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Jonas 2010

Apr 08, 2018

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lorenzen62
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    Hans Jonas (1903-1993) Allievo di Husserl e Heidegger, studioso

    dello gnosticismo, Jonas propone unafondazione dell'etica per la civilttecnologica sulla base dell'essere della

    vita, sia umana sia animale (fondazioneontologica dell'etica), che costituisce altempo stesso un punto di svolta e un

    punto di riferimento per gli attuali studidisciplinari.

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    Finalit del corso Il corso intende illustrare gli strumenti metodologici e le

    prospettive teoriche con cui, in epoca contemporanea, siaffronta il rapporto tra le basi biologiche della vita e l'agireumano, un agire che, in quanto fondato sull'impiegomassiccio della tecnica, deve porsi il problema delle sueconseguenze future sul mondo, sulla natura e sull'uomo.

    In tal senso, Jonas offre un modello della biologia filosoficache conduce al "principio responsabilit", alternativo da unlato al convenzionalismo meccanicistico e materialistico e,dall'altro, allo spiritualismo vitalistico e teologico, in vista di

    un nuovo monismonel quale anima e corpo, spirito emateria sono solo diverse manifestazioni dellamedesima realt vitale di base.

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    IntroduzioneScienza, tecnica e filosofia

    La filosofia tradizionale si occupa delpensiero, della scienza, della logica

    e delletica allinterno della societumana.

    La filosofia contemporanea deveporsi il problema del rapporto trauomo, ambiente e natura(inclusa lasua natura).

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    Uomo-Natura

    Anima-Corpo Il rapporto tra uomo e natura pu essere

    compreso solo comprendendo il rapporto traanima e corpo, pensiero e materia. Problema filosofico fondamentale: il corpo

    animato, lanima corporea. La materia vivente. Il riconoscimento della materia vivente il

    presupposto per evitare la strumentalizzazionedella vita, cio sia dellaltro uomo, sia dellanatura.

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    Il problema della vita

    Definizione di vita: Fenomeni che si producono o si regolano da s. Sistemi organizzati dotati di autoproduzione.

    Platone: vita = anima: ci che si muove da s. Aristotele: vita = principio di produzioneimmanente: ci che si origina da s.

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    Cartesio (1596-1650) e Hobbes(1588-1679): meccanicismo

    Organismo = macchina, automa Cartesio: due sostanze: anima e corpo

    (dualismo). Hobbes: una sostanza: il corpo(monismo).

    La materia corporea si muove da s.

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    Conseguenze del meccanicismo

    (1) Il corpo indipendente e rivalutato (non

    un semplice strumento dellanima). Il corpo e la materia sono razionalizzati: ad

    essi si applicano le leggi fisiche e,successivamente, chimiche. I fondamentidi queste leggi sono le relazioni

    geometrico-matematiche. Il meccanicismo tende al materialismo.

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    Conseguenze del meccanicismo

    (2) Il qualitativo viene ricondotto al

    quantitativo. Ci che qualitativo non esiste (finzione o

    qualit secondaria). Riduzionismo: si attenua la complessitdei fenomeni. Il tutto la somma delle

    parti.

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    Vitalismo I fenomeni vitali sono irriducibili ai

    fenomeni fisico-chimici. La vita non sidentifica con la materia o

    con il corpo. Il corpo non in grado di organizzarsiautonomamente per formare la vita.

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    Leibniz (1646-1716) Il mondo corporeo e materiale

    meccanicistico e sorretto da relazionimatematiche (quantitative). I principi del mondo corporeo sono tuttavia

    immateriali e non quantificabili = monadi,sostanze immateriali e indivisibili.

    Continuit, dinamicit, attivit, qualit:propriet ontologiche, reali dellessere, manon materiali (es.: la forza).

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    Leibniz (continua) Non si pu costruire il continuo partendo dal

    discontinuo, non si pu costituire linfinitopartendo dal finito. Linfinito, lincorporeo, il continuo sono realt in

    s, non riducibili. Finalismo, intenzionalit, qualit sono alla base

    delle stesse relazioni meccaniche della materia.La vita e il fine governano tutto lessere; lacausalit efficiente, meccanica e materiale non che lestrapolazione di un momento o di unasequenza finita nella continuit del tutto.

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    1807: Berzelius Nel 1807 il chimico svedese Jns Jacob

    Berzelius chiamo organiche le sostanzedotate di vita, inorganiche quelle nondotate di vita.

    Problema della trasformazionedallorganico allinorganico e viceversa: siconosceva solo il primo verso della

    trasformazione (organicoinorganico), manon il secondo (inorganico organico).

