i modelli di analisi di conseguenti. Queste breve nota quindi, ben lungi da essere un’analisi completa del concetto di povertà in letteratura, cerca di illustrare a grandi linee alcune delle impostazioni più diffuse, in modo da rendere chiara la scelta del modello che sarà poi utilizzato nella elaborazione dei dati.

LA POVERTÀ La povertà è stata definita in un documento del 1984 del Consiglio della Comunità Europea, in questo modo: “i poveri possono essere considerati le persone, le famiglie e i gruppi di persone le cui risorse (materiali, culturali e sociali) sono così limitati da escluderli dal modello di vita minimo accettabile nello Stato Membro in cui vivono”3, o, in altre parole, sono quelle persone il cui livello di benessere è inferiore allo stile di vita dominante (dominant life style) nella società in cui vivono (reference society4). E’ una definizione che nasce da un approccio soprattutto di natura economica e che fa riferimento sostanzialmente al concetto di standard minimo di vita5 e di standard poverty line6. La critica al metodo dello standard poverty line, che ne indica l’inadeguatezza ad affrontare correttamente il problema, nasce dalla constatazione che “la fissazione di una soglia discriminante, unica ed eguale per tutti, che ripartisce in modo netto la popolazione tra poveri e non poveri, non sembra essere certamente un criterio adeguato qualora si intenda accogliere una definizione più complessa e multidimensionale della povertà o comunque quando si voglia tenere conto delle differenti caratteristiche personali e del diverso grado di intensità con cui si manifestano le condizioni di bisogno dell’individuo”7. Un altro tipo di approccio, che affronta il tema dal punto di vista sociologico, ritiene che il concetto di povertà sia ben esplicitato da quello di esclusione sociale che non si limita a prendere in considerazione gli elementi economici della povertà ma esamina il carattere sociale dei meccanismi sottostanti ai processi di impoverimento8.

3 EUROSTAT, Poverty Statistics in the late 1980s: Research based on micro-

data, Theme 3, Series C, Office for Official Publications of the European Communities, 1994 4 Barreiros M.L., How to measure poverty in Europe? The methodological experience of the European Statistical Office,in 48th I.S.I. Session, September 9-17, 1991. 5 Towsend P., The Social Minority, Allen Lane, 1973; “...possono essere considerati poveri quegli individui e quelle famiglie le cui risorse, nel tempo, si riducono notevolmente rispetto alle risorse che sono possedute dagli individui e dalle famiglie medie nella comunità in cui essi vivono”. 6 M. Orshansky, Counting the Poor: Another Look at the Poverty Profiles, in Social Security Bulletines, vol. 28, 1965. 7 Chiappero Martinetti E., Le analisi empiriche sulla povertà: alcune riflessioni sui principali problemi metodologici e sulle possibili soluzioni, in Polis, n. 1, aprile 1995 8 Saraceno C., Esclusione sociale, in Animazione sociale, n. 1, 1993, pp. 23-26; Negri N., I concetti di povertà e di esclusione, in Polis, n. 1, aprile 1995.

Tale concetto risulta però eccessivamente vago e porta il dibattito sul piano dell’uguaglianza dei diritti (sociali, economici, civili) e non consente di distinguere concretamente i poveri dagli esclusi e di analizzare i diversi segmenti sociali coinvolti. Gli approcci economico e sociologico hanno dato vita successivamente a due nuovi indirizzi, per certi versi convergenti, che stanno influenzando il dibattito in tema di povertà. Sono l’approccio sociologico della povertà come percorso9 e l’approccio economico alle capacità personali10. Un base comune a questi due approcci può essere ritrovata nella teoria degli insiemi sfumati (fuzzy sets theory) che, superando la logica dicotomica (“appartiene ad A/non appartiene ad A”) consente di graduare le appartenenze a ciascun insieme11. Non è infatti un criterio adeguato fissare una soglia discriminante, unica ed eguale per tutti, che ripartisca in modo netto la popolazione tra poveri e non poveri. Al contrario, se vogliamo tener conto delle differenti caratteristiche personali e del diverso grado con cui si manifestano le condizioni di bisogno dell’individuo, è più plausibile ipotizzare l’esistenza di un passaggio graduale all’interno di queste due posizioni estreme12. L’approccio alla povertà come percorso, ritiene che alcune cause originarie di deprivazione (stressful events) generano difficoltà a cui fanno seguito altre situazioni che rafforzano le condizioni di disagio, di esclusione, di marginalizzazione, in un susseguirsi di eventi i cui effetti si autoalimentano e si accumulano nel tempo13. Questo approccio, ma come vedremo questo aspetto è ben presente anche in Sen, affronta la definizione del significato di povertà attraverso un esame delle cause, individuali e ambientali (soprattutto a livello familiare), che determinano un’incapacità a utilizzare in modo ottimale le dotazioni iniziali a disposizione dell’individuo. Gli stati di povertà sono caratterizzati da un processo che ha una struttura costante: alle iniziali condizioni di deprivazione si susseguono risposte che producono altri stati in cui si rafforzano queste condizioni e si cumulano altri nuovi fattori di deprivazione (life stressful events). La povertà non è quindi una situazione statica ma una sindrome che si aggrava nel tempo, un processo in cui si succedono diverse crisi. La povertà, che a parità di condizioni originarie, in taluni progredisce, in altri no, non consiste semplicemente in uno stato di deprivazione particolarmente grave, quanto piuttosto la conseguenza di una “crisi di cittadinanza”, intendendo con questo termine il progressivo venir meno dei riferimenti sociali che consentono a una persona di perseguire razionalmente gli scopi in una data situazione.

9 Negri N., Reti di rischio e percorsi nella povertà, in Micheli G.A., Tulumello A.

(a cura di), Percorsi e transizioni, F. Angeli Ed., 1990. 10 Sen A. K., Poverty and Famines: An Essay on Entitlement and Deprivation, Clarendon Press, 1981; Sen A. K., Commodities and Capabilities, Nortj Holland, 1985; Sen A. K., La diseguaglianza, Il Mulino, 1994. 11 Negri N., I concetti di povertà e di esclusione, in Polis, n. 1, aprile 1995; Zadeh L.A., Fuzzy Sets, in Information and Control, n. 8, 1965; Zadeh L.A., Fu K.S., Tanaka K., Shimura M. (a cura di), Fuzzy sets and Their Applications to Cognitive and Decision Processes, Academic Press, 1975. 12 Chiappero Martinetti E., Le analisi empiriche sulla povertà: alcune riflessioni sui principali problemi metodologici e sulle possibili soluzioni, in Polis, n. 1, aprile 1995. 13 Saraceno C., Esclusione sociale, in Animazione sociale, n. 1, 1993, pp. 23-26; Negri N., I concetti di povertà e di esclusione, in Polis, n. 1, aprile 1995; Micheli G.A., Tulumello A., Percorsi e transizioni: tempi del demos e corsi della vita, F. Angeli, 1990. 14 Negri N., Reti di rischio e percorsi nella povertà, in Micheli G.A., Tulumello A. (a cura di), Percorsi e transizioni, F. Angeli Ed., 1990. 15 Rawls J., A Theory of Justice, Clarendon Press, 1972. 16 Atkinson A. B., On the Measurement of Inequality, in Journal of Economic Theory, 1970; Atkinson A. B., On the Measurement of Poverty, in Econometrica, n. 4, july 1987; Atkinson A. B., Poverty and Social Security, Harvester Wheatsheaf, 1989; Sen A. K., On Economic Inequality, Clarendon Press, 1973; Sen A. K., La diseguaglianza, Il Mulino, 1994. 17 Chiappero Martinetti E., Targetti Lenti R., Povertà: problemi di concettualizzazione e di identificazione delle variabili causali, in Rivista di Politica Economica, n. 5, maggio 1992.

