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Dicembre 2013 Per ognuno dei 15 paesi descritti nelle pagine seguenti, MF International ha condotto un’indagine per capire quali sono le reali prospettive di sviluppo in termini macro, gli affari, gli appalti che verranno decisi nel prossimi due, tre anni e quanto conta la presenza degli italiani Come e dove investire 55 INSIDE Africa INTERNATIONAL AFRICAI TALIA CONTESTO POLITICO Nel box si fa riferimento alla situazione aggiornata al momento di andare in stampa, quindi al 22 novembre scorso, sulla base di notizie di agenzia e di aggiornamenti diretti, attraverso fonti locali GLI INDICATORI ECONOMICI I dati, in particolare quelli della crescita reale del Pil, sono di diverse fonti, per lo più Fondo Monetario Internazionale e Intelligence Unit di The Economist, nel format proposto da Sace sulla mappa del Country Risk. Il livello dei cambi si riferisce a un dato medio. MF International ringrazia l’Ufficio studi di Sace per il contributo e le avvertenze nella scelta di questi dati. LA GEOGRAFIA Nella mappa sono evidenziata le città principali oltre alla capitale e le grandi vie di comunicazione. I dati sulla popolazione delle capitali sono quelli riferiti da Wikipedia, mentre i cambi delle monete sono calcolati al 22 novembre scorso. I simboli nelle tabelle a fianco si riferiscono a quattro range: Pil nominale in miliardi di dollari: da 0-50 ($), 50-100 ($$), 100-200 ($$$) e oltre 200 ($$$$) Pil pro capite, in dollari: 0-1.000 ($), 1.000-2.000 ($$), 2.000-5.000 ($$$), oltre 5.000 ($$$$) ACCORDI E CONVENZIONI La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle speci di fauna e flora minacciate di estinzione (Cites) è stata adottata nel 1963 e vi aderiscono 179 paesi. Il suo scopo è garantire che il commercio internazionale di esemplari di animali e piante selvatiche non minacci la loro sopravvivenza. La Convenzione di New York è un trattato internazionale multilaterale in funzione dal 1959 per favorire il riconoscimento delle sentenze arbitrali pronunciate nell’ambito degli Stati firmatari, attualmente 149. La procedura rende più facile e veloce l’esecuzione dei lodi arbitrali tra Paesi diversi, riducendo in questo modo il rischio di rigetto dell’istanza di esecuzione del lodo stesso. I MACRO-DATI Nel grafico è evidenziata la quota sulla popolazione totale dell’Africa, che secondo i dati della World Bank era di 1.084, 3 milioni alla fine del 2012. Il Pil nominale in dollari stimato dal FMI per il 2013 in Nord Africa è di 502 miliardi di dollari, per l’Africa sub- sahariana è 1.315 miliardi. Il grafico a torta evidenzia la quota di ciascun paese rispetto al totale della propria area GLI INDICATORI DI RISCHIO L’Ocse registra il grado di rischiosità su una scala da 0 a 7, ove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo. A ciascuna categoria, ad eccezione della categoria 0, corrisponde un premio minimo a copertura del rischio sovrano a medio e lungo termine. Per le altre istituzioni la scala è quella internazionale del rischio sovrano Per informazioni dettagliate sul framework legale e di consulenza nei paesi considerati si può contattare DLA Piper - Milano Tel. +39 02 80 618 50 - Il responsabile del desk Africa è Federico Sutti
15

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Sep 03, 2020

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Dicembre 2013

Per ognuno dei 15 paesi descritti nelle pagine seguenti, MF International ha condotto un’indagine per capire quali sono le reali prospettive di sviluppo in termini macro, gli affari, gli appalti che verranno decisi nel prossimi due, tre anni e quanto conta la presenza degli italiani

Come e dove investire

55

INSIDEAfrica INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

CONTESTO POLITICONel box si fa riferimento alla situazione aggiornata al momento di andare in stampa, quindi al 22 novembre scorso, sulla base di notizie di agenzia e di aggiornamenti diretti, attraverso fonti locali

GLI INDICATORI ECONOMICII dati, in particolare quelli della crescita reale del Pil, sono di diverse fonti, per lo più Fondo Monetario Internazionale e Intelligence Unit di The Economist, nel format proposto da Sace sulla mappa del Country Risk. Il livello dei cambi si riferisce a un dato medio.

MF International ringrazia l’Ufficio studi di Sace per il contributo e le avvertenze nella scelta di questi dati.

LA GEOGRAFIA Nella mappa sono evidenziata le città principali oltre alla capitale e le grandi vie di comunicazione. I dati sulla popolazione delle capitali sono quelli riferiti da Wikipedia, mentre i cambi delle monete sono calcolati al 22 novembre scorso.

I simboli nelle tabelle a fianco si riferiscono a quattro range:Pil nominale in miliardi di dollari: da 0-50 ($), 50-100 ($$), 100-200 ($$$) e oltre 200 ($$$$)Pil pro capite, in dollari: 0-1.000 ($), 1.000-2.000 ($$), 2.000-5.000 ($$$), oltre 5.000 ($$$$)

ACCORDI E CONVENZIONILa Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specidi fauna e flora minacciate di estinzione (Cites) è stata adottata nel 1963 e vi aderiscono 179 paesi. Il suo scopo è garantire che il commercio internazionale di esemplari di animali e piante selvatiche non minacci la loro sopravvivenza.

La Convenzione di New York è un trattato internazionale multilaterale in funzione dal 1959 per favorire il riconoscimento delle sentenze arbitrali pronunciate nell’ambito degli Stati firmatari, attualmente 149. La procedura rende più facile e veloce l’esecuzione dei lodi arbitrali tra Paesi diversi, riducendo in questo modo il rischio di rigetto dell’istanza di esecuzione del lodo stesso.

I MACRO-DATINel grafico è evidenziata la quota sulla popolazione totale dell’Africa, che secondo i dati della World Bank era di 1.084, 3 milioni alla fine del 2012.

Il Pil nominale in dollari stimato dal FMI per il 2013 in Nord Africa è di 502 miliardi di dollari, per l’Africa sub-sahariana è 1.315 miliardi. Il grafico a torta evidenzia la quota di ciascun paese rispetto al totale della propria area

GLI INDICATORI DI RISCHIOL’Ocse registra il grado di rischiosità su una scala da 0 a 7, ove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo. A ciascuna categoria, ad eccezione della categoria 0, corrisponde un premio minimo a copertura del rischio sovrano a medio e lungo termine. Per le altre istituzioni la scala è quella internazionale del rischio sovrano

Per informazioni dettagliate sul framework legale e di consulenza nei paesi considerati si può contattareDLA Piper - Milano Tel. +39 02 80 618 50 - Il responsabile del desk Africa è Federico Sutti

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Dicembre 2013

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*stime del FMI, ottobre 2013

INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Un governo abbastanza stabile e ricco di riserve valutarie ha varato un colossale piano di investimenti pubblici, nel sociale e nelle infrastrutture. L’Italia guadagna quote di mercato

Forti incentivi per investire

INSIDEAlgeria

CONTESTO POLITICO

Il presidente Bouteflika (foto) continua a esercitare un sostanziale controllo sul paese. Nonostante le caute aperture politiche ed economiche, perman-gono le tensioni interne legate alla

richiesta di riforme da parte della popolazione. Le elezioni parlamen-tari del 2012, non hanno modificato gli equilibri politici. Cresce la rilevan-za del tema della

successione a Bouteflika, 76 anni e malato secondo voci correnti, al suo terzo mandato, eletto la prima volta nel 1999. Il candidato più probabile alla successione, se ci sarà, è l’attua-le primo ministro, Abdelmalek Selal. Le elezioni sono previste nel 2014.

POPOLAZIONE (2011)

36,3 milioni

215,7 $ mdi

5.668 $

PIL NOMINALE (2013*)

PIL PRO CAPITE (2013*)

ALGERI

ConstantinaOrano

I l quadro macroeconomico è caratterizzato da indicatori positivi, so-prattutto in termini finanziari. Il Pil è stato nel 2012 di 209 miliardi di euro, con un tasso di crescita reale del 3,2%, gli osservatori inter-nazionali prevedono che il tasso di crescita del reddito nel 2013 sarà

del 3% e che si manterrà nella stessa percentuale almeno fino al 2016. Il Pil pro-capite è cresciuto a 5.700 dollari nel 2013, uno dei più elevati in Africa. Il 2012 si è caratterizzato per un tasso di inflazione elevato, l’indi-ce dei prezzi al consumo si è attestato al +8,8%, quasi il doppio di quello registrato nel 2011. L’aumento è stato trainato dalla crescita del 21,4% del prezzo dei prodotti agricoli freschi, che hanno un peso piuttosto elevato nel

paniere della spesa media. I prezzi dei prodotti manifatturieri sono aumen-tati del 6,6% nel 2012 e quelli dei servizi del 5%.Il debito pubblico interno alla fine del 2012 è stimato dal Fondo monetario al 8,2% del Pil. In legge-ra diminuzione il debito estero, attestatosi alla fine del 2012 a 4,3 miliardi di dollari, mentre nel 2011 ammontava a 4,6 miliardi di dollari. La cresci-ta è stata alimentata in gran parte dalla spesa pubblica, molta della quale è orientata alla realizzazione ed ammodernamento delle infrastrutture di ba-se. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto nel 2012 il 10,2% ma dovrebbe discendere al 9,8% nel 2013, livello che pone l’Algeria in linea con i da-ti dei paesi europei.

RATING E BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI RISCHIO

OCSE

3

S&P’s

-

Moody’s

-

Fitch

-

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI BUSINESS CLIMATE

ACCORDI E CONVENZIONI

attuale precedente

Doing Business 2013 152° su 185 150° su 183

Index of Economic Freedom 2013 145° su 185 140° su 184

Corruption Perceptions Index 2012 105° su 176 112°su 183

Convenzione di Washington: in vigore

Convenzione di New York: in vigore

Gli indicatori economici2010 2011 s2012 p2013 2014p

Pil (variazione % reale) 3,4 2,4 3,2 3,0 3,7

Inflazione media annua (%) 3,9 4,5 8,8 3,8 3,9

Saldo Bilancio pubblico/Pil (%) -0,6 -0,2 -2 2,3 1,3

Bilancia dei pagamentiEsportazioni ($ mld) 57,1 72,9 77,2 78,9 83,9

Importazioni ($ mld) -38,9 -44,9 -47 -50,9 -55,6

Saldo bilancia commerciale ($ md) 18,2 27,9 30,1 28 28,3

Saldo transazioni correnti ($ md) 12,1 19,7 16,6 14,4 14,9

Saldo transazioni correnti/Pil (%) 7,5 9,9 7,8 5,9 5,5

Debito estero totale ($ md) 5,3 4,6 4,3 4 3,8

Riserve valutarie lorde ($ md) 162,9 183,1 189,3 190,1 210

Cambio medio dzd/$ 74,4 73 77,5 73,1 72,3

Fonte: Sace e FMI, ottobre 2013

L’Algeria ha una superficie di 2,3 milioni di chilometri quadrati. La capitale è Algeri, una città con 4,4 milioni di abitanti (nel 2008). La moneta è il dinaro algerino: 1 euro vale circa 110 dinari (ottobre 2013)

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Dicembre 2013

57

INSIDEAlgeria INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Affari & contratti

Il contratto più importante nel campo delle costruzioni è stato vinto questa

estate dal gruppo Rizzani De Eccher, guidato dai fratelli Marco e Claudio, che si è aggiudicato l’appalto da 1,65 miliardi di euro per la costruzione di un’autostrada a 3 corsie di 110 chilometri che dovrà collegare la costa mediterranea all’interno. Il gruppo friulano che in Algeria opera sotto la direzione di Ugo Cozzani sta anche lavorando in jv con Condotte, per la realizzazione del primo tronco ferroviario della linea Oued Tlelat-Tlemcen, un contratto del valore di 1,5 miliardi di euro. In campo energetico, oltre alla consolidata presenza di Eni, stanno crescendo anche le attività di Enel sia nei settori tradizionali dell’ oil&gas, sia nelle fonti energetiche rinnovabili. Per volumi di gas, Enel è il secondo importatore di gas algerino in Italia. Inoltre con Sonatrach (41,6%), Edison (20,8%), Sfirs (regione Sardegna, 11,6%), Hera (10,4%), partecipa alla costruzione di un secondo gasdotto che porterà il gas algerino in Italia con una capacità di 8 miliardi di metri cubi /anno.

