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In difesa della scuola statale: Dalla Costituzione Repubblicana agli Organi Collegiali: proteste e proposte ufficiali per difendere il diritto allo studio (1998-2012)

Mar 01, 2023

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Antonio Panaccione: battaglie in difesa della scuola statale

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Antonio Panaccione: battaglie in difesa della scuola statale

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Antonio Panaccione

BATTAGLIE IN DIFESA DELLA SCUOLA

STATALE

Dalla Costituzione Repubblicana agli Organi

Collegiali: proteste e proposte ufficiali per

difendere il diritto allo studio

(1998-2012)

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Antonio Panaccione: battaglie in difesa della scuola statale

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© Copyright Edizioni IITTAA..LL..II.. (Italianistica e Lingua Italiana L2-LS nel mondo) - sito web: www.italianlang.org e-mail: [email protected] Prima edizione Gennaio 2013 Tutti i Diritti sono Riservati Prefisso ISBN 978-88-6439-005-5

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Vista la drammatica situazione in cui versa il Paese, la

Democrazia a rischio e l’annientamento della Scuola Statale, ho deciso di raccogliere in forma di diario di bordo tutte le mie

“critiche istantanee” degli ultimi quindici anni

Che dedico a tutto il Personale Scolastico, con particolare affetto a tutti gli alunni che mi hanno capito, sostenuto e seguito in queste difficilissime battaglie controcorrente.

… Ci sono persone colte persino tra i professori" (Benedetto

Croce)

Ringraziamenti

Vorrei esprimere pubblicamente il mio più sentito ringraziamento a coloro che hanno collaborato direttamente, indirettamente o reso possibile queste lotte comuni, spesso finite male per alcuni degli stessi interessati che hanno subito ingiustizie impagabili e per le quali dobbiamo riflettere e chiedere scusa noi tutti. Tra questi vorrei menzionare il caro ex collega Prof. Genesio Petrucci, cui dedico particolarmente queste riflessioni, aggiungendo alle mie lettere la Sua sentita missiva di commiato finale come Docente di Religione del Liceo scientifico statale Keplero di Roma, esempio di civiltà e coerenza morale da seguire per i nostri colleghi e giovani studenti.

L’autore

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INDICE Prefazione

Presentazione

PARTE PRIMA

LETTERE UFFICIALI PUBBLICATE 1) La morte della scuola statale italiana è a buon punto! (1998)

2) Dichiarazione stato di crisi del Liceo scientifico statale

Keplero (2002)

3) Difesa della scuola- Lettera al quotidiano “La Repubblica”

(2003)

4) Al Ministro della Pubblica Istruzione, on. le Gelmini (2008)

5) Colpire la scuola pubblica: una scelta non casuale (2010)

6) Ministro Profumo, almeno Lei non ci abbandoni (2012)

PARTE SECONDA

2A) SULL’EDUCAZIONE ALLA SALUTE E ALLA PREVENZIONE

Nuove iniziative nell'ambito dell'Educazione alla Salute e alla Prevenzione dell’Aids: progetto distributori di sicurezza (2010)

2B) INTERVISTE 1) Intervista alle televisioni sul corso di educazione sessuale

alla prevenzione delle malattie infettive (2010)

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2) Dopo un anno di condom a scuola: usati, ma non abusati

(11/1/2011)

3) Intervista programma Rai Radio2 Caterpillar del 29/4/2010

4) Una scuola libera, laica e gratuita per tutti del 3 maggio 2010

(Intervista alla rivista Informatore Scolastico)

5) Suona la campanella, tutti giù per terra del 09/09/2010

(Intervista a Metropolis (RomaUno TV)

6) I giovani e lo Sballo5 - Matrix (Canale 5) del 6 aprile 2011:

Puntata finale dedicata al sesso a scuola tra i giovanissimi

(partecipano al dibattito sei esperti di settore e il sottoscritto in

rappresentanza della scuola pubblica, cui vengono rivolte le seguenti

domande):

7) Test Invalsi, la soluzione del Liceo Keplero (Intervista di

RomaUno Tv del 12 maggio 2011)

8) I giovani di oggi, questi sconosciuti del 18 giugno 2011

(intervista al programma Metropolis di RomaUnoTv)

9) Dichiarazioni flash di inizio anno scolastico 2011 (settembre

al Talete)

10) Didattica essenziale al Talete (22/10/2012)

11) Intervista di RAI News del 25/10/2012 (trascrizione completa

dell’intervista nata proprio dalla prima protesta nazionale della

scuola del 2012, partita dal Liceo Scientifico Talete di Roma)

12) Dibattito del 28 novembre 2012 (programma Metropolis di

RomaUnoTv) dal titolo: “Siamo tutti studenti”

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13) La scuola? E’ ancora un mestiere per Presidi? (estratto di

un’intervista rilasciata il 20 dicembre 2012 e pubblicata sul n.1 del

6 gennaio 2013 del settimanale “Famiglia Cristiana”)

PARTE TERZA

ALLEGATI

Lettere e altri contributi di approfondimento 1) Lettera all’Es. Ministro della Pubblica Istruzione On.le

Giuseppe Fioroni del 3/4/2007- Viale Trastevere, 76/A - 00153

Roma

2) Denuncia Autorità sovraordinate del 19/4/2007

3) Riservata Personale

4) Lettera di riflessioni del Prof. Petrucci Genesio inviata:

5) Risposta Interrogazione Parlamentare sul caso del Prof.

Petrucci Genesio

6) Programma di “Attività Alternativa” all’I.R.C. nel liceo

Talete

7) Religione Cattolica o Attività Alternativa a scuola

8) Quesito istituzionale sulla validità Progetto Attività

Alternativa

9) Decreto attuativo dell’insegnamento dell’Attività

Alternativa

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PREFAZIONE

“La scuola è aperta a tutti [...] la Repubblica rende effettivo questo diritto”

La nostra meravigliosa Carta Costituzionale, all’articolo 34, sancisce, in maniera netta, il principio formale di universalità dell’istruzione -disciplinato nell’articolo precedente- che permette a tutti, senza distinzione alcuna, l’accesso al mondo dei saperi, che deve concretizzarsi nell’applicazione del principio sostanziale, ivi disciplinato, di rimozione di ogni ostacolo e impedimento a carico della Repubblica, che deve permettere, con ogni mezzo, l’effettivo godimento di questo diritto. In queste poche parole si definiscono profilo, ratio, e finalità di una scuola pubblica, purtroppo, tremendamente distante dalla realtà effettuale; un concetto che, se rapportato alla contingenza scolastica attuale, quella narrata e vissuta dagli “addetti ai lavori”, finirebbe per sembrare quasi utopico. Le attuali politiche di c.d. “razionalizzazione della spesa” che, negli ultimi anni, si stanno abbattendo come una scure sui finanziamenti destinati all’istruzione, rivelano, invece, una completa assenza di razionalità, palesando una mera logica di riduzione dei costi , verticalmente imposta, che continua a vessare il mondo della Scuola e dell’Università con preoccupanti risultati, sempre a carico di quelli che, proprio alla scuola, dedicano il proprio impegno e buona parte della propria vita. I tagli, perchè è ora di iniziarli a chiamare con il proprio nome, al mondo della conoscenza, spesso nascosti dentro macroprovvedimenti finanziari o, peggio, presentati all’opinione pubblica come riforme; sono sempre di natura lineare, quindi mai contrattati con le realtà che vivono la Scuola, raramente ponderati o tarati su interventi poco invasivi, finiscono col destabilizzare

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l’economia dei singoli istituti, costringendo le famiglie degli studenti a farsi carico di costi che dovrebbe sopportare lo Stato. La scuola pubblica viene messa doppiamente in ginocchio: da un lato soffre la decimazione dei finanziamenti, dall’altro è vorticosamente coinvolta in un sistema di privatizzazione che sta cercando di scalfire il principio dell’autonomia scolastica, marciando pericolosamente verso immissioni di soggetti terzi negli organi direttivi, quasi fossero azionisti della cultura. Questo processo vede il suo apice negli ormai noti finanziamenti alle scuole non statali che, ogni anno, percepiscono sovvenzioni e contributi -quasi non bastassero le copiose rette percepite- da parte di uno Stato che, ubriacato dalle continue richieste di riduzione dei costi provenienti da un’Europa sempre più germanocentrica, sembra invertire i ruoli di questo gioco di equilibri, spostando l’ago della bilancia monetaria a favore del privato, sulle spalle del pubblico.

La pericolosità delle manovre finanziarie che gravano

sulla scuola pubblica, se accoppiate alla drastica riduzione dei fondi destinati al diritto allo studio universitario, dalle semplici borse –che permettono di dare un po’ di respiro in più a studenti che diversamente non riuscirebbero nemmeno ad acquistare libri di testo di terza mano- fino ai posti alloggio per i fuori sede –ormai riservati ai soli vincitori della graduatoria, nonostante i tanti legalmente idonei- finiscono per gettare, inequivocabilmente, noi giovani in un mondo di incertezze nei confronti di un futuro che in termini occupazionali non può –o non vuole- concederci più di tanti spazi. Mi auguro con tutto il cuore che le battaglie narrate in queste pagine, moltissime delle quali condivise personalmente con l’autore, possano servire a risvegliare le riflessioni dei lettori

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sulla centralità del ruolo della scuola pubblica e sulla fondamentale difesa che le varie componenti che vivono questo mondo sono chiamate a compiere in questo periodo di destabilizzazione. La difesa della scuola è un compito difficile, che non può spettare in capo ad una sola persona o ad una sola componente: l’incisività della battaglia non può prescindere dalla coesione interna, deve passare attraverso il dialogo costruttivo e conflittuale tra le parti –perchè ogni componente deve far valere le proprie posizioni- e culminare in una sintesi, rafforzata dalle varie opinioni rappresentate attraverso i luoghi della democrazia.

Alberto Belloni

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Presentazione Rileggendo queste mie brevi lettere e documenti, spesso letteracce e ammonimenti pubblici di questi ultimi quindi anni passati nella Scuola come Dirigente Scolastico, mi rendo sempre più conto di essere sempre stato all’opposizione morale e fuori da ogni schema politico istituzionale. Riascoltando anche alcune delle mie interviste pubbliche, sempre estemporanee, genuine e improvvisate, mi convinco ancora di più di essere stato fortunato perché quello che ho raggiunto appartiene a un vero uomo libero, realizzato, laico e rappresentante di un mondo scomparso, almeno tra i Presidi delle scuole italiane. Sarà perché la mia formazione umana e professionale ha spesso risentito della cultura anglosassone, dove ho studiato, lavorato e certe cose non si fanno, e se succedono, vengono subito annichilite dalla società civile fortemente vigile in ogni apparato pubblico e privato. Ma in Italia, purtroppo, siamo arrivati addirittura a proporre leggi schifose e anch’esse parte di questo malcostume nazionale, che tendono addirittura a discriminare la soglia dell’illegalità e dell’improponibilità a cariche pubbliche e politiche, come se un politico o alto dirigente pubblico con quattro mesi di reclusione o quattro anni di condanna faccia veramente differenza. Cose da pazzi! Per questo motivo, rileggendo queste mie pagine pubbliche, rivedo sempre i limiti di chi combatte invano contro cose più grandi per ciascuno di noi, ma che devono essere comunque testimoniate fino all’ultimo alito di vita e sempre testimoniate e ricordate ai più giovani, per fare in modo che la Storia sia più chiara e incisiva, soprattutto se il messaggio si dirige verso giovani alunni o generazioni di cittadini che ambiscono a guidare il Paese più martoriato e mafiosizzato dell’Europa moderna.

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E così tra queste pagine dense di passione e critica possiamo trovare documenti e atti di primaria importanza in difesa della scuola pubblica costituzionalmente garantita. La nostra Costituzione Repubblicana, la più bella del mondo, garantisce esplicitamente, l’insegnamento e le pari opportunità per tutti, con una scuola gratuita e diffusa su tutto il territorio nazionale (artt. 33, 34 e 51). Ma i continui tagli di questi ultimi vent’anni a tutto: prima agli ordinamenti scolastici, poi a tutto il personale e con fortissimi accorpamenti, poi ai precari e infine con i mancati finanziamenti e le sciagurate modifiche alle norme primarie hanno invece annientato quanto previsto dalla Legge Costituzionale e, come vedremo leggendo le mie critiche e interviste, le lotte sono state tante, dure e sempre più diverse e condivise. Esse hanno toccato tutti i campi, settori e categorie scolastiche, dai contratti al precariato, dalle riduzioni di organici all’innalzamento delle cattedre, fino al mancato pagamento degli stipendi al personale precario o Co.Co.Co. (Contratti di Collaborazione Continuativa). Ma sempre in barba alla laicità dello Stato si è invece via via favorito le scuole private e paritarie, sia con finanziamenti statali e poi regionali, infine con attribuzione del ruolo a migliaia di docenti di Religione Cattolica, senza mai invece garantire a tutti gli altri alunni Non avvalentesi di avere Attività Alternative concretamente e per tutti coloro che le scegliessero. Davanti a tante sconfitte politiche e amministrative, quest’ultima mia battaglia, solitaria e testarda, però alla fine è risultata vincente perché credo di essere stato il primo e forse l’unico in Itala, ad aver permesso (dal 2012-13 al Liceo Talete) a tutti gli alunni Non Avvalentesi dell’insegnamento della Religione Cattolica di avere contestualmente un loro docente con cattedra frontale e parallela in tutte le classi e alunni della scuola. Tutto questo si potrà ben vedere dagli atti che riporto in fondo al libro tra gli allegati di supporto.

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Un’ultima cosa. Poiché in Italia i MassMedia in generale e le televisioni principali sono sotto controllo dei padroni e non lasciano il dovuto spazio all’informazione culturale libera, credo sia necessario far girare tra le famiglie, gli alunni e i colleghi docenti ogni critica diversa e alternativa, perché sconosciuta. In tal senso, questo piccolo lavoro di raccolta e utilizzazione dei frammenti principali delle mie lotte, potrebbe essere un aiuto per aprire gli occhi prima che sia troppo tardi, anche per la Democrazia italiana. Grazie a tutti Noi.

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PARTE PRIMA

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PARTE PRIMA

LETTERE UFFICIALI PUBBLICATE 1) La morte della scuola statale italiana è a buon punto! (1998) Vorrei porre alla vostra attenzione una cosa che pochi sanno e molti sottovalutano, compresi i maggiori partiti e i sindacati della scuola. Com’è noto il governo di centrosinistra aveva messo la scuola, e l’istruzione in particolare, al primo punto del programma elettorale, disattendendo poi la maggior parte delle attese e aspettative di un milione di docenti e di tutto il personale scolastico. E’ stato, secondo me, il motivo principale della successiva sconfitta elettorale, che ha spalancato la porta a questo governo di centro destra, con a capo un ministro dell’istruzione di tipo aziendale, poco competente nel campo ma sponsorizzato dai poteri forti e dalla curia romana, le cui aspettative sono sempre le stesse: parità e finanziamento delle scuole private, ovvero religiose, che costituiscono la stragrande maggioranza delle stesse. La cosa strana è che neanche la Democrazia Cristiana della maggioranza assoluta si era mai azzardata a dare alla chiesa quanto da sempre ambito o richiesto. Ora, invece, per colpa di questo primo ministro pluriinquisito, appoggiato dalla disgregatrice minaccia di Bossi e dalle truppe di destra desiderose di poteri e rivalse storiche, si sta letteralmente scardinando alla radice la scuola pubblica statale, ma non tutti lo sanno o fanno finta. E questa è la neodestra che avanza in modo diverso rispetto alla storia, ma non per questo meno pericolosa, perché sta lavorando “di fino” nei settori della cultura, dell’istruzione e dei media, oltre che nella finanza e nella magistratura. In uno stato di diritto serio e democratico, come potrebbe essere quello francese o tedesco, nessuno si sognerebbe mai di decentrare la pubblica istruzione, la giustizia e la

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sicurezza pubblica, tutto questo invece sta succedendo in Italia, con la mania di federalismo esasperato che, così com’è stato avviato ci porterà dritti dritti alla stessa situazione in cui si trova ora l’Argentina, cioè allo sfascio e alla bancarotta totale. Non si possono assegnare i suddetti beni primari di uno Stato alle regioni (ai quali aggiungerei anche la Sanità che deve essere pubblica, statale e con standard uguali in tutto il territorio), perché, com’è noto, le regioni hanno radici, economie, problematiche e mafie diverse, per cui tutto porta allo sfaldamento istituzionale, poi all’impoverimento dei valori comuni e alla tolleranza e infine alla guerra tra poveri, alla mancanza di pari dignità e diritti consolidati. Inoltre si deve ricordare che il nostro tanto criticato sistema sanitario nazionale è, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il secondo al mondo. E non mi si venga a dire che è necessario, perché la pubblica amministrazione è inefficiente e ha bisogno dell’efficienza e dell’efficacia tipica dei privati. Questa è la baggianata più grossa mai sentita, che può essere smontata con pochissimi banali esempi, come quello delle scuole materne ed elementari dell’Emilia Romagna, adottate ad esempio a livello mondiale e anche imitate dagli stessi Stati Uniti, per gli altissimi standard di qualità formativa. Altro esempio potrebbe essere quello della mancanza dell’acqua in Sicilia, Regione da sempre a Statuto Speciale, ma che non vuole o non può risolvere un problema che è elementare e non dovrebbe esistere in un paese moderno, ma è invece legato a intrecci balordi tra lecito e illecito, tra poteri locali e mafiosità diffuse. Ma tornando al nostro problema della scuola, vorrei ricordare i fatti essenziali dell’ultimo degrado con qualche esempio. E’ stato cambiato il nome da MPI (Ministero della Pubblica Istruzione) a Ministero dell’Istruzione, perché hanno voluto dare alle scuole private lo stesso status e parità di quelle pubbliche statali. Ma per caso esse danno gli stessi servizi? Erogano la stessa qualità di formazione? Sono per caso gratuite? Selezionano

