. La Sindone di Torino: metodi e prospettive Gianfranco BERBENNI, già Direttore del Centro Romano di Sindonologia 1 , docente di Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Antonianum [1990-1999] in Roma. Articolo pubblicato in "La Sapiemza della Croce", 11/1 (gennaio-marzo 1996) 5-22. Disponibile anche in lingua inglese. Indice Introduzione, 5-7 1. I percorsi delle scienze, 7-21. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia attenta, 8-11. Le scienze storiche, 12. Le scienze mediche, 13-15. Sulla metrologia anatomica, 13-14. I dati dell'ematologia, 14. Causa fisica della morte: emopericardio e/o asfissia, 15. Sudario di Oviedo, 15. Le scienze fisiche, 15-19. Le scienze teologiche, 19-21. L'epistemologia e rapporto dogma-testimonianze storiche, 19. Le strutture della cristologia, 19-20. L'esegesi e i suoi metodi, 20. La teologia della Pasqua, 20. Liturgia e sacramenti, 20. Le implicazioni nella spiritualità e nella vita mistica, 20-21. La Sindone e la vita ecclesiale, 21. 2. Sulle questioni cardine della sindonologia, 21-22. L'Autenticità, 21. L'Impronta: immagine e macchie, 21-22. Ermeneutica, 22. Conservazione, 22. Conclusione, 22. ABSTRACT Il saggio intende, a un anno dalla morte di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995), fare il punto della “questione Sindone” e, sulla scorta delle esperienze di un ventennio di vicende 1 L‟A., dell‟Ordine dei Frai Minori Cappuccini (ofm cap), nato nel 1950, dopo i corsi universitari presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, insegna Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Antonianum (Roma), lavora presso la Segreteria nazionale dei Frati Minori Cappuccini Italiani. Particolare attenzione, per le opzioni di austerità, viene data alla analisi linguistica micro-testuale, all‟applicazione, su territorio marginali e su Centri storici minori, di alte tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle piccole aziende artigianali e micro-industriali (Progetto strategico “Cultura delle Civiltà Regionali”). Tra le sue opere: Il Francescanesimo. Linee per un Programma formativo, Bologna, EDB, 1995.
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La Sindone di Torino:
metodi e prospettive
Gianfranco BERBENNI, già Direttore del Centro Romano di Sindonologia1,
docente di Storia della Chiesa
nel Pontificio Ateneo Antonianum [1990-1999] in Roma.
Articolo pubblicato in "La Sapiemza della Croce", 11/1 (gennaio-marzo 1996) 5-22. Disponibile anche in
lingua inglese.
Indice
Introduzione, 5-7
1. I percorsi delle scienze, 7-21. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia attenta, 8-11.
Le scienze storiche, 12.
Le scienze mediche, 13-15. Sulla metrologia anatomica, 13-14.
I dati dell'ematologia, 14.
Causa fisica della morte: emopericardio e/o asfissia, 15.
Sudario di Oviedo, 15.
Le scienze fisiche, 15-19.
Le scienze teologiche, 19-21. L'epistemologia e rapporto dogma-testimonianze storiche, 19.
Le strutture della cristologia, 19-20.
L'esegesi e i suoi metodi, 20.
La teologia della Pasqua, 20.
Liturgia e sacramenti, 20.
Le implicazioni nella spiritualità e nella vita mistica, 20-21.
La Sindone e la vita ecclesiale, 21.
2. Sulle questioni cardine della sindonologia, 21-22. L'Autenticità, 21.
L'Impronta: immagine e macchie, 21-22.
Ermeneutica, 22.
Conservazione, 22.
Conclusione, 22.
ABSTRACT
Il saggio intende, a un anno dalla morte di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995), fare il
punto della “questione Sindone” e, sulla scorta delle esperienze di un ventennio di vicende
1L‟A., dell‟Ordine dei Frai Minori Cappuccini (ofm cap), nato nel 1950, dopo i corsi universitari presso la Pontificia
Università Gregoriana in Roma, insegna Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Antonianum (Roma), lavora presso
la Segreteria nazionale dei Frati Minori Cappuccini Italiani. Particolare attenzione, per le opzioni di austerità, viene
data alla analisi linguistica micro-testuale, all‟applicazione, su territorio marginali e su Centri storici minori, di alte
tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle piccole
aziende artigianali e micro-industriali (Progetto strategico “Cultura delle Civiltà Regionali”). Tra le sue opere: Il
Francescanesimo. Linee per un Programma formativo, Bologna, EDB, 1995.
scientifiche, indicare alcune opportunità di ulteriore lavoro. L‟A. propone di rivedere alcune
ipotesi - negativo fotografico, immagine causata da energia sconcosciuta - che si collocano al
limite della straordinarietà e invita ricondurle sul piano di spiegazioni verificabili. La ripresa
di esami scientifici sul sacro Tessuto dovrà tener conto dell‟intera „Proposta‟ che a suo
tempo, nel 1984, lo STRP presentò al Custode della Sindone.