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    1828: Whler Nel 1828 un chimico, Friedrich Whler,

    partendo da sostanze inorganiche(riscaldamento del cianato dammonio, unsale), sintetizz casualmente una

    sostanza organica, lurea. Ma questo prodotto organico, ottenutoartificialmente, un vero e proprio

    prodotto organico naturale, oppure solounimitazione della natura vivente?

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    Nascita della biologia 1797: un medico tedesco, Theodor G.A. Roose, pubblica

    i Fondamenti della dottrina della forza vitale, in cui per laprima volta compare il termine biologia.

    1866: Ernst Haeckel, Morfologia generale degliorganismi. Qui si esprime il meccanicismo biologico e la

    cosiddetta legge biogenetica fondamentale:lontogenesi(dallembrione allindividuo adulto) unaricapitolazione abbreviata della filogenesi(dalle formeviventi primitive alle forme attuali).

    Lantropologia una parte della zoologia. Teleologia = vitalismo Causalit = meccanicismo.

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    Il neo-vitalismo Alla fine dellOttocento, anche in seguito al diffondersi di tendenze

    irrazionalistiche, si afferma soprattutto allinterno della cultura tedesca un recupero del vitalismo (un neo-vitalismo).

    Il neo-vitalismo non devessere confuso con il vitalismo di prima maniera(legato alla cultura romantica del primo Ottocento).

    Il vitalismo romantico (inizi dellOttocento) monistico o panteistico(ileomorfico): il principio vitale permea come forma tutta la materia e lanatura. La fisica che esso propone interamente anti-meccanicistica:

    materia e spirito sono la stessa cosa colta da differenti punti di vista. Ladistinzione tra vivente e non-vivente non qualitativa (non c un salto),ma di grado, a seconda che il principio vitale, come forma, si manifesti inmodo pi o meno accentuato. Questo vitalismo dunque anti-meccanicistico ma non anti-materialistico.

    Il neo-vitalismo invece dualistico: la materia, nella sua forza, energia e

    intensit, pu essere spiegata meccanicamente, ma nellorganismo viventeinterviene un fattore irriducibile, una finalit, che si sottrae allaspiegazione meccanica ed del tutto immateriale. Il neovitalismo dunque anti-materialistico, ma non totalmente anti-meccanicistico.

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    Nozione di finalit Il meccanicismo spiega adeguatamente il movimento di un corpo: in

    base a leggi fisiche (necessarie), a rapporti causali (causa-effetto), afatti casuali (avvenimenti). spiegabile solo ci che osservabilee descrivibile. Ogni finalit e esclusa.

    Prendiamo ora il movimento di un essere vivente, ad esempio, ilmovimento di un animale verso il cibo. spiegabile cos comespieghiamo il movimento di un semplice corpo? Nella descrizionedel suo movimento e delle sue leggi fisiche, certamente s, maquesto non significa spiegare compiutamenteil movimento

    dellanimale. Infatti, il meccanicista, per darne una spiegazionecompiuta, deve ricorrere a nozioni, come istinto, appetito,intelligenza ecc., che in s non sono meccaniche.

    Diciamo, ad esempio: lappetito la tendenza verso qualcosa,lintelligenza la capacit o il grado di risoluzione dei problemi: le

    nozioni di tendenza, capacit, grado ecc. presuppongono unavalutazionedellazione, in base alla quale possiamo distingueremovimenti migliori o peggiori rispetto a un certo scopo.

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    La finalit (continua) La spiegazione del movimento non pu dunque pi

    accontentarsi del ricorso a leggi fisiche o strutturemeccaniche: deve far ricorso a un principio di finalit.

    La spiegazione causale non funziona per i fenomeniviventi: essa infatti serve a conoscere le loro propriet

    oggettive, ma non il significatodelle loro azioni. Si tratta di introdurre un modo di comprensionesoggettivo che Kant chiamava comprensione finalisticao analogica.

    Anche la spiegazione naturalistica darwiniana(evoluzionismo) ricorre a elementi funzionaliefinalistici.

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    Lessere vivente come sistema Il neo-vitalismo evidenzia il primato della

    struttura e dellorganizzazione. 1932: il fisiologo americano Walter B. Cannon

    introduce il concetto di omeostasi = tendenzadellorganismo a mantenere il proprio equilibrio

    attraverso processi regolativi di controllo. Lomeostasi trova applicazione anche inpsicologia e nellambito della cibernetica (teoriadegli automi).

