Lettera ai Romani
Feb 14, 2016
Lettera ai Romani
rappresenta il vertice più alto della dottrina e della teologia di Paolo
scopo apostolico e non letterario
comunicare a distanza con le comunità cristiane per aiutarle a risolvere i loro
problemi e per continuare ad evangelizzarle
il vangelo di Cristo è la forza di Dio per la salvezza di chiunque crede
protagonista è Dio Padre, che vuole salvare l’umanità comunicando la sua
giustizia, cioè la sua vita di santità
Cristo è strumento di questa universale riconciliazione
questo palpito di vita soprannaturale è reso più cosciente e operante dallo Spirito, che ci è stato donato come pegno e frutto
dell’amore divino
l’uomo è invitato a dare la sua risposta
Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione.
Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
si allude a un momento preciso della vita dei cristiani
dal battesimo i cristiani sono giustificati per fede
il battesimo è il sacramento della fede perché esige la fede e conduce alla fede
nella vita si mantiene la giustificazione ricevuta nel battesimo
la pace non indica il nostro comportamento pacifico
è la pace donata da Dio
è lo stato di pace che ci sorregge e del quale siamo divenuti partecipi in quanto
giustificati per la fede
ci è data in continuità dal nostro rapporto con il Signore Gesù
per mezzo di Cristo si è dischiusa e fatta accessibile la grazia
la pace è una pura grazia, una immeritata propensione di Dio verso di
noi
la grazia è l’opera compiuta da Dio in Gesù Cristo, la quale ci avvolge nel suo
abbraccio
ci gloriamo per la potenza di Dio
il gloriarsi è una fiducia profonda nella quale l’uomo si immerge gioiosamente
e che si manifesta nella professione solenne e nella lode
il gloriarsi di sé è gonfiarsi
il gloriarsi di Dio edifica e costruisce l’esistenza nell’amore
l’esistenza cristiana è una vita vissuta nella speranza
anche le tribolazioni, che in definitiva servono a rafforzare la speranza, sono motivo di vanto perché
da esse ricaviamo l’edificazione della nostra vita
2Cor 4,16-18: Per questo non ci scoraggiamo, ma anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo,
quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra
tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo
sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono
eterne
la tribolazione - intesa alla luce della fede e della speranza - produce la
perseveranza (o pazienza)
la speranza si manifesta nella pazienza
questa pazienza, a sua volta, produce una virtù collaudata
da questa certezza di aver dato buona prova di sé nasce una nuova speranza
la speranza non inganna, non conduce alla vergogna
l’amore di Dio è quello che il Padre in Gesù Cristo, mediante lo Spirito Santo,
nutre per noi
tale amore afferra l’uomo nell’intimità più profonda dell’essere, là dove
soltanto Dio può giungere e vedere
l’amore di Dio per noi è quello che si è manifestato con la morte di Cristo
Cristo è morto per amore e a vantaggio dei peccatori, dei ribelli a Dio
ciò è sconcertante, poiché a stento si può trovare uno disposto a morire al posto di un uomo giusto, figuriamoci per gli empi
con i nostri criteri umani quella morte appare assurda
coloro che sono giustificati nel sangue di Gesù Cristo davvero saranno salvati
dal giudizio dell’ira di Dio
davvero coloro che sono riconciliati con Dio tramite la morte di Gesù Cristo
verranno salvati grazie alla vita di Gesù Cristo risorto dai morti
Cristo è l’irrevocabile per noi di Dio
non ci vantiamo soltanto per tutto ciò che abbiamo detto su Gesù Cristo e
sull’amore di Dio, che sono la garanzia della nostra salvezza, ma ci gloriamo
anche di Dio stesso per mezzo di Gesù
Gesù, nella sua condizione di Risorto, concede a noi la riconciliazione
in Gesù edifichiamo con vanto la nostra vita nella speranza della sua gloria
la storia dell’umanità reca l’impronta di Adamo e di Cristo, di ciò che l’uno e
l’altro hanno significato
un solo uomo = Adamo non è un qualsiasi individuo umano, ma l’uomo primordiale che lascia la sua impronta
decisiva su tutti gli uomini
attraverso il regime del peccato, è entrata nel mondo la morte
anche prima di Mosè c’era il peccato, ma non c’era ancora il peccato
riconosciuto e qualificato dalla legge
Adamo peccò violando un comandamento, mentre gli uomini dopo
di lui, fino a Mosè, non agirono in maniera analoga
eppure anche su di loro regnò la morte, entrata nel mondo a causa del peccato
di Adamo
Adamo è il tupos di Cristo, il prototipo che rimanda a Cristo come a suo antitipo
