Dal progetto all’intervento. La soglia del possibile. I.C. Lazzaro Spallanzani 17 dicembre 2015 Silvia Tabarelli
Dal progetto all’intervento.La soglia del possibile.
I.C. Lazzaro Spallanzani
17 dicembre 2015
Silvia Tabarelli
Cosa già facciamo e come possiamo migliorare
I contenuti
disciplinari
SAPERIABILITÀ DI BASE
Lo studente
IDENTITÀMOTIVAZIONE
INTELLIGENZA EMOTIVA
L
A
V
A
La didattica
FLESSIBILITÀAMBIENTI
ADATTAMENTO
A
L
U
T
A
Z
I
O
N
E
I saperi: un esempio
• Da una recente ricerca risulta che la maggiore capacità predittiva di future difficoltà scolastiche in matematica nella scuola media e superiore è la conoscenza del concetto di
I contenuti disciplinari
superiore è la conoscenza del concetto di
frazione nei suoi diversi significati matematici
Le frazioni
La mappa concettuale
Conoscenze e procedure
Lessico
Gli ostacoli epistemologici
Le direttrici di sviluppo della disciplina
Competenze forti e competenze deboli
Scrittura frazionaria
2 5
Numero decimale
0,4Frazione decimale
410
2
5 di ….Il valore di due delle cinque parti uguali in cui è stato diviso
CLASSE DIEQUIVALENZA
2/5; 4/10; 6/15; …
•La mappa concettuale •Conoscenze e procedure•Lessico
5
Rapporto Divisione
2:5=
Percentuale
40%
Concetto di costante:
il numero
fisso e il ∏
in cui è stato diviso un intero
(quantità discrete o continue)
Proporzionalità diretta e inversa
Gli ostacoli
epistemologici Dai numeri naturali ai numeri razionali
Le direttrici di sviluppo
Automatizzare le abilità di baselettura, scrittura, numero, calcolo
• I punto cruciale è che, pur nella diversità di ritmi e stili di apprendimento di ciascun bambino, le conoscenze e abilità aritmetiche, le “competenze conoscenze e abilità aritmetiche, le “competenze deboli”, per essere strumenti “al servizio” di compiti complessi, come il problem solving, il monitoraggio del proprio apprendimento o l’autocorrezione, devono aver raggiunto un buon livello di automatismo.
Competenze forti e competenze deboli
• … ci sono due grandi tipologie di definizione delle competenze, diciamo così “deboli” e “forti”. In quelle “deboli” la competenza è vista come un sapere agire, un saper fare, un mettere in uso strumenti che fanno parte della conoscenza in modo adeguato; questo tipo di competenza è effettivamente valutabile mediante prove, con griglie e riflessioni adeguate. Nelle di competenza è effettivamente valutabile mediante prove, con griglie e riflessioni adeguate. Nelle competenze “forti”si fa ricorso a fattori difficilmente valutabili con questi strumenti, perché chiamano in causa volontà, emozioni, fatti affettivi. In questo caso la valutazione diventa un lungo processo che accompagna tutto l’iter scolastico e non può essere ridotta ad un evento momentaneo” (Fandigño Pinilla, 2008).
Didattica
1. La flessibilità didattica
2. contesti sociali per l’apprendimento significativo
La didattica
significativo
3. l’adattamento degli obiettivi, strategie e materiali
1. La flessibilità didattica
• flessibilità didattica: modificare i contenuti stessi dell’attività educativa e didattica, ossia i percorsi di insegnamento - apprendimento in funzione dei diversi bisogni formativi dei funzione dei diversi bisogni formativi dei singoli e dei gruppi di apprendimento
(Tomlinson C., 2006, Adempiere la promessa di una classe differenziata)
Le competenze-chiave per imparare a imparare
Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio, 2006.
• La consapevolezza del proprio processo di apprendimento e dei propri bisogni
• l’identificazione delle opportunità disponibili • la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo • la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo
efficace• la consapevolezza delle proprie strategie di apprendimento, dei
punti di forza e dei punti di debolezza delle proprie abilità• la capacità di perseverare nell’apprendimento• la capacità di organizzare il proprio apprendimento anche mediante
una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo.
Obiettivo: autoregolazione cognitiva
COSA È L’AUTOREGOLAZIONE COGNITIVA?
È visibile quando lo studente applica le conoscenze meta (il sapere come funziona la sua mente e di cosa ha bisogno per lavorare al meglio) per dirigere se stesso e governare i propri processi cognitivi.
Le fasi dell’autoregolazione:1. Descrivere come è il funzionamento ottimale di una funzione cognitiva (es: 1. Descrivere come è il funzionamento ottimale di una funzione cognitiva (es:
come si deve fare per ricordare i nomi, le tabelline, …)
2. Darsi istruzioni, aiuti, suggerimenti (es. scrivo su un foglio i nomi, li ripeto subito e dopo un certo tempo, ..)
3. Osservarmi durante il processo (es. mi chiedo come sto andando, a che punto sono, cosa cambiare …)
4. Confrontare i risultati delle osservazioni con il funzionamento ottimale della fase 1.
5. Valutare se mi sono comportato in modo efficace, cosa cambiare, … e capitalizzare le strategie che funzionano, cambiare quelle che non hanno dato i risultati attesi.
