-
La radioattività nelle acqueLa radioattività è un fenomeno
fisico che nulla ha a chevedere con il grado di mineralizzazione.
Esistono infat-ti acque radioattive oligominerali, minerali, salse,
solfa-te, ecc.; gli effetti biologici in questo caso sono
at-tribuibili non tanto all’azione specifica dei vari ioni,quanto
alla cessione di energia ai tessuti da parte delleparticelle
radioattive emesse. La radioattività presentenelle acque, a seconda
della provenienza dei radionu-clidi che la generano, può essere:
naturale o artificiale.La radioattività artificiale è storia
recente; nel secoloXX l’attività di ricerca e sperimentazione
dell’uomo,sia in campo bellico che civile, ha
pesantementeinfluenzato il livello di radioattività naturalmente
pre-sente nell’ambiente. I radioisotopi che artificialmentesono
stati introdotti nell’ambiente, in genere caratte-rizzati da una
vita media molto lunga, sono principal-mente: Cesio-137 (emivita =
30,12 anni), Stronzio-90(emivita = 28,5 anni), Cesio-134 (emivita =
2,06 anni),Plutonio-238 (emivita = 87,7 anni), Plutonio-239
(emi-vita = 24100 anni), Plutonio-240 (emivita = 6560 anni).Le
ricadute radioattive di natura antropica hanno tut-tavia
interessato quasi esclusivamente le acque super-ficiali ed i
terreni, lasciando pressoché inalterate le sor-genti sotterranee,
sicuramente più protette dagli even-ti esterni.La radioattività
naturale fornisce il maggiore contri-buto alla dose ricevuta dalla
popolazione, nonostantel’uomo utilizzi massicciamente, in varie
attività, sostan-ze radioattive artificiali (medicina nucleare,
propulsori,centrali, ecc). Esistono molte acque sorgive, anche di
o-rigine profonda, caratterizzate da un certo tasso di
ra-dioattività; si tratta di radioattività naturale che puòderivare
dalla presenza, nelle stesse, di alcuni radionu-clidi primordiali
quali il Potassio-40 ed il Rubidio-87piuttosto che dagli elementi
radioattivi che discendonodal decadimento dell’Uranio-238,
dell’Uranio-235 e delTorio-232.
Per quanto riguarda l’impatto sulla salute umana, il Ra-don-222
(222Rn), che discende dal decadimento dell’ U-ranio-238, risulta
essere l’elemento radioattivo di mag-gior interesse in quanto:◆ è
generalmente presente in quantità considerevol-
mente superiore rispetto agli altri radionuclidi;◆ si presenta
in forma gassosa;◆ è normalmente presente su tutta la crosta
terrestre,
anche se in quantità variabili.
Essendo un gas nobile si può facilmente diffondere
nel-l’ambiente, per questo motivo lo si ritrova in tutti imateriali
da costruzione (cementi, graniti, laterizi, ecc);inoltre, grazie
alla sua elevata solubilità in acqua, rendeparticolarmente
vulnerabili gli acquiferi che vengono incontatto con le rocce
costituite da elementi radioattivi.In natura il Radon si presenta
sottoforma di 3 isotopi.Tuttavia, per motivi legati essenzialmente
ai valori del
L’A
MB
IEN
TE
4/0
2
-
L’A
MB
IEN
TE
4/0
2
tempo di dimezzamento, vieneconsiderato solamente il 222Rn
inquanto è l’unico che può dare ori-gine ad emissioni radioattive
diuna certa rilevanza. La radioat-tività del 222Rn è
prevalentementedi tipo a, ma sono registrabili ancheemissioni
minori di tipo β e γ. Iltempo di dimezzamento (o emivi-ta),
definito come il periodo dopo ilquale l’elemento riduce a metà
lapropria attività (e identificato dalsimbolo T1/2), è nel caso
specifico di3,825 giorni.
Le radiazioni α, β, γ hanno le se-guenti principali
caratteristiche:
Possono essere considerate radioat-tive le acque che possiedono
unvalore di attività specifica di almeno1nCi/litro (1 nCi = 37
disintegrazio-ni/secondo). L’unità di misura Curie(Ci) era
originariamente definitacome la quantità di Radon in equi-librio
radioattivo con 1g di Radio;l’attività di 1 Ci risulta infatti
esserecirca uguale a quella di 1g di Radio.Nel SI (Sistema
Internazionale), l’u-nità di misura normalmente utiliz-zata per
l’attività radioattiva non èil Ci ma il Bequerel, (1 Bq = 1
disin-tegrazione/s); il fattore di conversio-ne Ci/Bq risulta
essere pertanto-1nCi = 37 Bq. In ambito termale èin uso anche
l’unità Mache (U.M.),la quale così si rapporta con le altreunità di
misura: 1 nCi = 2,75 U.M. =37 Bq In base alla quantità
delleemissioni radioattive viene fatta laseguente distinzione:◆
acque debolmente radioattive:
attività specifica < 30 nCi/l
◆ acque mediamente radioattive:30 nCi/l < attività specifica
<150 nCi/l
◆ acque fortemente radioattive150 nCi/l < attività
specifica
Le proprietà terapeutichedelle acque radioattive
L’efficacia terapeutica delle acqueradioattive è massima se la
cura vie-ne effettuata presso la fonte terma-le, dove l’utilizzo è
immediato; è
sufficiente attendere per meno diun mese per avere una
riduzione
del contenuto di 222Rn di oltre il95%. Una tale acqua, perdendo
ilproprio effetto terapeutico dopopoche settimane, non avrebbe
nes-suna efficacia (se non quella di dis-setare) se distribuita in
bottiglie(basta considerare il tempo che me-diamente intercorre tra
l’im-bottigliamento el’utilizzo della stes-sa). Sono
frequentiinvece gli utilizzi ditali acque nei cen-tri termali in
quan-to sono stati dimo-strati, da numerosistudi
scientifici,svariati effetti salu-tari indotti dall’uti-lizzo di
acque ra-dioattive.Queste particolariacque minerali, chedevono
essere con-sumate solo per
scopi terapeutici precisi, risultanoparticolarmente indicate per
lacura dei reumatismi articolari, nev-ralgie, nevriti, gotta,
allergopatie,asma bronchiale.Particolari benefici si
ottengonoutilizzando le acque radioattive perla creazione di fanghi
caldi; l’azio-ne concomitante dell’energia ter-mica e di quella
radioattiva per-mette di ottenere un reale potereantiinfiammatorio
e di indurre mo-dificazioni sui valori della pres-sione arteriosa
con effetti ipotensi-vi e sedativi.L’utilizzo di queste acque per
laterapia idropinica ha dimostratoun incremento della diuresi,
conun’aumentata eliminazione di ura-ti; è a riguardo di
quest’ultima ap-plicazione che va fatta particolaremenzione alle
acque delle Terme diLurisia, in particolare a quella del-la fonte
Garbarino, considerata unadelle sorgenti con maggiore
radio-attività al mondo (1135 nCi) utiliz-zata per bibita.
