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1 1. INTRODUZIONE 1.1 Sistema di Gestione della Qualità Un Sistema Qualità comprende la struttura organizzativa, le attività, i programmi e le azioni per assicurare che un prodotto, un processo, o un servizio sia conforme agli obiettivi prefissati e agli scopi per cui deve essere impiegato. L’azienda adottando un Sistema Qualità, dimostra la propria capacità di fornire con regolarità prodotti che ottemperino i requisiti richiesti ed ha come fine la soddisfazione del cliente. La qualità è la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite, identificate e tradotte in requisiti cogenti e misurabili attraverso processi di formazione e regolazione; la capacità dell’azienda di fornire ciò che il cliente si aspetta determina la qualità del prodotto. La qualità è un modo di gestire le organizzazioni nelle loro tre componenti: prodotti o servizi, i processi produttivi e le persone. La qualità permette al laboratorio di prevenire i problemi, essere più efficiente e migliorare la propria immagine. La qualità totale è un modello organizzativo adottato dalle aziende ed è data dal rapporto tra la qualità attesa e la qualità percepita e l’obiettivo di un laboratorio è quello di ridurre o eliminare il divario esistente tra la qualità attesa e quella percepita sia dal cliente che dagli operatori. 1.2 Concetto di Qualità riferito ad un laboratorio di prova La qualità di un laboratorio può essere misurata attraverso degli indicatori quantificabili e universalmente accettati, utili per monitorare il funzionamento di un Sistema Qualità. Possono essere utilizzati come indicatori: le segnalazioni di reclami da parte del cliente, le non conformità tecniche e quelle di Sistema rilevate dalla direzione tecnica o durante gli audit, la qualità del risultato analitico con la partecipazione a circuiti interlaboratorio. I criteri di qualità vanno perdendo il loro significato di orientamenti volontari, per assumere la connotazione di obblighi o requisiti soprattutto nel settore enologico, ambito nel quale si è svolto l’internato di tesi. I criteri della qualità: sono una ‘forma mentis’, modalità attraverso cui si declina la filosofia aziendale voluta dal management; nascono dalla relazionalità, ascoltando i clienti e lavorando al loro fianco, nonché in taluni casi, confrontandosi anche con i fornitori, ascoltando i suggerimenti che possono offrire;
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Jessica anzivino tesi

Jul 18, 2015

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Page 1: Jessica anzivino tesi

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1. INTRODUZIONE

1.1 Sistema di Gestione della Qualità

Un Sistema Qualità comprende la struttura organizzativa, le attività, i programmi e le azioni per

assicurare che un prodotto, un processo, o un servizio sia conforme agli obiettivi prefissati e agli

scopi per cui deve essere impiegato.

L’azienda adottando un Sistema Qualità, dimostra la propria capacità di fornire con regolarità

prodotti che ottemperino i requisiti richiesti ed ha come fine la soddisfazione del cliente.

La qualità è la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite, identificate e tradotte in requisiti

cogenti e misurabili attraverso processi di formazione e regolazione; la capacità dell’azienda di

fornire ciò che il cliente si aspetta determina la qualità del prodotto.

La qualità è un modo di gestire le organizzazioni nelle loro tre componenti: prodotti o servizi, i

processi produttivi e le persone.

La qualità permette al laboratorio di prevenire i problemi, essere più efficiente e migliorare la

propria immagine.

La qualità totale è un modello organizzativo adottato dalle aziende ed è data dal rapporto tra la

qualità attesa e la qualità percepita e l’obiettivo di un laboratorio è quello di ridurre o eliminare il

divario esistente tra la qualità attesa e quella percepita sia dal cliente che dagli operatori.

1.2 Concetto di Qualità riferito ad un laboratorio di prova

La qualità di un laboratorio può essere misurata attraverso degli indicatori quantificabili e

universalmente accettati, utili per monitorare il funzionamento di un Sistema Qualità.

Possono essere utilizzati come indicatori: le segnalazioni di reclami da parte del cliente, le non

conformità tecniche e quelle di Sistema rilevate dalla direzione tecnica o durante gli audit, la qualità

del risultato analitico con la partecipazione a circuiti interlaboratorio.

I criteri di qualità vanno perdendo il loro significato di orientamenti volontari, per assumere la

connotazione di obblighi o requisiti soprattutto nel settore enologico, ambito nel quale si è svolto

l’internato di tesi.

I criteri della qualità:

• sono una ‘forma mentis’, modalità attraverso cui si declina la filosofia aziendale voluta dal

management;

• nascono dalla relazionalità, ascoltando i clienti e lavorando al loro fianco, nonché in taluni

casi, confrontandosi anche con i fornitori, ascoltando i suggerimenti che possono offrire;

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• sono necessari, in quanto rappresentano un diritto dei clienti e un dovere delle aziende;

• sono connaturati ad una gestione manageriale dell’impresa e non può esservi qualità laddove

non vi sia un’adeguata attenzione verso gli aspetti organizzativi e gestionali.

Il fine di un Sistema di Gestione della Qualità è soddisfare i requisiti dei clienti, intesi come

esigenze o aspettative che possono essere espressi, generalmente implicite o cogenti.

1.3 Principi di un Sistema Qualità

I principi di Gestione della Qualità sono:

• organizzazione orientata al cliente: il contatto con il cliente avviene in diverse fasi, dalla

rilevazione dei bisogni alla comunicazione esterna fino alla misurazione della sua

soddisfazione e mirare a superare le loro stesse aspettative;

• leadership, con un impegno e coinvolgimento forte della direzione, stabilendo intenti di

indirizzo dell’organizzazione;

• coinvolgimento delle persone con una valorizzazione delle risorse umane;

• approccio basato sui processi: un risultato desiderato si ottiene con una migliore efficienza

quando le attività e le risorse sono gestite come un processo;

Attraverso il processo, insieme di risorse e attività, avviene la trasformazione delle entità in

ingresso (input) in entità in uscita (output).

• approccio sistemico della gestione: identificare, capire e gestire processi tra loro correlati

contribuisce all’efficacia e all’efficienza dell’organizzazione nel conseguire i propri

obiettivi;

• gestione del cambiamento per garantire che il Sistema Qualità venga mantenuto operativo ed

efficiente anche durante fasi di cambiamento radicale;

• miglioramento continuo delle prestazioni complessive dovrebbe essere un obiettivo

permanente dell’organizzazione;

• decisioni basate su dati di fatto: le decisioni efficaci si basano sull’analisi di dati e di

informazioni;

• rapporti di reciproco beneficio con i fornitori: un’organizzazione e i suoi fornitori sono

interdipendenti ed un rapporto di reciproco beneficio migliora, per entrambi, la capacità di

creare valore.

Un’organizzazione applica un approccio per processi quando considera la gestione aziendale come

la gestione di un Sistema costituito da un insieme di processi tra loro interagenti.

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Figura 1.3 A – Approccio per processi Tale approccio consente di individuare e soddisfare i requisiti sia in entrata che in uscita, conseguire

i risultati e gli obiettivi in termini di efficienza e di efficacia dei processi, e il miglioramento

continuo basandosi su misurazioni oggettive.

All’interno di un processo viene utilizzato il ciclo di Deming, o ciclo PDCA (plan-do-check-act),

modello studiato per il miglioramento continuo della qualità.

E’ una metodologia che, attraverso una sequenza comprendente quattro fasi, consente di gestire e

controllare con efficacia tutti i processi attivi in un’organizzazione:

• PLAN ( pianificare): individuare i processi per gestire l’organizzazione;

• DO (mettere in atto): applicare i processi;

• CHECK (verificare): monitorare, misurare i processi e valutarne i risultati;

• ACT (agire): standardizzare per assicurare il miglioramento conseguito.

Figura 1.3 B - Ciclo PDCA

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La norma di riferimento di un Sistema di Gestione della Qualità è la UNI EN ISO 9001:2008 (1)

che specifica i requisiti di un Sistema di Gestione per la Qualità.

Da questa sono nate una serie di norme che hanno ambiti applicativi più settoriali come ad esempio

la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2), che esprime i “Requisiti per la competenza dei

laboratori di prova e di taratura”.

La parte gestionale della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2) ricalca la UNI EN ISO

9001:2008 (1) quindi, se un laboratorio di prova è conforme alla norma UNI CEI EN ISO/IEC

17025:2005 (2), allora opera secondo un Sistema Qualità che soddisfa anche i requisiti della norma

UNI EN ISO 9001:2008 (1); questo però non comporta la certificazione secondo la UNI EN ISO

9001:2008 (1).

La certificazione prende in considerazione la capacità organizzativa e funzionale di una struttura nel

suo complesso, mentre l’accreditamento riguarda la competenza tecnica del laboratorio di prova

nella complessità del processo (metodi, registrazioni, personale, fornitori, ecc.).

Per la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2) quindi, non vale più il concetto di

certificazione, riconoscimento da parte di un ente terzo indipendente che attesta la conformità del

Sistema di Gestione per la Qualità alla norma di riferimento, ma l’accreditamento.

L’accreditamento è il riconoscimento da parte di un ente terzo indipendente e riconosciuto della

competenza di un laboratorio ad eseguire specifiche prove e tarature.

L’accreditamento in Italia viene assegnato da Accredia, ente italiano di accreditamento che,

attraverso un sistema di audit esterni, valuta e accerta le competenze del laboratorio, applicando

quanto prescritto dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2) e aderisce agli Accordi

internazionali di mutuo riconoscimento.

In particolare i laboratori di taratura accreditati utilizzano la riferibilità metrologica dei risultati

delle misurazioni a garanzia della qualità dei prodotti e dei servizi, in conformità alla normativa e

legislazione nazionale (Legge 273/91) ed internazionale.

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1.4 Accredia

Figura 1.4 A - Marchio Accredia Accredia nasce nel 2009 dalla fusione di Sinal (Sistema Nazionale per l’Accreditamento di

Laboratori), Sincert (Sistema Nazionale per l’Accreditamento degli Organismi di Certificazione e

Ispezione) e Sit (Servizio di Taratura in Italia).

Accredia recepisce tutti i requisiti richiesti dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2) e li

precisa redigendo dei Regolamenti tecnici, tra cui il RT-08 (3), che definiscono i criteri generali per

l’accreditamento dei laboratori di prova.

Accredia è l’ente unico designato dal Governo Italiano per svolgere l’accreditamento degli

organismi e dei laboratori e verifica la conformità di prodotti e servizi ai requisiti standardizzati a

livello nazionale e internazionale.

Accredia svolge un’attività riconosciuta nell’Unione Europea e in tutti i Paesi del mondo, poiché ha

firmato gli Accordi di Mutuo Riconoscimento (MLA/MRA) gestiti dalle reti internazionali degli

Enti di accreditamento EA (European co-operation for Accreditation, l’Associazione degli Enti di

Accreditamento dell’Unione Europea), IAF (International Accreditation Forum, la rete mondiale

degli Enti di accreditamento degli organismi di certificazione) e ILAC (International Laboratory

Accreditation Cooperation, la rete mondiale degli Enti di accreditamento degli organismi di

ispezione e dei laboratori di prova e taratura).

Per sottoscrivere questi Accordi, gli Enti di accreditamento nazionali devono sottoporsi a un

accurato processo di valutazione ‘inter pares’ da parte di EA.

Grazie al sistema del Mutuo Riconoscimento, le certificazioni, le ispezioni, le prove e le tarature

accreditate sono riconosciute equivalenti sul mercato e accettate, di fatto, in tutto il Mondo.

Accredia è un’Associazione riconosciuta, senza scopo di lucro, in cui sono rappresentati la Pubblica

Amministrazione, le Imprese e i Consumatori, e fa parte di una rete internazionale di Enti di

accreditamento.

Accredia assicura l’affidabilità di certificazioni, ispezioni, prove e tarature, per garantire che sul

mercato circolino beni e servizi di qualità e sicuri per le persone e l’ambiente.

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Accredia verifica che i laboratori rispettino gli specifici parametri di:

• Competenza: l’esperienza e la preparazione tecnica e professionale del personale

dell’organismo o laboratorio sono verificate in funzione degli specifici settori operativi;

• Indipendenza: gli ispettori e i soggetti deputati a rilasciare la certificazione devono

dimostrare l’assenza di conflitti di interesse rispetto all’organizzazione da certificare;

• Imparzialità: accertata l’effettiva terzietà, in particolare degli organismi di certificazione e

ispezione, a garanzia dell’oggettività ed equità delle valutazioni;

• Affidabilità tecnica: i laboratori e le attrezzature utilizzate per le tarature degli strumenti di

misura e per le prove tecniche sui prodotti sono controllati per verificare la correttezza e

l’attendibilità dei risultati.

