Massimiliano Boccardelli – Politiche Industriali e di Filiera - Federalimentare La legislazione vigente dei materiali destinati al contatto con gli alimenti “Il packaging per i prodotti alimentari” Confindustria Vicenza 10 giugno 2011
Massimiliano Boccardelli – Politiche Industriali e d i Filiera - Federalimentare
La legislazione vigente dei materiali destinati al contatto con gli alimenti
“Il packaging per i prodotti alimentari”Confindustria Vicenza
10 giugno 2011
Industria Alimentare EuropeaIndustria Alimentare EuropeaIndustria Alimentare EuropeaIndustria Alimentare Europeaprimo settore manifatturiero dellprimo settore manifatturiero dellprimo settore manifatturiero dellprimo settore manifatturiero dell’’’’UeUeUeUe
� Fatturato 954 mld Fatturato 954 mld Fatturato 954 mld Fatturato 954 mld €Prima Industria Alimentare nel mondo, primo settore manifatturiero dell’Ue (12.9%), seguito dal settore automobilistico e dalla chimica
� Numero di addetti 4,2 milioniNumero di addetti 4,2 milioniNumero di addetti 4,2 milioniNumero di addetti 4,2 milioniPrimo settore nell’Ue per numero di addetti (13,5%), seguito dal metalmeccanico
� 310.000 aziende310.000 aziende310.000 aziende310.000 aziende (99,1% PMI)(99,1% PMI)(99,1% PMI)(99,1% PMI)settore altamente diversificato
� Esportazioni 53,7 mld Esportazioni 53,7 mld Esportazioni 53,7 mld Esportazioni 53,7 mld €� Importazioni 50,8 mld Importazioni 50,8 mld Importazioni 50,8 mld Importazioni 50,8 mld €
L’Ue esportatore netto di prodotti alimentari
Dati CIAA 2010
Dati CIAA 2010
LE PRIME 5 INDUSTRIE ALIMENTARI EUROPEE(Fatturato in miliardi di €)
0 50 100 150 200
Spagna
Regno Unito
Italia
Germania
Francia 158
151
124
108
80
Industria Alimentare Italiana:Industria Alimentare Italiana:Industria Alimentare Italiana:Industria Alimentare Italiana:dati di basedati di basedati di basedati di base
fatturato 124 mld €
aziende 33.000 (6.500 hanno da dieci dipendenti in su)
operatori 410.000 addetti ( 256.000 dipendenti)
export 21 mld € ( 16% del fatturato, - 2 punti media Ue)
import 17 mld € (saldo positivo per 4 mld €)
i primi 4 settori lattiero-caseario
vino e liquori
dolciario
carni fresche e trasformate
Dati Federalimentare per il 2010
Industria Alimentare:Industria Alimentare:Industria Alimentare:Industria Alimentare:un settore altamente diversificato e frammentatoun settore altamente diversificato e frammentatoun settore altamente diversificato e frammentatoun settore altamente diversificato e frammentato
� L’Industria alimentare è caratterizzata da una grand e varietà di prodotti e di processi produttivi.
� Le tradizioni europee legate al cibo sono l’espress ione della diversità culturale dei vari Paesi e rappresen tano un asset strategico per il settore.
� I prodotti tradizionali rappresentano più dei 2/3 dell’Industria alimentare europea per un fatturato pari a 640 miliardi di €.
� Mettendo in fila tutti i prodotti tradizionali esis tenti in Europa si vedrebbero più o meno 40.000 diversi artic oli lungo 10.000 Km.
� Anche gli articoli presenti al supermercato sono au mentati dai circa 250 prodotti presenti negli anni’70 ai ci rca 2100 nel 2010.
Fonte: CIAA 2010
Industria Alimentare Italiana:fatturato per tipologia di prodotto
Export italiano complessivo 2010: composizione per prodotto
Alim. Animale1,4%
Birra0,4%
Acquaviti e Liquori2,6%
Acque Minerali e gassose
2,3%Alcool etilico
0,2%
Altre Ind. Alimentari8,2%
Caffè3,5%
Pasta9,7%
Dolciario12,3%
Zucchero0,6%
Carni preparate5,3%
Ittico1,2%
Trasfor. Ortaggi9,2%
Trasfor. Frutta4,2%
Lattiero-Caseario8,1%
Molitorio1,0%
Riso2,8%
Vini, Mosti, Aceto20,0%
Oli e Grassi7,0%
Source: Dati Federalimentare 2010
Con un consumo interno in calo (oltre il 6% in quantità negli ultimi tre anni), l’Industria alimentare italiana deve puntare sui mercati in espansione, che sono gli unici a presentare attualmente margini di crescita
L’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA: PUNTI DI FORZA E CRITICITA ’
� settore polverizzato� innovazione insufficiente (soprattutto tra le PMI)� logistica che risente sfavorevolmente degli alti co sti
(servizi, energia, rete infrastrutturale)� crescita lenta dell’export vs Paesi concorrenti eur opei
come la Germania e la Francia� contraffazione e imitazione (incluso Italian soundi ng),
soprattutto verso i mercati ricchi ed esigenti - sti mati 52 mld €
� assenza di catene distributive italiane nel mondo
ampia offerta di prodotti di alta qualità prodotti DOP/IGP (DOCG/DOC/IGT) al “top” dei
mercati internazionali legami col territorio e col patrimonio culturale de l
Paese alti standard di sicurezza capacità di unire tradizione e innovazione costante di
processo e di prodotto settore con doti anticicliche e calmieratrici
LE FUNZIONI LE FUNZIONI LE FUNZIONI LE FUNZIONI DEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARIDEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARIDEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARIDEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARI
Gli imballaggi si suddividono nelle 3 macrocategori e di ripartizionefunzionale• Imballaggio primario (per la vendita)• Imballaggio secondario (multiplo)• Imballaggio terziario (per il trasporto)
Funzioni strutturali
• Garanzia e sicurezza dell’ alimento (protezione meccanica, termica, chimica, microbiologica)
• Mantenimento delle proprietà nutrizionali e delle ca ratteristiche qualitative e organolettiche (durabilità)
Funzioni di servizio• Logistica / trasporto / movimentazione• Servizio (imballaggi con funzione tecniche e d’uso)• Interazione con il prodotto (c.d. imballaggi attivi e intelligenti)
In molti PVS, dove non esiste packaging, più del 50% dei prodotti alimentari possono diventare rifiuti prima di raggiungere il consumato re finale (G. Pre, Packaging of Foodproducts – Its role and requirements – Pack. India 1997)
LE FUNZIONI LE FUNZIONI LE FUNZIONI LE FUNZIONI DEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARIDEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARIDEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARIDEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARI
Informazione• Ingredienti/composizione
• Informazioni nutrizionali
• Claims nutrizionali/salutistici/funzionali (stili di vita)
• Quantità e dosi giornaliere consigliate
• Modalità d’uso e di preparazione
• Qualità normata (indicazioni geografiche, biologico)
• Condizioni di conservazione del prodotto (imballagg i intelligenti)
Promozione, marketing, qualificazione “aziendale” di processo e di prodotto• Design/Eco-design
• Abbigliaggio
• Riconoscibilità (marchio e aspetti connessi)
• Certificazione qualitativa e ambientale
Industria alimentare e imballaggi: cifre e trend
L’Industria alimentare utilizza da sola i 2/3 degli imballaggi prodotti.
Fonte: Imballaggio in cifre 2010, Istituto Italiano Imballaggio
Industria alimentare e imballaggi:cifre e trend
Le principali tendenze che determinano la scelta dell’imballaggio:
� aumento dei prodotti preconfezionati (formaggi e salumi);
� aumento dei prodotti ortofrutticoli freschiporzionati e confezionati (verdure IV e V gamma);
� aumento delle monodosi, in particolare nel settore delle bevande;
� tendenza alla diminuzione del peso medio a parità di prestazioni.
Il consolidato della produzione mondiale di imballa ggi nel 2009 èpari a circa 430 miliardi di euro. L'Italia, con un fatturato di circa 24 miliardi di euro, rappresenta il 5,6% della produzi one mondiale,collocandosi tra i dieci Paesi maggiori produttori di packaging, terzo in Europa alle spalle di Germania e Francia (Fonte: Imballaggio in cifre 2010, Istituto Italiano Imballaggio).
Industria alimentare e imballaggi:cifre e trend
Di seguito i maggiori comparti di sbocco degli imballaggi alimentari e le relative percentuali di uti lizzo:
• vino 21%• prodotti ortofrutticoli freschi 18%• acqua minerale 9%• birra 7,5%• derivati pomodoro 6,5%• farina, pasta e pane 5,5%• latte e derivati del latte 4,5%• prodotti da forno e dolci 4%• olio alimentare 3,5%• carni fresche e salumi 3%• altri settori 17,5%
(Fonte: Istituto Italiano Imballaggio)
Industria alimentare e imballaggi: cifre e trend
Incidenza in peso degli imballaggi alimentari per m ateriale
� Imballaggi cellulosici 38,3%
� Imballaggi in plastica 29,5%
� Imballaggi in acciaio 7%
� Imballaggi in vetro 8,9%
� Imballaggi in alluminio 0,6%
� Imballaggi in legno 15,7%Fonte: Istituto Italiano Imballaggi
Inoltre, i rifiuti da imballaggio rappresentano il 17% in peso e tra il 20-30% in volume dei rifiuti urbaniFonte: UE (EEA)
Sicurezza alimentare e degli imballaggi:un binomio inscindibile
� I materiali a contatto con gli alimenti giocano un ruolo chiave per la sicurezza dei prodotti alimentari.
� I requisiti di sicurezza degli MCA riguardano il materiale in quanto tale e le performance connesse all’interazione con l’alimento.
� L’evoluzione normativa comunitaria sugli MCA si èsviluppata nel solco del nuovo quadro Ue in materia di sicurezza alimentare, su binari paralleli.
Materiali a contatto e rischi alimentari: notifiche al RASFF nel 2010 per tipologia
2873 notifiche hanno riguardato l’alimentazione uma na (2813 nel 2009), 190 l’alimentazione animale (201 nell’anno 2009) e 229 la migrazione di materiali a venire a contatto con gli alimenti.
Fonte: Ministero della Salute – Relazione sul sistem a di allerta comunitario (2010)
Le migrazioni da FCM si pongono al terzo posto tra le notifiche al RAFSS di contaminanti chimici, dopo le micotossine e i fitof armaci
Notifiche RASFF 2009:principali contaminanti riscontrati nel 2009
Sono pervenute 229 segnalazioni, in costante aumento rispetto agli anni precedenti. Il problema principale dei prodotti destinati a venire a contatto con gli alimenti è la migrazione (214) non solo di certi metalli pesanti (principalmente cromo, nichel, cadmio e piombo), ma anche di ammine aromatiche, formaldedie e di benzofenone e 4-metil benzofenone. I prodotti risultati irregolari sono quasi tutti provenienti dalla Cina (133).
Fonte: Ministero della Salute – Relazione sul sistem a di allerta comunitario (2010)
� benzofenone e 4-metilbenzofenone, sostanze chimiche usate, tra l’altro, negli inchiostri per la stampa degli imbal laggi alimentari
� bisfenolo A , sostanza chimica usata prevalentemente in associazione con altre sostanze chimiche per produ rre plastiche e resine
� 2-isopropiltioxantone (ITX) , sostanza impiegata negli inchiostri utilizzati nei materiali da confezionamento
� semicarbazide (SEM) usata negli alimenti confezionati in contenitori in vetro
� olio di soia epossidato (ESBO) , impiegato come plastificante nelle guarnizioni dei contenitori in vetro
Sostanze indesiderate sotto la lente d’ingrandiment o
Sicurezza dei materiali a contatto:il quadro normativo UE
requisiti generali
requisiti specifici (requisiti di purezza,
limiti di cessione, condizioni d’impiego)
dichiarazione di conformità
procedura d’autorizzazione (sostanze extra elenco)
Regolamento (Ce) 1935/04
tracciabilità
Sicurezza dei materiali a contatto:il quadro normativo UE
Sistemi di assicurazione della qualità
Buone pratiche di fabbricazione
Regolamento (Ce) 2023/06
Sistemi di controllodella qualità
documentazione
Reg. (Ce) 1935/2004 – La norma quadro sui FCM
Il Reg. (Ce) 1935/04 riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari che abr oga le direttive 80/590/Cee e 89/109/Cee è entrato in vigore il 3 dicembre 2004. Ripete (Art. 3) i requisiti generali già fissati dalla dire ttiva 89/109/Cee:
a) «inerzia » dei materiali e degli oggetti: in condizioni d’impiego normali e prevedibili, la migrazione di s ostanze non deve né mettere in pericolo la salute umana, nédeterminare una modificazione inaccettabile nella composizione o nelle caratteristiche organolettiche degli alimenti;
b) l'etichettatura , la pubblicità e la presentazione di un materiale o di un oggetto non deve fuorviare i cons umatori.
