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19/03/2013 1 Torino, 18/03/2013 Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale L’area critica…… in tempo di crisi Dott. M. Caccetta In Pronto Soccorso I Lunedì dell'AMCI 2013 “In tempo di crisi… Sanità tra territorio e ospedale” da……. a…….. Perché? Come? da……. a……..
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L’area critica…… in tempo di crisi In Pronto SoccorsoEC%20AMCI%202012_13/Caccetta18... · 19/03/2013 1 Torino, 18/03/2013 Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale L’area

Feb 07, 2019

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Torino, 18/03/2013

Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale

L’area critica…… in tempo di crisi

Dott. M. Caccetta

In Pronto Soccorso

I Lunedì dell'AMCI 2013

“In tempo di crisi…

Sanità tra territorio e ospedale”

da…….

a……..

Perché?

Come?

da…….

a……..

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Il Pronto Soccorso

Secondo l’American College of Emergency Physicians:

“servizio di assistenza sanitaria che provvede a valutare e

trattare le condizioni cliniche di recente insorgenza e

gravità, che portano una persona prudente, con una

conoscenza di base di medicina, a considerare necessario

un intervento medico urgente e/o non programmato”.

Koziol-McLain J, Price DW, Weiss B, Quinn AA, Honigman

B. Seeking care for nonurgent medical conditions in the

emergency department: through the eyes of the patient. J

Emerg Nurs 2000;26(6):554-63.

Il Pronto Soccorso in Italia

Il concetto di Pronto Soccorso è stato descritto per la prima volta nel RD

1631 del 1938, dove si stabiliva che tutti gli ospedali dovevano far

funzionare il servizio di PS con i mezzi che disponevano.

Nelle città con una popolazione superiore a 200.000 abitanti almeno uno

degli ospedali esistenti doveva possedere un servizio di PS attrezzato per

qualsiasi intervento e dotato per quanto possibile di personale proprio e

differente da quello di guardia interna.

- Regio Decreto 30 settembre 1938, n.1631: Norme generali per l’ordinamento dei servizi

sanitari e del personale sanitario degli ospedali (G.U. n.245 del 25 ottobre 1938).

- D.P.R. 27 marzo 1969, n.128: Ordinamento interno dei servizi ospedalieri (G.U. n.104 del 23

aprile 1969).

- D.P.R. 27 marzo 1992: Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei

livelli di assistenza sanitaria di emergenza (G.U. Serie Generale n.76 del 31 marzo 1992).

- Atto di Intesa Stato e Regioni di approvazione delle linee guida sul sistema di emergenza

sanitaria in applicazione al D.P.R. 27 marzo 1992 (G.U. Serie Generale n.114 del 17 maggio

1996).

- Linee guida sul Sistema di emergenza sanitaria. Atto di Intesa Stato Regioni, G.U. 17/5/1996,

punto 3 funzione di triage.

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Il Pronto Soccorso in Italia

DPR 128 del 1969 (Riforma Ospedaliera): una nuova normativa

riguardante il PS:

Art 13: ”In ogni ospedale deve essere assicurato un continuo servizio di

Pronto Soccorso, coordinato, su prescrizione del piano regionale, con gli altri

presidi sanitari locali.

Il servizio di Pronto Soccorso deve disporre, in ogni ospedale, di mezzi di

trasporto adeguatamente attrezzati, nonché di mezzi necessari alla diagnosi

ed alla terapia, anche strumentale, d’emergenze.[…]

Negli ospedali regionali e provinciali il servizio di Pronto Soccorso è

espletato da personale sanitario con organico proprio, […], ed è organizzato

in modo da assicurare attraverso il coordinamento dei servizi di anestesia,

rianimazione, nonché le divisioni esistenti l’efficienza polispecialistica, la

continuità, la prontezza e la completezza delle prestazioni.

Negli ospedali di zona il servizio di Pronto Soccorso può essere espletato da

personale medico e chirurgico appartenente alle divisioni di ricovero”.

Il Pronto Soccorso in Italia

- Anni ’80: creazione dei primi Dipartimenti di

Emergenza.

-DPR 27 marzo 1992: definizione di un piano nazionale

di coordinamento dell’emergenza sanitaria.

- Maggio 1996: pubblicazione delle Linee Guida sul

sistema di emergenza-urgenza sanitaria nelle quali viene

prevista, per la prima volta in Italia, l’utilizzo della

funzione di triage nelle strutture di emergenza.

