INDICE MARIANO GUZZINI, Presidente Parco del Conero ................................................... p. 2 Aldo SPADARI, Ordine dei giornalisti delle Marche ............................................... p. 4 FILIPPO GIULIOLI, Vicepresidente Mediateca delle Marche .................................... p. 8 FABIO STURANI, Assessore Comune di Ancona ....................................................... p. 10 LUIGI BERTONE, Federazione italiana parchi e riserve .......................................... p. 12 ROSSELLA COLLETTA, Enea .................................................................................... p. 21 PAOLO BENEVENTI, Libero professionista. ............................................................. p. 22 MARIO CAMILLI, Ufficio stampa parco Gran Sasso- Monti della Laga ......................................................................................................... p. 24 MAURIZIO MARANO, Ricercatore universitario ....................................................... p. 26 GIANNI BOSCOLO, Direttore rivista "Piemonte Parchi" .......................................... p. 29 FEDERICA ZANDRI, Giornalista professionista, collaboratrice de "Il Resto del Carlino".................................................................................................. p. 35 ENZO VALBONESI, Presidente Nazionale Federparchi ........................................... p. 39 RENZO MOSCHINI, Fondatore della rivista "Parchi"............................................... p. 45 ENNIO BAZZONI, Nardini Editore ............................................................................ p. 49 CARLO ALBERTO GRAZIANI, Presidente Parco dei Monti Sibillini. ........................ p. 54 GIULIO IELARDI, Giornalista, collaboratore "Sole 24 Ore", "Oasis",
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INDICE - Federparchi Europarc Italia · 2001-05-31 · Quaderni, ma co-organizzò il primo incontro, perché eravamo convinti allora, come spero siamo convinti anche oggi, che occuparci
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INDICE
MARIANO GUZZINI, Presidente Parco del Conero ................................................... p. 2
Aldo SPADARI, Ordine dei giornalisti delle Marche ............................................... p. 4
FILIPPO GIULIOLI, Vicepresidente Mediateca delle Marche .................................... p. 8
FABIO STURANI, Assessore Comune di Ancona ....................................................... p. 10
LUIGI BERTONE, Federazione italiana parchi e riserve .......................................... p. 12
ROSSELLA COLLETTA, Enea .................................................................................... p. 21
PAOLO BENEVENTI, Libero professionista. ............................................................. p. 22
MARIO CAMILLI, Ufficio stampa parco Gran Sasso-
Monti della Laga......................................................................................................... p. 24
MAURIZIO MARANO, Ricercatore universitario....................................................... p. 26
GIANNI BOSCOLO, Direttore rivista "Piemonte Parchi".......................................... p. 29
FEDERICA ZANDRI, Giornalista professionista, collaboratrice de"Il Resto del Carlino".................................................................................................. p. 35
ENZO VALBONESI, Presidente Nazionale Federparchi........................................... p. 39
RENZO MOSCHINI, Fondatore della rivista "Parchi"............................................... p. 45
ENNIO BAZZONI, Nardini Editore ............................................................................ p. 49
CARLO ALBERTO GRAZIANI, Presidente Parco dei Monti Sibillini. ........................ p. 54
Cercherò di essere breve, intanto perché un po' degli appunti che mi ero segnati sono
stati falcidiati dai numerosi interventi della giornata, tutti interessanti, in buona parte
condivisibili, a cominciare dall'ultimo, quello del presidente del parco dei Sibillini, a
quello di Gianni Boscolo, poi perché sono più a mio agio sui tasti del computer che non
davanti al microfono.
Se fosse un pezzo lo intitolerei "Più coraggio" sul fronte della comunicazione
nazionale, sul fronte della comunicazione locale di parchi.
Comincio dal nazionale. La rivista della Federparchi c'è, sono contento che una
lunga discussione in seno alla Federazione dei parchi su questo strumento mi sembra
che alla fine abbia partorito un rilancio in positivo di questo che è uno strumento
indispensabile di lavoro, di discussione. Non ce ne sono altri, in Italia, in materia di aree
protette, uno strumento che va senz'altro rilanciato.
Il sito è un asso nella manica, anche questo stato ricordato più volte, mi sembra
che il numero dei visitatori nel 2000 sia nell'ordine di un milione, quindi ho appreso
anche molto volentieri le novità in cantiere che riguardano il sito, soprattutto novità
della presenza di Federparchi nel sito, perché mi sembra che quando ci si interroga tutti
insieme su qual è il sistema migliore per far arrivare ai grandi media le informazioni che
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
vengono dal sistema delle aree protette e poi si ricordano i valori esaltanti del successo
di "parks.it" sembra quasi che ci si voglia fermare prima del passo decisivo. Mettiamo
insieme queste due cose. Se sul sito di Federparchi mettiamo un'agenzia quotidiana che
tutti i giorni lancia comunicati stampa di Federparchi, la posizione di Federparchi su
Portofino, sulla ripartizione dei fondi, sull'ultima legge nefasta o fantastica di una
Regione, otteniamo un risultato immediato: quello di informare immediatamente delle
posizioni del sistema delle aree protette i giornalisti che il sito lo guardano, gli altri
utenti che hanno un volto, che sono le categorie, le professioni che con i parchi
intrecciano la loro attività e che è importante vengano informate sulle attività ma
soprattutto sulla posizione politica del sistema delle aree protette sulle varie questioni.
La prima cosa che mi verrebbe in mente è questa, prima ancora di fare il pullmino di
giornalisti e scarrozzarli per questi paradisi naturali che proteggiamo. Facciamogli
prima arrivare nei computer di casa i comunicati stampa.
Oltretutto sul sito di Federparchi si può fare maggiormente gioco di squadra.
Anche qui dico una banalità: lo fanno tutti. Pensate alla pubblicità che Quattroruote fa
di "Tuttoturismo", oppure di "Ruote classiche", cioè di testate decisamente minori,
come numero di tiratura, dello stesso editore. Se si facesse una pubblicità della rivista
sul sito, non come adesso che semplicemente si dice che c'è, ma con un lancio quando
esce il numero, almeno del sommario, dell'intervista, dell'inchiesta più interessante,
della notizia, sicuramente sarebbe uno stimolo in più per fare abbonati alla rivista, per
andarsi a leggere, quanto meno, le pagine sul web.
