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IN MEMORIA DELLE VITTIME DI MAFIA "Ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale. " (http://www.libera.it/) Emanuela Loi
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In memoria delle vittime di mafia

Jan 29, 2018

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paola obino
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Page 1: In memoria delle vittime di mafia

IN MEMORIA DELLE VITTIME DI MAFIA

"Ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime

innocenti delle mafie, perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale. "

(http://www.libera.it/)

Emanuela Loi

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La mafia, purtroppo, ha colpito profondamente il paese in cui abitiamo: nel 1992 fu infatti uccisa, durante un attentato, Emanuela Loi, una nostra concittadina.Emanuela Loi (Sestu, 9 ottobre 1967 – Palermo, 19 luglio 1992) è stata un'agente di Polizia italiana, morta nella Strage di via D'Amelio (attentato di Cosa Nostra a Paolo Borsellino).Fu la prima agente donna della Polizia di Stato a restare uccisa in servizio. Entrò nella Polizia di Stato nel 1989, fu trasferita a Palermo due anni dopo.

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Agente della scorta del magistrato Paolo Borsellino, cadde nell'adempimento del

proprio dovere il 19 luglio 1992, vittima della Strage di via d'Amelio a Palermo; con lei persero la vita, oltre a Paolo Borsellino, i colleghi Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni.

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Il 19 luglio 1992, una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di materiale detonante, esplose in via Mariano D'Amelio 21, sotto il palazzo della madre di Borsellino; l'agente sopravvissuto Antonino Vullo descrisse così l'esplosione: «Il giudice e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, io ero rimasto alla guida, stavo facendo manovra, stavo parcheggiando l'auto che era alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l'inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L'onda d'urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c'erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto».

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Lo scenario descritto da personale della locale Squadra Mobile giunto sul posto parlò di «decine di auto distrutte dalle fiamme, altre che continuano a

bruciare, proiettili che a causa del calore esplodono da soli, gente che urla chiedendo aiuto, nonché alcuni corpi orrendamente dilaniati»

L'esplosione causò inoltre, collateralmente, danni gravissimi agli edifici ed esercizi commerciali della via, danni che ricaddero sugli abitanti. Sul luogo

della strage, pochi minuti dopo il fatto, giunse immediatamente il deputato ed ex-giudice Giuseppe Ayala che abitava nelle vicinanze.

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Gli agenti di scorta ebbero a dichiarare che la via D'Amelio era considerata una strada pericolosa in quanto molto stretta,

tanto che, come rivelato in una intervista rilasciata alla RAI da Antonino Caponnetto, era stato chiesto alle autorità

di Palermo di vietare il parcheggio di veicoli davanti alla casa, richiesta rimasta però senza seguito.

Lavoro realizzato da Marta Paulis