Esempio dei modi e dei momenti in cui i processi metacognitivi di controllo entrano in relazione con la conoscenza meta della mente nella prima fase di un compito di problem solving.
Metodo di indagine: procedura del “pensiero ad alta voce”
Tratto da: Cornoldi C. , (1995), Metacognizione e apprendimento, Il Mulino, Bologna (pp. 67 – 69)
Situazione: Risolvere il problema “Un mattone pesa un chilo più un mezzo mattone. Quanto pesa il mattone?
Processo di controllo Conoscenza metacognitiva (o stati di metaconoscenza)
1. Problematizzazione : questo non è un semplice gioco di parole ma pone un problema
So che questi sono gli elementi tipici dei problemi verbali (dati, domanda,
2. Comprensione: il problema consiste nel trovare il peso del mattone in base ai dati forniti
Di solito bisogna partire dal quesito posto (la domanda)
3. Collegamento con l conoscenze personali: evoco problemi basati su equazioni (categorizzare problemi)
Rientra nella categoria dei problemi con un’incognita
4. Stima delle difficoltà: abbastanza difficile, ha comunque una soluzione
So che in problemi così è facile (specialmente per me) confondersicomunque una soluzione per me) confondersi
5. Definizione del livello di aspirazione: riuscire a risolverlo in un tempo ragionevole
Mi pare di potercela fare (anche se sono convinto che molte persone cadono
6. Distribuzione delle risorse cognitive:alta qualità del processo
Però è necessario concentrarsi
7. Generazione delle alternative: si può tentare il ragionamento linguistico (se…allora…), uno schema grafico, predisporre un’equazione, adottare euristiche,…
Riconosco e posseggo strategie appropriate
8. Decisione: provo con la prima strategia, se fallisco provo con la seconda, …
La strategia algebrica mi richiede uno sforzo iniziale , preferisco posporta
9. Implementazione: dunque, i dati sono che … L’importante è partire dai dati disponibili
2. Contesti sociali per l’apprendimento significativo: un esempio
L’apprendimento cooperativo.L’organizzazione del compito è tale che per portare a termine il
lavoro è necessario il contributo di tutto il gruppo. Ognuno ha un ruolo ed è responsabile del successo o dell’insuccesso.
Principi
1. Interdipendenza positiva
2. Responsabilità individuale
3. Interazione simultanea
4. Equa partecipazione
Cosa cambia?
• Ruolo attivo degli studenti che discutono, condividono idee affrontano problemi significativi
• Ruolo dell’insegnante che è il regista e che, durante il lavoro dei gruppi, rimane dietro le quinte
3. Adattare obiettivi, strategie e materiali
CINQUE LIVELLI(Dario Ianes, 2006)
1. sostituzione: nessuna semplificazione, si cura l’accessibilità o la possibilità di ricevere informazioni o di agire con modalità diverse (es. lettura con il codice di agire con modalità diverse (es. lettura con il codice Braille, scrittura con computer*)
2. facilitazione: l’intervento riguarda tempi più lunghi o la disponibilità di materiali come le spiegazioni aggiuntive, organizzatori anticipati, aiuti per la memoria, mappe cognitive*
legenda *= banalizzazioni di strategie sofisticate, impattanti su contesto sociale, ad alto
investimento cognitivo , di risorse e di tempo
3. * semplificazione: si abbassa la difficoltà dell’obiettivo in una o più delle sue componenti (comprensione, elaborazione, produzione di un compito/elaborato)
4. * scomposizione: è necessario trovare nel 4. * scomposizione: è necessario trovare nel percorso curricolare dei nuclei fondamentali della disciplina che siano più agevolmente traducibili in obiettivi accessibili
5. * partecipazione alla cultura del compito
* Per alunni con disabilità intellettiva
I DUE PRINCIPI DELL’ADATTAMENTO
• Principio di parsimonia
“Ragionare nei termini della speciale normalità significa attivare le risorse e gli interventi necessari privilegiando quelli più vicini alla normalità (arricchita di quel tanto di specialità che serve) e includere nella normalità, trasformandola, quei “principi attivi” tecnici normalità, trasformandola, quei “principi attivi” tecnici e speciali che la rendono efficace e che ne sono essi stessi modificati” (Ianes 2006)
• Principio di efficacia: l’intervento didattico deve essere realmente incisivo per facilitare l’alunno e per il raggiungimento degli obiettivi in termini di conoscenze, abilità e competenze cognitive, meta cognitive, personali, sociali, relazionali
L’immagine di sé come scolaro e
l’identità personale
• In genere è condivisa l’idea che i risultati di apprendimento dipendano principalmente dal “capitale cognitivo”
• Le ricerche più recenti dimostrano che ad
Lo studente
• Le ricerche più recenti dimostrano che ad essere determinanti sono invece la motivazione e l’intelligenza emotiva
LA MOTIVAZIONE
“Vi è una motivazione profonda, un bisogno presente
fin dalla nascita, che preme per la nostra crescita e
realizzazione, attraverso la soddisfazione di tre realizzazione, attraverso la soddisfazione di tre
bisogni fondamentali: competenza, autonomia,
relazione. … ”
(Angelica Moè,(2010), La motivazione, il Mulino, Bologna – p. 45
INTELLIGENZA EMOTIVA
LA “FORZA” CHE DA’ L’AVVIO E ACCOMPAGNA IL COMPORTAMENTO MOTIVATO POSSIEDE SEMPRE
UNA “COLORAZIONE” EMOTIVA
Capacità di capire quale è il nostro obiettivo, di persistere nel perseguirlo nonostante le frustrazioni, di controllare gli
impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d'animo (emozioni) evitando che la sofferenza
c'impedisca di pensare e di essere empatici, di autoregolare efficacemente (con la meta-cognizione) l’azione durante la
realizzazione del nostro progetto.