I libri. E' una cosa che nessuno ha nominato all'interno sempre degli strumenti di
comunicazione della Federazione, voglio farlo io. E' un'attività editoriale che
meriterebbe mi coraggio da parte della Federazione. A quanto so gli esperimenti fatti
finora hanno avuto buon successo, quindi a me sembrerebbe opportuno continuare su
questa strada. Non li fa nessuno i libri di riflessione, di approfondimento sulle aree
protette in Italia, i libri non schierati. Se non li fa l'Associazione dei parchi chi li deve
fare?
L'ufficio stampa. Nell'esigenza che tutti sentiamo, che l'Associazione dei parchi
innanzitutto sente, di mettere in corto circuito la propria attività con quella del sistema
dei media, una casella fondamentale mi sembra quella dell'ufficio stampa. Quando
nessuno sente Valbonesi in occasione dei fatti di Portofino, un ufficio stampa potrebbe
provvedere, costruendo una rete di relazioni non nell'immediato ma nel tempo, quindi
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
per Portofino magari non ti chiamano, ma la prossima volta ti chiameranno. Una rete di
relazioni che si costruisce nel tempo, con un'attività specifica fatta da persone preparate,
che si chiama "ufficio stampa" e che la Federparchi non ha.
La Federparchi è in buona compagnia in questo ambito, nel senso che molti parchi
non hanno un ufficio stampa, ma laddove lei eccelle, cioè nel sito telematico, vede
un'assenza non assoluta, ma sicuramente colpevole, una insufficiente attività del
Ministero dell'ambiente. Sappiamo tutti che dal punto di vista della comunicazione il
Ministero dell'ambiente non è tra le istituzioni, in Italia, più felicemente operanti, nel
senso che lascia molto a desiderare da questo punto di vista l'attività del nostro
Ministero, in particolare sul suo sito Internet i visitatori più che altro perdono la
pazienza aspettando che si carichino immagini relative a comunicati vecchi di mesi,
oppure alle ultime novità normative che ormai risalgono al 200.
Purtroppo, anche qui l'attività degli operatori della comunicazione è resa più
difficile. D'altro canto, come è stato ricordato da Valbonesi, le riviste del settore
ambientale in Italia sono in crisi profonda, la pubblicità avanza, i lettori diminuiscono e
mentre si vede che i lettori diminuiscono, non sempre si vede che la pubblicità avanza,
anche laddove non è dichiarata, ed è difficile per chi deve scrivere del parco della Val
d'Agri, far finta di niente quando la pagina successiva è comprata dall'Eni, oppure
parlare di alta capacità del Ticino quando ci sono le Ferrovie dello Stato a sponsorizzare
pagine del giornale.
A livello locale, degli uffici stampa ho già detto. Alcune settimane fa ho mandato
una trentina di e-mail a diversi parchi con i miei dati, la richiesta di informazioni, una
breve motivazione — chi sono, perché chiedo questi dati. Credo di essere uno dei
giornalisti che a livello nazionale si occupa di più di aree protette: ne scrivo su
quotidiani, su settimanali, su quindicinali, su mensili e anche su quadrimestrali che
adesso invece sono trimestrali — e mi hanno risposto in cinque, su trenta. Non è un
risultato proprio esaltante. Naturalmente è scontata la premessa che i parchi in Italia
sono giovani, le strutture sono gracili, i soldi sono pochi, ma fatta questa premessa il
dato non è consolante.
Vorrei dire una cosa anche sul materiale promozionale dei singoli parchi. I parchi
sicuramente hanno molto da fare su questo argomento, molto da lavorare. Mi ha fatto
molto piacere sentire da Valbonesi, da presidenti di parchi che ci si rende conto, con il
passare del tempo, che a fronte di una presenza consolidata dei parchi in Italia, su tanti
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
fronti — adesso si è aperto con successo il rapporto con il mondo agricolo — non vedo
ancora un riscontro dal punto di vista della comunicazione, cioè gli addetti stampa dei
parchi continuano ad essere pochissimi, continuano a fare quello che fanno non perché
inseriti strutturalmente, organicamente in una squadra che li considera una pedina
fondamentale quali sono, ma magari con contratti a termine, con il futuro incerto e così
via. Questo, anche da parte del giornalista che vuole informazioni dal parco, si traduce
in una incertezza di lavoro, nel senso che non sei mai sicuro se otterrai le informazioni
che richiedi, se le informazioni provengono dalla via giusta ecc. C'è da dire anche
un'altra cosa: occorre un po' di fantasia nella produzione di materiale promozionale.
Secondo me i parchi dovrebbero imparare dal linguaggio dei pubblicitari. Dicevo prima
a Luigi Bertone che nella sua introduzione di questa mattina c'è stato quel passaggio-
chiave in cui ha detto che i parchi amano rincorrere la verità e solo quella, quindi hanno
il terrore di qualunque cosa che sembra loro farli allontanare da quella realtà, una paura
di compromettersi, di sporcarsi le mani. Non si tratta di vendere menzogne: sicuramente
la tinca è morta e lo dobbiamo scrivere, lo dobbiamo ricordare, dobbiamo evitare di
ricorrere a questi trucchetti, però da qui a tenerci la coscienza tranquilla quando
abbiamo fatto il nostro bravo depliant che in maniera piana e scientificamente provata
elenca tutte le specie o buona parte di esse viventi in un'area protetta, e pensare che
quello strumento possa fare comunicazione ce ne passa moltissimo. Ci sono molti modi
avvincenti di raccontare un bosco, di raccontare cose che la gente non sa. Io vivo a
Roma, la gente non sa che sulla cupola di San Pietro c'è una popolazione di falchi
nidificanti, non sa che a un'ora da Roma nidifica l'aquila imperiale, non sa che i nostri
parchi comprendono geiser, doline spettacolari come al Gargano, i kanyons della
Maiella, gli altipiani del Gran Sasso che ci propinano ogni volta gli spot delle
automobili non sapendo che quello ha un nome, si chiama Campo Imperatore. Dalla
pubblicità però, bisognerebbe imparare la tecnica di avvincere, di far passare tutti quei
valori straordinari su cui siamo tutti d'accordo, però farli passare. Se non passano è
inutile.
Anche le fotografie rivestono un ruolo fondamentale in questo discorso. Sappiamo
bene che ci sono stanti livelli di lettura di uno strumento di comunicazione: in questo
caso parlo di materiale stampato. Il più delle volte questi materiali vengono sfogliati
distrattamente da chi ha nelle borsa o in macchina decine di depliants, poi parte, ferma
la macchina nella località che ha visto ritratta nella maniera più avvincente. A tutti
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
quegli utenti che prestano la loro attenzione al primo livello di lettura, quello delle foto,
se noi non proponiamo un materiale di immagini di livello, di qualità, anche lì
sprechiamo soldi, sprechiamo aspettative.
