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La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)
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La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

May 01, 2015

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Ersilia Mascia
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Page 1: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

La minimizzazione dei costi

Corso di Economia Politica

a Economia - Impresa

(II semestre 2005)

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La minimizzazione dei costi

Corso di Economia Politica

b Economia - Impresa

(II semestre 2005)

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Breve periodo:dalla f(x) alla C(y)

a Economia - impresa(produzione e costi)

Possiamo ricavare la relazione tra costo totale e quantità prodotta, ossia la C(y) procedendo nel

seguente modo:

Nel breve periodo il costo dell’impianto è fisso. Abbiamo cioè w2x2 = F. Perciò la relazione tra

costo e inputs diventa:TC = w xF

dove si è tolto il pedice a w1 e a x1 (non serve più).

(1) ricaviamo x dalla y = f(x); otteniamo la cosiddetta “funzio- ne inversa” x = f -(y);

(2) sostituiamo il valore di x così ottenuto nella TC = w xF; otteniamo così TC = w f -

(y)F = C(y). ESEMPIO: sia w1 = 5, w2 = 2 e x2 = 100 (e perciò F = 200); sia y = ;(PASSO 1) si ricava subito x = y2/100; (PASSO 2) sostituendo in TC si ricava C(y) = (y2/20) + 200.

x10

Corso di economia politica

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Dal grafico della f(x)

al grafico della C(y) b Economia - impresa

(produzione e costi)

Quattro grafici con gli assi allineati

A

y

y

F

y

x

y

TC

x

Ct

A

45°B

B

A

B

A

B

y = y

TC = wx + F

y = f(x)

Si parte da un punto del primo grafico (una combinazione di x e y); si trova TC nel terzo grafico e si riportano questi valo-ri nel quarto (y attra-verso il secondo).

Si ripete per ogni punto e si identifica una curva:la funzione

del costo totale C(y)

w

la funzione del costo totale C(y)

Corso di economia politica

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Lungo periodo e min C

1 Economia - impresa(produzione e costi)

Supponiamo che la funzione di produzione descriva una tecnologia che ammette

sostituibilità tra i due inputs. È una sostituibilità imperfetta: se si vuole produrre la quantità data y, ogni volta che si riduce x2 di una unità, x1 deve essere aumentato sempre di più.

x1

x2

0

y

B

A

x1a

x2b

x2a

x1b

L’isoquanto è la curva che unisce tutte le coppie di x1 e x2 (le tecniche) che consentono di produrre la quantità data y.

Corso di economia politica

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Saggio marginale di sostituzione

tecnica 2 Economia - impresa

(produzione e costi) (ottobre-dicembre 2003)

Come le caratteristiche della curva di indifferenza

sono descritte dal saggio marginale di sostituzione,

così le caratteristiche dell’isoquanto sono descritte

dal saggio tecnico di sostituzione (TRS)

Infine vale la seguente proprietà (anch’essa analoga a quella che abbiamo visto per MRS:

TRS = - MP1/MP2

Ovvero il saggio tecnico di sostituzione può essere calcolato come rapporto tra le due

produttività marginali.

Il saggio marginale di sostituzione tecnica misura di quanto si deve aumentare x2 se si vuole produrre la stessa quantità y con una

unità in meno di x1 (di nuovo, notare l’analogia con l’MRS)

Matematicamente, il saggio tecnico di sostituzione misura l’inclinazione

dell’isoquanto (ed è perciò decrescente).

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Isocosti 3 Economia - impresa(produzione e costi) (ottobre-dicembre 2003)

Abbiamo detto che per produrre la quantità y l’impresa sceglie la combinazione di x1 e x2 (la tecnica) che costa meno. Come si calcola il

costo di una tecnica?

x1

x2

0

B

A

x1a

x2b

x2a

x1b

Lo sappiamo già: una tecnica costaTC = w1x1 w2x2

Risolviamo per x2. Otteniamo

x2 = (TC \ w2 ) (w1 \w2)x1

È l’equazione di una retta che si chiama isocosto. Essa dà tutte le combinazioni di x1 e x2 che costano la stessa somma, ossia TC(il termine noto della retta).

