PROFESSIONE INFERMIERISTICA Passato e presente
PROFESSIONE INFERMIERISTICA
Passato e presente
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EVOLUZIONE LEGISLATIVA
PROFILO PROFESSIONALE
MANSIONARIO
ABROGAZIONE MANSIONARIO
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AUTONOMIA DIDATTICA ATENEI
EVOLUZIONE LEGISLATIVA
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PROFILO PROFESSIONALE
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! a) all�identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;
! b) i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;
! C) l� intervento assistenziale infermieristico
L�infermiere
PROFILO PROFESSIONALE
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RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE
RESPONSABILITA’ AUTONOMIA
COMPETENZA
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RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE
PENALE CIVILE
DISCIPLINARE
Il profilo professionale consegna agli infermieri la
responsabilità del processo assistenziale, riconosce
l’autonomia decisionale, richiede competenza e capacità di
lavoro interdisciplinare.
Fedrigotti Colombo e Cortese Fausti, 1999)
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AMBITI DI INTERVENTO
COLLABORAZIONE
LIBERA PROFESSIONE
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ASPETTI NORMATIVI
Linee guida del Ministero della Sanità per il sistema Emergenza-Urgenza
"all'interno del D.E.A. deve essere prevista la funzione di triage, come primo momento di accoglienza e valutazione dei pazienti in base a criteri definiti che consentano di stabilire le
priorità di intervento. Tale funzione e' svolta da
personale infermieristico adeguatamente formato,
che opera secondo i protocolli prestabiliti dal dirigente del servizio".
D.P.R. 27 Marzo 1992 Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la
determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza"
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Decreto Ministero della Sanità dell'11 aprile 1996 (G.U. n. 114 del 17/5/1996)
"Atto di intesa fra Stato e regioni di approvazione
delle linee guida sul sistema di emergenza sanitaria in applicazione del decreto del
Presidente della Repubblica 27 marzo 1992"
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ACCORDO 25/10/2001 (Gazzetta Ufficiale n. 285 del 7/12/2001)
Accordo tra il Ministero della Salute, le regioni e le
province autonome sul documento di Linee - guida sul sistema di
Emergenza sanitaria Concernente:
"Triage intraospedaliero (valutazione gravità all'ingresso) e chirurgia della mano e microchirurgia nel sistema
dell'emergenza - urgenza sanitaria"
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LINEE GUIDA SUL "TRIAGE" INTRAOSPEDALIERO PER GLI UTENTI CHE ACCEDONO DIRETTAMENTE IN
PRONTO SOCCORSO.
(…) A livello ospedaliero, la funzione di triage deve essere attivata
in tutte le unità operative di Pronto Soccorso - accettazione,
purché correlata al numero degli accessi. Le aziende sanitarie devono garantire le risorse
per assicurare la funzione di triage.
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L'infermiere opera sotto la supervisione del medico in servizio, responsabile dell'attività, e secondo protocolli predefiniti riconosciuti e approvati
dal responsabile del servizio di pronto soccorso - accettazione o dipartimento di emergenza -
urgenza ed accettazione (D.E.A.)
Il triage e' patrimonio del pronto soccorso e, ove sussista la rotazione del personale in ambito
dipartimentale, deve essere condiviso da tutto il personale infermieristico del dipartimento di
emergenza - urgenza ed accettazione medesimo
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Il triage non è
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Il triage garantisce l�effettiva Mission del Pronto Soccorso
ossia
CONCETTO DI PRIORITÀ
valutazione dei pazienti a seconda della loro necessità di trattamento
non in base all�ordine di arrivo.
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CODICI DI GRAVITA’
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Organizzazione del lavoro
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! PRONTO SOCCORSO
CAMPO DI APPLICAZIONE
1. Rapida valutazione dei pazienti 2. Immediatezza degli interventi assistenziali 3. Percorsi assistenziali mirati per i casi più urgenti 4. Riduzione dell'ansia e miglioramento della soddisfazione dei pazienti 5. Riduzione dei tempi di attesa 6. Diminuzione delle frustrazioni e delle inquietudini del personale e miglioramento del servizio di P.S.
7. Educazione sanitaria e informazione all'utenza 8. compilazione scheda di triage
OBIETTIVO
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PROFILO INFERMIERISTICO (D.M. 14/09/94 n. 739)
! a) all�identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;
! b) i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;
! C) l� intervento assistenziale infermieristico
L�infermiere
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GESTIONE DEL PERSONALE
Turni Conflitti
Disciplina
Formazione Vigilanza
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Gli ospedali che, pur essendo al di sotto dei 25.000 accessi per anno, si trovano ad
operare in condizioni di flussi periodicamente elevati ed irregolari
(turismo stagionale, fiere, manifestazioni, ecc.) devono garantire la funzione di
triage proporzionalmente alle necessità.
Tale funzione dovrà essere assicurata in ogni caso e continuamente in quei presidi con oltre
25.000 accessi per anno.
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e determinare un codice di gravità per ciascun paziente al fine di stabilire le priorità di accesso
alla visita medica.
