LA CONNESSIONE SVIZZERA
IndiceINTRODUZIONEINTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE1 MATERIALE
DA MEDELLIN 8Il riciclatore Giuseppe Lottusi condannato.2 FIMO
OVVERO LA BUONA FEDE 12Misteriose dimissioni in massa. Oro e
gioielli. Societ a responsabilit limitata. Un immediatocertificato
Persil per Cotti. Un colpo di spugna. Comifin ovvero il copricapo
magico che rendeinvisibili. Entra in azione Mani Pulite. L'uomo dal
piede d'oro. Il presidente della Fimo parla chiaro.Settembre nero.
Smentita ambigua. Ha inizio il grande repulisti. SBG: il gioco a
nascondino riesce. LaGiustizia Ticinese partorisce un topolino. Con
quanta seriet ha indagato la Del Ponte ? Un casoesemplare.
Excursus: Domande senza risposta dall'Italia. Il caso Fidia: Abuso
di farmaci.3 LA MISTERIOSA TRADE DEVELOPMENT BANK 31La capitale
mondiale del sistema bancario sefardita. Edmond Safra e la TDB.
L'esodo da Beirut.Ginevra, patria elettiva. Safra vende la TDB. La
grande campagna denigratoria. Safra restituisce ilcolpo. Decollo in
verticale della nuova banca. Il pesce piccolo mangia il pesce
grosso. Confessioni acuore aperto. Il caso fiscale Graf. Safra,
l'intoccabile. Niente a che fare con Iran-Contra. Critica
dellagiustizia penale di Ginevra. Sempre avanti fino a Zurigo,
Paradeplatz .4 PI LUCE SUL BUSINESS DELL'OFFSHORE 46Paradisi
parassitari. L'offshore utile a molti. Il Liechtenstein,
piazza-offshore. La Svizzera, piazzaoffshore ? La fondazione
familiare Sandoz: Novit nel business dell'offshore. Il
Lussemburghese. IlexTrust Services SA, Ginevra. Vaste attivit.
Koloyan Stoyanov. Jrg Stubli. JS Holding: scorrono imilioni.
Tentativo di acquisizione della Publicitas. Stubli vuole diventare
serio. Da Stubli si pretendetroppo. Una cometa si spegne. Stubli
inciampa. Perch Pierre Arnold ? Segnale ambiguo.
5 MANI PULITE 65Denaro del grande fratello. Il compromesso
storico liquidato. Giustizia contro corruzione. Il primocaso. La
slavina comincia a precipitare. Ritorno dell'eternamente identico
?
6 IL MISTERIOSO CONTO PROTEZIONE 68Una vecchia storia. Un
giudice superiore di debole memoria. Viene sollevato il velo.
Mazzette per isocialisti. Certificato Persil per la SBG. Dirigenti
della SBG in veste di testimoni. Assistenza
giuridicarestrittiva.
7 ENI - LA MADRE DELLA CORRUZIONE ITALIANA 75Venti milioni
dispersi a Zurigo. In carcere. Voce di bilancio "mazzette". La
storia di un'azienda di stato.L'ENI si espande. Delitto o
incidente? I socialisti si prendono l'ENI. Il ruolo di Eugenio
Cefis. Saluti ebaci da Mosca. Societ legali ENI in Svizzera. Il
presidente della Saipem Cavelty in grande difficolt.Speculazioni
della "Banda dei sette". Excursus: fila dello scandalo BCCI.
L'unica filiale BCCI pulita almondo ? Servizio completo
Svizzero.
8 IL CASSIERE DELLE TANGENTI ENI A GINEVRA 89Un allegro terzetto
sul Rodano. Che cos' la banca Karfinco ? Il salvataggio della
Karfinco. Due grandiaffaires. Fatture da Berna. Chi c'era dietro il
gruppo RAD ?
9 LA CENTRALE DEI FONDI NERI DI FERRUZZI A LOSANNA 97Fiducianti
in Italia. Inspiegabili operazioni finanziarie a Zurigo. Fiduciari
in Svizzera. Il caso Elosua.Un buco di milioni a Lugano. La
Revisione Curator dormiva. Enimont: "La madre di tutte le
tangenti".I peccati della banca vaticana . Merchantbank Cragnotti
& Partners. C' vita dopo Enimont ?
10 LUGANO. L'HINTERLAND DI BERLUSCONI 108L'operazione Mato
Grosso. Mani Pulite colpisce Berlusconi. Giudici romani con conti
bancari aLugano. Il caso IMI/SIR. La fine di Berlusconi.
11 INTERROGATIVI SU CARLA DEL PONTE 113Scelta ideale o flop? L'
attivismo della procuratrice federale. Leggi strapazzate. La "Pizza
Connection"ticinese. Il riciclatore Salvatore Amendolito. Il
riciclatore Franco Della Torre. Continui rinvii dellagiustizia
ticinese. Oliviero Tognoli ritorna. Quale giustizia per Oliviero
Tognoli ? L'enigmaAmendolito.
12 NUOVA LUCE SULL' AMBROSIANO 126Ascesa e caduta di Roberto
Calvi. La banca vaticana IOR. Il banchiere della mafia Michele
Sindona.La P2 salva Calvi. Calvi in grande difficolt. La fine di
Calvi. La Banca del Gottardo di Luganosopravvive. Mandati d'arresto
nei confronti dei banchieri del Vaticano. Carlo von Castelberg non
fa levacanze in Italia. Il caso Duft. Il caso Poncet.
13 LA LOGGIA SEGRETA MASSONICA P2 137Cospiratori sovversivi ?
Arricchimento criminale ? La loggia massonica P2. Guerra ai Papi.
Alleanzacon la finanza. I Maltesi. Il Gran Maestro Licio Gelli.
Politica assassina. Lo stato nello stato.Berlusconi e la P2. Il
Grande Oriente viene scomunicato. Licio Gelli e la Svizzera.
Scandalo a ChampDollon. Excursus: I massoni svizzeri. Colpo di
scena al Brockenhaus di Zurigo. Storie di cantine daBerna.
14 WINNIE TRA I BRIGANTI 151Il delitto quasi perfetto. Winnie
cade in trappola. Speculatori e spie. La vendita dei certificati
rubati.Inciampata o sfruttata. Che cosa sapeva il ministro della
Giustizia Martelli ?
15 LA PIU' GRANDE BANCAROTTA DELLA SVIZZERA 158Economia da clan
alla Sasea. Vecchia nobilt napoletana. Nell'orbita della mafia.
Comincia l'avventura.I fiori del male della speculazione bancaria.
L' istituto di pulizie Sasea. Societ sospette. Guadagnimediante
trucchi di registrazione contabile. Flop del petrolio e degli
immobili. Il caso Europrogrammi.Crollo a Hollywood. L' inizio della
fine. L' arresto. Molto lavoro per la Giustizia. Il direttore di
bancaparigino perde le staffe. Chi e responsabile ?
16 IL RE DELL'OFFSHORE TITO TETTAMANTI 175L'asse d'oro
Lugano-Vaduz. La Banca Regionale BSI. La bancarotta della
Weisskredit. A Montecarlo! AMontecarlo! - L'Iracheno straricco.
Alleanza profana con la Banca D G. Finanziere dassalto a
WallStreet. Senza successo con la Sulzer. Sfortunato con la Saurer.
Il caso Cogefar. Un re abdica. C'qualche rapporto con Martin
Ebner?
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE: TECNICHE DEL RICICLAGGIO 190
INDICE DEI NOMI 192
INTRODUZIONE
"Il denaro non puzza" disse al figlio Tito l'imperatore
Vespasiano quando 2000 anni fa impose una tassasulle latrine
pubbliche.
Questo motto ormai classico vuole mettere in luce un
contrassegno positivo dei soldi, vale a dire : illoro valore
indipendente dalle circostanze in cui li si fatti . Ma quello che
valeva 2000 anni fa per ildenaro dell'imperatore romano , non vale
pi oggi nei confronti del crimine organizzato . Soldiguadagnati
illegalmente possono essere ritirati dalla circolazione dallo stato
anche se sono stati "deodorati " in un graduale processo di
lavaggio, come si definisce in tedesco il riciclaggio. Il
lavaggiodi denaro o riciclaggio stato fino agli anni 80 inoltrati
una metafora pregnante del linguaggiogiornalistico e solo agli
inizi degli anni '90 si trasformato in concetto giuridico . Nel
1990 il gruppodelle nazioni economicamente pi importanti (G 7)
present delle direttive fatte elaborare dal FinancialAction Task
Force on Money ( FATF ) . In seguito numerosi paesi, tra i quali la
Svizzera, adeguarono lapropria legislazione .Nel 1990 il codice
penale svizzero fu integrato con un articolo sul riciclaggio e
sulla insufficientemeticolosit nelle operazioni finanziarie,
divenuto una legge sul riciclaggio di denaro nel 1997, al pitardi
nel 1998 . A seconda delle legislazioni nazionali vigenti il
riciclaggio di denaro perseguibilepenalmente in misura diversa nei
singoli paesi . Ci che era permesso in Svizzera fino al 1990, oggi
vietato . Ci che ancora permesso in Svizzera nel 1996 gi reato
negli USA e sar forse punibile inSvizzera con la prossima legge sul
riciclaggio . Ma alle Seychelles, per esempio, lo stesso fatto
purestare ancora a lungo impunito . Quando nelle pagine che seguono
si parla di riciclaggio di denaro ,pagamento di bustarelle,
evasione fiscale ecc . , ci non implica affatto nel caso singolo
secondo lalegislazione vigente in quel paese un " comportamento "
sempre " criminoso . " Ma il fenomenoeconomico resta lo stesso
dovunque . L dove viene riciclato denaro sporco l'economia cade
intentazione. A sedurre sono un capitale d' investimento a buon
mercato per l' industria , il commercio ele libere professioni cos
come onorari lucrosi per il ramo finanziario . Oggi interi settori
economici ,anzi intere economie nazionali sono minacciate
dall'infiltrarsi del crimine organizzato . I riciclatori didenaro
lo aiutano ad accedere alle posizioni di potere dell'economia e
della societ legali .Il fondo monetario internazionale ( FMI )
ritiene che nel 1995 siano stati immessi clandestinamente
neimercati finanziari legali complessivamente 500 miliardi di
dollari di denaro sporco , nonostante si sianorafforzate le misure
contro il riciclaggio . Dopo che la " guerra alle droghe "
terminata ormai con unasconfitta , lo stesso destino incombe sulla
lotta al riciclaggio di denaro.
La Svizzera NON HA una piazza finanziaria , la Svizzera una
piazza finanziaria . Il vecchio detto valido oggi pi che mai.Le
banche svizzere hanno un ruolo primario a livello mondiale nel
campo del " Private Banking ",dell'amministrazione dei beni di
individui ricchi. In Svizzera vengono amministrati depositi di
clientiche ammontano presumibilmente a 2400 miliardi di franchi. A
ci si aggiungono i fondi diinvestimento dell'amministrazione
patrimoniale istituzionale ( casse pensione , fondi di investimento
,assicurazioni) . Questi miliardi vengono spostati continuamente
qua e la' sui mercati finanziari , acaccia del massimo profitto .