TC

-(w1\w2)

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Isoquanto e isocosti

4 Economia - impresa(produzione e costi)

Se decide di produrre la quantità y, l’impresa può scegliere un punto (una tecnica)

sull’isoquanto corrispondente.

x1

x2

0

BA

x1a

x2b

x2a

x1b

TCa

y

TCb

L’impresa può produrre la quantità y con la tecnica A (e, nel breve periodo, se dispone dell’im-pianto , non può fare niente di meglio).

x2a

Il costo per produrre y scende da TCa a TCb (non ci sono tecniche che costino meno).

Nel lungo periodo, però, può minimizzare il costo scegliendo la tecnica B, ossia costruendo l’impianto .

x2b

La tecnica che costa meno è il punto di quell’isoquanto cui corrisponde l’isocosto con

l’intercetta più bassa.

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Efficienza economica

5 Economia - impresa(produzione e costi) (ottobre-dicembre 2003)

L’isocosto più basso (che identifica la tecnica che minimizza il costo) è quello tangente

all’isoquanto.Perciò, in corrispondenza della tecnica scelta, isoquanto e isocosto hanno la stessa

inclinazione. L’inclinazione dell’isoquanto è misurata dal TRS; quella dell’isocosto è misurata dal prezzo

relativo w1/w2.Perciò la scelta che minimizza il costo si trova nel punto dell’isoquanto in cui

vale la condizione

TRS = - w1/w2

Questa è la condizione dell’efficienza economica. Corso di economia politica

Ovvero: - MP1/MP2

= - w1/w2

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Cambiamentidella tecnica

6Economia - impresa(produzione e costi) (ottobre-dicembre 2003)

Indichiamo con w = w1/w2 il prezzo relativo degli inputs. Un suo cambiamento induce l’impresa,

nel lungo periodo, a cambiare la tecnica. Per esempio w 0 (il lavoro diventa relativamente

più

x1

x2

0

V

x1n

x2v

x2n

x1v

y

wvN

w n

Per esempio w 0 (il lavoro diventa relativamente più relaticaro rispetto alle

macchine) spingerà, per produrre la stessa quantità y, alla scelta di una tecnica con meno

lavoro e più macchine : ci si sposta dal punto V al punto N del grafico.

Non è detto, però, che y resti al livello di prima: la variazione

dei prezzi degli inputs può infatti indurre l’impresa a

spostarsi su un nuovo isoquanto.

I cambiamenti dei prezzi degli inputs,

infatti, comportano una variazione dei costi che

potrebbe spingere l’impresa a cambiare i

propri piani di produzione.

Corso di economia politica

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Tecnica e cambiamentidella quantità

prodotta

7Economia - impresa(produzione e costi)

Cosa succede alla scelta degli inputs se l’impresa decide di aumentare (o diminuire) la

quantità prodotta, ossia di spostarsi su un nuovo isoquanto? Nel breve periodo l’impianto (il

livello

x1

x2

0

V

x1n

x2v

x1v

yv

N

Nel breve periodo l’impianto (il livello di x2) è dato. Perciò l’impresa può produrre di

più (o di meno) solo variando l’impiego di lavoro (il livello di x1).Se, per esempio, l’impresa decide di

produrre y n, userà nel breve periodo

la tecnica N (con più lavo-ro nello stesso impianto). Si noti che TC è au-

mentato, ma la cosa era prevista (perché?).

Se la decisione di produrre y

n è permanente, nel lungo

periodo l’impresa accrescerà le

dimensioni dell’impianto

(scegliendo la tecnica L) e così abbasserà TC.

yn

L

Ct n

Ct l

Ct v

Corso di economia politica

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Minimo Costo Esercizio II

Corso di Economia Politica

8 Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Vediamo come si ricavano le funzioni di costo di breve e lungo periodo a partire da una funzione di produzione Cobb-Douglas

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Esercizio

Corso di Economia Politica

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Esercizio

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Economia - Impresa

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Esercizio

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Lungo Periodo – Esercizio II

Corso di Economia Politica

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Esercizio

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Economia - Impresa

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Esercizio

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Esercizio

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Economia - Impresa

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Esercizio

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Economia - Impresa

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Economia - Impresa

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Le curve di costo

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Ricavo totale e prezzo

39Economia - impresa(Offerta dell’impresa) (II semestre 2005)

Possiamo scrivere la formula del ricavo totale di

un’impresa: TR = py

la quantità venduta yPuò il prezzo di vendita essere considerato un

dato (esogeno)? La risposta è sì purché valgano tre condizioni (principali):

(i) l’impresa è “piccola”; (ii) è in concorrenza con “tante” altre imprese; (iii) tutte vendono lo stesso identico prodotto.

