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Cari lettori,Una devota polacca, leggendo l’elencodei
pellegrinaggi che riportiamo sem-pre alla fine di ogni numero, si è
mera-vigliata di trovare tante e diverse città,grandi e piccole,
del Sud e del Norddella Polonia, ed ha esclamato: “Siamocommossi
nel vedere tantenostre città vicino a tantis-sime altre italiane e,
parti-colarmente, abruzzesi. Ita-liani e polacchi insiemedavanti al
Volto Santo, chegioia!” È proprio vero, ilVolto Santo unisce
intornoa sé pellegrini di diversenazionalità, d’Europa,d’America,
d’Asia, qual-che volta anche d’Africa ed’Oceania. Cosa muovetutte
queste persone arecarsi a Manoppello?Un’immagine sacra che,secondo
la tradizione, rap-presenta la vera immaginedi Gesù. La devozione
al
Volto Santo è un mezzo per arrivare allaPersona di Gesù che
l’immagine rappre-senta, ed ha come fine quello d’imprime-re il
volto di Gesù nel cuore, per farlovedere agli altri dando il buon
esempio.Il tempo liturgico detto “ordinario”, che
stiamo vivendo, dopo avercelebrato il Natale, laPasqua e la
Pentecoste,continua a farci contempla-re il mistero di tutta la
vitadi Gesù, fa ripensare alsuo messaggio e al suogrande amore per
noi. Ladevozione al Volto Santo,portata avanti anche dalnostro
Bollettino, intendefavorire questa pedagogiache vuole portare il
cristia-no a conformarsi semprepiù a Cristo. I primi
checontemplarono e adoraro-no il Volto di Gesù Cristofurono Maria
Santissima,S. Giuseppe, gli Angeli, i
EDITORIALEP. CARMINE CUCINELLI
Van Eych, 1432. Il coro degli Angeli sull’altare di Gand
(Belgio).Uno degli angeli ha, nella stola, dei medaglioni con il
Volto Santo.
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pastori, i Magi, il Santo Vecchio Simeo-ne, Anna la profetessa.
Più tardi, ebbe-ro la medesima fortunata sorte gli Apo-stoli, i
Discepoli, le pie donne. La con-templazione del Volto, il fissare
losguardo su Gesù, ha creato una profon-da intesa tra il Maestro e
i discepoli.Essi ne ammiravano la sapienza e ladottrina e dicevano:
“Mai nessun uomoha parlato come Lui!” (Mc 6,2).Questa profonda
intesa si stabilisce par-ticolarmente tra Gesù e Maria, al puntoche
Gesù stesso esclama: “Donna, chevuoi da me? (cfr Gv 2,4), che
potremmoanche interpretare: “Che c’è tra me ete, o donna? Hai
perfettamente intuitoche voglio riportare all’umanità il vinodella
gioia sponsale!”Da qualche tempo si è stabilito un lega-me tra
Manoppello e Lourdes che si con-cretizzerà in una mostra che sarà
allesti-ta nella città dei Pirenei per aiutarci aguardare Gesù con
gli occhi di Maria,come a rinsaldare la forma di discepo-lato che
vede in Maria il prototipo piùeccelso.Gli articoli di P. Domenico
del Signore,del Rettore e di Giuseppe Frascadoreriguardano questo
argomento. FabrizioTricca ci fa ripassare un po’ di storiadelle
origini del Santuario con un anticofrate: P. Donato da Bomba.
Legato aquesta storia è venuto a trovarci un lon-tano parente di un
altro frate: P. Antonioda Poschiavo, di cui abbiamo parlato
nello scorso numero del Bollettino, DonGuido Costa.Anche P.
Ceslao Gadacz parla del Vol-to di Gesù, maestro, riflettendo
sull’ulti-mo documento della Cei: “Educare allavita buona del
Vangelo, Orientamentipastorali dell’Episcopato italiano per
ildecennio 2010-2020”.La beatificazione di Giovanni Paolo IIha
avuto un effetto anche per il VoltoSanto, poiché numerosi polacchi
sonotransitati per Manoppello. Il prof. Anto-nio Bini fa il punto
su questo evento, poici racconta com’è andata la mostra diLucca (e
la conferenza) sul Volto Santo.Lo stesso ci riporta i retroscena
dellafesta popolare della terza domenica diMaggio.Fabrizio Tricca
ricorda suor Leonilde,francescana alcantarina, vissuta aManoppello
e devota del Volto Santo.Ancora P. Ceslao racconta la sua
parte-cipazione al convegno sul Volto Santo aTorun, in Polonia. Di
nuovo il prof. Biniricorda il raduno di devoti di P. Domeni-co da
Cese, in occasione del giorno delsuo 106° anniversario della
nascita. P.Carmine Cucinelli annuncia l’imminen-za della
pubblicazione di un libro afumetti sul Volto Santo. Infine le
notiziein breve e l’elenco dei pellegrinaggi.Buona lettura.