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e reclutano il personale docente dalle nostre graduatorie nazionali dei concorsi? E potrei seguire… Ora, con questa logica, sono stati inseriti nei ruoli dello Stato

italiano, docenti mai reclutati per concorso, che mai hanno patito le sofferenze di un normale docente ex statale (ora a Tempo indeterminato) che per diventare di ruolo ha dovuto viaggiare in lungo e largo per le province e le regioni italiane per decenni. Senza dire che nel corso di questi decenni molti di questi cari colleghi, più furbi e opportunisti, o sono andati in pensione con 15 o 16 anni di servizio effettivo o si sono imbucati nei sindacati o fanno politica a carico dello stato da decenni. Inoltre i nostri docenti migliori se ne sono andati in pensione in questi ultimi anni con una serie di scivoli e finestre, non legati a regole ma al puro caso, cioè a materie o discipline in esubero a carattere nazionale; mentre noi altri che siamo rimasti in servizio, pur essendo stati assunti allora con la stessa normativa primaria, ora ci troviamo ingabbiati e legati per sempre a questo lavoro, senza alcuna possibilità di andare in pensione prima dei 35 anni di servizio. Ma, come se non bastasse, ora hanno assegnato alle scuola italiana tutti i compiti che prima avevano le altre istituzioni, cioè la famiglia, la chiesa e la società, per cui ora la scuola è semplicemente un gran contenitore vuoto, senza qualità e con troppe offerte formative che ne snaturano la funzione primaria, dove si fa di tutto per tutti, un vero parcheggio istituzionale. Nonostante ciò esistono ancora oasi felici di scuole statali di alta e riconosciuta qualità che smentiscono e sbalordiscono tutti, ma questa Amministrazione di illuminati ministri ha deciso di dare loro il colpo mortale e finale: rendere uguale ciò che è diseguale, ovvero le scuole statali con gli stessi diritti delle private (ora chiamate addirittura paritarie). Inoltre, pur predicando finanziamenti mirati o a pioggia di qua e di là (in effetti piccole regalie per la informatizzazione multimediale) si sta di fatto raggruppando tutte le scuole in

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mega istituti, tagliando drasticamente il personale amministrativo, i fondi annuali e risparmiare su tutto il resto. Allo stesso tempo su altri fronti sindacali e/o parasindacali, grazie anche al gioco al massacro di alcuni sigle conniventi o interessate alla divisione o emarginazione dei sindacati più rappresentativi, si sta strategicamente dividendo il personale scolastico, spaccando le varie categorie. Prima si è iniziato dai Presidi e dai Direttori didattici, che con la scusa della dirigenza statale atipica (altra bufala veduta per grande cambiamento) ora sono fuori dal comparto scuola, ma non sono dentro la vera dirigenza amministrativa, che è ben altra cosa sia in termini di stipendi che di tutele e di carriera. Poi questi bravi governanti hanno creato i Co.Co.Co (Contratti Collettivi di Collaborazione), altra categoria di precari ricattabili periodicamente e politicamente perché i loro contratti sono privati ed a termine. Ora stanno puntando più in alto eliminando anche i docenti dal comparto scuola. Un vero e proprio “divide et impera”, dove si mettono gli uni contro gli altri e poi si riproporrà probabilmente l’art.18, quando si saranno eliminate tutte le opposizioni interne e democratiche. Ma tutte queste cose sono poco note alla massa degli intellettuali e quasi per niente sapute dagli italiani uomini comuni, che rimbecilliti vedono solo i vergognosi programmi televisivi che stanno rimbecillendo tutti. Poi è venuta la cosiddetta autonomia scolastica, che tale non è, perché ha tagliato ulteriormente i contingenti del personale docente, ha limitato i poteri di gestione economica degli istituti tecnici, Professionali ed alberghieri che ora sono accomunati alle scuole materne ed elementari. Nel solo Lazio la finanziaria del 2002 ha tagliato 1749 posti, anche a fronte di 5000 studenti in più. L’attuale riduzione del finanziamento pubblico a tutte le scuole statali per l’anno prossimo sarà ancora maggiore ed il danno a quel punto sarà irreversibile. Inoltre le Direzioni Scolastiche Regionali, cosa gravissima ed aberrante hanno imposto a livello

regionale la formazione di cattedre a 18 ore per tutti i docenti,

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riducendo ulteriormente i posti ed eliminando quanto di utile era stato fatto in questi ultimi decenni a salvaguardia della sperimentazione didattica, scientifica e di ricerca, in un Paese che non è riuscito mai a fare una riforma generale del Sistema scolastico nazionale. Infatti è stata eliminata anche l’ultima possibilità di agire o modificare la sperimentazione, sia mini (sulle materie e i programmi) che maxi sulle strutture dei curricula. E questo lo ha fatto il ministro Moratti. Inoltre sono stati eliminati gli orari flessibili,e non è stato possibile applicare uno dei punti tanto innovativi previsti dall’autonomia didattica: quello della modifica del 15% dei curricula e programmi. Allora dove sta la cosiddetta autonomia? Quale? Di chi? E’ una vera farsa e burla internazionale e tutti stanno zitti o fuggono se possono dalla nave in deriva della scuola italiana statale, per screditarla ulteriormente e dare spazio ai maneggioni privati. Intanto tutti i risparmi vanno alle scuole private, che porteranno naturalmente voti a nuovi padroni. Ora veniamo ad un altro piccolo problemino che si sta rivelando una vera e propria bomba: l’esame di Stato finale degli studi superiori, che prima era fatto a domanda da persone con certe esperienze, titoli e curricula (preparati, selezionati e nominati ad hoc), ma ben pagati e rimborsati dovunque essi andavano su tutto il territorio nazionale, ora dall’anno scorso i Commissari e i Presidenti esterni degli esami di Stato (ex Maturità), sono prima stati ridotti al 50 per cento dell’intera Commissione e ora del tutto eliminati da quest’anno. Il motivo è solo il risparmio? Non credo e non solo, perché la posta in gioco è sempre quella più alta: far morire di lavoro i docenti ed i presidi, che non riceveranno compensi per lavori e responsabilità grandissime, ma creando altri presupposti per favorire ulteriormente le scuole private, dei preti e dei diplomifici a pagamento. E’ una delle forti volontà di smantellamento di tutto ciò che è pubblico, libero e garantito dallo Stato, per diritto e parità costituzionale. E’ una cosa indegna di un paese civile. Allora vorrei ricordare ai nostri politici di

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andarsi a leggere attentamente tutte le nostre denunce di interi anni passati, dove spesso siamo stati costretti a scappare da zone infestate dalle mafie, camorre e mammesantissime locali, perché non eravamo disposti a promuovere studenti raccomandati o addirittura a dare voti altissimi ai figli dei boss politici o di quei che loro stessi indicavano. Ora con questo nuovo esame di Stato sarà tutto possibile, ecco perché in Sicilia, Calabria e Puglia hanno fatto il pieno di voti quelli di Forza Italia, come ai tempi di Craxi, ora faranno tanti affari con i diplomi a pagamento che staranno gestibili non solo al Nord ma in Europa. Di questo passo la nostra credibilità in Europa scomparirà. Ma tutto questo porta voti ai politici senza scrupoli fiancheggiatori o rappresentanti delle varie mafie che spostano milioni di voti. Infatti maggiore è il discredito e la confusione, più forte sarà il pericolo e la possibilità che questi politicanti convincano ed ingannino il Paese, facendo capire che tutto dipende dal fatto che l’efficienza viene solo con la privatizzazione e la garanzia del diritto allo studio senza scioperi ed autogestioni. In America e in Argentina hanno fatto esattamente così e il risultato è sotto gli occhi di tutti: il 70/80% non può permettersi di pagare alcuna retta scolastica,universitaria o di sanità (neanche altissime), quelli che possono vanno nelle scuole private, dove tutto è bello ed appariscente (pulizia, ordine, servizi) ma senza qualità perché gli alunni sono dei clienti e non possono essere selezionati o mandati via. Proprio come vuole Berlusconi e i suoi temibili tirapiedi. Gli altri vanno alla scuola pubblica, come centro di sopravvivenza e di assistenza per i poveracci. Ma ora vorrei concludere con un piccolo caso, tra i tanti, che mi sono capitati in questi ultimi tempi: una signora mi viene ad implorare di iscrivere fuori termine il figlio agli Esami di Stato perché la scuola privata, con una scusa lo aveva allontanato e non lo voleva più. Il motivo era sempre lo stesso, la direzione richiedeva di pagare una tangente extra, al fine di garantire la buona riuscita o promozione al figlio in difficoltà.

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Da quest’anno noi Presidi siamo Dirigenti scolastici (sempre a parole), non abbiamo più diritto al trasferimento a domanda ma ad una non precisata Mobilità: cioè possiamo essere rimossi, trasferiti a totale discrezione del Direttore Regionale dell’Istruzione, sia a livello regionale che provinciale, con o senza giusta causa. Infatti, pur avendo chiesto la mobilità ad altro Istituto, io non solo non l’ho ricevuta ma neanche si sono degnati di spiegarmi perché non potevo averla, costringendomi di fatto a firmare un contratto capestro e a senso unico. E tutto questo vorrebbe rappresentare l’efficienza e la salvezza della scuola italiana, quando invece i veri delinquenti e incapaci si annidano sempre più nell’attuale classe dirigente e vengono sistematicamente protetti o coperti. Con questa scellerata decisione, avallata anche dai sindacati scuola, si è prefigurato un più forte e vicino controllo politico dell’intero sistema scolastico pubblico. E nessuno può dire nulla perché non è controllabile e non ci sono più le graduatorie e questo sta succedendo anche per altri incarichi e assunzioni a tutti i livelli, per i quali bisognerà attivarsi. Amici e colleghi italiani, svegliatevi perché fra poco è troppo tardi! Lo stato di diritto è morto e sepolto. Mandiamo questo governo a fare la guerra con Bush e compagnia! Pertanto si chiede ai pochi manipoli di Parlamentari seri e ancora onesti di farsi carico delle suddette denunce per richiedere di impugnare le decisioni assunte dall’attuale governo nazionale sull’istruzione e la scuola statale, perché incostituzionali, contrarie alle norme consolidate da contratti e leggi primarie. In particolare si richiede: 1) l’annullamento della parità scolastica attribuita alle scuole private di qualunque tipo, con tutto quanto ne consegue in termini di finanziamenti e contributi diretti ed indiretti; 2) il ripristino del vecchio Esame di Stato con almeno metà commissione (50%) tutta esterna per le scuole statali e la totalità degli esterni per quelle private, dove i membri ed i Presidenti

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dovrebbero essere sorteggiati e non assegnati a domanda, causa le continue e riconosciute collusioni rilevate annualmente da denunce e da visite ispettive; 3) la corretta selezione ed assegnazione del personale preposto alle commissioni di esami di qualsiasi tipo; 4) la garanzia di una scuola pubblica, gratuita e libera per tutti, “dando di più a chi ha di meno”. Roma, 2 gennaio 1998

Antonio Panaccione, Dirigente Scolastico, ITCG Einaudi, Roma

2) Dichiarazione stato di crisi del Liceo scientifico statale

Keplero (2002) Al MIUR – Uff. Scol. Regionale per il Lazio

Agli Organi collegiali del Liceo statale Keplero Alle RSU e sindacati di categoria

Alla stampa ed Uffici di Informazione Pubblica- LORO SEDI Si denuncia il grave stato di crisi di questo Liceo a causa dei ritardi e della inadempienze degli Organismi Istituzionali preposti a garanzia di legalità e pari opportunità della scuola statale. A tal fine si precisa che per l’anno scolastico precedente, 2001-02, questa scuola non ha ancora ricevuto i fondi di competenza a suo tempo assegnati e relativi al Funzionamento, al Fondo di Istituto ed al pagamento degli stipendi del personale scolastico non docente (Co.Co.Co.: Contratti di Collaborazione Continuativa). Con il taglio del 50% dei posti di docenti ed ATA statali, con la parziale assunzione di solo personale precario con contratti a termine, che per scuole medio-piccole come il Keplero hanno significato la “navigazione a vista” (non potendo garantire spesso il normale svolgimento delle lezioni e della vigilanza agli alunni

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ai piani), ora ci si chiede perfino di non pagare gli stipendi, dovendo provvedere a tutto con insufficienti risorse di bilancio. Un solo esempio chiarificativo: questa presidenza, al pari di molte altre scuole, è stata più volte diffidata al pagamento puntuale delle retribuzioni dovute al nuovo personale Co.Co.Co e non con due o tre mesi di ritardo. Quando ci siamo riusciti è perché abbiamo volutamente ed irregolarmente distolto somme da altri capitoli, correndo sempre rischi in prima persona anche per sedare gli animi del personale sempre più indignato, ma ignaro di quanto sta succedendo nel Paese. Ad oggi non c’è stata ancora comunicata l’assegnazione del finanziamento per l’esercizio 2002. Nonostante le reiterate richieste della scuola e la tempestiva sollecitudine del Direttore dei Servizi Amministrativi del Liceo, non solo non si è provveduto a sanare quanto già previsto per l’anno scolastico precedente, ma con comunicazioni ufficiose ci si anticipa che non si potrà far affidamento per l’anno scolastico in corso a cifre superiori al 50% del precedente, il che significa la fine della scuola stessa. Inoltre l’Ufficio scolastico di Roma e Provincia (Uff. II di via Pianciani, 32) con nota del 24/10/2002 Prot. n. 49015 relativa al pagamento della Tassa di rimozione dei rifiuti solidi urbani del 2002 (pari a una grande cifra di bilancio, ovvero Euro 2.632,75), comunica testualmente ai Dirigenti scolastici: “Le SS.LL. vorranno far fronte al pagamento della tassa in oggetto con le proprie disponibilità di bilancio”. Ora basta: si è raggiunto il colmo ad ogni livello! Ognuno si assuma le proprie responsabilità, e per quanto di mia competenza, incomincerò a denunciare pubblicamente ogni inadempienza, omissione e/o irregolarità. Queste cose accadevano anche prima, ma non a questi livelli, con questa ricorrenza, gravità e comunque coinvolgendo il pagamento dei salari o delle spese fisse di gestione. Ora invece tutto fa pensare e riflettere, perché il mancato e puntuale finanziamento strutturale

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statale, viene effettuato per negligenza o peggio, voluto per strategie politiche che danneggino ulteriormente l’immagine e le competenze del personale e della scuola statale italiana. Roma lì 26/10/2002

Il Dirigente scolastico Prof. Antonio Panaccione

3) Difesa della scuola-Lettera al quotidiano “La Repubblica”

(2003) Gentile Direttore e dott. Augias, L’articolo del 12 novembre legato ai forti tagli della finanziaria 2003 nella pubblica amministrazione, nella parte intitolata alla “scuola” parla, in effetti, solamente di una dichiarazione di minaccia di dimissioni dei rettori universitari italiani. Della scuola, di quella pubblica e statale italiana, scomparsa anche dall’intitolazione del Ministero dell’Istruzione, nessuno oramai ne parla più, né in bene né in male. Evidentemente la stessa è già morta e seppellita da qualche anno, ma gli italiani, in mezzo a tanti altri problemi più gravi non se ne sono resi conto. Io purtroppo, come dirigente scolastico di un liceo statale di Roma, vivo giornalmente in mezzo ai tantissimi problemi giornalieri che a stento ci permettono di tirare avanti una barca oramai alla deriva e senza più attracchi possibili. Alla mia scuola, ad esempio, per mancanza di finanziamento è successo di non poter pagare né i regolari stipendi del già precario personale di segreteria (co.co.co), né di poter sostituire il pur ridotto personale amministrativo ed ausiliario, neppure al fine di garantire i servizi minimi ed essenziali previsti dalla normativa vigente. Siamo rimasti due giorni al freddo e nessuno ci aveva comunicato che nel frattempo era stata cambiata la ditta addetta alla gestione dell’impianto del riscaldamento. Una vera vergogna che non capitava neanche nei tempi più oscuri della vecchia e vituperata scuola italiana: altro che autonomia, siamo nell’anarchia più

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totale! Di fronte a tutte le inadempienze giornaliere di molti Enti Locali ed amministrativi superiori ed esterni alla scuola, ci dobbiamo inventare giorno per giorno come sopravvivere e sopportare le inadempienze ed omissioni degli altri, dalla Legge 626 alle fatiscenti strutture, tutto in piena autarchia amministrativa e gestionale, finché non ci scappa il morto o il solito caso eccezionale, come la scuola dei terremotati. Mi domando se si può quindi rimanere zitti ed inermi ancora, davanti ad una minaccia di dimissioni dei soli 72 rettori universitari, quando esistono oltre seimila scuole statali già messe in ginocchio dall’attuale finanziaria, e che probabilmente chiuderanno i battenti già dal prossimo anno scolastico, con la felicità del governo attuale e delle scuole private cui è dedicata questa lungimirante politica morattiana. Come dirigente dico BASTA, come cittadino molto di più, e se dimissioni ci devono essere, dovranno essere dichiarate e presentate da tutti i dirigenti scolastici statali italiani all’unisono. Approfittando di quest’occasione, dichiaro d’essere prontissimo a dare realmente le dimissioni dal servizio e chiedo a tutti i colleghi di appoggiare l’iniziativa, in modo da riprendere la sacrosanta battaglia in difesa della scuola statale, unica, laica e libera. Distinti saluti,

Antonio Panaccione Liceo scientifico statale Keplero Roma Via Silvestro Gherardi 87/89 - 00146 Roma

4. Al Ministro della Pubblica Istruzione, on.le Gelmini

(Lettera aperta tramite stampa di ottobre 2008))