Essa dice che il ricavo (totale) dipende da due grandezze:e il prezzo p a cui essa viene

venduta.

In questo caso si dice che nel mercato c’è concorrenza. In concorrenza l’impresa non può alzare il

prezzoperché perderebbe tutti i clienti;

e non le conviene abbassarlo perché, essendo piccola,

può vendere tutto quel che vuole al prezzo dato.Corso di economia politica

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Ricavo totale e quantità

40 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

In concorrenza il prezzo lo

stabilisce il mercato

(nel modo che vedremo).

Per le imprese il prezzo è appunto

un dato.

Essendo dato il prezzo, il ricavo è una funzione

della quantità venduta y. Scriveremo

y0

Rt

p

TR= R(y)

Si tratta di una funzione particolarmente

semplice. Il ricavo è proporzionale alla quantità venduta:

TR = py

Il suo grafico, con y in ascissa e TR in ordinata, è

una retta che esce dall’origine con

coefficiente angolare pari al prezzo p.

A

B

y by

a

Rt b

Rt

a

R(y)

Corso di economia politica

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Costo totale e quantità

41 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Anche il costo totale può essere considerato una funzione della

quantità prodotta Scriveremo

y0

TC

TC = C(y)

Come è fatta questa funzione?

(i) l’impresa sopporta un costo anche se non produce nulla (è il cosiddetto costo fisso);

Il suo andamento è riportato nel grafico, con

y in ascissa e TC in ordinata: è una curva crescente, che diventa

sempre più ripida,con un’intercetta positiva

(F).

k

Possiamo fare due ipotesi

(ii) il costo cresce più che proporzionalmente rispetto alla quantità prodotta.

y a

TCa

C(y)

B

y b

TCb

Corso di economia politica

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Profitto e quantità 42 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Il profitto è dato da = R(y) C(y)

perciò è una funzionedella quantità prodotta e

venduta.Perciò, l’impresa sceglie la quantità y che le permette di realizzare l’obiettivodel massimo profitto.

In questo modello, y è

la “variabile di scelta”

dell’impresa. NOTA IMPORTANTE:Dato che in TC sono

compresi,come costi-opportunità,

le remunerazioni del “capitale proprio”

e del lavoro dell’imprenditore,

è più corretto parlare di extraprofitto

(profitto che eccede il livello normale).

Abbiamo visto invece che il

prezzo p, rappresenta

(per l’impresa)un dato che non può influenzare.Corso di economia politica

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Profitto massimo 43 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)La quantità che rende

massimo il profitto è, per definizione, quella per cui lo scarto tra TR e TC è massimo.

Questo suggerisce un metodo grafico per identificare questa quantità.

Basta riportare sullo stesso grafico le due funzioni R(y) e C(y) e cercare il valore di y per cui la distanza tra le due è massima.Prima di yb e dopo ya

si ha TC TR, sicché l’impresa è in perdita. Per quantità prodotte tra yb e ya l’impresa consegue profitti (TR TC). La distanza è massima in corrispondenza di y*, che perciò è la quantità che rende massimo il profitto.

y0

TCC(y)

B

R(y)A

TR

y*yb ya

MAX

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Ricavo marginale 44 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Il ricavo marginale (MR) è l’aumento di ricavo totale

che si ottiene quando la quantità venduta aumenta di uno:

Calcoliamo il ricavo marginale partendo dalla funzione R(y) valida per l’impresa in

concorrenza (in cui il prezzo è dato):MR = p(y1) py = p

MR = R(y1) R(y)

In concorrenza MR è costante e coincide col prezzo

SPIEGAZIONE. Se l’impresa (essendo “piccola”) può vendere qualsiasi quantità decida di produrre al prezzo (dato) di mercato, su ogni unità venduta in più incassa appunto il prezzo.