    Olismo ed emergentismo: il vivente come totalitorganica.

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    Jakob von Uexkll (1864-1944) 1909: Ambiente e mondo interno degli animali.

    Uexkll adotta un punto di vista kantiano (daImmanuel Kant, 1724-1804): gli esseri viventinon sono, propriamente, fenomeni, masoggetti, con un loro mondo individuale.

    La biologia deve ricostruire questi mondiindividuali = scienza della soggettivit.

    Cogliere per analogiacol mondo vitale umano

    gli schemi di decifrazione della realt propri diciascun essere vivente.

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    Uexkll (continua) Il mondo percepito tramite segni(di direzione,

    di tempo, di spazio), il cui significato diversoper i diversi esseri viventi. Tutti gli organismi viventi sono dotati di una

    soggettivit che consente loro di sentire ilmondo. In tutto il mondo vivente esistonorapporti di soggetti con oggetti (cose, situazioni)

    che sono portatori di significato.

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    Wolfgang Khler: la forma (Gestalt) Distinguiamo tra un insieme come un tutto (in greco: pan) e un

    insieme come un intero (in greco: olon)

    Esempio: un tutto una vasca dacqua: ogni parte ha le stessepropriet dellinsieme. Un intero invece un organismo vivente: ogniparte ha le propriet che derivano ad essa dalla relazionecon tuttele altre. Ci sono qui parti dipendentie indipendenti.

    Un sistema una forma o configurazione in cui linsieme

    superiorealla somma delle parti. Esso non dunque, propriamenteun tutto = una somma di parti, ma un intero = unintegrazioneorganica o funzionale di parti.

    Se da un sistema isoliamo le parti, esse perdono il significato (lafunzione) che avevano quando erano integrate nel tutto, cio,letteralmente, non sono pi le stesse parti (le stesse cose).

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    Ludwig von Bertalanffy:Teoria generale dei sistemi (1968)

    La vita la propriet di un sistema costituito dallorganismo stesso. Sistemi chiusi: fisico-chimici e inorganici, caratterizzati

    dallaumento di entropia (disordine) e tendenza a un equilibriostatico. Essi non ricevono n danno informazioni; non scambianomateria con lesterno. Sono sistemi fondamentalmente meccanici(ad es: un recipiente pieno di molecole di un gas, un corpo che sidisgrega lentamente) le cui parti tendono ad assumere unadistribuzione casuale. Linformazione che ricevono meccanica(forza, urto ecc.), non organizzativa.

    Sistemi aperti: sono i sistemi viventi, in equilibrio dinamico ofluente, c passaggio di informazione e di materia. Tendono aunentropia negativa (neg-entropia), perch rispondonoallambiente migliorando la loro complessit organizzativa (maggior

    ordine e finalit). Partendo da diverse condizioni iniziali possonopervenire al medesimo stato finale (equifinalit).

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    Conoscere la vita: Kant (1) Riprendiamo ora la nozione di finalit: perseguire un finesignifica operare in base a unintenzionalit, a uno

    scopo. Ma come possiamo dire ci riguardo alla natura? Sembrano esserci due alternative, radicalmentecontrapposte: 1) proiettare sulla natura la nostra soggettivit: noi operiamo

    in base a scopi e dunque, per analogia, potremmo dire cheanche la natura opera in base a scopi. Ma il discorso scientifico,cio conoscitivo, rifiuta questa spiegazione perch non oggettiva e dunque la scienza ricorre alla descrizionemeccanica. Lo stesso Kant sembra ammettere ci, ricorrendo

    alla finalit nel giudizio estetico e riflettente. 2) Introdurre principi teologici o spirituali, che ammettono

    una progetto intelligente, ovvero una causa necessaria eintelligente (Dio).

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    Conoscere la vita: Kant (2) Ma questalternativa, secondo Kant, errata, perch possiamo

    concepire una causa finale oggettiva senza ridurla alla causa

    meccanica (efficiente) o alla causa trascendente-teologica. Il principio del reale (e anche della vita) trascendente (cio non siriduce al soggetto) senza essere al di l del mondo (trascendenzateologica). La realt la condizione necessaria e sufficiente perognicausalit.

    Pertanto, la causalit (efficiente, finale ecc.) riguarda ifenomeni (ci che a noi si manifesta) ma anche la realt in sestessa: non ci sarebbero i fenomeni senza la realt, ma solo leparvenze o illusioni.

    Chi sostiene che tutte le cause che si trovano nel mondo sonocontingenti, cio solo Dio pu essere causa necessaria, commetteuna fallacia logica: ci che necessario non pu essereindipendente.