GAS E AUTOSTRADE PER DE ECCHER ED ENEL

L’export cresce del 13%L’Italia è il terzo paese fornitore,

dopo Francia, che negli ultimi anni ha perso quote, e Cina, in rapida crescita, e il secondo paese in termini di importazioni. L’interscambio complessivo nel 2012 è stato di oltre 13,5 miliardi di euro, sbilanciato dalle forti importazioni di idrocarburi che hanno pesato per quasi 9 miliardi contro 3,7 miliardi di esportazioni in aumento del 25% rispetto all’anno precedente. L’export italiano interessa principalmente prodotti della metallurgia, meccanica strumentale e dei prodotti energetici. Nei primi sette mesi di quest’anno le esportazioni italiane continuano a registrare risultati positivi (+13,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), mentre le importazioni segnalano un forte rallentamento (-33%), contribuendo a migliorare la bilancia commerciale, il cui saldo negativo si è dimezzato, rispetto al 2012. Anche per quanto riguarda gli investimenti diretti l’Italia è tra i paesi più importanti, grazie soprattutto alla presenza di Eni, ma anche dei maggiori general contractor,

Astaldi, Rizzani De Eccher, Condotte. La meccanica strumentale, l’industria agroalimentare, i materiali da costruzione sono i settori che presentano le migliori opportunità anche per le imprese di piccola e media dimensione, non solo sul piano strettamente commerciale, ma anche per iniziative di cooperazione industriale.

Un piano da 290 miliardi

Il boom viene dall’estero

MADE IN ITALY

Claudio De Eccher

Mario Giacomelli, ambasciatore italiano ad Algeri

La crescita nei prossimi anni si manterrà su livelli positivi ma

inferiori rispetto alla media dei pae-si del Nord Africa e sarà influenzata soprattutto dalla performance del comparto degli idrocarburi. E sarà una crescita stabile perché sostenu-ta da abbondanti riserve valutarie e dal Programma di Investimenti Pubblici, focalizzato sulla di-versificazione dall’oil&gas, con investimenti previsti per 290 miliar-di di dollari. Gli investimenti pubblici si concentreranno su sei linee stra-tegiche: costruzione di abitazioni, scuole, istituti, ospedali, impianti di depurazione, e servizi sociali, miglio-ramento dei tribunali, realizzazione e rifacimento di strade, creazione di nuove linee ferroviarie, esten-sione della metropolitana di Algeri, infrastrutture ambientali, lotta al-la disoccupazione con creazione di

Gli affari più recenti riguardano: l’acquisizione del complesso

industriale di produzione di turbine a gas da parte di General Electric (GE), la ristrutturazione della società Arcelor Mittal con un piano di investimento a lungo termine, l’acquisizione da parte di Cevital, il più importante gruppo industriale del Paese, di Michelin. La legislazione algerina limita gli investimenti stranieri che possono essere realizzati soltanto nell’ambito di una collaborazione in cui il partner algerino rappresenti il 51%. Però i progetti di investimento beneficiano di notevoli esenzioni e riduzioni fiscali in base al loro impatto sullo sviluppo economico e sociale. Nel periodo di realizzazione del progetto (1-3 anni) è prevista l’esenzione dai dazi doganali sulle apparecchiature importate diret tamente coinvolte nel la realizzazione degli investimenti e l’esenzione Iva su beni e servizi importati o acquistati localmente, diret tamente coinvol t i nel la realizzazione degli investimenti. Durante l’implementazione, i progetti godono dell’esenzione di imposta sugli utili delle società (IBS),

posti di lavoro nel sociale, sostegno alle piccole e medie imprese con la promozione di zone industriali, ga-ranzia e cessione di crediti bancari, ricerca scientifica e nuove tecnolo-gie di comunicazione, in particolare e-governance, costruzione di nuove centrali elettriche da fonti rinnova-bili, sviluppo di nuovi giacimenti petroliferi, realizzazione e riabilita-zione delle raffinerie.

l’esenzione di imposta sul fatturato (TAP), esenzione che sale a cinque anni se la manodopera impegnata supera le 100 unità. Secondo l’Agenzia nazionale per lo sviluppo degli investimenti (Ansi), nel primo semestre 2013 gli investimenti sono più che raddoppiati, toccando un tetto di 11,2 miliardi di dollari, grazie soprattutto agli incentivi decisi dal governo. In numero, 4.756 progetti, l’aumento è stato più contenuto, +14%. Gli investimenti locali rappresentano il 90% dell’investimento globale. Gli investimenti esteri in partenariato sono quintuplicati a 3 miliardi di dollari, divisi in 31 progetti.

22,520,4

15,1

9,5 8,89,9

2,8

89,9

5,2 4,87,1 7,1 6,9

5,4

9,7

6,64,6

Francia Italia Cina Spagna Germania Stati Uniti0

5

10

15

20

25200220062011

CHI ESPORTA DI PIÙ (%)

Fonte: ICE

OUTLOOK

BUSINESS

Fonte: stime FMI, ottobre 2013

2

3

4

5Nord AfricaAlgeria

20162015201420132012

LA DINAMICA DEL PIL

Contatti: DLA Piper – Mohamed Lanouar ([email protected]) e Fatima Zohra Bouchemla ([email protected])Algiers Law Firm - Lot. Ricour Omar - Villa N° 5 - Ben Aknoun - Alger

Ambasciata d’Italia - Ambasciatore: Michele GiacomelliTel. + 213 (0) 21 922550 / 922330E-mail: [email protected]

26%

22,5%22%

8,1%

5,1%4,2%

12,2%

MetalliCombustibiliMeccanica Veicoli

App. elettriciPr. chimici

Altro

CHE COSA IMPORTA (2012)

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Dicembre 2013

58

INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Gli introiti di gas e petrolio e le forti riserve dovrebbero finanziare uno dei piani di investimenti più ambiziosi dell’Africa. E gli incentivi per chi investe sono notevoli

Grandi progetti, paga il governo

INSIDEAngola

CONTESTO POLITICO

Il presidente Josè Eduardo dos Santos (foto), in carica da 33 an-ni, e il suo partito Movimento Popular

de Libertação de Angola (MPLA) hanno rafforzato la loro po-sizione alle elezioni legislative di agosto 2012, acquisendo la maggioranza assolu-ta in parlamento. Gli obiettivi del governo

sono l’attuazione del programma di riduzione della povertà e l’ammoder-namento del sistema infrastrutturale. L’agenda di politica estera punta al consolidamento delle relazioni con i partner strategici, Cina, Brasile e Portogallo. Un importante momento di verifica saranno le elezioni ammi-nistrative del 2014.

L’Angola ha una superficie di 1,2 milioni di chilometri quadrati. La capitale è Luanda (oltre 5 milioni di abitanti). La moneta, kwanza angolana, si scambia a 7,6 euro (per 1.000 kwanza)

POPOLAZIONE (2012)

20,12 milioni

123,9 $ mdi

5.955 $

PIL NOMINALE (2013*)

PIL PRO CAPITE (2013*)

LUANDA

Huambo

Malanje

Menongue

Le esportazioni di petrolio, la cui produzione dovrebbe salire a 2,1 mi-lioni di barili nel 2016 dagli attuali 1,8, continuano a costituire la base strutturale dell’economia. Il reddito angolano resta quindi fortemen-te dipendente dalla domanda mondiale di petrolio e dai relativi prezzi

internazionali e, di conseguenza, ne subisce l’impatto in termini di volatilità. Persistono fortissime differenze tra zone urbane e zone rurali del Paese. Anche le attività economiche sono fortemente concentrate nelle città, in particolare a Luanda. In tema di libertà economica e funzionalità del sistema giuridico e normativo, il Paese si colloca nelle posizioni arretrate dei ranking internazio-nali. La crescita molto sostenuta del Pil in questi ultimi anni non ha avuto un

commisurato impatto sullo sviluppo delle categorie più critiche della popola-zione. L’indice di sviluppo umano ha posto l’Angola, nel 2011, al 148° posto su 169 paesi censiti. Continua la tendenza alla stagnazione/diminuzione del po-tere di acquisto dei salari, a causa soprattutto del processo inflattivo. Vive al di sotto del livello di povertà secondo dati del 2011 il 53,5% della popolazione (a fronte di un dato governativo del 37%) contro un 68% nel 2002. Il settore del-le infrastrutture, particolarmente importante per lo sviluppo del Paese e area strategica per gli investimenti esteri, è in netta ripresa dal 2011 ed è tra quelli che hanno fatto registrare il maggior balzo in avanti, anche per ragioni di pro-paganda politica.

RATING E BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI RISCHIO

OCSE

5

S&P’s

BB-

Moody’s

Ba3

Fitch

BB

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI BUSINESS CLIMATE

ACCORDI E CONVENZIONI

attuale precedente

Doing Business 2013 172° su 185 174° su 183

Index of Economic Freedom 2013 158° su 185 160° su 184

Corruption Perceptions Index 2012 157° su 176 168° su 183

Convenzione di Washington: in vigore

Convenzione di New York: -

Gli indicatori economici2010 2011 2012 2013(s) 2014p

Pil (variazione % reale) 3,4 3,9 5,2 5,6 6,3

Inflazione media annua (%) 14,3 13,5 10,3 9 8,5

Saldo Bilancio pubblico/Pil (%) 5,5 10,2 5,7 1,4 0,5

Bilancia dei pagamentiEsportazioni ($ mld) 50,6 65,8 69,8 72,3 76

Importazioni ($ mld) -16,7 -19,8 -22,3 -25,1 -27

Saldo transazioni correnti/Pil (%) 9 15,3 11,1 6,2 4,3

Debito estero totale ($ mld) 19 21,1 22,3 22,2 22,1

Debito estero totale/Pil (%) 23 20,3 18,2 15,2 13,1

Riserve valutarie lorde ($ mld) 19,8 26,5 33,4 43,5 48

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 6,7 7,7 8,7 8,2 8,4

Fonte: EIU e FMI, ottobre 2013 s: stime; p: previsioni

*stime del FMI, ottobre 2013

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Dicembre 2013

59

INSIDEAngola INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Export in forte crescitaL’Angola è il terzo partner commerciale sub-sahariano dell’Italia, dopo

