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La Stirpe Degli Abissi

Nov 25, 2015

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kalyazin

Supernatural tale HP Lovecraft
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  • La

  • LA STIRPE DEGLI ABISSI

    1928 - KALYAZIN

  • Arrivano. Armi e bagagli da ogni dove. Ad alta quota fumosi

    mostri alati attraversano il blu su rotte spaziali. Abbracciati

    mutano. Si scontrano. E qui finiscono. Qui, dietro, le nuvole

    scompaiono.

    Perfetto allimbrunire, fosse dorso di Leviatano, il profilo

    dellentroterra montuoso scolpito in me.

    Sul litorale abitato luci stanche distribuite con regolarit

    indicano la via percorribile. Odi ritmico il pulsare del motore di

    un gozzo che trascina pennellate argentate convergenti su

    sfondo scuro.

    Sono nato in questisola.

    Unisola per millenni plasmata da elementi di rara e bestiale

    forza, taciuta da tutte le carte geografiche, anche le pi

    minuziose, per lestensione insignificante rispetto alla oceanica

    distanza che la separa dalle citt moderne.

  • Intese planetarie hanno imprigionato la mia vita tra questi

    scogli.

    Ho lavorato umilmente, beneficiando di una discreta attivit

    commerciale. Sono sposato. Alice mia moglie. La chiamo

    Luce perch protendo ad Essa. Come una pianta. La venero.

    Questa mia esistenza stata deviata da leggi indicibili. Da oltre

    un anno eventi nefasti la sconvolgono, latterriscono. A Voi,

    Pio Lettore, devo spiegarne il perch.

    E oramai questione di tempo. Sar iniziato nellattimo eterno

    alla comprensione suprema. Il segreto dei segreti. Il sostegno

    cognitivo su cui poggia lasfissiante peso dellintero universo,

    teatro dellumano agitarsi.

    Poco manca al mio dissolvimento.

    E impresa ardua esplicitare con lapprossimazione

    comunicativa della parola scritta sensazioni superiore alle

    ordinarie. Posso per cimentarmi, poich uno sforzo in questa

    direzione non mi danneggia: sapendo volare, latto di guardare

    in basso non fa perder quota.

    Gli astronomi da mesi studiano le strane ed intense emanazioni

    energetiche, dorma saturnina e gioviale, dellestate passata.

    Vibrazioni nuove dinsolita frequenza hanno risvegliato dal

    tedio i miei compaesani. Essi ricordano bene lo scorso 22

  • luglio, il giorno della terribile scomparsa di mio nipote Trent

    Thomasson.

    Lo ha stabilito il tribunale. Omicidio.

    Ho deciso di far stampare a mie spese questo scritto, cronaca di

    accadimenti tanto misteriosi e inspiegabili, quanto insoliti ma

    assolutamente veri, per rivelare la mia versione dei fatti dopo

    quella del tribunale.

    Caro, illuso lettore sospinto dalla tiepida brezza dellabitudine,

    dallinerzia di una vita ordinaria di sonno. Innumerevoli gli

    enigmi dellesistenza!

    Dovete SAPERE, prima che il tempo rapisca il mio corpo e

    consumi lesperienza sovrannaturale vissuta. Sono lunico

    testimone di me stesso!

    Avrete notato che non ho fatto il nome dellisola in cui vivo e

    non intendo pronunciarlo: sia maledetto e cancellato per

    sempre dalloblio della lontananza!

    Le radici di tanta disgrazia giacciono sepolte sotto cumuli

    danni nel passato. I capostipiti della famiglia Thomasson

    hanno impersonato ruoli predominanti della gerarchia sociale

    dellisola. Furono uomini di legge e personaggi politici

    eminenti; altri ricoprirono cariche primarie nel corpo militare,

    che nellarcipelago aveva trovato un ottimo nodo strategico per

  • il controllo e lo sfruttamento economico della navigazione

    mercantile straniera.