i beni recati dall’Adamo che doveva venire, cioè Cristo, sono
incomparabilmente superiori rispetto alla rovina procurata agli uomini dal primo
Adamo
Cristo non rappresenta solo la compensazione del primo Adamo, e di ciò che questi ha prodotto, ma è molto di più
l’agire di Dio comporta sempre un sovrappiù, e il suo dono di grazia è
giunto in misura sovrabbondante a tutti
la grazia di Dio è sovrabbondanza, pienezza, una realtà inaudita e
inesauribile
ciò di cui ora gli uomini possono e devono vivere è la vita offerta da Gesù Cristo, quella vita che ci viene concessa
dalla grazia di Dio
il regime del peccato ha esercitato il suo potere per mezzo della morte
ma questa è la situazione passata dell’umanità
ora è venuta la grazia sovrabbondante che ha sopraffatto il peccato e la morte
questa grazia è Gesù, che dà a tutti gli uomini la giustificazione e la vita eterna
Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia? È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio. Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia. Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia? Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia. Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione. Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro destino è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
gli avversari di Paolo stravolgevano la correlazione tra peccato e grazia e ne
traevano la conseguenza pratica: aumenta il peccato se vuoi aumentare
la grazia!
l’uomo resta nella potenza del peccato quando acconsente a questa potenza
compiendo l’azione peccaminosa e, così facendo, ritorna sotto il regime del
peccato
la risposta di Paolo a questa obiezione è un deciso me ghènoito, non sia mai, che in questa lettera ricorre ben sette volte
il motivo è questo: siamo morti al peccato
l’esistenza del cristiano non si svolge più sotto il regime del peccato e della morte, ma sotto la signoria del Risorto
nel battesimo siamo morti al peccato
essere battezzati in Cristo Gesù significa diventare proprietà di Gesù
Cristo
noi siamo morti al regime del peccato quando nel battesimo passammo in proprietà di Gesù Cristo e quando
fummo immersi nella sua morte e nella sua risurrezione
la conseguenza del battesimo è essere stati sepolti con Cristo e partecipare
alla sua risurrezione
nel battesimo siamo morti e sepolti con Cristo perché possiamo condurre una
vita nuova, conforme alla sua risurrezione
nel battesimo, per la potenza dello Spirito, siamo nuova creatura
il nostro uomo vecchio non è una parte di noi, ma siamo noi prima del
battesimo
questo uomo vecchio è stato crocifisso con Cristo
la conseguenza è la fine della nostra soggezione al dominio del peccato
il battezzato non è più schiavo del peccato e può non peccare
Cristo ha tolto al peccato ogni potere sugli uomini, in quanto egli stesso fu
reso peccato
la sua morte fu un evento unico, definitivo, che non può essere ripetuto
ma può essere reso presente
come Cristo è morto al peccato, così i battezzati sono morti al peccato, e
come Cristo vive per Dio, così i battezzati devono vivere per Dio
proprio perché liberati, non dobbiamo ricadere sotto i nostri vecchi padroni
la potenza del peccato può regnare solo se le si obbedisce: il cristiano non deve
obbedirle
il peccato e la morte cercano di ripigliare il loro potere sul battezzato
attraverso il suo egoismo e le concupiscenze della carne
il battesimo è una rivoluzione personale, un cambio di regime, un cambio di padrone
nel battesimo abbiamo preso la decisione di obbedire a Dio una volta per tutte
ciò che il battesimo ha fatto in noi e la nostra decisione di obbedire concorrono
nell’impegnarci a non peccare più
i battezzati, che prima erano schiavi del peccato, ora obbediscono di tutto cuore
alla professione di fede del loro battesimo
essere servi della giustizia significa vivere la libertà dell’amore
i frutti della trascorsa schiavitù nel peccato sono tali che ora c’è solo da
vergognarsene
il loro risultato è la morte eterna
ora la mente dei cristiani è rinnovata ed essi hanno acquisito una nuova
comprensione della volontà di Dio
i cristiani godono della vera libertà e prestano il giusto servizio, quello dei
servi di Dio, e così hanno come frutto e risultato la vita eterna
il peccato paga col soldo della morte chi milita per lui; Dio invece elargisce come
dono della sua grazia la vita eterna
il libero dono di grazia di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore