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Alpha Omega, XIV, n. 3, 2011 - pp. 407-418
La Gestalt metafisica di Tommaso dAquino secondo Cornelio Fabro
Jess Villagrasa, L.C.
Introduzione
Nella seconda redazione di Appunti per un itinerario1, Cornelio
Fabro afferma che ci che rimane di un s lungo cammino non una
caterva di risultati in s chiusi e conclusi placidamente in un
sistema, ma lindicazione stessa della ricerca (AI 109). La dinamica
di que-sta ricerca intellettuale prende lavvio dalla rottura con i
sistemi, per-ch ogni pensiero, che vuole chiudersi in sistema, deve
rinunziare alloriginalit sempre rinascente del reale per
costringere la verit e la libert in ununica dimensione: quella
appunto del sistema prescel-to (AI 92; 188).
Fabro non ha voluto chiudersi in sistemazioni manualistiche;
tut-tavia, da pensatore rigoroso qual era, riuscito a scoprire e
disegnare un vero e proprio sistema della metafisica tomista. La
sua avversio-ne alle chiusure sistematiche lo aiuta a riconoscere
quella priorit in-dicata da Giovanni Paolo II del pensare
filosofico, da cui il sistema filosofico trae origine e a cui deve
servire in forma coerente2.
1 C. FABRO, Appunti per un itinerario. Versione integrale delle
tre stesure con parti
inedite, EDIVI, Segni 2011. Con labbreviazione AI ci riferiamo a
questa edizione. 2 Re vera quodque philosophiae corpus, quantumvis
reverendum sua in summa et
amplitudine sine ullis abusibus, agnoscere debet principatum
philosophicae cogitationis, ex
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Fabro parla anche in senso positivo di sistema tomistico e di
sistema di S. Tommaso. Applicato alla dottrina tomistica, il
termine sistema significa la coerenza dimplicazione dei principi
nel com-plesso della presentazione del reale non una concezione
deduttiva ana-litica delle propriet del reale stesso (AI 49 n. 24;
AI 121 n. 25).
Fabro afferma che il complesso dottrinale del Tomismo come un
edificio compatto, anzi un organismo, vorrei dire una Gestalt
metafisica, ove le singole parti sono solidali luna dellaltra, e
dove la sottrazione di un elemento non pu che distruggere
allistante la fisio-nomia del tutto 3. Riteniamo che la potenza
sistematica del Fabro in-terprete di Tommaso dipenda da questa
convinzione: Il metodo della metafisica tomistica non n intuitivo,
n dimostrativo, ma risoluti-vo4. La reductio (o resolutio) ad unum
costituisce in fondo il metodo proprio della metafisica (PC
498).
In questo lavoro mettiamo insieme la dimensione costruttiva del
metodo e quella strutturale del sistema5. Vogliamo illuminare una
qua-lit della personalit filosofica di Fabro: la potente capacit
analitica e sintetica dimostrata nella strutturazione di una
Gestalt metafisica.
1. La Gestalt metafisica tomista
Lunit di tale Gestalt metafisica tomista pu essere intravista
al-la fine di NMP: dopo aver studiato lordine statico della
partecipazio-ne, Fabro si auspica di fare la ricerca sullordine
dinamico (cio sulla causalit), e quindi sulla teoria tomista
dellanalogia, che dovrebbe snodarsi quasi da s, a partire dalla
partecipazione statica e dinamica (NMP 347)6. qua et suam ducit
originem et cui congruenter serviat necesse est (GIOVANNI PAOLO II,
Enciclica Fides et Ratio, 4. Edizione tipica AAS 91 (1999)
5-88.
3 C. FABRO, La nozione metafisica di partecipazione secondo S.
Tommaso dAquino, EDIVI, Segni 2005 [Opere complete; 3], 323;
edizione citata con labbreviazione NMP). Una Gestalt, secondo il
Prologo fenomenologico di Fabro sarebbe un oggetto unificato,
complesso-configurato, qualificato (cf. AI 215-217).