Nasce cos un volume d' affari enorme , che crea le nicchie di cui
iriciclatori di denaro hanno bisogno per fornire al loro denaro
sporco un retroterra apparentementelegale. La fiducia della
clientela nella riservatezza del banchiere il cuore del " Private
Banking " . Lebanche svizzere hanno fama mondiale di baluardo della
discrezione. In questo paese i dettagli di unconto bancario sono
protetti meglio dei segreti della camera da letto. Particolarmente
gratificante per iriciclatori di denaro che l'evasione fiscale
venga considerata una trasgressione perdonabile .Definiscono quindi
il loro denaro sporco un capitale che vuole evadere le tasse e con
ci si procuranopresso certe banche e certi amministratori fiduciari
una legittimazione accettata . Ma il tradizionalevantaggio
stanziale della Svizzera nell'amministrazione del patrimonio
privato minacciato dalla fortepressione concorrenziale dei
cosiddetti centri finanziari offshore, quelle isole e mini stati
che hannoadeguato le loro leggi alle necessit degli investitori
stranieri. Questa concorrenza ha rafforzatoulteriormente il
tradizionale riflesso condizionato alla segretezza di banche,
avvocati , fiduciari eamministratori patrimoniali. Mania del
mistero anzich trasparenza resta il contrassegno dellepubbliche
relazioni in questi ambienti. Un atteggiamento miope, come dimostra
l'argomento delpatrimonio dell'Olocausto.Il segreto bancario,
favorito dalla guerra fredda, ha certo impedito per 50 anni un'
analisi storicaapprofondita del ruolo della Svizzera come piazza
finanziaria nella seconda guerra mondiale. Ma lamaledizione
dell'oro nazista e del patrimonio dell'olocausto si rivelata alla
fine pi forte. Ci chedopo la fine della guerra era stato
dissimulato e rimosso si ripresento' nel 1995 come passato
nonrielaborato, vergognoso non solo per le banche ma per l'intera
Svizzera. Nella primavera 1992 ungruppo di quattro procuratori
milanesi, chiamati nei media "Mani pulite", cominciarono le
loroinchieste contro la corruzione.Appena due anni dopo il corrotto
ordine italiano postbellico era crollato. Alcune delle sentenze di
ManiPulite hanno costituito il punto di partenza delle indagini
condotte per questo libro. Ben presto fuchiaro che la Svizzera da
decenni era servita da piazza - Offshore del sistema di corruzione
italiano,definito Tangentopoli . Si consenta il paragone : se
l'analisi di questi temi viene rimossa come quella dici che accadde
sulla piazza finanziaria Svizzera durante la guerra, ne nascer il
passato non rielaboratodi domani. La lotta contro il riciclaggio di
denaro considerata in tutto il mondo un compito
primario.Altrettanto grande l'interesse generale alla pubblicazione
di informazioni e analisi sui percorsi deldenaro sporco.Far luce il
motto di questo libro. Non si vuol tanto portare l'attenzione su
singoli casi, avvenimenti,scandali quanto render visibili quelle
strutture e intrecci finanziari , in cui il flusso del denaro
sporco simescola con quello legale . Fare i nomi di societ e
persone diventa perci inevitabile.Conformi a questo approccio sono
anche le numerose note a pi di pagina disseminate nel testo,
checontengono particolari concreti sui punti nodali e le
diramazioni di strutture finanziarie invisibili.Questo libro si
basa su ricerche condotte dal 1993 al 1995 insieme a Paolo Fusi in
Svizzera, Italia,Lussemburgo, Liechtenstein, Inghilterra e
Germania. Successivamente ho continuato da solo leindagini che
hanno portato alla pubblicazione del presente volume. Le "Swiss
Connections" di portatamondiale non possono essere descritte senza
collaborazione internazionale.La mia gratitudine va alle tante
colleghe e ai tanti colleghi di numerosi paesi che hanno supportato
ilmio lavoro.Senza di loro questo libro non sarebbe stato
possibile.
Gian Trepp, Zurigo, agosto 1996
INTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
Il 17 settembre 1996 "Swiss Connection" fu presentato alla
stampa a Zurigo. Lo stesso giorno i giornaliitaliani annunciarono
l'arresto di Pierfrancesco Pacini Battaglia, italo-svizzero con
doppia nazionalit, lex cassiere di bustarelle del gruppo
petrolifero statale italiano ENI a Ginevra,di cui si parla nel
capitolo8. Grazie alla sua loquacit negli interrogatori e ai
protocolli delle sue conversazioni telefonicheintercettate, cominci
una nuova serie di rivelazioni sulla corruzione in Italia. La
portata che le sueconfessioni rivestono per la Svizzera non ancora
calcolabile. A Ginevra Pacini Battaglia nel settembre1996 era un
grosso azionista ( non chiaro se azionista di maggioranza) della
Banque de PatrimoinesPrivs di Ginevra (BPG), che aveva contribuito
a fondare nel 1987 ancora sotto il vecchio nomeBanque Karfinco e
che aveva adoperato come cassa per i fondi neri dell'ENI. Dopo
l'arresto di PaciniBattaglia la Procura della Repubblica di La
Spezia chiese assistenza legale a Berna. Al centrodell'interesse
italiano c'era la BPG. In seguito a ci cominci in Svizzera un
singolare gioco aldepistaggio. In un comunicato stampa del 24
settembre 1996 la BPG , erede della Karfinco, sment gliannunci dei
media italiani, di aver subito controlli e perquisizioni e sostenne
con forza che i suoi organidirigenti non avevano niente a che fare
con gli avvenimenti in Italia. Alcuni giorni dopo la BPG parldella
"visita" del procuratore federale Carla del Ponte, mentre lei a sua
volta dispose il bloccodell'informazione. Secondo notizie di stampa
italiana la del Ponte si sarebbe incontrata a Lugano a
finesettembre con due giudici istruttori di La Spezia. Il 5 ottobre
avrebbe visto addirittura il presidentedell'ENI Franco Bernab, che
avrebbe chiesto di prendere misure contro la BPG. Tutte queste
notiziedella stampa italiana non furono confermate dalla Procura
federale. Gi il 4 ottobre Erwin Heri si eradimesso dal consiglio di
amministrazione della BPG. L'esperto finanziario Heri direttore
generaledell'assicurazione Winterthur ed era stato portato nel
consiglio d'amministrazione dal presidente dellaBPG, Richard
Schfer, per elaborare una nuova strategia d'investimento per la
banca. Secondo ledichiarazioni dello stesso Heri egli si dimise
perch questo compito era stato espletato, e le suedimissioni non
avrebbero avuto niente a che fare con l'arresto di Pacini
Battaglia. Mentre laprocuratrice federale manteneva un ferreo
blocco dell'informazione, si apprendeva alla fine di ottobredalla
stampa italiana che un giudice istruttore di La Spezia aveva
incontrato di nuovo a Lugano la delPonte. Si sarebbe trattato di
documenti da lei sequestrati alla fine di settembre presso la BPG,
la cuiconsegna all'Italia sarebbe tuttavia stata bloccata da un
ricorso della banca.La confusione creata ad arte sui reali
avvenimenti alla BPG evidenziano di nuovo le gravi carenze
dellapolitica di informazione della Procura Federale Svizzera.
Anche per il libro gli eventi precipitarono gidopo il primo giorno
di vendita. La Ilex Trust Services di Ginevra ottenne presso il
tribunale di Ginevraun divieto provvisorio cautelativo di Swiss
Connection . La stessa richiesta della Iley insieme ad altricinque
querelanti non aveva avuto successo un'ora prima a Zurigo. Due
settimane pi tardi il tribunaledi Ginevra sospese la disposizione
di divieto, obblig i querelanti ad un indennizzo processuale e
rinvil'azione giudiziaria a Zurigo. Nell'ambito di trattative
concordatarie al tribunale distrettuale di Zurigo siebbe in seguito
una rielaborazione del capitolo 4 , che tiene conto delle obiezioni
del giudice. In ungiudizio sommario questo aveva rimproverato al
testo di accostare ingiustamente la Ilex e gli altriquerelanti
all'ambito del riciclaggio di denaro e di fare in alcuni passi
offese personali nei confronti disingoli querelanti. Un nuovo
titolo del capitolo, modifiche del testo e una rielaborazione
redazionaledei passi criticati hanno tenuto conto di questo.
Rispetto alla prima edizione stato eliminato ilpassaggio sulla
catena di boutiques Trois Pommes della Signora Trudie Gtz . Sulla
base diun'indicazione inesatta contenuta in un'opera di
consultazione il passo sopracitato del testo ponevaTrois Pommes
nell'ambito di un gruppo internazionale Offshore. Alla luce di
documenti e informazioniforniti dopo l'apparizione del libro
risultato che il supposto collegamento non c' stato mai. Per
unospiacevole errore tecnico nella prima edizione si fatto il nome
alle pagine 313 e 321 di una dittaIndaco AG, in realt non implicata
in alcun modo negli avvenimenti descritti. I passi in questione
siriferiscono alla ditta Inadco AG.
Gian Trepp, Zurigo, inizio di novembre 1996
1 MATERIALE DA MEDELLINTutto prese l'avvio per caso il 9
novembre 1988. Nel corso di un controllo di routine
sull'autostradaMiami-New York la polizia stradale scopr un carico
di cocaina nell'automobile di Giuseppe Cuffaro.L'italoamericano fu
arrestato e dopo alcuni mesi di prigione cominci a collaborare con
la FBI. Inqualit di teste principale pentito poteva contare su un
verdetto pi mite. Siciliano di nascita, Cuffaroera emigrato a New
York nel 1970 e l si era legato alla leggendaria famiglia mafiosa
Gambino. Nel1983 si spost a Miami, dove prese a collaborare, con un
altro emigrante siciliano, John Galatolo, e lasua Scirocco Fan
Company. Galatolo riceveva grandi quantit di cocaina dal
Sudamerica, cheimmagazzinava provvisoriamente e divideva in
porzioni presso la Scirocco. Anche Galatolo era unmafioso, ma non
apparteneva alla famiglia Gambino di New York come Cuffaro ma alla
famigliaGalatolo di Palermo. I Galatolo operavano in alleanza
strategica con il clan dei Madonia. (1) Negli anniseguenti Galatolo
e Cuffaro organizzarono un fiorente commercio di cocaina tra la
Florida e New York.Cuffaro confess anche di avere collaborato ad
una fornitura di cocaina diretta a Palermo dallaColombia. La FBI
inform di questa confessione i colleghi a Roma e il 20 gennaio 1990
agentiinvestigativi italiani poterono interrogare nella sua cella
Cuffaro tanto ben disposto a parlare.(2) Ipoliziotti italiani non
si pentirono del viaggio. Il connazionale emigrato negli USA rivel
i dettagli diun commercio di 600 kg. di cocaina della mafia
siciliana con il cartello delle droghe di Medellin. Laprocura della
repubblica di Palermo inizi quindi un'istruttoria internazionale
col nome in codice "BigJohn", che appena due anni dopo avrebbe
regalato alla Svizzera lo scandalo Fimo. Fornitore di cocainadei
Madonia era il cartello delle droghe di Medellin, rappresentato da
Waldino Aponte Romero e AngelLeon Sanchez. Con i due colombiani
Galatolo aveva trattato nell'ottobre 1987 ad Aruba (3), isola
delleAntille, per il padrino Madonia il prezzo di 21000 dollari al
Kg. (in tutto circa 12 milioni di dollari) e leesatte modalit di
consegna. La merce doveva essere portata a Castellammare del Golfo
presso Palermo(e Trapani n.d.t.) con la nave "Big John" al comando
del cileno Allen Nox, detto "Brito", e ltrasbordata su un
peschereccio siciliano. Le coordinate esatte del luogo di consegna,
le frequenze radioe una foto della "Big John" furono portate a
Palermo ai Madonia da Cuffaro. Il trasporto and lisciocome l'olio.
Il 9 gennaio 1988 davanti a Castellammare del Golfo 565 Kg. di
cocaina poterono esseretrasbordati dalla "Big John" al peschereccio
gi in attesa. Alcuni giorni pi tardi Cuffaro, AponteRomero e Leon
Sanchez si incontrarono a Roma. I due Colombiani erano nervosi
perch la rimessadelle prime rate per la cocaina fornita era in
ritardo e insistettero per un rapido pagamento. Cometramite
indicarono un uomo di nome Giuseppe, al quale il denaro doveva
essere consegnato con ilcontrassegno "Garzon". Come Aponte Romero
osserv, questo Giuseppe godeva della fiducia illimitatadel suo
"chefe" il dott. Garzn di Medellin, per il quale gi da molti anni
aveva organizzato transazionifinanziarie internazionali. Cuffaro e
Galatolo (4) rintracciarono questo Giuseppe a Milano e glipagarono
il prezzo d'acquisto della cocaina in contanti in banconote
italiane.(5) Dell'indirizzo esatto diGiuseppe il Cuffaro pentito
non fu pi in grado di ricordarsi nella sua confessione. Aveva solo
ancorain mente che il suo ufficio era nelle vicinanze del duomo di
Milano e decorato che numerose fotografiedi cavalli da corsa
facevano bella mostra alle pareti.A Milano cominci subito la
ricerca febbrile del riciclatore di denaro Giuseppe. Il sospetto
cadde tral'altro su Giuseppe Lottusi, agente finanziario con
ufficio in Piazza S. Maria Beltrade 1, vicino alDuomo. Lottusi era
il consigliere d'amministrazione unico di due societ, la Interpart
Finanziaria e laScuderia "Gielle", denominata con le iniziali GL.
Il 4 giugno funzionari di polizia italiana mostrarono aCuffaro
nella sua cella di prigione in America una foto di Giuseppe
Lottusi, nel quale egli riconobbeimmediatamente quel Giuseppe.
"L'identificazione di Giuseppe Lottusi" si dir pi tardi nella
sentenza" fu la rivelazione decisiva per le indagini" (6). La
Criminalpol milanese diretta da Gianni De Gennarodel "servizio
centrale operativo" lo sottopose a sorveglianza permanente e al
controllo delle lineetelefoniche. Dopo pi di un anno fu infine
arrestato mentre lasciava la sua abitazione la mattina prestodel 15
ottobre 1991. Era diretto all'aeroporto milanese di Linate e aveva
nel bagaglio un biglietto aereoper Zurigo. Contemporaneamente la
polizia perquis abitazione e ufficio in Piazza S. Maria Beltrade
esequestr una grande quantit di materiale.