Come risparmiare sulla scuola pubblica: quali tagli? Signor Ministro,

Premesso che è vero che il rapporto tra numero di docenti e alunni nella scuola italiana è ancora al di sotto degli standard dell’Unione Europea; che quindi vanno trovate idonee soluzioni per ridurre complessivamente gli insegnanti; ma la colpa non è dei docenti bensì del sistema scolastico nazionale,

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storicamente basato sulla Classe-Alunni come centro di formazione umana unica, e non sulla Classe-struttura fisica di laboratori e attrezzature come negli altri Paesi;

Considerato che la Scuola Elementare italiana è tra le migliori al mondo e la sua riforma, con 3 o più insegnanti interclasse è la più adeguata possibile, quindi non va toccata;

Constatato che in una democrazia moderna, sana e che si rispetti, i tagli vanno prima discussi e concordati con il personale della scuola, magari in modo concertato e su scala pluriennale e non su bisogni di cassa, impellenti e di solo risparmio dell’oramai Ministro di turno, cioè quello del Tesoro; Le faccio presente che:

1. Gli sprechi nella scuola italiana sono dovuti a criteri politici, sempre poco chiari, fumosi e di vergognosa gestione politico-clientelare, sia sulle assegnazioni del numero complessivo delle classi che del mantenimento delle scuole, peggio ancora sul numero delle cattedre a livello nazionale, ora regionale e infine provinciali;

2. Possiamo risparmiare molto più del controvalore dei 70.000 posti di personale da eliminare e da Lei richiesti per il 2009, basterebbe cominciare progressivamente a ridurre, prima e subito:

a) Il personale ancora utilizzato, ingiustificatamente e impropriamente, presso il suo Ministero, gli Uffici Scolastici Regionali, Provinciali e altre Associazioni, perché tutte le competenze, lavori e oneri e attribuzioni ora incombono a carico delle scuole, su cui sono state scaricate tutte le gestioni amministrative, contabili e giuridiche previste dall’Autonomia Scolastica;

b) Il personale e i contingenti riconosciuti ai Sindacati della Scuola (una marea di persone distaccate e imboscate che pesano come un macigno sulle spalle di tutti, anche in considerazione del fatto che tutti costoro, seppur messi insieme non rappresentano più neanche un terzo dei

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lavoratori, men che mai le tantissime migliaia di nuovi precari allo sbando e licenziati ogni anno;

c) Gli insegnanti di religione cattolica, immessi in ruolo illegalmente e immoralmente, in barba ad ogni legge e contro la stessa Costituzione Repubblicana;

d) Il numero di ore di supplenze annuali, aumentando per Contratto Nazionale (naturalmente pagato meglio) l’orario di servizio di tutti i docenti, equiparandoli e portando il servizio frontale a 23-24 ore settimanali, con una parte da dedicare al sostegno, ai corsi necessari e alle supplenze temporanee (ora del tutto inesistenti e con rischi enormi da parte delle classi spesso scoperte), secondo le necessità delle varie istituzioni, flessibili e gestite democraticamente e trasparentemente dai Dirigenti Scolastici.

Signor Ministro, altro che riduzioni di costi e numero complessivo di personale: così troverebbe pure le risorse e le nuove economie necessarie per assegnare ai nuovi stipendi e incentivi in sede contrattuale, ora da fame e fuori dai contesti dei Paesi più avanzati. Vorrei anche aggiungere e precisare che, per noi seri lavoratori della scuola, il personale scolastico a carico di ogni scuola deve essere inteso solamente quello che vi lavora a tempo pieno, effettivamente e giorno dopo giorno, tutto l’anno, senza aspettative, malattie strategiche, reiterate o addirittura coperte da discutibili certificazioni mediche compiacenti che danneggiano la scuola, il servizio e il pubblico erario. Anche in questo caso, basterebbe un po’ di maggior coraggio e di tagli adeguati!!! A Lei la palla, e vediamo se ha veramente interesse a risparmiare sul futuro dei nostri giovani. Tante altre potrebbero essere le proposte, ma il mio messaggio non è una sfida avversa. Distintamente, Antonio Panaccione, Dirigente scolastico di II fascia in aspettativa all’estero (nota bene: senza alcun onere a carico dello Stato, neanche previdenziale). San Paolo del Brasile, ottobre 2008.

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5. Colpire la scuola pubblica: una scelta non casuale

Al Ministro della Pubblica Istruzione: (Lettera aperta tramite stampa del 10 aprile 2010) Lo scrivente Preside del Liceo scientifico statale Keplero di Roma nel rendere di pubblico dominio a mezzo stampa la seguente lettera aperta agli Organi Collegiali della sua scuola, ora la invia formalmente al Ministro della Pubblica Istruzione affinché La medesima possa rispondere a quanto di seguito richiesto. L’analisi di Maltese1 seppur vera è incompleta perché si potrebbero aggiungere molte altre prove a sostegno dell’impoverimento della scuola pubblica. Come Dirigente Scolastico di un Liceo Statale, mi soffermerò solo su due problemi

1 Questo articolo di Curzio Maltese dal suddetto titolo è stato pubblicato sul

Venerdì di Repubblica del 26 marzo 2010 e così recitava: “Nell’unico Paese occidentale dove il Grande Fratello continua a fare record di ascolti, quello dove si legge meno, dove ci si laurea di meno, dove l’intelligenza scappa all’estero, si continuano a fare tagli sull’istruzione e la ricerca. Decine di migliaia di maestre e professori precari lasciati a casa, facoltà universitarie cancellate dall’oggi al domani, miliardi sottratti alla formazione dei nostri ragazzi, ma non ai corrotti, ai ladri, agli evasori. Pare che l’unico sistema per contenere la spesa pubblica in Italia siano i tagli alla scuola pubblica. Soltanto alla scuola pubblica, s’intende, perché su quelle private, cattoliche in particolare, continuano a piovere danari statali, fregandosene della Costituzione. Se si tratta di una scelta obbligata dalla crisi, come sostiene il ministro Giulio Tremonti, rimane da capire perché è obbligata soltanto da noi. Francia, Germania e Gran Bretagna non stanno togliendo fondi all’istruzione, anzi, in qualche caso lo aumentano. La ragione è piuttosto ovvia. L’istruzione, la formazione costituiscono l’unica risposta seria della vecchia Europa alla sfida delle potenze emergenti asiatiche. Il sospetto, ma possiamo dire la certezza, è che nell’attacco sistematico alla scuola pubblica da parte del governo Berlusconi il vero movente sia ideologico. Per questa classe dirigente volgare e ignorante, nata e pasciuta nell’analfabetismo televisivo, la scuola è un territorio nemico da epurare e basta. Perfino il fascismo ha cercato di piegare ai propri interessi la scuola pubblica, senza distruggerla. Il nuovo progetto autoritario passa invece dalla distruzione dell’istruzione pubblica. E’ una battaglia anticulturale, assai prima che antipolitica. La stessa nomina della povera Gelmini a ministro, con la sua pochezza culturale e l’esame da avvocato superato nel profondo Sud, era un’aperta provocazione da parte del premier, così come la nomina dell’ex calendarista Carfagna alle Pari Opportunità e dell’icona sadomaso Brambilla al Turismo, 10 per cento del Pil nazionale. Un modo per chiarire che il governo non aveva alcuna intenzione di affrontare il ritardo culturale del Paese, la sopravvivenza di una società patriarcale e il crollo d’immagine dell’Italia agli occhi degli stranieri. Che sono seri problemi per il futuro di tutti noi, ma anche altrettante fortune per il presente di Berlusconi. Si tratta di vedere fino a quando durerà questo presente perpetuo, senza progetti, senza speranze”.

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specifici, uno riguardante alcuni tagli al funzionamento della curricularità: i necessari fondi per i pagamenti dei Corsi di Recupero e Sostegno da attivare durante l’interruzione didattica estiva per gli alunni più svantaggiati che non sono riusciti a raggiungere un’idonea preparazione scolastica e l’altro la mancata assegnazione al Liceo di almeno un Corso di Scienze Applicate. La rigorosità di preparazione scolastica complessiva richiesta dalle nuove norme cozza fragorosamente con la drammatica realtà di scuole senza soldi e sostegno per sopravvivere. Questa mancata erogazione è naturalmente parte integrante di quel sistema di distruzione evocato da Maltese. Infatti a Giugno prossimo, fine anno scolastico, saremo obbligati ad applicare, completamente disarmati, le nuove disposizioni del Governo in merito alla valutazione finale e alle soglie di promozione alle classi successive o peggio di ammissione delle classi 5° agli Esami di Stato 2009-10. Ci troveremo cioè di fronte al tradizionale alto numero di alunni che non avranno raggiunto la sufficienza (6) in ogni Materia (tra l’altro il numero di alunni per classe è arrivato a limiti umanamente impossibili da gestire), e i Consigli di Classe avranno allora solamente 2 possibilità, entrambe assurde: bocciare tutti o regalare tantissimi “6 politici”, soluzioni che distruggerebbero la credibilità della scuola, una delle poche Istituzioni ancora amate dagli italiani, portando così nuova linfa alle scuole private. Infatti, per fare i corsi integrativi di recupero per gli alunni che hanno ottenuto la “sospensione del giudizio finale”, tanto necessari per i più deboli e svantaggiati, ci vorrebbero almeno quei finanziamenti certi, tempestivi e mirati dello Stato previsti dal D. Ministeriale n. 80 del 3 ottobre 2007 (art. 10 sul capitolo 1287) già elargiti nel 2008 e 2009 (31.000 Euro per il Keplero), ora invece eliminati o peggio girati alle scuole private. Per quanto riguarda invece la tanto sbandierata riforma Gelmini, vorrei sottolineare come anch’essa abbia danneggiato fortemente questo Liceo che ha ancora attivo (tutt’oggi l’unico scientifico statale nell’Italia Centrale) un Corso ad esaurimento di

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Maxisperimentazione Scientifica Brocca a Roma e l’assegnazione di almeno un nuovo Corso di Scienze Applicate al Keplero avrebbe significato mantenere alta quella tradizione di studi rigorosi, impegnativi ma altamente formativi nel nostro territorio circoscrizionale romano, dove tra l’altro noi siamo l’unico Liceo Scientifico operante. Ma il Ministro queste cose non le sa e poi deve risparmiare ancora una volta sui più deboli e sulle scuole statali. Di fronte a tutto ciò, ribellarsi è un Dovere! Pertanto, come responsabile legale e amministrativo della scuola e nel rispetto delle norme della Costituzione italiana (artt. 3, 18, 33 e 34), mi sento di chiedere formalmente e fortemente che vengano immediatamente: 1. dati i contributi integrativi del 2010 per i Corsi di recupero e

di sostegno agli alunni in difficoltà e con “sospensione di giudizio finale”;

2. presa in considerazione, almeno per l’anno prossimo 2011/12, la concessione al Keplero di un Corso scientifico in Scienze Applicate in sostituzione del Corso ad esaurimento Brocca;

3. e contemporaneamente riconosciuti, come validi e legali, oltre che auspicabili, gli attuali contributi scolastici interni e volontari che, su delibera dei Consiglio di Istituto, le famiglie versano annualmente alle scuole statali, spesi e gestiti in totale trasparenza, a favore degli alunni e per evitare il totale fallimento o non fruizione dei servizi minimi.

A tal fine, le suddette richieste dovranno trovare positiva soluzione o formalizzazione entro il mese di maggio 2010, quando gli Organi Collegiali delle scuole procederanno al consuntivo di fine attività, organizzando il nuovo anno scolastico. Noi (Dirigenti Scolastici e Docenti), in qualità di Pubblici Ufficiali in seno ai Consigli di Classe e alle Commissioni esaminatrici, avendo giurato fedeltà allo Stato e alla Costituzione Repubblicana, non possiamo esimerci dai nostri doveri deontologici, morali e professionali e quindi non potremo né fare sconti né miracoli, anche se tutto ciò non basterebbe comunque.

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Va da sè che, d’ora innanzi, nulla è più come prima e ogni membro del governo, parlamentare o genitore italiano dovrà assumersi le proprie responsabilità, perché qui è in gioco il futuro dei nostri giovani. Invito pertanto, tutti (docenti, alunni e famiglie) ad affrontare seriamente e in tutti gli organi competenti, il gravissimo problema e pesante clima, ricercando insieme quelle sinergie necessarie per trovare un’accettabile soluzione ai tanti problemi che affliggono oggi la scuola statale italiana. In fede, Antonio Panaccione, DS del Liceo scientifico statale Keplero di Roma 6. Ministro Profumo, almeno Lei non ci abbandoni

(Lettera aperta tramite stampa del 9 marzo 2012 Al Ministro dell’Istruzione: Prof. Ing. Francesco Profumo)

Stimato Ministro Profumo, mi rivolgo a Lei per farle presente l’ennesima difficoltà in cui mi trovo come Dirigente Scolastico di Liceo nell’affrontare il sempre più intricato Organico del Personale docente e delle cattedre di conseguente assegnazione annuale. Fra qualche giorno sapremo quali disposizioni Lei ci richiederà per formare le classi e costituire gli organici 2012-13; e io con la consueta ricognizione programmatica ho già effettuato tante ipotesi di cattedre e orari senza mai riuscire a “quadrare il cerchio che il Ministero annualmente ci impone”: cattedre a 18 ore per tutti, cattedre a 20 per Disegno/Arte (A025) e scienze-chimica-biologia (A060). Essendo al terzo anno di applicazione della riforma di nuovo ordinamento delle Scuole Superiori, ma con classi Quarte e Quinte del vecchio Liceo ad esaurimento ancora legate alle sperimentazioni PNI o all’iniziale tradizionale, con classi che variano dalle 27, 29, 31 e fino a 32 ore settimanali, come Lei ben sa è impossibile costituire cattedre a 18 ore per tutti o a 20 ore per alcuni, anche solo numeriche, che vadano oltre il 40-50% dei docenti di Istituto. Questa drammatica realtà ha fatto sì che lo scorso anno siano avvenute cose pazzesche, con docenti titolari

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costretti a completare ore esterne presso altre scuole, mentre vi erano reali possibilità per farli rimanere in servizio attivo in una sola scuola, senza diminuire le classi degli altri docenti. Tutto questo, come Lei ben sa, scaturisce da un sistema assurdo, irrazionale e solamente matematico che il Ministero ha sempre voluto e adottato per la semplice legge dell’apparente risparmio, mettendo in difficoltà i Dirigenti Scolastici, che non possono più rispettare la normativa e continuità didattica, men che mai protendere verso quel buon andamento di qualità di sistema che tutti richiedono. Al paradosso di veder annientate le nostre competenze, responsabilità e professionalità acquisite in decenni di servizio, subentrano addirittura le ingiuste accuse dei genitori, docenti o altri incompetenti che non sanno perché non è possibile mantenere cattedre a 15, 16, 17 o 19 ore settimanali. Tutto questo è diventato veramente intollerabile e Lei può e deve aiutarci subito, glieLo chiedo come atto morale di forte discontinuità, garantendoci da quest’anno l’adozione del tanto richiesto e atteso ORGANICO PLURIENNALE FUNZIONALE, in modo da poter portare avanti la difficile transizione e risparmiare a lungo termine, gestendo al meglio, al massimo e nella totale trasparenza, tutte le cattedre e gli orari settimanali in modo flessibile almeno da 16 a 20 ore per ciascuna classe di concorso. La prego, ci dia quello che ci hanno sempre promesso e mai dato e che ora ci aspettiamo da un Ministro esperto e tecnico. Non ci deluda anche Lei, perché la scuola naviga a vista e si trova in una tormenta indefinibile che non si augura al peggior nemico. Suo fedele servitore di Stato, Antonio Panaccione, DS del Liceo scientifico statale TALETE di Roma

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PARTE SECONDA

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2A) SULL’EDUCAZIONE ALLA SALUTE E ALLA PREVENZIONE

Nuove iniziative nell'ambito dell'Educazione alla Salute e alla Prevenzione dell’AIDS: progetto distributori di sicurezza (2010)

Premessa In data 11 febbraio 2010 il Consiglio d'Istituto del Liceo Scientifico Keplero, nell'ambito delle attività promosse per l'Educazione alla Salute e alla Prevenzione, accogliendo l'invito contenuto in una mozione approvata a larga maggioranza dal Consiglio Provinciale di Roma il 18/06/09, ha deliberato all'unanimità l'installazione nei locali della scuola, in comodato d'uso e senza oneri per l'Istituto, di distributori di preservativi e di assorbenti igienici. Il liceo scientifico Keplero di Roma è stato il primo a mettere in pratica la delibera della Provincia di Roma per l'installazione di distributrici di profilattici, ubicate nei bagni, sia maschili che femminili, cui si aggiunse un Progetto di formazione- informazione, durato un anno di Peer Education (tenuto dagli esperti della L.I.L.A-Lega italiana per la lotta all’AIDS) per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili. Il progetto che in quel momento divise il mondo intero, tra moltissimi favorevoli e pochi contrari, e riportato in tutte le lingue sui maggiori quotidiani, televisioni e radio di tutto il mondo (dal Guardian alla BBC inglese fino al China Post), alla fine ha prodotto il desiderato risultato positivo di provare la giustezza dell’educazione alla prevenzione effettuata a scuola, cioè nel luogo più adeguato e consono alla formazione dei giovani adolescenti.

