Sistemi E Architetture per l'Automazione L COMPUTER INTEGRATED MANUFACTURING LA PIRAMIDE DELL’AUTOMAZIONE Laurea in Ingegneria e Scienze Informatiche Ing. Lorenzo Moriello DEI - Università di Bologna E-mail: [email protected]https://www.unibo.it/sitoweb/lorenzo.moriello2
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Laurea in Ingegneria e Scienze Informatiche Sistemi E Architetture per l'Automazione Lsapa.campusfc.unibo.it/SAPA_02_CIM_2018.pdf · 2018-03-07 · Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi
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Questo livello comprende l’intero sistema di produzione, ovvero tutto il
necessario per la gestione delle attività dell’azienda: ordini, pianificazione
della produzione (ottimizzazione dei lotti), inventario, acquisti, controllo di
qualità. Più che controllo automatico può essere visto come una
problematica di ricerca operativa, quindi di ottimizzazione,
E’il più alto livello nella gerarchia dell’azienda e ha carattere strategico
gestionale: ricerca e svilupo, progettazione, marketing, vendite,
pianificazione a lungo termine della produzione.
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 9
Piramide dell’Automazione
FLUSSO DELLE INFORMAZIONI NELLA PA
Misure/dati
comandi
• Tipicamente verticale (poco orizzontale)
• I livelli superiori non misurano/attuano sul sistema fisico vero, ma sui controllori inferiori
(settano i riferimenti desiderati)
• Specifiche temporali e dimensioni dei dati molto diverse ai diversi livelli• Ai livelli più elevati:
• I dati elaborati sono complessi e strutturati
• La frequenza con cui si acquisiscono le informazioni, si elaborano le strategie e si attuano i comandi non sono
stringenti (assenza di vincoli temporali stretti)
• Ai livelli più bassi
• I dati elaborati sono semplici
• La frequenza è elevata (es. acquisizione misure dal campo - sistemi hard real-time)
Controllo
Dispositivo
Controllo
Stabilimento
Controllo
Macchina
Controllo
Impianto / Celle
Controllo
Azienda
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 10
Piramide dell’Automazione
FLUSSO DELLE INFORMAZIONI NELLA PA
RETE DI CAMPO: mette in comunicazione i
dispositivi di campo e i sistemi di controllo di
campo con il sistema di controllo di macchina:
DETERMINISMO, ALTA FREQUENZA, BASSA
LATENZA, PACCHETTI DATI ESSENZIALI,
RETE LOCALE
RETE DI CONTROLLO: permette la
comunicazione tra il sistema di controllo di
macchina e di impianto: PACCHETTI DATI
STRUTTURATI (es:ID macchina, ID sensore),
VINCOLI TEMPORALI MENO STRINGENTI
RETE AZIENDALE (ENTERPRISE): è la rete
su cui transitano le informazioni decisionale e
di coordinamento e a livello aziendale e di
stabilimento: DATI DI GRANDI DIMENSIONI,
BASSA FREQUENZA, NO REAL-TIME, RETE
ESTESA E DISTRIBUITA (mette in
comunicazione stabilimenti dislocati in posizioni
remote geograficamente)
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 11
Piramide dell’Automazione
Nomenclatura e “Grado di Automazione” nella PA
Gestione(NON / POCO
AUTOMATICA)
Supervisione(MISTA)
Controllo(AUTOMATICA)
Nel Corso:
- Focus su Livello di Controllo
(elevato “grado di automazione”)
Controllo
Dispositivo
Controllo
Stabilimento
Controllo
Macchina
Controllo
Impianto / Cella
Controllo
Azienda
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Piramide dell’Automazione e Livello di Controllo
Si considera il livello dei “controlli”: • Controllo di variabili temporali “classico”• Controllo di sequenze
Controlli(Elevato grado di automazione)
Controllo
Dispositivo
Controllo
Stabilimenti
Controllo
Macchina
Controllo
Impianti / Celle
Controllo
Azienda
NELL’AUTOMAZIONE IN GENERALE I “CONTROLLI” DEVONO GESTIRE LE
DIVERSE FASI DI FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA, NON SOLO REGOLARE
ALCUNE VARIABILI D’USCITA:.Il controllore del sistema risulta essere una “macchina a stati” piuttosto complessa nell’ambito
della quale i controllori “classici”, vengono attivati e disattivati a seconda della fase di
funzionamento.