    Causa necessaria e intelligente (lorologiaio intelligente) non sipossono ricavare dalla realt.

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    Conoscere la vita: Kant (3) Conoscenza scientifica = giudizio determinante. Ma impossibile ricavare regole universali o concetti (come fa la

    scienza) riducendo la conoscenza a determinazioni puramentequantitative. Una regola concettuale non pu prescindere dallaspetto sensibile,

    qualitativo dellesperienza. Ad esempio: sostanzialit, causalit,interazione reciproca, di cui pure la scienza si serve, devono essere

    compresi a partire dalla loro genesi empirica, cio dal modo in cuinoi viviamo le cose, come le individuiamo, le poniamo inrelazione ecc.

    Un altro esempio il tempo: esso non pu essere spazializzato,vale a dire: esiste, come ben sappiamo, una geometria dellospazio, ma non c una geometria del tempo: esso non autonomorispetto alla percezione. Il tempo fisico in realt spazio, iltempo vero, quello vissuto, percezione.

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    Conoscere la vita (4): Uexkll Torniamo ora a Jakob von Uexkll.

    Esistono tendenze interne a ciascunanimale, non spiegabili meccanicamente.

    Ogni animale ha un suo peculiareambiente vitale. La biologia non deve studiare il singolo

    essere vivente, ma lessere viventenellinsieme del suomondo-ambiente.

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    Conoscere la vita (5): Uexkll Non solo prestazioni o funzioni, ma soprattutto

    morfologia, cio struttura fisico-materiale degli esseri

    viventi. In ogni organismo c uno specifico pianocostruttivo (Bauplan).

    Grazie al piano costruttivo, il mondo interno si proietta

    sul mondo esterno originando il mondo proprio diogni animale. La dimensione propria non solo quella dello spazio,

    ma anche quella del temponon lineare: in molti esseri

    viventi leffetto che retroagisce sulla causa. Per mezzo del tempo ha luogo una causalit riflessivae finalistica.

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    Conoscere la vita (6): Uexkll Il mondo individuale retto da un principio

    dordine e da un principio dazione. Essi si connettono in modo da formare uncircuito o ciclo funzionale = lambientedellanimale.

    Luniverso biologico ci mostra migliaia emigliaia di mondi chiusi in se stessi, di mondiinvisibili.

    Compito del biologo cercare di individuare leloro categorie di significato.

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    Teoria sintetica dellevoluzione 1930-1940: si afferma la teoria sintetica

    dellevoluzione, dopo la scoperta dellagenetica (1926). Levoluzione non vienepi concepita in termini individuali, ma di

    gruppo. La selezione naturale ha un effetto

    finalistico nellinsieme della popolazione; icaratteri individuali sono invece casuali.

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    Natura e cultura Problema delluomo: la sua evoluzione

    particolare. Due ipotesi Il salto: ipotesi del cambiamento improvviso. Linterazione tra evoluzione organica ed

    evoluzione culturale: dalla natura alla culturae dalla cultura alla natura.

    La cultura come prodotto biologico.

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    La scienza comparata del

    comportamento animale: letologia Konrad Lorenz: le basi biologiche del

    comportamento. Il comportamento sociale non tipico solodelluomo, ma anche degli altri esseri

    viventi. Il comportamento sociale non totalmente

    appreso, in modo indipendente dalla basi

    genetiche. Lesempio dellaggressivit.

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    Il cervello e la mente (1) Il cervello non pu essere ridotto a un

    calcolatore. Lanalogia tra le macchinecalcolatrici e il cervello derivadallapplicazione del principio di Vico:

    possiamo veramente capire solo ciche noi stessi facciamo. Applicato alla mente ci significa: potremo

    capire il pensiero solo quando saremocapaci di riprodurlo artificialmente.

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    Il cervello e la mente (2) Prima obiezione: il cervello non serve solo a

    calcolare. Il calcolo essenzialmente digitale(discreto, discontinuo), agisce in base a unalogica bivalente (vero/falso).

    Ma non dobbiamo considerare solo i singolineuroni, ma anche le fibre nervose, il sistemanervoso nel suo complesso: questo agisce in

    un modo non calcolistico-digitale, ma modulareo analogico (progressivo, continuo).

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    Il cervello e la mente (3) Seconda obiezione: il cervello non un sistema che si

    svolge in sequenza lineare (seriale), ma un sistema

    ridondante in cui molti canali svolgono (o possonosvolgere) la stessa funzione.