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L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE A BRESCIA NEL 2000

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Pertanto, un conto è essere relativamente deprivati perché si hanno meno risorse della media, un altro è essere deprivati perché si è esclusi dalla partecipazione a qualsiasi società e non ci si può riprodurre se non in qualità di assistiti. Nel primo caso ci si trova di fronte a una situazione di deprivazione da disuguaglianza rispetto ad altri soggetti più avvantaggiati, nel secondo caso si è in una situazione di povertà14. L’approccio di tipo economico rappresentato dalle opere di Atkinson e in particolare di Sen, trova origine dalla critica alle teorie di Rawls di povertà come assenza di eguaglianza.Il principio di differenza generalizzato di Rawls assume come punto di vista fondamentale quello dell’egualitarismo: “Tutti i valori sociali - libertà ed opportunità, reddito e ricchezza, e il fondamento del rispetto di se stessi - vanno distribuiti in modo uguale, a meno che la distribuzione ineguale di uno qualsiasi o di tutti questi valori sia a vantaggio di tutti”15. Tra tutti i valori sociali quello che ha maggiore priorità è la libertà (principio di priorità della libertà). Atkinson e Sen16 ne derivano quindi che la povertà non è che uno stadio particolarmente grave del più importante problema della diseguaglianza. Nell’approccio alle capacità di Sen la povertà viene ad essere intesa come mancata realizzazione da parte dell’individuo di un insieme di funzionamenti (functionings), vale a dire un insieme di “stati d’essere” che esprimono ciò che l’individuo riesce a fare e ad essere (nutrimento, buon stato di salute, evitare le malattie, avere un’abitazione adeguata, partecipare alla vita sociale, avere libero accesso alle possibilità di istruzione e di svolgere un lavoro, ecc.). La possibilità per l’individuo di assolvere queste funzioni essenziali dipende certamente dalle risorse e dalle dotazioni iniziali di cui egli dispone, ma anche, e soprattutto, dalle capacità personali di convertire in modo ottimale, attraverso specifiche funzioni di utilizzazione, i beni e le risorse in stati di benessere. Il possedere certe cose non significa di per sé capacità di utilizzarle a causa dei vincoli, individuali e sociali, e delle restrizioni che possono rendere l’individuo incapace di farli funzionare. È importante quindi, in questo approccio, il concetto di capabilities: se i functionings possono essere intesi come elementi costitutivi del benessere, e come tali sono espressione diretta del tenore di vita di un soggetto, le capacità (capabilities) possono essere pensate come un insieme di vettori di funzionamenti ed esprimono la libertà del soggetto di ottenere benessere. Sen introduce il concetto di privazione relativa, quale condizione psicologica del povero derivante dal confronto che egli effettua tra il proprio reddito (o il proprio divario di povertà) e quello degli altri poveri. Per Sen, la definizione di povertà non può prescindere dalla individuazione di un indice relativo alle capacità fondamentali delle persone. La povertà quindi non è un fenomeno quantitativo (deprivazione particolarmente grave) ma qualitativo (venir meno nel soggetto delle capacità fondamentali). Questi aspetti qualitativi generano però delle conseguenze quantitative (stati di deprivazione) particolarmente gravi. Il fenomeno della povertà, quindi, è diverso da quello della semplice diseguaglianza nella distribuzione dei redditi anche se sono due fenomeni strettamente interconnessi con riferimento alla struttura delle retribuzioni ed alla qualifica professionale. La condizione o meno di povero dipende quindi dall’effettiva abilità del soggetto nel convertire dotazioni di beni in pluralità di funzioni. Il problema diventa allora quello di enucleare un indice delle capacità con cui definire la nozione, di per sé ambigua, di livello di vita (standard of living). In questa accezione lo stato di povertà dipende dalla mancanza delle capacità essenziali (basic capabilities) per esercitare a pieno titolo quei “diritti” che di volta in volta sono ritenuti come fondamentali in relazione alle condizioni (politiche, giuridiche, sociali) particolari d’ogni società. In questo ambito Sen contrappone alla definizione di povertà assoluta legata al concetto di minimo vitale con

riferimento alla determinazione di un livello di risorse necessario a garantire il soddisfacimento dei bisogni primari, quali l’alimentazione e l’abitazione, che consentano di non pregiudicare l’efficienza fisica dell’individuo (necessità fisiche e biologiche), quello di povertà relativa, data dalla difficoltà o impossibilità di accesso alla vita economica, sociale e politica da parte dell’individuo che confronta la propria posizione rispetto ad un gruppo di riferimento o allo schema di vita prevalente. La relatività è riferita al diverso momento storico, geografico e culturale che si considera, oltre che al gruppo sociale assunto a fini comparativi. La povertà si inserisce quindi nel tema della diseguaglianza sociale e le cause della povertàvanno ricercate quindi nell’ambito dell’organizzazione sociale nel suo complesso, poiché rappresentano l’effetto diretto di una disuguaglianza sociale che trova le sue origini in una distribuzione diseguale non solo delle risorse ma anche delle opportunità17. Per chi gestisce i servizi di intervento a sostegno delle situazioni di disagio l’adottare l’una o l’altra di queste definizioni implica uno scenario diverso sia dal punto di vista della percezione della situazione, sia da quello degli interventi necessari. Il concetto di povertà assoluta richiama infatti l’attenzione soprattutto sugli aspetti di intervento di sostegno immediato, a garantire il raggiungimento del livello minimo vitale, mentre il concetto di povertà relativa rimanda ad interventi di sostegno “complessivo” alle situazioni di disagio, non definite univocamente dal reddito o da una condizione di deprivazione, attraverso attività di prevenzione che mirano ad impedire non solo che le persone si trovino sotto il livello del minimo vitale ma che siano in grado di avere a disposizione risorse e capacità che consentano di allontanarsi il più possibile da una condizione di rischio. Il concetto di povertà assoluta rimanda quindi alla persona e ad alcuni aspetti precisi dei suoi problemi affrontati singolarmente (reddito scarso o assente, condizione abitativa disagevole, ecc.) nel momento in cui ciascuno di essi si presenta. Quello di povertà relativa si riferisce invece alla persona nel suo complesso a cui va rivolta un’attenzione “complessiva” e non segmentata sulle singole emergenze. Per esemplificare, nel primo caso l’utente è spezzettato per servizi e problemi, a volta sconnessi tra loro, ma che sono affrontati solo quando si presentano in assoluto come non sufficienti (si pensi alle fasce reddituali per interventi di sostegno economico e per l’assegnazione di case pubbliche), nel secondo caso si ha un utente di cui ci si fa’ carico per intero, indipendentemente dal fatto che per uno o più aspetti non si trovi in condizione di deprivazione tale da richiedere, se affrontato come aspetto singolo, un intervento di supporto. L’utente diventa una persona su cui è effettuato un investimento complessivo che mira a metterlo nelle condizioni di affrontare e superare una condizione di disagio più o meno complessa. Per fare un esempio, si può integrare il reddito di una persona che non ha risorse, ma se questi è un alcolizzato e spende tutto ciò che ottiene in vino e quindi se non è parallelamente affrontato il problema dell’alcolismo, e le ragioni che lo hanno generato, come elemento che condiziona le capacità di questa persona dall’uscire dalla condizione di povertà, l’intervento non avrà effetto e soprattutto vincolerà senza possibilità di scelta le risorse a disposizione: sarà un investimento senza ritorno. Se si accetta la definizione di povertà come percorso, come condizione relativa, come risultato di capabilities non utilizzate al meglio, piuttosto che come stato di fatto, esclusiva mancanza di reddito, ecc., il concetto di autonomia diventa un interessante strumento di analisi. Partendo dalle caratteristiche individuali, dalla struttura della famiglia, dalle reti parentali e sociali consente di ottenere, a vari livelli, informazioni utili a classificare e ad identificare, in base ad elementi oggettivi, le situazioni di disagio effettivo e/o potenziale, prescindendo almeno in parte dalla semplificazione dettata dal livello di reddito.

