1 La lingua italiana e i suoi dialetti Anno scolastico 2014/2015 Didac Lugano Deborah, Laura, Loredana
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La lingua italiana
e i suoi dialetti
Anno scolastico 2014/2015 Didac Lugano
Deborah, Laura, Loredana
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Tabella dei contenuti
1. Introduzione
1.1. L’idea del progetto e come abbiamo scelto il tema
1.2. Obiettivi
2. La storia e l’origine della lingua italiana
3. La diffusione dell‘italiano
4. Dialetti
4.1. Diversi dialetti delle regioni (mappa)
4.2. I dialetti scelti
4.2.1. L‘origine dei dialetti
4.2.2. La comparazione della pronuncia
5. Musica
5.1. Musica delle regione scelte
5.1.1. Friuli
5.1.2. Toscana
5.1.3. Napoli
5.1.4. Sicilia
5.2. Strumenti tipici di Sicilia e Napoli
6. Conclusione
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Descrizione
L’italiano e i suoi dialetti analizzati da tre studentesse alla pari; con origine
italiane diverse.
1. Introduzione
1.1. L’idea del progetto e come abbiamo scelto il tema
Scegliere il tema era molto difficile per noi. Volevamo un tema interessante e qualcosa
sull’Italia. Abbiamo pensato che siamo qua in Ticino per imparare l’italiano e perciò
abbiamo voluto fare un tema che riguardasse l’Italia. La prima idea era la cucina italiana,
però non abbiamo trovato questa idea abbastanza buona. Poi abbiamo pensato che le
differente regioni d’Italia sono interessanti e questo era l’inizio della nostra idea: la lingua
italiana e i suoi dialetti. Abbiamo trovato questo tema molto interessante, anche perché
siamo qua per imparare l’italiano e anche perché siamo di provenienza siciliana,
napoletana e friulana.
1.2. Obiettivi
Per il nostro progetto abbiamo definito alcuni obiettivi:
- Fare la conoscenza dei dialetti diversi d’Italia
- Scoprire/trovare l’origine dell’italiano
- Sentire la differenza dei dialetti italiani
- Conoscere la musica delle regione che abbiamo scelto
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La storia e l’origine della lingua italiana
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2. L’origine della lingua italiana
L'italiano è una lingua romanza, cioè una lingua che deriva dal latino: come tale,
appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee. L'indoeuropeo è una lingua virtuale:
essa cioè non è storicamente verificata, ma è stata ricostruita retrospettivamente a
partire da diverse lingue, sia vive sia morte. Si immagina che un gruppo di tribù,
dislocate tra Europa e Asia tra il IV e il III millennio a.C. e parlanti dialetti affini, si sia
sparso attraverso diverse migrazioni, assorbendo le parlate dei popoli conquistati.
Verso la fine del II millennio a.C., una delle popolazioni indoeuropee, che parlava il
dialetto destinato a diventare la lingua latina, si installò nella penisola italiana.
Secondo l'idea tradizionale, quindi, in età classica il latino si impose sulle lingue delle
popolazioni con cui i Romani si imbatterono nella penisola italiana. Se tra il III e il II
secolo a.C. la penisola italiana è ancora costellata da diverse parlate, al tempo di Augusto
esse sono ridotte a "vernacoli di scarsa importanza”.
Il ligure, già profondamente compromesso dall'impatto con le lingue celtiche, viene
definitivamente dissolto dall'avanzare del latino.
L’italiano è simile a francese, spagnolo, portoghese e rumeno, perché tutte queste lingue
appartenerono alla lingua neolatina (romanza). Per l’esattezza l’origine è il latino volgare.
Questo latino non è il latino standard, è il latino parlato. Il primo certificato scritto è
originario dal secolo VIII ed è stato ritrovato a Verona. Quello scritto di seguito si chiama
“Indovinello veronese”. E’ un enigma:
La traduzione in italiano: Teneva davanti a sé i buoi, arava i bianchi prati, ed un
bianco aratro teneva ed un nero seme seminava.