IL RICICLATORE GIUSEPPE
Dalla sorveglianza di Lottusi era emerso che per lo meno una
volta la settimana faceva la sua comparsaa Chiasso in Corso
S.Gottardo 89 presso la Societ Finanziaria Fimo SA, nei cui uffici
aveva adisposizione una propria scrivania con linea telefonica. (7)
"Di quando in quando portava alla Fimodenaro contante o carte
valori"(8) Secondo il vicedirettore della Fimo Enzo Coltamai
Lottusi portavasia denaro dall'Italia alla Fimo sia denaro da
Chiasso in Italia, all'anno in media da 5 a 6 miliardi di lire,per
lo pi in tranche da 500 milioni.(9) Oltre che nel traffico di
denaro contante Lottusi aveva inseritola Fimo anche nel suo
ingegnoso sistema di pagamenti per assegni o accreditamenti
oltreconfine.Inoltre egli stesso o le sue societ e prestanome
gestivano tutta una serie di conti, mediante i quali eglipagava
denaro in Svizzera, non appena i suoi clienti gli avevano dato in
Italia la somma corrispondentein contanti. La consegna veniva fatta
per lo pi al suo factotum Bruno Verri nella pasticceria Excelsa
inPiazza De Angelis a Milano. Il sistema di compensazione
funzionava anche in senso opposto :versamenti sui conti di Lottusi
in Ticino, pagamenti in contanti a Milano, detratta la
commissione,naturalmente. Tra il giugno 1988 e il novembre 1989 le
forniture di denaro si sarebbero raddoppiatefino a pi di dieci
miliardi di lire. Lottusi l'avrebbe informato in anticipo di volta
in volta dell'arrivo diuna spedizione da Milano. Le banconote
italiane da 50.000 e 100.000 lire in in confezioni di
plasticasarebbero state messe ,su indicazione di Lottusi, in sacchi
delle Poste e Telegrafi Ticinesi e speditecome raccomandate
assicurate alla Trade Development Bank (TDB, Ginevra). Beneficiario
: Oficina deCambio Internacional , contrassegno "Garzn"(10). Aveva
la delega per il conto Giancarlo FormichiMoglia. Tra il 16 giugno
1988 e il 13 febbraio 1990 arrivarono alla TDB complessivamente
11spedizioni assicurate per un totale di 10 miliardi e 275 milioni
di lire con il contrassegno "Ref.Garzn".(11) Questo affare era
considerato allora alla Fimo una faccenda del principale. Il
superioredel vicedirettore Coltamai, il vicepresidente della Fimo
Lorenzo Aloisio, conoscente di Lottusi dalunghi anni, aveva
approvato la transazione. Dopo che Lottusi gli aveva chiesto se
fosse in grado diversare 10 miliardi su un conto della TDB Aloisio
gli aveva risposto che la cosa era fattibile. Invii finoa 300
miliardi sarebbero stati trasferiti a Ginevra in forma di bonifico,
nel caso di importi pi altisarebbe stato spedito materialmente
denaro contante come assicurata.(12) Il controllo del telefono
diLottusi aveva rilevato colloqui particolarmente frequenti con
Giancarlo Formichi Moglia, titolare delconto "Oficina de Cambio
Internacional" presso la TDB a Ginevra.Formichi Moglia, emigrato
negli USA agli inizi degli anni '70, era gestore d'affari della
ditta R.C.G.Entreprises in South Hill Street 550 a Los Angeles.
Allo stesso indirizzo erano domiciliate altre duesociet, l'Oficina
de Cambio e L'Oficina de cambio Internacional. Tutte e tre le ditte
di FormichiMoglia usavano lo stesso numero di registro presso il
registro di commercio californiano (P53728870)e gli stessi conti
presso la Security Pacific Bank of Los Angeles.(13) Come societ
madre dell'Oficinade Cambio e l'Oficina de Cambio Internacional
firmava una societ venezuelana con sede a Caracas,(14) come loro
procuratori firmavano Formichi Moglia e la sua segretaria Rose
Kirby.(15) Le tresociet di Formichi Moglia a Los Angeles erano
sorvegliate nell'ambito dell'azione anti-droghe "Polar-Cap" dell'
FBI e furono infine smascherate quale veicolo di riciclaggio di
denaro per il cartello diMedellin. Giancarlo Formichi Moglia e la
sua segretaria Rose Kirby dalla fine del 1987 alla fine del1988
avevano trasferito da Los Angeles al Venezuela circa 40 milioni di
dollari di denaro derivante daltraffico di droga.(16) Dopo
l'arresto di Lottusi Formichi Moglia e Kirby se ne andarono in
Australia,dove entrambi furono infine arrestati il 13 ottobre 1992
e estradati in Italia.(17)
LOTTUSI CONDANNATO
Quasi due anni dopo l'arresto, Lottusi fu processato a Palermo
nel 1993 (insieme con 15 coimputati inparte fuggiti). Fu condannato
a 20 anni di prigione, sentenza contro cui il suo avvocato
GiorgioSanseverino fece appello. Lottusi non sarebbe stato un
mafioso ma semplicemente un galoppino dellamafia che riceveva
ordini da Formichi Moglia. L'istanza giudiziaria immediatamente
superiore siconform a questa argomentazione e lo condann per
riciclaggio di denaro ad una pena ridotta a 12anni.(18) A molti
anni di prigione per riciclaggio di denaro furono condannati alla
fine del 1994 aPalermo anche Formichi Moglia e la sua segretaria
Kirby. Significativo che la loro difesa avevasostenuto una versione
dei fatti esattamente contraria a quella di Lottusi, e cio che loro
erano solo gliinconsapevoli esecutori delle disposizioni di un
Giuseppe Lottusi pienamente informato.Per i giudici di Palermo era
provato che il clan Madonia pagava in contanti al riciclatore
GiuseppeLottusi il prezzo della cocaina, fornita dal cartello di
Medelln. Lottusi versava il denaro via Fimo sulconto di Giancarlo
Formichi Moglia, prestanome di Medelln, presso la Trade Development
Bank diGinevra. (19) Abbiamo con ci un tipico riciclaggio di denaro
in pi stadi attraverso due istitutifinanziari svizzeri. La Fimo
(Chiasso) e la Trade Development Bank (Ginevra), usate come
stazioni diriciclaggio, vengono esaminate in maniera pi analitica
nei due capitoli seguenti.
Note:
1) Francesco Madonia era il capo o capofamiglia della famiglia
Resuttana. Dalla fine degli anni '70 finoal suo arresto in seguito
all'affare "Big John" fece parte della cosiddetta cupola o
commissioneinterprovinciale, il supremo organo mafioso in Sicilia.
I Madonia erano alleati al clan dei Corleonesi, ilcui capo Tot
Riina era uscito vincitore dalle sanguinose lotte mafiose siciliane
dell'inizio degli anni'80. Nel dicembre 1989 fu arrestato a
Palermo. (Cfr. Falcone, Giovanni : Cosa Nostra , Parigi 1991)
2) Tribunale Civile e Penale di Palermo: Sentenza contro Aponte
Romero,Waldino (Sentenza anno1993 /N:248 bis/ 93 Sent./B163 /91
Reg.Gen./(+131/92 Reg.Gen.)/N.6981/90 P.M.), 24. 3. 93,p.9.Questo
verdetto viene qui di seguito citato come TCPP (+14).
3) L'isola caribica Aruba si trova davanti alla costa del
Venezuela. Diversamente dall'isola sorellaCuraao, che vuole restare
con l'Olanda, nel 1986 Aruba ha votato per la piena indipendenza
dlla expotenza coloniale a cominciare dal primo gennaio 1996. Aruba
gestisce come Curaao un'importantepiazza finanziaria offshore.
Numerosi resoconti documentano il massiccio infiltrarsi ad Aruba
delleorganizzazioni criminali, soprattutto dalla Colombia e
dall'Italia.
4) John Galatolo fu arrestato nel febbraio 1990 grazie alla
confessione di Giuseppe Cuffaro.
5) TCPP (+14), p.12
6) TCPP (+14), p.102
7) TCPP (+14), p.104
8) Criminalpol Milano : Rapporto 9009001, s.d..,pp.14 segg.
9) Interrogato da procuratori italiani a Lugano il 17 dicembre
1991 Enzo Coltamai ha confermato cheLottusi da ben pi di dieci anni
intratteneva buoni rapporti con la Fimo e aveva un posto di lavoro
contelefono. Era stato presentato dal suo predecessore Ernesto
Bongiovanni che aveva lavorato con laFimo gi dall'inizio degli anni
'60. Il 5 marzo 1992 Coltamai fu messo a confronto in una
prigionemilanese con Lottusi, che conferm per intero le sue
dichiarazioni; un giorno prima Lottusi avevaconfermato anche le
dichiarazioni di Cuffaro.
10) TCPP (+14), p.104 segg.
11) TCPP (+14), p.109
12) TCPP (+14), p.109
13) TCPP (+14), p.26
14) Nel loro consiglio di amministrazione erano presenti Nelson
Manuel Garca Ramirez e AlvaroVelez Trilloz.
15) TCPP (+14),p.109
16) TCPP (+14), p.36
17) Lottusi telefonava spesso anche al fiduciario in pensione
Ernesto Bongiovanni a Perugia. Era statolui a insegnargli il
mestiere di consulente finanziario, a introdurlo alla Fimo e a
lasciargli dopo il suopensionamento la clientela abituale (TCPP
[+14], p.103). Altri frequenti partner delle
conversazionitelefoniche di Lottusi erano Savino Porcelluzzi,
Andrea Palombini e i due lussemburghesi Emile Vogt eMarc Neuen.
Neuen lavorava per la Filiale des Crdit Industriel d'Alsace et
Lorraine lussemburghese.Vogt faceva parte del consiglio di
amministrazione della Compagnie Financire de Gestion e dellaBanque
de Luxembourg. La Compagnie Financire de Gestion era gi finita sui
giornali un anno primain relazione alla cosiddetta Duomo Connection
milanese. Gaetano Nobile, accusato di traffico di droga,aveva
parcheggiato l il suo denaro. Nel corso dell'istruttoria contro
Lottusi emerse marginalmenteanche il nome della filiale di Henry
Ansbacher & C.ic. a St. Peter Port (Guersney). Il suo agente
dicollegamento Roberto Pizzuti a St.Peter Port era titolare di
numerosi conti presso la locale Filiale dellaHenry Ansbacher &
Cic. (Eco di Locarno, 10. 11. 91). Secondo L' Eco il partner di
Lottusi Pizzutifaceva parte anche del Plaiderie Trust, St.Peter
Port (Guersney) . Oltre ad avere collegamenti aGuersney Lottusi
aveva fondato 9 societ anche in inghilterra, e precisamente
Varvelta Ltd., VectaGlass Company, Gateway Consultant Company,
Rexfinch, Maytime Development, Landama,Riteridge, Trindust,
Nordstern.
18) Contro la sentenza si appell da parte sua la Procura della
Repubblica. In base alle dichiarazioni delpentito Cuffaro, l'accusa
ritiene che Lottusi sia un mafioso. (TCPP [+14], p.114 segg.)
19) Un'ulteriore base d'appoggio di Lottusi in Ticino era la
Kreditanstalt svizzera di Lugano che in uncomunicato stampa del 31
ottobre 1991 escluse ogni coinvolgimento negli affari di Lottusi e
ribad lasua disponibilit ad una piena collaborazione con la
giustizia. La filiale di Lugano del grande mediatoredi borsa
statunitense Merril Lynch, che era stata pure messa in relazione
con Lottusi, aveva fatto sapereil 18 ottobre attraverso l'avvocato
Pier Felice Barchi, di aver agito sempre secondo l'uso comune
inambito finanziario. (Nello studio legale di Pier Felice Barchi la
del Ponte aveva fatto quasi 20 anniprima i suoi primi passi come
avvocatessa). Anche la filiale di Lugano della Ilex Trust
Services(Ginevra) fu citata come interlocutrice di Lottusi sulla
base di un comunicato di polizia italiano sull'Eco di Locarno (10.
11. 91). Gi il 18 ottobre 1991 il procuratore di stato Carla del
Ponte attest allaKreditanstalt (Lugano), a Merill Lynch (Lugano) e
alla Ilex Trust Services (Lugano) che poteva essereescluso ogni
coinvolgimento di quadri direttivi e consiglieri di
amministrazione.