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L'approccio tramite l'analisi del grado di autonomia delle famiglie, che consente in una prima fase di individuare le situazioni a maggior rischio e successivamente di graduare la posizione di ciascuna famiglia, permette di evidenziare alcuni elementi fondamentali per l'amministrazione pubblica. Prima di tutto consente di considerare lo stato di indigenza più o meno grave o la povertà non tanto e non solo come una condizione dell'individuo, ma anche e soprattutto come una condizione e un problema delle famiglie, soggetto sociale primario su cui ricadono le conseguenze dei disagi che vivono fli individui che la compongono. In secondo luogo consente, con grandi potenzialità di approfondimento laddove ve n'è la necessità, non solo di specificare le situazioni già esistenti, ma di graduare le situazioni familiari, individuando le fasce a rischio e il relativo grado di rischio, fornendo elementi prospettici sui livelli di intervento e sul corretto grado di partecipazione delle famiglie al costo dei servizi. Infine, il concetto di autonomia, come hanno dimostrato le applicazioni da noi effettuate in questi anni, è in grado di fornire utili elementi operativi

18 che consentono non solo di graduare le

differenti situazioni ma anche di verificare l'effetto delle politiche (sociali, fiscali, tariffarie) sulle condizioni di vita delle famiglie appartenenti alla comunità locale. La definizione e l'utilizzo del concetto di autonomia delle famiglie risulta infatti di particolare interesse perché consente di affrontare il tema del ruolo delle politiche sociali, fiscali, tariffarie dell'Amministrazione comunale utilizzando elementi di classificazione delle famiglie che non si basino esclusivamente su elementi di reddito ma sull'analisi complessiva delle loro risorse.

IL GRADO DI AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE

a famiglia è intesa come l’organizzazione elementare che provvede al soddisfacimento dei bisogni dei suoi componenti: “l’autonomia

delle famiglie è definibile come l’ampiezza del ventaglio delle scelte che la stessa può,

18 Si vedano in proposito le pubblicazioni realizzate dall'Unità di staff Statistica

in cui vengono affrontati questi temi, secondo differenti approocci, e talora applicate le metodologie di analisi presentate in questo documento: Comune di Brescia, Settore Statistica, Precarietà e solidità delle famiglie del Rione Carmine, Statistiche rapide n. 3/1994; Comune di Brescia, Settore Statistica, Scenari a medio termine per il Comune di Brescia, Analisi & proposte n. 2/1996; Comune di Brescia, Unità di staff Statistica, La formazione delle microzone censuarie di Brescia, Relazioni n.1/1999; Comune di Brescia, Unità di staff Statistica, Simulazione dell'effetto del canone convenzionato dei contratti di locazione agevolati, Piani e documenti di lavoro n. 10/1999; Comune di Brescia, Unità di staff Statistica, Il grado di autonomia delle famiglie bresciane – La situazione al censimento 1991, Fatti e problemi n. 20/2000; Comune di Brescia, Unità di staff Statistica, Le reti parentali – Nonni, figli e nipoti tra sostegno reciproco e domanda di servizi, Rapporto di ricerca 16/2002; Comune di Brescia, Unità di staff Statistica, La rete comunale dei servizi sociali agli anziani, Rapporto di ricerca 17/2002.

sensatamente, prendere in esame nei suoi processi decisionali”

19.

Intuitivamente, e a parità di altre circostanze, si conviene che una famiglia con più risorse abbia anche maggior autonomia in quanto può scegliere in un ventaglio oggettivamente più aperto di quello di un’altra famiglia con risorse minori.

Indice Assoluto di Autonomia �� RdtConConIAA ���� 2

Con = Unità di consumo o consumatori Rdt = Unità di reddito o redditieri

Il significato dei risultati - valore minimo quando nella famiglia non vi sono redditieri; - valore massimo quando in una famiglia vi sono solo

redditieri; - valore nullo (se algebricamente possibile) quando la metà

dei consumatori sono redditieri; - valore negativo o positivo quando prevalgono,

rispettivamente, i consumatori o i redditieri.

Indice Relativo di Autonomia ��� � 100*2

ConRdtConConIRA ���

Con = Unità di consumo o consumatori Rdt = Unità di reddito o redditieri Ha un campo di variazione nell’intervallo -100%, 100%.

Il significato dei risultati - valore minimo quando nella famiglia non vi sono redditieri; - valore massimo quando in una famiglia vi sono solo

redditieri; - valore nullo (se algebricamente possibile) quando la metà

dei consumatori sono redditieri; - valore negativo o positivo quando prevalgono,

rispettivamente, i consumatori o i redditieri.

Classificazione del grado di autonomia per range di variazione dell'Indice Relativo di Autonomia Nullo -100% � IRA � -76%Basso -75% � IRA � -26%Medio -25% � IRA � +25%Alto +26% � IRA � +75%

Elevato +76% � IRA � +100% La differenza sostanziale è data dal fatto che l’IRA varia, diversamente dall’IAA, al mutare della dimensione familiare. L’IAA, infatti, può assumere lo stesso valore anche in famiglie numericamente differenti.

(Riva L., In tema di autonomia delle famiglie, in Notiziario economico bresciano, n. 39, maggio 1988)

Ad esempio, la presenza di figli con meno di 3 anni obbliga ad effettuare delle scelte: lo stare a casa dal lavoro piuttosto che accedere ai servizi 19 Riva L., In tema di autonomia delle famiglie, in Notiziario economico

bresciano, n. 39, maggio 1988.

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L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE A BRESCIA NEL 2000

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per l'infanzia pubblici o privati, ecc. dipende dalle risorse di ciascuna famiglia intese sia come capacità economica (numero di componenti occupati, livello di reddito, ecc.) sia come capacità familiare, (presenza di parenti in grado di accudire bambini, ecc.). La famiglia con più risorse (il padre o la madre hanno un lavoro ben retribuito che consente di rinunciare ad un reddito, oppure di acquistare i servizi presso privati, oppure di affidare i figli ai nonni, ecc.) ha un ventaglio di opportunità più ampio della famiglia con meno risorse, in cui magari tutti i redditi dei componenti sono irrinunciabili, o in cui i redditi percepiti non consentono di acquistare servizi esterni privati, o magari i nonni non sono presenti o non sono in grado di provvedere ai bambini: l'unica alternativa che resta è il servizio pubblico. Possiamo, quindi, assumere l’intensità di consumo come direttamente proporzionale al numero di componenti, e la capacità di acquisizione di risorse direttamente proporzionale al numero di componenti della famiglia produttori e/o percettori di “reddito”. Adottando la soluzione proposta l’autonomia della famiglia è allora proporzionale alla differenza tra “unità di reddito” o “redditieri” e “unità di consumo” o “consumatori”: il minimo livello di autonomia (povertà) si ha nell’evenienza che nella famiglia non vi siano redditieri; il massimo livello di autonomia (benessere) si registra invece quando tutti i consumatori sono anche redditieri. L’indice del grado di autonomia familiare è quindi dato dal confronto tra il numero di consumatori, cioè il numero di componenti della famiglia, e quello di redditieri, cioè coloro che percepiscono un reddito (occupati, ritirati dal lavoro, benestanti). In particolare sono utilizzabili due indicatori: l’indice assoluto di autonomia (IAA), espresso dalla differenza tra il numero dei consumatori e il doppio del saldo consumatori-redditieri, e l’indice relativo di autonomia (IRA) che depura l’indice assoluto dalle distorsioni dovute alla numerosità del nucleo familiare. È infatti evidente che un’unità consumatrice in più o in meno in una famiglia di piccole dimensioni ha un peso ben diverso che in una famiglia numerosa. Sia l’indice assoluto di autonomia, sia l’indice relativo di autonomia, si basano sulla condizione che laddove vi sia una netta prevalenza di consumatori sui redditieri, le famiglie abbiano un basso o nullo grado di autonomia mentre quando il numero di redditieri è almeno pari al numero di consumatori, il grado di autonomia della famiglia sia maggiore.