    Lamministrazione retta e liberale dei Thomasson ebbe per

    lunghi periodi il consenso popolare. Finch venne la grande

    siccit.

    A quel tempo governava un trisavolo di mio nipote Trent, il

    pluridecorato ammiraglio Petrus Thomasson. Questi, invece di

    combattere lasfissiante avversit, scortato dal casato e dalla

    cerchia pi fedele della servit armata, si trasfer e barric con

    provviste sufficienti nel vecchio Forte della Guardia, che

    domina dallalto tuttora lintera isola.

    I soldati risposero con le armi alle invocazioni daiuto del

    popolo attanagliato dalla sete, mentre una calura infernale

    stecchiva gli arbusti e ardeva le coltivazioni.

    Nella calamit perirono in molti, dai pi deboli, vecchi e

    bambini.

    I sopravvissuti maledissero ai quattro venti la generazione

    vigliacca e traditrice dei Thomasson.

    Si narra che in seguito, durante una battuta di caccia, lo stesso

    ammiraglio mor orribilmente schiacciato da un blocco

    granitico, rimosso dalla sovrastante parete rocciosa dalle

    raffiche infuriate di tramontana, che dimprovviso aveva

    infestato quella zona.

  • Da quel tragico episodio lalbero genealogico dei Thomasson

    fu pi volte potato dalla sorte avversa e molte macabre storie

    finirono collentrare nelle dicerie popolari della tradizione

    orale dellisola.

    Nellultimo secolo, con lo sviluppo tecnologico che occulta

    le leggende la famiglia Thomasson venne riassorbita senza

    rancore nella vita di paese.

    Mio padre fu uno dei pi stimati pescatori dellarcipelago.

    Mi insegn il mestiere sin da piccolo, facendomi poi occupare

    della gestione di vendita del pesce.

    Trent, figlio di mio fratello, fu un ottimo lavoratore.

    Giovanissimo perse i genitori in oscure circostanze. Si trov

    obbligato ad imbarcarsi su un peschereccio, lunica possibilit

    per un ragazzo della sua et di guadagnarsi da vivere. Sistem

    e si trasfer in uno dei casolari sulla spiaggia di sassi, a nord

    dellisola, un tempo adibiti a depositi.

    Uomo di gran temperamento e forza fisica, pass intere nottate

    in mare alla ricerca di fondali particolarmente affollati di pesce.

    Presto divenne il pi esperto uomo di mare dellisola. La sua

  • notoriet e conquistata ricchezza gli diedero modo di

    frequentare i salotti esclusivi dellalta borghesia locale.

    E proprio in quellatmosfera Trent conobbe Laurie, la figlia

    maggiore del medico del paese, donna di raffinata umilt che

    mai sadagi sullagiatezza garantita dal pingue patrimonio

    familiare, dedicandosi ad attivit di soccorso sociale.

    I due si sposarono e subito dopo Trent divenne mio socio nella

    dirigenza della Compagnia.

    La nostra collaborazione fu assai proficua e altrettanto buoni i

    rapporti tra le nostre famiglie, nonostante qualche inetto

    predichi il parere contrario.

    La moglie Laurie trascorreva la settimana lavorativa nellisola

    attigua, dove si trovano alcuni casermoni diroccati residui di

    epoche perdute, alcuni dei quali restaurati e utilizzati come

    ospedale. Laurie era uninfermiera.

    E tendenza diffusa del misero genere umano avere un

    atteggiamento mentale daspirazione al futuro, divorare i

    momenti senza gustare il presente. Un bambino con tante

    caramelle in mano: quante ne metter in bocca?

    Lanima sensibile alle gioie e alle bellezze della natura

    percepisce la delicatezza della vita e il sottile equilibrio che la

    regge sopra il nero baratro della morte. Labbaglio della vita e

    linvisibilit della morte, subdola non manifestazione, sono due

  • parti di quel frutto che la fuggente istantaneit.

