- 1. CIRCEDSA/SUNISPRAARPALAZIOISPRAIstituto Superiore per la
Protezionee la Ricerca AmbientaleIndagini finalizzate ad accertare
la natura la composizionee i livelli di inquinamento ambientale
nellatmosfera enella falda acquifera nellarea industriale di
Malagrotta-Valle Galeria (Roma). Studio dellimpatto della discarica
di Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e sotterranee
mediante luso di metodologie isotopiche: Risultatipreliminari
Progetto Pilota Giugno 2010
2. CIRCE-DSA/SUN---ISPRA---ARPA LAZIOStudio dellimpatto della
discarica di Malagrotta(Roma) sulle acque superficiali e
sotterranee mediante luso di metodologie isotopiche:Risultati
preliminari Progetto Pilota Giugno 2010 3. Studio dellimpatto della
discarica di Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e
sotterranee mediante luso di metodologie isotopiche: Risultati
preliminariPROGETTO PILOTATITOLO: STUDIO DELLIMPATTO DELLA
DISCARICA DI MALAGROTTA (ROMA) SULLEACQUE SOTTERRANEE E
SUPERFICIALI MEDIANTE LUSO DI METODOLOGIEISOTOPICHEPARTNERS: -
CENTER FOR ISOTOPIC RESEARCH ON THECULTURAL AND
ENVIRONMENTALHERITAGE, DIP. DI SCIENZE AMBIENTALI - SECONDA UNIV.
STUDI DI NAPOLI(CIRCE-DSA/SUN) -ISTITUTO SUPERIORE PER LA
PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE (ISPRA) -AGENZIA REGIONALE PER
LA PROTEZIONE DELLAMBIENTE DEL LAZIO (ARPALAZIO)PERSONALE
CIRCE-DSA/SUN: LUISA STELLATO, ANTONIO DONOFRIO, CARMINE
LUBRITTOPERSONALE ISPRA: MARIA BELLI, ALESSANDRA PATI, STEFANIA
GAUDINO, ROBERTO CARACCIOLOPERSONALE ARPA LAZIO:FABIO ERMOLLI,
OTTAVIA M. SAMMARTINOMISURE IN CAMPO REALIZZATE DA: ALESSANDRA PATI
(ISPRA), STEFANIA GAUDINO (ISPRA), LUISA STELLATO (CIRCE-DSA/SUN),
OTTAVIA SAMMARTINO (ARPA LAZIO)ANALISI CHIMICHE REALIZZATE
DA:ALESSANDRA PATI (ISPRA)ANALISI ISOTOPICHE REALIZZATE DA:LUISA
STELLATO (CIRCE-DSA/SUN)RAPPORTO PREDISPOSTO DA: LUISA STELLATO
(CIRCE-DSA/SUN) 2 4. Studio dellimpatto della discarica di
Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e sotterranee mediante
luso di metodologie isotopiche: Risultati preliminari CONTENUTI1.
Introduzione...P. 42. La produzione del percolato......... 53.
Metodologia 73.1. Gli isotopi stabili: definizioni...73.1.1.
frazionamento istopico.93.1.2. 18O e D in acqua103.2. La
caratterizzazione isotopica del percolato..114. Obiettivo del
progetto pilota.135. Piano di campionamento e analisi136. Risultati
e discussione...157. Sintesi dei risultati del monitoraggio
effettuato da ARPA Lazio. 208. Conclusioni. 22Bibliografia 23 3 5.
Studio dellimpatto della discarica di Malagrotta (Roma) sulle acque
superficiali e sotterranee medianteluso di metodologie isotopiche:
Risultati preliminariRAPPORTO: RISULTATI PRELIMINARI 1.