Concludo con una provocazione che spero mi passerete. Ho sentito dire più volte
della necessità, che anch'io condivido, di organizzare nei parchi corsi di formazione per
i giornalisti, per far sì che questa nostra professione partorisca dei professionisti sempre
più informati, sempre più consapevoli, sempre più attenti alla verifica delle fonti e a
tutte le regole. Io vedrei con ancora maggiore urgenza la necessità di organizzare corsi
di formazione per i dirigenti dei parchi sulla comunicazione: i presidenti, i direttori e i
consiglieri, perché sono loro che devono comprendere l'importanza della comunicazione
in quella strategia difficilissima e complicatissima che loro sono chiamati a disegnare e
realizzare, senza la quale non si va da nessuna parte. La scarsa presenza dei dirigenti dei
parchi che qui è stata ricordata è un segnale sicuramente non positivo. Se loro
impareranno a comprendere questa esigenza che è necessaria per un'istituzione
— l'istituzione-parco — che ormai si vuole protagonista della società e non solo legata a
immagini stereotipate e appartenenti al passato di isole dedicate alla protezione dello
stambecco, credo che sarà un passo molto importante.
PAOLA MAGLIOLA, Assessorato ambiente della Regione Marche. Parlo dal
punto di vista dell'ente pubblico. Ho sentito gli ultimi argomenti che sono stati tutti
molto interessanti e hanno sollevato vari problemi. Sicuramente è molto importante
mettere a fuoco, migliorare la comunicazione, che è oggi fondamentale, non possiamo
pensare che i fatti parlino da soli, perché siamo purtroppo in un periodo in cui c'è
addirittura lo stress da sovrainformazione, quindi non possiamo stare in silenzio e
sperare che gli altri si accorgano di qualcosa. Bisogna quindi attivare tutta una serie di
sistemi per migliorare questa informazione. La Regione Marche per due anni ha fatto
una rivista sui parchi, molto piaciuta, ma purtroppo l'esperienza è finita lì.
C'è poi un altro problema molto grave che pongo all'attenzione, perché secondo
me è fondamentale al di là di quello che può essere il miglioramento della
comunicazione che ci deve essere e che è fondamentale: fare in modo, anche nelle
istituzioni — oggi tutti parlano di ambiente, tutti tutelano l'ambiente — che
apparentemente sembrano più sensibili all'ambiente, che i parchi vengano visti in
maniera differente. C'è un ufficio che si occupa di parchi, quando c'è, e già questo è
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
inquietante, perché i parchi, come si è detto, non sono più la difesa dello stambecco o
dell'animale raro, la politica dei parchi va in una direzione di grande confluenza di tutta
una serie di trasformazioni nell'ambiente. Oggi non c'è nessuna attività di nessun tipo,
neanche il chioschetto che si possa fare senza autorizzazioni varie, quindi anche i parchi
devono assolutamente entrare nel sistema di discussione dei problemi, dei programmi
della Regione Marche in maniera molto più rilevante.
Ormai nell'ente pubblico WWF e Legambiente sono diventati "due rotture di
scatole", quindi si accontentano e basta. I parchi non devono diventare questo, come
non dovrebbero esserlo WWF e Legambiente che rimangono movimenti molto
importanti che sollecitano su alcune questioni. I parchi devono entrare direttamente in
quella che è la programmazione del territorio, perché ci sono oggi degli indirizzi nuovi
molto importanti, che devono vedere necessariamente coinvolti i parchi stessi. Nell'ente
pubblico sono forti quelli che hanno gli Ordini forti, ad esempio gli architetti. Vorrei
che la Federparchi fosse forte per incidere di più in quelle che sono le scelte del
territorio. Questo è un problema politico che si riflette, quando uno parla di
comunicazione, nel senso che se non c'è una sensibilità da parte di tutti su questo
problema che è la risorsa che noi abbiamo, è molto più faticoso e dispendioso fare
comunicazione, perché si trova un terreno su cui nessuno aiuta, dà una mano. Questa,
dal punto di vista delle istituzioni credo che sia una carenza molto grave, per cui non è
un caso che succeda quello che è successo a Portofino, venga strumentalizzato perché ci
sono le elezioni ma poi finisce lì, non succede niente di particolare.
Credo che sia invece importante avere molto più coraggio, molta più forza. Inoltre
c'è un problema fondamentale, quello della cultura. Purtroppo, oggi la comunicazione
funziona e funziona bene quando dietro c'è il profitto. Su questo abbiamo avuto dieci
anni di trasformazione culturale e ideologica abbastanza strisciante, che ha portato tutti
a seguire soltanto le cose che producono profitto e il parco non produce profitto se non
in tempi lunghi.
Ho assistito a un interessante convegno del ministro Letta che parlava appunto di
economia sostenibile e lui a un certo punto ha introdotto il termine dell'energia. Energia
forse in tempi rapidi forse può non dare un risultato economico ma sicuramente lo dà in
tempi più lunghi se parliamo di energia alternativa, quindi eolica, fotovoltaica ecc.
Quindi non si può sempre riportare tutto a un discorso di economia e profitto
immediato, perché l'ambiente questo non lo dà se non in tempi più lunghi.
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
MASSIMO PIRACCINI, Ideatore e direttore di "www.parks.it". Vi do il punto di
riferimento di quello che avrei voluto farvi vedere sulla lavagna luminosa, dandovi
l'indirizzo dei diagrammi delle statistiche che vi volevo illustrare:
"www.parks.it/servizi/statistiche". Qui sono confermati su base biennale, dall'inizio del
1999 al mese di marzo 2001, gli sviluppi e i valori di crescita, sia in termini di pagine
diffuse che in termini di lettori unici e lettori complessivi del portale. La cosa che si
evidenzia e che vi do come informazione di servizio, dopo avere ascoltato le importanti
comunicazioni dei relatori precedenti che focalizzavano l'attenzione soprattutto sul
perché comunicare i parchi e chi comunica i parchi, è relativa al come, attraverso
Internet, è possibile comunicare i parchi. Attraverso questo discorso, la tendenza che si
evidenzia è che, pur a fronte di una crescita dirompente del settore Internet, la crescita
applicata al portale "parks.it" è ancora superiore. Se il mercato di Internet negli ultimi
due anni è cresciuto mediamente del 150% all'anno, la crescita media della
consultazione, del numero dei visitatori e delle pagine diffuse su "parks.it" è
mediamente del 250%, quindi una crescita che evidenzia non solo la diffusione ogni
giorno più ampia del sito, ma la diffusione di un interesse che comunque è crescente tra
i lettori, tra chi naviga su Internet.