L’accreditamento di un laboratorio comporta una verifica iniziale, nella quale Accredia accerta il

rispetto dei requisiti normativi e delibera il rilascio dell’accreditamento con un certificato che

riporta il marchio Accredia: l’organismo o laboratorio è ufficialmente accreditato e può utilizzare il

marchio Accredia quale elemento di garanzia per il mercato.

Figura 1.4 B - Certificato rilasciato da Accredia

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L’accreditamento dura quattro anni, durante il quale Accredia svolge verifiche periodiche per

controllare il mantenimento nel tempo degli standard di competenza, indipendenza, imparzialità e

affidabilità tecnica.

Se il laboratorio risulta irregolare durante una verifica, Accredia può ridurre, sospendere o revocare

l’accreditamento.

A conclusione del ciclo di accreditamento, Accredia procede al rinnovo con una nuova verifica

generale.

L’accreditamento ha un ruolo fondamentale in molti settori come:

• la qualità e sicurezza agroalimentare: per il controllo dei prodotti biologici e a marchio di

qualità (DOP, DOC, DOCG, IGP, STG) e per le analisi di laboratorio sugli alimenti,

compresi i test sensoriali su olio e sui vini;

• i prodotti di consumo: per le ispezioni e le verifiche di sicurezza, in particolare di prodotti

marcati CE, dai giocattoli agli ascensori, ai dispositivi di protezione individuale;

• i trasporti: per assicurare la competenza di chi controlla i veicoli e le infrastrutture

ferroviarie e la conformità degli strumenti di pagamento dei pedaggi autostradali;

• la sicurezza e la salute dei lavoratori: per la gestione delle procedure finalizzate alla

protezione della salute e alla riduzione del rischio sul posto di lavoro;

• l’ ambiente e l’energia: per l’analisi e il contenimento dei rischi ambientali, la verifica delle

emissioni di CO2, la certificazione di sostenibilità, l’impiego di biocombustibili e materiali

riciclati, la riduzione degli sprechi;

• l’edilizia: per le ispezioni sulla progettazione e la realizzazione delle opere di costruzione;

• le misure: per garantire il corretto funzionamento degli strumenti di misura, come le bilance

e gli autovelox, i contatori dell’energia elettrica e del gas naturale;

Per garantire in tutti gli ambiti il massimo livello di competenza e professionalità dei suoi ispettori,

Accredia sviluppa l’attività di accreditamento attraverso quattro strutture specializzate:

Certificazione e ispezione, i laboratori di prova, per la sicurezza degli alimenti e di taratura.

I Dipartimenti Accredia sono organizzati per rispondere alle esigenze di tutti gli organismi e

laboratori che operano nei vari settori della valutazione di conformità.

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2. SCOPO DEL LAVORO

Il lavoro descritto in questa tesi è stato svolto presso il laboratorio Riccalab di Riccagioia SCpA. Lo

scopo di questo lavoro è stata la modifica e l’ampliamento del Sistema Qualità adottato presso il

laboratorio di analisi della struttura, adeguandolo nella relativa documentazione a quanto necessario

per l’inserimento di valutazioni analitiche di tipo microbiologico con specifico interesse iniziale per

la prova “Rilevazione, differenziazione e conteggio dei microrganismi” OIV-MA-AS4-01:R2010.

Figura 2 A - Simbolo OIV

Si è inizialmente provveduto ad una attenta valutazione dei documenti già esistenti e in un secondo

tempo sono state apportate tutte le modifiche necessarie per soddisfare i requisiti richiesti dalla

norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2) e dal regolamento tecnico di Accredia “RT-08” (3).

Quanto sopra ha ovviamente comportato la esigenza iniziale di apportare le necessarie modifiche

sul Manuale della Qualità già applicato presso la struttura.

Considerata la tipologia di iniziativa prevista, i capitoli interessati a tali modifiche sono stati

sostanzialmente: Politica della qualità, Organigramma, Gestione dei campioni all’interno del

laboratorio, Metodi di prova.

Si è ovviamente provveduto al successivo, sostanziale adeguamento della parte rimanente della

documentazione inerente al Sistema Qualità, come richiesto nelle circostanze in cui ad una struttura

già operativa in determinati settori, ne viene aggiunto uno di diversa tipologia, come nel caso

specifico l’ambito microbiologico in una sezione di analisi merceologiche.

La rispondenza ai criteri di qualità analitica, infatti, non trova necessario riferimento soltanto nella

norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (3), documento di impostazione generale e riguardante

qualunque ‘laboratorio di prova’, ma anche a norme e linee-guida che interessino il settore specifico

considerato (nel caso della pratica analitica microbiologica, ad esempio, la norma UNI ENV ISO

13843:2003 “Qualità dell’acqua. Guida per la validazione di metodi microbiologici” (4)).

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Oltre a ciò, nella preparazione delle visite del ‘team’ Accredia per il riconoscimento ufficiale delle

prove analitiche prescelte, vanno opportunamente considerate ed applicate norme ‘specialistiche’

concernenti aspetti di definizione relativamente recente, quanto meno in ambito microbiologico.

E’ il caso della incertezza di misura, adeguatamente approfondita nella norma ISO 29201:2012

“Water quality. The variability of test results and the uncertainty of measurement of

microbiological enumeration methods” (5).

In sintesi quindi l’adeguamento della documentazione inerente al Sistema Qualità ha riguardato:

• il Manuale della Qualità;

• le Procedure Gestionali;

• le Istruzioni Operative;

• i Metodi di Prova;

• i documenti di registrazione, comprendenti tutte le peculiarità e valutazioni inerenti al

metodo di prova specificamente interessato alla iniziativa.

Nota: Va opportunamente precisato come la puntualizzazione ‘Water quality’, presente in svariate norme di ambito

microbiologico, non individui una limitazione del campo di applicazione delle medesime a tale substrato, ma stia a

precisare che la problematica oggetto della norma in questione sia stata ‘tarata’ volutamente sul substrato più semplice

tra quelli disponibili, per poter approfondire la medesima al di fuori da ‘complicazioni’ non inerenti a questa

(complessità dei campioni e fasi di preparazione dei medesimi, elevata competizione microbica di un medesimo

substrato, ecc.).

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3. MATERIALI E METODI

Per lo svolgimento dell’elaborato di tesi è stato necessario utilizzare tutti gli strumenti forniti dal

Sistema Qualità ed in particolare:

• il Manuale della Qualità di Riccalab redatto in edizione 1 e revisione 0 in data 31/12/2014;

• le Procedure Gestionali previste nel Manuale Qualità e corrispondenti ai punti della norma

UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2) come riportato in Sez.1 del Manuale;

• il Metodo di Prova oggetto della tesi e ricavato dalla collezione dei metodi ufficiali sulle

analisi dei vini raccolte nel Compendium OIV, edizione 2014 (6);

• le Istruzioni Operative necessarie a definire e a dettagliare operazioni specifiche compiute in

laboratorio;

• i documenti di registrazioni necessari a svolgere le attività di laboratorio connesse con il

lavoro di tesi.

3.1 Manuale della Qualità

Nel Manuale, vengono recepiti e adattati alla realtà del laboratorio i requisiti descritti dalla norma

UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2).

Come per la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2), il Manuale di Riccalab si articola in

sezioni:

1. Sezione 1 : Introduzione, gestione del Manuale, riferimento alla norma e planimetrie del

laboratorio;

2. Sezione 2 : Scopo, campo di applicazione e riferimenti normativi;

3. Sezione 3 : Termini e definizioni;

4. Sezione 4: Requisiti Gestionali ed in particolare:

4.1 Organizzazione: il laboratorio di Riccalab è considerato come un’entità

giuridicamente responsabile, obbligata ad eseguire le proprie attività rispettando i requisiti

della norma e del cliente;

4.2 Sistema di gestione: il laboratorio deve stabilire, attuare e mantenere attivo un

Sistema di Gestione adatto al campo della sua attività, che deve essere comunicato e reso

disponibile al personale;

4.3 Tenuta sotto controllo della documentazione: Riccalab deve adottare procedure per

controllare tutti i documenti del Sistema di Gestione;

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4.4 Riesame delle richieste, delle offerte e dei contratti: il laboratorio stabilisce

procedure per il riesame delle richieste, delle offerte e dei contratti, conservando le

registrazioni e il cliente deve essere informato su ogni scostamento dal contratto;

4.5 Approvvigionamento di servizi e di forniture: Riccalab ha procedure per l’acquisto,

l’accettazione e la conservazione dei reagenti e del materiale, non utilizzabili prima di

un’ispezione per attestare la conformità ai requisiti; i fornitori devono essere valutati e ciò

deve essere documentato tramite le registrazioni;

4.6 Servizi al cliente: Riccalab coopera con i propri clienti per chiarire le richieste e

tenere sotto controllo le proprie prestazioni, e fare in modo di ottenere delle informazioni di

ritorno con il fine del miglioramento;

4.7 Reclami: Riccalab ha una procedura per registrare e risolvere i reclami ricevuti dal

cliente e ne conserva le registrazioni;

4.8 Tenuta sotto controllo delle attività di prova e tarature non conformi: Riccalab

possiede delle procedure, attuabili in caso di non conformità di qualunque aspetto riferite

all’attività di prova e taratura;

4.9 Miglioramento: il laboratorio deve migliorare continuamente il proprio Sistema di

Gestione e Riccalab utilizza l’analisi del proprio lavoro per proporre stimoli di

miglioramento continuo;

4.10 Azioni correttive: se sono state identificate attività non conformi, devono essere

stabilite procedure per attuare azioni correttive, determinando l’origine della causa del

problema; se il problema è grave per l’andamento del laboratorio, è necessario svolgere un

audit supplementare, per valutare l’efficacia dell’azione correttiva;

4.11 Azioni preventive: il laboratorio attua piani di azione per ridurre la probabilità che si

verifichi una non conformità e identifica i miglioramenti necessari;

4.12 Tenuta sotto controllo delle registrazioni: Riccalab possiede procedure per

l’identificazione, la raccolta, l’indicizzazione, l’accesso, la sistemazione in classificatori,

l’archiviazione, la conservazione e l’eliminazione di registrazioni sulla qualità; queste

includono i rapporti degli audit interni, i riesami, le azioni correttive e preventive;

4.13 Audit interni: il laboratorio esegue annualmente un audit delle proprie attività per

accertarsi che le operazioni e le attività di prova e taratura soddisfino i requisiti del Sistema

di Gestione e della norma; se così non fosse, il laboratorio deve mettere in atto delle

appropriate azioni correttive e i risultati registrati;

Page 12: Jessica anzivino tesi

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4.14 Riesame da parte della direzione: l’alta direzione deve condurre periodicamente un

riesame del Sistema di Gestione del laboratorio e delle attività di prova e taratura al fine di

mantenere l’idoneità e l’efficacia e per introdurre, dove necessari, cambiamenti o

miglioramenti.

5. Sezione 5: Requisiti Tecnici ed in particolare:

5.1 Generalità

5.2 Personale: DIRLAB deve assicurare la competenza e la qualifica di tutti coloro che,

legati da un contratto con l’azienda, utilizzano apparecchiature, eseguono prove e tarature,

valutano i risultati e firmano i rapporti di prova e taratura, e ha l’obbligo di mantenere

aggiornati i mansionari del personale. Quando si fa ricorso a collaboratori in corso di

addestramento e formazione, deve essere prevista un’appropriata supervisione e alla fine

valutarne l’efficacia;

5.3 Luogo di lavoro e condizioni ambientali: Riccalab deve assicurare che le condizioni

ambientali non invalidino o influenzino i risultati, soprattutto nel caso in cui le attività

vengono eseguite in luoghi differenti dall’installazione permanente di un laboratorio;

5.4 Metodi di prova e di taratura e validazione dei metodi: Riccalab adotta metodi e

procedure appropriati per le prove e le tarature, comprendenti il campionamento, la

manipolazione, il trasporto, l’immagazzinamento e la preparazione degli oggetti da

sottoporre a prova e taratura e una stima dell’incertezza di misura applicando procedure

appropriate. I metodi di prova e di taratura devono essere appropriati e soddisfare le

esigenze del cliente. Vengono preferibilmente utilizzate metodi pubblicati nelle norme

internazionali, regionali o nazionali, assicurandosi che sia utilizzata l’ultima edizione valida;

5.5 Apparecchiature: Riccalab possiede tutte le apparecchiature necessarie per lo

svolgimento delle prove; tali apparecchiature e il loro relativo software devono consentire il

raggiungimento dell’accuratezza e prima di ogni utilizzo sono tarate; le istruzioni sono

disponibili al personale e ogni elemento dello strumento è univocamente identificato;

5.6 Riferibilità delle misure: le apparecchiature utilizzate per le prove e tarature che

possono influire sull’accuratezza o sulla validità della prova, sono tarate prima dell’utilizzo

secondo un programma All. 3 PG 5.5 ed una procedura PG 5.5 in modo da assicurare che

le misurazioni eseguite siano riferibili al Sistema Internazionale delle Unità (SI). Riccalab

possiede campioni di riferimento che utilizza per le proprie tarature interne.

