1 La filiera avicola Oltre il 90% delle carni di pollame ed il 70% delle uova da consumo, nel nostro Paese sono prodotte con il sistema ad "integrazione verticale". La produzione è realizzata da aziende che hanno allevamenti di riproduttori, incubatoi, producono i mangimi utilizzati per nutrire gli animali, allevano gli stessi (in allevamenti propri, o convenzionati, o di soci conferenti), possiedono propri macelli e propri laboratori per la trasformazione delle carni e/o propri impianti di selezione e imballaggio delle uova da consumo e laboratori di trasformazione delle stesse. Si tratta cioè di un sistema a ciclo completo che, dal capannone di allevamento al mangimificio fino al consumatore finale, ha sotto controllo tutte le fasi produttive e distributive. Avicoltura 1 Generalità
Avicoltura 1. Generalità. La filiera avicola Oltre il 90% delle carni di pollame ed il 70% delle uova da consumo, nel nostro Paese sono prodotte con il sistema ad "integrazione verticale". - PowerPoint PPT Presentation
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La filiera avicola
Oltre il 90% delle carni di pollame ed il 70% delle uova da consumo, nel nostro Paese sono prodotte con il sistema ad "integrazione verticale".
La produzione è realizzata da aziende che hanno allevamenti di riproduttori, incubatoi, producono i mangimi utilizzati per nutrire gli animali, allevano gli stessi (in allevamenti propri, o convenzionati, o di soci conferenti), possiedono propri macelli e propri laboratori per la trasformazione delle carni e/o propri impianti di selezione e imballaggio delle uova da consumo e laboratori di trasformazione delle stesse. Si tratta cioè di un sistema a ciclo completo che, dal capannone di allevamento al mangimificio fino al consumatore finale, ha sotto controllo tutte le fasi produttive e distributive.
Avicoltura 1 Generalità
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La struttura della produzione in avicolturaLa struttura della produzione in avicolturaCarne: pochi grandi e medio-grandi produttori integrati verticalmente che producono e “fanno produrre” (con contratti di soccida*): AIA, Amadori, Arena, Fileni Del Campo, Bignami, ecc
Tante piccole unità produttive con capannoni sparsi in Italia ma concentrati nel triangolo del pollo
Uova: A fianco di pochi grandi e medio-grandi produttori integrati verticalmente, tanti medio-piccoli produttori che producono direttamente. In Toscana: Ovoricchi, Bimbi, Gagliardi, ecc.Produttori di materiale genetico:Multinazionali che producono in diversi continenti: ISA, Cobb, HubbardProduttori di attrezzature:Multinazionali che commercializzano sistemi completi (es. Facco) e piccole officine artigiane che commercializzano singole attrezzature (es. Venturi, Faza ecc.)
* proprietario dei mezzi di produzione o della maggior parte di essi e un prestatore d’opera, talvolta anche proprietario del capannone e delle attrezzature.
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triangolo del pollo
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L’Unione Nazionale dell’AvicolturaL’Unione Nazionale dell’Avicoltura equivalente all’Associazione Allevatori per le altre specie
è l’unica associazione interprofessionale di categoria che, per tutte le specie avicole allevate, raggruppa: *moltiplicatori; *incubatori; *selezionatori; *allevatori singoli ed associati da carne e da uova; *aziende di macellazione, sezionamento e lavorazione delle carni avicole *centri d’imballaggio e di trasformazione delle uova da consumo.
L'U.N.A rappresenta:* il 95,2% del mercato del pollo; * il 99,4% del mercato del tacchino; * il 76,2% delle altre specie avicole allevate; * il 75,3% del mercato dell'uovo; * il 30,6% del mercato della carne di coniglio.
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L'U.N.A. nacque perché, similmente con quanto stava avvenendo negli altri Paesi europei, nella seconda metà degli anni Cinquanta in Italia era nata una nuova attività, quella avicola che, come tutti i neonati, aveva bisogno di protezione e sostegno. In poco più di quarant'anni l'avicoltura è divenuta e si è confermata
settore leader della zootecnia italiana, l'unico autosufficiente dall'estero, ed è al primo posto in Europa per la qualità dei prodotti.
Nata nel 1958, l'Unione Nazionale dell'Avicoltura (con struttura simile a quella dell’unione industriali = Associazione privata) ha acquisito in breve tempo un ruolo di grande importanza per l'avicoltura italiana, fino a riunire oggi la quasi totalità delle aziende avicole del nostro paese. L'U.N.A. ha accompagnato e sostenuto con la sua opera assidua e puntuale il poderoso sviluppo che ha interessato il settore avicolo, un settore che oggi rappresenta il principale comparto della zootecnia italiana ed un'attività trainante per la nostra economia
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Nel 1958 si producevano in Italia meno di 100.000 tonnellate di carne di pollame e circa 4 miliardi di uova; ogni italiano mangiava solo 24 kg. di carne dei quali poco più di 2 chili erano di carni di pollame e circa 120 uova. il valore della produzione era allora (a valori attuali) di poco superiore agli 800 miliardi di lire; negli allevamenti avicoli lavoravano circa 2.500 persone.
Oggi i consumi di carni di pollame sono cresciuti di quasi 10 volte e quelli di uova sono raddoppiati. La produzione di carni avicole ha raggiunto quasi 1 milione e 200 mila tonnellate e quella di uova ha superato i 12,8 miliardi di pezzi.