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 13
Piramide dell’Automazione e Livello di Controllo
“LIVELLO DI CONTROLLO” nella PA
Si tratta di “sistemi di controllo” per i livelli più bassi della piramide Elevato grado di automazione
CONTROLLO DIRETTO DI VARIABILI TEMPORALI (time driven)• Riferimento a Controlli Automatici T, Sistemi di Controllo
Digitale“Classico”
CONTROLLO LOGICO (event driven)• sistemi modellabili funzionalmente con automi
guidati da eventi• Similitudine col formalismo delle reti logiche
• realizzato con operazioni di logica
combinatoria/sequenziale anche complesse
Esempi:• Controllo della sequenza di operazioni che deve compiere un
ascensore per passare da un piano ad un altro
• Controllo delle fasi di lavaggio di una lavatrice
• Sequenza di lavoro di una macchina automatica:
Avvio – funzionamento normale – arresto
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SCHEMA FUNZIONALE GENERALE
DI UN SISTEMA DI CONTROLLO
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 16
Schema funzionale generale
Relazioni tipiche tra controlli di sequenze e controlli
di variabili temporali
Tipicamente il controllo di sequenze nelle diverse condizioni di lavoro
innesca diversi controllori “classici” o ne modifica i riferimenti
Generalmente il controllo di sequenze è gerarchicamente “sopra” al
controllo diretto di variabili temporali
CHIUSA APERTURA:Speed:=100;
APERTACHIUSURA:
Speed:=-100;
INITPRESENZA=TRUE
FINE_CORSA_APERTURA
=TRUEFINE_CORSA_CHIUSURA=
TRUE
CONTROLLO PORTA AUTOMATICA
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 17
Schema funzionale generale
Relazioni tipiche tra controlli di sequenze e controlli di variabili temporali
Relazione gerarchica tra i controlli di sequenze e i controlli diretti di variabili temporali (indicati come “classici” o R(z))
sistema fisico
virtuale
sistema di
controllo
sistema fisico
Controllo di
sequenze
Controllo
R(z)
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 18
Schema funzionale generale
Relazioni tipiche tra controlli di sequenze e controlli di variabili temporali
In generale pero’ la relazione tra controlli di sequenze e controlli R(z) si traduce in una gerarchia “non pura”
sistema fisico
virtuale
sistema di
controllo
sistema fisico
Controllo di
sequenze
Controllo
R(z)o
Controllo di sequenze
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 19
Schema funzionale generale
Relazioni tipiche tra controlli di sequenze e controlli di
variabili temporali
Controlli di sequenze e Controlli R(z): gerarchia “non
pura”
Controllo di sequenze anche “connesso” col plant fisico
Gerarchie “non pure” anche tra controlli dello stesso tipo
Ctrl “classico”: controllo in cascata
Gerarchie di Controlli di Sequenze
Non si ha generalmente Ctrl “classico” “sopra” Ctrl di seq.
In alcuni casi, quindi, Ctrl “classico” e Ctrl di sequenze messi allo
stesso livello, e si descrivono le relazioni gerarchiche come
problemi “orizzontali”
Meglio parlare di gerarchia “non pura” e riservare la
denominazione di “orizzontale” per controlli realmente allo
stesso livello (cooperanti, non considerati in questo corso e
ancora piuttosto rari)
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 20
Schema funzionale generale
Modello/Architettura funzionale generale per la
descrizione dei “controlli”
Blocchi: rappresentano controlli di sequenze o “time-driven”
Vincoli gerarchici: controllo di sequenze no “dipendenza” da ctrl “time-driven”
Comunicazione con l’esterno: set point o altro da livelli superiori, utenti umani meglio se solo con/coi controlli “più alti” (coi “bassi” solo monitoraggio, eventualmente)
Sistema da Controllare
Gerarchia
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 21
Schema funzionale generale
Sistema da Controllare
L’architettura funzionale del sistema di
controllo:
•definisce i singoli componenti per
mezzo delle loro interfacce;
•definisce le interazioni tra i
componenti ed in particolare i canali di
comunicazione ed i dati;
•definisce per ciascun componente le
funzioni, i requisiti in termini di
capacità di memoria e le loro
responsabilità
Nella definizione delle funzionalità di un sistema
informatico sono molto usati formalismi grafici. Uno
dei più noti è UML (Unified Modelling Language) che
fornisce una serie di strumenti grafici per creare
modelli visuali di sistemi software orientati agli
oggetti.