Editoriale
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Quando si mostra ai fedeli ilvelo su cui è impressa l’ef-figie
del Volto Santo, ci sisofferma anche sul mate-riale impiegato per
tesserela tela fine e delicata ormai chiusa dasecoli tra quelli che
Donato da Bomba nel-la sua “Relatione historica” chiama
“cri-stalli”. Il Velo che racchiude l’immagine miha fatto pensare a
Colei che èstata strumento di cui si è servi-to lo Spirito Santo
per donarea noi Colui che è “la traduzio-ne in forma umana del
volto diDio” (cfr Gv 1,18). Chiaramen-te mi riferisco all’umanità
diGesù che ha preso carne attra-verso la donna che giustamen-te
chiamiamo “Madre di Dio”. Ho ripensato alla stupenda pre-ghiera di
Francesco Petrarca:Vergine bella che di sol vestita /coronata di
stelle, al sommosole /piacesti sì, che ‘n te Sualuce ascose. Sono
riandato altesto dell’Apocalisse che ha ispi-rato lo stesso poeta:
“Mulier
MARIA E LO SPIRITO DI DIOTESSONO IL VELO DI GESÙ
amicta sole, et luna sub pedibus eius”: don-na vestita di sole
con la luna sotto i suoi pie-di (Ap 12,1). Ho riflettuto sulla
somiglian-za tra il volto di Maria e quello di Gesù ser-vendomi di
un brano tratto dal “Marialis” diLorenzo da Brindisi: Come la prima
donna,Eva, formata dal primo uomo, fu a lui somi-gliantissima, così
fu la celeste donna Mariasomigliantissima al Cristo, secondo
uomo
disceso dal cielo. Ma un testo mi ha fatto gustareper qualche
momento la gioiadella contemplazione. Lo avevotrovato in un libro
universitariopro manuscripto che mi era servi-to per le mie lezioni
di mariologiaall’Aquila. Non so che fine abbiafatto quel volume,
visti gli effettidel terremoto. Ho conservato inmodo fortunoso il
file nella memo-ria del mio computer. È un pensie-ro scritto dalla
controversa figuradi Ippolito, un padre della chiesa,esegeta
cristiano della Scritturache, tra l’altro, illumina il «misterodi
Maria» incorniciando l’imma-gine della «vergine madre» nel
P. DOMENICO DEL SIGNORE
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mistico discorso della «sposa» del Cantico deicantici. Ippolito
– ecco in nuce il suo pensiero – affer-ma che il miracolo della
«vergine madre» èfrutto dell’incontro tra «l’amore divino»
el’«obbedienza umana»: è col suo atteggia-mento di totale
obbedienza a Dio che Mariainaugura la storia della nuova
umanità.Qui di seguito riporto il testo in parola. Essodescrive
Maria come la donna che tesse la«veste» umana di Cristo col «filo»
dello Spiri-to. Lo Spirito santo entra nella carne di Mariaaffinché
ella possa tessere la «veste» dello spo-so. L’abito di Cristo è la
sua carne, la sua uma-nità. È un abito nuziale: Cristo è lo
sposo.“Infatti il Verbo di Dio, che era senza carne,rivestì la
santa carne dalla santa verginecome uno sposo riveste la veste,
finendo ditesserla per sé nella sofferenza della croce,affinché,
unito il nostro corpo mortale alla suapotenza e mescolato il
corruttibile all’incorrut-tibile e il debole al forte, salvasse
l’uomo cheandava in rovina. Il tessuto del Signore è lasofferenza
che avvenne sulla croce, lo stamedentro di esso è la potenza dello
Spirito san-to, la trama è la santa carne intessuta nelloSpirito,
il filo è la grazia che viene dall’amo-re di Cristo, che lega e
congiunge le due real-tà in una, la spola è il Verbo, gli
operatorisono i patriarchi e i profeti, che tessono la bel-la veste
lunga fino ai piedi e il mantello per-fetto di Cristo: penetrando
in essi come unaspola, il Verbo per mezzo loro tesse tutto ciòche
il Padre vuole” (Sull’anticristo 4).Lo Spirito è l’elemento
incorruttibile offerto
da Dio, che si unisce a quello corruttibilemesso a disposizione
dall’umanità: senzadi esso non sarebbe possibile
plasmarel’uomo-Cristo come uomo nuovo.Il Verbo è la «spola» che
introduce lo stamenell’ordito, rendendo possibile l’innesto
deldivino nel tessuto umano di Gesù.Maria, nel sacrario della sua