IntroduzioneLa prevenzione dellinquinamento delle acque sotterranee
uno degli obiettivi primari dei codici diprotezione ambientale
riguardanti lesercizio delle attivit di discariche di rifiuti
solidi (cfr. D.Lgs.152/06). La caratterizzazione idrogeochimica e
idrogeologica delle risorse idriche risulta essere difondamentale
importanza per la valutazione dellimpatto di una discarica
municipale sulle acquesotterranee e superficiali. Tuttavia, le
discariche municipali spesso sono collocate in aree industrialiin
cui esistono altre fonti di contaminazione, quali
termovalorizzatori, raffinerie con il propriocorredo di tubature
interrate per il trasporto di oli e gas naturali, industrie
chimiche, strade ascorrimento veloce, impianti di stoccaggio di
rifiuti pericolosi, attivit estrattive, come accadepresso il sito
industriale di Malagrotta (Roma). La presenza di molteplici
sorgenti di contaminanti,di solito utilizzati per identificare
perdite di percolato verso le acque sotterranee, quali ad
esempiometalli pesanti, cloruri, idrocarburi, pu rendere difficile
linterpretazione dei dati chimici dai pozzidi monitoraggio intorno
alla discarica. In questo caso il ricorso a metodologie isotopiche
pu esseredi grande aiuto nellidentificazione della contaminazione
da percolato proveniente dalla discarica.Negli ultimi anni diversi
studi hanno dimostrato lefficacia dellanalisi degli isotopi
naturali deimaggiori costituenti dei gas di discarica (CO2 e CH4) e
del percolato (acqua e carbonio inorganicodisciolto) nella
individuazione della contaminazione dovuta alla discarica nelle
diverse matriciambientali (Liu et al., 1992; Rank et al., 1995;
Hackley et al., 1996). Infatti, gas e lisciviato dadiscarica hanno
di solito una caratteristica marcatura isotopica rispetto
allambiente circostante.In questo contesto generale, dalla
collaborazione del CIRCE-DSA/SUN con ISPRA e ARPA Lazio nato un
progetto pilota avente come obiettivo principale la valutazione
dellapplicabilit delletecniche isotopiche allidentificazione di
uneventuale contaminazione dei corpi idrici superficiali
esotterranei da parte del percolato di discarica. Nel presente
rapporto sono presentati i risultati delmonitoraggio chimico ed
isotopico preliminare delle acque superficiali e sotterranee, nonch
delpercolato raccolto nelle cisterne presenti allinterno
dellimpianto, nellarea della discarica diMalagrotta (RM).2. La
produzione del percolatoLa produzione di percolato allinterno di
una discarica per lo stoccaggio di RSU avviene in seguitoa fenomeni
di infiltrazione e lisciviazione che interessano la massa dei
rifiuti e dipendeprincipalmente dal clima dellarea in cui collocata
la discarica (climi pi secchi determinano unaminore produzione di
percolato), ma anche dalla topografia che influenza lo
scorrimentosuperficiale delle acque di precipitazione, la copertura
della discarica (pi o meno permeabileallinfiltrazione), la
vegetazione, la tipologia di rifiuto (pi o meno umido). La qualit
(es.composizione chimica) e la quantit del percolato prodotto
dipende inoltre dalle comunitmicrobiche che si susseguono nella
biodegradazione (biostabilizzazione) dei rifiuti. Lacolonizzazione
del substrato organico da parte di batteri, attinomiceti e funghi
dipende dallecondizioni ambientali presenti nella discarica al
momento dellinoculo ad in particolare influenzata dal tasso di
umidit, dalle condizioni ossidoriduttive, dalla temperatura, dallo
statonutrizionale, dal pH, dal volume del substrato. In generale,
dal momento in cui vengono depositati irifiuti nel sito di
stoccaggio si osservano quattro fasi principali nella
decomposizione dei rifiuti daparte dei microrganismi presenti
(Figura 1) (Senior and Balba, 1990). La prima fase, che dura
soloqualche settimana, aerobica in cui il substrato, costituito
prevalentemente da cellulosa, lignina,polisaccaridi, grassi e
proteine, viene degradato in molecole pi semplici ed infine
convertito in4 6. Studio dellimpatto della discarica di Malagrotta
(Roma) sulle acque superficiali e sotterranee medianteluso di
metodologie isotopiche: Risultati preliminaribiossido di carbonio,
acqua, nitrati e solfati con sviluppo di calore (la temperatura
generalmenteintorno ai 60-70C). Il percolato, in quantit minima,
che si forma in questa fase leggermenteacido per la presenza di CO2
disciolta e ha un elevato contenuto di sostanza organica
parzialmentedegradata. Segue poi la fase anaerobica non metanigena
o acetogenica, in cui il processo didegradazione della sostanza
organica viene continuato da batteri anaerobi facoltativi prima
eobbligati poi che utilizzano composti inorganici ossidati (es.