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Il sovraffollamento in Pronto Soccorso

Derlet RW, Richards JR. Overcrowding in the nation's emergency departments: complex causes and disturbing effects. Ann Emerg Med

2000;35(1):63-8.

Canadian Association of Emergency Physicians and National Emergency Nurses Affiliation. Joint Position Statement on emergency

department overcrowding [policy]. Can J Emerg Med 2001;3(2):82-4.

Canadian Association of Emergency Physicians and National Emergency Nurses Affiliation. Joint Position Statement. Access to acute

care in the setting of emergency department overcrowding [policy]. Can J.Emerg Med 2003;5(2):81-6.

Moskop JC, Sklar DP, Geiderman JM, Schears RM, Bookman KJ. Emergency department crowding, part 1-concept, causes, and moral

consequences. Ann Emerg Med. 2009;53(5):605-11.

Derlet R, Richards J, Kravitz RL. Frequent overcrowding in US emergency departments. Acad Emerg Med 2001;8:151-5.

Ospina MB, Bond K, Schull M, Innes G, Blitz S, Rowe BH. Key indicators of overcrowding in Canadian emergency departments: a

Delphi study. Can J Emerg Med 2007;9(5):339-46.

Trzeciak S, Rivers EP. Emergency department overcrowding in the United States: an emerging threat to patient safety and public health.

Emerg Med J 2003;20(5):402-5.

Kellermann AL. Déjà vu. Ann Emerg Med 2000;35:83-85.

Situazione in cui la richiesta di prestazioni supera la

capacità di fornire assistenza di qualità in un lasso di tempo

ragionevole.

Prime descrizioni: Nord America 1980.

Da 10 anni problema dei PS di tutto il mondo.

Il sovraffollamento in Pronto Soccorso

Gli indicatori

a) Pazienti in attesa di visita medica per più di 60

minuti

b) Letti di PS occupati per più di 6 ore al giorno

c) Cure mediche fornite in corridoio per più di 6

ore al giorno

d) Sala di attesa affollata per più di 6 ore al

giorno

e) Carico di lavoro eccessivo per più di 6 ore al

giorno

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Il sovraffollamento in Pronto Soccorso

a) Ridotto numero di posti letto ospedalieri

b) Aumentata criticità dei pazienti

c) Scarso numero di operatori sanitari dedicati

d) Chiusura di molti PS nel corso di “ristrutturazioni del sistema sanitario”

e) Aumento della popolazione non assicurata (sia da enti privati che statali) o

sotto-assicurata (per sistemi basati su regimi assicurativi)

f) Dimensioni ridotte delle aree di trattamento

g) Ritardi nell’esecuzione di consulenze mediche

h) Ritardi nell’esecuzione e nella valutazione di esami diagnostici e strumentali

i) Presenza di strumenti tecnologici diagnostici disponibili solo in ospedale

j) Difficoltà di accesso alle strutture di cura primaria

k) Scarso numero di operatori amministrativi

l) Difficoltà di comunicazione tra operatore sanitario e paziente straniero

Le cause

Il sovraffollamento in Pronto Soccorso

Le cause italiane

a) la concezione dell’ospedale come luogo dotato di diagnostica strumentale;

b) la crescente mancanza di fiducia nei confronti del MMG;

c) i tempi di attesa troppo lunghi per ottenere prestazioni specialistiche ambulatoriali

ed esami diagnostici;

d) l’incremento della parte di popolazione non inserita nel Servizio Sanitario

Nazionale;

e) l’evoluzione organizzativa del PS da zona di transito e smistamento a vera e

propria Unità di Diagnosi e Cura;

f) la soppressione degli ospedali di piccole dimensioni con la conseguente riduzione

del numero dei PS sul territorio;

g) aumento delle sindromi da indennizzo

h) burocrazia eccessiva/attività extracliniche (certificati malattia/INAIL,

determinazione alcolemia/stupefacenti, determinazione età radiografica, ricerca

ovuli…..).

Morichetti A, Maffei C. L’ appropriatezza del ricovero in medicina di urgenza.

In: Atti 3° Congresso Nazionale SIMEU “Imparare dall’evidenza, dall’errore, dall’esperienza”,

Roma 21-24/10/2003, in GIMUPS giugno 2003 suppl. 2, vol 5 num 1-2: 54-58.