Indovinello veronese
Originale
(Dialetto
veronese)
„Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba et negro
semen seminaba.“
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Da secoli esistono l’italiano e anche il latino come linguaggi popolari. Prima si parlavano
solo i dialetti in Italia. Nel secolo XIII gli scrittori hanno creato un italiano sovraregionale
per sormontare le differenze dei dialetti italiani. Nel secolo XIV si discuteva sulla
“Questione della lingua” italiana. Alla fine, il toscano si è imposto come italiano ufficiale.
L’uniformazione effettiva però è avvenuta dopo l’unificazione nazionale. In veste
d’italiano ufficiale si è imposto il dialetto “fiorentino” nel secolo XIX.
Toscana (toscano)
Firenze (fiorentino)
o
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La diffusione dell’italiano
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3. La diffusione dell’italiano
L’italiano è diffuso in tanti Paesi. In totale circa 70mio di gente parla l’italiano. L’italiano è
la lingua ufficiale di sei Paesi:
- Italia
- Svizzera
- San Marino
- Slovenia
- Città del Vaticano
- Istria County (Croazia)
In totale, in Italia sono ca. 58.000.000 milioni le persone che parlano italiano.
I cittadini italiani all’estero sono 4.100.000 di persone; in particolare, 2.900.000 in
Europa, 350.000 in Nord e Centroamerica, 1.300.000 in Sudamerica, 54.000 in Africa,
42.000 in Asia e 130.000 in Oceania.
*I continenti Asia e Oceania non sono elencati nella tabella perché in questi ci sono
pochissimi paesi con italiani.
Europa
America
Paese
Le persone che
parlano italiano
(aggiornato
2010)
Paese
Le persone che
parlano italiano
(aggiornato
2010)
Italia 58.000.000 Argentina 731.000
Francia 1.000.000 Brasile 300.000
Svizzera 669.000 Stati Uniti 215.000
Germania 631.000 Canada 135.000
Belgio 251.000 Venezuela 111.000
Regno Unito 200.000 Uruguay 86.000
San Marino 33.000 Cile 50.000
Lussemburgo 24.000 Perù 30.000
Slovenia 22.000 Paraguay 8.000
Austria 19.000 Puerto Rico 1.500
Croazia 10.000 Africa
Svezia 9.000
Irlanda 7.000 Sudafrica 30.000
Danimarca 5.000 Egitto 4.000
Monaco 5.000 Eritrea Ignoto
Portogallo 4.500 Libia Ignoto
Città del Vaticano 1.000 Arabia Saudita Ignoto
Malta Ignoto Somalia Ignoto
Tunisia Ignoto
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La diffusione dell’italiano nel mondo:
La diffusione dell’italiano in Svizzera:
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Dialetti
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4. I dialetti italiani
L’italiano ufficiale si usa normalmente solo per le cose scritte. Per la comunicazione orale
come anche per parlare si utilizza i dialetti delle relative regioni. Purtroppo la diffusione
dei dialetti ha cominciato a diminuire un po’.
I dialetti si differenziano moltissimo. Alcuni dialetti sono perfino come lingue autonome.
Si dividono in dialetti del nord, centro e meridionali. I dialetti settentrionali sono il gallo-
italico e veneto, toscano e i dialetti centrali sono del centro e i dialetti meridionali si
dividono in meridionali intermedi e meridionali estremi.
Di seguito c’è anche una mappa delle regioni d’Italia per capire meglio:
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4.1. Diversi dialetti delle regioni
Gruppo gallo-italico
Piemontese
Ligure
Lombardo
Emiliano
Il gallo-italico è un gruppo di dialetti di nord. Quelli sono molti diversi, la lingua
italiana non ha molti concatenamenti linguistici con quei dialetti. Il gallo-italico ha
concatenamenti chiaramente con il romancio e pure con il galloromano (per
esempio il francese).
