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La civiltà nuragica Istituto Comprensivo di Buddusò - Scuola Primaria - Ins. Dore
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La civiltà nuragica · (“tholos”) cioè facendo sporgere il giro di pietre superiore su quello precedente e restrin-gendone progressivamente il diametro, sino ad ottenere alla

Jan 30, 2020

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Page 1: La civiltà nuragica · (“tholos”) cioè facendo sporgere il giro di pietre superiore su quello precedente e restrin-gendone progressivamente il diametro, sino ad ottenere alla

La civiltà nuragica

Istituto Comprensivo di Buddusò - Scuola Primaria - Ins. Dore

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La Civiltà Nuragica nasce nella prima età del

Bronzo, intorno al XVIII secolo avanti Cristo. Il

suo nome deriva dal suo monumento più

caratteristico: il “nuraghe”.

Non conoscevano la scrittura perciò tutto ciò

che sappiamo dei nostri progenitori deriva

dallo studio dei numerosi monumenti

megalitici, dei ritrovamenti artistici e dalle

testimonianze di altri popoli.

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Durante la prima fase (XVIII-XV sec. a.C.) si ha la

costruzione dei primi “protonuraghi”, conosciuti

anche come “nuraghi a corridoi”.

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I protonuraghi sono di aspetto tozzo e di pianta

irregolare, con all’interno uno o più corridoi e

qualche rara celletta. La loro altezza non

supera i 10 metri.

I possenti muri non lasciavano molto spazio

all’interno perciò è probabile che gli ambienti

in cui abitare fossero costruiti sulla terrazza,

con il tetto di legna.

Un lungo corridoio coperto con lastre

orizzontali attraversava tutto l’edificio

(corridoio passante) con piccole nicchie sui lati

o intersecato da più corridoi, e nel quale si

affacciava l’accesso alla scala che portava alla

parte superiore.

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Intorno al XVI-XV secolo a.C fa la sua comparsa

il nuraghe a tholos a pianta circolare

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Un nuraghe nella sua forma più semplice, è

una torre troncoconica costruita con massi

senza l’uso di leganti, “a secco”.

Le mura sono realizzate a filari di pietre

disposte più o meno ordinatamente, lavorate

con cura per garantire un perfetto incastro e

una maggiore stabilità.

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All’interno della torre nuragica sono ospitate

una o più camere coperte a falsa volta

(“tholos”) cioè facendo sporgere il giro di pietre

superiore su quello precedente e restrin-

gendone progressivamente il diametro, sino ad

ottenere alla sommità un circolo minimo che

veniva chiuso da un’unica lastra di pietra.

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Alla torre si accede da un

ingresso quasi sempre a

livello del suolo. Non è mai

stata trovata traccia della

porta, che si suppone

fosse di legno. L’ingresso

immette in un andito più

o meno lungo che conduce

alla camera del piano-

terra: da una delle pareti

parte la scala che sale al

terrazzo o ai piani

superiori, compiendo un

percorso “a spirale” entro

lo spessore della

massa muraria.

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Oltre alle camere, all’interno di una torre

nuragica venivano ricavate delle nicchie, di cui

una era in genere vicino all’ingresso, quasi a

controllare (detta perciò “garetta di guardia”)

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Nel pavimento di alcuni nuraghi venivano

anche scavati dei pozzi per conservare liquidi o

cibi, mentre altri ripostigli più piccoli venivano

realizzati lungo i muri.

Il nuraghe riceveva luce dalla porta e da altre

piccole aperture (“feritoie”).

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In un secondo momento, al singolo nuraghe

furono addossate altre torri nuragiche fino a

realizzare delle strutture di notevole articolazione

e imponenza.

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Ogni comunità nuragica viveva entro i confini

del suo territorio, difeso da una serie di nuraghi

posti sulle alture come vedette. La popolazione

risiedeva nei villaggi, costituiti da capanne più o

meno semplici e più o meno numerose.

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Le capanne erano costruite con le pietre e un

tetto realizzato con tronchi e rami; erano

intonacate con del fango e talora isolate con

sughero; avevano il focolare al centro.

Il cibo era conser-

vato in grossi vasi

sepolti sotto il pa-

vimento, dei quali

affiorava soltanto la

bocca che veniva

coperta con una

lastra di pietra.

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Alcune capanne erano più complesse, con

piccoli ambienti affacciati su un cortiletto e

dotate di un forno per la panificazione.

Talora vi era un ambiente costituito da un

piccolo vano circolare (“rotonda”) provvisto di

un sedile attorno alle pareti e di un bacile di

pietra al centro.

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All’interno dei villaggi non c’erano strade, piazze,

pozzi o canali. Gli unici edifici pubblici erano i

nuraghi e le “capanne delle riunioni”, molto

grandi e con un sedile di pietra lungo la pareti e

una vasca in pietra per l’acqua.

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L’architettura funeraria nuragica è rappresentata

dalle tombe megalitiche a corridoio, meglio

conosciute come “tombe di giganti”, così

chiamate per le enormi dimensioni. In realtà si

trattava di tombe collettive.

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Una tomba di giganti è costituita da una

camera sepolcrale allungata realizzata con

lastroni di pietra verticali oppure con filari di

pietre disposte con ordine.

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La parte frontale è

spesso fornita di

un’alta lastra di pietra

lavorata e sagomata: la

“stele centinata”, dalla

caratteristica forma e

con cornice in rilievo,

alla base della quale è

scolpito l’accesso alla

tomba stessa.

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L’architettura nuragica religiosa è rappresentata

soprattutto dai pozzi sacri e dalle fonti sacre,

legate al culto dell’acqua.

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Gli elementi che compongono questi edifici

sono:

-un atrio rettangolare che precede l’accesso

alla fonte, provvisto di sedili in pietra ai lati,

dove i fedeli deponevano le offerte e svolgevano i

propri rituali.

- la scala che discende sino alla base della

camera a tholos.

- una camera coperta a falsa volta a custodire

la vena sorgiva

- un recinto sacro che delimitava l’area di culto

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Altri edifici religiosi nuragici,sono i “tempietti

in antis” o “tempietti a megaron”, costituiti

da una struttura rettangolare,caratterizzata dal

prolungarsi dei muri laterali sulla fronte e a

volte anche sul retro.

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Due sono le categorie di manufatti artistici di

cui abbiamo testimonianza: la scultura, in

pietra e in bronzo e le raffigurazioni incise

nella ceramica, sulle superfici dei vasi o, più

raramente, su altri oggetti.

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FINE