Il ricavo marginale può essere anche interpretato come il coefficiente angolare

della funzione R(y) del ricavo totale.Corso di economia politica

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Costo marginale 45 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Il costo marginale (MC) è l’aumento di costo totale

che si sopporta quando la quantità prodotta aumenta di uno:Diversamente dal ricavo totale, la funzione C(y)

del costo totale non è una retta; perciò il costo marginale non è costante. Dal grafico si vede che il costo marginale è crescente.Anche MC può essere approssimato dal coefficiente angolare (delle rette tangenti alla C(y) nei vari punti).

y

TC

0

MCa

ya yb

MCb

C(y)

Esso misura perciò l’inclina-zione della funzione del costo totale (ossia MC = TC/y, co-me anche MR = TR/y).

MC = C(y1) C(y)

A

B

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Il principio marginale

46 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Ricavo marginale e costo marginale forniscono un altro metodo per identificare la quantità y

che massimizza il profitto.

Se invece si osserva MR MC, allora il profitto viene accresciuto producendo una unità in meno. Questo significa che conviene aumentare la produzione fino a quando il MR rimane maggiore del MC, mentre conviene ridurla nel caso contrario. All’aumentare di y il ricavo marginale è costante (è uguale a p) mentre il costo marginale è crescente.

L’idea è questa: se, partendo da una certa quantità y, si osserva che MR MC, allora la produzione di un’unità in più accresce il profitto.

Ci sarà allora un certo livello y* in cui si arriva all’uguaglianza tra MR e MC. Quella è proprio la quantità in cui il profitto è massimo. Perciò la condi-zione che identifica il massimo profitto è MR = MC.

Corso di economia politica

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Due grafici sulmassimo profitto

47 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Il grafico a sinistra riporta le curve R(y) e C(y). L’uguaglianza MR = MC viene sfruttata cercando il punto (che è y*) in cui le due curve hanno la stessa inclinazione. Il grafico a destra riporta direttamente le curve MR (= p) e MC.

y0

TCC(y)

R

R(y)

C

TR,

y*

MAX

y0

MCMC

MRM

MR,

y*

MRMC

p

In entrambi i grafici, prima di y* si ha MR = p MC e conviene produrre di più (dopo vale il contrario vedi frecce rosse).

Corso di economia politica

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Visualizzare il profitto

48 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Nel grafico di sinistra, il profitto è visualizzato dalla differenza tra ricavo (l’ordinata del punto R) e costo (l’ordinata del punto C). . Si vede che, nel caso considerato, esso è positivo(ma avrebbe potuto non esserlo se la curva C(y)fosse stata più in alto, oppure se p fosse stato più basso).Il grafico di destra è più semplice, ma ha il difetto che il profitto non è visualizzato. Osservando quel grafico non si vede (per esempio) se 0 (profitto positivo) o se 0 (perdita).C’è un modo per visualizzare il profitto

(o la perdita)anche nel grafico di destra?

Il modo esiste.Esso fa uso del concetto di

costo medio.Corso di economia politica

Page 53: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Costo medio 49 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Il costo medio (o costo unitario) misura quando costa

(appunto in media) ogni singola unità prodotta. Lo indichiamo col simbolo AC. Esso può

essere calcolato dividendo il costo totale per la quantità prodotta:

AC = TC/y

Mentre il costo marginale (MC) misura quanto costa l’ultima unità prodotta, il costo unitario (AC) misura quanto costa

in media ciascuna unità prodotta. Costo marginale e costo unitario sono legati tra

loro: se MC AC (l’ultima unità costa più della

media)la produzione di quell’unità in più fa aumentare il costo medio; si ha AC 0; viceversa, se MC

AC allora segue C 0.