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2B) INTERVISTE 1) Intervista alle televisioni sul corso di educazione sessuale

alla prevenzione delle malattie infettive (2010)

Domanda 1): Perché permettere l’acquisto di preservativi in una scuola può essere utile? Perché il nostro fine non è permettere l’acquisto di preservativi, che pure si può fare (come dicono tutti, fuori, anche se a un costo di 8-10 euro). Perché invece no? Il discorso è invece che noi vogliamo educare i ragazzi alla prevenzione. La prevenzione significa contro le droghe, tutto ciò che fa male o che fa crescere male i ragazzi. Sappiamo da statistiche che i ragazzi di prima o seconda scuola superiore hanno sesso libero e usano droghe e il nostro dovere è formarli, prevenire, informare. Facciamo progetti, chiamiamo esperti, non siamo improvvisatori, e poi nel progetto, casualmente in questo caso, c’è anche l’utilizzo di macchine a costo zero, messe in luoghi protetti, con pari opportunità per gli uomini e per le donne, perché vogliamo verificare l’uso che ne verrà fatto, la percentuale e chi sono i probabili utenti. Domanda 2): Qualcuno dei genitori si è lamentato oppure gli studenti hanno avuto perplessità? Genitori e studenti che hanno avuto perplessità le hanno espresse nelle sedi competenti. Ne abbiamo dibattuto, dopodiché abbiamo approvato tutto all’unanimità. Domanda 3): Ma quali erano le critiche? Parlare di sesso a scuola può essere interpretato male, cosa che sta avvenendo putroppo sulla stampa. Domanda 4): Vi sentite un po’ i precursori di un nuovo modo di fare prevenzione?

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No, ci dispiace che veniamo considerati dei precursori. Noi lo facciamo da sei anni, forse siamo un’isola, che vi devo dire, ma se siamo un’isola ci dispiace. 2) Dopo un anno di condom a scuola: usati, ma non abusati

(11/1/2011)

Settantotto i ragazzi che hanno seguito i corsi organizzati dalla Lila (Lega italiana per la lotta all'Aids), tutti rappresentanti di classe che, dopo le lezioni, secondo il metodo della 'peer education', sono a loro volta diventati 'insegnanti' per i loro compagni di scuola. I frutti del progetto 'per la prevenzione dell'Hiv e delle infezioni a trasmissione sessuale', sono stati presentati nel corso di una due giorni a tema dell'istituto: un calendario, una serie di video interviste realizzate dai ragazzi e delle spille. Antonio Panaccione afferma: “Mi hanno accusato di tutto, anche di traviare i giovani. Invece quel distributore è lì, nessuno lo ha danneggiato e i ragazzi comprano regolarmente i preservativi a 2€ a scatola, era soltanto una parte di un programma assai più vasto sulla protezione delle malattie sessualmente trasmissibili, che si è concluso proprio ieri”. E inoltre, continua il preside Antonio Panaccione "molta più consapevolezza tra i ragazzi. I miei studenti - spiega - oggi ne sanno molto di più rispetto all'anno scorso in tema di sessualità responsabile. Sono stati supportati da medici, pedagogisti, psicologi e assistenti della Lila e hanno istituito gruppi di lavoro permanenete col fine di sensibilizzare anche le altre scuole e il territorio". Quanto ai distributori di profilattici, che destarono tante polemiche, il dirigente scolastico non ha da aggiungere molto: "Sono stati usati ma non abusati. Le macchine non hanno subito danni ed ora fanno parte semplicemente del patrimonio della nostra scuola come la palestra, le aule, i bagni e tanto altro".

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3) Intervista al programma Rai Radio2 Caterpillar del

29/4/2010

Domanda 1): Ci dica qual è il problema. Il problema sollevato non è una provocazione, anche se a voi, come al solito, sembra una cosa banale. Il problema che io anticipo di due mesi, perché so quello che succede durante gli scrutini finali; cioè che alla fine di quest’anno si prevede un tasso altissimo di non promossi (non parlo dei Respinti, ma di quelli che hanno la sospensione del giudizio) che dovranno frequentare dei corsi di recupero obbligatori con esame da parte del Consiglio di classe di appartenenza che, quando si verifica al primo quadrimestre, risulta essere un problema minore e noi stiamo già facendo corsi che terminano a maggio. Ma quando la sospensione arriva a giugno e nel quale il ragazzo, nonostante l’impegno e i vari aiuti, presenta ancora gravi difficoltà con voti negativi e, se non è bocciato (Non promosso), dovrà frequentare dei corsi obbligatori su cui poi si basa poi l’esame. Quest’esame può essere fatto durante l’estate, dalla fine della scuola fino a settembre, secondo la delibera del Collegio dei docenti, in conformità alla Circolare ministeriale. Domanda 2): E’ quello che rovina l’estate alle famiglie? (quello dei Rimandati?) Esatto, esatto. Ebbene, noi abbiamo già votato come scuola che questi corsi gli vogliamo fare appena finisce la scuola (anche se ci saranno difficoltà operative) dal 15-18 giugno fino al 14 luglio come date massime (un mesetto), in modo poi di garantire a tutti di andare in pace in ferie e sapere se uno è promosso. Domanda 3): Mi scusi, ma perché si sa subito a luglio? Certo, alla fine del corso, l’alunno farà un esame, si riunisce il Consiglio per deliberare di promuoverlo o no.

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Domanda 4): Ah, ma allora non dobbiamo più aspettare come una volta fino a settembre? Bene,noi la pensiamo così e questa è la cosa più importante. Ora però le famiglie possono anche scegliere di non fare il corso da noi ma dovranno poi presentarsi comunque all’esame finale. Quindi, io fra qualche giorno, tramite una circolare, dovrò dire alle famiglie di stare in allerta perché non potranno andare in ferie se i loro figli saranno rimandati in qualche materia (due o tre). Domanda 5): Però il problema è che non ci sono i soldi per fare i corsi? Esatto. Per fare questi benedetti corsi, il Preside per fare un’ordine di servizio per fare questi corsi, anche nominando supplenti o esterni, deve avere la copertura finanziaria in bilancio per nominare, cioè deve avere i soldi in cassa. Cosa che putroppo non è possibile perché io solo qualche migliaia di euro, anche raschiando il fondo. Domanda 6): Le sue casse sono come quelle della Grecia? Siamo quasi lì, ma la almeno lo dicono, ma da noi dicono che va tutto bene, ed io che ci sto dentro, dico che va tutto male, sono preoccupato e lancio subito l’allarme. Domanda 7): Preside Panaccione, ci speghi una cosa a noi che ignoriamo, non le leggi della fisica, ma della Gelmini, i professori quelli che Lei ha a scuola, non potrebbero fare loro i corsi visto che sono già stipendiati? Sì, i professori, in effetti, già fanno dei corsi, quelli che noi di solito chiamiamo di sospensione della didattica fissa, cioè che noi rimoduliamo per qualche settimana in cui si fanno corsi antimeridiani, a costo zero, per quelle materie meno gravi, mentre per le carenze più gravi e degli

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alunni che vengono da altre scuole, c’è bisogno di interventi massicci di recupero per i quali bisogna lavorare a parte perché la didattica curricolare non si può fermare. Tutto dipende anche dal numerod egli alunni e delle materie, perché ogni scuola ha le sue priorità e noi come Liceo, privilegiamo Latino, Matematica e Inglese. Su queste materie e contenuti bisogna essere molto chiari perché poi alla fine del recupero tutti gli alunni fanno lo stesso esame in parallelo (tutte le prime, le seconde, le terze e così via). Questo è un grosso problema, perché non è vero che i professori interni non vogliono fare i corsi, li fanno eccome, compatibilmente con gli altri impegni (esami di Stato e ferie). Però c’è anche un altro problema. Da una parte c’è una legge che obbliga la scuola a fare corsi ma non i docenti, che a ragione dicono di volere un minimo riconoscimento del lavoro aggiuntivo, anche solo simbolico, perché pur non essendo la giusta remunerazione riconosce il servizio a docenti i più mal pagati d’europa. E’ chiaro il concetto? ……. Inoltre ai miei tempi a ventotto anni si era di ruolo, ora si rimane precari anche a quaranticinque anni. Come si può pretendere certe cose da un supplente o un precario sbattuto su due o tre scuole. Io vorrei saperlo dai cari esperti del ministero. Domanda 8): Se vuole Le chiamiamo la Gelmini, però… No, io La invito a scuola, alla mia scuola per farsi un’idea di come funziona una scuola e come va avanti, senza soldi e finanziamenti. Eppure facciamo miracoli, però adesso più di questo non possiamo dare. Domanda 9): E’ stato molto chiaro prof. Panaccione, noi la ringraziamo, e ci faccia sapere come va a finire. Un saluto. 4) Una scuola libera, laica e gratuita per tutti del 3 maggio 2010

(Intervista alla rivista Informatore Scolastico) 1) Professore, lei scrive una lettera aperta al Ministro della

Pubblica istruzione Gelmini per chiedere che vengano erogati i contributi integrativi del 2010 per i corsi di recupero e di

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sostegno agli alunni con sospensione di giudizio finale. In caso contrario, titolava ‘La Repubblica’ qualche giorno fa, lei paventa una cascata di bocciature o, per contro, di 6 politici. Dov’è che il meccanismo, a suo parere, si è inceppato? Ma non parlerei di meccanismo inceppato, bensì di reiterata volontà politica di far male ancora una volta alla scuola pubblica, perché alla data della mia denuncia non vi erano finanziamenti di alcun tipo sul capitolo 1287 del Ministero della Pubblica Istruzione. Non è che ora ci siano, ma almeno dalla risposta del Ministro e dalle promesse dei miei superiori, si può intendere che prossimamente arriveranno i fondi; così potremo essere un po’ più calmi e rilassati nelle delicate decisioni di fine anno scolastico. Per quanto riguarda invece la mia posizione personale di Dirigente del Keplero, confermo che la provocazione riguardava soprattutto le sorti degli altri Dirigenti Scolastici meno esperti o accorti al problema, soprattutto se non previsto o ben programmato per tempo. Anche senza altri finanziamenti, io non avrei certamente “né tutti promossi né tutti bocciati”, perché in fase di valutazione scolastica finale c’è sempre una linea ponderata e discriminante legata alla storia di ogni scuola, progetto formatore, corpo docente, dove ognuno si mette in discussione in un rapporto dialettico serio tra esperti.

2) Lei scrive: “…il Ministro risparmia ancora una volta sui più deboli e sulle scuole statali. Di fronte a tutto ciò, ribellarsi è un Dovere.” Sono ideologici, a suo parere, i tagli all’istruzione pubblica, o nascono a causa della precisa congiuntura socioeconomica che il Paese attraversa? No, i tagli sono ideologici e organizzati all’uopo, proprio come ben descritto dall’articolo del 26 marzo 2010 di Curzio Maltese sul Venerdì di Repubblica. Su questo tema, il governo Berlusconi, pur seguendo le tracce della sua precedente esperienza governativa e la linea delle Destre Storiche in materia di istruzione (vedasi l’ipotesi di Calamandrei dell’11 febbraio 1950), ora ha deciso di distruggere

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la Scuola Statale e pubblica, annientando per fame i docenti critici e liberi, aumentando i tagli, fomentando la precarietà e togliendo i finanziamenti in ogni settore, poi girandoli alle Scuole private, soprattutto cattoliche che lo votano secondo gli accordi e le convenienze del Vaticano.

3) Il MIUR ha diffuso da poco un comunicato stampa nel quale annuncia l’arrivo di circa 50 milioni di euro indirizzati ai corsi di recupero e stigmatizza “… l’atteggiamento pretestuoso di qualche dirigente scolastico finalizzato ad ottenere visibilità personale …”. Tutto risolto, allora?

Nulla è ancora risolto, ma solo rinviato. Questa brutta risposta l’ha

usata l’ufficio stampa del Ministro e il Vice presidente

dell’A.N.P.(Associazione Nazionale Presidi), entrambi colpevoli di

aver distrutto la scuola statale e svenduta la categoria dei Dirigenti,

peraltro senza contratto da molti anni. Il problema non si è

liquefatto con le promesse e su questo tema dovrebbero riflettere

moltissimo prima di sparare ca….. che potrebbero ritorcersi contro

con i loro stessi interessi. Sto ricevendo mail e lettere di ogni tipo

che ribadiscono la giustezza di quanto denunciato e recriminato

perché la misura è colma, costoro dovrebbero tacere e chiedere scusa

a tutta la scuola statale italiana. Preciso, altresì che il sottoscritto,

non ha bisogno né di visibilità né di altro appoggio, peraltro forte e

apprezzato all’estero, anche perché non faccio politica, non ho

interessi da difendere, né padrini vari, men che mai una vita

sindacale. Da sempre lotto e denuncio i disastri in atto (vedasi quelli

sul sito del Liceo Keplero

http://www.liceokepleroroma.it/DirigenteScolastico/Le%20mie%20posizioni%20in

%20difesa%20della%20Scuola%20Statale%20italiana.pdf), per vedere quei

cambiamenti imprescindibili che possano portare a una vita più

decente e normale.

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4) Una delle letture più diffuse della Riforma Gelmini vede proprio nel Liceo Scientifico la scuola più danneggiata in assoluto, con la perdita di tutte le opzioni di sperimentazione. Il Liceo Keplero è uno dei pochi che è riuscito, invece, in tal senso, a offrire ancora una possibilità alternativa, oltre a quella dello Scientifico tradizionale, un corso ad esaurimento di maxisperimentazione scientifica. È effettivamente così, sono gli Scientifici a pagare lo scotto maggiore?

Tutti gli Istituti e i Licei pagheranno uno scotto grandissimo perché

sono stati ridotti i programmi e gli orari settimanali, oltre che il

personale, senza tener in minimo conto quanto di positivo era stato

realizzato in trent’anni di Maxi Sperimentazioni Nazionali che

avevano portato l’Italia al boom del Made in Italy. Noi, come

Keplero, l’anno prossimo termineremo con l’ultima classe Quinta

del Corso Brocca Scientifico (34 ore contro le prossime 30). Ci

aspettavamo, per le competenze e gli status professionali acquisiti in

campo sperimentale, nonché in difesa di alcune classi di Concorso

importantissime per la scuola e che ora scompariranno, che almeno

ci avessero dato un corso scientifico in Scienze Applicate, ma

nessuno ne ha minimamente tenuto conto. Ora siamo alla fine di

un’era e pagheremo il prezzo del mancato investimento nella scuola

e nell’università statale. Fra pochi anni saremo fuori da qualsiasi

sistema di qualità e di formazione scolastica-universitaria europea,

forse addirittura fuori dall’Euro e dall’Europa dei Paesi fondatori.

5) La dirigenza scolastica di molti istituti, sul territorio nazionale, teme un azzeramento di tutti i progetti messi in cantiere per il prossimo anno. Altri non sono convinti che sia un fatto totalmente negativo. La scuola è diventata un ’progettificio’ fine a se stesso, come secondo alcuni, oppure

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resta il senso della ricerca intorno alla crescita umana dell’individuo alunno?

I progetti nazionali o assistiti di ricerca e di innovazione scientifica

sono già scomparsi da un decennio. La scuola non è un

“Progettificio” perché non riceve più fondi specifici; quelli che ha

non bastano neanche a pagare le supplenze e il personale docente e

non docente di ruolo è ad esaurimento. Anzi, la nuova scuola è vista

come un “contenitore” da riempire e usare. Già si avvertono i

drammi di molti docenti, considerati veri e propri oggetti da

macello, perché utilizzati su 3 o 4 scuole, senza garanzie politiche,

contrattuali e difese, precari del giorno per giorno che fra poco

saranno pure espulsi dal sistema. Inoltre, tutte le competenze prima

assegnate al Provveditorato o alle Sovrintendenze scolastiche, ora

sono a carico delle Scuole che scoppiano di lavoro, anche durante le

vacanze e l’estate. Ma vogliamo dirlo? Tutti vorrebbero uscire dal

sistema, andare subito in pensione o cambiare mestiere, anche

perché in queste condizioni è impossibile crescere, aggiornarsi o

prepararsi alle nuove responsabilità e contraddizioni di un Paese

senza famiglie e senza valori. Di tutto questo la Scuola è la meno

responsabile degli Enti formatori italiani.

6) Trovare il punto d’incontro per una convivenza pacifica tra scuola pubblica e scuola privata, in Italia, è possibile? La chiave di volta potrebbe essere il rispetto di quanto la Costituzione afferma al riguardo, oppure occorre ragionare secondo una diversa modalità di prospettive?

Basterebbe rispettare la Costituzione Repubblicana, almeno come

hanno fatto in passato i nostri padri fondatori, non finanziando le

scuole private, non mettendole allo stesso livello della scuola libera,

laica e gratuita per tutti, ma controllandola attentamente, sia per

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verificare i risultati e i reclutamenti del personale che per valutare

l’effettivo funzionamento. Invece, avviene tutto il contrario, molte

scuole private sono fuori legge, senza controlli (anzi con coperture

vergognose) e vendono diplomi e certificano il falso. Si può dar

credito a chi sbandiera la pubblicità di “3 anni in uno?”.

