OSS IA
Aa A A
DELLEPIANTECHEVEGETANONELLAsm…PBECEDUTO
DA UNBREVE SAGGIO SU LA BOTAHICA GENERALE
PEL
)S A C . YINGE NZO Î A R INA
VOL. UNI CO
DIVISO IN DUE PARTI .
SCIACCA
TIPOGRAF IA IGNAZIO BARONE
Piazza Tribunale N.
O5 .
1874 .
LI BRA R Y
BO T A N I QA LH
.
lala M : r:
DISCORSO PRELIMINARE
Non scrivo per i botanici: hanno questi sor
genti p iù ricche d’
onde att ingere vaste e pre
cise cogniz ioni su tale ramo di stor ia naturale. Autori d i ogni naz ione offrono material i
immens i per estendere v iepp iù l ’ acqu istatoscient ifico cap itale . Quante belle conoscenzenon si r invengono nelle Opere dello svedeseCarlo Linneo , degl
’ ingles i Sm i th e Lindley ,
dei francesi Duhamel, Po iret, Mi rbel, dei dueDe Candol le, Saint H ilaire, e di altri i tal ianiassai ?
A ch i dunque è d iretta la presente lettera
ria produz ione ?Le d irò francamente : la hotanica ha delle relaz ioni
,e per cosi dire
,de i
punt i di contatto con scienze d iverse, e sva
riate professioni,le qual i sembrano più estra
nee al suo scopo . I l geoponico , l’
agrimeitself,
A li “ L'
Î
N EW Y O RK
BO T A I \I C A L
LH
i l farmacista, il medico non solo, ma i l notajo ,
il eausulieo,i l g i urista emesti er i che ne ab
biano qualche conoscenza,afiinche negl i att i
pubblici, nelle controversie agrarie,nelle ru
ral i d isqu ism oni possano usare unlinguaggiofisso e da tutt i inteso, cioè il botanico . Impe
ciocche il nome volgare della p ianta camb ia
a seconda le varie naz ioni ; anzi questo non
conservasi costante nel dialetto i stesso dellamedesima lingua. Cosi quella p ianta che nel
l ’alta I talia d istinguesi con una nomenclatura,nella meridionale ne prende un altra; e nel la
S icil ia ne sono tant’ovv ii gli esemp ii, che non
vale la pena di ricordarli .
Nè questo è tutto : i l possessore di beni- fondi
vedesi astrettm a farv i lungo soggiorno per
sorvegharne i l buon governo ; l’
agiato borgheseinfastidito dal frastuono della città va neicam
p l per rOSpirarvi un’
ariabalsam ica, per bears i
dell ’ ineffabile luce d’un libero orizzbnte : ora
in questi,quando non sono estranei alla co
noscenza de i vegetab ili, oh l si che l ’anima agita51 :1nebbriata di nuove ed inaspettate del iz io .
Quei p rati, sul O ll i verde tappeto prima passeggiavano con indifferenza l i arrestano id ipresente; conciossmchè ne conoscono per nomé
l
0
le Specie che v i vegetano , le v irtù medic inal i
che posseggono , i comod i che apprestano allav i ta
,gli usi ai qual i sono dest inate in ordine
alle arti . La soli tudine dei camp i Sparisce , gl i
alber i,i frutici
,i fiori
,l’
erbe d ivengono a loro
pro , ricche b ibl ioteche , dove trovano tut to quel
lo che vale a soddis fare la loro lodevole cu
riosita. E si,che agg irandovisi so lett i, po tran
no ripetere con Catone ch e non s imo men
so li,che quando sono so li .
Benchè non s i d isconoscano generalmentetal i vantaggi
,pure lo studio del la botan i ca
Scora non pochi,perchè lo reputano quale oc
cupaz ione fat icosa di lunga lena. Ebbene,lo
scopo modesto cu i m ira i l m io la1 oro n’
app ia
na la carriera : no,non pretendo i sti tu i re in
questa scienza ch i v i s ’addiee di proposito,ma
quel li, che solo a5p irano ad iniz iarvisi .
Per fermo se pre tendess i svo lgere in p iù
larghe proporzion i i l m io argomento,i l destino
'
dell’
0pera presente sarebbe deciso,le riusc i
rebbe inev itabile nu assoluto letterario ostracismo .
"
Eh l v iviamoin temp i in cui vuols i leggere poco ed imparare mo lto . Sarò breve a
dunque, e nel Soddisfare a tale comp ito m i com
pOrterò in man iera,che l
’
O1 dine e la chiarezzanOn ne ri sentano nocumento alcuno .
6
È indispensabile nondimeno premet tere un
breve cenno di botan ica generale, che costitmsce quasi d irei la logica del presente Manuale; e nello svi luppare l ’ organografia e la
f isiologia vegetale p resenterò anz i-tutto ; a vo lod
’
u ccello,le v icende diverse
,che nella sitc
cessmne dei temp i ha subi to questa sez 1one
delle scienze natural i .Le parti organ iche delle p iante appre5teran
no l’
argomento ad una severa anal is i d’ anatomia comparata : la loro fogliaz ione
,infiore
scenza,fruttificaz ione
,germogliamento e 11 11
triz ione ne metteranno in punto larga materia : nè trascurerò d i dare una succinta e5posiz ione del pm accreditati metodi diclassaz ione.
Avv isatamenten ella seconda parte,cioè nella
botanica particolare,ho ristrette le l inee de l
p iano tracciatomi alle sole'
p iante della S ic il iae di queste scelgo le p iù comuni e le p iù u
ti l i . Ben s’
avverta però che racch iudo in que
sto numero anche molte p iante esotiche le
qual i trap iantate nel nostro clima non lasc iano di p rosmrarvi ; quindi non sia corrivo i lleg gitore di caratterizzare quali droghe i ve
g etabi li cennati , benchè s’ incontrino di radoe siano poco conosciut i .Di ogni p ianta dirò i l nome volgare i tal ia
no,la nomenclatura sicula corrispondente ai
'
fin d’
agevolarne lo stud io ai naz ional i, e la ter
m inologia botanica, che d’
ordinario p rendo dal
l inguaggio stab ilito dal Linneo…P er megl io riconoscere le p iante le rannodo
alla C lasse ed al Genere a norma del sistema
sessuale di questo autore; nè trascuro aceonnare a
'
qual gruppo o famigl ia , nel metodonaturale, esse appartengono .
L’
etimologia Spesso appresta luce assai sula natura e preprietà dei vegetab i l i . Al la b isogna ho fatto appel lo ai botan ic i ant ich i in
to rno alle p iante di vecchia data, e per quel l i
scoverto posteriormente ho rov istato le Opere
de i modern i . Se in questa ricerca sembrerà
a qualche Zo i lo che io poco v i sia . riuscito
ne imput i la deferenza avuta dame verso l’ im
ponente autorità di questi grandi maestri .
Giova non poco di sapere l’origine e la p rovenienza delle p iante per bene iscegliere i lte rreno che sia loro proprio se l
’
umido,o i l
secco,se i l sassoso, o lo scio lto ; qual i luogh i
am ino in preferenza se gl i apr ic i,ovvero gl i
ombrosi; se res istano all’
aria aperta,oppu re
sia mestieri tenerle al coperto nelle aranc ie renelle stufe o serre .
Parlo ancora dell’
uso al imentario cu i s’
im
8
p iegano cosi per gli uomini,come per fil .be
stia'
me quali di esse Sperimentansi nocivevei mfiche
,o sospette ; qual i apprestano utilità
al le arti ed ai comodi della v ita; e po ichè …for
niscono i principali rimedii alla farmaceutica
ne noto di ognuna le qual ità e le v irtùme
dicamentose . Reputo non affatto inut ile soggiungere da u ltimo la durata delle medesime
,
vale a dire se siano perenni, biennali , ovveroannue .
Dò term ine all’opera che pubblico con un
trip l icato I ndice ; nel primo . segno i Cap i incui essa è Spartita ; x nel secondo d ispongo in
ordine alfabet ico i l nome delle p iante com
prese nella seconda parte; e nel terzo denotola term inolog ia smula alla quale è sinonimo
la voce ital iana.
Mi lusingo che nello scorrerne le pagine lamente non ne risenti rà stanchezza ; poichéquesto esercizio non sarà uno
'
studio ma
p iuttosto una gioconda occupazione capace d’ iSp irare dell ’amore per si utile e brillante parted ella creazione .
Conv int i in segu ito che la botanica sia p iù
da studiarsi in natura che nel gabinetto,si
avrà p iacere di veder le p iante sv i luppars i amano a mano sotto i propri i occhi in tutti i
9
gradual i stadii del la loro vegetazione di es
serne sollecit i e di apprestar loro ez iandiole nostre cure . I l gen io per l
’
agrico ltura r iu
sci rà d i facile compenso alle inev itabil i coll isioni sociali; e che forse, ne i moment i di disinganno, ci tornerà in mente i l detto del vecchio Imperatore Dioclez iano : Che sia p iù f a
ci le e d i lettevo le co ltivare le p iante, che gover
nare g li uomini .
CAPO I .
SCH IZZO I STOR ICO SU LA BOTANICA
I Greci nella loro lingua armoniosa espressero l’lErbacon il nome di betana: e botanica dissero quella partedell
’
istoria naturale che insegna a conoscere i vegetabili
,e che tratta della vita nutrizione
,propagazione
usi,e virtù dei medesimi .
I bisogni più imperiosi dell ’uomo lo sp insero,da tem
pi immemorabili alla conoscenza delle p iante; avvegna
chè le razze nomadi d ’
antica data,dette aborigini , ciba
rousi di frutti . Così i Fenici si nutrirono di dattili iPelasgi di ghiande
,e gli Egizîi di loto finchè convert i
rono in alimento il grano,invenzione da loro attribuita
ad Iside,e dai Greci a Cerere .
Per il lungo uso fatto dei vegetabili s’avvidero a non
guarì , che alcuni di essi possedevano vir tù terapeutiche ,
lo che contribuì a fissare attento lo sguardo su le piante . A d una casta distinta era riserbato l ’uf ficio di raccoglierle , appellata dei Rizotomi , o tagtiatori di radici .Le unzioni
,le purificazioni ed altre cerimonie super
stiziose,ch e dovevano precedere nell ’ isvellerle dal suo
lo,prova l ’importanza ch e ponevano nel farne ricerca,
nel rivnenire delle nuove,e conoscere le piante dota
te di medicinale effi cacia.
Il Rizotomo vi s’ acci ngeva con il corpo unto d ’
oliodopo essersi cibato di una vivanda condita d ’
aglio,e
dopo bagnate le labbra nel vino della tazza sacra. Cre
devano che le piante perdessero la virtù loro‘
tutte le
volte che tagliate non fossero in verso contrario alloSpirare del vento ; ed alcune era d
'
uopo svellere da terra in certe ore del giorno ed altre al raggio pallido delnovilunio .
I felici risultamenti igieni ci ottenuti p er questo mezzo
,cifrate in geroglifici su tavolette votive
,andavansi a
s03pendere nel tempio di Serapide; dalle quali esperienze i medi ci posteriori facendo tesoro con formolarle in
massime aforistiche , diedero origine alla cosi detta scuola clinica.
Molti tra gli antichi s’
occuparono dello studio delle
piante,ed attestano le Sacre Carte , ch e Salomone ra
gionò dottamente dal cedro del Libano fino all’
umileisopo ch e vegeta su le pareti . L’
Imp eratore della CinaChin-Nong
,secondo il Du H alde , fu uno dei p rimi ch e
scrisse su i vegetabili,e ch e scopr‘
1 in un sol giornosettanta piante velenose ritrovandone l ’antido to ed ilmezzo di renderle utili .Plinio p erò pone innanzi tutti il persiano Zoroastro
promotore della magia,ch e visse 1986 anni prima del
l ’epoca cristiana; e ben p uò dirsi autore botanico , con
ciossiachè elaborò due Opere con i l titolo la prima DeSatione p laniarmn e l ’ altra De P lantis mag icis . An
ch e Orfeo , come scrisse il citato naturalista fu auto
1 3
re nel 1 620 av : G: C : del l ibro cui appose l ’ epigrafeDe Ag r iculture : e Museo 30 anni dappoi pubblicò dellenotizie sn l
’
erbe nel suo De Pollo . Solone nato in A tene verso l ’anno 639 av: G: C : , uno dei sette savi dellaGrecia
,credesi ch e abbia scritta l ' oper a De A tr ip lice .
Pitagora formò altro scientifico lavoro intitolato ViresErbarmn benchè attribuito da Plinio al medico Cleemporo . Procurossi gran fama
,verso l ’anno 460 av : G: C :
Crateja con i l suo Rizotomikon scrittore riputato dàIppocrate come i l più grande botanico dei suo i temp i .Cognizioni svariate su i vegetabili s ’incontrano in
Esiodo (Op era et D ies) ; nell’
0d issea ed Iliade d ’
Omero ;come ancora presso Dionigi e Metrodoro
,attestando Pli
nio ch e questi abbiano apprestati i p rimi elementi dellafotografia botanica con i l descriverne in pari tempo lesingole virtù medicinali . Empedocle da A grigento so
spettò il sesso nelle piante ; Ep imenide imprese all’
uopolunghi viaggi e mi se i n voga l ’uso della Scilla; Democrito scrisse sopra le piante arboree e su l
’
erbe,ed al
tresi intorno ai frutti ed ai semi di esse.
Dall ’isola di Coos,una delle cicladi
,verso 'il 460 av :
G: C : dovea uscire i l più grande medico dell ’antich ità .
Ippocrate,che seppe riunire le particolari cognizioni d i
botanica‘
in un corpo di dottrina af fin di dirigerne lostudio con dotte regole . Ei nelle sue opere tuttavia esistenti
,essendo perite quelle degli altri
,riporta o ltre
200 piante,delle quali svolge la virtù medicinale
,indi
ca il modo di raccoglierle e di adoperarle per meglio conservare il loro vigore .
A ristotele filosofo enci00p ledico die nuovo impulso a
questo movimento progressivo con il libro De Plantis
I d
secondato in cm dalle felici aspirazioni di Teofrasto degno discepolo di un tanto maestro
,
Circa 1’ anno 32 4 av . G: C : questo dotto rivolse i suoistudi su l’organografia botanica trascurata sino a queltempo ; distinse le foglie p er la forma loro ed il margine; parlò della natura del picciuolo
,e separò le piante
ch e hanno semi nudi da quelle ch e lo tengono racchiusoin una cassola. Il tessuto cellulare è
,secondo lui una
polpa deposta tra le fibre del legno ; e sotto il nome diI nes pare che accenni i vasi spirali . Analizzò con sagaciala natura del fusto nelle diverse piante
,degl
’
integumen
ti corticali ch e le ricoprono,dei fiori femminei e dei
mascolini .Dopo Teofrasto passarono quattro secoli senza ch e al
tri sorgessero di qualche merito nella botanica ben
chè l ’isteria ricordi Callimaco , Glauco , Nicandro , A ntonio Musa
,il suo fratello Euforbio e Creteva. Su lo svol
gere dell ’anno 68 dell ’era volgare si rese celebre Pedacio Dioscoride , il quale , dopo aver seguito il mestieredelle armi
,s’
add isse alla conoscenza dei semplici . A tale scopo visitò l’ I talia, la Grecia, e par te della Gallia
,
dei quali viaggi ne fu frutto un’
opera divisa in sei libri
,dove tratta di tutte le piante impiegate nella me
dicina,e dei succhi
,gomme e resine che se ne ricavano .
I materiali riuniti in essa servirono di base, p er lun
go tempo agli studi dei cultori delle scienze naturali ;e da Teofrasto e D ioscoride principalmente trasse le
materie Catone p er la compilazione del trattato De ReRustica . apprezzato assai dai suoi contemporanei . S i tennero eziandio in gran conto i precetti sparsi nei dodicilibri su l
’
agricoltura, e nel trattato su gli alberi di Lu
15
cio Giunio Moderato Columella nei qual i fa mostra dicognizioni estese
,e di buon criterio ,
Cornelio Celso , l’
I ppocrate dei Latini , ch e fiori sotto A ugusto
,Tiberio e Caligola consacrò il tempo della più
grande maturità della vita a questi studi ; ma i suoi libri d ’
agricoltura sventuratamente non sono pervenutisino a noi .
Ci rimane tuttavia superstite la storia naturale (H istoria Mundi) divisa in 37 libri
,del veronese Caio Pli
nio il vecch io : opera immensa,in cui sembra al dir
di Bufi’
on,d ’
aver misurata la natura e d’
averla trovatatroppo angusta in rapporto all ’estensione del suo Sp irito . N
’
attinse i materiali da più di 2000 volumi greci,
e latini ; ma poco critico e molto credulo non seppeevitarne gli errori , e ne seguì ciecamente i pregiudizi ,ed i superstiziosi racconti accreditati in quel l ’epoca.
Nei temp i degli ultimi Imperatori romani,e dei Prin
cip i Bisantini, p er 14 secoli . scrittori inetti limitaronsi
a commentare Plinio ; e seguendone le goffe credenzeaccrebbero oscurità in mezzo alle tenebre del medio evo .
L ’
araba farmaceutica composta quasi intieramente dipante officinal i ri chiamarono gli erboristi a questo stu
dio,e gli scritti loro servirono di testo e di modello ad
Oribasio,a Paolo Egineta, a Serap ione , a Bazis
,ad
A vicenna,a Mesne
,ad A verroe
,i quali con i l dare no
mi diversi alle piante,accrescendone la confusione
,ne
ritardarono sempre più i progressi . Infatti avanzavasi arilento la scienza p er questa sorta di cultori ; e dal tem
po di Ebn Baitar,il quale fiori nel secolo XIII
,sino
all‘anno 1532 una magra giunta venne fatta alle 1400
specie di piante già conosciute dagli autori greci , latini cd arabi .
16
Per trarsi dall’impaccio di tanti ambagi,su lo scorcio
del secolo XV si badò a meglio‘ conoscere ed esaminarei vegetabili ; ed all ’ uopo cominciaronsi a pubblicare le
descrizioni accompagnate da figure mu se in legno . Ilprimo tentativo ch e siasi fatto in questa materia fu nel
1486 dal tedesco Cuba nel suo Ortus .Sonttatts ,in cui
inserì cattive figure,le quali vennero migliorate alquan
to dal Leoniceno,ch e r iuscì a correggere alcun i errori
di Pl inio . Brunfels,nato in Magonza nell
’
ad0perarsi ezi
andio a purgarla dalla farragine‘ di migliaja di nomi vec
chi,barbari e ridicoli
,incise le p iante con disegno me
no equivoco . Questi esempi furono seguiti con m iglioreri uscita dai loro connazionali Trago
,Fuchs e Dodoneo ;
dai francesi Clusio e Bellonio ; e dal Fiammingo Lobel :Si distinse fra tutti l ’italiano Mattioli nei Commentari sullibro VI di Dioscoride pubblicati in Venezia nel 1554;che dipoi Fabio Colonna p er il primo . incise in rame conb uon successo .
Sino a quest ’epoca si era studiata la botanica su i libri e non su la natura; quindi le false idee , ch e d ilfondeva tale metodo
,ispirarono il pensiero d ’
attendere al
le piante vegetanti su la madre-terra,istituendo a tal
fine degli orti botanici . L’I talia ebbe la gloria di vederfiorire raccolte sotto il suo bel cielo piante di ogni ra
gione si indigene ch e esotiche ; e mosse dal consi glio diMusa Brassavolo
,il Duca di Ferrara A lfonso d ’
Este ne
fondò parecchi dei quali il più ricco venne detto il » »Bel- J
cedere. Non vi fu quindi in p oi città italiana di q ualcherinomanza che non volesse avere il suo giardino dellepiante . Padova fin dall ’anno 1545
,mercè la munificen
za dei suoi Dogi Micheli e Cornaro, ne ebbe una ricca
18
pm semplici, per lo che si operò un salutare cangia«
mento 111 questa sezione del regno vegetale . La s00perta dei vasi spirali fatta da H enshaw nel 166 1 ed i ritrovati sul tessuto cellulare pubblicati da H ook eccitaronole menti sagaci del Malpighi e del Grew p er compilarele loro opere veramente classiche; cioè la Anatome p lanta rum del primo e la The anatomy of the vegetables
begun del secondo .
Mentre ch e questi uomini sommi dimostravano l ’ intimastruttura dei vegetabili
,Morison
,Ray , Mahon ,
H eister ed
altri tentarono di ristorare la Tassonomia,o botanica si
atematica,ch e dovea prendere slancio novello sotto le
ispirazioni del Tournefort nato in A ix nella Provenzal ’anno 1656 . Il giardino delle piante
,stabilito in Mont
pollier da Errico IV servì a mettere in pieno lame i dilui talenti .Viaggiò a tale scopo nel Delfinato
,nella Savoja, nella
Linguadoca,nella Spagna
,nel Portogallo
,nell ’ Olanda e :
nell’
I ngh ilterra. Incaricato da Luigi XI V di visitare l’ Or iente
, p ercorso p er tre anni la Grecia,l’
Asia Minore,
l’
A rmenia,e con le piante raccolte compose un erhua
r io che lasciò p er testamento al Re,la quale raccolta
conservasi gelosamente nel Museo di Parigi . Commisela pubblicazione delle sue opere all’ abate Bignon ,
e la
più interessante porta il titolo I nstitu tiones rei herbar irw
I n essa le Classi sono fondate su i fiori e su i frutt1 ; 1Generi su i caratteri secondari degli organi istessi ao
compagnati da 451 figure rappresentanti i detti Generi : lo ch e p rodusse p er la scienza un
’
innovaziòne im
p ortante .
Nell ’anno 1 7 1 7 Dillenius gettò le prime fondamenta della
19
cri p togamia, cioè delle piante ch e hanno organi sesenal i po co apparenti , o nascosti
,e ne descrisse un gran nu
mero di questa specie dimenticato dai suoi predecessori ,cui annesse del le buone incisioni nella sua H istoria Mus
‘
co_
rum stampata in Ox ford nel 1 741 .
L ’
ep oca del Linneo segna il punto culminante e più 111minoso dell
’
istoria naturale; questi dotato d’
animo fermoed intraprendente nel S istema Natura abbracciò con
il vasto suo ingegno non solo i vegetabili,ma tutti i
corpi della natura,ch e acquistoi a buon dritto il tito
to di Principe dei Naturalisti .A ncor giovane eletto presidente dell
’
Accademia diS tokh olm e cavaliere della stella polare
,promosso indi
a professore di botani ca nell’
Università d’
Up sal procuròarricch irne i l giardino di nuove piante . E siccome ilTournefort aveva perlustrato le parti meridionali dell’
Europa, Linneo diresse le sue erborazioni verso le al
genti contrade del Nord . Ne pubblicò i risultati intitolandoli con .il nome categorico di Flora; cosi disse Flo
ra Svecia i l libro dove particolereggia le piante svedesi ;Flora Zeylanica il trattato in cui descrive quelle che Paolo H ermann avea trovate nell ’isola di Ceylan; e Flora
l ’opera pubblicata depo l ’escursione intrapresall
’
anno 1 732 per la Lapponia; arricchendo la botanica536 piante non conosciute sino a quel tempo . .
R iformatore del metodo di Tournefort n’
estese uno
novello basato su il sesso delle piante che divise“
in Classi,suddivise in genere , e — queste in isp ecie . Le parti diffe
r enti della fruttificazione gli apprestarono le regole che haseguito nel classificarlo ; lo che ha fatto con tanta aggiu
statezza e discernimento ch e ciascuna pianta pare che si
20
vada, per dir cosi , a collocare da se stessa nella classe che
le si conviene . I botanici hanno riconosciuto dei vantaggiassai nel sistema linnejano , ch e fu
'
accolto con vivo ontusiasmo quasi universalmente .
I n quell ’ epoca la nomenclatura botanica trdvavasi tuttavi'a molto imperfetta ; avvegnachè il nome di ciascuna specie esp rimevasi con lungo strascico di frasi inutili e spesso improprie
,imbrogliate in tale modo da ren
dere la scienza confusa e dif ficile . Or Linneo,meglio che
Tournefort,stabiliti i limiti de1 generi e delle specie
,
diede un nome invariabile e convemente a ciascun ge
nere; questo nome appropriò alle singole specie , cui appose
, p er distinguerle , un aggettivo particolare .
Merce un tale ritrovato quanto ingegnoso altrettantosemplice
,egli trasse il linguaggio botanico dalla confa
sione'
e dal disordine in cui l ’ avevano lasciato i suoipredecessori ; ed è oramai da più di un secolo
,ch e 1 ho
tenici riconoscenti sieguono a calcare senza cangiamen
to notabile le orme luminose ch e questo gran maestroha segnate nella scienza dei semplici .Prova novella del suo esteso colpo d ’
occhio si ha nel=
la opera Classes Plantarum in cui tentò distribuire ilregno vegetale in famiglie naturali . Vi si accinse del
pari il suo contemporaneo Adanson pubblicando un la
voro scientifico con il titolo Fami lles des p lantes che
non ottenne il suff raggio di cui era degno : maBernardodi Jussieu meditava una disposizione naturale dei ve
getabili molto superiore a quella di Magnol, di Ray ,di
H eister e di quanti altri l ’avevano preceduto,movendo
da principii più filosofici e soprattutto dall ’ importanzarelativa dei caratteri .
2 1
L ’
anno 1699 segna l ’epoca del nasamento di questo
h omo singolare avvenuto in Lione; ed i suoi talenti p er
la botanica gli procurarono la carica di dimostratoredelle piante nel giardino del Re ed un posto nell’Accademi
a delle Scienze di Parigi . La modestia di Jussieuera estrema e non arrossiva rispondere alle quistion idiffi cili ch e gli si proponevano “
I o non lo so . A ffabile e
Comunicativo con i suoi alunni,dava mostra di essere
i l vero amico della scienza. Eglino, p er rendere palese
1’
à sagacia del loro maestro gli p resentavano delle p iantemutilataespressamente p er sformarne i caratteri ; mach e , il Jussion non mancava di conoscere di leggierinominandole , indicando il luogo della loro origine e le
proprietà ch e le distinguevano .
Venuto in Francia il Linneo assistendo un giorno alleerborizazzioni di
“
Jussieu gli allievi di lui vollero tentarel’
istessa prova con il botanico svedese,ch e lor d isse
francamente: Non vi ha che Dio ed il vostro maestroch e sia capace di spiegare le p iante a questo modo .
Il Jussion,dopo essersi affaticato assai p er lunghe
dagini’
e r iflessioni,pose termine alla sua opera im
ortale Genera Plantarum; ma non si diede alcuna brigapubblicarla. Ciò fece
,dopo nove anni della di lui
orto,Antonio-Lorenzo di Jussieu suo nipote ; e sul
orito di questo sublime lavoro basta ricordare‘
ch e i lnaturale lungamente ricercato invano dai beta
ci p iu rinomati vi si trova compiutamente e sol idaente stabilito :I n questo frattempo le Opere impareggiabili di Lamarckdi
‘
Jacqìi in ,i quali entrambi possedevano in grado
ente il talento di descrivere le piante rare telisco» l
2 2
nosciute nei p iu minuti particolari , diedero novello impulse alla botanica descrittiva : accresciuto dall ’ aseendente che prendevano le sp edizmni eziandio fuori d
’
Eu
ropa,destinate dai Governi p er andare in traccia di piante
’
novelle .
Mentre il celebre Adanson sp ingeva le sue erboriza
z10n1 nell’A frica occidentale
,lungo le rive del Senegal
il successore di Linneo Thunberg perlustrava il Capo diBuona Speranza e del Giappone ; Loureiro la Concincina,Swart le A ntille A 11hlet la Gujana Mutis l’ Americaequatoriale
,Peron e Ruiz il Perù ed i l Ch ili .
I l museo di Parigi era arricchito da immense collozioni di nuove p iante inviate da Commerson
,il quale ‘
aveva percorso quas i tutto il globo . I n Calcutta un vasto'
orto botanico si fondava con le piante somministrate daRox burgh
,ch e protetto generosamente dalla Compagnia
de lle Indie perlustro il Bengal e rese di pubblica ragione1 sum lavori sul regno vegetale di quella estesa contrada.
Sul cominciare del secolo presente l ’ interno del l ’ A lger
'
ia era visitate dal naturalista Desfontaines ; ed il DuPetit Thouars solo affrontava le coste inospital i del malsano Madagascar . Eseguivano in pari tempo il loro ce
lebre e periglioso viaggio nell ’interno dell’Americà H umb old e Bonpland
,ed affin di raccogliere i materiali
p er la Flora dell’
Australasia il naturalista Brown ed i l
p ittore Bauer fecero lunga dimora in quel paese .
Due celebri botanici siciliani , Francesco Cupani e SilvioBoccone “ponevano la loro isola natia al livello delle altrenazioni in ordine alle scienze naturali cbn le loro ricer-î
che e coi molteplici viaggi . 11 primo nato in Mirto l’anne i 11637 scorse ‘ replicate volte la Sicilia; e nell
’
indagare
2 3
le virtù delle piante fe palesi gli errori invalsi p er l’ i
gnoranza del volgo , ne dimostrò le ver e proprietà igieniche ed arricchì la Flora sicula di un gran numero dipi ante; del ch e dà ragione nelle opere diverse pubblicate da lui : così nel Catalog am p lantaram sicu larum
noviter adinoentarum ; siccome nel Syllabus Plantarum
S ieilue nup er detectaram,e finalmente nella H istor iam
Natura lem sicu lam etc.
Silvio Boccone da Sciacca portò p iu lungi le sue scientifich e peregrinazioni; al qual
’
u0p o recossi in Malta , nellaCorsica
,nell
’
I talia continentale,nel Belgio
’
,nella Bret
tagna,nell
’
Olanda. nella Francia nella Germania ed in
altre provinci e e regni . I grandi vantaggi arrecati allascienza gli ottennero l
’
amicizia e gli enOomii dei più celebr i botanici contemporanei ; onde fn salutato a ragionedal Presidente dell’Accadem ia dei
‘
Curiosi della Naturain Germania con il nome di Plinio dei suoi tempi . Puhblicò p iù di dieci opere su diverse materie botaniche
,e
le p iù interessanti portano il titolo I cones et Descr ip tionesrar iorum Plantarum
,Museo di p iante rare della S icilia
Malta,Cors ica
,I talia
,Piemonte e Germania con figure
incise in rame,Osservazioni Naturali ove s i con
ono mater ie medico-fisiche e di Botanica ec.
perfezionamenti introdotti dall ’'
Amici nella costrue del microscopio
.
contribuirono non poco all’
avanento della botanica descri ttiva mercè gli importanti
nell’
anatomia delle piante e nei fenomeni delleioni . Imperciocch è più non si dubitach e lo stufamiglie naturali deve tenere p er base la cono
i e la relativa loro importanza,che ne
reciproche .
24
Ebbene , p er procedere con metodo in tale ricerca èdi mestieri conoscere le
,
leggi ch e governano la formadegli esseri organi ci ; quindi la simmetria dei medesimiè divenuta nella botanica ciò ch e nella chimica è l’affinità
,massm e dopo che il De Candolle ne ha dimo
strato il bisogno nella sua Theor ie élémentaire de la
botan ique.
Merita pure d ’
essere ricordato,come prezioso e re
cente acquisto,l ’ applicazione della chimica organica alla
fisiologi a vegetale ; ed in questo generale movimento si
affaticarono laboriosi botanici a metterla in pieno lumecon nuove scoperte . Sono degne della fama ch e …godono
le ricerche di Martens sul colore delle piante ; di Moore Stendel su le graminacee; di Magnus su la nutrizionedei vegetali ; di Talasne su i Fungh i , Licheni e
’
Tartuf fi.
Svolgendo con vedute più estese questo argomentoSoubeiran fece vedere l ’ufficio dell’H umus e degli mgrass1nell
’
alimentazione delle piante; Payer sparse nuovi lumisu parecchi fenomeni della Organogenia ,
e Ruff sciolsela quistione insorta dietro l’esp erienze d i Wartmann e
Becquerel,che le piante comunicano elettricità negativa
all ’aria e positiva al suolo .
Il Ville combattè Boussingault,le cui ri cerche stabi
livano come l ’azoto esistente in istato libero nell ’ atmosfera non possa essere assimilato alle piante ; ma ch e in
vece lo ricevano dai concimi,dall
’
ammoniaca,dai prin
cip ii organici , recati loro dall’
acqua delle piogge e dal
l ’ aria ambiente .
Nè fu punto trascurata la geografia botanica; conciossiaeh è vennero visitate le A lpi dal Tournefort‘
ne da altricelebri botanici
,ed il Duhy s
’
occupò ad illustrare la.
CAPO I I .
DELLE PA RTI PR INCIPALI ED A CCESSOR IE DELLE PIANTE
Oh pur triste e malinconica doveva apparir la terranella sua originaria aridità ! "
Era come steppa immesu
rabile non rabbellita da fiore alcuno,dove non germi
nava un sol filo d ’
erba. Ma qual magico spettacolo ora
mai presenta nel vederla adorna di un numero prodigioso di piante tinte del colore ch e armonizza tanto con
la potenza visiva,tapezzata riccamente di fiori d ’
ogniragione , i quali profumando l
’
aria con olezzanti emanazioni la rendono sana e re5p irabile .
Or dirigendo lo studio a questa importante sezionedel triregno della natura
,dirò anzitutto ch e la p ianta
,
nel suo analitico svolgimento risulta da un complesso dielementi solidi e fluidi privo di moto spontaneo e disenso che cresce
,si propaga e Sl rinnova con leggi oo
stanti e bene ordinate . Questo ordine eziandio s’
ammira nelle diverse specie
,le qual i
,con limiti stabiliti pas
sano insensibilmente dall ’albero al frutice e dal fruticeall
’
erba.
2 7
Vanno'
classate sotto la categori a d i p iante erbaceetutte quelle non aventi fusto e la cui sostanza è mollecarnosa
,o membranacea. Quando p oi partecipano dell
’
erbaceo e del legnoso
,ch e crescendo a piccola altezza for
mano cespuglio,diconsi suffrutici . Le piante fruticolse
sono dure affatto,o legnose , le quali s
’
olevano a mag
giore altezza emettendo dalla radice varii fusti di grossezza diversa. Gli alberi infine
,ch e sono la produzione
più grande del regno vegetale,producono un tronco le
gnoso diviso in rami adorni di gemme .
La vita vegetativa delle piante è p iù o meno lungaa seconda la maggiore o minore
‘
solidilà delle parti organich e ch e le compongono . Così gli alberi d ’
alto fustovivono dei secoli e diconsi p erenni ; quantunque i botanici sotto questa classe vi comprendano tutte le piantech e protraggono l ’esistenza loro al di là di due annianzi si dà lil nome di perenni a quelle ancora dellequali perisce il fusto ma si mantiene viva la radice .
Piante biennali ap pellansi le altre ch e estendono il loroperiodo vegetativo a due anni : nascono e crescono nel
primo,nel secondo fioriscono indi muoiono . Tutti i ve
getabi li finalmente che nascono e periscono dentro l’
anno
diconsi annui o annuali,nè mancano di quei ch e vivono la
vita dell’etfimera,la cui esistenza e limitata ad un giorno
solo,come le Muffe
,e certi Funghi .
Questa potenza di vegetare è l ’ anello appunto ch e
lega la pianta al regno animale nella gran catena degliesseri creati ; e la deficienza assoluta della forza motricene costituisce un ramo scientifico separato . Per fermosono oggetto dell ’ I ttiologia gli esseri viventi ch e nuo
tano e guizzano nel liquido elemento ; dell’
Ornitologia ’
28
quelli ch e libransi leggieri p er l’
aria e rapi di in essasciolgono il volo . I ndrizza le «
sue indagini la Zoologia su‘
gli animali ch e strisciano , camminano , corrono su la su
p erficie del tellurico globo . La botanica però occupa3 1esclusivamente su l ’ organismo dei corpi , cui e negato
ogni moto spontaneo,e fissi si tengono attacati con tanta
forza al suolo da non temere sovente il violento sbuffodell ’uragano e la forza sovvertitrice della bufera.
Il Candice discendente ossia la Radice,parte inferiore
della pianta,serve di base
,ed acquista una grandissima
forza progressiva in ragion diretta del profondarsi ch e fa ed iramarsi sotterra. Or nella radice d istinguonsi due
membri il fittone O radice maestra,ch e scende in al
cune piante perpendicolarmente,e le radicelle o b arbe
ch e serp egiano d’
ordinario p er ogni verso .
Quando le piante hanno le radici loro riposte dentroterra diconsi terrestr i; se l e attaccano alle rocce
,ai mu
ri s’ap pellano Sassatili ; ch iamansi acquatiche allorchènuotano immerse nell ’acqua; e quelle ch e le insinuanonelle altre piante e vivono a scapito di esse — vengo
'
no'
distinte con il nome di p arassite. Vi hanno però dei vegetali non aventi foglie nè fusto , i quali sembrano tuttiradici tali sono i Tartuffi . Il colore delle radici è '
vario
assai essendovene di bianche , di' gialle. di brune , di rosse
e d i quasi nereLe parti che si distinguono nelle medesime sono tre
La superiore ch e è la parte interposta tra la radice ed
il tronco,detta collare
,colletto o nodo v itale ; un lieve
stringimento locale e la direzione delle fibre affatto p ropria lo fa conoscere . Desso è come il cuore
,0 centro
”
della pianta ch e le dà esistenza ed attività vegetativa
29
e se si guasta per caso o si corrompe perisce la p ianta.
Costituisce la parte media il corpo della radice , la qualeha s
'
olidità diversa e forma dissimile . Le barbe infine destinate ad assorbire i succhi nutritivi ne determinanola parte inferioreLa sua struttura e semplice
,poco differente dal tronco ;
avvegnache ha la propria corteccia ch e inviluppa le fibre legnose racchiudenti la polpa cellulare che è il corpoo Rizoma di essa. Mistris Ibbetson pretende che tuttequeste parti siano composte quasi intieramente d ’
Epi
dermide divenuta compatta,di poca scorza esteriore e
di molto legno .
Non tutte le radici intanto sono della medesima struttura e forma; anzi sotto questo riguardo sono classate in
quattro gruppi p rincip ali r cioè Fibrose perchè emettonomolte sottili barbe; Tuberose quando i nodi delle ramificazioni svi luppano delle gemme producenti nuove piante; Rotonde, ovvero ovate allorch é s
’
accostano alla forma
sferica, oppure alla ellittica; e Fusif ormi diconsi quelleche allungansi e si stremano verso la punta.
Se il Candice discendente , profondandosi sotterra rifuggela luce
,l ’ascendente
,in contrario slanciasi in alto e con
avidità va incontro al detto imponderabile . Questa partesuperiore della pianta, che ha princip io nel nodo vitalee termine nella fruttificazione vien chiamato Erba dalLinneo
,e Cormo dal Wildenow; ma più comunemente è
detto Fusto .
Vi sono cinque specie p iu notabili di fusti : cioè il Tronco il cui fusto legnoso di forma presso ch e coni ca innal
zatosi a certa al tezza si divide in rami e ramoscelli , ilcui complesso forma la così detta t ima dell ’ albero . Lo
b‘
tip ite h a il fusto squaminoso quasi cilindrico terminato
30
in cima da un fascio di fogli e come nella Palma e nellaJucca. Il Calmo è vuoto nell interno rinforzato da nodi
,
0 rip ieno di midollo con sottili foglie aguzzo , che gli 81attortigliano interno ; le che è proprio delle graminacee;se p oi il fusto manca di nodi distinguesi allora con ilnome di Calamo , le cui foglie partono tutto dalla base epropriamente dal ceppo della p ianta; cosi sviluppasi neigiunghi e nei ciperi .Lo S telo o Cau le da ultimo è proprio delle piante er
bacee ; il quale bisogna distinguere dallo Scap o o Gambo
dei fiori p oich é lo stelo ergesi nudo dal Balbo ingh ir
landato di essi : ne pongono esempio i Narcisi e la Belladonna.
Ar restiamoci p er poco a studiare la notomia comparatadelle p arti organiche dei cennati fusti , massnne dei le
gnosi , ossia Tronchi . Son questi vestiti di fuori da una
sostanza detta scorza, la quale è ricoperta da membranasottile
,e secca appellata Ep idermide. L
’
invilupp o o stratocellulare succede alla epidermide formata da materia spu
gnosa, p er lo più di colore verde cupo . L ’
ufficio di taletessuto è di lasciare libera -la traspirazione della pianta
,
umettare la corteccia ed imp edire che si risecchi .Indi le fibre longitudinali frastagliandosi con altre fibre
laterali formano . una rete le cui maglie sono più grossee più rade negli strati esterni , più fitte e più sottilinegli interni .Questi strati precisamente p iù molli e flessibili forma
no il Libro, 0 la parte interna della scorza.
Dalle parti della corteccia a contatto del Libro si offre come una Spalmatura d ’
umore rappreso , ed è il succonutritivo di tutti i tessuti , e materiali della pianta dettoCambio .
31
Togliendosi i l complesso corticale , si mette a nudo la
parte più solida o più dura del tronco,ch ’è il legno
,nel
quale si distingue l ’A lburno parte men dura men pe
sante,e men colorita del corpo legnoso ovvero anima
del legno .
La corteccia ed il legno crescono ogni anno di nuovistrati
,i quali si sovrappongono con andamento inverso
,
’
il legnoso dall ’ indentro al di fuori,il corticale dall ’ in
fuori all’ indentro,inguisachè gli strati si formano sem
p re a contatto fra loro . e tanti strati vi hanno così nellacorteccia come nel legno
,quanti sono gli ann i della pianta.
Nel centro del corpo legnoso stà riposto p er ultimo ilmidollo ch ’è una massa amorfa - composto di cellule dellamedesima natura della sostanza cel lulare della corteccia
,
differendo solo p er ilp
suo colore bianco lucente di unaleggiera tinta verde a contatto del cerchio legnoso . Nel
tubo ch e contiene il midollo vi sono disposti in giro ivasi linfatici
,nei quali si pretende che risegga la forza
vitale della pianta,perciò dall ’ I bbetson tale distribuzione
circolare di vasi fu detta Cerchio vitale. Intanto gli autori dell ’età nostra sono di accordo con il Decandolle nelritenere il midollo come un deposi to di sostanza nutritiva destinata a somministrare il primo elemento allegemme
,dove si contengono i rudimenti di tut ti gli or.
gani che hanno a comparire sul fusto e sui rami . Ogunna di queste gemme
'
prende origine da un filo,0 b itor
zoletto di tessuto cellulare,entro cui Sl organizzano le
fibre ed i vasi a spese dei material i contenuti nelle cellule del midollo
,il quale per rispetto agli organi nascenti
del f usto e dei rami fa l’of ficio dei Lobi , ch e racchiudonola… piumetta
, o radichetta del seme; cosicché il Decandolle
32
non esitò chiamarlo il Cotileolone della gemma: ed infattile piante le quali mancano di midollo mancano puredi rami .Tutte le descritte parti non sono esclusivamente p ro
prie dei fusti legnosi , ma eziandio delle piante erbac ee ;avvegnache è d ’
uopo tenere in mente ch e esse sono es..
senziali a tutti i vegetabili . Infatti Sl rinvi ene in essela Corteccia
,il Corpo legnoso
,il Midollo
,ch e nel Ca lmo
delle piante graminacee tapezza il cavo interno del p roprio fusto .
I tronchi,gli stip idi , i culmi , gli steli , i gambi del ve
getale non sorgono dal suolo nudi e disadorni,anzi p a
recch i hanno delle parti che vengono considerate comesecondarie ed accessorie . Tal
’ è la S tip ola ,quasi si d i
cesse pi ccola paglia,ch ’ è una squamma ,
ed appendicefoliacea situataalla base , ovvero all
’
inserzione delle Verefoglie come può vedersi nella Bosa, nella Passiflora , nelPisello ecc. Quando la S tip ola veste e circonda
,sostie
ne e fortifica il Fusto ,allora vien detta Guaina ; così
nellaMusa Paradissiaca, nella Canna, nell’
Orzo,nel Fi
nocchio .
Se poi l’
involucro non è fesso come nella Guaina,ma è
chiuso a tubo,appellasi in tal caso A stuccio
,di tale na
tura è nel Rabarbaro,nel Romice
,nei Ciperi . Se le foglie
fiorali,dette altrimenti Brattee appartenenti alla Stipula
si riuniscono a guisa di pennacchio,allora prendono i l
nome di Ciuj a o Corona; come si osserva nella Lavandola
,nella Frittellaria
,nella Vedovina con il Ciuffo . S i
appellano eziandio le Stipole,Mesto le o Spata quando sono
confermate e mestola,a cucchiaio a Spata ; così nella
Giunchiglia,nella Cipolla
,nel Narciso . Inoltre al cune
34
chiusa tra inviluppi scagliosi membranacei , o carnosi app ellati dal Linneo Sve
'
rnatoi,i quali sono di due specie
cioè Bu lbi e Gemme. Il Bulho .
'prende comunemente ilnome di Cip olla ,
avvegnache la “ pianta di tal '
nome e
le Gigliacee ne vanno munite; cosi'
dicèsi la Cipolla diNarciso , d i Giacinto , di Tulipano p er esprimere il lorobulbo . La Gemma
,ossia Occhio è lo Svernatoio attaccato
al fusto,o ai rami coperto di squamme ,
come sul Ca
stagno,sulla Quercia
,sul Nocciole . Or secondo le osser
vazioni del Bonnet pare incontrastabile ch e gli Svernatoi siano composti delle parti stesse del la pianta ,
con
ciossiach è la contengono tutta raccorciata e ristretta co
me in miniatura.
In uno svolg imento elementare di fotografia botaniea non bisogna omettere la fogliazione ch e avviene su leradici
,sul fusto
,
‘
c sui rami del vegetale , il quale brillante fregio lo adorna e veste come da ricco p aludà
mento s u cui si stemperano tutte le tinte d el verdedal più forte e tagliente sino alle p iù dolci e morbidetinte di esso . Le foglie a dir breve sono delle espansmm ,
della sostanza corticale , le quali svilup pansi riunite in fa”
scetti fibrOsi . O r se questi fascetti subi to dilatansi ve
nuti fuori,ed avvolti tra il tessuto cellulare si stendo
no ' ia lamina,non si produce il così detto Gambo , ,e Pio
ciuolo ; se p oi r imangonsi affasciati p rima di espandersi ,tale prolungata riunione di fibre e quella ch e costituisceil Gambo .
I nervi o costule ch e scorrono‘ Simmetricamente p er
la lamina delle foglie sono i p rimi a f ormarsi,dalle qual i si dirama una rete di fibre legnose le cui maglie : so
no riempite d ’
un tessuto cellulare che ha -nome“ di Pa
35
reneh ima . Tutto i l cennato apparecch io e protetto dal
l’
Ep idermide , ch e h a dei vasi e dei pori p er la trasp i
razione della p ianta e p er ricevere dall’
atmosfera i gasnutritizii
,la qual doppia destinazione rende osservabile
,
la differente struttura delle facce della detta foglia,dappo i
che la superiore rivolta al cielo è più for te p iù lisciae lucida ch e l ’ inferiore riguardante i l suolo la quale è
p iù scura, rugosa e vellutata. Le foglie,ch e sbucciano
,
dalle gemme nate all ’ ascella delle foglie vecchie,a breve
.tratto soffrono un interrompimento chiamato articolazio
ne ; queste sul terminare dell’autunno si distaccano dallap ianta dette perciò foglie caduche : quelle che tali nonsono vi rimangono attaccate ancorchè appassite e disor
ganizzato , distinte con il nome di foglie persistenti ; nedanno esempio le Palme , le Zucche , le Gramigne .
E d ’
u0po distinguere anzitutto la foglia semplice dalla«
composta. La prima ha la sua lamina intera e ciascunae sue divisioni non è articolata sul Picciuolo . La for
ma più schietta è la lineare,cioè quando la lunghezza
è uguale da p er tutto . Questa si cambia in bislunga al
lorche il Parenchima si allarga alquanto nel mezzo ; edlargandosi maggiormente costituisce la così detta foglia
a,e che p er l
’
espansione un pò più grande si tra
in Orbiculare. Se p oi la detta dilatazione avvienesibilmente da basso in sù — la foglia dicesi Orata la
,tutto le volte ch e va assottigliandosi ed appuntan
si,si appella Lanciolata; e Lesinif orme se si prolunga
'
una punta assai,lunga e sottile.
Prende la foglia il nome di Cuneif orme se e largarso l ’apice e ristretta alla base ; di Sp atu lata quandocuneiforme è appuntata verso l ’ apice ed allungata e
36
ristretta nella base amò d i Spatula ch irurgica. La si appella Cordata o Cuoriforme
,Saettiforme
,A stata
,Renifor
nie,secondo che presenta la forma di un cuore
,di una
Saetta,di un ’
asta,di un rene .
I n ordine al margine o bordo dell ’ i stessa le si dannonomenclature d iverse; così quando è priva affatto di p imta ch iamasi Ottusa : ch e se è intaccata all ’estremità dist inguesi con il nome di Smozzata , e se il sono è alquantoprofondo la si nomina Smarg inata , la quale si cangia infoglia Bifida, Bipartita a proporzione ch e la smarginaturava più inoltrandosi nel Lembo ; ma se presenta più fenditure
,dicesi Bifida, Quatrifida ecc.
,cosi Lobata
,Triloba
, Quinqueloba, Spartita, Tripartita, Quinquepartita; ed allorchèle fenditure sono disuguali essa si chiama Fras iag liaz
‘
a .
Il bordo delle foglie può essere nudo o vestito di pelio rigido di
‘spine,e dicesi
'
allora la foglia ciliata Spinosa.
Le(
si dà il nome di Dentata,Crinita
,Seghettata
,quando le
punte sono disposte a gu isa di denti , di . crin i,di denti
di sega; che Se molto vi si profondano si dice Fossa.
Tenendo in considerazione la superficie delle fogliesta può essere Liscia , Lucida, Glama, Rubescente ,Ispida
,Feltrata
,Cotenosa, Viscosa, Screziata, Pelosa,
p illosa, Scabra, Traforata.
La sostanza o polpa delle foglie costituisce altreversità ; le principali sono la foglia Membranacea la
r iacèa,e laCarnosa o Grassa .
A llorché i fascetti fibros i nell ’uscire dal Picciuolomangono interrotti in guisa che la foglia p uò ess
spartita in p iù pez‘ zi senza lacerazione
,essa si dice
posta, quando anche costasse di due pezzi come 11
rancio . Nella foglia composta i singoli pez' zi sono
3 7
cati ’con il nome di Fog lioline; ed il Gambo dice si in
tal caso Racch ide. Le foglie,composte si dividono in
Pennate o Palmate,secondo che le foglioline sono di
sposte sulla racch ide come le barbe d i una piuma, ov
ve ro lcome le dita della mano,dette allora D itate.
' Le . foglie pennate son distinte ancora con i l nome diUnijugh e , b ij ughe , tr ijugh e , quatrijugh e ,
moltijugh e a
norma ch e costano d ’
una sola cop p ia , di foglioline , ovvero di due tre
,quattro
,o più coppie . A ccade inoltre ch e
l a Racch ide prima di dare attacco alle foglioline si di° vida in rami d ue 0 più volte
,e se la divisione dà luo
go a una sola serie di fogloline la foglia d icesi Camp osta
,se h a due serie R icomposta , se h a p iù serie A rci
compostaPer il sito ch e occupano prendono altresì il nome
di A lterne quando son disposte a Spirale di Opp osto quando son rimpetto l ’una all ’altra
,di Vertacellate o S tellato .
Se vi aderiscono in linea orizzontale O in forma di anello . Tutte le testè notate nomenclature bisogna te
mere in molto conto avvegnache forniscono i '
necessar i
elementi alla Bo tanica descrittiva,e danno la primaria
caratteristica a fin di distinguere le specie diverse dellep iante .
R ivolgo adesso il ragionamento sulle funzion i cu i sonodestinate le foglie { esse appartengono agli organi dellanutrizione e concorrono con le radici al mantenimentodella pianta. Le foglie durante il giorno assorbono il gasacido carbonico Sparso nell ’atmosfera
,e sotto l ’azione della
luce solare lo decompongono ,trattengono
,il carbonio
ch e si fissa nel parenchima e restituiscono l ’ ossigeno’
all ’aria ambiente .
38
Per fermo e necessario che la pianta si assimili ilcarbonio conciossiach è uno
'
dei principii più semplici d icui componesi la sostanza immediata dei vegetali e questo elemento
,il quale non può penetrare in essi nella
originaria sua purezza,si perché tale non esiste in natura
come ancora p erché in questo stato non e solub iler ma
combinandosi con l ’ossigeno passa allo stato di gas acidocarbonico
,e ch e p er conseguenza può allora essere as
sorbito dalle foglie .
Ricche e moltep lici sorgenti possono somministrarlo
in copia e p er verità le sostanze a nimali'
e vegetabili inputrefazione
,i carboni metallici decomposti in natura
dai solfuri e dai solfati,tutti i corp i ch e ardono tutti gli
animali ch e respirano versano nell ’ atmosfera un enorme
quantità di gas acido carbonico . I l carbonio depositatonelle cellule del parenchima si combina coll
’
ossigeno e
con l ' idrogeno,e dà origine alle gomme
,alle resine
,,ai
olei esenziali,alla Legn ina , e ad un
’
altra sostanza particolare ch e dona il color verde alle foglie .
Il color primitivo di queste è il bianco o leggermentegiallastro
,e tali rimangono nell ’oscurità perfetta; ma e
spos te alla luce solare rinverdiscono,e di un color più
vivo son quelle che ne sentono l ’azione in tutta pienezzameno le altre che si sviluppano al coperto
,come osser
va il Mustel . H avvi racch iusa nel parenchima delle medesime una sostanza colorante
,cui De Candolle diede
il nome di Cromula,la quale messa in azione de lla
luce solare si diffonde p er la pianta e la colora; la mag
giore o minore quantità di questa sostanza,l ’ azione più
o meno diretta della luce determinano le diverse gradazioni di verde che presentano le superficie delle foglie .
39
L 1ufluenza della luce sul fenomeno della colorazionee ben constatata dalla esperienza, sia ch e provenga direttamente dal sole
,sia ch e derivi dalla luce Sparsa del
giorno,o di una lampada accesa. H umboldt h a fatto
rinverdire il Nasturzio (Lep idum sativum ) esp onendoloal chiarore di una lampade . De Candolle afferma di averdato il colore verde all
’isteSsa pianta p er mezzo di sei
lampade ardenti poste alla d istanza di tre decimetri .Osservò ancora ch e questa materia colorante suppone
dei vasi proprii ch e la contengono , i quali ben si vedononelle foglie del Carciofi o
,della Celidonia
,e massime della
A loe soccotrina,ch e tagliata orizzontalmente vi si scorge
in tanti punti colorati Sparsi nella sostan z
a muccosa delParech ima. Che vi siano i vasi del succhio è man ifesto
p er la nutrizione ch e in esse succede,e p er l
’invigorirsi
ch e fanno inaf fiandole,ovvero immergendone i l Piccine
lo nell ’ acqua, Io che non potrebbe avvenire per altromezzo dei vasi infuori delle fibre legnose
,diramati nelle
costole e nei nervi della foglia.
Vi Si trovano da ultimo tra gl’
interstizn reti colatidelle fibre delle lacune
,Ossia otricoh r ipi en i di aria e
si riscontrano chiaramente tagliando le foglie della MezzaSor‘da
g(Typ ha major) , il Picciuolo della Zucca e dei Popoui . Per le diverse funzioni fisiologiche
,cu i sono destinate
le foglie a ragione vengono'
considerate come tante ra
di ci aree; dappoiche le foglie sono ai rami,ciò ch e le
barbe capellari alla radice trovando nell ’ a tmosfera un
nutrimento abbondante,quindi tutto ciò che ho detto su
tale a rgomento è applicabile in qual ch e modo alle radici,
e che per evitare inutili ripetizioni ho differito avvisatamente ricordarlo in questo luogo .
CAPO III .
F IOR ITURA FRUTTIF ICAZIONE E SEME DELLE '
PI .…TE
Un caro argomento mi propongo di svolgere nel p resente capo ; dirò dei fiori
,smagliante e delicato lavorio
della natura,su cui la luce scompone i più gai e bril
lanti colori del suo prisma.
I fiori sono la delizia delle anime sensibili,e spargo
no un magico incanto su tutti gli stadi dell’
umana esi
stenza:I fiori si sospendono
'
alla culla del neonato , i‘
fi0ri in
ghirlandano le roride tempia dell ’ innocenza ,i fiori a
dormano il talamo d ’ Imene i fiori p rofumano le abitazioni domestiche
,i fiori olezzano tra le mense conviva
li , i fiori allegrano i nostri d ‘
i festiv i,e sull
’
istesso freddo marmo degli estinti si spargono dei fiori .Quella produzione dei vegetabili generalmeh te colora
ta e per lo più odorosa,che
'porta gli organi della riproduzione distinguem con tale nome; i quali organ i sessuali stanno riuniti sopra un ricettaco lo comune .
Ch iamasi S tanze l ’organo sessuale maschio , e Pisti llo
42
nel contorno,nella forma
,e nella consistenza. Questo
foglio'
dotte Brattee non bisogna confondere collo fogliofiorali
,le quali d ittériscono dallo voro foglio
,perchè più
p iccolo e più ravvicinate al fiore”
,come già h o fatto
osservare . Le Brattee che ricoprono i l fiore prima disbocciare
,ch iamansi Sp àte le quali altro non sono che
un invoglio membranaceo ch e avviluppa uno o più fiori ;lo Palme
,gli A ri
, gli A gli no sono provveduti .A l dischiudersi degl i inviluppi
,che lo racchiudono
,si
osserva lo S tante contornato dal Calice o dalla Corollach e comp onesi di filamenti torminati da un globetto e
piccola borsa contenente la po lvere foci ondatrice ; Io che
e ben visibile nel Giglio ,h ol Papavero , nello Stra'
moni‘
o .
Lo Stamo adunque costa di tre parti cioè del F i lamento,
della Antera ,o del Pollino . Il Filamento o un sostegno
filiforme che sorregge l’Antera il quale in alcuni fiorie velloso come nel Tassobarbasso
,in altri elastico come
nella'
Pariotaria, in parecchi irritabile come nella OpunziaLa maniera diversa con cui il filamento si attacca
o si inserisce nel Calice presenta delle varietà necessar io a sapersi . Dicesi I poginio il filamento
,ch e emerge
al disotto dell’Ooar io come nei Ranuncoli o nello Gramigno ; Periginio quello ch e trovasi disp osto intorno al
l’
Ovario sul medesimo piano orizzontale,co sì nel Posco
o nella Rosa; Ep iginio cioè posto noll’
Ovar io‘
. o no offrono esempio lo Orchido , o lo A ristoloch ioo .
L’
Antera simile ad una capsula momb ranacoa occupala parte superiore dello Stamo costa di ordinario didue parti a guisa di borsette appiccato l ’ una all
’
altra
per il dorso o per un corpo intermedi o ch e chi amasi
connettivo . Esso variano per la figura ossondovono delle
43
Globoso, delle Bislungh o , delle Saettiformi . A ltre diver
sificano p er la struttura, o diconsi Bitte quel lo ch e sono …
attaccato alla cima del filamento p er la base; Girabil ile altre che muovono a giro sull ’estremità del medesimo
,come su d
’
un porno ; Bilicato allorchè poggiano con
i l loro centro sulla punta del Filamento a mò di bilance
,così p er tal diversità di posizioni son detto A dese
,
Nane Gemelle,Serp egg ianti , e Correnti .
Le A ntero si aprono ord inariamento p er il verso che
guarda il Pistillo tanto nei fiori regolari che nogl’
irro
go lari ; di rado si schiudono per la parte contraria; edall
’
Antoro ch e presentano tale anomalia il Reichard dài l nome di Eatm rse . Da questo aperture versano il Pu lo iseo lo
,o Poll ino
,ch e è un ammasso di globettini minu
tissimi,i quali ingranditi dal microscopio si presentano
so tto forma varia nelle diverse pianto ; son di colore giallointernamente p ieni d
’
un fluido olioso cerco assai vo
latile,ch e dicesi A ura e costituisce la materia feconda
trice .
I n mezzo agli S tami o nel centro del fiore trovasi ilPistillo organo sessuale femmineo detto così p er la sua
forma simile ad un piccolo Pestello ; osso costa di tremembri ; vale a dire dell
’
Ooar io,dello S tilo e dello S tim
ma,L
’
Ovario o la parte inferiore più grossa del Pistillo ,che dà r icetto agli Ovol i contenuti in una
,o più cavità
dette Logge, dove si racchiude in abozzo il frutto ed ilseme . Su di ciò importa osservare se l ’ Ovario è Sup er iore
,cioè posato sopra il Calice
,o nel Ricotta
'
colo ; Inf e
r iore ovvero immerso nel Calice,e nascosto sotto il Ri
cottacolo ; Gambella to se giace sopra i l Ricettacolo , il quale
,se allungasi , vien dotto Tecof oro .
44
Lo Stilo e la parte intermedia del Pistillo ; ha la forma di un piccolo filo più o meno lungo , che unisce , l
’
O
vario allo Stimma e lo sostiene . Lo Stilo e CilindricoFiliforme
,Capillaro
,Elevato ecc. a norma della forma ch e
presenta; siccome p er la durata distinguesi con il nomedi Pers istente
,tal è nel A liseo bianco o nella Lunaria; di
Marciolo come nel Cotogno,nell ’-A lbicocco o nel Nespolo .
Lo Stimma è un organo di forma diversa ,di natura
ghiandolare posto alla sommità delle Stilo , e dell’
0vario,
e destinato a ricevere la materia fecondante ; allorchèmanca lo Stilo
,lo Stimma r imanisi applicato all
’
Ovario
ch e in tal caso è detto sessile; no somministra osomp io
il Papavero .
I n ogni fiore di ordinario non h avvi che un sol Pistillo ;alle volte in un sol fiore se no contengono parecch i ; peresempio
,nelle Peonio o nei Banuncoli . Il Pistillo e so
Vento attaccato ad un prolungamento particolare del Bicottacolo più o meno fitto o sporgente ch e
“
ohiumasi Gino
f oro . Oltre le già descritto parti del fiore sp esso se no
incontrano altre dotto dal Linnéo Nettar ii perchè sono
p or lo p iù destinato a separare un umore dolce,ricor
cato avidamente dagli insetti,massimo del . goné ro de i
Ronzanti .Il fiore ch iuso nella boccia non ha tutto lo suo parti
disposto in egual maniera dentro la gemma ; ed in or
dine alla Corolla il bocciamonto vien distinto dai bo tanici in sei categorie .
1 . Si ch iama bocciamonto Embriciata ,quando lo di
visioni della Coro lla si ricoprono a vicenda da un sololato
,come nella Rosa
,e nel Ciliegio ; 2 . Pieghettato al
lorche o piegata la Corolla parecchie volte sopra so stes
45
sa,come nelle Convolvolacoo o nello Solanec; 3 . Contor
to se le divisione della Corolla sono a ttortigliato a spira,
cosi nello Ossalid i o nello A p0cinoe ; 4 . Ragr inzato
quando i Petali sono spiegazzati irregolarmente gli unisu gli altri come nei Papaveri e nei Cisti ; 5 . Valcare
quando i Petali si toccano al margine , o si aprono a gui
sa del lo valvole d ’
una capsula come nello A raliacee ; 6 . A
Scacch iere ed in questo caso i Petali sono cinque , due
interni , e due esterni disposti in modo che il quinto dauno dei lati ricu0p ro l ’ interno
,e dal l ’altro rimane esso
istesso coperto dii i estern i come nel Garofano . Gli Sta
mi poi nelle Ombrelliforo o nel Urticoo sono ripiegativerso il centro del fiore
,e si raddrizzano e si slanciano
con impeto Contro il Pistillo tostoch è la fecondazione oimminente .
I l complesso dei fononi oni . ch o accompagnano lo shoec
’
iamonto Ch iamasi Antes i o fioritura,la quale offro no
tevoli differenze dipendenti dalla natura della piantadall ’influenza del calorico o della luce
,dalla p osizione
topografica o da altro }causo assai . Per fermo se tuttispieg'
assero la magnificenza delle loro tinto nella modosima stagione sparirebbe dal nostro sguardo tanto ma
gnifico e delimosò spettacolo p er una lunga parte del
Panno .
'
L ’iste sso inverno ha dei fiori che rompono i l giaccio
per uscire”
nell ’aria aperta; il Galante nivale,l’
Elloboro
nero il Camodafno laureola la Soldanella delle A lpiaprono i loro fiori al . disotto della neve .
Son questo però delle eccezioni avvegnache i tiopidi zofiri della primavera rallentando gl
’
invogli , che lir acchiudono li disp iegano ruggiadosi in quei giorni
46
seren i ia tutta la loro seducente bellezza. Nè lo rimanenti stagioni no sono senza; noll
’
ostà fioriscono i Gigli ,i Narcisi
,lo Viole , lo Rose , il Gelsomin o di Spagna, il
Ca’
racolo i Convolvoli ecc. ecc. ed in autunno lo Tazzotto bianche
,i Taigoti maggiori , lo Conizze con le f oglie
di Linar ia,i Ciclamini di Corfù . i Colchici
‘
e la’
Pul
satilla autunnale .
S u la considerazione dell ’epoca d ifferente in cui lo diverse piante sviluppano i loro fiori
,il Linneo fondò il
suo Calendario di Flora; imp orciocch é voggonsi in gennaro fiorire gli A nemoni , i Ranuncoli , i Narcisi ; in febbraio la Dafne Mezereo , l
’
Epatica a fiore ròSso forrugi
noo ;' in marzo il Mandorle e l
’
A lbicocco ; in aprile il Tulip ano , il Giacinto ; in maggio la Siringa
,lo Peonie
,i Gol
somini ; in giugno le Malvoroso , l’
Oleandro,il Lilà in
luglio la Centaurea minore , la Lobelia Cardinale, le Matricario
,lo Meraviglie del Perù ; in agosto le Dature
,la
Scilla,il Fagiuolo incarnato ; in settembre il Ciclani ino
,i
Nastruzii ; in ottobre i ’lp erico della Cina, le Tazzette bianche ; in novembre gli Amaranti affini , gli Amerini , laVaniglia; in dicembre il Dittamo , la Lavanda , la Molissa
,la Maggiorana.
Di ordinario i fiori spiegano gli Splendidi Petali della loro variopinta Corolla nel corso del giorno ; ma ve
ne sono alcuni ch e si aprono Solamente di'
notte; p er talmodo la Bella di notte schiude gli eleganti suoi fiorial gi ungere del crepuscolo serotino ; ed il bellissimo fiore del Cactus Crand if lorus si ap re Soltanto
'
quando letenebre si addensano su lla superficie della terra; quindila distinzione dei fi ori in diurni e notturni .La disposizione naturale bon constatata in essi di aprir
47
si o di chiudersi in tempi fissi nel corso della giornatasuggerì all ’immaginosa mento del Linneo sognare le 0
re p er questo mezzo , formandone il così detto Oro log iod i F lora
,con il disporre un certo numero di pianto di
stribuite secondo l ’ ora in cui aprono i loro fiori ; o sic
come gli scrittori di floricoltura se no sono occupati d ipreposito ometto di qui particolareggiaro le singole piante .