Reg. (Ce) 1935/2004 – Misure specifiche
(Art. 5) Per determinati gruppi di materiali e ogge tti possono essere adottate misure specifiche .
Si tratta dei materiali elencati nell'Allegato I e loro combinazioni o dei materiali e oggetti riciclati impiegati nella fabbr icazione di tali materiali, ovvero:
- materiali e oggetti attivi e intelligenti - inchio stri da stampa
- adesivi - materie plastiche
- ceramiche - cellulosa rigenerata
- turaccioli - siliconi
- gomme naturali - prodotti tessili
- vetro - vernici e rivestimenti
- resine a scambio ionico - ce re
- metalli e leghe - legno
- carta e cartone
Reg. (Ce) 1935/2004 – Misure specifiche
Le misure di cui all’art. 5 possono includere:
� un elenco delle sostanze autorizzate , i relativi requisiti di purezza e particolari condizioni d'impiego delle st esse
� limiti specifici o globali di cessione di taluni componenti o gruppi di componenti nei o sui prodotti alimentari
� disposizioni volte a proteggere la salute umana dai rischi derivanti dal contatto orale coi materiali e gli og getti
� disposizioni specifiche sulla rintracciabilità dei materiali/oggetti o su deroghe ai requisiti di cui all'articolo 17.
In mancanza di misure specifiche di cui all'articol o 5, gli Stati Membri possono mantenere o adottare disposizi oni nazionali.
Reg. (Ce) 1935/2004 – Procedura d’autorizzazione
L’art. 8 definisce requisiti e procedura per l'auto rizzazione delle sostanze:
che informa l‘EFSA
che informa gli altri SSMM e la Commissione
Entro 6 mesi dal ricevimento, l‘EFSA emette un pare re sulla conformitàdella sostanza ai criteri relativi alla sicurezza e lo trasmette a Commissione,
SSMM e richiedente
In caso di parere favorevole,l’autorizzazione avvie ne sotto formadi adozione di una misura specifica (comitologìa)
Chi intenda ottenere l'autorizzazione per una sosta nza al di fuori dell’elencodi cui all'articolo 5 presenta una richiesta di aut orizzazione all’Autorità
competente dello SM
Reg. (Ce) 1935/2004 Dichiarazione di conformità
� Le misure specifiche prevedono che i materiali e gl i oggettisiano corredati di una dichiarazione scritta che attesti la loro conformità alle norme vigenti , comprovata da una documentazione resa disponibile alle autorità compet enti che la richiedono.
� In difetto di misure comunitarie, gli Stati Membri possono mantenere/adottare disposizioni nazionali sulle dic hiarazioni di conformità.
A livello nazionale, gli artt. 4 e 5 del D.Lgs. 108/ 92 dispongono che i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti, devono essere accompagna ti in ogni fase - diversa dalla vendita al consumatore fin ale –dalla dichiarazione del produttore, attestante la c onformitàalle norme vigenti
Reg. (Ce) 1935/2004 – Dichiarazione di conformità
Obblighi dei produttori
Produttori di imballaggi
Dichiarazione di conformità
Utilizzatori
Possesso dichiarazione di conformità/informazioni s ul corretto uso
Utilizzatori finali
Reg. (Ce) 1935/2004 Rintracciabilità
L’art. 2 del regolamento definisce la rintracciabilit à come “ la possibilità di ricostruire e seguire il percorso dei materiali od oggetti attraverso tutte le fasi della lavorazione, della trasformazione e della distribuzio ne”.
La rintracciabilità degli MCA, al pari di quella introd otta dall’art. 18 del Reg.(Ce) 178/2002 per alimenti e m angimi, si configura come uno strumento di gestione del rischi o di sicurezza, che permette di individuare l’origine d el vizio, identificando sia i fornitori che i destinatari dei materiali, al fine di limitare gli effetti potenzialm ente dannosi.