Vi riassumo in cinque punti molto brevi quello che invece ritengo possa essere
delineato come linee di tendenza della gestione nel portale nei prossimi due anni, per
completare il discorso di oggi. Spero che conosciate tutti quanti la struttura a matrice di
"parks.it", nel senso che in verticale approfondisce l'informazione sul singolo parco,
rendendo trasversale questa informazione agganciando le diverse fonti di informazione
comuni, riportandole a un livello di notorietà specifiche di settore.
Vi illustro rapidissimamente il grafico. Le colonne sono mensili, vanno da 10.000
lettori nel gennaio 1999 a 70.000 lettori unici nel mese di marzo 2001. La linea
sottostante va da poco più di 1.500 a circa 12.000 lettori ripetitivi nello stesso mese,
quindi il 30% che rappresentava oggi Luigi Bertone, di fatto su una base mensile è
comunque significativo. Poi ci sono i ritorni durante l'anno che innalzano ulteriormente
la percentuale. Già sulla base del mese si vedono delle percentuali che, grosso modo,
sono tra il 15 e il 20% dei volumi.
Per chi conosce la struttura a matrice del sito, da considerare tra le linee di
tendenza dei prossimi anni ci sarà ancora il discorso di trasversalità, quindi di raccordo
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
dei diversi elementi riportati all'interno delle singole informazioni e dei singoli parchi
resi trasversali quindi portati a sviluppo tematico di sistema. Un esempio per tutti è il
discorso dei diversi giornali, delle diverse pubblicazioni dei singoli parchi portati
all'interno di un'area specifica che è la pagina "Edicola", il cui indirizzo è
"www.Parks.it/edicola", che ripropone in un'unica area tutti i giornali e le pubblicazioni
dei singoli parchi.
Una seconda linea di tendenza riguarda l'economia. Proprio in questi giorni
stiamo diffondendo sulla prima pagina uno spazio pubblicitario di un operatore, di un
parco. E' una nuova tendenza che stiamo consolidando con i singoli parchi e soprattutto
con Federparchi. La presenza di una pubblicità selezionata, concordata con la
Federparchi ed eventualmente anche con il singolo ente gestore per quanto riguarda la
propria area informativa, renderà tendenzialmente più economico divulgare, aumentare
l'informazione e via dicendo. Quindi, con un discorso di pubblicità selezionata si potrà
arrivare a rafforzare questa seconda tendenza dell'economia.
Terza tendenza, l'integrazione. Sono i singoli siti dei parchi che via via stanno
cominciando ad emergere, che vengono raccordati da "parks.it" e dai dati che mi stanno
pervenendo da parte dei singoli gestori, fortemente aiutati da "parks.it", molta quota
percentuale dei links che offriamo in una veste grafica omogenea, in maniera tale che il
singolo sito, di tutte le 150 aree protette che hanno un certo tipo di modulo informativo,
potrà avere un'unica strada per raggiungere subito, al volo l'eventuale sito ufficiale.
Questo sarà un ulteriore aiuto per poter dare integrazione all'informazione, non solo da
portale ma anche sul singolo sito ufficiale che speriamo sempre più approfondito, con
capacità di amplificare l'informazione ulteriormente, dare risposte ancora più dettagliate
e approfondite che non l'eventuale modulo di approfondimento sul singolo parco.
L'integrazione continua con i siti regionali con i quali abbiamo ottimi rapporti di
gestione dell'informazione, del sistema regionale in alcuni casi, ovviamente non di tutte
le Regioni ma parlo del Piemonte, della Lombardia, dell'Agenzia regionale dei parchi
del Lazio. Ci saranno delle integrazioni con i siti correlati. Mi piacerebbe tantissimo
poter vedere, anche in stretta collaborazione con i singoli parchi, linkati direttamente
sulle singole aree informative, dei rimandi alla base dati di "bioitaly", ma anche al sito
della qualità ambientale dell'Enea Iso 14001 o quello che potrebbe essere addirittura un
sogno, cioè arrivare ad avere, con un accordo tra i singoli parchi, delle schede
informative sulle 5.000 specie faunistiche o le 50.000 specie botaniche dove il singolo
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
parco, grazie a un'azione di raccordo con Federparchi o comunque congiunta, potrebbe
arrivare a far dire "noi abbiamo il nostro spazio dedicato per le nostre specie, ci
occupiamo di fornire informazioni che comunque sono rappresentate standard insieme
alle altre, per cui si può arrivare a poter dire in prospettiva che avremo un data base che
potrebbe, teoricamente, nel giro di qualche anno arrivare a presentare al grande
pubblico la specie botanica, la specie faunistica".
Servizio, quarta linea di tendenza. E' sicuramente un discorso di archivio: data
base documentali, ma potrebbe anche essere un discorso di utilità. Immagino la
consistente utilità che potrebbe avere un albo dei fornitori all'interno di un servizio
utilizzato da tutti i parchi che possa arrivare a dire "determinati fornitori hanno avuto
determinati progetti, li hanno utilizzati bene, il tal parco li sta segnalando nell'ambito di
un albo fornitori di utilizzo comune e raggiungibile da parte di tutti i singoli parchi",
caso mai attraverso un'area di accesso riservata con password o cose del genere. Ma
sempre nell'ambito del servizio già adesso abbiamo sviluppo sostenibile, nel senso che
già adesso, tramite le segnalazioni dei singoli parchi, ci sono quasi 500 operatori di
soggiorno che sono raggiungibili sui loro rispettivi siti e che di fatto lo sono solo in
virtù della segnalazione del singolo parco sulla propria pagina "Soggiorni" che ha dato
l'okay e ha consentito di attivare un link verso il sito del singolo operatore. Questo fa
raccordo e fa anche servizio nei confronti del singolo utente. In prospettiva un discorso
del genere sarà senz'altro ancora più rafforzato dalla nascita e dalla crescita di
compagnia dei parchi.