    Il 22 luglio di due estati fa successe una tragedia, fulminea

    come crepa di luce nel notturno, denso sipario astrale.

    La nave-traghetto che trasportava i passeggeri dalla terra

    ferma, in bala di una forte burrasca, perse la rotta spinta da

    onde gigantesche nellarcipelago minato di secche e and a

    cozzare contro la Punta Nera. E cos denominato uno scoglio

    maestoso che si staglia alto e isolato a nord-ovest, temuto dai

    pescatori delle nostre acque per le improvvise profondit

    abissali e lenigmatico gioco di correnti che lo circondano.

    Nellurto, terribilmente violento, molte furono le vittime.

    Laurie, che era a bordo, fu data per dispersa dalle autorit

    indaganti.

    La vicenda ebbe grande eco nellanimo della gente del paese.

    Inizia qui lodissea in un mondo di apparenze governato da

    leggi estranee, dove tutto il Creato fonte di nutrimento

    energetico per entit sconosciute, e vive, che trascendono il

    vuoto e prendono forma nella realt fenomenica come

    incoerenti sequenze di eventi misteriosi.

    Il colpo accusato dallo psichismo di Trent ebbe effetti

    disastrosi, tanto da renderlo una persona completamente

    diversa.

  • Lasci la nostra Compagnia, nonostante mopposi con

    fermezza, e si rinchiuse nella casa sulla spiaggia, vivendo di

    pesca e dei pochi prodotti coltivati in quella terra avvelenata

    dal sale.

    La mia preoccupazione fu grande nel vedere in condizioni

    sempre peggiori colui che per me era come un figlio.

    Ci che pi mimpressionava era il brusco cambiamento

    avvenuto nel modo di comportarsi, di camminare, perfino il

    suo volto pareva deformato. Il custode della Guardia, la

    fortezza divenuta da anni museo paesano di reperti antichi,

    riconobbe nella smorfia dello sguardo di Trent una somiglianza

    notevole con il celebre ritratto di Petrus Thomasson.

    Fu cos che la gente dellisola cominci ad evitare Trent,

    credendolo pazzo, e a rievocare nei suoi confronti lodio

    atavico per la maledetta dinastia dei Thomasson.

    Allontanato dai compaesani Trent si isol nella sua tana

    immersa nelle macchie, dalla facciata mimetizzata con i grandi

    massi di granito degradanti sullarenile ciottoloso.

    Poich nessuno osava avvicinarlo, le uniche visite che riceveva

    alla spiaggia erano le mie, sebbene Alice tentasse di

    dissuadermi.

    Anche se trascorrevo con lui interi pomeriggi, raramente mi

    rivolgeva la parola, rispondendo a monosillabi alle domande,

  • per la verit sciocche, nel tentativo futile di distrarlo da

    pensieri ossessivi.

    Trent si allontanava dalla propria abitazione una volta al

    giorno, al tramonto, per recarsi al Promontorio dellAquila,

    zona impervia e diroccata a nord dellisola dalla quale, a poco

    pi di un miglio al largo in mezzo al mare, come un dente

    aguzzo appare quellorrida Punta Nera. Appoggiata ad essa la

    carcassa della nave naufragata, ormai plasticamente adattata al

    paesaggio naturale.

    Da qui Trent guardava il mare per ore e lo potevi sentir

    costruire dialoghi col nulla. Nodi di voci e luci riflesse. Solo a

    notte fonda faceva ritorno a casa.

    Nelle giornate in cui il vento tempestava il mare, gonfiandolo a

    dismisura, Trent passava molto pi tempo sul Promontorio, a

    volte urlando per contrastare il ruggito delle onde parole rivolte

    agli abissi e ai curiosi personaggi che popolano i miti e le

    leggende dei pescatori. Urla che facevano inorridire gli abitanti

    della parte pi alta del paese, terrorizzandoli.