Sud Africa e Nigeria. Secondo i dati Eurostat, l’Italia, storicamente attestato intorno al settimo posto in ambito Ue per interscambio complessivo, con volumi medi intorno ai 500 milioni di euro e con una bilancia di segno altalenante, nel 2011 è salito repentinamente al terzo posto (con un interscambio complessivo di 1.724 milioni, +252% rispetto al 2010), dopo Portogallo e Francia, e al primo per le importazioni (1.486 milioni, +465% rispetto al 2010), accumulando nell’anno un deficit di 1.246 milioni di euro. Il drastico mutamento è stato causato dall’improvvisa impennata delle importazioni italiane di greggio, intervenuta a seguito delle crisi libica ed iraniana. Nel 2012, ripristinatasi una situazione di quasi normalità, l’interscambio è caduto a 965 milioni di euro (-44%). Rispetto all’anno record 2011, vi è stato un netto calo delle nostre importazioni, scese a 682 milioni euro (-54,1%), tendenza che si è accentuata nei primi sette medi di quest’anno (-69%) e che ha portato in attivo la bilancia commerciale. Nel 2012, le esportazioni italiane sono salite a 282 milioni euro (+18% sul 2011) e anche quest’anno c’è stato un ulteriore incremento a doppia cifra (+17%). In realtà, il Made in Italy venduto in Angola è molto

più rilevante di quanto dicono i livelli dell’export. Portogallo, Brasile e Sud Africa utilizzano infatti ampiamente e con profitto lo strumento della triangolazione commerciale, acquistando in Italia e vendendo in Angola a prezzo maggiorato i prodotti italiani, senza alcuna lavorazione aggiuntiva, grazie all’affermato avviamento dei marchi tricolore. I principali interessi economici dell’Italia in Angola sono legati all’esplorazione e allo

sfruttamento di petrolio e GNL (ENI e Saipem). Sul fronte alimentare in costante aumento sono le importazioni di pasta secca, ma i marchi più noti e presenti Barilla, Buitoni, Voiello, De Cecco, sono oggetto di una spietata e non regolare concorrenza al ribasso di prodotti turchi e portoghesi.

Incentivi agli investimenti

120 miliardi ai trasporti

MADE IN ITALY

Grazie alle entrate derivanti dal greggio (70% delle entrate pre-

viste quest’anno), i conti pubblici e con l’estero sono in attivo. La posi-zione delle riserve valutarie è solida (equivalente a circa otto mesi di spe-sa per import) e permette alla Banca Centrale un buon margine di manovra a difesa del kwanza, previsto stabile nei confronti del dollaro. In marzo, il par-lamento ha approvato il budget per il 2013, stabilito a 69 miliardi di collari, di cui 19 miliardi derivanti da prestiti e aiuti internazionali. Il bilancio si ba-sa su previsioni di crescita del Pil del 7,1% e di un tasso di inflazione al 9%, oltre a un prezzo medio per il barile di petrolio pari a 96 dollari. L’entrata in vigore, nel 2011, della nuova legge sul Partenariato tra pubblico e privato che stabilisce un nuovo regime legale a supporto di un certo numero di settori necessari a consentire la crescita eco-nomica, ha già prodotto dei risultati. Il settore privato è stato chiamato, sem-pre di più, a prendere parte ai PPP, in relazione agli investimenti nel settore energetico in particolar modo nel setto-re delle energie rinnovabili. Tuttavia lo

I principali investimenti pubblici annunciati per i prossimi 2/3 anni,

divisi per settore, sono i seguenti:Trasporti: costruzione di 16 aero-porti (comprese le città di Luanda e Catumbela) e rifacimento di 14 aero-porti, per un investimento complessivo stimato in 2 miliardi di dollari; costru-zione di ferrovie (Benguela, Huíla, Kuando, Kubango e Namibia) per un investimento stimato in 3,3 miliar-di di dollari; porti (Soyo, Cabinda e Lobito) per un investimento comples-sivo stimato in 120 miliardi di dollari. Energia: costruzione di nuove dighe (Laúca, Cunene and Capanda), am-pliamento della portata delle dighe esistenti (Cambambe) e costruzio-ne nella città di Soyo di una centrale elettrica a ciclo combinato (CCC) ali-mentata a gas naturale. Investimento previsto 23,6 milioni di dollari fi-no al 2017. Acqua: ricostruzione, espansione e costruzione di reti di ap-provvigionamento idrico in aree sia urbane che rurali e impianti di raccol-

Stato angolano resta l’unico finanzia-tore della gran parte delle operazioni poiché i finanziamenti internazionali e le Agenzie di credito all’esportazione dei paesi esteri non sono solitamente coinvolti in tali operazioni.La legge sugli investimenti privati sta-bilisce un’ampia gamma di requisiti per gli investimenti esteri nel paese, stabiliti dall’ Agenzia Nazionale per gli Investimenti Privati, che incen-tiva molto gli investimenti da parte delle aziende straniere in aree meno sviluppate del paese, che presentano abbondanti risorse naturali, ma che so-no prive di risorse umane per il loro sviluppo.

ta delle acque presso i fiumi Cuanza, Bita e Kilonga Grande. Investimento: 50 milioni di dollari.Miniere: indagine geologica e mi-neraria a livello nazionale, con un investimento di 350 milioni di dollari. Infrastrutture: costruzione di ponti sopra i fiumi Kwanza e Longa; riqua-lificazione di Cazenga e Sambizanga; costruzione dell’autostrada Luanda-Soyo. Vi sarà un investimento annuo di 93 miliardi di dollari a partire dal 2010 fino al 2020. Ciascun investimen-to è gestito dal Ministro competente del settore di riferimento. Il governo in-tende rilanciare energicamente anche l’agricoltura e il turismo che rappresen-ta appena lo 0,7% del Pil, per circa 550 milioni di dollari. Sulla base dei proget-ti esistenti, che prevedono tra l’altro la costruzione di ulteriori 200 nuovi ho-tel, il Governo stima che, tra il 2011 e 2015, gli arrivi potranno aggirarsi in-torno ai 2,5 milioni di turisti, per poi raggiungere i 4,5 milioni nel 2020, con un contributo al Pil del 4% almeno.

38%

16%11%

10%

7%

5%4%

8% Meccanica strumentale

FoodAutoveicoli

Prodotti energetici ra�

Metalli

App elettriciGomma, plastica

Altro

CHE COSA IMPORTA

Fonte: Sace

OUTLOOK

BUSINESS

Contatti: DLA Piper – Azevedo Neves, Nuno ([email protected])ABBC & Associados Sociedade de Advogados RL - Tel. +351 21 3583620 Largo S. Carlos, Nº 3 1200-410 Lisboa - Portugal

Affari & contratti

La Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna (CMC) e la Trevi nel settore grandi costruzioni, Grimaldi, Pellegrini

(catering), Intertransport nel settore dei trasporti e della logistica e nell’alimentare Cremonini/Interinala operano stabilmente, ma le due principali aziende italiane attive sono Saipem ad ENI, ora non più solo partner di rilievo dell’angolana Sonangol nel settore del petrolio, ma anche per i programmi ambiziosi relativi al gas liquido. Eni, infatti, partecipa con la quota del 13,6% nel consorzio Angola LNG Limited (A-LNG) per la realizzazione di un impianto di liquefazione del gas in grado di processare 28,3 milioni di metri cubi/giorno. L’inizio delle esportazioni è previsto entro l’anno. Inoltre, in marzo scorso, Eni ha effettuato la nona scoperta petrolifera nel blocco 15/06, nelle acque profonde dell’offshore angolano, incrementando il potenziale di risorse che saranno sviluppate dall’Hub di produzione denominato West. La scoperta è stata effettuata attraverso un pozzo situato a circa 150 chilometri dalla costa, perforato in una profondità d’acqua di 976 metri.

NELL’OFFSHORE DOMINA ENI

Fonte: stime FMI, ottobre 2013

4

5

6

7

8Africa Sub SaharianaAngola

20162015201420132012

IL TREND DI CRESCITA

Ambasciata d’Italia - Ambasciatore: Giuseppe Mistretta Tel. + 244 222 331245 – 222 331246 E-mail: [email protected]

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Dicembre 2013

60

* stime FMI, ottobre 2013

Ma anche il più povero, nonostante una crescita record che dovrebbe durare, anche grazie alle ultime scoperte di petrolio. I rischi di guerra e instabilità politica sono ancora alti

Il cuore ricco dell’Africa

CONTESTO POLITICO

Le elezioni del 2011, che hanno da-to la vittoria (con molte contestazioni) al presidente uscente Joseph Kabila

(foto) non hanno portato ad una risoluzione defini-tiva delle criticità che hanno cau-sato la guerra civile fino al 2003. I temi etnici rela-tivi al controllo sul

territorio nelle aree orientali in mano ai ribelli del movimento M23, con cui so-no però in corso trattative di pace, e la riforma dell’esercito devono ancora essere affrontati dal governo. Sul fron-te internazionale permangono tensioni con l’Angola, soprattutto a causa di una disputa relativa alle frontie maritti-me e ai giacimenti petroliferi offshore.

La Rd del Congo ha una superficie di 2,3 milioni di chilometri quadrati. La capitale, Kinshasa, conta oltre 10 milioni di abitanti. La moneta è il franco che si cambia cambia con 0,7 euro (per 1.000 franchi)

POPOLAZIONE (2012)

74,7 milioni

18,5 $ mdi

241 $

PIL NOMINALE (2013*)

PIL PRO CAPITE (2013*)

KINSHASA

Lubumbashi

Bukavu

Mubuji-Mayi

Il Congo è uno dei paesi più problematici dell’Africa, ma al tempo stesso con immense opportunità che discendono dalle riserve minerarie, tra cui le terre rare che entrano nella produzione dei telefoni cellulari e dei com-puter, dal secondo bacino idrografico al mondo, dopo quello del Rio delle

Amazzoni e la seconda foresta tropicale, dopo quella brasiliana. Al tempo stes-so il reddito pro capite è tra i più bassi al modo anche se la crescita economica sembra aver raggiunto un trend che si avvicina al 10%. Lo sviluppo attuale, tuttavia, dipende in larga misura dagli aiuti internazionali. Con un Pil di circa 18 miliardi di dollari, il bilancio statale è di poco più di 8 miliardi di dolla-ri, di cui oltre il 30% proveniente da finanziamenti esteri dei paesi donatori e

delle istituzioni finanziarie internazionali. Negli ultimi due anni la situazione macroeconomica ha registrato apprezzabili miglioramenti. La crescita del Pil è stata nel 2012 del 7,2% (6,9, nel 2011), con un’inflazione al 3% (15,4% nel 2011) in un’economia dollarizzata al 95%. Le riserve monetarie stanno aumen-tando e garantiscono, attualmente, più di due mesi di importazione, mentre la Banca Centrale Congolese ha disposto, a fine dicembre 2012, la diminuzione del tasso ufficiale di sconto al 4%. A fronte di questi sviluppi positivi, c’è stata l’interruzione, probabilmente momentanea, dell’accordo con il FMI relativo al piano di finanziamenti, a causa della mancata pubblicazione dei termini re-lativi a un contratto minerario.

