La risorsa compagni di classe: apprendimento cooperativo e tutoraggio Tonia Favale
La risorsa compagni di
classe: apprendimento
cooperativo e tutoraggio
Tonia Favale
Apprendimento cooperativo
Si tratta di un’impostazione molto conosciuta e che
comincia a diffondersi in molte scuole. Molti insegnanti
nella loro pratica educativa e didattica, inseriscono
segmenti di apprendimento cooperativo, che arricchisce il
già consolidato lavoro di gruppo.
Consiste nel collaborare verso un
obiettivo comune: si tratta di una
pratica molto conosciuta e diffusa.
Lavoro di gruppo Apprendimento
cooperativo
focalizzato
sull’apprendere insieme l’uno
con l’altro, l’uno dall’altro,
l’uno per l’altro.
Punti su cui focalizzare
l’attenzione :
1. Il superamento della preminenza della lezione frontale.
Si tratta di arricchire la lezione frontale con altre forme di
approccio didattico e pedagogico: l’apprendimento
cooperativo, il tutoring tra pari e le risorse del gruppo
classe.
di attuazione dell’apprendimento
cooperativo
e vorremmo partire da queste, per stabilire con
gli insegnanti un punto di incontro immediato.
Cambiare metodologie di
insegnamento Da metodologie dove
l’attore principale risulta
essere l’insegnante
a metodologie dove gli
attori siano i ragazzi
il docente diventi sempre più il
regista del processo
apprenditivo
per questo che dovremmo cambiare il modello di
insegnamento- apprendimento, da uno di tipo
individualistico-competitivo ad un altri di tipo collaborativo-
democratico (Dewey, 1916).
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante:
sia autocritico e riflessivo e favorisca la comunicazione
interattiva tra i ragazzi di discussione);
I ragazzi possano passare da un ruolo più
passivo inteso come ascoltatori e fruitori di
informazioni, a uno più attivo e partecipativo
Per costruire un clima adatto, occorre
che l’insegnante:
Modifichi la convinzione che la
principale fonte di apprendimento per
gli alunni sia l’insegnante
Ci sono agenzie e reti informative che in alcuni casi
potrebbero essere più potenti della scuola (pensiamo ad
esempio alle possibilità di internet)
Per costruire un clima adatto, occorre
che l’insegnante:
Possieda buona autostima, sappia
autoregolarsi, ottimizzare e monitorare
il proprio tempo
• Accettare le sfide educative, anche quelle difficili da realizzare e che prevedono un
forte impegno;
• aggiornarsi continuamente;
• studiare le strategie più efficaci di insegnamento;
• impostare il suo lavoro come occasione di ricerca-azione.
D
E
V
E
Per costruire un clima adatto, occorre che
l’insegnante:
Conosca e favorisca modi diversi di apprendere e di fare
esperienza
Facendo fare esperienze ai
vista come esercizio del
comportamento che incarni un valore.
C
O
M
E
Per costruire un clima adatto, occorre che
l’insegnante:
Cerchi di valorizzare i punti di forza dei ragazzi;
• Non sottolineando subito i punti deboli, ma cominciando dalla valorizzazione,
dal positivo e non dalla svalorizzazione;
• affiancando il ragazzo: aiutandolo, orientandolo, sostenendolo;
• incoraggiandolo ad accettare le sfide,
• Incoraggiandolo a vivere l’errore come risorsa per capire meglio il processo
apprenditivo attuato e l’efficacia o meno delle strategie utilizzate per raggiungere
l’obiettivo.
, delle proprie
potenzialità, di quanto potrebbero fare con l’impegno, lo sforzo, la fatica (“cosa
sono capace di fare, dove potrei arrivare se solo lo volessi e mi sforzassi di più...”);
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante:
Permetta a tutti di esprimersi, apprezzi i suggerimenti
degli alunni, non giudichi e non valuti tutto ciò che viene
detto dagli alunni.
In una comunità educante tutti devono avere la possibilità di esprimere le
proprie idee e opinioni, senza paura di sbagliare, di essere giudicati o essere
censurati, anzi in una comunità del genere l’insegnante stimola con
domande aperte e valorizza la partecipazione con lodi e apprezzamenti.