    La salute mentale di mio nipote, misteriosamente collegata con

    il mutare delle condizioni atmosferiche, peggior

    drasticamente durante la stagione invernale, che port un clima

    depressionario spesso rinforzante a burrasca.

  • Per qualche mese seguii Trent e gli diedi totale assistenza e

    disponibilit; forse egoisticamente desideravo stargli vicino

    perch provavo un vergognoso piacere nel vederlo roso dal suo

    dolore. Ma questo interesse dopo un po di tempo mi lasci.

    Labitudine e la quotidianit conducono prima o poi alla

    monotonia e alla sete di novit.

    Continuai a vivere, perch il mondo continua a girare anche se

    perde i pezzi. Settimane a grappoli passarono senza che mi

    fossi occupato di lui anche un esile minuto. E non ebbi pi sue

    notizie.

    Tra i miei compaesani aleggiava il sospetto che la prolungata

    assenza delle urla diaboliche di Trent significasse la avvenuta

    morte del famoso pescatore, vuoi perch inghiottito dal mare,

    vuoi per la sua isterica pazzia suicida. In realt quei codardi

    non osavano avvicinarsi alla spiaggia.

    Come prevedevo, Trent non era morto.

    Fu una delle prime giornate di marzo che lo rividi, dopo

    qualche mese dassenza, vivo e vegeto. Si trovava in precario

    equilibrio su una scogliera scoscesa, esposta al tiepido sole di

    mezzod. Stava costruendo una specie di altare con sassi e

    oggetti lucenti di antiche fattezze, provenienti da chiss dove,

    su quel dannato Promontorio.

  • Mi limitai ad osservare la grazia con cui si dedicava a tale

    strana opera.

    Due giorni dopo, quando potei essergli faccia a faccia, fu lui a

    parlare per primo. Ripeteva quasi meccanicamente, con voce

    roca e profonda, che dal Promontorio poteva avvertire la

    presenza della moglie scomparsa otto mesi prima e che avrebbe

    potuto rivederla grazie allaltare che l aveva innalzato. Tutto

    ci mi disse gli veniva concesso da una forza accumulatasi

    negli abissi e generata dagli uomini con lespandersi smisurato

    della nefasta tendenza ad esprimere lemozionalit negativa.

    Codesta enigmatica emanazione laveva guidato nel reperire gli

    estranei amuleti che allora adornavano laltare.

    Devo dire che, per quanto le affermazioni di Trent apparissero

    ridicole, la loro originalit mista alla tetra atmosfera di quel

    luogo mi spaventarono; e ancor pi mincurios la malsana luce

    negli occhi di mio nipote, che dava ragion dessere al mio

    terrore, provocato da questi nuovi elementi influenzanti il suo

    psichismo oramai folle.

    La curiosit che provai quel giorno per le fantastiche

    congetture di mio nipote mi conquist e fu fattore vivificante.

    Continuai cos a seguire i folli atteggiamenti di Trent, di

    nascosto.

  • Scoprii che allestiva e celebrava riti sacrileghi di oscura

    provenienza, sabba grotteschi che avrebbero dovuto risvegliare,

    come talvolta confid, il cuore freddo e pulsante di alcune

    creature misteriose che egli definiva la Stirpe degli Abissi; le

    stesse, diceva, che risucchiarono negli abissi profondi

    limmensa e antica Atlantide.

    Erano passati molti mesi dal ritiro di Trent dalla vita normale:

    solo io avevo la possibilit di vederlo, le poche persone che

    avevano tentato di avvicinarlo erano fuggite o allontanate in

    modo ostile dallo stesso Trent.

    Perfino i pescatori che solitamente frequentavano le acque

    antistanti il Promontorio dellAquila abbandonarono quel posto

    lugubre, straziati in cuore dalle urla diaboliche di quelluomo

    uscito di senno.

    La situazione che sera creata aveva reso difficile la mia vita.

    Alice sosteneva che non ero pi lo stesso, sprecavo il mio

    tempo tentando di decifrare le stravaganti elucubrazioni di un

    povero pazzo, trascurando invece le faccende quotidiane.