Le Terme di LurisiaLa scoperta del fenomeno della ra-dioattività
avvenne nel 1898 e daquel periodo l’interesse per i feno-meni e gli
elementi radioattivi, siain termini culturali puri che per
lepossibili implicazioni in campo te-rapeutico di cui si iniziava
ad intra-vedere l’utilità, ebbe un fortissimoimpulso.Iniziarono
così le ricerche per l’in-dividuazione e l’estrazione di ele-menti
radioattivi e parallelamentenacquero i primi studi sulle acqueche
sorgevano in prossimità dizone con elevato fondo di radioat-tività
naturale.In Italia si fecero ben presto notarele acque di Lurisia,
caratterizzateda un’elevatissima radioattività,
-
L’A
MB
IEN
TE
4/0
2
acquistata dal lento passaggioattraverso vari minerali
uraniferi(autunite, calcuranite, torbenite) dicui la zona è
ricca.Del fatto si interessò anche MariaCurie la quale, nel 1918,
dietro do-manda del Governo Italiano, sirecò nel nord Italia per
compiereuna missione di studio e ricerca ri-guardante le risorse
radioattive delnostro Paese.L’eminente scienziato era interes-sato
prevalentemente ai risultatiche avrebbero potuto
acquistareimportanza pratica; venne cosìscelta Lurisia, in quanto i
numerosiprelievi e le misurazioni effettuaterimanevano in attesa di
ulterioriapprofondimenti e di autorevoliconferme.Di lì a breve
(1925) cominciarono ilavori per l’ampliamento della cavadi pietre
attraverso la realizzazionedi una miniera, dalla quale
fossepossibile estrarre il materiale ura-nifero e le preziose
acque; vennecosì realizzata una lunga gallerianella quale vennero
captate nume-rose sorgenti di acqua minerale(tra le principali la
Garbarino e laSanta Barbara).
I lavori proseguirono e dopo pochianni si iniziarono anche
quelli perla costruzione di uno stabilimentoidrotermale in cui si
potesserosfruttare le comprovate proprietàmedicamentose di queste
acque.Il 1940 fu l’anno che vide il terminedei lavori e
l’inaugurazione dellostabilimento. Sopra l’ingresso dellagalleria,
dedicata alla Curie, venne-ro scolpite le seguenti parole:“Il XVI
agosto MCMXVIII – Ma-
rie Curie nell’ansiosa ricerca di gia-cimenti di uranio –
visitava questevalli e qui sostando studiava mine-rali ed acque in
altissimo grado ra-dioattive precursore fervente – ese-cutore
illuminato - compreso dei be-nefici della scoperta della
immortalescienziata David Garbarino perforòle gallerie – captò le
acque e pel pub-blico bene qui le addusse”- 1° luglioMCMXL
Le terme di Lurisia utilizzano duediverse fonti: la Garbarino e
la San-ta Barbara. La prima, a causa dellasua elevata attività
radioattiva, è daconsiderarsi a tutti gli effetti un far-maco
naturale (e come tale vienetrattata); la seconda è particolar-mente
leggera e con ottime pro-prietà diuretiche e depurative.
A Lurisia è famosa e particolar-mente efficace la cura
idropinica,
tuttavia lo stabilimento è ingrado di offrire numerosealtre
terapie: sono qui prati-cabili le cure inalatorie intutte le varie
forme, la fan-gobalneoterapia, l’idromas-saggio termale, le cure
gine-
cologiche, il bagno turco termale ela massoterapia.
Bibliografia❖ Giannantonio Bocconi, Curarsi
con le acque, Rizzoli Editore, A-prile 1976.
❖ Roberto Chetoni, Acque Mineralie Termali. Idrogeologia e opere
dicaptazione, gestione della risorsaidrica, Edizioni
GEO-GRAPH,Segrate, Dicembre 2000.
❖ Terme d’Italia 2001, Le Guide deL’Espresso, Novembre 2000.
❖ A. Pelloux, C.Porlezza, P.Cigno-lini, Pagine di storia delle
Termeradioattive di Lurisia, EdizioniPiovani, Genova 1968.
❖ Giorgio Temporelli, Le AcqueMinerali, Ranieri Editore,
genna-io 2002.
Figura 2 - Attuale ingresso della galleriaCurie
Figura 3 - Rubinetti per l’erogazione dell’acqua termale ad uso
idropinico
RingraziamentiUn ringraziamento a Simona
Rizzo e Tiziana Aimale (IstitutoIdrotermale di Lurisia).