(2011: 23 mil di accessi, 20% codici bianchi, 60% codici verdi, 17% ricoveri)

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Il sovraffollamento in Pronto Soccorso

Le conseguenze

a) Aumentato rischio di errori sanitari

b) Pazienti in attesa di posto letto in reparto

c) Deviazione delle ambulanze

d) Prolungamento del dolore e/o dello stato dell’ansia dei pazienti

e) Insoddisfazione degli operatori sanitari con conseguente ridotto

rendimento lavorativo

f) Prolungamento dei tempi d’attesa per la visita medica

g) Ritardo diagnosi e/o trattamento

h) Poco tempo e attenzione da dedicare agli studenti tirocinanti

i) Mancanza di privacy

j) Diminuita fiducia dei cittadini verso i servizi di emergenza

k) Episodi di violenza in seguito agli eccessivi tempi di attesa

l) Errori di comunicazione

Purtroppo anche altre importanti disuguaglianze sono sempre

più evidenti nella nostra sanità: quelle relative alla possibilità di

accesso alle cure e alla prevenzione. Ticket e crisi economica si

fanno sentire: i pazienti cominciano a chiedere se un esame è

proprio necessario, se la visita di controllo non può essere

rinviata di qualche tempo, mentre gli accessi nei Pronto

Soccorso dei codici verdi, quelli che riguardano i disturbi

minori, aumentano (un esame del sangue o una radiografia in

Pronto soccorso non si nega a nessuno e non ci sono ticket da

pagare).

LA CRISI, LE CURE E LA PREVENZIONE

Sergio Harari, Corriere della Sera 12 marzo 2012

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Nelle discussioni che accompagnano in questi giorni il nuovo Patto

per la Salute, un punto chiave è la revisione a livello nazionale dei

Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza, ovvero le prestazioni che

devono essere assolutamente garantite per tutti e ovunque dal Ssn.

Alcuni approcci al problema preoccupano: i Lea sono ormai vecchi

e un aggiornamento è indispensabile, ma pensare di riformarli

avendo come criterio di riferimento i finanziamenti disponibili, e

non le necessità della popolazione, è un cambiamento storico di

prospettiva. Il nostro sistema di welfare è già in crisi, segnato da una

sempre maggiore compartecipazione da parte dei cittadini alla spesa

sanitaria, così rischierebbe di finire definitivamente in soffitta.

LA CRISI, LE CURE E LA PREVENZIONE

Sergio Harari, Corriere della Sera 12 marzo 2012

La Stampa - Cronaca

11/07/2012 - intervista di Marco Accossato

"La riduzione dei letti intasa i Pronto Soccorso.

E gli errori aumentano.“

«Il mondo l’ha dimostrato: dove l’assistenza territoriale

funziona capillarmente non c’è emergenza né intasamento nei

pronto soccorso. Mentre dove i pronto soccorso sono intasati e

aumentano i tempi d’attesa delle visite cresce esponenzialmente

sia la mortalità sia il rischio di errori».

Il dottor Giorgio Carbone, primario del DEA al Gradenigo e

presidente della Società italiana dei medici di emergenza-

urgenza (SIMEU) commenta così i tagli della Spending review in

Sanità e le recenti vicende di cronaca che coinvolgono gli

ospedali del Torinese.

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«La patologia acuta è completamente cambiata negli ultimi anni: la necessità di

letti per acuti non è più quella di un tempo. Ma che cosa si sta facendo per il

malato fragile e pluri-patologico quando viene dimesso? Temo che l’unica risposta

continuerà ad essere il pronto soccorso, dove le attese di un letto in reparto

raggiungono in Piemonte anche i 3 giorni, e nel Lazio hanno toccato i 4 o 5».

Si va verso il collasso del sistema?

«Assolutamente. Già oggi, anche per le conseguenze della crisi economica, c’è un

maggior ricorso al pronto soccorso perché i servizi sono gratuiti».

Il governo impone tempi brevissimi al taglio dei posti letto in ospedale.

Corrispondono ai tempi per potenziare il territorio?

«Non mi sembra. Così il pronto soccorso era, è e resterà l’ultima frontiera del

sociale».

La Stampa - Cronaca

11/07/2012 - intervista di Marco Accossato

"La riduzione dei letti intasa i Pronto Soccorso.