Corso di economia politica

Page 54: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Il grafico del costo medio

50 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Ricordando che la definizione è AC = TC/y, può essere ricavato dal grafico del costo totale.

y

TC

k

y a

C(y)B

y b

y

AC

C A M

y c y

m

y a y

by c y

m

AC

C A M B

Prendiamo la quantità yc: il costo totale è l’ordinata del punto C, sicché il costo medio è il rapporto tra l’ordinata e l’ascissa di C (che è pari al coefficiente angolare della retta che unisce C con l’origine. Ripetendo l’operazione per i punti A, M e B, si vede che AC diminuisce fino a ym e poi aumenta.Il suo caratteristico andamento “a U” è riportato nel grafico inferiore.

Corso di economia politica

Page 55: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Costo medio ecosto marginale

51Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Il legame tra costo medio AC e costo marginale MC

ha un corrispettivo grafico.

y

AC,

y m

AC

M

Dato che il costo medio diminuisce quando MC AC e aumenta quando MC AC, questo significa

che la curva del costo marginale sta sotto quella del costo medio finché quest’ultima

diminuisce (fino al punto M) mentre passa sopra quando il costo medio comincia ad aumentare

(dopo il punto M).MC

PROPRIETÀ IMPORTANTEQuando il costo medio

ha un andamento “a U”, la curva del costo

marginale incontra quella del costo medio nel punto di minimo di

quest’ultima.

MC

Corso di economia politica

Page 56: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Rappresentazione grafica del profitto

52 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Riprendiamo il problema del max : l’impresa che massimizza il profitto sceglie la quantità y* per cui si ha MC = p (vedi LUCIDO). Come si può visualizzare il profitto nel grafico?

y

AC AC

M

MCMC,

p MR

y*

R

C

“Mettendo in evidenza” y nella formula = TR TC si ottiene

= y(p AC),formula che dice che il profitto può essere espresso come il prodotto di due numeri: la quantità y e la differenza tra prezzo e costo medio p AC.Questo permette di visualizzare nel grafico il profitto (massimo) come l’area del rettangolo (in colore) che ha per base la quantità y* e per altezza la differenza p AC, misurata dal segmento RC.

PROFITTO

Corso di economia politica

Page 57: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta 53 Economia - impresa

(Offerta dell’impresa)

Cosa succede alla scelta dell’impresa quando cambia il prezzo p? Evidentemente cambia la produzione y. Vediamo come.

y

ACmp

yv

V

anche la quantità prodotta si riduce (si passa nel punto B).

pv

Consideriamo la situazione del grafico. Inizialmente il prezzo è pv e l’impresa sceglie di produrre (data la condizione p = MC) la quantità yv. Ora il prezzo aumenta diventando pa pv. Il grafico ci dice che la scelta si sposta nel punto A, dove si produce ya yv (la produzione aumenta).

pa

ya

Se invece il prezzo diminuisce (pb pv)

Bpb

yb

La quantità prodotta dipende dal prezzo, è una funzione crescente del prezzo).

S(p)

Essa si chiama curva di offerta e si scrive y = S(p). Il suo grafico coincide con quello del costo marginale, ma letto “a rovescio” (la variabile indipendente è ora p).

Corso di economia politica

Page 58: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

54

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 59: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

55

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 60: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

56

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 61: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

57

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 62: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

58

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 63: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

59

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 64: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Surplus del consumatore(I semestre)

59b

Economia - Impresa (II semestre 2005)

Corso di economia politica

Consideriamo una curva di domanda (individuale).

y

A

p

pa

ya

pm

D(p)0

Definiamo prezzo di riserva, e lo indichiamo con pd, il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per acquistare una determinata quantità. Per esempio, per acquistare la prima unità del bene il prezzo di riserva è appena inferiore a pm; per acquistare la quantità ya il prezzo di riserva è pa.Se il prezzo di mercato è pa, il consumatore paga tutte le unità acquistate, tranne l’ultima, meno del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna).Definiamo surplus del consumatore (CS) la somma di tutti questi guada-gni. Per ogni singola unità venduta è data dalla differenza pd pa.Può essere calcolato come l’area colorata del grafico: CS = (pm pa)ya/2.