Le meteorologiche vicissitudini atmosferiche sembra cheabbiano una influenza sui fiori di certe p iante i quali ritonor si possono come igrometri vegetali ; si vede infattich e la Calendo la P luvialis chiude il fiore quando la procolla o imminente l ’ H ibiscus Tr ionius fa l
’ istesso allorch è l ’ aria Si oscura; ed il Sonchus , sibir icus tralascia diaprirs i tutto le v olte ch e l ’ar ia è pregna di vapori ed ilcielo sopraccarico di nubi .I noltre vi sono dei fiori ch e cangiano di coloro noi di
versi stadii del loro sviluppo ; cosi i fiori dell’
Or tensia,
verdicci da prima si cangiano a mano a mano in colordi rosa
,ed avanti di ap passire pigliano una tinta tur
china p iu o meno carica. Il fiere del Conoo loulus Vers icolor e tinto sullo richiudersi d ’
un logg1ero coloro ro
sacco,prendo un vivo rosso del mezzo di e nel toccare
i l solo il suo tramonto impallidisco e diviene pressochèinteramente bianco .
La durata dei fiori presenta puro notevoli differenze ;avvegnach è alcuni si aprono il mattino e cadono appassiti prima che si occulti sotto l ’orizzonte l ’astro del giorno ; i C isti , la Tradescantia v irg inica , alcuni Cactus : ecc.
offrono tale fenomeno . A ltri p er lo contrario brillano d itutto il loro spendere p er p iù -giorni
,ed anche per p iù
settimane.
48
Nei fiorì,Seguita la fecondazione
,cadono o marcisco
no p er lo più i loro inviluppi e scompaiono gli S tamimentre solo il Pistillo si ingrossa
,e giunto al suo ultimo
grado di maturazione diviene frutto . Fu così detto se
condo Varrone a f ruendo imp erciocch è esso cagiona godimento involgendoci quasi in un aura dolce o deliziosache ricrea i sensi con il complesso delle sue tinto
,dei
suoi profumi o dei suoi squisiti sapori . Sulla lucida e
liscia scorza d ’
una Mola,si dla vellutata superficie di un
A lbicocca pare ch e la luce scherzi rifrangendovisi e riflettendo tanto gradazione di colori si freschi , dilicati oleggiadri ch e non vale l ’artista a moscolarli sulla sua tavolozza
,e che la scuola Fiaminga in vano si studia d i
imitare da vicino . Oh ! come ristora il senso olfattoriol ’odor soave delle bacche della Fragola; la grata fragranzadei baccelli della Vaniglia ; o so il colore o l ’odore invitano a farne uso
,il gusto v ’
incontra soddisfazione o nu’
trimento .
Ponete mente come i frutti di sapore acidulo maturano noi luoghi caldi e nell ’estate
,i frutti in contrario di
dolce sapore vegetano in preferenza nei paesi più tomp erati ; o nell ’autunno mottonsi per cosi dire in armonia cOn i climi
,o con le stagioni . Maturato il frutto la
parte del Pistillo ch e ch iamasi Ovario prendo i l nome
di Per icarp io . E dosso adunque la par te del frutlo porfotto ch e lo vosto
,lo circonda e ne determina la forma
,
contenente uno o più semi fecondati il quale ebbe tal
nome dal Greco Per i cioè d ’ intorno o Carp os frutto , NolPer icarp o si distinguono tre parti
,vale a dire l
’
involu
cro esterno o Ep icarp o ; il tegumento interno , o Endocarp o ; e la sostanza Parinchimatosa o Carnosa che è
50
il -Pericarpio "è carnosa o succolento , staccasi da se stes
se dalla pianta d ’dnita ‘
al seme che racchiude,o quan
do'
è arido,o i
'
cassularetsi' ap ro‘
p or lasciarn’
e uscire.
libero il s eme.
Î
Ogni da 7 ii la 90‘
por 100
di acqua; la î‘
qua'
lo si"consorva quasi“ còstai
'
1t'
e‘
lungo il
periOdò-di* sna ' maturazione. L
’ii
“
sostanza“
solidà del fratto costa di pàrti“ sòlub ilif ch e ’ so
’
no‘
Quollé' le“ Iquali
“
fan
nò sugo con l’
acqua naturale “ del f rutto; e di‘
elementiinsolub ili membran'
o'
azotate o non
azo_tato d elle cellulo.
f î lja:matura'
zione dà”iùcromonto'
al
le parti solubili e riduce ìa‘monO ‘lo”
insolubili .’
Lo pàrti
ch e divengono solubili sòno l’Amiol0,’
la Pe’
otoSaj ed un
principio p articolaro dètto Gomm‘
osaf dapp o ich è in datecondizioni si ' convoi‘te -in ‘
gomma.
‘
Dal—ciò l ’ origine del
sugo go mmiforo che trassuda da ' certi frutti dapprimaasp rissiri1i di g nstò, como do =n uoi
I l ' fio lce vsap ore‘
ch e si grati al palato p roviene dallo - zucchero di ' cui vannoarr icchendosi ‘ duranto la
1haturazione .=Diverso sòrgonti lo producono; imperoioc
‘
eh è
s’
inge‘
uora dall’=A 1n idò quello dei f rh tti ‘
aòèrb i‘come nei
Ponìi“
ch o lo l'
eonteng on‘
o in"alibondanza
,
“o * ch o
'
p oi lo
p er‘
dbrio* acquistand o zucchero allorché "maturano . Dal laC om inosa e della gomma ancora devesi altresì produrresostanza zuccherina.
' N'
—î
Lo zucchero eziandio p roviene dal“ Tannmo , ch e si
sdoppia’o fornisce «Glucoria sottò ì t l
’
a2iono -doi fermenti
e degli acidit i qu'
ali s0no’
decomposti fp o'
r‘
un fatto di vera combustione del l ’ariaavvegnache -i* lfrutti n el
‘
maturarSi ‘assorb iscono l ' ossigeno o lo rimandano combinato in
‘
acido carbonico ; quin
di il sapore si addo lcisce ] il“frutto riceve fragranza ed
i l suo color ‘
o verde passa al giallo,al rosSo
,al bruno .
Ora attendendo alle fasi diverse della maturazione sivede bene che corrispondono infatti a successivo ’
com
bastioni ; dapprima rimane distrutto'
il Tannino ; poi lo
sono gli acidi, p iù tardi scompare lo zucchero , ed allo
ra il fru tto perde il sapore e diventa poco"gu ‘stoso ed
anch e insipido ; le qual i 'mutazioni ' provengono dell’
o ffi
cacia dei fermenti .
Quosta è la causa p er cui il frutto maturo n'
ò11‘ resta
inalterata '
p er Sempre‘
; avvegnacliè a mano a mano
osso s’iinbrun
'
a,si ammollisce
,si putrefà per l ’ossigeno
dell ’aria ch e‘ penetra nelle cellule del Pericà'r pìo
'
,va a
trasformare in fermenti alcoolici le sostanze azotate,a
distruggere ‘le Cellule ;’
ed i ncominciata una'
volta la distruzione p rocedo îrapidamente ,
nè navvi modo di ar
rostarla. I semi còstituisconò l ’ultimo scopo'
della vogetazione
,cioè
'
un nuovo esSero ch e fòrmàsi Sulla‘ madre
p ianta e della ‘quale tira i l nutrimento finchè la forzavitale vegetativa ricevuta p er la féconddziòno lo rende
capace di germogliare .
I l seme presenta ‘
due parti , cioè i tegument i che S'
er
vond'
a protegerlo ; ed'
i l" nucleo o ssia mandorlo ch e con ,
tione l ’embrione;I teg
'
umenti sono ' i primi ad es‘
sorè formati Gu'
scio o
Coccia è detto q ue llo — cho lo vesto esteriormente; il quale ha la sua origine dalla primitiva cuticola dell’0vuloed acquista la sua consistenza dal succh io che gli perviene per un0
"attaccagnuolo che metto in comunicazione il
seine con il pericarpio ,dettò Podosp ermo , o funico lo
omb i licale .
‘
La membrana interna ch e copre immediat a
52
.f nente il nucleo ,dol seme si distingue con . il nome d i
Buggia; e ssa.e ,assai so ttile , ;pomposta ne l: -Fagiuolo
, ;dicoil Mimbo} , da ,
un tessuto cellulare travorsatonper tutto daramificazioni di vasi ,cli o si dirigono, alcentro vitale dove
,anastormizzandosi formano una cicatrice colorata, fatta
dal cordone ombelicale nel,portarsi a ll
’
Embrione .
L’
embrione ov la, parte essenziale del seme fecondato , laquale sola produce, la nuova p ianta che vien de tta dal
Cesalp ino Cuor icino ,an eguachò risiedo - br esso ,tutto
i l sistema vascul me , ,ed il principio de l vege
tale,, îDa altri _c d istinto ,con il nome,dt Planto la , p ercl
ò _una pianta in 1niniatura. fggnita delle medesime partid i una piantaadulta; vale a dire dalla radicella — o boc
ch èttn di figura conica diretta verso la parte esternad,el ,somo , cho .
_
div ione la . vera radice » della p 1q nta nel
germogliamento.,Dalla P i ume,tta , o apice ,
dell’
Embrione
che possiedo l ’ attività di p rodurre ,, j l. (jo ule : superioreil ;Fusto , la p arte insomma della p ianta che vive fuori della terra . Questa è la prima gomma ch e si ; forma dal
vegetale dentro .il some ; ma alcune fiato par che man
chi perchè chiusa dentro i l IUS I IC I II O \1GIC I IO dalC aer tnor
Immersa ,pon distinguerla dalla Emersa quando e, patente .
V i sono i :Lobi_
finalmente ogCotiledoni , ,che sarannole foglie della pianta riposto d i presente nol, ;somo ; o se
havvi,un solo ; Cotiledone osso ,-vi ;rìmane, q ierfettamento
chiuso; se, po i ve ne sono di p iù, questi nascono , tutti(I fi - I H L
' punto opposti -ovvero verticillati .,I . Cotilodoni sono carnosq ,a ,p olp oso : o liosi come nel
Rafano,n ella Zucca nelle Nocciole . Polposo -
g far iuaceì
come nello Fave,o , mnorahnontomelle leguminose . Fo
Iiaoci e verdi,come nella Bolla, d i ,nottè, m ella Salso
la o noll’
A ò e1 0.
Dapp rima “seno piccol i '
tuliei îzoli nuo tant i 11e1 liquidoracchiuso nella 111e 111l1ra11a dell ’ detto A ni7ù
'
o'
f"
I i a1ì'
da1111a'
i‘è‘
te ili vasiche
“'
a
'
di “8111
Nei e1l1'
e'
d ’
iina"fe'
gola composta di'
pieoolì"gran
'
elli' to’nd i ‘ Bianiflii °
em1 v dpaolu'
e lo stesso'si
'
cariiòsi Qiiesta sostanzaserve a nutrir
’
el ila
°-p iai
itieè
‘
llaî‘a g
’ùis‘i1'
di"latte; come? i l
Diconsi Monoco tiledoni i semi forniti d i un solo I 0110
come 1ièlle‘Grà‘ininacee , 1 11115 Èipéroidee'
e fiellè Ce’
paeeo .
I Died tilèd81ii"so11'
o i semi i * 1€èlli iiè'
i “tra ra
meì zo' i tfuali si 110141 la
'
pmmetfz1'
que'
stidoni i°'d iiUli
"
faò‘
r i"si
'
c'
o lorano di verde e prendono laforma e
‘
le"' fùfiî iòrii déi lE' ’f1i* f lie “ bench è diverse 111111
fi gura delle i"e'
re 1hg‘liei"
l’elicot iledoni"s"à ppéllmf o qu
'
ei'
senii i cui Lòbi ‘
son di
visi in"più, di due parti ,"ed 1 11 questi la p 1111110tia è'
s'
o i11
p re nel centro dei Coti ledoni .""Acoti ledoni da
“ '
ultimo sono quei semi manoan'
h ai'fatto èlìé 11 hanri
'
ò' olissim
'
i"è'
d ta lismiò
'
le'
1'
1iiù1tè dè'
ttìi?Wiìîtiig ddl
'
Li11iie'
0; Cioè 1 F 1…«gm,
le A lghe le Cm1t'
er ve,1 1 1011 1311 1.
”
La'"Struttura 'è “
la‘ miiiiiei°zi
' '
di essendoilii'ef saassai
'
h èlle'
piante'
l°
'
o'
dei semi p ai ticolareggiatì
'
hd"i°e so
'
di essi,e sul 11 1°
mei o"'d eli
'
eiè1iia dei'
detti Cotiiédor’1i' sono Stati fondat i
dei Siste1ni . i l Ràjo'fu il p
'
mmo"a CO lì ‘ì ldeî ‘fl l' ii come caratteri di il Boe
'
rliaai e nè Seg'
iù l ’esempio ind iÎ Adenson nà fee
'
è uso 1iel' '
classare le famiglie delle pian
54
e ; ed il , lussieu , nel Metodo naturale li pose a base
distinti,
in,tre grandi sezioni .
L’
emb rione del seme racchiuso nel Pericarpio sembra
dapprima una massa di ripienad i umore polposo , agcui il, ,
lllalp igh i; ha dato il nome d i
Ghemon ,i l
,
quale in parte si liquefà a pp restando nutr i
mento all’
en1brione . Questo apparisce dopo .la feconda
zione come un corpo epaco be,,
n1ucillaginoso , ne l cui
centro Sl vede un punto b ianco , il cu i Rastello , o futu
ra radice resta costantemente ,r ivolta alla parte esterio
re del seme .
Nelle successive fasi le cellule dell’embr ione ripienedi liquido trasparente si i11grap discon0 gradatamente , ed
i l liquido del centro sp ar isce , ,
il tessuto cellulare occupatutta la
!
cavità ; ed -in rag 10ne diretta del nutr imento che
r iceve il seme . la sostanza nutritizia si depone; ,nelle cellu
le la materia muccosa d iafana si fa p iù densa ,1 opaca
e verde,che in seguito d iviene b ianca p er la sostanza
an1ilacea r icevuta ,e V1 S l com1nc1ano a d istinguere i
Cotiledoni .L
’eml ni one del seme cresce di volume e le coperte
si lanno p iù compatte ; e quando ll. seme è divenuto du1 0 e pe1 letto
,ed è capace di germogliare ; si…dice allo
ra ch 0 maturo .
I caratteri della maturazione sono quando il seme si
stacca da p er se dal Pe1 1carp 1o le sue coperte prendono un colme p iù cupo e son divenute , p iù consistenti
dure e secche e la mandorla o,nucleo ,
r iemp ie per l’
in
tiero la cavità delle sue coperte . Tutto ciò patentenei semi delle Fave
,dei Piselli
,delle Mandorle e del
Grano . Questo dopo la fi01 itu1 a, osservato ad occh io ar
mato,presenta un ammasso d i vescichette formate da
una membrana assai sottile r1p 1ena d i liquido trasparen
te muccoso ; ed in questo stato il grano d icesi in latte .
Successivamente questo graminaceo prende una consi
stenza maggiore , la membrana s’
ingrossa, ed i l liquidocontenuto mostra una sfumatura di biancastro semi-tra
sparente ed il grano vien detto in cera ; da ultimo è
maturo quando le materie inorganiche in esso contenu
te passano allo stato solido e concreto,massime l
’
acido
fosforico e la silice ch e n e costitu iscono gli elementi
principali . Ecco per quali stadi successivi il Pe1 icarp iòed il Seme nel Pistillo fecondato formansi , . creseono si
per fezionano,e maturano .
SU LA esanim zrozx'
n DEI vacuum E Lone
Dopo che la pianta ha maturata il seme, par che d i
ca: H o soddisfatto al m io compito,ecco adempita la mia
m issione ; ma no,altra legge imperiosa l
‘
astringe quella cioè d i moltiplicarsi
,e crescere mercè i l seme
,i ll
quale per tal motivo , secondo Columella, dal Latino serere ebbe questo nome .
Impercioch è caduto esso in terreno opportuno non
tarda a germogliare : e quantunque il lung sia stato i l
primo a dire che la pianta venga dal seme , pure fin daitempi dell’ A grigentino Empedocle si conosceva ch e i l
seme posto sotto terra è nello stato .d i sua incubazione ed
opera lo svi luppo della pianticella,come dall
’
uovo esce
fuor i il nato dei volatili rompendo a suo tempo,con
i l becco,il guscio
Davvero ch e la prod igiosa fecond ità dei vegetali soomp iglia l
’
imaginazione degli stud iosi della natura; avveguache ,
se vogliamo prestar fede al Ray , un sol piededi Mais porta fino a 2000 semi ; un p iede d
'
I nola ne p ro
58
…Non temete,e=
’
il seme appronta . i mezs er lontane
111 igrazion i fi e% f econdato appena corre a‘
dar v ita'
à nuove
generazion i , ed'
a formare p er cosi d ire‘ ìnuove h colonie
I ‘
venti apprestano lo ro le ali; la p icciolezza d i «* alcuni
rendono facile il traspo rto 5a questi fedeli messaggier i; e
quelli ch e sono di m'
aggion volume sostengonsi nell‘
ar ia .
pe r mezzo del loro 1 60da,
presti adubbidire ad ogn i aura legg iera.
i che‘
viat li /meni ; li 1 tra
sporti;»e l i sparga
u
per
ch i semi sono » vibrati dalle valve elastiche dein pei icar
p i , come n ella M omord ica Ble ier ià“ e nella"l inpaz icnte
Balsamina; il D ittamo lo=
rfandalle C aselle,i lLegumi dalle
Silique,ed il Geranio — :Pratense dagli 1Ar illi . v a
Gli1 uncini e gli-ami v
‘
dei quali s o'
n'
ò‘ provvisti î-non
pochi semi cOme quelli = della Carota,
"del Bidente ; della
Cinoglossa servono — loro qual mezzo d i ' traSporlo , con at
tacearsi a l vello degli' îxanimali ,
lai-i recipienti l dove son
racchiusi,alle
'vesti d i ch i ù1e = fa'
ricercazi quind i la ,,ma‘
le a‘vvertita sorpresa d i ”non p och i
“
nel“ vedere vegetarenei '
nostri climi p iante esotiche senza che 'alcuno vi le hb ia …sparso il seme .
Quando qi1esti son privi di mezzi tali ; i *q uadruped i , emassime i volatili con il cibarsene d i“ rendono acconci
alle dette migrazioni conciossiach è i i semi ; non ricevono alterazione ‘
di sorta nel passarev
p er1 ib tubo d igesti
vo , e ch e emessi p er‘
secessm germinano su‘duogh i
‘
alJ
pestri'
e su le piante arboree . ( losì s u‘
‘
i crepacci di vec
ch ie murag lie* vediamo crescere *il F ico il
‘ Ginep ro ed
il Ca‘
rrub io ; su le Querce e su i Peri il Visco , e tra il
fimo cavallino eziandio l’A vena:L
’
ammirab ile metamor fosi del seme ‘
i'
n pianta d ipende
59
principalmente dalla i forza uvegetativa insita “
nell’
Embrio
ne , la: quale vi rimane in istatò di torpore , finchè uno
stimolo dia mot0'
1ai tenèri*
o rgarii delf Seme
,
”e quindi
incominci ad v avere una: esiSterizal attiva ‘
e"
ad operare
gli sviluppi lo ch e costit uisce ' il germogliaiùentoàLò‘
sti
molo che dà energia’
alla Iforza vegetativa e la fermen
tazione ed acciò questa si -
attuid è neoessario «
un“deter
minato grado d i umid ità e di calore:'quindi se il terreno
s"
u .cui si e‘
sparso i l seme , e troppo umido = o troppo caldoi Cotiledon i . ne » ivrimangono corrosi e guasti , esso non
sbuccia.=
I l concorso .dell’
aria‘
atm'
osferica è lindispensabîle ; ldap
p oichè il gas ossigeno 1uno dei sdo i ‘ 1elementi ; è assorbito dal seme nel germogliare .
f I l S eneb ier e l'
H uber'
sp e
rimentarono -che aun seme zdi Lattuga assorb iva un volume del detto : gas
*
ugualen a 26 milligrammi d i acqua .
Questa sostanza aerifo rme , o ltre fl ch'
e fa la'"fun zione d i
'
forza operosa nella vegetazione toglie al sem‘
e i il carbonio
sovrabbondante,che avea! ammassato nel matùraniento .
Or perchè il s eme — si spogli del carbonio —
e questopassi a comb inarsi coll’o
'
5isigeno f a d i' lmestieri che dalle
sostanze a mila'
cee, gommose ; resi1iose
’
che ne'
sonosatu
re sia 'messo a f nudo «
p er 111 Scomposizione ’
di esse,e
vada a formare il gas acido carbonico,ch e vagola - libe
ro nell’
atmosfera ; come lo ha bene constatato‘
i l Sans
sure .»Tari to : avviene
,v secondo H uber ed il Seneb ier , al
lorcl1è le dette sostanze prendono un s apore zuccheri nonel quale stato -d ive
‘
nute solub ili,e. quind i
‘
»d isciolte‘
dal
l’
acqua «apprestano il pr imo nutrimento è per così d ireil latte alla ten
'
era p iantolina'
tuttavia racchiusa nell'
em
b l’ i0fl 0.
‘ Ffl i iil per tal-mezzo p iù
‘
Vigorosa la forza vegg .
00
tatiy,a; .nel cuoricino. rompe le p reprie zinembrane”
ed resce"
fuori con .
i l becchetto j del = ge rmé ,«ch enè 1 oramaincapace '
l’
. umore che; trov‘
as inall’
intorno . Tramutasi ‘
allora.in radice e ' cerca diintèrnars
i= nel zt e rreno
'
p erulad
re sviluppo alla ,gp inmetta; lche ?emerge —tfuori idel 'lsuolo
adorna, delle 41ne —foglioline-
. seminali : che : la racch iudono !
in .mezzo, j n forma . di 11 11 ; p untd verde : ; Ac'
eade l ' non d i
terrene il1 niodo inver
so ' cioè .con i l b ecchetto —in su‘
—e con la piume tta in '
bas
so . Ebbene non imp orta ,r q uesta= anormale èf p osizione Si
camb ia appena cominciato il germogliamento . Cur ioso
è l ’esperimento del q uale 1raèch iuse f. il 6s eme
n_elgcentro d i un globo ; d i Lterra
*
umida i p er' far
germog liasse, tenendolo/ con .una
'
: macchi na' i nmoto'
con
ti11uo …rircolato rio .. D0po tun
'
certo : tempo osservò 1che — » la
radiq la erasi a vvnltolata“
intorno al - . seme,e cl1
'
era‘p e
r ita finalmente quando ‘n on ipobe p iùv allungarsi :
1Qn,antunque po i la nascente , .p ianticella»cominci a sue
ch iare, ]jalimento con : ;lag radicetta, han pure tuttav imb iso
gno . d'
un. nutrimento adattd : alla delicatezza deiv‘
1suo i ' or
gan1 e .,
di essere,
dalle foglie semi
na,li ,nei p rim1 gio rni d i s ua«vita, n1erce
‘ il ‘
succon som
ministato da loro—
. ed . linp rincip î gasso’s
'
v asso rb iti dall at
mosfera.
…Q uando dopo no n lungo .
» indùgio da piumetta'h‘
a‘sp ie
gate le.v er,e foglie , nè «îlee‘sono p iù necessarie ai lee i foglie
s,erninali , , —
questev cadono » appassite
,o
‘
si'
_
seccano . ed allo
ra, la pianta assorbe t p err le vere fog lie
'
assimilandos i gli
elementi . mnogenei affatto necessari peruperfezion arsi , e
mercè . la doppia funiz ione di assorb ire ‘
ciò 'ch e'
lle è “
ne
cessar1o,
. e d i esalare quello ch e … le lfr icsee superfluo o
nocivo, prende un accrescimento rapido e v igoroso ;
. 6 1
Giunta oramai la p ianta a tale grado energico d i svi
luppo segue ad,alzare il suo fusticcino p erpend icolarmen
te per gode re dell’in flusso benefico della
'
luce'
e dell’
aria
ed a_ p rofondare ,
1sempre p iù la sua radice p er r iceverne alimento analogo ed abbondante : Le sp erienze d el
l'
llales prova no ‘la forza con cui lo assorbe p er tale via
avvegnachè questo naturalista avendo scoperta“
u na radice
ne.. intrgdusse in un tubo d i . vetro l’
estremitàche con1nnicava…cop , il troncoz
—
v e lo fermò con masticee lo riempi dimequa. .
lndi l.’
i1mnerse neb .merc1lrio t e d
osser vò che, ,la , radice f i 11 -
.sei minuti. aveva assorbita=tan
con tanta . forza da fare" Salire
i lg nercurio nella canna 8
p ollici , . elevazjone eguale alla p ressione esercitata da 16
metri e 100-millimetri . d i acqua.
La pianta crescente allunga _i i Fusto che ar m ano a
mano getta dei rami vestiti …d i foglie . i quali r iescono
nuovi orgàni …asso rbenti a l pari de lle radici ; come esper imen
,tas i nei fior i che svelti dalla pianta si conservano
f resch i alcun1 grorm nnmersi in vasi co lmi di acqua;anche posti .a rovescio .
La quantità d ell’um ido assorbito è in ragion'
diretta
d el numero d elle foglie , ed è p er tale causa che vliumi
do succhiato è maggio re al sole che all’
omb ra, p iù di
giorno che .d i notte; avvegnachèf v i contribuisce la tem
perte dell’
aria,e l
’
az ione della-luce . Bene; avvisatemente
osservò il Bonnet ch e le foglie sono ai rami ciò 1 ch’
é le
barbe,capillar i alla radice
,e che le f oglie p escah o
‘h el
l’
atmosfera elementi assai , e concorrono îe l'
ficacem'
ente alle
successivi . fasi dell?accresciment‘
o .
Questo si esegue per due maniere ;-cioè in lungo ed
02
in largo ; il primo effettuasi per due contrarie— d irezioni
nelle radici da alto in b asso,e da giù in sù nei Fusti .
L’
accrescimen‘
to in larghezza v ien prodotto dalle nuoveannue : apposizioni di strati che ‘
° la ‘
nutrizione ' aggiunge
nella : p arte esteriore dei Fusti legnosi:*La parte “
Organica
dei vegetali si :compon‘
e ida infinite lamine ‘reticolari,inas
sin1e neh Libro .
L’
elasticità di cui son’
dotate le '
allarga‘e le allontana
le 1une dalle altre permettendovi l ’ introdu'
zionè‘di nuovemolec
‘
ole 1 : ratténute unite dall’
affiuitàn P13r tah modo le
lamine'
resesizcompatte si attaccano “
al' ilegn‘
o sottoposto
e i vi si Lo stra'
tog elantinoso interno'
sott0p o
sto — al Libro'
iche' annualmente depone*la
'
scorzaà‘
derisce
al degno e‘
ne diviene‘
p arte; ma' '
altro simile ‘strato“
s’
ag
giunge alla medesima,ch e compresso ’
al'
di f 1iori laceral’
epidermide e rompe il p arench ima rendendone la su-
l
periicie scabra,-solczita‘
,o
’
= squammosa.
- °
Ba ' lamina ch e cresce ed sindur'
isce la pr ima'
si è quella sch e p iù îsta a contatto con i l midollo; la
"qi1ale è cir
condata- danuna seconda che si estende maggiormente
perchè p iù sottile ed erbacea; questa da una terza ,che
perx lil tardo mdnsolidarsi‘ prende maggiore ac
‘
creseimen
to,:—dappoi ,una quarta; indi una
“
quinta5‘
cosi fi via via, le
quali , stratificazioni H istremandosi î presso la cimà"forma
no-unà -
sei iei’d il coni ’inscritti uno dentro l’altro d ’
onde
proviene la forma‘
p iù o‘
meno sfusata'
rdei rami"
e dei fusti
delle '
p iante .
P retende ; il“
Mirbel ch e l’
accrescimento degli‘strati le
gnosi ts i ufaccia dalle fibre del —Libro h quando' l
’
albero
in sugo . I n tal tempo d elle ! linee ‘
*cap illariflei dei”micro
scop id ìî lglob
°
etti 'prendono il luogo—
‘
del liquido visèoso …rac
63
ch iuso tra la scorza ed . il legno : . le linee trasmutansi
in vasi ed i globettini in cellule e r istabilendo en
trambi lauìOntinuazione del“
tessu to si .dilatano si in
grand iscono ued a umentano'
il vo lume della p ianta.
I l P etit Thouars, nel sub…saggio su i vegetabili s 1mpegna d i ' p rovare ° che tanto isi effettui p er le fib re -
,di
scendenti delle gemme , le quali sviluppano e d istendono
gli strati legnosi nutriti dal testè cennato liquido v1sc0
i so detto‘
p rop riamente Gambia. ! p iccoli globettini r ite
nuti vengono da lui come altrettanti punti vi tali siti" fra
la scorzaeiche v anno a formare i l parenchima. L’
accresci
mento dei -tronch i avviene : per lm sviluppo dei detti puntivitali riposti nella base delle gemme .
'
Q 11esti adunque sonola causa organizzante , che r iducono in fibre legnose e cor
ticali il Cambio deposto tra la s corza e d * i l legno . Ora
i punti vitali tendono da un …canto a stare in contatto
con‘
l’
aria e con la luce,cl1e al-d i fuori vanno a formare i
rami e le'
foglie ; dall’
altro ricercano’
l’
umidd e la oscur itàche nelwd iscendere dentro le Lrad ici fibrose prendono ac
\crescimento d al£ambio ed remettono barbe novelle .
Gli strati che successivamente allargano le dimensionidei tronchi racch iudono »nel centro il m idollo circonda
to anch’
e'
sso da molti : cerch i concentrici d istinguib ili p erla durezza: e per . =il colore ; e
' quest’ultimo p iù‘
carico «nel
centro va sb iadendo a grad i nell’
avvicinarsi alla circonferenza;
*che d iviene b ianco sotto la"scorza, dal quale al
bore gli venne rdato ; il lnome'
d i A &burno .
L’
A lbum o id i -poi. quando‘
ha acqistato tutta.
la ' densi
tà ch e gli si“compete d iviene : legno ,— il: quale considerasi
come parte 111ortag —conciossiache'
si màcèra,
"si paria, e si
vuota i l tronco senza che la pianta ne
'
riscn'
ta —‘
notabile
detrimento
Dalle*nozion
’
r svolte possiamo dedurre che i l 4 fenome
110 dello accrescimento -“
de i . veg etàli riresenthsi in u ltima
analisi quale funzione o rgan ica d ipendente'
dall’
app ropr iar
si ch ’essi fanno d’
una quantità maggiore« d i«alimento diquello che s ia n ecessario *
alla nutriziene , l i l : quale . ag
giungono ai p ropr i îorgani; ed «è p er tal mezzo che’
d ilatando
le d imensionb delle lo ro . parti nò n—…trowq undurite ne
sviluppano,
delle altre successivamente .
;m '
Tutte queste funzioni si eseguiscono con . una energia
sorprendente ; le radiei‘
1 in fatti de lle :p iante fl egnose son
dotate nel crescere d i til l€ f f0PZiì espans iva cche . le rende
Capaci'
di slamare…massi =1p esa11ti . dag li strati vde i monti , .d i
latarne i crepacci,fendere - e spe zzare gro sse muragl i e ,
tutte le volte che pervengono -ad insinuarvisi . °
t.u
lnduritisi : e d ivenuti d egnosi i circoli r oncentrici parrebbe ch e dovesse perire la«
p iai1ta;—ma p ‘
o ichè ‘
il midollo
ha .la p r0p rielà d i estendersi largamente , vive e cresce
quella finchè non sia q uesto affatto d istrutto . Nè ritener
si deve quale eccezione il '
vedere annose piante ; cavenel tronco e perciò mancanti d i midollo ; avvegnachequesto trovasi nei ramip il quale dalla sostanza cortica
le r iceve il succo nutritizio .N olete far t per1re . la p ianta?Togliete orizzontalmente .
» la corteccia a mode di anello e
così interdicendo. ogni principio d i vitalità ; questa cessadi crescere
,marcisce e .muore.
Anche le foglie staccansi secche dalla base ‘del .p ezio
10, quando l
’
azione vegetativa : è : impedita dalla ostruzionedei canali ; allora gli umori ristagnanti ; ,nen alterano il
parenchima, perdono : il verde loro colorito —e u passano
gradatamente al giallo ,.
a i rosso , all’
oscuro . 1 1
‘
Gadule . le foglie l’
albero resta nudo tronco ; mad non
66
la parte del tessuto , ed e p ero…che r iesce s ensibile ap«
pena, quandowquesto non s i é ancora a bbastanza solidi
ficato ; ma‘
allorchè : ha p reso la'
convenevole“
consistenza
p restasi acconcio a -ricevere le materie ‘
liquide depostenei vasi
,0 cellule di esso .
;Destinate queste ad apprestare aliniento,? e d ivenire
veicolo della p ianta vi r istagne
rebbero ' inerti se .
‘
l’welasticità i non fosse
‘
…la causa i fis ico
chimica da determinarle a l movimento mercè l’azioner eagente zdel suo elater io . Tutti sanno -che i vegetabi lisop a dotati di questa
'
p roprietà'
iè p er”
averne p ròva’b asta ; scomp igliare a ,bella posta un ramo tenero ,. ima «fo
glia, che non tardano a pigliare spontaneamente la lorodirezione primitiva.
Quest’
elastici movimenti paiono determinati qualchevol ta da certi speciali atteggiamenti degli organi stesa ,
i.quali scompigliati non possono p iù rinnovarsi : Osser
vatelo nei quattro stami 'della. Parietaria,i quali hanno
i .] oro filetti piegati p er metà verso la parte interna p rima…che si apra il fiore ;
'
ma tosto che …p er effetto ?del loro
allungamento non possono p iù rimanere in questa …posi «
zione , : sixsviluppano con impeto,e …liberi si ergono
'
e lan
ciano svia “
d all’
antera i i p olline .
n1m 1r» mnmna di cui son dotati i vegetab ili reziand io
p rovengono i ..movimenti che p resciano la corolla del I n
d aco“
,il
‘:frutto Ogg iano
,le cocche delle :Euf orbie, la cas
sula i della Balsamina c ch e sono il r isultamento d i una
disposizione organica partico lare governata d alle forze v i
tall1 della p ianta. .
.Le sestanze vegetali poss'
eggono in ultimo la igrosco
pio1tà :’ éqme bene lo d imostra l
’
esperienza; anci parecchie
67
bffrono in grado eminente la proprietà d impadronirsi del«
l’
amido che trovasi all’intorno senza ch e si alteri il loro
tessuto . Questo si appresta p iù acconcio ad assorb ire
l’
umidità quanto meno e carico di materie eterogenee
cosi le membrane scariose , perchè formate d i materiapressochè omogenea succh iano l’ umido esterno avidamente; le barbe dei Geranei , le reste delle gramigne , i
denti del Peristoma dei Muschi , la coda dei semi delle
A pocinee sono o rgani evidentemete igroscopici .I l Sennebier fra tutti i fisiologici e quello che abb ia
maggiormente insistito su
'
gli‘
effetti prodotti dall’ igrosc0p icità dei tessuti , la cui forza ritiene quale principalepotenza d inamica dei fenomeni p iù attivi del crescente
sviluppo dei vegetali . De ÌCandolle è di avviso ch e Pigroscop icità non diffemsca essenzialmente dalla . capillaritàe considera l
’
una,e l
’
altra siccome grad i differenti d’
uno
Quindi l’a ssorbimento dei liquidi per le radici,lìatira
zione dei :fluid i aereformi per lefogl i sonq reputa effe tti
dipendenti soprattutto da questa proprietà igroscopica . Di
scusse oramai con accurata analisi ;lel
forze pr incipali dacui son governati. .i . vegetabili…negli stadi , successivi , delloro graduale accrescimento, rimane a studiare le. funzioniche compiono i -d iversi organi riguardanti i l ,
mantenirnen
to d ell’
ind ividuo,le che mi, prppongo; trattarecon qual
che l arghezza. nel,cap o , seg110nte… , ;g.
NUTR_
I Z ONE E SUGLI A TTI CFE LA COMPI ONOvl : 1:
“
che consistaprecisainente‘
la ‘vita
ma delle piante, pure
"èffudrr di
‘
cdfiir61vef èia'
ch’
esse
ne s'
iario dotate per tiitto quel tempo che vi Si operano 1
f enomeni della vegetazione ; prendendo dalle ’sostanze che
le‘
stannol'
a"
contatto”i1 p
'
rincipî‘
di"cui i abbisognanò p er
provvedere all’
accresciniento dei tessuti ed alle perdite
Tale'
fu'
iiàione -
na' "
ve'
getali—i f
'
vien detta -nutrizione ,la
q 11ale' i '
si“
c'
ò'
rnp ie"
di ti'
è'
-
"àttiz
"1 .
i “Pè r'
essa
‘dei'
ihateriali provenienti dal di stato g reggio
governatad alle ferierf fisicl1
'
ef
i l”ilome di"a'
ssorbi
mento . 2 . Per certe °mod i fibazioi1i“
chè subiscono nell’
in
terno le quali d ipendono'
dà nuove e p iù complicomb inazioni dei loro elementi spiegabili fino ad un e
punto con le dottrine chimiche . 3 . Con il prendere cia
senna pianta dai materiali elaborati quel tanto che è confacente alla propria natura ed agli o fficî particolari fissandolo e comunicandoi le proprietà ch 'essa possiede
69
dire assimilandola a se stessa. Ora in questa ass imila
ione consiste appunto il segreto"della'
vita regolata da
quella legge sconosciutà'
ch ei -chiamasi ?forza-vitale.
Tra le funzioni adunque i d'
ella nutrizidné'
ché provi/edono al mantenimento ind ividuale della°.p iariia —
aiiii i tutto
e du0po annotrerare l’
A sèorbizhèizfoî Beiradici ‘sòn"quelleche compiono la prima parte della funzione esp resSa ì îon
q uesto nome,succh iando dalla terra i liquidi c
'
hèi vi sohocontenuti ; i l quale atto"si ope ra
i
per’
l’estrem1ta di‘ eSse
cioè p er'
le p iù’
minute ramificazioni dette ‘brop riàméntebarbe . Queste ancerche'rexìlnaie 111 cellìile affa
'
tto chiuse .
si lasciano dài liq‘uidi ‘
ni
erèè fina
forza ch e si '
e‘
sercitav s e le pareti dellei'
e‘ei lirle ih ino’strate '
p er p r1mo dalle risse’
r và%mni e. dagli esperimenti d iiDù'
trd
chet,ch e V i appose 11 nome di Endosmosi . H ales'
àveiido
scoperta una radice rèéisie"ibd introdusséf”inun tubo d i vetrol’estremità ch
‘
e'
comunicava’cdni il‘
trònco,
indi fermo » 1‘tubo con imà’
stiee ‘e lo
’riempi di lat la; im
merso questo nel mercurio osservò ch e«'
la“ ràdiée 1n'sei
minuti avea asserb 1ta' tania acqua e Ùdh"tantaf’forzada farsalire i l mercurio ‘
all’
altezza di ‘8 pollici,alteZzlf ' uguale
ad una pressione p erpend icolare di 16'metri‘é ''106' ‘
niil
limetri d i acqua. La q11alefl forza;’
com’
e‘”
calcolò l’H àles,
è cinque volté’
maggiore' di
‘
qnellal iclie ‘s
‘
p1fige il”
sangue
"I materiali contenuti lnella terralnon posseno penetrarenelle radici
,se non sono solubili nell’acqua qu indi an
corche ridotti in polvere impalpabile vengono r'
eSp i iitedalle radici ;
'
anzi tra le stesse° sostanze disciolte nell acquale radici danno passaggio d i preferenza a quellà ch
'
e'
go
de di maggiore solubilità ; siccome d imostrano gli sper imenti del Saussure .
70
Questi liquidi principî assorbiti dalle radici non r1sta
gnano in esso, ma a 1 traverso il nodo vitale passano per
i l Fusto , per i r am1 sino alle ultime cime,e prendono
allora -il nome di ,Linf a ascendente
S i tratta.d i sapere intanto con‘ quali forze la Linfa
potrà percorrerei
nno spazio cosi lungo ed elevarsi a tantaaltezza.
La prima di queste forze e quella ch e costringe i li
quidi della—terra ad entrare nelle radici , vale a dire l
’
En
dosmosi , la quale continua ad esercitarsi lungo la radice
e le altre i parti della pianta. Imp erciocchè emestieri r i
cordare che una,delle condizioni n ecessarie. per. il com
pimento dell’
Endosmq si , come avverte il Dutroche t, S1 eappunto l’incontro di due liquid i , ch e siano dotati di densità diversa.
Or gli umori contenuti nelle cellule della radice,dei
Fusto, e . dei Bami sono tanto p iù densi del liquido p ro
veniente dalla terra, quanto p iù si allontanano dalla estremità della; rad ice, ed occupano un .laogo p iù elevato nellapianta; quindi il . movimento della Linfa ascendentemontianesi, di , cellula i n cellula per tutta la lunghezza del
l’
albero , italmenteché l’
. albero intiero potrebbe parago
narsi ' ad un apparato …Endom osico . Un’
altra forza che
contr ibuisce assai a l movimento d ella Lin fa ascendente
è la capillarità; e Tournefort; credeva infatti che la Linfafosse ,dalle fibre . vegetali ,attratta,n come l
’
olio e succh iatodal piante non sono composte d icellule soltanto , ma in
1gran p arte di vasi che : scorrono
in direzione parallela all’
asse lungo le radici , il Fusto
Codesti .vasi sono , :cmne i tubi capillari , dotati d
’
una
7 1
attrazione detta in fisica af finità ovvero attrazione a p iccola distanza , la quale si esercita dalle pareti ; e che obbliga i liquidi ad ascendere nella cavità di essi…Nè l
’
Endosmosi e la capillarità sono le sole iforze tch e
mettono in moto la Linfa ascendete; ma vi concorr'
e‘
ezi
andio il calore efficacemente . È noto che le piantesonomunite di gemme, le quali si rimangono inerti ed assopite nella stagione invernale; appena però — il calore dei
bei giorni di primavera le riscalda le Gemme si apronoe le foglie si sviluppano in grazia degli umori che ' in
esse affluiscono . Da ciò s’
intendecomm i ] calòre eserciti
su tutta la pianta una sorte d i attrazione; che pro‘
pagasi
n distanza e“
contribuisce non poco a ravvivare il mo
vimento ascendente delia Linfa.
L’
ascensione non si opera già per gli strati corticali ,ma bensi per la parte legnosa negli alberi giovani , e
’
negli alberi avanzati in età per l’
alburno . Tagliando-in
effetto un’
arboscello nei primi giorni di prìmavera‘
si trovache la corteccia è quasi asciutta; e nei vecchi
‘
t'
ro'
richi
in contrario l’
umore scaturisce dagli strati legn08i‘ lpiù
esterni
La L infa ascendente resa r icca per i materiali'
inò‘
on
trati e disciolti nel suo cammino , penetra“
essa.
n'
elìe fo
glie dove trovasi : a 1'
contatto, con 'l‘
aria che'
le dona
libero p assaggio nel parenchima med ia‘
nte
circola nelle lacune e ne i meati‘
intercellulari .° Che‘
la
Linfa discend ente — segua un cammino -perfettamente“ ap‘
posto a quello d ell’ascendente vale °
a dire‘
che '
pessi'
na
alto a basso'
se ne ha una prova nel seguenteesperimento.
Nell’
està sviluppate le foglie facciasi una legatura lungo
il Fusto o Ramo d’
un albero,ovvero si tolga un anello
72
di corteccia; dopo qualche intervallo comparisce al di s o
p ra della degatura o della fatta recisione un rigonfiamen
to circolare .formato dalla Linfa che non l trovando p iù i l
passaggio .libero è » 0bblig°atn °
arrestarsi . Questo cammino
discendente s’
opera . p ,em la cortecciai lu'
ngo le fibre cor
ticali del Libro ;«una par te penetra '
nei’ì vasi » laticif er i e
prende ii .-nome di Lattea. vitale o suga p rop r id; l’
altra
si versa,in serbatoi particolari della . corteccia e » dà or i
gine l alle resine .e ad altr i pr incìp i dmm'
ed iati di xcui le
cortec01e ,sono generalmente p rov.vednté ì : 1«
Questi 1due…movimenti d i translazione . in ccertaùguisa
retrogradi ed , opposti , p er cui i l» succh io p ortasi dalla ra
dice,all’
ap iee 1della p ianta, e .dalla è; estremità p alle aradioi
costituisce ciò ch e dicesi circo laz ione tdelusucco nei .ve
getabj li la quale,
è stata conosciuta dalli antico I ppocratede
, ,t gurg p ucci .) molti ,secoli ;avanii; che fosse
‘
i scover
ta r idotta ad : evtidenzatlai circolazionefidel
sangue neg li\animali : ;La;circolazienep del s ecchio ; nei v‘
e
getali ,troyata…analoga a; ,quella degli animali -e bbe dei
valorosi spstenitori in Mar iot .mPerrauitmhe‘
la cred ettero
propria a nutrire le d iverse parti della pianta . A ltr i la
impugnar,ono, fra i quali ;—
.D0dart e Magnol; .sul qual p untonon si; volle d ecidere .il Malpigh i e1l’eHales ied ammisero
solo ;l’
assorbimento le ; radici…—1 .
. .n bate Sorti scop erse_una nuova specie di circolazione
parziale in alcune piante acquatiche speeialmente ; nelle
Cham ,la quale p er i ,
r ipetuti esp erm1enti
è altro che’
un moto rotatorio prodotto da un certo :numero
di granellin i diversamente colorati dal ; liquido in cui nuotano
lracchiusi in ,
alcune cellule,cilindrich e ,
ap p iccate le
ùne,alle .altre . I detti granellini d isposti in linea parallela
74
parte ilcorpo dei vegetali , vi s’
introduce per questomezzo ,e Siccome è"una sostanza insolùbilew fa d
’
uopo . che Sl
combini‘
con'
altri p'
rincip î a cciò'
es80'
rinlanga d isciolto .
È no to '
che l’
aria atmosferica‘
è f un miscuglio d i due gas,di c ssigeno
"e d
’
azoto Cui"si “ sop'
raggiunge una piccolaquantità di acido carbomco . Di questi tre gas que110
‘
cheserve p iù d i tutti
'
ai b isogni delle p iante , ed ha la partecarbonica. Né la
pochissima quantità relativa l’impedièce ,—ovvero lo ritarda
a uopo , stanteche l’
immensa estensio
ne‘"ed altezza dell
’
atmosfera sopravvanza di g ran lunga
il peso di“tdtti
‘
i ’ vegetabili r iuni ti“
assieme essendosi
calco lato ch? éssa'
rzicch iude ad un ’ dipress'
o 150 bilioni di
chilogrammi d i'
carbonio .
Pungasi'
a vegetare una p ianta'sotto unacampana p iena d
’
aria d isposta in modo ch e l’aria testerna’ “
non vi possaentrare; dopo qualche intervallo si
‘
analizzi l’
aria racchiasan el ha p erduto una p ic
co la quantita'
di carbonio ; c'
d Co
testi cangiamenti avvenuti nel-la… i2ione dell’
aria
s'
onò p er'
forino * un’
effetto della'
reSp irazìone della pianta.
Le del carbonio assorb ito e dell’
ossigeno esa
lato trovansi'
nellé'
proporzioni richieste ‘ per=comporsi
l’
acido carbonica : intanto la pianta nell ’ atto che respirascompone il dettogas ritenendo
‘
il îcarbonio‘
che vi si fissae
*
s i -solidifi
'
ca con insieme un p ocò'
d’
ossigeno e svolgeil rimanente d i» questo ultimo “
gas d ivenuto libero .
Questi sono ‘
i fenomen i . che accadono nelle parti verd idella p iahta
'
durante la luce solare del *giorno ; ma nella
notte è ‘sopratt'
utto nel buio perfetto la cosa succede in
modo affatto contrario . Durante tal tempo , le parti verd i
75
tramandano gas acido -carbonico e tolgono l’
ossigeno dal
l’
atmosfera:“
q uind i avviene che le piante cresciute nell’
o
scurita,ovvero in l uoghi molto ombrosi sono molli e' bian
castre,appunto p erché il gas acido carbonico non v i si
può sp rigionare per màncanzad i luce solare‘
e depositarsinei tessuti dalla. .p ianta aidu
'
d i darle il colore e la con
sistenza che vle : appar tengono : !Oltre il carbonio e l
’
ossigeno le p iante prendono ‘
e
ziandio l’
idrogeno da'
i 1 vapori acquosi galleggianti nel
l l i Boussingault dichiarò di avere 300perto' dell’
azotonell
’
intorno dei —.vegetabili , il quale gas non deve nripe
tersi dai vap ori _ammoniacali e dagli alcali volatili :spar
si nell’
aria. L ’
azoto intanto rinviensi in parecchi vegetab ilima
,non .mica . in tutti;…cosb le leguminose , il Trifoglio ed
i l Pisello ne ' contengono”
unar quantità p otabile ;- alcuni
cerealh al contrario ,.tcomo il g rano e l’
avena,tne « sono
privi .È un fatto singolare che »le piante prendono dall’a
'
tm'
o
sfera i quattro gas cdùnati da sostanze ch e trovansi come
p er..accidente frammisti all?aria; come lo sono Bacicio car
bonico , ,i vapori acquosi e. l
’
ammoniaca.
Ma .di tutti g li elementi testè cennati , il p iù importante e .
il carbonio"
,il quale fisSandosi nel parenchima delle
fogli e e delle altre .parti molli pr0duce una sostanza *parti
colare detta : !îromotina da cui dip endono il'color verde
delle foglie e le diverse tinte dei fiori,che depositandosi
su le parti : legnose«
‘
concilia loro -consistenza e durezza.
.
«Uni raltro fenomenorsi comp ie’
in tutte : le parti dellepiante esposte all
’
ar ia,vale a! dire
,l’
evaporazione ed e
salaziofie . acqi1osa, la quale concorre a mettere in moto
76
la Linfa ascendente I canali che danno passaggio all’
e
vaporazione sono gli Stromi o i moat i-ch e * introducono
l’
a ria nella pianta , da alcuni falsamente‘
attribuita ai vasi
tracheali ; ed in eiîetto la medesima r iesce'
appena sen
sibile dove mancano gli Stromi ; ed avviene il contrariodove questi si trovano in ,
-
gran quantità .:L’
evaporazione
è governata in modo ch e trovasi . d’
accordo con la quantita di acqua introdotta nelle piante per mezzo delle ra
d ici . Che se talvolta diviene eccessiva; cioè se la piantasvapora p iù di quello ch e assorbe
,allora è sopraffatta da
una sorta di languore , il.quale si manifestauper l’
abbas
samento ed ailievolimento delle i foglie : e de i rami —
p iù
g1ovan1. 1 nl : i »
L’.ass imitazione
,ch e mi
'
son proposto di svolgere daultimo
,costituisce quas i
’
intierainente'i l segreto della vita ,
la cui forza presiede a tuttede funzioni’del vegetale , ch e
cessano d i e ffettuarsi e di s uccede re le une alle altre dal
momento in cui essa viene a mancare .
E dipo i ben . costatato dall’
analisi ch imica,che tutte le
par ti .delle :p iante son composte'rdelle quattro
lsostanze e
lementari testè p ar ticolareggiate , màle a d ire,— d i carbonio ,
d i ossigeno ,d
’
idrogeno end’
azo to .
.Vero e che altre so
stanze minerali p ossono .introdursi e fi'
ssai si nel .vegetale ,
ma la presenza ed accidentale ;'
nè ! si
sa a, quale o fficio siano tdestiùate , paiono di . poca impor
tanza; . e quantunque si trovino nel —
. vegctale , dice Jussion ,non sono però proprie — dimesso .
I suddetti elementi danno origine ad un …niuneio assai
grande - d i corp i. composti; con combinarsi fra loro in d i
verse , p roporzioni raggruppandosi in lvaria forma! con
i loro atomi o particelle indivisibili . I corpi bruti o mi
nerali possono essere formati da un elemento,di due ,
o di più combinazioni assieme; ma le sostanze vegetaliseno di matin a p iù
"coinp liéata ed i loro componenti vengono rappresentati da n utneri più alti .
Infatti la Ccltu losa'
che forma per cosi dire l’
ossatura
della pianta ossia le pareti .delle cellule delle fibre e
déi‘Vasi,risulta dalle indagini di Pàj en che sia composta
di 24 molecole di carboni o . 20'vd
’
idrogeno e 10 d’
ossi
Ami do , o Fecola amilacèa ,
'
ch e contiensi nelle
cellule sotto forma di granelli composta dagli'
stessi
elementi co tnbinatb nellanmedesima‘
pmporzione. La De
stfi nd,aricbrchè composta
'
dei » detti »tre elementi comb i
nati nell’istessa
‘
pî oporzione pure° è di natura diversa.
Ecno * tre mella loro composizione chimica si
accordano perfettamente e itufiati a'
vanno fornite di p ro
—Egli l è adunque evidente l‘
che, pbtranno %faci lrhente tra
sformas'
si le une nelle altre per.
‘
un semp liòe aggruppamen
to diverso delle loro molecole; o rimanersene allo stato granelloso nei *tessuti
,in cui si formano
,conservando la loro
solidità ; ed inSoìnbilità; p erdere questa pmprietà e'
can
g1ar81 una s orta di sciroppo disciolto dalla Linfa o tra
sportato in circolazione per tutte lo'
parti della p ianta ;
d istendersi e solid ificarsi per'
formare le pareti°delle cel
lule novelle o p er—tapezzare sotto forma di « stra
'
ti con
centrici le cavità delle cellule già esistenti .,
Un’
altra sostanza sparsa abbondantemente nell’
interno
dei vegetab ili e lo zucchero di cui navvi p iù sorta; le
p iù importanti a conoscersi sono due;'
vale a dire lo zuco
chero di canna,'
e lo zuccher o di uva. I l pr imo è compo
sto di 24 atomi d i carbonio ; 22 d'
idrogeno e i l d’
ossi
78
gene ; i l, secondo di atomi di
e 14 d’
ossigeno . Paragonando questa commsizione delletre ; sostanze .
testè menzionate ben ; si - vcde che vi . h a
poca d ifferenza; e che bastangg iungere pooh—i atomi d’
i
drogeno ; e d i ossigeno per convertirle in'
, zucch eno di e n
tramb i «queste Specie: le quali trasformazioni naccadononella ,Linfa di
‘
mano,in mano che ascende delle : ra
_dici
alla sommità della pianta.
Passiamo ora ad altre sostanze formate da; quattro e
lementi, .cioè d'
ossigeno , di carbonio, d’« idrogeno e' di a
zo to ; tab sono la Fibr ina, l’A lbwmina e la fl awiaa , la
cui , composizione «chimica l ascia. tuttavia‘
.qualche dub bio ,stante da . d ifii coltà d i ottenerla o llo stato di : purtm a..
Ma qual’
è l’
agente ch e 11ella ; p ianta trasforma tqueste
sostanze ' le .une n elle altre , tmodificandonc la,composizio
ne primitiva mediante l’addizione di pochi atomi dltdm
geno‘e d
’
ossigeno , vale a di re,
-
.di alcune ; pztrlicelle _
d’
ac
qua ? ,Lo magàgior parte di questi — fenomeni Sembrono a«
vere‘
efi‘
etto per via d i forze lente che «agiscono sopraun tratto di : grande estenzione e non possono i verificarsi
sopra punti uisolati . Bech iamone ,un esempio a prop osito
della dell’
amido iu i'
Destrino .… p g.
l l11Paven‘, ed i l Persoz .hanno scoperto ,
; .che dell'
ami
do ada tmhlato nei semi .d i alcuni .nereali, nel«momento
in citi'
qne6ti germogliano una xporzione scompare per
lasciare il posto ad una sostanza novellac he Chiamaro «
no Diaèiasi ,‘sostanza ehe . ha la pr0prietà d i r disgregare
i gi ancllb della Fèc'
ola c'
etrasformarli primadn »De3 1r ina
c‘
quindi,ùse d’azione in zucchero .f
'
: ba: Dictsfdsi'
per tanto (l:—l
’
agente potentissimo che la
scienzatchimìca* ha saputo …involare alla , natura p'
ercri
79
sl1iarare di nuova luce i Problemi della trasformazionedelle sostanze che sono n e i vegetabili.Le particolareggiatd sostanze son quelle che s
’
iocon
trano nei vegetali , le «
quali servono di base ad altre p iù
elabo rate comb inazion i che si formano con l’
accresce re .
o dimi nuire di uno o più elementi di carbonio , d'
idro
gene , d’
azoto . o 'd'
ossigeno Cosi accrescendosi le p roper
z ioni del carbonio e dell’idrogeno dassi luogo alla for
mazione ,per lungo con la Cellu
losa ;-avvegnache questa sostanza si ritrova ;che incrosta
la memb rana delle
p ia l’
ossigeno ml’
,idrogeno unitamente ad unaq uanti tà
ancor p iù grande di . carhoni o fo rmansi la Crern ula , i l
Sugo propr io , le .Resine, gli Odi essenz iali , e la Cera,
-Non
faccio parola degli‘
Olî . fissi :perchè non si trovano sparsi
generalmente per tutto il vegetale , ma solamente in al
cune parti di esso ; vele a d ire, nel frutto ,e nel mandorlo
dei semi .
Gli Oli fissi sono corp i insolub ili nell’
aria, flu id i nella
temperatura ord inaria,. ed . inetti a volatilizmrsi senza
scomporsi . Le Gere :non , difier iscono d agli O li se non in
ciò,che sono -solide mllil temperatura ordinaria. Gli O li
volatili d ifferiscono dagli Oli fissi in q uanto che danno
odore p iù o :mene .-fiorte ; l sono ,leg germente solubili nel
l’
acqua, e godo no in oltre della proprietà di volatilizz arsisenza congiure d i naturacLe .Besine finalmente sono co r
p i secchi , fragilh solub ili ,neltf, Alcool e p iù o meno al
terah ili,all
’
azione del -salone. Q ueste sostanze , eccetto gli
O li,sono Sparse generalmente nella corteccia d ei vege
—ta li . Non vi'
rh andubbio ,che, la luce solare infl uisca assai
nella formaziouend i questi @rm. . ln fatti abbiamo osser
80
vato infianZi î‘
che le piante,le quali vegetano nell
’
oscu
r ità sono biancastre'
e floscie per onancat1za d i Cremulino
e di Lignina; la“ stessa cosa s' ha luogo ,
rispetto : agli Oliessenziali al Sdgo
'
rp roprio alle Resine ecc; ecc. e siccome
queste sostanze sono ] quelle che hconciliano alla piantaun
‘
sapore“
p iu'
7o'
1iieùb …forte, ed'
uno odore p iù o meno
vivo,si cornprende perche
'
le -piante che vegetano nel
l’
escùrità‘
riescono insipide,abbondanti di umore acquoso
e
‘
d’
a‘
cido icarbonic'
o,
'
generalmente'
p rive di odore .
Nelle'
cellule altresi della'
corteccia iformansi altre combinazi oni designate sotto il
'nome d i A lcalo id i .
p roprietà di combinarsi con gli acidi
all'
a maùie‘
ra’ degli
“mein: Si d istinguono ìmgenerale perla‘
de‘
si'
nenza ivid ;’biiSi ch iiir
'
nansi‘
einem ,Morfina,
Stric
nin'
a gli‘ifiléalòidi della
"
China ; dèil’
0pp io co…Gli iA lca
ioidi formano'
i ‘principî p iù attivi dei *
vegetali…e…quellior
'
da‘
the‘
acCennati , formano'
med icamenti energici assai ,
o gagliardi veleni .Le s
ostanze numerate si formano per sottrazio ne d
’
os
no s’
afimeh t‘i ‘generasi un’
altra‘maniera’di ‘
corpi che -d i
consi‘ ‘
acidi‘
fiQù'
e3ti acid i,
“
il cui nùme#o venne accresciuto
di assai idai°
3(lh imiei ; moderni , fli frado s’
incontrano îallo
stato l ibero avvegnache sono comh iriàti “ò * vèòn
’
gli Alcaloidi; o altre sostanze inorganich e
"
introdottè'
inella p ianta della
’ Linfa aSctnidente . I l p iù
notevole è l’acido ossalico ; composto da *3 d’
esa1gono e
2‘
di carbonio .
'
A ltri di tre elementi : tali sono l’
acido a
èetico'
,
"i l malico,il tartarico WH
A ltri finalmente presentano una coinposizione quaternaria °ih"cni h l’azoto entra in gran copia
,tremo lnell
’
acido
82
no del vegetale formandovi un deposito da cui la piantapotrà via v ia procacciarsi i principi dei quali abbisognaDa ciò proviene il vantaggio ch e recano ai vegetali ilGessoi Sali ferrugmom, gli Ossidi di Ferro , di A llumina; poicch è queste sostanze traggono a
'
se l’
Ammoniaca e for
mano con essa un composto solidoche vien disciolto dalleacque piovane ed assorb ito dalle radici .
Accenniamo adesso le sotanze minerali solubili nell’
ac
qua, che trapassano nella pianta e fanno corp o con es
sa. Or queste sostanze possono mantenersi allo stato li
quido,o solidificarsi , sia per l
’
evaporazionejdell’
acqua chelo tiene disciolte , sia per l
’
incontro degli acidi , con i qualisi combinano producendo dei sali che rimangono fissi nelluogo , in cui si formano .
Le sostanze minerali che s’
incontrano nei vegetabili
p iù di frequente sono la Potassa, la Soda, (la Calce
, laMagnesia, la,
Selee , ,e talvolta l
’
Al lumina, il Ferro , ed ilManganoso .
L ’
ultima funzione che compie l ’atto della nutrimene
delle p iante consiste in ciò,che dopo avere r itenuto i
principi immediati puramente nutritizi respmgono il ri
manente al di fuori ; ed . è quest’atto che ch iamasi pro
p riamente escrezione; e le materie rigettate diconsi escre
mentizie ; e che ora conservano la composizione che avevano nell
’
interno della pianta ,ora cangiano . dh natura
in seguito a nuove comb1nazmm . Diatinguonsi le dette
materie in tre classi .
Nella prima classe si contengono quelle che si dopou
gono alla superficie della pianta e paiono destinate a moderare gli effetti dell
’umidità esterna s opra i tessuti e
d’
impedirne la soverchia evaporazione.
Queste materie ancorchè rigettato alla superficie delvegetale non se ne separano affatto . e continuano a ser
viro ’
in certa guisa ai b isogni di’
esso . Tali scuo le . so
stanze resinose e la cera che sotto forme di vernice e dipolvere si depongono alla superficie della corteccia
1*
delle
gemme e dei frutti,e rendono
‘ queste parti'
pressoch è
impermeabili . I n alcune piante infatti, come nel Cerozylon Andirola la cera forma
'
uno strato cosi denso che si
può raccogliere ed impiegare negli usi”
domestici : Ceraaltresi è quella polvere di colore b ianco oscuro detta
“
vol
garmente F iore che copre la pelle di molti frutti , comedel Susine (Pruns domestica) e le
'
fo‘
glie dei cavoli (Brassica oleracia) . .I n pàrecch ie contrade del Chili , nelle Andedel Perù gli alberi sono coverti di sostanze resmose ch e
ne spalmano 11 fusto i rami'
e le foglie , ed impedisconocosi l
’
evaporazione,che nei paesi lmolto caldi e per lungo
tempo asciutti non potrebbe a meno '
di riuscire danno
sa alla pianta. A ll’
of ficio istesso paiono destinate l’escremom vischiose ch e si osservano alla superficie di parecch ie nostre piante
, per esempio nella S i leno Macar io,
nella Lychnis ciscaicia nel Dictamus f raz inella . Le
piante acquatiche dipoi son provvedute —d’
uno strato par ,
ticolare di natura mucillaginosà p er cui‘
resistono alla
forza macerante dell’acqua; questa sostanza, secondo Ugo
Mohl è quella stessa che serve internamente a collega
re le cellule e quindi trasuda alla superficie condenzan .
dosi a foggia di membrana.
La'
seconda classe comprendecerte materie rigettate
al di fuori identiche con q uelle che si conservano all’interno
,o p er meglio dire non sono che una parte di que
sto materie stravasate alla superficie della corteccia. È
84
adunque chiaro ch e propriamente non si possono chiamare escrementizie
,e che forse perchè vi si trovano in
treppe quantità rompono la corteccia e si fanno stradaal d i fuori . Questa soprabbondanza infatti coincide d i ord inario con la perfetta integrità della pianta ,
ancorchètalvolta sia indizio d ’
uno sconcerto avvenuto nelle fun
zioni di essa. Ne abbiamo frequenti esempi di tali escrezioni nel Ciliegio , nel Susine e nei Larici che versano iloro sugh i dalla fenditure della corteccia, cioè la Gomma,la resina ec. A lcune di queste materie sgorgano dalla
corteccia allo stato liquido e che al contatto dell’
aria si
contensano e s’
indurano . A ltre . come gli Oli essenzialipassano allo stato aeriforme aprendosi una via attraversole pareti delle cellule dei vasi .Terza classe
,tra le materie rigettate dalla pianta
quelle che riescono affatto inutili alla vegetazione di essasono le sole che propriamente meritano il nome di escrementi benché sia difficile il determinare quali ' questi losiano precisamente. Gli stessi materiali separati dalle
ghiando le sotto forma di umori e di fluido aeriforme la
sciano qualche dubbio ; imperciecch è potrebbero essere in
parte r iassorbiti e riportati nella massa del fluido nutritivo ed
,
in parte eliminati . Ma allorchè la pianta ha trattedalle sostanze alimentari . tutti le paiticelle assimilabili ,
per qual mezzo potrà sgravarsi di quelle che le riescono
contrarie o p er lo meno superflue ?Parecchi autori son di avviso che a
“questo bisogno
provvedono le radici . Brungmans ha creduto che l'
estro
mità dalle barbe del Loliwn p erenne tramandano a lcune goccie viscose , le quali levate si rip roducono di nuove.
Questo stesso globetto , e turbercolo fu osservato anche
85
da H ill nel E lleboro e dal signor Lavezzari nel Tri ticwn
turg idum; e si vede manifestamente ch e si accumulano
nella terra ambiente , perchè è tinta d’
un colore p iù cupe .
Osserverò di volo che tali umori escrementizî sono no
cm per le piante dalle quali escono e p er altre vicine ,perciò molte piante non vivono se si pongono nel luogostesso dove ha vissuto un
’
altra della medesima specie .
Quidi l’
agricoltore ch e ama trarre dai suoi campi abbou
danti ricolte Sl appiglia a diversi generi di coltura, ed
alternando l’
una con l\altra riesce ad ottenere dai suo i
fondi una rendita senza esaurire la massa dei princip inutritivi . L’
avvicendamento,ossia rotazione agrar ia. non
è che una applicazione delle dottrine cennate .