P
e
r
c
h
è
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante:
(es. ascoltare, parafrasare, incoraggiare i compagni, dare il proprio
contributo, aiutare i compagni, non reagire in modo valutativo, imparare
a superare i conflitti e raggiungere il consenso, rispettare il proprio turno
di discussione, parlare pacatamente e con gentilezza, rispettare gli altri;
V
trasversali ci si aspetta vengano apprese
A queste che innanzitutto devono essere agite
dall’insegnante
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante: Stimoli con domande aperte e richieste di pensare
insieme ad un argomento in piccoli gruppi, per poi
riferire le proprie idee a tutta la classe
Poiché
Le o no oppure quelle a
completamento, dove bisogna trovare la parola giusta
mancante, non favoriscono il confronto e lo scambio di
opinioni, cosa che avviene con domande aperte da
sviluppare nel piccolo gruppo.
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante:
Sappia ascoltare attivamente, mostrando interesse,
empatia e ricercando soluzioni mediate e condivise;
La verità non sta mai tutta da una parte, occorre comprendere le ragioni dell’uno
e dell’altro, per poi cercare quella mediazione che trovi una nuova posizione dove
un po’ tutti vincitori;
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante:
Pensiamo a come può essere formativa la scelta fatta insieme degli obiettivi, del tema, delle modalità di lavoro, dell’ordine di esecuzione, dei tempi, delle ricompense, dei momenti di confronto e di elaborazione a piccoli gruppi, di riflessione metacognitiva a livello di intergruppo (alternanza tra momenti di relazione insegnante-alunni e momenti di relazione solo tra compagni);
Progetti la sua lezione in modo flessibile, prevedendo
momenti di contrattazione dove gli alunni possano
scegliere tra una gamma di alternative (autonomia di
scelta)
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante:
La scarsa coerenza crea disagio e disaffezione nella classe, comportamenti negativi e
distruttivi, insoddisfazione e crisi d’identità.
condiviso dall’intero consiglio di classe, si possono verificare incoerenze
didattiche che portano spesso a situazioni conflittuali con i ragazzi e le famiglie: utili
possono essere i contratti formativi tra docenti che chiariscano bene il modello di
gestione della classe e i comportamenti da attuare per rispettare e far rispettare le regole
concordate con i ragazzi (pensiamo a regole e sanzioni riparatorie condivise da tutti,
sottofirmate da tutti gli insegnanti e da tutti i ragazzi e appese in classe in un posto ben
visibile)
Agisca in modo coerente
L un modello per gli alunni, quindi deve
dare l’esempio e agire di conseguenza.
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante: Condivida con i ragazzi le scelte educative e i criteri di
valutazione degli apprendimenti
Coinvolgere i ragazzi nelle scelte, permette di farli sentire parte attiva nella
importante far vedere come si reperiscono i dati che saranno oggetto
di giudizio e quale peso viene a questi attribuito (ad esempio 5 punti se non ci
sono errori ortografici, 4 punti se ce ne sono da uno a cinque,
questo un passaggio molto utile per insegnare ai ragazzi ad autovalutarsi
e confrontare la propria autovalutazione con quella dell’insegnante; quando
sintonia tra
insegnanti e alunni
Per costruire un clima adatto, occorre che
l’insegnante:
Costruendo degli strumenti di controllo del processo apprenditivo del
gruppo e di ciascun alunno: utili a tal fine possono essere delle
semplici domande metacognitive alle quali rispondere al termine di
ogni fase del lavoro programmato
Es.: “ci sembra che il lavoro fin qui svolto sia soddisfacente? Perché? I
tempi programmati sono stati rispettati? Se no, perché?”