    La risposta di un calcolatore netta, senza sbavature;un piccolo errore pu essere catastrofico.

    La risposta di un sistema nervoso complesso puessere invece intermedia, graduale. Un errore puessere compensato o minimizzato nel suo effetto. Esso

    opera secondo un principio di ragione sufficiente e diaccettabilit.

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    Il cervello e la mente (4) Il sistema nervoso meno preciso, veloce ed

    esatto di un calcolatore, ma molto pi sicuroe pratico.

    Le attivit percettive non sono passive, maorganizzano e interpretano.

    Pensiero e azione sono integrati attraversomodelli rappresentazionali. Linsieme fisico non corrisponde

    allinsieme psichico: nessun sistema fisicoe logico pu descrivere la propria struttura.(problema dellautocoscienza).

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    Il metodo F. Jacob (1970): non possibile

    interrogarsi sulla vita senza far riferimentoal progetto dellorganismo vivente. Causalit e finalit sono aspetti

    complementari del medesimo fenomeno. I fenomeni viventi sono unici, cio non

    riproducibili e soprattutto individuali.

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    Jonas: Filosofia della natura

    Per evitare il nichilismo e lo scetticismobisogna togliere la dissociazione tra uomo

    e natura.

    Occorre una nuova filosofia della natura,

    non solo una filosofia dellesistenza.

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    La vita un fenomeno originario che siesprime nellorganismo vivente.

    Problema della composizione, originedella vita. Ogni ricorso a causeantecedenti non spiega la sua realt.

    Problema dei predicati disposizionali.Nessuna disposizione sidentifica con larealt a cui conduce.

    Distinzione tra esistenza, che pu essereun predicato, e realt che invece soloun soggetto.

    Organismo e libert

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    Organismo e libert

    (1966-1973) La vita deve gi essere inclusa nel concetto di

    sostanza fisica. Origine della separazione tra anima e corpo,

    spirito e natura. Pensiero antico-arcaico: la vita non un

    enigma, ma un dato di fatto universale: essere =vivere. Il problema la materia inanimata, lamorte. Essa deve presentarsi in termini di vita.

    Monismo pre-dualistico. Panvitalismo.

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    Organismo e libert(continua) Orfismo e Platone: la prima soluzione dualistica. La vita

    ha un carattere pratico: si afferma la filosofia moralecome tentativo di ricondurre il non-essere (morte, caos,disordine) allessere, a leggi normative (dover-essere).

    Cartesio: la seconda soluzione dualistica.

    Panmeccanicismo e materialismo: il monismo post-dualistico. Si afferma la filosofia della morale: ifenomeni della vita etica sono conoscibili cos come siconoscono i fenomeni naturali. Sono tutti fatti, retti daleggi che possono essere conosciute attraverso ilmodello della fisica. (Fisica della natura e fisica delcomportamento umano).

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    Organismo e libert(continua) La causalit: non unaggiunta dellabitudine

    e delle leggi di associazione (Hume), n unconcetto o fondamento a priori dellesperienza(Kant), ma esperienza fondamentale dello sforzoattraverso il corpo vissuto: Io pratico e attivit

    concreta. Hume e Kant neutralizzano la vita, la

    percezione e lesperienza concreta.

    Luomo parte della natura, dunque nella naturasi presenta uninteriorit diretta allo scopo.

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    Organismo e libert(continua) LLLLevoluzionismo e il darwinismo:evoluzionismo e il darwinismo:evoluzionismo e il darwinismo:evoluzionismo e il darwinismo: il problema

    del rapporto tra spirito e materia.

    Levoluzionismo interviene come ncora disalvataggio del meccanicismo: il passaggiodallinorganico allorganico pu essere

    sufficientemente piccolo da non creare disturboalla struttura meccanica della materia.

    Ma allora: se lo la spiritualit delluomo (la suacoscienza) non discontinua rispetto al resto

    del vivente, allora non pi legittimo negarespiritualit al tutte le forme animali.

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    Organismo e libert(continua) La nozione di sistema: sufficiente per

    spiegare la vita?

    Nella scienza moderna al concetto di diveniresi sostituisce quello di processo, di funzione:la statica diventa un caso particolare della

    dinamica. Ma cos si elimina la molteplicit storica econtingente della vita: per ovviare a ci si introdotta la nozione di sistema.

    Ma cos la vita viene definita dallorganismo,mentre si dovrebbe definire lorganismo a partiredal dato originario della vita.