Page 13: Jessica anzivino tesi

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5.7 Campionamento: Riccalab non prevede di effettuare campionamenti degli oggetti da

sottoporre a prova.

5.8 Manipolazione degli oggetti da sottoporre a prova e taratura: Riccalab predispone di

procedure per il trasporto, la ricezione, la manipolazione, la protezione,

l’immagazzinamento, la conservazione degli oggetti da sottoporre a prova, proteggendone

l’integrità e identificando eventuali anomalie del campione durante l’accettazione;

5.9 Assicurazione della qualità dei risultati di prova e di taratura: Riccalab predispone

procedure di tenuta sotto controllo della qualità al fine di monitorare la validità delle prove e

delle tarature effettuate;

5.10 Presentazione dei risultati: i risultati di ogni prova sono registrati in un rapporto di

prova e comprendono tutte le informazioni richieste dal cliente necessarie

all’interpretazione dei risultati di prova e tutte le informazioni richieste dal metodo

utilizzato.

La correlazione con i punti della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2) nel Manuale

della Qualità di Riccalab, è rappresentata nella Figura 3.1 A allegata a seguito:

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MD 01.00

Laboratorio di prova

RICCALAB Manuale Qualità

Edizione 1

Rev. 0

Data Revisione: 31/12/2014

Pagina 14 di 81

UNI CEI EN ISO/IEC

ACCREDIA SEZIONE

17025 :2005 RT-08

1. INTRODUZIONE E INDICE § 1

1.1 Introduzione

1.2 Gestione del manuale

1.3 Indice

2. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE § 1 § 2

2.1 Riferimenti normativi § 2 § 3

3. TERMINI E DEFINIZIONI § 3 § 3

4. REQUISITI GESTIONALI § 4 § 4

4.1. Organizzazione § 4.1. § 4.1.

4.2. Sistema di gestione § 4.2. § 4.2.

4.3. Tenuta sotto controllo della documentazione § 4.3. § 4.3.

4.4. Riesame delle richieste, delle offerte e dei contratti § 4.4. § 4.4.

4.5. Subappalto delle prove e delle tarature § 4.5. § 4.5.

4.6. Approvvigionamento di servizi e di forniture § 4.6. § 4.6.

4.7. Servizi al cliente § 4.7. § 4.7.

4.8. Reclami § 4.8. § 4.8.

4.9. Tenuta sotto controllo delle attività di prova e/o taratura non conformi § 4.9. § 4.9.

4.10. Miglioramento § 4.10. § 4.10.

4.11. Azioni correttive § 4.11. § 4.11.

4.12. Azioni preventive § 4.12. § 4.12.

4.13. Tenuta sotto controllo delle registrazioni § 4.13. § 4.13.

4.14. Audit interni § 4.14. § 4.14.

4.14. Riesami da parte della direzione § 4.15 § 4.15

5. REQUISITI TECNICI

5.1. Generalità § 5.1. § 5.1.

5.2. Personale § 5.2. § 5.2.

5.3. Luogo di lavoro e condizioni ambientali § 5.3. § 5.3.

5.4. Metodi di prova e di taratura e validazione dei metodi § 5.4. § 5.4.

5.5. Apparecchiature § 5.5. § 5.5.

5.6. Riferibilità delle misure § 5.6. § 5.6.

5.7. Campionamento § 5.7. § 5.7.

5.8. Manipolazione degli oggetti da sottoporre a prova e taratura § 5.8. § 5.8.

5.9. Assicurazione della qualità dei risultati di prova e di taratura § 5.9. § 5.9.

5.10. Presentazione dei risultati § 5.10. § 5.10.

6. Ulteriori Requisiti Accredia § 6.

Figura 3.1 A – Indice del Manuale Qualità

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Il Manuale Qualità contiene un documento di Politica della Qualità, redatto dal Direttore del

laboratorio, che esprime l’impegno di DIRLAB a garantire che il Sistema Qualità di Riccalab sia

mantenuto nel tempo, che incontri le esigenze del cliente e che, facendo tesoro delle esperienze

progressivamente acquisite, sia in continuo miglioramento.

Il Manuale Qualità di Riccalab riporta anche l’Organigramma, che definisce il personale del

laboratorio e la collocazione del laboratorio all’interno della Società Riccagioia SCpA, struttura

molto più complessa di Riccalab e comprendente altri settori di attività, indipendenti dal laboratorio

(Fig. 3.1 B e 3.1 C).

Page 16: Jessica anzivino tesi

16

Figura 3.1 B – Organigramma di Riccagioia SCpA

Page 17: Jessica anzivino tesi

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Figura 3.1 C – Organigramma di Riccalab

Page 18: Jessica anzivino tesi

18

3.2 Procedure Gestionali

Tutti i paragrafi del Manuale Qualità vengono trattati in maniera più dettagliata nelle Procedure

Gestionali che da questi prendono il titolo.

Per quanto attiene la sezione 4 del Manuale, per l’elaborato di tesi, sono state apportate solo

modifiche parziali per introdurre un settore prima inesistente in Riccagioia SCpA, la sezione di

microbiologia.

Tutto quello che riguarda la documentazione, la conservazione delle registrazioni, il riesame del

contratto, gli approvvigionamenti, le non conformità, le azioni correttive, le azioni preventive, gli

audit e il miglioramento, si è adottato il Sistema già in uso in Riccagioia SCpA e quindi è stato

applicato in maniera integrale.

Sono considerate in maniera specifica le seguenti aree del Sistema:

• la Gestione del Personale (PG 5.2), soprattutto per quello che riguarda la formazione,

l’assegnazione dei compiti e la qualifica;

• la Validazione dei Metodi di Prova (PG 5.4) e la compilazione del Metodo di Prova;

• la Gestione della Strumentazione (PG 5.5) destinata alle prove e alla riferibilità delle misure;

• l’iter del campione all’interno del laboratorio e la manipolazione degli oggetti da sottoporre

a prova (PG 5.8), completata dall’assicurazione dei risultati della prova e dai requisiti

espressi nel rapporto di prova.

Page 19: Jessica anzivino tesi

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3.2.1 Procedura Gestionale PG 5.2 “Personale”

La attività oggetto della presente tesi ha avuto inizio con la individuazione del personale, basata

sulla identificazione di adeguate competenze, a cui deve essere garantita una adeguata e costante

formazione, in conformità con quanto stabilito dalle vigenti disposizioni di legge (DPR n.

137/2012).

La Procedura Gestionale PG 5.2 “Personale” riporta i criteri posti in atto (Fig. 3.2.1 A).

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PROCEDURE GESTIONALI:

Personale

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RICCAGIOIA SCpA

PG 5.2 PROCEDURE GESTIONALI:

PERSONALE

N° copie

Responsabile Garanzia Qualità (RGQ) 01 Rappresentante della Direzione (DIRLAB) 01 Resp. del Laboratorio (RLAB) 01 Resp. Sez. Microbiologia (RSMI) 01 REV DATA EDIZIONE REDAZIONE

(RLAB) VERIFICA

(RGQ) APPROVAZIONE

(DIRLAB)

0 31/12/2014 1 1 2

3 4

Procedura Gestionale distribuita a:

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INDICE

1. Scopo

2. Applicabilità

3. Abbreviazioni e definizioni

4. Generalità

4.1 Profili di ruolo

4.2 Contratti del personale

4.3 Informazione al personale neoassunto

4.4 Personale del laboratorio

4.4.1 Competenza

4.4.2 Responsabilità

4.4.3 Supervisione

4.5 Obiettivi, addestramento e formazione

4.6 Aggiornamento dei mansionari

4.7 Autorizzazioni e delega delle responsabilità

4.8 Motivazione e comunicazione

4.9 Riservatezza delle informazioni

4.10 Archiviazione e conservazione dei documenti

5. Responsabilità

6. Riferimenti documenti interni

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1. Scopo

Scopo della presente Procedura è quello di descrivere il Sistema seguito dal laboratorio di prova

Riccalab per la gestione del personale, definendo i ruoli dei tecnici del laboratorio, i metodi di

informazione, formazione, qualifica, con particolare attenzione per la comunicazione e la

motivazione del personale. La procedura descrive anche il metodo di conservazione delle

informazioni sul personale.

2. Applicabilità

La procedura si applica a tutto il personale di laboratorio.

3. Abbreviazioni e definizioni

Per le definizioni ed abbreviazioni si fa riferimento alla Sez. 3 del MQ.

4. Generalità

Riccalab considera la scelta del personale addetto alle prove come requisito importante e

fondamentale per garantire la correttezza dei risultati. Riccalab dispone di personale che opera

esclusivamente in laboratorio evitando sovrapposizioni di ruoli e garantire il corretto svolgimento

delle prove. Il personale che proviene dal laboratorio ERSAF, da cui deriva Riccalab, attualmente è

dipendente dalla Società Riccagioia SCpA. In sostituzione del personale che invece è stato trasferito

in data 01/08/2012 presso la sede ERSAF di Milano, e per incrementare i tecnici in servizio,

Riccagioia SCpA si avvale di una selezione di neolaureati tra quelli che svolgono tesi sperimentali,

in chimica, in biologia o in altra facoltà scientifica, presso il laboratorio. Il tecnico in fase di

inserimento, viene formato su tutti gli aspetti del Sistema Qualità di Riccalab e affianca il tecnico

titolare fino al completamento del periodo di inserimento. Durante tale periodo i tecnici ricevono da

RLAB informazioni sul Sistema Qualità, sui Metodi di Prova, sulla strumentazione e la taratura

della strumentazione, sull’utilizzo dei materiali di riferimento ed effettuano, in affiancamento, prove

sui campioni da sottoporre a prova, senza la responsabilità dell’esecuzione delle prove.

La formazione si considera completata dopo una valutazione di RLAB in materia di Sistema e dopo

il superamento di n. 2 Ring-test con esito positivo (risultati con z-score ≤2).

Page 23: Jessica anzivino tesi

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Tutti i documenti relativi al personale del laboratorio sono conservati in laboratorio, sia in formato

cartaceo, sia in formato elettronico, in una cartella del server denominata “personale”.

DIRLAB attua sul personale una costante verifica della motivazione e della tensione ad ottenere il

risultato, aggiorna i tecnici su eventuali evoluzioni del Sistema e li coinvolge per creare uno spirito

di corpo e garantire una costante motivazione.

È compito di RLAB formulare, attraverso la relazione di laboratorio, un programma di formazione

per migliorare il livello conoscitivo del personale assunto in Riccalab.

4.1 Profili di ruolo

Per assicurare la qualità finale dei prodotti e dei servizi per le attività del laboratorio, DIRLAB ha

individuato ruoli di responsabilità per ciascuna delle attività del laboratorio, dopo aver definito un

livello minimo di scolarizzazione e di formazione.

In All. 1 PG 5.2 “Profili di Ruolo” sono riportati i requisiti personali, formativi e specifici che

identificano in Riccalab le figure di responsabilità nell’ambito del Sistema Qualità; tali profili

vengono aggiornati da RGQ in base a cambiamenti strutturali e gestionali.

Il personale tecnico in ruolo dal momento di avvio delle attività di Riccalab si considera abilitato a

svolgere le attività analitiche come da mansionario.

Le mansioni, le qualifiche e le responsabilità di tutto il personale di Riccalab sono elencate in una

comunicazione, il mansionario, che DIRLAB redige ed mantiene aggiornato (All. 8 PG 5.2).