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 22
SCHEMA TECNOLOGICO GENERALE PER UN
SISTEMA DI CONTROLLO
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 23
Schema tecnologico generale
Generalità
Analogamente all’ambito funzionale:
definizione di un modello/architettura “generale” di tipo
tecnologico
Analogie col modello funzionale
Su questa si “taglierà” l’architettura “reale” in dipendenza
dallo schema funzionale di controllo da realizzare
In questo corso: solo linee guida…
I vari componenti dell’architettura “reale” andranno scelti in
funzione delle specifiche funzionali
Attenzione: problemi aggiuntivi derivanti dalle architetture
implementative
Esempio: ritardi di comunicazione trascurati in prog. funzionale
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 24
Schema tecnologico generale
Modello/Architettura Tecnologica Generale di
Riferimento
Insieme di
attuatori
Insieme di
sensori
Elaboratori
comunicanti
Interfacciamento
(comunicazione)
Comunicazione
con l’esterno
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 25
Schema tecnologico generale
Modello/Architettura Tecnologica Generale di
Riferimento: Componenti
Unità di elaborazione:
diverse tecnologie
dislocazione anche remota
Sistema di comunicazione tra unità di elaborazione
Dipendente dalle unità di elab. (tipicamente per elab. elettronici)
Diverse tecnologie anche nella stessa architettura
Può rispecchiare lo schema funzionale implementato
Sensori e Interfacciamento
Misure dal campo
“Intelligenza” sul sensore
Configurabilità
Integrazione più semplice anche nella comunicazione tra elaboratori
Ing. Lorenzo Moriello – Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 26
Schema tecnologico generale
Modello/Architettura Tecnologica Generale di
Riferimento: Componenti (cont.)
Attuatori e Interfacciamento
Azioni sul campo
Dispositivi di “potenza”
“Intelligenza” sugli attuatori
Controllo locale già fornito dal costruttore (es: motore DC)
Configurabilità
Integrazione più semplice anche nella comunicazione tra elaboratori
Comunicazione con l’esterno
Interfaccia operatore
Altri sistemi di controllo (livelli superiori della piramide)
Integrazione con la comunicazione tra elaboratori
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 41
FUNZIONE DEL SISTEMA
vs.
IMPLEMENTAZIONE / STRUTTURA FISICO-
TECNOLOGICA DEL SISTEMA
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 42
Funzione vs. Implementazione
Funzione:
di un sistema, di un dispositivo, etc.
definisce COSA FA
Implementazione/Struttura fisica-tecnologica:
di un sistema, di un dispositivo, etc.
definisce COME REALIZZA FISICAMENTE la
funzione
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 44
Fasi di sviluppo di un sistema di Automazione Industriale
Funzione vs. Implementazione
PARTE ELETTRICA• alimentazione, sensori,
attuatori elettrici,
elettrovalvole, cablatura
PARTE MECCANICA
• ingranaggi, telai,
meccanismi di
trasformazione e
distribuzione del moto
PARTE ELETTRONICA• schede di controllo, di
acquisizione e
comunicazione
PROGETTO COMPLESSO E INTERDISCIPLINARE COOPERAZIONE NECESSARIA
PARTE
INFORMATICA/CONTROLLO• sw di controllo e coordinamento,
interfaccia utente, interfaccia di rete
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Funzione vs. Implementazione
Approccio “classico”
CIM 45
Differenti approcci alla progettazione di un Sistema di Automazione
Industriale
RICHIESTE DEL
CLIENTE
DEFINIZIONE DEL
LAYOUT DI
IMPIANTO
PROGETTO DELLA
STRUTTURA
ELETTROMECCANICA
DEFINIZIONE DELLE
SPECIFICHE DI
CONTROLLO
PROGETTO DELLA
CONFIGURAZIONE HW
SCRITTURA DEL SW
TEAM ELETTROMECCANICO
TEAM INFORMATICO/CONTROLLISTICO
CLIENTE
• Approccio “in cascata”
• PROBLEMA: la definizione delle specifiche,
ovvero la fase più importante del progetto
solitamente viene discussa tra ufficio
commerciale, cliente e project manager.