0. Introduzione
Il presente studio è dedicato alla memoria di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995),
appassionato cultore e riconosciuto studioso della Santa Sindone, fondatore del Centro
Romano di Sindonologia (1975) e dei Catechisti della Passione (1976).
Venti anni di familiarità con i temi e le questioni relative alla Sindone di Torino e agli
argomenti di teologia della Pasqua ci conducono, quasi per obbligo morale, ad affrontare un
bilancio del settore. Nostro obiettivo è invitare studiosi ed enti ad una metodologia sempre
più esigente e ad un dialogo costruttivo. Per questo motivo avviciniamo il mondo sindonico e
sindonologico2 indicando possibili prospettive di ricerca.
0.1. Percorso tematico.
Il nostro contributo si articola in due parti: nella prima ci si accosta ai vari settori della
ricerca scientifica, partendo dalla scienza storica e giungendo alle scienze teologiche dopo
aver attraversato i settori delle scienze mediche e delle scienze fisiche. Nella seconda parte
illustreremo brevemente le principali aree della “questione Sindone”. L‟incompletezza dei
dati e delle documentazioni è determinata dal nostro obiettivo: offrire al lettore un breve
bilancio prospettico sui “nodi” della ricerca.
0.2. Il metodo nelle valutazioni.
Il nostro lavoro ritiene acquisite le informazioni di base sulla Sindone di Torino: di che cosa
sia composta, quali elementi emergano da una prima indagine storica e medico-legale. A tal
fine suggeriamo la lettura dei contributi di Baima Bollone, di Rodante, di Riggi di Numana3.
2Per chiarezza interpretativa gli aggettivi „sindonico‟ e „sindonologico‟ verranno usati, rispettivamente, per designare i
dati direttamente correlati al tessuto torinese (: sindonico) e le interpretazioni dei medesimi da parte di singoli
ricercatori o di „scuole‟ (: sindonologico).
3I tre autori esprimono autorevolmente le posizioni variegate del mondo sindonologico italiano. Le opere di cui si
consiglia un‟attenta lettura e, possibilmente, un raffronto critico, sono: BAIMA BOLLONE Pierluigi, Sindone o no,
Torino, SEI, 1990 (novembre), 331 pp., 66 fig. f.t.; RODANTE Sebastiano, Le realtà della Sindone nelle riflessioni di
un medico, Milano, Massimo, 1987 (settembre), 297 pp., 14 fig. f.t.; RIGGI DI NUMANA Giovanni, Rapporto
Sindone (1978/1987). Cronache e commenti dei fatti accaduti dal 1978 al 1987 intorno alle ricerche scientifiche
condotte sulla Sacra Sindone di Torino, Milano, 3M Edizioni, 1988 (giugno), 176 pp., ill. Altre segnalazioni: tra le
opere di mons. Ricci si suggerisce la lettura de L’Uomo della Sindone è Gesù, Roma - Milano, 19853. Per uno studio
del tessuto sindonico suggeriamo di iniziare con la lettura di VIAL Gabriel, Le Linceul de Turin, e TESTORE Franco,
Le Saint Suaire - Examen et prélévements effectués le 21 avril 1988. Données, observations et commentaires par un
expert textile, relazioni tenute al Symposium Scientifique international de Paris sur le Linceuil de Turin, 7-8 sept.
1989, 21 + 16 pp., datt., fig., 1989. Sui rappezzi e rammendi: DELORENZI E., Osservazioni sui rappezzi e rammendi
della S. Sindone, in La Santa Sindone. Ricerche e studi della COMMISSIONE DI ESPERTI nominata dall’Arcivescovo di
Torino, Card. Michele Pellegrino nel 1969, Supplemento “Rivista diocesana torinese”, gennaio 1976, pp. 107-120.