4.2 Contratti del personale

DIRLAB assicura, mediante la selezione dei candidati e la formazione, che il personale che opera in

laboratorio sia professionalmente adeguato all’esecuzione delle prove e all’assicurazione dei

risultati delle prove. Nel caso in cui si registrasse la necessità di aumentare il numero dei tecnici di

Riccalab o per sostituire quelli che lasciano il servizio, RLAB ha il compito di avviare la procedura

di richiesta a DIRLAB per l’acquisizione di nuovo personale.

DIRLAB valutata la richiesta e, verificata la necessità, sceglie gli eventuali nuovi tecnici, tra i

laureati che hanno inviato curriculum a Riccagioia SCpA, privilegiando i neo-laureati in tirocinio

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presso Riccalab perché già formati sulle attività del laboratorio. Effettuata la scelta tra uno o più

candidati, il personale viene inserito in uno dei percorsi formativi stabiliti da Riccalab e

schematizzati in All. 2 PG 5.2 “Percorso base per neoassunti”. Le forme contrattuali previste

saranno quelle ammesse dalla vigente normativa in materia. Il personale in servizio presso Riccalab,

riceve un mansionario che descrive il suo ruolo, le sue responsabilità, l’obbligo all’esclusività del

lavoro e alla riservatezza, evidenziati su ciascun mansionario.

4.3 Informazione al personale neoassunto

Riccalab ha previsto per i neoassunti un addestramento formativo, che comprende formazione sulla

struttura e il significato di un Sistema Qualità, con particolare attenzione per il Manuale Qualità, le

Procedure Gestionali, quelle di Prove, le Istruzioni Operative e tutte le attività connesse con la loro

applicazione alle operazioni di laboratorio.

Per quanto riguarda il personale neoassunto, indipendentemente dalla posizione che andrà ad

assumere nel laboratorio di prova, viene attuato un percorso formativo schematizzato in All. 2

PG 5.2 “Percorso base per neoassunti”. Il neoassunto riceve materiale divulgativo tratto dal sito di

Accredia, una copia della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005, del Manuale Qualità di

Riccalab, delle Procedure e delle Istruzioni Operative che il laboratorio ha predisposto.

Il personale in formazione riceve da DIRLAB un mansionario che riporta i ruoli per i quali riceverà

adeguata formazione, le mansioni che svolgerà e gli obblighi connessi con le attività, con

particolare riferimento all’obbligo alla riservatezza riportato in calce al mansionario.

È compito di RSEZ, di RLAB e di RGQ organizzare corsi interni di formazione ogni volta che se ne

rilevi la necessità. I corsi verteranno su argomenti specifici per ciascuna delle funzioni interessate.

La formazione viere registrata sull’apposito modello All. 4 PG 5.2 “Foglio di registrazione di:”

che permette di registrare l’elenco dei partecipanti, il docente, gli argomenti trattati e l’esito della

formazione che viene valutata da RLAB, mediante l’osservazione del comportamento che il

personale formato ha al momento di applicare le nozioni comunicate con la formazione. Aver

acquisito un maggiore livello di formazione interna permette un maggior livello di responsabilità al

personale di Riccalab, nonostante la formazione interna non sia oggetto di registrazione sul

curriculum in quanto tale.

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4.4 Personale del laboratorio

Riccalab utilizza personale che è dipendente della Società Riccagioia SCpA e presta servizio

soltanto in laboratorio.

Non è previsto che, in Riccalab, personale esterno al laboratorio, collabori, anche solo

sporadicamente con il personale del laboratorio.

Il personale in tirocinio non partecipa all’esecuzione delle prove accreditate.

Il personale in formazione, prima di essere abilitato ad effettuare opera in affiancamento con RSEZ,

per imparare come effettuare le prove e tutte le operazioni di contorno in maniera corretta e

conforme a quanto previsto dal Manuale della Qualità.

Il personale di Riccalab non fornisce giudizi di idoneità in merito ai campioni sottoposti a prova; è

ammesso che RLAB, RSEZ e DIRLAB esprimano opinioni o interpretazioni sul campione e sui

metodi utilizzati per le prove, senza entrare nel merito del prodotto analizzato.

DIRLAB attua una politica di coinvolgimento del personale per raggiungere maggiori risultati sia in

termini di qualità del prodotto fornito sia in termini di quantità di lavoro. Questo coinvolgimento

viene ottenuto con un continuo scambio di opinioni e comunicazioni con il personale, incentivando

i contatti con il cliente e analizzando i giudizi espressi, anche verbalmente, sulle attività del

laboratorio. Le informazioni di ritorno dal cliente sono il principale argomento delle comunicazioni

tra DIRLAB e il personale di Riccalab.

Solo per argomenti di particolare gravità, DIRLAB organizza riunioni programmate con il

personale, RLAB ha il compito di verbalizzare tali riunioni, di recepire le indicazioni di DIRLAB,

di fornire a DIRLAB i mezzi per risolvere eventuali problemi e di attuare tutte le azioni che si

rendano necessarie.

4.5 Competenza

DIRLAB garantisce che il personale direttivo e tecnico che utilizza le apparecchiature, che esegue

le prove, e che, ai vari livelli, valuta i risultati e firma i rapporti di prova, sia adeguatamente

competente e sia in grado di intraprendere azioni per identificare, prevenire o minimizzare le

deviazioni dal Sistema Qualità.

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DIRLAB in collaborazione con RLAB identifica le posizioni e le responsabilità tecnico-

organizzative necessarie affinché in Riccalab possano svolgersi le attività in maniera corretta e

affinché sia assicurata la qualità finale delle prove. Tali posizioni sono quelle indicate

nell’Organigramma del Laboratorio All. 2 alla Sez. 04 del MQ. RSEZ mantiene aggiornato

l’All. 7 PG 5.2 “Tabella di evidenza del mantenimento della qualifica del personale”, traendo le

informazioni necessarie dalle valutazione dell’esito dei Ring-test e ove previste, le prove di

ripetibilità sulle singole prove.

4.5 Responsabilità

4.6.1 Responsabilità di RSEZ:

• Gestisce in autonomia l’iter di accettazione, anonimizzazione, attività analitica, controllo dei

dati, redazione del rapporto di prova, consegna e conservazione di tutti i documenti inerenti

il campione sottoposto a prova;

• Controlla la disponibilità dei materiali per la conduzione tecnica delle prove;

• Verifica l’efficienza della strumentazione in dotazione alla sezione, identificando le

eventuali non conformità ed attuando le azioni correttive conseguenti;

• Gestisce gli elenchi di pertinenza;

• Programma ed attua la formazione del personale tecnico assegnato registrandone gli esiti,

mantiene aggiornato l’All. 7 PG 5.2 “Tabella di evidenza del mantenimento della qualifica

del personale”.

4.6.2 Responsabilità dell’analista:

• Esegue, sotto la supervisione di RSEZ, le prove utilizzando le strumentazione presente in

Riccalab;

• Sigla i fogli di lavoro relativi alle prove eseguite e, dopo il controllo di RSEZ, provvede

all’inserimento dei dati nel software di gestione dei rapporti di prova;

• Al bisogno può archiviare tutti i documenti inerenti le prove;

• Gestisce la manutenzione delle apparecchiature;

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• Collabora, sotto il controllo di RSEZ, alla buona gestione dell’attività della sezione;

• Svolge tutti i compiti assegnati nel Mansionario redatto da DIRLAB.

4.6.3 Supervisione

RSEZ ha la responsabilità della supervisione sui tecnici che operano in Riccalab; tale supervisione

viene effettuata mediante:

• il controllo visivo dell’operatività nelle varie fasi delle prove;

• il controllo sull’uso delle soluzioni di riferimento prima delle prove;

• sulla verifica dei risultati delle prove;

• sul controllo all’inserimento dei risultati delle prove sul LIMS.

È ancora compito di RSEZ verificare che il personale addetto alle prove, risulti continuamente

validato partecipando ai Ring-test. L’esito dei Ring-test fornisce informazioni sulla validazione del

personale: gli esiti sono riportati in All. 12 PG 5.2 “Carte di controllo andamento z-score”. Un

analista è considerato validato rispetto ad una prova se lo z-score ottenuto per quella prova in un

Ring-test ha un valore compreso tra ± 2. Quando l’operatore ottiene risultati che escono

dall’intervallo previsto, si attiva la procedura di gestione delle non conformità al fine di poter

individuare le possibili cause che hanno generato il risultato errato e per valutare l’efficacia delle

azioni correttive adottate. Quando i Ring-test forniscono, per due volte consecutive, z-score > ±2,

l’analista deve essere nuovamente formato per risolvere le cause che hanno determinato la non

conformità. Riccalab partecipa ad un circuito di Ring-test che si articola su base annua e prevede al

massimo undici campioni/anno. È prevista la partecipazione minima a nove sessioni, con l’obbligo

di comunicare ad Accredia eventuali esiti negativi del Ring-test, fino alla sospensione della prova

accreditata per due risultati negativi successivi.

RLAB fornire la supervisione generale a tutte le attività di Riccalab, compresa la formazione del

personale neoassunto e in affiancamento in laboratorio. La responsabilità ultima compete quindi a

RLAB e si esplica anche attraverso la convalida finale che RLAB attua sul rapporto di prova, prima

della sua consegna al cliente e che si verifica con l’apposizione della firma. Riccalab ha anche

stabilito un rapporto minimo tra il numero dei tecnici ed il numero dei supervisori; tale rapporto è

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fissato in 4:1 e nell’evenienza che si verificasse un significativo aumento del personale, RLAB

nominerà un nuovo RSEZ per mantenere costante tale rapporto.

La supervisione da parte di RLAB viene attuata anche attraverso: il controllo sugli esiti dei Ring-

test della sezione o sul lavoro di verifica del mantenimento della qualifica degli operatori, gli esiti

degli Audit programmati annualmente ed in fase di raccolta della documentazione per il RSQ.

Esiti dei Ring-test e prove di ripetibilità dei risultati sono gli strumenti che RLAB utilizza per

abilitare i tecnici quando vengono introdotte nuove prove in laboratorio.

Dopo l’esecuzione, con esito positivo, di un Ring-test i tecnici di Riccalab sono considerati abilitati

ad effettuare la nuova prova.

4.6.4 Obiettivi, addestramento e formazione del personale

DIRLAB ha definito in All. 1 PG 5.2 le caratteristiche che i tecnici che operano in Riccalab devono

possedere, con particolare riguardo per il titolo di studio e la tipologia di laurea richiesta per

rivestire il ruolo affidato, tale definizione ha lo scopo di garantire al cliente, quanto più possibile, un

alto livello di competenza tecnica. DIRLAB ha anche previsto la continua crescita del livello

culturale del personale assegnato garantendo una continua formazione tecnica, per estendere le

competenze del laboratorio, raggiungere un numero maggiore di clienti e stimolare il personale al

fine di mantenere attiva l’attenzione e creare nuovi interessi e stimoli.

Il laboratorio dispone di una politica e di un programma di formazione (All. 6 PG 5.2 ) mediante il

quale vengono registrate le prospettive di formazione per il personale, con la finalità di attuare una

continua crescita sia del personale sia delle attività di Riccalab .

DIR assicura e garantisce la formazione e l’addestramento del personale assegnato al laboratorio.

Compatibilmente con le disponibilità di bilancio del laboratorio, DIRLAB investe risorse per

favorire la formazione esterna soprattutto riguardo quelle competenza che all’interno di Riccalab

non possono trovare formatori adeguati. Il programma di formazione è collegato alle mansioni

svolte dal personale e tiene conto dei compiti presenti e futuri del laboratorio.

L’efficacia della formazione viene valutata da RLAB, mediante la compilazione dell’All. 4 PG 5.2.

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Il programma di formazione viene compilato da RGQ, seguendo le indicazioni ricevute da RLAB, e

tiene conto prima di tutto del livello formativo del personale a cui è indirizzato:

• personale neoassunto dovrà essere formato prima internamente e appena possibile presso un

ente formatore accreditato, in merito ai criteri della NORMA UNI CEI EN ISO/IEC

17025:2005;

• personale neoassunto dovrà essere formato sui Metodi di Prova;

• tutto il personale dovrà esser formato su nuovi Metodi di Prova e su nuove tipologia di

lavoro quando questa eventualità si presenti in Riccalab;

• tutto il personale dovrà migliorare le proprie conoscenze in merito ad argomenti quali

l’incertezza di misura, le tarature strumentali, ecc, per i quali può risultare non

completamente formato.

Nell’ultimo caso, DIRLAB si impegna a garantire le risorse necessarie a fornire tale formazione al

personale del laboratorio.