7) L’articolo di Maltese (Il Venerdì di Repubblica, 26/3/2010) cui lei fa riferimento nella sua lettera, dice: “Nell’unico Paese occidentale dove il Grande Fratello continua a fare record di ascolti, quello dove si legge meno, dove ci si laurea di meno, dove l’intelligenza scappa all’estero, si continuano a fare tagli sull’istruzione e la ricerca…. si tratta di vedere fino a quando durerà questo presente perpetuo, senza progetti, senza speranze”. Dal suo osservatorio privilegiato di educatore, considera anche lei il “presente perpetuo” il vero spettro da sconfiggere per le giovani generazioni di oggi e di domani? Considero il sistema al capolinea, perché se non si arresta immediatamente questo modo di fare formazione, scuola e vita politica, abbiamo i giorni contati, e al “presente perpetuo si aggiungerà la guerra civile”. Molte famiglie non riescono neanche a pagare il Contributo volontario alla mia scuola (di 120 euro l’anno). Il 53% degli alunni non ha alle spalle una regolare, vera e attenta famiglia che si occupi della loro educazione primaria e fondamentale. I ragazzi, sono sempre più irrispettosi, soli o in gruppi “tipo branco”, non comunicano adeguatamente; parlano solo con i PC e i cellulari, non sono più capaci di confrontarsi pacificamente, sembrano tutti “fatti o ubriachi”; denotano inoltre una spaventosa crisi e ignoranza morale e di legalità. Il presente è a rischio, il futuro dei nostri giovani è già compromesso. Solo un consiglio potrei dare ai nostri ragazzi: rompete con gli egoismi dei padri, riconquistate la vostra dignità, fate la necessaria rivoluzione pacifica, cacciando dal tempio e dal potere gli abusivi e i professionisti delle politica! In Italia ci sono troppe caste, mafie e ingiustizie. E’ per questo che io,

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nel mio piccolo, lavoro per insegnare la capacità di ragionare, discernere, criticare e dare uno scossone a un sistema incancrenito. Antonio Panaccione, DS Liceo scientifico statale Keplero di Roma

5) Suona la campanella, tutti giù per terra del 09/09/2010 (Intervista al programma Metropolis (RomaUno TV)

Premessa

Con l’anno 2010-11 vengono ulteriormente applicate le nuove norme della riforma Gelmini che, per il solo organico dei docenti, prevede un ulteriore taglio di 25.000 posti che costringe a fare “classi pollaio” di più di 30 alunni per aule, anche sottodimensionate e fuori da qualsiasi norma di Sicurezza sul posto di lavoro. Domanda 1): Preside, Lei è conosciuto anche per degli esperimenti che riesce a fare con gli alunni delle sue classi. Come e con quale animo affronta il nuovo inizio d’anno scolastico? Ma noi siamo sereni e l’affrontiamo bene perché siamo una scuola fortunata, cioè l’opposto di quello che sta succedendo nelle altre; nel senso che ho tutto il personale di ruolo, siamo una scuola del centro, quindi ho continuità didattica e amministrativa, continuità di docenti che sono nella scuola da dieci anni o che sono arrivati due anni fa e non vogliono più andar via. Cioè si è creato quel circolo virtuoso di continuità nel lavorare insieme e questo facilita l’ottanta per cento del lavoro. Gli altri invece non hanno nulla di tutto ciò, sono spesso scuole di frontiera dove i docenti c’erano, ma sulla carta perché erano sbagliate le graduatorie e sono stati trasferiti altrove, le cattedre sono tutte a 18 ore e non si tiene conto della continuità didattica della cattedra verticale. Su questo io ho molto da ridire perché se mi dessero la libertà di gestire il monte ore che ho, 1130 ore, potrei dare cattedre da 14, 16, 17, 19 o anche 21 ore, secondo le esigenze dei corsi e delle sedi. Quando mi si costringe a rompere, ad esempio, una cattedra di Lettere per far tornare

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la stessa a 18 ore obbligando il docente ad andare in Succursale, a 10 chilometri dalla sede, si è fatto un male drammatico alla scuola; il professore non ha voglia di andarci, rischia facendo il pendolare, l’orario mi costringe a fare ore di buca che poi costano alla scuola. Quindi ottimizzare, significa guardare i risultati, dare alla scuola la possibilità di gestire il budget, economico ma anche di risultato, cose che non abbiamo. Domanda 2): Senta Preside, Lei è fortunato, perché va bene? Perché sono al centro di Roma, sono di ruolo e sono in un Liceo e non sono il più colpito dalla riforma. I più colpiti sono i Tecnici, i Professionali e la scuola Primaria, dove hanno fatto un massacro. Guardando i numeri, noi abbiamo 27-30 ore settimanali, cioè una scuola ottimale, di fascia che piace agli alunni e che devo solo selezionare. Ho un boom di iscritti che mi obbliga a non accettare altre iscrizioni e quindi sto attuando una specie di numero chiuso dopo le Terze, Quarte e Quinte. Non faccio classi di 30 alunni perché dipende tutto da me. Domanda 3): Cosa significa per un insegnante dover affrontare una lezione e poi un programma scolastico con 30 alunni in classe? Con 30, 31 alunni, ma anche con 29 (io ho solo una classe con 29) è difficile fare didattica in Italia perchè non c’è la cultura anglosassone, che noi andiamo nell’aula speciale, ci sediamo e troviamo il laboratorio, la penna interattiva, le LIM e così via. Noi siamo in un’aula, la più sgangherata,dove non c’è nulla e magari arriva anche il professore in ritardo e dovrebbe fare l’appello a 31 alunni, perché anche questa è una delle cose da considerare, poi c’è il ritardatario da giustificare, il pendolare autorizzato: già un quarto d’ora passa così. La lezione non si fa con 31 alunni, è impossibile, e diventa poi una lezione cattedratica. Sappiamo come va a finire.

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6) I giovani e lo Sballo5 - Matrix (Canale 5) del 6 aprile 2011:

Puntata finale dedicata al sesso a scuola tra i giovanissimi

(partecipano al dibattito 6 esperti di settore e il sottoscritto in

rappresentanza della scuola pubblica, cui vengono rivolte le

seguenti domande):

Domanda 1): Panaccione, lei è Preside di una scuola, succedono queste cose da Lei? Grazie a Dio no, la scuola mia è tranquilla, da questo punto di vista, nel senso che sono ragazzi delle Superiori e i problemi li abbiamo con gli alunni delle Prime e Seconde, che anno dopo anno peggiorano. Ma noi dopo circa un mese riusciamo a capire i problemi dei ragazzi, di qualunque tipo, perché abbiamo un tipo di controllo interno che parte dal comportamento: divieto di fumo, di usare il cellulare (che confischiamo fino all’arrivo dei genitori), e così via. Non abbiamo problemi di quel tipo. Domanda 2): Chiedo scuso, ma nella sua scuola un ragazzo non può portare il cellulare? No può portare il cellulare, ma non lo può tenere acceso. Chi lo tira fuori gli viene confiscato, anche se spento. Ci sono regole, come il discorso sul fumo. Putroppo questo è il problema, i ragazzi più piccoli fumano, fumano sigarette, droghe leggere. Noi anche lì interveniamo e facciamo opera di prevenzione, a volte anche con la Polizia. Insomma facciamo di tutto però il peggioramento c’è, sulla droga, soprattutto di droghe leggere. Il fatto è che questi ragazzi vogliono essere diversi, vogliono apparire più grandi e quest’anno l’hanno dimostrato. Io ho una scuola dove c’è una democrazia diretta e i rappresentanti di classi eletti sono i migliori. Domanda 3): Senta Preside, senza però puntare il dito su un’altra scuola o quella scuola o quel Liceo, ma molte di queste

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testimonianze che abbiamo sentito sono storie avvenute in classe, nelle scuole, nei bagni delle scuole. Qual è il vero problema, c’è una mancanza di controlli? Basta essere un po’ più severi per interrompere questo fenomeno? No il controllo è fondamentale, ma uno dei problemi che abbiamo noi oggi è la mancanza improvvisa dei docenti che non possiamo coprire e quindi far vigilare. Quello è il problema, perché la classe è scoperta e il solo bidello al piano non basta perchè può andare a vedere solo se sente qualche trambusto o confusione. Però ripeto se una scuola ha contemporaneamente tanti docenti che mancano, il problema esiste perché i troppi ragazzi possono fare tutto. Ma ripeto, se c’è un controllo periodico o di un docente o di un collaboratore, in realtà i ragazzi hanno poco tempo per fare queste cose. Domanda 4): Vorrei fare una domanda a Panaccione perchè si parla tantissimo del ruolo dei genitori e della capacità di controllare e di verificare. Spesso, quando si fanno puntate di questo tipo, si dice: una volta il genitore quando andava a scuola dava sempre ragione al maestro, al preside ed era colpa dei figli, oggi è esattamente il contrario. Però da questo si capisce subito se il genitore è all’altezza della funzione, non ci sono genitori di serie A o di serie B. O ci sono o non ci sono. Il novanta per cento dei ragazzi a rischio, anche di bullismo e di atti di teppismo, sono senza genitori, o ce ne hanno uno o non ce ne hanno per niente o perché sono fuori. Abbiamo anche ragazzi in Casa-Famiglia, che vengono abbandonati e vivono con altri. Il problema è: sentirli e curarli a casa. Ma io mi domando come si può regalare a un bambino di dieci anni un cellulare di tante centinaia di euro. Così quando io becco un ragazzo di Prima che infrange il regolamento sui cellulari e così chiamo il genitore, gli domando perché glielo ha regalato e mi risponde: ma per il compleanno. Ci sono dei valori, certe cose si fanno a quattordici anni, altre a dicotto, altre trenta. Se questi ragazzi non l’hanno imparato dalla famiglia, i valori e i disvalori, è chiaro che la colpa è sempre del padre e

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della madre. Noi, ripeto, molte volte dobbiamo rieducare i genitori, o non ci sono e allora non possiamo sostituirli, pur avendo all’interno della scuola, psicologi, medici, polizia in borghese che noi abbiamo a disposizione, perché lavoriamo anche in questo modo sul territorio. Non è che ci inventiamo nulla. Quello che è grave, ripeto, è che vengono regalati oggetti di questo tipo a bambini. 7) Test Invalsi, la soluzione del Liceo Keplero (Intervista di

RomaUno Tv del 12 maggio 2011)

Continua la protesta in decine di scuole romane contro i tagli del Ministero dell’istruzione, tramite il boicottaggio del test per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione. Siamo andati al liceo scientifico Keplero, nel quartiere Marconi, dove docenti e preside hanno deciso di svolgere comunque il test “Invalsi”, pur non condividendo le scelte del ministero. "Il problema dei tagli alla scuola è tangibile -spiega Antonio Panaccione, il preside del Liceo Scientifico Keplero-. I tagli alla scuola e alle ore li denuncio da tempo. Pensate che non ho un'ora a disposizione per coprire i ragazzi quando manca un docente. Però attenzione; non bisogna mettere insieme le due cose. Credo che il test Invalsi sia utile. I ragazzi che hanno consegnato in bianco, in altre scuole, credo siano stati influenzati dalle posizioni di molti sindacati e di associazioni di categoria che vedono queste prove come un modo per valutare la scuola, i professori ed i presidi. Che questo possa diventarlo non lo so -continua Panaccione- ma non credo sia questa l'intenzione del Ministero anche perché tutti i test sono anonimi. Credo che sapere se in generale i 147 alunni del Keplero progrediscano o meno per noi sia un dato importante". 34 docenti del Keplero, su un totale di 60, avevano firmato una delibera al collegio dei docenti contro lo svolgimento del test. Nonostante tutto, insieme al preside, si é poi deciso per la regolare esecuzione dei quiz.

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Docenti e preside del Keplero sono tutti d’accordo, invece, sulle critiche relative agli orari per l’esecuzione del test che, di mattina, toglie ore alle lezioni.

8) I giovani di oggi, questi sconosciuti del 18 giugno 2011

(intervista al programma Metropolis di RomaUnoTv)

Problematiche che caratterizzano l’inizio del nuovo anno scolastico dopo i tagli previsti dal Governo del 2010. Intervista televisiva per RomaUnoTv, programma Metropolis, trascritta dal video andato in onda. Domanda 1): I ragazzi di oggi, che voi vedete tutti giorni, chi sono, che valori hanno? Sono figli di questa società, cioè di una società che per un certo verso è ancora ricca, che per lo meno ha delle famiglie che garantiscono a tutti quegli ammortizzatori sociali e necessari (per lo meno, io lo vedo che non ci sono problemi, almeno nei licei). Ma dall’altra parte ci sono dei giovani un po’ spaventati dal futuro perché non sono orientati, non sanno che potranno fare qualcosa di utile per il loro futuro immediato; quindi si vedono costretti a fare l’Università come un parcheggio. Però, quello che voglio dire, i giovani hanno capito che continuare con l’università, ad esempio un dottorato, un postgrado o una seconda laurea non paga più, perché statisticamente la disoccupazione è più alta a livello di grandi grandi competenze che invece a livello basso. Quindi c’è questa discrasia che va valutata: la scuola lo fa, come orientamento; quello che non fanno forse sono gli altri il loro dovere, le imprese che dovrebbero aiutare la scuola e non chiedere a noi solo sacrifici. Domanda 2): Questo Paese chi lo salva? Noi della vecchia generazione abbiamo provato a salvarlo, alcuni sono cambiati, io sono rimasto fedele ai miei principi giovanili. Lo salveranno i giovani, ai quali io chiedo di fare un salto di qualità. Alle donne, soprattutto alle ragazze. Io in questi giorni sto facendo gli esami di Stato

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in un Istituto Magistrale, che io ho trovato preparatissime in campo psico-pedagogico, e quando mi dicono: “vado a fare la Maestra”, io ho detto: “Potresti fare di più, assumere un ruolo sociale che le donne devono acquisire per riscattare il Paese”. Io penso che i giovani e le donne, soprattutto, possono salvare il Paese, lo debbono fare e ne hanno le capacità. Roma, 18/6/2011 9) Dichiarazioni flash di inizio anno scolastico 2011 (settembre

al Talete)

Dalle elementari ai licei. Suona la campanella e l'allarme è trasversale: le “classi pollaio”. Aule da 29, 30, 32 persone, in cui, riferiscono gli stessi Presidi «si rischia di non lavorare bene». «Abbiamo prime sovraffollate oltre ogni limite umano - afferma il dirigente del liceo scientifico Talete di Roma, Antonio Panaccione - fino a 32 ragazzi. Non c'è più spazio per fare nulla, abbiamo dato fondo a tutti i locali utilizzabili, andando a finire anche in quelli non sicuri». Al Talete, che quest'anno conta ben 45 classi, i problemi non riguardano solo le aule “pollaio”, ma anche i locali e la sicurezza. «Oltre al fatto che siamo strapieni - riferisce Panaccione - per motivi di sicurezza ci stanno murando anche un'ala dell'istituto dove ci sono 4 classi. Non sappiamo come fare, stiamo cercando altri locali. Oggi è il primo giorno di scuola e già dobbiamo mettere le toppe, così non si lavora». Poi un affondo al Governo: «Io dico che il risparmio non può essere fatto solo sulla scuola, stiamo soffrendo e pagando un prezzo che, se non si inverte subito la rotta, distruggerà le giovani generazioni». 10) Didattica essenziale al Talete (22/10/2012)

È stata la prima giornata di un'intera settimana di 'didattica essenziale' senza verifiche né interrogazioni, per protestare contro i provvedimenti del governo Monti. «In settimana concorderemo con gli altri istituti come portare avanti la protesta, senza

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ledere il diritto allo studio dei ragazzi», ha spiegato il preside del Talete Antonio Panaccione. «Se passa questa riforma-cappio al collo, la scuola statale muore per asfissia. La nostra settimana di protesta continua e non sarà sufficiente solo abolire le 24 ore, quello era impossibile, il governo deve buttare via l'ex Aprea, anticamera di una privatizzazione selvaggia».

Il Preside ha indicato il cortile interno dell'istituto, un po' datato, che conta ben 42 classi: «Qui dovrebbero fare ricreazione 1.045 alunni, stipati. Questo è un edificio che casca a pezzi e al posto di porre rimedio ora vogliono mettere la pietra tombale sull'istruzione». 11) Intervista di RAI News del 25/10/2012

(trascrizione completa dell’intervista scaturita dalla prima protesta nazionale della scuola statale del 2012, iniziata proprio dal Liceo Scientifico Talete di Roma) Questa settimana è stata in effetti una protesta ridotta, soprattutto di discussione dei problemi della scuola e del Paese, perché così veniva chiesto dagli alunni, dai genitori che pure si occupavano di vecchie riforme inevase, e soprattutto dal personale Ata e dai docenti. La settimana prossima ritorneremo nell’attività didattica fondamentale, però l’idea (non so cosa dirà oggi pomeriggio e domani la riunione programmata tra tutte le componenti della scuola), l’idea è di mantenere alta l’attenzione sulla scuola perché non venga più toccata. Sono dieci anni che si tocca la scuola statale, si è arrivati dalla cattedre da 14 a 18 ore, sono state toccate senza parlare con i sindacati e senza fare un accordo. Io come Preside mi sono trovato in grande difficoltà nel fare le cattedre a 18 ore perché è impossibile mantenere la continuità didattica e rispettare le esigenze e degli alunni e delle famiglie. Ricorderei che questa protesta non è che aumenta il lavoro per i docenti, tutto il contrario. Il lavoro dei docenti è già altissimo. Se vedete sul sito del mio liceo l’orario frontale è oltre le 20 ore e arriva anche a 22 ore. Perché ci sono anche i docenti di Scienze e di Storia dell’Arte che attualmente sono obbligati a fare 20 ore, quindi quelle persone non ce la

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fanno più. Chiedono semplicemente di poter garantire un lavoro più decente, di formazione degli alunni, che nel frattempo sono cambiati. E non dimentichiamo sono cambiati in peggio perché la scuola non è più l’unica istituzione formatrice, ha solo 5 ore su 24 al giorno. I ragazzi giocano, fanno altro, sono fuori della realta scolastica, non importa loro se a quell’età non apprendono Cicerone o altro, e quindi l’attenzione del docente è fondamentale. Se i docenti vengono stremati perché gli si danno più ore, non si fa un danno alla scuola, si fa un danno alla società.