E gli errori aumentano.“

Come immagina la situazione a un anno di distanza dalla Spending review?

«Di questo passo si tornerà probabilmente a parlare dei DEA sovraffollati. Dove

non c’è il territorio pronto ad accogliere i pazienti dimessi i malati restano in

reparto, e dove non ci sono posti in reparto per ricoverare i pronto soccorso sono

in crisi».

Servirebbe a suo parere un potenziamento dei Dipartimenti dei emergenza e

accettazione?

«Non è solo una questione di strutture fisiche, di spazi. In pronto soccorso gli

organici sono strutturati per accogliere i pazienti e gestire l’emergenza, non per

gestire i ricoveri. Invece, in queste situazioni, i pronto soccorso diventano in

pratica come un reparto di degenza. Ma non è quello che devono essere e

devono fare».

La Stampa - Cronaca

11/07/2012 - intervista di Marco Accossato

"La riduzione dei letti intasa i Pronto Soccorso.

E gli errori aumentano.“

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La Medicina difensiva

“La medicina difensiva si verifica quando i medici prescrivono

test, procedure diagnostiche o visite, oppure evitano pazienti o

trattamenti ad alto rischio, principalmente (ma non

esclusivamente) per ridurre la loro esposizione ad un giudizio di

responsabilità per malpractice.

Quando i medici prescrivono extra test o procedure, essi

praticano una medicina difensiva positiva; quando evitano certi

pazienti o trattamenti, praticano una medicina difensiva

negativa”

(Definizione elaborata nel 1994 dall’OTA, Office of

Technology Assessment, U.S. Congress).

“Tu perché vuoi fare il medico? Voglio aiutare. Avere un rapporto con le persone. Il

medico interagisce con la gente quando è più vulnerabile. Oltre alle cure mediche offre

anche speranza e un consiglio. Ecco perché amo l’idea di fare il dottore”

(Dal film “Patch Adams”).

“Trentamila denunce e dodicimila processi penali intentati nell’ultimo anno da parte di

pazienti a carico di medici per presunta responsabilità colposa derivante dall’attività

professionale… I drammi professionali dei medici e le tragedie dei pazienti si

consumano tra liti e processi interminabili, perizie e consulenze contraddittorie,

sospetti di connivenze e corruzioni, in un clima generale di sospetto e diffidenza che

avvelena la sanità e ostacola la giustizia”

(Dall’inchiesta de L’Espresso del 29/05/2008, “Dottore ti denuncio”).

La Medicina difensiva

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Congresso Amami: cento medici denunciati, una sola condanna

Il Sole 24 ore Sanità, 14 dicembre 2012

Responsabilità medica: 2.523 provvedimenti in 11 anni di cui 1.495 contro noti e 1.028 contro

ignoti. Ma su cento medici denunciati in media la condanna è una sola.

A fare i conti è stato l'Istituto di Medicina Legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore che ha

analizzato tutti i procedimenti penali relativi alla responsabilità professionale medica trattati dalla

Procura di Roma durante il periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010.

I risultati dello studio sono presentati oggi a Roma al V Congresso nazionale di Amami,

l'«Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente».

I reati maggiormente perseguiti sono stati quelli previsti dagli articoli 589 e 590 del codice penale

(omicidio colposo e lesioni personali colpose).

Medici e professionisti coinvolti sono stati in tutto 3.491 e l'errore professionale è stato registrato

soprattutto in chirurgia (nel 64% dei casi di denuncia), seguita dalla clinica (23%), dalla medicina

dei servizi (13%) e dagli errori degli operatori sanitari (2%).

Il dato più interessante è quello emerso dall'analisi dell'esito dei singoli procedimenti e dagli esiti

dei processi: a fronte di un considerevole numero di sanitari coinvolti e di un elevato numero di

procedimenti aperti, la colpa reale del sanitario è stata accertata solo in una ridottissima parte dei

casi: dallo studio dell'Università Cattolica emerge che per ogni 100 medici inquisiti, in media, c'è

stato in realtà un solo condannato.

La Medicina difensiva

Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Roma. La medicina difensiva in

Italia in un quadro comparato: problemi, evidenze e conseguenze. 2008.

Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Chi si difende da

chi? E perché? I dati della prima ricerca nazionale sulla medicina difensiva. Roma, 23

Novembre 2010, Senato della Repubblica.