I l De Candolle ed altri botanici r iducono alla classe delle
materie escrementizie gli effluvi odorosi , i quali possonoemanare dalle piante e che si manifestano al senso del
1’
olfatto in varie guise difficili a distinguersi ed a nominarsi ; ma che il Linnée li divise nel modo seguente ;
cioè in A romatici,in A lleacî
,in I rcosi ed in Tetr i
,o
Osserverò finalmente ch e i materiali particolareggia—ti,
prodotti nel nascosto laboratorio e negli organi della pianta vi va altri forniscono lo
“
sostanze immed iate alla par teorganica del vegetale , altri si trasformano 111 cellule
,fi
b re e vasi da costituirne come lo scheletro o parte inor
gan1ca di essa.
I primi sono l’ossigeno , l’
idrogeno , l’
azoto . il carbonio ;
le secondo sono la Potassa, la Calce , l’
Allumina,la S i
lice,l
’
acido fosforico,l’
acido so lforico,il Cloro
, i ossid i
d i ferro e d i manganese . Quale adunqe è il numero p re
ciso delle sostanze nutritive che si riscontrano nei ve
getali ?
86
I chimici ne annoverano 31 che Thomson classa in
quattro categorie . La prima di esse abbraccia le sostanzesolub ili generalmente , e che lo divengono p er qualchecircostanza
,e sono poco combustib ili ; tali sono 1 . gli
Acidi; 2 . lo Zucchero ; 3 . la Sarcocolla; 4 . la Sparagina ;
5 . la Gomma; 6 . la Gelata ; 7 . l’
Ulmina ; 8 . la Inulina °
9 . l’
Amido ; 10. l’
Indaco ; 1 1 . il Glutine; 12 . l’
A lbumine °
1 3 . il Fibrino ; 11 . la Gelatina, 15. la P1cra; 16 . il Coh
cino ; 1 7 . l’
Estrattivo ; 18 . il Narcotice .
La seconda racch iude le sostanze fluide sotto l’
azion edel calore
,o ch e bruciano come gli olei insolub ili nel
l‘
acqua, ma che lo sono nell’
A lcool; così 19 . l’
Olio fisso ;20. la Cera; 2 1 . l
’
Olio volatile; 2 2 . la Canfora; 2 3 . il Vi
scoso ; 21 . le Resine; . 25 . il Guajate ; 26 . i Balsami ; 2 7 .
le Gomme resine; la Gomma elastica.
La terza categoria abbraccia le sostanze non solubili
nell’
acqua,nè nell
’
A lcool e neppure nell’
Etere,delle
quali la tessitura è fibrosa, o legnosa; e sono 29 . il Co
tone; 30. il Sughero ; 3 1 . il Legno.
Nella quarta categoria egli considera come materie
estranee gli A lcali ,'
le Terre, i‘Metalli
,tra 1 quali pare
che vi comprenda le Zolfe ‘
ed il , Fosforo .
CAPO VI .
CLA SSAZI ONÈ“
DELLE PI ANTE
Svolte oramai l’
organismo delle piante analizzate le
p arti che le compongono , e spiegata la fisiologia vegetaleci r imane ad occuparci su lametodica distribuzione dellemedesime
Imi1erciocchè questo ramo’
di storia naturale ha pre
sentato nuove p iante ai nostri esami .in proporzione de
gli stud ii e delle moltiplicate ricerche che ne hannoaumentato prodigiosamente il numero . Nel vecchio Continer
'
1te d i secolo in secolo laboriosi botanici h anno rin
—venuto vegètali novelli ; e dopo segnato da Vasquez .de
G ama un nuovo passaggio all’
I nd ie orientale; dopo sco
perto, con audace impresa,un nuovo mondo da Cristoforo
Colombo la'
botanica si è resa r icca d i un numero stra
grande di piante .
Le medesime si accr'
ebbero progressivamente alle sco
p rirsi di nuove terre , di nuove isole sparse sulla superficie dell
’
Oceano ed all’
imprendersi nuovi viaggi , al moltiplicarsi le spedizioni scientifiche , il catalogo delle p iante
88
ha preso si estese proporzioni che sul declinare del se;
colo XVII ,delle sole varietà se ne contavano p iù di
1 2000 specie.
Or bene,finchè non si conobbe ch e un ristretto numero
di piante . non si attese punto alla metodica ordinazionedi esse
,avvegnache tornava facile il rinvenirle ancorchè
semplicemente accennate o descritte alla r infusa.
Ma quando se ne accrebbe il numero i cultori delle
scienze naturali sentirono il bisogno d’
un ordinamento ;
il quale stabilirono però sopra accidenti estranei alla
conformazione degli organi indottivi dagli usi a cui servivano nella economia domestica
,nelle arti e nella medicina.
Teofrasto infatti divise la sua storia delle piante in
tre parti : comprese nella prima i ’ erbe che si cuocono
per gli usi della tavola; nella seconda l’
erbe di seme fa
r inaceo atte a panizzarsi ; nella terza l’…erbe utili nella
medicina e nelle arti . Anche Dioscoride distribuì le piantein q uattro sezioni ; in A romatiche , A limentarie , Medicinalied atte a far vino .
Fu dop o il r isorgimento delle scienze e delle lettere
che si conobbe generalmente la necessità di comprenderein distinte classi i vegetali, mercè segni invariabili fondati su caratteri dedotti dalla struttura degli organi .
Andrea‘
Cesalp ine da A rezzo professore di botanica nell’
Università di Pisa,si provò per il primo —a p roporre
un metodo atto a farli distinguere ,cui die '
p er base il
frutto p rodotto da essi .
Jungie , nella I sag oge in Rem herbuaream si rivolsealla considerazione degli stami e alla struttura dei fiorial quale uopo ne fissò le leggi ; Rivine considerò la
'
forma
ed il numero d ei Petali nel suo metodo ; Magnel formelò
SISTEMA DI LINNEO
Carlo Linnéo svedese,b enchè nato . nel 1707 nel pm
gelido Settentrione, con ardimento superiore all’
età di
appena 30 anni pubblicò in Leyda, il Systema naturae
fondato sul sesso delle piante,vale a di re su gli stami
e su i Pistilli . Nel suo piano di svolgimento il Linnéo
p are che abbia dato realtà e vita ai segreti e misteriosi
amor i d i Zefiro con Flora fondandolo su gli sponsalid elle piante
,le quali considerò in sei diversi aspetti , che
d ivise in XXIV Classi .
Nelle prime XI racchmse 1 fiori semplici Ermafrod iti;a ciascuna di esse diede il proprio nome preso dal Greco .
Nelle cennate XI categorie considera il numero degli
s tami con l’
ordine che siegue .
Classe I . MONANDRIA cioè di un solo marito , eSp ri
mente ch e contiene fiori con un solo maschio , o Stamecome
'
la Canna,la Salicornio ec.
Clas . II . DIANDRIA con due mariti ossia con due
Stami; l’Olica il Gelsomino ec.
Clas. I I I . TRIANDRIA con tre Stami,l’I r ide l
’Acena ec.
Clas. IV . TETRANDIA con quattro ; il Cornialo la
Piantagine ec.
Clas. V. PENTANDRIA con cinque:, le Strmnonio ,il
Tabacco ec.
Clas. V i . H EXANDRIA con sei; il Gig lio ilNarcissa ec.
C las. VI I . H EPTANDRIA con sette; l’Esculo ec.
Clas. V III . OCTANDRIA con otto"
; l’
Enotera cc. =
C las . IX. ENNEANDRIA con neve ; il Rhea ec.
Glas. X . DECANDRIA con dieci ; la Ruta ec
Clas. XI . DODECANDRIA con dodici,benche il nu
91
mero degli Stami non è sempre preciso,l’Agr imonia la
Reseda ec.
Clas . XII . I COSANDRlA -con venti ; la Rosa il Cactus ec.
Clas. XIII . POLY ANDRIA con molti ; il Ranunm lo
l’Anemone ec.
Le Classi secondarie prendono il nome dal numero
dei Pisti lli con i greci vocab ili di Monogynia , D igynia,
Tr igynia, Tetragynia , Decagynia, e Po lyoynia .
F inora il numero degli Stami e dei P istilli ha dato
il carattere delle Classi ; quindi innanzi non p iù il numero
,ma la proporzione dell’ altezza di essi segnerà la
nota delle
Clas. XIV . DIDYNAMIA,che ha due Stami pm alti e
due p iù bassi per la quale subordinazione di potenza fudetta così dal Greco Dinamic
,forzà; questa Classe e di
visa in due Ordini uno dei quali ha quattro semi nudi
che le dà il nome di Gimnoap erma : cosi il Tenero,il
Cisco ec.
Clas. XV . TETRADY NAMIA ‘
,con quattro Stami pm
alti ed altnettanti p iù basa aventi un Pericarpio che cuo
p re i semi che prende il nome d’
Ang iosp erme ,come
l’
Antirr ino la D ig itale. Anche questa classe è divisa indue Ordini riguardo al frutto , ch e s
’
è uguale in lunghezzae larghezza dicesi S ilicu la; se poi
’
e p iù lungo che largo
ch iamasi S iliqua; la Coelear ia ,la Lunario ; e l
’
altro di
S iliqnosa ; l’
ENsimo , la Brassica.
Della decimasesta Classe fino alla vigesima si bada neifiori Ermafroditi se hanno gli Stami riuniti in qualcheparte
,la quale uni one dicesi fratellanza
,in Greco Adelp hos .
Clas. XVI . MONADELPH IA fiori d ’
una sola fratellanzariuniti in un solo fascette ; l a Malva , l
’
I bisco .
92
Clas . XVII . DLADELPH IA di due fascetti ; il Pisello .
il La tir ia.
Clas . XVIII . POLY ADELPH IA di molti fascetti ; il Ci
tra,l’
I pp er ico .
I n molti fior i trovansi le Autore attaccate insieme in
forma di cilindro,il quale carattere costituisce la
Clas. XIX. SYNGENESIA suddivisa in sei Ordini , iltitolo di essi è Po lygamia . cioè molte nozze nel mede
simo talamo , ossia molti fiori sul medesimo Ricettacele .
Queste plurali tà di maritaggi portano i nomi seguenti ,1 . Poligamia eguale, quando tutti i fiorellini sono Er.
mafrod iti; la Ginaria'
. il Cardo .
2 . Poligamia sup erflua quando i soli fiori"
del centro
sono ermafroditi,e quelli del contorno sono femminei;
la Matr icar ia , la Bellide cc.
3 . Po ligamia f rusto neo allorchè i fiori del centro sonoermafrodi ti
,e quelli del contorno sono sterili .
li . Poligamia necessar ia tutte le volte ch e i fiori delcentro sono sterili
,e quelli della circonferenza sono — fem
minei fecendati da quelli del di sco : il S ilf o . la Calendula .
5 . Poligamio. seg reta ch e porta dei fiori aventi il p roprio cal ice
,come la Sp ina bianca , e lo Sf eranlo ind ico .
6 . Monogamia con fiori semplici ermafrod iti le cui
antene sono affasciate insieme. la Viola la Lobelia .
Clas: XX .GY NANDRIA,cioé masch io e femina
,ciò vale
ch e gli stami non hanno origine dal Ricettacolo . ma dal
Pistillo ed in alcuni fiori,formano quasi un corpo solo
l'
Orch ide,l,A r isto licleia .
Clas. XXI . MONAECIA,cioè d ’
una sola casa,ta li sono
quei fiori in cui sul medesimo individuo si trovano fior istaminei , e pistilliferi ; il R icino la Zucca .
93
Clas . XXII . DIOECIA,di due case producenti fiori sta
minei in un individuo e fiori Pistelliferi nell’altro ; laMercurella
,la Canap a
Vi sono dei vegetabili pm lussureggianti , ch e non con
tenti dei fiori ermafrod iti producano era sul medesimo
inviduo,era su due e su tre ancora dei fiori masculini
e femminili .
Clas. XXII I . POLY GAMIA,fu cesi detta per tale ab
bondanza di fiori e nozze di ogni sorta ; la Par ietaria
il F ico .
Le numerate Classi hanno le parti sessuali ma le
piante racchiuse nella seguente hanno fiori e produconofrutto poco visibile ad occhio nudo come se celebrassero
le nozze secretamente .
Clas . XXIV . CRY PTOGAMIA cioè Cryp tos , oconi
tus Games , sponsale ; questa classe si divide in quattroOrdini e sono le Felci
,i Mucchi
,le
‘
A lghe ed i Funghi .
Dopo pubblicato questo metodico prospetto delle piante vide il Linnéo la necessi tà di riformare e fissare icaratteri generici delle medesime e d
’
indi viduarne ezian
dio le specie . A tal fine die in luce le scientifico lavoroch e ha per titolo Genera p lantaram,
e l’
altra opera conl’
epigrafe Sp ecies p lantarwm.
Nel fissare i Generi e le Specie vi pervenne per la
via p iù facile e p iù breve , avvegnache all’
uopo basta cenoscere gli organi vegetativi , cosi per esempio , se la piantad i cui si desidera conoscere il nome è fornita d ’
un solo
Siamo e d’
un solo Pistillo ; n’
e mesti eri di cercare p iù
in là per conchiudere che appartiene alla Classe Mo
nandrin ed all’ Ord ine Monagynia . Restavai in ultimo
fermolare un nuovo linguaggio botanico dando alle pian
94
te una nomenclatura propria af fine di distinguere ciascu
na come per il proprio nome e cognome . Ne fè palesel’
impo rtanza nella Cr i tica Botaniw vi si accinse alacre
mente e vi riusci : lo =che produsse una facilità maggiorenella conoscenza delle piante senza ricorrerea ‘
ch i l’
in
segnasse , risparmiò le lunghe descrizioni’
su le medesime
che lasciano sempre delle dubbiezze e tolse quel '
Cao'
s
sparso dagli antichi per i noàni . diversi dati'
alle piante .
Gr questo linguaggio introdotto dal. Linneo è il soloche b isogna usar e per farsi intendere dai botanici d i
qualunque nazione .
METODO"
DLJUSSI EU
I l sistema del Linneo - per le frequenti anomalie che
vi s’
incontrano,non procede uniforme all
’
andamento del
la natura,sente assai d ’
artificialè,e . quasi direi d '
am
manierato . Egli stesso si avvide p hyl: Bot: Lin: ) che
un metodo naturale,tuttavia mancava
,il q uale ranno
dasse,come in gruppi , …o famiglie, le piante ben distri
baite da rendere quasi insensibili le g radazioni e le differenze che Sl trovano nei Generi
I l primo ad occuparsene fu il Magnol botanico di Mont-v
pellier ; in seguito Gerardo
ne diede'qualche abozzo . Nel
1 763 A danson pubblicò le famiglie delle piante che d ivise in 58 le quali comprendono 1615 G eneri . Ei partidal principio ch e gli organi delle plante ,
’
e le af finità traloro esistenti dovessero distinguere il Numero nei Siste
mi ; e che a norma dei termini di confronto fosse d’
110p0
costituire u le . Classi .
H avvi un v izio molto grave in queso Sistema di attri
95
buire importanza uguale a tutti gli organi delle piante ,che servono a collegare i Generi in famiglia; non tenen
do mente che gli Stami ed i Pistilli , a cagion di esem
p io , indispensabili a comp iere la fecondazione,fornisco
no caratteri supermm assai a quelli della Coro lla e dei
Calice,i quali altro non fanno che ajutare questo atto e
proteggerlo . Del resto la scienza già possedeva un metodoveramente naturale ed era quello con cui il botanico
Lionese Bernardo di Jussieu aveva ordinato le piante nel
giardino di Trianon sotto Luigi XV .
Questa preziosa suppellettile sarebbe irremissibilmenteperita
,se i principî ch e avevano servito di norma a que
sto ordinamento non si fossero scolpiti nella mente diAntonio-Lorenzo di Jussèu suo nipote che dipoi r idussein pratica nel Giardino delle piante di Parigi , il qualestavasi formando in quell’ epoca
,cui invidiossi il vanto
d’
essere stato popolato per il primo di piante dispostein famiglie secondo gli ordini naturali dall
’
autore istesso
di questo metodo .
Egli , p er lo spazio di venti anni,con assidua ricerche
e meditazioni s’
app licò a studiare i rapporti dei Generich e fè conoscere nell
’
opora immortale ,alla quale diede
il titolo di Genera p lantar um secundum ardmes natu
rales dtsp osila pubblicata nel 1804 da Des-Fontaines e
merito professore di Botanica.
I l seme delle piante : costituisce il nucleo di questo Metodo naturale
,ed i Lobi dell’Embrione detti Cotiledon i
in rapporto alla loro esistenza,mancanza
,o numero di
vidono le piante in tre grandi categorie , o tribù , cioé in Acotiledoni , Monocotiledoni , e Dicotiledorii . L
’
organismo vee
getativo , la posizione degli'
stami,la presenza della Corolla
96
partiscono l’ intiero metodo in 15 classi le quali son sud
d ivise in 102 famiglie con l’
ordine seguente .
CLASSE I .
Le ACO'
I‘
ILEDONI , Emb rioni senza Lob i ovvero occu lti ,
fio r i igno ti, dette dal Liunòo p iante C r ip togame comp ren
dono cinque fam iglie .
1 . I FUNGH I .2 . Le ALGH E cioè i Fach i le Conf erve ,
1 Licheni .
3 . Le EPATICH E come la Marchanlia, le Junger
mannie .
4 . I MUSCH I .
5. Le FELCI .
CLASSE II .
Le MONOCOT ILEDONI , con un solo Lobo , con g li S tam i
inseriti sotto il P istillo , o Ip og ini, occupano altri: cinque tam iglie.
6 . Le NA IADI .7 . Le ABOIDEE
,come
_
l’
Aro,l’
Acoro .
8 . Le TIFACEE,la Tif a .
9 . Le C IPEBACEE ,il Car ice
,il Cip ero . il Pap iro .
10. Le GRAMINACEE, il Frumento, I’
Avena, la Segala,
l’
Orso,il Riso , la Gramigna, la Canna, il Panico .
u i :
CLASSE H I .
Unico Co tiledone; S tam i Parigini, cioè attaccati al calice,
v i s i racch iudono o tto famiglie .
1 1 . Le PALME,il Cocco
,il Daitem
,la Cicade, il Sagù
1 2 . Le ASPARAGINEE,I’
Asp arago, il Lauro alessan
dr ino, il Mnghetto, il Prof umino , la Salsaparig lia.
CLASSE V I .
Q uesta classe d i D ico tiledon i con fio r i sanza Peta li e conS tam i Per ig inii estendesi se i fam iglie .
24 . Le ELEAGNEE,l’
Eleagno, l’
Osir ide, l'
Ip of e.
2 5 . Le TIMELEE,la Daf ne genti le, o M izereo , la Pas
sar ina .
2 6 . Le PROTEE; la Protea.
2 7 . Le LAURINEE il Lauro ,la Cannella la Noce
moscada,la Canf ora .
2 8 . Le POLIGONEE,la Pers icar ia, i l Bomice, il Reo
il Rabarbaro,l’
Acitossella, la €orregg iola .
29 . Le ATBIPLI CEE,il Chenop od io, l
’
A tr ip lice, la Sal
sola,la Sp inace , la Barbabieto la, la Botride, la Vuloarz
'
a .
CLA SSE V I I .
Com p rende quatto fam iglie con fio r i senza Petali ’
e S tam i
s u l Pistillo .
ao. Le AMARANTACEE l’
Amaranto,la Gelosia, il
Blito,la Cresta di Gallo .
3 1 . Le PLANTAGINEE,la P iantagg ine, l
’
Arnog lossa
i l Goronop o .
32 . Le NI CTAGINEE,la
'
M irabile o Bella di notte.
33 . Le PLUMBAGINEE , la P iombagg ine,‘ la Statiee .
CLASSE VIII .
S uccedono alle precedenti class i ap etali d i D ico tiledoni le
p iante M onop eiale con co rolla I p og i1i ia , cioè so tto il Pistillo ;tal i sono le 18 Fam ig lie ch e seg uono .
34 . Le LI SIMACH I EE ,o PRIMULA CEE ,
la Lis ima
chia,l’
Anag allide , la Pr imu la , la Globularia, la Lina
r ia,l’
Orecchio d’orso .
35 . Le OROBANCH I EE,l’
0robzinche .
3 6’
Le RINANTEE,il Binante , la Poligala, la Vero
nica .
37 . Le ACANTACEE,l’Acanto , la Ruellia, la Brancor
sina,i l Melianio .
38 . Le S I RINGH EE,la S tr inga, la Fontanesia .
39 . Le GELSOMINEE,il Gelsomino ,
11 Frass ino I l
Lig ustro, l’Olioo il Lila.
40. Le VI TI CEE,il Vi tiee, la Lontana
,la Verbena
,
l’
A lo isia .
41 . Le LABBIATE,il Rosmar ino
,la Salvia
,il Basi
lico,l’
Or igano, il Sermo lino, il Timo , la Menta ,la Melissa ,
la Bettonica,il Gameolr io, l
’
I sop o, il Lamia, il Marro
b io,la Monarda .
4 2 . Le SCROFULAREE,la Scrof ular ia , l
’
Antir r z'
no,la
D ig itale .
43 . Le SOLANEE,la Mandragora, la Bella donna ,
i l
Pomidoro,il Petronczano, la Patata ,
il Tabacco, i l Pe
p erone, il Ginsq iaino, la Gi rcea, la Dulcamara .
44,Le CORDI CEE, la Corolla , la Tarnef oràia .
45. Le BORRAGINEE,la Barrag ine, la
"Cerinta, i l
Ginog losso , : il .M ioso tide, l’Ellbtrop io, la
“
Bug'
f
ala, la Gon
so lida magg iore, la Vip erina .
100
46 . Le CONVOLVULACEE,il Vi l-acciaio, l
’
Ip oméa .
47 . Le POLEMONEE,i l Po lemonio, il Pil low.
48 . Le BIGNONEE,la B ignonia, la Mo r tinia, il Che
Zone.
49 . Le GENZI ANEE, la Genziana,il Mcnianto
Clora, l’
Eri trea .
50. Le APOC INEE,la Vinca, l
’
Ap ocino , il'
Cinanco
la Pervincia, l’0leandro
,la Per ip loca, l
’
A sclep ia .
51 . Le SAPOTEE,1’
Achra3 .i i ”
,la
CLA SSE IX .
Le fam igl ie'
Monopetale dellaclasse nona av enti la Co ro lla attaccata al calice sono quattro
,cio è
52 . Le GUA IACANEE ,o EBENACEE
,il D iosp iro ,
Ebano,lo Stirace.
53 . Le BODODENDEREE,il Rododendron .
54 . Le ERI CINEE ,l’
Er ica,i l Corbezzolo, il l
'
accinio .
55 . Le CAMPANULACEE,la Camp anula, il Trasho
l io,il Rap eronzo la
l
CLASSE X .
Racch iude questa classe d i Co tiledon i tre famiglie con fi o
r i ad u na co ro lla, Petalo attaccato al Pistillo .
56 . Le C ICORIACEE,la Lating a, la Cicor ia, la Scor
sonera , il Tarassaco .
57 . Le C INAROCEFALI,i l Carciof o, il Cardo , i l Rio
raliso,il Calcatrepp olo , l
’
A ssenzio,il Cartamo, la Con
tanrea . la Bardana .
58 . Le conmsrsnnn,il Cr isantemo, l
’Ach illea,il ai
rasole,la Dalia
,l’
A stro, i l Garof ano ind iano, la Calen
102
i l Ranunculo, l’
Elleboro, i’
Aqnileg ia, il Delfinio , la Peo
n ia,la Càlcatri pp a, l
’
Acotino , la Nigella ,la Pass if lora .
65 . Le MAGNOLIACEE,il Lir ioclendron
,la Magno lia .
661 Le ANONEE,l’
Amzona .
67 . MENI SPERMEE , il Menisp ermo .
68 . Le BERBERIEE,il Cresp ino, il Borbera
69 Le PAPAVERACEE,il Pap avero , l
’
A rg emone, il
C iancio,la Funtan a, la Celidonia .
70. Le CROCIFERE,la Rap a , la l
'
io lacciocca,l’
A lis
so g iallo, il Cavolo, il Navone, il Crescione, la Co lza, la
Senap e, la Lunar ia , i l Raf anello, il Cber ianto , il Le
enoio, i l Nastraz io .
70. Le RESEDACEE,la Reseda .
7 1 . Le CAPPAREE,il Ch iapp ero , il Cleome .
SAPINDEE,
. il Card iosp ermo, il Sap into .
73 . Le MALPIGH EE,l’
Esealo, la Malp iglzia, l’
A eero .
74 . Le I PERI CEE,l’
1per ico .
75. Le GUTTI FERE,laGommag ntt a , la Cambog ia .
76 . Le AURANZIACEE,il Cedro
,il Limone, l
’
A rancio .
76 . Le TEACEE,la Camelia
,il The .
7 7 . Le MELIEE,la Melia
,il S icomero-Falso .
78 . Le VINIFERE, o AMPELI DEE, il Cisso, la Vite .
79 . Le GERANI CEE, la Cap p uwina, il Gem neo, il
Pelarg onio , i l Tropeo lo, l’
Ossale,
.la & rng a inella .
80. Le MALVACEE,i l Cotone la Malva
,I
’
lbisco,l
’
A
clansonia,il Cacao .
8 1 . Le TIGLIACEE,la Grecia
,i l Tig lio .
82 . Le C ISTEE, ii Cisto , l’
Eliantemo,la Vio la Mam
mo la,ed a tre color i .
83 . Le RUTACEE, il D ittamo , la Frass inella, la Ruta .
84 . Le CAROFFILLEE il Garof ano ,la Sap onar ia ,
l’
Armeria,la S ilene, l
’
A lchemilla,il Lino .
CLASSE XIV
Q uesta. p enultima classe d i D icotiledoni ha 1 fio r i Po lip eta l ie g li stam i attaccati al Calice, s i estende a tred ici fam iglie .
85 . Le PORCELLANEE. la Por tnlaca,l’
Iber idé, il T a
mara.
86 . Le FICGIDEE,i l Mesernbr iantemo .
87 . Le SUCCULENTIE,O
‘SEMPREVI VI,la Crassu la ,
il Perpetuino,‘
la Barba di Giove, laFabàr iìz,» l
’
0mbelico
di Venere.
88 . Le SASSI FBAGH EE,la Sàfi f raga, il R ibes .
89 . Le OPUNZIACEE,il Gatto, il Nop ala, l
’
0p unzia .
90,La
‘
MELASTOMEE; la Melastoma .
9 1 . Le SALICAREE,il Litio
92 . Le ONAGREE,
la Gaura .
93 . Le MIRTEE,il Melog ranato , il M irto , i lF iladelf o
94 . Le ROSACEE,il Però, il Pesco , la
-Rosa , l’
Ag r i
mo-nia
,il Pomo
,l’
A lbicbcco,i l Cilieg io ; la
"Frago la ,
i l
Mandor la, il Pr uno, l’
A rg entina; i l Cinque f og lio, il Co
logno, il Geo, il Lampone, i l Nesp olo .
95 . Le LEGUMINOSE‘
,il Fagiuo lo ,
la Lenticch ia
i l Tr if og lio , la Medicag ine, l’
Acacia la Cassia, la Sena
la Liqu irizia, la Bonagra , il Cdrr tlbib, il'
Ci3lo, l’
Ernia
r ia,la Galega, la Ginestra .
96 , Le TEREBINTACEE,l’
Anacardeo, il P istacch io ,
l’
Elianto,l’
Acag iù, la Noce, il Banane, la Balsamina,
i l Falso-Pep e, il Lentisco .
Le RAMNEE,l’
Ag r if og lio ,la Fasag ine ,
i l Gia
g iae le , lo Zisif o, il H anno .
CLASSE XV .
Le P iante D ico tiledon i con fior i d istinti d i sesso che non
somm inistrano de i caratter i in o rd ine all’ Orig ine ed inser
z ion i degli stam i fuorno racch iuse dal Ju s s 1en in qu est’
u ltima
classe detta D ecima . Comp rende essa cinque fam iglie .
98 . Le EUFORBIACEE,la Mercorella, il Bosso, l
’
Eu
f orbia, il F icino, il Titimalo .
99 . Le CUCURBITACEE,la Zucca
,11 Mellona il Co
comero,la Momord ica, la Br ionia .
100. Le .UBTI CEE,(
il Fico,“
la Par ietar ia , l'
Ur lica, i l
Pep e albero,i l . Gelso,
101 . Le il Sa lce,“
il *P iopp o , il
Carp ine, la Quercia, l’
0ntano,il Platano? il
“
Frass ino, il…
Castagno, il Fagg io, Betzlla, — il°
0erro, l’
El
ee,il F iocco d i Card inale .
102 . Le CONIFERE; i l Cip resso, il Pino, il Ginep ro,i l Tasso, il Lar ice, il Cedro, l
’
A bate
È p oi fuori lo scopo che .mi — son prefisso svolgere lemodificazioni app oste . a questo . Metodo dal De Candolle ,dal Lindley , dal Brongniart, dal Ndlioher , e dall.
’
istcsso
A driano d i J ussieu ,
Dall’
esposto -fin qui rilevasi che questi. due sistemi app restano largo conp enso p er agevolare lo studio vasto esvariato dei vegetab ili. I l S istema sessuale del Linneocon i l suo procedere analitico guida al facile esame de
gli organ i vegetativi delle piante , da questi alla cognizionedella Classe cui appar tengono , dalle Classi all
’
Ordine,dal
l’
Ord ine al Genere e dalGenere sarà agevole ind ividuarle
p er nome ; quind i p er la sua precisione e vastità esso
venne abbracciato generalmente . Nè meno ind ispensabile
va ch e appa1 tengono a questa Famiglia la Carota,stinaca
,il Finocchio ed altre piante alimenta1 ie .
Lo studio daunque dei vegetab ili , seguendo i princip idel Metodo naturale
, p er l’
accordo incontrastab ile delle
forme degli Organi con le pr0pr i età d ei principi immediati nei Gener i d
’
una stessa famiglia torna in ultima
analisi incomparabilmente il . pin u tile,i l p iù sodd isfa
cente,ed eziand io il p iù razionale .
QUADRO SINOTT ICODEL SISTEMA
le p iante hanno
Ne i quali8 1 o sserva
la magg ioranza d 1altezza .
C o n S tam i
u n1t1
F IORI .
I n du e F io r i , R i
cettaco li
Nasco sti
Icosandria.
13 Polyandria.
14 Didynamia.
15 . Tetradynamia.
Monoecia.
Diaccia .
2 3 Polygamia .
24 Cryptogamia.
1 14
il catrame ec. I loro frutti freschi e le tenere punte pesteed infuse nell
’
acqua,danno un liquore spiritoso mercè
la fermentazione . A ttesta il Linneo ch e i Lapponi utilizzano le sottili barbe delle loro radici p er farne corde ed
intesserne ceste . I n ord ine alle arti il suo dritto fusto ap
presta la materia all’
alberatura delle navi ; perciò i p oeticon graziosa sineddoche sostituiscono il suo nome p er
Csprimere un legno da navigare spinto da vele .
2 . ACACIA Nom . sic,Acacia . Nom . bot
,Cercis s iliqua
strum Clas . X Decandr ia lllonoggnia Famig . delle Legu
m inose.
Etim. I rami sum p 1egl1ey*
oli adattati a formar cer
ch iatc e piramidi lo fecero”
dare i l nome di Cercis; e sic
come è un albero innocuo,
.se si ,tolgano lerspine , diceil Mattioli
, p er tal motivo in d etto — Acacia . ch e tanto e
sp rimé nell’
id ioma greco .
Or ig . Le specie di quest’
albero sono nel maggior nu
mero provenienti dalle due Indie ; ma quella di cui teniam parola è i ndigena dell
’
Egitto . Prospera a maravi
glia nel nostro clima, e disposta in linee parallele lungo1 wall ed i passeggi, d ifende assai bene con la .sna cm
b ra benefica dai caldi estivi . I fiori,
sono rossi aggruppatiin mazzetti ; i quali sbucciano nell’ap rilep rimadelle foglie ;ed allora è bello vedere la pianta inch iomata di un ,
v ivo
corallina,ch e in seguito si veste d i verde allo sviluppo
delle nuove foglie . Il suo legno venato d i verde , e d i nero ,prende buon p olimento ; i fiom acconci nell
‘
;aceto sono
mangiati da alcuni benchè alquanto duri,ed i : semi fa
r inogi r iescono, n utritivi quanto quelli degli altri legumi .H avvi ing ltre d
’
Acacia, o
-Falsa-Gaggla.
,a lbero di gee
neré diverso , perd dell’
istesso nome,che
,non. ostante la
1 15
sua esotica origine vive bene nella nostra isola. Essa ha
due — varietà,l’
una e armata da grandi spine , p er lo p iùcon tre punte
,l’
altra n’ è senza
,la quale cresce assai
grande , e ch e non deve confondersi con la Rob inia; della
quale parlerò a suo luogo .
‘
Le altre speme di Acacie sonpiccoli arbusti : tali sono la Mimosa . lleuc
'
ocef ala, la Scan
des,la Nilotica
,la Senegal e la Farnesiana , cosi app el
lata dal'
Cardinal Farnese,ch e il primo la '
Coltivo nel suo
giardino ,i cui semi
'
ìgli f urono î portati
'
da S . D omingo .
Questa pianta eso tica esala un grato olezzo , il quale‘
con
servano'
i“
suoi fior i eziandio =quando son secchi èt1 appassiti . Le due Seri si tive finalmente app artengono ancora
”a
questo genere .
s: n onno Nom. sic. Ac'
irb Nom. Acèr’
Pseudo-Pla
tan us Clas XXH I Po lggamia'
.lloribecia'
Fani ig f delle lll al
p ighee.
Etim.
‘
L’
asp rezza della : corteccia'
e la fdrma delle fogliesegh ettate
‘
a dente l’hanno meritato una tale appellazione .
Or ig . E indigeno questo bell’
albero dei nostrimonti , edil suo legno b ianco vènato
‘
lo‘
rende adatto ai lavori da sti
p ettaio . I Romani “
,
‘al d ir
'
di =Plinio'
ne costru ivano delle
mense per i lo ro Triclinii‘
,arricchite d ’
intagli è di cesellatu
re,
’
il cui pregio pareggiava le famose tavole da°
pranzo dette
cedrine . I l citato scrittore r iferisce,cheCicerone ne com
p ro una del valore di ‘ 1000 sesterzii la quai ssomma e
quivale a lire di moneta italiana. I l succo del
l’
Acero è zuccher ino ; e ve n’
è una specie indigena della
V irginia , la quale ben s’ acclimanella isola nbstra; ch e
inciso v il tronco geme‘
un vero zucchero,
Vir tù medicinale I l succo"= îdèua prima specie e anti
scorbutico , nutritivo ed espettorante.
1 1 6
4 . ACETOSA Nom. sie. Acitnsa Nom. bot.Bumerca ce
tesa Clas . V I H ewandr ia Tr igynia . Famig . delle Polig onee .
E lim. Questa pianta ,e le sue congeneri contengono
un succo ch e ha delle p rop rietà decise purgative e dal ro
mire prodotto nel basso ventre fu detta Bomice : chia
masi altresì Acetosa per il sapore acidulo ch e eccita nel
palato .
Or ig . È pianta indigena, la quale viene coltivata negli
or ti af fin di adop‘
erarla in salsa per condizionare le vi
vande .
Vir . Med . H a credito di r infrescante , antiputrida e de
terfl
siva,efficace perciò nello scorbuto e nelle febbri b i
lioso . La radice ed il seme hanno p r0p rietà contrarie a
quelle delle foglie; -
avvegnachesono riscaldanti ed astrin
genti sono raccomandati , non p er tanto come aperitivi .L
’
Acetosa è pianta perenne .
5 . ACETOSELLA Nom. sic. Trif oggh iu aeitusu cam
pagnolo Nom. bot. 0aalis allelu ia Clas . X Decandr ia
P'
entagynia Famig . delle Poligonee .
Elim. Piantolina ch e fior isce verso Pasqua,i cui fiori
e foglie s’
inclinano ogni sera, che ai primi raggi del solepaiono destarsi distendendosi d i nuovo come p er esprimere la loro gioia, per la quale p r0p rietà fu detta alleluia . E deb itrice dipoi del suo nome gener ico alla vocegreca o.ms acido perchè tale sapore eccita nel gustarla .
Or ig . Nasce in Sicilia da per tutto , specialmente lungo ,
le strade e nei campi non dissodati . Dal sugo depuratodell
’
Acetosella lasciato cristallizare s’
ottiene l’
ossolalo aci
dulo d i Potassa. Le foglie posseggono delle propr ietà 1
drometiche con il distendersi nei tempLumidi e tenersi
pendenti nei secchi
1 18
7 . AGAVE Nom. sic. A l0l amer icana Nom. bot. Agave
amer icana . Clas . V I H exandr ia Monaggnia . Fam. : d elle
Li liacee .
Etim. I l suo nome esprime Mirabile e in detta cosi
p er il rapido suo crescere,e p er gli usi …svar iati in cui
viene impiegata.
Or ig . E proveniente dall America ,e quei popoli sel
vaggi armano le punte delle lo ro frecce con l’aculeo dellefoglie di questa pianta. Con i l suo
,dolcigno succo alquanto
acidetto ne preparano un liquore fermentato Le‘
foglie
d isseccate servono da embrici su le loro ‘
capanne ; le s lun
gh e fibre dell’agave sottoposte alla macerazione son buonea farne tessuti ; ed anche appo noi sono adop erate zp er
trine ed altri lavori,come si fa del mefe . La ep idermide
o cuticola delle dette foglie dà una carta simile a — sottile
carta pecora . Questa pianta,coltivata nei
*
vasi fa buono
effetto su le porte,dei giardini ; su le colonnette dei viali ,
e su i dorsali dei sed ili .
Virt. Med . La sua radice è stata sper imentata non ha
guarì , come valevole contro la lue celtica.Ep ianta perenne .
8 . AGLIO Nom. s ic.
‘Aggh i i l . Nom. bot. . A llinnu sati
eum Clas. V I H exandr ia Monogynia Famig . delle Liliacee
Etim . L ’
aglio da che fu visto prosperare lungo le Spon
de del fiume A llie nel Lazio le si d iede tal nome ; sicco
me una delle sue specie cioè l’A llinm coep a fu detta
cipolla d al greco cef as perchè simile nella forma al capoumano
,di cui havvene delle b ianche e delle rosse .
Or ig . L’
A frica è i l paese natio d i tale genere d’
ortaggi
e perciò avviene,ch e nelle regioni meridionali r iescono
p iù dolci e p iù carnosi ; ed ecco la ragione p er cu i gli
Eb rei pregiavano tanto le cipolle di Egitto . I Porri alla
1 19
loro volta,‘
ne sono una terza specie , d etti così dal greco‘
P iron tacendo; avvegnache sperimentansi caldi assai . Or"
bene,niente spiega meglio dell
’
A glio la differenza dei
gusti delle diverse nazioni ; dapp oich è gli Egizii gli prestavano onori d ivini
,e mentre i Greci avevano deciso ab
borrimento p er esso,i ‘
soldati romani ne facevano i l loroordinario nutr imentol
‘
Nel tempo delle messi i villici delLazio se ne cibavano volentieri ; qti indi quella r isposta d iVespasiano d iretta ad un giovane ch e gli domandava un
governo . Vorrei piuttosto ch e tu putissi d’
aglio, ch e odo
russi di profumi . I l poeta Orazio era tanto avverso a
questa pianta ch e insinuava d i bevere piuttosto la Cicutache manlgiar i dell
’
A glio . Per vero il“ suo ingrato odore è
si penetrante,ehe infetta l
’
alito ed anche la traspirazioned i
‘chi s e ne ciba. I l Re A lfonso d i Castiglia
"
ch e‘
avearipugnanza estrema
"
per l’Aglio , istituì un Ordine caval
lereisco ,'
i cui statuti pre‘
scrivevano ch e quei,tra i c
‘
ava
lier i’
,che avesseromangiato —a glio , o
"cipolla, non potessero
presentarsi alla Corte,nè comunicare
’
con altri Cavalier i
per lo spazio d’
un mese .
Vir il Med . Gli‘
A i sono antisterici, v'
e'
rmifugi , ed an
tipestilènziali . Le cipolle hanno creditodi diuretiche , ed applicate alle scottature
,ne mitigano il dolore . Gli Otten
totti applicano la cipolla pesta mista al sangue dellaTartaruca —
sopra i morsi dei serpenti velenosi, qual contro
veleno . Sono perenni9 . A CRIMONIA Nom. sic. Acrimonia Nom . bot. Acr i
monia Eup ator ia Clas . Xl Dodecandr ia Digynia Famig .
delle Rosacee*
E lim. I l suo sapore astringente le d iede— il primo nome
e dal Re Eupatore , conte scrive Plinio , fu detta Eupatoria.
1 20
Or ig . Si vuole.
indigena d i Paflagonia ,benché sia in
presente propagata dovunque ,massime nei luoghi om
Drom lunghesso le r ipe dei campi . H avvi inoltre l’
Acri
monia odorosa a cagione della fraganza ch e emanano le
foglie fregandole .
l'
irt. Med . Sono r iputate le A cr imonie p iante offici
nali p er i p rincip î benefici posseduti da loro , sp ecialmente lodate p er le febb ri infiammator ie e p er l
’
itterizia.
Sono perenni .
10. A LBICOCCO Nom . s ic. I'
arcocu Nom. bot. Prunus
A rmeniaca Clas . XI I I cosandr ia Jlonoggnia Famig . del le
Rosacee*
Etinz. La sua bacca b ianca di forma simile al cocco ot…
tenne si al frutto ch e alla pianta il nome d ’
A lbiéocco .
Or ig . Bench è d ’
esotica provenienza sono oramai tra
scorsi da circa mille anni,ch e l
’
A lb icocco è stato colti
vato tra noi . I n occasione delle guerre m itridatiche so
stenute da Silla e da altri generali roman i, questa pianta b enefica fu p er la pr ima volta portata dall
’
Armenia
e trapiantata nell’
I talia. I l sapore subacido-dolce d el f rut
to lo rende rinfrescante ; e poichè viene a maturarsi in
primavera ed in Està . r iesce un rimedio nei calori della
stagione .
l’
ir . Med . S’
adop era in medicina come purgante .
1 1 . A LGA Nom. sic. A liea Nom. bot. Zostera oceanica
Clas . I'
I H ex and r ia Monogynia Famig . delle A lghe .
Etim. Dalla località dove veg eta questa erba prese il suonome poichè alicas
,voce greca. vale mar inas in latino ;
e dal greco par imente Zoster , Zona fu appellata Zostera.
Or ig . E facile rilevarne la provenienza dal veder le sue
4 2 2
13 . ALOE Nam. sic. ZabbarwNom. bot. A loe . gaerf a
licata Clas. VI H ez andria Monogynia Famig .£delle Li
liacèc.
E iim,Poichè il succo d i questa pianta è . amarissimo
e nauseoso le fu t -dato it nome d’
A loe dalla greca voceche esprime asprezza.
Orig . La specie : testé cennata è originar ia della Bar
bada,ma vegeta bene nei climi caldi; le coste mer idio
nali della Sicilia in fatti presentano l’
aspetto …di una s elva00per ta d ’
A loe massime quando sono fior iti . Gli A loi generalmente nascono Spontanei . nelle contrade i dell
’
A frica
quantunque in presente s’incontrano in tutti 1 caldi paesidel vecchio Continente . I Concincinesi preparano un
‘
grato
cibo con le foglie di una specie d ’
Alo‘
e ; e gli 0ttàntotti
armano i loro turcassi con gli steli di un’
altra SpecieLe foglie carnose di questa pianta somministrano un
filo tortissimo con il qualè g li l ndiani della Gujana in
tessono delle tele; ed i Portoghesi ne fanno delle“
calzee dei guanti . L
’
utilità ' maggiore vien ritratta dal liquoreche s
’
estrae da questo. vegetab ile . Per tale operaz ionenei vari — paesi sono p raticati processi d iversi . Gli Ottautotti t agliano l
’estremità delle foglie e ne raccolgono il li
quore che stilla da esse . Nell’
isola di S occotara v engono
strappate le foglie soggettandole .a leggiera pressione ,e
nella Giamaica e nelle altre isole dell’
America doposdradicata la pianta si taglia in fette . I l succo con
denzato vendesi in commercio ed è d i tre qualità ; iioccotr ino ch e è i l migliore , trasportato nell
’
I talia dalla
Soccotera; l’
Ep atico ci perviene dalla Barbada,ed il Ca
ballìno somministrato alle bestie dai maniscalchi si p repara nell
’
I talia,ed in Spagna.
1 2 3
Vir i . Med . L’
A loe e purgativo , emetico ed anelmintico
usato nelle costipazioni, per gli individui Specialmente
ch e menano vita sedentaria, e nelle affezioni emorroidali
e verminose . S’
ad0p era di poi esternamente nelle ulcer i
asteniche,nelle carie . È pianta perenne .
1 4 . A LLORO Nom. sic. A ddauru Nom . bot. Laurus
nobi lis Clas . I X Enneandr ia Monogynia Famig . delle
Laur inee .
Etim. La parola lauro‘
deriva dal latino laus avve
gnachè d ei suoi rami Sl sono coronati in ogni tempo ipersonaggi , sotto qualunque rispetto
,degni di lode .
Or ig . Un .tale albero fronzuto vegeta bene nelle tem
p erature elevate e cresce spontaneo nell’ Italia ,
nella
Spagna, e nella Grecia. Questi popoli lo consacrarono . ad
A pollo perchè con il suo verde perenne simboleggia
l’
imberbe gioventù — del detto falso Nume,intorno al
‘
cui
tempio eranvi piantati dei boschetti d i lauro olezzanti .I poeti se ne formavano delle corone in .onore del D io
dal quale erano ispirati; ed innanzi all’
atrio. dei palazzidegli Imperator i …e presso il vestibolo delle abitazioni deiPontefici Sommi v erdeggiava l
’
alloro p er\far le veci d i
portinari , secondo d a «frase adoperata dal Plinio ..Giulio
Cesare, p er coprire la calvizie della sua testa solca .p or
tare una corona di questa pianta,il qual costume . imi
tato dai suoi successori la fè d ivenire in seguito il sim
bolo dell’
autorità so vrana. I popoli moderni cingono d i
alloro la fronte degli uomini che si son distinti nei
diversi rami scienti fici e letterar i,donde ne p rovenuc
i l nome di laurea e di laureato . grandi nostri poetifurono stimati degni di tanto premio ; Dante ,
Tasso,
A r iosto n’
ebbero redimita la fronte,nè taccrò come
494
l’
ultimo,mercé i suoi canti allusivi sul l au ro , abb ia accre
sciuta celebr ità a questo albero poetico . Per quantor iguarda gli usi da cucina
, gli antichi Romani l’
imp ie
gavano p er cond imento del cignale , e noi l’adoperiamo
nel preparare i d iversi arrosti .Vir : med : Le bacche del lauro sono diuretiche ed cm
menagoghe : s’
usano nelle malattie dello stomaco,dell
’
e
pate,della milza
,e della vescica. Ne viene estratto un
olio detto laurino,ch e è carminativo e tonico . Le dette
bacche e le foglie possono applicarsi esternamente,come
r imedio fortificante e r isolutivo .
15 . …AMARANTO Nom: s ic: Amarantu. Nom: -bot: A
maranthus Bli tum Clas: XXI Monoecz'
a Pentandr ia Fam.
de lle Amarantacee .
Etim: Amaranto in greco esprime immortale .
Or ig ; È pianta ind igena e con i l suo colore vellutatoadorna in autunno i nostri giard ini . I Greci ne {coronavano i loro idoli
,quale emblema dell
'
lmmortalità . Cri
stina di Svezia,ch e voleva immortalarsi r inunziando al
trono p er attendere alla letteratura istituì l’
ordine dei
cavalieri dell’
Amaranto . N'
era la decorazrone'
una meda
glia d’
oro avente in mezzo un fiore smaltato di questapianta ed all
’
esergo il motto Do lce nella memor ia . A l
tra varietà d i essa originaria dal Perù si suole p iantarenei nostr i giardini dove si moltiplica prodigiosamènte; mai l p iù bello di questa sp ecie
i é l’
amaranto tricolore,detto
eziand io Gelosia,o maraviglia di Spagna. Dessa è una
de lle piante di cui s’
ignorano le virtù medicinali’
, e ben
ch è ; reputata buona p er uso nutritivo,avverte il Mattioli
che Spesso produce vomito e dolori eolici . È piantaannua.
1 26
commendata come rimedio per l’
idrofobia. È‘
p ianta
perenne .
1 8 . ANEMONE Nom: sic: Auemu li Nom. bol: Anemo
uc’
coronaria Clas . XIII Polyandr ia Po,ligynia Fam. del
le Banunculacee.
Etim: La meteora atmosferica ch e noi chiamiamo vento e ch e i Greci dicono ancmo$ ha dato il ‘
n0me a que
sto vago vegetabile ; conciossiach è‘
i suoi fiori sbucciano
allo spirare dei p rimi ' venti della bella stagione .
Or ig ; Quantunque sia pianta indigena dell’
A sia si è'
talmente naturalizzata tra noi’
che vegeta bene su lo colline
,
?le quali smalta con fiori pavonazzi, rossi’etbianchi f
coltivata nei giardini s’
addoppia:
Ve ne sono altre tre Specie cioè — 1’
Anenione epatica la»
Pu lsatilla,e l
’
Or iense,la quale per la‘
sua lunga fiorituralfa b uon effetto negli
'
Spartimenti .
Vir: Med . L ’
Epatica è p roposta quale anidoto*
nelle
d issehter ie‘
e nella emottisi . La Pulsatilla hanvuto credi
to di-f ebbrifuga, ma n’
è—
pericoloso l ’impiego . Sono‘
p ian
perenni .1 9 . ANETO Nom. sw Fluocch iu Anita
,Noia . bot. Se
linum“
Anethum Clas . V Penlandrz'
a D iggnia Famf delle‘
0mbi*elllf ere.
E lim : L’
A neto fu così appellato dalla ìgrecà v oce ch e
esprime crescere rapidamente ; avvegnache tale è la prop r ietà
‘
che lo d istingue
Or ig . Nasce abbondante nella Spagna,- nel'
Portogallo
e nellaf Sicilia. Le sue foglie sono simili: a°
‘
quelle’
del finocchio ; ma p iù p iccole —
e metto m orbi de , il s uo saporeè acre* e =p ungente .
Vin. Med . Spefi ùuentasi= carmihativa ed
'
antemeticaf
1 2 7
Le foglie ed i semi sono adoperati nei cataplasmi risolventi . E pianta perenne .
20. A NGELICA Nom. sw. A ngelica acquatica Nom.
bo l . Angelica sylvestr is Clas : .V ' Pentandr ia D igynia
Fam. delle Ombrellifere .
E lim. Gli antichi l’app ellarono -
cosi p er le virtù ma
ravigliose…che l’
accordavano , servendosene altresi ne
gl’
incantesimi .
Or ig . E proveniente delle. regioni settentrionali , ed èmolto * ricercata
,e i Lappo
‘
ni ch e cingendose
ne le tempia destino l’estro
p er : condimento de i*
cibi . “ Coltivata cresce in cesp ugli ch ed iffondono : largamente un odore —
acuto e . grato assai . E
minentemente stomatica se ne fanno. sciropp i , confezionie rosoli , pregiatissimi . I n d eficienza di .questa specie na
sce nelle sponde dei fiumi siculi e presso i'
margini delle
fosse l’
angelica silvestre . o . acquatica, ch e‘
è adoperata invece delle precedente a vendone le i stesse propr ietà ; ma
in grado :p iù r imesso…
Vir . mad . L’
angelica .è commendatazcome cordiale , car
minativa, emmenagoga, ed -anfiverminosa; e quando èmasticata fortifica le. gengive . È p ianta p erenne .
2 1 ., ANIGE Nom. s ia.
—Anas am . bot: Ap ium Ani
sum IClas . V .Penlandr iw Digg nia F am. de lle O mbrelli
E lim. I Greci la chiamarono Anison ’ perchè rende libera la respirazione
,essendo giovevole a dissipare le
flatulenze'
dello stomaco u ?
Or ig . Ama i climi caldi e nel Levante . ed in Sicilia
prospera a ;marafi glia; È coltivata nella Romagna cd-al
trove come ramo di commercio ; ed i suoi semi verdo
1 28
guoli e scanalati servono per lavor i di credenza e d i
profumeria; il cui odore è grato ed il sapore aromatico .
Vir . med . I detti semi sono stomatici e digestivi , daiquali mercè la distillazione se ne cava un olio essenzialeenergico assai . Nel Nord sono impastati con il pane
per aromatizzarlo ; ed appo no i,i confettier i ne coprono
i semi con lo zucchero e formano cosi dei piccoli confettisap oritissimi . É pianta annua.
2 2 . AQUILEGIA Nom. sic. Pinnaggh i d i Big ina Nom
bot. Acqu i leg ia vulgar is Clas . XIII . Polyandria Penta
g vma Fam. delle Ranunculacee.
E lim. Dove essa vegeta ritiensi come indizio sicuro
di acque sotterranee quindi fu detta cosi abaquis le
gendis .
Or ig . Benchè nasca spontanea nel siculo clima,pure
è coltivata nei giardini ali in‘
d’
0ttenerne le molteplici vai
rietà dei suo i fiori,tanto belli cosi ordine alla piei
nezza dei petali,come ancora in rapporto al colore ; av
vegnach è ne sbucciano dei b ianch i, dei gialli , di colore
d i rosa,dei violetti e dei brizzotali
Vir . med . Questa pianta era adoperata un tempo p erl’
itterizia, p er l
’
ostruzioni, per la facile eruzione del va
iolo,e p er il lattime; b isogna non di meno amministar
la con precauzione,dappoiche narra il -Linneo che ha vi
sti morire dei bamb ini dop o somministrato con poca cautela il seme dell
’
Aquilegia. É pianta perenne .
2 3 . ARANCIO Nom. sic. A rancia Nom. bot. Citrus
Aurantium Clas . XVIII Polgdclp h ia I cosandr ia Fam.
de lie Auranziacee.
E lim. I l‘
colore rancio del suo frutto gli « fe dare un
tale nome.
1 30
ne . di astringenti e balsamiche , proposte nelle ulcer i del
la bocca e nelle Febbri intermittenti . Sono piante p erenm .
2 5 . ARNICA Nom. s ic. Am ica Nom. bot. Am ica mon
tana Clas . XIX Syng enesia Po lygamia Sup er/tua Famg .
delle Corimbif ere.
Elim. I l suo nome è preso dal greco Am os che si
gnifica agnello , p erch é questi an imali ne sono îgh iott‘
i .
Or ig . Ama'
di vegetare nei monti della"
German ia,e
nei paesi settentr ionali d ’
onde ci son portati'
i fio ri,
“
e
le foglie ; ed …io ne fo menzione po ich è s’
è r invenuta da
gli erbuarî : in varie contrade della Sicilia: Scr ive il Linnéo
,ch e i montanari della Smollandia
°
la prendono . in
polvere nel tabacco p er sternotare e la fumano —par imente .
Vir . med . L ’
am ica è stata celebrata come r ulnerar ia
ed astr ingente , come emmenagoga ed antifebbrile . I l suo
maggior credito però le viene dalla virtù d i r isolverele contusioni interne ed esterne da meritarsi l’enfatico
nome d i Panacea p er le p ercosse . Inoltre h a r iputazio
ne di antiepilettica ,utile nei reami e nelle
'
p aralisi ;
s'
asserisce che abbia guar ita la gottaserena, ma b isogna
esser cautelati nelle dosi . È p ianta perenne ,26 . ARNOGLOSSA No m. sic. A r iech ia d i Lebbru
Nom. bot. Plantago Lancio lata Clas . IV Tetrandr ia Mo
uogynia Famg . delle Plantag inee .
Etim. Le sue foglie d istendonsi a guisa della piantadi un piede
, per —tal simiglianza le fu d ato il nome = d i
Piantagine ; siccome appellassi arnoglossa ovvero orecchiod i lepre perchè s’allungano le dette foglie b iancastre nella
forma dell’
orecchio di questo quadrupedecoperte simil
mente da lanugine .
1 3 1
Or ig . È pianta indigena e se ne d istinguono tre specie .
cioè la maggiore, la media e la minore . Riserba'
ndomi
d i parlare altrove delle p rime due , ‘faccio cenno in"
p re
Sente della Lahbiolata ch e ‘ è la minore .
Virt. med . Le foglie sono un r imedio p er le
cialmente quelle della Piantàgin'
e maggiore; il'
èucco èastringente perciò raccomandato nell
’
emorrogie e"nel
flusso del ventre . I l decotto della medesima s’usa p er
g argarismo nella"
sch inanzia catarr ale . L ’
acqua d istillata da essa h a riputazione pianta perenne .
2 7 . ARO Nom. s ic. Ansaru .
‘
Nom . bot:'
A rìzm Macu
latum‘
Clas . XXI ' Monoecia Pò lyaizdr ia Famg .
“
alelle A
Etim L’
A ro fu così appellato dalla voce greca aire ch e
vale togliere , per la rag ione ch e i villici la sdradicàno
credendo ch e ister ilisca*
il terreno .
Or ig . È pianta nostrale,ed u
'
na’
delle sue specie è detta i talica perchè originaria di questa penisola . La radice
ha un sapore b rubiantissimo malgrado che Dioscor ide
asserisca ch e questo si perda,mercè '
la cottura,e p er
tal modo riescemangiab ile . La medesima r idotta in pastaserve nel Poitou
"
ed altrove "a far le veci "di sapone p erimbiancare i pannilini . La detta pasta
,nell
’
I talia' è impie
gata come cosmetica p er lavar le mani e t oglière le mac
chie della pelle . Questa pianta dipo i p resenta”
un feno
meno degno della attenzione dei fisici,cioè che nel tem
p o della perfetta fioritura svolge p er parech ie ore; ca
lorico si notabile ,‘
ch e fa alzare il mercurio nella cannadel termometro .
- l’
ir . med . La radice b ollita e mista eon — i l mele e an
tiasmatica,macerata nell
’
aceto'
riesce antiscorbutica. Da
1 32
essa se n’
estrae un amido,detto f ecola d
’o ro
,che si a
dopera nelle clorosi,nella cachessia. nell
’
asma p ituitosa,
nei mali d i testa periodici,ed in altre malattie
,le qua
li hanno per principio l’
atonia delle fibre . È p ianta»
pc
renne .
2 8 . A SFODILLO Nom. s ic. Garuf a Nom. bot. A sp ha
clelas luteus Cles .
'
VI H er ondr ia Monogynia Famg . del
le Liliacee.
E lim. Le stelo di questa p ianta sorge alto p lll d’
un
metro a guisa d i una verga o bastone,lo ch e viene e
sp resso dal greco suo nome,d’asfodillo .
Or ig . Esso è indigeno dell'
I talia,e vegeta b ene assai
nell'
isola nostra. I Greci lo p iantavano presso le tombea causa della mito logica tradizione
, ch e negli Elisii le
omb re errassero in un vasto prato di A sfod illo . Un tem
po gli uomini nutrivansi delle sue rad ici,ed alcuni se
ne fanno cibo tuttavia. Nelle carestie la sua sostanza mucillaginosa venne mescolata con la farina d i grano p er
accrescerne la massa. T utte le parti della p ianta ferite,o
tagliate gemono un succo giallo . La sua durata è perenne .
29 . ASPARAGO Nom. s ic. Sp araciu Nom. bo t. Asp a
rag us 0fl icinalis Clas . V I I lezvandr ia Monogynia Famg .
delle A sp arag inee .
Elim . Osserva A teneo ch e i pm belli . asparagi sono
quelli ch e nascono spontanei,perciò gli si d iede tale no
me ch e in greco esprime non seminato .
Or ig . E pianta comune tra noi,la quale presenta due
specie , il domestico ossia l’
or tensis ed il selvatico , dettòAcutif olias; i cui tener i polloni apprestano un cibo in
gordo sulle nostre mense .
Vir . med . La virtù d iuretiea che posseggono li faceva
1 31
rula Tinctor ia Clas . I V Tetrandr ia Monogynia Famig .
delle Rubiacea
E lim. Tutte le parti di essa son ruvide ed a spre,e
quindi dalla voce latina asp er o ttenne tale nomenclatura.
Or ig .] Tre specie ,
di A_
sperule ci sono note,tutte -ori
g inarie dell’
Europa e. dell’
A sia; cioè l’
0dorata,così detta
p er l’
odore ch e tramanda; la Tinctor ia , nome appestole
dal Linnéo,poichè bollendone nell
’
aceto la radice tinge
in rosso la lana,adoperata come succedonea della Rob
b ia; finalmente la a anch ica creduta buona p er la squi
nanzin.
l’ir t. Med . La prima Specie e astringente ,
tonica,a
p eritiva, utile ,
nell’
itteri zia e nell’
ostruzione .del fegato ,
e secondo alcuni,anche p er l
’
idrofob ia. Le cennate sp e
cie sono p erenni .
3 2 . A SSENZIO Nom. s ic. Er va bianca Nom. bot A r .
temisia ab3inlh iztm Clas…XlX Sgageaesia Polygamia
Sup erflua‘
Famiq . delle Succu lente .
E lim. I Greci l’ ap pellar‘on0 senza dolcezza lo che c
sp ressero -con -i l cannato nome ;. ma Ippocrate .la vuoledetta così da A rtemis cioè D iap a Lavatrice dappo icher itenevasi la stessa quale sp ecifico ,
in quest’ incomodi . ‘
I
Cinesi ed altri p ep oli…dellh\sia l’ '
adoperano tutt’ ora intali circostanzeOr ig Le specie dell
’
artemisia sono mo lte , come‘
l’A br0
tano detta eziand io Citronella, ed Erba . Limonea,l a Vul
gare, la Coerulcscens , 0 Mar ina, non t utte però sono ia
d igene . Non lo sono infatti la Giuda ica detta nel linguag
gio farmacop onico Samon contra vermes p erchè creduta
Specifico in tali malattie ; la Pers iana ch e vegeta Spontanea nella Garamania e nel rem o d i Routan al r
settcn
1 35
trione del Mogol: il Dracunculus nativa della Siberia e
della Tartar ia
Virt. Med . L’
A rtemisia assenzio è emmenagoga, autisterica
,antipasmodica e splenica. Per … uso esterno si r itiene
vulneraria e detersiva; l’
H aller è di avviso che il Mosca
dei CineSi e dei Giapponesi sia preparato dalla peluria,o dal midollo d i questa p ianta
,che adoperano su coloro
,
ch e sono/ attaccati -dalla gotta ,facendolo bruciare su la
parte addolorata. Si crede ch e lavandosi la testa con i l
decotto dell’
A brotano,faccia ritornare i capelli , ed impe
d isca ch e cadano . Le A rtemisie sono perenni .33 . A STRO Nom. sie. Rosella Nom: bot. A s ter Amel
lus . Ctas . XI X Syngenesia Ro lygamia Sup erflua Famig .
dalle Cor imbif erc.
Ehm . I l d isco giallo di questo bel fiore ,'
ed i suoi . p e
tali raggianti d’
un ch iaro a zzurro lo i fecero -paragone. alle
stelle ; appellato p el tal m otivo Astro , .
Or ig . Si vuole che sia pianta indigena .dell’
A ttica,e
ch e di essa faccia parola Virgi h'
o, sotto il nome d
’Amello,
nella quarta delle sue Georgiche . Ve ne‘
sono dnoltre al
tre specie esotiche,come quella originaria doll
—A merica
settentrionale ; cioè l’
Aster, argenteus , cosi detto dal Mi
chaux , p er le sue foglie argentine ,= e delicate al pari
della seta,aventa . il calice cand ido
,ed i petali listati d i
raggi b lù. A ppartiene al genere istesso l’
.A ster g randi
j lorus ,anche esso
“
ind igeno dell’
America ch e produceun bellissimo cespuglio di fiori celestini : L ’
A stro della
Nuova Inghilterra si . veste di fiori vaghi in autunno ; nè
teme i l freddo dell’
h iverno, p er il r igido clima donde
ci fu portato,Fiorisce in agosto per tutto ottobre l
’
A stro
originario della Cina, appellato dai francesi Reg ina Mar
1 36
gher ita, brillante ornamento dei giardini , a cagione della
varietà dei suo i raggi b ianchi , turchini , rossi , misti edepp ii .
Vir t. Med . L’
Amello ha credito d i vulnerario ; -e l’
ac
qua, o ttenuta con d istillarne i fiori ‘
s’
amministra come r i
medio nel mal caduco e nell’
angina. Gli astri sono perenni .31 . A STULA REGGIA Nom. s ic. Parrazza Nom. bo t.
A sp hodelus Ramosus Clas . VI H ex anrlr ia Monogynia .
Famig . delle Li liacee.
Etim. L’
A sfod illo d i questa specie dicesi Ramoso p erch é il Gaule liscio e lucente si partisce in
'
molti rami .
Or ig . L’
Astula reggia cresce spontanea nella Corniola
e nella Spagna ; nella Sicilia p oi 00pre vaste estenzioni
d i terreni non d issodati . I contadini credono che ‘
l’
ab
bondanza delle sue bacche sia ind izio d i buon raccolto .
Gli animali immondi ne scavano le radici con il grugnoe le mangiano volentieri : p er fermo togliendone i l caustico umore con l
’
ebbollizione appresterebbero un cibo in
nocuo anche agli uomini . Con tale mezzo se ne p uò ottenere altresì un ottimo amido . È pianta perenne .
35. ATRIPLICE Nom. sw. Sp inaci samogg ia Nom. bo t
A tr ip lc:v hortens is Clas XXI I I Po lygamia Monoecia Fa
mig . delle A lr ip licee
Etim. A sserisce Pitagora ch e cibandosi d i questa piantadisponga all
’
id rope ed all’
epilessia. quind i dall’ atro co
lore che produce su la pelle ebbe tal nome .
Or ig . L‘
A trip lice o rtense è indigena dell’
A sia,la S i
bcr ica per ò nasce negli algid i paesi — del Nord . Era Col
tivata l’or tense p er mang iarla in erba in luogo della Sp i
nace,ma adesso non p iù serve a tale uso
,e a s
’
incontra
soltanto a caso in qualche luogo . I l suo colore varia dal
b iancastro al rosso .
1 38
la pupilla ,l’
ha proposto qual mezzo preparatorio alla
operazione .della caterratta. I l Munck somministando
la in p olvere ha guarite manie ,ed apoplessie ; il Gre
d ing attesta ch e con tale mezzo è riuscito a d iminuire
i parossismi epilettici, Ino ltre si p rescr ive mon successo
nell’
id rofob ia,nel: cancro , nello scirro , e negli affetti d i
umore srufoloso . É pianta perenne .