4 C. FABRO, Partecipazione e causalit secondo S. Tommaso
dAquino, EDIVI, Segni 2010 [Opere complete; 19], 66; edizione
citata con labbreviazione PC.
5 Il testo riprende sostanzialmente la versione presentata in
forma orale al Congresso Internazionale per il Centenario della
nascita di Cornelio Fabro, Palazzo della Cancelleria, Roma 7-9
ottobre 2011. Negli atti del Convegno sar pubblicata una versione
molto pi ampia in spiegazioni e apparato critico.
6 Dopo aver fatto questa ricerca, allinizio di PC, Fabro si dice
colpito dalla profonda semplicit e coerenza che presenta la lettura
assidua, diretta e criticamente ordinata dellopera di San Tommaso
(PC 41)
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Al cuore di questa coerente unit organica si trovano due
nozio-ni: partecipazione ed esse. Come lesse il primo atto, latto
di ogni altro atto, cos la partecipazione trascendentale dellesse
la prima forma di produzione ovvero di causalit e su di essa si
fondano e da essa dipendono tutte le altre forme di causalit
predicamentale (PC 43).
Fabro collega esplicitamente alla partecipazione e allesse le
no-zioni metafisiche di composizione (o struttura), causalit (o
dipenden-za) e analogia7. A queste nozioni noi aggiungiamo quella
di resolutio (o reductio8 o analisi) che in Fabro, bench operante,
rimane in una posizione pi discreta, quasi implicita. Alcuni anni
fa avevo suggerito la convenienza di rendere esplicita questa
presenza, per mostrare il modo di realizzare il compito della
metafisica, cio la risoluzione ul-tima dellente al fondamento del
suo essere, alla sua causa intrinseca che lesse ut actus, e alla
sua causa estrinseca che lIpsum Esse Subsistens9.
Queste sei nozioni partecipazione, esse, composizione,
causali-t, analogia, resolutio costituiscono i nodi strutturali
della Gestalt metafisica di Tommaso dAquino. Come esempio si veda
in questo te-sto la presenza e la relazione di queste nozioni:
Il problema dellanalogia ovvero della predicazione dellessere
figura degnamente come il momento conclusivo della metafisica
tomistica, dopo i due precedenti riguardanti la struttura dellente
(composizione) e la fondazione dellesse (causalit) i quali
corri-spondono ai due momenti fondamentali, statico e dinamico, del
reale: come i primi due, esso pure non poteva essere risolto che
mediante la riduzione alla nozione fondamentale di partecipa-zione
secondo lemergenza assoluta che assume nel Tomismo la nozione di
esse intensivo (PC 524).
Questa immagine rappresenta la Gestalt metafisica tomista:
7 Lultimo paragrafo della conclusione di PC sintitola
Composizione, causalit e
analogia. Ecco le ultime righe dellopera: Tre momenti della
fondazione della verit dellessere che si tengono a vicenda: la
costituzione, la causalit, la predicazione. Tutti e tre articolati
e riempiti del riferimento allesse, ch il vincolo e latto
universale (PC 651).
8 Unultima osservazione sulla conoscenza dello esse come actus
essendi, ch latto proprio del finito. S. Tommaso usa di preferenza
il termine reducitur, per reductionem. Certamente lesse ch latto
intensivo ed il Nome proprio di Dio diventa, come si visto, il
punto nodale della metafisica tomistica (AI 73).
9 Cf. J. VILLAGRASA, La resolutio come metodo della metafisica
secondo Cornelio Fabro, Alpha Omega 4 (2001) 35-66.
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2. La centralit di partecipazione ed esse
Fabro ritiene irrilevante interrogarsi sulla priorit da
stabilire tra le due nozioni centrali della metafisica
dellAquinate, perch, da una parte, la metafisica della
partecipazione in tutti i suoi aspetti statici e dinamici ha il suo
fondamento nella nozione di esse intensivo; daltra parte questo
stesso esse si articola come atto emergente, nelle varie fa-si di
questa metafisica, grazie alla virtualit e ricchezza euristica
della nozione di partecipazione (PC 639).
