This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
“Nel caso della celiachia, molti danno per scontato che l’unica terapia sia quella di escludere il glutine dall’alimentazione quotidiana, dimenticando una sequela di altre complicazioni che le persone celiache devono affrontare – dichiara Paola Fagioli – La diagnosi comporta importanti cambiamenti di vita, e un impatto profondo sia sulle dimensioni emotive e personali, sia sulle relazioni sociali. Inoltre, tutte le abitudini alimentari acquisite nell’infanzia devono essere rivoluzionate e il regime dietetico gluten-free dovrà essere stabilito e mantenuto per tutta la vita. Non è una cosa semplice e per questo, sono numerose le richieste di sostegno psicologico che arrivano alla nostra associazione. Di qui l’esigenza di indirizzare i nostri iscritti a professionisti qualificati e ad un costo sostenibile.”
“Che si tratti di adulti, adolescenti o bambini, non possiamo trascurare i profondi cambiamenti che i celiaci (e a volte i loro nuclei familiari), a diagnosi fatta, dovranno affrontare e non lasciarli soli è un dovere delle categorie professionali che si occupano di salute e prevenzione – aggiunge Paola Medde, Coordinatrice del Gruppo di lavoro di Psicologia e Alimentazione dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. Dobbiamo preoccuparci di aiutare i pazienti celiaci e le loro famiglie ad affrontare le sfide della malattia e aiutarli a fare una transizione più graduale nella loro ‘nuova normalità’. Come Psicologi siamo consapevoli della complessità che si nasconde dietro una semplice prescrizione “mangia meglio e segui la dieta” e lavoriamo quotidianamente per poter sviluppare il sostegno ai pazienti con patologie croniche che necessitano di un cambiamento dello stile di vita radicale e permanente”.
Il 90% dei pazienti di diabete è affetto dal tipo 2, il c.d. “diabete dell’adulto”, legato molto spesso all’obesità: nel Lazio, sono stimati esserci circa 340mila casi di questo tipo. La spesa annua complessiva del Servizio Sanitario Nazionale per la cura del diabete ammonta a circa 12 miliardi di euro ed assorbe dunque l’11% del fondo complessivo. La quasi totalità di queste risorse serve a coprire la gestione delle conseguenze delle complicanze e della comorbilità della malattia. Per evitare le complicanze, il paziente è chiamato a rivoluzionare la sua quotidianità, cambiando radicalmente abitudini alimentari e stili di vita. In questo contesto, il Protocollo siglato tra Ordine e AMD riconosce la centralità del contributo dello psicologo nello sviluppo dell’autocontrollo e dell’adherence terapeutica che consentono al paziente diabetico di evitare ansia, depressione, fenomeni di “burn-out. E l’apporto dello psicologo non si limita all’informazione e all’educazione del paziente ma anche all’elaborazione e accettazione della condizione di diabetico.
Perché quindi la Psicologia e gli Psicologi?Per quanto riguarda il cibo le cose sembrerebbero facili e scontate. Mangiamo per sopravvivere, come tanti altri esseri viventi.A differenza di altre specie, però, sembrerebbe che le cose non siano proprio così.
Gli psicologi, in generale, sono esperti di comportamento umano, lavorano con le persone per facilitare il cambiamento, li dove necessario, e forniscono un aiuto concreto per lo sviluppo di comportamenti più salutari e più efficaci. Gli psicologi che operano nel settore dell’alimentazione devono conoscere i fattori psicologici e sociali che determinano e condizionano il rapporto con il cibo e, in particolare, nel caso di celiachia, diabete e obesità, comprendere il rapporto esistente tra fattori psicologici, condizioni fisiche e la malattia e aiutano gli individui nella gestione degli aspetti psicologici conseguenti.
Il complesso ruolo sociale e psicologico che abbiamo associato all’alimentazione ha reso difficile distinguerla dalla sua importanza biologica e pertanto dobbiamo essere in grado di rispondere alle domande e, tra quelle più frequenti:
Perché non riesco a raggiungere il peso che desidero?
Perché è cosi difficile per me perdere peso?
Perché mi sembra di non riuscire a controllare la mia alimentazione ed a seguire una dieta?
Perché faccio quello che non dovrei fare? (mangiare cibi che non posso?)
Le motivazioni di natura biologica sono correlate ai nutrienti, alle calorie, al metabolismo.Le motivazioni di natura psicologica, delle quali non siamo consapevoli, rompono quegli equilibri.Allora ci troviamo a mangiare anche quando non era previsto e anche quando vorremmo non farlo. Ribadiamo qui che “psicologico” non significa “malato”: ci si riferisce, invece, a normali modalità di funzionamento della mente che devono essere conosciute e corrette affinché sia possibile seguire l’alimentazione dietetica necessaria.
(PERCHE’)Vi sono almeno tre elementi di cui tenere conto:
1)L’obesità e il sovrappeso hanno caratteristiche multifattoriali;2) le persone con obesità e sovrappeso, anche se si sottopongono a diete
non mantengono il peso perduto, a lungo termine; 3) gli altri operatori della Salute coinvolti nella gestione della persona sono sempre più favorevoli ad avvalersi del contributo dello psicologo per ciò che
riguarda la dimensione psicologica del comportamento alimentare.
(PERCHE’)Vi sono almeno tre elementi di cui tenere conto:
1)le patologie organiche, correlate all’alimentazione, sono ampiamente diffuse e in aumento;
2) le persone con patologia organica hanno l’urgenza di gestire la propria condizione;
3) gli altri operatori della Salute coinvolti nella gestione della persona sono sempre più favorevoli ad avvalersi del contributo dello psicologo per ciò che
riguarda la dimensione psicologica del comportamento alimentare.
SBOCCHI PROFESSIONALIPrevenzione e Consulenza Pediatrica
(PERCHE’)Vi sono almeno tre elementi di cui tenere conto:
1)Le strategie di prevenzione (anche dei D.C.A.) necessitano della dimensione psicologica e quindi degli psicologi;
2) le famiglie hanno la necessità di far seguire le indicazioni nutrizionali ma non conoscono le regole dell’educazione alimentare;
3) gli altri operatori della Salute coinvolti nella gestione della persona sono sempre più favorevoli ad avvalersi del contributo dello psicologo per ciò che
riguarda la dimensione psicologica del comportamento alimentare.
Per tali ragioni, la spendibilità della formazione, in tale ambito, può
operativamente offrire:• consulenza diretta al paziente obeso e in sovrappeso,
diabetico, celiaco, cardiopatico, ecc…,• consulenza diretta ai caregivers dei pazienti;• gruppi di sostegno/parola rivolti ai pazienti,• affiancamento consulenziale a dietologi, dietisti,
nutrizionisti, diabetologi, medici di base, farmacisti, ecc…,
• formazione agli operatori della salute utili a migliorare comunicazione e relazione con il paziente,
• INFINE, può garantire l’attuazione di programmi di benessere nelle Aziende
Il sintesi, la formazione nell’area dell’ Alimentazione è rivolta a Psicologi, Dottori in Psicologia e Studenti di Psicologia e Psicoterapeuti per:•proporsi sul proprio territorio in maniera distintiva rispetto agli altri colleghi che si occupano di clinica ed alimentazione;• ampliare il proprio raggio di intervento con l’utenza a cui già si rivolgono;• proporsi ai medici in quanto collaboratori alla pari, nell’intervento su pazienti che presentano patologie organiche ed alterazioni del comportamento alimentare connesse;• formare un’equipe di professionisti, che si occupa specificatamente di disordini afferenti all’area alimentare.