Gruppo dei dialetti veneti
Veneto
Trentino (Trentino-Alto Adige)
Friulano (Friuli-Venezia Giulia)
Anche i dialetti veneti sono del nord. Circa cinque milioni di persone parlano quei
dialetti nel nord d’Italia. Anche qua ci sono differenze forti tra la lingua italiana e i
dialetti veneto, trentino e friulano.
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Varianti del toscano e del corso
Toscano
Corso
Sardo (Sardegna)
Il numero di locutori che parlano i dialetti del toscano e del corso si aggira intorno
ai 3'000'000 persone, però in virtuale ci sono milioni di persone che sono in grado
di parlare il toscano perché il fiorentino (un dialetto toscano) è il sostrato
dell’italiano standard.
Gruppo dei dialetti centrali (italiano mediano)
Umbro
Marchigiano (Marche)
Laziale (Lazio)
L’italiano centrale è anche conosciuto come italiano mediano. È parlato nelle
regioni Umbria, Marche e Lazio, però è parlato anche in Toscana (dialetto
toscano) e Abruzzo (un dialetto meridionale intermedio). Anche qua ci sono più o
meno 3'000'000 di persone che parlano l’italiano mediano.
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Gruppo dei dialetti meridionali intermedi
Abruzzese
Molisano
Pugliese
Campano
Lucano (Basilicata)
I dialetti meridionali intermedi hanno caratteristiche tipiche e sono molto diversi in
comparazione alla lingua italiana. La regione dei dialetti meridionali intermedi
(anche conosciuti come alto-meridionali) è molto grande. In totale usano circa
12'000'000 persone quei dialetti.
Gruppo dei dialetti meridionali estremi
Salentino
Calabrese
Siciliano
I dialetti italiani meridionali estremi hanno caratteristiche fonetiche e sintattiche
comuni tali da poterle includere in un'unica lingua. Quei dialetti sono parlati nelle
regioni Sicilia, Calabria e Puglia.
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4.2. I dialetti scelti
Abbiamo scelto quattro diversi dialetti, uno del nord, uno dei dialetti meridionali
intermedi, uno dei dialetti meridionali estremi e la lingua italiana nazionale (dialetto
toscano):
- Friulano
- Napoletano
- Siciliano
- Italiano (Toscanese)
4.2.1. L’origine dei dialetti
Friulano
La lingua friulana è una lingua romanza. In italiano si dice friulano però in friulano si
chiama “furlan”. È parlato in Friuli-Venezia Giulia e in tre comuni del Veneto. Almeno
600'000 persone parlano il friulano. È riconosciuto in Italia come una propria lingua. Il
friulano è usato maggioritario come una lingua secondariamente oppure in terzo luogo.
Prima sono parlate le lingue sloveno o tedesco e italiano.
Le origini della lingua friulana non sono chiarissime. Ci sono delle varietà differente del
friulano:
- Il friulano orientale (detto anche friulano goriziano)
- Il friulano centrale
- Il friulano occidentale
- Il friulano carnico
Il gruppo più consistente del friulano è il friulano centrale. È parlato nella provincia di
Udine.
La bandiera storica del Friuli
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Napoletano
La lingua napoletana è una lingua romanza che,
accanto all'italiano, è parlata nelle regioni della
Campania. Il napoletano, come l'italiano, è una
lingua derivata dal latino.
L'Unesco ha riconosciuto il "napoletano" come
lingua, quindi non fa più parte di tutti i dialetti
storici presenti in Italia. Il Napoletano è la seconda (Napoli)
lingua più parlata in Italia, anche in Lombardia, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Molise
parlava il napoletano.
Nel 1860 ha cominciato a perdere valore il napoletano, ma non ha mai perso il suo
fascino. Il 14 Ottobre 2008 il napoletano è stato riconosciuto come lingua. Dopo tante
umiliazioni, è stata una vittoria per tutte le persone a Napoli, l'intera nazione è stata
quindi confermata.
Il Napoletano è un linguaggio molto “volgare” e ci sono molte variazioni di questa lingua.