Personale
Il triage deve essere svolto da un infermiere esperto e specificatamente formato
sempre presente nella zona di accoglimento del Pronto Soccorso
in grado di considerare i segni e sintomi del paziente per identificare condizioni potenzialmente
pericolose per la vita
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Le strutture in cui viene effettuato il triage devono consentire:
Strutture
• la raccolta dati, informazioni • una breve e semplice valutazione
con rispetto della privacy anche ai sensi della normativa vigente.
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! l'insegnamento di base rispetto alle funzioni di
triage ! lezioni di psicologia comportamentale, di
organizzazione del lavoro e di conoscenza di tecniche relazionali.
Formazione del personale infermieristico1
L'iter formativo deve essere rivolto al personale con diploma di infermiere professionale o diploma
universitario di infermiere e con esperienza sul campo da almeno sei mesi in Pronto Soccorso, e
deve riguardare:
1CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO ACCORDO 25 ottobre 2001
(Gazzetta Ufficiale n. 285 del 7/12/2001)
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Arrivo del paziente
L�utente può giungere al servizio di Pronto Soccorso:
D.E.A.
TAXI
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Accoglienza e valutazione del paziente
" Nel primo caso il personale di soccorso comunicherà all�infermiere di triage i parametri e la storia clinica
del paziente; il triagista provvederà alla presa in carico con relativa rivalutazione ed assegnazione del
codice colore.
" Se la persona giunge in P.S. con mezzo proprio l�infermiere provvederà alla valutazione di triage e cioè:
• valutazione sulla porta • raccolta dati (clinici ed anagrafici)
• decisione di triage (assegnazione del codice colore) • rivalutazione.
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NOTA BENE
In qualunque momento l�infermiere di triage può determinare che il paziente necessita di
cure immediate, sospendere quindi il processo di triage e trasferire il paziente
nell�area di trattamento.
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! VALUTAZIONE DEI PAZIENTI
! TRIAGE – ATTRIBUZIONE CODICE DI GRAVITA�
! RIVALUTAZIONE
PROCEDURA
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Il triagista è un front-man (una persona di contatto)
La comunicazione , strumento essenziale nell�attività del triage
essa determina il primo impatto che l�utente ha con l�azienda attraverso le persone. L�immagine è
data da aspetti materiali e immateriali quali l�abbigliamento, l�atteggiamento, l�igiene,
l�ordine della persona che eroga il servizio e la Presenza
È il triagista ad assumere il ruolo di interfaccia tra la politica aziendale ed i bisogni
dell�utente La prima caratteristica, quindi, è l� IMMAGINE:
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La seconda caratteristica relazionale è la
Parola
E� attraverso l�utilizzo di questa variabile che si sviluppa il meccanismo di comunicazione tra
azienda e paziente-utente. La parola è fatta di forma e di sostanza, cioè di aspetti legati a come le cose si dicono e cosa si
dice.
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La gestualità è il modo con cui si eroga il servizio. Il personale di contatto è fattore produttivo ad alta
specializzazione. Prima di affidare l�attività di triage a un operatore,
il responsabile del servizio deve, sapere chi degli infermieri di Pronto Soccorso ha le
caratteristiche per svolgere la funzione di TRIAGISTA, in quanto non tutti sono portati.
La terza caratteristica relazionale è la
Gestualità
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L�infermiere di triage è la prima persona con cui viene a contatto il paziente ed i familiari.
Rappresenta l�ospedale e rappresenta il primo elemento di giudizio espresso dal paziente.
Il triagista deve saper riconoscere il grado di malessere Questa abilità dipende:
Bisognerebbe avere almeno 6 mesi di lavoro in Pronto Soccorso prima di fare triage
• dall�esperienza • dalla capacità di giudizio clinico
• da un programma di orientamento completo
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! con i suoi familiari; ! con visitatori;
! forze dell�ordine (CC, Polizia, P.M. ecc.); ! personale di soccorso (118);
! medici, infermieri ed altro personale ospedaliero.
Deve saper dimostrare empatia, tatto, pazienza, discrezione e abilità di ricerca clinica,
il cosiddetto, �colpo d�occhio�.
Il triagista interagisce non solo con il paziente ma anche
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Non di meno sono le capacità organizzative: telefoni che squillano, ambulanze che arrivano contemporaneamente, discussioni tra persone
che aspettano, domande e quesiti continuamente rivolte da diverse persone.
Deve sapere gestire e controllare in sala d�attesa
�la folla�
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VALUTAZIONE DI TRIAGE
La valutazione di triage è un processo dinamico, complesso e articolato che si basa sulla ricerca,
oggettiva e soggettiva, di
segni e sintomi che permettono l�assegnazione del codice di
priorità o gravità per il quale l�utente accederà alla visita medica.