Domanda 2): Signor Preside, Le mostro questo spot che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi, che avrà visto e che porta lo slogan “porta a scuola i tuoi sogni”: vediamo2 ……… Allora ne avete parlato di questo spot? Ma sicuramente, noi ne parliamo con i ragazzi, ne parliamo sempre anche durante le riunioni istituzionali. Il problema è proprio questo: se ci sono ancora docenti che riescono a fare quelle cose che diceva lui, ad affascinare gli alunni, a trasportarli e ce ne sono nella mia scuola, ma non sono tutti, su ottanta possono essere dieci, gli altri perché non hanno avuto gli strumenti per aggiornarsi, né i mezzi o le possibilità, oppure gli sono stati negati questi diritti perché dovremmo parlare dell’aggiornamento. L’aggiornamento era un diritto obbligatorio. E’ stato tagliato tutto, non vien più dato una lira, non gli si riconosce se fa formazione. Ecco, nelle 36 o 40 ore che fa un docente c’è anche la formazione che fa a casa. Si vede un bravo docente in classe, da come gestisce il rapporto con i ragazzi che hanno grossi problemi. Parliamo di

2 Si riferisce allo spot PORTA A SCUOLA I SOGNI girato in una scuola privata tedesca con la voce e il commento di Roberto Vecchioni (“imparavamo solo dai professori e succede anche che siamo noi insegnanti a imparare dai ragazzi. Quello che non è mai cambiato è il valore dello studio. Lo sapevate che in latino studio vuol dire anche amore, infatti studiare significa amare, cioè dare un senso alla nostra vita e a quella degli altri. Non importa se leggiamo un libro con le pagine o dal monitor di un computer. Non importa neanche se le scuole non sono perfette, perché studiare a volte ci sembra persino inutile. Cerchiamo con tutte le forze di cambiare quello che non va, ma non smettiamo mai di amarla la nostra scuola, perché un futuro migliore per tutti è scritto nel miglior presente che riusciamo a realizzare insieme.”)

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quelli psicologici o così via, ma quest’arte va diffusa a tutto il corpo docente e per farla dobbiamo dare loro gli strumenti, dare il tempo e poi monitorarli, controllarli e incentivarli. Domanda 3): Posso fare una domanda un po’ provocatoria: allora potrebbe aiutare, in un momento di maggior disagio sociale, un maggior contatto, appunto tra studenti e insegnanti? Sì questo disagio, ripeto, c’era. Nella scuola mia, proprio oggi i ragazzi hanno attaccato il corpo docente dicendo “finchè non vi hanno toccato i vostri diritti acquisiti non siete scesi in lotta”. Ma neanche questo è vero perché i docenti sono sempre stati in lotta, non sono uniti, non sono tutti, perché come sappiamo in Italia ci sono cinquantamila frammentati sindacati e così via. Quindi gli alunni stessi sono divisi. Chi vuole fare politica, chi non vuole fare nulla, giocare e perdere tempo. Dovere della scuola è insegnare l’arte della critica costruttiva. I nostri docenti parlano con i ragazzi, lo abbiamo fatto continuamente in questi cinque giorni, e oggi è stato bellissimo perché i ragazzi sono stati lì in una assemblea unitaria in cui c’erano i genitori, alunni, stampa, sindacati, contrari, gente che voleva anche occupare la scuola, a parlare dei loro diritti negati. Domanda 4): Come vi coordinate con le altre scuole? Con le altre scuole abbiamo creato un comitato paritario, due docenti, due genitori, due Ata e così via, che insieme si organizzano, fanno i documenti, si confrontano, mantenendo anche i rapporti esterni. Stiamo ricevendo migliaia di lettere, mail di gente che sostiene il nostro lavoro ma che dice che è opportuno far passare questa voce forte a chi poi gestisce i contratti, cioè i sindacati, le parti sociali e al governo. Noi non vogliamo sostituire nessun partito e nessuna sigla sindacale, però vogliamo tenere, da qui all’approvazione di questo benedetto pacchetto di stabilità, un’attenzione forte sulla scuola. Domanda 5): Ci dica dei punti concreti.

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Il senso è che non si può barare dicendo che servono soldi e si prendono sulle cattedre a 24 ore, perché questo è inaccettabile e va fatto con contratto e quindi è incostituzionale, questo mi sembra sia già stato chiarito e pare che il governo faccia marcia indietro, ma c’è il problema dei concorsi, dei famosi precari, che è un altro problema a latere (il Concorsone), perché non ci sarebbe il concorsone perché i posti sarebbero ancora tagliati, e l’intenzione è ancora di tagliare molte scuole. La mia scuola, è, sola con un plesso, di 1080 alunni. Lei capisce che nei tempi d’oro erano 500 alunni. Domanda 6): quanti per aula? Trenta. Un docente che ha 9 classi può arrivare anche a 280 alunni. Mi dica come è possibile conoscere 280 alunni, facendo didattica vera, non è possibile, neanche si fa l’appello. Roma 25 ottobre 2012 12) Dibattito del 28 novembre 2012 (programma Metropolis di

RomaUnoTv) dal titolo: “Siamo tutti studenti” (estratto) Domanda 1): E’ bello sentire da chi fa questo lavoro con passione, da tanti anni, come sente il tempo che passa, come cambia e sta cambiando la scuola? I ragazzi cambiano sempre in meglio. Proprio ieri nelle attività pomeridiane gratutie della cogestione parlavamo a scuola con un vecchio partigiano che diceva: i miei nipoti sono più bravi me, io alla loro età ero ignorante, non eravamo bravi ma abbiamo fatto la lotta al fascismo perché avevamo un nemico, voi giovani invece, più bravi, preparati e capaci di fare ricerche, ma non sapete qual è il nemico da combattere. Il nemico è la finanza mondiale; un nemico occulto, che si basa sulle società fantasma, su quei giochi di speculazione. Il grave è che i nostri politici, che dovrebbero saper fare Politica, cioè trovare il sistema idoneo per bloccare questi giochi finanziari che stanno distruggendo il pianeta,

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perché oramai siamo a questo livello, i politici non sono in grado di farlo perché, come adesso, sono solo un governo tecnico, bravo a fare i conti, a pareggiare un bilancio. Ma per questo siamo bravi pure noi a scuola, quando un bilancio c’è. Se io vi dico che il mio bilancio era di 70.000 Euro, perché adesso è zero. Domanda 2): Quando è che avevate 70.000 Euro? Noi avevamo 70.000 euro di fondo di Istituto, proprio per i corsi di recupero e attività aggiuntive del POF che non sono arrivati e non arriveranno mai. Domanda 3): Ma sono quelli arretrati? Sono i soldi dell’anno prima per l’anno in corso e noi siamo già a novembre, per legge avremmo dovuto chiudere la contrattazione di Istituto, proprio per garantire a chi fa qualcosa di pomeriggio come attività integrativa e funzionale alla scuola, di essere pagato, quel poco che è necessario garantire entro il 30 novembre in contrattazione integrativa sindacale. Ad oggi, non sappiamo e non sapremo se avremo più quei soldi. Io sono molto pessimista perché sono già incorso in un’altra denuncia del genere in passato. Domanda 4): Quindi nelle casse della sua scuola, del Liceo Talete non ci sono soldi? C’erano i nostri soldi, quelli della scuola, cioè delle famiglie che danno liberamente un contributo volontario, che un altro argomento che io cavalco e denuncio da anni, che sono stati immediatamente trasferiti nelle casse della Tesoreria Unica dello Stato per garantire loro il cash-flow di contanti in periodo di emergenza. Domanda 5): I soldi quindi invece di arrivare dallo Stato sono arrivati dai contributi volontari?

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Sì, erano arrivati sul nostro conto corrente dai contributi volontari ma non ci sono più ed ora io avrò anche altri problemi per il mantenimento del conto bancario perché, non essendoci liquidi, le banche non ti vengono a tenere il servizio di tesoreria gratuitamente Domanda 6): Quindi cosa succede quando una scuola non ha più i soldi? Questa è una domanda che dobbiamo porci fra qualche mese. Domanda 7): Non è che una scuola può fallire? Di fatto la scuola fallisce, perché quest’anno se non avremo i soldi minimi promessi, anche con la riduzione del 30%, vuol dire che scoppierà una guerra, ma una guerra grossa. Faccio un esempio, i collaboratori del Dirigente, che una volta sostituivano il Preside quando si ammalava o andava in ferie, ricevevano un compenso i cui fondi oggi non sono più disponibili perché sono stati cassati, come altri fondi. Io quest’estate sono rimasto a scuola anche ad agosto, alternando ferie a settimane perché non potevo garantire il servizio, e nonostante ciò un genitore a ferragosto mi ha denunciato perché pretendeva un certificato e io ero in ferie. Allora, qua ci dobbiamo capire, i soldi non ci sono più e il motivo di fondo per cui questa gente scellerata (politici) vuol far passare la legge ex-Aprea, migliorata quando sia, è proprio quello, per far entrare le forze private che dovrebbero sorreggerci in questa strada di recuperare dei soldi. Domanda 8): E’ come mettervi un cappio al collo, siccome non avete più soldi, noi facciamo entrare i privati in modo che vi possano sorreggere. Esatto, è proprio così, però ripeto, questo disegno di legge non può funzionare perché, tranne per le poche scuole storiche e i licei centrali, ma non può funzionare per quelle di periferia, delle scuole medie e materne, porterebbe in ogni caso la scuola pubblica alla morte. E questo

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oramai l’hanno capito tutti, perché questo noi stiamo spiegando alle famiglie, come non si può più garantire nulla, neanche l’apertura pomeridiana delle scuole per i recuperi. Se non ho personale tale da non poter turnare di pomeriggio, neanche per un giorno fino alle 18,30 e garantire i corsi di recupero agli alunni, allora veramente vogliamo prenderci in giro. Domanda 9): Quanti alunni ha il suo Liceo? Mille e quarantacinque alunni, con un’altissima percentuale di alunni per classe che io ho dovuto aumentare, perché la legge me lo impone, sulla falsariga di quella europea, ma questo è un dato positivo. Domanda 10): Quindi siamo sui 30 alunni? Trenta è il numero indicativo massimo, ventidue quello minimo, viaggiamo su una media di venticinque alunni per classe, ma un numero abbastanza duro da mantenere in considerazione della forte selezione che c’è dal secondo al terzo anno di Liceo. Poi ci sono delle scelte, di opportunità e di qualità che ognuno fa, se una scuola, come la mia, non accetta gli alunni che vengono durante l’anno avventurandosi in cambiamenti dopo mesi, allora si paga un prezzo. Se chiudo le iscrizioni a settembre e dopo due mesi potrei accettarne altri 200 perché si sono resi disponibili molti posti per chi è andato via, questo è un caso preoccupante perché il dato amministrativo si coniuga con quello didattico, in quanto noi facciamo corsi di recupero tutto l’anno ed essi hanno un costo. I corsi di recupero sono uno dei cambiamenti voluti per legge dall’allora ministro della Pubblica Istruzione e garantiti nel finanziamento statale. Ora anche questi finanziamenti non ci sono più. Domanda 10): Allora i corsi di recupero non si possono fare? I corsi di recupero non si possono fare. Io qualche anno fa quando ero al Keplero dencunciai il fatto, fui accusato di essere un millantatore e fui

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smentito dalla Gelmini. Ebbene, avevo ragione perché quei soldi non arrivarono mai e neanche ora ci sono più. Domanda 11): Quindi al Liceo Talete per ora i corsi di recupero non si possono fare? Ora non si possono fare, noi i corsi di recupero li dobbiamo fare a febbraio e il problema sta sempre lì: se non arrivano i fondi, dobbiamo parlare con le famiglie, trovare altre soluzioni possibili, ma i corsi sono un diritto degli alunni e lo Stato deve garantirli a tutti perché la scuola è statale e gratuita. Domanda 12): Ma si può dichiarare il fallimento di una scuola? Il fallimento si dichiara nel momento in cui non si può fare più nulla, tranne che quelle apparenti lezioni di mattina. Dico apparenti, perché non avendo più ore a disposizioni per nessun docente, non si può garantire nessuna supplenza. Io stamattina, facendo un giro per la scuola, ho trovato classi scoperte, soli e se si fanno male io pago o vado in galera per mancata vigilanza o culpa in vigilando. Non posso garantire alcuna vigilanza perché non ho i finanziamenti. Allora, le ore a disposizioni che c’erano per questi motivi sono state annullate, le cattedre sono state portate a 18 ore e ora si vogliono portare a 20; ma chi fa lezione? Fare l’insegnante a scuola non è come fare il professore universitario, cattedratico seduto in una stanza incurante dell’ascolto o non dei suoi studenti. La scuola è tutt’altro. Oggi io ho scoperto, tramite una giornalista tedesca in visita a Roma, che in Germania non sanno cosa voglia dire la parola “Precario” perché non hanno precari. E quando ha visto che un Liceo del centro ha un tetto che cade a pezzi era allibita, ed io Le ho detto che questo non è dei peggiori.

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13) La scuola? E’ ancora un mestiere per Presidi? (estratto di

un’intervista rilasciata il 20 dicembre 2012 e pubblicata sul n.1 del 6

gennaio 2013 del settimanale “Famiglia Cristiana”)

Domanda 1: La scuola italiana è ancora un mestiere per Presidi? No. In questi anni lo Stato ci ha gravato di compiti burocratici impedendoci di coltivare il rapporto con i ragazzi e le famiglie. Per conoscere meglio i miei studenti sono costretto a venire a scuola il pomeriggio. Non mi pesa. Dovrei fare 36 ore a settimana, ne faccio 60. Domanda 2: Eppure, mai come in questo momento, insegnanti e dirigenti appaiono soli. La famiglia un tempo aveva grande fiducia nella scuola, oggi non è più così. Questa sfiducia è dovuta al fatto che molti genitori hanno abdicato al loro ruolo educativo. Perché lavorano troppo, magari, e non ce la fanno a stare dietro ai figli. Così preferiscono compiacerli piuttosto che ascoltarli. Il risultato? Ragazzi soli che cercano compagnia nelle droghe, nel branco, nella tecnologia. Domanda 3: Poi ci sono tagli del Governo. Ci mancano le aule, ci sono professori con 7 classi da 30 alunni e 210 ragazzi da seguire. Non ho nulla contro le scuole paritarie ma lo Stato oggi ha il dovere di sostenere la scuola pubblica e non di dirottare i pochi fondi alle private che, dice la Costituzione, devono mantenrsi senza oneri per lo Stato.

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PARTE TERZA

APPENDICE

Lettere e altri contributi di approfondimento

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1) Lettera all’Es. Ministro della Pubblica Istruzione On.le

Giuseppe Fioroni del 3/4/2007- Viale Trastevere, 76/A - 00153

Roma

Oggetto: suo intervento a favore della riforma delle Istituzioni scolastiche e culturali all’estero di cui alla ex lege 153/71 e successive modificazioni o integrazioni Onorevole Ministro Fioroni, Le scrivo non come Dirigente Scolastico di questo liceo, che ho l‘onere e l’onore di dirigere, ma come esperto in un settore particolare come le Scuole, Istituti di Cultura, lettorati e Corsi di italiano all’estero di cui mi sono ampiamente occupato negli ultimi 15 anni e per il quale ho anche gestito per tre anni un ufficio del MAE, fino poi a fondare un apposito Centro Studi Onlus: ITA.L.I www.italianistica2.it. Ho saputo che per l’ennesima volta si sta discutendo una proposta di Legge di riforma della ex 153/171, che da trentacinque anni tiene in crisi buona parte della politica culturale estera e per la quale non si riesce a vedere una adeguata e positiva soluzione, anche per una serie di veti incrociati tra le parti e forze politiche, ma soprattutto per una grave e lacunosa conoscenza oggettiva di una realtà che è sempre sfuggita alle verifiche dirette e approfondite dei tanti Ministeri preposti. Come cittadino, oltre che come docente e dirigente che ha giurato fedeltà alla Costituzione italiana e studioso del settore, mi sono sempre battuto anche per la riforma delle Istituzioni all’estero di cui all’oggetto, purtroppo invano perché non sono “qualcuno vicino ai settori che contano” e il potere in questo delicato e vasto arcipelago sta nelle ferme mani del Ministero degli Affari Esteri, che da sempre cura e mantiene questo privilegio che, a mio motivato parere scientifico, linguistico e culturale dovrebbe tornare alla Pubblica Istruzione, rovesciando completamente l’attuale ottica e il sistema collegiale di Concertazioni. Ho cercato

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di discutere e di presentare, anche con argomentazioni validi e criticabili, in tutti i miei saggi e pubblicazioni scientifiche all’uopo dedicate, ma come sempre sono state prese in considerazioni solo alcuni frammenti di idee e parziali proposte che, di volta in volta, convenivano al MAE, come ad esempio quella dei proposti profili degli Addetti e Coordinatori Linguistici negli Istituti Italiani all’estero. Ora, avendo avuto modo di apprezzare moltissimo la sua capacità di sintesi positiva mostrata in occasione della nuova legge istitutiva sugli Esami di Stato, mi rivolgo direttamente a Lei, chiedendo formalmente di occuparsi anche di questo delicato argomento che da anni è stato completamente sottovalutato dal MPI. Le chiedo gentilmente di far studiare bene queste 4 proposte di legge, prima di poterle far licenziare in aula. Non sto qui a relazionarle sull’argomento, ma rinvio l’analisi alle mie proposte riportate sul sito a: www.italianlang.org/esame%203%20Proposte%20di%20legge%20Politici%20raffronto%2

0con%20ITA.htm, e resto a Sua completa disposizione per eventuali approfondimenti. Chiedo scusa per averla distolta dal suo immane lavoro e porgendole il senso più alto della mia stima, Le auguro di poter portare a termine il suo intero programma politico culturale. Distinti saluti Antonio Panaccione Dirigente scolastico del Liceo Sc. Statale Keplero, Roma Roma 3 aprile 2007 2) Denuncia Autorità sovraordinate del 19/4/2007

Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma - Piazzale Via Mario Amato, 00195 Roma

Al Procuratore Generale presso la Corte dei Conti Viale Mazzini 105, 00195 Roma

E, pc Al Ministro della Pubblica Istruzione, On. Giuseppe Fioroni, Viale Trastevere 76/A

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MPI- Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, Direttore Generale Dott. Ugo Pagnani, Via Ostiense 131/C, 00154 Roma

CSA Roma, Dirigente Dott.ssa Palermo, Via Pianciani, 32 -0185 Roma

OGGETTO: Esposto per accertamento delle responsabilità amministrative contabili sul pregresso mancato finanziamento statale delle competenze dovute a questo Liceo (residui attivi), in fattispecie alle assegnazioni finanziarie per il pagamento delle supplenze al personale docente,

Visto il D.M. n. 21 del 1/3/2007 con il quale il Ministro ha stabilito nuovi criteri per l’assegnazione delle risorse finanziarie necessarie alle Istituzioni scolastiche,

Considerato che tali parametri massimi non potranno superare il limite di spesa massima annuale di Euro 22.675,00;

Constatato che a tale uopo a questo istituto è stato confermato un finanziamento del tutto insufficiente e preliminare di soli Euro (non definito);

Accertato che alla data del 31 marzo, codesto Ufficio ha già sforato ampiamente (-9.875,71 Euro) tale budget massimo e non vi sono più risorse economiche disponibili;

Vista la normativa vigente in campo contabile e finanziaria, che prevede la stipula contrattuale con relativa copertura di spesa in un ottica di certezza giuridica-amministrativa;

Lo scrivente in mancanza del suddetto necessario finanziamento e relativo credito già maturato, non può far più nulla per arginare il gravissimo stato di crisi reiterata del Bilancio annuale dell’Istituto, proveniente da ben 4 anni di continue denunce puntualmente riportate nella Relazione del Dirigente al Programma Annuale, seguita sempre da anticipi di spesa procrastinati che non lasciano presagire nulla di buono, 1. dichiara che a partire dal 1 maggio 2007 non provvederà più a

nomina alcuna o sostituzione di docenti assenti; né

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provvederà al pagamento degli stipendi seppur già avanzati e maturati;

2. Non assume alcuna responsabilità per quanto eventualmente richiesto dai legittimi creditori, che dovranno rivolgersi direttamente alle Autorità Ministeriali sovraordinate riportate in indirizzo;

3. Non garantisce alcuna vigilanza sui minori e men che mai il rispetto di quanto previsto dalla Normativa in materia di Sicurezza sui luoghi di Lavoro (Legge 626/94);

4. Chiede un tempestivo intervento delle forze di vigilanza per risolvere il grave problema e ripristinare la legalità di diritto e di certezza delle varie competenze individuali.