• Il progetto viene diviso in due macro-step:
progetto elettromeccanico e progetto
informatico/controllistico nel primo l’insieme di
attuatori e sensori necessari a svolgere il
processo produttivo sono individuati, nel
secondo viene sviluppato il software che ne
permette la gestione al fine di compiere le
operazioni desiderate.
• PROBLEMA: il team elettromeccanico non ha la
stessa esperienza di quello controllistico e può
succedere che, al fine di minimizzare i costi, si
prevedano un numero minimo di sensori, il che
visto dall’ottica di chi dovrà sviluppare la logica
di controllo introduce delle complessità che non
giustificano il risparmio sperato si itera il
progettoTEMPOCOSTI
Momento di
comunicazione fra
personale di “mondi
differenti”
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L
Funzione vs. Implementazione
CIM 46
Differenti approcci alla progettazione di un Sistema di Automazione
Industriale
Approccio “funzionale”
RICHIESTE DEL
CLIENTEDEFINIZIONE DELLE
SPECIFICHE
FUNZIONALI
DESCRIZIONE
STRUTTURALE DEL
SISTEMA
DESCRIZIONE DELLE
PARTI FUNZIONALI
DEL SISTEMA
PROGETTO DELLA
STRUTTURA ELETTRO-
MECCANICA
PROGETTO DELLA
CONFIGURAZIONE HW
SCRITTURA DEL
SOFTWARE
CLIENTE
TEAM ELETTROMECCANICO
TEAM INFORMATICO/CONTROLLISTICO
TEAM INFORMATICO/CONTROLLISTICO
TEAM ELETTROMECCANICO
• Approccio “integrato” TOP-DOWN
• La definizione delle specifiche viene discussa
congiuntamente da tutti gli attori del processo di
sviluppo in questo modo le sviste progettuali
sono minimizzate
• Preliminarmente si cerca di evidenziare la
FUNZIONE piuttosto che l’IMPLEMENTAZIONE
ne deriva FLESSIBILITA’ nella realizzazione
• Una volta identificata la struttura funzionale e
divisa in sottosistemi si passa all’identificazione
di possibili implementazioni, vagliando differenti
soluzioni tecnologiche ed evidenziando pregi e
difetti delle diverse soluzioni
• Questo tipo di approccio porta a una
“documentazione spontanea” che serve ai
progettisti ad avere una base comune di
informazioni per lo sviluppo.
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L CIM 47
Esempio: Approccio progettuale seguito
Dato un sistema/processo fisico da controllare
Modello funzionale del sistema da controllare
Di tipo matematico/logico
Progetto del modello funzionale del controllore
Tecniche di progetto e verifica simulativa
Progettazione del Sistema di controllo “fisico”
Mappatura dello schema funzionale sul sistema fisico
implementato
Loop progettuale tra modello del controllo e realizzazione
fisica fino al soddisfacimento delle specifiche
Tecniche di rapid prototyping per abbreviare i tempi “di
convergenza” del loop progettuale
“SW in the loop”
“HW in the loop”
Funzione vs. Implementazione
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L
Progettazione di Controlli Logici: il seguito
Nella pratica … questa filosofia non viene seguita
per diverse motivazioni, solitamente non tecniche,
con risultati discutibili ...
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Mac Cube
Un computer da 20x20 centimetri e
profondo poco di più. Il Mac Cube, lanciato
nel 2000, prometteva grandi cose.
Silenzioso, senza ventole e ultra compatto,
andò fuori commercio l’anno dopo. La
lamentela più diffusa era il
surriscaldamento dell’apparecchio.Apple USB mouse
L’Apple USB mouse, o più semplicemente
“Hockey Puck”, è il mouse rotondo lanciato
nel 1998 e fuori produzione dal 2000. Dopo
i primi entusiasmi per il design
accattivante, ricevette molte critiche: la
forma sferica lo rendeva difficile da
impugnare ed era troppo piccolo per
essere comodo da tenere sotto il palmo.
Ing. Lorenzo Moriello - Sistemi e Architetture per l'Automazione L
Progettazione di Controlli Logici: il seguito
Nella pratica … questa filosofia non viene seguita
per diverse motivazioni, solitamente non tecniche,