Gli indicatori economici2010 2011 2012 2013(p) 2014(p)

PIL (variazione % reale) 7,1 6,9 7,2 7,4 6,7

Inflazione media annua (%) 23,5 15,5 9,5 7,1 6,5

Saldo Bilancio pubblico/PIL (%) 4,9 -1,8 -2,4(s) -3,2 -3,5

Bilancia dei pagamentiEsportazioni ($ mld) 8,5 9,5 8,9(s) 9,9 11,6

Importazioni ($ mld) -8 -8,9 -8,2(s) -8,9 -10,1

Saldo transazioni correnti/PIL (%) -11,6 -10,6 -12,6(s) -12,3 -11,6

Debito estero totale ($ mld) 6,2 5,4 6,1(s) 6,9 7,7

Debito estero totale/PIL (%) 47,4 34,7 34,1(s) 33,4 32,2

Riserve valutarie lorde ($ mld) 1,3 1,3 1,6 1,6 1,9

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 1,5 1,3 1,7(s) 1,5 1,6

Fonte: EIU, ottobre 2013 - s: stime; p: previsioni

INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

INSIDERepubblica Democratica del Congo

RATING E BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI RISCHIO

OCSE

7

S&P’s

B+

Moody’s

BB-

Fitch

B+

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI BUSINESS CLIMATE

ACCORDI E CONVENZIONI

attuale precedente

Doing Business 2013 181° su 183 180° su 183

Index of Economic Freedom 2013 171° su 177 172° su 183

Corruption Perceptions Index 2012 160° su 176 168° su 182

Convenzione di Washington: in vigore

Convenzione di New York: -

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Dicembre 2013

61

Repubblica Democratica del Congo INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Qui l’edilizia è tricoloreLa difficile situazione economica dell’Italia sta spingendo diverse aziende

a interessarsi di nuovo a questo mercato dove fino ai primi anni 90’, la presenza italiana era considerevole, con migliaia di imprenditori, grandi e piccoli. Quasi tutti se ne sono andati, assieme agli altri europei, a seguito dei conflitti e dei ripetuti saccheggi. Gli imprenditori italiani rimasti a Kinshasa e Lubumbashi sono attualmente attivi nei settori del legname, delle costruzioni, del commercio e dei servizi. Nel settore costruzione operano Safricas controllata dalla famiglia Blattner che ne condivide la gestione insieme a Vincenzo Ricci. I Blattner ne hanno acquisito il controllo dal gruppo francese Vinci nel 2000, facendone la prima impresa di costruzioni in Congo. Un’altra società italiana ben posizionata nel mercato delle costruzioni, sia civili che industriali, è la Sesco della famiglia Ciaparrone, che sta anche diversificando nel settore turistico e finanziario. Anche Inalca, del gruppo Cremonini, ha aperto una piattaforma distributiva nel paese. I settori che potrebbero interessare agli imprenditori italiani sono quello dell’esportazione di alimentari e dell’industria alimentare, dell’arredamento, del legname, della costruzione di mini centrali elettriche, della moda e dell’edilizia. Tuttavia l’Accordo per la protezione e la promozione degli investimenti tra l’Italia e la RDC, firmato nel 2006, non è ancora stato ratificato da parte congolese. Da un punto di vista commerciale, la RDC sta diventando un paese sempre più importante per l’Italia, che nei prime sette mesi di quest’anno ha importato metalli e idrocarburi per oltre 310 milioni, tre volte tanto il dato nello stesso periodo 2012, mentre le esportazioni sono stabili e molto ridotte. Di conseguenza la bilancia commerciale è strutturalmente deficitaria, 274 milioni di euro solo quest’anno. Le potenzialità del mercato sono date dalla necessità di ricostruzione e dalla ricchezza di minerali, idrocarburi, risorse idriche e forestali.

Cina e Fmi in prima linea

Il core resta in miniera

MADE IN ITALY

Pio Mariani è ambasciatore a Kinshasa dal 2010

Il primo ministro Augustin Matata Ponyo, un economista già ministro

delle finanze, con una lunga carrie-ra nella banca centrale, al potere da maggio 2012, ha delineato il suo programma economico per il 2012-16 che ha l’obiettivo di raggiungere una crescita del Pil del 15% entro il 2016. Tra i provvedimenti in agen-da la riduzione delle imposte sugli scambi per favorire il miglioramen-to del clima imprenditoriale del paese, la riduzione della povertà at-traverso investimenti in fornitura di acqua e di energia elettrica, riforme dell’istruzione, della sanità, e miglio-ramento delle infrastrutture. Sebbene il calo delle quotazioni delle commo-dities incida sui bilanci dello stato, l’afflusso di investimenti esteri, so-prattutto cinesi, dovrebbe sostenere la performance economica del pae-se. Il legame tra RDC e Cina continua ad intensificarsi sul piano militare e commerciale: attualmente quasi la metà delle esportazioni del paese so-no dirette al mercato cinese e l’80% degli impianti di lavorazione dei mi-nerali in Katanga sono di proprietà di aziende cinesi. A fronte dei successi dell’amministrazione sul fronte della crescita e dell’inflazione, precipitata

Anche se il settore minerario resta una delle attrattive maggiori, come di-

mostra l’acquisizione di miniere nella provincia di Katanga da parte del grup-po kazaco (ma quotato a Londra) Ernc per 1,25 miliardi di dollari, è il petrolio che potrebbe rivelarsi il prossimo grande business. In settembre Giovanni Pedaci, direttore generale della Oil Rd Congo, di proprietà del finanziere israeliano Dan Gertler, ha rivelato che le prospezioni

al 3% del 2012 dal 15,4% del 2011, un elemento di ulteriore difficoltà potrebbe derivare dall’interruzione, peraltro da ritenersi momentanea, dell’accordo con il FMI relativo al piano di finanziamenti, a causa della mancata pubblicazione dei termi-ni relativi a un contratto minerario. I progetti di investimenti non mancano: dopo decenni di incuria, tutte le infra-strutture ereditate dai belgi debbono essere ricostruite, la rete stradale, quella fluviale, porti, aeroporti, pon-ti, ospedali, scuole, caserme, centrali elettriche. I finanziatori sono e saran-no Banca Mondiale, Banca Africana di Sviluppo, FMI, Cina (materie prime in cambio di costruzione di infrastrutture) e l’Unione Europea.

nei pressi del lago Alberta, in territorio congolese, hanno mostrato una struttura geologica che potrebbe contenere alme-no 2 miliardi di barili di petrolio. Gertner sta cercando partner per lo sfruttamento di questo giacimento che si presenta mol-to capital intensive. materia prime a parte, gli ultimi due anni sono sorti a Kinshasa e a Lubumbashi, la seconda città, numerosi supermercati che offrono una vasta gam-ma di prodotti esteri. Lo spazio di mercato per prodotti italiani quali olio, formaggi, insaccati, pasta, prodotti da forno, vino, salse è rilevante anche perché i prezzi so-no elevati, essendo prodotti indirizzati ad un ceto emergente, crescente in numero, con rilevanti disponibilità economiche. Soprattutto a Kinshasa ed a Lubumbashi, è in corso una grande attività di costruzio-ne di abitazioni civili. Dall’aprile scorso, il governo ha istituito uno servizio di spor-tello unico per gli operatori che intendono svolgere attività nel Paese.

OUTLOOK

BUSINESS

Fonte: stime FMI, ottobre 2013

4

6

8

10

12RD Congo

Africa Sub-Sahariana

201620152014201320122011

LA DINAMICA DEL PIL

34,6%

26,1%3,6%

35,7%Agricoltura

Industria non manifatturieraManifattura

Servizi

COMPOSIZIONE DEL PIL

Fonte: Sace

INSIDE

Contatti: DLA Piper – Partner Federico Sutti ([email protected])Via Gabrio Casati 1 (Piazza Cordusio) 20123 Milan Italy T: +39 02 80 618 1 F: +39 02 80 618 201 [email protected]

Ambasciata d’Italia - Ambasciatore: Pio MarianiTel.: +243 815553651-52 E-mail: [email protected]

Affari & contratti

Eni e la compagnia congolese Société Nationale des Pétroles du Congo (SNPC), che fa capo al Congo Brazaville, lo stato confinante a

nord, hanno annunciato, in settembre, che esploreranno congiuntamente il potenziale di idrocarburi del blocco Ngolo, che fa parte del bacino geologico della Cuvette ed è situato circa 350 chilometri a nord est dalla capitale Brazaville. Le attività esplorative si svolgeranno lungo un periodo di 10 anni e avranno come obiettivo sequenze geologiche sedimentarie mesozoiche e paleozoiche. Eni e SNPC metteranno in comune l’ampia esperienza operativa sviluppata con successo sia nell’ onshore che nell’ offshore congolesi. L’attività esplorativa su Ngolo, che inizierà nei prossimi mesi, verrà svolta utilizzando le più sofisticate tecniche di prospezione, di telerilevamento e geofisiche. Il bacino della Cuvette, finora poco esplorato, rappresenta uno dei nuovi temi di frontiera dell’esplorazione in Africa. Con questa iniziativa, Eni e SNPC rafforzano ulteriormente la loro partnership e si confermano come attori principali nella ricerca e valutazione del nuovo potenziale di idrocarburi della regione. Ad agosto 2013 Eni ha effettuato un’importante scoperta di olio e gas nell’offshore del Congo, nel prospetto esplorativo Nene’ Marine, situato nel Blocco Marine XII a circa 17 chilometri dalla costa. La società stima i volumi della scoperta, provati con i due pozzi sinora perforati, in circa 600 milioni di barili di olio e 20 miliardi di metri cubi di gas.

MA ENI PUNTA AL DI LÀ DELLA FRONTIERA

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Dicembre 2013

62

INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Le riserve valutarie hanno ripreso a salire e così i programmi di investimento del governo. Quest’anno le imprese italiane, Eni, Danieli, Ansaldo hanno già vinto grossi contratti

In ripresa con i dollari sauditi

INSIDEEgitto

CONTESTO POLITICO

In attesa delle prossime elezioni per il parlamento e la presidenza della re-pubblica, programmate per il 2014, si va rafforzando la posizione dell’attua-le governo presieduto dall’economista di orientamento liberale, Hazem el-Be-blawi (foto), nominato in luglio dal presidente provvisorio Adly Mansour. Mansour con l’appoggio dell’esercito

guidato dal gene-rale Abdel Fattah Sisi, ha preso il po-tere dopo che le forze armate, ga-ranti dell ’attuale situazione politica, avevano deposto

Morsi. Dell’esecutivo in carica fanno parte, Muhammad El Baradei, affa-ri internazionali, e Sisi, ministro della difesa.

L’Egitto ha una superficie di 1 milione di chilometri quadrati. La capitale è Il Cairo, con oltre 9 milioni di abitanti (stime 2011). La sterlina egiziana vale circa 0,10 euro

POPOLAZIONE (2012)

82 milioni

262 $ mdi

3.134 $

PIL NOMINALE (2013*)

PIL PRO CAPITE (2013*)

Dopo essere scese a 13 miliardi di dollari in febbraio, un livello che ga-rantiva solo 2 mesi di importazioni, le riserve valutarie sono risalite in ottobre a 17 miliardi, grazie all’iniezione di dollari sauditi, ma so-no ancora ben lontane da 30 miliardi della fase pre-Morsi. Il Governo

provvisorio deve trovare un difficile compromesso tra scelte che implicano dei trade-off: misure volte al contenimento del deficit sarebbero necessarie per ri-portare le finanze pubbliche su un sentiero più sostenibile e per cercare di ridurre il tasso d’inflazione ma questa linea di politica economica mal si concilierebbe con la necessità di riassorbire la disoccupazione, di aumentare gli investimen-ti pubblici e, in ultima analisi, di far crescere l’economia a un ritmo superiore

all’attuale 2 per cento. Resta pesante la situazione dei conti pubblici. Il defi-cit pubblico del 2013/2014 dovrebbe, secondo le stime governative, attestarsi al 10 % del Pil, un obiettivo ritenuto dagli analisti estremamente ambizioso. L’espansione del disavanzo ha provocato un ulteriore incremento dell’inci-denza del debito pubblico sul Pil, su livelli leggermente superiori all’85%. Un capitolo importante nel ristabilimento di un adeguato business climate, previ-sto nella strategia di politica economica del governo, consiste nell’affrontare il problema dei pagamenti arretrati alle compagnie dell’oil & gas: l’ammontare dei debiti (scaduti) della Egyptian General Petroleum Company (Egpc) è di 6 miliardi di dollari, di cui 1,5 miliardi dovrebbero essere liquidati entro l’anno.