Un tecnico di Riccalab può richiedere una formazione specifica, qualora questa si renda necessaria

a garantire la sua affidabilità nel lavoro; è compito di DIRLAB soddisfare tale richiesta verificando

se è possibile attuare tale formazione internamente a Riccalab o se sia necessario attingere ad una

formazione esterna.

Tutti gli indirizzi e le esigenze specifiche vengono codificate nel programma della formazione del

laboratorio (All. 6 PG 5.2).

L’addestramento e l’aggiornamento del personale di laboratorio si ottengono mediante:

• partecipazione a corsi di formazione interni o esterni, proposti da vari enti operanti nei settori di

interesse del laboratorio;

• affiancamento nell’esecuzione di una prova a personale esperto per un periodo determinato.

Al termine del periodo di affiancamento e a seguito del corretto svolgimento delle prove, il tecnico

è abilitato all’esecuzione della nuova prova. La formazione tecnica relativa a una prova può essere

svolta a più di un tecnico in contemporanea. L’esito della formazione individuale viene registrata

sull’All. 4 PG 5.2 al quale viene unito la prova del risultato della formazione .

L’esito della formazione a più persone viene registrata sull’All. 4 PG 5.2 e valutata attraverso un

test finale che può anche essere anche previsto in forma scritta.

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4.6.5 Aggiornamento mansionari

DIRLAB attribuisce a ciascun tecnico un mansionario che ne descrive le competenze, i compiti e le

responsabilità. Il laboratorio mantiene aggiornati i mansionari del personale tecnico e di supporto

con ruolo chiave che è coinvolto nelle attività di prova e/o taratura (vedi All. 8 PG 5.2) registrando

eventuali variazioni di compiti e di responsabilità.

I mansionari definiscono:

• le responsabilità relative a chi esegue le prove;

• le responsabilità relative a chi esegue la pianificazione delle prove e la valutazione dei

risultati;

• le responsabilità relative a chi riporta opinioni od interpretazioni;

• le responsabilità relative a chi esegue la modifica dei metodi ed alla validazione di nuovi

metodi;

• i compiti a livello di direzione.

Ogni tecnico di Riccalab ha redatto il suo curriculum vitae in formato europeo e provvede al suo

aggiornamento annuale. I curricula vitae di tutto il personale sono disponibili se richiesti in fase di

visita ispettiva e di audit.

4.6.6 Autorizzazioni e delega delle responsabilità

DIRLAB, se richiesto, autorizza il personale a fornire opinioni e interpretazioni sui campioni

sottoposti a prova. Non è previsto che nessuno in Riccalab effettui campionamenti, né tarature per

conto di un cliente.

RLAB, dopo adeguata formazione, autorizza i tecnici all’utilizzo di particolari tipi di strumenti in

uso presso Riccalab.

In caso di indisponibilità temporanea di RLAB, la responsabilità passa in maniera diretta a Vice

RLAB .

RLAB delega le sue competenze e le sue responsabilità a Vice RLAB mediante comunicazione

scritta.

Le funzioni del RGQ in caso di indisponibilità, vengono assunte da RLAB, suo sostituto designato.

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4.6.7 Motivazione e comunicazione

DIRLAB coinvolge il personale di Riccalab per mantenere vivo il livello di attenzione e di tensione

al risultato, nel convincimento che la partecipazione personale e la condivisione dell’importanza

dell’accreditamento e del servizio che il laboratorio svolge verso il cliente, siano gli stimoli più

importanti per ricevere di rimando informazioni e proposte tali da consentire un continuo

miglioramento del Sistema.

La comunicazione di DIRLAB si attua con cadenza pressoché quotidiana ed è rivolta a tutto il

personale del laboratorio, anche attraverso brevi riunioni informali con i singoli tecnici.

4.6.8 Riservatezza delle informazioni

Il personale è formalmente tenuto all’obbligo della riservatezza e all’astensione da attività che

possano pregiudicare la fiducia nell’imparzialità del giudizio e nell’integrità professionale, come

previsto dal CCNL e nel regolamento disciplinare. Tutti i tecnici sono informati dell’obbligo alla

riservatezza ed accettano di sottostare a tale obbligo firmando per accettazione il mansionario a loro

consegnato da DIRLAB.

Tutto il personale è tenuto al rispetto delle norme di sicurezza e comportamentali proprie

dell’azienda e comunicate fin dall’assunzione attraverso motivazione e comunicazione.

4.6.9 Archiviazione e conservazione dei documenti

Ogni tecnico è responsabile dell’aggiornamento del suo curriculum personale. Il curriculum

professionale è a disposizione di DIRLAB, di RLAB, degli auditor e degli ispettori di Accredia per

le opportune verifiche. Riccalab non consente la diffusione di notizie relative al personale al di fuori

del laboratorio, salvo casi espressamente autorizzati da DIRLAB e dall’interessato.

5. Responsabilità

È responsabilità di DIRLAB assicurare le risorse necessarie a garantire quanto meno la formazione

interna del personale di Riccalab.

Il personale è tenuto al rispetto delle norme e delle prescrizioni previste in Riccalab, in particolare

dell’obbligo alla riservatezza e del rispetto delle norme di sicurezza.

Page 32: Jessica anzivino tesi

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RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Personale

PG 5.2

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RGQ, RLAB, RSEZ sono responsabili (ognuno per le proprie competenze) della archiviazione,

divulgazione, registrazione e gestione attraverso l’utilizzo degli allegati alla presente PG 5.2.

6. Riferimenti Documenti interni

Sez. 4 del MQ Requisiti Gestionali

Sez. 5 del MQ Requisiti Tecnici

All. 1 PG 5.2 Profili di ruolo

All. 2 PG 5.2 Percorso formativo

All. 4 PG 5.2 Verbale di riunione/formazione/affiancamento/abilitazione

All. 6 PG 5.2 Programma di formazione e addestramento

All. 7 PG 5.2 Evidenza del mantenimento della Qualifica del personale.

All. 8 PG 5.2 Assegnazione di compiti, incarichi e responsabilità nell’ambito del

SGQ di Riccalab

All. 12a PG 5.2 Carta di controllo andamento z-score (MN).

Figura 3.2.1 A – PG 5.2 “Personale”

Page 33: Jessica anzivino tesi

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Come prescritto dal Sistema Qualità adottato nella struttura, la fase applicativa della PG 5.2 è

documentata dalle relative registrazioni.

Queste riportano tra l’altro il dettaglio riguardante il percorso formativo (Fig. 3.2.1 B) adottato per

la scrivente ed avente ad oggetto l’inquadramento teorico ed i fondamenti del Sistema Qualità e

successivamente l’approfondimento dei relativi risvolti gestionali e tecnici (Fig. 3.2.1 C).

Page 34: Jessica anzivino tesi

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RICCALAB

Percorso formativo

All. 2 PG 5.2

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Data Revisione: 31/12/2014

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Percorso base per

Neoassunti

Figura 3.2.1 B – “Percorso formativo”, All. 1 PG 5.2

Formazione in merito a Gestione di Sistemi Qualità con riferimenti specifici al

Sistema di Riccalab

Settore di attività: Sistema Qualità.

Formazione specifica e dettagliata sul Sistema di

Riccalab in affiancamento a RGQ

Settore di attività: analisi.

Formazione specifica sulle procedure di laboratorio, su

metodi e incertezza di misura in affiancamento a RSEZ

Visita guidata e informazioni generali sulle

attività della Società Riccagioia SCpA e di

Riccalab

Formazione specifica in funzione delle future

mansioni e affiancamento del responsabile di

funzione

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Page 37: Jessica anzivino tesi

37

Figura 3.2.1 C – “Foglio di registrazione di:” riunione, formazione e formazione per affiancamento All. 4 PG 5.2

Page 38: Jessica anzivino tesi

38

Il periodo di formazione ha previsto una fase di affiancamento finalizzata alla progressiva

conoscenza della determinazione analitica (o prova) individuata per lo sviluppo della presente tesi.

In conformità con quanto previsto dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2),

relativamente alla assicurazione della qualità dei risultati, questa fase ha comportato la

partecipazione a prove analitiche interlaboratorio (controllo di qualità esterno).

Secondo il criterio adottato nella struttura e codificato nella PG 5.2, per la qualificazione del

personale è richiesta la partecipazione con risultati soddisfacenti a due prove interlaboratorio.

I risultati vengono a tal fine valutati attraverso il calcolo dello z-score.

Si ricorda che il criterio di valutazione basato su tale parametro è il seguente:

• -2 > z-score > +2: soddisfacente;

• z-score compreso tra -2 e -3 e tra +2 e +3: warning (segnale di attenzione che non comporta

obbligo di azione correttiva);

• z-score < -3 o > +3: action (segnale di attenzione che comporta obbligo di azione correttiva).

La “carta di controllo andamento z-score” allegata riporta il dettaglio relativo, riguardante le prove

interlaboratorio comprese nel periodo di formazione (Fig. 3.2.1 D).

Page 39: Jessica anzivino tesi

39

Figura 3.2.1 D – “Carta di controllo andamento z-score” All. 12A PG 5.2

Page 40: Jessica anzivino tesi

40

Conclusa la fase di formazione con la partecipazione con esito soddisfacente alle prove

interlaboratorio, alla scrivente è stata attribuita una funzione nel laboratorio di prova (Fig. 3.1.2 E).

Page 41: Jessica anzivino tesi

41

Figura 3.2.1 E – “Tabella di qualifica del personale” All. 3 PG 5.2

Page 42: Jessica anzivino tesi

42

3.3 Metodi di Prova

Riferimento per la individuazione del metodo “Rilevazione, differenziazione e conteggio dei

microrganismi OIV-MA-AS4-01:R2010, oggetto della presente tesi, è stato il Compendium OIV

(6), raccolta dei metodi ufficiali per il settore enologico, ed in particolare la Risoluzione OIV/ENO

206/2010 (7).

La applicazione del metodo ha ovviamente comportato la verifica preliminare delle risorse

strumentali necessarie, peraltro già in dotazione nella struttura.

Per completezza di informazione vengono allegate le relative “scheda apparecchiatura di prova”

(Fig. 3.3 A-F).

La prova oggetto della presente tesi ha richiesto l’uso di due apparecchiature termoregolate, un

frigorifero Piardi cod. F01 e l’incubatore PBI International cod. M01; per queste due

apparecchiature è stato effettuato il controllo delle temperature di esercizio per verificare che il

valore riportato sul display esterno fosse conforme alla temperatura ottimale di utilizzo (All. 8a PG

5.5 “Controllo temperature frigorifero” e All. 8b PG 5.5 “Controllo temperature incubatore”)

(Fig. 3.3 G e Fig. 3.3 H).

Il controllo, stato quotidiano per il frigorifero e durante tutto l’utilizzo per l’incubatore, è stato

effettuato con un termometro di minima/massima TESTO 174 T cod. F 02, a sua volta tarato con

una sonda di riferimento XS TEMP 6 PT 100 Thermometer cod E 056, tarata presso un centro LAT

autorizzato per l’emissione di un certificato di taratura per la grandezza temperatura (Fig. 3.3 I).

A seguito allego le schede delle apparecchiature All. 2 PG 5.5 e All. 8a e 8b PG 5.5 relative alla

strumentazione utilizzata e una copia di un certificato di taratura della sonda termometrica XS

TEMP 6 PT 100 Thermometer cod. E 056, rilasciato dal Centro LAT n. 123.

Page 43: Jessica anzivino tesi

43

Figura 3.3 A – “Scheda apparecchiatura di prova” dell’incubatore All. 2 PG 5.5

Page 44: Jessica anzivino tesi

44

Figura 3.3 B – “Scheda apparecchiatura di prova” dell’autoclave All. 2 PG 5.5

Page 45: Jessica anzivino tesi

45

Page 46: Jessica anzivino tesi

46

Figura 3.3 C – “Scheda apparecchiatura di prova” della bilancia elettronica All. 2 PG 5.5

Page 47: Jessica anzivino tesi

47

Figura 3.3 D – “Scheda apparecchiatura di prova” del pH metro All. 2 PG 5.5

Page 48: Jessica anzivino tesi

48

Page 49: Jessica anzivino tesi

49

Figura 3.3 E – “Scheda apparecchiatura di prova” del termometro digitale e termocoppia All. 2 PG

5.5

Page 50: Jessica anzivino tesi

50

Figura 3.3 F – “Scheda apparecchiatura di prova” del frigorifero All. 2 PG 5.5

Page 51: Jessica anzivino tesi

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Figura 3.3 G – “Controllo temperature frigorifero” All. 8a PG 5.5

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Figura 3.3 H – “Controllo temperature incubatore” All. 8b PG 5.5

Page 53: Jessica anzivino tesi

53

Page 54: Jessica anzivino tesi

54

Page 55: Jessica anzivino tesi

55

Figura 3.3 I - Certificato di taratura della sonda termometrica XS TEMP 6 PT 100 Thermometer

rilasciato dal Centro LAT n. 123

Page 56: Jessica anzivino tesi

56

Effettuate le necessarie verifiche preliminari, si è provveduto a codificare la già richiamata prova

“Rilevazione, differenziazione e conteggio dei microrganismi OIV-MA-AS4-01:R2010” come

Metodo di Prova MP 10 Ed 1 rev 0.