    Un giorno, quando nel corso di una discussione le risposi che

    avevo intenzione di continuare a seguire il comportamento del

    giovane Thomasson, Alice decise di andarsene dai genitori, nel

    continente. Non potevo accettarlo!

  • Dopo la lite con mia moglie mi rest come consolazione la

    possibilit di seguire indisturbato la mente deviata di Trent.

    Potei assistere a riti subliminali dedicati alla Stirpe degli

    Abissi; lo vidi accendere fuochi a forma di enneagramma e

    richiamare a s tutte le ombre della notte.

    Mi stupiva, ed ancora inspiegato, constatare che mio nipote

    aveva acquisito in breve tempo una conoscenza approfondita di

    alcune celebrazioni blasfeme, appartenenti a chiss quale setta

    dannata, senza aver avuto alcuna possibilit ordinaria di

    apprenderle.

    Una delle notti che passai al Promontorio, nascosto e intirizzito

    dallumidit, egli avvert la mia presenza. Credevo di trovarmi

    al sicuro avvolto in una coperta tra i cespugli di mirto e qualche

    basso pino marittimo. Sbagliavo. Presto mi raggiunse, sebbene

    fuggissi in preda al panico. Mi percosse ammonendomi del

    pericolo che avevo corso sfidando la Stirpe degli Abissi.

    I contorni del suo volto erano indefiniti. I suoi occhi

    rifulgevano come stelle nel cielo nero. Non dimenticher mai

    quello sguardo che rivelava la dimensione sovrannaturale. Mi

    svincolai dalla sua presa e corsi verso il centro abitato con tutta

    la forza che possedevo, senza voltarmi indietro.

  • Cominciai a rendermi conto che la mia debole ragione riusciva

    con difficolt a tollerare troppi bizzarri accadimenti. Una forza

    irrazionale stava coprendo, come marea crescente, ogni mia pi

    esile volont. Conclusi che sarebbe stato necessario non

    curarmi pi delle pericolose fantasie di mio nipote. Dolce

    Alice, torna a casa!

    Ripresi dunque ad occuparmi direttamente della Compagnia

    Commerciale gettandomi a capofitto negli affari di gestione e

    trovando anche il tempo di seguire sui pescherecci le battute di

    pesca. Il lavoro un antidoto strepitoso contro i pensieri

    ossessivi!

    Il ritorno allattivit lavorativa e ai normali rapporti sociali coi

    pescatori mi diede subito limpressione che qualcosa non

    andava. La gente, per lo pi, mi evitava. Era chiaro che la

    storia della pazzia di Trent aveva intaccato seriamente anche la

    mia reputazione a causa del mio cognome: Thomasson. Gli

    anziani, quando attraversavo le pi intime stradine del paese,

    ripetevano a viva voce il proverbio dello zoppo e del fatto che

    camminando con esso simpara a zoppicare. Tentai pi volte di

    chiarire che Trent era stato per me come un figlio e perci mi

    ero occupato quanto possibile della sua condizione.

    I rapporti coi pescatori peggiorarono allo sbocciare dellestate e

    quindi della buona stagione. Accusarono la mia presenza in

  • barca di essere portatrice di cattiva sorte dato che, alla fine

    della giornata in mare, la pesca era proprio misera: sembrava

    che i fondali si fossero spopolati a favore di una specie ittica

    spregevole, di infimo aspetto, sconosciuta nellisola.

    Venni cacciato dal peschereccio con la minaccia di uno

    sciopero quando, un giorno, in mezzo al mare a nord, fummo

    travolti da unonda anomala che fece roteare su un fianco la

    barca come una trottola.

    Gli eventi che da quel periodo continuano a martellare la mia

    persona sono atroci e sconvolgenti.