Questi indicatori, nel complesso abbastanza grezzi, possono essere affinati diversificando il peso dei diversi componenti il nucleo familiare in relazione alla loro capacità di consumo, dato che in una famiglia non tutti i componenti, in relazione alle attività svolte, all’età, ecc., hanno la stessa propensione al consumo, e al tipo di lavoro svolto che evidentemente diversifica la capacità reddituale (un lavoro dirigenziale o imprenditoriale presumibilmente comporta un reddito maggiore rispetto ad un lavoro dipendente con mansioni esecutive) o direttamente al reddito percepito. L’utilizzo di coefficienti di correzione, cioè di pesi che modificano a parità di numerosità familiare l’incidenza delle caratteristiche socioeconomiche dei singoli componenti, e/o dei redditi percepiti per la costruzione di indici di autonomia ponderati consente quindi di differenziare situazioni che solo ad un livello macro possono essere considerate simili. Una strada per superare i limiti intrinsechi agli indicatori di autonomia qui considerati può consistere nell’applicazione degli indicatori grezzi, o anche di quelli ponderati, alle diverse tipologie familiari

20, confrontando quindi tra loro solo le

situazioni effettivamente comparabili. Possono quindi essere calcolati degli indici di autonomia specifici relativi ad esempio alle famiglie monopersonali giovani o non giovani, alle coppie senza figli all’inizio del ciclo di vita familiare o senza figli e alla fine del ciclo vitale, ecc.. Per fare un esempio, a parità di condizioni (numerosità del nucleo familiare, tipo di lavoro svolto dai genitori) è ben diverso il caso di una coppia con un figlio piccolo e di una con un figlio adolescente. La prima ha davanti a sé una prospettiva di mantenimento del figlio, e quindi la necessità di reperire sufficienti risorse economiche, per ancora diversi anni, la seconda invece ha davanti a sé una prospettiva complessivamente meno impegnativa (infatti il figlio può uscire da casa oppure iniziare a lavorare, ecc.). Nella sostanza, gli indici grezzi del grado di autonomia delle famiglie (assoluti e relativi) consentono di classificare in grandi gruppi le famiglie in base al maggiore o minore grado di autonomia. Gli indici ponderati del grado di autonomia delle famiglie consentono di ordinarle all’interno delle classi definite in primo livello, tenendo conto di alcuni elementi (propensione al consumo e capacità reddituale) che le caratterizzano significativamente. 20 L’ISTAT definisce 54 tipologie familiari diverse che possono essere

ulteriormente aggregate ad esempio tenendo conto del ciclo di vita in cui si trova la famiglia.

Page 6: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

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Infine, gli indici specifici del grado di autonomia delle famiglie consentono di analizzare gruppi di famiglie aventi caratteristiche tipologiche analoghe, depurando quindi l’analisi da aspetti distorcenti. L’utilizzo di indicatori ponderati e specifici va nella direzione di affrontare l’analisi del grado di autonomia delle famiglie cercando di evidenziare il peso delle “capacità” specifiche dei membri di ciascuna famiglia. Il risultato può essere ulteriormente affinato qualora si riesca a tenere conto anche di alcuni aspetti relativi alle dotazioni delle famiglie (proprietà, beni durevoli, ecc.)

21.

Particolare attenzione dovrà essere infine dedicata al tema dell’incidenza dell’evasione fiscale e del lavoro in nero sul reddito delle famiglie che può avere particolare rilevanza nel graduare ulteriormente le situazioni di disagio.

I DATI e elaborazioni presentate in questa nota, sono un primo spoglio di un’indagine, avviata nel 2002 e relativa ad un campione di famiglie residenti nel Comune di Brescia

al 31 dicembre 2000. II dati riguardano un campione di 995 famiglie (per un totale di 2209 individui) estratto dall’Anagrafe informatizzata dei residenti nel territorio del Comune di Brescia al 31 dicembre 2000. Per ciascun individuo del campione sono state estratte, dalla banca dati SIATEL, le informazioni relative al reddito, dichiarato ai fini fiscali, disaggregato per fonte (lavoro autonomo, lavoro dipendente, redditi d’impresa, redditi immobiliari, ecc.). I dati sono stati integrati con i redditi non dichiarati ai fini fiscali. Una parte di questi (ad esempio quelli sotto la soglia dichiarabile o da trasferimenti, ecc., redditi da “lavoro nero” ed evasione fiscale), non sono stati rilevati ma stimati. In altri casi invece (pensioni sociali, pensioni di reversibilità, ecc.) sono stati attribuiti i dati medi provinciali messi a disposizione dall’INPS. Alle famiglie in cui nessun componente ha dichiarato nel corso del 2000 un reddito valido ai fini fiscali, è stato assegnato, in base alle caratteristiche individuali e familiari, un reddito stimato, partendo dall’ipotesi che nessuna famiglia può sopravvivere in assenza totale di reddito (tranne alcuni casi limite), e che esso è presumibilmente ottenuto mediante prestazioni lavorative non regolari.

21 Si veda in proposito l’indagine Banca d’Italia-ISTAT relativa ai bilanci delle

famiglie italiane.

Tramite gli archivi comunali sono stati rilevati l’eventuale accesso a servizi e l’erogazione di contributi comunali di varia natura e genere. La riclassificazione delle famiglie in relazione al grado di autonomia, permette di individuare le situazioni che si collocano sulla border line, vale a dire le situazioni a rischio di precipitare in condizione di povertà, ad esempio a causa di un fatto traumatico, quale la morte di un membro adulto attivo della famiglia. La classificazione tra percettori di reddito e non percettori di reddito è differente da quella classica che distingue tra popolazione attiva e non attiva. In quest'ultimo caso infatti nella popolazione attiva vengono ricompresi anche i disoccupati e le persone in cerca di prima occupazione che pur non percependo reddito sono attivi nella ricerca di un lavoro. Nel primo caso, invece, tranne quando il reddito percepito non è rilevabile, non conta la condizione professionale che una persona dichiara, quanto il fatto di aver percepito un reddito. Il campione è stato estratto in maniera casuale dall’Anagrafe della popolazione residente al 31 dicembre 2000 nel Comune di Brescia ed è composto da 995 famiglie

22. Sono state escluse

dal campionamento le famiglie/persone residenti presso convivenze (case di riposo, ospedali, ecc.). Sono state classificate come percettori di reddito le 1659 persone che alla data del 31 dicembre 2000 risultavano aver presentato una dichiarazione dei redditi relativa a redditi da lavoro o assimilabili (escluse quindi le persone che dichiarano solo redditi da fabbricato) di qualsiasi entità e le persone che ricevevano a tale data una pensione sociale o di reversibilità. Sono state invece classificate come non percettori di reddito le 550 persone che risultavano al 31 dicembre 2000 non aver presentato alcuna dichiarazione dei redditi o non aver percepito nell’anno di riferimento compensi per attività lavorative o assimilabili. Dato lo scopo esemplificativo di questa nota le tipologie familiari utilizzate sono, come già detto, quelle basate sul numero di componenti. Lo schema 1 illustra la ripartizione dei dati campionari per le tipologie cui sono riferite le elaborazioni.