37 . AVELLANO Nom. sic. Nuciclda Nom. bot. .Corg
tus A vellana Glas, XXI Monoecia Po lyandr ia Famg . del.
le Amentacce…E tim. Questo
,
albero frutttifero ebbe il nome dalla cit
tà d’
A vellino d etta A bella da,da Silio A vel
la,dove il me desimo prosperò m irabilmente .
Or ig . L’
A vellano o Nocciola è indigeno del Ponto , p ercui fu detto dai Latini Noce pontica; esso ama i bosch ied i ruscelli . I l frutto d
’
un dolce p iacevole e,nutritivo
ed è mangiato fresco e secco . I Penestrini .assediati da
Annibale s’
alimentarono unicamente d i questo cibo . IRomani se ne faceauo gran consumo vendendo nei mercanti i noccioli crudi
,ovvero abbrustoliti pratica che du
ra tuttavia appo noi . I l suo legno era riputato dagli antich i
, quale simbolo di . pace e d i riconciliazione ; infattii l Caduceo d i Mercur io componevasi di un bastone di
A vellano adorno d i due ali circondate . da serp enti . Gli
s’attribuiva anco ra una vir tù magica; quindi — le bacch et
te di vinato rie wrano formato dei suoi rami . ln presenteperò se ne fa uso m iglio re avvegnache p er la loro p ie
gh evolezza imp iegansi in cerch i,sporte e cose simili .
Vir .Med . Dal frutto viene estratto un’
o lio dolce,ch e è
r infrescante ; ed il sapore acid issimo delle sue squamme
d icesi ch e sia Febbr il'
ugo .
1 39
38 . AVENA Nom. s ic. l ina Nom. bo t. A vena sativa
Clas . III Tr iandr ia Digynia Famg . delle Graminacee
E lim. Era l’
avena ritenuta dagli antichi botanici qualf rumento abor tivo
,dacchè i l suo frutto non veniva a ma
turità,le d iedero perciò questo nome da A lfa privativa e
venia.
Or ig . I l R iedse la crede . o riginaria dell’
iso la nostra,
ma l’
A nson la trovò eziandio nell’
isola Fernandez al Suddell
’
America presso i l Chili . A ltre volte il popolo della
Germania se ne serviva in vece del grano , ed anche inpresente forma il nutrimento degli abitanti poveri d ialcuni paesi del Nord dell’Europa. É coltivata pr incipalmente p er b iada dei cavalli che da vigore s li sostiene
nei gravosi lavori .Vir . med . È pianta rinfrescante
,la quale rendesi vi
è p iù attiva con l’
aggiuuger vi un p ò di n itro . I l d ecotto
sperimentasi utile nelle febb ri etiche,nella raucedine
,
nella tosse , nelle esulcerazioni della g ola e delle fauci .
Questo graminaceo . è annuo .
39 BALSAMINA ‘ NOH L. sic. Garana Nom . bot. Imp a
ìliens Balsamina Clas . V Pentanrlr ia Monogynia Famg .
delle Terebintacec.
E l im . Nell’
antica farmaceutica questa p ianta entrava
nella composizione d i un certo balsamo p er i l quale imp iego fu detta Balsamina. La si chiama eziandio No li
metaayerc p er la sua grande irritab ilità ; imp erciocch èle cassule mature romp onsi al ,
p in lieve contatto lanci
ando lontano quasi con impazienza, i semi r acch iusi .
Or ig . Ci fu portata dalle Ind ie orientali,e sul finire
della stagione estiva costitui sce l’
ornamento principaledei g iardini con la varietà dei suoi fiori bianchi purp urei ' e rossi .
Vir . med . Si ritiene da alcuni pratici un e f ficace r i
medio diuretico . È pianta annua.
40. BARBA DI GI OVE Nom. s ic. Bu ttuneclclu d’ora
Nom. bot. Semp revivum Teolorum Clas . XI Dodei3andr iaPolyg ynia Famg . delle S ucculente .
E lim. questa specie di Semp reviva che conserva p e
renne il verde suo fogliame , prese il nome dai luogh idove suole d ’ordinar io vegetare .
Or ig . È ind igena e b isogna r icercarla su i tetti e su
i muri umid i,dove con le foglie carnose formanti cesti
adorni di fior i b ianco -po rporini,produce un grazioso el
'
fetto,molto pm se v iene trap iantata nelle rocce dei guar
d ini inglesi .
Vir . med . I l succo d i essa s’
adopera qual r imedio ne l
I’
epilessia, la pianta pesta unita al latte è applicata sule b ruciature e le infiammazioni ; mista con il mele sp e
r imentasi utile p er l‘
afte ; le foglie finalmente vengonosomapp oste ai calli p er ammollirli . È pianta perenne .
4 1 . BARBABIETOLA Nom. s ici Salica, Eletta, Gira ,
Nom. bot. Beta vu lgar is Clas: V Pentandria D igynia
Famg . delle A tr ip licec.
E lim. I Romani ritenevano questo o rtaggio com’
e vileed insipido , p er cui Marziale ed altri autor i gli davanol’
epiteto di f atuo , quindi a‘
ragione Festo credè aver sortita la sua nomenclatura dal greco Blax cioè inutile ; atanto alludeva i l cinico Diogene chiamando bietoli gli no s
mini*
de nulla.
142
43 . BASILICO Nom. sic. Basilico'
Nom. bot. Ocz/mum
Bas ilicum Clas . XIV Didgnamiai Gymnosp erme Famg .
delle Labbiate .
Etim. Varrone fa derivare il “n ome generico d’
Ocimo
dal greco Oois veloce , a cagione del precoce suo nasci
mento,cui le s
’
aggiunse la specifica appellazione di -Ba
Silico,cioè pianta pr incipe per * il
”
grato ed aroinatic’
o o
dore ch e emana,il quale s
’
acéosftà a quello del garofanoe della canella.
Or ig . Essa ci fu portata delle Indie e dal Giapponee se ne conoscono due varietà l’Ocimo maggiore ed il
mezzano ; ed anche i l m iu1mo ch e n’
è pe1 o altra sp'
ecie .
Quest’ul timo è il p iù bello ,
“
che piantato e'
ntro vasi d isposti su i veroni degli appartamerti , va a f ormare
una sfera delicata d i verzura. I t'
Basilico adop erasi mc
glio p er cond imento da cucina ch e qual pianta'
o fficinale.
.
Vir . Med . C iò non p er tanto , le foglie peste’
prese ininfusione
,come il Th è ; sono utilissime "per i dolori del
capo e p er le flussioni del cervello . É pianta perenne .
44.BELLA D I GIORNO Noniî s ic. Ceimp an°
cclcla atr i
cular i Nom. bot. Convo lvulus Tr ivalor Glas . V Penton
clr ia Monoggnia Fu'
vig . delle ViÒlacea,
E lim. Lo Stelo inerp icante d i"
»
questa p ianta le fe‘dare
il nome d i Convolvolo,e p er la triplice var ietà del colo
r ito’
del’
fiore fu detto Tr icolore .
Or ig . Benchè il Portogallo sia il luogo n atio della Bel
la di Giorno,
”
pure,in p resente ‘
s’
è bebe - acclimata tra
noi . I l suo fiore tutto grana —
e p oesia ap rèsi a mano a
mano sotto i dorati raggi d ell’
astro del igiorno .
‘
l l'
bordo
del petalo è d i im bel cer u'
lèo,
‘
i l mezzo è b ianco, il'
fon
do giallo; essa sp iega nell’
Està la magnificenza‘d i tutte
143
queste svariate tinte sul mattino ed alle dieci,o undici
a. m . rip iega le foglie, e chiude i suo i fiori . La breve dui
rata di questi è forse la cagione ch e la pianta ‘non sia
apprezzata quanto meriterebbe . È p ianta annua
45. BELLA D I NOTTE Nomf s icè Ges'
imiiui'
ili notte
o Sovera e Nora Nom. bot. M iiu b'
ilis Jalàp a ClasxV‘
Pen
tamlr ia Monog ynia Fam .g delle Nictag inee.
Elim. La molteplice varietà dei suoi fiori le hanno
meritato il nome di ammirab ile ; e p er la Sciarappa daessa ottenuta fu detta Jàlap a.
Or ig . La Bella d i'
notte è ind igenadel Perù ;'
ma l àl
tra specie detta Mircibilis Parvifl ora I’ è del Messico ; en
trambe queste p iante schiudono i loro petali ‘
al crepus colo vespertino ed in quell’ora che
°
dispdne°
l’
aî iinio al‘
le p iù vive sensazioni, le belle varietà dei suoi fiorispandono d ’
ogni intorno il loro notturno”
profumo .
Virt. Med . La radice possiede virtù ”
purgativa ,ed i
semi sono reputati cosmetici , dài quali se n’
estfàe una
sostanza amidosa,ch e alle donne del Giappone fà ler é
ci di belletto . Quantunque nelle Ind ie sia perenne,pres
so noi a causa della diversità del clima, è‘
pianta annua.
46 . BETTONICA Nom. s ic. Bittoa ica Nom. bot. Betam
ca ofiîciualis Clas . XI V Dyd iaamia Ggmuosp ernia Famg .
delle Labbiate.
E lim. Fu detta cosi dai Betoni antich i popoli della'
Lu
sitania,dove in r invenuta la prima volta.
Orig . Malgrado la sua esotica or1g1ue è comunissimanei nostr i campi ; e baSta volgere lo Sguardo nei luoghi
umidi ed omb rosi p er incontrarne i cespbgli adorni d i
fior i rossi verticellati'
disposti a sp ica interrotta.
Vir . Med . Le sue p r0pfi età medicinali furono.
un tem
144
po celebrati per l’
artritide e per l’
epiles s ia. Le radici
sono cinetiche; le foglie hanno il merito di far sternu
tare,adoperate da alcune quale succedaneo del tabacco .
È pianta perenne .
47 ; BETULA Nom. sic. Betula Nom. bot. Betula A l
ba Clas . XXI Monoecia Po lyandr ia Famg . delle Amen
tacee.
Etim. I fasci che i Littori portavano innanm 111 Con
soli erano composti dei ram1 d i quest’
albero,come scr i
ve Plinio ; e siccome con essi battevansi i rei,a batuen=
do fu la pianta detta Batula dalla quale parola, con lieve mutazione
,ne derivò il nome di Betula.
Or ig . E d ’
origine esotica,e gli antichi Romani dalla
Gallia la trapiantarono nell’
I talia. Nella Lapponia è unadelle p iù utili piante dappoiche con la scorza difendono i loro rustici abituri
,e se stessi facendosene una spe
cie di tabarro . Perchè resinosa selve di torcia p er diradare le tenebre di quelle lunghe notti . I Russi ed i
Norvegi l’
nsano p er conciar le pelli e nel Kamchatka latagliano in piccole fette e la mangiano con il caviale .
La scorza è r icercata p er la tintoria dando una tinta ros
sa capace d ’
avvivare i colori del verzino e del campag
gio . I l legno bianco e leggiero è buono p er i lavori d itornio .
Vir . Med . I l succo ch e è dolcigno si reputa cosmeti
co , e secondo altri diuretico ed antelmintièo .
48 BIGNONIA Nom. sic. Gesummu mmanu Nom: bot.
Bignonia rad icans Clas . XI V D id inamia Ang iosp erma
Famg . delle Bignouec:
E lim. La Bignonia p ropagasi p er la rad ice,e per i
nodi del fusto,quindi da questo doppio modo di germo
gliere le s
’
approp riò un tal nome quasi bis nata .
Etim. I l nome di Blito preso dal greco ch e signi
fica p ianta volgare di nessun pregio .
Or ig . Questo vegetab ile è indigeno e nasce da per
tutto,ch e rendesi per la sua abbondanza incomodo as
sai neg li orti . Le foglie h anno un colore triste,ed i fi o
r i sono quasi vestiti a duolo,quindi gli antich i fra le
p iante che erano sacre agli estinti v’
avevano inelusa«
que
sta specie d ’
Amaranto . Nelle Feste funebri portavano un
ramoscello di Blito in segno di lutto e‘
lo piantavanonei loro sepolcreti . Quantunque alcu
‘
n i ne mangino le
tenere foglie è meglio astenersene p er r eattivi sintomi
ch e r isvegliano non di rado : É pianta annua.l “
51 . BONAGRA Nom. s ic. Besta vo i Nom. bot. Onou is
Arvensis Clas . XVII D iadelp hia Decandr ia -Famy°
. delle
c mninose.
E lim. Ebbe tal nome questa pianta dal greco Ouemi
j uro perch è r itenuta qual panacea efficace per molte
affez ioni morbose .
Or ig . Vegeta rigogliosa nei luogh i diseoScesi , «e lungo
le sponde dei fiumi ; le cui radici abbarbicandosi profondamento nel terreno oppongono salda resistenza all
’
ara
tro : perciò è detta dai Francesi arre‘ te-boe'uf . H a fiori rose1 p ap iglionacei sovrastati da fino aculeo giallastro .
"
Vir . med ' Le radici sono . annoverate frale cinque rad ici ap erienti , che .da Dioscoride e dei medici posterio
r i furono r itenute come diuretiche. Ebbero altresi il cre
d ito d’
essere buone per l’
itterizia, : e per i calcoli . I l Ber
glas ed altri l’hanno sperimentate ef ficaci nell
’
iscuria
nell’
idrocele , e neh’
idrosarcocele . È pianta perenne .
52 . BORRAGINE —Nom. sic. Vurram'
a Nom. bot. Biorofi
'
icinalis Clas .
’
V Pea taudria Monogynia Famg .
delle Borrag inec.
147
Etim. Da Bora voce greca, ch e esprime pabulo o ci
bo,questa edula pianta fu così nominata
Or ig . Tutte le sue specie sono provenienti dalle I n
d ie e dal Levante . Si…e« — in presente naturalizzata fra no i
che viene coltivata nei“
o rti; trovandosi eziand io alla
campagna nei luogh i incolti e sassosi ; H a i fiori celesti ,alle volte bianchi o leggermente porporini . Le foglie
quando sono tenere sono mangiate in insalata, bollite o
f r itte coperte d i pasta.
Virt. Med . I l Margraff ha ottenuto dalle,Borrag1n1
molto nitro, p er cui ritiensi come rinfrescante . Le fo
glie sono diuretiche ed .
espettoranti. ' I fior i , vengono stimati cordiali . È pianta annua…
53 . BOSSO Nom. s ic. Vaccin Nom. bot. Bur as sem
p ervirens Clas . XXI Monoecia Tetrandr ia Fam'
g'
. delle
Euf orbiacec.
Etim: La sua etimologia è greca che significa uon‘
p o
r oso ; la quale propr ietà lo fa esente dalla -car ie,e lo
rende così pesante ch e immerso nell’
acqua‘
non‘
v i si
sostiene a galla.
Or ig . È pianta che bene vegeta nel nostro clima,e
delle due var ietà conosciute,l’
una cresce in albero, l
’
al
tra rimansi fruticosa. Questa forma - le Spalliere e gli
spartimenti dei giardini , perchè sempre verde e soffre
le cesme . I l suo legno giallo viene adoperato aSsai dai
stip ettaj da esso si costruiscono gli strumenti’
da fiato,e v i
si scolpiscono le incisioni da stampa.
"
Vir . Med . L ’
acido p irelignico distillato dal Bosso è un
r imedio per i mali dei denti .’
54 . BOTRIDE Nom. s ic. Erva Thè sicilianu No ’m. bot.
Chehop od ium Ambro’
sioides Clas . V Pentaudr ia D igg/nia
Famg . delle A tr ip licee
Elim. La Botr ide h a le sue foglie sim ili al piede dell
'
oca , lo che viene espresso dal nome composto dal grecod i Chenopod io .
Or ig . Quantunque sia descr itta per pianta del Messico essa vegeta spontanea nell
’
Europa australe su i te1
renì arid i e sabb iosi . Fior isce in Maggio , ed i suoi fior id isposti a grappoli , emanano un forte odore aromatico
ch e leggermen te fiuttato è p iacevole,ma poi d iviene
fetido .
Vir . Med .
-E lodata questa specie come stomatica,an
tister ica, b uona per l asma convulsiva e p er l
’
emottisi .
Gli 1p ocondriaci…tromno un sollievo a i : lor0 «mali prendondone un
’
infusione ogni mattina. Giova pure nelle co
lich e ventose . e nell’
anoressia. È pianta annua.
55. BRANCORSINA Nom. s ic. B ianca russ1’
na N .om
bot. Acanthus Mo llis Clas . XIV Didgnamia Ag iosp erma
Famg . delle Acunlacec.
Elim . La mitolog ica finzione d ’
essere stato trasforma
to in questa pianta i l giovanotto Acanto fè ch e appro
p rioSsi alla medesima l’
istesso nome : e po ichè il fogliame l1a qualche somiglianza con il piede
'
dell’
orso fu det
ta Brancorsina .
Or ig . Le Specie degli Acanti si sono moltiplicate a se
conda lo scopr irsi d i nuovi paesi ; il maggior numero
però ci furono portate del Capo di Buona Sperenza,-
e
delle Indie . Gli antichi ne conoscevano due — specie en
tramb i originarie dell’
Enr0pa; c’oe la Brancorsina detta
Molle, e l’
Acanto Acu leato oss…spmoso . Questo è indigenodella Grecia
,ed al medesimo gli arch itetti sono debitor i
dell’
ord ine corintio . Narra Virruv io che Callimaco citta
dino di Corinto passando a caso presso una tomba v ide
150
Vir . Med . Le p r0prietà med icinali ch e essa possiedela fanno r icercare ; e poichè le foglie applicate su le p ia
gh e le cicatrizzano fu detta ancora Consolida media
af fin d i distinguerla dalla Magg iore e dalla M inore. Per
fermo non le si può negare la vir tù astringente e con
solidante . E pianta perenne .
58 . CALCATREPPOLO Nom. s ic. Panicaud u Nom. bo t.
Eryncium Camp estre Clas V Pentanrlr ia D igynia Famg .
delle Cinarocef ali .
Etim. Poichè spesso le capre lasmano nel pascere,
parte del loro vello aderente alle spine d i essa da talecircostanza
,dice Dioscoride sorti il nome di Eringio ,
che 111 Greco significa pelo d i Capra.
Or ig . La medesima e indigena d’
Europa, ch e fioriscenel Maggio e si secca in Autunno restando la radice su
la quale nascono dei fungh i del genere agar icus . La ra
d ice,che ha l
’
odore del finocchio,e buono a mangiars i .
Vir . Med . La medesima viene reputata diuretica, em
menagoga ed afrod isiaca la quale consideravasi,come una
delle cinque radici aperienti m inor i. E pianta perenne .
59 . CALENDULA Nom . sic. Calennula . Nom. bot: Ca
lendula A rvensis Clas . XIX Syngenesia Po lygamia .Ne
cessar ia Famg . delle Cor imbif ere.
E lim. È una graziosa p 1antolina che smalta i campicon la perenne sua fioritura
,quindi a ragione l
’
appella
rono i Romani il fiore delle Calende,cioè d i tutti 1 mese
Or ig . I ncontrasi tra noi di frequente massime nei ter
reni sterili e su le colline. Infatti tutti conoscono il suo
fiore dorato si pieno e spesso doppio ch e varia dal giallo al croceo . Questo si r imane seh iuso dalle 9 a. m . al
le 3 p . m . rivolto al so le ; e nei mesi di Luglio e di A
gosto , in tempo d i notte , scarica p iccole scintille lumi
nose . Tali proprietà le possiede,in grado più spiccato
la Calendula Fluviale,ch e può r itenersi quale harome
tro vegetale avvegnache se non apre o chiude i petali
prima dell’ora sep rindicata si può star certo che p iove—rà in quel giorno .
Vir . Med . I l fiore dell’A rvense aveva credito per i mali oftalmici e p er I
’
itterizia . Sono piante perenni ,60. CAMARA Nom. s ic. Lantanu Nom. bot. Lantana
Camara Clas . XIV D idynamia A ng iosp erma Famg . del
le Vitici .
Elim. A lcuni stimano che le sia stato apposta tale nomenclatura dalla voce greca che
'
vale ' lateo ; imp ercioechè
i suoi fiori quasi restano occultati tra le sue acute sp ine .
Orig . Questo frutice,malgrado la sua o rigine ameri
cana,viene coltivato nei nostri giard ini per
‘
i fiori odorosi di cui si carica in ogni stagiona l medesimi , essen
do gialli dap p r1ma, divengono r ossi invecchiando , e mostrano i detti due colori nell
’
iste'
sso mazzetto .
Vir . Med . La Lantana e‘
stata esperimentata utile nei
mali d i petto . E p ianta perenne .
6 1 . CAMEDRIO Nom. sic. Cirsudda Nom. bot Teu
cr iam Camaedrgs Clas. XIV Didynamia Ggmnosp erma
Famg . delle Labbiate.
E lim. Da Tenero principe trojane , cui se n’
attribuisce
lo scoprimento fu detta così,ma il suo nome specifico
lo deve—
alle due greche parole , che significano Quercia
erbacea .
1 0 2
Or ig . L’Europa del Mezzodi è la patria d i questo
'
ve
getab ile , ,sebbene incontrasi non d i rado su i pogg i aridi
della Germania.
I'
ir . Med . Tutta la pianta ha un odore aromatico,ed
un sapore amaro . Vien reputata stomatica,vermifuga ed
emmenagoga; adoperasi contro le febbr i intermittenti e
contro la gotta. E p ianta perenne .
62 CAMEL IA Nom: sic. Camelia Nom. bot. Camellia
] ap onica Clas . XV I Monadelp lzia Polyandr ia Famg . clel
Ie . Teacee
Elim. Verso la metà del secolo scorso,il P : : Camelli
missionario delle Indie orientali . arrichl i nostri giardini
d i questo fiore tutto eleganza e freschezza,che da lui
prese il nome.
Or ig . E or iginario della Cina-
e gli stessi C inesi ne
fanno grande stima per la sua bellezza,e n
’ è prova ledipingerlo nelle loro carte e nelle stolfe . Fu desiderio
d’
un celebre botanico vederne propagata la p ianta t ranoi, dappoiche non ricerca grande coltura
,ed il clima
ben si presta al suo pieno sviluppo . Questo voto realizzessi pur troppo ,
e poch i sono i -
giardini nell’ Italia ed
anche nella Sicilia,dove …la Camelia non spieghi tutta
la magia dei suoi , color i . Nel r icch issimo Giard ino dellePiante in Parigi ne ho trovato d i semplici , , d ’indop p iate ,e d i colore vario
,b ianch i rosse ecc. I l suo fiore s
?
e r eso
caro assai al b el s esso ; e son poche quelle dame che si
presentano nei br illanti convegni delle —
grandh società,
non adorni d i…Camelia . E p ianta perenne .
63 . CAMUMILLA Nom . sic. Camumidrla . Nom. bot.
] llatr icar ia.C/1amomilla Clas . XIX …Sgng enesia Po lygo
mia Sup crfl ua Famg . delle Cor imbif ere.
154
celli da canto af fiu d i renderli p 1u canori e Salaci . L ’
olio
cavato dal detto seme e impiegato principalmente p er lap ittura.
I’
ir . Meal. La radice cotta nell’
acqua addolcisce l’
ir r i
tan1ento delle ar ticolazioni,mitiga le infiammazioni e ne
scioglie le enfiagioni . I l Mattioli propone la‘
de‘
cozione’
delle foglie nei flussi d i ventre dei bovi,e dei cavalli
e l a crede utile contro i verm i. E pianta annua.
65. CANNA Nom. sic. Canna Nom. bot. H arundo Do
na .v Clàs . III Tr1andr ia D igynia Famig : delle Dr imirr ize.
E lim. Due p r0p rietà avevano notato gli antichi in questo graminacee, cioè la facilità tagliarsi , e la sua ela
sticità e pieghevolezza. Espressero la prima qualità i Latini con i l nome di H arundo; e p er significare la secondal’
appellarono Dona .v voce greca che vale ag ito perch è
facilmente viene agitata dal vento .
Or ig . S i vuole indigena di C ipro , benchè conosciuta e
coltivata generalmente per la sua grande utilità . Plinio
d ice ch e ai —
suoi tempi era preziosa una Specie di cannaeccellente p er fare delle freccie ; ed alcuni credono ch e
sia la Tiberina; ma altri con p iù ragione pretendono d’
ac
cennarsi la Mauritanica; la quale non p iù grossa del d itom ignolo cresce all
’altezza . d i cinque Cubiti . I moderni 11
tilizzano la canna p er usi svariati, come in panieri,stoj e
’
so ffi tte,in d iversi strumenti per filare e tessere la lana
,
la seta,massime p oi per sorreggere le viti ed altre pian
te ramp icanti . Nè è da tacersi,ch e la musica istrumen
tale da fiato ebbe origine dalla canna. Pan p r imus ca
lma-os cera coniungere p lures I nstituit. Virg . Egl . 2 ; ed
ez iand io in presente le zampogne delle cornamuse de
gli Oboè ecc: sono di canna. H avvi inoltre altra grazio
150
sa varietà coltivata in qualche giard ino , detta Laconica
con foglie listate d i giallo e verde a guisa d i nastro ; ed
altre ancora che p er b revità tralascio .
Vir . Med . La radice della canna e purgativa ed em
menagoga. É pianta perenne .
66 CAPELVENERE Nom. s ic. Cap iddu vennera Nom.
bot. Ad iantum Cap illus Vener is Clas . XXIV, Cryp tog ra
mia Famg . delle Felci
Etim. Le foglie lisce e come vernicato di essa si con
servano asciutte,ed i Greci espressero questa proprietà
dando le il nome d’
A dianto,cioè non bagnato ; li ped ic
ciuoli d ipo i che sono fini,lisci e b runi a guisa d
i
capel
li la fecero appellare Capelvenere .
Orig . Nasce spontanea nel mezzodì dell’
Europa, ed a
ma i luoghi umidi ed ombreggiati , dove zampilla l ’ ac
qua, come nelle grotte e nelle gole dei pozzi .Vir . Med . E la prima dell’erbe capillari
,ed al pari delle
altro,ha credito di splenica e d iuretica. Se ne fà uno
sciroppo ch e è adoperato come refrigerante . E piantaperenne .
67 . CAPPERO Nom. s ic. Ch iap p ara Nom. bot. Cap
p ar is Sp inosa Clas . X I I I Po lg rmdr ia Monogynia Famia.
delle Capp ar idee .
Elim. La greca etimologia del suo nome,che esprime
infi ammare , la fè cosi distinguere p er le sue :p r0p rietà
r iscaldanti .
Or ig . Si vuole indigena d i Cipro , ma d i presente ve
geta da ogni dove , Specialmente su i muri Vecch i , e nelle
rocce esposte al mare Tutta la pianta ha un sapere a
maro d isgustoso , pur non d i meno 8 1 mangia bollita ,o
confettata in aceto ; per tal mezzo perde quell’
amaro sp ia
1 56
covolo ed è un ottimo cond imento p er alcuni cibi . I fior iin boccio ed i teneri frutti sono quelli ch e sono raccol
ti a tale uso
I'
ir . Med . Nell’
antica farmaceutica r iputavasi'
il Ch iappero uno specifico per i mali d i Milza; ed il suo o lio e
ra adoperato p er fregazione nei dolori reumatici . Questapianta sempre verde è perenne .
’
68 . CARACO ’
Nom. s ic. Gurug ala Nom. bot. Phaseo
lus Caracalla Clas . X VII Diadelp h ia Decandr ia l’
amig .
delle Convo lvo lacee.
Elim. Per il suo fiore a ch iocciola,che molta
‘
l’
avvi .
cina alla forma del fagiuolo , fu'
detto faseolo,che speci
ficossi dal L inneo con il nome d i C …1racalla p er i l fusto
pieghevole e rampicante.
Or ig . E desse proveniente dalle Ind ie donde appellesS i eziandio fagiuolo delle I nd icu È coltivato nelle nostre
Floro p er i suoi b izzarri ed odorosi fiori,
— ch e sbucciano
abbondanti,tutte -lo vo lte che abbia un sostegno p er sa
lire ; quind i acconcio p er copr ire pergo le e bcrceau.v. Que
sti fiori carnosi si f riggono da alcuni e ne fanno pasto .
E pianta perenne .
69 . CARCIOFO Nom. sic. Cacocciula‘
fi'
om. bot. a o
r ia Sco lymus Clas . XIX Syngenesia Polggamia Acqua
li } Famig delle Cinarocef ali .
E lim . Entrambi'
questi nomi ch e G li furono dat1 dai
botanici son mesi dal G1 eco ; cioè Cinera ch e vale , Cardo ,e Scolimo ch e significa laverare, a causa delle spine d i cuie armata la p ianta
,come Opinano Dioscoride e Plinio .
Or ig . Dalle coste della Barberia e del Sud dell’
Eur0pa
si propagò tra noi . Quello ch e s’
imband isce su le nostre
mense non il. p ericarp io , ma il
'
calice immaturo,e te
158
p er condire l’
A gnello Pasquale; gli Arabi infatti non tralasciano d
’
adoperarla tuttavia p er tale uso . Gli Egizimangiano i teneri germogli , ed : anche tra noi se ne Cl
bano alcuni preparandoli in insalataî ‘
1
Vir : med .
-I l :cardo stellato è aperitivo,d iuretico
,e Feb
brifugo ; la scorza della radice,ed i semi sono raceoman
dati aftln di prevenire i nuovi accessi delle coliche neu
l'
ritich e . 1È p ianta annua.
7 2 .
1 CARLINA Nom. sic.
"
Mesticogna Nom. bot. Car li
na Acau lis Clas . XIX Syngenesia Polygamia A equalis
Famig . delle Cinarocef ali .
wEtim: Le : si d iede il i nome di Carlina ! da 1Carlo Magno ,
dappoichè ai tempi d i questo Imperatore'
essa era r ite…
nuta quale specifico contro la peste .
Or ig . Nasce spontanea nell’Europa e n ell
’
A frica : ma
nell’
Asia'
e nell’
America non se ne -conosce » Specie alcu
na. Gli . ab itanti dellîA lvernia,“ dei Pirenei
,
'
e' della Sviz…
zera mangiano il ricettacolo, come noi'
facciamo dei car
ciotoli ; e v i sperimentano un gusto particolare p er l’
odo
re resinoso che t ramanda. La specie :di cui mi occupoè un igrometro vegetale ; po ichè ha : la‘ proprietà di chiudere le squamme del calice
'
all’
un'
1 idò l ed aprirle al sole .
l’
in Med . La . radice v iene, riputataw alessifarmaca ,e
diaforetica; ed era uno dei tre ingredi enti della te1’iacax
È p ianta annua.:
7 3 . CARLINA LANATA Nom.
‘
s ic.lAfiuca p atr i Nom.
bot.Car lina caulescens Clas . XIX Syngénesia P olygamiaA equalis F amig . delle Cinaroceif ali !
Elim. A d ifferenza della,Acuule
‘
hat questa —il -
gamho
p er cui ebbe i l n ome di cau lescens -ecioè lcon fusto .
Orig . Nasce nei nostri monti 5,dove produce un fiore
1 59
g rande con ragg10 bianco . La credea i l Linneo una sem«
plico varietà delle altre Carline; ma i botanici posterior i
la stimano specie distinta.
Vir . Med . La radice ha luogo fra i medicinali p er i l
suo odore aromatico nauseoso e per i l sapore pungente .
È pianta annua.
74 . CAROTA -Nom: sic. Carotula'
Nom . bot.‘
Caucalis
Càrota Clas .
‘
V Pentandr ia Digg/nia'
Famig . delle Om »
Etim.t Secondo eDioscoride vla -
g reca‘voce Caucalis c
‘
sp r1me bruciare , detta cosi per da qualità'
r iscaldante de i
suoi semi . wDalla'
f Caria p oi , ; dove è indigena, prese il nome di Carot
'
a,come scrive Plinio .
°
Or ig . La selvaggia nasce Sp ontanea'
nei campi,ed in
tutti i luoghi erbosi dove s’
adorna nel mese ' di '
giugnodi un fiore scarlatto ch e sta nel centro delle ombrelle
,È
coltivata'
'
negli or ti'la ' Carota
‘
per mangiarne le rad ici
delle quali vo ‘-ne sono ' gialle , bianche, e rosse
‘
,tutte -
‘
d i
buon sap oret e * nutritive . Contiene -la *
p iantwquantità no
tab ile d i sostanza: 2 11ccherosa;"cl1e ?insp
'
es’
sita al‘
fuoco se
n’
estra'
e zucchero, e"
feim entandola produce -alcool.
Vir . Med . I semi sono stati usati come diuretici c li
tontrittici, e'
messi tra" i quattro semi‘
caldi minori . La
riputaz ione istessa'
ha la radice,la cui deco zione riesce
utile agli idropici . Ii ‘
sno sir0ppo e prescritto nella tosse .
nelle infiammazioni della gola. e'
contro 1 vermif ' È pianta annua.
‘
75 . CARPINO Nomb sic. Carp ahu Nom. bot.'
Carp inus
Betu lus Clas . XXI Monoecia Polyandr ia Famig :’delìe
Ameniacee.
Elim. I l Carp ino uno dei legni'
cedui dei nostri bo
schi,quind i al latino Carp a cioè svelto deve il medesi
mo la sua etimologia.
Or ig . Bench é non raro adesso fre,noi pureci fu p or
tato dalle fredde —r egioni settentrionali . I l suo durissimo
legno è molto acconcio alla costruzione delle ruote da
m olino e di altre macch ine economiche . Plinio,c’
attesta,
ch e a1 su01 tempi la maggior parte degli arnesi rusticaui facevansi d i Carpino . Nel Nord
,. diee l
’
H aller,si col
tiva questo albero unicamente p er le siepi e p er i bo
sch etti; e tra noi forma il p iù bello o rnamente—
.dei par
ch i,dei giardini . a dei campi . Le foglie ,
sono \utili p er
pascolo,e la scorza vnene adoperata p erttingere . imgiallo .
76 CARRUBIO Nom. sic. Carrubba Nom. bot. Cerato
m'
a S iliqua Clas . XXIII Polygamia D ioecia Famig . delle
Legmntnose.
Elim. La forma cornicolare del suo frutto gli ottenne
il nome d i Ceratonia , e viene volgarmente detto , Car
r ubio z da una parola composta d ’
A raba provenienza, che
esprime succo denso . Infatti , questi p opoli e gl’
lnd iani
r icavano un estratto 1nelato dalle sue silique .
Or ig . .I l verdeggiante Carrubio d’
origine esotica cv.egeta
s_
i rigoglioso — nella Sicilia ch e alcuni hotanici lo classano
f ra ; le piante indigene d i q uesta isola. Cresce a ,n_otabile
grandezza _e somministra un nlegn0 duro e g pesante . , Le
silique .eh e produce, contengono una polpa g ialla ,
dòlei
gna ch e .serve d i cibo alla gente povera nell’
Inverno ; s’
a
dopera eziandio p er b iada dei cavalli . I l seme del p eso
specifico di sei grana ,h a, d ato origine a quello dell’ oro
detto carato .
Vir . Med . La polpa mangiata in certa dose e purgativa; e . per il suo sapore dolce viene proposta come e
spettorante .
162
fronzuti rami . I l legno è impiegato per. botti, porte ed
altri lavori ch e devono e ssere e sposti all’umido . I l frutto
farinaceo e nutritivo,staracchiuso dentro una scorza ru
vida e » pungente , che pure co’
stituisce qua5i« l* unico ali
mento dei m ontanari i taliani . E sso contiene abbondante
sostanza zuccherosa da* eui s"estrae e raf fina uno zucchero bellissimo .
?
79 .
“ CAVOLO Nom. sic.
ì Cavulu Nom…bot. Brassica o
leracea Clas : XV —Tetradynamia S iliq'
uosa Famig . delle
-Etim. Varrone crede che fu detto Brass1ca fl : 3ecando
brachia, perchè le f oglie ; —le“
q uali sono' c
'
iome le -b raecia
della p ianta,tag liate dalxcaule e r i
'
secate in .minuto ser
*
ono di cibo .
-.Or ig . Tutti i «
p epoli fidell’
E uropa«conoscono da 'tempo
1mmemorabile questo ortag gio ind igeno; non lo sono p enòtutte le sue sp ecie; p oich è tre o «quattro
'
di esse trovansi
nell’
A frica ; odtuna v egeta nella Cina.
=Le varietà principali sono il Cavo lo cap p uccio ed il Broce
'
olo originari
dell’ Italia
,il Verzotto di Savoja, i l Cavolofi ore di Cipro ,
1 Cavolo rajatz o*
Torsa del ' S iam , i cui grumuli ossia‘broccoli di nrapa î apprestano grat0
'
cib0’
ai Napoletani,il
Cavolo —ziltri assai ch e p erv’
brèvità tralascio .
Esso o ffre grand i zm‘
ezzi di 1nuti iment'o si iper xgli uomini
che p er gli animali ; in effetto i Tedeschi ne ‘
« preparanouna vivanda
"
ich ianiata da loro iSaurlc7‘aut ' la quale “n on
v e …altro ch e il . :Cavolo reso acido con .
-la ivfermentazione
cui aggiungono aromi,£e carnewl cavoli ‘ed ‘i broccoli gi i
italiani li mangiano bolliti , fritti , stufati e cotti in altri
1nòdi ; ìbeneh è sieno ventos i,èd ‘
1i fi pò difficili digerisi .
I rr . med . I l cavolo,specialmente il cappuccio e ant
i
1 63
scorbutico ; ed’ il Capitano Cook con questo mezzo p re
serv6 da tale morbo pernicioso (il suo equipaggio com
posto ‘
di centonovanta persone durante la sua triennale
navigazione attorno il Globo . I l decotto tiene libero i l
ventre e’
si «
p rescrive‘
nella tosse,nella raucedine e nelle
costipazione . Le foglie sono detergenti ed i semi buoni
guarire i fanciulli dai vermi . Sono p iante biennali .80. CECE Nom. s ic. Cicira Nom. bot. Cicer 'Ar ietinam
Clas . XVII D iadelphia Decandr ia Fa—in . delle Leguminose .
Etiml‘
Sorprenderà per fermo nel rsap ere che gli anti
ch i popoli diedero Un tal nome,che vale robur =
'
a que
sto legum‘
e destinato ad alimentare l’ordine infimodellasocietà:Or ig . Or bene prima ch e le mense romane f ossero
coverte di lingue : di Pappagalli , e di cervella di -Finoeotteri
,quei sobr ii repubblicani facevano consistere i loro
“
pasti' in legumi , ch e
'
coltivavano‘
d’
ordinario con 16 Îpro
prie braccia. Mentre ch e nei Comizii i'
s’
elegeva a“ Con
sold fegli badava solerte allacoltura del suo
p iccolo"campo ; è
‘
i ambasciatori di P irro trovarono"Fw
b rizio tutto intento a far bollire la sua p entola"di legt1
mi : —Molte f delle loro famiglie presero il cognome da «fuelli che ieranloro
‘
p iù graditi Così i Fabii dalle : fave ; iLentùli . dalleu lenti , i Pisoni
‘
îdai p iselli e dai ceci"i’ Ciceroni . I l eeee aretico
,creduto indigeno delle campagùe
d’
A rezzo,f u
‘
sempre! coltivato in I talia » ed -
‘
altro ve qualepianta utile e
'
necessaria dappoiche il suo prodotto '
si fre
Sco'
iehe secco serve di cibo preparato in va1‘ie tmanierei
I ceci ner i abbrustoliti e macinati possono servire dabevanda qual succedaneo del caffè .
Vir. med :D iscoride credette i ceci diuretici e"litontrit
164
tici,e la loro farina e una delle r isolventi . È pianta annua.
8 1 . CETR IUOLO Nom. sic. Citrolu Nom. bot. Cucumis
sativus Clas . XXI Monoecia Monodelp h ìa Famig . delle
-Cocurbi tacee.
Etim…Dalla forma curva del frutto le fu dato il nomedi Cucumero
,quasi curoimeras ,
secondo il sentimento
d i Varrone,infatti Virgilio lo chiama tortum cucumerem.
Or ig . Ve ne sono due varietà ,l’una originaria della
Grecia,comunemente conosciuta con il nome di cedriuolo
per la consistenza cetrigna della sua polpa,l’
altra ind i
gene dell’
Egitto , ch e dicesi Cocomero . Sono coltivate en
trambi queste piante per il frutto ,il quale bench é sia
insipido pure mangiasi acerbo nell’
insalata,o cotto di
versamente; è alquanto d ifficile a d igerîrsi .
Vir . med . I semi vengono riputati r infrescanti, pern onell
’
antica farmaceutica erano classati fra i cinque semi
freddi maggiori , prescritti per I’
emulsioni da darsi ag li
ammalati . È pianta annua.
82 . CELIDONIA Nom. sic. Celidonia Nom. bot. Cheli
don ium maius Clas . XIII Polyandria Monogynta Famig .
delle Pap averacec.
Etim. I l nome di questa pianta vuol dire Rondine , laquale fu così appellata perchè avea scritto Plinio ,
che
i l detto volatile guarisse gli occhi ammalati dei suoi fi
gli con il succo della celidonia.
Or ig . La medesima e ind igena dell’
Europa, cresce sui vecchi muri
,e lunghesso le siepi . Perchè è assai te
nera emolle r iesce facile a spezzarsi spendendo allora
un succo giallo abbondante .
Vir . med . Questo succo acr i1honioso è adoperato per
distruggere le varruche e giova nelle volatiche; un tem
166
s'
adorna in Primavera di fiori rossi a guisa di pennacchio . H avvi il Cactus Grandiflorus . ch e in Esta producesu la sera dei fior i lunghi un palmo con le squamme
al di fuori gialle ,e bianche inter iormente .
. Questi tra
mandano un gratissimo odore simile al Sandalo ed alla
Vaniglia ,ma la mattina si chiudono e danno termine
alla loro effimera durata. Tutte le Specie dei Cacti sono
p erenni .
85. CERFOGLIO Nom. s ic. Cir if oggh ìa Nom. bot. chac
rop hyllum Ceref o limn Clas . V Pentandr ia D igynia Fa
mig . delle Ombrellif ere.
Etim. La parola Chaerophyllum in Greco significa ,
A llegra-foglia ,
e la p ianta ebbe tale nome p er la,bel
lezza del suo fogliame.
Or ig . Essa vegeta spontanea su le montangne della
Svizzera e nella Palestina ; si coltiva nei nostri orti ed
h a un odore ed un sapore aromatico mescesi nell’
in
salata con altre erbe,e serve di condimento a varii cib i
p er facilitarne la d igestione . Molte sono le specie del
Cerfoglio , come il Musch i ato,il S ilvestre
,l’
A romatico i
Palustre ecc.
I'
ìr . Med . La p ianta ha virtù incisiva,d iuretica
,r i
solvente; se ne prescrive i l succo nelle vertigini , nelleostruzioni e nelle febbri lente . Gli ab itanti d ella Slesia
mangiano le radici del Cerfoglio Musch iato ,ma quelle
del S ilvestre contengono principii venefici . Le specie delCerfoglio alcune sono annue altre perenni .86 . CERINTA Nom. s ic. Sucameli Nom. bot. Cir inta
Maj or Clas V Pentandr ia Monoggnìa Famig . delle Bor
rug ince.
Elim. Le ap i volano verso questa pianta ,e si crede
1 67
cho somministr i loro la sostanza per far la cera; e cera
precisamente espr ime la voce greca Corinto .
Or ig . Benchè la detta pianta vegeti rachitica nella Si
beria,la patria di essa e l’E uropa meridionale . H a le
foglie bianche ricurve,ed il fiore giallo , e tinto di rosso
pieno di materia melata.
Vir . Med . I l succo,ch e contiene nitro puro
,lo rende
rinfrescante bechico ed espettorante È pianta perenne .
87 . CERRO Nom. s ic. Cerru Nom. bot. Quercus Cerr is
Cla s. XXI Monoecia Po lyandr ia Famig . delle Amentacce
Elim. Cer ro ch e esprime ciocca di capelli diede il
nome a quest’ albero forestale avente il calice del fruttocome adorno da capelli
,l’
intiera p ianta appellas i altri
menti quercia crini ta.
Or ig . I l Cerro è detto ancora quercia d i Borgogna
dappoiche sembra indigena dei suoi monti . Scrive Plinioche della sua ghianda pascendo i neri , ne rende la carneben solida e compatta . I Greci ed i Romani di legno diCerro formavano le loro tazze ; ma adesso se n
’
adoperala cenere
,ch e ne somministra di miglior qualità , alle
fabbriche di Potassa. La fiamma prod otta da esso nella
combustione e dens a assai,ch e cagiona dolori d i capo
p er l’
acido carbonico ch e svolge; ed è questa la ragione
per cui non è adoperato il carbone nei camini . Bene
studiata avvertenza ed i non rari casi di morti asfitici
per il potere delaterio del detto gas rende necessar io d i
reclamare contro questo abuso . L’
Imperatore Gioviniano
per aver dormito in una tenda dove era acceso del car
bone fu trovato cadavere l’
indlmani .
88 . C IANO O F IORALISO Nom. sic. Cianu Nom . bot.
Cianus Segetum Clas. XIX Syngenesia Polygamia f ru
stanea Famig . delle Cinarocef ali .
168
Elim. I l Ciano , come scrive Plinio,fu detto così
*
per
il colore ceruleo del suo fiore,che in Greco esmimesi
con tale voce .
Or ig . È pianta indigena la quale nei.mesi estivi fio
risce su terreni messi a coltura fra le b iade . Ricorda il
Linneo nella Flora svetica,l’
uso di mescolarne i fiori neltabacco ; ma del succo unito all
’allume se
‘
n’
ottiene un
bel colore azzurro p er miniare , scrivere e tingere "lo
zucchero .
Vir . Med . I l fioraliso t ebbe credito appo gli antichi , diesilarante ,
indicato r imedio per i mali degli occh i . Epianta annua.
89 . CICERCH IA Nom. sic. C icerch ia Nom. bot. Lathy
rus salivus Clas. XVIII D iadelp h ia Decandr ia Famig .
de lle Leg rlìninose.
Elim. Le proprietà riscaldanti del frutto d i questo genere fecero apporre alla madre p ianta il nome di Latir ocomposto dalle voci greche la , oahle, lero calef acio . La
volgare n'
omenelatura di essa trae sua etimologia dal
latino cicercala piccola cece .
Or ig . Laciceroh ia, bench é indigena dell’
Egitto , e col
tivata con successo nell’
I talia meridionale; nella Francia
e particolarmente in Narbona. Prospera la 'medesima su
terreni màgri ed è mangiata in minestra ed in insalata
ma l’
abuisd *
p roduce tristi conseguenze causando debolezzae stroppio nelle g ambe; la : quale malattia era conosciutada Ippocrate sotto il nome di crucum '
impo lenlia . Due
altre Specie d i Cicerchie si coltivano nei giardini , cioèl’
odorata detta Pisello odoroso per la sua bellezza e per'
la fragan'
za —ehe l emana; ed’il Latifoglio il quale »nm p ri
mi‘
di .Giugno s’adorna di nvagh i fi ori rossi . La Cicerchia
sativa e l’
odorata sono annue,il«Latifoglio è pe
'
renne .
‘
1 70
sa al caffè,ma se vi si Sperimenta l’amarume ‘
non mi
ca però vi si sente il gusto E-i
p ianta biennale .
9 1 . CICUTA Nom. sic.
‘Addarmisci scecchi "Nom'
. bol .
Caniana Maca la Clas . V Pentandr ia D igg/nia Famig .
d elle Ombrellif ere.
Elim. Gli antichi botanici distinsero con questo no
me la Cicuta, :per Ela vertigine violenta cagionata in co
loro che . ne bevono il sucho dal ve rbo greco , ill quale
esprime in latino vertere.
Or ig . ; Essa cresce: in copia nei luogh i secch i ed incol
ti dell’Europa; ed un tempo il nome : — di C icuta davasi
generalmente a tutte le piante velenose . Ciò nori estan
te è Opinione ammessa che il Con ioxMacalato adopera
vasi i n Atene per l’
ultimo supplieio'
ai rei ‘ dannati dal
l’
A reopago ; e la morte di Socrate e di Focione rendet
te questo virolento vegetab ile per sempre c‘
eleb re nell’
i
storia. La ; l’
esperienze di Stork , ha acquistato nuova celebrità quantunque di genere d iverso .
Vir . Med . Essa ridotta in estratto ed arbministrata‘
a
piccole dosi vien prescritta nei cancri,neii tumori scir
rosi,nei tumori freddi ,mella gotta, nei r eumatismi nelle
catarratte nascenti,nelle scrofole ;e mella… s ifilide . Que
sto rimedio attivo deve essere adoperato i ntanto con
molta prudenza; ed in caso d’
avvelenamento,il succo sdi
limone e gli altri acidi ne caimano gli‘
effetti . E piantaperenne .
92 . C ICUTARIA Nom. sic. Cicutaria =Nom. bot. Chac
rofi llum Si lvestre Clas . V Penlamlr fa Digynia Famig .
delle Ombrellif ere.
Elim. Bene si appose un tale nome a questa pianta;dappoiche‘
assomigliasi nel fogliame alla Cicuta, e n'
ha
eziandio le proprietà venefiche .
1 7 1
Or ig . La sua indigena provenienza la rende assai fre
quente nei terreni freschi e grassi . Fior isce nella pr imavera
,e le umbrelle tingono in giallo, siccome i l fusto
con le foglie in v erde .
'
La radice mangiata h a p rodotti
allarmanti , e m1cidiali effetti . È pianta perenne.
93 . CILIEGIO Nom. sic. Cirasa Nom. bot. Przinas ce
rasus Clas . XII I cosandria Monogynia Famig delle Rosacee…
E lim: Questo b ello albero fruttifero prese il nome daCerasunta città della Persia; e d i là Lucullo lo trap iantònell
’
agro romano .
Or ig . Vegeta in presente nell’ Europa e moltissime sono le sue varietà . H a fiori a mazzetto ch e producono deifrutti del colore del rub ino
,di sapore subacido-dolce -
adat
tato alla stagione in cui maturano: I l legno , che è rossiccio riesce acconcio per certe costruz ioni .Vir . Med . I l frutto mangiato in dose avanzata e pur
gante . Le Ama-rene che ne sono una varietà . confettate
r itengonsi stomatiche; dalla corteccia ne geme una gom
ma,ch e è astringente .
91 . CINOGLOSSO Nom. s ic. Lingua d i cani Nom. bot.
Cinog lossum ofi cinale Clas . V Penlazidr ia Monogynia
Famig . delle Borrag inee.
Elim. Esso ha foglie ovali oblungate ed acute simili
alla lingua dei cani , per cui gli . fa dato,secondo Biosce
r ide questo nome che tanto significa in greco .
Or ig . I l Cinoglosso allargasi sfogato sotto tutti i cli
mi dell’
Europa,ed emana un fetido odore come di to
p o . Mangiate innavvertitamente produce vomito , stupore ,sonno per quaranta ore ed eziandio la morte .
Vir . Med . I l suo succo addensato in estratto forma la
1 72
b ase delle pillole di Cinoglosso r iputate anodine; delle
quali se ne fa uso nella tosse polmonale , nel lav d iarrea
,
e nella gonorrea. É pianta perenne .
95. C INQUEFOGLI O Nom. sic. Cincud itedda Nom.
bot. Potentilla Rep tans Clas . XI I ; I socàìzdr ia P’
o lygyni‘
a
Fanzig della Rosaceo…
E lim. La vivace e serpeggiante Potentilla succhia conavidità l ’umore del terreno
,su cui stende i numerosi
suoi steli; e p er esprimere precisamente tale proprietai = Greci la chiamarono con questo nome dal p otes cioè
p otace .
Or ig . E d ’
uopo ricercare il Cinquefoglio nei luogh i riparati dei nostri boschi e p er le fosse . Fiorisce nei p r i
mi giorni della bella Stagione ; e le sue foglie quinate
gli hanno meritato simi l nome . Nei temporali : questi sir iuniscono in forma d
’
ombrello,come p er proteggere i
Vir… llf ecl. La radice ha virtù astringente e balsamica,proposta nelle ulcere della bocca
,usata eziandio p er le
febbri intermittenti . E pianta perenne .
96 . C IPERO O DOLC ICH INO Nom. sic. Cabbasisa Nom .
bot. Cyp em s -esclu lenlus Clas»…Tr iandria Monogynia
Famig . della Cip cro idee.
E lim. I l suo nome espr ime finire ugualmente, imperciocche immette i culmi triangolari non conici , ma ugua
li in tutta la loro lunghezza.
Or ig . E pianta africana coltivata in S icilia con succes
so,massime me1 terreni umidi . I piccoli tuberi d i essa
,
contenenti una sostanza dolce,-son buoni i a mangiarsi ,
dai quali se n’
estrae un olio migliore ( di ‘ quello d ellemandorle dolci, ed il latte ottenuto è 1adattatissimo -
per
174
98 . C IRCEA Nomu sic: Erra d i Maghi Nom. boi . Cir
caea Lutetzana Clos : I l Diandr ia Monogynia Famig'
.
delle Solanee.
Elim. I fautori degl’
incantesimi ed i necromanti i le
attribuiscono un ' potere prestig ioso ; essa 1 perciò porta i lnome della p iù celebre m
’
aga della mitologia. .
Or ig . Si vuole originar ia—della F rancia per cui speci
ficòssi con la n omenclatura di Lutetia'
na; E di mestiere
cercarla nei luoghi deserti dove cresce all .ombra dei se
polori ‘
nei cimiteri . H a il fior i di colore r osaceo,
‘
che p er
fermo poco“
armonizzacon .tale malinconia località .
Vir . Med . A pplicata quest’
erba ‘all’
esterno agisce”
come
risolvente; ed il suo impiastro è lodato per le mof roidi
da Gbomel. E perenne .
99 CITISO Nom. sic. A lastra Nom. bo i . Cytisus Can
dioons CMS / XVI I Diadelp h ia Decandria Famig .
-d elle
Leguminose.
Elim. Plinio dice,“
che q uesto f rutice f u l a p rima vol
tatrifi venuto …iri Citn0; p iccola d scla’
dell’
arcipelago greco
illustre patria del p ittore Timante ; della‘quale ha pre$o
il proprio nome
—0r ig : D a‘
Il passò nelle altr°
e = Cicladi e i nel Continente
vicino ; in presente vegetaltra mantiensi , semprev
'
erdeynon oltrepassando l’alte ‘
zza d’
un "metro . A rilstomaoo l
’
ha commendato assai,come eccellente pascolo del greg
ge .m inuto *
cui‘
suol « dare gran ,00p ia
“
di latte . Sta bene
in cespuglio , ed a‘
ch iud ere rsiep ii j'
adorno dei'
suoi fiori
gialli e di bacelli pelosi . La vita vegetale della medesima
'
non'
oltrep'
assa'
i quattro'
o cinque) -annar i3100.
€CLEMATI DE Nomi :sicî‘Vi iicedda Nom. bot. Cle
matis Vi licella Clas» Xlll Polynnili ia€Po lig'
yzèzia tFahzig .
delle Ranunculacee.
1 75
Etim. La'
facilè =frarlgibilità dei suoi tralci, la fè chiamare Clematide dal g reco clao af rango .
Or ig . La regione propria di‘
essa‘ e l
’
Europa del Nord
massime -l a Germania,
»la Svizera e = la Francia‘
. Nell’—E
sta si . veste . di fiori p avonazi iy ed'
avvegriachè' è pianta
rampicante fa bella mostra impiegata a vestire « le basse
siep i:dei r p arterri . L
’ è c'
ongenere la Cla’
inatidè Vitalba
che svescica la cute“
e p roduce= delle piaghe
“
superficiali .Con -essa il Clopin Trouillefou —cream delleulcere or
'
ribi
li allo sguardo permuovere a compassione? e ’
s‘
oroceare
delle elemosin‘
e; p erciò ch iamata volga‘
rmente ‘Erb‘
a"dei
p over i . Tutte le Specie delle Clematidi'
10l . COCOMERO A SININO Nomi s ic. Cammmaredda
Nom. bot. Mombrd ica Elrile'
rium Clas'
. XXI"Monoecia
Monadelp h ia Famig . delle Cacurbi'
taceè.
‘
E lim. I l Cocome'
ro asinino’
lia la p roprietà“
d i v ilii are
con forza dalle “ pareti elatich e'
del ' — frutti; i lubrici semi
in esse contenuti,distaccandosi dal
"
gambo . I l nome d ’
E
laterium si deve attribuire a questo singolare effetto; sic
come quello di Momordica al sapore acre e mordente
del frutto .
Or ig .
'
È p ianta’indigena che incontrasi facilmente f ra
i‘
calcinatcci"e
'
nei—’
terre‘
ni incolti :"
Se ne preparava—nu tempo'
dèll’
èstrattoami'
r issinìo’
creduto utile nelle ostruzioni’ìriscerali,maades
'
so
'
non è p iù in
102 .
'
COLCH ICO Naw.
’
sie. CastagnolaNom.
'
bo t. Co lch i
cam A li lzlninale Clas . VI ‘ H exandr iai
delle Co lchicee‘
.
E lim. L ’
appellazione generica di questo vegetabile ‘ è
p reszv dalla Mengrelia,‘
i
dettaiu’ antico -Colòhi'
de'
suo paesenatio .
1 76
Or ig . Adesso fiorisce nei nostri prati in Autunno senza foglie, le quali nella Primavera compariscono fuoricon il frutto , che matnra nell
’
està . Vi è chi crede il
bulbo buono a mangiarsi , ma gli effetti che produce lodanno a vedere velenoso ; l
’
emetico ed il latte caldo rie
scono di controvelenoVir . Med . Facendo macerare la raschiatura del Col
chico nell’
aceto e nel miele s’
ottiene l’
ossimeIe—Colchicod i Storck , che riesce diuretico
,o vomitivo a secondo la
dose,rimedio prezioso nell
’idrop isia e nell
’
asma ; le sue
pillole hanno virtù attiva assai per le ostruzioni . È pianta perenne .
103 . COLOCASIA Nom. sic. Pamp ina d i Paradd isu
Nom, bol. A ram Co locasia Clas XXI Monoecia Polian
dria Famig . delle A roidee.
E lim. Fu così detta la Colocasia dalla greca frase chevale r iemp ire
”il ventre,perchè cibavansi g li Egizii della
Sua radice,detta altrimenti Fava eg iziana .
Orig . Sotto il caldo clima dell’
Egitto nella Siria e
nell’
isola di Candi a vi germina Spontanea,donde s
’
è
sparsa dappoi in altre regioni merid ionali . Si moltiplica
per le barbatelle della radice la quale contiene gran
quantità di sostanza, farinosa che p erde l’
agrezza, mercèla cottura; anzi nelle Indie si mangia . cruda
,
v
e p iù Spessoallesso ovvero abbrustolita sotto la cenere . Scrive il
Miller,che un piccolo campo di Colocasia basta .a nutrire
una numerosa f amiglia. E ssa-
si fa vegetare da noi den
tro vasch e,zambillanti su le cui larghe
afoglie scorrono
gli spruzzi a guisa di globettini d i Mercurio . E piantaperenne .
104 . C OMINO Nom. sic. Ciminu Nom. bot. Ligusti
178
nysa Squarrosa Clas . XIX Syngénesia Po ligamia Su
p erf luo Famig . delle Cor imbif ere .
u—E tim…Gli antich i empirici =usàvano ndi : queSta . i p ianta
per .guarire* lafi s1:ahbiap e daaciò i
r leg p rovenne lav greca
sua nomenclatura .che esprime rogna! ) 1 1 4 1 ; i l.
Or ig . Essa è indigena d’
Eur0pa, as ia i terreni : ar id i
e cresce. neli liestremita dei siepi.Vin.
1Mcd . 1LaîConi i a si sper imenta aromatica, 1carminativa: : emmen
'
ag'
ogase = Si d i : nella Lelorosi . Possiede ; altresì
la virtù ‘
di , .tenere i lon tanì‘
i pulci , e le zanzare con . i l
forte . suo odore’Èzp ianta b iennale : u .
107 . CONSOLIDA MAGGIORE
d’asinu No
'
inn boh : Symph itwn-ofiicina le -Cla
‘
sfiW"Pen
landria Monogynia = Famg . délic:Bor rag inec:=
. 1
Elim . Le’dne
'
l'
vociagr'
eche di ‘ cii i è‘
camp'
osta'
la parala
'
Symph itu’
m,
'
Signi ficano èderivato il nome volgare d i Consolida, avvegnache 1cr
'
e
Orig . Vegeta: nei pueti u'
mid i sua
rad ice glutinoSal’v iene? della
gomma-lacca;Vir Med i : :I l 1decottò d ella Can
‘
solid îa'l fè adoperato"eontro gliv sputi «d i r
’
sangue fa Le foglie : pe’
ste,
ovverò dl: saccor i1np iegzinsuesternamente'
nellefi fratture ,!
nell’
ernie,iper sanare ‘
: le = p iàglfef-‘
6 Y fedmàre l’
emorrogie.L fiori lealmaùo . le -' tosse itElpiant
'
a p erenne .BÌ
CORALLINA Nom“
sia t—
cammina Nom: bot. tau—m
rallin'
ag fiîcinalis Clas . 3-XXIV . Cr
'
gjp togriml’
a‘
Famg . della.
I : “ Blu , : î … 1 1 J l .
1
Elim. Questo vegetabile marino ebbe tale nome dalla
somiglianza «che ha con : 11 corallo cui nasce Sempre at
torno .
1 79
Or ig . Producesi negli scogli del Mediterraneo , ed in
preferenza -inci fondi algosi
'
della Corsica,
« dettar'
pcrciò
nel linguaggio lfarmaceutico C orallina =‘
di C orsica .%Cresce
la “medesima“
*
p iecola ìe“ folta’ « al“ pa
'
ri°
del Museo:: Î
Ma l. :La'
Corali ina"
p er laSùa'ben constatata» vir tù
antelmintica è conosciuta generalmente sotto‘il
‘nome
anton0niastico“
d i semenza o
per ii vermi . E pianta' peren’ne .
CORBEZZOLO‘îNom.—‘Sief -lllbriacula fNaim bof .l
'
A rr
bulus‘iUncdo
’
Clas.
‘X"De'
0dndr id Mohògj nia£fih rh ig f del
Elim. Le‘
Sp eciei‘
d iverse'
tutte"sono
’
pie’
“
eol‘
r arbusti ; lord i i l linome d ’A'
rrbutor q
frutti?predoni tlal'
imede sim'
e, siaii liwane fragole , sona
-a.
apri e'
di difficile“
"
d igestione; e d’
uòpo perciò >marigiarne
pochissimi?e“ trua'
si 1’
1nop dalla’
î parola r tappuntoî-
imum'
eà
dèra ’neJ fe1trnolarònoÈ-
‘
i v Lati’
ni il *
nome l ilnedo : la is rui f î 1
Or ig . I l bel cielo dell’
Europa meridionalesè l'lalipatriad i q uesto: arbusto grazioèo; t i e ib enchè r
gli I ahtich i «‘
poco
usassero del"suo< frdttoj pure
‘
ì vendesi adesso in diparec
ch i mercati d’
I talia è di Spagna.
‘
lt legnb .erabadoperntò
per’fare gratibce,î
*vagl i“
feretri 'moiltuariff; lcomet : IEg
gizimo .
‘
ih Virgilio; é edlla s ihotivo adell eolòre «rossiccio . .di
esso riesce assai acconcio per i lavori di'
itornio_.uLe i fo
glie?nell’
Italia. an ella .Spagnavservon0.p er ila’
…concia1 del
le'
p e'
lli . Dal f rutto ottiensi =una Specie
eziandio dello zucchero . Deve ritenersi come mera fan
doula‘
lapretesa di"p otersb da e sso sp remere qdé l mosto ;
malgrado f iche un : impostori} 1 diè i a; csaggiaret; Jun cottimo
vino il ' quale a sseriva! aVerlo e stratto xdalle : : eohbezzole ;
mà"partito ‘“
costui …fuv
‘
trovata nella'
botte ' g ran quantità
d’
uva iammostatau
1 80
Vir . Med . La foglia e la s corza …del corbezzolo sono
astriugenti;'
le bacche però dell' altra specie detta ,Uva d
’
or
so r iescono …un r imed io prezioso, ,
m tro;; il , ;calcolp .
1 10. oonmnono Cuggh iannarli Nom.
“
bo l.
Cor iandrumfi alicum Clas . V Pentandria Digyoiia Famig .
de lla Ombre llif ere. Elim; ;Lîetimologia d i q uesta pianta prende il, ,suo -s i
gnificato'dal
, greco Korcs ,czmerc, dappoiche essa; .quandoe fresca
,ha, il fetida odore del cennato
'
schifoso insetto .
Or ig . I l coriandro è ind igeno de ll’
I talia,i cui ,fipri _so
no1b izi nch i l tcndenti al porporino ; , ed il , .seme d is‘
seccato
c'
ambiasi‘ in isquis ito profumo prendendo nu
-
odore arc
mafico Si mosca ne l formagg io -e nella birraze d i con
,flettieri v lo co prono d i zucchero e ne f anno piccoli con
,
fetti — ed : altri lavori da credenza. I cuochi l’
adopera1io
polver izzato‘
per condimento di molti cibi , e,ne
,compon
gono« degl'
intingoli .
Vie ed . H a credito il medesimo di …carminativo,e
stomatico , d issipa i fiati , conforta = lo stomaco e rende
buono il fiato . E pianta annua.
1 1 1 . CORNIOLO Nom. sic. Pr dgnu lu Nom. bot. Cor
nus Mascula Clas . I V Tetrand ia -dlonwynia Famig . del
le î Capr if og lincce.
Etim linio fa derivare questa etimologica nomenclatura dal : latino cornu detto cosi «
p9r la durezza del suo
legno .
‘
0r ig . E pianta italica che vive dei secoli , ma cresce asc
sai tardagigiungendo appena all’
altezzmdid ieci metri ; fiori
see in Primavera e matura i frutti,‘
che sono rossi , nel
inver no . I Greci l ’avevano consagmto'
ad A pollo , ed i
Romani facevano frecce e lance del suo legno , ,ad ilmi
182
*Via -Med . Si prescrive come S pecifico nei mali di pet
to,: ed «in . molti altri .morbi, pen.cui ; fu detta ancora Cen
timorb ìa; ma per v ero non ha. ;altra p rop rietà d i, quellainfuori .di essere -astaingente , e ;presa in ; decotto ,
riesce
utile sul—f inire »delle dissenterie. E sp ianta.perenne .
11 4 . COTOGNO Nom… sic. :Cutagnu «—Nom…bot. Pgras
n onia Clas. XI I lcasandr ia.Pentagynia Famig….tlellc
Rosaceo.
Età» …Da .C idone città p rincipale dell isola di Creta oggi
detta Candia q uest’
albero fruttifero…-ebbe .il; nome .
Or ig….Esso t rapiantato in «I talia .si propagò nelle stem
perate .regioni gd elll.Europa: Catone nel .Libro . de,
.c ru
stica ne fece meglio conoscere il …p regio . zd el— ì f rutto ; . ed
alcuni ritengono che i l nome; di 1Cotogno sia » …una eorru
zione di quello d i Catone .