2. FIMO OVVERO LA BUONA FEDE
La Finanziaria Mobiliaria SA, detta in breve Fimo, era stata
fondata il 21 marzo 1956 dal notaio ErcoleDoninelli a Chiasso. Il
capitale di fondazione ammontava a 100.000 franchi ed era suddiviso
in milleazioni, sottoscritte da due ticinesi e cinque italiani, tra
cui Carlo Vincenzo Aloisio di Torino. (1) Gliaffari in seguito
debbono essere andati bene se nel 1963 il capitale azionario si era
decuplicatoraggiungendo il milione di franchi. Le 9000 nuove azioni
furono sottoscritte da due direttori dellafiliale di Chiasso della
Schweizerische Bankgesellschaft (SBG), Edgardo Botta e Gianfranco
Keller.Con ci la SBG (Chiasso) controllava il 90 percento delle
azioni Fimo. Contemporaneamente due deiconsiglieri amministrativi
ticinesi fino allora in carica (2) diedero le dimissioni e
cedettero le loro quotedi capitale in forma fiduciaria a Ercole
Doninelli, che entr nel consiglio di amministrazione. Un altronuovo
arrivo in questo comitato fu costituito da Lorenzo Aloisio (3),
figlio dell'azionista di fondazionetorinese Vincenzo Aloisio, e
abitante a Besazio. Negli anni '60 la Fimo continu ad
espandersifortemente e nell'aprile 1972 il capitale sal da uno a
tre milioni, sottoscritto di nuovo interamente dallaSBG (Chiasso).
Nuovo presidente divenne il notaio Ercole Doninelli, nuovo
vicepresidente LorenzoAloisio. Nel dicembre 1976 la SBG negozi per
il partner Aloisio l'acquisto della piccola bancazurighese Bank
Roulston. (4) Aloisio cambi il nome dell' istituto in Banca Albis,
raddoppi il capitalea due milioni e prese in affitto uffici pi
grandi in Gerbergasse 6, vicino alla Zrcher Bahnhofstrasse.
Inseguito la nuova acquisizione di Aloisio serv alla societ
finanziaria Fimo, a presentarsi come bancacol nome Albis senza
possedere una licenza della commissione bancaria. La Fimo e i suoi
clienti eranoallora in assoluto i clienti pi importanti della banca
Albis.(5) Nella seconda met degli anni '70,mentre la piazza
finanziaria Ticino era sconvolta dallo scandalo della filiale di
Chiasso dellaKreditanstalt e dallo scandalo di Weisskredit,di cui
non si ancora parlato, il discreto trio di
successoSBG-Aloisio-Doninelli, passando del tutto inosservato,
incassava con la Fimo lauti guadagni nelmondo degli affari
finanziari italo-svizzero. Nel 1982 un'operazione di scambio non
ortodossa sistemla posizione contraria alla legge bancaria della
societ gemella Fimo-Banca Albis. La Fimo sottoscrisseun aumento di
capitale di tre milioni della banca Albis che pag con un apporto di
beni in natura. Ciconsistette nel trasferimento dell'attivit di
tipo bancario della Fimo alla banca Albis. Concretamenteaccadde
questo : La banca Albis apr nei locali della Fimo in Corso San
Gottardo 89 a Chiasso unafiliale, che prese 27 dei 30 posti di
lavoro e attivi e passivi della Fimo per 30 milioni di franchi,
deiquali 10 milioni in oro. Da allora la filiale di Chiasso della
banca Albis e la Fimo lavorarono neglistessi uffici in Corso San
Gottardo 89. Grazie all'abile operazione si erano adeguati alla
legislazionebancaria senza dover veramente mutare qualcosa
nell'andamento degli affari. Da un punto di vistaeconomico Fimo e
Banca Albis rimasero gemelli monozigotici. Vale a dire che la
societ finanziariaFimo non sottoposta alla legislazione bancaria
aveva una porta posteriore aperta su una banca. Chequesto
stratagemma degno di un azzeccagarbugli non fosse allora in
contraddizione con gli standarddell'etica degli affari della SBG
significativo. (6) Gi un anno pi tardi, nell'aprile 1983, la
Fimoaument il suo capitale da tre a sei milioni, sottoscritto per
met rispettivamente da Ercole Doninelli,mediante la sua Stefany
Financing Company SA (Chiasso) e da Lorenzo Aloisio. Con ci
eranocambiate anche per la prima volta dal 1963 le quote di
partecipazione al gruppo Fimo-Banca Albis: laSBG (Chiasso)
controllava ora anzich il 90 percento, ancora circa la met delle
azioni Fimo, mentreDoninelli e Aloisio ne avevano circa un quarto.
Nel gennaio 1986 infine la SBG (Chiasso) ridusse lasua
partecipazione alla Fimo a circa il 45 percento. Vendette appena il
5 percento alla Itoko HoldingSA, che (attraverso la GiBi Fiduciaria
SA) erano detenuti da Guido Brioschi, Luisa Gianella Brioschi
eGiancarlo Tramezzani.(7)
MISTERIOSE DIMISSIONI IN MASSA
Nella primavera 1988 si ebbero dimissioni in massa dal consiglio
d'amministrazione della Banca Albis,gemella della Fimo. Nel
febbraio e nel marzo 1988 Roberto Feller (8) e Andr W. Cornu
(9)annunciarono il loro ritiro solo poche settimane prima
dell'assemblea generale a Zurigo. Nel corso diquest'assemblea diede
le dimissioni anche il presidente della banca e avvocato Giordano
Borradori diLugano. Nell'organo supremo della banca Albis rest solo
l'avvocato Fernando Rizzoli, collegad'ufficio del famoso avvocato e
consigliere nazionale della CVP, Gianfranco Cotti.(10) I
tredimissionari furono sostituiti alla Banca Albis dall'avvocato
zurighese Rudolf Hegetschweiler in qualitdi nuovo presidente e
dalla allora consigliera nazionale liberale Genevive Aubry,
originaria del Giurabernese. La Aubry, priva d'esperienza nel campo
delle operazioni bancarie, aveva un ruolo di facciata,come si
deduce dal fatto che era l'unica consigliera d'amministrazione a
non far parte del comitato.Anche alla Fimo dopo il terremoto presso
la Banca Albis affiliata si ebbe nel giugno 1988 un
rimpasto.Un'assemblea generale straordinaria elesse nuovo
presidente della Fimo Gianfranco Cotti.(11) Divennenuovo membro del
consiglio d'amministrazione Demetrio Ferrari, collega di Cotti ed
ex granconsiglieredella CVP. Nel mondo politico Ferrari e Cotti
erano considerati eminenze grige della CVP ticinese. Ilmotivo dei
cambiamenti precipitosi nei consigli di amministrazione del gruppo
Fimo / Banca Albis non noto- si tratti o no di un caso : poco prima
delle dimissioni Giuseppe Lottusi alla fine del 1987 avevachiesto
per sua stessa ammissione a Lorenzo Aloisio, se il gruppo Fimo/
Banca Albis poteva trasferirecirca dieci miliardi di lire in
contanti alla Trade Development Bank (Ginevra).(12) Di fatto il
gruppoFimo/ Banca Albis fu rafforzato dal rimpasto. I due politici
conosciuti a livello nazionale, GeneviveAubry e Gianfranco Cotti,
gli procurarono rispettabilit. Sia Cotti, uomo del CVP che la
liberale Aubryappartenevano all' ala destra dei loro partiti.
Entrambi comparvero nell'agosto 1988 nell'elenco deglioratori del
Congresso anticomunista WACL.(13) Il 22 novembre 1988 entr infine
nel consiglio diamministrazione della Fimo Valentino Foti, amico di
giovent di Lorenzo Aloisio. Gi nel 1971 i dueavevano comprato in
Friuli (San Vito, Pordenone) la vetreria Sirix. (14) "Lorenzo
credeva allo sviluppodel settore industriale nella Fimo", disse
Foti," ogni volta che avevo bisogno di denaro per la Sirix
erasempre pronto a condividere il rischio con me".(15) Grazie alle
iniezioni di capitale della Fimo, Foti fuin grado di trasformare la
Sirix in un gruppo di cinque vetrerie con circa 600 dipendenti e
con unvolume di affari annuo di pi di 100 miliardi di lire. (16)
Contemporaneamente il suo amico Aloisiofece una brillante carriera
in Svizzera. Nel 1988 la Fimo, sotto l'influsso di Foti, che poi
entr nelconsiglio di amministrazione, acquist una quota minoritaria
della SA Financire Patience Beaujonc(PB Finance) di Antwerpen, un
investimento di cui pi tardi la Fimo dovette pentirsi. (17) Ma i
sogni diAloisio e Foti di figurare nella prima classe delle
vetrerie europee non si realizzarono. Aloisio morall'inizio del
1990 e Foti in caso di problemi finanziari non pot pi contare sull'
aiuto della Fimo.Diversamente dal suo amico Lorenzo "il resto della
sua famiglia era pi interessata alla finanza (cheall'industria
vetraria ). Perci si giunse pi tardi ad una rottura." (18) Gli
affari andarono sempre peggioe la Fimo si ritir dalla PB Finance
belga.
ORO E GIOIELLI
Prosperava invece il commercio d'oro e gioielli. Il 4 aprile
1991 la Fimo fond la Societ per ilCommercio di gioielli Fimo Gem
Stone con un capitale di 300.000 franchi e domicilio in Corso
SanGottardo 89. Presidentessa divenne Luisa Gianella Brioschi della
Itoko, azionista di minoranza Fimo. Ilconsiglio d'ammministrazione
fu composto da Emilio Aloisio di Torino, parente di Lorenzo
Aloisio, eda Luigi Tamburini, a lungo direttore della Fimo ticinese
e pi tardi consigliere d'amministrazione dellaFimo. Direttore della
ditta per il commercio di gioielli Fimo Gem Stone divenne Saverio
Repetto (19)di Torino. Dopo l'arresto di Lottusi nell'ottobre 1991
la Fimo Gem Stone cambi nome in FingemsFinancial Gems Invest SA.
Nel dicembre 1991 la Fimo costitu una joint-venture con la
SocietVietnam Oro, Argento e Pietre preziose (Hanoi), con un
capitale di un milione di dollari, versato permet dal partner
vietnamita e per met da quello svizzero. Per la Fimo fa parte del
consiglio diamministrazione Giovanni Cararra, per la Societ Vietnam
Oro, Argento e Pietre preziose Le Thanh-Lung.(20)
SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA
Quando il riciclatore Giuseppe Lottusi fu arrestato a Milano il
15 ottobre 1991, il consigliod'amministrazione della Fimo si
presentava cos: oltre al presidente Gianfranco Cotti e al vice
EmilioAloisio di Torino ne facevano parte anche Elio Fiscalini
(21), Demetrio Ferrari, Lucia Galliano-Aloisioe Valentino Foti. La
direzione della Fimo era composta da Piergiorgio Aloisio e Luigi
Tamburini,vicedirettore era Enzo Coltamai.(22) Nel consiglio di
amministrazione della Banca Albis, affiliata allaFimo, c'era in
qualit di presidente Rudolf Hegetschweiler di Zurigo. Membri erano
Genevive Aubry,Bernhard Burkhard e Fernando Rizzoli. Direttori
erano Fabrizio Donati e Pier Luigi Gallo.(23) Il nomeFimo compare
per la prima volta nei media svizzeri il 16 ottobre 1991 sul
ticinese "Dovere", dopo chela stampa italiana il giorno prima aveva
informato dell'arresto di Lottusi senza nominare ancora laFimo. Il
nome della Fimo e del suo presidente Gianfranco Cotti apparvero sia
in "Dovere" che sulgiornale italiano "La Repubblica" solamente il
17 ottobre. Il giorno stesso sia la direzione della Fimoche Cotti
fecero pervenire ai media dichiarazioni che furono pubblicate il 18
ottobre. La direzione dellaFimo dichiar di aver agito sempre nel
rispetto degli obblighi di scrupolosit, usuali nel settore e
diessere naturalmente pronta ad ogni collaborazine con le autorit.
Non c'era -aggiunse- alcuna inchiestapendente nei confronti di
organi o impiegati della Fimo.(24) Cotti da parte sua dichiar che
comepresidente della Fimo non aveva constatato alcun atto della
societ contrario alla legge vigente e nonaveva mai avuto contatti
diretti o indiretti con le persone sospettate.(25)
UN IMMEDIATO CERTIFICATO PERSIL * PER COTTI
Lo stesso giorno della dichiarazione stampa di Cotti si fece
sentire a sua volta con una dichiarazionestampa Carla del Ponte
allora ancora in carica come procuratore di stato del Ticino. La
Signora delPonte comunic che nel caso Lottusi era stato aperto un
procedimento penale contro ignoti , per ilsospetto di ripetuto e
grave riciclaggio di denaro ed eventuale violazione del dovere di
meticolositnegli affari finanziari. Gi nella frase successiva la
del Ponte contestava categoricamente ognicorresponsabilit del
consiglio di amministrazione e della direzione della Fimo, la
possibileimplicazione di impiegati non venne invece esclusa fin da
principio. Una simile dichiarazione di unprocuratore di stato che
annuncia un' inchiesta penale e nello stesso momento scagiona
categoricamentei potenziali responsabili, non si conosceva prima
negli annali della giustizia penale svizzera. La delPonte non ha
saputo poi mai spiegare da dove abbia tratto allora la
giustificazione per l'istantaneocertificato Persil, cosa che non ha
nuociuto per in alcun modo alla sua carriera successiva.