22 Ai fini anagrafici per famiglia si intende "un insieme di persone legate da

vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune". Istat, Anagrafe della popolazione, Metodi e norme, Serie B, n. 29, 1992. Originariamente il campione era di 1000 famiglie ma 5 sono state escluse successivamente perché sono risultate essere situazioni fittizie.

Page 7: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE A BRESCIA NEL 2000

7Schema 1. I grado di autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

% di famiglie ad autonomia

Tipologia n. famiglie n .personenulla o bassa

995 composte da 1 persona 358 358 0,0 famiglie 2 persone 288 576 0,0 3 persone 183 549 15,3 con 4 persone 125 500 16,0 2209 5 persone o più 41 226 26,8 persone Totale 995 2209 5,9 di cui

1704 (77,1%) 505 (22,9%) percettori di redditi non percettori di redditi

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Schema 2. Il grado di autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000 per tipologia familiare - Autonomia nulla o bassa

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Schema 3. Il grado di autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000 per alcune tipologie familiari particolari- Autonomia nulla o bassa

199 famiglie (20,0%) 995 con solo figli maggiorenni famiglie 622 persone (28,2%) con 2209 persone

3,5% delle famiglie e 4,0% delle persone con autonomia nulla o bassa 6,0% delle famiglie e 10,5% delle persone con

autonomia nulla o bassa

di cui 200 famiglie (20,1%) 86 famiglie (8,6%) con figli minorenni con capofamiglia straniero

734 persone (33,2%) 138 persone (6,2%) 26,0% delle famiglie e 26,8% delle

persone con autonomia nulla o bassa 8,2% delle famiglie e 28,3% delle persone con autonomia nulla o bassa

di cui

19 famiglie (9,5%)

con madre sola con figli minorenni

51 persone (7,0%) 26,3% delle famiglie e 31,4% delle

persone con autonomia nulla o bassa

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

995 famiglie 17 famiglie (1,7%)

con 2209 persone con capofamiglia minore di 25

anni 19 persone (0,9%)

6,0% delle famiglie e 10,5% delle persone con autonomia nulla o bassa 0,0% famiglie, 0,0% persone con

autonomia nulla o bassa 70,5% famiglie straniere di cui

316 famiglie (31,8%) 334 famiglie (33,6%) 328 famiglie (33,0%)

con capofamiglia tra 25 e 44 anni

con capofamiglia tra 45 e 64 anni con capofamiglia oltre i 64

anni 727 persone 880 persone 583 persone 12,0% delle famiglie e 21,0% delle

persone con autonomia nulla o bassa 6,3% delle famiglie e 8,8% delle

persone con autonomia nulla o bassa 0,3% delle famiglie e 0,5% delle persone con autonomia nulla o bassa

Page 8: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

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Figura 1 - Numero di percettori di reddito e non percettori di reddito - Comune di Brescia

Non redditieri23%

Redditieri77%

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 2 - Numero di famiglie per età del capofamiglia di Autonomia - Comune di Brescia

oltre 65 anni33%

tra 25 e 44 anni32%

<25 anni2%

tra 45 e 64 anni33%

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 3 - Numero di famiglie con figli e senza figli - Comune di Brescia

con solo figli maggiorenni

20%

senza figli60%

con figli minorenni

20%

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 9: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE A BRESCIA NEL 2000

9

I RISULTATI risultati delle analisi che sono presentate negli schemi precedenti e nelle tabelle delle pagine seguenti, mostrano come il concetto di grado di autonomia delle famiglie non sia astratto ma

abbia notevoli potenzialità di implementazione operativa nelle analisi delle politiche e dei loro effetti. Dal punto di vista metodologico, sono una riproposta degli schemi delle elaborazioni utilizzate per analizzare i dati del XIII° Censimento generale della popolazione (1991). I risultati che illustriamo hanno come obiettivo quello di evidenziare alcuni temi di particolare rilievo sociale (le famiglie di anziani, le famiglie con figli minorenni, le donne sole con figli minorenni, le famiglie di stranieri) valutando quali sono le situazioni in cui il grado di autonomia è significativamente più basso e ponendo le basi per una successiva ulteriore graduazione delle situazioni a rischio grazie ai livelli di reddito. Il livello di aggregazione non consente quindi un'analisi particolarmente sofisticata ma fornisce utili elementi per inquadrare il problema. L'utilizzo di dati aggregati comporta alcune semplificazioni che non consentono la graduazione delle posizioni. È il caso delle famiglie con un solo componente per le quali l'utilizzo della dicotomia "percepisce reddito/non percepisce reddito" non comporta graduazioni: la famiglia composta da una sola persona o percepisce reddito (grado di autonomia elevato) o non percepisce reddito (grado di autonomia nullo) e non può quindi coprire posizioni intermedie. Questa prima analisi, il cui modello di spoglio è riportato negli schemi da 2 e 5, consente di notare come a diverse tipologie e situazioni familiari, corrispondano livelli di rischio differenti e come la numerosità della famiglia e il ciclo di vita incida sul grado di autonomia. Gli schemi sono una sintesi delle tabelle riportate di seguito e propongono i dati relativi alle famiglie con autonomia nulla o bassa, cioè che tra i propri componenti non hanno percettori di reddito o hanno un numero di percettori di reddito inferiore al 50% dei componenti. Ad esempio le famiglie con un solo componente o con 5 componenti e più (Schema 1) risultano a maggiore rischio, con una certa accentuazione nel

caso di famiglie giovani. La presenza di figli minorenni inoltre, comporta una diminuzione dell’autonomia soprattutto nelle famiglie più numerose, presumibilmente perchè in questi casi un solo coniuge percepisce un reddito, mentre l’altro accudisce i figli. Le famiglie di anziani (33% del totale) risultano la categoria potenzialmente meno a rischio (grazie all’istituto della pensione sociale e della pensione di reversibilità) ma è presumibile che un approfondimento dell’analisi per livello dei redditi consentirà di delineare meglio le situazioni di border line di questa categoria di cittadini, soprattutto per la numerosa presenza di persone con redditi molto bassi. Tale considerazione vale per tutti quei casi, classificati come a bassa autonomia, dove un solo componente della famiglia è redditiero. Il livello di reddito sicuramente consente di graduare diversamente posizioni analoghe, ma riesce comunque a sottolineare l’elemento di fragilità insito nella condizione rilevata (si pensi alla morte del percettore di reddito, o alla sua separazione dalla famiglia, ecc.). Le famiglie con figli minorenni (20,1% del campione) mostrano un grado di autonomia nettamente più basso rispetto alle altre tipologie familiari, se poi la famiglia è composta dalla sola madre e da figlio/figli minorenni, lo stato di precarietà risulta ancora più accentuato, tant’è che il 47% di queste famiglie risulta avere un’autonomia bassa o nulla. Al contrario, le famiglie in cui vivono ancora i figli maggiorenni (20% del campione) mostrano un grado di autonomia elevato, proprio per la presenza, in quella fase del ciclo di vita della famiglia, di più redditi, anche se una parte di essi possono risultare alquanto precari. Tra le famiglie straniere (l’8,6% delle famiglie del campione e il 6,2% delle persone) una elevata percentuale ha autonomia bassa, così come quelle con elevata autonomia, sottolineando sia la forte presenza di famiglie monopersonali, sia che la situazione di precarietà è meno presente nelle famiglie più integrate nel tessuto socio-economico locale (padre, madre e figli e/o altri parenti). Da tenere conto, inoltre, il contributo che il “lavoro nero”, da noi stimato in base alle caratteristiche individuali e familiari, ha nella determinazione del reddito soprattutto delle famiglie ad autonomia nulla o bassa.