Nella strutturazione della Gestalt diamo pi rilevanza alla
parte-cipazione per la sua virtualit euristica e perch i capisaldi
della metafisica tomistica, quali la dimostrazione della creazione
e della mozione divina, come dipendenza totale in esse e fieri
della creatura da Dio, e della composizione di essenza e di esse ch
la differenza metafisica fra la creatura e Dio, dipendono
esclusivamente dalla no-zione di partecipazione (PC 316).
Nella partecipazione metafisica sono compresenti egualmente le
esigenze dei due tipi di partecipazione, cio la dinamica come
dipen-denza causale del partecipante dal partecipato e la statica
come
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composizione del partecipante rispetto al partecipato (PC
56-57). La nozione di partecipazione esprime cos, nella
speculazione metafisica tomistica, lultimo punto di riferimento sia
dal punto di vista statico della struttura della creatura come da
quello dinamico della sua dipen-denza da Dio10.
La seconda grande divisione della partecipazione stabilita tra
predicamentale e trascendentale. In quella predicamentale ambedue i
termini della relazione, partecipato e partecipante, restano nel
campo dellente e della sostanza finita (predicamenti) (NMP 143). La
parte-cipazione trascendentale riguarda lesse e le perfezioni pure
che si fondano direttamente su esso. Fabro considera che la
partecipazione trascendentale non presenti particolari difficolt in
quanto essa e-sprime il significato proprio e principale della
partecipazione (ED 436). Pi attenzione ha meritato lo studio della
partecipazione predi-camentale in san Tommaso.
Inoltre, la creatura va detta essere per partecipazione non
soltanto nellordine dellessere statico, sia sostanziale sia
accidentale, ma an-che nellordine delloperare, rispetto agli atti e
alle potenze prossime che li causano.
Consideriamo di seguito le quattro nozioni periferiche della
Ge-stalt: (3) lordine statico della partecipazione o composizione
de-llente; (4) lordine dinamico della partecipazione o causalit
de-llente; (5) la semantica della partecipazione o analogia
dellente; (6) il metodo di una metafisica della partecipazione, che
la resolutio.
3. Composizione: partecipazione statica
Fabro interpreta la composizione dellente finito in chiave di
par-tecipazione statica secondo questa analogia: Come la
partecipazione trascendentale statica la composizione di atto e
potenza rispetto allesse ossia la distinzione reale di essenza ed
esse, cos la partecipa-zione predicamentale statica la composizione
di atto e potenza nella sfera dellessenza ossia la distinzione
reale di materia e forma (nel mondo materiale) e di sostanza e
accidenti nellordine dellente finito in genere (ED 436-437). La
trascendentale propria del Tomismo; quella predicamentale pure
indispensabile.
10 C. FABRO, Elementi per una dottrina tomistica della
partecipazione, in Esegesi Tomistica, 421-448, 435; corsivo nostro
(citato con labbreviazione ED); questo articolo fu pubblicato in
Divinitas 11 (1967) 559-586.
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Fabro difende questa tesi principale: esiste una partecipazione
predicamentale reale; questa esige una fondazione trascendentale
per-ch la composizione predicamentale di materia e forme, e pi
univer-salmente di sostanza e accidenti, presuppone la composizione
trascen-dentale di essenza ed esse (PC 641). Questa esigenza dovuta
al fat-to che le considerazioni fatte intorno al contenuto
metafisico della no-zione di partecipazione a livello
predicamentale rimangono ipotetiche: la specie partecipa al genere,
lindividuo alla specie, il soggetto par-tecipa allaccidente, SE di
fatto, la specie, lindividuo, il soggetto esi-stono (NMP 183).
Fabro rileva inoltre con forza lunit di ordine tra
partecipazione statica e dinamica.
I due aspetti della partecipazione (statico e dinamico) sono
tutta-via inscindibili in quanto quelli che sono i rapporti formali
sul pi-ano statico dellesse, si ripetono sul piano dinamico del
divenire e ne comandano lultima interpretazione. Cos la
partecipazione sta-tica di materia e forma, di sostanza e
accidente, di essentia ed esse, diventa la chiave per
linterpretazione della partecipazione dina-mica, sia nel piano
predicamentale del divenire fisico e della di-pendenza particolare,
come nel piano trascendentale della prima origine per creazione e
della conservazione degli esseri (PC 207-208).