La Medicina difensiva

Il 23 novembre 2010 sono stati presentati i risultati della prima ricerca nazionale sulla medicina

difensiva condotta dall’Ordine Provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (d’ora

in poi Ordine Medici Roma). La raccolta di dati è stata realizzata tra il 2009 e il 2010. Con un

apposito sondaggio è stato indagato un campione probabilistico di 2.783 medici, stratificato per età,

area geografica,

rappresentativo di tutti i medici italiani (esclusi gli odontoiatri) fino a 70 anni, attivi in tutti i ruoli

(ospedali, case di cura, medicina di base) nel settore pubblico o privato. Dai risultati è emerso che:

· circa il 53% dei medici dichiara di prescrivere farmaci per ragioni di medicina difensiva e,

mediamente, tali prescrizioni sono il 13% circa di tutte le prescrizioni.

· il 73% e oltre dei medici dichiara di prescrivere visite specialistiche per ragioni di medicina difensiva

e, mediamente, tali prescrizioni costituiscono il 21% di tutte le prescrizioni.

· circa il 71% dei medici dichiara di prescrivere esami di laboratorio per ragioni di medicina difensiva

e, mediamente, tali prescrizioni costituiscono il 21% circa di tutte le prescrizioni.

· circa il 75,6% dei medici dichiara di prescrivere esami strumentali per ragioni di medicina difensiva

e, mediamente, tali prescrizioni rappresentano il 22,6% circa di tutte le prescrizioni.

· circa il 49, 9% dei medici dichiara di prescrivere ricoveri per ragioni di medicina difensiva e,

mediamente, tali prescrizioni costituiscono l’11% circa di tutte le prescrizioni.

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La Medicina difensiva

M. Catino, C. Locatelli. Il problema della medicina difensiva nell’urgenza.

Dipartimento di sociologia e ricerca sociale. Università degli studi di Milano-

Bicocca.

Ottobre 2010.

Nell’ottobre 2010 sono stati presentati i risultati di una ricerca sulla medicina difensiva nell’urgenza.

L’indagine è stata condotta su 1.327 medici. Le caratteristiche socio-anagrafiche del campione sono: età

compresa tra i 37 e i 47 anni (33,3%) e tra i 48 e i 59 anni. L’anzianità di servizio è medio-alta: da 11 a 20

anni il 27,8% e da 21 a 30 anni il 25%. Il 60,8% è di genere maschile; nel 97% dei casi gli intervistati

lavorano in

un ospedale pubblico. Si tratta per lo più di medici specialisti (93,8%) appartenenti all’area medica

(46,3%), con il ruolo di dirigenza (73%) o di direzione di presidio/dipartimento (22,5%). La maggior

parte dei rispondenti, inoltre, proviene dalle regioni del nord (52%), in particolare dalla Lombardia e

dal Piemonte. Questi i principali risultati evidenziati:

· il 90,5% dei medici intervistati ammette di aver adottato almeno un comportamento di medicina

difensiva durante l’ultimo mese di lavoro;

· il 77,7% ha richiesto esami di laboratorio non necessari;

· il 72,8% ha inserito annotazioni inutili in cartella clinica;

· il 67,3% ha richiesto consulenze di altri specialisti non necessarie;

· il 64,1% ha richiesto esami invasivi inutili per non contrastare il parere del consulente interpellato;

· il 63,3% ha richiesto un ricovero non necessario solo per assecondare le pressioni dei familiari del

paziente;

· il 61,2% ha richiesto un ricovero per un paziente gestibile ambulatorialmente;

· il 51,8% ha enfatizzato alcuni aspetti clinico-anamnestici per giustificare la correttezza della propria

diagnosi.

La Medicina difensiva

Il “fattore” contenzioso rappresenta, direttamente e/o indirettamente, la spinta propulsiva maggiore al

ricorso a metodiche di medicina difensiva, le quali inducono il medico a fare quel quid in più o in meno

per cercare di tutelarsi da un punto di vista medico-legale. Dagli studi effettuati emerge, infatti che la

maggiore motivazione che spinge il medico ad atti di medicina difensiva è il timore di un contenzioso

medicolegale: 80,4% (Ordine Medici Roma); 69% (Catino-Locatelli).