La figura n. 3.3 L riporta il testo dettagliato del Metodo.

Page 57: Jessica anzivino tesi

57

MD 05.00

Laboratorio di prova

RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010

MP 10

Edizione 1

Rev. 0

Data Revisione: 31/12/2014

Pagina 1 di 8

RICCAGIOIA S.C.P.A.

MP 10

Analisi microbiologica

di vini e mosti

OIV-MA-AS4-01:R2010

NOTE :

N° copie

Responsabile Garanzia Qualità (RGQ) 01

Rappresentante della Direzione (DIRLAB) 01

Resp. del Laboratorio (RLAB) 01

Resp. Sez. Microbiologica (RSMI) 01

REV DATA EDIZIONE REDAZIONE (RLAB)

VERIFICA (RGQ)

APPROVAZIONE (DIRLAB)

0 31/12/14 1

1 2

3 4

Procedura Gestionale distribuita a:

Page 58: Jessica anzivino tesi

58

MD 05.00

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RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010

MP 10

Edizione 1

Rev. 0

Data Revisione: 31/12/2014

Pagina 2 di 8

INDICE

1. Scopo

2. Applicabilità

3. Principio del metodo

4. Reagenti e materiali

5. Impianti e attrezzature

6. Modo di operare

6.1 Diluizione del campione

6.2 Preparazione delle piastre

6.3 Incubazione del campione

7. Espressione dei risultati

7.1 Conteggio delle colonie di lievito

7.2 Calcolo dei risultati

8. Incertezza della misura

8.1 Criteri di controllo dei risultati

8.2 Incertezza di misura

Page 59: Jessica anzivino tesi

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MD 05.00

Laboratorio di prova

RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010

MP 10

Edizione 1

Rev. 0

Data Revisione: 31/12/2014

Pagina 3 di 8

1. Scopo

La presente procedura ha lo scopo di descrivere l’applicazione del metodo microbiologico utilizzato

da Riccalab per eseguire la conta microbica su piastra, in particolare si occupa della ricerca dei

lieviti nei campioni di vino. Riccalab utilizza il metodo: “Rilevazione, differenziazione e conteggio

dei microrganismi OIV-MA-AS4-01:R2010”.

2. Applicabilità

Riccalab utilizza questa procedura che fornisce una guida generale nel conteggio dei lieviti nei

mosti, nei mosti concentrati, nei mosti parzialmente fermentati, nei vini (compresi i vini spumanti)

durante la loro produzione e dopo l'imbottigliamento, contando le colonie cresciute su un terreno di

coltura solido dopo adeguata incubazione.

3. Principio del metodo

I microrganismi sono in grado di moltiplicarsi in terreno nutriente e in adeguate condizioni

d'incubazione per formare colonie sul mezzo solidificato da agar; in ambiente agar una cellula

produce, mediante moltiplicazione, un ammasso di cellule visibile ad occhio nudo chiamato

colonia.

Il numero dei microrganismi vitali si determina spalmando un piccolo volume noto di campione

sulla superficie di un terreno di coltura o con l'aggiunta secondo il metodo di incorporazione, e

incubando le piastre per il tempo necessario e nelle condizioni migliori per la loro crescita.

Ogni cellula si suddivide e cresce diventando visibile come colonia; il numero di colonie trovate

sulla superficie della piastra indica le cellule presenti nel campione originale e i risultati sono

espressi in CFU/ml.

Se si suppone che il campione abbia un numero elevato di cellule, occorre realizzare le opportune

diluizioni decimali in serie per ottenere colonie in numero variante tra 10 e 300 per ogni piastra;

Riccalab utilizza il metodo OIV-MA-AS4-01:R2010 limitatamente alla rilevazione e conteggio dei

lieviti, con interesse solo per il genere Saccharomyces.

Page 60: Jessica anzivino tesi

60

MD 05.00

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RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

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Pagina 4 di 8

4. Reagenti e materiali

Riccalab utilizza per questo metodo i seguenti materiali e reagenti, reperibili presso ditte

commerciali:

• micropipette con puntali sterili monouso da 1ml e 0,2ml;

• spatola di plastica sterile monouso;

• provette sterili monouso da 10ml utilizzate per effettuare le diluizioni;

• capsule di Petri sterili con diametro di 90mm riempite con 15-20ml di terreno;

• terreni per lieviti: Agar nutriente WL, YEPD, YM, Agar per lieviti o Agar TGY o

equivalente se convalidato, per quanto riguarda la ricerca dei lieviti riferibili al genere

Saccharomyces.

Il terreno viene posto in beuta, passato in microonde fino a ebollizione, chiusa con cotone cordato e

sterilizzato in autoclave per 20 minuti a 121°C.

• acqua peptonata utilizzata per eseguire le diluizioni

Preparazione: (dosi per 1 litro di acqua demineralizzata) 10gr peptone, 5gr NaCl a 7.2 di pH,

correggendo il pH con soluzione NaOH; l'acqua peptonata viene posta in beuta, chiusa con cotone

cardato e sterilizzata in autoclave per 20 minuti a 121°C.

• antibiotici per rendere il conteggio selettivo:

50 mg/l di cloramfenicolo, aggiunto al terreno dopo la sterilizzazione, che evita l'accrescimento

batterico;

150 mg/l di difenile contro l'accrescimento delle muffe.

5. Impianti e attrezzature

Riccalab utilizza i seguenti impianti e attrezzature:

• autoclave per la sterilizzazione;

• cappa a flusso laminare, dispositivo utilizzato nel periodo di validità;

• forno a microonde;

• incubatore, regolabile da 25°C a 37°C;

• frigorifero regolato su 5 ± 3°C;

Page 61: Jessica anzivino tesi

61

• pH-metro, con precisione di ± 0,1 unità pH e soglia minima di misurazione di ±0,01 unità

pH;

• bilancia analitica con precisione di ± 0,01g;

• agitatore “Vortex”.

6. Modo di operare

L'operatore in laboratorio deve lavorare in condizioni asettiche, servendosi della cappa a flusso

laminare, e rispettando le prescrizioni riportate nelle I.O. relative.

6.1 Diluizioni

Occorre preparare le diluizioni in serie utilizzando le provette e le micropipette a volumi variabili

con i rispettivi puntali sterili. 1ml di campione è trasferito con una pipetta nella provetta sterile con

9ml di acqua peptonata; la provetta è agitata con un agitatore “Vortex” per 20 secondi; questa è la

prima diluizione decimale, 1ml della quale è trasferita nella successiva provetta sterile con 9ml di

tampone, a formare la seconda diluizione. Dopo 20 secondi di agitazione, si ripete l'operazione per

tutte le volte necessarie.

Un numero di massima delle diluizioni necessarie per le diverse tipologie di campioni:

• mosti non fermentanti: 4 diluizioni decimali;

• mosti in fermentazione: 7 diluizioni decimali;

• vini non filtrati durante la maturazione: 2 diluizioni decimali.

6.2 Preparazione piastre

L'operatore del laboratorio prepara le diluizioni in serie necessarie per il numero di campioni da

coltivare in piastra.

Inoculare ciascuna piastra con 0,1 ml delle tre diluizioni più basse preparate, nel modo seguente:

• Mosti non fermentanti: diluizioni -2; -3; -4;

• Mosti in fermentazione: diluizioni -5; -6; -7;

• Vini non filtrati durante la maturazione: diluizioni 0; -1; -2.

MD 05.00

Laboratorio di prova

RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010

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Data Revisione: 31/12/2014

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Page 62: Jessica anzivino tesi

62

In caso di dubbio, inoculare un numero maggiore di diluizioni, mai inferiore.

Quindi spalmare il campione sulla superficie del terreno di coltura con un'ansa monouso, partendo

dal campione più diluito e procedendo via via con quelli meno diluiti.

6.3 Incubazione

L'incubazione deve essere effettuata in condizioni anaerobiche nell'incubatore, a piastre capovolte

per 48 ore a 25°C ± 2°C.

7. Espressione dei risultati

7.1 Conta delle colonie di lievito

Contare le colonie cresciute eseguendo un conteggio totale ad occhio nudo.

7.2 Calcolo dei risultati

I risultati più affidabili provengono dalle piastre di conteggio contenenti 10-300 colonie.

Calcolare il numero N di microrganismi presenti nel campione testato come media ponderata di due

successive diluizioni decimali servendosi dell'equazione seguente:

N = ∑ C/V x 1,1 x d

dove:

∑C è la somma delle colonie contate sulle due piastre tenute da due successive diluizioni decimali,

almeno una delle quali contiene un minimo di 10 colonie.

V è il volume in millilitri dell'inoculo immesso in ciascuna piastra .

d è la diluizione corrispondente alla prima diluizione tenuta [d=1 se si tiene il prodotto liquido non

diluito (campione di test)].

Se le piastre di due diluizioni decimali consecutive contengono 10-300 colonie, calcolare il numero

di CFU/ml per ciascuna diluizione, quindi la media dei due valori: questo è il valore CFU/ml del

campione. Se uno dei due valori è più del doppio dell'altro, viene considerato il più basso come

CFU/ml.

MD 05.00

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RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010

MP 10

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RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010

MP 10

Edizione 1

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Data Revisione: 31/12/2014

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I risultati vengono arrotondati alla seconda cifra significativa solo al momento della conversione in

CFU/ml ed espressi come un numero tra 1,0 e 9,9 moltiplicato per l'opportuna potenza di 10.

8. Incertezza di misura

8.1 Criteri di controllo dei risultati

Per ciascuna serie di terreni di coltura, una piastra è usata come controllo di sterilità dopo la

sterilizzazione. Una piastra per ogni terreno di coltura usato durante il test è lasciata aperta sotto la

cappa a flusso laminare durante tutte le operazioni, come controllo sterilità dell'ambiente di lavoro.

Tale piastra sarà incubata come quelle inoculate.

Periodicamente, un campione è inoculato in doppio e il Kp sperimentale si calcola con la seguente

equazione:

Kp= |C1 – C2| / √C1 + C2

dove:

C1 e C2 sono il risultato dei due conteggi.

Se Kp<1,96 i risultati sono accettabili e la media dei due conteggi può essere usata come risultato.

Se 1,96<Kp<2,576 la differenza dei due conteggi è critica e deve essere attentamente valutata prima

di accettare i risultati della media dei due conteggi.

Se Kp>2,576 la differenza dei due conteggi è anomala e il risultato va scartato e occorre rieseguire

il test.

In questo caso il RLAB deve esaminare tutti i risultati ottenuti dopo gli ultimi accettabili.

8.2 Incertezza di misura

Se il numero delle colonie contate nella piastra conteggiabile è inferiore a 10, il risultato è

accettabile, ma si considera che la popolazione delle colonie segua la distribuzione di Poisson.

La tabella seguente riporta il livello di confidenza del 95%, e pertanto l'incertezza della misura, del

conteggio stimato su una singola scatola di Petri.

Page 64: Jessica anzivino tesi

64

MD 05.00

Laboratorio di prova

RICCALAB

METODI DI PROVA:

Rilevazione, differenziazione e

conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010

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Edizione 1

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Data Revisione: 31/12/2014

Pagina 8 di 8

Se il conteggio delle colonie è >10, il limite di confidenza a un livello p di probabilità si calcola con

la seguente equazione:

C= Ci ± Kp √Ci

dove:

Ci è il numero di colonie sulla piastra e Kp è il fattore di copertura, che è solitamente 2 o 1,96.

Il valore di C è calcolato su ogni piastra e moltiplicato per il numero di diluizioni, insieme al

risultato del conteggio.

