a cura di d.ssa Pina Ferraro - Assistente Sociale e Sociologa Consigliera di Parita’ Effettiva per la provincia di Ancona Esperta Politiche contrasto violenza di genere Provincia di Ancona Incontro di formazione 10.7.2012 Ancona - SNOQ Violenza di genere contro le donne ed i bambini. Metodologia di intervento e ruolo delle istituzioni
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a cura di d.ssa Pina Ferraro - Assistente Sociale e SociologaConsigliera di Parita’ Effettiva per la provincia di Ancona
Esperta Politiche contrasto violenza di genere
Provincia di Ancona
Incontro di formazione 10.7.2012 Ancona - SNOQ
Violenza di genere contro le donne ed i bambini.
Metodologia di intervento e ruolo delle istituzioni
La voglia di studiare, progettare,creare servizi specializzati e, quindi,di approfondire la conoscenza delfenomeno della violenza di generecontro le donne ed i minori, siconcretizza, al termine dell’attività diricerca relativa al progetto pilota“Rete Antiviolenza tra le città UrbanItalia” (1999-2001).
Le risposte fornite dagli/lleoperatori/trici intervistati hanno messoin evidenza quelle che continuano arimanere delle questioni aperte e sullequali le risposte delle istituzioni sonostate spesso insufficienti:
1) un problema culturale: stereotipi e pregiudizirappresentano un ostacolo ancora consistente,che spesso si traduce in atteggiamenti di"chiusura" e scarsa capacità di riconoscimentodella violenza.
1) Emersione del fenomeno della violenza di generecontro le donne all’interno delle istituzioni;
2) Maggiore dialogo tra questi ultimi e i centriantiviolenza esistenti;
3) Nascita di altri centri antiviolenza sulla spintadei dati delle ricerche nazionali (1^ e 2^ fase);
4) Avvio di una lunga e sofferta concertazione,con i governi che si sono succeduti, al fine divarare una legge organica sulla violenza alledonne (ivi compreso lo stalking);
QUESTURA DI CATANIAUfficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico
- Servizio Sociale Professionale -
O B I E T T I V O
Offrire un Servizio Sociale Professionale infavore di minori, delle famiglie in difficoltàe di altri potenziali utenti che entrano incontatto con le Forze di Polizia sia comevittime che come autori di un reato, conparticolare attenzione all’attività diprevenzione, di sostegno, di informazione edi raccordo con Enti ed Organismicoinvolti”.
Una vittima ogni tre giorni. Queste sono le cifre di una guerra che si consuma tra le mura di casa
La violenza domestica.
O.M.S.
E’ la violenza tra le mura domestiche la primacausa di morte o invalidità permanente delledonne tra i 14 e i 50 anni. Sempre più spesso lavittima vive sotto lo stesso tetto dell'autoredella violenza.
Il Cammino delle Istituzioni Convenzione per l’eliminazione di ogni forma didiscriminazione contro le donne (CEDAW) adottatadall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1979 eratificata dall’Italia nel 1985.
ONU - IV Conferenza Mondiale sulle donne - Pechino4-15 settembre 1995
Approvazione della legge italiana n.66 "norme controla violenza sessuale" 15 febbraio 1996
Direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri"Azioni volte a promuovere l'attribuzione di poteri eresponsabilità alle donne" Obiettivo 9: promuovereefficaci iniziative di contrasto della violenza. 27marzo 1997.
VIOLENZA CONTRO LE DONNE“La violenza fatta alle donne designa tuttigli atti di violenza fondatisull'appartenenza al sesso femminile, checausano o sono suscettibili di causare alledonne danno o delle sofferenze fisiche,sessuali, psicologiche e che comprendonola minaccia di tali atti, la coercizione o laprivazione arbitraria della libertà, sianella vita pubblica sia nella vita privata"(dichiarazione dell'O.N.U. sulla eliminazione della
RAPPORTO MONDIALE SU VIOLENZA E SALUTE DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (2002)
"gli atti di violenza non sono semplicemente problemifamiliari, scelte personali, inevitabili sfaccettature dellavita. La violenza é un problema complesso legato amodelli di pensiero e comportamento plasmati da unamoltitudine di fattori all'interno delle nostre famiglie ecomunità, fattori causali che possono oltrepassare iconfini nazionali" (Gro Harlem Brundtland, Direttore Generaledell'OMS).
Il rischio maggiore per le donne é rappresentatodalla famiglia. Almeno la metà delle donne chemuoiono per omicidio è uccisa dal partner, in alcunipaesi la percentuale raggiunge il 70%.