L’art. 17, relativo ai codici di identificazione, s tabilisce che i materiali e gli oggetti immessi sul mercato Ue dev ono essere “individuabili da un sistema adeguato che ne consente la rintracciabilità mediante l'etichettatura o documentazione o informazioni pertinenti”.
� Il Regolamento (CE) 450/2009 disciplina i materiali attivi e intelligenti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari introdotti dal Reg. 1935/04.
� Ideati per estendere la shelf-life/mantenere/miglio rare le condizioni degli alimenti imballati, ovvero per monitorare le loro condizioni o quelle dell’ambien te che li circonda.
� L’uso dei materiali attivi e intelligenti è condizio nato alla loro idoneità ed efficacia e alla conformità coi requisiti generali e speciali fissati dal Reg (CE) 1935/04.
Reg. (CE) 450/2009 - Imballaggi attivi e intelligent i
(Art. 12 - dichiarazione di conformità) “Nelle fasi di commercializzazione diverse dalla vendita al consumatore finale, i mate riali e gli oggetti attivi e intelligenti (….), nonché i componenti destinati all a fabbricazione di tali materiali e oggetti e le sostanze destinate alla fa bbricazione dei componenti, sono accompagnati da una dichiarazione scritta conformemente all’articolo 16 del Reg. (CE) 1935/20 04”
Reg. (Ce) 2023/06buone pratiche di fabbricazione dei Food Contact Materials
Il Reg (CE) 2023/06, in applicazione dal 1° agosto 2008 , garantiscel’uniformità fra gli Stati membri circa le buone pratiche di fabbricazione(GMP) per gli FCM definite come (art. 3) “gli aspetti di assicurazione della qualità che garantiscono che i materiali e gli ogget ti siano costantemente fabbricati e controllati, per assicurare la conform ità alle norme ad essi applicabili e agli standard qualitativi adeguati al l'uso cui sono destinati, senza costituire rischi per la salute umana o modif icare in modoinaccettabile la composizione del prodotto alimenta re o provocare un deterioramento delle sue caratteristiche organolett iche ”.
Campo d’applicazione - Il regolamento si applica a tutti i settori e a tut te le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione di materiali e oggetti (esclusa la produzione di sostanze di partenza)
Sistemi di assicurazione della qualità - Gli operatori del settore devono istituire e rispettare un sistema di assicurazione della qualità efficace e documentato
Reg. (Ce) 2023/06buone pratiche di fabbricazione dei Food Contact Mate rials
� I materiali di partenza devono essere selezionati e devono essere conformi con le specifiche prestabilite.
� Gli operatori devono istituire e mantenere un sistema di controllo della qualità efficace, per monitorare l’attuazione e il rispetto delle GMP e identificare misure di correzione delle non-c onformità.
� Gli operatori devono elaborare e conservare un’adeg uatadocumentazione con specifiche, formulazioni e proce ssi di fabbricazione , disponibile per le autorità competenti.
� Segue un Allegato “aperto ”, periodicamente aggiornato in base alla necessità di disposizioni per settori specifici (il primo contributo ha riguardato i processi che prevedono l ’applicazione di inchiostri da stampa sul lato di un materiale o di un oggettonon a contatto con il prodotto alimentare, a segui to del caso ITX).
Il Reg. (Ue) 10/2011, in attuazione dell’articolo 5 , par. 1, del Reg. 1935/04:
� razionalizza e consolida le modifiche apportate nel tempo alla Dir. 2002/72/CE;
� assicura l’automatico adeguamento degli ordinamenti nazionali senza ritardi ed eterogeneità nella modifiche degli elenchi di additivi e monomeriautorizzati;
� prevede un unico elenco di sostanze autorizzate per la produzione di materie plastiche per il contatto alimentare;
� disciplina le materie plastiche anche utilizzate in combinazione con altri materiali (cosiddetti multistrato multimateriali), nonché i materiali e gli oggetti di materia plastica stampati o rivestiti, così come quelli tenuti insieme da adesivi.