Alcontrario. Quando Giuseppe Sergi ,consigliere cantonale del
partito socialista defin pi tardi discutbileil suo comportamento in
questa faccenda e chiese un'inchiesta amministrativa contro il
procuratore delPonte, fu duramente biasimato dal governo ticinese:
avrebbe voluto gettare di proposito discredito sulladel Ponte.(26)
Se l'affare Fimo/ Cotti nonostante il certificato Persil della del
Ponte riusc a trasformarsida avvenimento locale ticinese in tema
dei media nazionali, ci avvenne grazie alla televisionesvizzera. Il
programma televisivo di informazione e intrattenimento "10 minuti
alle 10", allora nuovo,aveva bisogno di storie piccanti per
aumentare le percentuali d'ascolto. Questo condizionamento fu
piforte di tutto il lavorio di lobby da parte di Cotti per far
passare sotto silenzio la cosa. Il redattore capodi "10 minuti alle
10" Jrg Wildenberger mand a Palermo il giornalista Klaus Vieli dal
procuratoredella repubblica Giusto Schiacchitano che illustr subito
l'importante ruolo della Fimo come stazione ditransito nelle
transazioni di Lottusi per la mafia e il cartello di Medelln.Nella
trasmissione TV del 15 novembre 1991 si accenn anche, come di
dovere, al fatto che l'alloraconsigliere nazionale CVP Cotti
presiedeva la commissione del parlamento federale che
dovevastabilire le norme penali nel caso di infrazioni ai paragrafi
di legge sul riciclaggio di denaro, mentreLottusi
contemporaneamente portava alla Fimo, presieduta dallo stesso
Cotti, il denaro da narcotrafficoin sacchi di plastica. Cotti si
oppose con successo alle mozioni di minoranza socialiste che
prevedevanoun aggravarsi del fenomeno riciclaggio di denaro- chiese
invece fiducia nei confronti delle banche edelle societ
finanziarie. Dopo che la televisione aveva reso di pubblico dominio
lo scandalo Fimo,Cotti fu costretto ad agire: sul "Corriere del
Ticino" del 19 novembre 1991 rese note le sue dimissionida
presidente della societ. (27) E non manc naturalmente di far
riferimento al certificato Persil delladel Ponte. Alla radio del
Ticino Cotti aveva dichiarato gi il 17 novembre di aver lasciato la
presidenzadella Fimo il 10 ottobre, dunque gi prima dell'arresto di
Lottusi, e che lui non aveva niente a che farecon questultimo. Si
sarebbe ritirato perch non era d'accordo sulla gestione della Fimo.
Il nome Lottusil'avrebbe appreso dai media. Non avrebbe potuto
occuparsi in maniera approfondita dei singoli affaridelle imprese,
del cui consiglio di amministrazione faceva parte. Anche degli
stretti legami della Fimocon la banca affiliata Albis sostenne di
non aver saputo niente- sebbene il suo socio di studio
FernandoRizzoli fosse membro del consiglio d'amministrazione della
Banca Albis.(28) E sebbene l'assembleagenerale della Fimo del 22
novembre 1988 in base a documenti del dossier Fimo del Registro
diCommercio di Mendrisio si sia tenuta nello studio che divideva
con Rizzoli. Inattendibile appare lamotivazione delle dimissioni
data da Cotti, se confrontata con la sua prima dichiarazione ai
media del17 ottobre, in cui non diceva ancora nulla di un ritiro
dalla presidenza Fimo. Al contrario egli prendevaqui posizione in
maniera chiara e inequivocabile come presidente della Fimo. Anche
al Registro diCommercio di Mendrisio manca una lettera di
dimissioni del 10 ottobre 1991. C' solo la sua lettera del13
novembre in cui rimanda ad un presunto scritto del 10 ottobre. Il
dipartimento di polizia e giustiziadel Ticino gli comunic infine il
14 novembre e ancora il 4 dicembre, che il suo ritiro non era
avvenutoin modo conforme alla legge. La data delle dimissioni il 22
novembre, nel Bollettino commercialesvizzero le dimissioni furono
rese pubbliche il 25 novembre. Le circostanze quanto mai strane del
ritirodi Cotti sono cos destinate a rimanere oscure. Si pu pensare
che la sua lettera non sia stata recapitatao che sia andata perduta
al Registro di Commercio. Questa fu comunque la spiegazione di
Cotti (29).Nei mesi seguenti egli fu preso di mira pesantemente da
diverse parti per il suo ruolo di presidente dellaFimo. Il
cabarettista Lorenz Keiser lo prese in giro nel suo programma, e
Cotti lo denunci peroltraggio al suo onore, cosa che port ad una
lunghissima controversia in tribunale. All'assembleagenerale della
CS Holding l'addetta stampa di Zurigo Ruth Binde fece la proposta
che Cotti non fosseeletto nel consiglio di amministrazione della
CS. (30) Non ottenne la maggioranza, ma dalla sala si levun
applauso fragoroso. Allorch il presidente dell'assemblea Rainer
Gut,a causa del consenso allarichiesta della Binde, deliber per
Cotti l'elezione per iscritto, un candidato visibilmente pallido
vissealcuni istanti di paura. In una trasmissione della televisione
della Svizzera occidentale nel giugno 1994Jean Ziegler, il critico
delle banche, cit la Fimo come esempio dell'infiltrazione in
Svizzera delcrimine organizzato. In conseguenza di ci fu denunciato
dalla Fimo. Ma sia il Consiglio nazionale cheil Consiglio degli
Stati rifiutarono di di togliergli l'immunit parlamentare. Il
consigliere nazionaleCharles Poncet (PLS,Ginevra) espresse
l'opinione che Ziegler avesse esagerato ma chefondamentalmente
avesse detto la verit.(31)
UN COLPO DI SPUGNA
Nell'estate 1992 lo scandalo Fimo cominciava gi ad essere
dimenticato. A Lugano la del Pontemanteneva un silenzio assoluto, e
i media rinunciarono ad ulteriori indagini. Il
consigliod'amministrazione della Fimo approfitt abilmente del
momento favorevole per limitare i danni e siadatt prontamente sotto
il successore di Cotti Elio Fiscalini (32) alla nuova
situazione.L'avvocato daffari Fiscalini aveva l'ufficio in Corso
San Gottardo a Chiasso e come Cotti era unacolonna portante dell'
establishment ticinese. Grazie a questa figura di primo piano la
SBG di Chiasso,azionaria Fimo, pot continuare con successo la
politica di basso profilo portata avanti dal 1963. Imedia e
l'opinione pubblica non sapevano chi in fondo fosse responsabile
del gruppo Fimo /BancaAlbis. Anche nel consiglio di amministrazione
della Banca Albis, affiliata alla Fimo, che avevasuperato indenne
lo scandalo della societ madre, si arriv nel 1992 ad alcuni
cambiamenti.Nell'ottobre 1991 l'avvocato Max Schmidlin divenne un
nuovo membro di questo organo. Nelnovembre 1992 Fernando Rizzoli,
collega di studio di Cotti, fu sostituito dall'avvocato Hans
RudolfStaiger. (33) Ma il cambiamento pi importante era gi andato
in scena nell' agosto 1992 quando l'exdirettore della banca
popolare Bernhard Burkhard era stato sostituito dall'ex procuratore
di statoticinese Venerio Quadri.(34) Il predecessore della del
Ponte, lasciato il servizio statale nel dicembre1990, aveva aperto
uno studio legale a Lugano, e continu tuttavia a far parte
dell'apparato giudiziarioticinese come giudice supplente del PPC
nel tribunale cantonale di secondo grado. Mutar di campoprocur a
Quadri alcuni mandati di non poco interesse finanziario: con la
Banca Commerciale diLugano e la Banca Atlantis di Ginevra
rappresentava clienti con i quali aveva gi avuto a che fare
comeprocuratore di stato.(35) Passaggi simili da parte di un
avvocato dall'ambito giuridico a quelloeconomico - a differenza di
quanto avviene ad esempio in Italia- in Svizzera non sono vietati
ma sonoconsiderati discutibili sul piano etico. (36) perch le
conoscenze da insider di un ex magistrato danno aisuoi clienti un
vantaggio non fair nel complesso intrico delle vie legali e
ostacolano la ricerca dellaverit. Non si dimenticato che il
procuratore di stato Quadri nell'ottobre 1990 aveva aperto
suiniziativa milanese un procedimento contro ignoti in relazone al
caso del riciclatore Lottusi. Una delleprime clienti che
sfruttarono le competenti cognizioni da insider del novello libero
professionista funella primavera 1992 la Fimo. (37) In estate
Quadri entr a far parte del consiglio di amministrazionedella Banca
Albis e si mise in luce anche sui giornali come difensore del
gruppo Fimo-Banca Albis.Ad esempio su" Le Nouveau Quotidien" di
Losanna cerc di ottenere la comprensione dei lettori :"perch la
Fimo avrebbe dovuto insospettirsi , Lottusi era conosciuto nel loro
ambiente dal 1975."(38)Anche con i mandati da consigliere
d'amministrazione presso la Fardafid SA (Lugano) e la
FardafinHolding (Lugano) (39), dove aveva un ruolo importante Elio
Fiscalini, l'impegno di Quadri per ilgruppo Fimo / Banca Albis
risult fruttuoso.(40)
COMIFIN OVVERO IL COPRICAPO MAGICO CHE RENDE INVISIBILI
Il gruppo Fimo-Banca Albis non solo si rinnov con successo a
livello di consiglio di amministrazionema si riorganizz anche sul
piano operativo. All'inizio del luglio 1992 il vicedirettore della
Fimo EnzoColtamai, gi persona di riferimento di Lottusi, lasci la
sua vecchia datrice di lavoro e pass allaComifin SA appena fondata.
Coltamai non ebbe bisogno di trasferirsi, perch la Comifin aveva
gliuffici allo stesso indirizzo della Fimo e della Banca Albis,
precisamente in Corso San Gottardo 89 aChiasso. Ben presto fu
chiaro che la Comifin portava avanti gli affari della Fimo sotto un
nuovo nome.La Comifin era stata fondata il 25 maggio 1992 con un
capitale azionario di 200.000 franchi. Azionistadi fondazione fu la
Fiduciaria GiBi (Lugano), azionista di minoranza della Fimo, che
ricevette 198azioni a 1000 franchi. La Fiduciaria GiBi deteneva
attraverso la Itoko SA anche non pi del 5% delleazioni Fimo.(41) La
presidentessa della GiBi Luisa Gianella Brioschi firmava anche
comepresidentessa Comifin. Gianella Brioschi ricevette un'azione
Comifin esattamente come il fiduciarioGiancarlo Tramezzani di Ponte
Tresa che era pure entrato nel consiglio di amministrazione
dellaComifin.
ENTRA IN AZIONE MANI PULITE
Quando il nome Fimo era stato ormai dimenticato dall'opinione
pubblica, la societ comparve il 18marzo 1993 per la prima volta
nelle istruttorie dei pubblici ministeri milanesi Antonio Di Pietro
eGherardo Colombo contro la corruzione nella societ petrolifera
italiana di stato ENI. Il cassiere dellebustarelle ENI
Pierfrancesco Pacini Battaglia, vicepresidente e principale
azionista della BancaKarfinco di Ginevra, vuot il sacco. Questa
storia avventurosa viene narrata in maniera dettagliata piavanti,
qui ci interessano solo le dichiarazioni di Pacini Battaglia sulla
Fimo. Pacini Battaglia descrisseal pubblico ministero Di Pietro
come egli di volta in volta portava a Roma al tesoriere del
partitosocialista Vincenzo Balzamo le bustarelle dell' ENI:
"Consegnavo le banconote a Balzamo nella suaLancia Tema verde, che
lui parcheggiava sotto la finestra del mio ufficio (a Roma).