nitrati e solfati) come accettori finali dielettroni e i prodotti
di reazione sono principalmente acidi organici volatili (es.
acetico, propionico,butirrico) che insieme alla CO2 disciolta
accentuano il carattere acido del percolato prodotto (pHcompreso
tra 5.5 e 6.5) incrementando la solubilit di molti composti. Le
prime due fasi siconcludono entro 5-7 mesi. Successivamente
allinterno del sistema semi-chiuso e anossico delladiscarica si
creano le condizioni ideali per lo sviluppo delle comunit
batteriche metanigene cheossidano la sostanza organica
(principalmente acidi organici volatili) attraverso due vie
metabolicheprincipali: 1) la fermentazione dellacetato e 2) la
riduzione della CO2. Di seguito sono riportate lereazioni
complessive: 1) CH3COOH CH4 + CO2 2) CO2 + 4H2 CH4 + 2H2OCi sono
diversi studi che dimostrano che la via metabolica della
fermentazione dellacetato prevalerispetto alla riduzione di CO2 per
la produzione di metano (Hackley et al., 1999). Il
consumoprevalente di acidi organici diminuisce la concentrazione di
sostanza organica nel percolato e faaumentare il pH verso la
neutralit, causando di conseguenza una riduzione dei composti
inorganicidisciolti che tendono a precipitare. Ad una prima fase in
cui si osserva una fermentazionemetanigena cosiddetta instabile,
che ha la durata variabile da tre mesi ad un anno, segue una
fasemetanogenica stabile in cui si raggiungono condizioni di
equilibrio nella produzione di metano ebiossido di carbonio. Figura
1. Produzione di gas in ambiente di discarica in relazione alle
quattro fasi di decomposizione dellasostanza organica (modificato
da ATSDR, 2001).La composizione del percolato quindi dipende dalle
caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti, letdella discarica e
quindi il grado di stabilizzazione della sostanza organica e il
bilancio idrico5 7. Studio dellimpatto della discarica di
Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e sotterranee
medianteluso di metodologie isotopiche: Risultati
preliminariallinterno della discarica. I maggiori costituenti del
percolato sono cloruri, sodio, alcalinit(espressa come ppm di
CaCO3) e ammonio che insieme costituiscono circa il 90% dei
solididisciolti totali (Statom, 2004). In Tabella 1 sono riportati
gli intervalli di variazione dei principaliparametri
caratterizzanti il percolato nella fase acetogenica e
metanigena.Tabella 1. Intervalli di variazione dei principali
costituenti del percolato nella fase acetogenica emetanigena. Si
riportano gli intervalli di variazione di parametri che non
mostrano differenze significative trale due fasi (Ehrig, 1989; CAE,
2000; Kjeldsen et al., 2002). 6 8. Studio dellimpatto della
discarica di Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e
sotterranee medianteluso di metodologie isotopiche: Risultati
preliminariUna trattazione pi approfondita dellargomento va al di l
dello scopo del presente documento epertanto si rimandano gli
interessati a specifici lavori (Andreottola et al., 1989; Ehrig,
1989 tra glialtri). 3. Metodologia7 9. Studio dellimpatto della
discarica di Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e
sotterranee medianteluso di metodologie isotopiche: Risultati
preliminari In questa sezione saranno forniti i concetti basilari
della geochimica isotopica funzionali alladescrizione
dellapplicazione specifica delle metodologie isotopiche allo studio
dellacontaminazione dei corpi idrici da parte del percolato.3.1.Gli
isotopi stabili: definizioniGli isotopi sono atomi dello stesso
elemento (stesso numero atomico, Z = protoni) ma condiverso numero
di massa (A = numero di neutroni + protoni). In natura esistono
isotopi stabili einstabili, o radioattivi, la cui concentrazione
tende a decadere nel tempo. In questo studio ci siriferisce
esclusivamente agli isotopi stabili. Essi sono stabili perch i loro
nuclei non subisconodecadimento radioattivo. Idrogeno, carbonio,
azoto, ossigeno e zolfo (Z20) sono elementinaturali importanti
coinvolti nei cicli biogeochimici e i loro isotopi (Tabella 2)
possono essereutilizzati per tracciare i cicli di acqua, carbonio e
nutrienti. Una trattazione approfondita dellasistematica isotopica
e delle diverse applicazioni va al di l dello scopo del presente
rapporto e puessere trovata in libri di testo dedicati (Clark and
Fritz, 1997; Kendall and McDonnell, 1998; Criss,1999; Cook and
Herczeg, 2000). Tabella 2. Rapporti isotopici, numero atomico e
abbondanze naturali degli elementi coinvolti nei ciclibiogeochimici
(adattata da Clark e Fritz, 1997). Le abbondanze isotopiche dei
composti sono riportate secondo la notazione delta ( ): () = [( RSA
/ RSTD) -1] 1000 dove R il rapporto isotopico del composto
