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INTERCULTURA EDUCARE ALLA MONDIALITÀ
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Mar 27, 2020

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interculturaeducare alla mondialità

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intercultura

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e d u c a r e a l l a m o n d i a l i tà

i n t e r c u lt u r a

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InterculturaL’ingrediente “normale” di ogni nostra azione educativa

I progetti e i servizi educativi della cooperativa L’Abbaino in ambito intercultura fanno riferimento al modello dell’integrazione interculturale, che si propone di superare le criticità di altri modelli legati all’integrazione e di rendere “normalmente” interculturale ogni azione educativa.

Nei nostri servizi l’educazione interculturale genera una diffusa esperienza di convivialità relazionale, intesse codici e linguaggi affettivi ed emotivi promuovendo la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri di una comunità come parte integrante della propria società. Il nostro obiettivo è quello di riconoscere e valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ognuno, considerando la presenza di bambini, adolescenti e adulti con radici culturali diverse un fenomeno strutturale che deve trasformarsi in un’opportunità per tutti.

Non basta coesistere nella stessa società, ma questa stessa società bisogna crearla continuamente insieme convivendo e condividendo esperienze significative.

L’intercultura crea le condizioni per lo sviluppo di identità plurali e fluide, dove ogni “tassello” della vita di ciascuno ha riconoscimento e dignità, dove la sfida quotidiana con la complessità viene affrontata con creatività, curiosità e apertura verso l’inatteso e il diverso, nella consapevolezza che è proprio l’incontro con l’altro da sé che permette la crescita e lo sviluppo di nuovi orizzonti e saperi.

Rispetto a paesi nei quali l’esperienza dell’educazione interculturale può vantare una certa storia, la realtà italiana ha vissuto, in un tempo relativamente breve, uno sviluppo veloce da una società piuttosto stabile a una società caratterizzata da forti cambiamenti e discontinuità. Si è creato un nuovo paradigma nel quale il lavoro

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educativo si è dovuto confrontare con una rilettura profonda dei propri obiettivi e metodi, fare i conti con le esperienze europee e individuare competenze e saperi nuovi su cui focalizzare la propria attenzione.La società nella quale operiamo è immersa in un’ampia gamma di stimoli culturali che esprimono un’enorme ricchezza e tante potenzialità, ma che allo stesso tempo possono risultare contraddittori e necessitano della costituzione di un sistema di valori di riferimento condivisi, in grado di sostenere un nuovo senso di appartenenza e cittadinanza, non soltanto legato a un territorio, ma aperto a tutto il genere umano verso un concetto di “uomo planetario”. Il lavoro educativo necessita di uno sguardo interculturale aperto e attento alla relazione con l’altro, chiunque esso sia, e l’educatore non può rinunciare al compito di promuovere nelle persone con cui interagisce la capacità di dare senso alla varietà delle proprie esperienze, al fine di sostenere l’incontro con l’inatteso e ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita che viviamo.Dare valore alle esperienze, all’incontro e al confronto con l’altro, sospendere i giudizi e gestire le emozioni e i conflitti: queste ed altre sono le competenze che costituiscono la cornice di riferimento dell’educazione interculturale e creano il contenitore valoriale di riferimento nel quale l’impegno dei nostri educatori che lavorano in contesti multiculturali sviluppano i loro progetti.

Nella cooperativa L’Abbaino, la progettazione interculturale è affidata al gruppo di ricerca-azione LeP (Laboratorio per le Educazioni alla Pace), che ha sviluppato in questi anni esperienze in diverse aree di intervento, con una connotazione coerente e condivisa da un punto di vista valoriale e metodologico, e al contempo adattabile a diversi contesti.