Domanda di DiPietro: Dove prendeva il denaro? Pacini battaglia : da
un conto Eni all'estero. Domanda di Di Pietro :Come arrivava in
Italia? Pacini Battaglia: Veniva portato da una societ
specializzata di spalloni[termine italiano per indicare i
contrabbandieri]. Domanda di Di Pietro : Come si chiama
questasociet? Pacini Battaglia: Si chiama Fimo.(42) Nel corso della
sua testimonianza Pacini Battagliadichiar anche di avere
collaborato dall'inizio del 1992 fino al maggio 1992 con un certo
"Enzo e unRino presso la Comfin-Fimo in Corso San Gottardo 89 a
Chiasso". Pacini Battaglia: "La Comifin-Fimo un'agenzia di cambio
che d lavoro a spalloni e che fornisce direttamente denaro contante
adeterminati indirizzi" (43)In questo modo contrabbandieri della
Comifin-Fimo avrebbero portato direttamente alla sede centraledella
Democrazia Cristiana in Piazza del Ges bustarelle dell' Eni. Alla
domanda perch avesse sceltoper i suoi trasferimenti di denaro
proprio una ditta finita sui giornali per riciclaggio di denaro
dellamafia con titoli a caratteri cubitali, Pacini Battaglia
rispose: "perch sono i migliori spalloni cheesistano"(44)
L' UOMO DAL PIEDE D' ORO
Il gruppo Fimo- Banca Albis era implicato nel 1994 in altri
scandali italiani oltre a quello dellebustarelle ai politici. "I
miliardi per Lentini nella banca- tangenti" titolava il "Corriere
della Sera".(45)Il riferimento era alla Banca Albis di Chiasso,
stazione di transito di mazzette che il club calcistico
diBerlusconi AC Milan aveva pagato al presidente Gianmauro Borsano
dell'AC Torino. Il motivo era iltrasferimento del campione di
calcio Gianluigi Lentini da Torino a Milano. (46) Il "Corriere
della Sera"non dimentic di far cenno alla notoriet del gruppo Fimo/
Banca Albis definendolo nel sottotitolo"punto di distribuzione
delle tangenti ENI e sportello utilizzato dalla mafia".(47) Il caso
Lentinidimostr di nuovo come aveva funzionato il sistema Fimo
-Banca Albis . L'AC Milan (propriet privatadi Berlusconi) voleva
assolutamente avere nella sua squadra il supercampione Lentini. Ma
Lentiniintendeva restar fedele ai suoi fan torinesi. Berlusconi gli
offr per tanti soldi che il giocatore trad isuoi fan e pass al
Milan. Il presidente del Torino Gianmauro Borsano ricevette una
tangente perchorganizzasse rapidamente il trasferimento. (48) Come
Borsano rivel al pubblico ministero milaneseGherardo Colombo, si
mise in contatto con Emilio Aloisio, il consigliere amministrativo
della Fimoresidente a Torino e cugino dell'ex vicedirettore- Fimo
Lorenzo Aloisio, morto nel 1990. Nellaprimavera 1992 l'AC Milan
vers la prima rata -mazzetta di 4 miliardi di lire alla Banca
Albis. Ildenaro proveniva da un conto del manager del Milan
Galliani presso la SBG di Chiasso. La BancaAlbis pag la cifra ,
detratta la commissione, alla societ finanziaria torinese Cambio
Corso di Aloisio ,che trasmise al Borsano, lasciatosi corrompere,
il controvalore in obbligazioni di stato. Poco tempodopo passarono
allo stesso modo ancora tra i 6,5 e gli 8,5 miliardi di lire (49).
La procura dellarepubblica di Torino fece una perquisizione
domiciliare presso la Cambio Corso e sulla base deidocumenti
rinvenuti present una rogatoria alla Svizzera.Circa un anno dopo
arriv a Torino ladocumentazione richiesta della transazione della
Banca Albis.
IL PRESIDENTE DELLA FIMO PARLA CHIARO
La comparsa del gruppo Fimo - Banca Albis nel vortice delle
inchieste di Mani Pulite sembr nonimpressionare pi di tanto il
presidente della Fimo Elio Fiscalini. Allo stesso modo non si era
lasciatoimpressionare due anni prima dall'affare Lottusi a
proposito del quale disse allora ad un giornalista delquotidiano
romano "La Repubblica": "La Fimo non ha alcuna responsabili nel
caso Lottusi. Fino almomento del suo arresto era stato un uomo
incensurato , raccomandato da terze persone al di sopra diogni
sospetto. La Fimo ha agito nel caso Lottusi in perfetta buona
fede." (50) A proposito delleconfessioni di Pacini Battaglia
Fiscalini osserv:" Questi soldi sono arrivati dalla Banca Karfinco
[ diPacini Battaglia] a Ginevra. Mi sembra del tutto normale che
una societ finanziaria abbia rapporti conistituti di credito.
Quando leggo le dichiarazioni di Pacini Battaglia appare chiaro che
era informatosulla natura delle sue transazioni. In fin dei conti
una parte del denaro andava al suo ufficio aRoma."(51) E ancora:
"La Karfinco si rivolse alla Fimo, che a sua volta come altre
societ finanziarie sirivolse ad una di quelle organizzazioni che
portano materialmente denaro contante oltreconfine. A esserprecisi
non si tratta di vere e proprie organizzazioni ma di singole
persone che - diciamolo chiaro-realizzano gran parte dei guadagni
della piazza finanziaria ticinese".(52) Del resto secondo Fiscalini
laFimo dovette essere trasformata in una semplice societ di
partecipazione per evitare in futuro questiincidenti. Si
rinunci-disse Fiscalini-al traffico delle transazioni , che prima
era stato l'attivitprincipale . Per questo l'ex direttore della
Fimo Enzo Coltamai sarebbe passato dopo l'arresto diGiuseppe
Lottusi alla Comifin appena fondata , che si sarebbe assunta le
attivit rischiose della Fimo. "E la Fimo", aggiunse Fiscalini, "
detiene solo una piccola quota di partecipazione alla
Comifin".(53)
SETTEMBRE NERO
Poco dopo l'offensiva di Fiscalini, la Fimo incass in Belgio il
14 settembre 1993 un altro colpo basso.Il giudice istruttore di
Bruxelles, Jean Claude Van Espen, apr un procedimento contro
Valentino Foti,consigliere amministrativo della Fimo. (54) Il
giudice belga lo accus di manipolazioni finanziarieillegali nelle
quali erano stati coinvolti a suo parere anche Lorenzo Aloisio e la
Fimo. Valentino Fotiaveva fatto parte dal 22 novembre 1988 fino al
3 febbraio 1993 del consiglio di amministrazione dellaFimo, da cui
aveva dovuto dimettersi a causa degli affari andati male in Belgio,
ed era un vecchioamico del vicedirettore della Fimo Lorenzo
Aloisio, morto all'inizio del 1990. Foti aveva convintoAloisio a
fare massicci investimenti nella sua vetreria italiana Sirix.(55)
Il nuovo presidente della FimoFiscalini decise di interrompere
quello che era stato il coinvolgimento di Aloisio nella Sirix e
nellasociet madre belga della Sirix PB Finance. Senza l'aiuto
finanziario di Aloisio la Sirix non potsopravvivere e il 5 novembre
1992 fall. La sua filiale francese Eurinval fu messa sotto
curatelafallimentare. La societ madre della Sirix, PB-Finance, sub
una grave perdita. Foti cominci asmobilitare la PB Finance , cosa
che spinse gli azionisti di minoranza ad intraprendere
un'azionegiudiziaria. Nel marzo 1993 il presidente della PB Finance
Jean Verdoot (56) mor per un infartocardiaco durante il volo di
ritorno da Ginevra a Bruxelles. Poco tempo dopo i membri del
consigliod'amministrazione della PB-Finance che erano rimasti
deposero volontariamente il loro mandato e iltribunale di Lttich
nomin due liquidatori d'ufficio. (57)
SMENTITA AMBIGUA
Valentino Foti e la Fimo si diedero da fare per avere visibilit
sulla stampa belga, e reagirono poi ad unarticolo critico della
rivista di informazione "Le Vif / L'Express" con una replica- cosa
che in Svizzera,nonostante accuse analoghe, non avevavo mai osato
fare. In essa si diceva:" La Fimo una finanziariasvizzera e si
attiene a tutte le norme legali del suo paese. Non ha mai fatto da
mediatrice per la famigliaMadonia, un'altra famiglia mafiosa o il
cartello di Medelln. La Fimo non ha mai avuto a che fare condenaro
di provenienza criminale. L'assenza di tali legami, a differenza di
quanto si sostiene nel Suoarticolo del 20 maggio 1994, gi stata
confermata pi volte. Da una parte nella relazione della notasociet
di revisione Arthur Andersen dell'11 novembre 1991, che stabilisce
che alla Fimo non esistevaalcun conto a nome di persone o societ
notoriamente coinvolte in affari di riciclaggio di denaro.Inoltre
il pubblico ministero del Canton Ticino, dove la Fimo ha sede, ha
fatto indagini approfonditeche hanno avuto termine l'11 novembre
1993. Quest'inchiesta ha ridisegnato le transazioni
criminaliorganizzate dal Signor Lottusi, per le quali egli fu
condannato dalla giustizia penale italiana. Leinchieste contro la
Fimo e i suoi organi invece non hanno dato alcun risultato. Da
allora non statoaperto alcun procedimento ulteriore contro la Fimo
e i suoi organi n in Svizzera n in Italia n altrove.Un'altra
informazione errata [ contenuta nell'articolo ] riguarda il signor
Tramezzani: non stato maialla Fimo. Era membro del consiglio di
amministrazione della Comifin, che non ha niente a che farecon la
Fimo. invece vero che il Signor Tramezzani morto e che si suppone
si sia trattato di suicidio.Dal momento che Tramezzani non ha mai
avuto rapporti con la Fimo, il collegamento fatto tra il
suosuicidio e la Fimo deve essere definito un'ipotesi puramente
arbitraria ".(58)Con questa replica la Fimo ha manipolato in modo
grave i fatti. Gli undici miliardi e passa di lire inbanconote ,
spediti a Ginevra per Lottusi, non erano forse denaro da
narcotraffico? I miliardi di tangentiENI , che portava a Roma
attraverso la Banca Karfinco di Pierfrancesco Pacini Battaglia alle
sedicentrali di partito dei socialisti e dei democristiani, non
erano forse illegali in base al diritto italiano? Eche dire delle
mazzette dell' AC Milan di Berlusconi per Gianmauro Borsano,
presidente dell' ACTorino alla Banca Albis? Anche l'affermazione
che Tramezzani e la Comifin non avevano avuto nientea che fare con
la Fimo falsa.La Comifin fu fondata dalla Fimo al suo stesso
indirizzo per trasferirvi gli affari rischiosi. Ilvicedirettore
della Fimo Enzo Coltamai ne divenne il direttore.La Comifin era
controllata dalla Fiduciaria GiBi, che deteneva pure un pacchetto
di minoranza di pidel 5% alla Fimo. Viceversa la Fimo come aveva
dichiarato Elio Fiscalini, allora suo presidente, ilprimo aprile
1993 al giornale "La Regione", aveva una piccola quota di
partecipazione alla Comifin.