La regione Campania
Bandiera di Stato del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia
(Bandiera del Regno delle Due Sicilie)
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Siciliano
Il siciliano non è una lingua derivata dall'italiano, ma - al
pari di questo - direttamente dal latino, e costituì la prima
lingua letteraria italiana. Anche l'UNESCO riconosce al
siciliano lo status di lingua madre, motivo per cui la
maggior parte dei siciliani è descritta come bilingue, e lo
inserisce tra le lingue europee non a rischio di estinzione.
Il Siciliano non ha molti concatenamenti linguistici l’Etna di Sicilia
con la lingua italiana. Per esempio il siciliano non conosce il futuro.
La ricchezza di influenze della lingua siciliana (greco, latino, arabo, francese, provenzale,
tedesco, catalano, castigliano e italiano) deriva dalla posizione geografica dell'isola,
centrale nel Mar Mediterraneo, visitata durante i millenni da molte delle popolazioni
mediterranee dai cui idiomi ha ereditato il vocabolario e le forme grammaticali.
Il siciliano è parlato in Sicilia e anche in qualche parte di Calabria, Apulia e Campania. Il
siciliano è correntemente parlato da circa 5 milioni di persone in Sicilia e aggiungendovi
le persone emigrate, si valuta che il siciliano sia parlato da circa 10 milioni di persone.
La bandiera è costituita da:
Una faccia legata al centro a tre spighe dorate,
con due ali d'oro con attorno tre gambe, con lo
sfondo di due triangoli rettangoli di colori giallo e
rosso.
La bandiera di Sicilia
Come le altre lingue, anche la lingua siciliana ha dei propri dialetti:
Siciliano occidentale (parlato in Palermo e Trapani)
Centrale-occidentale (parlato in Agrigento)
Metafonetica centrale (parlato in Caltanissetta)
Metafonetica sudorientale (parlato in Ragusa e
Siracusa)
Ennese (parlato in Enna)
Nonmetafonetica orientale (parlato in Catania)
Messinese (parlato in Messina)
Dialetto delle Isole Eolie
Pantesco (parlato a Pantelleria)
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Italiano Friulano Napoletano Siciliano
padre pari padete patri
papà pupà papà pà
madre mari mammete matri
mamma mamma mammà mà
comprare comprâ accattà accatari
dormire durmì dorm durmiri
baciare bussâ vasà baciari
io sono i soi io song io sugno
io lavoro jo o lavori faticà iu travagghiu
lui parla čhacarâ isso parlà iddu parràri
piccolo pičul/picinìn piccirillo nicu
bene ben bene beni
paura scatûr paur scantu
la casa il čhase a casa la casa
Che ore sono? Se ora è? Che ora so? Chi ura sunnu?
Mangio una melanzana. I mangi una melanzane. Mang na mulignal. Iu manciàri una mulignane.
Ciao, mi chiamo Giacomo. Mandi, jo o ai non Jacum. Cià m chiamm Giacom. Salutamu u miu numi e Jacobbi.
Oggi fa proprio caldo! Vuê al è propite cjalt! Oggi fa propeto cavero! Sta iurnata fice propriu caudo.
Devo adesso proprio andare, O scugni propite lâ cumò, Mo m n'aggia propeto ij, M'ana ire adessu,
a dopo! ariviodisi! a dopo! a chiu tardi!
Stasera non posso uscire, No pues vignî fûr usgnot, Chesta sera nun pòzzo Sta sirata non possu nescere,
devo studiare. o ai di studiâ ascì aggia sturià. m'innire a studiari.
4.2.2. La comparazione della pronuncia
Abbiamo fatto una comparazione dei dialetti friulano, napoletano, siciliano e la lingua
italiana. Abbiamo scelto und paio di parole e frasi per compararli. Anche la preghiera
“Padre Nostro” abbiamo elencato a ciascuno dialetto.