Sulla sovrabbondante presenza di materiale microscopico, iniziare da MARTINETTO P., RIGGI G., VALTZ A.,
La complessità e la vastità dei dati sindonici e, in modo quantitativamente evidente, dei dati
sindonologici4, esige di porre in primo piano le seguente indicazioni:
- occorre tenere sotto controllo il pericolo delle “accelerazioni valutative”: più la Sindone è
importante per la ricerca scientifica e teologica più queste devono saper controllare le proprie
„emozioni‟, ben sapendo che “la Sindone si difende da sola”;
- la quantità di analisi e interpretazioni non necessariamente, di per sé, è un fattore di
affidabilità: è sufficiente un dato incontrovertibile per mettere in crisi migliaia di ipotesi5;
- prima di avventurarsi nelle numerosissime varianti delle interpretazioni sindonologiche
secondarie e prima di studiare i particolari del sacro Lino torinese, occorre sempre partire
dall‟evidenza e dalla semplicità di molti dati, fondativi.
Ricordiamo pure che se grande è l‟arco delle indagini scientifiche realizzate fino ad oggi,
ancora ampio è l‟orizzonte della ricerca da attivare nel futuro prossimo. Tale situazione
dell‟esplorazione scientifica sulla Sindone comporta un atteggiamento fondamentalmente
aperto, e che rifugga da riduzionismi, pro o contro la Sindone. Le tipologie di indagine sul
sacro Telo sono ancora oggi tanto numerose da sconsigliare perdite di energie in dispute e
conflittualità negative, ad ogni livello6.
1. I percorsi delle scienze
La Sindone di Torino ha avuto due periodi storici nei quali la scienza le ha particolarmente
prestato attenzione: il periodo successivo al Concilio di Trento, dalla metà del XVI alla metà
del XVII secolo e il XX secolo.
La sensibilità cattolica controversistica, acuita dalle critiche dei riformati al culto delle
reliquie, ha prodotto contributi di un certo rilievo analitico e critico. Basti ricordare, in questa
CAVALLO G. P., Microbiological Research of Specimens (Dusts) drawn from the Holy Shroud, in Giornale di
Batteriologia, Virologia ed Immunologia, 74 (1981) 202-208.
Nel panorama degli oppositori suggeriamo di considerare, pur nella debolezza delle loro argomentazioni, le opere di
PESCE DELFINO V., E l’uomo creò la Sindone, Bari, Dedalo, 1982; GRAMAGLIA P. A., L’uomo della Sindone non è
Gesù Cristo, Torino, Claudiana, 1978; SOX H. D., The Shroud Unmasked, 1988, 156 pp.
4Il problema degli organizzatori del 2° Convegno Internazionale (1978) e dei vari Convegni nazionali è la selezione di
molti presunti esperti, più cultori di esoterismo che di umile scienza. Un difetto nella pubblicazione degli „Atti‟ è la
scelta quantitativa: è vero, sì, che i lettori si trovano di fronte a testi „ponderosi‟, ma se vi si scegliessero le relazioni
accettabili per i „referee‟ della ricerca seria, si ridurrebbero di molto.
5Vedi il caso delle interpretazioni circa l‟impronta superficiale sul telo sindonico, nella seconda metà degli anni „70: è
sufficiente una foto del lato nascosto del sacro lino torinese, realizzata con fibre ottiche dallo STRP nel 1978, per
rendere inutili tanti piccoli o grandi articoli e libri di „fanta-scienza‟ e di „pericoloso scivolamento nell‟inspiegabile‟.
6Come vedremo, la maggior parte dei problemi attuali e recenti sulla Sindone (dagli anni „70 in poi), derivano da un
coinvolgimento eccessivo delle parti, favorevoli o contrarie ad essa. La nostra opzione di fermarci, nel presente
contributo, a valutazioni „panoramiche‟ deve tener presente che un controllo adeguato di „tutte‟ le informazioni
riguardanti la Sindone sarà possibile dopo un decennio di raccolta computerizzata e di accessibilità „on line‟ dei
maggiori archivi di dati. Il lavoro è immane e costoso. al tempo degli entusiasmi che precedevano lo choc del „C14‟,
una multinazionale statunitense, nota nel settore delle bevande, aveva approvato il finanziamento per tale tipo di
servizio. A tutt‟oggi (1996) si sta iniziando il lavoro con parziali disponibilità documentali (negli USA) sulla rete
Internet.
sede i classici contributi di Jean-Jacques CHIFFLET, De Linteis sepulchralibus Christi
servatoris. Crisis historica (Antwerp, 1624, 240 pp.) e Hiérothonie de Jésus Christ, (Paris,
1631)7.