(rapporto tra lisotopo raro rispetto al piabbondante) e gli indici
SA e STD si riferiscono al campione e a uno standard di
riferimentoriconosciuto a livello internazionale (Tabella 3). La
notazione delta stata adottata in quanto levariazioni isotopiche
generalmente sono di piccola entit e possono essere misurate grazie
allarisoluzione della spettrometria di massa per rapporto isotopico
(IRMS). Ad esempio, un valore di18O di +10 indica che il campione
ha il 10 in pi di 18O (isotopo pi raro che solitamente anche quello
pi pesante) rispetto al materiale di riferimento; viceversa, se il
campione ha un18O pari a -10 vuol dire che ha il 10 in meno di 18O
rispetto allo standard di riferimentointernazionale. In Tabella 3
sono riportata i materiali di riferimento internazionali per gli
isotopidegli elementi leggeri interessati dai cicli
biogeochimici.Tabella 3. Rapporti isotopici misurati e relativi
rapporti di abbondanza dei materiali di riferimentointernazionali
(adattata da Clark e Fritz, 1997). 8 10. Studio dellimpatto della
discarica di Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e
sotterranee medianteluso di metodologie isotopiche: Risultati
preliminari 3.1.1. Frazionamento isotopico Masse atomiche
differenti possono influenzare il comportamento del composto
(isotopomero)durante le reazioni chimiche o cambiamenti di fase
provocando una variazione nella composizioneisotopica dei prodotti
e dei reagenti; questo processo, noto come frazionamento isotopico,
puessere causato, ad esempio, dalle diverse energie di legame degli
isotopi nei diversi composti(Mook, 2001). Le molecole
isotopicamente pi leggere reagiscono pi velocemente di
molecolepesanti perch la loro differenza di massa si accompagna a
pi alte frequenze vibrazionali (Mook,2001). In altre parole,
isotopi dello stesso elemento prendono parte alle stesse reazioni
chimiche, mapoich gli atomi dei vari isotopi hanno diverse
dimensioni e differenti pesi atomici reagiscono avelocit diverse. I
processi fisici, quali ad esempio levaporazione, discriminano gli
isotopi pesanti,come pure le reazioni mediate da enzimi
generalmente lasciano il substrato arricchito nellisotopopi pesante
mentre i prodotti di reazione in genere sono pi depleti nellisotopo
pi pesante. Lambiente biogeochimico unico che si trova alinterno di
una discarica d origine ad un estremofrazionamento in alcune
reazioni metaboliche mediate da batteri, come la metanogenesi.
Ilpassaggio che di solito causa il maggiore frazionamento quello
che influenza maggiormente lavelocit di reazione, ed quello pi
lento di una serie di reazioni (Criss, 1999). Il presente studio ha
lo scopo di misurare le differenze che i processi di
frazionamentoimpartiscono alla composizione isotopica del percolato
ed usare tali differenze per identificare lapresenza di percolato
nelle risorse idriche sotterranee e/o superficiali. 3.1.2. 18O e D
in acqua Gli isotopi dellossigeno e dellidrogeno nelle
precipitazioni generalmente sono correlatisecondo una relazione
caratteristica dipendente dalla latitudine e dalle condizioni
climatiche (Craig,1961). Tale relazione lineare, definita Global
Meteoric Water Line (MWL) rappresentata dallaseguente equazione: D
= 8 18O + 10 Gli isotopi di ossigeno e idrogeno non sono reattivi
negli acquiferi superficiali, e normalmente ivalori di 18O e D sono
conservati quando lacqua di precipitazione entra nel sistema di
flussosotterraneo. La natura conservativa del 18O e del D consente
il loro uso come traccianti ambientalidel ciclo dellacqua o negli
studi di miscelamento di due riserve dacqua aventi firme
isotopichedifferenti (Fritz et al., 1976). Tuttavia, esistono
processi biogeochimici e fisici in grado di cambiare la
composizione isotopicadellacqua causando delle deviazioni dalla
MWL. In Figura 2 rappresentata la MWL e gli effetticausati da
diversi processi chimico-fisici quali: levaporazione, lidratazione
dei silicati, le reazionidi scambio della CO2 e dellH2S e la
metanogenesi, che risulta essere il processo principale
causadellalterazione isotopica dellacqua in ambiente di discarica.9
11. Studio dellimpatto della discarica di Malagrotta (Roma) sulle
acque superficiali e sotterranee medianteluso di metodologie
isotopiche: Risultati preliminari Figura 2. Deviazioni dalla
Meteoric Water Line (MWL) causate da diversi processi biogeochimici
e fisici (adattato da Hackley et al., 1996). 3.2.Caratterizzazione
isotopica del percolatoLapplicazione delle tecniche isotopiche per
la caratterizzazione del percolato relativamenterecente e la
maggior parte delle ricerche si ha a partire dagli anni 90 (Fritz
et al. 1994; Dorr et al.1995; Hackley et al. 1996; Grossman et al.