Roma, 19 aprile 2007 Il Dirigente Scolastico

Prof. Antonio Panaccione

3) Riservata Personale

Al Responsabile dell’Ufficio Catechistico del Vicariato di Roma card. Agostino Vallini

Piazza San Giovanni in Laterano, 6- 00184 Roma Oggetto: Invio Informativa sulla determinazione della consistenza organica delle classi e ore di religione 2010-11 e riflessioni sul dibattito che coinvolge il Prof. Petrucci Genesio, il Liceo Keplero e il territorio.

Eccellenza, è da qualche tempo che penso di scriverle due righe a proposito di quello che è successo nel corso dell’ultimo anno nel Liceo Keplero in merito al Corso di Formazione sulla prevenzione all’AIDS che purtroppo ci ha visti coinvolti per lungo tempo e ora con gli strascichi legati alla non riconferma del Prof Petrucci Genesio come docente di Religione al Keplero. Approfitto dunque del dovuto invio dell’informativa sull’organico del personale docente (inviata a parte per posta), per esprimerle le mie difficoltà nel garantire una perfetta

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comunicazione tra tutte le parti interessate, a causa dei tanti problemi creati da una stampa scandalosa, accanita nel cercare solo quei scoop e tendenziose falsità che stanno gettando discredito sulla scuola, sugli alunni e gli insegnanti della statale. La verità era ed è ben altra, molto migliore di quello che appare. Come Lei ben sa, noi siamo una scuola seria, democratica, altamente interculturale e integrata nel territorio, che lavora bene con tutti, enti, istituzioni pubbliche, private e di qualsiasi tendenza politico-culturale, sia sulla formazione delle coscienze degli alunni che per renderli migliori, più forti e preparati di fronte a tutti i problemi e negatività della società moderna. Non sto qui a giustificare la scuola per le scelte fatte nei vari Organi Collegiali, di decisioni della precedente Dirigenza o dei semplici organi di controllo. Le regole ci sono e bastano, ma mi preme dirle con molta franchezza intellettuale e onestà morale, che il corso di educazione alla prevenzione alla diffusione delle malattie infettive, realizzato e voluto dai docenti di Scienze (tra i più preparati e formati a livello nazionale) veniva a coronare precedenti Progetti sulla morale, educazione al rispetto, delle pari opportunità delle donne e dell’affettività, quest’ultimo realizzato proprio dal Dipartimento di Religione della scuola. A questo proposito, premetto e confermo che sono ben felice degli attuali tre docenti di religione, anche dei due incaricati dopo la non riconferma del Prof. Petrucci, ma Le confesso che considero tale atto una scelta inopportuna, immotivata e che dispiace molto perché il docente, che sicuramente ha fatto tanti sbagli, ha delle attenuanti e poteva essere spostato senza essere licenziato. Ricordo che il Prof. Petrucci, insegnante di religione sulle 2 sedi e uomo impegnato a 360 gradi in tutte le attività della scuola, sia come Collaboratore di Presidenza prima e poi come Figura Strumentale per l’Orientamento scolastico negli ultimi anni scolastici, si è sempre prodigato per la diffusione e miglioramento dell’insegnamento della religione cattolica. Faccio anche rilevare come un docente Figura Strumentale sia un esperto eletto dal

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Collegio dei Docenti a grande maggioranza e risponde a esso a fine anno scolastico; quindi non un incarico di scelta o di fiducia cooptata del Dirigente o di altri, bensì del grande consesso collegiale. Quando a dicembre 2009 io sono rientrato dal Brasile, il prof. Petrucci ricopriva anche l’incarico di Membro del Consiglio di Istituto per la categoria docenti, ed eletto nel più alto scranno dell’Organo Collegiale della Scuola proprio grazie al consenso dei colleghi e in qualità di tale incarico si espresse favore del Corso di Formazione votato all’unanimità dal Consiglio di Istituto. E’ quindi falso e pretestuoso quello che hanno sempre scritto i giornali, i quali hanno voluto vedere nel docente, solamente il Professore controcorrente di Religione Cattolica che benediceva il Corso di Educazione Sessuale, come fosse un atto di insubordinazione contro la morale, la Chiesa, il Vicariato, eccetera o addirittura sfidando chi gli dava il lavoro e da mangiare. Non è così, il professore rispettava molto la materia che insegnava e l’incarico che svolgeva egregiamente. Come Dirigente sono riuscito finora a tenere ben salda la discussione su questi temi a scuola, cercando il più possibile la sana dialettica o non intromissione di certi aspetti coperti da privacy; ma non sono in grado di fermare i movimenti, men che mai le attività degli studenti che stanno diffondendosi sui networks di internet, motivo per cui dobbiamo fare di più, possibilmente insieme, per fermare questo scempio che porterà solo cose negative alla mia scuola, ma anche all’insegnamento della Religione cattolica in un Istituto tradizionalmente pacifico e costruttivo. Quello che sta succedendo in queste ore sicuramente danneggia anche l’immagine della Chiesa. Appare sempre più chiaro che più di qualcuno cerca di speculare su questa situazione per trarne i soliti piccoli benefici di bottega. Noi, uomini di cultura, docenti della vecchia guardia, cittadini seri e dignitosi, non ci lasceremo frastornare da questi giochi sporchi, ma dobbiamo pur far qualcosa per ripristinare una poco di verità e giustizia, per uscire dal tunnel di una lotta e di una confusione senza precedenti. Ecco

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perchè stamattina, quando ho letto la mail accorata e profondamente sentita lettera che ha inviato ai nostri colleghi (che le accludo interamente), che per quanto mi riguarda so che corrisponde all’animo del Professor Petrucci, mi sono sentito moralmente obbligato a scriverle, per dichiararle privatamente la mia stima e riconoscenza al professore di religione per quello che ha fatto in tutti questi anni per i nostri giovani. E’ interesse della Curia e della Scuola, avere nel corpo docenti professori diversi, preparati, onesti e fortemente dedicati alla professione. La lettera di oggi del Professore mi pare un atto di grande onestà intellettuale in un mondo martoriato di venduti, doppiogiochisti e ipocriti, e che non può essere mandato al rogo solamente per aver aggiunto al problema “preservativi sì” anche tutto il suo personale passato, cioè il suo stato di conclamata omosessualità, cosa del tutto sconosciuta all’intero corpo docente, oltre che a me, a riprova della sua maturità intellettuale e saggezza nel tener ben distinta la sfera individuale, intima da quella professionale. Pertanto Le sarei molto grato, come uomo, padre, cattolico ma anche Dirigente della Scuola statale, se volesse approfondire il difficile caso e rivedere la posizione della Chiesa, al fine di ridargli almeno un lavoro, anche diverso o presso altra sede o scuola, ma non privando di sostegno e lavoro chi dopo un decennio si ritrova fuori dal mondo che ama e condivide con altri. Nel mio piccolo, le confermo che lavorerò per il superamento della difficile situazione, delle incomprensioni e resterò a Sua disposizione per qualsiasi suggerimento o mediazione ritenesse utile, naturalmente sempre in via riservata e senza clamori. Distintamente La saluto e la ringrazio per l’attenzione. Roma, 09 settembre 2010

Il Dirigente scolastico Prof. Antonio Panaccione

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4) Lettera di riflessioni del Prof. Petrucci Genesio inviata:

Al Dirigente Scolastico Al Collegio dei docenti

Al personale A.T.A. e di Segreteria Liceo Scientifico Statale “G. Keplero” di Roma

Roma, 8 marzo 2011 Carissimi colleghi ed amici, sento il bisogno di rivolgermi anche a voi direttamente considerato che la vicenda che mi vede protagonista sta avendo un consistente impatto sul Liceo stesso. Di questo vi chiedo sinceramente scusa: la serenità del vostro lavoro mi sta assolutamente a cuore. Vi scrivo anche per dissipare alcuni dubbi, possibili cause di turbamento. Immagino che la vicenda nuda e cruda del mio non rinnovo contrattuale vi sia ormai nota nella sua interezza, ma forse non in tutta la sua chiarezza. Per questo motivo, cogliendo gli umori di questi giorni, ho sentito la necessità di precisare alcuni “passaggi”. Innanzitutto l’interrogativo più diffuso: perché questa storia esce fuori solo ora? La risposta è semplicissima: perché solo ora ho trovato il coraggio. Solo ora ho deciso di mettere da parte timori e remore e dare dimostrazione, innanzitutto a me stesso, di un urgente desiderio di chiarezza. Solo ora, superata la profonda amarezza dell’inizio e trasformata la rabbia in volontà costruttiva, ho deciso di guardare oltre la mera convenienza. C’è un altro motivo, lo confesso. La cronaca delle ultime settimane e il deprimente quadro che si traccia del senso etico comune hanno smosso dentro di me una certa indignazione: ho perso il lavoro perché ho creduto in un progetto educativo, di certo discutibile, ma sincero e trasparente nei presupposti e nelle finalità. In un Paese dove purtroppo spesso si confonde la valorizzazione del corpo con la sua "prezzificazione", l’accaduto che mi riguarda credo sia, quantomeno, paradossale.

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In ultimo, ma primo per valore, lo schiaffo morale ricevuto nelle scorse settimane dai miei ex alunni: nonostante il mio silenzio, decidono di uscire allo scoperto chiedendo loro al Vicariato spiegazioni in merito a quanto accaduto alla mia carriera di docente. Di fronte a tale testimonianza di stima e di impegno, ho sentito forte il bisogno di fare altrettanto anche io: chiedere e denunciare. Finalmente in coerenza con quanto loro insegnato in questi anni. Posso dire in tutta tranquillità che a me non risultano altre motivazioni se non quella, peraltro comunicatami esclusivamente a voce e su mia sollecitazione, del voto favorevole, in sede di consiglio di istituto, al progetto di educazione alla salute e alla sessualità in questione. Questo è quanto mi è stato riferito in occasione del colloquio col direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato. Nel periodo precedente alla votazione di quel progetto, non avevo avuto notizia alcuna sul mio “non reincarico”. Mi erano solo state riferite “segnalazioni” ricevute sul mio conto. Tali “segnalazioni” riferivano semplicemente la mia presenzaad uno sciopero generale della CGIL e ad una manifestazione per i diritti delle coppie di fatto (etero o gay che fossero). Fui io stesso in quella sede a ribadire di non cogliere nessuna anomalia in tali partecipazioni e di non sentirmi fuori posto né da laico credente né da insegnante di religione cattolica. Ammesso, e non assolutamente concesso, che già in quel momento mi fosse stato comunicato il non rinnovo dell’incarico,ritengo, forse addirittura in misura maggiore, che, viste le motivazioni, si sarebbe trattato di un abuso non accettabile. Per quanto concerne poi l’ipotizzata incompatibilità dell’essere omosessuale con l’essere docente di religione, faccio riferimento a quanto la Chiesa stessa afferma nei confronti dell’omosessualità e, cioè, la non condannabilità della condizione in quanto tale. E la necessità della non discriminazione. Questo per limitarmi ad un approccio “formale” alla questione, essendo serenamente

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consapevole che si tratti di una semplice possibilità del declinarsi dell’identità. E’ vero: faccio “tutto questo” perché non ho nulla da perdere. Più esattamente faccio tutto questo perché non voglio perdere ciò che ancora mi è rimasto:il dovere della coerenza e il rispetto di me stesso. Ci tengo poi a chiarire, qualora ve ne fosse bisogno, che “dietro” alla mobilitazione degli studenti non ci sono affatto io. Non sono dietro e non sono avanti: sono solo soggetto/oggetto del loro interesse. Naturalmente sarei un ipocrita se dicessi di non esserne lusingato: da loro sto solo ricevendo gratuite attestazioni di stima e di sostegno. Sono intimamente convinto che la scuola sia palestra insostituibile nell’esercizio della presa di coscienza, della consapevolizzazione. Ho insegnato religione cattolica e sono cattolico per formazione e per scelta. Proprio in virtù del mio percorso ho maturato la persuasione che la coscienza personale (come il Concilio Ecumenico Vaticano II ha luminosamente insegnato) sia luogo inviolabile per ogni decisione e che ascolto e rispetto debbano guidare ogni interrelazione: è per questo che non mi sonosentito e non mi sento affatto anomalo come docente di religione. Dopo 10 anni di insegnamento ho chiara una cosa: il lavoro di docente richiede una forma urgente di obbedienza (nel senso etimologico di “ascolto previo”) che è dovuta ai ragazzi, a coloro che danno senso al nostro lavoro. Questi ragazzi ci chiedono di essere loro compagni di viaggio. Ho provo a farlo quotidianamente guardando sì alle mie stelle polari, senza mai tuttavia distogliere lo sguardo dalle loro, quali che fossero. E mai cederò alla tentazione di considerare le mie più giuste, perché adulte, e le loro meno giuste, perché “immature”. Banalizzare la sessualità è colpevole, tuttavia colpevolizzarla ad ogni costo è non solo banale ma soprattutto grave. Credo nel valore sacrosanto della laicità, in obbedienza sincera al principio evangelico della distinzione degli ambiti: “Date a

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Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”(Marco 12,13-17). Credo nel valore assoluto della libertà, chiaramente declinata nell’articolo 21 della nostra Carta Costituzionale: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Non ho intenzione di tediarvi ulteriormente. Sarebbe troppo lungo spiegarvi perché davvero non credo alla contraddizione di essere insieme gay, credente, di sinistra, insegnante di religione. Tuttavia disponibilissimo a parlarne con chi vorrà, in privato o in pubblico. Un’ultima considerazione però concedetemela: per otto anni ho vissuto e sentito il Keplero come casa mia. Un trasloco è sempre doloroso, soprattutto quando forzato. Non ho mai avuto la minima intenzione di gettare discredito sul Liceo e sui suoi docenti, anzi sarò sempre orgoglioso della mia esperienza “keplerina”. Ho ribadito in tutte le sedi mediatiche opportune l’assoluta estraneità del Keplero e della sua dirigenza alla mia vicenda. Grato a chi vorrà sostenermi, grato a chi in coscienza, con lealtà e trasparenza, sentirà di non poterlo o volerlo fare. Grazie a tutti per la solidarietà più volte espressa. Perdonate l’intrusione. Un saluto

Genesio Petrucci

5) Risposta Interrogazione Parlamentare sul caso del Prof.

Petrucci Genesio

Al MIUR- Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Direzione Generale, Uff. V- II Unità Operativa

Via Luigi Pianciani 32 - 00185 Roma

Oggetto: Invio notizie sul Prof. Petrucci Genesio, già docente di religione di questo Liceo dal 2002/2003 al 2009/10 ininterrottamente.