La quinta tendenza ha a che fare con la formazione. Già adesso potete trovare,
all'indirizzo "www.parks.it/manuale operativo", alcune modalità di servizi e di utilizzo
dei servizi che già sono attivi all'interno del discorso del portale per rilanciare
informazioni su circolari elettroniche, verso gli altri colleghi, verso gli altri parchi ma
anche verso una main list allargata con al suo interno non solo l'indirizzo dei parchi ma
anche quello degli operatori dell'informazione giornalistica, dei responsabili di
redazioni e di servizi informativi e tante altre persone, oltre 2.500, che comunque si
interessano delle notizie dei parchi dal punto di vista più degli addetti ai lavori. Il modo
di utilizzare queste main list è all'indirizzo che vi dicevo prima. Sempre nell'ambito
della formazione, i dati di analisi del sito che sono stati comunicati ai singoli parchi
sono in linea, sono visibile su un server separato, ma danno un'informazione
estremamente attendibile. Faccio un esempio per chiudere il discorso di oggi: la dott.ssa
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
Babini che mi ha accompagnato, settimanalmente rilancia, con la rubrica "Tutto parchi"
l'informazione degli eventi. In questo fine settimana una serie di titoli e di eventi che
vengono presi e segnalati dai singoli parchi nell'intero sito. Questa informazione la
analizziamo, nel senso che anche la gestione del titolo scelto per poter arrivare a
segnalare quel singolo evento, rapportata ai dati di analisi, di consultazione ci mette
nelle condizioni in cui un giornalista, un redattore normalmente non si trova, perché ci
mette in grado di poter arrivare a dire "con questo titolo l'informazione ha funzionato
meglio, perché dalla prima pagina, dove abbiamo semplicemente i titoli che richiamano
quel singolo avvenimento, quel singolo evento, di fatto arriviamo a vedere quante sono
state le considerazioni e i links che hanno approfondito". Questo strumento, dato in
mano a un buon rettore diventa dirompente, perché è in grado di guidare, con scelte
concrete, la scelta dei contenuti redazionali, sia a livello di titoli ma anche nella gestione
di un suo linguaggio che si sviluppa via via nel tempo. L'analisi di questi dati rende
davvero il singolo redattore in grado di poter incidere nelle sue scelte redazionali,
quindi dare un prodotto che, pur parlando della stessa cosa, però con linguaggi diversi,
ha, dati alla mani, dei risultati diversi in tema di considerazione di lettori e di efficacia.
Mariano GUZZINI – Conclusioni
Volevamo un incontro di lavoro, prevalentemente interno alle aree protette, e definitivoin ordine agli orientamenti.Volevamo “stringere”, immaginando che i tempi fossero maturi per chiamare a raccoltaquanti nei singoli parchi stanno dando vita a circa quaranta giornali autoprodotti, perdiscutere con loro dell’evoluzione dei nostri mezzi di comunicazione nazionali (dellarivista “Parchi” in primo luogo, del sito internet e delle news) e per concordare un iniziodi collaborazione più ravvicinata dei tre mezzi nazionali con i mezzi dei differentiparchi, attraverso un rapporto diretto e personale con gli operatori della comunicazionedei parchi.Il taglio della relazione inroduttiva di Luigi Bertone mirava con tutta evidenza,esplicitamente e lodevolmente a questo.Dopo la parte molto condivisibile e molto realistica, che inquadrava il nostro tema nellarealtà attuale del mondo delle aree protette, nell’incapacità delle aree protette di farecomunicazione drogata o ad effetto (userò anche altrove quel concetto giusto che hausato Luigi: i parchi non tollerano sofisticazioni ed annebbiamenti della verità), Bertoneè venuto al “sodo”, e ci ha proposto di fare ancora meglio sistema. Una vera politica di sistema nella comunicazione dei parchi e delle riserve naturalisignifica metterci tutti in discussione, formare meglio le energie e le competenze che giàsono impegnate, e dare ai singoli tasselli del sistema una nuova consapevolezza diquello che oggi sono, e di quello che domani potrebbero essere.
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
Su questo aspetto del domani possibile la relazione di Luigi si è soffermata sul ruolo deiquaranta periodici, già in piccola parte nel futuro (su internet, che di per se oggi sembraessere il futuro, ma le cose non stanno esattamente così …), e soprattutto sul ruolo dellarivista che cerco di dirigere, “Parchi”, che potrebbe diventare trimestrale, e che già dalnumero che avete dentro la cartella di questo convegno ha cambiato linea grafica escansione, in una corsa contro il tempo e contro mille piccole difficoltà che mi èpiaciuto correre per mettere a disposizione di quanti avessero ritenuto utile questoconfronto di Portonovo qualche cosa di molto concreto di cui ragionare nei dettagli.
Abbiamo corso contro il tempo per consentire a tutti gli invitati qui a Portonovo dipoter dire che le foto vanno bene o vanno male, che le rubriche sono troppe o troppopoche, che i libri sono trattati ampiamente oppure in modo sbadato ed insufficiente, chei saggi non servono oppure che servono, e via così, entrando nel merito con pignoleria echiudendo una volta per tutte la fase della chiacchiera generica e della mormorazionesenza costrutto.Accanto a questo confronto ravvicinato sulla nostra rivista quadrimestrale, ciinteressava moltissimo discutere nel dettaglio sul sito internet.
Non mi persuade (e lo devo dire con la franchezza senza cattiveria o contenuti secondiche molti mi riconoscono) il trionfalismo che a volte si fa in casa nostra sul sito internet.Non mi persuade soprattutto il ragionamento di fondo, che finisce per sostenere che larivista ha bisogno di molti cambiamenti per essere in linea con il sito internet, il qualesarebbe quasi perfetto così come oggi è.La mia opinione è che il sito telematico abbia bisogno anche lui di forti innovazioni, eche prima si faranno, meglio sarà per tutti noi, proprio perché è molto visitato, e quindimolto in grado di influenzare un pubblico ampio di navigatori. L’intreccio tral’esistenza dei quaranta periodici locali e la loro eventuale versione web è certamente unobbiettivo valido e da perseguire, come suggeriva Bertone nella relazione, ma si puòfare molto di più, e non sarebbe disdicevole arrivare in tempi certi e concordati ad unvero e proprio piano editoriale da discutere in una conferenza di produzione del nostrorinnovato sistema di comunicazione.Queste sono le cose che ci interessavano.Ci interessava meno ripetere cose già più volte dette in ordine alla funzione degli ufficistampa delle singole aree protette, ed in ordine alla notiziabilità di quanto avviene neiparchi, o di quanto avviene nel mondo e che interessa direttamente o indirettamente chiopera nel mondo delle aree protette, non perché questi temi siano lontani dai nostriinteressi ma, al contrario, perché su questi terreni stiamo lavorando piuttosto bene,soprattutto grazie alla competente tenacia di Gianni Boscolo, mentre sulle altrequestioni siamo lontani dal poterci considerare “a regime”.