Vir . Med . I l frutto,di sapore asp ro . unito allozucche
ro fo rma: la così detta. cotognata ; ; p roposta per ' la .deholezza d i stomaco1 15 . COTONE Nom. s ic. Cailuhi Nom…boi . Gossmiam
hcrbacimn Clas . XVI Monodelp h ia Polyandr ia Famig .
Elim. I Greci appeHarono Gossipiol questo d'
ruticelper ;
i l suo gamboxalcgnoso ; e dalla.f orma,ester nmdelle Casel
le,in cui Rlinìo . ravvisava qualche somiglinnza cond il
p er 1carpm del Cotogno , fu detto volgarmentmCotone
Or ig . Eran .note due specie di Cotòue f presso ì i popoliasiatici . La p i nh a che 1 1tengono alcuni ;: quale semplicevarietà era nativa
‘
della Cina, ed è , quella«che produce
la bambagia d i colo re camoscio,da cui s
’
intessono le eo
si dette tele d i Nauckin…L’
altra'
Specie ”
o riginaria delle
Ind ie co 110scìuta '
e l meglio apprezzata womùnemente fu“
183
portata dal Capo d i Buona Speranza, la q uale cresce in
sei mesi e matura il frutto . Gli A rab i i primi l’ introdussero in Sicilia
,spargendone il seme successivamente nei
campi d ei paesi“
oecupati da loro : iSeoverta l’
America ili si
r invenne una terZa= s’
pecie; cioè vil C otone verde,perchè i
semi libe rati dalla pelur ia.
‘
hanno u n colore verde Oscuro ,
dalla quale si ritrae i la migliore ; e p iù : b ianca qualità dicotone .
. H avvi e ziand io il . cotoné arboreo n atio della Mar
tinica ma è poco coltivato nell’ Italia. Son noti gli u si
quasi infiniti di tesso nelle l arti , i e .negli ì nsi ; economici .
I n .Ambo ina .mangiano i .semi .cuòce'
ndoli in minestra ?e
l’
olio ch e.
: se‘
ne : rica'
va v viene rimp iegatm dai sGiappé nesi
Vir…df ed . I l midollo . del seme,quando è
'
fresco,d…rie
sce = u'
tile assai per .-
la dosse e i per n altri mali d i — petto .
‘
L’
A lp ino ; d ice .che'
gli…E g izi,bruciando -lentamente il ceto
ne sopra la p elle , aprono i eauteri . Le : specie tcennate,che
sona : biennaliùne’
r propri'
climi : r iescono annue appo no i .
1 16 . CRESPINO Nom. s ic: : Berber i Nom…bot. .Berbe
r is oalgar is.;Clas : V I H c.r àndr ia Monogyn'
ia Fa'
mig .
’
del
Ie Berber iee .
Elim. Tutto.in.questo'
arboseelto<d inota asp rezza,1 don
de prende il nome; tale si off re “
ped l’
irritab ilità dei fio ri ,i quali rimp iegansi intorno al Pistillo al menomò co
'
ntatto ;
come del pari p er l’
acerbità «del frutto ; e‘
zper. ia for
midab ile armatura dev aule .
. Or ig . E frutice ; europeo,-ehe tra no i incontrasi fre
quente '
nelle 1 fessure .delle rocce,massime su . la
'
catena
delle Madon1e,—e sull
’ignivomoEtna. H a fiori
'
a racemi del
colore del corallo ; la i scorza serve a tingere in giallo le
lane,il filo
,i cuoi; il legno adoperasi in lavoro da torno.
184
Vir . Med . I frutti sono lodati nelle febbri b iliose a nela
le .diarree . L’
infusione { della . È pc»
1 1 7 CRESTA «DI oGALLO'
…No in . s ic. Cricchia ' d i ìgad
da Nom. bo t. fi hina’
ntizs'
lCr ista ‘
gnlli Clas .
‘
XIV D idgna
mia Ang iosp erma"Famig : d elle JAn
’1arantacce
'
s
Eti1n. ;Le u otte'
nnero questa nomenclatura i sèmi or'
lati
da larga vmembrana; “ed il =fi‘
ore flcoii forinatm a'
guisa d i
.Or ig . .E p ianta : indigena; 1fiorisce in . Maggio .inei :luo
gh i erbosi , e tre i fiori . Là: « sua.rapidità s im propagarsispaventa gli agricoltori; avveg
'
nache. invadeu il terrenodove vegeta e lo rende sterile iùaridendo *le erbe le le
piante til : Caule meScolàto .
"f1el
foraggio : lo'
fa trovar : cattivoNella Gotia
,come iattesta il"Lìnhéò , 5311
'r itiene come in
disio della .mietitura-=deh fieno . e fassene clp rova 1 con lo
scuotere la .casetta . di q'
uesta'
pianta e Sentire i
se ' i f semi
r .isuonano dentro'
d i eSsa‘f1 E annua l
1 18 CRISANTEMO J\om 1 sic. 1(l’illìlî di iMaj uNom. ibot.
Chrysanlhcmmn coronar iwn Clas . XIX S ingenes ia Po
=Etimh Onestai p iantainch e.i tarito i labbonda nelle nostre
praterie , fu.detta lCriS‘
àntemo «dallé d lhe 1 greche i parolech e significano fiofi adi oro . i "dw -s 1
°
1.w
Or ig . Questi in esso sono -g1alli
-=h el…centrm e la loro
Coro lla.anehe . è'ne
°
1‘
e i un altra
specie .ch iamataBelli di (Bellis pe'
reh nis inîl che bag ial
I o —il.centro ,-
:hiaflcc ila «Coro lla. I l. sùb fifioriremnhuh zia la
Primavera ; cd -
;i .f i ori -
.voltano ”sempre la = loro faccia al
sole, seguendonne la d irezione .
186
dute buona a guarire le p iaghe siccome : i semi - caus'
ti
ci d ella Stafisagria sono impiegati per gli insetti cuta
nei, per la rogna, e per i me li di denti . Sono tutte e.
tre annue .
1 2 1 . D IGITALE No m. s ic. Dig itali Nom. bo t. Dig ita
Eti
m. Questa p ianta produce dei h ori simili nella forma ad un di tale da cucire ; e . siccome rosso . n
‘ è il cclore perciò in appellata Dig ita le p urp urea .
Or ig . È pianta nativa de ll’ I ngh ilterra, della Germania.
e della Grecia; e benchè -n on si trovi , spontanea in S i
cilia , era assai comune nei nostri giardin i nel secolo
passato pe r il s uo colore id i'
po rpora; i in presente se èd ivenuta una Droga, l
’
è appunto per la sua rarità .
‘
Tir . Med . La Digitale purpurea è emo tion,e vulnera
r ia,in Inghilterra si usa come potente diuretico ; p rodu
ce dei buoni effetti - nelle malattie scro folose . È *b iennale .
1 2 2 . DITTAMO Nom. s ie . Dittamu eretica"
Nom. bo t.
Or iganum d ictamas Clas . X IV D idynamia Ggmnosp er
ma Famig . delle
Elim. Questa pianta nasce c0p iosa sul -Dicte che è un
monte de ll’
isola d i Creta, , quindi le fu apposto il nomesecondo Cicerone , d i Dittamo eretica .
Or ig . L ’
esotica sua origine non imped isce ch e si col
tivi appo nei con buon successo,purchè abb iasi la p re
cauzione di farla vegetare in vasi fittili sottili su le I l
h estre 0 balconi amando poca acqua e non mo lto sole .
I Greci coronavano d i Dittamo le statue di Giunone
Lucina,come S imbolo di perenne giovinezza per i tan
ti serviz i che rende alla egra umanitàcolla sua terapeu
ticha efficacia.
18 7
Vir . ”ed . I l d ittamo entra nella Teriaca , ne l Diaseor
d io,nell
’
Aceto dei quattro latr i , nel Potp urrì nei p ro.
fumi,e guancialetti . È perenne .
1 23 . DORONICO Nom. s ic. Doranicu Nom. bot. Do ro
n icum Parda limwlws. Glas. XIX Syngenes ia Polygamîa
Elim.
*Le p retese virtù med icinali attribuite alla me
desima dai antichi la fecero r iputare qual dono del rielo per qual motivo le si app rop riò ,
ta l nome dalla green
voce Doron,Donwn.
grand i; la o rad ice — d i forma r onica . e «nodosa è simile . ai
l’
A bdome dello scorpione , quindi fu altresi contradistin
ta co ll’
appellazione specifica d i Doromqmn rad ice scarp a
Vir . Med . In presente la sua virtù terapeutica si"
e
resa problematica; avveg nache alcuni l’ hanno creduta
benefica,altri 1nnocna , le si accorda,
—
per altro qualche
grado d i attività anzi si reputa qual droga specifica nel
le vertigini . É perenne .
124 . DURCAMARA Nom. s ic. Uromnara Nom. bo l . so
lanmn D ldcamara Clas . V Pentandr ia Monogym'
a Famia.
delle Solanoee.
Elim . F u detta questa specie dei So lanei Dulcamara a
causa del sapore d ispiacevole delle sue bacche ; le q ualisono vene liche specialmente per i
°
oani .
Or ig . É pianta Europea comune in Sicilia nei terre
ni - umidi e paludosi . L’
odore di questa' pianta fruticosaattrae le volpi , epperò si suole mettere tra i lacci ch e
si tendono a questi animali .l
'
ir . di ed, Gli steli d i essa sono diuretici ,… sudorifer i.
depurativi , e spettoranti . Nella Vesti l'
alia ne bevono il
188. y \1
l
v . » o —“ l
b o
decotto,
‘
come a11t1scorbut100; ora 51 usa come*
ant1sd ihco .
Noha.\rèiòf :Eban’
u Non’1'
.
‘
bòt."Diosp yros
Ebdnum Clas. XXIII ’
!Polyydmia Didecia “‘
1Fàbzig :
Elika—î S iccome questo ai l—‘
un…innanzi al
l’» altare “ dèi ”falsi Îni1mi”ipe1î
“ l’
odorosa ! fragranza che
tramanda nella combustione,perciò fu ‘
de'
tto — 1Diospyrosdalle "voci"Greche "Dies Giove“, e p i
'
r'
os. br uciare. La v‘
o
cé “
Eb ifnd è par imertte"d i i greca
‘etimologia;'
da"bè rdsÎcioè'
dai * Indiani' a m otivo del‘
‘
suò —î
péso'
e
ne facevano delle f recce .
’
DiìEbalfo sta
tue e gli@cettri réali t ùellè Ind ie ;‘
e questo p opologrossciano credeva“ che lé ‘tazze
'
formate del suo legno"avessero un
’
e lficacia segreta Contro i l vele i1’
ò e le malie .
'
Oi°ìg'
f fLa terra'
'
riatizi ”d i
'
questai
pianta onde
cantò Virgilio So la I nd ia n igrmn j e'
rl'
èbd’
nu’
rii l‘
Gli E
brei’
eohosce'
van0'
i l i vero Ebano‘ i1efo’
“
portato' iòro con
altre Tirie;
'
ì dall’isola“
d i ‘Céìlan . Po iri
p eo . nel trionfo Mitridatico , fu il primo che'
lò"’
portòîili
molto apprezzato d agli fantich i'
4Rom‘
ani .
L’
imp ieg‘
avano 1ler da mobilia d omestma ”ed“anche fra
noi,non è molto , che ii lavori° d i furono l a
gran“
moda…I l sno s'legno» è ! 11r0 Compatt0,1spemlicamente
p iù.
iìuin“
dii”vi si“ î i r’
nff1ef ge qualità
che lo — 1e nde -suscettib il'
e di *
pbliturzî‘
iiei“ fini’ lavor i de
g li ebanisti .
Vir .
“filed . A é zio cred eva che fdsse utile
1
degli occh i ; ma nella» mediciba‘
mod erna si usa come
190
nefort , Lamark ed altri autori hanno l'atto vedere ,che
l’
adop
'
e
'
rato dai Greci e dai Ronia‘
ni'
per guarire la x'
paz
z ia”èrà l’ Elleboro Città della Focide
si rese famosa’
per la gran'
copia”ch e ne produceva. Si
favoleggia che le fi'
di Proteo ìRe'
di''
A'
rgo‘ divenute
maniache per esse vanited i'
lor'
furonogna
furiosa malattia. Orazio e Demos‘
cd alta antich'
i iiau
tori consigliava'
n’
o ironicamente purg'
a
'
rsi coll’
Elleb' ”oro co
loro'
che Volevano trattare da pazz i. 1
Vir . Med . Questa pianta d i'
cattiva iridole"è un“ vio
lento purgante ; pure è'
stata adoperatainelia"mania e
i1'
elle'
febbri intermittenti .“
È perenne .
"'
l
H élix"Ù las. V Peiàn
’
dr ia Moic'
òggnia’
Cc
iiicee.
.
'
S iccome'
quest'
a"p ianta
’
si atta'
c
'
c
'
azii‘
cof p ii avvol:
gendosi intorno , perciò dalla parola latin”
a aderèra fu detta
Ellera ?e dal Greco H'
elix che vale’
avvolgere; ebbe il
esima ’ di origine Europea er'
a'
cèleb'
ratisi
gli a1i tiòl1i’Greci; el
’
ara d’
'
I riiene era circon'
data di Ellera,e se ne presentav
'
aun ramo"agli’s
'
posi com'
e
siii1'b'
olo’
dell’
ilidiss'dli1biliti1 del nodo cònjù‘
gzile ;‘
l p'
o
'
p‘olidellaTracia l’ aveva‘no consagra
'
ta'
al“
Dio del vi no ed i l
vecchio Sileno e Baècd istesso"ne erano ‘inéorònàti, Le
Baccanti ne ornav‘
a
'
no i‘
loro tir'
si . Frar n°
oi“ cori Ellera
si"tapezzano 1 muri
'
dei giardini esene vestono le'
g
'
rot‘
te5
Un tempo con il suo legno'
èh é èe porosissirffò formavansi
dei Vasi,cui attribuivasi la prop
rietà di fi ltrare l’ acquae di"ritenere il vinoU quando vi si versavano mescolati
insieme.
Vir . med…Le foglie che sono detergenti : si ado peranoin decozione zin varie malattie 1
'
cntanee ; si vuole che ladettw decoì iòne distrùgga rgl
’v
.insetti ì del capo,ed anneri
sca i capelli . La radice ridotta in polvere e utile vcontro
la :teni aì °Le bacche. son‘
o purgati ve ed eine'
tiche .=La*gom
marche genie erancreduta‘
una'
fvolta lbalsa
'
mica‘
,si erhme
nagoga ed antesodontalgica; introdotta nel cavo di undente gunsto
"ne scema il dolore. È ‘
pe’
ren'
n'
e j a
4 29 . ELGÈ 'N0m! s ic: f l libi Nom; Clas
XXI Monoècia ?Polyandr ia Famij . delle‘
14rrientàcèe:
Elim .
! …p rimii cibo rche si scelsero?gl i‘
primad i usare i graminacei furono le ghiande
"di quest
’
albero ;
che'
dal * latino,clig
'
o la
coronai nCiviòa ene‘
si dav‘
a daifl ì omani a coloroche <èa1…
vaèvano …nu = cit‘
ta'
d ino’xdallaî*morte era di ‘
H Or ig . Questoi alb’
ero sempre v erde 1piantasi 1ne‘
i ‘bosch i
per i l'
suò app rez'
i iibile « legno; Ie‘
1si 1 co ltiva…ne i : giardini
pe'
r verzura e «'
per?ornamento.
'
l olti'
lavori °di ' îmac'
chine
le dei,molì
'
niò e tutte ° inmmma quelle °
o
pere. che esig ono » forza “
di! questo ° legno . 1 L ’
anima di Leccior.ossia . la sua par te centrales’
imfiiega 1 a costruirà :bacchette: per gli sth iopi1i’
tdwé ac
'
1 180; ELENIO bot.
I viwla * H elcnimn’
fl as . XIX“
SyngeneaiaPelugah; ia s uper
fl ua 1Fam°ig . delle ! Corimb ifl re
Etim. La si .credevamata dalle lagrime di Elena, quin
di le fu dato questo nome mitologico .
‘E pianta ind igena dellaVirginiale
'
d
'
a'
llalGerma
niaM eridionale ; nel Nafpoletàno 1p ure s i rinviene ,'
e ben'
chè di rado su alcuni monti di Sicilia :…ancora. Essa —mi
adorna in autunno di fiori gialli simiglianti a piccoli soli .
192
Vir…Med . La radice è a romatica amara adoperata nel
la tosse e n ell’
asma,nmerale;
-
.riesce u tile .nella’ scabbia
€ : S Ì mette nelle'
tinture‘
stomatiche e nelWermut.‘
E
1 31 . EPATICA Nam.
“
sic, Ep atica.Nom…»bot. .Marchtzn
tia Polymorp ha"
:Clas ’X XiV p tnqama °Famig . I dclle
Elim. Le fronde d i questa . specie sono au d i -sotto d i
colore del fegato r osso-cupo d’
onde … fu . detta : Fegatella.
Da ciò ne è . derivata la = sua pretesa ,
-
v irtù splenica deostrnente, ,che meritò a tutto ' il genere il nome ; d i
. apati
,0rig . Pianta d i : tutti i
’
climi, am'
a —ìd uogh i’umidi *
cd
ombrosi,
.nasce sotto «
gli'
stillicidi . delle °
gronde, diffe risce
dalla Targ ionia Hyp op hylla; detta<.c à tcllinmmera x ii
chcn…p etreus , dacchè’ vegeta sulle pietre fra .
«i rLichènh al
pari .dfl l’
Anthoceras e della Biasia .IVi\sono inoltre
" le
epatiche. dette Nivea, la ,Glauca di °
colo r,verdognolo , che
nasce nelle .vìottole îdei“
g iardini'
e lafl u‘itans la'
quale1tr0
vasi nelle . acque che hanh o poca morrente ; si » ar‘
rampi
cano s ugli .“
alberi l a .s germannic; cioè là .Goh1p lana'
ta e
la - Tanarisci , la prima di un giallo'
-verdognolo ,1 l
i
al
tra di un rosso — scuro ; esse ne r ivestono il tronco mon teloro squamme fogliose
°e nei citne. l I pastorit alvolta pongano il fuoco…a x
,qn'
esto sin‘
golare‘
1vestimento'
;
il quale si accende leg'
giera che crep itw all’istaùt13,e e tosto s vanisce . Le ° epati
ch e sono perenni . 4 1m
.»l 32 .
1ERBA nBENEDETTA Now. : sic.r lErca B inid itta
Nom. bot. Gawn urbanumsClas.1XI I Icosandr ia èPoliggnia
1 35. FAB‘
ARIA Nom. sic. Erva d i Gadd i Nom. bot.
Sedum Thelcp h iwn Clas . X Decandr ia Pentagynia Famig .
delle Succolente .
Etim. É p ianta sedativa e calmante,quindi a sedando
fu detta Sedum. Telefo Re di Misia fu'
iL'
prim0 ch e ne
sperimentò la v1rtù per cui le si diede tale nome spe
cifico .
Orig . E indigena di Europa e suole‘
fiorire verso i l solistizio estivo all
’
avvicinarsi del la -festa d i‘ S . Giovanni
,
perciò il volgo la chiama erba di S . Giovanni .
Vir . Med . É adoperata p er le ernie, per le scottature
e p er i calli . E perenne .
1 36 . FAGGIO Nom. sic. Fem Nom: bot. Fagus s ilvatica
Clas . XXI Monoecia Polgandr ia Famig . delle Amentacec.
Etim. Perchè le sue ghiande, al pari tdi quelle del
l’
Elce furono mangiate dagli uomini , fu così appellato dal greco f agus , mangiare; tra gli alberi
'
consagrati
a Giove il faggio vi era annoverato .f
Or ig . È indigeno ; e sul monte Esquilio ne torreggia‘
va uno d i enorme grossezza presso un‘
temp io dedicato
a questo Nume, p er la qual circostanzaa ppe llavasi Gio
ve Fagutale .
-I Romani ne impiegavano il d egno, far
delle tazze; come si legge nell’
Egloga 3 . di Virgi lio'e
nei Fasti d’ Ovidio Terra rubèns
,oraler ; p ocula f ag us
erat 5 522 . A nch e in presente se ne fanno vasi di o
gni genere e molteplici lavori di torbo« I noltre. perchèelastico formarsene scatole
,stecche,bacchette da ombrel
le,sedie
,ecc. E varo ‘
che è soggetto al tarlo,ma H al
ler avverte ch e tenuto nell’
acqua p er qualche tempo ri
195
mane libero da questo difetto , ama esso di vegetare su
le cime p iù alte dei nostri monti . i l suo frutto,detto
Faggia ch e è dolce , sarebbe buono a mangiarsi ; ma sic
come produce vertigine è stato r iserbato qual pinguepasto alle bestie . Se ne p uò eziandio estrarre un
’
olio
utile per i Lumi; le foglie , in mancanza di‘
pascolo mi
gliore , hanno servito per'
foragg1o a1 cavalli . Finalmenteve ne è una varietà con foglie di colore rosso-cupo ch efa ottim
‘
o effetto nei boschetti all’inglese .
1 37 . FAGIOLO Nom .
“sic.
' Fasola Nom . bot.'
Phaseolus
vu lgar is Clas . XVII Diadelp hia Decandr ia Fa1h ig . delle
Leguminose.
Etim. Dalla somiglianza, che ha il suo frutto con 11
na specie di naviglio dagli antichi detto Fa‘
selo da Fa
selide Città della Panfilia,fu questo legame
‘
così ap'
p ellato .
Orig . I Fagiuoli sono or iginarî del Levante e la coltivazione li ha introdotti fra noi ; i
'
quàli si mangiano cot
ti in erba o matur'
i .'
Var iano nel colore e nella grandez
za,essendovene dei bianchi
,detti romani ch e sono i p iù
stimati ; dei rossi a caraco chiamati anch e spagnuoli : dei
verdi detti pelosi ; dei fagiuoli Indiani,che i'
t urch i -chiamano Mang io eglino
'
ne fanno m olto uso d andoti'
e'
zian
d io per b iada ai cavalli . Diversi ficano inoltre per”]a grand ezza essendovene
"alcuni lunghi pochi‘pollic
i
,altri-i cui
baccelli sono lunghi un îbraccio . Generalmente p oi sono
i fagiuoli nutritivi assai , =ma flatulenti : Sono annui .
1 38 . FALSO PEPE Nom. sic. Sp ezia Nom. bot. * Schi
nus molle Clas. XXII I Polggamia Diaccia F a'
mig . delle
Terebintiacee.
Etim. I Greci davano il nome di Schino a quelle p ian
196
te il cui legno b ianco imitava il candor della neve mentre .Sch ion nel loro idioma vale neve .
Or ig . La speme di cui scrivo è indigena del Perù; manon ostante cresce nel nostro clima in albero di alto
fusto : Eran—
o 11 31 gli antichi . pulirsi i denti con il suo Ie
gno ; dappoiche credevano che . questo li rendesse bia'
n
ch i . Gli effeminati damerini,della quale genia
’ in ogni
età non ne f u penuria,ne andavano forniti ai pubblici
passeggi p er b izzarria, come fra noi usansi i sigari , quind i questi tali vennero detti Schinotrogi . L
’
odore ed il
sapore delle foglie è simile a quello del Pep e , ; ed ecco
la ragione della app ostagli nomenclatura di Falso-Pepe .
I frutti ch e sono a grappoli , pestati e lasciati fermentare danno un liquore ch e diviene acetoso .
1 39 . FARFARA Nom. s ic. Farf araN om.
'
bot. Tussillo
g o Fdrf ara Clas . XIX Syngenesia Po lygamia sup erfluaFamig z delle Orchidee .
E lim. Questa p ianta, giacchè sperimentossi g iovevolenei catarri polmonari
, ,le si appose il -nome = di
‘
Tussilla
gine .
Or ig . Basta r icercarla nei terreni argillosi ed ?‘
umidi
p er incontrarla ad ogni p iè sosp into,= essa si alza * poco
da terra e manda fuori prima il gambo ch e le foglie , eperò. detta da a lcuni scrittori , ‘Fi lius ante p atter n. Reca
p oi meraviglia che malgrado d’
essere stata comunemen
te conosciuta fin dai tempi di Plinio l ’altra specie ossia laTuss illagg ine odor if era fosse vissuta lunga pezza ignorataalla base del monte Pilato nel Napoletano . Un i botanico
f rancese attirato dalle sue fraganz'
e ne sc0p ri le p rege
vo li qualità ; avvegnache in una stagione in cui tutti gli
altri fiori sono scomparsi, l
’odorifcrw viene nei primi d i
198
ostante però il Pitagorico divieto la Fava marigiasi datutti e fresca
,e secca
,e cruda
,e cotta. .Dai semi secchi
se ne fa far ina che si mangia cotta nel forno mescolata
con il pane . Questa farina e adoperata nel Giappone perlavare le tele tinte p er non alterarsi il colore con gli al
cali del sapone . Variano le fave p er la grandezza ma
p iù p er il colore del seme essendovene delle biancastre,
delle verdi,delle rossastre
,delle pavoazze e delle nere .
I fusti delle fave servono per pastura delle bestie e so
no un eccellente concime per le terre . Questo legume
i ntanto p iù che in Pitagora h a un potente nemico nel
Succiamele ( Orobanche maj or ) ch e in Sicilia ch iamasi
Lup a . Le caselle?d i questa pianta parassita sono ripienidi minutissimi semi
,che si mantengono molti anni Spar
si nel terreno,
“
é non vegetano — finch è non trovino ad
impiantarsi nelle radici di qualche pianta baccellina. I l
m iglior mezzo p er annieh ilirli è di sbarbicarli primadella fioritura ed impedire cosi ch e ricadano i detti semi .La fava in erba edi grato odore , benchè in alcuni producal ’itterizzia; dessa non manca di virtù igieniche .
Vir . med . La farina e ‘una delle cinque medicinali
dette risolventi . La sua vita è annua.
141 FELCE Nom. s ic. Filiei Nom: bot. Pter is Aqu i
lino Clas . XXIV Cryp togama Fani ig . delle Felci .
Etim I l suo nome in Greco esprime ala ; cosi detta
p er le foglie minutamente tagliuzzate e distese a guisa
delle ali degli uccelli . Tagliando poi obliquamente le
fronde verso la radice si scorgono ,nel taglio alcune fi
b re disposte in forma di aquila imp eriale; venne perciòsignificata con la specificazione d i aquilina.
Or ig . È così comune nei luoghi incolti e nei boschi
199
ch e i nostri montanari usano copr irne le ricette,donde
Felce da r icette e chiamata. Virgilio nell’
Egloga 3 . ci
ricorda l’
antico costume di metterla a marcire sotto le
bestie per accrescere le stab io , e per impedire che il freddo pavimento mueca alle medesime . Perch è contiene molta
sostanza alcalina,potrebbe utilizzarsi per le vetriere , e per
le fabbriche d i saponi . Nelle isole Canarie delle radici —
se
ne fa pane,e nel Giappone si mangiano cotte , come altresì
le tenere foglie. Questa Felce è detta femmina per di
stinguerla dalla mascolina conosciuta in botanica sotto il
nome di Po lyp od ium vulgare , la quale parimente è piantaboscareccia
,siccome ancora il Dryop ter is . Di queste due
specie d i Polyp odii in fuori , tutte le altre sono esotichecosi l
‘
Aurea originaria dei paesi caldi dell’
America,la
Calaguala , la cui radice ci è portata dal Perù,il Quer
cif og lio del quale si servono gli Indiani per la pesca.
Vir .
'
Med . La rad ice delle specie cennate si reputanopurganti ed antelmintiche' proposte per la rachitide e
come espettoranti . Sono perenni .1 42 FEROLA Nom. s ie. Ferla Nom. bot. Ferrata. com
munis Clas . V .Pentandr ia Digynia Famig . delle Orn
brellif ere.
Etim. Da ferire o percuotere venne appellata Ferola
perchè castigavansi i fanciulli con gli steli di questa pianta0rig , Abbonda la medesima nelle nostre campagne , e
nel Levante ; ma Tournefort pretende che quest’ ultimasia di diversa specie . I Greci l’ usavano p er bastone d i
appoggio , ed i Sacerdoti di Bacco non ne potevono usa
re d i altra sorte . Si d ice che questo Dio ordinò ai primiuomini che bevvero vino di non portare per sostegno cheFerole perchè Spesso
,nel ferore del vino si Spezzano la
200
testa con forti bastoni . L ’
interno dello stelo serve da e'
sca,
ed Esiodo racconta ch e avendo r ubato Prometeo il fuoconel cielo
,le recò seco in uno stelo di Ferola…Diodoro
Siculo fa conoscere Che il vero senso d i questa favola ech e Prometeo fu inventore del fucile d i acciaro e che ac
colse le scintille nel midollo di questa pianta. Plutarco
e Strabone scrivono ch e se ne formavano delle cassette;ed A lessandro Magno serbava le opere di Omero in una
di"
queste . I n presente nella Grecia e nella Sicilia for
mansi dei *
scabclli,ed ‘ in questa ultima a nche degli al
veari per le ap i uso che ci fu trasmesso fin dai tempidi Plinio . È interessante p oi l
’
altra specie detta ferola
assa-fetida pianta indigena della Persia che fu così chiamata a cagione dell
’
odor fetido che tramanda somigliante all
’
aglio corrotto . A i Persiani ed agli A siatici non me
sce si dispiacevole l’odore,ed il sapore di questa se
'
stan
za,anzi la trovano deliziosa
,se ne cibano e la chiama
no cibo degli Dei . Gli indiani la’
mettono pen condimen
to nelle loro vivande,e p er tal motivo hanno una pes
sima trasp 1razmne, ed un alito fetido assai .
Vir . Med È una delle sostanze antisteriche carmina
tive antelmintichc lodata nella timpanitide. È perenne .
1433 FIGO .Nom. u s ic. Fica Nom . bo tî’
1'
F icus car ica
Clas. XXlll nPo lyj amia Diaccia'
Faanigwdelle Ur ticee
E i im: Trae il suo nome dal greco Sichee; perchè al
bero di facile irièremento .
Or ig . Questa pianta di cui se ne d istingono molte\va
r iataè originaria della Sir ia e propriamente della Car ia donde ebbe i l nome di Car ica . Sino al tempo del primo triunvirato vcdeasi essa poco moltiplicata in Italia; dappoichese »ne portava tuttavia il frutto dall’ A sia. Cicerone r ac
202
V ir . Med . I l succo della Ficoide è stato sperimentatoutile
,dal Morvin , p er sedare gli ardori nella dif ficoltàd i
orinare . Questa pianta è annual
145. FILADELFIO Nom. sia. Gesiminu della Madonna
Nom. bot. Phi ladelp hius coronar ius Clas. XI I I cosandr ia
Monogynia Famig . delle'
Mirtee:
Elim. I l nome esprime corona della amicizia fra
terna,avvegnache— i suoi rami intrecciati scambievolmen
te pare che si stringano con fratern'
o abbraccio .
Or ig . Questo frutice simile al Mirto è indigeno dell’
Eu
ropa Meridionale , il quale produce sui primi ’
di Maggio ,
fiori b ianchi di odore grato pari a quello dell’
arancio
ma troppo forte ‘
fiutato da vicino .
’
H avvene'
una‘
seconda
specie originaria—d ella Carolina, la quale benchè inodora
cresce p iù alta e si adorna d i fi ori p iùg randi . Entram
bi sono perenni .
146 . FINOCCH IO Nom. sic.
-Finocch iu Nom. bot… Li
g asticmn f oenicu lum Clas. V Pentandr ia Digynia Famig .
delle Ombrellif ere.
E lim. H a il n ome .composto dalla voce 6Greca f è cioèa-cuire ed ocalum voce latina che
‘
si prende metonimicamente per vista.
“
Or ig . Esso vegeta cep ioso nei paesi meridionali dell’Europa massime nella Liguria,-d ’
onde l ilf suo, nome di
Ligusticum; ed è‘
perciò che i ip iiil grossi î si ch iamano finocchi d i Bologna. Nella Grecia"i gladiaton -rmwgon va
no le loro forze mescendo questa pianta nei’
cibi ; e 1’
at
leta vincitore veniva coronato d i una ghirlanda di Finocchio . A ppo nei servono ad uso di cucina cosi il dome
stico come i l selvaggioVir . Med . Questa pianta specialmente la selvaggia e
203
carminativa,stomatica, antelmintica. Plinio è Dioscor ide
pretendono che il suo succo acuisca la vista . È perenne .
1 47 . FIOCCO DI CARDINALE Nom. sic. Giamma d i
Card inali Nom. bot. Lobelia Card inali s . Clas . XVI . Mo
nadelp hia Pentandria Famig . delle Amarantacee .
Elim. Ottenne tal nome p er i suoi fiori sfiocati a pennacchio con campanelle di vivo scarlatto ; e p er essersi
coltivato nel giardino nel cardinale Barberini in Roma,
Orig . Questa magnifica pianta ci fu portata dal Messico . Dai primi di Agosto p er tutta l a stagione autunnale
resta adorna dei suoi fiori ; siccome la S ip hg litica la quale ne fa eziandio dei bellissimi di colore celeste .
Vir . Med . I l decotto delle radici di questa pianta èpraticato in bevanda nelle malattie sifilitich e d ’
onde p re
se i l p reprio nome . Entrambi sono perenni .148 . FITOLACCA Nom. sic. Racinedda Turca Nom. bot.
Phylolacca@ecandr ia Clas X Decandr ia Pentagynia Famig ; delle
,A trip liceex
E lim . Fitolacca vale pianta di Lacca,perchèfi le in Gre
co significa pianta ; ed il colore delle bacche che si ap
prossima a ; quello della Lacca le ha fatto dare il nomespecifico .
; 0r ig . Quantunque sia dessa comune fra noi pure'
è or iginar ia dell
’
America. Kalm d ice che .nella Pensilvama
si cibano delle prime foglie — tenere cotte , depo aver gettato via la prima bollitura
, ma l’
uso ch e noi ne faccia
mo si restringe a tingere in rosso le confettur e,i simp
p i ed altri lavori da credenzaVir . Med . È creduta emetico-catartica; le foglie adulte
sono purganti , il dottor Miller attribuisce ]questa premietà alle rad ici e loda la pianta per i cancri . È p erenne
ma nei climi alquanto freddi e annua.
204
149 . FRAGOLA Nom. sic. Fraula Nom. bot. Fragaria
Vasca C las. XII lcosandr ia Poliggnia Famig . delle Ro
sacca.
Elim. È pianta coltivata nei giardini e nasce eziandiospontanea ner boschi producendo un f rutto delicato di
grato sapore odoroso . Per verità non -'p
'
otea sortire nome
migliore che quello della fraganza.
Or ig . É indigena; ma la Seconda specie -detta Anana
ssa lo è del Chili ch e fa un Îfrutto p iù grosso . La frago
la'
comune incontrasi di f requente nei boschi e‘
trapian
tata serpeggia umi le nei nostr i orti e giardini elevata ap pena due dita ?da terra. Ci o ffre incopia le sue rosse bacche che r icreano la vista
,il gusto e l
’
odorato dei qua
li compongonsi esquis iti gelati e formano la delizia delle m igliori mense
Vir . Med . È nutriente,rinfrescante ,
'
ed il fruttò della
nostra fragola si r itiene quale specifico per la getta. I l
L inneo asserisce di essere r imasto libero da* quèsto nia
le col farne grand’
uso .
‘È perenne .
1 50. FRASS INELLA Nani . s ic. Frassineclda Nom. bòt.
D iclamas albus Clas . X'
Décandr ia lll onoggnia’ Famig .
delle Balacee.
Elim. I l suo nome lo deve‘
alle'
foglie pennate simili
a quelle del Frassino.
“ Or ig . Questa pianta Mer idionale produce'
un superboeffetto al tempo della fioritura.
i Persoonne'
distirigue due
varietà una‘
a fior b ianco,l’
altra a fior rosso r fregando le
foglie della prima tramandano“
u n odore d i a limone. I fusti e tutte le parti del fiore sono coperte da glandolette
balsamiche d i forte odore volatile . Questo umore trasp irato dalla .pianta presenta un grato
‘
fenomeno ; se‘
nella
906
a motivo del suo sapore dolce. Questa derr'
ata è un ca
p o di commercio per la Sicilia dove abbonda in maggior
quantità .
Vir . Mcd . La manna è un purgai1 te lenitivo?La cor
teccia del Frassino è lodata p er i : ver'
mi e‘
per le feb
bri intermittenti; ed è inoltre deostruente ed antisifilitica‘
.
I l seme e adoperato come purgzmte ;‘
a d ir breve’se
'
il
Frassino'
avesse almeno la metà delle tante virtù attri
buite ad esso specialmente dagli antichi medici , quest’
al
bero solo equivalerebbe ad un’intiera farmacia.
1 52 . FRITILLARIA Nami sic. Crun'
a Imp iriali Nam.
bat. Fri ti llar ia Imp er ialis Clas.
‘
VI' Éczcandria Menagg
vzia Famig . della Li liacee.
E lim. Per l a distribuzione dei sum fiori disposti in
giro , terminati da un ciuffo di foglie chemolto si avvia
cina ad una corona le si diede un tal h ome,
Or ig . Nell’
anno 1 750 questa p ianta fu'
g p’
ortata dalla
Persia‘
in Eur0pa ed in presente coltivasi nei giardini
p er i suoi bellissimi fiori . Tra le molte varietà d i questi,
avvenne dei dopp ii , altri color di:
orostriati,ovvero ar
gentei ; ve ne. sono a fiori grandi ed aperti,come anco
ra a fiori totalmente gialli . La radice solida'
bulbosa ha
delle qualità venefich e ciò non ostante attesta il Bryan
ti che è adoperata da alcuni'
per c'
on'
dimnetò delle zuppe .
“
1 53 . FRUMENTOf
NOM . sic.
*F i irnicnt'
a Nami“
bat. Tr i
ticum satiaam Clas. III Tr iandr'
ia Digg/niaFa'
mig . dcl
lc Graminaccc.
Elim . I l suo i lare nome esp rime ‘abbondanza e giojadal latino f ruges , oppure a f r
“
uendo,
* siccome dal tritu
rarsi'
nella Aja si appellava ’ triticum * dai latini .
Or ig . Accade dei paesi nati delle pi ante“
di t prima 11
207
tiltà come delle patrie degli uomini straordinari , che varise ne contendano l
’
onore : Alcuni credevano ch e la Sicilia,
chiamata in altri tempi il gramajo dell’
I talia fosse la patriadel frumento , e lo storico Fazzello dice
,che in essa na
sca spontaneo . Erodoto pretende ch e la sia la Mesopotamia dove vegeta si r igoglioso che ivi la sua foglia u
guaglia le dimensioni di quelle della canna. A ltri che
sia indigeno della Persia; .e Marco Polo dice , ch e nella
Buccaria cresce senza coltura. L ’
Egitto s’
arroga l’
onore
d i essere stato il pr imo a conoscerne l’
utilità infatti
fu ivi che una donna industre lo t riturò tra pietre,ine
scalò dell’acqua nella sua. farina,e lo cosse in piccoli for
ni costruiti d’
argilla. Utile invenzione che r ichiamò gliuomini alla vita sociale dai boschi dove si
’
cibavano
di ghiande , perciò detti Balanofagi : Questi valendosi mostrare grati verso una persona tanto benefica -si r esero
empi ; dappoiche l’
eressero altari — e l’
adorarono : qual di
v inità sotto il nome di I side ; ed i .Greci ed i Romani
la invocarono sotto'
quello ; di Cerere . Qualunque sia il
natal paese del frumento, la Provvidenza . ha dispostoche esso vegeti sotto tutte le temperature , e cresca nel
le algenti contrade del Settentrione , come . nei cocenti
climi dei tropici . La sua prodigiosa fecondità'
corrispon
de all’
indispensabilexbisogno che ne abbiamo . Plinio rac
conta,che fu mwata ad Augusto dall
’
A frica una piantolina di grano , la quale avea quattrocento calmi . I l fru
mento va pertanto soggetto a diverse malattie; le nebbie,
le muffe, gli insetti ed altre cagioni l
’
alterano e le fan
no deper ire . Farò cenno solamente di . quella malattiadetta d i carbone , e di caria; la: quale trae sua origine
da una p ianta parassita : della famiglia dei funghi cono
208
sciuta sotto il nome di r ilicalar ia,Eche si attacca al gra
no e lo carbonizza. E un rimed io‘
a prevenire questo ma'
lòre lavar la seme'
n
’
za in una forte liscivia alcalina,o in
acqua di calce , e meglio di pietra'
celeste . I l grano si
conserva per lunghissimi anni purchè sia difeso dai
tep i, dalle tignuolé e d alla voraci tà di altri insetti . GliA rabi abitanti nelle coste A fricane *
per porre in sicuro
si preziosa derrata’
dal d ispotismo musulmano la nasco
sere in pezzi profondi, e vedendo ch e si -coservava p er
lunghi anni introdussero quest’
us0'
in altri paesi da loro occupati . Nelle ‘
coste meridionali della Sicilia il grano
si conserva helle dette fosse ch e gli A rabi appellavanoMalamarcf Seguirò il Linneo nella nomenclatura delle
specie diverse dei grani . Son desse il Tr iticum aésliarcan
cioè g rana grassa; l’H gbcrnam a g rana gcnti lc; il Targ i
dmn a grano duro .
Vir . Mcd . I n'
ordine"alle : virtù m edicinali di questo
graminacee esso e‘
dolcificante e deostruente; il suo de
cotto e la bevanda ordinaria nelle febbri : ardenti e nelle
malattie steniche .
‘
L’
acqua p auata eu ez iandio una d elle
b evande migliori nelle malattie acute È “ p ianta annua.
1 54 FUCO Nam. sic. Facci Nani .
‘
bal. »Fuczis acsiculasas
C las. XXIV '
Cryp togamia Famig . della A lgha.
E lim. Per la'
prodigiosa abbondanza con cui questa
p ianta p ropagasi tra le acque marine ebbe ‘tal nome dal
greco ch e vale facile a nascere .
‘
Or ig . Travasi nell’Oceano * iir tanta q uantità che ne
“
riempie i bassi'
fòndi cd‘
-i seni ; vien: essa«raccolta per
ingrassare i camp i in alcuni p aesi presso'
i Tro‘
p ici . e perritr
'
arne,bruciandola
,la soda tanto utile nelle arti , co
me altresì il Jodiesostanza '
riputata efficace antidoto nel
2 10
maggior parte contengono succhi velenosi ed a natu
ra r ilegandoli in luoghi oscuri »; ed umid i li ha volutonascondere alla voracità dell
’uomo .
«N0n '
Son0’
rar iwi ri
chiami della i storia ‘
tsu gli avvelenamenti ,d i . coloro'
che
vollero cibarsene . I . figli-d i Eurip ide, Tiberio , C laudio ,
Clemente Settimo ev l’
Imperatore Carlo ì Sesto = perirono
p er aver ,mangiato dei Funghi . Basta aver cennato que
ste vittime i llustri,n on pretendendo i di . intesSere ilMar
tirologio'
d i questo vegetabile .« h e osservazioni —p iù atten
te n on possono far conoscere qualvsia xil-Fungo innocuo
dal velenoso . L’odore; i l
v
gusto'
,i lv sapore nou s ene ind i
zi che bastano ; e le :prove. fatte con 1e‘
eip olle , coll’
aglio
con l’
argento ingannano ugualmente. E una b uona rego
la p er ch i volesse ostinatamente mangiarne farlo al pranzo e non mai "a cena all
’
avvicinarsi /della} : notte,e se
forti dolori torm'
entano îlil b asso‘ ventre…et una magione
p iù che probab ile ch e ne sia r imasto :avv'
elenato . L’
espe
rienza '
na d imostrato …che…i rimed ile spin te d i vino
,ec. neutralizzino i loro p rincip i iveleno
si ; perciò dopo aver . .r icor so l a qualch e: =rèmeticct ibisogna
bere dell’acquavite‘
o ammaniaoa : allungà a coii l’
acqua;ma se .il male ha p rogreditò ; ogni miinedio xèi vanes .
Orig . I l fungo è '
cosmop oli tamiconoscendo iper ; paese na
tivo I 'esterizione ‘
delGl obo . Nasce i n »tutti * i duogh i ne lle v i
scere dellaterra.ùegli antri oscuri, nelle fradici .dei tvegeta
bili su i tronch i degli »albei igsi vede in mezzo alle a
mene p raterie ,
‘ fc p resso . l‘
e"…tombe î: degli l cstintit I l — 'suo
modo d i riprodursiguisa degl
’
insetti ef fimeri,
a n‘
aseètnm còn i lr lgiorno'
si fe
condano e muoiono con ii"deolinìtre del
'
seles l îLicap cr
di s ono dei veri vulcani vegetali . ' A l . temp of ldella î loro
maturazione d iventano da carnosi; molli , si fendono al
vertice a guisa di un cratere,« e lanciano una n ubbe d i
polvere ch e s’ innalza in format—di fumè , il quale diffondesinell
’
atmosfera; L ’
Elvc'
lla Coronata dl : un capp ello »ta
gliato . i n cima a modo di .mitr'
a,il
’
agita p e'
r-disseminare
la sua p olvere fecondatrice . Le =Pczizc sono dotate altre
si d i unm ovimento ' d i . elasticità . che -m anifestano nel
tempo di Clati*'
a: scarica‘i un
’
acquainfetta la quale contiene i l ig erme . della sua mumerosa
posterità ; il : germB della : «Claatzrùt si °app icca'
alla ' ninfa
d i una cicala d i A merica , .cd incontinente .vi si sviluppa :Da ciò il paradosso ch e =nell
’
America«v i fosse »un’
ani ina
le ch e ’ si t rasformava im p lanta ue‘
sta pretesa metamerfosi non conseguenza dell
’
assurda i potesich e .
questo vegetale"
sb p roducesse d alla putrefazione . Teu
frasto,Dioscoride…Plinio
“
le tutti : gli antichi erano di
questo avviso; Evo . non poteronorettificare q uesto errore; c:.v iste830 rTournefort non ne
andò affatto . esente : l f iEcluse î annunzio . il. primo che i
fungh i r rip roduconsic
p er semi zcome' tutte l e…:altre pianteed im p resente
'non i vi -e'
ibotanico vche nona—cono sca que
sta verità -Si'
cco'
me però …gli .organi lfecondanti rimangono
occulti perciò il Linnéo =Ii * app èllò vllr ip iagami ° e‘
Jussieu
piante .Dcclinc'
le d isses E’ “
pèi questo appunto ch e la
propagazione artificiale dei » funghi si rende“
diff icile . Tour
nefort f xne h a fatto germinare in quantità sotteràndo in
aprile d elle pallottole vdello sterco f d iacavallo della gros
sezza ;d i‘
un p ugno ;B uel ottenne il medesimo“ effetto bru
ciando îdelle macchie Sp inoseîe- irrigando
'
le'
loro ceneri
ancor calde'
con acque“
‘nàtùrali: Dioscoride dice ch e le
corteccie del Pioppo poste sotterra producono dei funghi .
2 12
Una esperienza moderna ci assicura che nascono degli
ottimi funghi odorosi ponendo sotterra la pesatura del
cafi‘
è . La fam iglia dei fungh i; composta secondo alcuni
da p areccie centin‘
aja d i specie può divide rsi nelle due sezioni cioè degli eduli, e dei velenosi ; =p arlerò principalmente dei
‘primi . I l Tartuf o detto Tuber dal latino ta
merc p er i turbecoli , ch e lo ricoprono,è una p ianta cc
cezionale , ladd ove gli‘
altri vegetali cercano con avid itàla luce , questo la fugge
'
e s i sviluppa, e viene nascosto
nel terreno . Sfugg'
erebbe la voracità dell’uomo,se l
’
odo
re non lo scovrisse . S i avvezzano a qb eèt’
uopo dei cani
d i fino od orato specialmente della specie dei Barboni , ch efiutando e raspando la terra I l d iscoprono . I lLicap crdan
ossia vescica d i lupo nasce a fior di terra nei luoghi ccb osi e non solo è buono a mangiarsi , ma seccata servedi cond imento ad altri cib i . Vi è il Canar iense, o gigan
te ch e arriva al peso d i 25 li bre . La Clavar ia detta ca
si dalla forma allungata a guisa d i una clava, anch’
esso
commestib ile , mangiasi cotta con burro e formaggio . L’
A
garice originario‘
dalla A gria o A garia paese dei Sarmatida dove si soleva portare in Grecia per farne smercio
,è
di varie Specie,ma m erita attenzione il Pragno lo uno
dei p iù piccoli funghi eduli , commendati assai p er l’odore
e sapore ch e dà ai .cib i . L ’
a lo altresi è d i ottimo sa
pore cui ben gli si conviene tal nome . Quando è chiuso hai l colorito dell
’
albumine dell’
uovo,ma quando comincia ad
aprirsi sembra un ’
u0vo rotto ch e presenta il torio . I l Bo
Icto cosi appellata dal Greco Delos che significa , glebba
p erchè nasce fra i cespugli; tra le cui specie d istinguonsi
lo Sp agnola, il Porcino ed il fungo d ell’
esca ch e cresce
a considerabi le grandezza; nasce su i Faggi , su i Cerri e
lattie . I l Boletus p argans ha riputazione d i spetto rànteantelmintico e purgativ
‘
ro era uno degli ingredienti della
Teriaca si adopera Come astringente massime nelle emer
regi e del naso . Anche con il Boleto da Esca“
si sono fer
mati forti *‘
exb orrdgie applicando “ questa sostanzalsopral aferita. L"Amidila f iMiiscaria
'
h à’la virtù di g uaric le p ia
ghe invecchiate asperg’
rendole'
con 'la sua pòlVere .
'
Là pol
vere del'
Bovista îamministrata‘
in p iccola'
dose gubrisce‘
dalla d iarrea.
157 .
'
FUS '
AGGINE ?No'
mz' sica Fu‘
sar ia o B irr itta’parr i
n isca Nam. bat. Econiinas Earapmas‘
Clas . V “Pcntandria
Elim : Le p rep r ietà’
emetiche le quali eSsa possiede l e :danno la sua appellazione botanicap ma il
‘
nome’
di‘ Eu
saggine le proviene dal fusi che si fabb ricano con il suo
legno leggiero .
Or ig . Nelle nostre sicp i} e n elle ragnaie cresce in'
fi tto
cespuglio , il quale a;ipresta«un legno giallo simile
‘
al Bos
so,ma p iù tenero , quindi ad0p erat
'
0‘
dai torniator i p er'
d iversi lavori delicati . Matura il frutto in autunno rd i un
b el colore roseo,
.
Vir . Med . Questo appunto p rcs'
o i nternamente ha v ir
tù di far“ vomitare
, perciò ritenuto qual f armaco ef ficace
d ella—medicina purgativa. È perenne .
158,GALANTO Nom. s ia…Galanla Nam bot. Galan
l/i i ts Nico lis Clas . V I H c.candria Monogynia Famig . dalla
Narcissoid i .
Elim. Per il .colore lattea del suo fiore v enne distin
to con tale nome .
Or ig . E pianta Europea la quale si rende pregiata
per la sua fioritura che avviene in Febbraj o, quando laterra p er
'
ordinario è caverta d i neve , d’
onde il suo no
me volgare d i Buca neve: I l fiore eburneo a campanel
la segnato da un leggiero punto'
verde sembra essere
foriero dei prossimi bei giorni di primavera, É peronne .
159 . GALEGA Nam. sic. A rata d i crap i Nam. bat.
Galega afi‘
icinalis Glas . VI I D iadelp h ia Decandr ia Famig .
‘
d elle Leguminasc.
Elimi Questa pianta “
per I’
umer viseh ioso"e b ianco
ch e esce dai suoi ramrcuii ottenne tal no'
me'
dal Greco
Gala cioè latte .
Or ig . Nasce spontanea ne i nostri campi e lungo l’
A rno
forse per i semi trasportati dalleacque
= del Valdarno di 50p ra'
,dove si semina a fine di
impiegarsi p6r‘
sovèScid'
ed’
ingrassò dei terreni .°Vir.
‘ Mcd . I p'eriti ne ll’àrte‘
d i Esculapio l’hanno spe
r imentata elilcace'
ì'
i'
el calmare} i trasporti del cervello ericondurre alla sana
.
ragione I meiltcÉatti,E perenne .
160.
‘ GALLIO Nom. s ic: 0aagghi a a arca surf ina Nam
bo l. Gallium i‘
crztnifi “ Clas . I V Tch *àridr ia Monogynia
Famig . dalla Robbitzccc.
Elim. Ebbe il nome di Gallio O Ca'
glio dalla proprietà
'
ch e ha di rapigliarb o
'
cagliare'
il‘
latte .
Orig . È ‘
p ianta indigena quind i è facile incontrarla neiluog hi erbosi. I pastori si servono dell
'
a pannocch ia di
essa per tingere di giallo i formagg i . La radice colora di
rosso la lana come la Robbia. I l Galli iun'
rllallug a è l’
A v
pcr inc ne sono altri due Specie le quali danno altresi
tinta’
rossa.
Vir . Med. Si narrano guarigioni d i epilettici ottenute
2 16
con l’
uso della prima specie; anche la Malluga fu cre
duta buona p er questa malattia e p er la podagra; il su
go finalmente della Ap ar ina e lodato p er l’
erp eti e pe r
le affezioni cutanee . Dioscoride l’
usava in unguento, per
le scrofole . Questa …è annua,le altre due specie sono pe
renni .
161 GAROFANO Nom. s ic. Galaf ura Nam..bat.
’
D ian
thus Cargap hg llus Clas-
V Decandr ia Digynia Famig .
dalla Car iafi llcc.
Elim. Le emanazioni odorose d i .,questo bel fiore le
ottennero il nome perch é simili le , sue ,f raganze all
’
aro
matico arboscello delle Isole Molucche appellata nel lin
guaggio Botanico Cargop hg llus aromaticus.
Or ig . E p ianta ind igena d i Europa coltivata da per
tutto p er la bellezza e fraganza dei fior i sempre ducevoli ; avvegnache sch iudono questi in tutto . l
’
a nno…Se ne
conoscono infinite varietà dai fioristi p er la «
grandezza,p er la pienezza dei fiori , p er la diversità ,
dei,colori; co
si il garofano di llaanc, il Cinese, l’
A rmer ico, il,Mina
rc,il Pcnniaa, il Bianco, ,
il Gialla,i l Basca, le Screz ia
to ed il Rosso . Renato di,Angiò fu ,
il primo a;coltivare
i l garofano Rosso dal quale provennero dippel tante bellissime var ietà . É perenne .
162 . GELSO Nam. s ic. Causa Nam. bat. Moms nig ra
Clas . XXI Manaccia Tetrandr ia Ì rmug . dalla Ur liccc.
Elim. Gelso,secondo Celso e voce barbara che , vale
eccelso sublime detto Moro dal colore merate delle sue
bacche,ovvero dal latino mara perchè tardo a fiorire
,
Or ig . I Romani che I ’ avevano recato dalla Persie si
cibavano dei suoi frutti che sono grossi e dolci . I l Gelso
b ianco indigeno della Cina fu trapiantato la prima volta
2 18
al tabacco . Sono sue varietà il Gelsomino azar ica ed il
Catalogna ossia gelsomino d i Spagna ; cosi il‘
gelSomino
della —Virginia,' il g iallo , i l rosso îdell
’
dndia“
Vir . Med . I flor i di Gelsomino -perchèi di sapore astrid
gente , sono p reposte in‘
p‘
olvére p er le d iarree : È peren’
n‘
es
164. GENZIANA Nom.îs icr GenzianaNom: bat. Gcn
tianwLutca Clas. V Pentandr ia Digg/niit Famig . delle
Genzian a;
Etùn.
"Pianta che m olto abborida nelle montagne .del
I’ Illirico ; la quale
‘
seconde Dioscoride,ebbe tal nome da
Génzio Re di quella Nazione chel fu il primo i a scoprirne ls p repr ietà terapeuticheOr ig .
. E ssa vegeta spontanea u n
'
églil
'
Appennin i‘
e su
le alte .cime dei inonti S iculi incontrasi ancora bench è
rara. L ’
amarezza è la qualità p iù comune a tutte le genziane sp ecialmende nelle rad ici . NelTirolo
f °distillano i1ùe
ste radici e ne ottengon’
o uno sp irito ardente f ll suo de
cotto h a la p rep rietà d i arrestare la putrefazione ; Si è
immerso nel medesimo fun
'
p ezzo‘
d i carne clie”
si è conservato f resco per lo spazio d i due — f
Vir . îMcd t Le rad ici secche d i q uesta‘
pian‘
ta'
fnrono a…
doperate in med iéina fin da temp i remb tissimi ;“e
'
sono
buone p er le febbri intermittenti , nei Ianiguori d i stoma
co,nell
’
itt= mzia nelle d iarree v ostinaté“ e‘
nei mali cu'
tà
nei . E pe renb e .
165. GERANIO Nam. sic. Marcella di Francia * Naml
bat. Pelarg onium adoratisstmum‘
Clas . XVI Manadclp h ia
H ep tandria Famig . delle Gcfano’
id i .
E lim .. Dalla v oce greca gcranas ,
’'
cioè g racprese I l no ;
me generico questa p ianta ; a'
vvégnachèl‘una delle s ue
specie detta '
Pclarg oniam zonale ha i semi'
conformati a
guisa d i becco d i Grue .
2 19
Or ig . Vi sono per le meno duecento varietà di Gerani
, come il bicolore ,…l’
elegante, il f ulg ida, lo scar latto,
il tr iste, il rosea“
ecc. tutti p erò p ro venienti dalle calde
regioni dell’
A fr ica: I l Geranio di reni ten iam parola h a
fiori gialli verdicci picchettati d i m acchie nericcia,
“
i l…
quale tramanda un soave‘
odore di garofano ,'
ma soltanto
la sera, per qual motivo ch iamasi tra noi
'
noctuolcns . Per
la forma delle foglie e soavità dell’odore merita ‘ essere
preferito il Gcranio -roseo
,come del pari il Zonale p er
il colore d i'
scarlatto : rossog e per la vaghezza… delle fo
glie a venti il‘
bordo giallo , ovvero! bianco’
cd il centro
v erde .
Vir . Med . D al -Pelargonium eucallatzim ci narra‘
i l
Th umberg che al'
Capo di Buona i Speranza l’
a doperano
per imp iastro emolliente .
'
L’
ll ermanrio d ice a ver prescritto con vantaggio il decotto delle foglie
“
per clistere nelle
coliche : Ep erenne .
1 66 : GH IAGGIUOLO Nam. s ic. Sp atulidda Nam.
“bat.
I r is Gcrrnanictr Clas .
—I I I Tr iandr ia Monogynia Famig .
delle I r idee.
Elim. La vaghezza del colorito d i questa famiglia si
m ile al vivido colo re dell’
lride le ha fatto sortire queston ome .
Or ig . L’
I ride di cui m’
occupo in presente è or iginariadella Germania
,comunissima nei nostri camp i îcoltivati .
La rad ice mondata e seccata si vende p er i l suo olezzosimile alle viole mammole . Adoperasi
-
p er rendere odo
rosa la polvere d i Cipro,e si mescola tra le b iancherie
p er l’
i stesso fine.
a l’
ir . .Mcd - Una v olta l’
I ride avea cred ito d i espettoran
te,a qual
’u0po se ne facevano delle ?pastiglie . E utile
2 20
peu le carie delle ossa .e p er le aulc'
eri . I l succo delle * ra
dici è purgante; e gli antich i = emp ii ici ne hanno celebrato l
’
uso nell’
idropisia.N elle malattie dei fanciulli ne—
‘
r i
lassa i l ventre ,…ne calma i d olori ; e
'
dissipa i i loro « ter
167 . GIACINTO Npm. sicl Jacintu Nomb bot.H gacint
hus Or ientalis H estandria = l llonaggnia Famig .
delle Li liaccc:
Etim. . I ‘
:suoi fiori o dorosissimi sbuceiano sul”f inire”
del
verno : ed in p rincipio di primavera…«perciò : îdai« Greci
fu appellata Jacinta, cioè pianta .ehe cfiarisce. dopo che laterra e stata bagnata dalle p ioggia vernali .Or ig .
« Tutte le varietà del Giacinto . che : si vagamenteadornano i :
. giardini sono indigeni dell’
Asia e dell’—A frica;
I l calore ordinaria del .fiore e = turch in'
o p iù ' o mena ca
rica, . ma spesso se ne trovano
‘
dei b ianchi,o …incarnati
ni . A questa specie si r iducono i Giacinti dopp î î e Gran
brcttagna'
. I l Giacinto giallo o musch ino îgreca '(muscar i
moschatum) , db grata fragranza è cosi'
xdetto b per il suo
odore di muschio,il quale partecipa del Garofano… E
perenne
168 . GIGLIO Nani . s ic. Gigghiu Li lium
candidum Clas . VI H ex analr ia Monogynia Famig . delle
Liliacccu
Etim. La corolla che adorna ii -suo fiore'
rean sei can
dici e morb idi petali lo h anno fatto cosi…appellare“
dai
Greci da teian cioè lev igata, liscia.
0r ig : I l giglio bianco è originar io d ella-S iria; quindi
è ch e lo vediamo celebrato nelle Sacre Carte ; e l’
altare
stessa del Tabernacolo coronavasi di Gigli…” I Monarchi .
francesi,(1d S
‘
. Luigi ne fregiarona le glor iose loro
2 22
rio , della Virginia, sono fo rmati i lap is . inglesi nei quali
e incassata la p iombaggine , e . la : matita
Vir…Mcd . Le foglie del Ginepro nostrale sono purgan
ti,. e
'
dalle sue bacche se ne comp one u n’
estratta molto
giovevole nelle cacchessia,nelle v
.oppilazioni , e , nelle. d e
balezze di stomaco . Si b ruciavano le foglie per. pro fumareo piuttosto affumigare le ,
camere degli ammalati ,tusa che
con .Camune vantaggio di questi e dei sani non-è p iù
in '
vaga
1 70. GINESTRA Nom.
-
sic.
‘
J incctra Nam. bot..Gcni sta
j ungca Clas. XVII D iadelp h ia Decandria -Tawig . delle
\Etim. . Dalla voce latina -gen n fu detta :Ginestra o per
ch è flessibile come il ginocch io , eppure p erch è opportuno -rimedio a lle malattie di
Or ig . I fiori di tale pianta indigena che -tapezzano lenostre campagne , quasi p er tutta I
’
esta san quelli . ch e
si Spargono per terra ' in occasione fd i sacre solennità: I n
alcuni paesi conservati -nell’. acetoaservano t i vcome ei > cap
peri *
per condimenta .i l suoi rari1 i‘
p ieghevoli.'
utilizzansi a l
par , dei n Giung‘
hi-tper legare le v iti e le .altré piante“
ram
pmanti . Macerati-a
, guisa Edella fcanape tessuti «danno . il
così detta p anna ginetsti ino ; il'
quale si: può xi* idurre a fi l
nezzannagg iore : A li—tempo del Granduca lFerd inando-ri i .
nel Museo della-I lh iversità -di Pisa si conservano'
alcuni
tovag liualini . intessuti di G inestra. Q uesta frutice t è pc
-1 7 1 .
“
GINESTRA rDEI CARBONA Ina .Nom. bat. = Gcnista scop rir ia ,
“
Clas .—XV
'
fI I t Diadclp h ia
Dècandi* iro Famig . delle c uminasc.4!
'
a .4 5j
‘
Elim. Dicesi Ginestra di Carbonai p erchè in Italia
2 23
viene 1mp iegata p er chiudere i sacchi ripieni d i carbo
ne ; si adopera ancora p er…nettare le aje servendosenea guisa di granata d
’
onde :questa specie fu detta scoparia.
Or ig . È «comunissima nei … : terreriù gh iaras i ed H alles
dice ch e r iesce b ene : per…la .cò‘
nciw delle pelli .e che i teneri rami servono «come ,i Luppoli per la b irra. Del seme
tostata se n’
e. .fattonun succedaneo ial caffè.
Vir . Med . Questh sano riputati"… ci e : .dalle cene
ri si estrae quel E
1 7 2 . GEORGINA Nam. s ic. Giaig ina1 No îla. bo l. Dah
lia p 1a p urea'
; C las . XIX 1Sgngcnc3 ic'
c P
olygamia saper
flaa Famia. delle t00ì ' lfl lblf 6 ì’
6
Etim. La Georgia appartenente aglrJStati Uniti di America è _
la terra .natale : di questa wealamrstrata ,p1anta.
Or ig .. Siamo… pertantandebitari al Messico , di essersi ge
neralizzata tra n oi . ila;Georgina da mezzo secolo in , quà .
Questa p ianta“
ha sub ito -t ra ormaziofli mssai'
:merce i
pazienti tentativi -dei fioristi ; Iaande’
altm « la «
‘
purpurea
h avvi la gialla, la bianca la screziatw insomma= d i ogni
colore,-d i ogni «faggia , e per
173 . GIRASOLEthus annuus Clas . XIX Syngcncsia Polygamia f r
‘
usta
,Etim . La grecawace «Elian to ,
equivalelaln ome valgare d i Girasole che nor diamo a questa pianta a cagione
che il suo fiore alquanto ; inclinato . sta “ rivolto v erso il
corso del sole ,
Or ig . Nel Perù dav e indigena veniva onorata come
immagine del grande astro del giorno e le sacerdotesse
del Sale nelle feste r eligiose portavano una corona di o
224
ro rappresentante q uesto fiore. Esso è “
il p iu'
grandevch
'
e
si : conosca -. in questà alassie allargandosi il d iametro d el
d isco sino a mezzo ?.p iedefiL’
Elianta Maltiflara. a girasole
doppio fa miglio re effetto tra le aiuole‘
dei giard ini ,'
per
che i fiarLriop iosi-
sano …d i —calar p iù pallida e facilmented ivengono .d oppi e d urano ,
infalta tempo :
Vir . Med . Lîalio {che nsi î :estrae :dai semi della primaspecie rep utasi
*
espettorante E annuciù
1 74…GIUNCH IGLIA Nam: sic. Giunchigg iu Nom. bat.
Narcissus j anguilla Clas . V I H c.candr ia Monogg-nia Fa
mig . delle Narcissoid i . n
Elim. Essa;.è d ebitrice" del nòme specifico \al calore
g1allo violaceo del fiore dal greco j on cioè violauOr ig . S ano —l eGiunchiglie originarie della Spàgna
‘
è nel
Mar zo in cui schiudono“
i‘
lora fiori,
tramandano adore“
si :acuto'
da . offendere o far vacillareIa t esta esse sono scampia . e dappîf Vi sana ancara -le
Giunchiglie bianche dette Narcisi T azzcltc, le quali seno gradite…p er la loro precoce fioritura. Entrambe que
sia, :I un0u Nom! bbt. —Juncus acu
tus Clas} . VI c acandria Monoggnia Famig .: delle
‘
Jun
E lim. L ’
etimologia di Giunge dderiva dal latino'
j ungc
rc perche a daperasi ad unire s e l egare insieme d iversecose .