Le variabili psicologiche aiutano o ostacolano l’apprendimento
Per tutti gli alunni, ma soprattutto per chi ha bisogni educativi
speciali, le caratteristiche personali delle variabili psicologiche
sono determinanti nel facilitare o ostacolare l’apprendimento
Variabili psicologiche, sono, ad esempio:
• percezione di competenza
• stile attributivo
• ……
Il sentirsi capaci e desiderosi di fare e di riuscire un importante fattore motivazionale.
Ad una maggiore percezione di competenza corrisponde un superiore sentimento di riuscita.
PERCEZIONE DI COMPETENZA
Percezione di competenza
AZIONI
Adulto che sostiene i tentativi
autonomi di padronanza
Adulto che ostacola
l’autonomia e la
padronanza(interviene e si
sostituisce)
Aumenta la percezione di padronanza
Diminuisce la percezione di padronanza sentimento di riuscita.
La percezione di competenza è stabile nel tempo.
L’approvazione dell’adulto dovrebbe riguardare i tentativi di padronanza, di mettersi in gioco, non dei risultati o della persona.
padronanza padronanza
Piacere e soddisfazione Ansia e paura
Motivazione interiorizzata Bisogni di approvazione esterna
Senso di controllo e percezione di padronanza, soddisfazione
Mancato senso di controllo e percezione di costrizione e obbligo
Desiderio di compiere altre azioni per sentirsi competente e aspettative di successo
Desiderio di non cimentarsi più con compiti simili e aspettative di fallimento
Stile attributivo di fronte all’insuccesso
STILE NON SONO RIUSCITO PERCHE’ EMOZIONI E MOTIVAZIONE
IMPEGNO Non mi sono applicato, non ho usato le giuste strategie, non ci ho dedicato abbastanza tempo
senso di colpa = rimotivarsi
IMPOTENZA Non sono bravo, portato, non ho le Vergogna, depressione, apatia IMPOTENZA Non sono bravo, portato, non ho le capacità, sono fatto così
Vergogna, depressione, apatia = evitare i compiti per cui non ci si sente portati
NEGAZIONE Non è colpa mia, io sono bravo, ma questa volta il compito era difficile, nessuno mi ha aiutato, sono stato sfortunato
Rabbia, sorpresa = evitare l’impegno
“FATALISMO” Le cose vanno come devono andare, non importa che mi applichi o che sia bravo, dipende dagli altri, dal compito, dal caso
Rassegnazione = evitare l’impegno, scarsa fiducia in sè
Cosa già facciamo e cosa possiamo migliorare
I saperi delle discipline
Lo studente
L
A
V
A
L
La didattica
L
U
T
A
Z
I
O
N
EIL PATTO CON LA FAMIGLIA
Bibliografia
• Campolucci L., Fandino Pinilla M. I., Maori D. (2011), Frazioni, Bologna Pitagora
• De Beni R., Pazzaglia F., Molin A., Zamperlin C. (2003), Psicologia cognitiva
dell’apprendimento, Trento Erickson
• Moè A. (2010) La motivazione, Bologna Il Mulino
Sitografia
• Boscolo P., La motivazione ad apprendere tra ricerca psicoogica e senso comune, http://www.edscuola.it/archivio/antologia/scuolacitta/boscolo_2.pdf(ultimo accesso 3.12.2015
• Campolucci L., Maori D., Fandiño Pinilla M.I., Sbaragli S., Cambi di convinzione
sulla pratica didattica concernente le frazioni, in “La matematica e la sua didattica” Anno 20, n. 3, 2006, 353-400, http://digilander.libero.it/matecorin/articolo.pdf, (ultimo accesso 3.12.2015)
Grazie per l’attenzione.