Attui il monitoraggio insieme agli alunni il percorso
apprenditivo e i processi cognitivi dei singoli alunni e di
ogni gruppo
C
o
m
e
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante: Si metta in gioco per primo, funga da modello positivo esperto e stimoli la generalizzazione. se vogliamo, ad esempio, che i ragazzi imparino un metodo di studio,
iniziamo con far vedere loro come studiamo, poi confrontiamo il nostro metodo di studio con il loro e cerchiamo di individuare i punti forti e deboli di ciascun metodo in modo che poi ciascuno costruisca quello più adatto a se stesso;
se viceversa vogliamo aiutare i ragazzi a scrivere testi regolativi, dobbiamo per primi metterci in gioco facendo vedere come noi scriviamo un testo di questo genere, poi, attraverso la discussione di quali possibilità avevamo a disposizione e del perché è stata fatta proprio quella scelta, abituiamo i ragazzi al confronto e a prendere maggior consapevolezza di quanto si sta facendo;
attraverso l’analisi dei punti forti e dei punti deboli del modello proposto, si può cercare insieme altri contesti dove quel modello può essere utilizzato in modo efficace; in tal modo si aiutano i ragazzi a compiere una generalizzazione del modello e costruire modelli più adatti alle caratteristiche della loro personalità e più rispondenti ai loro bisogni e .
Per costruire un clima adatto,
occorre che l’insegnante: Favorisca l’identità, il lavoro di gruppo e
l’interdipendenza positiva
L’interdipendenza positiva viene vissuta dal ragazzo come convinzione di
aver bisogno dei compagni per raggiungere l’obiettivo, ma che questo non
può essere raggiunto senza il proprio apporto; unendo le forze e le idee si
possono superare meglio i vari problemi, inoltre ci si sente importanti per
gli altri (“non posso mancare, perchè senza di me il lavoro non può essere
concluso
, a sentirsi
accettato e riconosciuto dagli altri a scuola, in classe, nel gruppo di amici,
nello sport.
Per costruire un clima adatto, occorre
che l’insegnante: Favorisca l’autoconsapevolezza individuale e di gruppo
e aiuti la riflessione metacognitiva sui processi attuati
E’ importante che il gruppo
riveda insieme all’insegnante
come ha lavorato e come ha
migliorato il proprio stile
cooperativo
Attraverso
Riflessioni che possono
avvenire sia discutendo
insieme, sia scrivendo prima
singolarmente le proprie
valutazioni, per poi
confrontarsi insieme
E’ attraverso il confronto stimolato con domande aperte che si promuove la consapevolezza
metacognitiva, dando la possibilità ai ragazzi di precisare meglio il proprio pensiero, di sostenerlo e
rispondere ai dubbi degli interlocutori, di vagliarlo alla luce delle obiezioni, delle contrapposizioni, di
analizzare le alternative. Anche l’errore diventa occasione di riflessione e confronto su quali siano le
strategie più efficaci o per prendere maggior consapevolezza dei processi cognitivi attuati.
Per costruire un clima adatto, occorre
che l’insegnante:
Sia democratico, entusiasta, positivo, motivato
E’ importante che al docente piaccia insegnare, stare con i
delle scelte consapevoli, la
condivisione e il rispetto reciproco, la solidarietà; solo chi
fa con entusiasmo il proprio lavoro riesce a trasmettere
questo entusiasmo ai ragazzi.
Per costruire un clima adatto, occorre
che l’insegnante: I sociali anche attraverso l’interdipendenza dei ruoli
Perché
importante dedicare un congruo tempo all’organizzazione dove ciascuno partecipa con ruoli diversi al benessere di tutti
Come
Attraverso incarichi come il distributore e il raccoglitore dei quaderni, il responsabile del ricambio dell’aria in classe, il responsabile del segnalare i compiti agli assenti, il responsabile della raccolta dei buoni pasto per la mensa, … ; nel piccolo gruppo i ruoli sociali da attivare possono essere il controllore del volume della voce, il controllore del tempo, il responsabile dei materiali, l’incoraggiatore, il chiarificatore, il moderatore…
sociali, le deve rinforzare
continuamente, sottolineando i comportamenti prosociale e cercando di
trovare alternative a quelli antisociali
Per costruire un clima adatto, occorre
che l’insegnante:
Solo lavorando in sinergia con le famiglie e le altre agenzie
educative territoriali, possiamo rendere più efficace il
progetto formativo e aiutare i ragazzi a costruirsi un’identità
sociale.