Il risultato dell’intera giornata di discussione, animata da una settantina di partecipanti,e da molti qualificati interventi, è stato sostanzialmente diverso.
L’utilissimo confronto di opinioni ha allargato il tema ad aree contigue al ristrettomondo dei parchi e dei propri organi di informazione e di comunicazione.Quello che nelle intenzioni sarebbe dovuto essere un incontro di lavoro prevalentementeinterno è diventato un incontro con l’esterno, a cominciare dalla Mediateca delleMarche e dall’Ordine dei Giornalisti, a seguire con giornalisti ambientalisti free lance,
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
editori, animatori di iniziative varie, al punto che concetti molto noti si sono dovutiribadire e questioni da chiudere con decisioni definitive si sono purtroppo assestateancora una volta nello sciagurato e deplorevole limbo del non detto o del non ancorapienamente chiarito.La sintesi dei vari interventi, a partire dalla relazione puntuale e completa, e tenendoben presente gli interventi ben ponderati del direttore di “Piemonte parchi” GianniBoscolo, del presidente di Federparchi Enzo Valbonesi, di Renzo Moschini, CarloAlberto Graziani, Massimo Piraccini, Federica Zandri, Giulio Ielardi e di molti altri,documentano peraltro e tuttavia l’utilità di una giornata di confronto su un ventaglio diargomenti e di temi (Bertone forse mi suggerirebbe di dire “su un sistema di temi”) maiabbastanza dibattuti.E’ certo che per gli addetti ai lavori l’immersione in questa giornata è servita adaggiornare personali teorie ed a capire l’aria che tira nel mondo rispetto alle areeprotette.
Tuttavia alcune considerazioni sulla qualità della partecipazione vanno fatte.
Sul picco di massima presenza rappresentato da 69 unità, il fatto che in extremis non siapiù arrivato il rappresentante della Maggioli, e soprattutto il fatto che fossero presentisolo quattro presidenti di parchi, tre dei quali marchigiani e uno in quanto presidentedella Federparchi, ed il complementare dato della presenza di inviati di soli due parchi,il Gargano ed il Vesuvio, assieme a rappresentanti del Monte San Bartolo, dei MontiSibillini e del Gran Sasso Monti della Laga, in un incontro propagandato con inviti,telefonate e tempestiva e polimorfa informazione nel sito telematico pone degliinterrogativi sull’interesse all’argomento degli oltre cento cinquanta enti parco aderentialla Federparchi, mettendo in nuova luce le risposte al questionario inviato da “Parchi”ai suoi abbonati, riempito e rispedito da circa cento lettori, la maggior parte dei quali haanche firmato e aggiunto le proprie generalità al modulo.
Non si tratta di scoraggiarsi, né di autocriticarsi. Occorre avere precisa coscienza deiconfini della questione, per poterla affrontare in modo efficace. E forse i nuovi mezzi dicomunicazione potrebbero esserci di giovamento nel recuperare le assenze, qualoradecidessimo di immettere nel sito internet il verbale definito di questa nostra giornata, edi aprire un forum o qualcosa di simile su quanto si è discusso a Portonovo.
Detto questo sulla differenza tra le intenzioni di partenza e la quantità dellapartecipazione, non mi azzarderei a prendere le distanze dalla qualità dei singolicontributi, e dall’effetto che l’insieme del nostro ragionare in comune potrà riverberarsisulla comunicazione delle aree protette e sulle aree protette.Del resto mi sia permesso di affermare, paradossalmente ma non troppo, che non hoidea neppure di che cosa abbiamo discusso oggi. Perché dico questo?
. Perché, cari "sopravvissuti" ad una intera giornata di convegno, non ho idea di
cos'è che abbiamo discusso oggi né di come sia andato il convegno né di che cosa
abbiamo concluso, perché, come sapete tutti, sapremo queste cose tra questa sera e
domani mattina guardando il telegiornale e leggendo i giornali: lì sapremo cosa
abbiamo fatto, cosa abbiamo detto e non sapremo cosa abbiamo concluso, perché i
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
giornalisti già sono andati a scrivere il pezzo, però sapremo cosa abbiamo concluso nel
corso delle riunioni e perfino quello che sto dicendo in questo momento, perché
l'informazione funziona così e noi dobbiamo sapere che le regole sono queste.
Quindi non ho idea di cosa abbiamo discusso, però so che esiste un trend positivo in
atto — lo diceva anche Graziani. Lui era di un ottimismo “spaventoso”, come spesso gli
capita in virtù del gramsciano ottimismo della volontà, perché diceva che tutti i parchi
avevano i giornali, ma i parchi sono più di 150 e i giornali sono 40 — che abbiamo
degli strumenti e sappiamo che sulla base di questi strumenti e sulla base di quello che è
successo dal primo convegno su "I parchi stampati" ad oggi, le cose sono migliorate
molto e quindi possiamo anche sperare che con il nostro individuale impegno, per lo
meno di voi che siete rimasti qui con me a celebrare questo rito della consunzione nella
conclusione, si possa pensare che si possa andare ancora più avanti.
Perché sono convinto che il trend è positivo e che parecchie delle cose che qui ci
siamo detti accadranno davvero, che è la stesa opinione che ho di CIP, che è un altro di
quei progetti di sistema di cui parlava Liugi Bertone nella relazione, che meriterebbero
una comunicazione specifica e di area vasta, interdisciplinare e integrata?
Vedo di spiegarlo. CIP di per se avrebbe tutte le caratteristiche di una cosa che non ce la
fa a muovere un passo, perché oggi è radicato solo nelle Marche, con qualche amico qua
e là, in giro per l'Italia, ma pochissimi, forse la Federazione è d'accordo ma forse no,
forse il Ministero è d’accordo ma forse no, e tuttavia esiste un bisogno oggettivo di un
progetto di area vasta che si occupi di coste, esiste una necessità forte che questo diventi
un cavallo di battaglia della Federazione dei parchi e dei parchi costieri, e dello stesso
Ministero.