RATING E BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI RISCHIO

OCSE

6

S&P’s

B-

Moody’s

CCC1

Fitch

B

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATE attuale precedente

Doing Business 2013 152° su 185 150° su 183

Index of Economic Freedom 2013 145° su 185 140° su 184

Corruption Perceptions Index 2012 105° su 176 112°su 183

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATE

ACCORDI E CONVENZIONIConvenzione di Washington: -

Convenzione di New York: -

Gli indicatori economici2010 2011 2012s 2013p 2014p

PIL (variazione % reale) 5,1 1,8 2,8 4,0 4,2

Inflazione media annua (%) 11,1 10,1 7,1 9 9,9

Saldo Bilancio pubblico/Pil (%) -8,1 -10 -10,9 -13 -12,2

Bilancia dei pagamentiEsportazioni ($ mdi) 25 27,9 25,9 25,8 27,2

Importazioni ($ mdi) -52,7 -56,1 -59,7 -58,9 -60,7

Saldo transazioni correnti/Pil (%) -2,5 -3,1 -3,1 -1,9 -1,7

Debito estero totale ($ mdi) 36,4 35 39,1 48,2 52,3

Debito estero totale/Pil (%) 16,4 14,4 15,5 18,3 17,8

Riserve valutarie lorde ($ mdi) 35,8 17,7 14,9 18,8 17,2

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 7 3,3 2,6 3,3 2,9

Cambio medio dzd/$ 74,4 73 77,5 73,1 72,3

Fonte: EIU e FMI ottobre 2013 s: stime; p: previsioni

*stime del FMI, ottobre 2013

IL CAIRO

AlessandriaPort Said

El-Giza Suez

Shubra el-Kheima

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Dicembre 2013

63

INSIDEEgitto INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Affari & contratti

Il team internazionale di Ferrovie Italiane guidato da Giovanni Rocca sta lavorando intensamente per

aggiudicarsi quella che sarà uno dei più importanti appalti degli ultimi anni, la costruzione della linea ad alta velocità tra Il Cairo e Alessandria, circa 200 chilometri, e che in un secondo tempo dovrebbe essere prolungata fino ad Assuan. Italfer, la società di progettazione del gruppo ha già prodotto uno studio di fattibilità ben accolto dal governo. Le Ferrovie italiane, guidate da Mauro Moretti che è presidente del Business Council Italia-Egitto, dal 2009 sono consulenti delle ferrovie egiziane per il rinnovamento e soprattutto la messa in sicurezza della rete di circa 9.500 chilometri e che rappresenta un’arteria vitale per il sistema economico. Del consorzio italiano fa parte anche Ansaldo per la parte segnalazione. Intanto Ansaldo Energia, gruppo Finmeccanica, ha vinto in giugno un contratto da 240 milioni di euro. La Cairo Electricity Production, che fa capo all’Egyptian Electricity, le ha affidato con un contratto EPC la realizzazione di una centrale elettrica a ciclo aperto chiavi in mano da 600 Mw alla periferia del Cairo. L’impianto sarà collocato accanto a quello esistente completato da Ansaldo nel 2012.

FS IN POLE PER IL TRENO VELOCE

Si rafforzano Eni e ItalgenNei primi 7 mesi di quest’anno il crollo delle importazioni dall’Egitto

(-21%) a circa 1,1 miliardi di euro e la sostanziale tenuta delle esportazioni (+4,9%) hanno raddoppiato il saldo della bilancia commerciale a favore dell’Italia, tra i primi paesi in Europa per livello di interscambio, oltre 4,5 miliardi nel 2012. Particolare dinamismo è stato registrato per le esportazioni italiane di meccanica strumentale, che si mantiene, con il 30% del totale, la principale voce dell’export. La presenza delle principali aziende italiane continua ad essere rilevante. Eni, in Egitto dagli anni ‘50, si è aggiudicata quest’anno due asset strategici: in aprile il 100% di un blocco esplorativo nelle acque profonde egiziane del mediterraneo orientale, mentre in febbraio ha effettuato una nuova scoperta di petrolio nella concessione di Meleiha nel deserto occidentale. Edison ha in corso attività di sfruttamento di giacimenti di gas e petrolio sulla costa mediterranea attraverso una joint-venture da 3 miliardi di dollari con l’Egyptian Petroleum Company, Pirelli ha una posizione significativa nella produzione di pneumatici per autocarri. Italcementi, leader nella produzione di cemento insieme alla Cementir, gruppo Caltagirone, è fortemente impegnata anche, attravesro la controllata Italgen, nella realizzazione di un parco eolico sulle coste del mar Rossso da 120 MW, con opzione fino a 400 MW, per un investimento di 130 milioni di euro.

È crescita, ma dal 2014

Le banche agli sceicchi

MADE IN ITALY

Carlo Pesenti, ceo di Italcementi, la prima azienda estera in Egitto, impegnata anche nel settore eolico

Nel piano fiscale del governo per il 2013-14, sono stati stanziati

circa 17 miliardi di dollari per investi-menti pubblici e nel mese di ottobre 2013 si è aggiunto un ulteriore pac-chetto di stimoli per 4,29 miliardi. Questi fondi sono destinato a inve-stimenti in progetti a largo impiego di manodopera, come la costruzione di ferrovie, strade, ponti e impianti per il trattamento dell’acqua e delle acque reflue, e al miglioramento delle reti di trasporto urbane. Il governo ha anche annunciato l’adozione di alcuni piani per potenziare l’edilizia residenziale pubblica, estendere i servizi di pub-blica utilità a 36 aree industriali e la fornitura di gas naturale a 80mi-la nuove abitazioni. Gli investimenti pubblici sono gestiti dai rispettivi mi-nisteri. Il ministero degli Investimenti istituto nel luglio del 2004 definisce la politica di investimento generale e coordina i diversi ministeri nel-le rispettive aree di responsabilità. Per questo motivo le stime più re-centi del Fondo Monetario indicano una ripresa sostenuta della crescita

Un segnale importante della ri-presa che sta prendendo corpo

è arrivato dalla conclusione di due acquisizioni nel settore bancario. Con l’assistenza del team legale di Matouk Bassiouny, la Emirates National Bank of Dubai, prima banca dell’emirato per assets, ha acquisi-

to l’intero capitale della controllata egiziana di BNP Paribas per 500 mi-lioni di dollari. Il secondo accordo riguarda l’acquisizione da 1,97 mi-liardi di dollari di una partecipazione

a partire dal 2014, che dovrebbe poi stabilizzarsi intorno al 4% negli anni successivi almeno fino al 2018, po-litica permettendo. Alla luce degli

ultimi avvenimenti queste previsio-ni sembrano più realistiche di quanto non apparissero prima dell’estate. Resta il fatto che l’espansione del Pil è rimasta sostanzialmente bloc-cata, in termini reali, dal 2010. Sul versante della bilancia dei pagamenti si è registrato nel 2012 un amplia-mento del disavanzo a 11,3 miliardi di dollari, rispetto agli otto miliardi del 2010/11.

di maggioranza in National Société Générale Bank (del gruppo SocGen) portata a termine da Qatar National Bank. Ma negli ultimi due anni, la maggior parte dei progetti di partena-riato tra imprese e amministrazione pubblica ha subito una battuta d’arre-sto, ma recentemente il ministro degli Esteri, Nabil Fahmy ha chiesto agli ambasciatori egiziani di incoraggiare gli investimenti e invitare gli investi-tori a cogliere le opportunità esistenti, garantite dai trattati internazionali e accordi commerciali sottoscritti e approvati prima della rivoluzione. Nella maggior parte dei settori non esiste una distinzione giuridica tra investitori stranieri e investitori na-zionali. L’Autorità Generale per gli Investimenti (Gafi), l’ente preposto agli investimenti esteri, agevola le iniziative imprenditoriali. Il Gafi è anche impegnato nel mettere a punto i regolamenti per le aree di investi-mento e zone economiche speciali e l’istituzione di un Fondo e un Centro Imprenditoriale per le piccole e me-die imprese.

OUTLOOK

BUSINESS

CHE COSA IMPORTA

29,9%

27%10,1%

8%

5,2%3,5%

3,4%13%

Prodotti energetici ra�Meccanica strumentaleProdotti chimiciMetalli

App. elettriciModaGomma, plasticaAltro

Contatti: DLA Piper – F. John Matouk – tel. 202 2795 4228/8179 ext 104email: [email protected] Mohamed Ali Genah – Garden City, Cairo – Egitto

Principali fornitori Principali destinatari$ mlUsa 4.531 Italia 2.529Cina 3.872 India 1.616Germania 2.684 Arabia Saudita 1.352Italia 2.598Fonte: Infomercatiesteri 2011

LA BILANCIA COMMERCIALE

Mauro Moretti

IL TREND DEL PIL

1

2

3

4

5Nord AfricaEgitto

20162015201420132012

Fonte: FMI, stime ad ottobre 2013

Ambasciata d’Italia - Ambasciatore: Maurizio Massari Tel.: +20 2 27943194/5 - 27940658 E-mail: [email protected]

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Dicembre 2013

64

INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Nei prossimi anni rallenterà, mantenendosi comunque sopra il 7%. Intanto il governo investe pesantemente nell’industria e nel sociale, con l’Italia in pole position su vari fronti

Un decennio di crescita boom

INSIDEEtiopia

CONTESTO POLITICO

Dopo la morte in agosto 2012 di Meles Zenawi, il partito domi-nante, EPRDF, ha garantito un

graduale proces-so di successione con la nomina dell ’ex-vice pri-m o m i n i s t r o H a i l e m a r i a m Desalegn (foto) alla guida del pa-ese. Desalegn è

da gennaio scorso anche presi-dente dell’Unione Africana. Potenziali fonti di shock sono la complessa si-tuazione economica interna e le tensioni con Eritrea e Somalia. Anche le relazioni con l’Egitto posso-no risentire degli attriti sull’utilizzo delle acque del Nilo. Le prossime elezioni sono previste nel 2015.