4. Causalit: partecipazione dinamica
La causalit dinamica trascendentale la produzione dellesse
commune di tutta la creazione (PC 642) e attinge tutto lente finito
nella sua posizione di realt, tanto lessenza come lesse. Lunica
cau-salit trascendentale ha tre momenti: due costitutivi creazione
e con-servazione e laltro operativo della mozione divina (cf. PC
480, PC 359).
La causalit come partecipazione dinamica predicamentale ha
in-vece per oggetto il fieri o divenire della realt creata
nellambito dei generi e delle specie. Il principio forma dat esse,
bench sembra ca-povolgere il rapporto di causalit quale si presenta
nellordine tra-scendentale, vale nellordine predicamentale (PC
335), perch la derivazione dellesse (causalit) ha due momenti: uno
immanente ri-spetto alla forma ed uno trascendente rispetto
allefficiente. Il momen-
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to della derivazione dalla forma di fondazione predicamentale
(PC 349)11.
Nel primo momento, la causalit dellesse per creazione riserva-ta
a Dio, mentre le altre cause causano le rispettive formalit per
in-formationem. Nel secondo, le cause create influiscono anche
sullesse, in quanto ricevono in s la virt divina. Dio causa propria
dellesse, ma insieme anche con la creatura. San Tommaso, qualche
volta nel medesimo contesto, indica Dio come causa estrinseca ed
in-trinseca: infatti estrinseco alla creatura per linfinita
distanza ontolo-gica, intrinseco per la immanenza causale (PC
439).
La creatura causa principale nel suo ordine, per sempre
sorret-ta dalla causalit divina. La forma , nel suo ordine, causa
essendi et agens. Come la creatura un ente per partecipazione, cos
anche un agente per partecipazione (PC 371). In questo contesto si
pone il pro-blema del cosiddetto concorso della causalit divina
nella libert creata: la volont creata vera causa principale della
scelta come causa seconda, la quale pertanto presuppone linflusso
della causa prima ch a fortiori causa principale ed anzi totale nel
suo ordine cio in quello trascendentale che abbraccia dal fondo
lessere e lagire (PC 646). Il rapporto non implica che Dio
propriamente concorra con la libert creata, ma che come Dio la
fonda nellesse cos anche la fonda nellagire nel senso che abbraccia
la facolt e latto stesso ne-lla sua totalit e integralit (PC
646).
La distinzione reale di essenza ed esse nellordine statico
trascen-dentale ha per riscontro nellordine dinamico trascendentale
la crea-zione distinta dellessenza e dellesse (PC 379). La
espressione cre-azione distinta deve essere ben compresa. Fabro
vuol indicare due momenti che evidentemente non si distinguono in
Dio ma che, distinti realmente nella creatura, risalgono a una
propria originale derivazione.
5. Analogia: semantica della partecipazione
Unesposizione definitiva della dottrina tomista sullanalogia non
pu che dipendere direttamente dalla nozione tomista di
partecipa-zione (NMP 185, nota 3).
11 Mentre la causalit trascendentale rappresenta il momento
platonico, il principio
forma dat esse esprime il momento aristotelico della causalit
predicamentale.
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Lanalogia di proporzionalit accentua il momento aristotelico
dellimmanenza dellessere negli enti. Lanalogia di attribuzione il
momento platonico della dipendenza radicale dei partecipanti dalla
perfezione pura separata. Entrambe le forme di analogia metafisica
hanno un fondamento radicale, da vedere rispettivamente nella
di-pendenza trascendentale (creazione) e nella composizione
radicale (di essenza ed esse) della creatura (PC 514). Lanalogia di
proporzionali-t suppone e si fonda sullanalogia di attribuzione,
che detiene il pri-mato.
Lanalogia di proporzionalit considera gli enti dal punto di
vista compositivo. La struttura propria della creatura si d, come
gi detto, sia nellordine trascendentale che nel predicamentale. La
proporziona-lit appare nella corrispondenza di proporzioni tra i
principi costitutivi atto e potenza realmente distinti nellente
finito.