2002). Sebbene diversi siano gli studi e i relativi
isotopiinvestigati (vedi Tabella 4), in questa sezione ci si
riferisce esclusivamente agli isotopi coinvolti nelprocesso di
metanogenesi, in quanto utili a tracciare eventuali contaminazioni
dei corpi idrici daparte del percolato.Il processo di metanogenesi
mediato da batteri allinterno di discariche municipali di rifiuti
solidi stato dimostrato essere la causa dellarricchimento del
rapporto degli isotopi stabili del carbonioinorganico disciolto
(13C-DIC) (Coleman et al., 1993; Grossman et al., 2002) e
dellidrogenodellacqua (D-H2O) presenti nel percolato (North et al.,
2006), mentre sembra che non abbia unruolo nel frazionamento degli
isotopi dellossigeno.Durante lossidazione della sostanza organica
in ambiente anossico i batteri metanigeni possonoseguire due vie
metaboliche (cfr. par. 2). Nel caso della riduzione della CO2, i
microrganismiutilizzeranno di preferenza la molecola pi leggera di
biossido di carbonio (12CO2) per produrreCH4 arricchito
preferenzialmente nellisotopo pi leggero del carbonio (12C),
lasciando la CO2rimanente arricchita nellisotopo pi pesante (13C).
Nel caso della fermentazione dellacetato, iprodotti di reazione
saranno CH4 e CO2, e laddove il metano sar isotopicamente depleto
in 13C, laCO2 associata sar isotopicamente arricchita in 13C.
Quindi in un ambiente semi-chiuso quale quelloallinterno di una
discarica, il 13C della CO2 fortemente influenzato dal processo
dimetanogenesi. Di conseguenza, il carbonio inorganico disciolto
(DIC) nel lisciviato sar influenzatoda tale processo e ne risulter
arricchito nellisotopo pi pesante (Whiticar et al. 1986; Hackley
etal. 1996; Hackley et al. 1999). Tabella 4. Composizione isotopica
di diversi componenti del percolato e dei gas di discarica. 10 12.
Studio dellimpatto della discarica di Malagrotta (Roma) sulle acque
superficiali e sotterranee medianteluso di metodologie isotopiche:
Risultati preliminariAnalogamente, quando si forma CH4 dalla
fermentazione dellacetato, lidrogeno viene per dallacetato e per
dallacqua presente nel percolato, mentre nella riduzione della CO2
lidrogenosi ipotizza venga tutto dallacqua del percolato, per cui
lacqua di lisciviazione significativamentepi arricchita negli
isotopi pi pesanti (D). Tale arricchimento pu essere un mezzo molto
efficacenello studio del trasporto del percolato dalla discarica
allinterno della falda e poi nei corsi dacquasuperficiali,
adiacenti e drenanti larea in esame. Inoltre, essendo la discarica
un ambiente semi-chiuso dove linfiltrazione e la circolazione
dellacqua sono molto limitati i valori del deuterio nelpercolato
tendono ad arricchirsi nel tempo, col procedere della metanogenesi.