Or ig . Er
p ianta‘
nast'
rale“
ama i ‘siti ìpaludoSi , ed i con
tadini la racco lgono non solo p er legare le altre piantema per intesserla in farnia di graticola p er servire“ dafeltro al « latte rappreso che d ii:esi uperciò Giancata . Se
ne' fanno d elle sparte ed altri utensili rusticani onde
2 26
mazioni ed i'
dolori violenti : e facendosene fregazioni
nella spina dorsale ha giovato nella cho rea S . Vi ti e nel
le convulsioni agendo come rontrostimolante . E piantabiennale .
1 7 7 . GLOBULARIA Nam. sic. Erra di lu l limitu Narn .
bot. Globular ia alyp um Clas . IV Tetrandr ia Manage/niaFamig . delle Pr imulacce.
Etim. La forma dell’
avar io e della d isposizione dei
fiori a globo le fe dare il nome d i Globularia.
Or ig . E d i or igine Europea, e siccome nasce nei luo
gh i armi e pietrosi volgarmente la si appella erba ra
mita.
Vir . med . Un tempo si teneva per detersiva ed esila
r iante,i Greci perciò la chiamavano op g lon cioè esente
di afflizione , in presente non e p iù in uso…É pianta perenne
.
1 78 . GRAMIGNA Nam. sic. Gramigna Nam. bot. Pa
n icum dactylon Clas . I I I Tr iandria D iggnia Fam y . del
le Graminacec.
Elim. La spica di questa p ianta erbacea … è composta
di semplici e rade glume ch e la rendono come articolata,
simile alle dita della mano,quindi dal greco dacti los
d igitus le fu data il sua specifica nome . Dell’
etimalagia
di Panico se ne parlerà a suo duago .
Or ig . E pianta nostrale e trovasi da - p er tutto massi
me n ei prati sterili ; essa ,mette malte radicid unghe sat
tili e serpeggianti ch e si stendon‘
o assai neh terreno . Si
raccoglie per ingrassare i cavalli . 1
Vir . med . La medesima si vende p er'
uso di med icina
avendo creduto di possedere molte virtù terapeutiche . E
perenne .
2 2 7
179 . GRANO SELVAGGIO Nam. s ic. Saracin iscu Nam.
bot. A egylap s orata Clas . XXIII Po lygamia ManoeciaFamig . delle Graminacce.
E lim. Suole fermarsi una sorte di ascesso tra le na
r ici e l’
angelo grande dell’
occhio delle capre,qual mer
be ch iamasi con il nome greco d i Eg ilap e che significasguardo di capra; e siccome questa pianta ha la virtùd i guarirlo , come attesta Plinio
,fu perciò chiamate E
y ilog o. V i si aggiunge la voce evata p erch è tale è laforma della sua -spiga.
Or ig . Perchè ind igena incontrasi da per tutte specialmente sui luogh i secchi e sterili . I l seme e simile a quelle del grano , ma p iù piccolo , ,
ed in tempo d i carestia
ha servito invece d i pane . E perenne .
180. GRANONE Nam. s ic. Farmcntu d’
lnnia Nour
bo l. Zea megs Clas. XXI Mamaccia Tr iandr ia Famig .
delle Graminacec.
E lim. Gli Americani l’
appellane Maia, ma dai botani
ci gh e state apposto il nome greco di a ch e vale vitaessendo nutritivo assai .
Or ig . I primi Europei ch e approdarono nell’
Amer ica
ne introdussero il seme nell’
Antico Continente ch e divenne una nuova r isorsa per i popoli dell
’
As ia e dell’A fri =
car e siccome da quest’ultimo paese passò in Sicilia perciò
'
e che si appella comunemente grane turca. Nell’
A
merica meri dionale questo graminacee era coltivate da
tempi remotissimi sp ecialmente p resso i Messicani ed
Peruviani . A sseriscene i viaggiatori che l’
acine d i Mais
faceva le veci d i moneta. Maire ne sono le varietà ; Matt1us ne distingue quattro : il bianco e di F iladelfia , il gial
la,il rosso
, ed il nero ; il p iù Comune fra noi e il giall
2 28
10. Si ottiene dal medesimo una bevanda spiritosa,spe
cie d i birra ch e gl’
lnd iani bevono come cosa prelibata.
Se ne fa inoltre pane della sua farina che e gialla . L’
u
se non conviene che ai temperamenti robusti essendo
pesante ed ind igesto ; e falso che produca ostruzione e
malattie cutanee . Le sue Glune r iescono d i pascolo nu
tritivo alle bestie e sono adoperate per empire cassoni
da letto . Dalle foglie il Campioni ha tratto una carta se
migliante alla pergamena. Dai filamenti rossi che sviluppane le pannocch ie se ne ottiene un cartoncino marmo
r izzate pari alla lumachella.
Vir . Med . I Messicani fanno uso del Mais nelle malat
tie acute come nei dell’
erze . Si e trovate vantaggioso
p er le tisi E annuo .
1 8 1 . GRAZIOLA . Nom. s ic.Stancacavadda Nom. bot.
Gratiola afiicinalis Clas . II Diandr ia Monogynia Famig .
delle Rinantce.
Etim. Ben'
pensatamente fu detta casi per le virtù sa
nitariel
da essa possedute .
Or ig . E p ianta nostrale,la quale vegeta inci prati u
mid i cd embrati . H a sapere amarissimo nauseante e cau
stico .
Vir . Med . È purgativa drastica, emetica; e vermifuga,lodata quindi p er le febbri intermittenti , massime per lequartane ostinata. Può essere avvalorata
’
e corretta dal
la Valeriana È perenne .
182 I BERI DE Nam. s ic: I ber idcNom. bot. Iber is sem
p er flarens Clas. XV Tetradynamia S iliculose Famig .
delle'
Partulacee.
Elim. Essa ebbe tal nome perch é sperimentata uti
le -nelle dissenterie ep idem icb e .
Orig . Indigena dellaGermania e dell’
I ngh ilterra, v ege
ta Spontanea lungo le riviere dei fiumi e nei luoghi a
prici . Verse Ia vmetà di Giugno i suoi fiori campanifermi di un violetto leggerissime , r icadono con grazia sulle
foglie cuoriformi ondate e quasi vellutate .
Vir . Med Si reputa astringente utile p er I’
effiusse san'
guigne di ventre . È perenne .
185. 1PERICO Nam. sic Pir ico’
o area d i S . Giovan
n i Nam. bat. H yp er icum p erf oratum Clas . XVIII Po lp adelp h ia Po liandr ia Famig . delle I p er iccc.
E lim. I l nome p erf aratmn e la traduzione della -voce
greca H yp er icum detto così perchè le foglie guardate centro lume , hanno de i punti trasparenti , come se fossero
traforate da spille : Nei detti punti si contiene un ’
alie ve
latile ; ed altra sostanza balsamica si racch iude parimente in cer ti globettini ch e tapezzano i calici ed i bord i
de i petali . La p ianta strofinata fortemente tra le man i
tinge in rosso,ed e perciò ch e le fw dato …il nome di
antiosrcmus cioè sangue umano .
Or ig . Ind igena di Europa abbonda in S icilia,ed ama
vegetare in luogh i magri . Gli Svizzeri si servono d i essa perdare il colo re all
’
acquavite d i‘
birra che sciegliesi înegli
alci e nello spirito .
Vir . Med . H a gran credito di vulneraria e di balsamica: i contad ini l
’
infondone nell’
olio comune ch e divicne rosso
,e l
’
usano p er le fer ite . S i reputa utile altresi
per i vermi , p er le dissenterie e per i dolori d i denti .
È perenne .
186 . I POCISTI DE Nam. sie. Lup a di Russcdda Nam.
23 1
bat. Cytinus n acislis Clas. XXI Manoecia Monadclp h ia
Famig . delle A r istalaclticc.
Elim. I l suo fiere simile a quelle del melagranato ch ed icesi C i tina l
’
ha fatto appellare con questo nome . E
pianta parassita,la quale cresce sulle radici dei cisti li
guei, perciò questa specie,ch e e unica
,namasi I pecisto .
Or ig . Nella Barbar ia,nella Spagna , nella Sicilia ed in
a ltr i paesi caldi e comune .
Vir . Med . I l succo di essa e acido e molto astriugen
te il quale v iene usato in med icina a restringere i l ven
tre ed arrestare I’
emerragie . E perenne .
1 87 . IPOMEA Nom. s ie. Camp ancdd i turch in i Nom.
bot. Ip amaea Coccinea Clas . V Pentandr ia Monoggnia
Famig . delle Conoolaalaccc.
E lim. Dal bisogno ch e h a d i avvolgersi ad un soste
gno affine di serregere i suoi leggieri steli venne dettaIpomea.
Or ig . Nativa dell’
I sola di S . Domengo e della Careli
na fu fatta conoscere ed introdotta in Italia dal Cesalp ino . Diversifica questa classe di piante la varietà dei
colori ; poichè oltre la Caccinea,havvi la cosi detta q ua
9noclit d i un b rillante cremisino,l’
lp omea d i color ran
ciato , i rampichini indiani ecc. i quali combinati insieme hanno dei fiori cerulei e b ianch i
,che fanno bellissi
ma effetto nel vestire le cupole e le Spalliere dei giardini . L
’
I pemea coccinea e pianta annua.
188 . IRIDE Nam. s ic. Sp atalidda d i j ard inu Nam. bo t.
I ris, Sus iana Clas . I I I Tr iandr ia Monogynia Famig . dcl
Etim. Dall’
emulare i vivi colori dell’arca balena p rende il nome generico questa pianta, come l’abbiam detto
,
2 82
così la specie appellata Susiana lo riceve dal paese che
l’
ha l‘
atto conoscere,perciò i Francesi la chiamano Iride
di Susa
Or ig . Generalmente essa abbonda nei climi temperati
della A sia; e p er la bellezza dei suo i grand i fiori b ianch i p igh ettati di rosso pavonazzo cupo
,vedesi co ltivata
in alcuni giardini . Vi si incontrano del pari la Gramininea dallo odor d i susina
,ch e si veste di fiori turchini
macchiati di giallo ; l’
I ride inglese ovvero di Spagna ch eè bellissima e da in Marzo fiori «cerulei : Della f amiglia
delle iridil‘
ormi ve ne sono altre Specie assai vaghe lequali si tralasciano p er brevità .
Vir . Med . La rad ice dell’
I ride Pseudoacorus e pmposta
come p urgante idragoga nell’
idrop isia, adoperata però a
dosi fratte assai perchè caustica al sommo . É perenne .
1 89 . ISOPO Nom. sic. I sop u Nom. bot. H yssop us oflî
cinalis Clas. XIV D idynamia Ge'
nmosp erma Famig . delle
Labbiate.
Elim. ll nome di Isopo deriva da una parola orien
tale per l’
uso ch e se ne faceva nelle s acre f unzioni da
gli'
Ebrei e dai . Gentili servendosene per aspersorio nellelustrazioni .Or ig . È un suffrutice sempre verde .ch e alligna nelle
parti meridionali dell’Europa. H a il fiore che varia d alrosso al b ianco ma il p iù comune è il turchino , ch e vegeta in abbondanza nel Levante; —malgrado che alcuni p re
tendono non esser questo l’I s0po degli zan_
tich iî i Con la
d istillazione se n’
estrae un olio essenz iale edv un’
acquaodorosissima; ch e usasi ancora in infusione qual sucoc
fianco del Thè .
Vir . Med . I n Svezia è stato sperimentato qual’ efficace
192 . LAGRIMA DI GIOBBE Nom… sic… Lag r ima di
Giobbe Nom. bot. Cro ix lachryma Clas. XXI MonoeciaTr iandr ia Famia. delle Graminacee.
Etim I duri,lucidi e rotondi semi di questa pianta
somigliano a grosse lacrime, simile alle quali si supponeche abb ia versato Giobbe nei suoi acerbi dolori
,quindi
le fu appropriato tale nome .
Or ig . Pianta Europea,la quale vien coltivata p resso
no i perchè i suoi duri .semi sono impiegati a far corone erosari i . Rumfi o racconta ch e i detti semi tenuti
’
nell’
acqua
p er una notte si ammollisconoye battuti e brillati come i l
r iso si cuocon0‘
p er cibo nell’
I sola d i d’
Amboina È annua
nel nostro clima.
193 . LAMIO Nom. s ic. A rdicula mw* ta Nom. bot. la
mimn orvala Clas . XIV Didynamia Gymnosp erma Famig .
delle Lab! nîate
Etim. Questa pianta simile alla ortica non punge nel
toccarla; per tale sua innocua p rop rietà le si attribuì un
tal nome dal Greco lamto cioè morsa carena
O r ig . Nasce spontanea nell’
I talia e vive bene nei luogh iincolti ed amb rosi . Sul principio d i ' marzo sinveste d i
fiori rossi assai grandi , . a differenza del lamimn a lbum
che produce dei fiori b ianchi ed in maggior .numero .
Vir . Mad . Son lodati i Lamii p er le scrofole, per i l
fluore albo e p er la d iarrea. Le loro foglie , dice il Linneosi mangiano in Up land ia, cotte come le altre erbe di p ri
mavora. Sono perenni .194 . LAMPONE Nom. sic. Bavetta Nom. bot. Rubus
Jdcaus Clas. Xll lcowndr ia Poligynia Famig . delle I lo
sacca.
2 35
Etim. Lo stelo ed il frutto d i color rosso hanno fattoappellare questo frutice Bovo dal latino rubar .
Or ig . Pare or iginar io dal monte I da dove principalmente abbonda; diffuso in presente per ogni parte , massime nella Sicilia. Ve ne sono di tre Specie le qualitutte e tre amano i luoghi incolti e boscosi . I l fr utto ch ed icesi Moro d i macchia
,e dai Siciliani amureddu è del
grato sapore della fragola, cui è stato paragonato ,Vi r . Med . Se ne compone i l così detto Diamoron molto
usato p er le tossi e mali di gola; adoperato eziand io daicredenzieri p er farne :conserve . Lodato ancora p er le
febb ri . I l Bovo è perenne .
1 95 . LAPPOLA Nom. s io . imp iccicalora Nom . bot. Xan.
th iam strumar ium'
Clas XXI Monoecia Pentandr ia Famigdellc Ombrellif ereEtim. La voce santio vale in greco , rosso ; e fu così
ch iamata,secondo Dioscorride pechè adoperavasi per tin
gere i capelli di giallo biondo . Per questa operazione si
fa uso specialmente dei semi che previamente si bagnanocon il nitro .
0r ig È pianta indigena ed ama in preferenza i luoghisassosi
Vir Med . Le foglie si reputano uno specifico nelle malattie scro folose ; ed è perciò che questa specie fu detta
strumaria. È annua.
196° LAPSANA . Nom. s ic. Razza
,o Mazzaredd i Nom .
bot. Lapsana communis Clas . XIX Syngenesia Polyga
mia acqualis Famig . de lle Crocif ere.
Etirn . I greci che si cibavano volentieri di questo ve.
getab ile lo ch iamarono lapsana dal verbo lap sonto ,cioè
sumo.
2 86
Or ig . È p ianta ind igena tranne"
una sola specie eso
t angiasi fra noi cotta in?diverse’
màniere ; ma in
tinopoli la conciano cruda in insalata.
Vir . Med . È detersiva e viene raccomadata contro le
affezioni cutanee . Annua .
1 97 . LATTUGA Nom. sic. Latium Nom. bai . Lactuca
sativa Clas . XIX Syngenesia Po lygamiwacqualis Famig .
de lle Cico r iacee.
Etim. I l color latteo d el succo le fa dare questo nome .
Or ig . I n ogni tempo essa tenne il primo luogo tra gliortaggi ; ed i Romani ne facevano uno dei loro cib i fa
voriti , Famiglie nob ilissime , come la Valeria presero I’
a
gnome d i Lai tucinie perchè ne
”
mangiavano con piacere .
La p iù antica delle sue varietà che ha foglie allungate ,
rotonde sul vertice,ristrette alla base disposte le uno
contro le altre senza s errarsi vien detta romana,l a
quale si vuole originaria di Sicilia. La seconda varietàche d icesi cap itata
,o c
'
appuccia 01 provenne dallaLaconia. Tutte le varietà della Lattuga si fanno ascendere a
150; quindi omesse le altre dico solo della lattuga virosala qualè h a un succo amarissimo
,un
’
odore nauseoso,ed
il“
succo ispessito che può far le veci di Oppio . È una
erba innoccente purchè facciasi diluire l ’ umore lattigi
noso da essa contenuto ch e la renderebbe amara e caustica .
Vir . Med . La lattuga è una delle comuni"insalate ; e
cotta ha credito d i emolliente e lubricànte ' il‘ ventre .
Possiede virtù narcotica; e mangiata la sera infine della
cena concilia i l sonno f Diceèi,che Ce
°
sare*Aùgusto fu cu
rato da A ntonio Musa da una ostinata ipp ocondria d i
pendente da ostruzione con l’
uso di questo ortaggio . I n
generale esso è buono p er i temperamenti b iliosi e .ro
busti . É annuo.
2 88
200. LAURO ALESSANDRINO Nom. sic. Sp aracia
d i tramaNom. bot. Buscus hyp og iossum Clas . XXII Diodecia Monacielp hia Famig . delle A sp arag inee .
Etim. L’
asp rezza e rusticità di questo frutice , ornatodi squamme e di Spine l’ha fatto sortire il nome di ru
sco o di brusco .
Orig . Ch iamasi A lessandrino a motivo della sua p ro
venienza. Se ne conoscono tre specie,cioè la Acu lea ias ,
l’
lp eg lossum cioè b islungo ed il Baciamosus . Tutte e tre
sono sempre verd i e vengono impiegate d i ordinario
negli spartimenti e nei viali dei giardini , i nuovi ramp olli spuntano a guisa d i asparagi , e son
'
buoni a mangiar
si . I frutti dell’
Aculeatus si mangiano eziandio dai ragazzi Siciliani ; ed alcuni si avvalgono dei suoi noccioli a .
farne un calfè indigeno , .
Vir . Med . La radice del Racemosus s i adopera come
d ieretica ed era numerata fra le cinque radici aperitivemaggiori ; il Lauro A lessandrino p el contrar io aveva i l
credito d i astringente dell’
Aeuleatus si ne dà in decotto
la radice, come deprimente nella fisconia addominale,
nell’
itterizia con d iatesi stenica. E perenne201 . LAZZERUOLO Nom. s ic. Azzaruola Nom. bot.
Mesp ilus azeruolus Clas . XII I cosandr ia Pentagynia Famig . delle Rosacee
Etim. Non tutti convengono su la sua etimologia, al
cuni l’
attribu iscono al suo sapore lazzo ed aspro ; altri
alla corruzione del nome d i Lazio come se si dicesse
piccolo arbusto del Lazio .
Orig . I n effetto è originario di questo paese ; ed ai tem
p i di Varrone era comunissimo nei campi Romani .Vir . Med . I l suo frutto perch è ac
'
ridolce è rinfrescante ;il quale confittato è un ottimo stomatico .
2 39
202 . LENTAGGINE Nom. sie. Lentagg ine Nom . bot.
Viburmzm linus Clas. V Pentandr ia*
Tr igym'
a Famig .
delle Cap m'
f og liacee.
Elim. L ’
etimologia di Viburno la darò a suo luogo
ebbe il nome speci fico di Tino dalla parola corrotta d i
Timo ; ed infatti si appella volgarmente Lauro-Timo .
Orig . Non ostante ch e sia indigeno di Europa teme ilf reddo e non cresce spontaneo che nel mezzo giorno dellaFrancia
,nella Spagna e nell
’
I talia. E uno dei migliori
ornamenti dei giardini e dei boschetti inglesi . Sempreverde fiorisce due volte l’anno in està e nel Verno
,ed
i fiori si mantengono p er lunghissimo medesi
mi sono spesso rossi‘
al di fuori e secch i divengono bianch i che misti a bacche cerulee lo r endono grazioso e
vago assai . La forma lenticolare del frutto l’
ha fatto ap
pellare Lentaggine .
Vir . Med . Le bacche della lentaggine sono purgative .
203 . LENTE Nom. sw. Linticchia Nom. bot. Brown
Lens . Clas . XV II . Diadelp h ia Decandria Famig . delle
Leguminose.
Etim. Ebbe tal nome o perchè Iene al tatto ovveroperchè tarda al crescere . Essa svellesi facilmente dalla
terra, quindi dal latino em o fu detta Erve .
Or ig . Benchè coltivata da tempi immemorabili nelli] ?
talia r itiensi . indigena dell’
Egitto , dove erano in rinomanza le Lenti di Pelusio . I suoi semi si mangiavano cotti
come le altre civaje; e gli antichi lo facevano con molto gusto . E noto che Esaù vendè la . primogenitura p er
nu piatto di questo legume .
Vir . Med…Da alcuni si crede che il suo decotto ajuti
l'
eruzione del vajuclo , ed è perciò che se ne fa uso in
detta malattia. È pianta annua.
240
204 . LENTISCO Nom.
'
sic. Stincu'
Norn bot. P istaàea
Lentiscus Clas . XXII Dioecia Pentandr ia Famig . delle
Terebintacec.
Etim. il legno d i quest’
albero è stimato buono p er
fortificare le gengive onde si gli antichi ch e i moderni
l’
usavano e l’
usano per steccadenti , e da ciò è venuto ilnome di dentisco cd -ia seguito quello di Lentisco . Per
l’
etimolog ia del nome generico vedi la parola Pistacchio .
Or ig . E or iginario dell’
I sola d i Scie; quantunque ados
so sia frequente nell’
I talia‘
e nella Sicilia. Odoroso ne èil legno , e la radice che è scl1erzinta si adopera nei la
vori d ’
intarsio . Cola dal tronco il così detto mastic'
e . Nel
Veneziano imp iegansi le feglie per la concia dei cuoj .
Dai piccoli odorosi f rutti s’ espr ime .un’
olio che facendolo
ardere nelle lucerne sparge un grato odore; se ine for
mano altresì saponi odorosi ; i quali secondo Plinio hanno la pr0p rietà d i tingere in biondo i capelli .
Vir . Med . Le foglie souci astringenti , il sopraddettoolio
,come scrive Diosco ride è dios
’
truttivo .
205 . LEUCOJO Nom. sic. Balm Nom. bot. Cheirantus
ineanus . Clas. XV Teirandinamia siliquosa Famig . del
Etim. Perchè questa pianta è delle prime a fiorire inPrimavera, allorchè le rondini ritornano al ' loro antico
nido gli apposer0 i Greci tale nomenclatura,dappoiche
chelidon suona in latino rondinella.
Orig . Epianta ind igena, e'
quantunque inp iagasi nel con
tornare gli spartimenti dei giardini , vedesi non pertantofiorire da per tutto ; g l
’
Inglesi perciò la chiamano violadelle muraglie . Per vero ama vegetare nei crepacci deivecchi muri; la si vede sulle tettoje delle capanne, sulle
2 12
Vir . Med . Tralasciando le altre Specie che sono molte
ricorderò la Cetrar ia . conosciuta "meglio nel linguaggi o
farmaceutico s otto il nome di Lichene I slantico . Benchèabbondi .su …i freddi monti ; del Nord pure s
’
incontra,
f ra noi. Fu ch iamata anco'
ra Lichene —Gaiartico , .perchè ha
virtù purgativa reputasi inoltre p ettorale ,
‘utile - per le
tossi convulsive e p er le‘tisîi ;a da altri si :lodawom
‘
e“
vul
nerario,consolidante ed ulile nell
’
emottisil—I Licheni sonoperenni207
,LIQUIRIZIA Nomd s ic. Biga lizz ia :Nom. bot…Li
quir ii ia oflîcinalis Famig . delle Leg uminose : me…
Etim. I l .
‘
suo nome enum composto di l d'
ilèìvoci grecheche significano dolde«r adice
Or ig . Teofrasto‘vuole ch e sia originaria della Licia; ina
oggi abbonda nel Levante,nella Sicilia e nell
'
a Russia. I l
succo della radice condensato,mercè la ‘ bollitura
,forma
la così detta Ligorizz'
a.
Vir . Med . È pettorale'
,e si adopera p er la rauced ine
e per le tossl .'E perenne
208 . LIGUS'
I‘
RO Nom. s ic. Levisticu Nom…bet. Ligu
s irum vulgare Clasfil l l) iandr ia Monvgyni amig . delle
E iim: Fu apposta tale nomenclatrira'
.a fquesto z frutice
a Liganda per* la flessibilità dei Suoi nteneri rami, i qua
li servono ad . in'
grossaì*
e"le s iepi . l
’
x div . t
Orig . E pianta Europea e trovasi ino abbondanza — in
torno Firenze . La fi oritura avverasi ia .
—Aprile *
e = Mag
gio ; nei quall“
m9si si a dorna di fiori : bianch issinii a co
rolla inbutifdrme : Le -sue nere » bacche si : maturano in
autunno,
—e"se .i fionb sono d i grande alimento per le ap i
le bac'
che‘sononnangiate‘
dag‘
li'
uccellh Ilescoccole miste .
21 3
con l’
allume danno una tinta verde ?p er la seta"e per la
lana;‘
don"
il s olfato di ferro se n’
ottiene dell’
inchiostro .
Vir . Med . La decozione delle foglie , lè q uali contengono d el Goncino
‘=vierie
'
raccomaridata p er i mali d i gola,
p er le xulce‘
r
'
e della b occa —…e*
iser monsolidare…le gengivenelle affezioni scorbutiche . E perenne .
209 . LILA Nom: s ic. Violetta Nom. bot. Sye‘ing a niul
yaris Clas . I I D iandr ia Monogynia F amig . delle 'Gelso
minacce.
Elim. I rami d i questa pianta sono concavi al di’
den
tro simili alle canne degli strumenti da fiatof îdetti dai
Greci Siringhe. da ciò ha preso il fnome; ed“
* i turch i in
fatti si servono » dei suoi virgulti p er …tub i da pipa.
Or ig . È indigena…della Persia e r rendono =asSai galante
questo frutice la flessibilità degli steli , i lxverde delicatodelle f oglie , la cop ia abbondante dei— hor i -aggruppati a
pannocchia. Questi variano d al color …turchino : tendente
al rosso e .ve ne «sono dei bianchi» ancora, i » quali formano un deliéato
"complesso di profùmi , di .grazia e di
delicatezza.
V ir . Med. Distillati i fiori d anno in p rodotto olio vola,
tile dell‘
odore di legno Rodio che rep utasi antiepilettico .
E perenne .
'
2 10. LINGUA CERVINA* Nom . :sic. Lingua Cevv’
ina
Nom. bot. A sp ienimn scolozìèridiuvv fl las
gama Famig . delle Felci .
Etim: Per le sue affezionimorbose della milza fu detta* Asplènio ; sicèome
'
dalla sua’
vellosîtà che'
la rende'
simile al verme dett colop enles
ebbe la specifica appellazione di Scolomnd ia.
Or ig . E pianta indigena ed
244
Vir . Mal . Vien clas‘
sata tra le cinque erbe capillari esi crede utile p er la rachitide
,adoperata altresi come
deostruente e splenica. E perenne.
. 2 1 1 . LINO Nom. .sic. Lina Nom. bo t. Linum usitalis
siviunm Clas . V Pentandria Pentangyni’
a Famig . delle
Linacee,
Etim. Lino fu Sost detto dal greco Lej os cioè Iene,
morb ido,a motivo d ella — qualità del
’
filo che se n’
estrae
dalla s corza.
Orig. Si crede originario dell’
Egitto ed è incontrastab ile che ivi
‘
si cominciò a macerare nell’
acqua e ad e
strarne i ilf filo e tesserlo in tela: L ’
utilità di questa pianta si rende chiara con rich iamare alla mente come g li
uomini prima d i questo tempo andavano Vestiti di pelled i bestie . Ebbene
,mettete a confronto l
’
elegante vestire.delle nostre città con quello 'delle orde selvagge delle I nd ie
,dell
’
America,e delle Isole Oceaniche coverte appe
na da foglie, o d a scorza di albero,ovvero da p iume di
volatili ; e tutto ciò seguito dei molteplici usi cui si
appresta quest’
utile vegetabile . Anche l’olio che si estraedai Semi e utile p er le arti. Ve ne sono altre specie nu
cora,come , il lino i ndigeno della Siberia, e quantunque
non d ia un filo molto fino si rende apprezzabile -per es
sere perenne . Evvi altresì il' Caiar iico ossia il selvati
co che fu'
coSl“
appellato dall’effetto purgativo che produce.
l’
ir . Med . Quest’ultima Specie è diuretica ed utile nei
reumi . L ’
uso dell’
olio della prima specie è prescritto col
me pettorale; la mu'
cellazione ch e si ricava dai semi p estati -e bolliti
‘è proposta'
p er le d issenterie . La pr ima edultima specie sono
'
annue .
2 12 . LINO‘
.DEI MURI Nom. sic. Linar itz Nom. bot.
246
Etim. Dal verbo greco che e3p rime volere ebbe il su'
o
nome perché si pretende ch e il frutto abb ia un’
eff icace
influenza su l’
umana volontà .
Or ig .
'E indigeno dell’
A frica e raccontaPlinio che qua
lunque forestiere si cibava del suo frutto dimenticava lapatria ed i suoi p iù cari . D
’
onde ebbe origine il prover ebio Lotoa gustasti . Gli A fricani l
’
appellavano aneh e Celte
dal paese in cui àbbonda. Una s ua varietà si appartienealla famiglia delle
» Najadi ; la quale v egeta ,nelle acque
del Nilo e ch e produce dei frutti a guisa delle fave ,d i
cui si cibano gli abitanti panizzandoli . T eofrasto ed i v p iù
accreditati autori credono ch e questo sia . il Loto del * quale i popoli abor1geni si cibavano detti perciò Lotofag i .Vir . Med : L ’
istesso autore lasciò scritto ch e d al succo
del frutto si ottiene un liquo re stomatico e corroboran
te; il quale dopo due . o tre giorni d iviene acido .
2 15 . LUNAR IA Nom: sic. Bor issa Nom. bot. Lunar ia
annua Clas . XV Tetradj namia S iliculosa Famig : delle
E lim. Le Siliquette rotonde il cui . tramezzo é argentino e splendente della forma di una luna piena le hannofatto
”
dare i lmomo di lunar ia.
Or ig . E f ind igena d ella Germania e della…Svizzera ma
ch e vegeta pure nellmSicilia; e Shi primi d il‘A p rile Si ador
na d i fiori porporini , rbrizzolati o b ianch i . a l fciocca ter
minale . La Lunaria nella scienza dei sinbo li allude ad
incostanza d’-affetto l ed a d imenticanza. Dicesi
”
che Re
nato Dhca'
d i Bar—
r e. Lorena ; r imasto'
cp rigioniero nella
battaglia di Tulongeon,m andò d ipinto di propria *
mano
un ramoscello di t inaria ai s uoi parenti per'
rimp rove
rarli‘
della loro negligenza a' liberarlo .
"
L’
è ancora p iù
247
celebre presso gli A lchimisti , che la credettero capace difissare ilm ercurio in argento; da essi chiamato Luna
,
epperò dissero lunario l’ erbe adoperate in questo ridi
colo tentativo . E annua.
2 16 . LUPINO Nom.
”
sic. Lupp ina Nom. bot. Lup inus
A lbus Clas. XVII Diadelp h ia Decandr ia Famig . delle Le
g .aminose .
Elim. Questo vegetabile attrae con voracità dalla terra
i l succo per la quale ingorda proprietà , che ha comune conil lupo
,fu detto lupino .
Orig . È indigeno dei paesi settentrionali dell’
Antico Con
tinente; dov’è coltivato p er sovescio
,e per ingrasso dei
& ampi : I semi che .Sono ammarissimi i ; f m dài tempi diGaleno e di \Plinio si
"
r iducevano m'
a”
ng iab ili cocendoli e
macerandoli nelle acque alcalineîL a buccia ‘dei fusti è
stata impiegata p er f ar la carta, la parte legnosa s’. im
piega p er iw zolfanellinVir . Med . La f arina del …Lupino è ’
una delle cinque r isolventi ; ed è adoperata ’
per lavare la scabbia'
ed altre
malattie cutaneel E ,annua.
2 17 . LUPPOLO JVom. sic.Lupa la Nom. bot. H umulus
lup ulus Clas . XXII Diaccia Pentandria Famig . delle Ur
tioce.
— Etim. Fu detto‘
,cos i .perchè x abbrancasil a gu isa di lu
po ai fusti deglb alberi vicini ; e—tuerce la
’
sua rapida—ve
getazione divora i succhi nutritivi del suolo che in bre
ve'
inarid isce .
Or ig . Questa pianta Europea ama i climi freddi dovesi rende necessaria alla …fabbricazione d elle b irre per la
quale s’
imp iegano id iori ch e sono .disposti ' a nappa; e
dapo averli seccati all’ombra si infondono nella birra p er
248
corre ggerne la viscosità con la loro amarezza e renderla
così p iù gustosa. A lcuni mangiano i teneri g ermogli co
me gli asparagi .Vir . Med . I l decotto ha la proprietà di sciogliere o d i
impedire almeno ch e si formino dei — calcoli . Si è osser
vato che nell’
Ingh ilterra vi siano meno calcolosi dacch è
si mescola il luppolo nella birra. Nella Vestrogozia usano
i semi nella costipazione del ventre . Questo r ampicanteè perenne…
218 . MADRE ’ SELVA: =Nom. sic. Lup a di messa Nom.
bot. Lonicera bap 7i f oliam Clas. V Pentaridia alllonogynia
Famig . delle Cap rif og liacee.
E lim. Dicesi Lonicera dal greco Loos che Significa A
gosto ; perchè questa pianta suol fiorire in està .
Or ig . Cresce spontanea n elle contrade m erid ionali : di
Europa: I fiori sono . grandi , belli ,l ed odorosi special
mente nella sera. Riescono uno dei p iù bei ornamenti dei
giardini ; se ne. fanno pergolati e se .ne tapezz'
ano'
muri .
Le bacche sono purganti ; l a decozione delle f0glie‘è ! de
tersiva. Perenne.
2 19 . MAGGIORANA'
Nom» sie. Maj urana $ Nom.
- bot.
Origanwn maj orwiza C las: XIV: DidynahzialGj;mnoép er
ma Famig . delle Labbiate.
Etim. Questa pianta trae il nome da un .monte del
Ponto, ; dOVe cresce spontanea.l
Orig : E indigena della G recia ’e quantunque vegeti
bene nell’
Egitto , pure secondo Plinio non ha le foglie
cosi grandi, e belle come quella della Grecia e d ell’
A
250
Orig . È pianta nostrale. La sua scorza,che filamen
tosa è buona a farne carta,ed altresi ad intesserhe tele
,
massime di quella specie detta cannabina! Tutti po i co
nascono l’
altea rosea; ed i bei fiori di *
cui s’
adorna la
resero pregevole fra noi,la quale ci fu recata dalla Ci
nà o meglia dalla Siria al tempo"delle Crociate .
m . Med .
-‘
E una delle cinque crbe ‘
eniollienti,e per
gli usi medici sogliansi preferire le radici . Sperimeintasi
pettorale,e ' se ne fanno delle paste utili per de tossi e
per la raucedine . Sono perenni .2 23 . MANDORLO Nom. sic. Menni da «Nom. bot. Amyg
dalus communis Clas. XXII Ico.èandrial Moriogyn'
id Fa
mig . delle Bosacee.
Elim. Da una città della Peoma d ella *Am'
ydia'
prese
q uest’
albero il nome.
Or ig . L’
incontrastabile origine suaGreca féce'
dare al
le'
sue drupe il nome d i noci — greche . Molteplici ne sorio
le varietà,le quali possono
‘
ridursi a due,cioè alle dol
ci,ed alle amare. I n Sicilia sono una delle?principali der
rate che spacciansi in commercio,0 con il nocciolo
,o
senza; dette in tal 10à80 intrite.
*Vi‘
r. Med . I l frutto imp iegasi a far delle orzate che sono.
rinfrescanti . L’olio espresso dalle mandorle massime dal
l’
amare è adoperato in vari usi medecinali per l’
acido
prussico '
,o idrocianico che contengono . Plutarco friarra
d i un gran bevitore d i vino , il quale facendo‘
uso delle
mandorle amare non era preso dalla ubbriachezza.
224…MARO A’omt’sic: Marucortusù Novi .'
bot.’
Teucrium
Maro Gals . XIV Didynarnia Gymnosp erma'
Famig . delle
Labbiate .
Elim. Per l’etimologia di questo nome vedi Camedrio .
251
Orig . E un suffrutico che nasce Ispontaneo nel nostro
clima ed il suo odore che è piccante fa sternutare . Roca
meraviglia che i gatti i quali son dotati di delicato ol
fatto ne ricercano l’
odore; vi si'
fregano , lo masticano
vi lasciano la ’ loro bavaVir . Med . È indicato nelle malattie flemmatiche e nella
idropisia come stimolante . I noltre è psorico,quindi gio
vevole nelle malattie esantematich e . E perenne .
225 . MARGH ERI'
I‘
INA Nom. sic. Marghar itina Nom
bot. Lgchnis fl os cucu li'
Clas .vXIX
’
SgngeneSia"
Polgyo
mia sup erflua Famig . delle Cor imbif ere.
Elim. Questa pianta graziosa smalta …le tenere erbette
d i pr imavera con i vivi color i dei suoi fiorellini a guisad i p iccoli lucidi rub ini da ciò il doppio nome
,di Mar
garitina, e di Linch ide ; poichè fiorisce “
nel tempo in
cu i il Ci1colo fa sentire il mesto suo’
ululato le si d iede
la specifica denominazione da quest’
hccello .
Or ig . Dicesi indigena della£Russia ma di presente s’
in
contra in copia nelle nostre campagne . La Linch ide dop
p ia coltivasi negli o rti, le cui rosse pannocch ie vengonodette vellutini o garofalini d i Spagnafi Anch è“ la Bellis
p erennis p iantolina di genere: diverso a ppellasi e zian
dio Margaritina. I l fiore coronasi di rlss0’
dor'
ato,il qua
le è adorno da laminette di -argento abbellito dal dolci
sfumature porporine .
Vir . med . Questa Margaritina è stimata . risolvente e
pettorale . E perenne .
2 26 . MARROBBIO Nom. sic. Morrobia Nom. b'
o'
t. Mar
rubium. vulgare Clas. XIV Didynamia Gimno'
sp erma’Fa
mig . delle Labbiate .
Elim. La parola marrubium è di origne ebraica che
significa succo amaro .
252
Orig . E pianta indigena e cresce spontanea lungo le
strade ed i luoghi incolti , il suo odore e forte ed aro
matico , il sapore acre ed amaro .
va . Med . E una delle migliori p iante ofiicmali ed e
antica la sua riputazione di deostruente . I l Linneo gua
ri con l’infusionè
‘
del Marobb io u n’
òstinata'
salivazioneprodotta da male amministrato mercurio . Ritiensi ezian
dio per incisivo , efnmenagogo , stomatico , vermifugo , e detergente. Perenne .
4 2 27 . MEDI CAGGINE Nom. sic'
. Erva med ica Nom. bot.
Medicago . sativa Clas . XVII Diadelp hia Decandr ia Fa
Etim Ebbe il nome dalle molte virtù medicinali at
tribuite alla medesima.
Or ig . Questa pianta indigena è molto appetita dalle
vacche che se si lasciassero mangiarla a piacimento mor
rebbero avventrinat'
e…
Vir . Med . Non ostante il suo nome officinale è pocou sata nella farmaceutica
,e solo se n
’
estrae dell’
olio il
q uale giova al tremor dei nervi . E perenne .
228u MELOGRANATO . Namu sic. Granata Nom.
‘
bot.
Punica Granatum Clas . XXII'
I cosandria Monogynia
Famig . delle M irtee.
Elim. Siccome dall’
apposta specifica nomenclatura si
r ileva la forma granosa del frutto , così d al nome gener ico la sua punica provenienza.
Orig . Questa pianta africana fu trap iantata in Siria edalla Siria pervenne n
'
ell’ltalia.
Vir . Med La si “
ad0pera in m‘
edwma come astriugente
con il nome d i Malicorio ; ma p iù comunementelsi usa
no t i fiori del m'
elogi‘anato selvatico che diconsi Balau
254
23 1 . MELISSA Nom. sic.
“
Citr unella Nom. bot. Melissa
ofi‘ìcinalis C las . XIV D iclgnamia
’
Gimnlosp‘
erm'
a Famig .
delle'
Labbiate.
E luv i P erche'
» da questa -
p ianta Succh iano‘
le”
api del
1’ottimo miele ' i‘Greci"le ’
àpposero’f un
“
tale nome.
"
Orig . Nasce spontanea sul fossi
Vir . Med . L ’
acqua,
che se ne distilla è in uso'
come'
a’
n
tisterièa.
‘
Si pretende fch‘
e y i i’religiosi del Monte
”
Carmelosiano Stati i primi a ‘
fàrla' conosc'
erè ;‘
quirì‘
di f fu'
dètta‘
in'
origine Nettare dei Carmelitani adatta”a'
rich iamare"
con
la salute ,— il buon
'
umore e l’
allegria. E perenne .
2 232 .
*MEL‘O Nom.
-
sic.
—Puvtu"Nootl: bot: Pil/rus malus
Clas . XII Icosandria '
Pentaggrti it’ Famig l delle Rosa/tec.
Elim.
-
Quest’
albero fruttifero fu*
cosl appellato dal grecomelea p er la
i cop ia‘
del miele"ch‘
e n’
estraggono le api,
‘
o
da Melon £ossia Cura per’
la -sollecitudini‘
che vi‘
s’
imp ie
ga nel coltivarlo . Varrone vuole che ilmo'
nìe’
d i Po°
mo
der ivi da “
Potamo, irr iguo perchè ha bisogna di essere
inaf fiato a fine di p rospe'
rare .
*
ll nome d i Pomo"
altron
de e gene raleî à tutti i frutti che Sono co
'
vei‘ti di scorza
molle,siccome quello di hdce
’ lo'
e ‘a'
tutti i frutti di’
gu
scio osseo .
Or ig . Plinio;Colommella e arrone
'
tuttiî convengonoch e esso r icordi grandi memorie ; essendò
'
stato ia‘
ogni
tempo tema d ’
invidia e‘ di discordia. La Mitologia piantò
il p oni o nel giardino delle Esperidig‘
la'
grecai istoria ram
menta quello che Venere‘
otte'
nne‘
daP ar ide ; e la Bibbia
il Pomo dell’Eden che' fè i prevaricare
“
la *nostra còmune
madre'
Evh; l'
Lameta'
abboiida“ in nana"
! da tempi. assai
remoti ; e molte sono le sue varietà; come la Mela Ap p iala Calvella , la Rosa , ecc. Le salvatich e producono dei :
frutti aspri ch e mangiati p roduconò dolori d i stomaco,
le coltivate sono ottime al gusto purchèVir . Med . P er i siropp i ed i decotti si p referiscono l e
mele A pp iole usate per le stessa dalle quali si estrae'
il
succo con cui fassi la tintura 1di Marte . La,corteccia della
mela . tinge in g iallo . ed 'è stata u sata qual . shccedaneo .
2 33 . MENI ANTO N om. sic. Tr if ogh iu di acq’
ua Norn.
bot. tr if oliata Clas: V Pentandria Monogynia Famig . delle Genziai
Elina E pianta che per'
isbucciare ha b isogno» di , :ufl
cielo senza nubi rischiarato dalla luna,qu indi le s i diede
il nome di Menianto composto dalle due voci greche ,Me
ne,ed antes .
Orig . É indigena di , Europa, la quale su terreni p alu
dosl apre in Giugno dei .fiori
,a grappoli b ianchi al, .par
della neve,tinti nel rovescio di un leggiero co lor roseo
Vi r . Med . L’
infusione di essi ’ è assai amara,; come; i l
decotto e la; p olvere i . quali sono ef ficaci antelm intici .
Nelle malattie cutanee del genere delle scrofolose , ven
gono lodate assai dal Cullen . E perenne.
2 34 . MENTA Nom. sw. Amenta Nom. bot. Mentha vi
rulis Clas . XIV Didynamia Gymnosp erma Famig . delle
Labbiate.
Etim. Perchè ama i luogh i concimati fu detta mentadal greco ,
Minte cioè , .stgrcus; ovvero ,
da Mengs, ,cioè ro
bur stimandosi corroborante.
Or ig . E indigena ,dell’
lughilter ra ; quantunquegsia*
col
tivata nella Italia .e , massime nel Lazio , .d’
onde il —nome «di
2 56
Menta romana . Essa gitta molte radici e moltip licasi as
sai presto , e si suole mettere nelle insalate i dette di me
scolanza. Molte sono le sue varietà , cioè . la selvatica detta
anche Mentastro , ed in Barberia ne mescolano i semi
con i l pane che .i danno un sapore aromatico di Anice .
Vi è ancora la Menta Piperi ta con cui se ne preparanodelle deliziose pastiglie; fregandosi con il suo olio la partedi sotto alla palpebra inferiore rischiara la vista; p iù lamenta acquatica, la balsamica, il Puleg io, così chiamatadagli antichi
'
perchè il Suo odore mette in"fuga le pulcied il fumo le ammazza. H a
'
vvi eziandio quella del Ceylonla quale si reputa utile per la
*
Sordità ; e che gli abitantidi Giava la mangiano per calmare i dolori . di ventre .
Vir .=Med . Le Mente sono stomatiche, toniche , cefaliche ,
antiemetiche,carminative , emmenagoghe , d iuretiche , risol
venti,febbrifughe ; calmano le coliche ventose e rista
b iliscono'
l’appetito . Sono perenni .235 . MENTASTRO Nom. sic.
«Menta Pa lej a . Su ! tale
p ianta si consulti i l numero precedente .
236 . MERCURELLA Nom. s ic. Mcrciarcdda Nom. bot.
Mercur ialis annua Clas . XXI I Diaccia Enncandr ia FCI
Etim. Plinio dice che questa pianta fu detta Mercurialeperchè scoperta da Mercurio .
Orig . Nasce ovunque nel nostro wclima , i trovandosi inpreferenza tra le rovine di vecchi ed ifici .Vir . Med . Fu usata in medicina come emolliente , las
sativa, purgante ed antevenerea; ma Si adopera ben d i
rado perchè ha delle qualità venefieh’
e:'É '
annua.
237 :’
MILLEFOGLIE'
N0mA sM Mi llif og-
ghi Nom.
‘
bot.
Achi llaeia mi llef o lium} Clas: IX Syngcncsia Polggamia
sup erflua Famig . delle Corimbifcre.
258
2 39 . MIRTILLO Nom. sio . Racincdda Nom. bot. Vac
cinium . myrtillus Clas . V Decandr ia Mònoggnid Famig .
delle Er icincc.
E lim . Simile a p iccolo Mirto le . fu . dato questo nome
diminutivo ; deve p oi la sua generica nomenclatura —
alle
bacche le quali , contengono un succo rosso—oscuro adoperato in alcuni paesi p er tingere i vini ‘in r osso .
Or ig . Nasce abbondante nella Grecia =
e i fra iio i‘
non èraro incontrarlo su le Sp0tld€ del mare
’in luoghi ombrosied umidi . H a graziosi . fiori b ianchi in fornia di iconaia cui succedono bacche nere d i sapore
'
aer o— dolce d elle
quali se ne fanno conserve e si caridi'
scono in di versemaniere .
Vir . Med . Queste ; si : p raticano nelle diarrce ‘
e le foglie
pure sono un forte astringente somm inistrate eziandioin decozione . E perenne .
240. MIRTO Nom. sic. Mur tidda‘
Nom. bot. Myrtu'
s
communis Clas XII I cosandria Monogynia Famig . delle
Elim . Plinio fa menzione di una piccola Isoladel mareEgeo ch iamata Mirtea d ’
onde trasse il nome questa pianta.
Or ig . Dessa è comunissima nella Grecia, pianta sacra
alla Dea Venere , ed’
i boschetti — d i Citer‘
a e' di Guido e
rano composti d i Mir to . I Romani dopo il rattodelle Sab ine incoronavansli di Mirto in onore di Venere vittoriosa. La corona d i Mir to adornava la‘
fronte d i quei generalicui erasi decretato l
’
onore del piccolo trionfo . detto Ova
zione . L ’
avo del secondo Scipione‘
che i'
vinse i Corsi si
presentava ai giuogh i pubblici con unacorona intessuta de i
rami di questo arbusto .
‘
Plinio —racc'
onta'
ch e con le sue
teneri fòglie‘
tr itate e cbnéottèmoh il musto se ne faceva
259
un vino ch iamato Mirtino . Delle bacche servivansi per
condimento dei cibi e specialmente del cignale . Prefer i
vano il suo odore alle essenze p iù preziose; e dalle foglied istillavano un
’
acqua ch e versavano nei loro bagni .
Vir . Meal. Si fa uso di quest’
acqua in medicina p er
fomenti e bagmuoli nelle contusioni ed arnie .
2 1 1 . MONARDA Nom. s ic. Monarda Nom. bot. Monar
da Punctata Clas .
» I I M andr ia. Monoggnca Famig . delle
Labbiatc.
:Etim. P er essersi rinVenuta — questa pianta isolata e so
litaria nei luoghi alp igni . ed ardui dellaVirginia ottenne
tale : nomenclatura.
Or ig . Benchè ; indigena dell’
America Settentrionale vi
ve all’
aria aperta nel nostro clima. H avvene .altra sp e
cie_ d etta Monarda : Fistu losa; questa produce fiori crem i
sini‘
e foglie che olezzano d i Menta. La Puntata ha fio
r i gialli sparsi di macch iettini rossi e le b rattee ch e dal
verde passano al rosso’
ed al violetto .
Vir . Med . Entrambe queste speci e hanno credito d i
febbrifughe . Sono perenni .2 1 2 . MUGH ETTO Nom. s ic. S ig illu d i Salamuni Nom.
bot. Convallar ia maj alis Clas . XI H ex anolria MonogyniaFamig . delle Asp arag ince.
Etim . Per la fragranza che spargono - i leggiadri ra
moscelli vestiti di fiori eburnei le mer itarono un tal no
me ; e dalle valli dove ama germogliare le fu data la ge
ner ica appellazione di convallaria.
Or ig . E pianta indigena dei p aesi settentrionali , pureil maghetto de l Giap p one fiorisce in A p r ile , .e nelle stufe
anche in Gennajo e Febbraio . Queste due specie manten:
gono le foglie sempre verdi nell’inverno i cui f rutti tintidi un bel ceruleo sembrano globi d i lapislazzoli
260
Vir . Med . Sono riputati i fiori purganti steinutatorî’
emmollienti e r isolventi . Sono perenni .243 . MUSA Nom. sic. Musa Nom. bot. Musa Parad i
s iaca Clas . XXIII Po lggamia Monoecia Famig . della Mv
cacce.
E lim . Per i molteplici usi economici ed alimentari cui
si presta questa benefica pianta si è andato a r icercar
ne il doppio suo nome tra la teologia e la m itologia.
Or ig . Nativa dell’ I ndie e dei p iù caldi climi ne facòia
mo qui menzione; avvegnache l’
abbiamo incontrata non
* solo in Palermo ma in molti orti botanici dell’
I talia. H a
lo stelo arboreo,le foglie grand issime , verdastro
'
e lucide ;
i fiori disposti in un lungo Amento , . i'
frutti gialli d i d i
mensione . palmare , d i sapore aero-dolce ch iamati volgarmente fichi Banani . Questo è quasi l’unico cibo d i moltiIndiani ed Amer icani ; e d i esso ,
dice il Rumfio si ali
mentano i bamb ini d ivezzati nell’
isola Amboina'
primad i passare al riso
,0 a cib i p iù solidi . Scrive il Linneo
ch e delle foglie disseccate se ne servono p er carta,e
p er involtare i l tabacco ed altre merci d i simili natura.
Le fibre delle Trachee,delle Foglie e delle Guaine pos
sono filarsi e tessersi come il cotone. La Musa Coccinea
considerata nell’
Encicloped ia, come varietà della Parad isiaca nativa della Cina è bella a vedersi p er i suoi fiorid i color vivo scarlatto e gialli .
Vir f Med . Tra le sue fresche foglie si avvolgono gli
affetti da vajuolo e sperimentano che viene a mitigarsi
i l cocente dolore delle pustole . Perenne .
244 . MUSCO Nom . sic.
”
Museu Nom. bot. Muscas ca
p illacius Clas . XXIV Cryp togamia Famig . dei Mucchi .
E lim. Dall’
odore moscoso che tramandano alcune piantedi questa Specie fu detto Musch io .
2 1 5 . NARCISO Nom. s ic. Narcissu Nam. bat. Narci
sus p oeticus Clas . V I H caandr ia Monogynia Famig . delle
Narcissoid i
E lim . Secondo Plinio l’
odor grave del fiore che esgicna ch
‘
etti narcotici lo fè cosi ch iamare ,dal greco Name
sap or : e perciò è detto ancora Giracapo .
Or ig . È indigeno dei nostri climi , e sul pr inci pi o di
Maggio esso coronasi d i oro nel centro di un largo fio
re var iante nel lembo d el nettario dal colore giallo al
croceo,i cui . petali però sono sempre b ianchi come avo
rio . I l Pseudonarciso coltivato dagli O landesi , acqu istanuovo pregio se d iviene d oppio e supera di molto la belezza del comune ; è il doppio conosciuto in botanica con
il nome di Narcisas incomp arabilis . Tutte le varietà deiNarcisi son perenni .2 1 6 . NASTRUZIO Nom. s ic. .Mastrozzu Nom.
,bot. La
p idum sativum Clas . XV Tetrad inamia S iliquosa Faìng .
delle Crocif ere .
E lim. La mordacità del suo succo titillica il naso e fa
sternutare; quindi ebbe il nome come dice Plinio di na
strazio , quasi nas i sternutationem p rovocans fu detto
p oi lcp idum'
dal greco lep iclas cioè macchia perchè .,ò
contra le e fnp itigini .
Or ig . Questa p ianta ch e ama i climi cald i,nasce nel
mezzo giorno dell’
Europa, e se ne coltiva una delle sue var ietà nei orli p er mescolarsi nelle insalate
,alle quali
dà grazia e sapore . Dai semi si p uò estrarre dell’
olio
buono p er cond imento . L ’
erba Pepe ossia il lcp lclum lac
tif olium n’ è una varietà ch e anche si mangia ; ma la
263
sua infusione ha delle virtù ematich e. I l Crescwne n’ èla terza varietà ch e nasce nei fonti e nei ruscelli . Servedi condimento del pollame ,
e della altre carni arrostite,
eccita l’
appetito e fortifica lo stomaco .
Vir . Med I l succo si adopera contro allo scorbuto e
nelle malattie cutanee; si masticano le foglie per fortifi
care le gingive . Gli antichi credevano che p urgasse il
cervello ed eccitasse le facoltà mentali ; ed è perciò che
agli uomini infingardi e sonnolenti si d iceva p er proverbio .
che avevano bisogno d i mangiare del Nastruzio . Eannuo ma il latifoglio è perenne .
2 1 7 . NESPOLO Nom. sic. Nasp ale Nom. bot. Mesp i lus
Gcrmanica Clas XII lcosandr ia Pentagynia Famg . delle
Rosaccc.
Etim. I Greci composero il suo nome delle due vocimesos metà e p i los, corona perchè coronato a metà delledivisione del calice .
Orig . E originario dell’
Europa settentrionale ; ed *ai
tempi di Catone quest’
albero fruttifero non era tuttaviacoltivato nell
’ Italia. I Romani posteriormente sotto gl’
I m
p eratori successori d i A ugusto , in occasione d elle guerre
Germaniche ,lo trapiantarono nelle nostre
'
contrade . Ifrutti si
'
mangiano allorchè cominciano a putrefarsi come
le Sorbo . Ve‘
ne è una varietà che proviene dalGiappone
e che si appella Nespola giapponica. E un albero bellis
simo con lunghe foglie ,i fiori sono odorosi ; ed i frutti
ottimi a mangiarsi .
2 18 . NIGELLA Nom. sic. Nigella Nom. bot. Nigella
Damasccna Clas . XIII Palgandria Pentaggnia Famig . del
le Ranunculaccc.
Etimi H a il seme nero ed i fiori d i un azzurro palli
do ch e le resero proprio tal nome dal latino°
nigellas
negrctto
Or ig . L’
A siatica sua provenienza“
non impedisce che
smalti con i sum grandi fiori in Giugno i nostr i campi .Nella Romagna se ne coltiva la cosi detta Nigella sativa
da entrambe queste’
p iante se ne raccoglie il seme ch e
olezza di Fragola e di cedrato ,impiegato per dare l
’o
dore ai sorbetti .
Vir . Med . La Damascena trovasi proposta p er le terzane e per promuovere l
’
espettorazioni e le altre separazioni . Sono annue
,
249 . NINFEA O NENUFAR Nam.
‘
s ic.» Ninf ea Nam.
bot.‘
Ngnp haea lutea Clas. XIII Palgandr ia i Monogynia
Famig . delle Banunculacee .
E lim. Perchè essa
.
vegeta esclusivamente ; nelle acqueimpaludate piacque contraddistinguerla con questa appellazione da ninf e, acqua.
Or ig ..lncontrasi abbondante nella . nostra«
. Italia dovenasce senzacoltura, e viene ammessa volentieri nelle va
sche e peschiere dei giard ini . Se ne coltivano due varietàla Ninfea
‘
lutea e l’
alba ed ; havvene eziandio . una ter
za originaria dell’
Egitto della Ninf eo Loto . Belle a . ve
dersi sono le foglie cuoriformi galleggianti sulle acquenon -che ’ i fior i , _
i quali si chiudono e tuffansi: nel fondo
al cader del sole ; ed emergono d istendendo H oro petali .al sorgere d i questo astro ; sul
’orizzonte…
Vir . Med . Questi fiori massime della bianca trovansi
usati in infusione teiforme p er le toSSi*ostinate . Ambe
due,sono perenni .
2 50NOCENam. sw. Nuei Nom. bat. Jug lans Reg ia Clas :
XXI Monoccia Po lyandr ia Famig . delle Terebintaccc.
266
r ium a leandcr Clas . V Pentandr ia Monogyn ia Famig .
delle Ap ocinec.
Etim. Nasce questa p ianta sulle r ive delle acque cor
renti ; perciò i Greci l’
app ellarono Ner ione ch e significaumida. La specie di cui temiam parola
,fu…caratterizzata
con il nome di Oleandro dalle due voci —
greche 0leo cioè
p erdere uccidere ed Andros uomo ; perchè presa internamente
,al din di Galeno , è un veleno .
Or ig . Originaria delle Indie; ama i climi .caldi ; nell’
I
talia Settentrionale non vive ch e nelle stufe ; ma in Si
cilia cresce a pien terreno . A llorquando i cald i . estiviconsumano la verdura e bello vederla vegetare vigorosae lucente adornando con i :suoi. : sup erbi colori le s ponde
dei ruscelli e dei fiumi . Guai però agli animali che lu
singati da si belle apparenze se n e cibano . Provan‘
o an
goscia crudeli gli si gonfia il ventre ; cd -una infiamma
zione universale attacca i loro visceri . Servono di r imediol’
olio d’
oliva ed i dolcificanti . Gli A rab i dal carbone di
questa pianta fanno la p olveife da cannone.
Vir . Med . Le foglie dell’ O leandro sono sternutatorie
detergenti , risolutive , purganti e drastiche ; Queste foglieseccate ed impastate con îunguento sono buone p er la
scabbia ed altri mali‘
cutanei . E‘
perenne .
‘
253 . OLIVO Nom. s ic. A liva * Nom. boi . Olca’
Europ aca
Clas . I l Diandr ia Monogynia Famig . delle Gclsom'
incc.
'
Etim. La preziosa pianta da cui estraesi l’olio meglio non
p oteasi caratterizzare , che con la greca voce d i lej os cioèpianta di felice augurio .
indigena dell’
A sia e nei paesi meridionali dellaS iria nasce spontanea. Le campagne presso A tene venivano
'
ombreggiate dal verde perenne delle sue foglie .
‘
Di
2 67
olivo erano formati i boschetti d i Minerva loro dea tutelare
,cui era sacro quest
’
albero ; d i rami d’
olivo crà
no intrecciate le corone dei vincitori dei Giuochi Olimpici ; e perchè dai p iù rimoti temp i
'
fu l ’emb lema della
pace se ne incoronavano i novelli Sposi .“
Costituisce poi
una sorgente inesausta d i ricchezza per molti paesi mar ittimi d
’
I talia dove non induggiossi a trap iantarla. Nella
S icilia però sino al secolo IX non vi si vedeva vegetarequest’ utile p ianta
,e furono i Saraceni pr imi a colti
varla nei siculi campi . Le sue varietà benchè molte,si pos
sono classare in due grandi sezioni ; cioè'
in selvatici,ed
in domestici .
Vir . Med . L’olio è emmolliente
,dolcificante
,lassativo
e r isolvente . Calma . i dolori della colica,e quelli della
dissenteria. E utilissimo negli avvelenamenti dell’ai senicoe degli altri corrussivi . Gli antich i p er conservar frescae morbida la pelle se n
’ungevano il corpo all
’u scir e dal
bagno ,» cd ai lottatori prima
"
di ’
entrare in * lizza se ne
imp iastricciavano le membra*
p et renderle sdrucciolevolh
2 51 . OLMO Nom. s ic. Urmw Namf bal . Ulmas“
cctmp‘
e
str ia Clas . V Pentandr ia Digg/nia Fani ij . d elle Amen
tacce.
E lim. Quest’
albero di'
allo fusto‘
ama si terreni umid i
e dal latino u ligo cioè‘
umore fu detto Ulimo”ovvero Olmo .
On g . La sua coltura nell’I talia r imonta ai p rini i
'
tem
p i dei Romani ; i quali se ne servivano p er sostegno
delle viti come attestano Virgilio Columella ed altri .
Con il legno d i esso facevansì le verghe per battere i
servi ch’essendo duro e resistente con uso migliore
nell’
epoche moderne e adoperato per fare macchine e
simili lavori . Le foglie si danno in alimento agli anima
268
I l domestici; ed in tempo di carestia la corteccia maci
nata è stata mista al pane .
Vir . Med . I l decotto della scorza dei giovani rami si
adopera nelle malattie erpetiche .
2 55. OMBELICO DI VENERE Nom. sic. A r icch ia d i
I nalca Nom. bot. Cotglcdon umbilicus Clas . X Decandr iaPentangynia Famig . dei Succulenti .
Etim. Le sue foglie radicali,concavo e scudiformi la
fecero caratterizzare con questi due nomi . .
Or ig . E pianta Europea ed incontrasi p ensile'
su i mu
ri umidi e su i tetti .
Vir . Med . Le foglie carnose app licansi come fla Faba
ria su i calli ; e sono stimati refrigeranti nelle infiam
mazioni flebonose . È perenne .
256 . ONTANO Nom. s ia. A rvanu Nom. bot, ,A lnus
g lutinosa Clas . XXI Monoccice Tetrandr ia Famig . ; delle
Amentacceu
E li n . Nasce lungo i fiumi e dalle due voce latine A la,’
ci amnis se n’è composta la parola A luc.
Orig . Si v uole originario dell’
Ind ia,ed A r istotele atte
sta dei suoi t empi che nella sola Isola d i C reta vegeta
va quest’
albero , in cui secondo la favola,furono trasmu
tate le sorelle di Fetonte . Non -vi e miglior mezzo per
rendere salubre l’aria dei camp i . pantanosi ch e piantar
v i l’Ontano
,il quale agevola altresi a p rosciugarli secon
do Virgilio . I l legno che resiste alla putrefazione immerso nell
’
aizqua . s’
impiegava d ai Romani nella costruzionedella loro Triremi
,e da noi per canali e condotti da
fontane . A doperasi ancora p er lavori d’intaglio , perchè
p restasi facile sotto lo scarpello e se ne f anno altresi
zoccoli e tacche da scarpe ed‘
altri utensili evasi ; I suoi
270
sti ad ombrella. Si usano questi per rinforzare . il v ino
e p er il delizioso olezzo che tramandano ; e le r adici che
sono odorose del pari s’infondono nella birra al mede
simo oggetto . Nella Sven a S i prepara un grato liquorecon i fiori deI la Primula facendoli fermentare con i l
miele .
l’
ir . Med . I medesimi sono antispasmodici , la loro infusione è un r imedio contro le vertigini , i dolori di testaed i
,reumat1smi . E p erenne .
2 59 . ORIGANO Nom. s ic. Bigaan Nom. bot. Or iganum vulgare Clas . XIV Didgnamia Ggmnosp erma F amig .
delle Labbiatc.
Etim. Origano in greco S ign i fica gioja delle montagne .
Or ig . Infatti q uesta pianta comunissima nell’
Europa
incontrasi d i ordinario su i luogh i montuosi . Si raccoglie
per . condimento d i alcuni cibi specialmente delle alici
ossia acciughe e perciò erba d i acciughe suol chiamarsi .I l .Linnéo dice ch e nella Vestrogozia è adoperato p er bevanda come il Thè ; e ch e si unisce alla birra p er ren
derla p iù inebbriante .
Vir . Med . L‘
origano e cordiale,cefalico
,tonico
,emme
nagogo ed incisivo . Dà un olio volatile,ed essendo cau
stico si adopera per i denti cariati . E perenne .
260. ORNITOGALO Nom. s ic. Lutti di gaddina Nam.
bot. Ornithogallum umbellatum Clas . V I c andr ia Mo
nogynia Famig . delle Car imbif erc.
Etim. I l suo nome suona latte d i uccello .
Or ig . E pianta indigena, . la — quale trovasi da per tuttonei campi e negli orti . Fiorisce su lo scorcio d i Marzoinnalzando una lunga spiga pi ramidale d i fiori stellati
cand idissimi nello interno . e verdi al d i fuor i . La rad ice
2 71
produce numerosi bulbetti ch e moltiplicano prodigiosamente . Questi dice il Mattiolo sono buoni a mangiarsi
crudi c rotti . E perenne .
261 . ORTENSIA Nam. sic. O rtensia Nom. bat…0rtcn
sia sp eciosa Clas . X Decandr ia Tr igynia Famig . delle
»Etim. A vuta qual’
ornamento p rincìpàle . degli orti nel
l’
Indie orientali r itenne appo noi il nome di pianta OrÈBI I SB. i ‘ l '
-Or ig . Fu p ortata sdal non g uarì-ia Eu
ropa dove si è naturalizzata a meraviglia. Renderio pr e
gevoli i corimb i dei suoi fiori,le b izzarre “
metamorfosi
che p resentano successivamente . Sono dapt>rinia d i color
verde '
sbiadato,passano indi dal b ianco . roseo al
'
rosso ,
ed alle volte al violetto . Le Ort ensie ‘
veggonsb r ipostelungo le grad inate degli appartamenti
,su
‘
i davansali
dei balconi,su la . finestra della ferosetta
’
; .preferita a
tutte le altre'
p iante perchè conserva—la sua fioritura p erlungo tempo . E perenne .
2 62 . ORTICA Nom. sic. A rdicula Nomu-bot. Urtica
urcns Clas. XXI Manoccia Tctrandria Famig . delle urtwec.