Page 10: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

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L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE A BRESCIA

Tav. 1. Numero di famiglie per numero di componenti e Indice Assoluto di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia assoluto Totale componenti >-4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 >-4

1 - - - - - 358 - - - 3582 - - - - 51 - 237 - - 2883 - - - 28 - 91 - 64 - 1834 - - 20 - 53 - 28 - 24 125

5 e più 2 8 2 8 2 5 2 10 2 41Totale 2 8 22 36 106 454 267 74 26 995

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 2. Numero di famiglie per numero di componenti e Indice Assoluto di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia assoluto Totalecomponenti >-4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 >-4

1 - - - - - 78,9 - - - 36,02 - - - - 48,1 - 88,8 - - 28,93 - - - 77,8 - 20,0 - 86,5 - 18,44 - - 90,9 - 50,0 - 10,5 - 92,3 12,6

5 e più 100,0 100,0 9,1 22,2 1,9 1,1 0,7 13,5 7,7 4,1Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 3. Numero di famiglie per numero di componenti e Indice Assoluto di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia assoluto Totalecomponenti >-4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 >-4

1 - - - - - 100,0 - - - 100,02 - - - - 17,7 - 82,3 - - 100,03 - - - 15,3 - 49,7 - 35,0 - 100,04 - - 16,0 - 42,4 - 22,4 - 19,2 100,0

5 e più 4,9 19,5 4,9 19,5 4,9 12,2 4,9 24,4 4,9 100,0Totale 0,2 0,8 2,2 3,6 10,7 45,6 26,8 7,4 2,6 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 11: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

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Tav. 4. Numero di persone per numero di componenti e Indice Assoluto di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia assoluto Totalecomponenti >-4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 >-4

1 - - - - - 358 - - - 3582 - - - - 102 - 474 - - 5763 - - - 84 - 273 - 192 - 5494 - - 80 - 212 - 112 - 96 500

5 e più 17 40 12 40 12 31 12 52 10 226Totale 17 40 92 124 326 662 598 244 106 2209

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 5. Numero di persone per numero di componenti e Indice Assoluto di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia assoluto Totalecomponenti >-4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 >-4

1 - - - - - 54,1 - - - 16,22 - - - - 31,3 - 79,3 - - 26,13 - - - 67,7 - 41,2 - 78,7 - 24,94 - - 87,0 - 65,0 - 18,7 - 90,6 22,6

5 e più 100,0 100,0 13,0 32,3 3,7 4,7 2,0 21,3 9,4 10,2Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 6. Numero di persone per numero di componenti e Indice Assoluto di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia assoluto Totalecomponenti >-4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 >-4

1 - - - - - 100,0 - - - 100,02 - - - - 17,7 - 82,3 - - 100,03 - - - 15,3 - 49,7 - 35,0 - 100,04 - - 16,0 - 42,4 - 22,4 - 19,2 100,0

5 e più 7,5 17,7 5,3 17,7 5,3 13,7 5,3 23,0 4,4 100,0Totale 0,8 1,8 4,2 5,6 14,8 30,0 27,1 11,0 4,8 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 12: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

12Tav. 7. Numero di famiglie per numero di componenti e Indice Relativo di

Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 358 358 2 - - 51 - 237 288 3 - 28 - 91 64 183 4 - 2- 53 28 24 125

5 e più 1 11 15 12 2 41 Totale 1 59 119 131 685 995

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 8. Numero di famiglie per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 0,0 0,0 0,0 0,0 52,3 36,0 2 0,0 0,0 42,9 0,0 34,6 28,9 3 0,0 47,5 0,0 69,5 9,3 18,4 4 0,0 33,9 44,5 21,4 3,5 12,6

5 e più 100,0 18,6 12,6 9,2 0,3 4,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 9. Numero di famiglie per numero di componenti e Indice Relativo di

Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 17,7 - 82,3 100,0 3 - 15,3 - 49,7 35,0 100,0 4 - 16,0 42,4 22,4 19,2 100,0

5 e più 2,4 26,8 36,6 29,3 4,9 100,0 Totale 0,1 5,9 12,0 13,2 68,8 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 4 - Numero di famiglie per numero di componenti e Indice Relativo di

Autonomia - Comune di Brescia

0%

20%

40%

60%

80%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia

Componenti 1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 13: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

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Tav. 10. Numero di persone per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 358 358 2 - - 102 - 474 576 3 - 84 - 273 192 549 4 - 80 212 112 96 500

5 e più 11 58 83 64 10 226 Totale 11 222 397 449 1130 2209

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 11. Numero di persone per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti Nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 31,7 16,2 2 - - 25,7 - 41,9 26,1 3 - 37,8 - 60,8 17,0 24,9 4 - 36,0 53,4 24,9 8,5 22,6

5 e più 100,0 26,1 20,9 14,3 0,9 10,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 12. Numero di persone per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti Nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 17,7 - 82,3 100,0 3 - 15,3 - 49,7 35,0 100,0 4 - 16,0 42,4 22,4 19,2 100,0

5 e più 4,9 25,7 36,7 28,3 4,4 100,0 Totale 0,5 10,0 18,0 20,3 51,2 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 14: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

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L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE CON CAPOFAMIGLIA TRA I 25 E I 44 ANNI

Tav. 13. Numero di famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 44 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 125 125 2 - - 18 - 44 62 3 - 16 - 45 1 62 4 - 13 31 8 - 52

5 e più 1 8 4 2 - 15 Totale 1 37 53 55 170 316

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 14. Numero di famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 44 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 73,5 39,6 2 - - 34,0 - 25,9 19,6 3 - 43,2 - 81,8 0,6 19,6 4 - 35,1 58,5 14,5 - 16,5

5 e più 100,0 21,6 7,5 3,6 - 4,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 15. Numero di famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 44 anni di età e Indice

Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 29,0 - 71,0 100,0 3 - 25,8 - 72,6 1,6 100,0 4 - 25,0 59,6 15,4 - 100,0

5 e più 6,7 53,3 26,7 13,3 - 100,0 Totale 0,3 11,7 16,8 17,4 53,8 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 5 - Numero di famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 44 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - Comune di Brescia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia

Componenti 1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 15: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

15 Tav. 16. Numero di persone in famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 44 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di

Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 125 125 2 - - 36 - 88 124 3 - 48 - 135 3 186 4 - 52 124 32 - 208

5 e più 11 42 20 11 - 84 Totale 11 142 180 178 216 727

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 17. Numero di persone in famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 44 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 57,9 17,2 2 - - 2- - 40,7 17,1 3 - 33,8 - 75,8 1,4 25,6 4 - 36,6 68,9 18,0 - 28,6

5 e più 100,0 29,6 11,1 6,2 - 11,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 18. Numero di persone in famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 44 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 29,0 - 71,0 100,0 3 - 25,8 - 72,6 1,6 100,0 4 - 25,0 59,6 15,4 - 100,0

5 e più 13,1 50,0 23,8 13,1 - 100,0 Totale 1,5 19,5 24,8 24,5 29,7 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 16: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

16

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE CON CAPOFAMIGLIA TRA I 45 E I 64 ANNI

Tav. 19. Numero di famiglie con capofamiglia tra i 45 e i 64 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 75 75 2 - - 25 - 64 89 3 - 11 - 39 32 82 4 - 7 21 18 19 65

5 e più - 3 9 9 2 23 Totale - 21 55 66 192 334

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 20. Numero di famiglie con capofamiglia tra i 45 e i 64 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 39,1 22,5 2 - - 45,5 - 33,3 26,6 3 - 52,4 - 59,1 16,7 24,6 4 - 33,3 38,2 27,3 9,9 19,5