Dalla fine del secolo XIX ai nostri giorni, si estende il secolo propriamente scientifico per la
Sindone torinese, iniziato con l‟applicazione della tecnica fotografica nel 1898 e culminato
nel decennio 1972-1982, con le ricerche di Max Frei Sulzer e dello STRP statunitense. E
appunto per la celebrazione, nel 1998, sia del cinquecentesimo anniversario della
consacrazione della cattedrale sia del centesimo dalla prima fotografia, il cardinal Giovanni
Saldarini ha ufficialmente comunicato l‟ostensione sindonica8.
Nel nostro bilancio sindonico e sindonologico, percorriamo ora, con stile conciso9, i recenti
decenni di ricerca, evidenziando gli apporti più significativi e proponendo settori e metodi
per un‟ulteriore indagine.
1.1. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia
attenta.
Le prime foto, dell‟avv. Secondo Pia, nel 189810
, hanno lasciato una traccia sulle ricerche
sindoniche per perdura fino al presente. L‟emozione derivata dall‟osservare con maggiore
facilità i contorni e i contenuti del volto e del corpo straziato dell‟Uomo della Sindone, non
soltanto diede nuovo impulso alle osservazioni, specie da parte degli esperti nel settore
medico, ma iniziò pure un‟eccesso linguistico. Fino ad oggi, infatti, si definisce come
„straordinario‟ e sconfinante con il miracoloso, l‟effetto „negativo‟ dell‟impronta sindonica,
7L‟opera del Paleotti (Esplicatione del Sacro Lenzuolo ove fu involto il Signore, Bologna 1599, ristampa anastatica
1975, a cura di Luigi Fossati), è stata oggetto di ulteriore studio da parte di FANTI M., Genesi e vicende del libro di
Alfonso Paleotti sulla Sindone, in La Sindone, Scienza e Fede, Atti del II Convegno Nazionale di Sindonologia,
Bologna, 27-29 novembre 1981, a cura di COPPINI L. e CAVAZZUTI F., Bologna, CLUEB, 1983, pp. 369-379.
8Il primo comunicato stampa, datato 5 settembre 1995, inizia con le seguenti parole: “Con il pieno consenso del Santo
Padre Giovanni Paolo II, nel quadro del programma pastorale in preparazione all‟Anno Santo del 2000, abbiamo la
gioia di annunciare che si terranno a Torino due solenni ostensioni della Santa Sindone: nel tempo pasquale del 1998
e del 2000. I motivi che hanno consigliato la scelta di tali date sono, per il 1988, la ricorrenza del cinquecentesimo
anniversario della consacrazione della cattedrale di Torino, presso la quale è conservato il Santo lenzuolo, che
richiama con grande efficacia espressiva il mistero delle sofferenze del nostro dolce Redentore e inoltre il primo
centenario dell‟ostensione del 1898, in occasione della quale venne realizzata la prima fotografia, che contribuì in
modo determinante all‟avvio delle ricerche scientifiche sulla Sindone, contraddistinguendo il nostro secolo dai
precedenti. La ripetizione dell‟ostensione nell‟anno del giubileo vuole offrire una particolare occasione di
santificazione del giubileo con un pellegrinaggio penitenziale verso un segno eccezionalmente suggestivo della
Passione del Signore. In ambedue i casi, pur prevedendosi iniziative parallele di natura storica e scientifica, si vorrà
affermare in modo privilegiato il valore pastorale dell‟ostensione: a esso infatti si rivolge tutta l‟attenzione della
Chiesa”.
9Rinviamo il lettore alle documentazioni più esaustive che verranno rese disponibili per il biennio di sindonologia
previsto nell‟ambito del ciclo istituzionale dell‟istituto di scienze religiose “Mater Ecclesiae”, presso la Pontificia
Università Lateranense.