Succedono miracoli: questo libro che oggi abbiamo sui temi della gestione integrata
delle coste è un miracolo certo dell'impegno di Renzo Moschini, ma è un fatto
miracoloso perché, sfogliandolo ci sono molti contributi importanti ed è una grande
novità su quel campo, che nasce dalla debolezza nostra, marchigiana che pure riesce a
produrre non solo un libro ma probabilmente da questo libro produrrà un seminario e la
richiesta alle altre Regioni costiere di aderire formalmente ad un progetto di area vasta
(CIP) che riguarda tutta l'Italia.
Se noi poveri marchigianelli con le nostre pezze nei gomiti ed altrove riusciamo a
smuovere questa cosa che andrà ancora avanti, penso che tutta la Federazione dei
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
parchi, anche rapportandomi ai ricordi di cinque anni fa, possa rispondere al bisogno di
fare una nuova società, una società autosostenibile in un momento così difficile e dove
il bisogno di coprire questa lacuna è grandissimo. Fare una società che nei parchi misuri
la possibilità di uno sviluppo sostenibile e che comunichi questo realizzare un nuovo
sviluppo che si basa sulla tutela e sulla valorizzazione — sulla valorizzazione resa
possibile dalla tutela e sulla tutela resa possibile dalla valorizzazione — e lo comunichi
ad una società che anche se non fosse al cento per cento quella meraviglia che ci
racconta Carlo Alberto Graziani, tutta quanta certissima, che vuole i parchi, magari
fosse così, pure in qualche misura è con noi e rappresenta una delle molle sicure di un
processo difficilmente arrestabile..
Civile o incivile che sia la società che ci sospinge come una piena del Po, l'unica
speranza che essa società ha di non andare a sbattere contro le contraddizioni della
società dei consumi e del globale è questa strada che noi cerchiamo di portare avanti.
Quindi siamo al lavoro di fronte ad una necessità della nostra società e, all'interno di
questo, ci impegniamo perché con tante piccole briciole che sono poi i nostri impegni
individuali, si raccolgano tutte quelle famose ceste di cui parla il Vangelo, che poi
sfamano le persone che si sono lì riunite. Faccio questa citazione evangelica perché
l'abbiamo un po' buttata sull'anticlericale con le antenne che inquinano e con i falchi che
sono appollaiati sulla cupola di San Pietro.
Giulio ci dice che il titolo di questa nostra giornata dovrebbe essere "Più
coraggio". Io resto al titolo che troverete nella rubrica sulla rivista, che è una parafrasi
di Almodovar: "mezzi di comunicazione sull'orlo di una crisi di identità", oltre che di
nervi.
E siamo sull'orlo di una crisi di identità non tanto perché i singoli mezzi che abbiamo a
disposizione, quindi i giornali autoprodotti dai parchi, la rivista Parchi, la rete
telematica e le news ognuno abbia una crisi, non è quello.
Io faccio le battutacce quando sento quelle cose che mi sembrano da realismo socialista
— "va tutto bene" — e poi non è così, però sono tutte cose forti, che si reggono e sono
importanti ed è bello averle.
Però la crisi d'identità nasce dalle difficoltà di tutti noi di individuare il target giusto, la
missione giusta, la dimensione giusta da darci per metterci davvero in rete in questo
momento, in questa fase, con questo tipo di sistema complessivo dell'informazione e
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
con questo rapporto di forze che esiste nella società sempre mutante e sempre un po' in
crisi.
E' lì la ragione della crisi d'identità e la difficoltà di raccordarci tra noi e di metterci a
regime, con alcune cose arrivo a dire facili, anche se non riusciamo a fare: i corsi sia per
i direttori che per i presidenti che per i guardiaparchi esperti di peli del posteriore di
animali, di cui in maniera molto divertente ci dava conto Gianni Boscolo questa
mattina, sono facili, perché bisogna impegnarsi a farli e poi si fanno, tant'è che Gianni
continua pervicacemente ad organizzarli e gli riescono, nella realtà piemontese. Più
difficile è convincerci che serve un sistema a rete di comunicazione che funzioni tra noi;
ancora più difficile è convincerci di quale livello di visibilità abbiamo bisogno in una
fase come questa, perché non la pensiamo tutti allo stesso modo, perché bisogna che su
questo si arrivi a un confronto che entri nel merito in maniera approfondita.
Ci basta dire quello che abbiamo detto su Portofino, è addirittura troppo o non è
sufficiente? Non la pensiamo allo stesso modo, ed è su questo nodo che bisogna poi
stringere. Non è una questione di quattrini, è una questione di posizionamento della
Federazione nei confronti del tema della comunicazione.
E questo è uno dei risultati che mi auguro otterremo dopo questo approfondimento di
Portonovo, cioè abbiamo avuto qualche dato in più, abbiamo voluto questo secondo
incontro nella speranza di mettere in rapporto i giornali dei parchi, le news, il sito la
rivista, ma anche per sapere a cosa ci serve tutta questa roba: adesso bisogna che
insieme scopriamo a cosa ci serve davvero, perché non è vero che tutto è uguale a tutto
e l'importante è che aumentino i mezzi purchessia, non è vero.
E' giusto che ogni parco si faccia il giornaletto come crede, e Renzo Moschini ci
ricordava con grande puntualità quando metteva a confronto un certo modo di
raccontare un parco fatto da Nuova Ecologia e un altro modo di raccontare il parco fatto
da Il Sole 24 Ore. E non era pagato da Il Sole 24 Ore nel porgerci questo tipo di
alternativa e nemmeno da Nuova Ecologia. Il nodo è quello e noi, forse addirittura
involontariamente, sottovalutiamo questo aspetto, perché nei nostri giornaletti e anche
nel nostro sito telematico, quanto stiamo attenti alla differenza fra il parco dalla bella
immagine — "venite tutti a vedere quanto è bello, perché c'è il falco pellegrino" — e il
ragionamento sulla costruzione di un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile? Non è
la stessa cosa, e ci sono i mezzi per fare le due battaglie e sviluppare i due ruoli.
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
E allora credo che, sia pure rapidamente, senza pretendere di concludere niente,
ma pretendendo di avere un'opinione e cercando di svilupparla, qualche cosa ancora si
possa dire, poi vedremo, leggendo i giornali, cos'è che ci siamo detti tra noi.
Credo che ci sia una teoria generale della comunicazione ed una comunicazione
effettuale. Non vada persa di vista la teoria generale della comunicazione, altrimenti
facciamo solo cose pragmatiche e peraltro dobbiamo tener conto di quello che abbiamo:
che esiste una platea di comunicatori ideali e una platea effettuale.