Instauri un rapporto costruttivo con
le famiglie e con il territorio
Le caratteristiche
dell’apprendimento cooperativo
l’interdipendenza positiva
di lavorare insieme per un
progetto comune e l’importanza di poter dare un contributo utile per l’obiettivo collettivo
sul dare e non sul ricevere).
L’interazione reciproca faccia a faccia, come promozione del reciproco apprendimento,
incoraggiamento, conoscenza reciproca, facilitazione degli sforzi reciproci per raggiungere
molto difficile attuare
l’apprendimento cooperativo.
la responsabilità stessi, sia verso il gruppo importante che l’insegnante valuti
la qualità e la quantità dei contributi di ogni ragazzo al lavoro di gruppo per il
raggiungimento dell’obiettivo comune e poi comunichi questi risultati sia al gruppo sia al
singolo.
sociali, il gruppo non può
sociali; pensiamo ad esempio di
esercitare la leadership, di prendere delle decisioni condivise, di creare fiducia, di comunicare
e gestire conflitti.
la revisione metacognitiva, occorre riflettere continuamente sui risultati ottenuti e sui
processi attuati, per trovare le strade più efficaci e correggere i punti deboli, valorizzando
di valutare le proprie
competenze e il modo come esse sono state utilizzate e valorizzate per gruppo.
Il clima di classe
Esistono differenti modalità di apprendimento:
Individualistico Cooperativo
Gli studenti
vogliono
raggiungere un
obiettivo
individuale,
desiderando
mostrare a se stessi
e agli altri quanto
sono bravi e
competenti
Il singolo studente
tende a perseguire
un obiettivo
individuale, anche
se, in questo caso,
a differenza del
competitivo,
sceglie dei mezzi e
delle vie più
pacifiche
Competitivo
Gli studenti
cercano di
raggiungere insieme
un obiettivo,
vengono valutati
secondo dei criteri
condivisi, sia per
quanto hanno fatto
che per come lo
hanno fatto.
LE STRATEGIE DELL’APPRENDIMENTO
COOPERATIVO
Alcune strategie possono essere quelle di accoglienza, delle regole condivise, delle responsabilità, della leadership , del feedback emotivo di gruppo, della condivisione verso un obbiettivo, dell’apprendimento reciproco come tutoring e del role playing. a) le regole vanno sempre concordate e scritte in positivo. E’
meglio dire “stai composto”, piuttosto che “non dondolarti con la sedia”. Esprimendosi in modo positivo, l’insegnante aiuta gli alunni a pensare e agire positivamente e a sentirsi capaci di affrontare la situazione contingente.
b) le sanzioni più educative sono quelle riparatorie. L’altra faccia delle regole sono le sanzioni. Una regola ha poco senso se non viene legata in qualche modo a una sanzione, cioè a qualcosa di spiacevole che andiamo incontro se non ci comportiamo in un certo modo.
JIGSAW
Il Jigsaw (letteralmente gioco ad incastro, puzzle) è una tecnica utilizzata dall'insegnamento cooperativo (o cooperative learning) e ideata negli anni '70 in America dal dott. Elliot Aronson e i suoi collaboratori. L'idea base che muove gli autori è molto semplice: gli studenti in classe spesso vivono una situazione di insofferenza e di rifiuto perché non si sentono protagonisti e responsabilizzati. Come intervenire allora? con un gioco ad incastro ad ogni allievo viene assegnato un compito che è essenziale al gruppo, senza il quale il gruppo intero ne soffre e viene penalizzato, quindi ogni allievo si sente responsabilizzato a partecipare attivamente all'attività didattica.
Fasi dell' intervento:
PRIMA FASE
La classe viene divisa in gruppi (eterogenei per competenze,
genere, nazionalità...) di 4 o 5 allievi. Questi gruppi li
chiameremo "gruppi base".
Esempio: studio dei paesi del Sud America. Classe di 25 allievi,
divisi in 5 gruppi. Ogni gruppo studierà un Paese.