10
Sulle vicende dell‟ostensione e delle foto nel 1898 si parta dai contributi di FOSSATI L., Don Natale Noguier de
Malijay studioso della Sindone nel cinquantenario della morte (1930-1980), in “Salesianum” (1981) 341-388; IDEM,
Un oscuro promotere della ripresa fotografica della Sacra Sindone nel 1898: il Salesiano don Natale Noguier de
Malijay, in “Collegamento Pro Sindone” (luglio-agosto 1988) 8-41.
e questo ancor prima che la fotografia ne rivelasse le coordinate. Chi scrive pensa che si
debba essere molto calmi e rigorosi nel riconoscere come le variazioni tra sfumature di
grigio-bianco e grigio-nero (nel caso di foto in bianco/nero in negativo o in positivo,
rispettivamente) corrisponde, semplicemente, alla presenza più o meno intensa di impronta
materiale sul tessuto11
. Il fenomeno, dunque, è semplice e normale, pure nel nuovo tipo di
„negativo magnetico‟, realizzato nelle indagini del 198812
. Molto coinvolgente, in ogni
caso, rimane la „bellezza maestosa‟ del volto del suppliziato, e la „leggibilità‟ dei dati
sindonici nel negativo fotografico, iniziando, per esempio, dalle „pieghe‟13
.
Le foto di Enrie, nel 1931, ci offrono una tale intensità e nitidezza di contrasto, da renderle a
tutt‟oggi insostituibili per le indagini sulla Sindone14
. Molto interessanti, pure, le fotografie
1:1, su lastra di vetro, realizzate da Giuseppe Caselli15
.
Le foto di Judica Cordiglia nel 1969 e di Ghio nel 1972 hanno dato nuovi impulsi alla
ricerca. In breve possiamo affermare come siano di grande interesse le fotografie a luce
ultravioletta (UV) e le rare foto ad infrarosso16
. Da notare il valore del confronto tra i dati
11
Ancora di ricente si parla dell‟impronta sindonica che si “presenta come un negativo fotografico” (Odile CELIER,
Une énigme: le crucifié du Saint Suaire, in “Le Monde de la Bible”, n° 97 [marzo aprile 1996] pag. 9).
12
Riggi di Numana parla di “negativo magnetico” riferendosi alla ripresa video con possibilità di immediata visione e
registrazaione „in negativo‟, senza il processo di „inversione‟ dei dati. La difficoltà presunta di tali concetti, viene
superata facilmente con qualche minuto di „osservazione diretta‟ dei fenomeni fotografici e videografici o, in forma
ancor più elementare, con fotografie sindoniche in negativo e in trasparenza.
13
Mons. Giulio Ricci ricordava spesso che, con molta probabilità, i disturbi presenti nelle foto del 1898 potrebbero
indicare la presenza in maggiori quantità di polveri sulla superficie. Per questo motivo le prime fotografie
conserverebbero un certo interesse anche nel futuro.
14
Vedi ENRIE G., La Santa Sindone rivelata dalla Fotografia. Raccolta delle ultime fotografie ufficiali della Santa
Sindone con spiegazioni, dati tecnici, commenti, discussioni e sunto di notizie storiche, Torino, 1933. Giuseppe
Enrie (1886-1961) , all‟epoca era titolare di uno dei più avviati studi fotografici di Torino. Già direttore della rivista
“Vita fotografica Italiana”, redasse alcuni opuscoli sulla tecnica della fotografia tra cui Io vi insegno la fotografia,
1934 e Il Miracolo della fotografia, 1959.
15
La definizione molto nitida di tali foto 1:1 permetterà a mons. Ricci di analizzare in modo affidabile le direzioni
delle fuoruscite ematiche dalle ferite del carpo sinistro e destro, giungendo alla ricostruzione dei movimenti sulla
croce.
16
Siamo a conoscenza della disponibilità di tali foto del volto sindonico su fondo blu (mons. Ricci) e su fondo rosso
(p. Rinaldi). La tecnologia IR dà risalto ai contorni delle lesioni facciali nella zona della guacia destra e sulla punta
del naso. Altri particolari sono molto interessanti nelle ricostruzioni anatomo-patologiche e nel raffronto con altre
metodiche. Le foto IR sono fondamentali per un confronto scientifico e costruttivo tra le ricerche computerizzate del
compianto prof. Tamburelli, dello CSELT di Torino. Da tale raffronto si noterà immediatamente come le foto IR non
consentano le varie interpretazioni di Temburelli nel tentativo di spiegare, con foto „filtrate‟ al computer, contusioni
che l‟A. riporta alla narrazione evangelica. L‟IR permette l‟identificazione soltanto di due escoriazioni / piccole
piaghe, con esclusione delle ferite da spine acuminate. Offriamo al lettore l‟elenco completo dei contributi di