Reg. (Ue) n. 10/2011 sui materiali e gli oggetti di materia plastica a contatto con i prodotti alimenta ri
Sicurezza dei materiali a contatto:le aspettative dell’Industria Alimentare
Le attese degli utilizzatori professionali di FCM r iguardano:
� la correttezza e l’esaustività della dichiarazione d i conformità (soprattutto per l’interazione coi prodot ti di destinazione, anche considerate composizione e condizioni di conservazione);
� l’adozione di strumenti idonei ad assicurare la rintracciabilità degli FCM;
� l’istituzione, l’attuazione e la documentazione permanenti di sistemi di gestione, assicurazione e controllo della qualità;
� la descrizione delle analisi effettuate ai fini del le prove di conformità (per la confrontabilità dei risultati) e la conservazione dei rapporti di analisi atti a docume ntare il processo produttivo.
Il raggiungimento di tali obiettivi implica:
� l’istituzione di un sistema efficace (HACCP) per la gestione (preventiva) dei rischi di carattere igienico-sanit ario
� l’accertamento della garanzia di affidabilità dei fo rnitori (inclusa l’adeguatezza delle materie prime)
e può rendere opportuno:� il ricorso ai sistemi di certificazione volontaria - (UNI EN
15593:08 gestione igiene nella produzione di imball aggi destinati ai prodotti alimentari, ISO 22.000:2005 p er la parte FCM)
Gli utilizzatori professionali di FCM, devono forni re le informazioni in loro possesso sulla destinazione d’ uso degli imballaggi e sulle caratteristiche dell’alimento, i n un rapporto ispirato ai principi di responsabilità condivisa, trasparenza nel flusso delle informazioni, approccio integrato di filiera .
Sicurezza dei materiali a contatto:le aspettative dell’Industria alimentare
L’attuazione dei regolamenti Ue e il progetto CAST
Il progetto CAST ( Contatto Alimentare Sicurezza Tecnologica) svolto da un Gruppo di Lavoro coordinat o dall’ Istituto Superiore di Sanità con i rappresentanti della filiera imballaggi e dei produttori di alimen ti, ha prodotto nell’Ue le prime Linee Guida condivise per l’applicazione dei principi del Reg. 2023/2006.
Il progetto e le Linee Guida CAST costituiscono uno strumento:� autorevole, condiviso, orientativo e non vincolante� di libero accesso e diffusione� validato dal Ministero della Salute, al servizio de l
SSN, degli organi di controllo e degli operatori
L’attuazione dei regolamenti Ue e il progetto CAST
Le Linee Guida mirano a:
• chiarire l’applicazione tecnica delle norme
• individuare metodologie condivise tra pubblico e priv ato
Il progetto CAST lavora per filiere:
alluminio - carta e cartoni - imballaggi flessibili - imballaggi metallici – legno - plastica - sughero – vetro
La seconda fase del Progetto prevede l’elaborazione di Linee Guida per la predisposizione della documentazione di s upporto necessaria per l’emissione della dichiarazione di conf ormità.
Materiali a contatto – Normativa di riferimento
� Regolamento (CE) n. 1935/2004 riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e che abroga le direttive 80/590/CEE e 89/109/CEE.
� Regolamento (CE) n. 2023/2006 della Commissione sulle buone pratiche di fabbricazione dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari.
� Regolamento (CE) 450/2009 della Commissione concernente i materiali attivi e intelligenti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari
� Regolamento (Ue) n. 10/2011 riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari.
Materiali a contatto – Normativa di riferimento
� Decreto Ministeriale 21 marzo 1973: Disciplina igie nica degli imballaggi, recipienti, utensili, destinati a venire in contatt o con le sostanze alimentari o con sostanze d’uso personale e successive modifiche e i ntegrazioni (materie plastiche, gomme, carte e cartoni, cellulosa rigene rata, vetro, acciao inox)
� DPR 23 agosto 1982 n. 777 di attuazione della diret tiva 76/893/CEE relativa ai materiali e agli oggetti destinati a venire a conta tto con i prodotti alimentari e successivi aggiornamenti.
� Decreto Legislativo 25 gennaio 1992 n. 108: Attuazi one della direttiva 89/109/CEE concernente i materiali e gli oggetti destinati a v enire in contatto con i prodotti alimentari.