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Modello assimilazionista - nasce in Francia e mira a rendere prima possibile l’immigrato “cittadino” del paese nel quale è giunto. Si agisce come se l’educazione interculturale fosse esclusivamente “l’educaazione per gli stranieri”, per permettere a loro e alle loro famiglie di integrarsi nel più breve tempo possibile nella società che li accoglie, proponendo progetti di tipo compensatorio, sulla lingua e sulla cultura del paese ospitante. Questa impostazione presuppone una visione etnocentrica che ritiene la cultura ospitante gerarchicamente più adatta a permanere. In particolare, si mette l’immigrato nella condizione di svalutare il proprio vissuto, la propria identità, le proprie visioni del mondo e percepirle come inadeguate e inutili per costruire il proprio futuro.

Modello del relativismo culturale - è più o meno contemporaneo al precedente ma più legato al contesto anglosassone. Sotto il segno del “rispetto della diversità”, mostra la sua debolezza ponendo l’accento su ciò che differenzia e che separa le diverse culture. Le culture sono intese come qualcosa di permanente, fisso e inalterabile e non si realizzano i presupposti per l’incontro e il cambiamento. Tale mentalità ha finito per dar vita a condizioni di ghetto e nei casi peggiori di vero e proprio apartheid.

Modello del melting pot - nel tempo si è pensato alla possibilità che le culture coesistenti in uno stesso territorio potessero dar vita, quasi per un processo naturale, a nuove situazioni descritte con le metafore del “melting pot” e della “salad bowl”, ovvero che la “vicinanza” tra le diverse comunità riuscisse a dar vita a modelli nuovi e condivisi di società, nella quale le diverse culture si amalgamassero fino a dar vita ad una nuova cultura “meticcia”. La realtà dei fatti ha dimostrato che la cultura dominante del paese di immigrazione tende a inglobare solo gli aspetti più folcloristici e marginali delle altre culture, mentre l’assetto socio culturale diventa più complesso e teso, le differenze poste in contatto senza un progetto né alcun accompagnamento educativo, tendono più al conflitto che all’integrazione.

Modello dell’integrazione culturale - ritiene che l’educazione interculturale sia un tema in continua evoluzione, che dà vita a un processo fluido nel quale si discute e si riflette continuamente alla ricerca di strategie e idee che permettano una convivenza creativa e paritaria tra gli esseri umani. È un processo che evolve continuamente e che va calato nei contesti, nelle situazioni, nella relazione diretta con le persone che sono coinvolte, escludendo generalizzazioni e semplificazioni. L’intercultura è un atteggiamento, un modo di essere, uno sfondo integratore da riconoscere nella quotidianità del lavoro.

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Prima l’ educazion e del cuore, Poi l’ educazion e della mente.

B ru n o m i s efar i

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l’eDucaZIOne SOcIO aFFettIVa e relaZIOnalePartecipazione e prevenzione del disagio

Ci proponiamo una costante attenzione allo sviluppo e al consolidamento di competenze relazionali e di consapevolezza riguardo alle proprie e le altrui emozioni, la capacità di esprimerle e riconoscerle, l’interesse e la curiosità verso l’altro, l’ascolto, l’empatia, la capacità di sostenere e tollerare il disagio delle risposte inattese e divergenti, di gestire i conflitti e riconoscerne il valore evolutivo e creativo nella relazione, lo sviluppo di un atteggiamento cooperativo e solidale.Il tema centrale delle attività è “l’ascolto”: la capacità di ascoltare se stessi, le proprie emozioni, i propri bisogni, i propri sentimenti come momento fondamentale per diventare competenti nell’ascoltare gli altri. Chi ha una buona autostima e un buon “dialogo” con se stesso è certamente più capace e competente nella relazione con l’altro: è capace di fare spazio alle idee, le emozioni, i sentimenti dell’altro senza il timore di perdere se stesso, con la consapevolezza di poter accogliere e tentare di comprendere diversi vissuti e punti di vista, riuscendo magari anche a rivedere, arricchire e adeguare alcune delle proprie sicurezze senza timore di perdere la propria identità. Anche con i bambini, con le famiglie e con gli altri educatori, essere capaci di ascoltare permette alla relazione di mantenersi evolutiva, di sviluppare al meglio le potenzialità e costruire condizioni di fiducia e rispetto tra i vari agenti. L’altro, quando si sente ascoltato si sente anche riconosciuto, accolto, percepisce interesse nei suoi confronti e si pone con maggiore apertura e fiducia nella relazione. Partendo da competenze di base come quella dell’ascolto, si possono attivare percorsi di consolidamento di altre life skills relazionali, sostenere la percezione di sé e la capacità di comunicare, di collaborare facilitando la costruzione di condizioni creative ed evolutive di apprendimento e sviluppo di saperi.