Unione Europea – Comitato dei Ministri Raccomandazione REX (2002)5 del Comitato dei
Ministri agli Stati membri sulla salvaguardia delle donne dalla violenza 30.04.2002
Raccomanda ai governi degli Stati membri di:1) considerare la violenza maschile sulle donne un prodottodella ineguaglianza di genere e del predominio maschile;
2) agire contemporaneamente sui diversi livelli che neconsentono la sopravvivenza, livelli che possono essere inestrema sintesi indicati nel modo seguente: prevenzione;servizi di assistenza alle vittime e di riabilitazione;formazione e istruzione; aspetti sanitari; statistiche ericerche; legislazione e pratica giudiziaria.
1522Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri -Dipartimento per le pari opportunità - è istituito unnumero verde nazionale a favore delle vittime diviolenze di genere e atti persecutori, attivo H/24,con la finalità di fornire un servizio di primaassistenza: sociale, psicologica e giuridica, da partedi personale femminile dotato delle adeguatecompetenze, nonché di comunicare prontamente,nei casi di urgenza e su richiesta della personaoffesa, alle forze dell’ordine competenti gli attipersecutori segnalati e indicare il centro antiviolenzapiù vicino.
La maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati, non sono atti irrazionali ma tendono a stabilire un clima di controllo e tensione sulla donna.
“La violenza domestica è causata dall’assunzione di droghe ed alcol”
Alcolismo e tossicodipendenza non sono mai le cause dirette della violenza. La maggior parte degli uomini violenti non sono né alcolisti, né tossicodipendenti, né hanno problemi di salute mentale.
NON E’ VERO CHE“La violenza domestica non incide sulla salute delle
donne”La Banca Mondiale e l’Organizzazione mondiale della
Sanità calcolano ogni anno i costi sociali della violenza contro le donne.
La violenza sulle donne è anche un problema di salute pubblica, perché i maltrattamenti influiscono sullo stato psico fisico delle donne, impedendo il normale svolgimento delle loro attività e, nei casi più estremi, inducendoli all’annientamento e all’omicidio
NON E’ VERO CHE “I partner violenti hanno subìto maltrattamenti nell’infanzia”
Non esiste una relazione diretta tra Maltrattamenti infantili e violenza agita da adulti.
Quello che influisce sulla ripetizione dei comportamenti di violenza è la mancanza di qualsiasi intervento per fermare la violenza.
Esistono casi in cui chi ha subìto maltrattamenti da piccolo da adulto non li ripete, perché ha avuto la possibilità di elaborare la propria esperienza.
“Alle donne piace essere picchiate”Sono molti i fattori e gli ostacoli che impediscono alla donna di uscire da una relazione violenta.(Paura, dipendenza economica, isolamento, mancanza di alloggio, riprovazione sociale spesso da parte della stessa famiglia di origine, ecc.)
STALKINGOgni forma di persecuzione in grado di limitare la libertà
di una persona e di violare la sua privacy.
“mandare lettere e fiori ” “telefonate e sms ” “pedinamento ” “violazione di domicilio ” “visita sul luogo di lavoro ” “appostamenti vari ” “minacce “
CIOE’: Chiede ripetutamente appuntamenti perincontrarti, ti aspetta fuori casa, a scuola o a lavoro, tiha inseguita o spiata, ti invia messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati…
Indagine sul femminicidio in Italia 2006: nr. 101 casi 2007: nr. 107 casi 2008: nr. 113 casi 2009: nr. 119 casi 2010: nr. 127 casi 2011: nr. 92 casi 2012: nr. 72 casi (ma il numero è destinato a
raddoppiarsi rispetto al 2011)
Tutti omicidi commessi tutti da: marito,convivente, amante, fidanzato, ex marito,parente, figlio.
Gli Indicatori della violenzaCaratteristiche osservate nelle donne:Non prendono quasi mai la parola.Se il marito è presente: restano silenziose o se si
esprimono sollecitano l’approvazione del coniuge.Si presenta molto riservata, si dichiara incapace,
incompetente, si svaluta continuamente.Ha subito o assistito a violenza in famiglia
nell’infanzia.E’ molto aggressiva nei confronti
dell’operatrice/ore.Sussulta ai rumori inattesi durante il colloquio e
Per le donne maltrattate è il modo di rottura più frequente e permette:
Di sperimentare le risorse esistenti;Di riscoprire la propria capacità di autonomia;Di testare la solitudine;Di ritrovare in sé un senso di sicurezza;Di verificare la sua capacità a vivere e organizzarsi
Paura (per sé e per i propri figli) di comportamenti vendicativi da parte dell’autore della violenza, soprattutto nel caso in cui vi siano state minacce;
Temere di dover incontrare il maltrattante faccia a faccia nel corso del processo;
Sentimenti di imbarazzo e di vergogna; Paura di non essere credute; Paura di essere giudicate;
Il Centro Antiviolenza vuole essere un “luogo altro”che permetta alla donna di raccontare il propriovissuto e di ricevere ascolto, al fine:
di acquisire consapevolezza delle proprie qualità,competenze e risorse per elaborare difese e soluzioniper sé e per i propri figli;
di tracciare, insieme all’operatrice di accoglienza, unpercorso di superamento e di uscita dalla violenza,attraverso un progetto che vada verso la conquistadell’autonomia personale, la ricostruzione della stimae della fiducia in se stessa e il riconoscimento dellaviolenza subita;
L’operatrice d’accoglienza è una figura professionalepreposta a svolgere attività mirate alla costruzione diun progetto di uscita dalla violenza.