Page 65: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Surplus del produttore

(caso lineare)59c

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Corso di economia politica

Consideriamo una curva di offerta (individuale).

y

A

p

p*

y*

S(p)

0

Definiamo prezzo di riserva dell’impresa, e lo indichiamo con ps, il prezzo minimo che essa è disposta ad accettare per vendere una determinata quantità. Di fatto il prezzo di riserva coincide col costo marginale; per vendere la quantità y* il prezzo di riserva è p*, ma per venderne di meno è inferiore (ps = MC).Se il prezzo di mercato è p*, l’impresa incassa su tutte le unità vendute, tranne l’ultima, più del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna).Definiamo surplus del produttore (PS) la somma di tutti questi guada-gni. Per ogni singola unità venduta è data dalla differenza p* MC.Può essere calcolato come l’area colorata del grafico: PS = p*y*/2.

Page 66: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Il mercato concorrenziale e i

due surplus59d

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Corso di economia politica

I due concetti di surplus valgono anche a livello di domanda e offerta di mercato.

y

E

p

p*

y*

S(p)

0

È facile verificare che il mercato concorrenziale, in equilibrio par-ziale, ha l’effetto di rendere massima la somma dei due surplus.Questo significa allora che l’alloca-zione realizzata dall’equilibrio parziale concorrenziale è ottimale.

D(p)

I due surplus sono sempre visualizzati dalle aree sotto la curva di domanda (quello dei consumatori) e sopra la curva di offerta (quello dei produttori).

Page 67: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Relazione tra profitto e

surplus del produttore

Corso di Economia Politica

60

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 68: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

61

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 69: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Curva di offerta

Corso di Economia Politica

62

Economia - Impresa

(II semestre 2005)

Page 70: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Concorrenza perfetta

63 Offerta del mercato

nel lungo periodo

(i) le imprese che producono y sono tutte “piccole” (piccola vuol dire che la quantità prodotta dalla singola impresa è trascurabile rispetto alla produzione totale del bene); (ii) le imprese che producono y sono “tante” (tante vuol dire che la presenza di una singola impresa in più o in meno non altera significativamente l’offerta complessiva); (iii) il prodotto y delle varie imprese è “omogeneo” (omogeneo vuol dire che per i compratori è indifferente l’impresa da cui effettuare l’acquisto per loro i prodotti sono tutti uguali);

Consideriamo il mercato di un bene qualsiasi (y). Diremo che nel mercato di quel bene c’è concorrenza perfetta se valgono i seguenti requisiti:

Corso di economia politica

Page 71: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Concorrenza perfetta (segue)

64 Offerta del mercato

nel lungo periodo

Gli altri requisiti sono:

(v) anche gli acquirenti sono “tanti” e “piccoli”; le ipotesi i, ii e v, vengono sintetizzate nell’espressione gergale di mercato

“atomistico ” (sia dal “lato” dell’offerta che da quello della domanda);

(iv) assenza di barriere o costi che impediscono od ostacolano l’ingresso e l’uscita delle imprese nel mercato); è l’ipotesi di

libertà di entrata e di uscita ;

(vi) tutti gli acquirenti e i venditori sono perfettamente informati sulle condizioni di vendita praticate da tutte le imprese; è l’ipotesi di mercato “trasparente ” (o di informazione completa e perfetta).Sappiamo che in questo mercato il prezzo, per le imprese, è un dato (non conviene né aumentarlo né ridurlo). Ma, per motivi analoghi, è un dato anche per gli acquirenti (se valgono le sei ipotesi, non hanno alcun potere contrattuale).Corso di economia politica

Page 72: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Costruzione della curva di offerta di

mercatoSi fa come per la domanda. Indichiamo con ys la quantità del bene complessivamente offerta nel mercato e con yi la quantità offerta dalla singola impresa.

ys = ns(p) = S(p)

Anche l’andamento grafico della curva di offerta di mercato (con y in ascissa e p in ordinata) è analogo a quello della curva individuale (sarà crescente); anche in questo caso i numeri che compaiono sull’ascissa, le quantità offerte, sono più grandi perché moltiplicati per n (il numero delle imprese).