Nel 2003 ogni italiano ha mangiato, in media, 84 Kg. di carne dei quali 18,74 di carne di pollame, e 218 uova; il settore occupa direttamente 80.000 operatori ed altre 100.000 persone traggono il loro reddito dalle attività connesse all'avicoltura (impianti ed attrezzature, mangimi per pollame, etc).
Il mercato avicolo è un mercato rigido: l’aumento di produzione si traduce in un crollo dei prezzi e non in un aumento dei consumi interni.
È per questo motivo che la previsione dei consumi interni (oggi anche Europei) e la conseguente programmazione delle produzioni è fondamentale per la sopravvivenza delle grosse aziende integrate.
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Statistiche U.N.A.(Servizio per produttori avicoli - 30 anni di esperienze)
Metodologie di rilevazione e calcolo
FontiIndagini correnti effettuate da ISTAT (http://www.istat.it/)RILIEVI DIRETTI U.N.A.Prezzi ricavati da rilevazioni ISMEA (http://www.ismea.it/ismea/vet/mod-abb2.html) e camerecommercio (http://www.istat.it/Default.html).
ScopoConoscere e far conoscere l'evoluzione delle produzioni italiane ed europee e fornire elementioggettivi per la programmazione aziendale.
Le aree di Le aree di intervento ed intervento ed
i servizii servizi
Dati ricavati (stimati)Numero di galline pesanti in produzione (previsione attendibile).Produzione mensile di pulcini riproduttori broilers di un giorno: 7 mesi (maturità riproduttiva) + 3-7 giorni (conservazione uova) + 21
giorni (incubazione) + 1,5-2 mesi per macellazione = 10 mesi di anticipo previsione immissione polli a consumo,(previsione attendibile).
Numero di pulcini broilers di un giorno consegnati agli allevatori: 7giorni (conservazione uova) + 21 giorni (incubazione) + 2 mesi dianticipo, previsione immissione polli a consumo, (previsione attendibile).
Confronto fra dati consuntivi e prezzi di mercato per verificare l'influenza delle immissioni al consumo suandamento prezzi.
Numero di tacchini e faraone di un giorno immessi in allevamento(Faraona 15-18 settimane di anticipo; tacchino (16-18 settimanefemmine; 22-24 settimane maschi) (previsioni attendibili).).
Produzione mensile di pulcini riproduttori di ovaiole di un giorno: 6 mesi (maturità riproduttiva) + 3-7giorni (conservazione uova) + 21giorni (incubazione) + 6 mesi (maturità riproduttiva) = 13 mesi di anticipo previsione immissione uova a consumo,(previsione non attendibile).
Produzione mensile di pulcini di ovaiole di un giorno (6 mesi anticipo = previsione immissione uova al consumo,(previsione attendibile).
Produzione polli con anticipo di 9-10 mesi Produzione uova con anticipo di 6 mesiProduzione polli con anticipo di 9-10 mesi Produzione uova con anticipo di 6 mesi
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666.200 tonn. di carne di pollo (-1,8% rispetto al 2004);
85.100 tonn. di carne di gallina (+0,7% rispetto al 2004);
292.600 tonn. di carne di tacchino (+0,8% rispetto al 2004);
75.100 tonn. di carne delle altre specie avicole allevate (-0,1% rispetto al 2004)
POLLI DA CARNE ALLEVATI IN ITALIA, DIFFERENTI TIPOLOGIE E RELATIVE CONSISTENZA
P0LLI "ALTERNATIVI" E LORO GRADO DI DIFFERENZIAZIONE (*) COL POLLO CONVENZIONALE RELATIVAMENTE Al PARAMETRI: RAZZA/IBRIDO MANAGEMENT ED ALIMENTAZIONE.
* - allevamento rurale costituito da circa 30.000 aziende pari a 1-1,5 milioni di capi.
* I + stanno ad indicare il maggior o minor grado di differenziazione col pollo industriale
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PULCINI DI GALLINA Anno 2004Produzione Per carne - da razze pesanti (broilers) 423.577.000 di cui esportati 1.300.000- da razze leggere (controsessi) 19.073.000 di cui esportati 1.000.000- da razze miste 31.642.000 di cui esportati 2.000.000 (colorati, campagnoli)
Totale pulcini immessi in allevamento (Importazione 11.500.000) 475.792.000 destinati agli allevamenti razionali 442.592.000 agli allevamenti rurali 33.000.000Produzione Per uova da consumo - da razze leggere (femmine sessate) 36.799.000 di cui esportati 2.700.000- da razze miste (colorati, campagnoli) 12.403.000 di cui esportati 1.800.000Totale pulcini femmine immessi in allevamento (Importazione 000) 44.702.000 destinati agli allevamenti razionali 34.099.000, agli allevamenti rurali 10.603.000Per uova da cova- femmine di razze pesanti (broilers) 3.345.000- femmine di leggere (per uova da consumo) 430.000- femmine di razze miste (per colorati, campagnoli) 480.000Totale pulcini per uova da cova immessi in allevamento 4.255.000TOTALE PULCINI DI GALLINA UTILIZZATI IN ITALIA 504.920.000
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PULCINI DI ALTRE SPECIE AVICOLE Anno 2002Tacchinotti Produzione 30.088.000Saldo import-export +2.600.000Totale tacchinotti immessi in allevamento 32.688.000Faraoncini Produzione 21.951.000Anatre ed oche Produzione 9.380.000 (stima) Saldo import-export di pulcini di faraona, oca ed anatra + 3.200.000TOTALE PULCINI DI ALTRE SPECIEAVICOLE IMMESSI IN ALLEVAMENTO IN ITALIA 67.219.000