L’Etiopia occupa una superficie pari a 1,1 milione di chilometri quadrati. La capitale è Addis Abeba che conta oltre 3,3 milioni di abitanti. La moneta è il birr, che si scambia a 3,88 euro (per 100 birr)

POPOLAZIONE (2012)

86,8 milioni

47,3 $ mdi

532 $

PIL NOMINALE (2013*)

PIL PRO CAPITE (2013*)

Dal 2004 al 2011 la crescita del Pil è stata in media del 10,5%, mol-to superiore alla media africana, il debito pubblico è al 34% del Pil e costantemente in calo, come conseguenza della crescita del Pil, l’incremento del Pil pro-capite è stato dell’8,6% e l’inflazione è ca-

lata dal 33% al 15,8% mentre le esportazioni si sono impennate (+33,5% dal 2011). Sono questi i dati salienti del piccolo miracolo etiope, che ha avuto an-che degli incontrovertibili risvolti sociali, con l’abbattimento del 10% della popolazione che vive sotto la soglie della povertà, ancora, comunque al 29%, in un quadro di forte crescita demografica, e il miglioramento degli indicatori della mortalità infantile e all’aspettativa di vita, cresciuta sensibilmente in po-

co tempo. La sensibile riduzione dell’inflazione negli ultimi due anni, grazie alla politica monetaria restrittiva adottata dal Governo, è uno dei dati più si-gnificativi della performance macroeconomica del Paese. La pressione fiscale è in aumento, anche per la necessità di reperire le risorse necessarie a mante-nere l’ambizioso piano di investimenti pubblici intrapreso dal Governo con il Growth and Tranformation Plan, il documento programmatico che indica le linee di sviluppo del Paese per il quinquennio 2011-2015. Tuttavia, il livello impositivo resta complessivamente inferiore alla media africana. Dal punto di vista finanziario il livello delle riserve valutarie resta molto basso e segna an-cora la forte dipendenza dell’economia dall’estero.

RATING E BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI RISCHIO

OCSE

7

S&P’s

-

Moody’s

-

Fitch

-

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI BUSINESS CLIMATE

ACCORDI E CONVENZIONI

attuale precedente

Doing Business 2013 127° su 183 125° su 183

Index of Economic Freedom 2013 146° su 177 134° su 183

Corruption Perceptions Index 2012 113° su 176 120° su 182

Convenzione di Washington: in vigore

Convenzione di New York: -

Gli indicatori economici2010 2011 2012(s) 2013(p) 2014p

PIL (variazione % reale) 9,9 7,3 8 7,1 6,7

Inflazione media annua (%) 8,1 33,2 23,4 11,2 10,8

Saldo Bilancio pubblico/PIL (%) -1,6 -2,1 -3,1 -3,4 -2,9

Bilancia dei pagamentiEsportazioni ($ mld) 2,5 3 3 3,2 3,7

Importazioni ($ mld) -7,4 -8,3 -9,4 -9,9 -11

Saldo transazioni correnti/PIL (%) -1,6 -2,6 -4,3 -5,6 -6,5

Debito estero totale ($ mld) 7,3 8,6 10,6 12,7 14,4

Debito estero totale/PIL (%) 27,6 28,4 28,2 32,7 33,3

Riserve valutarie lorde ($ mld) 2,8 3,1 3 3,2 3,5

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 3,4 3,2 2,8 2,8 2,8

Fonte: EIU, settembre 2013 (s): stime; (p): previsioni

ADDIS ABEBADire Dawa

Awasa

Mekele

*stime del FMI, ottobre 2013

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Dicembre 2013

65

INSIDEEtiopia INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Affari & contratti

Un segnale importante sul fronte dell’apertura alla collaborazione con l’industria privata arriva

dall’entrata in funzione, ai primi di novembre, della più grande centrale ad energia eolica del continente, situata ad Ashegoda, nella regione di Tigray. Costata 290 milioni di dollari, di cui il governo etiope ha coperto solo il 9%, la centrale è stata realizzata dai francesi della Vergnet con un prestito di un istituto di credito francese e dell’Agenzia allo sviluppo di Francia. Grazie alle sue 84 torri a pale ha una capacità di 120MW e produrrà circa 400 milioni di KWh l’anno. Recentemente è stato firmato anche un accordo per l’utilizzo del geotermico come fonte alternativa, ma l’obiettivo di quadruplicare la produzione energetica entro il 2015 passa soprattutto dall’entrata in funzione della grande centrale idroelettrica Grand Renaissance Dam, in costruzione sul Nilo, dove Salini-Impregilo è impegnata da tre anni. Secondo gli esperti, l’Etiopia ha un potenziale idroelettrico di circa 45mila MW, geotermico di 5mila MW e il terzo potenziale di energia eolica dopo quello di Egitto e Marocco. Oltre a Salini-Impregilo che sta costruendo un’altra diga importante (Gibe III) è recentemente entrata nel mercato dell’acciaio anche la Danieli (articolo a pagina 32) per costruire la più grande acciaieria dell’Africa orientale.

ACCIAIO E DIGHE: ITALIANI IN PRIMA LINEA

Consumi in crescitaNel 2011 l’Italia è stato il primo fornitore europeo dell’Etiopia (il settimo

a livello mondiale) ed il secondo cliente dopo la Germania (l’ottavo a livello mondiale); nel 2012 le importazioni italiane sono cresciute di circa il 30% mentre le esportazioni sono calate in modo significativo. Il trend è continuato nei primi sette mesi di quest’anno anche se a passo ridotto: l’export è aumentato del 5% e le importazioni del 12%, ma il saldo della bilancia resta fortemente positivo e in miglioramento. Se la crescita del Pil dovesse mantenersi sui livelli attuali, si assisterebbe ad una rapida evoluzione della dinamica dei consumi, anche per il possibile rientro di parte della diaspora etiopica, in particolare di quella residente in USA, UK, nord Europa e dei relativi capitali. Già oggi, Addis Abeba costituisce una parziale eccezione: anche grazie alla presenza di una nutrita comunità di espatriati legata al ruolo di capitale continentale che Addis Abeba cerca di darsi in quanto sede dell’Unione Africana, si stanno progressivamente affermando standard di consumo più elevati e, in prospettiva, possono sorgere opportunità per le nostre esportazioni di prodotti di nicchia. La concorrenza con le aziende cinesi, indiane, turche, che continuano a entrare nel mercato locale con prezzi competitivi, costituisce per le imprese italiane una rilevante barriera all’ingresso. «Che tuttavia potrebbe essere notevolmente ridotte se si studiassero pacchetti finanziari innovativi che uniscano risorse pubbliche nazionali con capitali privati e fondi di sviluppo dell’Unione Europea nel cosiddetto blending», ha fatto rilevare Renzo Mario Rosso, l’ambasciatore italiano.

Con l’aiuto dei cinesi

Porte aperte ai capitali

MADE IN ITALY

Il Growth and Transformation Plan (GTP), che indica le linee di svi-

luppo per il quinquennio 2011-2015 è funzionale alla trasformazione in Paese a reddito medio entro il 2025. Il piano individua sette strate-gie prioritarie, la prima delle quali è di assicurare un tasso di crescita tra l’11% ed il 14,9% per tutto il pe-riodo di riferimento, obiettivo che non sarà raggiunto. La crescita do-vrebbe essere sostenuta soprattutto dalla produzione agricola che rap-presenta circa il 50% del Pil, seguita dall’allevamento, dagli investimen-ti nelle infrastrutture e nei sistemi di irrigazione, nelle reti di diffusione dell’acqua potabile e nella sanità. Si prevede inoltre una crescita del com-parto industriale che entro il prossimo quinquennio dovrebbe raggiungere la quota media del 15,6% del Pil. Obiettivi ambiziosi sono stati stabi-liti in materia di trasporti imperniati sullo sviluppo di una rete ferrovia-ria nazionale di 2mila chilometri e di una metropolitana leggera ad Addis Abeba (34 km). Delle varie tratte, solo due sono già in costruzione: la

Negli ultimi 12 mesi ben 800 pro-getti di investimento esteri e i

primi cinque con impieghi di capita-le in un range da 150 a 600 milioni di dollari. I settori maggiormente interessati sono stati quello mine-rario, l’allevamento, la lavorazione delle carni, il tessile e abbigliamen-to, il cementiero e la produzione di birra. Questa esplosione di progetti

Addis Abeba-Gibuti, per cui è stato ultimato il 16% dei lavori. Exim Cina ha finanziato 2,3 miliardi di dollari che coprono il 70% dei costi dei 756 km. Di questi, 317 verranno costru-iti dalla China Railway Corp. e 339 da China Civil Construction. Per la prima fase della metropolitana leg-gera di Addis Abeba è stato ultimato il 26% dei lavori. Altri obiettivi del piano sono gli aiuti all’industria ener-getica con investimenti soprattutto nelle fonti rinnovabili per quadrupli-care la potenza da 2mila a 8mila MW, incrementando anche la rete di distri-buzione, e la costruzione di strade per almeno 16mila chilometri.

è dovuta anche al Forum consultivo pubblico-privati istituito nel 2010 insieme al piano di sviluppo, per mi-gliorare i rapporti tra governo e il settore privato dell’economia, agendo sui regolamenti e le disposizioni. Le istituzioni finanziarie internazionali, in particolare Ifis e DFIs (donor fun-ds) hanno incominciato a finanziare progetti a lungo termine, insieme alla Banca centrale, particolarmente foca-lizzata sui prestiti al settore agricolo e manifatturiero. Per sollecitare l’in-teresse degli investitori internazionali il governo ha approvato l’anno scorso nuove leggi che proteggono gli inve-stimenti esteri, garantendo dal rischio di esproprio, favorendo il rimpatrio dei profitti, autorizzando l’utilizzo di valuta internazionale e la riduzione di diritti doganali e dalle tasse sul red-dito per chi lancia nuove iniziative o subisce delle perdite o raggiunge livelli di esportazione dei prodotti su-periori al 60%.

630720

1152 988

639

1115

2007 2008 2009 2010 2011 20120

200

400

600

800

1000

1200$ ml

FINANZIAMENTI SU PROGETTI

Fonte: Sace

OUTLOOK

BUSINESS

39%

13,5%9,7%

8,3%

7,6%

22%

MeccanicaVeicoliMetalli Altro

App. elettriciMobili

CHE COSA IMPORTA (2012%)

Fonte: Sace

Francesco De Martino, responsabile dell’Etiopia per la Danieli

Fonte: stime FMI, ottobre 2013

4

6

8

10

Africa Sub SaharianaEtiopia

20162015201420132012

IL TREND DI CRESCITA

Ambasciata d’Italia - Ambasciatore: Renzo Mario Rosso Tel.: + 251 11 1235717 E-mail: [email protected]

Contatti: DLA Piper – Leul Kokeb, Mehrteab, [email protected] Leul & Associates Addis Ababa, Ph.: +251 911 20 91 55African Avenue Street, Aberus Complex Building, 7th floor, Room 707

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Dicembre 2013

66

INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Grazie a una crescita che dura da vent’anni è considerata una delle economie più virtuosedel continente. E da quando Eni sta estraendo petrolio, le prospettive migliorano ancora

Due pilastri, petrolio e cacao

INSIDEGhana

CONTESTO POLITICO

Le elezioni del dicembre 2012 han-no confermato alla guida del Paese il presidente John Dramani Mahama (foto), esponente del Partito social-democratico National Democratic Congress. Il New Patriotic Party, for-mazione d’opposizione di area liberaldemocratica conservatrice, ha però contestato il risultato del vo-

to e, nonostante parte degli osser-vatori internazionali abbia espresso un giudizio positivo sul-lo svolgimento, ha presentato ricorso alla Corte Supre-

ma. Nonostante l’incertezza politica, il Ghana mantiene buone rela-zioni con i donor, Stati Uniti e Gran Bretagna in special modo.