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    Organismo e libert(continua) Il corpo vivente non un semplice sistema, cio una

    forma che si mantiene rispetto alla sua materia che

    cambia, ma unindividualit concreta e irriducibile. Ci testimoniato dal metabolismo che regge il

    corpo vivente. Percezione e movimento: aprono la libert dello spazio. Emozione e sentimento: aprono la dimensione del

    tempo. Lessere animale , nella sua essenza, essere

    passionale.

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    Organismo e libert(continua) Il modello cibernetico sufficiente per

    spiegare la vita, in particolare la vitaumana? No. Lautoma agisce in base a uno scopo,

    ma non ha uno scopo. Ogni suacondizione finale il suo scopointrinseco, il suo stato di equilibrio.

    Differenza tra servire a uno scopo eavere uno scopo.

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    Organismo e libert(continua) Il simbolo e le immagini simboliche come

    rivelatori dellessenza delluomo. I caratteri dellimmagine simbolica:

    Somiglianza intenzionale; Incompletezza;

    Libert Forma visiva; Superamento del rapporto causa-effetto; Un oggetto/molte immagini; unimmagine/molti oggetti

    Cosa significa cogliere o vedereunimmagine?

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    Organismo e libert(continua) La teoria scientifica La tecnica

    La decisione applicativa. Carattere di emergenza e necessitdellagire tecnico dellet moderna.

    SapereTecnicaDominio sulla natura. Nessuna contraddizione tra le conoscenze

    tecniche moderne e il loro uso malvagio:nellagire tecnico non incluso un agireper il bene.

    Bolk: levoluzione negativa

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    Bolk: l evoluzione negativa

    delluomo 1926: lanatomista olandese L. Bolk pubblica: Il

    problema dellominazione.

    Luomo come essere vivente dotato di una strutturalecarenza organica.

    Ci testimonia del ritardamento evolutivo delluomo =neotenia.

    Per comprendere ci, bisogna comprendere il rapportotra differenziazione di struttura e integrazione difunzione.

    Automi: comportamento = funzionamento Esseri viventi (e in particolare luomo): comportamento funzionamento.

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    Bolk (continua) Nelluomo prevale lintegrazione di funzione =

    forme di controllo e di inibizione da parte delprocesso di civilizzazione. Questa inibizione agisce sullo stesso sviluppo

    biologico, ritardandolo sistematicamente. Meccanismi fetalizzatori che producono ildifferimento della maturazione.

    Luomo razionale proprio in virt della suainadattabilit.

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    Jonas:Il principio responsabilit

    Unetica per la civilt tecnologica

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    Esplosione demografica,soprattutto nel terzo e nel quarto

    mondo. La catastrofe ecologica e

    ambientale.

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    Il relativismo

    Contraddittoriet logica delrelativismo assoluto riguardo alla vita. sufficiente per eliminare ilnichilismo?

    No. Occorre evidenziare lassurdit

    pratica del relativismo assolutoriguardo alla vita.

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Cap. I: La mutata natura dellagire umano

    Luomo moderno come Prometeoscatenato.

    Di fronte alla tecnica, occorre uneticadella prudenza e del rispetto.

    L d ll ti t di i l

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Le premesse delletica tradizionale

    1. Eternit e immutabilit della condizione

    umana.2. Determinabilit assoluta del bene.3. Limitatezza dellagire umano.

    Oggi queste tre premesse non sono

    pi valide.

    Le conseguenze delletica

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Le conseguenze dell etica

    tradizionale1. Neutralit etica della tecnica.

    2. Antropocentrismo delletica.3. La natura umana non oggetto dellatecnica.

    4. Etica del presente, della prossimit(contemporaneit dellazione eprossimit dei fini).

    Oggi queste quattro conseguenze nonsono pi valide.

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Prospettive della nuova etica Devessere unetica per il futuro, e non del

    futuro. Assieme alluomo, anche la natura devediventare un soggetto di responsabilit.

    Ci si ottiene non attraverso una nuovafede, ma mediante uno sviluppo e

    approfondimento della ragione.

    Etica dei princpi ed etica della

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    p p

    responsabilit Razionalit rispetto al valore e razionalit

    rispetto allo scopo. Distinguere tra scopoed effetto. Ogniazione ha uno scopo, ma non ogni azione

    considera gli effetti degli scopi chepersegue.

    Se luomo penetra nella natura, la naturadeve diventare il nuovo soggetto etico.

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Limperativo etico Kant: le massime dellazione riguardano la

    felicit e il bene umano del presente. Negarle,significa entrare in contraddizione con se stessi

    Jonas: le massime dellazione devonoriguardare anche il bene umano nel futuro.

