1 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione INDICAZIONI NAZIONALI E NUOVI SCENARI Documento a cura del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione
19
Embed
INDICAZIONI NAZIONALI E NUOVI SCENARI · 3 Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari 1. I nuovi scenari Sono trascorsi cinque anni dalla pubblicazione delle Indicazioni Nazionali per
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
1
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
INDICAZIONI NAZIONALI
E
NUOVI SCENARI
Documento a cura del Comitato Scientifico Nazionale
per le Indicazioni Nazionali per il curricolo
della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione
2
INDICE
1. I nuovi scenari
2. Il ruolo dell’educazione nei nuovi scenari
3. L’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità
4. La scuola dell'Infanzia: identità, autonomia, competenza, cittadinanza
5. Gli strumenti culturali per la cittadinanza
5.1 Le lingue per la comunicazione e per la costruzione delle conoscenze
5.2 Gli ambiti della storia e della geografia
5.3 Il pensiero matematico
5.4 Il pensiero computazionale
5.5 Il pensiero scientifico
5.6 Le Arti per la cittadinanza
5.7 Il corpo e il movimento
6. Le competenze sociali, digitali, metacognitive e metodologiche
7. La progettazione didattica e l’ambiente di apprendimento
8. La dimensione organizzativa e lo sviluppo professionale del personale scolastico
9. Prospettive future
3
Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari
1. I nuovi scenari
Sono trascorsi cinque anni dalla pubblicazione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della
scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, formalizzate con D.M. n. 254 del 13 novembre
2012.
Le Indicazioni 2012 sono state accompagnate da tre anni di sperimentazione assistita dal
Comitato Scientifico Nazionale e sostenuta da appositi finanziamenti, che sono confluiti,
nell’ultima annualità, nell’accompagnamento al modello di certificazione nazionale delle
competenze.
Le reti di scuole che hanno partecipato alla sperimentazione hanno riflettuto sul curricolo, sugli
strumenti didattici, sugli ambienti di apprendimento. I report nazionali sulla sperimentazione
hanno restituito una immagine di vivace ricerca e dibattito, uniti a virtuose esperienze di
innovazione. Hanno registrato, però, anche il perdurare di situazioni di disorientamento e
incertezza e di resistenze ad abbandonare modelli didattici tradizionali di tipo prevalentemente
trasmissivo. Anche dalle testimonianze raccolte nei territori sono emerse esperienze significative,
unitamente alla fatica di traghettare la didattica verso proposte, organizzazioni, ambienti di
apprendimento che valorizzino l’autonomia e la responsabilità degli allievi e siano capaci di
sviluppare conoscenze e abilità significative e competenze durevoli.
Le misure di accompagnamento realizzate si sono inserite in un contesto culturale e sociale
caratterizzato dai molteplici cambiamenti già prefigurati nelle Indicazioni nazionali.
Il rapido sviluppo tecnologico consente la disponibilità di una gran mole di informazioni e
conoscenze, facilmente accessibili a chiunque: tuttavia ciò genera nuove marginalità e nuovi
rischi, soprattutto in persone già interessate da altre fragilità (poveri, anziani, persone con scarsi
mezzi culturali). Si tratta spesso di persone con bassa istruzione, ma anche di giovani che non
hanno ancora maturato sufficiente esperienza e, non di rado, di persone con elevata istruzione
formale, ma prive di adeguati strumenti di accesso consapevole all’informazione e, in definitiva,
dell’esercizio del pensiero critico.
I veloci e drammatici cambiamenti in atto nel mondo, nell’economia, nella cultura e il
perdurare della crisi economica hanno aumentato la vulnerabilità, costringendo sempre più
persone a rinunciare a servizi e beni primari, tra i quali le cure e l’istruzione per bambini e
giovani; l’instabilità politica in aree già “calde” del pianeta e le vecchie e nuove emergenze
ecologiche ed economiche planetarie (povertà, guerre locali, desertificazione, disastri
ambientali…) hanno accresciuto le spinte migratorie verso i Paesi del mondo più ricchi,
interrogando la scuola sui temi della convivenza civile e democratica, del confronto interculturale
e delle politiche di inclusione.
Autorevoli e importanti istituzioni sovranazionali - ONU, UE, Consiglio d’Europa - hanno
raccolto le sollecitazioni provenienti dalla società, emanando documenti che richiamano gli Stati
ad un maggiore impegno per la sostenibilità, la cittadinanza europea e globale, la coesione sociale.
4
2. Il ruolo dell’educazione nei nuovi scenari
Dopo il primo quinquennio di vita delle Indicazioni Nazionali, è opportuno metterne in luce gli
aspetti di fecondità, capaci di orientare l’educazione anche negli scenari sopra illustrati.