Figura 3.3 L – Metodo di Prova MP 10: “Rilevazione, differenziazione e conteggio dei microrganismi OIV-MA-

AS4-01:R2010”

numero di colonie limite di confidenza al 95% errore percentuale del limite*inferiore superiore inferiore superiore

1 <1 6 -97 4572 <1 7 -88 2613 <1 9 -79 1924 1 10 -73 1565 2 12 -68 1336 2 13 -63 1187 3 14 -60 1068 3 16 -57 979 4 17 -54 9010 5 18 -52 8411 6 20 -50 7912 6 21 -48 7513 7 22 -47 7114 8 24 -45 6815 8 25 -44 65

*rispetto al conteggio dei micro-organismi (1° colo nna)

Page 65: Jessica anzivino tesi

65

3.3.1 Accettazione dei campioni

I campioni di prova vengono accettati dalla funzione a ciò competente, con registrazioni sul

programma informatico LIMS che, tra l’altro, provvede ad attribuire ad ognuno di essi un codice

univoco di identificazione privo di qualunque riferimento specifico.

La PG 5.8 “Manipolazione degli oggetti e dei prodotti e da sottoporre a prova” (Fig. 3.3.1 A)

esplicita le fasi successive alla accettazione dei campioni.

Page 66: Jessica anzivino tesi

66

MD 02.00

Laboratorio di prova

RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Manipolazione degli oggetti e dei

prodotti da sottoporre a prova

PG 5.8

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Data Revisione: 31/12/2014

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RICCAGIOIA SCpA

PG 5.8

PROCEDURE GESTIONALI:

MANIPOLAZIONE DEGLI OGGETTI E DEI PRODOTTI

DA SOTTOPORRE A PROVA

N° copie

Responsabile Garanzia Qualità (RGQ) 01

Rappresentante della Direzione (DIRLAB) 01

Resp. del Laboratorio (RLAB) 01

Resp. Sez. Microbiologia (RSMI) 01

REV DATA EDIZIONE REDAZIONE

(RLAB)

VERIFICA

(RGQ)

APPROVAZIONE

(DIRLAB)

0 31/12/2014 1

1

2

3

4

Procedura Gestionale distribuita a:

Page 67: Jessica anzivino tesi

67

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Laboratorio di prova

RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Manipolazione degli oggetti e dei

prodotti da sottoporre a prova

PG 5.8

Edizione 1

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Data Revisione: 31/12/2014

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INDICE

1. Scopo

2. Applicabilità

3. Abbreviazioni e definizioni

4. Modalità operative

4.1.4.1.4.1.4.1. Prelievo dei campioni

4.2.4.2.4.2.4.2. Identificazione del campione e informatizzazione dei dati di prelievo

4.3.4.3.4.3.4.3. Anonimizzazione dei campioni

4.4.4.4.4.4.4.4. Analisi e archiviazione del campione, validazione dei dati grezzi

5. Responsabilità

6. Riferimenti documenti interni

Page 68: Jessica anzivino tesi

68

MD 02.00

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RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Manipolazione degli oggetti e dei

prodotti da sottoporre a prova

PG 5.8

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Data Revisione: 31/12/2014

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1. Scopo

La presente Procedura Gestionale definisce le modalità operative adottate dal laboratorio di prova

Riccalab per la gestione (identificazione, movimentazione, conservazione, ecc.) degli oggetti e dei

prodotti da sottoporre a prova.

2. Applicabilità

Le prescrizioni della presente procedura si applicano in Riccalab alla gestione di tutti gli oggetti e i

prodotti da sottoporre a prova.

3. Abbreviazioni e definizioni

Per le definizioni ed abbreviazioni si fa riferimento alla Sez. 3 del MQ, nell'edizione in vigore.

4. Modalità operative

Il diagramma di flusso riportato in All. 1 PG 5.8 “Iter di gestione degli oggetti da sottoporre a prova

e dei documenti di prova”, descrive l'iter del campione in ingresso in Riccalab, dall'accettazione

all'emissione del rapporto di prova.

A seguito sono descritte dettagliatamente le singole fasi costituenti il diagramma di flusso inerenti

la gestione degli oggetti da sottoporre a prova.

4.1 Prelievo e ricevimento dei campioni

Riccalab non effettua prelievi di campioni.

I campioni da analizzare possono essere recapitati presso Riccalab da:

• clienti esterni (aziende vitivinicole, enti convenzionali, associazioni, ecc.)

• clienti interni (altri settori di Riccagioia SCpA).

I campioni sono prelevati dal cliente in entrambe i casi, Riccalab non interviene nella fase di

campionamento e prelievo che rientra pertanto sotto la responsabilità del cliente. Il laboratorio si

riserva comunque la possibilità di rifiutare il campione o di richiedere un nuovo prelevamento

valutando il campione fornito non idoneo, per motivi di quantità e di condizioni al conferimento,

per evitare il rischio di fornire un rapporto di prova non corretto a causa delle condizioni iniziali del

Page 69: Jessica anzivino tesi

69

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Laboratorio di prova

RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Manipolazione degli oggetti e dei

prodotti da sottoporre a prova

PG 5.8

Edizione 1

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Data Revisione: 31/12/2014

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campione. Il laboratorio , attraverso l'All. 3 PG 5.8, fornisce al cliente suggerimenti per l'esecuzione

del prelievo e per la consegna dei campioni.

Tutti i campioni in entrata al Riccalab sono accettati dal responsabile della segreteria, mediante

registrazione su LIMS. Le richieste del cliente sono inserite sul programma informatico, che indica

le prove, i metodi, i prezzi rilevati da un tariffario e la presunta durata delle prove fino ad una

previsione di consegna del rapporto di prova.

Se il cliente non è in grado di specificare i tipi di prove da effettuare, RSEZ fornisce ragguagli e

informazioni per permettere al cliente di formulare con correttezza le sue richieste. Se le analisi

richieste dal cliente non rientrano fra quelle indicate nel tariffario, RSEZ in base alle proprie

competenze ne valuterà la fattibilità e interpellerà il RLAB per verificare l'opportunità di accettare

la richiesta del cliente.

Al cliente viene rilasciata copia dell'All. 4 PG 5.8 “Foglio di richiesta analisi” elaborato dal

software di laboratorio (LIMS) firmata per accettazione da parte di RSEG.

Eventuali osservazioni relative al campione in ingresso in laboratorio, quali ad esempio la

possibilità di accettare il campione con riserva per la quantità, o per il tipo di recipiente di

conferimento, ecc., sono riportate nello spazio in calce al modello All. 3 PG 5.8 e indicato con

“Osservazioni”.

Quando il cliente consegna il campione, non conforme rispetto a quanto raccomandato dal

laboratorio nell' All. 3 PG 5.8-1 “Suggerimenti per il prelievo e la consegna dei campioni”.

Se il campione consegnato al laboratorio presenta caratteristiche non conformi a quelle

abitualmente definite (bottiglie non tappate, semi riempite, a temperatura diversa da quella

ambiente, ecc.) la segreteria del laboratorio informa il cliente del fatto che il risultato può essere

alterato dalle condizioni del campione, accetta il campione e registra le criticità sull' All. 4 PG 5.8,

il cliente firma l'All. 2 PG 5.8 “Liberatoria del cliente” per sollevare il laboratorio dal rischio

collegato alle condizioni di campionamento.

4.2 Identificazione del campione e informatizzazione dei dati di prelievo

L'accettazione dei campioni in ingresso in laboratorio è effettuata da RSEG o dal suo vice,

seguendo le istruzioni riportate nel LIMS. Nel caso in cui l'accettazione tramite il LIMS non fosse

Page 70: Jessica anzivino tesi

70

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Laboratorio di prova

RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Manipolazione degli oggetti e dei

prodotti da sottoporre a prova

PG 5.8

Edizione 1

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Data Revisione: 31/12/2014

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disponibile, si utilizza l'All. 4 PG 5.8-1, compilato manualmente, per procedere ad accettare i

campioni e per mantenere il corretto numero progressivo delle accettazioni dei campioni stessi.

Anche in questo caso l'All. 4 PG 5.8-1 riporta la firma del cliente, che ne riceve una copia mentre

l'originale viene archiviato da RSEG. La numerazione del campione segue quella dell'ultimo

campione accettato con il LIMS ed è progressiva, rispettando le regole valide per la registrazione

automatica. Al ripristino della funzionalità del LIMS, le accettazioni effettuate manualmente

vengono inserite nel programma, in modo da dare continuità al flusso di campioni in ingresso in

Riccalab e dei rapporti di prova in uscita al termine delle prove.

4.3 Anonimizzazione dei campioni

RSEG provvede a rendere anonimi i campioni al momento dell'accettazione e ad assegnare a

ciascuno di essi un numero di accettazione mediante il quale il campione sarà registrato durante

tutto il suo iter all'interno del laboratorio, fino all'emissione del rapporto di prova. La maggior parte

dei campioni è conferita già in forma anonima e i campioni di vino sono individuati per tipologia,

annata e un codice numerico progressivo attribuito dal cliente prima della consegna a Riccalab.

Quando il cliente conferisce un campione etichettato per le prove, RSEG copre le etichette

lasciando in evidenza solo la tipologia del vino, l'annata, e se necessario il lotto. Tutti i campioni di

Riccalab, superata la fase dell'accettazione sono individuabili attraverso un numero progressivo,

assegnato in automatico dal LIMS e scritto direttamente sul campione. Questo è l'unico riferimento

utilizzato per seguire il campione durante tutto il suo iter in laboratorio. L'iter di richiesta seguito da

RSEG o dal sostituto designato è codificato nella I.O. 02 PG 5.8-1 “Gestione Richieste in

Riccalab”.

RLAB, RSEZ e RSEG hanno la possibilità di risalire in ogni momento, al campione analizzato; il

codice numerico identifica in maniera univoca il campione ed è riportato sul “Foglio di richiesta

analisi”, e permette di risalire anche al cliente ed al tipo di campione consegnato; RLAB ed RSEZ

hanno la possibilità di seguire l'iter di analisi del campione fino alla conclusione della sessione di

analisi, attraverso il LIMS del laboratorio. E' compito di RSEZ provvedere a tenere sotto controllo il

campione da provare in base a quanto dettagliato nell'All. 1 PG 5.8-1 “Gestione dei campioni in

Riccalab”, nel quale è evidenziato il ciclo delle prove e le priorità che vanno rispettate.

Page 71: Jessica anzivino tesi

71

MD 02.00

Laboratorio di prova

RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Manipolazione degli oggetti e dei

prodotti da sottoporre a prova

PG 5.8

Edizione 1

Rev. 0

Data Revisione: 31/12/2014

Pagina 6 di 6

4.4 Analisi e archiviazione del campione, validazione dei dati grezzi

Gli analisti di Riccalab utilizzano i fogli di lavoro per registrare i dati grezzi ottenuti dalle prove.

I campioni non immediatamente analizzati vengono conservati chiusi all'interno delle sezioni del

laboratorio. I campioni sottoposti a prova sono conservati in laboratorio per 14 giorni dalla data di

emissione del rapporto di prova. I risultati di ciascuna prova sono registrati sui fogli di lavoro e

successivamente riportati sui fogli di lavoro elettronici del LIMS.

Il programma LIMS richiede la convalida di reparto e la verifica dei risultati delle prove prima della

stampa del rapporto di prova; tali convalide sono un compito di RSEZ. Prima della firma del

rapporto di prova è compito di RLAB revisionare il rapporto di prova ed approvarlo mediante la

firma.

La stampa e la numerazione dei rapporti di prova è sequenziale e ogni rapporto di prova riporta il

riferimento al numero della richiesta di analisi ed alla numerazione del campione.

5. Responsabilità

E' responsabilità di RLAB, RSEZ e dei tecnici di laboratorio, a seconda della competenza, applicare

e far applicare il contenuto della presente Procedura Gestionale.

E' responsabilità di RSEG invece la compilazione della richiesta di analisi, l'anonimizzazione e la

conservazione iniziale dei campioni da sottoporre a prova.