La superficie del Ghana è di 238 mila chilometri quadrati. La capitale, Accra, è una città di oltre 1,6 milioni di abitanti. Il cedi ghanese si cambia a 0,3 euro (per 10 mila cedi)

POPOLAZIONE (2011)

24,3 milioni

45,5 miliardi

1.781 $

PIL NOMINALE (2013*)

PIL PRO CAPITE (2013*)

ACCRA

Kumasi

Tamale

Dal 1992 il Ghana sta vivendo un promettente sviluppo sotto il profi-lo economico, con una crescita costante che negli ultimi dieci anni è stata attorno all’8% annuo, grazie alle riforme strutturali, concordate con il Fmi, ed economiche del governo, che puntano alla riduzio-

ne del debito e al rigore di bilancio. Il Ghana, che si conferma uno dei Paesi a più rapida crescita a livello mondiale (e il migliore nel contesto dell’Africa sub-sahariana, secondo la Banca Mondiale), viene ora considerato dagli os-servatori internazionali un paese virtuoso e si stima che entro il 2015 il paese possa raggiungere lo status di paese a medio reddito. Con l’accordo finale di cancellazione del debito, firmato nel giugno 2005, l’Italia ha annullato i propri

crediti verso il Ghana per 34,12 milioni di euro. A migliorare la situazione eco-nomica ha contribuito l’avvio, alla fine del 2010, della produzione petrolifera che, sommata alla crescita del prezzo dell’oro e del cacao, ha fatto registrare, nel 2011, un tasso di crescita del 14,4%. La fornitura di fondi da parte di Ifi e Dfi (Istituzioni finanziarie internazionali e di sviluppo finanziario) è vitale per la realizzazione dei progetti di investimento pubblico. Nel 2013, il finanzia-mento estero del bilancio del Ghana è pari a circa il 45% del totale. Il sistema bancario si compone di 26 istituti commerciali. Lo stato ghanese ha interessi in 5 banche, attraverso partecipazioni dirette o indirette del governo, della Banca Centrale o del fondo pensione Ssnit.

RATING E BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI RISCHIO

OCSE

5

S&P’s

B

Moody’s

B1

Fitch

B+

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATE attuale precedente

Doing Business 2013 64° su 183 63° su 183

Index of Economic Freedom 2013 77° su 185 84° su 184

Corruption Perceptions Index 2012 64° su 176 60° su 183

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATE

ACCORDI E CONVENZIONIConvenzione di Washington: in vigore

Convenzione di New York: in vigore

Gli indicatori economici2010 2011 2012s 2013p 2014p

Pil (variazione % reale) 8,0 14,4 7,1 7,5 7,4

Inflazione media annua (%) 10,7 8,7 9,1 8,2 7,8

Saldo Bilancio pubblico/Pil (%) -6,5 -4,0 -7,0 -6,2 -5,1

Bilancia dei pagamentiEsportazioni ($ mld) 8,0 12,8 13,7 15,2 16,3

Importazioni ($ mld) -10,9 -16,0 17,9 -19,3 -20,7

Saldo bilancia commerciale ($ mld) -2,9 -3,2 -4,2 -4,1 -4,4

Saldo transazioni correnti ($ mld) -2,7 -3,7 -4,9 -4,7 -4,8

Saldo transazioni correnti/Pil (%) -8,4 -9,4 -13,2 -12,0 -11,2

Debito estero totale ($ mld) 9,3 11,3 13,2 15,3 17,1

Debito estero totale/Pil (%) 28,8 28,8 35,5 39,1 39,4

Riserve valutarie lorde ($ mld) 5,1 5,8 5,8 6,6 7,2

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 4,4 3,5 3,3 3,4 3,5

Cambio medio GHC/USD 1,4 1,5 1,8 2,0 2,1Fonte: EIU Bureau van Dijk, febbraio 2013 s: stime; p: previsioni

*stime FMI, ottobre 2013

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Dicembre 2013

67

INSIDEGhana INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Affari & contratti

Il gruppo di costruzioni De Simone presente in Ghana da oltre 40 anni ha diversificato la propria attività in altri settori. Presente con filiali anche

nei paesi limitrofi, sta attualmente completando la realizzazione del centro finanziario di Accra (foto). Eni, presente dal 2009, sta estraendo petrolio dalle acque profonde di Cape Three Points (Eni 47,2%) e svolge un’intensa attività esplorativa che ha avuto esito positivo nel pozzo Sankofa East-1X, che ha prodotto circa 5 mila barili/giorno di buona

qualità in fase di test. A oggi sono stati perforati ulteriori otto pozzi con esiti minerari di interesse sia per l’olio che per il gas. Altro settore di interesse per le imprese italiane è quello delle apparecchiature elettriche: la continua interruzione nella fornitura di energia elettrica richiede l’importazione di generatori, trasformatori e stabilizzatori di corrente. Buone le opportunità anche per la vendita dei prodotti alimentari made in Italy.

BUONE NOTIZIE DALL’OFFSHORE

Bilancia in deficitLe relazioni bilaterali si basano

su un’intensa collaborazione sia in campo imprenditoriale grazie una dinamica comunità di imprenditori italiani attivi nell’edilizia, nella produzione di cacao e nell’esportazione di legname, sia in quello della cooperazione allo sviluppo, ulteriormente intensificata con il programma a sostegno delle piccole e medie imprese locali, il Ghana Private Sector Development Facility. Tuttavia la bilancia commerciale è fortemente passiva, 253 milioni nei primi sette mesi di quest’anno, anche se in miglioramento deciso rispetto allo stesso periodo del 2012. Le importazioni italiane dal Ghana, trainate dai prodotti petroliferi, dal legname e dal cacao, hanno raggiunto 536,6 milioni di euro nel 2012 e 384 milioni nei primi sette mesi di quest’anno. Per quanto riguarda gli investimenti tricolori in Ghana, l’imprenditoria italiana è rappresentata, oltre che da grandi imprese di trasporto aereo e marittimo, da aziende locali di medie e piccole dimensioni a capitale italiano e misto, attive principalmente nei settori delle costruzioni, della lavorazione del legname, dei servizi (trasporti e import-export) e dell’agro-processing (pomodoro e cacao). Un settore di opportunità per l’Italia è rappresentato dal progetto del governo di estendere le politiche di incentivo adottate nella produzione di cacao al settore agricolo nel suo complesso, soprattutto nei comparti della silvicoltura e della pesca. L’espansione delle miniere d’oro e il consolidamento della produzione di petrolio e gas porterà poi a una forte e persistente crescita nel settore industriale. Parallelamente si prevede anche una crescita sostenuta del settore dei servizi, in particolare nelle telecomunicazioni e nelle costruzioni. Lo sviluppo delle infrastrutture e del settore edile offrono ovviamente buone possibilità anche per l’esportazione di mezzi pesanti, ma è in crescita anche il segmento auto.

Obiettivo middle income

Welcome agli investitori

MADE IN ITALY

Laura Carpini, 47 anni, l’ambasciatore italiano ad Accra da settembre 2012, è accreditato anche in Togo

Il Ghana è uno dei paesi più pro-mettenti dell’Africa occidentale

grazie alla produzione petrolifera (110 mila barili di greggio al giorno) e a quella del cacao (secondo pro-duttore a livello mondiale), anche se nel 2012 la crescita è stata rallentata dall’indebolimento della valuta loca-le nei confronti del dollaro. Secondo il ministero delle Finanze e della pia-nificazione (Mofep), l’investimento nelle infrastrutture pubbliche per i prossimi tre anni necessita di circa 13,8 miliardi di dollari. I principali progetti finanziati riguardano i settori di energia, trasporti, acqua e sanifi-

I principali accordi conclusi nel paese negli ultimi 12 mesi inclu-

dono il progetto a ciclo combinato Tico da 330 MW, un contratto da 330 milioni di dollari, l’impianto di desa-linizzazione di Teshie (125 milioni di dollari); mentre il Governo brasiliano ha finanziato con 74 milioni di euro l’Intersezione a tre livelli sfalsati nel-la zona Kwame Nkrumah, Accra. Un fatto significativo è stata l’emissione di 1 miliardo di dollari di Eurobond con una cedola al 7,8%. Mofep, la Banca del Ghana e il Dipartimento del Procuratore generale sono solitamente i consulenti finanziari e legali del go-verno in queste transazioni. Tuttavia, per alcuni contratti, il governo richie-de i servizi di consulenti privati. Il settore privato mantiene i propri con-sulenti finanziari e legali. I principali meccanismi volti a incoraggiare gli investimenti esteri sono stati la libe-ralizzazione dei regimi di valuta estera per consentire il rimpatrio degli utili e un più facile accesso ai fondi, le garan-zie contro gli espropri, i meccanismi

cazione. Nel settore energetico, due progetti intendono aggiungere 1.340 MW di potenza a un costo previsto di 2,15 miliardi di dollari. Per un proget-to volto allo sviluppo di infrastrutture a gas si prevede un costo di 1,2 miliar-di di dollari. Nei trasporti è prevista la riabilitazione degli elementi della rete ferroviaria (1,2 miliardi di dolla-ri), il rinnovo e l’espansione di porti marittimi (1,2 miliardi); il rinnovo e l’espansione degli aeroporti (611 mi-lioni) e la riabilitazione o l’espansione delle autostrade (1,25 miliardi). Nel settore idrico sono previsti tre pro-getti che includono un impianto di desalinizzazione (1 miliardo). Per le autorità locali è una priorità l’apertu-ra agli investimenti esteri, che devono soddisfare i requisiti di capitale mi-nimo e impiego di personale locale, mentre la normativa relativa prevede garanzie contro l’esproprio e la nazio-nalizzazione. L’aliquota d’imposta è, dal 2000, al 12,5%, ma nel 2007 è par-tito anche un sistema di percentuale forfettaria fissa al 3% di Iva nella di-stribuzione al dettaglio.

di risoluzione delle controversie, gli accordi di doppia imposizione e gli incentivi fiscali di portata generale o specifici del settore. Buone opportunità di affari sono of-ferte dal settore costruzioni, in fase di espansione: secondo uno studio redatto nel 2012 dalla Banca del Ghana, il paese necessita di circa 1,5 milioni di unità abitative in edilizia economica. È poi in corso un grande progetto di sviluppo per l’area cir-costante l’aeroporto internazionale di Accra, dove, oltre ad abitazioni di pregio, sono in corso di realizzazione hotel, centri commerciali ed edifici da adibire ad uffici.

OUTLOOK

BUSINESS

DA DOVE IMPORTA

IL BOOM DEL 2011

1612

1092

1481,4

1872

939,1

1217

198,4 225

Regno Unito Cina USA Italia (posizione 13)

0

1000

200020112012

3

6

9

12

15

Africa Sub SaharianaGhana

201620152014201320122011

Fonte: stime FMI, ottobre 2013

Contatti: DLA Piper – Tsikata, Fui Reindorf Chambers - Tel. +233 302 225674 - +233 302 249564 20 Jones Nelson Road, Adabraka, Accra

Ambasciata d’Italia - Ambasciatore: Laura CarpiniTel. + 233 030 2775621/2 E-mail: [email protected]

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Dicembre 2013

68

INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

La produzione di petrolio, principale asset del paese, non è in linea con le attese causa causa scioperi e disordini. Nell’incertezza arriva, tuttavia, qualche grande appalto

Ripresa lenta, salgono i servizi

INSIDELibia

CONTESTO POLITICO

La normalizzazione del quadro po-litico, dopo la guerra civile che ha portato nel 2011 alla caduta di

Gheddafi, proce-de con difficoltà. Il governo presieduto da Ali Zeidan (foto) che si è insediato nell ’ottobre 2012 non ha il controllo su parti del territorio. Le spinte autono-

mistiche delle varie regioni che compongono il Paese e la presen-za di numerose milizie che avevano combattuto il regime precedente, ma che non hanno ancora deposto le armi, complicano la definizione di un nuovo assetto costituzionale e gli sforzi per ristabilire condizioni di sicu-rezza e il ruolo della legge.