In questo caso, per ogni dato livello di p, la quantità offerta nel mercato sarà n volte quella della singola impresa:

Supponiamo, sempre per semplicità, che ci siano n imprese e che siano identiche, abbiano cioè tutte la stessa curva di offerta yi = s(p).

65

Corso di economia politica

Offerta nel LP

Page 73: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Prezzo di mercato ed equilibrio dell’impresa

yi

pAC

M

MC

p* MRR

CPROFITTO

yi*y

p

D

S

E

y*

Ci sono due nessi che legano l’equilibrio del mercato concorren-ziale all’equilibrio dell’impresa:(1) La curva di offerta del mercato è (come sappiamo) la “som- ma” delle curve di offerta delle singole imprese presenti nel mercato.(2) Il prezzo di equilibrio p* è lo stesso prezzo che la singola impresa assume come un dato per la sua scelta.

66 Offerta

Corso di economia politica

Page 74: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Ingresso e uscita

Nel lungo periodo il numero delle imprese che offrono il bene è variabile : possono entrare nel

mercato nuove imprese; possono abbandonare il mercato alcune delle vecchie.Nel lungo periodo l’entrata e l’uscita delle

imprese sono libere

Il meccanismo che regola i flussi di imprese in entrata e in uscita è il seguente:(1) si registra un flusso in entrata di imprese nel mercato del be- ne y se in quel mercato le imprese conseguono extraprofitti, ovvero profitti superiori al livello normale incorporato nel costo totale ().(2) si registra un flusso in uscita di imprese dal mercato del bene y se in quel mercato le imprese conseguono profitti inferiori al livello normale incorporato nel costo totale ().

67Offerta nel LP

Corso di economia politica

Page 75: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Effetti dell’entratadi nuove imprese

Prendiamo un mercato in cui le imprese conseguono extraprofitti

yi

pAC

M

MC

pv MRv

yivy

p

D

Sv

V

Quando il numero delle imprese aumenta, cresce la produzione complessiva per ogni livello del prezzo. Di conseguenza la curva di offerta del

mercato si sposta a destra.

Dato che , entreranno nel mercato nuove imprese.

Il prezzo di equilibrio scende e perciò il profitto delle imprese presenti si riduce.

N

Sn

MRn

VN

yin

pn

yv yn

68

Corso di economia politica

Entrata e offerta

del mercato

Page 76: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

L’equilibrio del mercato nel lungo

periodoFinché le imprese conseguono extraprofitti continuerà l’afflusso di nuove imprese nel mercato. Il processo si arresterà soltanto

quando l’ultima impresa entrata farà scendere il prezzo fino la punto in cui l’extraprofitto si

annulla. Ciò avviene quando il prezzo diventa uguale al

costo medio. Infatti = y(p-AC) = 0 p AC .

In questo caso il mercato è in equilibrio di lungo periodo

yi

pAC

M

MC

p* MR

yi*y

p

D

S

L

y*

69

Corso di economia politica

Entrata e offerta

del mercato

Page 77: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

La curva di offertanel lungo periodo

70 Entrata e offerta del mercato

Inizialmente il numero delle imprese è dato (breve periodo) e il prezzo aumenta (pbpv). Le imprese esistenti fanno

extraprofitti.

Consideriamo l’effetto di uno spostamento a destra della curva di domanda in un mercato in equilibrio di lungo periodo .

yi

pAC

L

MC

MR

yi*y

p

Dv

Sv

V

Aumenta il numero delle imprese, anche la curva di offerta si sposta a destra, finché si ritorna a pv con un maggiore prodotto.La curva di offerta di lungo periodo è perciò orizzontale.

Dn

pbB

MRbB

yib

Sn

B

LL

BL

ybyv yl

pv

Corso di economia politica

Page 78: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Esercizio 71 Entrata e offerta del mercato

Corso di economia politica

Page 79: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Esercizio 72 Entrata e offerta del mercato

Corso di economia politica

Page 80: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Esercizio 73 Entrata e offerta del mercato

Corso di economia politica

Page 81: La minimizzazione dei costi Corso di Economia Politica a Economia - Impresa (II semestre 2005)

Esercizio 74 Entrata e offerta del mercato

Corso di economia politica