La reductio (o resolutio) ad unum che costituisce in fondo il
metodo proprio della metafisica corrisponde in primis allanalogia
di attribuzione ed ha un doppio riferimento: quello predicamentale
degli accidenti con la sostanza e quello trascendentale della
creatura con Dio. Nei due casi si tratta sempre di vera analogia:
il rapporto di di-pendenza degli accidenti dalla sostanza non meno
radicale e totale di quello che hanno le creature rispetto al
Creatore (PC 499).
Il problema nella predicazione analogica di ente consiste nella
riduzione allunit semantica della differenza e molteplicit degli
es-seri. Bench il problema dellanalogia si pone propriamente
nellordine trascendentale, merito di Fabro la proposta di una
pre-parazione o continuit di questo problema nellordine
predicamenta-le, dove convivono univocit formale e analogia reale;
due aspetti che Fabro ha armonizzato in diversi momenti della sua
opera. Il termine partecipazione predicamentale indica che mentre
gli individui sono identici nellordine specifico (= iidem
essentialiter), differiscono re-almente luno dallaltro
nellattuazione della specie (= differunt sub-stantialiter) (NMP
174).
La partecipazione, nel doppio aspetto di dipendenza causale e di
composizione, implica somiglianza e quindi analogia. La nozione di
similitudo anche analogica: La similitudo predicamentale
costitui-sce la predicazione univoca, mentre la similitudo
trascendentale si esplica mediante lanalogia che comporta [] la
trascendenza assolu-ta di Dio (PC 505). Un paradosso di tutta la
metafisica tomistica della partecipazione questo: la similitudo
legata direttamente alla cau-
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salit, e la causalit, nella sua forma radicale, comporta una
caduta ontologica delleffetto rispetto alla causa (PC 505).
Lanalogia meta-fisica un rapporto di dissomiglianza con somiglianza
ovvero di so-miglianza con dissomiglianza (PC 510).
Il momento metafisico costitutivo dellanalogia la causalit. Come
ripete Fabro, laspetto logico derivato e fondato e non prima-rio e
fondante, perch laspetto ontologico che viene per primo (PC 496).
Alla distinzione reale essentia / esse corrisponde nellordine del
giudizio la distinzione tra la domanda quid sit ed an sit. Alla
composi-zione materia / forma corrisponde la composizione
intellettuale che predica il tutto universale di una parte. Alla
composizione sostanza / accidente quella che predica laccidente del
soggetto. La corrispon-denza tra modi di essere e di predicare
proporzionale e quindi non implica strutture isomorfiche tra
lordine reale e quello della predica-zione. Ad esempio, la
composizione intellettuale significa lidentit reale dei componenti
e la diversit di ragione, mentre la composizione reale significa la
diversit dei principi compositivi.
Lanalogia di attribuzione fondante rispetto allanalogia di
proporzionalit, perch essa coglie ed esprime lessere dellente nel
suo sorgere stesso come atto partecipato dallAtto impartecipato:
Que-sto dice pertanto: a) Lessere non appartiene alla creatura (ens
per participationem) che per partecipazione dal Creatore (Esse per
essen-tiam). b) lessere non appartiene allaccidente (ens secundum
quid) che per partecipazione dalla sostanza (ens simpliciter) (PC
648).
Lanalogia di attribuzione compie quindi la resolutio ultima del
discorso metafisico riportando i molti allUno, i diversi
allIdentico, i composti al Semplice (PC 649).
Alla causalit o cammino di discesa del reale dalla sua fonte,
de-ve corrispondere il cammino di ascesa del nostro pensiero dai
molti rivoli allunica prima fonte.
Lanalogia di attribuzione esprime quella resolutio ad unum che
costituisce in fondo il metodo proprio della metafisica (PC 498).