Ad ogni alunno del "gruppo base", viene affidato una
competenza specifica.
Nel nostro esempio all'allievo A di ogni gruppo viene affidato il
compito di creare una tabella con i dati significativi del Paese,
all'allievo B studiare la morfologia del terreno e i climi;
all'allievo C gli aspetti storici; all'allievo D gli aspetti sociali;
all'allievo E gli aspetti culturali.
Fasi dell' intervento:
SECONDA FASE
Tutti i ragazzi A si incontrano tra di loro per individuare
procedure univoche e contenuti da considerare.
Chiamiamo questo gruppo "gruppo tecnico". In questa
fase ogni alunno diventerà competente di quello specifico
ambito perché nella fase successiva dovrà relazionare al
gruppo-base.
Nell'esempio i ragazzi del gruppo A stabiliscono quante
righe e colonne dovrà avere la tabella e quali le voci da
considerare. Ciascuno dovrà imparare i termini relativi al
Paese da studiare.
Fasi dell' intervento:
TERZA FASE
Si ritrovano i "gruppi base", in cui adesso ciascun allievo è
"esperto" di una fase del lavoro e di questa sua
conoscenza deve rendere partecipi i compagni che ne
sono del tutto privi.
Viene svolto il lavoro dato in consegna
Fasi dell' intervento:
Vantaggi
Questa tecnica permette all'allievo di responsabilizzarsi, sia
verso l'insegnante che verso il gruppo base, imparando nel
contempo a lavorare in modo cooperativo al fine di raggiungere
un obiettivo comune.
Gli studenti diventano di volta in volta gli esperti del gruppo
(assumono il ruolo di insegnanti) e devono verbalizzare
efficacemente, individuando modalità creative per spiegare al
gruppo (e poi alla classe) il loro argomento.
Gli esperti dicono che il processo di
insegnamento/apprendimento tra pari fa salire al 90% il livello
di ritenzione dei contenuti.
Fasi dell' intervento:
Modalità di intervento I tempi delle tre fasi variano a seconda del lavoro distribuito. E' meglio cominciare con qualcosa di semplice e verificarne l'esito. Come per tutte le attività di insegnamento cooperativo è possibile assegnare dei ruoli intercambiabili all'interno dei gruppi-base (il cronometrista, il responsabile, il portavoce...), anche questo permette agli alunni di sperimentare specifiche abilità sociali. Il Jigsaw si apprende più facilmente nelle elementari, ma è stato sperimentato efficacemente anche alle medie e alle superiori. Lo studente con ritmi lenti di apprendimento può essere abbinato nella seconda fase con un compagno che appare più efficace nel rapporto interpersonale e per loro questa fase può durare più a lungo. L'insegnante forma i gruppi, segue le varie fasi, può assegnare delle domande di comprensione nelle varie fasi, verifica i livelli di conoscenza globali del gruppo-base e dà una valutazione individuale e collettiva.
Il modello 'Learning together’
(imparare insieme)
Tra le diverse modalità questa è certamente quella più diffusa. La modalità 'Learning Together' prende in considerazione i tre modi di strutturare il lavoro: 1. la forma cooperativa2. la forma individualistica3. la forma competitiva
1. LA FORMA COOPERATIVA
gruppi composti da tre-cinque persone, preferibilmente
eterogenei; sistemazione dell'aula circolare in modo che i componenti
possano condividere i materiali, guardarsi negli occhi, parlare a voce bassa;
ad ogni gruppo è affidata una copia del materiale in modo che i componenti siano costretti a lavorare insieme;
spiegazione chiara del compito rispetto a : obiettivi, contenuti, attività, criteri di valutazione, consapevolezza degli studenti nel sentirsi corresponsabili della riuscita del compito ;
suddivisione dei ruoli: una persona prende nota di ciò che viene detto, una legge l'elaborato finale, un'altra il lavoro rispetto alle regole date.
2. LA FORMA
INDIVIDUALISTICA
ogni ragazzo lavora da solo;
la sistemazione dell'aula è secondo banchi
distanti tra di loro, distribuiti lungo il
perimetro della classe;
spiegazione chiara del compito rispetto a :
contenuti, attività, obiettivi richiesti ad ogni
singolo componente, consapevolezza che il
lavoro svolto da ciascuno non ha relazioni con
quello dei compagni.