5 e più - 14,3 16,4 13,6 1,0 6,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 21. Numero di famiglie con capofamiglia tra i 45 e i 64 anni di età e Indice

Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 28,1 - 71,9 100,0 3 - 13,4 - 47,6 39,0 100,0 4 - 10,8 32,3 27,7 29,2 100,0

5 e più - 13,0 39,1 39,1 8,7 100,0 Totale - 6,3 16,5 19,8 57,5 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 6 - Numero di famiglie con capofamiglia tra i 45 e i 64 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - Comune di Brescia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia

Componenti 1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 17: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

17

Tav. 22. Numero di persone in famiglie con capofamiglia tra i 45 e i 64 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di

Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 75 75 2 - - 50 - 128 178 3 - 33 - 117 96 246 4 - 28 84 72 76 260

5 e più - 16 47 48 10 121 Totale - 77 181 237 385 880

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 23. Numero di persone in famiglie con capofamiglia tra i 45 e i 64 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 19,5 8,5 2 - - 27,6 - 33,2 20,2 3 - 42,9 - 49,4 24,9 28,0 4 - 36,4 46,4 30,4 19,7 29,5

5 e più - 20,8 26,0 20,3 2,6 13,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 24. Numero di persone in famiglie con capofamiglia tra i 45 e i 64 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 28,1 - 71,9 100,0 3 - 13,4 - 47,6 39,0 100,0 4 - 10,8 32,3 27,7 29,2 100,0

5 e più - 13,2 38,8 39,7 8,3 100,0 Totale - 8,8 20,6 26,9 43,8 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 18: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

18

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE CON CAPOFAMIGLIA CON PIÙ DI 65 ANNI

Tav. 25. Numero di famiglie con capofamiglia con più di 65 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 143 143 2 - - 6 - 129 135 3 - 1 - 7 31 39 4 - - 1 2 5 8

5 e più - - 2 1 - 3 Totale - 1 9 10 308 328

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 26. Numero di famiglie con capofamiglia con più di 65 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 46,4 43,6 2 - - 66,7 - 41,9 41,2 3 - 100,0 - 70,0 10,1 11,9 4 - - 11,1 20,0 1,6 2,4

5 e più - - 22,2 10,0 - 0,9 Totale - 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 27. Numero di famiglie con capofamiglia con più di 65 anni di età e Indice

Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 4,4 - 95,6 100,0 3 - 2,6 - 17,9 79,5 100,0 4 - - 12,5 25,0 62,5 100,0

5 e più - - 66,7 33,3 - 100,0 Totale - 0,3 2,7 3,0 93,9 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 7 - Numero di famiglie con capofamiglia con più di 65 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - Comune di Brescia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia

Componenti 1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 19: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

19

Tav. 28. Numero di persone in famiglie con capofamiglia con più di 65 anni di età per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di

Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 143 143 2 - - 12 - 258 270 3 - 3 - 21 93 117 4 - - 4 8 20 32

5 e più - - 16 5 - 21 Totale - 3 32 34 514 583

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 29. Numero di persone in famiglie con capofamiglia con più di 65 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 27,8 24,5 2 - - 37,5 - 50,2 46,3 3 - 100,0 - 61,8 18,1 20,1 4 - - 12,5 23,5 3,9 5,5

5 e più - - 50,0 14,7 - 3,6 Totale - 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 30. Numero di persone in famiglie con capofamiglia con più di 65 anni di età e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 4,4 - 95,6 100,0 3 - 2,6 - 17,9 79,5 100,0 4 - - 12,5 25,0 62,5 100,0

5 e più - - 76,2 23,8 - 100,0 Totale - 0,5 5,5 5,8 88,2 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 20: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

20L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE CON FIGLI MINORENNI

Tav. 31. Numero di famiglie con figli minorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - - 2 - - 12 - 1 13 3 - 23 - 57 - 80 4 - 19 46 15 - 80

5 e più 1 8 12 6 - 27 Totale 1 50 70 78 1 200

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 32. Numero di famiglie con figli minorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - - 2 - - 17,1 - 100,0 6,5 3 - 46,0 - 73,1 - 40,0 4 - 38,0 65,7 19,2 - 40,0

5 e più 100,0 16,0 17,1 7,7 - 13,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 33. Numero di famiglie con figli minorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - 100,0 2 - - 92,3 - 7,7 100,0 3 - 28,8 - 71,3 - 100,0 4 - 23,8 57,5 18,8 - 100,0

5 e più 3,7 29,6 44,4 22,2 - 100,0 Totale 0,5 25,0 35,0 39,0 0,5 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 8 - Numero di famiglie con figli minorenni per numero di componenti e

Indice Relativo di Autonomia - Comune di Brescia

0%

20%

40%

60%

80%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia Componenti

1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 21: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

21

Tav. 34. Numero di persone in famiglie con figli minorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - - 2 - - 24 - 2 26 3 - 69 - 171 - 240 4 - 76 184 60 - 320

5 e più 11 41 62 34 - 148 Totale 11 186 270 265 2 734

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica Tav. 35. Numero di persone in famiglie con figli minorenni per numero di componenti

e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - - - 2 - - 8,9 - 100,0 3,5 3 - 37,1 - 64,5 - 32,7 4 - 40,9 68,1 22,6 - 43,6

5 e più 100,0 22,0 23,0 12,8 - 20,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 36. Numero di persone in famiglie con figli minorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - 100,0 2 - - 92,3 - 7,7 100,0 3 - 28,8 - 71,3 - 100,0 4 - 23,8 57,5 18,8 - 100,0

5 e più 7,4 27,7 41,9 23,0 - 100,0 Totale 1,5 25,3 36,8 36,1 0,3 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 22: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

22

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE CON MADRE SOLA E FIGLI MINORENNI

Tav. 37. Numero di famiglie con figli minorenni e madre sola per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - - 2 - - 9 - - 9 3 - 4 - 3 - 7 4 - 1 - 2 - 3

5 e più - - - - - - Totale - 5 9 5 - 19

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 38. Numero di famiglie con figli minorenni e madre sola per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - 0,0 2 - - 100,0 - - 47,4 3 - 80,0 - 60,0 - 36,8 4 - 20,0 - 40,0 - 15,8

5 e più - - - - - 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 39. Numero di famiglie con figli minorenni e madre sola per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - 100,0 2 - - 100,0 - - 100,0 3 - 57,1 - 42,9 - 100,0 4 - 33,3 - 66,7 - 100,0

5 e più - - - - - 100,0 Totale - 26,3 47,4 26,3 - 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 9 - Numero di famiglie con figli minorenni e madre sola per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - Comune di Brescia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia

Componenti 1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 23: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

23

Tav. 40. Numero di persone in famiglie con figli minorenni e madre sola per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - - 2 - - 18 - - 18 3 - 12 - 9 - 21 4 - 4 - 8 - 12

5 e più - - - - - - Totale - 16 18 17 - 51

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 41. Numero di persone in famiglie con figli minorenni e madre sola per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di

colonna - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - - - 2 - - 100,0 - - 35,3 3 - 75,0 - 52,9 - 41,2 4 - 25,0 - 47,1 - 23,5

5 e più - - - - - - Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 42. Numero di persone in famiglie con figli minorenni e madre sola per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga

- Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - - 100,0 2 - - 100,0 - - 100,0 3 - 57,1 - 42,9 - 100,0 4 - 33,3 - 66,7 - 100,0

5 e più - - - - - 100,0 Totale - 31,4 35,3 33,3 - 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 24: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

24

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE CON FIGLI MAGGIORENNI

Tav. 43. Numero di famiglie con figli maggiorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - - 2 - - 5 - 44 49 3 - 5 - 31 58 94 4 - 1 7 13 24 45