A ciò si deve aggiungere:

· timore di una richiesta di risarcimento: 50,4 % (Catino-Locatelli);

· influenza di precedenti esperienze di contenziosi a carico dei propri colleghi: 48,4 % (Ordine Medici

Roma); 50 % (Catino-Locatelli);

· influenza da precedenti esperienze personali di contenzioso: 34,3% (Catino-Locatelli);

· timore per l’impatto sulla reputazione: 16,45 % (Ordine Medici Roma); 26,4 % (Catino-Locatelli).

Tra le motivazioni inoltre non vanno trascurate quelle legate ad aspetti organizzativi (Catino-Locatelli):

· il 71% attribuisce la causa all’eccessivo afflusso di pazienti;

· il 75,4 % a causa della mancanza di posti letto;

· il 50,2 % alla stanchezza e alla paura di sbagliare;

· il 32,1 % alla carenza dei percorsi formativi.

Infine, assume rilevanza il “terrorismo” mediatico, vòlto ad amplificare a dismisura il verificarsi di

eventi infausti connessi all’esercizio di attività medico-chiururgica, senza tuttavia seguire la notizia e il

corso del procedimento e senza riportare l’esito dei fatti, che nella maggior parte dei casi consiste in

un’assoluzione dei medici coinvolti.

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Evoluzione del concetto di salute

La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale

e sociale e non soltanto una mera assenza di malattia o

infermità. Statuto OMS, art. 1

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto

dell’individuo e interesse della collettività e garantisce

cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato

trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La

legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal

rispetto della persona umana.

Costituzione della Repubblica Italiana, art.32

Il mandala della salute

T. Hancock, The Mandala of Health: a Model of the Human Ecosystem,

in «Fam. Comm. Health», 8 (3), 1985, pp. 1-10.

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19/03/2013

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Il “bisogno patologico” di salute

nella società moderna

Morte

Disabilità Sofferenza

ANALISI DEGLI ACCESSI A BASSA PRIORITA’

PRESSO LE STRUTTURE DI PRONTO SOCCORSO

DELLA REGIONE PIEMONTE

RELAZIONE PROGETTUALE 2009 - 2010

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ANALISI DEGLI ACCESSI A BASSA PRIORITA’

PRESSO LE STRUTTURE DI PRONTO SOCCORSO

DELLA REGIONE PIEMONTE

RELAZIONE PROGETTUALE 2009 - 2010

Le caratteristiche

a) Giovane

b) Sesso femminile

c) Accesso per decisione autonoma o su consiglio di amici/parenti

d) Assenza di co-morbilità

e) Durata dei sintomi prolungata

f) Convivenza con 1 o più persone

g) Livello socioeconomico basso

h) Mancanza di un MMG di riferimento

i) Livello di educazione alto

j) Accesso direttamente da domicilio

k) Disturbi prevalenti: dolore addominale, dolore toracico, disturbi

respiratori, cutanei, muscolo-scheletrici, oculistici, oculari

Carret ML, Fassa AC, Domingues MR. Inappropriate use of emergency services: a systematic review of prevalence and associated factors.

Cad Saude Publica. 2009;25(1):7-28.

Bianco A, Pileggi C, Angelillo IF. Non-urgent visits to a hospital emergency department in Italy. Public Health

2003;117(4):250-5.

Afilalo J, Marinovich A, Afilalo M, Colacone A, Léger R, Unger B, Giguère C. Nonurgent emergency department patient characteristics and

barriers to primary care. Acad Emerg Med 2004;11(12):1302-10

Howard MS, Davis BA, Anderson C, Cherry D, Koller P, Shelton D. Patients' perspective on choosing the emergency department for

nonurgent medical care: a qualitative study exploring one reason for overcrowding. J Emerg Nurs 2005;31(5):429-35.

ANALISI DEGLI ACCESSI A BASSA PRIORITA’

PRESSO LE STRUTTURE DI PRONTO SOCCORSO

DELLA REGIONE PIEMONTE

RELAZIONE PROGETTUALE 2009 - 2010

Le cause

1) Senso di urgenza

2) Difficoltà nell’ottenere un appuntamento dal MMG

3) Inviati in PS direttamente dal personale dei centri di cura primaria

4) Mancanza di assicurazione sanitaria / possesso di assicurazione

sanitaria pubblica

5) Facilità/rapidità di esecuzione di test diagnostici in PS

6) Fiducia nel PS

7) Insoddisfazione del proprio MMG

8) Orari di apertura degli ambulatori di MG scomodi

9) Costo delle cure primarie

Brim C. A descriptive analysis of the non-urgent use of emergency departments. Nurse Researcher 2008;15(3):72-88.