� DM 4 aprile 1985 (ceramica), DM 18 febbraio 1984 (b anda stagnata), DM 1 giugno 1988 (banda cromata)
� Circolare del Ministero della Salute del 24 gennaio 2006 - Materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti: res ponsabilità delle imprese e dell’industria alimentare
� Decreto Ministeriale n. 76 del 18 aprile 2007 “Rego lamento recante la disciplina igienica dei materiali e degli oggetti di alluminio e leghe di alluminio destinati a venire in contatto con alimenti”
Gestione ambientale degli imballaggi Direttiva 94/62/CE
La Direttiva 94/62/CE (modificata dalla Dir. 2004/1 2/CE, dalla Dir. 2005/20/CE e dal Reg. 219/2009) armonizza le misure nazionali inmateria di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio per:
� prevenirne e ridurne l'impatto sull'ambiente, assic urandone un elevato livello di tutela;
� garantire il funzionamento del mercato interno e pr evenire ostacoli agli scambi, nonché distorsioni/restrizioni alla concorrenza nell’Ue.
A livello nazionale, la gestione degli imballaggi e dei relativi rifiuti è dettata dal DLgs 152/06, che fissa un principio di base: i produttori e gli utilizzatori sono responsabili del la corretta gestione ambientale degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio generati dal consumo dei propri prodotti
Gestione ambientale degli imballaggi
La Direttiva:
� si applica a tutti gli imballaggi immessi sul merca to Ue e a tutti i rifiuti da imballaggio, utilizzati o prodotti da in dustrie, esercizi commerciali, uffici, negozi, servizi, nuclei domest ici e a qualsiasi altro livello;
� precisa la nozione di imballaggio, mediante l'intro duzione di taluni criteri e di un allegato (attualmente in fase di re visione) contenente esempi illustrativi per omogeneizzare la condotta d ei diversi SSMM;
� fissa gli obiettivi di recupero/riciclo dei rifiuti da imballaggio e gli obiettivi minimi di riciclo per i materiali contenu ti nei rifiuti da imballaggio al 31 dicembre 2008;
� stabilisce una gerarchia delle operazioni di gestio ne degli imballaggi (prevenzione, riutilizzo, riciclo, recupero, smalti mento)
Gestione ambientale degli imballaggi
La Direttiva 94/62/CE delega agli SSMM la scelta de lle soluzionioperative e regolamentari di attuazione delle previ sioni comunitarie.
Il modello adottato in Italia (e in Francia, Spagna , Grecia e Portogallo) è a “ gestione integrata ” con le Autorità locali e prevede la suddivisione delle responsabilità gestionali ed e conomiche tra Istituzioni autorizzate, Organizzazioni dei materia li e Autorità locali (da noi i Comuni).
In base alle indagini svolte dai funzionari della C ommissione, la direttiva è stata recepita correttamente da tutti gl i Stati membri e il livello di attuazione è globalmente soddisfacen te.
Quanto alla discussione sulla compatibilità tra alcu ne misure nazionali e le regole sulla circolazione dei beni n el mercato interno, la Commissione ha adottato una Comunicazio ne dal titolo«Imballaggi di bevande, sistemi di deposito cauzion ale e libera circolazione delle merci», che sintetizza le soluzi oni trovate e sviluppate finora.
Packaging sostenibile: le iniziative dell’Industria alimentare
LLLL’’’’Industria alimentare agisce su piIndustria alimentare agisce su piIndustria alimentare agisce su piIndustria alimentare agisce su piùùùù fronti per promuovere la gestione fronti per promuovere la gestione fronti per promuovere la gestione fronti per promuovere la gestione responsabile degli imballaggiresponsabile degli imballaggiresponsabile degli imballaggiresponsabile degli imballaggi