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Padre Nostro
Italiano: Friulano: Siciliano: Napoletano:
Padre Nostro, che sei nei cieli, Pari nestri che tu sês in cîl, Patri nostru, ca si nò celu, Pate nuoste ca staje ncielo,
sia santificato il tuo nome. che al sedi santifiât il to nom, Santificatu sia lu nomu vostru, santificammo ’o nomme tujo
Venga il tuo regno, che al vegni il to ream, Vinissi prestu lu vostru regnu, faje vení ’o regno tujo,
sia fatta la tua volontà, che e sedi fate la tô volontâtSempri sia faciuta la vostra
Divina Vuluntatisempe c’ ’a vuluntà toja,
come in cielo, così in terra. sicu in cîl cussì ancje in tiere. comu n celu accussì n terra. accussí ncielo e nterra.
Dacci oggi il nostro pane
quotidiano,Danus vuê il nestri pan cotidian
Dàtannillu a sta jurnata lu
panuzzu cutiddianu
Fance avè ’o ppane tutt’ ’e
juorne
e rimetti a noi i nostri debiti, e pardoninus i nestris debits E pirdunàtini li nostri piccati lèvece ’e rièbbete
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori.
sicu ancje nô ur ai pardonìn ai
nestris debitôrs
Accussì comu nanddri li
rimintemu ê nimici nostri
comme nuje ’e llevamme
all’ate,
E non ci indurre in tentazione, E no stâ menânus in tentazionE nun ni lassati cascari ntâ
tintazzioni,nun nce fa spantecà,
ma liberaci dal male. ma liberinus dal mâl. ma scanzàtini dû mali. e llevace ’o male ’a tuorno.
Amen Amen Amen Amen
La preghiera Padre Nostro:
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Musica
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5. Musica
5.1. Musica delle regione scelte
Abbiamo scelto per questi quattro dialetti una canzone a ciascuno.
5.1.1. Friuli
Beneški Fantje:
È un gruppo musicalo che si chiama “Beneški Fantje” (veneti ragazzi). Il canzone si
chiama “O Ce Biel Ciscjiel A Udin”.
https://www.youtube.com/watch?v=YuwXQXG2eQo
5.1.2. Toscana
Irene Grandi:
Irene Grandi è nata a Firenze al 6 dicembre nel 1969. È una cantautrice italiana.
https://www.youtube.com/watch?v=UATg3kPbjSY
5.1.3. Napoli
Rocco Hunt:
Rocco Hunt, nome d'arte di Rocco Pagliarulo, è nato a Salerno al 21 novembre nel 1994.
È un rapper italiano.
https://www.youtube.com/watch?v=aUMNag0ubIg
5.1.4. Sicilia
L’inno ufficiale della regione siciliana: Matri Terra (in italiano: Madreterra)
https://www.youtube.com/watch?v=RF9-eh0xqa8
5.2. Strumenti tipici di Sicilia e Napoli
Il marranzano (strumento siciliano,
detto anche ‘lo scacciapensieri’) La fisarmonica (strumento napoletano)
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6. Conclusione Per noi il nostro progetto era molto interessante ed istruttivo. Non era facile assortire le
informazioni e fare una struttura. Però abbiamo imparato molto. Adesso sappiamo molto
di più dell’italiano e la nostra conoscenza della lingua italiana e i suoi dialetti è migliorata.
Siamo contente del nostro progetto, ci siamo divertite a trattare il nostro tema.
Soprattutto la comparazione dei dialetti ci è piaciuta molta. Era molto divertente,
comparare i dialetti era appassionante.
Le informazioni le abbiamo spesso cercate su internet, ma anche i nostri parenti ci hanno
aiutato, soprattutto per la comparazione dei dialetti. Siccome siamo di origini italiane
abbiamo parenti siciliani, napoletani e friulani.
Dal nostro punto di vista sapere la nostra provenienza è molto importante, perché un
popolo che non sa da dove viene non sa neppure dove andrà.
Loredana Viola, Laura Aeberli e Deborah Jaeggi