L’attività è finalizzata a valorizzare e promuovere lerisorse personali delle donne che si rivolgono alcentro, attraverso la definizione di un progettopersonalizzato, che ha lo scopo di favorire l’uscitadalla situazione di violenza.
L’operatrice di accoglienza realizza tale attivitàsostenendo e rafforzando la soggettività femminile,integrandosi con le altre professionalità del centroantiviolenza ed utilizzando le risorse disponibili nelterritorio.
Il primo contatto con il centro avviene sempre surichiesta diretta della donna stessa, attraverso ilTelefono Donna.
Inizia il percorso di accompagnamento allafuoriuscita dalla violenza e, partendo sempre dallerisorse e dai desideri della donna, viene elaboratoinsieme all’operatrice un progetto di vitaalternativo, senza più violenze e sopraffazioni.
All’interno di questo percorso vengono attivate, se necessario, le consulenze legali e psicologiche o il collegamento con i professionisti che hanno in carico la donna;
Inoltre sarà attivato il lavoro di rete tra tutti i servizi che sono, o possono essere, coinvolti nel percorso di accompagnamento della donna alla fuoriuscita della violenza.
… qualsiasi forma di maltrattamento compiutoattraverso atti di violenza fisica, verbale,psicologica, sessuale ed economica su figure diriferimento o su altre figure affettivamentesignificative. Il minore può farne esperienzadirettamente, indirettamente, e/opercependone gli effetti. Si include l’assisterea violenze di minori su altri minori e/o su altrimembri della famiglia e ad abbandoni emaltrattamenti ai danni di animali domestici.
COME SI SENTONO I BAMBINICHE ASSISTONO ALLA VIOLENZA
I bambini che vivono in famiglie dove si esercita violenza subiscono danni e traumi che rimangono nel tempo con riflessi negativi per lo sviluppo psicofisico;
Possono essere coinvolti direttamente nelle violenze o indirettamente nel tentativo di proteggere la madre;
Perché, secondo te, le donne rimangono con uomini violenti?
34%
43%
14%
PERCHE' PENSANO DI NON FARCELA DA SOLEPECHE' SPERANO DI SALVARE LA FAMIGLIAPERCHE' SPERANO CHE LUI CAMBIPERCHE' SI SENTONO IN COLPAPERCHE' SONO ECONOMICAMENTE DIPENDENTIPER TIMORE DEL GIUDIZIO ESTERNOPERCHE' PROVANO VERGOGNA
Una donna riluttante a denunciare, se adeguatamente supportata, può cambiare idea ed iniziare un percorso di cambiamento per sé e per i propri figli.
E’ necessario, perché ciò avvenga, attivare l’intervento in un’ottica di rete, coinvolgendo tutti gli attori, pubblici e privati, in grado di sostenere la donna nel percorso di fuoriuscita dalla violenza.
Ostacoli al riconoscimento della violenza da parte degli operatori/trici
Scarsa conoscenza della diffusione e della gravità del fenomeno;
Insufficienti strumenti a disposizione per l’identificazione del fenomeno;
Ritenere che non si tratti di un problema di propria competenza;
Non sentirsi in grado di intervenire a fornire aiuto; Diffidenza nei confronti della donna
(dice la verità? Potrebbe provocare lei la violenza?); Mancanza di tempo per verificare la violenza; Difficoltà a gestire il proprio vissuto emotivo; Ritrosia a farsi carico di situazioni che possono implicare
l’attivazione, spesso faticosa e difficile, del sistema giudiziario e di un lavoro di rete;
Mancanza di conosenza delle risorse territoriali (in termini di professionalità e metodologia di intervento).
FONDAMENTALE Il lavoro di rete è un percorso… e come tale necessita
della volontà di essere “percorso” e, soprattutto, necessita della volontà istituzionale degli enti coinvolti a renderlo operativo, consentendo la costante partecipazione dei referenti agli incontri, ai seminari e, non da ultimo, rendendosi disponibili ad una progettazione condivisa e alla costruzione di un linguaggio comune che permetta alla donna ed ai minori vittime di violenza di genere, di sentirsi “sostenuta” da una rete fatta di persone prima che di istituzioni