RiRiRiRiRiRiRiRi--------uso, riciclo, recuperouso, riciclo, recuperouso, riciclo, recuperouso, riciclo, recuperouso, riciclo, recuperouso, riciclo, recuperouso, riciclo, recuperouso, riciclo, recuperoLLLL’’’’Industria alimentare ricorre agli imballaggi riutilizzabili, ladIndustria alimentare ricorre agli imballaggi riutilizzabili, ladIndustria alimentare ricorre agli imballaggi riutilizzabili, ladIndustria alimentare ricorre agli imballaggi riutilizzabili, laddove il dove il dove il dove il riuso può effettivamente costituire la migliore soluzione in terriuso può effettivamente costituire la migliore soluzione in terriuso può effettivamente costituire la migliore soluzione in terriuso può effettivamente costituire la migliore soluzione in termini di mini di mini di mini di risparmio delle risorse, privilegiando altrimenti imballaggi risparmio delle risorse, privilegiando altrimenti imballaggi risparmio delle risorse, privilegiando altrimenti imballaggi risparmio delle risorse, privilegiando altrimenti imballaggi destinabili a riciclo e recupero (di materia ed energetico).destinabili a riciclo e recupero (di materia ed energetico).destinabili a riciclo e recupero (di materia ed energetico).destinabili a riciclo e recupero (di materia ed energetico).CONAICONAICONAICONAICONAICONAICONAICONAILe aziende alimentari italiane contribuiscono attivamente al Le aziende alimentari italiane contribuiscono attivamente al Le aziende alimentari italiane contribuiscono attivamente al Le aziende alimentari italiane contribuiscono attivamente al sistema di recupero e riciclo dei rifiuti da imballaggio facentesistema di recupero e riciclo dei rifiuti da imballaggio facentesistema di recupero e riciclo dei rifiuti da imballaggio facentesistema di recupero e riciclo dei rifiuti da imballaggio facente capo capo capo capo al CONAI, che al CONAI, che al CONAI, che al CONAI, che èèèè tra i migliori sistemi nazionali delltra i migliori sistemi nazionali delltra i migliori sistemi nazionali delltra i migliori sistemi nazionali dell’’’’Ue, sia in Ue, sia in Ue, sia in Ue, sia in termini di efficienza dei risultati raggiunti (in linea con gli termini di efficienza dei risultati raggiunti (in linea con gli termini di efficienza dei risultati raggiunti (in linea con gli termini di efficienza dei risultati raggiunti (in linea con gli obiettivi obiettivi obiettivi obiettivi fissati a livello europeo dalla direttiva 2004/12/CE), che di fissati a livello europeo dalla direttiva 2004/12/CE), che di fissati a livello europeo dalla direttiva 2004/12/CE), che di fissati a livello europeo dalla direttiva 2004/12/CE), che di congruitcongruitcongruitcongruitàààà dei costi sostenuti.dei costi sostenuti.dei costi sostenuti.dei costi sostenuti.Nel 2008 lNel 2008 lNel 2008 lNel 2008 l’’’’Italia ha superato gli obiettivi di recupero e riciclo fissati Italia ha superato gli obiettivi di recupero e riciclo fissati Italia ha superato gli obiettivi di recupero e riciclo fissati Italia ha superato gli obiettivi di recupero e riciclo fissati a livello Ue: a livello Ue: a livello Ue: a livello Ue: � 68,5% di recupero (obiettivo UE, 60%)68,5% di recupero (obiettivo UE, 60%)68,5% di recupero (obiettivo UE, 60%)68,5% di recupero (obiettivo UE, 60%)� 59,3% di riciclo (obiettivo UE, 55%). 59,3% di riciclo (obiettivo UE, 55%). 59,3% di riciclo (obiettivo UE, 55%). 59,3% di riciclo (obiettivo UE, 55%).
Nel 2009 i risultati sono stati ulteriormente migliorati: Nel 2009 i risultati sono stati ulteriormente migliorati: Nel 2009 i risultati sono stati ulteriormente migliorati: Nel 2009 i risultati sono stati ulteriormente migliorati: � 72,3% di recupero 72,3% di recupero 72,3% di recupero 72,3% di recupero � 62,4%. di riciclo62,4%. di riciclo62,4%. di riciclo62,4%. di riciclo
Packaging sostenibile: le iniziative dell’Industria alimentare
L’Industria Alimentare, come maggior utilizzatore d i imballaggi, è responsabile per circa 2/3 del totale dei rifiuti da imballaggio in peso prodotti nell’Ue.
Oltre all’impegno sulla gestione del post-uso, la f iliera del packaging (produttori e utilizzatori) è impegnat a anche nella fase a monte, principalmente attraverso la riduzione degli input, facendo salvi i requisiti ig ienico-sanitari e di salvaguardia del prodotto alimentare:
� Eco-Design� Riduzione del packaging terziario e secondario� Impiego di materiali diversi per ottimizzare le combinazioni� Uso di materiali più leggeri � Uso di materiali riciclati e riciclabili (imballagg i prodotti da risorse rinnovabili - amido di mais)
Grazie dell’attenzione!
Massimiliano BoccardelliPolitiche industriali e di Filiera