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Con riferimento all’interrogazione parlamentare e alla Vs richiesta datata 4/4/2011, prot. 9302/uscita, si forniscono tutte le notizie utili sul Docente in oggetto, in servizio in questo Liceo per ben 8 anni. Il Prof Petrucci Genesio nato a ……. il …, nominato docente di Religione al Keplero fino al 2009/2010 sulle 2 sedi del Liceo, è stato un Professionista impegnato a 360 gradi in tutte le attività della scuola, sia come Collaboratore di Presidenza che come Docente Figura Strumentale per l’Orientamento scolastico negli ultimi anni scolastici. Nel far rilevare come la Figura Strumentale sia un qualificato docente eletto dal Collegio dei Docenti e risponde a esso a fine anno scolastico; non un incarico di scelta o di fiducia cooptato del Dirigente Scolastico, preciso altresì che quando a dicembre 2009, sono rientrato dall’aspettativa all’estero (ai sensi della Legge Signorello), il prof. Petrucci ricopriva anche l’incarico di Membro del Consiglio di Istituto per la categoria docenti, eletto nel più alto scranno dell’Organo Collegiale della Scuola grazie proprio al consenso di molti colleghi. In qualità di tale incarico si espresse e votò a favore del Corso di Formazione e aggiornamento di Educazione Sessuale sulla Prevenzione delle Malattie infettive proposto dalla LILA (Lega Italiana alla Lotta all’AIDS) e dalla Provincia di Roma, a costo zero e con qualificati esperti, medici, psicologi di chiara e riconosciuta competenza. Tal proposta di corso, avanzata dal Docente Figura Strumentale per le Scienze, Prof. Roberto Casalini fu votata all’unanimità dal Consiglio di Istituto. E’ quindi falso e pretestuoso quello che hanno sempre scritto i giornali, i quali hanno voluto vedere nel docente, solamente il Professore controcorrente di Religione Cattolica che aveva benedetto il Corso di Educazione Sessuale, come fosse un atto di insubordinazione contro la morale, la Chiesa, il Vicariato, o addirittura sfidando chi gli dava lavoro e da mangiare. Non è così, il professore rispettava molto la materia che insegnava e l’incarico che svolgeva egregiamente.

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Giova ricordare, inoltre, che il Prof. Petrucci si è sempre prodigato per la diffusione e miglioramento dell’insegnamento della religione cattolica in un contesto più ampio e condiviso di scuola pubblica interculturale che vede periodicamente e annualmente circa 1/3 del totale degli alunni Non avvalentesi, anche di etnie, religioni e culture diverse, e per i quali bisogna pur dare delle risposte educative, alternative di insegnamenti previsti dagli Accordi Stato-Chiesa, senza lasciare tante centinaia di ragazzi uscire o girovagare per la scuola. E’ interesse della Curia, dello Stato e della Scuola, avere nel corpo insegnante, professori diversi, preparati, onesti e fortemente dedicati alla professione e all’educazione dei giovani, al di sopra di ogni barriera e pregiudizio, e la lettera con cui il Professore ha sentitamente ringraziato i colleghi, è un esempio di grande onestà intellettuale in un mondo martoriato di venduti, doppiogiochisti e ipocriti, e che non può essere mandato al rogo solamente per aver aggiunto al problema “preservativi sì” anche tutto il suo personale passato, cioè il suo stato di conclamata omosessualità, cosa del tutto sconosciuta all’intero corpo docente, oltre che a me, a riprova della sua maturità intellettuale e saggezza nel tener ben distinta la sfera individuale e intima da quella professionale e pubblica. Pertanto, dovere primario del Ministero, dello Stato Repubblicano e laico, in caso di Non gradimento di un Docente di religione, soprattutto se con tanti anni di esperienza e onorato lavoro, è quello di tutelare il medesimo, riassegnandolo ad altro incarico. Confidando in una positiva soluzione del caso, resto a completa disposizione per qualsiasi altra informazione o approfondimento, porgendo distinti saluti. Roma, 12 aprile 2011

Il Dirigente scolastico Prof. Antonio Panaccione

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6) PROGRAMMA DI “ATTIVITÀ ALTERNATIVA” ALL’I.R.C. NEL

LICEO TALETE

Anno Scolastico 2012/2013 - Per le classi del 1° biennio tutte le Prime e tutte le Seconde: Educazione alla cittadinanza e alla convivenza civile. Educazione ambientale. Elementi di Psicologia ed Educazione alla “conoscenza di sé”. Origini e funzioni del “Galateo”. Sapersi muovere nella Scuola: breve storia degli “Organi

Collegiali”. Riflessione sul tema dei “Diritti umani”. Le più importanti

Organizzazioni internazionali che si propongono di prevenire o eliminare la violazione degli stessi (ad es. “Amnesty International”).

- Per le classi del 2° biennio tutte le Terze e le Quarte :

a) Argomenti comuni alle Terze e alle Quarte Educazione alla cittadinanza attiva e alla convivenza civile. Studio sistematico della Costituzione Italiana nelle sue varie

parti. Breve storia della sua genesi e della sua evoluzione. La Costituzione Europea. Quadro dei principali Organismi internazionali. La carta dell’ONU.

b) Argomenti specifici per le classi Terze: Introduzione alla Storia della Religione (1a parte) Il “Mito” ieri e oggi.

Genesi, struttura e funzione del Mito.

Classificazione dei diversi tipi di Mito.

Approcci diversi all’analisi del Mito: in Filosofia, in Psicologia, in Antropologia culturale e in Sociologia.

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La “Mitologia classica”: il peso che ha avuto nelle letterature Europee nelle “Arti belle”.

c) Argomenti specifici per le classi Quarte: Introduzione alla storia delle Religioni (2a parte). Riflessioni sul tema dei “Diritti”: dai “Diritti fondamentali

della persona” ai “Diritti umani”. Ricostruzione del lungo percorso che porta – nella storia

Europea – all’affermazione del principio di “Tolleranza” (Religiosa).

L’estensione del principio di “Tolleranza” al campo politico, o delle opinioni in genere, a partire dall’Illuminismo.

- Per il V anno – tutte le classi Quinte: Storia delle Religioni. Filosofia della Religione. Viaggio dentro la Musica. Introduzione allo studio della Psicologia e delle “Scienze

umane”. Introduzione allo studio della Psicoanalisi freudiana. Confronto tra l’Opera di Freud e quella di Jung. “Ideologia” e “Ideologie”

Panoramica delle principali ideologie otto-novecentesche.

Riflessioni sul tema: “Il tramonto dell’Ideologia”. Elementi di Diritto ed Economia

Riflessioni sul rapporto Società civile/Stato. Roma, 30.05.2012

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7) Religione Cattolica o Attività Alternativa a scuola Roma, 23/5/2012

Al Comitato Nazionale Scuola e Costituzione Via Oslavia, 39F – 00195 Roma

E, pc, ai membri del Consiglio di Istituto e al Comitato Genitori e alunni del Liceo Talete di Roma

Dott. Minichiello G., Dirigente capo USR Roma, Uff. V-X, via Pianciani 32

Egregia Professoressa Sani, In un momento tanto difficile per la scuola italiana che ci vede sempre più soli, indifesi e come sempre in prima fila a difendere la democrazia e i diritti individuali e formativi di tutti, dispiace molto ricevere una lettera come la Sua che, non solo offende il nostro operato ma in sostanza contraddice il nome che portate. Le sue asserzioni confermano la difesa e gli interessi della maggioranza degli alunni che scelgono Religione cattolica secondo il modulo Ministeriale proposto (Allegato E) mentre i tre quarti dei NON Avvalentesi (Allegato F), possono continuare a non fare nulla. Facendo un po’ di cronistoria, tutto questo accade in Italia da più di trent’anni ed è grave per un Paese che vuole passare per una Democrazia vera e matura, che non affronta questi problemi che gli altri hanno risolto da decenni lasciando il problema di educazione religiosa alle chiese o ad attività extracurriculari di rientro volontario in orario pomeridiano. Sempre pochi in Italia hanno invocato pari dignità e insegnamenti curriculari per chi non faceva Religione, seppur i numeri fossero sempre in crescendo, in una società sempre più multietnica, multireligiosa e con alunni, che spesso nella stessa classe avevano la maggioranza, ma uscivano dalla classe mentre gli altri avevano il Docente di Religione. Da cattolico e dirigente, garante di una scuola laica per tutti, mi sono sempre caricato di tutti i problemi, incluso questo e ho provato sempre a garantire qualche ora di assistenza o pseudo insegnamento ai gruppi più

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numerosi di Non Avvalentesi che, quando era possibile si ritrovavano casualmente in alcune classi e aule libere. Di fatto è stato impedito anche di avere finanziamenti certi e chiari mentre venivano costantemente spesi soldi per immettere in ruolo docenti di Religione non scelti e selezionati dallo Stato Italiano. Cosa gravissima che non serve commentare. Nel frattempo però i tanti e crescenti alunni NON avvalentesi hanno continuato a imperversare e senza controlli per le scuole nelle ore intermedie, a uscire all’ultima ora di lezione o a entrare alla seconda ora la mattina. Ma, la maggior parte è sempre stata abbandonata a sé stessa perché quelle possibilità previste dal Modulo F con 4 inapplicabili e contraddittorie opzioni non possono garantire tutti perché non ci sono docenti liberi da nominare, per sostituire e vigilare chi desidererebbe fare “studio individuale assistito”, figuriamoci poi quello individuale non assistito, completamente illegale secondo le tante sentenze confermate negli ultimi dieci anni. Aggiungo anche che, questo ragionamento era comunque impraticabile perché bocciato dai controlli amministrativi dei Revisori dei Conti perché non si potevano e non si possono pagare docenti per fare la balia ad uno o due alunni. Chi come me si è sempre preoccupato soprattutto della sicurezza di questi alunni a scuola e aveva posto il problema al più alto livello possibile, non riceveva risposte o attenzioni, finché non sono poi arrivati i problemi di droga, fumo, bullismo e altri atti perpetrati anche da queste centinaia di alunni lasciati incustoditi per tutte le giornate. La maggioranza dei miei colleghi, mi criticava e spesso derideva la mia decisione e preoccupazione perché a loro dire, il problema lo avevano risolto, facendo dichiarare per iscritto ai genitori di esonerare la scuola da ogni responsabilità; quindi hanno cominciato a far uscire o rientrare gli alunni a tutte le ore, anche intermedie, finché non ci sono scappati i primi incidenti gravi, con alcuni alunni morti o rimasti invalidi durante queste uscite o rientri causati dall’ora di Non Religione, che com’è noto non interrompe il tempo scuola continuativo. Non Le sto qui a

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richiamare tutte le sentenze, che potrei mandarle e sono spesso rintracciabili anche in internet, tutte unanimi nel condannare i Presidi, i professori o le scuole per culpa in vigilando e culpa in educando. Ma io negli ultimi anni, grazie al grande e sereno lavoro collegiale fatto con le scuole da me dirette, sono riuscito ad attenuare il problema, deliberando la sospensione e non applicabilità delle 4 opzioni, portate a 2 da delibere del Consiglio di Istituto e del Collegio dei Docenti, sempre con adeguate motivazioni a sostegno. A nostro avviso quel modulo proposto dal MPI è non obbligatorio e quindi si può in autonomia cambiare e adattare alle superiori esigenze didattiche, di sicurezza e pari opportunità provate dalle tante condanne di questi ultimi dieci anni dopo l’assegnazione dell’Autonomia Scolastica del 2000 agli Istituti. Naturalmente tutto questo non poteva avvenire prima e lo confermerebbe il fatto che la Sentenza che voi invocate era proprio del 1989/91, cioè prima dei fatti da me illustrati, ovvero quando vi era un contesto fortemente diverso in Italia perché tutte le scuole, avevano un altissimo numero di docenti liberi con ore a disposizioni, comunque libere e da utilizzare ad ogni occasione e/o novità didattica. Pertanto il nostro nuovo Modulo E/F integrato e adattato e che ora si trova sul sito è la nostra cartina di identità che va rispettata pedissequamente da chi liberamente sceglie il Liceo Scientifico Statale Talete. Su questo stiamo facendo informazione, formazione e siamo pronti a qualsiasi evento anche di carattere giuridico per risolvere definitivamente il problema e fare chiarezza sui diritti individuali e quelli collettivi di una pubblica comunità scolastica. Da ciò si deduce che è vero che dal 2012-13 i nostri alunni devono frequentare (naturalmente secondo le libere annuali scelte all’atto delle iscrizioni o re-iscrizioni di gennaio) Religione Cattolica o le Attività Alternative deliberate dal Liceo (non una fissa Attività, ma un programma dettagliato che si rende pubblico anche sul nostro sito e affiggendolo all’albo della scuola), senza altre possibilità di entrare e/o uscire come e

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quando si vuole, nella più totale anarchia. Ma Le dico di più: dopo tanti studi e prove in questo settore, siamo riusciti a realizzare orari scolastici che garantiscono a tutti l’insegnamento scelto, in copresenza, per gruppi interclassi di pari livello, nello stesso orario frontale curriculare, esattamente come avviene per le classi articolate. Spero di aver risposto abbondantemente a tutti i suoi dubbi e incertezze. A chi invece continua a invocare la non obbligatorietà dell’Attività Alternativa, vorrei ricordare che anche l’ultimo riordino delle scuole statali superiori ha fissato, ancora una volta, la curricularità e l’obbligatorietà di frequentare l’intero orario settimanale delle lezioni, nel nostro caso per 27 ore settimanali nel biennio e 30 ore nel triennio dei licei Scientifici di nuovo ordinamento, ovvero con l’inclusione dell’insegnamento della Religione Cattolica o delle Attività Alternative. E questo è quello che noi abbiamo ribadito; per cui in mancanza di un’Attività c’è la diminuzione del monte ore curriculare. Inoltre tale decisione sbilancia il numero dei docenti componenti il Consiglio di Classe (Collegio perfetto) e porta a decisioni non conformi al raggiungimento della maggioranza legale che diventerebbe variabile e ingiustificata nell’attribuzione di ogni valutazione di merito, sia nel Profitto che nel Comportamento di ogni discente. Per quanto riguarda invece la formazione delle classi Prime, c’è stata qualche disinformazione da parte dei genitori o direi di puro pretesto o malafede, perché le nostre 42 classi del 2012-13 hanno in ogni classe alunni che si Avvalgono o Non, non vi è, né vi sarà mai la ghettizzazione dell’insegnamento religioso o Alternativo nelle scelte di ciascuno, anche perché coperto da violazione del diritto di privacy. Quello che invece faremo per le classi Prime è il seguente: una divisione in base al numero degli alunni che verranno messi in classi articolate, con vero bilanciamento tra Religione e Attività Alternative (4 Prime di Religione e altrettante miste con Avvalentesi o Non, senza nessuna discriminazione, né attuale né per i prossimi anni, anche in caso di spostamento successivo di alunni in altre classi

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parallele o rientri per bocciature. Tutte le nostre ipotesi sono sempre praticabili; quello che non sarà più permesso sarà l’impunità di girare senza controllo dentro l’edificio per mancanza di vigilanza certa, ascrivibile a docente incaricato, cosa che invece è continuata a protrarsi anche quest’anno con centinaia di studenti NON avvalentesi che arrecano disturbo, fanno danni o peggio fumano o spacciano droga. Mi risulta che tutto questo succede anche in altre scuole e tutto ciò è intollerabile; pertanto, se volete il bene e la tanto conclamata legalità costituzionale, aiutateci a risolvere il grave danno morale, culturale e di non certezze che vivono i nostri giovani. Mi spiace che il Comitato si sia sentito costretto a intervenire; ringrazio comunque per avermi rammentato una Circolare ministeriale e una Sentenza della Corte Costituzionale, anche se da me ben conosciuta. Mi auguro di aver chiarito abbondantemente la situazione reale e, qualora volesse, venga pure a scuola a verificare di persona. Colgo l’occasione per inviarle, a nome di tutti, i più distinti saluti. IL DIRIGENTE SCOLASTICO

prof. Antonio PANACCIONE

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8) Quesito istituzionale sulla validità Progetto Att. Alternativa

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9) Decreto attuativo dell’insegnamento dell’Attività Alternativa

All’Uff. Scol. Regionale per il Lazio- AI DIRIGENTI DEL CSA DI ROMA:

UFFICIO IV- III UNITÀ OPERATIVA SETTORE ORGANICI E UFF. BILANCIO

Via Luigi Pianciani, 32- 00185 Roma - LORO SEDI

IL DIRIGENTE SCOLASTICO Visto il D.I. trasmesso con la C.M. 19/07, successive modifiche e i Regolamenti in materia di attribuzione di Autonomia Scolastica; Constatato che non è più possibile mantenere fuori dalle classi (senza vigilanza) e peggio dalla scuola le centinaia di alunni che ogni anno non si avvalgono dell’Insegnamento della Religione cattolica; Considerata l’inapplicabilità delle 4 opzioni alternative previste dal modulo E/F allegato annualmente alla Circolare ministeriale in merito all’insegnamento della Religione Cattolica o Attività Alternativa, la cui decisione è stata presa dal Collegio dei Docenti; Accertato che, con sentenze definitive e in cassazione, molti Dirigenti scolastici sono stati condannati per mancata Vigilanza sui propri alunni o per Culpa in Vigilando per non aver tenuto in debito conto di quanto previsto tassativamente dagli ex art. 2043, 2048 e 2051 c.c.; Ravvisata la necessità di garantire la piena legalità, pari opportunità istituzionale sia a livello di insegnamento che di certificazione finale di valutazione e assegnazione dei Crediti interni alla scuola in sede di Consigli degli scrutini finali; Vista la circostanziata proposta organizzativa, di spesa e di controllo che lo scrivente ha opportunamente presentato agli Organi Collegiali di Istituto che da anni richiedevano

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Antonio Panaccione: battaglie in difesa della scuola statale

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l’applicazione di almeno un insegnamento Alternativo alla Religione Cattolica; Vista le delibere del Collegio dei Docenti del 12/12/2011 e 16 maggio 2012 con cui si approva l’Organico, la formazione delle classi, il programma di Attività Alternativa e l’intero progetto presentato;

DECRETA La costituzione di una cattedra di 18 ore di Attività Alternative, il cui programma è calibrato su classi parallele e della stessa età, che coinvolge tutte le classi e alunni che simultaneamente ai 3 docenti di Religione godono di detto insegnamento in locale protetto e con un docente preparato e utilizzato all’uopo in base al Programma redatto e approvato dallo stesso Collegio dei docenti per il prossimo anno scolastico 2012-13. Roma, 21 maggio 2012

IL DIRIGENTE SCOLASTICO prof. Antonio PANACCIONE