6. Riferimenti documenti Interni

• Sez. 5 del MQ

• All. 1 PG 5.8-1 Iter di gestione degli oggetti da sottoporre a prova e dei documenti di prova

• All. 2 PG 5.8-1 Liberatoria del cliente

• All. 3 PG 5.8-1 Suggerimenti per il prelievo e la consegna dei campioni

• All. 4 PG 5.8-1 Foglio di richiesta analisi

• I.O. 02 PG 5.8 Gestione delle richieste in Riccalab

Figura 3.3.1 A – PG 5.8 “Manipolazione degli oggetti e dei prodotti da sottoporre a prova”

Page 72: Jessica anzivino tesi

72

MD 02.00

Laboratorio di prova

RICCALAB

PROCEDURE GESTIONALI:

Iter di gestione degli oggetti da

sottoporre a prova e dei documenti

di prova

All. 1 PG 5.8

Edizione 1

Rev. 00

Data Revisione: 31/12/2014

Pagina 1 di 1

Figura 3.3.1 B - “Iter di gestione degli oggetti da sottoporre a

prova e dei documenti di prova” All. 1 PG 5.8

INGRESSO CAMPIONI IN

LABORATORIO

PROVE : ACIDITA’ VOLATILE, ACIDITA’ TOTALE,

TITOLO ALCOLOMETRICO GLUCOSIO E FRUTTOSIO

PROVA PRESSIONE

AFROMETRICA

PROVE MICROBIOLOGICHE

ACCETTAZIONE

PREPARAZIONE CAMPIONE PER

DEGASAMENTO VINO A PRESSIONE

RIDOTTA

VERIFICA E CONVALIDA DEI DATI ANALITICI

PROVA ANIDRIDE

SOLFOROSA TOTALE

EMISSIONE DEL RAPPORTO DI

PROVA

FIRMA DEL RAPPRESENTANTE

DI PROVA

INSERIMENTO DATI NEL LIMS

Page 73: Jessica anzivino tesi

73

4. RISULTATI E DISCUSSIONE Si è proceduto alla applicazione del metodo di prova su campioni di mosto ottenuto da uva croatina

non macerata, sottoposta ad un processo di micro-vinificazione indotto dall’inoculo di un ceppo

‘starter’ di Saccharomyces cerevisiae, proveniente dalla cantina sperimentale di Riccagioia SCpA.

I campioni fanno parte di una serie di monitoraggi effettuati su questo vino, per verificare lo

sviluppo dei lieviti e seguire l’andamento della fermentazione.

L’inoculo è stato effettuato su terreno di coltura WL Nutrient agar, selettivo per l’isolamento di

lieviti grazie anche al contenuto di sostanze inibenti lo sviluppo di microrganismi diversi

(cloramfenicolo, in grado di prevenire la moltiplicazione di eventuali stipiti batterici

originariamente presenti, e difenile per una analoga azione nei confronti delle muffe).

Le diluizioni dei campioni sono state effettuate con l’impiego di acqua peptonata e si è applicata la

tecnica dell’insemenzamento superficiale (0,1 ml di campione per ciascuna piastra).

Trascorse 48 ore di incubazione a 25 °C , si è proceduto al riscontro delle colonie differenziatesi

sulle piastre oggetto di inoculo.

La tabella n. 4 A riporta il dettaglio dei risultati ottenuti.

La figura n. 4 A visualizza gli sviluppi rilevati sul substrato di crescita impiegato per la

determinazione analitica.

Figura 4 A – Visualizzazione delle colture microbiche ottenute

Page 74: Jessica anzivino tesi

74

Tabella 4 A – Sviluppi microbici riscontrati a conclusione del periodo di incubazione, in corrispondenza delle

diverse diluizioni dei campioni

diluizioni 0 -1 -2 -3 -4 -5 -6 -7

campione 1 >300 >300 >300 >300 108 <10 <10 <10

campione 2 >300 >300 >300 >300 58 <10 <10 <10

campione 3 >300 >300 >300 >300 85 <10 <10 <10

campione 4 >300 >300 >300 >300 88 <10 <10 <10

campione 5 >300 >300 >300 >300 92 <10 <10 <10

campione 6 >300 >300 >300 >300 68 <10 <10 <10

campione 7 >300 >300 >300 >300 47 <10 <10 <10

campione 8 >300 >300 >300 >300 54 <10 <10 <10

campione 9 >300 >300 >300 >300 53 <10 <10 <10

campione 10 >300 >300 >300 >300 33 <10 <10 <10

campione 11 >300 >300 >300 >300 71 <10 <10 <10

campione 12 >300 >300 >300 >300 50 <10 <10 <10

campione 13 >300 >300 >300 >300 62 <10 <10 <10

campione 14 >300 >300 >300 >300 103 <10 <10 <10

campione 15 >300 >300 >300 >300 75 <10 <10 <10

campione 16 >300 >300 >300 >300 81 <10 <10 <10

campione 17 >300 >300 >300 >300 91 <10 <10 <10

campione 18 >300 >300 >300 >300 58 <10 <10 <10

campione 19 >300 >300 >300 >300 77 <10 <10 <10

campione 20 >300 >300 >300 >300 42 <10 <10 <10

campione 21 >300 >300 >300 >300 94 <10 <10 <10

campione 22 >300 >300 >300 >300 39 <10 <10 <10

campione 23 >300 >300 >300 >300 86 <10 <10 <10

campione 24 >300 >300 >300 >300 53 <10 <10 <10

campione 25 >300 >300 >300 >300 69 <10 <10 <10

Page 75: Jessica anzivino tesi

75

Adottando il criterio normalmente in uso in ambito microbiologico, ai fini di un corretto conteggio

si tiene conto delle piastre con un numero di colonie differenziate compreso tra 10 e 300 e, nella

fattispecie, la conta è stata possibile solo per la diluizione 10-4.

Allo scopo di verificare la sterilità dell’ambiente di lavoro (cappa a flusso laminare), è stata

utilizzata come controllo una piastra allestita con il medesimo terreno colturale impiegato per le

prove, ovviamente privo degli inibenti in precedenza richiamati.

Si è avuta cura di controllare, prima di procedere ai conteggi sulle piastre inoculate, la assoluta

assenza di crescita microbica su tale piastra di controllo.

Con questi dati è stato calcolato il numero N di microrganismi presenti nei campioni testati

attraverso la seguente equazione tratta dal metodo:

N = ∑C/V x 1,1 x d

dove:

∑C è la somma delle colonie contate sulle due piastre ottenute da due successive diluizioni

decimali, almeno una delle quali contiene un minimo di 10 colonie.

V è il volume in millilitri dell'inoculo immesso in ciascuna piastra .

d è la diluizione corrispondente alla prima diluizione [d=1 se si tiene il prodotto liquido non diluito

(campione di test)].

I risultati sono riportati nella tabella 4 B.

Page 76: Jessica anzivino tesi

76

diluizioni -4 N=∑C/V x 1,1 x d

campione 1 108 9.8x10-6

campione 2 58 5.2x10-6

campione 3 85 7.7x10-6

campione 4 88 8x10-6

campione 5 92 8.3x10-6

campione 6 68 6.1x10-6

campione 7 47 4.2x10-6

campione 8 54 4.9x10-6

campione 9 53 4.8x10-6

campione 10 33 3x10-6

campione 11 71 6.4x10-6

campione 12 50 4.5x10-6

campione 13 62 5.6x10-6

campione 14 103 9.3x10-6

campione 15 75 6.8x10-6

campione 16 81 7.3x10-6

campione 17 91 8.2x10-6

campione 18 58 5.2x10-6

campione 19 77 7x10-6

campione 20 42 3.8x10-6

campione 21 94 8.5x10-6

campione 22 39 3.5x10-6

campione 23 86 7.8x10-6

campione 24 53 4.8x10-6

campione 25 69 6.2x10-6

Tabella 4 B – Risultati ottenuti dal calcolo della

formula

Page 77: Jessica anzivino tesi

77

Periodicamente un campione è inoculato in doppio e viene calcolato il Kp sperimentale, con la

seguente formula:

Kp= |C1 – C2| / √C1 + C2

dove:

C1 e C2 sono il risultato dei due conteggi.

Requisito per la accettabilità è un dei risultati è un Kp<1,96;

nel caso specifico il valore è di 1,89.

Figura 4 B – Visualizzazione delle piastre inoculate in doppio

nella diluizione 10-4

Tabella 4 C – Valori ottenuti dalle piastre inoculate in doppio

diluizioni 0 -1 -2 -3 -4 -5 -6

campione 1 >300 >300 >300 >300 92 <10 <10

campione 2 >300 >300 >300 >300 68 <10 <10

Page 78: Jessica anzivino tesi

78

Il calcolo della incertezza di misura come indicato nel metodo è stato condotto con la seguente

equazione:

C= Ci ± Kp √Ci dove:

Ci è il numero di colonie sulla piastra e Kp è il fattore di copertura, che è solitamente 2 o 1,96.

Il valore di C è calcolato su ogni piastra e moltiplicato per il numero di diluizioni, insieme al

risultato del conteggio. Nella tabella n. 4 D sono riportati i risultati ottenuti sui campioni analizzati.

diluizioni -4 C= Ci ± Kp √Ci

campione 1 108 108±20.36

campione 2 58 56±14.89

campione 3 85 85±18.05

campione 4 88 88±18.22

campione 5 92 92±18.79

campione 6 68 68±16.15

campione 7 47 47±13.42

campione 8 54 54±14.38

campione 9 53 53±14.26

campione 10 33 33±11.25

campione 11 71 71±16.50

campione 12 50 50±13.85

campione 13 62 62±15.42

campione 14 103 103±19.87

campione 15 75 75±16.97

campione 16 81 81±17.64

campione 17 91 91±18.67

campione 18 58 58±14.91

campione 19 77 77±17.18

campione 20 42 42±12.70

campione 21 94 94±18.99

campione 22 39 39±12.23

campione 23 86 86±18.16

campione 24 53 53±14.26

campione 25 69 69±16.26

Tabella 4 D – Risultati dei campioni analizzati

Page 79: Jessica anzivino tesi

79

5. CONCLUSIONI

L’iter del campione in laboratorio si conclude con l’emissione del rapporto di prova, che risponde ai

requisiti espressi dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2), recepiti dal capitolo 5.10 del

Manuale della Qualità di Riccagioia SCpA.

Il rapporto di prova riporta tutte le informazioni relative al campione che viene identificato in

maniera univoca al momento dell’accettazione e conserva quel numero durante tutto l’iter

all’interno del laboratorio per permettere di tracciare anche le registrazioni collegate alle prove

effettuate.

Riccalab per politica del laboratorio e per esplicita richiesta del cliente, non esprime sul rapporto di

prova la stima dell’incertezza collegata al risultato della prova. Tuttavia Riccalab dispone delle

registrazioni relative a tale stima e le conserva per qualunque successiva esigenza.

Per quanto attiene la prova MP 10 “Rilevazione, differenziazione e conteggio dei microrganismi

OIV-MA-AS4-01:R2010”, oggetto della tesi, la stima dell’incertezza è stata calcolata utilizzando le

indicazioni del metodo e sono state effettuate le verifiche atte a dimostrare che il valore di

incertezza stimato fosse entro l’intervallo indicato.

A questo proposito si è proceduto al calcolo di Kp effettuando due prove su tutte le diluizioni del

campione a partire dal valore 0 fino al valore di diluizione 10-6.

Sul rapporto di prova sono altresì state riportate tutte le annotazioni previste dal Manuale della

Qualità, in conformità con i requisiti della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 (2), riferite ai

tempi di conservazione del campione in laboratorio e alle autorizzazioni alla riproduzione del

documento. La stesura del rapporto di prova completa quindi l’iter di creazione di una nuova

sezione, la microbiologia, che da questo momento potrebbe richiedere l’accreditamento per la prova

MP 10 “Rilevazione, differenziazione e conteggio dei microrganismi OIV-MA-AS4-01:R2010”.

In allegato un esempio di rapporto di prova emesso:

Page 80: Jessica anzivino tesi

80

Figura 5 A – Esempio di Rapporto di prova

Page 81: Jessica anzivino tesi

81

6. BIBLIOGRAFIA

(1) UNI EN ISO 9001:2008 “Sistemi di Gestione per la Qualità - Requisiti”

(2) UNI CEI EN ISO /IEC 17025:2005 “Requisiti generali per la competenza dei

laboratori di prova e di taratura”

(3) Regolamento Tecnico di Accredia “RT-08”

(4) UNI ENV ISO 13843:2003 “Qualità dell’acqua. Guida per la validazione di metodi

microbiologici”

(5) ISO 29201:2012 “Water quality. The variability of test results and the uncertainty

of measurement of microbiological enumeration methods”

(6) Compendium of International Methods of wine and most analysis, Edizione 2014

(7) Risoluzione OIV/ENO 206/2010

(8) www.accredia.it