Canadian Triage and Acuity Scale – livello V.

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19/03/2013

15

Le soluzioni italiane

1. Percorso “Fast-track” (percorso veloce):

è un modello organizzativo che permette, attraverso l’invio diretto di alcune tipologie di

pazienti direttamente dal triage al medico specialista di competenza, una

razionalizzazione dei percorsi all’interno del PS e una sensibile diminuzione dei tempi di

attesa soprattutto per quel che riguarda le utenze con codici a bassa priorità

2. Ambulatorio codici bianchi:

è un servizio rivolto ai pazienti che giungono impropriamente al PS, perché portatori di

disturbi che non hanno carattere d’urgenza. Si trova solitamente nelle vicinanze del PS,

e funziona con ritmi, orari e tempi da attività semi-programmata.

3. Strategie “See and Treat”:

i pazienti con problemi di salute non urgenti vengono inviati dal triage direttamente

alla sezione “See and Treat”, dove vengono accolti da un medico, o da un infermiere

(quando i disturbi possono essere da questi gestiti in sicurezza), che si occuperà di

valutare ed eventualmente trattare il problema presentato dal paziente

Arcangioli R. Il sistema fast track al Pronto Soccorso di Pistoia. In: Atti 2° Convegno Internazionale “Il triage infermieristico in Pronto

Soccorso: l’evoluzione”. Riccione, 7-8-9/5/2009.

Considine J, Kropman M, Kelly E, Winter C. Effect of emergency department fast track on emergency department length of stay: a case-

control study. Emerg Med J 2008;25:815-819.

“Il Pronto Soccorso – Presidio Ospedaliero Santa Chiara di Trento”. Organizzazione aziendale e carta dei servizi. Giugno 2006.

Delibera della Regione Toscana 17 dicembre 2007 n.958: Proposta di sperimentazione del modello See and Treat in Pronto Soccorso,

come modello di risposta assistenziale alle urgenze minori. Approvazione documento. (G.U. n.1 del 2 gennaio 2008).

33 Neri G. “See and Treat”, obiettivi e risultati attesi. In: Atti 2° Convegno Internazionale “Il triage infermieristico in Pronto Soccorso:

l’evoluzione”. Riccione, 7-8-9/5/2009.

Le soluzioni in U.S.A. ….

1) Il miglioramento dell’accesso alle cure primarie e territoriali

2) L’aumento dei posti letto ospedalieri

3) Lo sviluppo di unità di osservazione breve specialistica

4) L’aumento del numero di operatori da dedicare al PS

5) L’aumento degli spazi fisici del PS

6) Il miglioramento dei servizi diagnostici collegati al PS

7) Lo sviluppo di sistemi di allerta precoci

…. e in Canada

a)Implementazione di database elettronico

b)Sviluppo dei collegamenti tra PS e cure primarie

c)Sviluppo di progetti pilota innovativi

d)Impiego di infermieri altamente specializzati.

e)Creazione di vie di accesso privilegiate all’esecuzione di test

diagnostici e strumentali, per

velocizzare il flusso dei pazienti.

f) Aumento del numero di strutture sanitarie di lungodegenza

g)Aumento e sviluppo di nuovi programmi formativi per il personale

h)Organizzazione di campagne informative per la popolazione

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19/03/2013

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Le soluzioni possibili?

a) Compartecipazione alla spesa per ogni prestazione sanitaria

urgente sulla base del reddito

b) Aumento dei ticket sui codici bianchi e controllo del recupero

crediti

c) Aumento dei servizi sanitari e socio-assistenziali sul territorio

d) Riduzione della burocrazia in Sanità (MMG, Medici di PS)

e) Riduzione dei tempi di attesa per la diagnosi strumentale sul

territorio

f) Depenalizzazione della responsabilità professionale medica

g) Educazione sanitaria dei cittadini a partire dalla scuola

dell’obbligo

h) Recupero dei fondamenti etico-valoriali della vita umana e del

senso del trascendente

Grazie per l’attenzione!