E lim. Dal latino ura fu detta ortica a motivo dell’ardore ch e produce sulla — cute toccandola. È prodotto quest
’
effettò da un umdre'
acre e mordentemontenùtò in una
escrescenze glandolosa da cui portano i suoi p eli, che es
sendo forati internamente lo scaricano mentre pungono .
Orig . E pianta indigena, e n ella Sicilia si fatiga assai
nell’
estirparla dai luoghi coltivati . Gli antichi Romani nemangiavano le tenere foglie cotte o .crude in insalata
ed anche oggidi Se ne cibano i Svedesi ; ma facendoneabuso scioglie il ventre .
'
Nei n ostri paesi tritata ed .unita
alla crusca si dà al pollame Specialmente alle galline di
Faraone . La scorza serve per filo,Sch reber ne ha fatto
carta.
Vir . Med . I l succo si adopera nelle emorragie i nter
ne,e nelle emottisi . E perenne .
2 63 . ORZO Nom. sic. Or ia Nam. bot. H a”
rdau'
ni vul
gare Clas . III Tr iandr ia Tr igyma Famig . . delle Gra
minacce.
Etim. A lcuni pretendono che ebbe tal nome ab ar iendtccler itatc perchè m
‘
atura it frutto prima d i ogni altro
g raminàceo‘
.
Or ig .…Nella Russia e nella Tartaria na
'
sce senza'
coltu
ra. É imp iegato di ordinario per'
nutrimento delle bestie,
specialmente d i ordine cavallino . Negli annali delle isto
rie sicule si ritiene indizio d i grande carestia,tutte le
volte ch e i l popolo si è cibato d i pane d i orzo,e nella
d isciplinamilitare dei Romani era pena d’
ignominia
come attestano Polibio e Tito Livio,il distribuirsi ai sol
dati pane ordaceo . I l Sigonio raccconta che fa tal penafurono condannate
*
alcuneC oorti ch’
avevano perdute in
battaglia le loro insegne. Varie ne sono l e specie ; ed
oltre il selvatico che ch iamasi in botanica Mur inum
vi è il Burbasuni osser vabile p er il suo bulbo articolato ;
e il Distican detto altresi Orzo di Siberia; e finalmente ilZcucr iton
’
ossia orzo di Germania. Gli Olandesi furonoi primi ch e prepararono l’ orzo perlato . A rrotano
°
que
st’
ultima specie fra due ruvide pietre e g li fanno per
dere cosi la corteccia e le punte,
‘
e divenendo di ovalerotondo assume la forma d i una piccola
'
perla .
“
Questosi prepara in
‘
minestra a guisa del riso ;'
ma lamaggior
quantità s’
imp iega p er far'
la”
birra,
2 74
e dell’
A frica. Nella Siria e nella Persia crescono spontenee ma sono meno grandi delle coltivate; ed i loro fruttisono asprigni . Nell
’
A rahia è stata coltivata da tempi immemorabili da dove si e sparsa nel Levante
,nelle Indie
orientali,nell
’
America,nella Spagna, nell
’
I talia,nella Si
cilia,e fino nella Provenza. I l frutto in Italia non si
matura,nella Spagna è aspro al gusto ,
nei climi caldi
e dolcissimo . Questa differenza proviene dalla mancanzadel maschio detto Palmizio . Si legge nelLinnéo che un
individuo femmina a Berlino sterile da parecch i anni furenduto fertile mercè dei fiori d i un palmizio che tre
vavasi a Lipsia. Tale fenomeno dell’
artificiale fecondazio
ne è antichissimo ; e trovasi descritto da Teofrasto da
Plinio e da Claudiano , ed a questo albero dobbiamo la
conoscenza dei sessi delle piante . Nell’
A frica si destina
no gli sch i avi a tale Operazione . Cinque maschi bastano
p er cento femmine . Questi fiori raccolti in istagione p ro
p ria ed accuratamente seccati all’ombra conservano per
lunghissimo tempo la loro virtù fecòndatr ice . Un fatto
casuale ci istruisce su questo proposito , imp ermocch è iPersiani venuti nel ad assediare Bassora p er affa
mare il paese distrussero tuttl i dattiliferi maschi . Perovviare alla fame i proprietari comprarono a p rezzo al
tissime dei fiori m asch iy ma parecchi ab itanti che li a
vevano conser vati dall’
anno precedente ne fecero uso,e .
la f ruttificazione r iusci tanto bene come quella ch e si
era fatta con fiori fresch i . La palma ch e cresce rigoglio
sa sotto i cocenti raggi del sole A fricano ; e che nell'
im
mense ed infocate are’
ne dei deser ti vegeta in deliziosiOasis é il cibo ch e la Provvidenza appresta loro . Gli A
ram scamh ti su le vive del Tigri , dell’
Eufrate e del Golfo
275
Persico ne fanno il loro ordinario nutrimento . Gli abi
tanti dei confini dell’A tlante riducono il frutto in far ina
ch e mangiano sciolta in un poco di acqua,e senza altra
provigione attraversano le immense loro solitudini . l dattili gli somministrano eziandio la bevanda. Fatti fei men
tare con l’
acqua se ne trae una specie di vino che di
stillata da un’
acqua-vite molto gustosa chiamata nettare
dei datteri,di cui bevono i principi del Congo . Per l
’
in
cisione sul tronco traesi un succo dolce di color lattea,
e perciò ch iamasi ‘latte della palma di un'
sapore piacevoleassai . Dalle foglie se ne fabbricano tappeti , panieri , corde ,sporte
,ed altri lavor i necessari alla economia domestica.
I l tronco e le foglie sono i soli materiali adoperati allacostruzione delle abitazioni . Se ne servono p er legna daardere
,il cui carbone svolge molto calore . Un
’
albero
di tanta utilità a giusto titolo meritò la fama'
ch e gode
in tutti i temp i . I poeti lo consagrarono agli eroi ed alla
vittoria; in l’
emblema della sanità,della fecondità e della
conservazione degl’
lmperi .
V ir . Med I n medicina è adoperato come risolvente;'
e
come nutritivo ; quindi utile nella raucedine nella tosse,
nel dimagramento , e nelle strangurie .
266 . PALMA A VENTAGLIO Nom. sic. Ciaf agghiuni
o Giummara òNom. bat. Chamaerop s humi lis C las . XXIIIPolggamia Diaccia Famig . delle Palme.
Etim. I l nome di Camerope in Greco significa b assodi stelo ; ed in effetto questa pianta
,di ordinario S innai
za due piedi al p iù‘
dal suolo ; ma l’
arborea’
si eleva finoa trenta piedi come si osserva in alcune isole dell
’
0
ceanica ; ed anch'
e‘nella Sicilia.
Or ig . Nelle parti î‘
meridionali'
di essa vi s incontra fre
276
quente , come ancora nella Spagna. Mangiasi la parte inferi ore del giovane tronco e propr iamente il midolloch e i Greci chiamano Cep halion d
’
onde deriva il nomeS iciliano di Ciaf agghiuni . I fiori tuttavia inviluppati nellespate hanno un sapore alquanto aspro . Anche i fruttisi mangiano ma il lor gusto è ben lontano da quellodei dattili . Dalle foglie di questa pianta ricavansi utilitàmaggiore p oiché se ne fanno granate , corde , stoja, cor
belli ecc. E perenne,
267 . PALEO Nom. sic. Oriu sarvagg iu Nom. bot. Bra
mus mollis Clas . III Tr iandria Digg/nia Famig . delle
Graminacec
Elim. Siccome questa pianta e le altre sue Specie so
no classate tra l’
erbe da fieno dal greco Dromos cioècibus le si appose il nome .
Or ig . E pianta ind igena ed abbonda'
nei prati erbosi ;le cui Spighe presto maturano e ricadendo il seme ne
segarla si risemina da p er se . A ppellasi Forasacco in
Italia perchè i semi r imasti coper ti dalla loppa scabra
con la resta penetrano nelle pareti dei sacchi ; quindiè ch e si sega con le altre erbe da pastura quando è inerba
,poichè secca nuoce ai cavalli . arrestandosi all
’
esofa
go . É annua.
268 . PANICO Nom. sic. Migghiu Nom. bat. Panicicm
mi liaceum Clas . I II Tr iandria Digy/nia Famig . delle
Graminacee.
E lim. Questo graminaceo spesso si meses nel paneed a causa della multiplicità dei suoi semi fu detto pa
nico mihacio .
Or ig . E indigeno delle Indie Orientali ; ed ai tempi diPlinio non si era introdotto in Italia che da dieci anni . Si
2 78
E lim. Si crede che derivi tal nome dalla parola p app a nome ch e dassi al cibo con cui nutrisconsi i bambi
ni : e siccome vi si solcano mescolare dei semi di essa
da ciò prese il nome d i Papavero .
Orig . I papaver i crescono spontanei nell’Europa nel
Levante e nella Siberia . Non v i è personà :»cui non sia
nota questa pianta massime l’Erratica dal .capo roseo e
fiammante che fa risaltare il biondo .colore : delle messi .
Or alla sua vista ch i non ricorda la r isposta misteriosache Tarquinio il Superbo diede agli ambasciatori d i su ofiglio Sesto , il quale essendo tra i Gabbi voleva regnar v i
dispoticamente?Li condusse nel suo giardino e dopo averabbattuto con il bastone i l capo dei p iù alti Papaverili licenziò in silenzio . Tutte le parti di questa piantasono narcotiche tranne i semi . H anno i medesimi un
sapor dolce oleose e farinaceo ; se ne mangiano assai nel
Nord di Europa ridotte in focaccie ; ed anche i Romani neerano ghiotti . Se n
’
estrae un’
olio ch e d icesi olio di
garofano , che niente avendo d i narcotico si p uò ben so
stituire all’
olio di olivo per condire i cibi L ’
utilità maggiore si r itrae con l
’ottenere dell
'
epp io dalle altre partidella p ianta specialmente dalla testa. Nei climi ardenti
dell’
Asia e dell’
A frica, dove le propr ietà narcotiche si
sviluppano p iù energiche , vengono seminati nei ' cam'
p ia guisa di frumento . A llorquando il Pistillo comincia ad
ingrossare le si fanno parecch ie incisioni dalle quale la
grima il liquore lattiginoso chel
addensato in piccoli p an i forma l
’
oppio b ianco ch e è di prima qualità . L ’
oppioTebaico il quale vendesi in commercio è il sugo espressoe condensato dal detto Pistillo . Quell
’
opp io p oi che .si ot
tiene mercè la pressione dei papaveri ch e hanno già
2 79
dato l’
oppio bianco dicesi oppio Mccanio ,Gli -
effetti ch e
produce sono a seconda le d iverse dosi con cui si prende ; inducendo idee piacevoli ed allegria, e rendendo fu
riosi e cagionando letargo ed anche la morte ; ciò non
ostante vi si suole abituare a mano a mano sino a
prenderne notabile quantità senza restarne avvelenati .popoli delle Indie Orientali hanno una vera passione
p erl’
0pp io e malgrado che le leggi Cinesi condannano
ad essere bruciati i vascelli che lo trasportano ,pure
se ne fa un grandissimo consumo . Questo è p iù nota
b ile a Malacca a Borneo,nelle Molucche in Giava
,
in Sumatra,ed in tutte le Isole di quell
’
immenso arci
p elago . Lo fumano con il tabacco ed inebbriati dal
f umo d ivenendo furiosi commettono abbominevoli atro
cità . I Turchi pretendono ch e l’oppio infonda coraggio e
nel p repararsi alle battaglie ne bevono una forte dose .
Vir . Med . La infusione delle capsule S l adopera cen
tro i dolori,l’
infiammazione,il vomito
,le coliche
,la tos
se,e la d issenteria; generalmente parlando sp erimentasi
il papavero narcotico ed antipas'
modico . É annuo
2 7 1 . PAPIRO Nom. sic. Pup ira Nom. bo t…Cgpcr ias
p ap yrus Clas . I I I Triandr ia Monogynia Famig . delle
Cip cracce .
E lim. Presso gli antich i serv1va i l m idollo d el fusto
di questa p ianta d i lucignoli p er le torce dei funerali , e
per le lampadi , quindi fu detta papiro dalle voci grechePao e p ir perchè alimentava la fiamma.
Or ig . Nasce presso le rive del .Nilo e nelle lagune d i
Sicilia. Le sponde dell’Anapo in Siracusa ne abbondano
e l’
abb iam v isto interno la fontana A retusa stendere r i
goglioso l’
elastico triangolare suo fusto,avente il calmo
280
adornato da graziosi fiorellini dorati con i quali i gentili coronavano i loro Nami . Grande era l
’
uso che ne
facevano gli Egizi costruendone barchette ,e tessendone
stoje . L’
adop eravano per vele ,
‘
ne formavano coperte,
corde ,e cappelli ; ma ciò che lo rese famoso è l ’aver
servito p er carta da scrivere,cosi presso i Greci
,come
presso i Romani . E perenne .
1 72 . PARIETARIA Nam. sic. Erva d i ventu Nam. bot.
Parietaria officinalis Clas . XXIII Palggamia Manaccia
Famig . delle Urticcc,
Etim. Nasce di ordinario su le muraglie , quind i le s i
appose il nome di Parietaria.
Or ig . È pianta assai comune le cm foglie sono vestitedi peli terminati da p icciolissimi uncini ; perciò la si al.
dopera per pulire il cr istallame e tal’
uso l’
ha fatto ap
pellare erba vi tr iola . Sparsa per i granai d istrugge i
punteruoli,e contiene gran quantità di nitro .
Vir . Med . Questa sostanza la rende r infrescante,si
sperimenta eziandio emmolliente,diuretica
,ed antinefriti
ca. Perenne.
273 . PASSIFLORA Nom . sic. Granadigghia Nom. bat.
Passiflora Cacru lca Clas . XV I Monadclp hia Pentandria
Famig . delle Ranuncu lacec.
Elim. Fu così detta perchè gli stami , le anter e ed i
nettari imitano vari istrumenti della Passione di GesùCristo .
Or ig . Tutte le specie di essa sono esotiche , ma alcune
v ivono benissimo nel nostro clima. La specie di cui parlo nasce spontanea su le r ive del fiume delle Amazzonie quegli abitanti ne succhiano il sugo dei frutti che e
agretto . La Passiflora incarnata nasce nella Virginia; ed
282
lastre Parmentier la fece conoscere ai popoli Brittanicie di là p rop agossi nelle Fiandre . I n occasione delle guer
re di Luigi XIV ,con questa nazione fu coltivata nella
Francia. S i conobbe nell’
I talia al tempo del Gran DucaFerdinando II . Cosimo III
,ne mangiò e la fece coltivare
nei suoi giardini . Indi fu imitato dalle classi ag iate , lo
ch è servì a togliere i l pregiudizio popolare ch e la me
desima fosse voucfica; ma le carestie p iù ch e l’
esempiofinirono di p ersuaderne l
‘
uso . La radice ch e sola si man
g ia è un’
alimento sanissimo gli steli però ed i frutti
hanno delle proprietà poco salubri . Gli ab itanti della Vir
ginia la mangiano panizzata e n’
estraggono una fecola
o amido ch e non e soggetto ad inacid ire . E perenne .
2 76 . PEONIA Nom. sic. Pianica Nom . bot. Paconica
of ficinalis Clas. XI I I Polyandr ia D igynia Famig . delle
Ranunculaccc.
Etim I l nome di questa pianta lo si deve a Peone
celebre med ico della Grecia il quale fu il primo a farlaconoscere ed a scovr irne le p rep rietà med icinali.
Or ig . La Peonia raccogliesi abbondante sui monti della
Svizzera, ma l’
altra specie detta corallina germoglia nelle
contrade meridionali dell’
Europa. Coltivasi nei giardini
ma p iù comunemente la prima perch é p iù r icca d i pc
tali d i un rosso vivacissimo; il quale colore Spesso varia,e del crem isino passa al roseo ed al bianco ancora.
Vir . Med . Le radici e l’
acqua che si distilla‘
dai fiori
ebbero gran cred ito p er l’
epilessia.
2 7 7 . PEPERONE Nom. sic. P ip i Nom. bot. Cap sicum
annuum Clas. V Pentandr :a Monogynia Famig . delle 150
lance.
,
Elim. I l nome di Capsico è latino che vale capsola, o
2 83
scatolino p erch é il frutto d i questa p ianta è vuoto ; madi Greca etimologia ò i l nome di Pepe ,
da Pip a ,bibo
eccitando la sete con il suo bruciante sapore.
Or ig . È pianta esotica che ci fu portata dalle Indie .
Ve ne sono due var ietà; cioè il Peperone dolce , perchèalquanto insipido e non molto b ruciante ; e l
’
altro le cui
bacche sono di un rosso vivissime . Si confettano in a
ceto le quali mangiansi p er dare stimolo allo stomaco
ed aguzzare l’
appetito . E incredibile l ’uso smoderato ch e
ne fanno gl’lndiani usandoli in tutte le vivande beven
done la decozione come stomatica; lamescolano eziafi dio
in una Specie di pane del quale si cibano cOn piacere .
Vir . Meal. Si può far uso della seconda varietà nell’ id rop isia e nelle oftalmie cagionate da ri lassamento della
tunica dell’
occh io . Nella Concincina e nell’
I ndie si usa
no p er vincere le terzane ostinate . A lcuni indigeni del
l’
America meridionale pungono i lemb i ed il ventre deitisici con spine bagnate nel succo estratto dalle sue bac
che . È annuo .
2 78 . PERO Nam. sic. P ira Nom. bol . Pg rus commu
n is Clas . X I I I cosandr ia Pentaggnia Famig . delle Ro
sacca.
Etim. Dalla forma piramidale del frutto prende i l no
‘me questa p ianta.
Or ig . La Siria ci ha dato il Pero quantunque alcuni
lo dicano indigeno dell’
I ta lia perchè da molli a1ini naturalizzato fra no i . Plinio munera molte specie di Peri conosciuti dai Romani; come i Cururbitini , i Nccumani ,
i Tiber ini,cosi appellati questi perchè molto appetiti dal
l’
Imperatore Tiberio . Tutti però possono ridursi a due
specie,cioè al selvatico ed al domestico . Nei paesi dove
281
molto abbondano i selvatici,se n
’
estrae con la fermen
tazione una specie d i liquore Spiritoso,detto Sidro .
2 79 . PERPETUINO Nom. sic. Ama-rantulini Nom. bat.
Gnap halium or ientale Clas . XIX Syngcncsia Po lggamia
sup erflua Famig . delle Succulente .
Ehm. I l suo nome significa fiocco d i lana perché delGnaphalium Sth oecas se ne fa la corda.
Orig . I l Perpetuino orientale è indigeno dell’
A frica,
coltivasi nei vasi ed i suoi fiori gialli dorati conservanoil colore e la lucentezza anche quando son secchi . Dal1’
H elichrgsum f u lg idum,benchè di specie diversa
,sbuc
cia il suo brillante fiore color di oro che lo mantiene
parimente eziandio inaridito . Nei fiori del Xcranthemumannuum si avvertono poche alteramom
,epperò Perpetui
ni sori ch iamate anche queste due Specie . Sono perenni .
280. PERSICARIA Nom. sic. Pip i d i acqua Nam . bot.
Polygonum Persicar ia Clas. V III Octandria Tf tggnia
Famig . delle Poligonee.
Elim. Le foglie d i questo arbusto si assomigliano a
quelle del Pesce,quindi è che gli si diede un tal nome.
Orig . E originario del Levante , e trovasi tra noi lungo
le fosse e nei viali avvallati . Si adorna sul cominciare
dell’
està di numerosissimi fiori color di rosa in isp ighe
serrate .
Vir . Med . I l suo d ecòtto è proposto per l’ I drop isia e
per l’
itter izìa; e come detersivo delle vecchie piaghe . I l
Polygonum aviculare credesi specifico per i mali d i pettoe per molti altri mali , d
’
onde il nome d i Ccntimorbia.
Sono perenni° 28 1 . PESCO Nom. sic. Persien Nam. bot. Amggdaluè
Persien Clas. XII Icasanrlr ia Monogynia Famig . delle
Rosacce.
286
Vir . Med . Le foglie r itengonsi anodine e r isolutive; esi adoperano in cataplasme . È pianta perenne .
283 . PETTINE DI VENERE Nom. s ic. A ugghiuo la
Nom. bot. Scandic p ectcn Clas . V P entandria'
Digynia
Famig . delle Ombrellif crc.
E lim. Detta cosi p er i lunghi e sottili suoi frutti pa
ragonati al pettine ch e portano in testa le donne .
Or ig . E pianta volgare nella Sicilia,la quale nasce nei
prati e nei luògh i coltivati . I fiori del centro sono ste
rili ed‘
i frutti crescono presto . Nel pulirs i grani rac
colgonsi con le altre erbe p er pastura del bestiame . E
annua.
281 PIANTAGGINEM AGGIORE Nom. sic. Ccntuncrvi
Nom. bot. Plantago mayor Clas . JV Tetrandria Monoi
gynia Famig . delle Plantag inec.
Etim. L ’
etimologia di questa p ianta si è data alla pa
rola A rnoglossa.
Orig . Essa nasce lungo le vie e nei cigli dei fossi . Fio
risce in Maggio .
Vir . Med . Le virtù terapeutiche sono le stesse che
quelle delle altre Piantaggini . E perenne .
‘
ass. PIE DI LEONE Nom. sic. A rchimilla Nom. bat.
A lchemilla vulgar is Clas. IV Pentandi* ia —DigyniaFamig .
delle Car iafi llee .
Etim. A lchemilla,secondo alcuni
,deriva dal nome a
rabo A lchcch,ch e vale Lince
, perchè ' il suo fiore imitala forma dell
’
occhio d i questo animale ; o p iuttosto p er
la somiglianza ch e ha ad una stella d’
onde appellasi an
cora S tellar ia .
Orig . E p ianta Europea,nasce nei prati montuosi
,ed
‘
ha,fiori p iccoli a ciocche
,che potrebbero impiegarsi per
la concia delle pelli .
287
Vir . Med . Si reputa astringente ed è perci o stimata
vulneraria ; in Smolandia , e nella Gotia l’
usano come
antip asmodica. E perenne .
286 . PILOSELLA Nam. s ic. Piluscdda Nom . bot. H ic
racium p i losclla Clas . XIX Syngenesia Po liga7nia ac
qualis Famig . delle Cicor iacee.
Etim. Scrive Plinio ch e lo Sparviero previene la cecitàfregandosi gli occhi con il succo di questa pianta; e siccome i Greci chiamano le sparviero Jerd eia
,perciò Dio
scoride d iede a questo vegetabile tale nomenclatura.
Orig . E questa specie di Pilosella indigena del Giapp one e della Cina
,trovasi di frequente nei luoghi secch i
e Simon Pauli fu il primo a scrivere che alle ; sue ,ra
dici trovasi il Caccus Polonicus usato p er tinta.
Vir . Med . E stimata pianta astr ingente utile per l’
e
morrogie del naso e p er l’
ernie . Si p retende che in
fusa nel vino b ianco guarisca le febbri terzane. E perenne .
287 . PINO Nom. sic. Pignulu Nom. bat. Pinus p inea
Clas . XXI Monoecia Monadclp hia Famig . delle Conif ere.
Etim. Dalla corteccia incisa di questo gigante dei boschi si ottiene quella resina crassa da cui si forma la pecedetta in greco Pitta da cui prese la sua nomenclatura.
Or ig . E il p iù colossale p er le sue d imensioni di tutti
gli altr i alber i boschivi ch e vegetano nei nostri climi ed
è originario dei paesi settentrionali ; ma pure da epoche .
assai‘
lontane veste con la sua fronda perenne le cime
nevose dei nostr i monti . Delle tre sue specie principaliil Pino Tarentino , come l
’
app ella Plinio ,è quello ch e
produce i frutti p iù grossi che d icon'
si F inocch i . Con i
teneri suoi rami si coronavano i vincitori dei Giuochi Istim ici . Dalla sua resina p er distillazxone se ne cava l
’
acqua
288
d i raggia, l’
essenza di Terebinto , la pece greca, o C olofonia. I Lapponi preparano la sua scorza interni di ma
niera da farne focaccie e ne estraggono altresi un succo
dolce per mezzo del fuoco come nota il Linneo nella
sua Flora Lapponica. I n quei r igidi climi dove le notti
sono di parecchi mesi si servono del suo legno qualifaci a rischiarare le tenebre .
Vir . Med I p inocchi sono stimati nutritivi assai ed afrodisiaci .
288 . PIOPPO Nam. sic. Chingp u Nam. bat. Populus
A lba Clas. XXII D iaccia Pentandria Famig . delle Amen
tacec.
Elim. Perchè quest’
albero altissimo coperto d i corteccia argentea popola i boschi mercè la sua facilità in p ropagarsi da ciò fu detto Pioppo dal latino p op ulus .
Or ig . E indigeno e con esso difendiamo le nostre pas
seggiate dai estivi raggi del sole . Le sue foglie bru
ne al di sopra,b ianche al d i sotto sono in continua a
gitazione , ed è questa la ragione per cui il Pioppo Libico che possiede tale proprietà in grado eminente
,eh
be il nome di Tremula . I lavori da fallegname si for
mano ordinariamente di questo legno . Gli Svizzeri l’adoperano per zoccoli e pantofole . La scorza è il primarioalimento dei Castori
,i l quale mancando riesce d
’
infimaqualità il castoro medicinale . Dai tintori s
’
imp iega la
medesima per colorire in giallo e p er fissare i colori delcampeggio .
Vir . Med . Le gemme del p ioppo unite al lardo forman o l
’
unguento populeo detto volgarmente Manteca ; utile
p er'
l’
emorroidi ed usata eziandio a far crescere i capelli .
289 . PISELLO Nam. sic. Piscdda Nom. bol. Pisum sa‘
290
29 1 . PLATANO Nom. sic. P latanu Nom. bot. Plata
nus or ientalis Clas . XXI Monoecia Polyandr ia F amig .
delle Amentacec.
E lim. Dall’èstendere ch
’
esso fa molto in largo i suo i
rami appellossi'
Platano dal greco p latus‘
ch e significaamp io , lato .
Or ig . L’
Asia meridionale n’
è la patria ; e siccome in
quel clima ardente molto si ama l’
ombra ch e protegge dai raggi solar i vibrati quasi perpendicolarmente , perciò p iantavasi il Platano non solo nei camp i ; ma altre
si nelle piazze delle loro città; spandendo quest’
albero
un’
ombra assai densa ed ampia p er i larghi rami e foltofogliame. Sotto la sua ombra p oteggitrice si ultimavanoi contratti
,si tenevano i mercati; e spesso ancora vr sr
amministrava la giustizia. Forse p er questo costume patriarcale i Re di Persia lo fecero innalzare sui loro p reziosi troni a guisa di baldacchino d
’
oro che gli storici
r icordano come una delle principali prove del lusso a
si atico . Plinio racconta in qual guisa questa pianta orientale sia passata in Europa segnandone le successive migra
zioni . I l famoso Diomede"
essendo scomparso in una delle
due isolette ch e sono di fronte al monte Gargano nella Pu
glia, i soci addolorati gli eressero una tomba e vi piantarono un P latano p er difenderla con la sua omb ra. I Siciliani in progresso lo trapiantarono nella loro I also d
’
on
de passò in Italia,e nelle ultime contrade conosciute in
quel tempo,cioè nel Belgio e nell
’
Olanda. Ricorda l’
isto
r ia che i l Portico d i A tene era circondato di lunghi vialidi Platano dove Platone dava le sue lezioni . Ci fa sapere V irgilio che i Romani emulando i costumi asiatici
sotto la sua ombra si adunavano sovente; i filosofi. per
29 1
disputarvi,la gioventù brigosa per sollazzarsi atque mi
nistrantemPlatanum p otantibus umbrum Bgl. 4 . Pur non
d imeno quest’
albero magnifico s’
incontra di rado nei no
stri campi ; quantunque potrebbe essere utile assai per
meriggiare le mandre nelle grandi prater ie . I l suo bel
legno è atto a tutti i lavori da fallegname . Dalla Virgi
nia ce ne fu portata un’
altra specie molto simile al Platano che ha il vantaggio d i crescere p iù presto e p iù
d ritto dell’
orientale .
292 . PODAGRARIA Nom. sic. Pod i di Cap ra Nom.
bot. Ligusticum p odag rar ia Clas. V Pentandr ia D igynia
Famig . delle Ombrellif ere.
Etim. Siccome gli antichi la credevano uno specifico
p er guarire la gotta l’
app ellarono perciò con tal nome .
Or ig . È ind igena d i Europa ed abbonda nei monti delGenovesato quindi il nome di Ligustico . Prospera piantato in luoghi freschi ; ed il suo odore è simile a quellodell
’
Angelica. Nel Nord si mangia come pianta ortense E
perenne .
293 . POLIGALAO
Nom. sic. Po ligala Nom. bot. Po ly s
gala Vu lgar is Clas. XVI I Diadelp hia H ewandr ia Famig .
delle Binantee.
Etim. I l suo nome esprime nella lingua ellenicamoltolatte p erché essa ebbe credito di produrre latte assai
nel bestiame d’
onde ne dedussero di aumentarlo eziandionelle nutrici .
Or ig . Questa Poligala detta volgare e indigena a di t“
ferenza della Senega che ci e portata qual droga dalla
V irginia. Non sorge oltre ad un piede,e conserva co r
stantemente le foglie simi li a quelle del Bosso . Per qua
si tutta l’
esta smalta i prati montuosi con i suoi fiorii quali variano dal giallo al rosso
,al turchino , al bianco .
292
Vir . Med . Si considera come sudorifera bechica,alquan
to ematica e purgante . I l Linneo credette che la radice
possedesse le virtù della Poligala Virginiana e che fosse
uno Specifico p er i morsi velenosi . . È perenne .
294 . POMIDORO Nom. sic. Fman d’
amur i Nom. bo t.
So lanum lycop ersicum Clas . V Pentandm'
a Monogyzu'
a
Famig . delle Salam e.
Elim. Per il colore ranciato del frutto simile al Lu
pino detto in greco lycos gli s’
appose il nome di Licopersico .
Or ig . È p ianta dell’America meridionale la quale passò a coltivarsi nella Spagna e da questa Nazione introdotta nell
’
Italia è divenuta comunissima; avvegnache serve di cond imento a molte vivande . A lcuni la credettero
venelìca perchè della famiglia delle Solanee capaci diprodurre apoplessie , ma l
’
uso che se ne fà smentisce que
sto allarmante supposto . Merce la cottura perde ciò ch epotesse avere d i deleterio e resta un
’
acido assai gustoso .
’
La p ianta fresca h a un’
odore nomso ,pure in Amboina
si mangiano le foglie crude insieme con il pesce .
Vir . Med . Le dette foglie pestate ed applicate alla pelleinfiammata ne mitigano il dolore . E annuo .
aos. PORCELLANA Nom. sic. Pàrciddana Nom. bot.
Portulaca olemcea Clas. Xl Dodecandria Monogynid Fa
mig . delle Portu lacee.
Etim. Vegetabile molto appetito dai porci‘
e.per tale
circostanza fu detto Portulaca quam latte o erba da porci .Orig . Ama i climi caldi come il nostro e nasce spon
taneo lungo le viottole degli orti e presso 1 cigli delle
strade . E p ianta crassa e le sue foglie hanno la proprietà di aprirsi al sole e chiudersi la sera; ed in tempi
294
Elatior ch e n e altra specie incontrasi pm di frequentenei giardini , per i suoi fiori gialli nel centro e sangui
gni nel contorno . Coltivasi eziandio l’ acua lis i cui fiorivariano dal giallo pallido dorato con il contorno gridel
lino e rossiccio . Se ne omettono le altre specie; come laPrimula Palinur i ; e la Primula A ur icula detta volgarmente orecchio d i Orso , di cui ho tenuto parola innanzi .Vir . Med . L
’
O llicinale ebbe credito contro la paralisi,
e la radice è reputata autiodontalgica. E annua.
198 PRUGNOLO SELVAGGIO Nom. s ic. A lr lgnu Nom.
bot. Prunus sp inosa Clas . X I I I cosand r ia Monogynia
Famig . delle Rosacee.
Elim. Vedi la parola Susino .
Or ig . È indigeno dell’
Europa ; il qual frutice produce
p icciolissimi frutti a guisa d i acini d i uva di sapore a»
spre che pure si mangiano . Le lettere scritte sulle b ian
cherie e sui pannilani con il succo di questi frutti nonsi cancellano nel passarli a bucato .
V ir . Med . I l medesimo e utile p er le d iarree , le foglie
tenere si p ossono sostituire al Thè,la corteccia alla Ch i
un come febb rifuga. È perenne .
299 . PSORALEA Nom. s ic. Cap r inedda Nom. bot. Psa
ralea bituminosa Clas . XVII Diadeìp h ia Decandr ia Fa
mig . delle Legwninose .
Elim. Le foglie d i questa pianta fruticosa vennero r i
tenuto come r imed io antispo rico : e po ichè le medesimehanno un
'
odore d i bitume o d i A sfalto le si è data taledoppia nomenclatura.
Orig . Nasce spontanea nei r ivaggi mar ittimi del no
stro clima; ed in tanta quantità che viene imp iegata qualcombustibile .
293
h r . Med . Dioscoride la credette antiepilettica ed an
tisterica,litontrittica
,alessiofarmica
,ma è poco adoperata
in presente. E perenne .
300. QUERCIA Nom. sic. Ruvula Nom. bot. Quercus
mbar Clas. XXI Monoecia Poliamlr ia Famig . delle A
mentacee.
E lim. Festo vuole che dall’
antico latino Qaerguemm
cioè grave e resistente tragga la sua etimologia. Tali in
effetto sono le qualità di questa pianta,il cui legno è
duro e pesante che rendesi ancor dippiù s’
è tenuto per
qualche tempo immerso nell’
acqua.
Or ig . Cresce in grandi dimensioni il tronco , ed i Suoi
robusti rami sfidano i furori aquilonari e le ingiurie delle
stagioni . Son celebrate nelle Sacre Carte le querce di
Basan; ed i popoli della Grecia l’
avevano consagrata a
Giove . Boschi impenetrab ili d i quercia ombreggiavano illuogo natale di questo falso nume sul monte Licéo nel
l’Arcadia . Le querce di Dodona si favoleggia ch e fosse
ro parlanti e pronunziassero Oracoli al pari delle famose colombe dell
’
Ep iro . Nelle Gallie coprivano i misteridei Druid i : i Celti la veneravano come emblema dell
’
o
sp italità . La corona di quercia stimavasi dai Greci più
onorifica d i quella d ’
oro . Con i rami di questa piantaintessevasi dai Romani la corona civica premio destinatoa ch i avesse salvata la vita ad un commilitone sui cam
p i d i battaglia. Se ne impiega il legno in lavor1 di duratae d i forza ,
le sue ghiande furono il primo alimento de
gli uomini ,ed in presente lo apprestano alle gregge
296
porcine: le foglie sono buona—
p astura'
alle alte bestie.Da
una specie d ’
insetto detto dai naturalisti a ip s Quercus
f oli i , con i l pungere che fa le dette foglie si forma la
Galla che entra qual base principale nella composizionedell
’
inch iostro . La scorza è impiegata per le tinture nere .
301 . RADICH ELLA Nom. sic. Radicch ia Nom. bot.
Greg is Vesicaria Clas. XIX Sgugenesia Polygama Acqualis Famig . delle Cicoriacee.
Quest’
erba è simile alla cicoria,con cui alle volte si
confonde che r iesce nociva nel cibarseue p er le sue qua
lità venefiche ; bench é in Costantinopoli si mangi in insalata.
302 . RAFANELLO Nom. sic. Radice Nom. bot. Ra
p hanus sativus Glas. XV Tetradynamia S ilicuosa Famig .
Elim. Raphanus così chiamato dai Greci perchè crescerapidamente secondo l
’
ep inione di Teufrasto e d i Plinio .
Or ig . La Cina è la patr ia d i questo vegetale dove se
ne coltiva una varietà dal cui seme se n’
estrae dell’
0
lio . Le altre varietà che si coltivano in Europa diversificano p er la grandezza, figura e colore della rad ice. Ib ianchi sono stimati p iù forti ; i rossi ed i lunghi sono
p iù dolci . Si mangiano crudi con la carne,o per pospa
sto ed hanno un sapore vivo e piccante.
Vir . Med Sono rimedio buonissimo nell’
asma,e nello
scorbuto . Sono annui .
303 . RAFANO RUSTICANO Nom. sic. Coclear ia Nom.
bo i . Cochlearia A rmoracea Glas . XV Tetradynamia Sili
c ausa Famig . delle Crocifere.
298
Orig . I l Ranunculo dei giardini ci fu portato dalle re
gioni calde dell’Asia e dellaMauritania. Nessun
’
altra p 1an
ta p iù di questa, presenta varietà cosi spiccate, ed aspetto tanto bello per i suoi fiori lucenti , pomposi di milleco lori , e p er la pienezza dei petali . Ve ne sono a fiori
depp io rosso,detti Giganti , ed a fior croceo che d iconsi
Gran Galli . V i è ancora il Ranunculus acris,ossia Bot
tone d’
oro ; il cui fiorellino riveste bene il terreno con
i suoi rami e dura molto tempo . Le foglie e . le radici
contengono un succo corrusivo al pari delle Cantarelle .
E perenne .
306 . RAPA Nom. sic. Rap a Nom. bot. Brassica Ra
p a Clas . XV Didinamia silicuosa Famig . delle Crocif ere.
Etim. E detta Rapa da Rapaccione , o Navone , cui questa pianta è assai alfineOr ig . E comunissima in Italia quantunque indigena
dell’
I ngh ilterra e della Fiandra. La radice che principalmente si mangia ha delle varietà per il colore e la for
ma or depressa or rotonda,or allungata. I l colore è
b ianco,ma ve ne sono altresì di colore giallo che sono
molto gentili a cuocersi . Le rape sono cibo nutritivo p er
gli uomini e per le bestie ; ed i teneri germogli , detti
broccoli di rap a si mangiano con avidità nel napoletano .
I l succo espresso dalle rape somministra fermentato Sp lr ito ardente mercè la distillazione .
Vir . Med . E pettorale,incisiva
,d iuretica,
»
antiscorbuti
ca e ridotta 1n cataplasma è risolvente. Annua e biennale .
307 . RESEDA Nam. sic. CaciciaNam,. bot.Reseda odora
ia Clas . XI Dodecandria Tr igynia Famig . delle Resedacee .
Etim. Fu così detta secondo Plinio a resede perchèriputata dagli antichi pianta officinale sedativa
,
299
Or ig . E nativa dell’Egitto ,e nel nostro clima
”
riesce
bene messa in terreno arenoso .
‘
Nelle viottole dei giar
dini si coltiva p er l’
odore di Pesco ch e tramandano i
suoi mille fiorellini . Questa grata fragranza vien paragonatadal Linnéo a quella dell’ambrosia; la quale d iffondesi pr incipalmente al sorgere ed al tramontare del sole . I ncon
trasi un’
altra specie di ResÎeda dette Luteo la che som
ministra una bellissima tinta g ialla impiegata a colorire
tele , lane , seta, e cotone . Annue .
308 . R IBES Nom. sic. Ribbes Nom. boi .Ribes Bahram
Clas . V Pentandr ia Monogynia Famig . delle Sassif ragh e.
Etim. Perchè indigeno questo frutice dei freddi climifu così detto da I tig os cioè f rigus .
Orig . Nasce su le A lpi e ‘
coltivasi appo nei con d itfi
coltà nei luoghi ombrosi e fresh i soffrendo assai p er i l
caldo ; produce grappoletti di bacche rosse , nere , e gial
le secondo la specie alla quale appartiene . Son queste
di un acido p iacevole e servono a fare delle conserve e
dei geli .
Vir . Med . H an credito d i rinfrescanti,quindi proposte
nelle malattie infiammator 1e per bevanda,
“
Nella Sveziane adoperano la conserva nelle angine, e l
’
infusione del
le tenere punte per le febb ri esantematiche . Perenne .
309 . R ICINO Nom.
’s ic. Erva Caronna Nom. bot. Ri
cinus communis Clas . XXI Momoecia Momodelp h ia Famig . delle Euf orbiacee .
Etim. S iccome il suo seme ha la forma d i un 1nsettodell
’
ordine dei parassiti appellato R icino comunemente
mosca canina ,è per tale somiglianza che ha preso il
nome .
Or ig . Benchè nativa delle due Indie pure viv e bene
300
e fruttifica nel nostro clima. È utile principalmente perl’
olio che se n’
estrae . Fin dai temp i* di Dioscoride era
noto quest’ olio con il nome”
di Olio di Ricirio .
î f —Si°
può
usare per lumi , ma dice Plinio che‘
dà'
una‘
fiamma'
o
scura e che tramanda un cattivo olezzo‘
come .quello del
la balena. Rumfio narra che gli ab itanti di Giava e di
Malacca mescolano quest’ olio con calce viva e l’
u'
sano
per catramare le navi . ‘
costruire dei pavimenti, p er im
battumare le cisterne e per altri lavori esposti all’u1h ido .
Vir . Med . Quest’
olio è purgativo e p uò sostituirsi a
quello d elle mandorle —dolci senza t imore ch e susciti°
ar
denza e dolore . E lodato per le piaghe‘
della testa, per
l’
emorroidi , per l’
otalgia. Preso internamente opera come catartico e vermifugo . Si
'
adopera p er espellere la
tenia. A l Capo di Buona Speranza si applicano le fogliealla testa come calmanti . È perenne .
3 10. R ISO Nom. sic. R isa Nom. bot. Org za sativa
Clas. V I H eaandr ia Digynia Famig…delle Graminacee.
Elim.. Gli A rabi ed i Caldei davano a questa piantail nome di Orisa f da cui tolta la prima lettera appéllossi
Riso fra noi . A i temp1 di Teofrasto il‘
Riso era p ianta p ea
regrina ,venuta dalle Indie e che Plinio
’
ci attesta es
sersi resa comunissima in I talia in « pochissimo tempoOr ig . A lcuni pretendono che sia originaria dell
’Etio
p ia. I l Riso e p er-gli Orientali ciò ch e i l frumento e
p er i popoli del Sud . Nei climi ardenti è un nutrimento
sano,facile a diger1r51 ; e le nazioni Indiane
“
ne fanno
quasi il loro unico cibo . Trasportato fra noi fu per fermoun prezioso acquisto . La Spagna; il Piemonte
“
, la Sicilia
lo coltivano ed è derrata principale del loro commercio
al quale .oggetto lo . spediscono alla Russia e ad îaltri — po
302
rachitide vedendo che s’
insinua nelle ossa . degli animali
ma questa supposta virtù e smentita dall’ esperienza; av
vegnach è le bestie che se ne nutr iscono dimagrano ,e
muojono quasi tisici . E perenne .
31 2 ROBINIA Nom. s ic. Rubbinia Nom. bot. Robinia
p seudoacacia Glas . XVII Diadelp h ia Decandr ia Famig .
delle Leguminose.
Etim. Questa pianta ebbe il nome daLcaricarsi in
primavera di fiori racemosi del colore del rubino .
Or ig . Benchè indigena della Virginia pure svilup pasi
rigogliosa nel nostro clima e moltiplicasi e cresce rapidamente; ed i palloni ch e spuntano dalle radici in tre
anni possono tagliarsi per farne pali ed anche cerchi.I l Du H amel loda la bellezza del suo legno giallo v enato ,lucente e duro atto alle mobilie d i lusso . Le foglie sono
un sano foraggio ai cavalli,allo bestiame e Specialmente
alle pecore . I fiori danno un buono odore allo sciroppoche rendono p iù grato . I l solo uso che se ne fa tra no i
è di ombreggiare i viali e di ornare qualche giardino
all’
inglese . con la sua fresca verzum.
313 ..ROSA Nom. s ic. Rosa Nom. bot. Rosa Gallica
Clas . XI I Icosandr ia Poligynia Fam. delle Rosaceo.
Etim. Le grate . fraganze che emanano copiose dalla
Rosa vengono espresse dalle due voci greche ra ed ozo
…quasi spirante facile odore .
Or ig . Benchè il suo nome specifico la dica indigena
della Francia, pure — la vediamo vegetare in p ieno svi
luppo in tutti i climi temperati di Europa e dell’
A ntico
Continente . Erano celebri in fatti p resso i nPalestini le
R ose. d i Gerico siccome nella Lucania quelle d i Pesto ;
ed i p oeti Greci , p er il leggiadro complesso delle tinte e
303
soavità dell’olezzo la sacrarono alla dea della bellezza.
Questa Regina dei fiori si frammischia, p er cosi dire alle
nostre feste ed alle nostre gioje . La gioconda giovinezzase ne fa corona
,ed il dolce incarriatino dei petali ci ri
corda il casto pudore; essa è l’
emblema dell’
innocenzaessa è il premio della virtù . Per tale ragione ClemenzaIsaura istitutr ice dei Giuoch i Floreali , la destinò a decorare i laboriosi studii dell
’eloquenza poetica e dell
’
ora
toria. Numerosissime sono le . vafi età della Rosa, ed un
illustre antofilo d i nostra conoscenza 1’ ha fatto ascen
pere mercè nuove combinazioni a p iù di 300. A ricor
darne qualcuna; havvi la Rosa Rossa, la Bianca, la Giallala Rosa Cannella
,la Cappuccina, la Carbonara, la Doppia
Cento foglie la Multifiera,la Muscosa il Musch etto , la
Tea, quella di Bengala, la Damascena.
Vir . Med . I fiori tuttavia in boccio si adoperano come
astringenti e carminativi . Dai petali si distilla l’acqua e
l’essenza di Rose
,la conserva
,l’
aceto,il siroppo ed i l
mele rosato . Tutte le sudette varietà sono perenni .3 14 . ROSMARINO Nom. s ic. Rosa marina Nom. bot.
R osmar inus ofiùinalis Clas . II D iandr ia Monogynia Famig . delle Labbiate.
Elim. Rosmarino,ossia rugiada del mare fu così detto
perchè ama i luoghi esposti alle aure marine.
Orig . Nelle campagne presso Narbona nasce da se in
tanta copia che il legno di questo arbusto aromatico ser
ve per alimentare il fuoco . Prospera nella Spagna, nellaSvizzera; e nell
’
I talia è coltivato in tutti i giard ini . Dai
cuochi s’imp iega per condimento"
di alcuni cibi ; e se ne
prepara con la d istillazione un’
acqua celeb re sotto i l
nome di acqua della Reg ina d i Ungheria .
301
Vir . Med . E quest’
acqua ottima p er i mali nervosi , vertigiui , e deliqui . La pianta si reputa
,tonica, cordiale , e
cefalica . Perenne .
3 15. RUSCO Nom. s ic. Sp ina Pulci Nom. bo t. Ruscus
Acu leatus Clas . XXII Diaccia Monadclp hia Famig . delle
Smillacec.
E lim. L’
asprezza delle foglie di questo frutice acute
e pungenti le ha fatto dare il nome d i Brusco o Rusco .
Dicesi eziandio puncitopo perchè impiegato a difendere
dai tep i i commestib ili .Orig . È indigeno dei nostri paesi meridionali; e nella
Sicilia s’
incontra frequente nei luoghi incolti e sterili .
Non mai si spoglia delle sue verdi fronde ed adornasi
di fiom 111 marzo . I frutti sono rossi,ma quelli del Ru
sm s Racemosus sono gialli di ord inan o .
Vir -Med . I l Ruscus n og lassum ebbe credito di a
stringente; ma in presente non se ne fa p iù uso ; le ra
d ici però dell’Aculcato hanno luogo in medicina come
diuretiche e sono delle cinque radici aperitive maggiori .Sono perenni .
. 316 . RUTA Nom. sic. Aruta Nom. bot. Rata Gvavco
l ens Clas . X Decandria Mono'
gynia Famig . delle Rutacee.
E lim Dalla voce greca Rao cioè serbo fu cosi appellata dagli
‘
antich e per le molteplici virtù ad essa attri
b aite .
Or ig . È pianta ind igena resa celebre dalla muliebre
superstizione . Qual amuleto la pongono mdosso ai fan
ciulli per allontanare certe fantastiche malattie, Trusanato dall
’
0p inione del volgo ha scritto anche Plinio su
d i questo vegetale p iù da Romanziere che da naturalista.
Dice ch e sia un rimedio efficacissimo contro tutti i ve
306
3 19 . SALVIA Nom.
«sic. Sarcia Nom. bo l. Salvia az??
cinalis Clas . ILD ia’ndr ia ] llanagynia Famig . delle Lab
biatc‘
.
Elim . Per le vmolte . qualità salutari attribuite a questofrutice aromatico da Plinio e da Dioscoride fu distinta
con tal nome dalla voce latina serbare ossia salvare .
Or ig . Cresce in tutte le parti del mondo antico,ma
quella della Spagna è d1 perfetta qu‘
alità . Si adopera daicuochi per gli arrosti degli uccelli piccoli perciò chiamata Salvia da uccelli . H a sapore aromatico
,ama
'
r o,ed
un pò acre . Gli Olandesi comprano quasi tutta la raccoltad i quella ch e cresce sulle coste
"della Provenza ‘
p er per
farla alla Cina. I Cinesi ed 1 Giapponesi là pregiamo tantoch e p er una cassa di Salvia ne danno quattro di The
e si maravig’liano come si vada così lontano in ce1ca di
alt1 e p iante possedendone una tanto preziosa.
11 1 Med .
‘ È tonica, cordiale , stomatica, sternutatoria;si fuma a modo di tabacco per sear iéare
‘
il cerebrof e si
prende in infusione come il Thè . Perenne .
320. SAMBUCO Nam sic. Sauuazi Nom. bat. Sambu
cus nig ra Clas : V’
Peri landr ia Tr igynia*
Famig . dalla
Elim. La parolaSambuco è Aràb‘
a e significap urgàrc.
Orig . Questo’
veg'
ètab ile 1ndigeho dell’
Europa cresce
Spontanea ’
i1èl Giappone,ed
’
è una”delle p iante ch e sér
vono ad usi molteplici . Nella fioritura olezza s'
oavissimoe se ne prepara un vino esquisito facend
{
ò fermentarele sue baobh
' “e cori lo zucchero
,
’Zenzeverb e Garofano .
V 1r . Mlcd . Le foglie; i teneri ger nin i ed i fiori pur"
gano energicamente . L ’
infusione dei fiori sec
307
cataplasma guariscono le risipole i reumantismi,e le
infiammazioni . Le bacche sono diuretiche ed arrestano
le d issenterie; i semi che posseggono virtù purgativa ,
danno nu’
ella r isolvente p er uso esterno . È perenne .
32 1 . SANGUINELLA Nom . sic. Sangu inclr ia Nami bat.
Geranium Sangu ineum Clas XV1‘
Decandr ia Monadel
ghia Famig . delle Gcraniccc.
Etim: Geranio in greco esprime Grue perchè la «fo
glia di questo v egetale h a qualche somiglianza con il‘
p iè
d i tale rapace volatileOrig . E p ianta nostrale ed il color rosso del suo gran
de fiore l’
ha meritato il nome di Sanguinella1
1 1
Vir .Med . H a qualità astringenti . È .perenrie…
SANTOLINA * Nor)1 .
1s ic. iCanf ara b ianoa =Nam. bal.
Santolina Chamcccgp ar issus Glas . XIX Syngenes ia Pa
lggamia aequalis Famig Ì —dcllc*Labbiale
Ehm I l suo stelo fruticoso,le foglie simili al cipresso
e l’
olezzo di Sandalo ch ’
e'
mama'
le fecero a pporre tale
nome .
Or ig . I ndigena dei climi temperati d ell’
Europa vivebene nella Sicilia. Su i
' primi di Giugno vedesi r ivestitad i fiori gialli tra lei lineari e p ico ele sue foglie adorne
d i punte ch e”
la rendono simile a certi vermi . o bruch idetto p er tal motivo vè rmiculare .
l i …Mcol Possiede p rop rietà balsamiche adoperata come antelmintica. Perenne .
32 3 . SANTOREGG1A N . :am sic: Satarccldu Nam» ba i .
Salorej a montana Clas : XIV .Didynamia Ggmnospcmna
Famig . delle Labbiale .
3E i im. Gli A rabi con la parola Satur esprimono la maggior parte d elle perciò -
ch e'
la Saturnia
308
appartenente a questa . famiglia ebbe tal nome . A ltri lo
fanno derivare da salam per le p rop r ietà salaci ad essa
attribuite .
Or ig . Quasi tutte le specie delle Santoregge vegetanonell
’
Europa. Gli antich i medici la consideravano come
stimolante ; e D ioscoride la pr0poneva p er farne u so nelle
vivande .
Vir . Med . Si ha la Santoreggia come d isinfettante ed
in tempo d i epidemie se ne profumano le ab itazioni ; equando regnano le Ep izaatic ,
anche le stalle . È stoma
tica,attenuante , diuretica, emmenagoga, ed afrodisiaca.
E perenne .
324,SARACCH IO Nom. sic. Dd isa Nom . bat. A run
da Ap eladcsmas Clas . I I I Tr iandr ia D igynia Famig . delle
Gram-inaccc. .
Elim . I l nome d i Ap elodcsma°
vale in greco legameda vite .
Or ig . Nelle spiagge della Sicilia impiegasi in fatti perlegam e i tralci sarmentacei uso che troviamo rammen
tato da Plinio i l naturalista. A ltri vantaggi ricavansi dalSaracchio ; avvegnache se ne fanno corde
,se ne eep ro
no capanne,se ne intessono stoje ed altri utensili . Que
sta pianta è perenne .
325 . SASS IFRICA Nom. .sic.
' Ramp ip clra . Nom. bat.
Tragop og on Porrif alium Clas. XIX Syngcncsia Polgga
mia Famig . delle Sassif raghe .
Etim. I l suo n ome botanico * in: greco significa barba
d i becca; e d al nascere fra i sassi trasse la sua volgarenomenclatura.
0r in uesta pianta’
= erbacea è comune! nei prati dimontagna. H a fiori azzurri solitari .termin
'
anti . Le barbe
Orig . Questa p ianta comunissima, massime presso i lid i marittimi ha un bulbo grosso assai che
*arriva al p
.
e
so di alquante‘
libbre . Le sue esalazioni , e : la Scilla stessa
polverizzata m essa a contatto della p elle p roduce pustuler ipiene di umore caustico ch e romp endonsi ne . causano
altre nojosissime . I l succo i rrita gl’
occh i ,ed è acre— amaro
nauseante .
Vir . Med . La medicina moderna lo considera come un
dep rimente cnergico che abbassa. la pulsazioney e si usa
nelle malattie di petto,nel , tifo ,
nell’
idrop isteniche ,si
pretende che sia ancora antiasmatico . Ep erenne .
329 . SCOLIMO . Nom. sia.
— Scoddi Nam. bal. ‘Scolimus
H gsp an icus Clas . XIX Syngenesia Pal-igamia mqualis
Famig . delle Cinaraccf ali .
Elim . Scolimus deriva dalla greca voce lacer0 a causadelle Spine da *
cui la p1anta è armata.
Or ig . La sua provenienza l’indica il nome specifico .
Questo , quandO è tenero , e buono a mangiarsi . Comprende tre specie l’ una e annua
,l’
altra biennale,e la terza
h a rad ici perenni .330. SCOPA O ER ICA Mam. s ic. Scap a Nam. bo l. E
r ica Scop ar ia Clas . VII I Octandr ia . Managgnia Famig .
delle …Er icinec.
E lim. Gli antich i supponevano ch e q uesto su ffrutice
avesse la virtù d i rompere il calcolo.dulla vescica le che
esprime la greca vece Er icaOr ig . Le Eriche vegetano p er tutte l e parti del globo
su di una zona che dal polo Nord s ’
estendc all’
A ustrale;
ma si arresta alle frontiera delle due I ndie .
”
L’Erica sco
paria è ind igena delmezzogio rno d i Europa e r iesce utile
ai quadruped i che se ne pascono . I l Coniglio si nasconde
3 11
fra le sue -« foglie , alcuni uccelli nutrisconsi dei suoi semi
e le Ap i -raccolgono miele‘
abbondante dai fiori . V i sonodelle : contrade dove l’ Erica è il solo combustibile ch e
app restano d campi . Nel Nord si mescola con , la scorzadella Quercia per conciare le pelli ; e con
“
il Luppolone lla preparazione della birra ; ma
'
di ordinar io se ne
fanno granate .
Vir . Med . H a proprietà aperitive,diuretiche e diafore
tiche. E perenne .
331 . SCROFULARIA Nam. sic. Scrof ular ia Nam. bal .
Scap hular ia nadasa Clas . XIV D idj namia Ang iosp ermaFamig . delle Labbiate.
Elim.La virtù ch e le si attribu isce '
p er r 1solvere le scro
fole l’
ha fatto dare un tal nome . Di'
simile v irtù si cre
devano dotati i Re di Francia ch e l’
ebbero'
miracolosa
mente trasmessa dal tempo d i C lodo veo , e si narra ch e
col semplice tocco della mano liberassero'
coloro che
n’
erano affetti .
Or ig . Questa pianta europea ama i luogh i umidi e paludosi
Vir . Med . Per guarire le scrofule si p referisce la sua
radice che adoperasi p er altri mali cutanei . L’
in fusione
delle foglie nella Svezia si dà h elle angin’
e'
co'
me sudov itera . I veterinarii usano il decotto per curare la scabbia
d egli animali . E perenne .
332 . SCORSONERA’
N0m. sic'
. Scursmicra Nom. bat.
Scorsoncra H isp anica C las . XIX Syngenes'
ia Po ligamia
E qualis Famig . delle Cicor iacee.
Elim. Dalla parola Catalàna scorso ch e‘
significa viperafu appellata seorsonera.
’
Or ig . E indigena della Spagna, benchè ve ne sia un’
al
31 2
tra Specie originaria della Boemia. Le rad ici » sono quellech e somministrano un
’
alimeneto salubre e piacevole . Esse
sono r icoperte da una buccia …nera,b ianche internamente
della grossezza di un d ito . Codtengono un s'
ucco —dolce .e
nutritivo di facile digestione , che candite mello zuccherosp erimentansi stomatiche .
Vir . Med . Sono prescritte in medicina come sudori
fere e mundificative . Entrambe queste Specie sono perenni .333 . SEDANO Nam. sic. Accia Nom. bat. Ap ium g ra
aealcns Clas . V Pentandr ia D igynia F ami g . delle . Om
brcllif erc
Elim. Dalle foglie di questa pianta intessevano gli antichi le corone p er i Giuochi Nemei , e
—« perchè ne coro
ramavano l’apice del capo dei vincitori fu perciò ch e s i
appello A ppio,e «pretendono i Greci ch e Ercole «gliene
abb ia dato il primo esempio . I l nome di Sedano è'
una
corruzione della greca voce d i Selino .
Or ig . Questa p ianta cresce spontanea nei terreni umidi
e paludosi dell’Europa ,e nella Sicilia è ‘
comuni ssima .
Si mangia cruda e cotta in diverse maniere . I Latini ! la
chiamavano Celor ia dal suo rapido -crescere d’
o nde il
nome Italico d i ' Scllarc.
Virzì. Meal. Le sue foglie son credute diuretiche ed an
tiscorbutich e e le rad ici afrodisiache . I l succo ha talvoltatroncato le febbri intermittenti nella dose . di sei once
prendendo lo al sopraggiungere del brivido . Promuovei l sudore e deterge le ulceri s corbutiche della bocca…Èb iennale .
…334 : SEGAL‘A Nam. sic.=S ccala Nam,
,bat . Secala .Cc
reale Clas. III Tr iandr ia D igynia*=Famig . adclle Grami
naceo . m t
314
seme macinato e mescolato con il mosto cotto che prendeil nome di mostarda af fin di servire d i salsa nelle mense .
Un lusso irragionevole ci fa comprare a caro p rezzo da
gl’ Inglesi la detta farina da servire all
’
indicato‘
uso men
tre questi '
compr ano da noi i semi d i senapa . Se n estrae
un’
olio utile p er condimento cche . al Giappone ev ade»
perato p er ardere nelle lucerne .
Vi r t. Med . I semi presi internamente sono antiscor
butici e febbr i fughi ; adoperati in polvere come il tabaccosono s ternutatorî ; masticati promuovono la salivazione ;se ne compongono gli epispastici, o senapismi . È annua.
337 . SENECIO Nam. sic.
. Rapuddao Card idduni Nam.
bat. Senecio vu lgar is Clas . XIX“ —Sgag‘
encsia Po lygamia
sup erflua Famig . delle Ciòiaraccf ali .
E lim. H a il seme coperto da b ianca lanugine a guisa
del capo d i‘ un vecchio,fu perciò detto Senecio dal la
tino senesca.
Or ig . È pianta Europea ricordata da Plinio nel Lib?26incontrasi facilmente
,
nei nostri campi . Si mangia teneranel
’insalata e
'
si raccoglie per pastura delle bestie . I semisono appetiti dagli uccelli massime dai calderini (Frin
gilla Carduelis) che ne impiegano i"
papp i per costruire
i loro nid i : quindi appellata altresi erba Caldcr ug ia o Cal
der ina ve ne sono altre tre specie ; cioè la Pseudoch'
ina,
la Dor ia e la Jacobèa .
Virt. Med . Tournefort '
e Boerhaave riguardavano lavolgare come emolliente ; e scrive il Linnéo che nel
l’
H elisngor si pratica app licandola'
sopra i furunculi per
agevolar ne la ‘suppo'
razione .
'
Le Toglie : de lla D aci a pon
gonsi su le“
piaghe. come detersive . La Jacobea finalmenteha riputazione di vulneraria proposta in - « impiastro per
3 15
i dolori d i eventre‘
prodotti -dalle dissenterie , per le f i
stole e per l’
angima. Quest’
uttima Specie è perenne tuttele altre sono annue .
338 . SENSITIVA * JVam; —s iclWalimclarigcrc. Nom. bat.
Mimosa mcd ica Clas . XXII I Po lygamia Monaccia Fa mig .
delle Leguminosc.
Etim Dalla p orp rietà di scuoterei e‘ p iegare al mini
mo tocco le sue irritab ili f oglie ebbe . tal doppio nome .
Or ig . Si r itiene «come pianta- originaria, di America ;
ma Plinio ci attesta che agli antichi non . era ignoto que
sto fenomeno ;-Forse egli parla — de lla M imosa A sperata ,
detta nè ] lîEnciclop edia Mimosa‘
Pigra ,’
.le cui' foglie sono
anche irr itabili e si —ser rano nel toccarle. ma p in_ len
tamente . Si coltiva '
nei vasi ed incontrasi in molti giar
d ini come p iantai singolare ; dappoiche Sembra …sottrarsi
alla mano che vuol*
toccarla. Le foglioline si applicanole u ne su le altre
_
e ric0pronsi con la supeficie super iore; indi il
“ Pez'
ziuolo . si abbassa e se la p ianta non .è alta
va a toccare la terra. E annua.
° 339 . SESAMO Nom: s ic. Giugg iulena Nam. bot. Sesa
mum J ndicum Clas . XI V Didynamia . Ang iosp erma Fa
mig . delle Bignaniaccc.
Elim. Second ioscor ide ' la parola«Scsaman3 è d i o
rigine‘
—Indiana che significa p erf etta. Si ch iama Giuggiu
lena dal color d i Giuggiolo'
d el seme .
Or ig . Nelle Ind ie e s pecialmente nel Màlabar,
-nd l
’
E
gitto ed anche in Sicilia si coltiva questa pianta per raccoglierne il seme; il quale sim escola…dagli . Orientali edagli Ebrei in cef te lpaste; e presso ì noi ch op resi la
» su
perficie' del
"
pane e del biscotto . L’olio
'
che se n’
estrae
316
Vir .
‘
Mcd . Quest0’
s i‘
adopera 1n-«n1edicina f come e
'
m‘
oll
liente; delle foglie nell’
Egitto'
i -fassene ’£imp iastro p er le
oftalmie . Annuo .
S ICOMERO — zFALSO :Nont sw.
’
A h i iih l ili p a'
c'
an
za vNom. bal.
nogynia Famig . delle Melia.
Elimi: Perch è “
simile al Smomero Egiziano ebbe tal -nome; e ben
= i si con'
viene"
per il"suo frutto fetida
,e d i
sgustoso Di0scorid?e la"voce“ Siconi èro
Or ig . E sotto
Ian tem'
peratura della nostra 1atm'
osfé'
ra.qNella"v
'
calda sta'
d i turchino e d i
violettòî îaagrap poli'
1ascellari : Dai suoi noccioli che hannocinquecostolecall’esterno
,se n e
‘
cava dell’olio come dal
« 341 : SILENE 'Nomr s ic. Giurì d i no tti'
Nain . 1 bots -S i
lcnc f raticas'
a*Olas .
'X DecaM f ia iTr ig ;gri—ia Ramig .
xdellc
Car iafi llec.
' E limî.
-"Lew si
"appose
-tal' nome d ah
"
greco Seloc luna ;
avvegnache-‘
alh ch iarore di questo .h otturno xp ianeta,‘esso
schiude i suoi fiori graziosi .0rig : Nasce
rsp‘
ontaneo nella S vizzeéare nella Francia
ma si'
é ‘naturalizizata: fra'
noi'
da' î tempo assài » Benchè
molte siano le S i lene * le quali occultinb'
d a loro bellezza
agli sguard i“
del solo e d egli la .
' Canica c
l’
A rmcr ia,rnierita la :
p referenza, : 1la* Fruticosa la q uale
Cespuglio sempre’
: verdes É annua.
342 . S IO ; =Nam. s ic: «Scaauni -3Nams“
bo lt Cicala nad ifla
ra .
'
Su'
q uesta=
'
p ianta si consulti la : parola: =Nastruzim
343 . SMILLAGE Nam. sic. Salsa = 8 ici liaiza N òhu— 1 boù
318
ne fa“
uso internamente ed estérnàmente » Sono perenni ;345. SOMMA CCO Nam. s ic. Summaccu Nam: 'bol . Rhus
car iar ia Clas . V Peutamdr in Digg/ni a . Famig .
"
delle Te
rebintaccè .
Elim. I semi a grapp oli ,w i î ramigl le faglie v icine a cadere prendono un còlore r osso vivo in alcune Sp ecie
'
co
me in quellai i della
‘
Virginia, per la quà] : tinta fu …detto
Rhus ch e iu‘
greco“vale
'
rubescei1té t La “ parola samme lt
è A raba,nome"ch
'
e‘
u1 el (lassi . a t questow
‘
frutice .
Or ig . Si vuole or iginario Edella'
S iria i,
“ quantunque iu'
presente sia coltivata nella C ina,
’
ropa mé ridibnale g’“
c {costituisce una
derrata -commèncio attivo.;
‘
Gli 1 .antich i
usavano dei '
suoi '
serb i,
v ch e‘
sond î‘
acidissimi,qual ' condi
mento d 1°
alcu‘
ni * cibi ; d’
onde -
‘
gli u davano*
il nome * di Rhus
absaniorum. I Turchi tuttavia: ne f anno i ll imedesimo'
us'
o ; ma l ’utilità maggiore si ritrae. dalle foglie î'
che'
pol
verizzate'
servono 1.5.11a'
concia del‘cuoiame . Una delle sue
specie è i l“R/1us Taicicoalcnclran chiamato volgarmente al
bero del veleno ;fi da cui —
geme un 1‘
succo lattiginoso :che
d iviene nero ;‘
e vche '
con la sola :r evaporazione è ucapace
di suscitare pustule resip olose .