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l’eDucaZIOne alla MOnDIalItÀPedagogia della lentezza

Lo stile di vita del futuro necessita di fondarsi su un nuovo rapporto di solidarietà tra aree geopolitiche, nuovi equilibri tra gruppi e singoli per non superare i limiti dell’ecosistema, rispettando i diritti di tutti gli uomini ad avere riconosciuta dignità e un adeguato livello di vita attraverso un uso ridotto ma efficiente delle risorse che abbiamo a disposizione. I problemi più importanti che oggi toccano l’intera umanità possono essere affrontati e risolti solo attraverso la comprensione di far parte di grandi tradizioni comuni, di un’unica comunità planetaria, rendendo ognuno consapevole che da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona ma dall’altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani delle responsabilità nei confronti del futuro dell’umanità e che questa responsabilità parte dal quotidiano, dalle piccole azioni di ogni giorno nei confronti di se stessi, degli altri e del mondo che ci circonda. è importante educare a una cittadinanza planetaria, che pur valorizzando ogni identità e appartenenza, sottolinea valori e obiettivi comuni per tutto il genere umano.

è i m P o r ta n t e e d u c a r e a u n a

c i t ta d i n a n z a P l a n e ta r i a , c h e

P u r va lo r i z z a n d o o g n i i d e n t i tà e a P Pa r t e n e n z a ,

s ot to l i n e a va lo r i e o B i e t t i v i c o m u n i

P e r t u t to i l g e n e r e u m a n o .

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Il nOStrO PrOGettO PeDaGOGIcOEmpowerment ed educazione alla cittadinanza attiva

Ogni attività del Laboratorio per le Educazioni alla Pace utilizza una metodologia attiva, che coinvolge i vari soggetti della relazione educativa nello sviluppo di apprendimenti significativi. I metodi dell’educazione cooperativa, della didattica laboratoriale, un approccio ludico e narrativo, la dimensione dialogica e interattiva, caratterizzano ogni proposta per la scuola, l’extra-scuola e la formazione.

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I nOStrI SerVIZI InterculturalI

I nostri servizi interculturali focalizzano ogni esperienza sulla relazione e l’incontro con l’altro da sé. L’educazione interculturale viene intesa come atteggiamento e cornice di riferimento sulla quale si orienta ogni azione.

Le caratteristiche che accomunano l’approccio interculturale dei nostri progetti sono:• la cura delle relazioni interpersonali

• l’accoglienza, l’ascolto e la considerazione dei bisogni e delle idee di ogni interlocutore

• l’apertura al riconoscimento di diversi punti di vista e alla co-costruzione di saperi

• la divulgazione e il confronto di esperienze attraverso tavoli di ricerca-azione, attivazione e partecipazione a reti e altri momenti di incontro.

• una costante lettura e interpretazione dei cambiamenti in atto nel proprio territorio

• la promozione di esperienze di cittadinanza condivisa e inclusiva

L’obiettivo trasversale dei progetti interculturali consiste nel promuovere e facilitare l’incontro e la convivenza tra tutte le persone, considerando sia le famiglie autoctone che quelle di antica o recente esperienza migratoria ugualmente appartenenti alla stessa comunità.

doB Biamo anch e conti n uar e ad ess er e u n ProB lema , u n Pu ngo lo ch e rom Pe g li equ i li B ri . doB Biamo conti n uar e a stanar e ciò ch e non fu nziona led en do di ritti , doB Biamo far e Pr ession e Per allargar e l’orizzonte d eg li stessi di ritti , i n Pi ena si nton ia con ciò ch e l’ evo luzion e d ei tem Pi im Pon e.