HA INIZIO IL GRANDE REPULISTI
Il terzo schiaffo che la Fimo si prese in Belgio fu troppo
perfino per Elio Fiscalini : il 15 settembre1993, con una
comunicazione telegrafica al Registro commerciale di Mendrisio,
egli si dimise senzapreavviso da presidente della Fimo. Come era
accaduto a suo tempo con Gianfranco Cotti anche questedimissioni
avvennero in modo del tutto inusuale. Le formalit da compiersi in
caso di ritiro presso ilRegistro di Commercio vengono espletate di
solito dalla ditta interessata con una raccomandata.L'attacco di
panico che sembrava aver portato Fiscalini alle dimissioni dipende
probabilmentedall'aggravarsi dei suoi problemi in Italia, dove
erano finite nel vortice delle inchieste sul denaroriciclato
parecchie societ per le cui affiliate svizzere lavorava come
consigliere d'amministrazione.L'uscita di scena dalla Fimo dello
stimato avvocato d'affari Fiscalini fu contemporaneamente il
segnaledel ritiro della famiglia Doninelli, che era stata legata
alla Fimo dalla sua fondazione. Con cil'establishment ticinese
aveva abbandonato il gruppo Fimo/ banca Albis. (59) Il 16 settembre
1993, duegiorni dopo l'apertura del procedimento contro Foti a
Bruxelles e un giorno dopo le dimissioni diFiscalini il consigliere
d'aministrazione della Comifin Capitano Giancarlo Tramezzani mor
nel corso diun'esercitazione per riservisti. Il comandante di
compagnia fu trovato morto presso Rodi-Fiesso nellaLeventina vicino
ad un piccolo lago, dopo esser stato dato per disperso per alcune
ore. Il portavocedella stampa dell'EMD disse allora:"A causare la
morte sono stati probabilmente uno o pi spari di un fucile
automatico. Sembra che sitratti di un suicidio. Non si pu escludere
per la colpevolezza di terzi."(60) Che Tramezzani si siasparato con
un fucile automatico appare strano, perch l'arma personale
dell'ufficiale Tramezzani nonera un fucile automatico ma la
pistola. Questa morte misteriosa lasci aperte molte domande. Il
20settembre 1993, quattro giorni dopo la morte di Tramezzani,
Gianfranco Cotti comunic del tuttoinaspettatamente il suo ritiro
dal Consiglio nazionale. Come motivo addusse il peso del suo
incarico dipresidente d'amministrazione della Volksbank, che
tuttavia egli aveva assunto gi nel marzo 1993. Conla stampa Cotti
si lament che venisse sempre rivangata la vecchia storia della
Fimo. "Per me questavicenda chiusa. Non so perch venga
continuamente riproposta."(61) Il 25 ottobre 1993 la BancaAlbis
cambi sorprendentemente il nome in Banca Adamas AG ( in ebraico :
diamante) e raddoppi ilcapitale azionario da cinque a dieci milioni
di franchi. Con l'aumento del capitale azionario venneroesercitati
i diritti di opzione legali, si legge nel Registro di Commercio di
Zurigo. Ci significaevidentemente che continu a sussistere il
tradizionale partenariato SBG con circa il 45%, i Doninelli egli
Aloisio con circa il 25% per uno, e la Itoko con circa il 5%. La
filiale di Chiasso venne chiusa, i 27posti di lavoro (62) vennero
trasferiti immediatamente in Via Nassa a Lugano. Licenziamenti non
ce nefurono,i quadri dirigenti che avevano dato buona prova sotto
il direttore Fabrizio Donati restaronoinvariati, altrettanto il
consiglio di amministrazione , formato dal presidente Rudolf
Hegetschweiler edai membri Max Schmidlin, Genevive Aubry, Venerio
Quadri e Hans Rudolf Staiger. Il fulmineocambiamento di sede, la
variazione del nome e l'aumento di capitale della Banca Albis si
ebberodurante la riunione straordinaria del 25 ottobre 1993 e ci si
chiese chi fosse stato in grado nell'esaustogruppo Fimo / Banca
Albis di mettere in atto entro pochi giorni un'efficiente strategia
per gestire lacrisi. La famiglia di azionisti di Doninelli al
momento delle dimissioni di Fiscalini si era decisamentedefilata, e
su Aloisio pendeva dal 25 settembre la spada di Damocle di
Bruxelles. Nessuno era in gradodi sapere se nel procedimento contro
Foti non sarebbero emersi nuovi fatti incriminanti per
LorenzoAloisio. Il gruppo Comifin /Itoko/ GiBi si ritrov
paralizzato dalla morte di Giancarlo Tramezzani.Solo la SBG , da 30
anni massima azionista della Fimo , aveva le risorse necessarie per
contenere idanni. Cosa che fece con la sua strategia di gestione
della crisi : raddoppio del capitale come misurarassicurante per i
clienti della Banca Albis ,separazione solo apparente dalla non pi
efficiente societmadremediante immediato trasferimento di sede e
cambiamento di nome.(63)
SBG: IL GIOCO A NASCONDINO RIESCE
La SBG riuscita ad agire totalmente nell'ombra. In Ticino
circolava la voce che la Banca Albisappartenesse alla SBG solo come
pettegolezzo. La "Regione" del 29 ottobre 1993 inform
sulcambiamento di nome e di sede della Banca Albis e accenn al
fatto che questa apparteneva allaBankgesellschaft. A stretto giro
di posta il direttore della SBG (Chiasso) Claudio Rezzonico
fecepervenire alla "Regione" il 30 ottobre 1993 la seguente
precisazione :"Tra la SBG e la Banca Albis nonesiste alcun tipo di
rapporto." Evidentemente Rezzonico non sapeva che i suoi
predecessori alladirezione della filiale SBG di Chiasso Botta,
Keller e Pozzi, avevano sottoscritto nel 1963 e nel 1972azioni Fimo
complessivamente per 2,9 milioni di franchi e che la Banca Albis
dal 1982 era affiliata allaFimo. Sebbene le informazioni sulla
posizione della SBG nel registro di commercio di Mendrisio
sianoaccessibili al pubblico, per il periodo che va dall'arresto di
Lottusi all'imputazione di Foti, alla bancaera riuscito di non
venir riconosciuta come azionista principale e quindi anche come
principaleresponsabile del gruppo Fimo-Banca Albis. Un risultato
eccellente dell' ufficio di pubbliche relazioni ,se si considera il
clamore che questo scandalo aveva suscitato in tutta l'Europa nel
1991, nel 1993 eancora nel 1994. Solo nell'edizione del 1996 del
catalogo Who owns Whom della casa editrice OrellFssli la SBG si era
decisa dopo un decennale imbarazzato silenzio a documentare
pubblicamente lapartecipazione alla Fimo per il 50%.
LA GIUSTZIA TICINESE PARTORISCE UN TOPOLINO
Il 27 novembre 1993 il "Corriere del Ticino" titolava nel
miglior stile del comunicatogiornalistico:"Fimo: istruzione penale
terminata. Il pubblico ministero del Ponte scagiona la
finanziariadi Chiasso dall'accusa di riciclaggio di denaro da
narcotraffico. Con un decreto la del Ponte ha messofine all'
inchiesta giudiziaria per riciclaggio di denaro sporco contro la
Fimo e il suo vicedirettore EnzoColtamai. Secondo Carla del Ponte
la Fimo non pu aver fatto consapevolmente da riciclatrice
diproventi da traffico di droga."64) Inoltre il "Corriere" inform
che la del Ponte nella disposizioneemanata gi l'11 novembre aveva
stabilito che la tariffa di 1, 5 fino a 1,75 percento per la
transazione di10, 2754 miliardi di lire eseguita per Lottusi alla
Trade Development Bank di Ginevra (TDB) erausuale. Il vicedirettore
Coltamai, che alla Fimo si occupava di queste transazioni, aveva
sostenuto inmaniera convincente che non aveva potuto nutrire alcun
sospetto nei confronti di Lottusi: Lottusi eraconosciuto alla Fimo
e personalmente da lui fin dagli anni '70 e in Italia aveva una
vasta clientela.
CON QUANTA SERIETA' HA INDAGATO LA DEL PONTE ?
L' "accurata indagine" del Pubblico Ministero che il "Corriere"
liberale e vicino alle banche avevasalutato con giubilo, ad un
attento esame deve essere parecchio ridimensionata. La del Ponte
non statain grado di spiegare neppure approssimativamente la durata
estremamente lunga delle indagini, pi ditre anni, n la mancanza di
informazioni precise sull'andamento dell'inchiesta. N inform mai
sulleperquisizioni che su richiesta della magistratura italiana lei
aveva fatto compiere il 22 ottobre 1991presso la Fimo, la Banca
Albis, la Kreditanstalt di Lugano, la Trade Development Bank
(Ginevra) epresso Merrill Lynch (Lugano). E questo sebbene per
trasportare il materiale raccolto fosse statonecessario un camion.
Dopo le perquisizioni la del Ponte interrog Lottusi e alcuni
rappresentanti deiquadri della Fimo e della Trade Development Bank.
perch abbia avuto bisogno per questo di pi didue anni non si
capito. Rest insoluta l'importante questione della data esatta
dell'apertura,nellautunno 1990, dell'inchiesta contro ignoti
nell'affare Lottusi da parte di Quadri, predecessore delladel
Ponte. Carla del Ponte aveva indicato come data vagamente la met di
ottobre 1990. (67) L'iniziodelle indagini avvenne su richiesta
della polizia milanese quattro mesi dopo che era cominciata
lasorveglianza di Lottusi. Quali atti istruttori abbiano avviato in
questo procedimento contro ignotiVenerio Quadri dall'ottobre 1990
fino al suo ritiro nel dicembre 1990 e in seguito Carla del Ponte
finoal 18 ottobre 1991, restato un segreto di entrambi i
magistrati. Manca anche una giustificazione delloscandaloso
immediato certificato Persil della del Ponte per Gianfranco Cotti
il 18 ottobre 1991. Alladomanda perch n in Ticino n a Ginevra si
fosse giunti ad un'incriminazione per riciclaggio di denaronei
confronti di Giuseppe Lottusi e Giancarlo Formichi Moglia, la del
Ponte aveva risposto nel luglio1992 come segue :" La legge ci
consente di fare indagini. Ma si deve esser consapevoli che queste
nonpossono aver sempre successo. In Svizzera la giustizia dispone
di validi strumenti per combattere ilcrimine organizzato. Il nuovo
paragrafo di legge sul riciclaggio di denaro una buona cosa. Ma
difficile avere prove sufficienti. Il denaro sporco usa troppo
spesso gli stessi canali del denaropulito."(68) perch dopo questa
dichiarazione la del Ponte abbia avuto bisogno ancora di 16 mesi
perterminare le indagini sulla Fimo -poco dopo la vendita della
banca Albis- rester sempre un mistero. Ilgoverno e il comitato di
sorveglianza della Giustizia, il cosiddetto Consiglio di
Magistratura ticinesihanno fatto di tutto per impedire un'inchiesta
amministrativa ufficiale sull'operato della del Ponte.
Irappresentanti del primo non si fecero neppure scrupolo di
offendere Giuseppe Sergi, consiglierecantonale socialista, che al
Consiglio cantonale aveva richiesto l'indagine. Questa la reazione
di ungoverno cantonale i cui ex membri tadizionalmente si rendono
pi gradevole la vita da pensionati conmandati e incarichi diversi
presso banche e societ finanziarie.
UN CASO ESEMPLARE
Lo scandalo della Fimo /Banca Albis pu entrare negli annali
della piazza finanziaria Svizzera in questitermini: In Italia fu
dimostrato che attraverso i conti e i corrieri di denaro contante
di questo gruppofinanziario soldi della mafia italiana e mazzette
della centrale svizzera delle tangenti Eni sono
passatirispettivamente al cartello della droga di Medelln e a Roma
nelle casse di partiti corrotti. La giustiziaticinese ebbe bisogno
di tre anni per stabilire che nessuno del gruppo Fimo-Banca Albis
avevatrasgredito la legge svizzera. Dall'importante consigliere
nazionale che presiedeva la societ fino alladirezione che
controllava l'attivit quotidiana, tutte le persone coinvolte
agivano sempre con scienza ecoscienza. Quando la Fimo si scontr per
la terza volta con la giustizia in Belgio, la SBG,
maggioreazionista Fimo, che agiva sempre nell'ombra, entr in
azione: la Banca Albis cambi nome, trasfer ildomicilio - e il tran
tran di sempre pot continuare.
EXCURSUS : DOMANDE SENZA RISPOSTA DALL' ITALIA.
Non in Svizzera ma in Italia la stampa si occup in maniera pi
approfondita della persona delpresidente della Fimo Elio Fiscalini.
I giornalisti avevano notato che la Fimo appariva non solo in
affaridi tangenti e transazioni mafiose, ma che il suo nuovo
presidente compariva anche ai margini di altridue grandi affari di
mazzette, legati alla Socimi di Milano e alla Fidia Pharmaceutica
di Abano Terme.La Socimi gestiva a Milano e a Brescia fabbriche di
veicoli e di armi ( veicoli blindati, pistole, fucili earmi
automatiche ) e impiegava circa 1200 persone. Alessandro Marzocco,
delegato del consiglio diamministrazione, aveva confessato di aver
pagato all'uomo politico socialista ed ex
vicepresidentedell'azienda trasporti milanese Sergio Radaelli, dal
1978 al 1990, tangenti di 13 miliardi di lire perforniture alle
aziende di trasporto milanesi e alle ferrovie italiane.(69)
Numerosi manager delle ferrovievennero poi incarcerati. A
quell'epoca la Socimi aveva la maggioranza in due societ ticinesi,
la AKGHolding (Mendrisio) e la societ Bremse (Bellinzona) ,ai cui
consigli di amministrazione Fiscaliniprendeva parte con il cognato
Giuseppe Doninelli. In un'intervista fax concessa a "La Repubblica"
diRoma Fiscalini rispose ad alcune domande sull' affare Socimi.