    Lettore! Mi appello con tutte le forze e speranze ormai

    poche! alla Vostra sensibilit emotiva, dote che spessissimo

    viene soffocata dal freddo raziocinio scientista. Perch ci che

    accaduto e ci che accadr privo di logica, ma non per

    questo inconsistente.

    Il mare di vibrazioni che attorno a me aleggia e mavvolge,

    costringendo la mia mente, non giace sul piano dualistico di

    realt e irrealt fenomeniche, di bene e di male, di spirito e

    materia, ma respira nel fluido divino generato dallunione, in

    perfetto equilibrio, di essere e sapere, nellorgasmo della

    comprensione.

  • Lettore! Prima di addentrarvi furtivamente nei fatti che mi

    sconvolgono, pensateci! Perch non sono che i primi passi al di

    l del rugginoso cancello irto di aculei sporgenti verso loscura

    prospettiva interiore di un animo ammuffito nellombra del

    terrore e nellumidit di una coscienza lacrimante.

    Lettore! Astenetevi! Salvatevi dal contagio psichico!

    Tornare indietro non ammesso!

    Il mese di luglio port nei primi giorni un sole velato da una

    fetida e insalubre coltre gassosa permanente e un caldo torrido

    che fu causa di qualche incendio domato non senza difficolt

    dalle squadre volontarie specializzate.

    Fino a met mese il vento, usualmente costante nelle escursioni

    termiche diurne, non si fece mai sentire.

    Stranamente sul mare era sempre presente un certo moto

    ondoso, scandito con precisa regolarit da nord a sud, forse per

    uninsolita attivit sismica.

    Qualcosa stava per succedere.

    Agli inizi della seconda met del mese un ciclone di rara

    intensit aggred il cielo e si abbatt sullisola abituata ai

    terribili agenti atmosferici.

  • Lorizzonte era ricoperto di cumuli avanzanti, densissimi e

    neri, carichi di pioggia e saette. Il mare, enorme, spruzzava

    schiuma scura.

    Mi rinchiusi in casa, una raffinata costruzione nel verde delle

    pendici del rilievo che ha per cima la Guardia; curai alcune

    pratiche finanziarie arretrate, come solevo fare col maltempo.

    La notte del 20 luglio fu per me infernale. Feci degli incubi

    apocalittici, dove mani immense uscenti dal mare catturavano e

    straziavano il mio corpo; sognai un volto inquietante che, con

    voce satanica, malediva i Thomasson e ne annunciava la fine

    della dinastia.

    Venni ridestato dal rumore che faceva la serranda, sbattuta a

    tratti dalle infiltrazioni daria attraverso la finestra.

    Il 21 luglio non riuscii a chiudere occhio. Ero tormentato dalle

    figure malefiche che avevano disturbato i miei sogni la notte

    precedente; ed ero preoccupato per mio nipote Trent. Pensavo

    che le onde infuriate avrebbero probabilmente raggiunto la

    dimensione sufficiente a ingoiare la casa sulla spiaggia.

    Temevo inoltre per la mia sanit mentale: mi rendevo conto di

    esser diventato assai nervoso, forse a causa dei difficili rapporti

  • di lavoro; e sentivo forte la mancanza di Alice, che tardava a

    ritornare. Sapeva che non avrei accettato il suo allontanamento.

    Era quasi lalba quando maddormentai. Lalba del 22 luglio.

    Sogno, veglia, illusione: la distanza minima. Essere e non

    essere. Ma lessere ha varie gradazioni, dalle pi grezze alle

    fini ed eteree. Si riesce ad essere soprattutto negli attimi in cui

    si realizza che tutto ci che si considerava vero era invece

    illusorio.

    Quando ritornai dalla sfera onirica, nel tardo pomeriggio, vidi

    davanti a me come proiettata una figura conosciuta, la figura di

    Trent.

    Il suo corpo portava i segni di una vecchiezza avanzata,

    nonostante la ancor giovane et, ma i suoi occhi emanavano

    una vitalit magnetica.