    Negarle non significa entrare in contraddizionecon se stessi (nel presente). La responsabilit non devessere solo

    giuridica, ma anche affidataria. Responsabilit verso le generazioni future.

    Le tradizionali etiche del futuro

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Le tradizionali etiche del futuro

    Letica del compimento nellal di l.

    La preoccupazione dello statista per ilfuturo.

    Lutopia moderna.

    Luomo come oggetto della tecnica

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    L uomo come oggetto della tecnica

    Il prolungamento della vita.

    Il controllo del comportamento.

    La manipolazione genetica.

    Sugli scopi e la loro posizione

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    g p p

    nellessere I giudizi di valore riguardo agli scopi

    possono essere di due tipi: O fondati sulla mia conoscenzadelladeguatezza o efficacia delloggetto

    (una pistola pu essere migliore opeggiore)

    O sui miei sentimenti verso loggetto(approvazione o disapprovazione).

    Sugli scopi e la loro posizione

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    nellessere Avere uno scopo: lo scopo inerente al concetto di

    martello e di orologio, il concetto qui alla base

    delloggetto. Ma il concetto non delloggetto, bens del suoproduttore.

    Il tribunale: il concetto non ha solo preceduto la cosa,ma anche penetrato in essa (causalit interna). Quinon ha luogo una differenza dessere tra il produttore (illegislatore) e il prodotto (listituzione): lorologiaio, nonlorologio, colpevole se esso non funziona; ma i giudici,

    non i padri della costituzione sono responsabili se iltribunale sbaglia. unidea determinante dallinterno.

    Sugli scopi e la loro posizione

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    nellessere Il martello ha unesistenza separabile dallo

    scopo; un parlamento, un tribunale, nonhanno unesistenza separabile da esso. Strumento: il corpo organico. Qui il

    concetto di strumento non pu esserepensato senza quello di scopo.

    Sugli scopi e la loro posizione

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    nellessere Ma qual l status della soggettivit? Essa

    nel mondo altrettanto oggettiva quanto lo sono

    le cose corporee. La soggettivit d voce a ci che sta sotto ed

    muto; il frutto rivela qualcosa della radice e del

    tronco dai quali cresciuto. La spiegazione finalistica non si scontra con la

    spiegazione causale. Sono prospettive

    complementari: la seconda spiega le parti, laprima comprende lintero.

    Il bene il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Il bene, il dover essere e l essere

    Bisogna ora passare dalla teoria dei fini

    alla teoria di valori. Il bene e il valore sono fondati nellessere,cio: il dover-essere nellessere.

    Esistenza del bene in s: la finalit. Ciche ha uno scopo superioreallassenza di scopo.

    Autoaffermazione sostanziale dellesserecome migliore rispetto al non-essere.

    Il bene il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Il bene, il dover essere e l essere

    Nella vita, lessere si esprime come

    azione: la conservazione tramite lazione la modalit dellessere della vita. La vita espressione della scelta

    dellessere contro il non-essere. Il poter-morire pone suggello

    allautoaffermazione dellessere, al suovalore intrinseco.

    Il bene il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Il bene, il dover essere e l essere

    Luomo deve far sua nella propria volontquesta affermazione dellessere e imporre alle

    proprie facolt la negazione del non-essere. Solo la fondazione del bene nellessere locontrappone allarbitrio della volont.

    Non la forma, ma il contenuto dellagire deveavere la priorit: in tal senso la morale altruistica.

    Ma per far ci deve entrare in gioco anche il

    nostro lato emotivo: il senso di responsabilit inevitabilmente legato anche al nostrosentire.

    Il bene il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Il bene, il dover essere e l essere

    Occorrono sia il fondamento razionale (ragione,oggettivit), sia il fondamento psicologico

    (sentimento, soggettivit). Luomo un essere morale perch la sua

    volont accessibile a scopi che trascendono i

    propri fini vitali. Esiste un elemento affettivo nelletica. C, nella tradizione, il summum bonum: tra

    questi non figura la responsabilit, il cuioggetto transeunte per definizione.

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Il bene, il dover essere e l essere

    Solo attraverso il senso di responsabilit sipu costringere il sentimento allazione,cio si pu favorire, mediante il nostroagire, il diritto di esistere delloggetto.

    Condizione fondamentale dellaresponsabilit: il potere causale =rispondere della propria azione. Si noti che

    la responsabilit pu essere esente daogni colpa particolare (p. 115).