È utile che i Collegi dei Docenti riprendano in modo diffuso e sistematico la riflessione sul
testo delle Indicazioni, sul senso dell’istruzione e dell’educazione, sulle caratteristiche degli
ambienti di apprendimento e sulle didattiche più adeguate a perseguire tali finalità.
Sono numerosi i passaggi della Premessa delle Indicazioni 2012 che offrono spunti di
riflessione del tutto attuali sul ruolo della scuola nella società e sul significato dell’istruzione per la
formazione della persona e del cittadino, suggerendo nel contempo modalità di progettazione e
pianificazione dell’offerta formativa.
Nel capitolo "Cultura, scuola, persona", nella descrizione de: “La scuola nel nuovo scenario”,
si legge:
“ (...) la scuola non può abdicare al compito di promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti. (…)
(...) la scuola è perciò investita da una domanda che comprende, insieme, l’apprendimento e “il saper stare al mondo”(…)
Inoltre l’orizzonte territoriale della scuola si allarga. (...)
Una molteplicità di culture e di lingue sono entrate nella scuola. L’intercultura è già oggi il modello che permette a tutti i bambini e ragazzi il riconoscimento reciproco e dell’identità di ciascuno.
(...) sono presenti, al contempo, vecchie e nuove forme di emarginazione culturale e di analfabetismo. Queste si intrecciano con analfabetismi di ritorno, che rischiano di impedire a molti l’esercizio di una piena cittadinanza. (...)
Dunque il “fare scuola” oggi significa mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media e alla ricerca multi-dimensionale. Al contempo significa curare e consolidare le competenze e i saperi di base, che sono irrinunciabili perché sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso e perché rendono precocemente effettiva ogni possibilità di apprendimento nel corso della vita. (…)
In tale scenario, alla scuola spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali; favorire l’autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi.(…)
La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio.
(…) In entrambi i casi con la finalità sancita dalla nostra Costituzione di garantire e di promuovere la dignità e l’uguaglianza di tutti gli studenti “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e impegnandosi a rimuovere gli ostacoli di qualsiasi natura che possano impedire “il pieno sviluppo della persona umana”.
5
3. L’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità
Il Consiglio d’Europa, in particolare con il documento pubblicato nel 2016 “Competences for
democratic culture. Living together as equals in culturally diverse democratic societies”1 indica le
competenze, abilità e conoscenze che le persone dovrebbero sviluppare nel corso della formazione
di base per consentire una corretta convivenza democratica.
Sono indicazioni del tutto coerenti con la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del
Consiglio dell’UE del 18.12.2006, che presenta le otto competenze chiave per l’apprendimento
permanente, assunte nelle Indicazioni Nazionali come “orizzonte di riferimento” e finalità
generale del processo di istruzione:
“Nell’ambito del costante processo di elaborazione e verifica dei propri obiettivi e
nell’attento confronto con gli altri sistemi scolastici europei, le Indicazioni nazionali intendono
promuovere e consolidare le competenze culturali basilari e irrinunciabili tese a sviluppare
progressivamente, nel corso della vita, le competenze-chiave europee.”
Le otto competenze chiave, così come recita la Raccomandazione, “sono quelle di cui tutti
hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione
sociale e l’occupazione” e si caratterizzano come competenze per la vita. Costituiscono, dal punto
di vista metodologico, un framework capace di contenere le competenze culturali afferenti alle
diverse discipline e le competenze metacognitive, metodologiche e sociali necessarie ad operare
nel mondo e ad interagire con gli altri.
Le competenze chiave sono assunte a riferimento non solo nelle Indicazioni 2012 ma, con
diversi accenti, anche in altri documenti di indirizzo curricolare fin dal 2007: il D.M. 139/2007; i
DPR n. 87, 88, 89 del 2010; le Indicazioni Nazionali per i Licei; le Linee Guida degli Istituti
tecnici e Professionali.
Altro importante riferimento per l’educazione alla cittadinanza è la Raccomandazione del 23
aprile 2008, sul Quadro Europeo delle Qualifiche che, illustrando il significato di competenza
nel contesto europeo, ne precisa la finalità per la convivenza democratica:
“competenze: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali,
sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e
personale. Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.”
L’agire autonomo e responsabile delle persone competenti conferisce al concetto di
competenza un significato non solo cognitivo, pratico, metacognitivo, ma anche e soprattutto
etico.
Fin dal 2008, le norme nazionali hanno introdotto nei curricoli l’insegnamento di
“Cittadinanza e Costituzione”, associandolo all’area storico-geografica.