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In particolare, per garantire l’accesso ai servizi e promuovere una reale possibilità di incontro per le famiglie di origine non autoctona, attiviamo delle strategie di accoglienza particolari riguardo ai bambini e le famiglie con esperienze recenti di immigrazione, promuovendo attività di ascolto e condivisione che sostengano l’inclusione e aiutino nell’orientamento, incoraggiando sentimenti di appartenenza e valorizzazione delle diversità.

Il nostro intervento di orientamento ha le seguenti caratteristiche:• attenzione nella composizione delle équipe di educatori/

educatrici in maniera che vi siano competenze linguistiche adeguate per accogliere e comunicare con le famiglie non italofone

• modulistica plurilingue

• progettazione di laboratori e attività che prevedano il riconoscimento, la valorizzazione e l’inclusione anche delle famiglie con esperienze migratorie recenti

• progettazione di attività che valorizzino le diverse culture e aprano delle “finestre interculturali” su diverse tradizioni

• attitudine all’ascolto e disponibilità alla condivisione di strategie per la gestione di eventuali problemi che possano essere espressi dalle famiglie

• raccolta e fornitura di contatti che permettano e facilitino l’orientamento delle famiglie sul territorio

Per STar bene InSIeMe

• attività educative e

ludico-didattiche in

ambito scolastico

ed extrascolastico

• Formazione e

consulenza

• Documentazione

e iniziative di

sensibilizzazione/

informazione

• eventi

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la vita è qu ello ch e ti accade | mentre sei occu Pato a fare altri Progetti .

J o h n l en n o n

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è im Portante educar e a u na cittadi nanza Plan etaria , ch e Pu r valorizzan do ogn i i d entità e aPParten enza , sotto li n ea valori e oBi ettivi comu n i Per tutto i l gen er e umano.

StruMentI Nella nostra cassetta degli attrezzi

l’aPProccio lu dicoEsperienze di divertimento condiviso attraverso proposte di giochi cooperativi e delle diverse tradizioni culturali che muovono le emozioni, facilitare il senso di appartenenza al gruppo, esercitare competenze relazionali, promuovere il rispetto di regole e la collaborazione.

i l m e to d o n a r r at i vo

• Condividere momenti di narrazione e lettura ad alta voce, utilizzando tecniche narrative diverse e promuovendo l’uso dei libri e degli albi illustrati per facilitare le capacità di concentrazione e ascolto, creare delle cornici di riferimento tematico per lo sviluppo di percorsi più articolati

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• Dare vita a condizioni adeguate per accogliere storie di vita e ricordi personali, valorizzando il vissuto dei partecipanti ed educando all’ascolto e alla condivisione di emozioni e immaginari

• Aprire orizzonti inattesi, confrontarsi con emozioni e sensazioni originali o consuete attraverso diversi codici comunicativi

i laBoratori

• “Fare insieme”, lavorare, costruire, progettare qualcosa e mettere alla prova le proprie abilità sperimentando e scoprendo il sapere attraverso l’esperienza

• Collaborare e perseguire obiettivi individuali o collettivi, sviluppare progetti e sperimentare tecniche e materiali diversi

• Usare la propria fantasia e creatività come life skill, trovando soluzioni diverse e originali ai limiti e alle difficoltà che possono contrastare la realizzazione di un’idea

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l’attenzion e alle relazion i

• Suscitare la sensazione di essere accolti e riconosciuti come persone

• Stimolare l’autostima e la percezione di sé in bambini e adulti in maniera cooperativa

• Promuovere il senso di appartenenza e di responsabilità nei confronti di una comunità

• Facilitare l’incontro e il confronto tra persone con vissuti ed esperienze di vita diversi

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progetto grafico e impaginazione

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L’Abbaino Società Cooperativa Socialelargo liverani, 17/18 - 50141 firenzetel. 055 4221268 | 055 4221036fax 055 4368809e-mail: [email protected] www.abbaino.it