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Il bene, il dover essere e l essere

    In generale e comunemente, la responsabilit siriferisce alle azioni commesse (responsabilitgiuridica). Essa viene attribuita dallesterno,non pone da s scopi, condizione della moralema di per s non costituisce la morale.

    Invece, la responsabilit della nuova etica per ilfuturo, non riguarda la resa dei conti, ma ladeterminazione del da-farsi. Il potere diventaoggettivamente responsabile per ci che gliviene affidato.

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Il bene, il dover essere e l essere

    Io mi impegno a un dover-fare rispetto a unessere di cui sono chiamato ad aver cura.

    Es.: quando linteresse e il destino altruivengono a trovarsi sotto il mio potere, io sonoobbligato verso di loro.

    Nel rapporto affidatario della cura,responsabile chi ha il potere, chi superiore

    (esempio del capitano, della nave e deipasseggeri).

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    , ss ss

    Esiste una responsabilit stabilita dalla natura(es. dei genitori verso i figli) di tipo irrevocabile,

    non-negoziabile e globale. Ma esiste anche una responsabilitcontrattuale.

    Caso del politico: una responsabilitliberamente scelta, a cui, una volta scelta, ilpolitico appartiene completamente.

    Sia genitori che uomini di stato si assumono una

    responsabilit rivolta al futuro: larchetipo di ogniresponsabilit quella delluomo per laltrouomo.

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    ,

    La possibilit che si dia responsabilit, edunque umanit, costituisce la responsabilit

    preliminare a tutto. Prima vivere (fatto ontico), poi vivere bene che il comandamento seguente.

    Letica tradizionale etica della virt = il miglioreessere possibile delluomo che poco si cura dici che verr dopo.

    dunque assente la dinamica orizzontale del

    tempo e del divenire nella trasformazionedellessere: lorientamento delletica classica verticale, volta alleterno e allidentico.

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    ,

    Con Kant, Hegel e Marx viene introdotta ladinamica orizzontale del tempo, il

    riconoscimento della forza produttricedellintenzione, ma la tecnologia non ancora alpotere.

    Lintervento della tecnica cancella ogni ragionenella storia, ogni realizzazione di una leggemorale.

    Oggi le azioni del potere generano il contenuto

    del dover-essere: nella storia non c alcunarazionalit, immanente o trascendente, nessunarazionalit presupposta del dover-essere.

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    ,

    Si capovolge cos oggi il rapporto abituale tra dover-essere e potere: primario non pi ci che deve essere

    e che traccia i confini del potere, ma ci che luomo difatto e fa perch lo pu fare: il nostro esorbitantepotere gi allopera.

    Dunque, il detto kantiano: puoi, dunque devi

    (realizzare lideale, il senso della storia), oggi vacapovolto in: devi, dunque fai, dunque puoi: il dover-essere non pi forma, ma materia o sostanzaconcreta, cio risposta, nella forma della responsabilit,

    a ci che di volta in volta avviene. E infatti la crescitacontinua del potere che modifica costantemente ilcontenuto del dover-essere.

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Dal puoi devi al puoi (fare tecnicamente) devi (essere

    responsabile), dunque puoi esserlooperando (rivolto al futuro).

    Il dover-essere va premesso al poter-fare

    tecnicamente come se gli effetti (ancheindesiderati) fossero gi esistenti (fossero cionon ipotetici, ma reali, assertori). Il nostro potere

    tale da non permetterci la scappatoiadellignoranza o del non volevo.

    Il bene, il dover-essere e lessere

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Nelle generazioni future, cos come nel futurodellambiente naturale, troviamo incarnata ladebolezza indifesa del neonato e delle specieviventi sottomesse allarbitrio delluomo.

    Etica della salvaguardia e della paura da nonintendersi come debolezza, ma comeesortazione alla cura dellessere.

    Il rispetto e il timore devono avere una funzionecostruttiva ed euristica.

    Etica applicata

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    pp

    Leugenetica:

    Preventiva Migliorativa

    Eutanasia e differimento della morte. Passiva. Attiva.

    Ricerca scientifica.

    La bioetica

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    1970-71: Van R. Potter: Bioetica: ponte

    verso il futuro. Carattere interdisciplinare della bioetica. Bioetica religiosa: la vita come sacra e

    donata da Dio. Bioetica laica: la vita come compito

    delluomo.

    Jonas e lidea di Dio

  • 8/7/2019 Jonas 2010

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    Concezione di Dio: riconoscendo la libert

    alluomo, Dio non pi onnipotente: seintervenisse nella storia umana,entrerebbe in contrasto con il senso della

    sua creazione.