4. Obiettivo del progetto pilota Il progetto ha come obiettivo
principale la dimostrazione dellapplicabilit delle misure di D-H2O
per lidentificazione e la caratterizzazione di una eventuale
contaminazione della faldaacquifera e dei corpi idrici superficiali
causata dallattivit della discarica di Malagrotta (RM).5. Piano di
campionamento e analisiDopo una fase preliminare di studio di
documenti (rapporti ambientali non pubblicati sullarea diMalagrotta
svolti da diversi soggetti, quali lUniversit Sapienza di Roma, la
societ R.S.P. per 11 13. Studio dellimpatto della discarica di
Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e sotterranee
medianteluso di metodologie isotopiche: Risultati preliminariconto
della E. Giovi s.r.l. che gestisce limpianto; tesi di laurea),
carte tematiche (idrogeologica,realizzata dalla Provincia di Roma)
e dati chimico-fisici preesistenti (principalmente fornitidallARPA
Lazio) allo scopo di scegliere la migliore strategia da adottare
per la realizzazione delcampionamento preliminare, si proceduto
allindividuazione dei punti di prelievo principalmentein base ai
dati idrogeologici (deflusso della falda superficiale) e
chimico-fisici (conducibilitelettrica, concentrazione di alcune
specie presenti in alte concentrazioni quali Fe, Mn, Cl, etc.). Il
piano di campionamento ha previsto la raccolta di campioni di acqua
sotterranea e superficiale,nonch di percolato dalle cisterne di
raccolta allinterno della discarica. Sono state effettuate due
tornate di campionamento, il 22/2/2010 e il 17/03/2010, durante le
qualisono stati campionati: - 1 campione di acqua di falda a monte
della discarica tenendo conto del deflusso della faldasuperficiale
(NP5), considerato come campione indisturbato; - 3 coppie di
piezometri ubicati internamente (serie V) ed esternamente (serie Z)
al polderdella discarica (barriera di argilla bentonitica isolante
larea della discarica dallambientecircostante e attestato sulle
argille del basamento) allo scopo di confrontarne i valori(coppie
V1/Z1, V2/Z2, V3/Z3); - 2 campioni di percolato (P6 e P8) raccolto
in cisterne drenanti le aree in cui sono localizzatii piezometri
campionati; P8 drena larea relativa al piezometro V3 e P6 drena
larearelativa al piezometro V2; - 3 campioni di acque superficiali,
di cui 2 prelevati nel Rio Galeria che scorre in direzionenord-sud
drenando la falda superficiale, che in sinistra idrografica
defluisce in direzioneNE-SO verso il Rio Galeria (B1 e B2,
rispettivamente a monte e a valle della discaricanel senso di
deflusso del Rio) e 1 nel Fosso Santa Maria Nuova (B5) che
defluisce lungoil margine orientale del polder per poi unirsi al
fosso Galeria a valle della discarica e delpunto di osservazione
B2. I punti di prelievo sono riportati in Figura 3 indicati da
frecce di diverso colore. 12 14. Studio dellimpatto della discarica
di Malagrotta (Roma) sulle acque superficiali e sotterranee
medianteluso di metodologie isotopiche: Risultati preliminariNP5
V3/Z3V2/Z2B1 P8 P6 V1/Z1B5B2Figura 3. Ubicazione dei punti di
prelievo. In blu sono indicati i punti di prelievo delle acque
superficiali, inrosso i punti di prelievo dellacqua di falda e in
verde i punti di prelievo del percolato. I campioni dacqua e
percolato sono stati analizzati per determinare la concentrazione
degli ionimaggiori, il D e il 18O. I campioni di acqua di falda
sono stati prelevati dopo uno spurgo di circadue ore mediante pompe
sommerse con cui sono equipaggiati i piezometri. Ad ogni punto
diprelievo sono stati determinati pH, temperatura e conducibilit
elettrica con sonda multiparametricae alcalinit mediante kit
titrimetrico fatta eccezione per il percolato, che stato poi
analizzato inlaboratorio. Lacqua dai corpi idrici superficiali
stata campionata mediante secchio dalla sponda oda un ponte. I
campioni prelevati, etichettati e refrigerati a +4C sono stati
portati in laboratorio per lesuccessive analisi. Per la
determinazione degli ioni maggiori lacqua stata prelevata in
bottiglie dipolietilene ad alta densit (HDPE) acidificando in campo
a pH