5 e più - 1 2 6 2 11 Totale - 7 14 50 128 199

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 44. Numero di famiglie con figli maggiorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - - - 2 - - 35,7 - 34,4 24,6 3 - 71,4 - 62,0 45,3 47,2 4 - 14,3 50,0 26,0 18,8 22,6

5 e più - 14,3 14,3 12,0 1,6 5,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica Tav. 45. Numero di famiglie con figli maggiorenni per numero di componenti e Indice

Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - - 100,0 2 - - 10,2 - 89,8 100,0 3 - 5,3 - 33,0 61,7 100,0 4 - 2,2 15,6 28,9 53,3 100,0

5 e più - 9,1 18,2 54,5 18,2 100,0 Totale - 3,5 7,0 25,1 64,3 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 10 - Numero di famiglie con figli maggiorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - Comune di Brescia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia

Componenti 1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 25: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

25

Tav. 46. Numero di persone in famiglie con figli maggiorenni per numero di

componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - - - 2 - - 10 - 88 98 3 - 15 - 93 174 282 4 - 4 28 52 96 180

5 e più - 6 16 30 10 62 Totale - 25 54 175 368 622

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 47. Numero di persone in famiglie con figli maggiorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna -

Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - - - 2 - - 18,5 - 23,9 15,8 3 - 60,0 - 53,1 47,3 45,3 4 - 16,0 51,9 29,7 26,1 28,9

5 e più - 24,0 29,6 17,1 2,7 10,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 48. Numero di persone in famiglie con figli maggiorenni per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune

di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - - 100,0 2 - - 10,2 - 89,8 100,0 3 - 5,3 - 33,0 61,7 100,0 4 - 2,2 15,6 28,9 53,3 100,0

5 e più - 9,7 25,8 48,4 16,1 100,0 Totale - 4,0 8,7 28,1 59,2 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 26: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

26

L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE STRANIERE

Tav. 49. Numero di famiglie con capofamiglia straniero per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 66 66 2 - - 7 - 2 9 3 - 1 - 1 1 3 4 - 1 1 - - 2

5 e più 1 4 - 1 - 6 Totale 1 6 8 2 69 86

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 50. Numero di famiglie con capofamiglia straniero per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di colonna - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 95,7 76,7 2 - - 87,5 - 2,9 10,5 3 - 16,7 - 50,0 1,4 3,5 4 - 16,7 12,5 - - 2,3

5 e più 100,0 66,7 - 50,0 - 7,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 51. Numero di famiglie con capofamiglia straniero per numero di componenti

e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 77,8 - 22,2 100,0 3 - 33,3 - 33,3 33,3 100,0 4 - 50,0 50,0 - - 100,0

5 e più 16,7 66,7 - 16,7 - 100,0 Totale 1,2 7,0 9,3 2,3 80,2 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Figura 11 - Numero di famiglie con figli capofamiglia straniero per numero di

componenti e Indice Relativo di Autonomia - Comune di Brescia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

nullo basso medio alto elevatoGrado di autonomia

Componenti 1 2 3 4 5 e più

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

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L'AUTONOMIA DELLE FAMIGLIE BRESCIANE

27

Tav. 52. Numero di persone in famiglie con capofamiglia straniero per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori assoluti - Comune di Brescia

Numero Grado di autonomia Totale componenti nullo basso medio alto elevato

1 - - - - 66 66 2 - - 14 - 4 18 3 - 3 - 3 3 9 4 - 4 4 - - 8

5 e più 11 21 - 5 - 37 Totale 11 28 18 8 73 138

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 53. Numero di persone in famiglie con capofamiglia straniero per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali

di colonna - Comune di Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 90,4 47,8 2 - - 77,8 - 5,5 13,0 3 - 10,7 - 37,5 4,1 6,5 4 - 14,3 22,2 - - 5,8

5 e più 100,0 75,0 - 62,5 - 26,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Tav. 54. Numero di persone in famiglie con capofamiglia straniero per numero di componenti e Indice Relativo di Autonomia - valori percentuali di riga - Comune di

Brescia Numero Grado di autonomia Totale

componenti nullo basso medio alto elevato 1 - - - - 100,0 100,0 2 - - 77,8 - 22,2 100,0 3 - 33,3 - 33,3 33,3 100,0 4 - 50,0 50,0 - - 100,0

5 e più 29,7 56,8 - 13,5 - 100,0 Totale 8,0 20,3 13,0 5,8 52,9 100,0

Fonte: Comune di Brescia - Unità di staff Statistica

Page 28: L’autonomia delle famiglie a Brescia nel 2000

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

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SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Unità di Staff Statistica

32

AVVERTENZE FONTE DEI DATI La fonte dei dati è un’indagine campionaria effettuata nell'ambito dello studio progettuale dell’Unità di staff Statistica del Comune di Brescia "Tasse, bollette e tariffe: La spesa delle famiglie governata dalla mano pubblica" E’ uno studio progettuale inserito nel Programma Statistico Nazionale 2000-2002, Area Sociale, Settore Famiglia e aspetti sociali vari (codice Bre-00002) che ha come obiettivo la "definizione del quadro di riferimento, degli archivi disponibili presso le pubbliche amministrazioni e del piano delle elaborazioni sul tema dei consumi delle famiglie su cui può intervenire direttamente o indirettamente il comune o altri enti pubblici attraverso la manovra fiscale o tariffaria". DISPONIBILITÀ DEI DATI Tutti i dati pubblicati, nonché la base dei dati, sono disponibili, a richiesta, su supporto magnetico. SEGNI CONVENZIONALI trattino, -, quando il fenomeno non esiste, o esiste ma non si è verificato; asterisco,*, quando non si è in grado di quantificare il fenomeno. COMPOSIZIONE PERCENTUALE E RAPPORTO Le composizioni percentuali ed i rapporti sono arrotondate automaticamente alla prima cifra decimale. Il totale dei valori percentuali così calcolati può risultare non uguale a 100. ULTIME PUBBLICAZIONI DELLA COLLANA FATTI E PROBLEMI 15. I Paccanelli, Uso del part time nel Comune di Brescia: part time o flexi time?, 21/11/1997 16. I. Paccanelli, M. Palamenghi, M. Trentini, I venditori ambulanti stranieri a Brescia. Da

imprese marginali a imprese minime, 23/3/1998 17. M. Palamenghi, Brescia cara? L’inflazione a Brescia e in alcune città d’Italia dal 1993 al

1997, 15/4/1998 18. I. Paccanelli, M. Trentini, L'AIDS a Brescia. Elaborazioni sui dati del Registro Nazionale

AIDS, 10/9/1998 19. M. Palamenghi, La distribuzione commerciale moderna in provincia di Brescia. Un'analisi

territoriale del settore distributivo dal 1996 al 1998, 20/11/1999 20. M. Palamenghi, Il grado di autonomia delle famiglie bresciane. La situazione al

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Al fine di favorire la diffusione e l'utilizzazione dei dati e delle informazioni, è consentita la riproduzione parziale o totale del contenuto della presente pubblicazione, con citazione della fonte:

SISTAN, Comune di Brescia, Unità di Staff Statistica Ultimato il 23 maggio 2003. La nota è stata stesa da M. Trentini e M. Palamenghi, con la consulenza scientifica di Luigi Riva.

Per informazioni: Ufficio di diffusione dell’informazione statistica del Comune di Brescia Vicolo Manzone, 18 – 25122 – BRESCIA Orario da Lunedì a Venerdì dalle 8,30 alle 12,15 tel. 0302 807 355 – fax 0302 898 840 E-mail: [email protected] Web: http://www.comune.brescia.it/SitoStatistica/Default.htm