POPOLAZIONE (2012)

6,6 milioni

70,9 $ mdi

10.863 $

PIL NOMINALE (2013*)

PIL PRO CAPITE (2013*)

TRIPOLI

BengasiMisurata

Dopo il crollo dell’attività economica nel 2011(-62% del Pil) a seguito del-la guerra civile, l’economia ha avuto un forte rimbalzo nel 2012 (+92,1%)

ma la crescita resta strettamente legata alle potenzialità del settore dell’oil&gas. Le prospettive di medio periodo dipendono dal successo del processo di sta-bilizzazione politica, mentre nel lungo termine resta necessario diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dal settore oil, che ad oggi conta per il 50% del Pil reale e per l’88% delle entrate statali. Nella prima metà del 2013 il trend positivo è continuato con una crescita dell’estrazione di petrolio (+6,2%), ma nei mesi successivi scioperi e rinnovati problemi di sicurezza hanno determi-nato numerose interruzioni nell’attività. La debolezza dell’amministrazione

centrale sta inoltre causando notevoli ritardi nella realizzazione delle opere di ricostruzione e dei piani di investimento. Il bilancio dello Stato per l’anno 2013, nella parte relativa al finanziamento dei progetti di sviluppo, la cui allocazio-ne complessiva è pari a circa 11,5 miliardi di euro, ossia il 28% del bilancio complessivo (circa 39,3 miliardi di euro), evidenzia significative potenzialità di spesa, che risulterebbero ulteriormente incrementate ove, come sembra, ve-nisse confermata la possibilità per l’amministrazione pubblica di riacquisire la disponibilità (totale o parziale) dell’avanzo di bilancio 2012 (circa 14 miliardi di euro). La maggior parte delle risorse è stata destinata a progetti legati allo sviluppo urbanistico e all’edilizia abitativa.

RATING E BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI RISCHIO

OCSE

7

S&P’s

-

Moody’s

-

Fitch

-

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATEINDICATORI DI BUSINESS CLIMATE

ACCORDI E CONVENZIONI

attuale precedente

Doing Business 2013 - 174° su 183

Index of Economic Freedom 2013 - 176° su 184

Corruption Perceptions Index 2012 160° su 176 168° su 176

Convenzione di Washington: in vigore

Convenzione di New York: -

Gli indicatori economici2010 2011 2013(p) 2013(p)

Pil (variazione % reale) 4,3 -61,4 92,1 11,3

Inflazione media annua (%) 2,5 15,9 6,7 7,1

Saldo Bilancio pubblico/Pil (%) 6,8 -15,7 22,1 7,5

Bilancia dei pagamentiEsportazioni ($ mld) 48,9 15 52,2 56,9

Importazioni ($ mld) 25,6 -11,2 -18,1 -24,4

Saldo transazioni correnti/Pil (%) 16,8 0,8 29,3 25,7

Debito estero totale ($ mld) 6,4 4,9 5,3 6

Debito estero totale/Pil (%) 7,9 14,3 6,4 6,5

Riserve valutarie lorde ($ mld) 99,8 105 117,2 130,1

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 39 84,8 61,5 51,7

Fonte: EIU, febbraio 2013 s: stime; p: previsioni

*stime del FMI, ottobre 2013

La superficie della Libia è di 1,7 milioni di chilometri quadrati. La capitale è Tripoli, con circa 1 milione di abitanti. La moneta è il dinaro, al cambio 0,5 euro (per 1 dinaro)

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Dicembre 2013

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INSIDELibia INTERNATIONAL

AFRICAITALIA

Affari & contratti

Entro la fine dell’anno il gruppo Salini-Impregilo dovrebbe iniziare i lavori sul primo tratto dell’autostrada costiera che per 1.700

chilometri attraverserà il deserto dal confine occidentale con la Tunisia all’Egitto. Si tratta di un appalto da 945 milioni di euro, per lavori che dureranno 4 anni. Il contratto rientra nel trattato di amicizia stipulato da Gheddafi con il governo Berlusconi. Il lotto assegnato all’Italia si sviluppa lungo 400 chilometri, dalla città di Al Marj ad Emsaad al confine egiziano e prevede la costruzione di un’autostrada a due corsie per senso di marcia della larghezza di 3,75 metri ciascuna, 12 ponti lunghi in totale 2,2 Km, 8 aree di servizio, e 6 aree di parcheggio. Anche Saipem ha recentemente finalizzato il contratto per la produzione di gas nella Libia occidentale, con impianti a mare sulla piattaforma Sabratha, che detiene il record mondiale di sollevamento offshore di 12.150 tonnellate e a terra nel complesso di Mellitah, collegati con l’Italia dalla condotta sottomarina Greenstream. Quest’anno Eni, che in Libia è uno dei principali produttori di petrolio offshore e nel deserto, ha avviato nuove importanti attività esplorative onshore attraverso la perforazione di un primo pozzo che ha raggiunto una profondità totale di circa 4.375 metri, a cui è seguito un secondo 4420 metri.

PARTE CON SALINI L’AUTOSTRADA DEL MARE

Export sale a doppia cifraAnche dopo la rivoluzione del 2011, l’Italia si è confermata il principale

partner economico della Libia, in virtù, soprattutto, dell’esportazione di prodotti petroliferi, che dopo il crollo del 2011 sono tornati sui livelli pre-rivoluzione (12,8 miliardi di euro a fine 2012). Anche l’export verso la Libia è quadruplicato nel 2012 a 2,4 miliardi. Nei primi sette mesi di quest’anno tuttavia il flusso delle importazioni è diminuito di un 10% sull’anno precedente, mentre le esportazioni sono cresciute di quasi il 26%. Complessivamente l’interscambio è stato leggermente inferiore, e ne ha beneficiato il saldo della bilancia commerciale (-18% a/a) che

resta comunque negativo. Prima della rivoluzione del 2011 operavano in Libia oltre 100 aziende italiane, principalmente impegnate nei settori delle costruzioni, ingegneristica, impiantistica industriale e servizi collegati al settore petrolifero, e si calcola che ne siano rientrate in Libia almeno il 70%. Tra le principali aziende italiane si distinguono ENI (joint venture con la National Oil Corporation), Iveco, che opera in joint venture con il Ministero dell’Industria Libico per la

produzione di autocarri e autobus, Agusta Westland-Finmeccanica, che detiene il 50% del capitale della Liatec, azienda che assembla elicotteri, Saipem, Salini, Impregilo, Con.I.Cos, Bonatti, Italcementi, Dietsmann, Ferretti International, Danieli, Sirti. L’industria manifatturiera locale è molto debole con l’eccezione della Lisco-Libyan Iron and Steel Company, a Misurata, che produce semilavorati di acciaio e materiali ferrosi, che ha in programma di raddoppiare la produzione nei prossimi anni. Il sistema bancario, in prima battuta, ha beneficiato della politica di stabilizzazione seguita dalla Banca Centrale libica, che ha progressivamente reimmesso liquidità nel circuito bancario attraverso il trasferimento agli istituti di parte delle ampie riserve in valuta estere alimentate dalle esportazioni di prodotti petroliferi. Non ci sono banche italiane in Libia e la rappresentanza di Unicredit a Tripoli è attualmente non attiva.

Trend a rischio petrolio

Telefoni, si punta al 4G

MADE IN ITALY

Giuseppe Buccino Grimaldi, ambasciatore italiano a Tripoli

Il Fondo monetario nel suo ulti-mo outlook (ottobre) ha rivisto

sensibilmente al ribasso le stime sull’andamento dell’economia nel 2013, con un Pil in diminuzione del 5,1% in termini reali e le notizie dei primi di novembre sembrano con-fermare i timori. Nel 2014, il Fmi prevede tuttavia un recupero, segna-to da una crescita del 25,5% del Pil, grazie ad una espansione a due ci-fre sia del settore idrocarburi che non idrocarburi. Questo scenario implica che, dal lato idrocarburi, l’estrazio-ne di petrolio e gas si porti entro fine 2013 ai livelli di prima del conflitto, rispettivamente a ridosso di 1,6 mi-lioni di barili al giorno per il petrolio e a 17 miliardi di metri cubi all’anno per il gas (contro 12 miliardi livello massimo toccato quest’anno).Queste previsioni per l’attività di estrazione non appaiono di facile realizzazione, considerando le condi-zioni di sicurezza ancora precarie e i ripetuti scioperi. Per quando riguar-da la parte non idrocarburi, la spinta verrà principalmente dai settori mag-giormente coinvolti nello sforzo di ricostruzione. D’altra parte, per moti-vi di sicurezza, molti investitori hanno

I servizi legati alle tlc e all’infor-matica presentano prospettive di

crescita sostanziale nel breve termi-ne. Il Governo libico ha annunciato il 25 luglio scorso l’apertura del merca-to di fornitura di servizi internet, prima soggetto a monopolio governativo. Lo sviluppo dei servizi di telefonia mobi-le dovrebbe condurre, entro il 2015, all’estensione e al potenziamento della rete attuale con interventi infrastruttu-rali, e all’introduzione della tecnologia di quarta generazione (4G). Secondo l’Ente governativo libico per la gestio-ne della produzione e distribuzione dell’energia elettrica, nel prossimo triennio il 15% dell’energia destina-ta al consumo domestico dovrebbe essere prodotta da fonti rinnovabili (eolico e solare). Al momento la pro-duzione di energia verde è nulla. Oltre alla creazione di parchi eolici e solari dovrebbero decollare soluzioni di ar-

temporaneamente frenato l’apertura di nuove aziende nella speranza che la situazione migliori. Il governo li-bico si sta muovendo concentrandosi principalmente sulla risoluzione dei problemi di sicurezza per garantire agli investitori un ambiente nel quale vivere e operare. La Libia ha decisa-mente bisogno della partecipazione e del coinvolgimento estero al fine di ri-costruire e sviluppare il paese, tuttavia il governo non ha ancora effettuato al-cun cambiamento rilevante in merito a leggi o incentivi non ancora realizzati dal momento in cui è esplosa la rivo-luzione. Le maggiori opportunità sono in settori settori in cui sono richieste esperienze e conoscenze che le società estere possono fornire al paese.

chitettura energetica integrata per il consumo domestico (solare termico). Nel mercato dei prodotti di consumo, è prevista una buona domanda di mo-bili e oggetti d’arredamento sostenuta dall’emergente imprenditoria locale, con buone capacità di spesa. Anche nel settore agro-alimentare ci sono buo-ne prospettive di crescita grazie allo sfruttamento della fascia costiera per la costituzione di filiere produttive vo-tate all’esportazione.

-80-60-40-20

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100120

2016201520142013201220112010

% a/a

62,8%

5%

29,9%

2,1%

Servizi

Agricoltura

Industria non manifatturiera

Manifattura

CRESCITA A RIMBALZI

PIL: SOPRATTUTTO SERVIZI

Fonte: stime FMI, ottobre 2013

Fonte: EIU - * (2012, stima)

OUTLOOK

BUSINESS

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