Nel Tomismo, la causalit totale ha una propria ed originale
risolu-zione teoretica. Prima, la resolutio di tutti gli atti e di
tutte le perfe-zioni predicamentali e trascendentali nellatto
intensivo ed emergente di esse; poi la risoluzione in Dio, Esse per
essenza e causa dellessere degli enti.
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6. Resolutio: il metodo della metafisica della
partecipazione
Fabro afferma che il metodo della metafisica tomista la
resolu-tio o reductio. Questa resolutio non un procedimento
meramente lo-gico (analisi logica dei termini o dei ragionamenti)
ma un ritorno al fondamento, una fondazione nei principi, un
movimento della ragio-ne opposto alla compositio e alla divisione
platonica e aristotelica che dal genere scende alle specie; la
resolutio metafisica, invece, va dagli effetti alle cause, dal
particolare alluniversale; di atto in atto, dagli at-ti molteplici
e superficiali a quelli pi comuni e cos fino allultimo o primo ch
lesse.
La natura della resolutio descrita da san Tommaso nel commen-to
al De Trinitate di Boezio, q. 6, a. 112. Poco prima ha descrito il
pro-cedere rationabiliter: la ragione discorre da una cosa a
unaltra (ab uno in aliud) in due modi diversi, perch talvolta luna
e laltra cosa sono distinte nella realt, altre volte no. La
resolutio secundum ratio-nem riduce una cosa nelle sue cause
intrinseche o principi costitutivi, che non sono altra cosa
separata; la resolutio secundum rem ricerca le cause estrinseche,
che invece s sono altra cosa delleffetto.
Le due forme di risoluzione corrispondono a due tipi di
comu-nanza o universalit che san Tommaso aveva commentato nella
que-stione precedente: comunanza per predicazione e per causalit13.
La risoluzione secundum rationem di qualsiasi realt termina nei
principi costitutivi comuni dellente, cio lesse e lessenza. Di
questi coprin-cipi, il primo nellordine reale e lultimo per
risoluzione lesse ut ac-tus, ci per cui qualcosa , ed chiamato
ente. Questo esse commune che il termine della resolutio secundum
rationem quindi il fonda-mento ultimo della predicazione analogica
di ente e di ogni predicato comune a tutti gli enti (i
trascendentali). Lesse commune non una formalit astratta, n un atto
unico di essere che sia comune a tutti gli esseri, ma lactualitas
essendi che ogni essere ottiene mediante lesse proprio che
partecipato da Dio14.
12 Consideratio intellectualis est terminus rationalis, propter
quod dicitur me-taphysica quasi trans physicam, quia post physicam
resolvendo occurrit (In BDT, q. 6, a. 1 co3).
13 Cf. In BDT q. 5 a. 3. 14 Per comprendere il senso
dellespressione esse commune che secondo Fabro (dice
mi sembra) propria di San Tommaso (PC 365, nota 79) si
considerino i seguenti testi: LAngelico non pu ammettere lesse
commune separatum come intermediario effettivo fra la Deit
indivisibile e la molteplicit delle creature: si tratta quindi di
unespressione di carattere formale per caratterizzare lente finito
nella sua totalit creata (PC 254-255).
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La risoluzione secundum rem termina nella causa comune di
tut-to, Dio. I termini delle due risoluzioni sono connessi, poich
la resolu-tio secundum rationem termina nel principio costituente
del soggetto della metafisica: lente in quanto ente, che ha lesse
ut actus; mentre la resolutio secundum rem termina nella causa di
tale soggetto, che Dio15 .
Quale rapporto c tra le diverse risoluzioni e i diversi tipi di
par-tecipazione?
La resolutio secundum rem fonda le perfezioni partecipate nella
Perfezione separata, causa reale estrinseca degli enti per
partecipazio-ne. Il termine ultimo di risoluzione lEsse per
essentiam, Dio, causa creatrice efficiente, finale ed
esemplare.
La resolutio secundum rationem corrisponde alla partecipazione
statica, cio alle composizioni predicamentali materia-forma,
so-stanza-accidente e trascendentale: essenza-esse. Questi principi
reali costitutivi dellente finito sono spiegabili quali cause
intrinseche, gra-zie alla coppia aristotelica di atto e potenza16.