Dichiar che come consigliereamministrativo non aveva avuto niente a
che fare con la direzione operativa. Delle tangenti avrebbeappreso
per la prima volta dalla confessione di Marzocco pubblicata sul
giornale.(70) Anche dellefatture truccate che secondo gli
inquirenti milanesi erano state rilasciate per legittimare le
mazzette dall'Istituto Brakers del Liechtenstein, Fiscalini
sostenne di non aver saputo nulla. Chi fossero i proprietaridella
AKG e della Bremse, non volle dirlo.(71)
IL CASO FIDIA: ABUSO DI FARMACI
Il secondo grande caso di corruzione riguard la Fidia
Pharmaceutica di Abano Terme. La Fidia eracontrollata per quanto
concerne il capitale dalla Fidiafin, che a sua volta era detenuta
dalla Hyaline(Mendrisio). Presidente della Hyaline era Giuseppe
Doninelli , delegata del Consiglio diamministrazione era Stefania
Doninelli e Elio Fiscalini faceva parte del Consiglio di
amministrazione.La Hyaline era stata creata nel 1964 dal fondatore
della Fimo Ercole Doninelli insieme con sua moglieStefania. (72)
Sulla scena di Tangentopoli la Fidia era finita al centro
dellattenzione con l'arresto il 22giugno 1993 di Francesco Della
Valle, suo ex direttore ,ritiratosi nel febbraio 1991, e per il
fallimentoannunciato poche settimane dopo.Fino al fallimento
l'azienda dava lavoro a circa 1200 dipendenti adAbano Terme e dal
1975 viveva essenzialmente della vendita di farmaci Cronassial e
Sygen. DellaValle si era presto assicurato la collaborazione della
professoressa Rita Levi Montalcini. Sebbenel'efficacia del
Cronassial sia stata sempre molto discussa negli ambienti
specialistici, il fatturato dellaFidia sal dalla fine degli anni
'70 fino al 1991, soprattutto grazie al Cronassial, da 50 miliardi
fino a421 miliardi di lire. Ma poi cominci un forte declino.(73)
Dopo che la registrazione del Cronassial inaltri paesi come gli
USA, l' Inghilterra, la Germania era fallita, il critico
farmaceutico tedesco UlrichMoebius scrisse diversi articoli
allarmanti. Secondo Moebius l'assunzione di Cronassial pu
provocarela sindrome letale detta di Guillain- Barr. In seguito a
ci i rapporti tra la Fidia e il Ministero italianodella salute
cominciarono a guastarsi. Della Valle dovette dare le dimissioni,
il Cronassial fu vietatodallo stato all'inizio del 1993 e poco dopo
riammesso, il fatturato scese del 90 %. Otto mesi dopo ilCronassial
fu proibito in maniera definitiva. Una decisione fatale per la
Fidia, che perdette circa unterzo del suo giro d'affari. Nel luglio
1993 la Fidia fall. La maggior parte del personale
rimasedisoccupata, la ditta pass sotto curatela fallimentare dello
stato. Della Valle, presidente della Fidia daanni, giustific sempre
il fallimento con la scomparsa del Cronassial, ma la Procura della
Repubblica diPadova aveva trovato alcuni inspiegabili buchi neri
nel bilancio. Nonostante il crollo vertiginoso dellevendite di
Cronassial la Fidia aveva comprato sempre pi materie prime. Materia
prima principale perla produzione del farmaco sono i cervelli di
bovini:per un chilo di Cronassial ne occorrevano alcuniquintali. La
Fidia acquistava decine di migliaia di teste di bovini soprattutto
in Brasile e pagava per vieavventurose attraverso diverse societ in
Irlanda, Spagna e su piazze offshore. I pubblici ministeri diPadova
sospettarono che qualcuno all'interno della Fidia avesse saputo
della proibizione del farmaco eavesse svuotato rapidamente le casse
a spese del personale prima dell'imminente fallimento. Il
29settembre 1993 Duilio Poggiolini, direttore generale del
ministero della salute italiano e capo dellasezione per l'
autorizzazione dei farmaci, fu arrestato a Losanna e spedito a
Roma. Il pubblico ministeroDi Pietro aveva fatto un cenno alla
polizia federale svizzera. Contemporaneamente sua moglie Pirr
DiMaria fu arrestata a Roma. La storia dei 200 miliardi e passa di
tangenti in lire, in piccola parte dellaFidia, che il corrotto
Poggiolini aveva accumulato insieme a sua moglie fu traumatica
perfino per gliItaliani ormai a prova di scandalo.(74) Quando i
carabinieri durante la perquisizione nella villa deiPoggiolini
fecero aprire il grande armadio blindato, non fu poca la meraviglia
dei funzionari. Nellacassaforte c'era un vero e proprio tesoro da
fiaba in oro, platino e diamanti, valutato poi 200 miliardi diLire.
Migliaia di monete d'oro, Krueger-rands, napoleoni, pi di cento
lingotti d'oro da 10 grammi finoad un 1 kg., gioielli, diamanti,
monete d'oro romane. Duilio e Pirr finirono in galera. Dopo 5 mesi
didetenzione nel carcere di Poggioreale a Napoli Poggiolini cominci
a collaborare con la giustizia il 31gennaio 1994. La minuta Pirr
che pesava appena 40 Kg. rimase invece irremovibile e rifiut
ognicollaborazione. Le dichiarazioni di Poggiolini produssero una
valanga di ulteriori inchieste diTangentopoli e attizzarono il
fuoco che covava sotto la cenere dello scandalo Fidia. Secondo
PoggioliniGiulio Andreotti di persona era intervenuto nel 1992
insistentemente presso di lui, perch lasciasse ilCronassial sulla
lista dei farmaci passati dalla mutua.(75) Poggiolini dichiar
inoltre ai pubbliciministeri che per anni la Fidia aveva esportato
illegalmente capitale, acquistando bovini in Brasile aprezzi
maggiorati. Questo gliel'avrebbe detto il commendatore Fabio
Bertarelli, direttore della AresSerono a Ginevra.(76) Grandissimo
stupore suscit Poggiolini con l'affermazione che il direttore
dellaFidia Della Valle aveva versato 14 miliardi all'Istituto Nobel
in Svezia affinch la principale ricercatricedella sua societ Rita
Levi Montalcini ricevesse il premio Nobel. Mentre il comitato per
il Nobel diStoccolma sment tutto ci con veemenza, una ricerca del
quotidiano svedese "Dagens Nyheter"sembr invece confermare
l'assegnazione truccata del Nobel.Note:
1) Gli altri azionisti erano : Germano Sprela (Milano),
Fortunato Milanesi (Santa Margherita Ligure),Emilio Bianchi
(Vacallo ,TI ), Luigi Veronelli (Morbio Inferiore, TI), Italo
Bevilacqua (Como), EnnioSaskia (Genova).
2) Emilio Bianchi e Luigi Veronelli
3) Nel 1981 Aloisio, sua moglie Ines e i due figli ottennero la
cittadinanza a Besazio.
4) Questa banca era stata fondata alla fine degli anni '40 e si
chiamava in origine Bank Haerry AG.
Cambi nome dopo che nel 1973 era stata acquistata dalla Roulston
& Company Inc. (Cleveland,
USA).
5) Lettera della Fimo del 6 aprile 1982 al Registro di Commercio
zurighese
6) Anni pi tardi la differenza tra banca e non-banca divent
importante per il consigliere federale OttoStich. Allorch il
consigliere nazionale ticinese della FDP Sergio Salvioni chiese
nell'ottobre 1995perch la Commissione bancaria non fosse
intervenuta a proposito delle bustarelle della Fininvest
diBerlusconi passate attraverso la Fimo, Stich disse che era
compito della Giustizia ticinese e che inoltrela Fimo non era una
banca (Neue Zrcher Zeitung, 6. 10. 95.)
7) Luisa Gianella Brioschi e Guido Brioschi lavorano a Lugano in
uno stesso studio con DanieleM.Timbal, l'ex marito di Carla del
Ponte.
8) All'inizio del 1982, poco prima del fallimento avvenuto
nell'ottobre 1982, Roberto Feller entr nelconsiglio di
amministrazione della Sasea Holding di Ginevra. Era direttore della
Societ finanziariazurighese Glaux AG e faceva parte del consiglio
di amministrazione della Buonvicini AG di Zurigo,una ditta per il
commercio di frutta e verdura. (Unico consigliere d'amministrazione
della Glaux l'avvocato zurighese Hans Rudolf Staiger, che nel 1992
divenne a sua volta consigliered'amministrazione della Banca
Albis.)
9) Andr W. Cornu era direttore dell' Amministrazione fiduciaria
Refidar a Zurigo.
10) Fernando Rizzoli, che era entrato nel giugno 1987 nel
consiglio d'amministrazione della BancaAlbis, lavor dal 1980 al
1994 nello stesso studio di Gianfranco Cotti a Locarno. Nel 1994 si
separ daCotti e apr un proprio studio. Il 20 maggio 1995 Rizzoli
mor in uno spettacolare incidente nel suogarage a Camedo. (La
Regione, 22.5.95)
11) Predecessore di Cotti era stato Piergiorgio Aloisio,
succeduto a sua volta a Ercole Doninelli, ilpresidente della Fimo,
morto il 26 gennaio 1988.
12) La WACL nacque nel 1966 a Seoul come erede della Lega
anticomunista dei popoli dell'Asia diTschang Kai-schek. Negli anni
'70 le sezioni europee della WACL furono occupate in gran parte
daneonazisti e estremisti di destra. Ne erano membri ad es. il
neofascista italiano Giorgio Almirante, maanche i dittatori
sudamericani Stroessner, Banzer, Somoza e Pinochet. All'inizio
degli anni '80 ilgenerale statunitense in pensione John K.Singlaub
in qualit di nuovo presidente ripul la WACL daineofascisti troppo
compromettenti. Singlaub pi tardi fu implicato nel caso
Iran-Contra. Altri uominiillustri della WACL sono stati Alfonso
Calero, capo della FDN antisandinista (Contras) in
Nicaragua,l'ideologo della nuova destra francese Jean-Marie Benoist
e l'ex capo di stato del Vietnam del Sud finoal 1975, Nguyen Van
Thieu. Era annunciato come oratore al XXI. congresso WACL anche
l'exconsigliere federale Rudolf Friedrich, ma all'ultimo momento si
ritir.( Programmi del XXI. CongressoWACL, 25-28 agosto
1988,Ginevra)
14) Il Mondo, 13./ 20.6.94
15) Vanempten, Jean, e Verduyn, Ludwig: Le Blanchiment en
Belgique, Bruxelles 1994, p.92
16) All'inizio degli anni '80 Foti divenne presidente
dell'Assovetro, l'associazione vetraria italiana dicategoria.
17) La PB Finance faceva parte di ci che restava del gruppo
Empain del barone belga Empain, gi acapo del consorzio Schneider
,ed era diretta da Jean Verdoot. Verdoot dirigeva anche la Cofibel
eCofimines a Bruxelles, due societ che amministravano per Schneider
i resti dell'ex impero coloniale diEmpain nell'ex Congo belga,
divenuto indipendente nel 1960 ,oggi Zaire. In seguito Verdoot port
laCofibel come azionista di minoranza alla PB Finance,investimento
Fimo.Nell'olandese Aia Foti eAloisio attivarono un'ulteriore
Joint-venture nel commercio del vetro, e precisamente la N.V.
Euver, dicui Foti tenne il 45% e Aloisio il 55%. ( L'Echo de la
Bourse , Bruxelles, 18.4. 89)
18) Vanempten, Jean, e Verduyn, Ludwig: Le Blanchiment en
Belgique, Bruxelles, 1994, p.92
19) Saverio Repetto apparteneva anche alla famiglia: il
fondatore della Fimo Carlo Vincenzo Aloisioera stato sposato con
Maria Repetto di Torino
20) Agence France Press, 8.12.91
21) Era entrato nel Consiglio d'amministrazine Fimo il 22
settembre 1990 dopo la morte di LorenzoAloisio
22) Procuratori erano Tiziana de Piaggi e Daniela Pettinello
23) Facevano le funzioni di vicedirettori Marco Calmes e Hansjrg
Giezendanner, procuratori eranoFiorenzo Albisetti e Maurizio
Giannetta.
24) Giornale del Popolo, 18.10.91
25) Giornale del Popolo, 18.11.91
* Espressione usata per indicare un certificato con cui
soprattutto dopo il 1945 le autorit preposte alladenazificazione
certificavano la pulizia morale di un presunto nazista.n.d.t.
26) Neue Zrcher Zeitung, 18. 10. 94
27) Corriere del Ticino, 19.11.91
28) Weltwoche, 21. 11. 91
29) Anche il consigliere dell'amministrazione Fimo Demetrio
Ferrari sostiene di aver dato le dimissionidal consiglio di
amministrazione il 14 otobre, sebbene la sua lettera di dimissioni
sia irreperibile nelRegistro di Commercio di Mendrisio esattamente
come quella di Cotti. Le dimissioni di Ferrari sonoavvenute
legalmente il 22 novembre.
30) Cotti faceva parte gi da anni del Consiglio
d'amministrazione della Banca popolare svizzera eaveva guidato il
gruppo Pro SKA (Schweizerische Kreditanstalt)