    Con percepibilissima eccitazione mi disse che il grande giorno

    era arrivato. La Stirpe degli Abissi, quelle creature non create

    che si nutrono di una forma particolare di energia prodotta

    dalla vita organica sulla terra, sarebbe risalita dalle profondit e

    avrebbe portato con s la defunta moglie Laurie.

  • Dopo aver emesso tale profetica sentenza, Trent scapp

    repentinamente verso una destinazione precisa. Intuivo quale

    potesse essere.

    La sua apparizione appena destato mi parve metafisica, quasi

    una rivelazione. Per quanto lincontro mi scosse, decisi subito

    di inseguire Trent. Mi vestii abbondantemente e uscii in fretta

    dal centro abitato, attraversando quelle viuzze e quei vicoli

    spettrali che ora ridossano dal vento, ora gli accelerano il

    passo.

    Risalendo il monte della Guardia in direzione nord capii che la

    tempesta aveva raggiunto una violenza tremenda, le dimensioni

    di un vero e proprio cataclisma. Pioggia battente di odore

    salmastro per la schiuma dei marosi che volava impazzita nel

    cielo elettrico. Alberi sradicati dal vento impetuoso;

    impossibile reggersi in piedi. Le nuvole si vedevano a stento

    perch loscurit era scesa padrona e le ultime luci del paese

    rimanevano distanti alle mie spalle, verso sud.

    Bench il pericolo fosse altissimo, perso di vista Trent, ritenni

    opportuno dirigermi al Promontorio dellAquila.

    Ci arrivai fradicio, tremante, dopo unora di tormentato

    trascinarsi in controvento, torturato dalle raffiche che

    attraversavano il mio corpo agitando lanima e dai rumori

    catastrofici .

  • Il luogo era letteralmente flagellato dallimpetuosit degli

    elementi atmosferici, perch ad essi direttamente esposto.

    Lampi e fulmini si concentravano sopra il terrorizzante scoglio

    di Punta Nera, dove la nave incagliata, incurante delle

    gigantesche mura dacqua alimentate per tre giorni e tre notti

    dal vento incessante, pareva immobilizzata da forze incredibili.

    Sul pendio scosceso che ben conoscevo, tra pietre e macchie

    rade, non lontano dal bizzarro altare illuminato di proprio

    maligno fulgore, vidi Trent compiere delle circonvoluzioni con

    grande abilit, ad occhio inesperto somiglianti a strane danze

    orientali. La luce della luna per attimi rendeva fosforescenti le

    alte creste delle onde facendo loro assumere le forme pi

    orrende.

    Nel caos universale improvvisamente il mare si raccolse,

    sinnalz sulle ali della notte come una montagna fatata,

    mettendo a nudo le radici pi profonde della scogliera su cui si

    trovava Trent.

    Le nuvole intanto accecavano e rivelavano ad intermittenza

    frammenti di irrealt. La mia visione risultava a fotogrammi.

    Se non temessi per la mia salute mentale, giurerei che dalla

    schiuma dellonda gigante dipartissero spettri e mostri

    piangenti di un altro mondo e lingue sataniche di fuoco blu.

    Alla massima altezza raggiunta dal flutto, il mare apr alla mia

    vista le fauci demoniache di un gigante dannato di dimensioni

  • inimmaginabili, pronte a stritolare come latta la nave traghetto,

    risucchiata nel gorgo dellinferno.

    Al centro di dense spire avvinghianti apparvero, emergendo,

    miriadi di immonde figure aliene fluttuanti, la Stirpe degli

    Abissi, che sorreggevano la figura di Laurie, prima sorridente,

    poi progressivamente mesta e irata.

    Il cielo si spacc alle urla mute di Trent.

    Il tremore che vibrava dalla spina dorsale cattur il mio

    cervello. Per associazione ricordai letture giovanili di racconti

    di tenebre e cimiteri assediati da orrori inumani, dove la morte

    colpiva inaspettatamente e con precisione.