Il termine ultimo di riso-luzione in questa via lesse ut actus o
esse intensivo. Alla partecipa-zione statica o composizione si
rapporta proporzionalmente la parteci-pazione formale nozionale e
la corrispondente risoluzione logica.
Il termine ultimo di risoluzione logica nellordine della prima
o-perazione dellintelletto la nozione di ens e i trascendentali, e
nellordine del giudizio e delle dimostrazioni termine sono i primi
principi.
Come abbiamo visto, larmonia o logica interna che lega le vie di
risoluzione secundum rem e secundum rationem e il rapporto di
causalit. Il termine della resolutio secundum rationem leffetto
pro-prio del termine della resolutio secundum rem: Dio creatore la
causa propria dellactus essendi. Lesse commune indica allora la
prima attuazione ovvero la messa in atto, per cos dire, delle
creature nel senso che latto di esse si espande nelle creature e
nelle essenze chesso attua secondo le rispettive nature e il grado
della loro perfezione (PC 364). Questo esse commune non una
formalit astratta, n un atto unico di essere che sia comune a tutti
gli esseri, ma lactualitas essendi che ogni essere ottiene mediante
lesse proprio ch partecipato da Dio (PC 365). Bench lesse sia
sussistente per essenza, lesse partecipato (o lesse commune) non pu
avere sussistenza da solo ma unicamente come atto di unessenza
semplice o composta (PC 370). Lesse commune, come actus essendi
partecipato nei singoli esistenti, ricevuto nellessenza e cos
moltiplicato (PC 379). La causalit trascendentale la produzione
dellesse commune di tutta la creazione (PC 642).
15 Cf. ST I, q. 44. 16 PC, parte terza: La causalit dellessere,
sezione seconda: La causalit
predicamentale, pp. 323-395.
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Larmonia o logica interna che lega la resolutio secundum
ra-tionem e la resolutio logica il rapporto di predicabilit. Tra
lordine reale e quello logico c una corrispondenza proporzionale
con fon-damento del secondo nel primo. La corrispondenza non pu
essere immediata e diretta, tra gli altri motivi perch le parti
della definizione non sono le parti reali della sostanza, perch
sono concetti e non ele-menti; le parti della definizione sono
predicate del definito (come di uomo, diciamo che animale o che
razionale), mentre nessuna parte integrale pu esser predicata del
tutto di cui parte. Le parti della de-finizione quindi non
corrispondono immediatamente alle parti della cosa; ma indicano le
parti reali della cosa e ad essa corrispondono proporzionalmente.
Quindi, distinzione tra ordine logico e metafisico, fondazione del
primo nel secondo, corrispondenza proporzionale e in-diretta tra le
composizioni reali e logiche.
La costruzione della Gestalt stata presentata come unespansione
della nozione di partecipazione e offre una visione sin-tetica
della metafisica tomista. Platone diceva: Colui che capace di
cogliere in uno sguardo linsieme filosofo, chi no, non lo 17. Si pu
avere questo sguardo sintetico sulla metafisica avendo come
elemento unificatore il punto di massima risoluzione. Si raggiunge
questo punto che il compito della metafisica grazie al metodo della
resolutio, percorrendo le diverse vie e mostrando i rapporti tra i
termini di que-ste. Grande il merito di Fabro nellespletamento di
questo compito.
Summary: Following Cornelio Fabro, I maintain that Thomism,
taken as a whole, constitutes a particular form (Gestalt) of
metaphysics. This is because its various parts are so closely
connected and mutually supporting that the absence of any aspect
undermines its whole physiognomy. This article singles out the six
constitutive aspects of Aquinas metaphysics and provides an
overview of them: participation, esse, composition, causality,
analogy and resolution.
Key words: Thomas Aquinas, Cornelio Fabro, Metaphysics,
participation, actus essendi, composition, causality, analogy,
resolutio.
Parole chiave: Tommaso dAquino, Cornelio Fabro, metafisica,
partecipazione, actus essendi, composizione, causalit, analogia,
resolutio.
17 PLATONE, Repubblica,VII, 537 c.