Vir . Med .
'
C iò .fnonv ì ostante t.quest
’
ultima specie è considerata come centrostimolante ; erle
' foglie'
sono state p ro
poste nelle p'
ar'
alisi e i n’é lle febbri infiamma
torie, è d’uopo pero usar precauzione nella desco e nel
maueggiarla E perenne"
f“
. 1 c
Nom: : lbat. Sam us
o le'
race’
us “Glas .
’XIX—J Singcnes ia Pò lggàbtim3Famftg . d elle
i i -eu se m i li’
c s i m a
.Ettmaip ian'
t’a bh e" stelrf ca'
voî’
dettaì p'
cnèlò Sorico
perchè tanto esprime in greco questa parola.
3 19
Or ig . Indigena dell’
Europa nasce spontanea non solo
nei luogh i fertili , ma altresì in siti incolti ; e su le mura,
si osserva pensile fiorita p er tutta l’
està . Questa piantaè amara ed abbonda -di un succo lattiginoso . Nel Nord
si mangia ancora tenera in insalata; e fra noi non solo
si mangia cruda ma cotta eziand io d’
unita ai giovani
germogli . La carne dei co‘
nigli obe si sononutriti di que
sto vegetale h a un sapore grato assai…Vir . Mcrl…E aperitiva e rinfrescante e viene raccoman
data nelle ostruzioni: E annua 1 «g,.1 u
2 47 . SORBOENOm. s ic. Zorba Nam…bo t P iras sorbus
Clas. XII I cosandr ia Pentagynia Famig .
‘
-dellc Rasacce .
Etim. ; I l frutto di . questa p ianta ,riesce
'’
grato a l gusto
allorquando è lo chè si fa sorbendolo perciòin detta Serba. Negli altri stad i (li — sua maturazione ha
un sapore ‘
aspro ed austero
Orig'
: Essa è originaria —della Germania e _della Fran
‘
cia coltivata nell’
I talia da temp i assai remoti . Cresce: lentamente e p orta il frutto dopo aver '
acquix1tatai tutta: la
forza; la si raccoglie ; nella stagione vernale.
Vir . M ed . Si adopera per fermare ,- lo ; d iarree . virtù
conosciuta dai Romani e Marziale infatti cantò, Serba
sumimus malles n imiam cluranti,a centres .
348 . SPERGULA Nom: Anzarcdcla Nam… ;bat Arana
r ia Rubra Clas . X. Decandr ia…Tr igynia Famig . delle Ca
Etim. Fu detta cosi perch è ,naspe i n .
-
p re ferenza nei
Or ig . Qnestm p ianta,indigenaabbonda«nei,, littorpli della
Sicilia ,dove. stende I È .Su011£OSS Ì . …cauli giacenti ; r icop erti
da ' foglie'gfil iformi carnose s,Hag lagnotevole ;p rpp rietà d i
320
schiudere i fiori a mezzogiorno da *
‘
se'
rvire per-merid ia
na nell’
orologio d i flora. Perennis.
349 . SPIGO Nam. sic. Sp icaddassai Nam. bat L acan
d ala sp ica Clas . XIV Didynamiai‘
Gi'
mnosp erma Ramig .
delle Labbiatc.
Etim° I Romani facevano gra'
n consumo nei loro ha
gni ,di questa pianta per renderne l
’
acqua odorosa; d’
on
de le venne il nome di Lavandula *
dal latino lavare .
Or ig . L’
A frica Settentrionale,
. e°
la Spagna ci hannoarricchito da tempi immemorab ili della spicaNardo . A p
partengono a questo genere la'
Laaanclala dèntata”
detta
Spica« di Francia
,e la
‘
Sthoeòas‘
o *Stècade '
p ervenutaci
questa dell’A rabia. La parte superiore del Gaihbo di essa sempre verde s
’innalza a
'
forh1a di’
spicà tutta pienadi fiorelli…violetti e cerulei di grato odore,che consen
vano per lungo tempo , quind i si usa metterla tra la biani
cheria. L ’
olio volatile che se ne‘
distilla imp iegasi‘
nella
profumeria.
Vir. Med . Le spiche della Stecade hanno r iputazionedi cefaliche e d i vulnerarie . Sono perenni .350. SPINA BIANCA
‘
N0mKsM. Saittùni Nom. bat.
Echinop s Sp heracep halus cus"
. XIX Po ligamia‘
segreta
Famig . delle Cinaraccf ali .
Etim . Ebbe tale nome per la forma globosa del suo
capo , e per le spine da cui è armata!
Or ig . E pianta indigena comunissima in S icilia che
s’adorna di fiorellini bianchi e turchini disposti in globo .
Non b isogna però confonderla con l’
altra p ianta frutices'
a dell’
iStesso‘
nome,
'd étta in b otanica; ’Maap irtus arga
cantha"che
'
î è‘
là = tradu‘
zione greca di alba"
sp irto : I n A te
ne ardevansi lè—
tede (I i — questo legno su rarad’
I tneneo ;
322
353 .
' SPLENDA Nam. sic: 'Fu‘
rmcntu saraagg iu Nam.
bat. Tr* i ticum sp alla Clas .
'
I I I Tr iandr ia'
DiggniaîFamig
della Gramznacec'
:
’
Etini . Dalla'
grecà voàe che i signifìca‘
seminare‘
fu'
detta
Orig . È p ianta nostrale,come tutte le altre
‘
d i questa
famiglia da cui d ifferisce per la sua Îsp 1ga cosi = dissàrti
colata che ad ogni piccolo urto ' se né ’ separano i s emi .
Si mangia in minestra ed è molto nutriva. Annua.fi
354 . sic.uS taliéd Nom.
’'
bot.'
Statica *Li
manium Clas . V Pentanclr'
ia i’
Pcntagg/nia Famig.
”
delle
Etim. Viene così appellata dal t igrec0' Statas“ ch’
esmime tutto ciò che ha
'
la'
p otenza di ferdi
areju nire e=r itenere .
Or ig . É pianta comune nei luoghi paludosi , massimèsu le rive del mare
,dove fo rma una
"‘
sp ecie d1 d iga nai
tarale a tener salde le : r a
dici . I n esta schiude numerosiì fiorellini,
“ volti “ al cielo
formanti pannocchie di un'
grato violetto . Ve ne’
sono d i
specie esotica: come l—
’
A lmeria dai fiori gridellini ,'
la Tar
uni ca ch e intralcia i rami carichi d i bianch i fiori —a forma
sfer ica, la S inuata pianta graziosa per i fiori cangianti ,e la Mucrwi izta
"che adorn
’
a'
i"suoi ‘fu
‘
stif crespi di verdecupo con fiori color d i rosa?“ ’
N ’
'
Vir .
'
Mcd . La& radice * dei la:Liman
’
iaì *ha1 qualità estr in
genti ,’
l’Armcria"è creduta vulneraria.
“
Quested ue specie
sono perenni .
Laranclula S tachus‘
Ggìrinasp erma
Etim’
fl È*
Ì iiànta"pervénut-aci( ilalle b Stettad i£isole îp oste
:
323
di r incontro a Marsi glia; l’
etimologia. di Lavandula l’
ab
b ian data alla parola Sp ice…Or ig . Ama i luoghi montan1 e,vege ta nel Levante . nel
la Francia,e nell
’
I talia Tutta . la, p ianta diffonde un gra
to odore a romatico .
Vir . Med . Le sue Spighe: sono cordiali cefaliche in
oisive , ed emmenagoghe; esse entravano“
trag lfingredien
ti della teriaca E frutice perenne.356 . STRAMONIO Nom. sic. .StramoninlNam bot. Da
tura S tramoniumC las . V Pentandnia Monagg—nia'fi amig .
delle Science.
Etim. I Turchi appellano Datura lo Stramonio dal greco S temanion che significa stanze: -quasi .si diceSse piantastaminacea.
Or ig . Benchè indigena dell’Amer ica n del «Malabar da
lungo tempo si è naturalizzata nell’
Europa. a ce lungo
i fossi ed il suo fetida odore di topo , e .di pelo bruciato
la fa r iconoscere facilmente . Gli animali domestici la f ug
gono ed è pericoloso respirare l’aria infetta dalle — sue e.
salazioni . E un veleno ch e…coagula il sangue, e cagiona
vomiti,follia
,letargo ,
—sudori freddi , .convulsioni e morte .
L ’
uso dei sali .volatili .Ed'
ella ematici . ecc
ne sono — il rimedio L Agosta .ed il…Garretti .dicono‘
, che
le cortigiane : ed i latroni del
fan p rendere mezzo grosso dei ìsemie d il qu9stap ian;ta agli infelici i …quali cado
'
no 1‘
nelle -loro mani ,. 1che‘
:p r,o
duce loro alienazione mentale’
affine d i rubafl i°
.facilmente.
Le larghe . foglie'
dello Stramoniw'
se mwono…;agli a ntich ida larva per cov
'
rirsi v il T. lvoltolme'
i allegri gi orni : di i car
nevale : : 1°
1o igg sm rm
,
Vir . Med . I semi ritenevansi da Teofrasto e da. Dio
324
scoride come narcotici e stupefacienti . I l celebre S tork
dopo una serie di esperimenti fatti s opra se stessa,con
ch iuse che questa pianta può adoperarsi con s u°
ccesso nella
mania’
,nelle vertigini. , nell
’
ep ilessia°
e"nelle i nveterate
malattie nervose . Vubl essere intanto amministrata con
cautela ec'
cessifl ; —desta grande a ppetito c .sete; va alla
testa,rende i polsi piccoli
,e cagiona altri sintomi .p eri
colosi: le foglie peste calmana i dolori delle scottature e
delle emorroid i . E annua.
'
357…SUGH ERO Nam. s ic. S iwar r‘
i‘
Nom. bat. Quercus
suber . Clas . XXI Manaccia Polyandr ia Famig . della A
mentucce .
Etim. Gli antichi per a ddestrarsi al nuoto solcano sottoporre al petto la corteccia d i quest
’
albero affin di an
dare a galla; quindi …dal latino subcssc vogliono alcuni
che sia stato detto Saber
Or ig . Ama i luoghi cald i, e semb ra i ndigeno de i no
stri paesi merid ionali . S i rende utile p er la sua scorzache staccandola dal tronco in tempo proprio l’albero nonne r isente notab ile detrimento . Molteplici poi sono gli 11si di essa: se ne formano dei turaccioli , e dal modo di
verso di tagliarli r iescono d i i rnigliore condizione . Biso
gna farlo in linea orizzontale dei …pòri perchè facendoloperpendicolarmente
,il liquore trapela a traverso 1 me
desimi,
“anzi lo succhiano . E questo il :motivo per cui sipreferiscono i turaccioli d’Ingh ilterra, benchè formati delsughero nostrale . I
'
pescatori°
adoperano questà scorza per
sostenere a perpendicolo le i reti' ed «è impiegata altresì
a tenere asciutti i p iedi mettendola sotto le suole delle
scarpe ; ma d i maggiore utilità riesce nella concia del
326
sca -nella =Cina e nel Capo di Buona =Speranza'
j pure il
genere di Nicoziana coltivato*
fra* noi è‘
o riginarlo dell’
A
merica…Queii pòp oli selvaggi , dopo i … loro fib ré vi lavorir iemp ivano
* delle‘
g ross'
e pepe’
chiainàte fi olumbé ll di ta
bacco e passavano le intiere giornate a .fumarlo = assisi
su ; le r ive d ei*
loro fiumi tenendo gli’occh i :fis
'
si al lento
scorrer e delle acque . A ffiggevcino a questa pianta”
un’
i
dea religiosa} Un selvaggi o ch e d i notte ' r icoveravasi in
qualche capanna, se .assiso vicino al d omestico fecolare ,
i l padrone dell’abituro ,gli .dava a pipa'
re il suo C olum
b ell,i l nuovo arrivato zera in sicuro . Gli Spagnuoli fu
rono i primi“ che n el 1520 impor tarono questa pianta inEuropa da Tabasco città ‘
della Nuova Spagna nel G olfo
Messico ; e p er tale provenienza ebbe tra noi il nome d i
Tabacco . Quaranta :ànni dap poi°Giovanniv icot ministr
‘
o
F rancese p ress0‘
la Corte d i Portogallo— lo introdusse in
Francia d ove gli nfu°
:app osto il“
nome —d i N icoziana; S ir
Walter Raleigh lo?diffuse nell
’ Inghilterra e così l’
uso-del
Tabacco si rese comune in Europa. Dapprima fu introdotto come sternutatorie , adesso è . d ivenuto. articolo dilusso . La sua celebrità fu -argomento d i violentissime d ia.tribe fra i dotti n on solo
,una altresi fra i -poco saputi
che presero parte ansiffatte quistioni .A seconda l’
opinio
ne che si adottava —
se na —esageravano le tproprietà u tili,o nocive.Le menti esaltate a poco a ap oco si acq ietaro
no,e la moda e l
’
ab itud ine accred itarono p er tutte le
parti del mondo conosciuto l’
uso del Tabacco . Dalle classi
agiate all’
infima p lebaglia ,il Tabacco
.da amb i i sesm S l
mastica,
.si fuma in foglie -e p iù particolarmente s’
intre
duce in polvere per le narici . Gli A rab i,i Persian i ed
i Cinesi ne f anno strano abuso fino a restarne inebbria
327
ti . I'
migliori Tabacchi crescono nel Nord . dell’
A merica
ed il°
,p rimo posto 110 tongono f qud li della Virginia, i l se
condo quelli del Maryland .
-S on celebri eziand io,la Si
viglia,di S pagna, la Lecce d i . puglia = ecc. ecc.
Vir . Med . Questa pianta acre e caustica sperimentasi
detersiva,vulneraria
,anodina
,purgante , emetica; presa
però internamente -è un v ero «velen0‘
p iù. o meno attivoa seconda la dose . I l fumo è indicato per le ,
flussioni d i
denti richiamando la . saliva . Introdotto negl’
intestini p er
clisteri ne ravviva il moto e lîirritabilità . Si adopera perciò nel richiamare in vita gli asfitici Specialmente .iannegati . Questa pianta è perenne .
361 . TAGETE Nam. Galaf aru .I nnianu Nam. bat.
Tagetes creata Clas. XIX Syngcncsia Po lygamia sup er
f lua Famig . delle Cor imbif crc.t
Etim. I l color : .rancio del fi ore .di essa l’
ha fatto cosi
appellare dal greco : Tagos'
cioè rancidus. Per tal cagione
viene . adoperato p er fare g h irlande : ai mor ti , detto anco
ra fiarc d i morta.
Or ig . È proveniente dall A fr ica e .dall’
lndia. Ve ne so
no altre due specie: cioè la Patata, e la Lucida. Fiori
scene in Agosto e bench é il colore sia vivacissimo , l’
odore
é fetida assai,quindi son dette. Puzzole Sono annue .
3 62 . TAMARO Nom. siru Tama ru .Nana. » bat. Tamus
communis …0las. XXII Diaccic xandr ia Famig . delle
Porcellancc.
Elim. Ebbe tal“
nome dal paese di sua p rovenienza sito —tra l
’
Indo ed . il Gange .
Or ig . Nella Barber ia questa pianta dagli steli ramp icanti è comune . Ama i luoghi : umidi ed ombrosi
,dove si
attacca agli alberi vicini su cui innalzandosi lascia rica
328
de'
re‘
i deboli ramoscelli —a festoni :producendo iun effettopittoresco con le she bacche rosse. Dioscoride ci : «attesta
che ai tempi sum si mang1avanu i teneri palloni; ed an
che in presente i Turch i e ‘
i A rabi se n e * cibano in
insalata.
‘
Vir .. Med . La radice è stimata pari in —
v irtù'
alla Brio
nia,! e
° dal citato“
Dioscoride r itenevasi come idiuretica.
È perenne.
3631'
TAMARINDO '
Nami. sic.“ Tamar innu ° *N0m. bot.
Tamar ind ics‘
I nd ica Clas . V Pentandria —Tr igyn'
ia Famig .
delle »c a'
minase.
Etim. I l suo nome si risolve nelle due voci .Tamcr ix
I ndus; dappoiche la detta' pianta arborea : èìblas
'
èata dal
Linnéo tra le diverse specie delle) TamériciiOr ig . E ind igena dell
’
I ndia e'
dell’
Egitto ; H a fiori rossi
pap iglionacei di un’
odore piacevole a grappoli terminanti .Vir .
' Med : La polpa nera del suo frutto adoperasi inmedicina come sostanza acidola r infrescante . Ep eren
364 . TAMERICE Nam. s ic. Vruca Nam. bat.—Tanier ix
Gallica Clas. V P?mtandr id Tr igg icia —
"
Famig . dellcPar
tulacee.
îEtim . Ch iamasi Tamerice dal r ’ grecO i nomel —che avaleunguento p erch è
‘
ima di questa '
Specie è bp ianta aromatica .
Or ig . E“origin
'
ar ia della Francia elcresce. specialmentcnelle campagne
'
Narbonesi . °
A bb0ndà altresi’
: lungozle rivedei nostri fiumi e nei luogh i paludosi dove sono delle
acque salse e clima idolce e ontiene del—‘ lsolfato di .:soda
ed in Danimarca si usa qual succedanee »dei-Luppoli nel
Vir . Med : «I l degno e'
la -«cor'
teccia —î del
’Tamerice 1 sono
p ròpos°
ti rief l’ittei izia
, p er i mali epilettici : , e per / lemalattie esantematiche. E perenne .
330
prieta—
delle Cicorie: e amaro,ap mitivo ,
‘
dioretieo,e feb
brifugo . I l succo è ' proposto nelle ostruzioni , nell’
itterizia,
nell’
id r0pisia, ne lle—
.n egl’
imba
razzi del polmone , e ,nelle malattie .cutanneeuÈ ipercnne .
367 . TASSO Nam. sic. Tassu, .Namr bat umns Bac
chata Clas . XXII D iaccia Manadelph ia : Famig . dellc. Ca
Etim. Dal latino Tangcre fu ,detto Tasso a causa delle
sue virolenti qualità. ,Le foglie
‘
fanno perire g li ;animaliche se n e cibano ; . il succo è nocivo all
’uomo ; l
’
ombra
dormendovi sotto desta forti dolori’
d i cap0; la terra
istessa che l’
alimenta ne resta sfruttata ed ister ilita; quindifu appellato a ragione Tasso
' morti fero —o .albero della
morte .
Orig .
-È ind igeno'
di Europa'
e nei climi cald i sviluppa
p m energiche le sue qualità venefiche . Tutti gli altr i
veleni 'da questa pianta presero l’antonomastico nome d i
Tassici,che p oi con piccola mutaz ione furono detti tos
sici . Un tempo l’ombra sua ricordava la morte,-piantato
nei cimiteri ; ed il legno la guerra facendosene lance ed
archi al qual’
uso lo serbavano i Greci ed i .Galli . NellaSvi zzera si ha in venerazione ed è p roibi to .
f spogliarlo
dei rami , d appoiche l’
arco di . Guglielmo Thell si pretende che era formato di Tasso . Del degno cennato si pos
sono fare=
bellissimi - lavori essendo venato di rosso scu
ro ; e prendendo inoltre ottimo pulimento perchè duro .
Vir . Med Se vogliamo credere a Svetonio il succo del
Tasso è uno specifico contro il morso della vipera.
368 . TASSO BARBASSO Nam. sic.
77crbascu -Nom.
bat. Verbascum Thap sus Clas. X Pentandr ia Monogynia
Famig . delle Solanec
3 3 1
Elim. P ianta tutta v illosa; ed èi
p erc1o ch e secondo al
cuni botanici si è dato a questo g enere i l nome di bar
bascum e cerbascum . ne è un’alterazione . Per l
’etimolo
logia del suo nome specifico : vedi TassoOr ig . Ep ianta comune in -Europa ed ama i luogh r sec
ch i e =sabb iosi . f Le foglie . hanno un sapore salate ; ed i
fiori quando son freschi tramandano un odore Spiacevolema abbastanza grato quando son secch i . I semi ubbria
cano i pesci e gettati in una pesch iera questi vengonoa galla, ed è cosa agevole il prenderli .
‘
I’
ir . Med . I fiori sono spettoranti ed il decotto delle
oglie che è riputato emolliente si . adopera nel tenesmo
p er le d issenter ie e p er le emorroidi . E b iennale ;
369 . TEREBINTO Nom. s ic. Scarnab6cccu Nam. bat.
P istacea Therebintlcus Clas XXII Diaccia Pentandr ia
Famig . delle Tcrcbintacec.
E lim. H a quest’
albero una valida rad ice ch e sp ingesi
molto in giù a guisa d i tr ivella, p er cui dal latino te
rebra fu detto Terebinto . Conforme q uesta etimologia i l
nome d i Terminto con cui i Greci lo solevano appellarealtro non vale che robusta radice .
orig . I l Tereb into , quantunque nativo del .Levante e
delle Isole del Greco,
A rcipelago , vegeta bene nella Si
cilia dal cui pedale e dai rami stilla un liquore dettotrementina. Scrive i l Mattioli che nel Levante i germi sisalano e si confettano in aceto p er mangiarli come 1 cap
p er i
Vir . Med . Fra le droghe medicinali trovam il legno d iTereb into , e la terehintina di Scie che usansi come vul
nerarie,balsamiche , ed alessiter ie…
370. TI PA Nam. s ic. Buda Nam. bat. Typ ha latif oli_a .
Clas. XXI Manoccia Triandr ia Famig . delle Tif acee.
Etim: Perchè ama questa pianta le terre acquoso ehbe tal nome , che in greco vale p alude.
'
Or ig‘
. È ‘
indigena e produce un fusto terminante a guisa di una clava
,formata da infiniti semi adorni d a‘
de
licati Pappi. Ch iamasi volgarmente‘
Mezza‘
sorda perchèsi crede che entrando nell
’
orecchio detti pappi cagioninola sordità . Marziale ci assicura che i proletar i romani
se ne'
servivano a r 1emp 1re materassi‘
e cuscini,
'
e nell'
I
talia tuttavia si serba a tal’
uso da alcuni . Questa peluriaè stata filata da Lebreton unendovi un terzo
'
d i cotone
che n’
ha fatto guanti calz i e berretti{ mescolàta poi insimile proporzione con il pelo di lepre se ne sono feltrati
cappelli . Le foglie ch e Secondo lo Screber'
,sono nocive
al bestiame si“
utilizzano nel guernire scranne. ai formare
stuoje e ad altri usi domestici e rusticani . E perenne .
37 1 . TIGLIO . Nam. s ic. Tiggh iu Nani . bat. Tilid° E li
rapaca Clas . XI I I Polyandr ia Monogynia d ig .
’
dellc
Tig liaccc.
Etim. Tra lacorteccia ed il legno trovansi delle deli’
cate'
membrana ch e possono ridursi in tela,
’
eda ciò se
condo Plinio prese il nome di Tilia.
Or ig . Dalla epidermide di quest’albero indigena ] Greci ne formavano liste di carta come quella '
del papiroed in presente nella Russia e nella Polo
'
nia se ne fanno
stoje, ceste ; corde , e cappelli . Le foglie possono fornirenell
’
inverno u n discreto pascolo agli animali domestici .
I fiori d i cm S I car1ca prodigano alle ap i un mele fra
grante . Inciso il tronco '
geme nella primavera“
un succo
d à "cui si estrae déllo Zucchero ; I l ‘
legno° ch e è
‘
lèggiero
p restasi acconcio ai vari lavori d i Tofu io"crdi intaglio .
Le sue elastiche tavole si tagliano in bac‘
chet'
t’
e'
per um
334
senso d i bruciore ; sono'
un violento emetico ; e sei bac
che bastano a far morire un lupo . I l Duranteinella sua
crbuaria ’racco
'
nta ch e dodici’
d i'
queste'
bacche fecero
morire una giovinetta cui la madre le avea indicate qualr imedio per una ostinata quartana.
Vir . Med . A lcune osservazioni sembrano provare ch e
possono usarsi nelle emp etigini-ribelli
,e che la decozione
delle radici giovi nella sifilitide . Nella Svezia si fa uso
della sua scorza contro il morso della vipera. È piantaperenne .
374 . TIMO Nom.
‘
sic. Timu Nam. bat. Thymus vulgaris
Clas . XI V Didinamia Ggmnosp erma Famig .
— delle Lab
biatc.
‘
E lim. I Greci riguardavano il Timo come pianta aro
matica che ridona energia, elasticità e'
vigore ; perciò led iedero questo
'
nome ch e nella lor favella esp rime . co
raggio e vigore d’
animo .
°
Orig . È —indigena di Europa e cresce e ziandio nel r i
gido clima della Siberia. Co ltivasi : negli orti pel suo grato
odore ed entra nel condimento di alcune Jvivande . Si
accompagna sempre con i funghi , specialmente quellavarietà detta Nep itella , da Napi! cittàî îd
’
l talia; a ppellata
p er tal’uso erba da funghi . Anche il Serp i llo si appar
tiene'
al medesimo'
genere‘
; e la così detta essenzaì di Timo
si estrae’° ila
'
questa pianta.
"
Vir : Med . È ’
cordiale ;= stdmatic
'
a,fi incisiva. astringente ,
raccomandata assai come emmenagoga ed antisterica Pe
375.
—TITIMALO Nam ! 1sic.iCamarrur u Nam. bat. Eu
p horbiiz* H clibs
‘
cap ia Clas .
‘
XI Duodecandr ia Tr igynia
335
E lim. Pl1n10 dice ch e Giuba‘
Re d i Mauritania —
gl’im
pose questo inome’
in ; onore‘
del‘ ìsuo medico?Euf0rb io
fratello del celebre Antonio Musa; fu detta poi E lioscopioossia mira’
sole i per-' i i1dica’
re sia. -proprieta'
ehe h e di vol
tare la'
sua umb rella. verso: i l . sole.:
Or ig . Questa‘
sp ecie e‘
r nostrale ; eugem'
e .nu latte assai
caustico e corrussivo come tutte le altre sue congeneri .
Ciò malgrado scrive speciedell
’
Euforb ia ° Servecome di b iada*
per— d
'
camelli .‘ Lal pe
stano e ridotla in palle la lasciano f ermentare—
s otterra,
ed indi Fusano -all’
oggetto indièato'
: I nostri pesccitori dopotriturata l
’adop erano p er avvelenare -i 1 pesci . e
“ Specialmente le a nguille ch e asfissiaté dalla f orza delfiter iu * diessa vengono a galla…
Vir î Med . I l latte dell’
euforb io applicato sui porri liconsuma; le foglie peste messe sulla : cute fanno
-le veci
d i v escicanti e =prese in pallottole : inn
p ibciolissima°
.dose
servono f di‘
purgarite'violentoi iEl annua.
TRIBOI JONW t: su.
’
Triauliddzi’
a’
Mé li lòtu'
Nam.
bot.’
Meli lotus ofi cinali‘
s Clas . XVII Diadelp h ia :Decandria Famig . delle Leguminasc.
1
E lim.
’
La parola Meli lotus è composta da.L'
ato di cui
ne h o dato già l’
etimologia , e da Mele; rquasi si idicesse
dolce‘
lata.
”rm m
. i 1 1
0rig : A bbonda nella ,Sicilia: ; fe mella Campania.: Gli
antichi1 se —
‘ne corona
'
va1m °
comehattesta P linio ed “au
'
éa'
gione’
della sua origine ila °
ch iamavanq coronaCampana.I contadini l
’
hanno in uggià _ p érchè-ditfondesi largamente'
e r iesce difficile ad estirparsi . Fu da ciò che ìvenne detta:
Tribolo s‘ln°
»I ngh ittef ra—si semina?perîp
'
asturà“
deicavall i .
Se'
ne distilla nina 1acq11al odorosa =
’
che° s’
im‘
i1iega'
princi'
—t
336
palmente p er la concia del tabacco . I l Linneo dice che
nell’
Olanda si mette i ra le vesti per impedire il guastodelle tigniuole
Virt. Med . Fin dai tempi di Galeno si faceva l . 1mp ia
stro di Meliloto per i tumori e per le gonfiezze: trovasiproposto generalmente come emolliente.e risolvente . È
3 77 . TRIBOLO CAVALLINO Nom. s ic… Treu Nom.
botfLotus corniculatus Clas . XVI I Diadelp hia Decandria
f amig . d ellaLeguminose'
.
Etim. Dalla forma cilindrica dei suoi legumi d ispostia raggi fu detta cornicolata.
Or ig . Questa specie è indigena, nasce mei : nostri colliche adorna con i gialli suoi fiori
,i
'
quali nel seccarsi
prendono il colore verde . È molto appetita dalle bestie
e riesce di ottima pastura.
Vir . Med . I l Loto Irsuto,che ne è altra
,specie , è stato
adoperato con successo nell’ep ilessi
'
a. Sono , perenni .
878 . TRIFOGLIO . Nom. sic. Tr if ogghiu ;Nom. bot. Tr i
p holium Pratense Glas.
’
XVll Diadelp hia Decandr ia Fa
mig . delle Leguminose.
Etim:‘I l
'
Trifoglio fu così detto perchè ha le foglie unite a i tre sul «
.caule:
Orig . Questa pianta indigena è comunissima nelle -no
stre prater ie. e si vede fiorita in Aprile ed in Maggio .
Nella Svezia si servono di questo fi ore . per t ingere in .
verde è .
”
ottimo foraggio sì fresco che .secco ; ed in tempod i i carestia .è stato ridotto in farina quale ingrediente nelpane. E perenne .
379…TRIFOGLIOLINO Nom. sw. Vasa p ed i Nom. bot.
Tr ip hoj ium IRep ens Clas . XVI I Diadelp hia D ecandr ia
Famig . delle Leguminose.
338
Or ig . 8 11 le r ive del Bosforo'
ee n‘
ei Campi di BisanZ1ola natura lo fa crescere con i suoi Petali di fuoco . Prop a
gàtosi tra no i i 1i' i i
‘
i tal '
voga'
clie gli* Olandesi‘
in speciesi 1 ovinarono ed
”
ar'
rlcch i rono'
con°
una pianta d i Tulipano .
Molti ;ilicatensi le varietà coi1 il miscuglio dei Pulviscoli'
non si finisce d i ammirarne le screziate ‘
tinte che tutti
imitano i br i llanti colori dell’ *A"
rco Baiano . Tanto que
sta"sp eme che la
'
silvestre o Narbonese fioriscono sul ri
tornò della Primavera;'
ed appunto in q1iesta epoca s i celebra nel Serraglio del
‘
Gràn‘
fi ig‘
nor‘eda
'
magicai‘
festà d ei
Tulipani. 11 bulbo e solido ed mangiato da alcuni .-É pe
VALERIANA'
Nom. s ic. Valer ia n'
a NO 771 . bot. V
lar iana Rubra Clas . I I I Tr iandr ia -Monogynia a z'
g .
Elim . Dall& v oée“
latina inalare 1151 5dettaValeriana per
le molte ‘
vil
rtù tera‘
pèî itiohe attribuite;alla medesima.
"
Orig .
?Nell‘
a Svizzerae'
nell’
ltaliax del ' iNord è1nad i l suo i bri llanteJ aspett°o ne t ha fatto
*
uno‘ dei
°principali adornamenti dei
'
xnostri giard in i . Pro duce in Maggio
fiori rossix f in‘
dòf imbi hraceiùoèi che l‘
oontinua a°
«mantene
rc taltre î'
Speciel îd i -Valeriaîia sono ma:
"fra?
le detta ancoraNar
da A lp ino ; la Pizia creduta vulneraria ch e o ttenne il no
ni o‘
di Consolida; man ia p iù accred itata/è l’
o fficih alè r
ob e
Vir . Med . È portata alle nostre Spezieri’e —da rad ice dìcaîaef naaciaaarallorfiaììd iî ii 1olti .ia
1c‘
11113 péia* ia5153151111 111 :soaò
'
1 Ha’
o»
339
dore aromatico,nauseante
,sapore amaro piccante e disgu
stoso ; essa è raccomandata come Eantiep ilettica . e contro
la maggior, parte ;delle malattie nervose; in inq ione f or
tifica . la vista,ravviva gli spiriti e
‘
scaccia …lamalinconia.
La Valeriana Olitor ia è annua,tutte le altre specio so
no perenni .383 . VANIGLIA Nom. s ic. Vanigghia Nom. bot H elio
trop mm Pem eianmn'
d’
las . V'
. Pentrmdr ia Monogym'
a
Etim. Erborizzava …un g iorno”
il"
.lussieu sulle Cordi
gliere.quando —Sentissi come inebbriato da delizioso proin
mo che si avvide «
. emanare da u n’
arboscello adorno d i
Sp iche d i colore celestre p allido , le. quali volgevansi ,mol
lemente verso il sole .; Colpito da tale'
disposizione gli* die
de il nome di ;Eliotropio cioè mi o olgo, al :sole; e perchè
e '
sin1i le nell’
odor e alle ,
-Bacoellette, del frutice parassi te
ch e nasce nelle Ind ie Occidenlali,detta Vaniglia, r iten
ne tal inor11e‘
nel v olgare"
linguaggio ;
- Or ig . I l'
cennato…botanico Francese trovatala,sparsa in
copia .nelle ivast'
e contrade del Perù, , affrettossi raccoglier
ne. i se'
mi : e’
sp ed irli*in?Europa
,dove prosperarono mi
rab ilmente . H avv i u n’
altra specie ! di Eliotropio , indigenoin Europa ch e produce in Maggio dellei sp igbe f con fior ib ianch i sinodor i i ed< ai na v egetare
“
nei Ju:ogh i .
‘
ster ili « é l fra
i sassi .
Vir'
. Méd . cQùèsta«…ep eèie ha avuto credit0
‘
d i‘
purgante
3841 . VECGI A Nom. s ic. Veccia Nom. botn l’ioia f .sa:
tiva Clase :XV I I Diadèlp ]a°
ru 'De'
candn‘
ia 'Famzigîl de lle «*Le
'
E lifl i : Quesitatvp ianta ha'delle '
append ici 1Q1dei: sostegnì
340
mercè i quali si avviticcbia . e si attacca alle piante vi
cine quasi legandoli ,‘
ed a vinciendo fu detta V icia .
Or ig . Dai paesi S ettentrionali d i Europa,dove nasce
Spontanea fu portata f ra noi : La Narbonese perciò…fa
va selvatica ind ica con' il suo nome la sua provenienza.
I contad ini italian i si servono delle Vecce qual’ ingred iente nel loro pane che ch iamano pane vecciato ; si dà al
tresi p er alimento ai volatili granivori . Nell’
Ingh ilterra
e nella Scandinavia si semina p er somministrarla f rescaqual pastura ai cavalli É pianta annua.
385. VELLUTINI'
ROSSi Nom. sic. Vi llùtini Russi
Nom. bot. Po ler iwn ‘ Sang uisorba Clas ..XXI Monoecin
Poliandr ia Famig . delle Ombrellif eré .
Etim. Creduto ef ficace il suo potere terapeutico a’
va
r ie infermità fu così detta,siccome ebbè il nome d i San
g uisorba dal suo colore sanguigno"
e dal sapore a8prosimile al Sorbo .
Or ig . Nativa dei luogh i sterili e montuosi dell’
Europa
meridionale —è Stata proposta per i p rati artificiali perchèv i produce per tre anni molta erba ed ha il vantaggiod i essere verde e cresciuta nel Febbraio ed '
anche prima. Riesce di buona pastura p er i bestiami ed i semi
per biada ai cavalli"
Vir .
‘
Med .…si tr
'
ova lodata per gli . sputi di ‘
sangue e
p er la dissenteria. E perenne.
386 . VERBENA Nam. s ic. Birmi na Nom. bot. Verbe
na oflìcinalis Clas . XlV D1'
dy'
namia Ang iosp erme F amig .
delle Vi tici .
Etim. I l nom‘
e di Verbena significa'
Veneris vena ; e
fu appellata così,dice il Ventenant dacchè i maghi
l’
adoperavano a nd estare l’amore quasii estinto,
. A ltr i vo
3 42
' Etim i I g iovani rampolli del Viburn'
o'
sono flessib ili alpari del Vinco da potersi adoperare p er?legami , quindidal latino v incia ebbe tal nome ,
Or ig . Questo leggiadro arboscello originario di Spagnaforma l
’
ornamento dei boschetti d ’
inverno ed allorquan
do le altre p iante ne sono prive esso fa pompa d i verzure e di vagh i fiori ad ombrella . La così detta rosa di
Gueldr ia ed il Viburno 0p 11l113 sono varietà prodotte dall’
agricò ltura, 1 cui fiori prendono la forma d i grosse siere di una b ianch ezza risplendente
,d’onde i l n ome . vol
gare di Palla d i neve. I rami del V iburno sono a doperati p er legare , ed in Ungher ia ne fanno canne da pipa
,
dalle bacche se n’
estrae una specie d i pania; e con i frutti
se ne compone dell’ inchiostro,
Vir . Med . La scorza interna è vescicatoria ; le bacches ono astr ingenti
388 . VILUCCH IO Nom. s ic. l’
rac/11I d i cucca Nom. bo t.
Convolvulus Sep t/
11111 Clas . V Pentandr 1'
a llf onogynia fi’
a
mig . delle Convo lvulacee,
Etim. Dal ravvolgersi ch e essa'
fa da .destra a sinistra
intorno alle piante vicine in detta Convolvolo .
Or ig . H a fior i a campenella ed in Europa,dov’è indi
gena, sono questi di color bianco , nell’America Settentr io
nale di color rosso pallido . Dioscoride avverti ch e può
essere bene imp iegata . a vestir cupole, ,e ,pergole da far
ombra nella stagione estiva.
Vir . Med . E purgativa vulneraria detersiva e può
tener luogo dell’
esotica Scamonea. Perenne .
ase. V INCA Na'
m sic Vinca . Nom.<bot. * Vinca Bosca
Clas . V Pentandr ia Monogynia Famia. delle Ap ocinee .
Eti111 . La medesima ebbe il nome'
d i * Vinca dal lati
no vincere perchè sempre conserva la verde freschezzadelle foglie e vince la inclemenza e ziandio della p iù ri
gida stagione .
Or ig . Indigena del M adagascar fu portata… nell’
,Italia
dalla Germania e dalla Francia. Produce in està dei fio
ri di un bel colore rosso sfumato,i quali sfanno un gra
to effetto fra le foglie lucenti d i un verde car ico . Ve ne
è un’
altra varietà a fiore b ianco . Non b isogna confonder
d ipoi queste p iante con la Vinca Maj or o Pervincea che
incontrasi in Provenza_
fra le siepi e nei boschi doveprod iga le ricchezze dei suoi p iccoli fiori ;turch ini , il »quale colore r itenevasi da Gian Giacomo Rousseau come il
simbo lo della vera amicizia.
Vir . Med . Per'
il'
suo sapore astringente è adoperatanelle dissenterie nelle emo rrogie ,
nelle fer ite e nelle
piaghe come vulneraria. É perenneV IOLA MAMMOLA Nom.
'
s ic. Viola Mammula
Nom. bot. Viola Odorata Clas . V Pentandr ia Monogyn1'
a
Famig . delle Cistee.
Elim. Perchè incontrasi questa pianta lungo le ripe epresso le v ie dei campi ottenne i l. nome d i Viola:Or ig . Tutte le . varietà delle -viole
,le quali , sono molte
vegetano spontanee nel nostro clima : havvene quelledal fiore po rporino cupo , celeste , bianco giallo, porporinosenza odore
,e delle doppie .
Vir . Med . Dalle scempie o selvagge se n’
estrae*
un
siroppo detto tintura di viola Mammola, ,il quale si u sa
per le tossi . L’
infusione dei fiori è proposta pe r le ri
nelle,la radice è emetica pu
‘
rgante . È perenne .
391 . V IPER INA Nom. sic. Ecchiu Nomx bot. Ecì11'
11111
vulgare Clas . V Pentandr ia Monogynia Famig . delle
Borrag inee.
344
Etim. Essa deve il nome alla somi gli anza dei semi
con la testa della vipera,dal greco Ech ion che tanto e
sprime .
Orig . Trovasi da p er tutto nei luogh i incolti i cui stami
‘
sorgono a pennoncello rubicondo con palline azzurresul vertice . P e r i sistemi d i simpatia e stata cred uta
buona p er i morsi della vipera .
Fir . Med . Si trova proposta come emolliente al par idella Buglo
‘
ssa,ed ( fiori sono classati f ra i cordiali .. È
b ienne .
3912 . VISCH I O Nom . s ic.’
l°
isè11 Nom. bot. V1lscum A l
bum Glad—
XXII Diodecia Tetrànd rià Fbm1'
g . delle Ca
p r 1f og liacee.
Etîm. Ebbe tal nome dal suo viscido succo raccolto
p er formare la pania al pari di ‘ quello dell’agrifoglio .
Or ig . Fra le dodici specie ch e compr ende ; questa dicui parlo cresce in Europa. E pianta parassita . ch e na
sce sulle Querci sugli Aceri , su i Tigli , sui Peri ecc. Gli
antichi naturalisti la credevano una produzione°
spontanea,
origi nata dallo stravaso d el succo nutritivo degli a lberi .I primi ad :anuunziare ch e p roducevasi p er semi furono
Teofrasto'
e Plinio: errarono però '
nel darsi la f credere
ch e f p ria di‘
svilupparsi fosse'
d’
ùopo passare per lo sto
esper ienze provano che mercèun mediocre grado di umidità ?i l Vischio germina
‘
age
v olmente; matnon?p rospera mai che sopra v egetab ili v ivi .Questo parassito -era in
'
grand e I veneraz ione presso gli
a'
ntîch iî‘
I Dr uid i‘
lavevano sacro 1 il V ièoh ie . e la Querciache lo p ortava: Ln . raccoglievano
'
nei boschi — in modo se
len h e‘—e
°
religiosò. Urio d i essi mo ntava‘su ne con
*
una
346
!azdisciplina militare . I l frutto fresco e un grato e deli;
zioso -éibo e re anco passo…:S ono s tate sempre celeb ri
le 1ive passe d i Corinto . I l su‘
cco fermelntato , ossia—
'
il vino
è noto abbastanza; quindi -è inutile particolareggiare .i
benefici…e innesti effe tti ch’
esso cagionawl l .
‘
personaggio
storico ch e spreme. il: v ino ei =ne sperimentò gli effetti fuNoè ; che i Greci attribuirono
'
al i loro mitologico Bacco ;
ed i Romani credettero —
cheilS aturno lo fè c’
onoscore loro
trasmrtandolo dell’
I sola id i Creta.nel Lazio . Le loro leggi
vietavano severamente . alle donne di b ere del .vino . L ’
uso
moderato di -qu ‘
es10 liquore ‘è ?un?
eccellente . stomatico ;
e generalmente agendo commetimolante rende la vita,
d ice Brovvn p iù ilare ma .più b reve . I l Cambors scriveche in
‘
Lond ra…prima .d i . generalizzarsi l’
uso del vino ne
moriva un quarto meno della sua numerosa popolazione . E
un mezzo -igienico'
allungarlo con l’
acqua, uso che Plinio
attr ibuiscea Statilio,ed A teneo ad A
'
mfezione Re di A tene .
“
A d ifferenza .della Birra,del S1dro e di altri liquor i fer
mentati .il vino ìh a il vantaggio d i potersi conservare perlungh i
*
anni e rendersi'
p er questo mezzo esquisito . Plinio
d ice,che . si sono conservati dei
'
vini per 200 anni e che
a llora prendev ano la consistenza del miele.
'
li aceontasi
che nello scavo d i Pompei furono rinvenute delle a nforecontenenti del vino conservatosi eccellente dietro il-lungoscorrere: d i X VIII —
secoli.°
I Romanb molto pregiavano ivecchi vini e solevano -
segnare l’
ep oca ; della loro anti
ch ità scrivendo sulle anfo re il nome del‘
Console che go
vernava a llora la Repubblica: A second a i ‘costum1 varn
delle …diverse nazioni :“
i l…tv ino si conservava in v asi di
pietra ,f o di i creta ; e L
‘
ucio .0p imio Console— ia il primo
che lo riposo dentro botte formatta di legno . Per un’e
347
sperienza. bene constatata si sa '
che quanto p 1u grandi sono i vasi che lo contengono meglio e p iù lungamente si
conserva il vino . È nota la mostruosa botte di i delber
ga fatta costruire dall’
Elettore Carlo Palatino ripiena disquisito
‘
vino del Reno . S i . dice che contenea da'
tre mila
barili da sei secchie di misura Venezian'
ah'
Era ! da
circa cinquanta piedi,lunga e
‘
larga in p rop orzione . .Una
nobile scala conduceva nella galleria p osta sulla botte
fregiata intorno con‘
colonnett'
e d orate '
e con‘
balaustri . I l
fronte della botte aveva intag liata p er insegna una civetta
, una scimia,un leone e dei satiri ; oltre altri —
gero
glifici ed iscrizioni .Vir . Med . L ’
uva nei ver i stadi d i vegetazione‘
è sem
pre medicinal e . Tal’
è l’
uva passa ché è espèttorante ; l’
a
gresta sperimentata r infrescantèy il vino conosciuto benecome corroborante ; l
’
aceto . il tartaro e la potassa i oni
molteplici usi so'
no noti - nella: farmaceutica. I l succ'
o dei
pampini è anti* iputrido e d antiseorbdticol Pere'
nne .
°
394 . V ITICE Naml s ie. Ligna casta . Nom.î'bot. Vitex
ag rius cactus Clas . XI V D idynamia Ang iosp erme Famig .
delle I'
iticee.
Etim. Dal latino vincere vuole il Badoo ch e sia der i
vato il nome a -
quèst‘
ai p ianta per la flessibilità dèi‘
suoi
r ami
Or ig . Questo alberetto odoroso del Levante vegeta ‘bene
f ra no i : i cui rami si adornano d i belle * sp iche d i fio ri‘vio
letti e b ianch i Le matrona -»A te
n iesi formavànsi dei letti‘
vc'
on°
îlex foglie‘
per“
coricarvisi ,
Cosi praticavan‘o pure le 1'
sa
'
cerdotesse ‘ di'1Cerere e di * I
side durante la celebrazione dei loro misteri,riguardan
do le foglie della viticefi
quale‘
palladio del pudore e della
3 48
castità . Questa°
supposta virtù trovò credito nelle riostre
antiche f armacie essendosene distillate acque e°
d » essenze
d ette'
di‘castità : adesso “
sconosciute :
V1°
r…Med . Le sue drupe si considerano come incisivee' d iuretich ezrle?foglie ed i fi0i‘i sono
°
risolutivi . Perenne .
395. VULVARIA Nom. 8 10: 1 E7"063‘
fi tenti Nom.
'
bot.
Chenop od im11 Vulcare fl las .
‘
V Pe1°
1tandr ia Digg/nia Famig . delle A tr ip licee
Elim.
—
'
A lla p arola Botr ide trovasi data l’
etimologia di
Chenop odio ; questa specie idtanto fu detta'
vulvare p erche
'
si r itiene ’com°
e antis‘
téricay
Or ig . É pianta indigena dell’
Europache inòontrasi .da
p er« tuttoz Le ‘
sne foglie sono :co'
sperse : d i una polvereluccicante: ’le q u
'
ali fp estate mand ano un’
odor'
e cosi for te
e…puzzolente che dà nel =capo
Queste in infusione 51 adoperano esterna,
mente :-
p er cristeri - ia —cataplasme. Internamente m egli
spasimi isterici ; ed anche fregate fra le d ita edd ntrodotten
'
elle nar ici ne arrestano i sintomi . E annua!
3 96,ZA FFERANO —
.N0mr s ia Zaf aranaNo111 . bo f . Cro
cus sativus Clas . III Tr iandr ia Monogynia Famig ; delle
-E iz°
m…Da un . monte idella : Cilicia d etto. Cor teo d ovenasce . perfetto (questo …rvegetaleuriceve w il nome di « Croco
°
m a» i l nome i taliano d i ?Zafferano; l"ebbe dalzafîo‘
cioè tn’berculo,
»a »motivo d i . una p ianta parassita: chemssorbe lasostanza idi“ questa , pianta ancdr ; :tenera…f
.OrigaQuanmnque la‘
colturwdello Zafferano sia antich is
350
Etim: l Dal sapore amaro che le : ioglie f p r'
end0no con
l’
infusione le h a fatto d are i i. —nome; botanico detta e
ziand io Cetriodora ,'dallb dor .di i
'
cedro '.ch e tramandano
Orig l‘
Nel 4787,Lorenzo Ginori .
“
la p orto da Napoli inFirenze; = d
’
oride s i sparse per t utta l’
I talia‘
méntrale . Cre
sce in'
alberetto ed i fior i pa'
dnocch iuti terni olezzano d ivino
,ma le foglie sono stimate perchè par tecipano della
fragranza d el‘cedro e della Cannella
-
'
îVirtz Med . I l succo estratto dalle i foglie r it1ens'
iwcome
diaforetic'
o,
‘
tonico e stimolante
398 . ZINNIA Nom s ic. Z111 11 1a 1N0111 : bot. *Zi 11n1a Mal
tiflo1a Clas . XIX Syngenesta w Polyga111 ia sap elfl na…Fa
mig . delle Cor imbif e1 e.
'
E11111 . I snai fiori disposti ad 1anello intorno al fusto
le danno la founa mam1nèllata bd i v'u n capezzolo dallaquale “simiglianza fu detta
"iZinnia.
îoriginar iaì dé lz Messico ch e malgrado la—'
sua
seh1'
p‘
licitàwè f°
coltivata‘.nei i îgiardini a fiori ran
ciati ‘ in rosso,dvvera in! ìgiallog—miei »
qualH essa si adorna
dal fini1è‘
ìdèll’e stz’
fi p er i t1itt'
o l’au tuùnoi d h a f Verticilla ta
h a i il'
lrag ioî del! fiore?doppio; po i
‘è la p iù
bellà"delle 1
'
p recedenti edxa'
nchè è ) la i pintgrande d etta
p e'
reiò‘
î innia1 elegaitie dai'
francesi ;.DSòii o f 11"
39915ZI ZZANI A } N0111.1329ì1c? Gibgghis om:
i 1°
11111'
1 1 1 11111 11111 111 1Clas .4 11111 11 111111111 115
'
Dij gjnia =F;am1îg
Elim. I Tedesch i appellano questo Gran1 inaceoflcon « il
nome d i5Lzîileh : d ’
oud®°
èi v01°
111 t01 a'
1'
noi 1141113111 1 d i Lelio ;
dai effetti tsp sasn’fîìd ioi lch e prdduee tmaaì giai1dòsigful .dettò
Temulento . … 33 itx l p sm r
'
t r. .m n
351
Òr 1'
j . E‘
indigeno dei paesi Settentr iorfalifi quantunque
si sia — reso comune fra'
no i . L'
a Zizzania n°
asce Spontaneafra il grano , l
’
avena e le altre b iade : ha delle p ropr ietà
stupefacienti ed inebbrianti note°cfi andimagli antichi Ro
mani come rilevasi da Ovidio : Produce vertigini e nuoce …
alla vista. Mescolato “incautamente inel .pane
f ha cagionato
degli sconc‘
erti funesti .‘
Anch e' fgli animali , come i cavalli
e le galline ne risentono pari sin tomi . Si . crède che ciò'
dipenda da un acido î“che …contienenripbsto neizîsem
‘
1 .ma
turi,ed
‘
è perciò che'
raccolto dn erbaslè i bestie .lo man
giano impunemente . Nei paesi Nordici i ‘ fabbricatori xdellabirra lo mescolano con
‘l’
orzo per rende rla«
p iù'
forte‘
e d
inebbriante . Gli a cidi possono correggere i cattivi e ffettid i questo graminaceo , che îmalang urosame'nte è perenne .
400. ZIZZIFO'
“ NO111 . sic: Nziizznla No11'
1'
. bot. Z izyp lafas
vulgaris Clas) V Pentandr ia Monogynia t ig . h dellè
"
E lim. La'medèsii iiaì ebbe '
la nomenclatura dauna cittàdell
’
A frica dell’isteéso conquistata all
’
Imp ero .Re
mano da Cornelio Balbo .iÉ îdiuopo ì dî
'
stinguere lo Zizzifo
volgare dal d i Boemia,olivagn
'
o ,
ovvero oliva speciosa ch e spande un odore balsamico nauscante
,il quale si stende a grande d istanza.
Or ig . Lo zizzifo è"
p ianta africana portata in Italia ne
gli ultimi tempi della Repubblica all’
epoca di OttavianoA ugusto . Matura il f rutto in A utunno e quando è appassito cambia il sapore agro
-dolce in un dolce viscoso . I l
legn o rosso,duro
,e pesante p iglia buona pulitura per
i lavor i di torn io .
Virt. Med . I suo i frutti seccati si usano per le tossi
avendo credito d i espettoranti .
352
401 . ZUCCA Nom -sic. Cucuzza Nom. . bot. C ucurbita
Pep o IClas . XXI Monoecia Monodelp l1ia Famig . delle C11
Etim. La curvita del suo frutto . al par del cocomero le
ha fatto sortire un tale nome .
Or ig . Quantunque da tempi immemorabili , sia‘
stata
coltivata tra no i; pure molte‘
delle sue varietà sono esotiche . Cosi
°
—la Zucca di Spag na portataci , dagli Spagnoliè originaria delle Indie dove si coltiva le ! si mangia i l .
frutto non perfettamente maturo . Dalla sua cortecc1a ch e
è Iegnosa e leggiera se ne fanno dei vasi e delle fiaschet
te da polvere e da tabacco ed altri vasi ancora. I Negri ,
ne costruiscono uno strumento musicale a .gu1sa di tromba…
che da un suono rauco e baritono . Dalla p olpa di .essa
se ne fa in Sicilia la così detta Cucuzzata . La seconda va
rietà detta Cucumis Turcicae ci p erviene da questo paese. La Cucurbita Clyp eif ormis è indigena della Sicilia.
La .Cucurbita Verrucosa è pianta della Barberia, in parimodo ci sono pervenute le altre specie .
Vir‘
f . Med . I semi della Zuc°
ca sono adoperati fra i semi ’
freddi maggiori per l’ emulsioni
,la polpa -
poi e nu
tritivanAnnua.
END I C E 1 1 .
DELLA BOTANI CA PARTI COLARE,NOME DELLE PI ANTE
I numero co r r isp o nd e a lla p ianta non a lla p ag ina
Argentina.Am ica.Arnog lo ssaA ro
A s fod illo
Asp arago
A Sp arel o
Asp eru la.Assenz ioAstroA stula. Reggia
Atr ip liceA trop o.
Av ellanaAv ena
Balsam inaBarba d i G iov eBarbab ieto la.Bardana.Bas ilicoBella. d i g iorno
356
Bella. d i notteBetton ica.
Betu la.B ignon ia.Bisnaca
Blito
Bonagra
Bo rrag ineBo ssoBo tr ideBrancors inaBuglo ssaBugu la.
G
C alcatre p olo
C alendu a
Camara.
Camedr ioCam elia
Camomilla
Canap eCannaCap elvenereCap p eroC aracò
Carcio foCardoCardo S tellato
Carlina.Carlina. InnataCaro taCarp inoC ar rub io
Cass ia.Cas tagnoCav o loCeceCed r ioloCelid on iaCentau r is.C erco de l PeraCer foglioC er inta.
CerroC ianoC icerch ia
C ico ria
Cicu taC icuta r ia
Cilieg ioCinog lossaC inqu e fog lio
C ip erocip ressoC irceaC itisoC lematid e
Cocom ero asm ino
Co lch icoCo locas iaCom inoCon ferva.Con izzaCo nso lida magg iore
Co rallinaCo rbezzo loC o r iand ro
Co rn ioloC o ro no p o
Co rregg io laCo tognoCo toneCresp inoCresta d i gal loCr isan tem o
C r 1tam0
EbanoE ffmn er inaElleb o roElleraElceì len i
.o
Epatica.Erb a b enedettaErn ia r iaBruca
358
MaroMargh er itina .
Marrob io
M ed icag ine
M elo granatoMelloneM elianto
Melissa
MeloM en ianto .
MentaMentastroM é rcu rellaM illefoglioM ioso tid e .
MirtilloMirtoMonardaMugh etto .
Musa .
Musco
O fr ide
Oleand roOliv oOlm o
Omb elico d i Venere Q uercia .
Ontano
Op unz ia .
Orecch io d i Orso .
Or igan o .
Orn itogalo
Ortens ia .
Or tica
Orzo .
Orzo S elvagg io
P
Palma
Palma a v entaglio .
PalcoPan icoPannocch ina .
Pap av ero .
Pap iroPar ietar 1a
Pass ifl o raPastinacaPatataPeon iaPep erone .
PeroPerp etu inoPers icar iaPescoPetronciana
Pettine d i Venere .
P ian tagg ine Magg iorePiè d i Leone .
P ilo sello .
P ino .
Pioppo
P isel oP istacch 1oPlatanoodagrariao ligala
om ido roPo rcellanaPrezzemo loPr im ula .
Prungno lo selvagg ioPso ralea
Rad ich ellaRafanelloRafano rus ticano .
RannoRanuncoloRap aResedaRib esRicinoRisoRobb ia
S ugh ero
Salce
S alsap ar iglia
S alv ia
S amb uco
S angu inella
S an to lina
S anto regg ia
S aracch io
S ass ifraga
Scab b iosa
Scagliu o la
Scilla
S co lim o .
Scop a o EricaS co fu lar ia
S co r sonera
S edano
S egala
S emp revwa
S enap e .
S enecio
S ens itiv a
S esam o
S icom ero falsoS ilene
S io
Sm illace .
S oda
S ommacco
S onco
S o rb o
S p ergola
S p igoS p ina b ianca .
S p inace .
S p irea
S p lenda ,Zafferano
S tatica 354 Zap p an ia
S tecade Zinn ia
S tram on io 356 Zizzan ia
S ugh ero 357 Zizzifo
S u lla 358 Zucca
Tab accoTageteTamaro
Tamar indo
Tamer ice
TanacetoTam ssacco
TassoTasso b arb assoTereb intoT ifaiglio
igr id ia
imelea .
T imo
T itirnalo .
Tr ib oloTr ib olo cavalllino
T r ifcglio .
T r i fo glio lino .
Tub er o saTu l ip ano
Valer ianaVan iglia .
VecciaVellutin i ro ss iVerb ena .
V ibu rno .
V illucch io
VincaV io la mammu la
V ip er inaVisch ioViteViticeVu lvar ia
362
AmentaAnasuA nemuluAngelicaA n itu F inocch iu
A nzaru
A nzareddu
A nzer inaA par iaA p rocch iuAraneinA rch im illaA rd icula
A rd icula mo rta
A reddaraA r icch ia d i as inu
A r icch ia d i gadduA r icch ia d i judeuA r icch ia d i Lep ruA ricch ia d i S urciA r icch ia d i UrsuAm icaA rvanu
A rvulu d i pacenzaArutaAru ta d i crap iA sp iredduA trignuA zzalora
BadaneuBaron
BardanaBas ilicoBerber iBetulaB ia ncarussinaBirb ineB irb ina trifoggh iaB irr itta p arr1n13caB ittonicaBiunnu liddaEletta.
Buttuneddu d i cm
Nome I ta liana MentaAniceAnemone
AngelicaA neto
A roS p ergolaArgentinaO fr ideCardo s tellatoArancioP iè d i LeoneOr ticaLam ioElleraConsolida maggioreBlitoOmb elico d i V enereArnoglo ssa.MiosotideOrecch io d i O rsoAm icaOntano
S icomero falso
GalegaAsp eru laPrugnolo selvagguLazzaruolo
BugulaLeucojoBardanaBas ilicoCres inoBetu a
Balsam inaV erb enaZap p an iaFusaggineBettonmaCentau re
Ranuncolo
C abbas is i N ome
C accamu
CaciciaC acocciula
C alennu la
C amarrun i
Cam elia
C amum idda
C ampanedda a tr i cu luri
C ampanedd i tu rch ini
C nafora b ianca
CannaC annavu
Cap iddu V enn 1ru
C ap r ineddaC ardedda
C ardun i
C aro tu la
CarpaneCarrubbaCar vanaCass iaCastagnaCastagno laGau lu
Celidon iaC entunerv iC entunod ia
Cer iu p eruv ianuC erru
e…1a ara
C h i EliC ia aggh iuu i
GianuC icerch iaC iciru
C ico r iaC icu tar iaC im inu
C incud itedda
C ip uddazzu
gir
a—‘la
11°
o g g 1u
C irsuî daC itro lu
C itrunedda
Carcio foCalendu laT itimalo
Camelia
Camom illaBella d i notteI p omeaSanto lina
CannaCanap eCap elvenerePso raleaS onco
C ardoCaro taCarp inoCarrub io
CassiaCastagnoC e lch 1coCavo loC elido rîiaP iantag c
* ine Magg iore
Conso li aCereo del PerùC erro
GelsoCap p eroP io pp oPalma a v entaglio .
C ianoCicerchiaCeceC ico r iaC icu tariaCom inoC in uefoglioS o il aCilieg ioCer fog lioCamed r ioCed rio loMelissa
364
Giur ì d i maju N ome
C iu r i d i m eli o p ap p ameliCiu r i d i no ttiC ociear ia
Cr icch ia d i GadduCr istallinaCruna m p er ialiC ucumareddu
Cucu zzaCu da cav add inaC u ggh iannaru
C uggh iann iredduC u radd inaC u tu gnu
C u ttun i
Dd isa
Den ti d i liun iD ig italiD ittamu creticu
Du ron icu
Ebanu
Fech inEfem er inu
Elleb aru
Enu la campanaEp aticaErva b iancaErva b in id ittaErva d i cadd iEr va cav a lera
Erv a d i cim iciErva fi ten ti
Er va d i m agh iEr va d i ma is iErva m ed ica
Erva d i Palerm u
Erva d i p itittu o finocch iumar inu
Erva d i lu rum ituErva S tid da
Erva sulli na
I tatiano Cr isantemo
M elianto
S ileneRa fano ru sticanoCresta d i galloF ico ide
Fr itillariaCocomero as ininoZucca
A sp a relloCo riand reAna g allideCo ral linaCo to gnoCo tone
EbanoVip er inaEffemer inaElleb oroBlen io
Ep aticaAssenz ioErba b enedetta .
Fabar iaScabb io sa
TanacetoVu lvar iaCirceaCon izzaM ed icag ineS tecade
C r itarnoGlob u lar iaC o ronop o
Gallio
366
Grana iggh ia
O ranatu
Grass udda
Jacintu
ina
.l lici
Jm p icicalo ra
J h estra
J n iparoJs S 1a
J ssop uJ ucca
J uncu
Lagr ima d i G io bbeLannaru
Lantanu
Latti d i gadd inaLattucaLen tag ineLen ticc 1 ia
Le v isonL inar iaLing ua Buv inaL ingua d i can iLingua ce rv ina
L inuL ippuLis 1mach iaLup a d i russeddaLupa d i v o senLup aluLup p ina
Magno liaM a] urana
Marg h er itinaM arro b b ioM aruî: u rtus u
M a rva
N ome I taliano Pass iflo raMelo granatoGiusqu iamo
Magno liaMagg io rana
M argher i tiùa
Marrob ioMaro
Malva
Lagr ima d i GiobbeOleand ro
Cam ara
Orn ito galoLattugaLentagg ineLenteLigu stroLino de i m ur iBuglo ssaC inog lossaLingua cer v ina
LinoCo nferva e Lich eneLis imach ia
I p ocistide
M ad resèlvaLu p p o loLu p ino
M arvetta d i Fran01aM arvun iMastico gnaM astrozzu
M b riacu laNennu la
Menta p ulejuM ercu reddaM iggh iu
M ilincianaM illifoggh iMonardaM ulun iM urtiddaM u sa
Museu
NarcisoNcensaruola
Nesp u laigella
Nin feaNo limetangereNuciNucipers icuNucidda
OrinOn u sarvagg 1uO rtenzw.
PalummeddaPamp ina d i Paradd isuPanicauduPap e r inaPap iru
Parma
PatataPed i d i crapaF ed i d i gaddina .
Pers icuP1 uluP1 usedda
N ome I ta liano Geran ioMalvaccio neCarlinaNastruz io
Co rb ezzo loM ando rleMentastroM ercurellaPan icoPetroncianaMillefog lieMonarda
MelloneM irtoMusa .
Musco
Delfin ioCo locasiaCalcatrep p o loPapavero .
PP
PodagrariaFumariaPescoPinoPilo sella
368
P inaggh i d i R ig ina N ome I icilz'
ano Aqu ileg iaP io n ica
P ip er iti
P ip i
P itrus inu
P lantanu
Po ligalaPr imav era
P rugnu lu
Pum u
Pum u d’
amu r i
Pu rrazza
Pu rciddana
R acinedd a
Racinedda turca
Rad icch iù.
Rad iceRap aRap pudda o C ard iddun i
Razz iR estav o i
RibbesRiganoR ig u lizzia
R isu
Ro saRosa I nn ianaR o sam ar ina
Rubb iaRubb in ia
Buca
R om ip etra
Ruse laR usetta
Ruv ettu
Ruvulu
Sangu inaria o sagnanasu Sangu inella
Pep eronePers icar ia.
i p er ico
PereS u s ine
P iselloPrezzemo lo
PlatanoPoligalaPr im ula
Corn io loMelePom id o roA stu la RegiaPorcellana
M irtilloF ito laccaRad ich ellaRa fanelloRapaS enecio
Lap sanaBenagra
Rib esO r iganoL iqu ir iz iaRise
Resai b isco
Ro smar ino
R obb ia
R o b b in ia
ErucaS ass ifr ica
A stro
Ranuncu lo
Lam p oneQ uercia
370
Tas su N ome
T iggh iu
T imu
TreuT r ifo ggh iu
Tr ifeggh iu d i acquaT r ifeg hi u camp agne lu
Tr ig r i iaiv u lu
Tu b ero su
Tu lipan i
Du lcamara
Olm o
ValerianaVan igliaV arcecu
V asap ed iV astunaca
V astun ach eddaVecciaVellu tin i ru ss 1V erb ascu
Vihu ruu e Lantanu
VincaV io letta
Viola mammulaV iscuVitiV iticeddaV rach i d i cuocaV ruca
V urran iaV usciu
TasseT iglioT im o
Tr ib o lo -ca'
vallinoTr ifoglioM en ianto
A cito s ella
T r ig r id ia
Trib o loTub ero saTu lip ano
Valer ianaVan igliaAlb icoccoT r i foglie line
PastinacaB isnacaVecciaVellutin i ro ss iTasso b arbasseV ibu rnoVincaLilaVio la mammu la
Visch ioViteClematid eV illucch ie
Tamar iceBo rrag ineBesse