Tale processo si basa sull�analisi della storia dell�evento, sulle condizioni cliniche del paziente e
nella ricerca dei fattori di rischio. Il triagista non deve effettuare una diagnosi medica, ma identificare situazioni di pericolo attuale o potenziale per poi
allertare l�equipe medico-infermieristica della situazione
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La valutazione di TRIAGE si articola in 4 momenti:
1) Valutazione d�impatto
2) Raccolta dati
3) Decisione di TRIAGE
4) Rivalutazione
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I. VALUTAZIONE D�IMPATTO
In questa fase l�infermiere di triage deve effettuare una breve ma fondamentale valutazione del paziente. Gli elementi di pericolo
rilevabili durante l�applicazione dell� ABCD sono:
Pervietà delle vie aeree. (il paz. porta le mani alla gola, disfonie, scialorrea o rumori respiratori alti.)
Respiro. (rumori respiratori bassi, alterazione del tipo di respiro, bradi o tachipnea, utilizzo dei muscoli accessori
della respirazione e segni cutanei.)
Circolo. (emorragie evidenti, segni cutanei di ipostasi, sudore)
Deficit neurologici (alterazione dello stato di coscienza, alterazione del comportamento, alterazione del tono muscolare o alterazione nella deambulazione)
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II. RACCOLTA DATI
# soggettiva
# oggettiva
Valutazione
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Si effettua tramite intervista del paziente, dei familiari o di chi accompagna il paziente al fine di
determinare:
" La valutazione soggettiva (ciò che riferisce il paziente)
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$ Cronologia e dinamica: ad esempio circostanza e ora dell�insorgenza del sintomo, meccanismo di lesione.
$ Il dolore: intensità - qualità - regione interessata e irradiazione-durata.
$ I sintomi associati
$ La storia medica passata: anamnesi remota e presente, terapie, allergie.)
$ Il sintomo principale (per quale ragione ha bisogno del P.S.? Cosa succede? Cosa si sente?)
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" La valutazione oggettiva:
Ricerca di segni e rilevazione di parametri vitali indispensabili per la successiva
Al fine di poter assegnare il codice di priorità e, conseguentemente,
il tempo di attesa del paziente.
valutazione
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% pressione sanguigna (PAs e PAd)
% frequenza cardiaca e tipo di polso (FC – tipo – ritmo)
% Saturimetria (Sat.O2 %)
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% temperatura corporea (TC °C)
% glicemia (mg/dl)
% frequenza respiratoria (FR atti/min.)
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% Esame fisico
1. fremito vocale tattile
2. auscultazione
3. palpazione
tramite rilevazione
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III. DECISIONE DI TRIAGE
All�atto dell�assegnazione del codice di priorità il triagista deve tenere in considerazione:
1. le condizioni fisiche del paziente 2. le possibili modificazioni cliniche
3. il flusso dei pazienti e le risorse disponibili (vedasi gestione delle maxi emergenze)
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CODICE VERDE poco critico, priorità bassa, prestazioni differibili;
I codici di criticità in analogia con i criteri definiti dal decreto del Ministero
della sanità del 15 maggio 1992, articolati in quattro categorie ed identificati con colore sono:
CODICE ROSSO molto critico, priorità massima pazienti con compromissione
delle funzioni vitali, accesso immediato alle cure;
CODICE GIALLO mediamente critico, priorità intermedia;
CODICE BIANCO non critico, pazienti non urgenti;
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ATTENZIONE
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BIBLIOGRAFIA
• D.P.R. 27 Marzo 1992: �Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza�
• D.M. 14/09/94 n. 739: Profilo professionale dell’infermiere
• Decreto Ministero della Sanità 11/05/1996 (G.U. n. 114 del 17/5/1996): "Atto di intesa fra Stato e regioni di approvazione delle linee guida sul sistema di emergenza sanitaria in applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992�
• ACCORDO 25/10/2001 (Gazzetta Ufficiale n. 285 del 7/12/2001): Accordo tra il Ministero della Salute, le regioni e le province autonome sul documento di Linee - guida sul sistema di Emergenza sanitaria Concernente: "Triage intraospedaliero (valutazione gravità all'ingresso) e chirurgia della mano e microchirurgia nel sistema dell'emergenza - urgenza sanitaria�
• D.A. sanità regione Sicilia 27/3/2001: �Linee guida generali sul funzionamento del servizio di emergenza sanitaria regionale "S.U.E.S. – 118� Affidamento del S.U.E.S. alle dipendenze del S.S.N. (delle Aziende ospedaliere)
• D.A. sanità regione Sicilia 25/3/2004: �Linee guida relative alla formazione del personale medico operante nel Servizio urgenza emergenza sanitaria - S.U.E.S. 118.
• LINEE GUIDA PER UNA CORRETTA REALIZZAZIONE DEL TRIAGE INFERMIERISTICO IN UN D.E.A. DI II LIVELLO, Roberto Magnanimi e Stefania Magnanimi, Esperienze, Anno XIV n.3, 1999
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• PROGETTO PRONTO SOCCORSO E SISTEMA 118, SEMINARIO �I MATTONI DEL SSN�, Gabriella Guasticchi, ROMA, 18-19/01/2005
• PROTOCOLLO DÌ RICERCA SULLA PERCEZIONE DEL PROBLEMA �Prestazioni non urgenti al Pronto Soccorso� NEL PERSONALE INFERMIERISTICO DÌ TRIAGE, D. BOCCIONI, IPASVI Firenze, 01/2003