La teoria generale della comunicazione ci direbbe che tutti questi mezzi che
abbiamo sono più che sufficienti per comunicare e che basterebbe qualche corso di
formazione e qualche telefonata tra noi per poterla mettere in campo e poter risolvere i
problemi che nella sua completa relazione ci poneva Luigi Bertone questa mattina. In
realtà la questione è leggermente più complessa e si tratta di tener conto delle due cose.
Il fatto che siano necessari una serie di corsi di formazione non dipende dalla difficoltà
di metterli in piedi, non c'è un problema di soldi, perché i parchi nazionali hanno residui
passivi che mettono paura, i parchi regionali, che sono pure poverelli, due soldi per
queste cose li hanno.
Il punto è che non c'è nessuno che ha questo estremo bisogno di fare questo tipo di cose.
Tra l'altro c'è una piccola contraddizione: nessuno avverte il bisogno, non si frequentano
queste occasioni d'incontro, però i giornali continuano a nascere.
Ci sono idee curiose, rispetto anche ai giornali: ci sono presidenti e direttori che
considerano che i giornali nascano in tipografia per loro germinazione, tant'è che esiste
il caso anche di giornali che vengono decisi, se ne fa un numero e poi non si
riproducono più, perché quelli che pensavano che nascessero sotto un fungo, poi si
accorgono che invece serve una redazione.
Altre volte si pensa anche che i giornaletti locali o anche più grossi servano sono
l'equivalente di un "volantone" più grande, oppure di un comunicato che ti fai da solo,
insomma c'è una distorsione forte nella teoria generale del giornale di parco. Ma
superate queste difficoltà e in presenza di questa contraddizione tra più giornali che
esistono rispetto ai presidenti e ai direttori che si incuriosiscono di questa materia, credo
che su questa questione si possa fare rapidamente un passo avanti.
Ce lo consigliava Renzo Valbonesi, ai pochi che sono rimasti glielo ricordo, poi
cercheremo di fare una lettera per dirlo a tutti i nostri presidenti e associati alla
Federparchi: il consiglio è di ripetere a livello locale riunioni di questo tipo — non
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
bisogna necessariamente fare i convegni nazionali o interregionali — dove, riprendendo
questo tipo di considerazioni e la proposta di mettersi in rete a livello nazionale, si
affronti luogo per luogo la questione della costruzione del luogo, della notiziabilità di
quel che si fa, insomma, della costruzione di "ufficetti" di comunicazione, parco per
parco, che sono "ufficetti" per modo di dire, perché sono un ganglo essenziale nel
rapportarsi con il proprio territorio e poi nel rapportarsi con questi mezzi più ampi che
noi cerchiamo di aprire ma che si aprono solo se hanno un interlocutore attivo sul
territorio, quindi redazioni, quindi uffici stampa, quindi personaggi che sono sulla stessa
lunghezza d'onda di altri che operano professionalmente, a livello nazionale nel mondo
della comunicazione.
Giulio Ielardi, Luigi Bertone ed anche altri parlavano di libri e di altre cose, ma
adesso ragioniamo sui tre strumenti, seppure i libri c'entrerebbero, nel discorso.
Credo che questi diversi strumenti dovrebbero e potrebbero collegarsi con la
realtà nel modo più avanzato possibile, quindi se le news, come qui è stato proposto,
potrebbero diventare quasi un'agenzia quotidiana, non vedo perché non si possa
sperimentare il quotidiano o il periodico telematico ma a livello dei momenti alti con
cui oggi in Italia questa esperienza si viene facendo, cioè il nuovo, quello che ci pare, e
qui è stato ricordato "Caffè Italia". Sono stato ad Alghero a fare una riunione di questo
tipo, e lì c'è un giornale telematico della città di Alghero, un quotidiano telematico.
Però, questo tipo di obiettivo può essere l'obiettivo che mette in rete i giornali locali,
che hanno così un referente quotidiano telematico, e insieme una rivista di
approfondimento, ma anche di raccordo, di cui fanno parte, come redazione, i
protagonisti della vita dei giornali locali dei parchi.
Credo che sia possibile, credo che molte delle cose che ci sono state dette, che
abbiamo socializzato in questa giornata di riflessione portino a questo e portino anche a
migliorare ulteriormente le tre cose che oggi abbiamo. Tutto questo comporterà una
riflessione ancora più accurata della riflessione che si è aperta a livello della
Federazione sulla vocazione del momento informativo e comunicativo della
Federazione dei parchi, arriveremo anche lì, prima o poi, a una conclusione di questo
ragionamento e sulla base di quello potremo tarare un po' meglio i singoli strumenti, ma
credo che in questa direzione si possa e si debba andare sulla base dei dati che ciascuno
di noi, nel suo approccio, parziale è riuscito a portare.
"I parchi stampati... e non solo" (6 aprile 2001)
A me sembra che vi posso risparmiare — un'altra cosa nuova saranno
probabilmente gli atti: forse non ritroverete tutto quello che qui è stato detto ma
probabilmente ne troverete di più. Anche questo fa parte delle regole della
comunicazione — la parte relativa alla rivista, intanto perché avete in cartella quello che
io penso possa essere la rivista rinnovata, e poi perché più dettagliatamente, e
probabilmente in maniera anche più aggiornata, lo potrò fare correggendo le bozze degli
atti, perché a quel punto sapremo anche cos'ha deciso la Federazione a livello nazionale,
quindi potrò proporre quello che è stato fatto in sede di conclusione.
Credo che sentirete parlare di questo convegno ancora quando vi imbatterete negli
atti e quando vi imbatterete in qualche ulteriore nostra riunione dove riprenderemo
questo discorso. Non è detto che riconoscerete tutti i dettagli di quello che ci siamo
detti, ma sono certo che dentro ritroverete lo spirito, la voglia di fare comunicazione dei
parchi e per i parchi come molla del nuovo sviluppo per lo sviluppo autosostenibile, che
è poi la ragione profonda, la migliore per la quale noi ci ostiniamo, nonostante molti
ostacoli e molte delusioni, ad occuparci di queste materie così di confine e così difficili.
Spero che questa giornata possa essere di utilità per ciascuno di noi, per me lo sarà
senz'altro e per questo ringrazio tutti coloro che mi hanno consentito di passare così
piacevolmente e proficuamente questa giornata con voi. Grazie.