    Sentivo di non poter reggere ulteriormente quella tempesta di

    impressioni che mi assaliva. Lo stato di coscienza che

    possedevo stava per collassare.

    La sagoma della donna dun tratto si dilat, divenne pi piena e

    maestosa: tanto che Trent dovette guardare quella cosa dal

    basso verso le stelle.

    Immediatamente i capelli di lei si tramutarono in fiumi

    schiumosi e dalla bocca uscirono getti cadenti. Labbraccio

    offerto a Trent, fondendosi, divent una morsa dacqua

    mastodontica che travolse lintero Promontorio.

  • Tutto ci che non ordinario la mente lo tollera a fatica per lo

    sforzo razionalizzante che vuole catalogarlo e stivarlo nella

    memoria.

    Strana realt o invenzione immaginativa? Sia luno che laltro,

    cos come luomo e non , cos come esso muore ma non

    muore, uno ed molteplice, mistero trascendente ed

    materia.

    Lettore! Non lasciatevi tentare dalla curiosit, dalle cause della

    caduta dallanima, nobilitata enormemente dalla rinuncia!

    Desistete dallintento di procedere in questa lettura dannata,

    composta disperatamente da un uomo che da sempre cerca una

    spiegazione del suo essere e rimpiange le tenebre

    preesistenziali vuote di tutto, anche della Volont di suscitarlo

    dal nulla.

    La gente dellisola dimenticher i Thomasson, Trent ed io, ma

    Voi potreste non riuscirvi, Ignaro Lettore. Potremmo entrarvi

    nel sangue e rendere la Vostra vita eternamente insopportabile,

    rivelandovi misteri che il mondo di distrazioni degli umani non

    ha il coraggio di affrontare; per paura, perch ne rimarrebbe

    sconvolto; e i valori attualmente in voga verrebbero schiacciati

    come mosche.

    Avete lultima possibilit di chiudere ed eliminare per sempre

    questo opuscolo deviante. Oppure proseguire.

  • La narrazione procede.

    Quando ripresi i sensi mi ritrovai disteso tra alcuni arbusti,

    circondato da poliziotti e compaesani, non sul Promontorio

    maledetto, dove credevo daver perso conoscenza, ma nel

    giardino di casa mia.

    Fui arrestato e incriminato per omicidio, poich un agente che,

    a mia insaputa, mi pedinava da settimane dichiar che spinsi da

    una rupe il mio povero nipote Trent e mi appropriai degli

    oggetti doro ornanti laltare.

    Ora, affetto da malattia mentale e da sospetti attacchi di

    amnesia, mi trovo rinchiuso in una squallida stanza bianca con

    sbarre alle finestre, porta bloccata dallesterno e vista sul mare.

    Giurerei sulla mia innocenza se potessi spiegarmi la scomparsa

    di Alice, che mai raggiunse la casa dei suoi genitori.

    (Sapeva che non le avrei permesso di lasciarmi!)

    Per questo i poliziotti hanno ordinato lo scavo nel giardino e

    nello scantinato, alla ricerca di orripilanti forzieri di morte.

    Non so pi a cosa credere: se alla mia terribile esperienza

    sovrannaturale oppure alla versione clinica dei medici che

    seguono il mio caso.

  • Quello che so di certo che, con la scomparsa di mio nipote

    Trent, sono lultimo Thomasson rimasto in vita.

    Qualcosa di terribile gi mi aspetta. Il destino ha in serbo una

    vendetta anche per me. E questo che tento di spiegare a quegli

    ottusi medici, quando mi chiedono perch me ne stia

    ossessivamente confinato lontano dalla finestra.

    Quella maledetta finestra dalla quale si vedono, attraverso

    lacqua limpida del mare, gli artigli captanti e le fauci bramose

    della Stirpe degli Abissi che abitano questa dannata isola,

    scelta da satana come antro degli inferi nel mondo mortale e da

    esso nominata lisola della follia.

    Amyr Thomasson