Nel capitolo "La scuola del primo ciclo", le Indicazioni 2012 riservano una particolare
attenzione a "Cittadinanza e Costituzione", ove si richiama la necessità di introdurre la
conoscenza della Carta Costituzionale, in particolare la prima parte e gli articoli riguardanti
l’organizzazione dello Stato. Questi aspetti di conoscenza della Costituzione, delle forme di
organizzazione politica e amministrativa, delle organizzazioni sociali ed economiche, dei diritti e
1 https://rm.coe.int/16806ccc07
6
dei doveri dei cittadini possono essere certamente affidati al docente di storia e comprese nel
settore di curricolo che riguarda tale disciplina. Tuttavia, le Indicazioni richiamano con decisione
l’aspetto trasversale dell’insegnamento, che coinvolge i comportamenti quotidiani delle persone in
ogni ambito della vita, nelle relazioni con gli altri e con l’ambiente e pertanto impegna tutti i
docenti a perseguirlo nell’ambito delle proprie ordinarie attività:
“È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza
attiva, potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola dell’infanzia.
L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che
consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che
favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà. Questa fase del processo formativo è il
terreno favorevole per lo sviluppo di un’adesione consapevole a valori condivisi e di
atteggiamenti cooperativi e collaborativi che costituiscono la condizione per praticare la
convivenza civile.
Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso di
legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e
agire in modo consapevole e che implicano l’impegno a elaborare idee e a promuovere azioni
finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita, a partire dalla vita quotidiana
a scuola e dal personale coinvolgimento in routine consuetudinarie che possono riguardare la
pulizia e il buon uso dei luoghi, la cura del giardino o del cortile, la custodia dei sussidi, la
documentazione, le prime forme di partecipazione alle decisioni comuni, le piccole riparazioni,
l’organizzazione del lavoro comune, ecc.
(...) Parte integrante dei diritti costituzionali e di cittadinanza è il diritto alla parola (articolo
21) il cui esercizio dovrà essere prioritariamente tutelato ed incoraggiato in ogni contesto
scolastico e in ciascun alunno, avendo particolare attenzione a sviluppare le regole di una
conversazione corretta. È attraverso la parola e il dialogo tra interlocutori che si rispettano
reciprocamente, infatti, che si costruiscono significati condivisi e si opera per sanare le
divergenze, per acquisire punti di vista nuovi, per negoziare e dare un senso positivo alle
differenze così come per prevenire e regolare i conflitti.
La lingua italiana costituisce il primo strumento di comunicazione e di accesso ai saperi. La
lingua scritta, in particolare, rappresenta un mezzo decisivo per l’esplorazione del mondo,
l’organizzazione del pensiero e per la riflessione sull’esperienza e il sapere dell’umanità.
È responsabilità di tutti i docenti garantire la padronanza della lingua italiana, valorizzando
al contempo gli idiomi nativi e le lingue comunitarie. Così intesa, la scuola diventa luogo
privilegiato di apprendimento e di confronto libero e pluralistico.”
Uno scenario del tutto coerente è delineato nei 17 obiettivi enunciati dall’ONU nell’Agenda
2030 per lo sviluppo sostenibile:
“L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il
pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri
dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile - Sustainable Development
Goals, SDGs - in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016,
guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti,
si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai
risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li
hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo
7
sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento
climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi
e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino
necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.”2
QUADRO 1
I 17 OBIETTIVI DELL'AGENDA 2030
Obiettivo 1. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo;
Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e
promuovere un’agricoltura sostenibile;
Obiettivo 3. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
Obiettivo 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di
apprendimento per tutti;
Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;
Obiettivo 6. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture
igienico-sanitarie;
Obiettivo 7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e
moderni;
Obiettivo 8. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione
piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;
Obiettivo 9. Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una
industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;
Obiettivo 10. Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le nazioni;
Obiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili;
Obiettivo 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;
Obiettivo 13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico;*
Obiettivo 14. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per
uno sviluppo sostenibile;
Obiettivo 15. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre;
Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile;
Obiettivo 17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo
sostenibile.”
*Riconoscendo che la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici è il principale forum
internazionale e intergovernativo per la negoziazione della risposta globale al cambiamento climatico
Il testo dell’Agenda in italiano è reperibile al sito: http://www.unric.org/it/images/Agenda_2030_ITA.pdf
Gli obiettivi dell’Agenda (cfr Q1) riguardano, a livello sistemico, gli Stati e le organizzazioni
politiche nazionali e sovranazionali. L’obiettivo che più direttamente coinvolge la scuola è il n.
4, nel quale la scuola italiana è da sempre attivamente impegnata e per il quale però si richiede un
impegno supplementare proprio alla luce delle nuove emergenze. L’istruzione, tuttavia, può fare
molto per tutti gli obiettivi enunciati nell’Agenda, fornendo competenze culturali, metodologiche,
2 Dal sito del Centro Regionale di informazione delle Nazioni Unite http://www.unric.org/it/agenda-2030