3. LA FORMA COMPETITIVA
formazione dei gruppi in seguito ad una graduatoria che va dai
più bravi ai meno bravi: gli studenti sono sistemati in gruppi eterogenei in modo che in ognuno ve ne sia uno che compete con compagni di uguali capacità provenienti da altri gruppi;
la gara si svolge tra componenti con uguali capacità appartenenti a gruppi diversi, in modo che la valutazione finale si ottiene dalla somma dei punteggi conseguiti da tutti i membri appartenenti ai gruppi iniziali;
i gruppi sono sistemati in modo da essere separati uno dall'altro; il materiale è strutturato in forma cooperativa quando i diversi
gruppi lavorano separatamente, in forma competitiva quando i vari membri dei diversi gruppi sono in competizione;
spiegazione chiara del compito rispetto a : lavoro in gruppo e lavoro per la prova di competizione, consapevolezza che l'altro gruppo è un rivale da superare per cui se ogni persona riuscirà ad esser la migliore in ciascun gruppo competitivo, anche il gruppo cooperativo di appartenenza risulterà il migliore perché i punteggi conseguiti saranno sommati tra di loro
La modalità 'Learning Together' prende in
considerazione tre modi di strutturare il
lavoro di gruppo:
1. il cooperative learning di tipo formale
2. il cooperative learning di tipo informale
3. i gruppi di base cooperativi
1. Il cooperative learning di tipo formale
Gli studenti lavorano insieme, da un'ora ad alcune settimane, per raggiungere obiettivi di apprendimento condivisi e assicurandosi che ognuno dei componenti il gruppo completi con successo i compiti di studio assegnati. Ogni compito di apprendimento, per ogni disciplina, in ogni curriculum può essere strutturato in modo cooperativo. Qualunque disciplina può essere formulata in cooperative learning di tipo formale. Nei gruppi di tipo formale gli insegnanti: prendono delle decisioni prima della lezione; specificano gli obiettivi della lezione; spiegano i compiti da svolgere e il tipo di interdipendenza
utilizzata; controllano l'apprendimento degli studenti e intervengono
all'interno dei gruppi per fornire assistenza ai compiti o per migliorare le abilità interpersonali e di gruppo;
valutano l'apprendimento degli studenti e li aiutano nel processo di revisione su come il gruppo ha funzionato.
2. Il cooperative learning di tipo
informale
Un qualsiasi stimolo può essere usato efficacemente
affinché gli studenti lavorino insieme per raggiungere un
obiettivo di apprendimento temporaneo sia a livello
disciplinare che sociale. I gruppi sono formati ad hoc e
hanno una durata di qualche minuto fino ad una lezione.
I gruppi informali aiutano l'insegnante ad assicurarsi che
gli studenti sappiano pensare l'organizzazione del lavoro,
sappiano spiegare, riassumere e integrare il materiale
riconducendolo all'interno di strutture concettuali già in
loro possesso o apprese durante l'insegnamento diretto.
3. I gruppi di base cooperativi
Sono sempre eterogenei con una composizione stabile dei membri che può anche raggiungere un anno scolastico. Questi gruppi forniscono agli studenti la possibilità di impegnarsi nelle relazioni con continuità, permettendo così di dare ai membri del gruppo supporto, aiuto, incoraggiamento e assistenza per lavorare più efficacemente nei compiti, fare progressi nelle discipline, apprendere modi adeguati per sviluppare schemi cognitivi e abilità socialmente utili. I gruppi base si incontrano ogni giorno nelle scuole elementari e circa due volte la settimana nelle altre scuole. Informalmente, i membri interagiscono tutti i giorni all'interno e attraverso la classe, discutendo gli incarichi e aiutando chi ha bisogno nei compiti per casa. L'uso del gruppo base tende a migliorare la frequenza, a personalizzare il lavoro richiesto a scuola e a migliorare la qualità/ quantità dell'apprendimento.