umanità, tes-se la carne di Cristo intrecciando la materiaumana
ereditata dai padri con la «lana»spirituale donatale dallo Spirito
santo.L’abito mostra che l’identità di Cristo è lasua appartenenza
alla famiglia umana.L’umanità di Cristo è genuina fino in fon-do:
la tessitura di Maria fa nascere il Ver-bo incarnato, il quale
giunge alla pienez-za di umanità attraverso la croce, «telaio»che
dà forma definitiva all’essere uomo diGesù. La sua veste non è la
splendidaveste pontificale, ma l’umile veste del ser-vo che si
consuma nella donazione.Eva era stata spogliata della veste di
gloria;ora è rivestita a nuovo dallo Spirito e divie-ne messaggera
del Vangelo. Lo Spirito san-to è la nuova veste di Eva, veste di
vitaincorruttibile.Questa è la veste della vita della quale siera
rivestito il Risorto.A Maria che col suo manto regale veste
ladivinità del Cristo, so che posso rivolgermicome il Petrarca,
perché Lei possa indiriz-zare al Figlio il grido della mia
umanitàbisognosa d’aiuto: “soccorri alla mia guer-ra (il ribollire
dei miei pensieri e inquietudi-ni) ben ch’i’ sia terra e tu del
ciel regina”.
Maria e lo Spirito di Dio tessono il Velo di Gesù
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Il desiderio di ogni uomo è vedere ilvolto di Dio. Ebbene, Dio
stesso hapensato di venire incontro a questodesiderio dell’uomo,
manifestandosinel suo figlio. Così in Gesù ci halasciato la sua
immagine.
Il Papa Benedetto XVI spesso ripeteche in Gesù si può vedere il
volto ter-reno del Padre.“Il Nuovo Testamentoha posto fine
all’invisibilità del Padre.Dio ha mostrato il suo volto,
comeconferma la risposta di Gesù all’aposto-lo Filippo: «Chi ha
visto me, ha visto ilPadre» (Gv 14,9). Il Figlio di Dio, conla sua
incarnazione, morte e risurrezio-ne, ci ha liberati dalla schiavitù
del pec-cato per donarci la libertà dei figli diDio e ci ha fatto
conoscere il volto di Dioche è amore: Dio si può vedere, è
visibi-le in Cristo (Benedetto XVI, Domenica,22 maggio 2011).La
beata Vergine Maria ci insegna comesi contempla il Volto di Cristo
per ricono-
IL VOLTO DI GESÙATTRAVERSO IL VOLTO DI MARIA
P. CARMINE CUCINELLI
Icona senese di Notre Dame de Grace di Cambrai - Francia (XII
secolo)
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scere il Padre. Lei ha contemplato Gesù.Come ardeva il suo cuore
mentre guarda-va negli occhi suo figlio, il suo Dio, il piùbello
degli uomini! Il beato Papa Giovanni Paolo II, nellaLettera
Apostolica “Rosarium VirginisMariae” ha esortato alla
contemplazio-ne del volto di Cristo in compagnia ealla scuola della
sua Madre Santissima.“Recitare il Rosario, diceva, non è altroche
contemplare con Maria il volto diCristo. Con la preghiera del
Rosario il popolocristiano si mette alla scuola di Maria,per
lasciarsi introdurre alla contempla-zione della bellezza del volto
di Cristo eall'esperienza della profondità del suoamore. Mediante
il Rosario il credenteattinge abbondanza di grazia,
quasiricevendola dalle mani stesse dellaMadre del Redentore”.Al n°
9. del citato documento invita acontemplare Cristo. La scena
evangeli-ca della trasfigurazione di Cristo, nellaquale i tre
apostoli Pietro, Giacomo eGiovanni appaiono come rapiti
dallabellezza del Redentore, può essereassunta ad icona della
contemplazionecristiana. Fissare gli occhi sul volto diCristo,
riconoscerne il mistero nel cam-mino ordinario e doloroso della
suaumanità, fino a coglierne il fulgore divi-no definitivamente
manifestato nelRisorto glorificato alla destra del Padre,
è il compito di ogni discepolo di Cristo;è quindi anche compito
nostro.Al n° 10 ci indica Maria come “model-lo di contemplazione”.
“La contempla-zione di Cristo ha in Maria il suomodello
insuperabile. Il volto delFiglio le appartiene a titolo speciale.
Ènel suo grembo che si è plasmato,prendendo da Lei anche
un'umanasomiglianza che evoca un'intimità spi-rituale certo ancora
più grande. Allacontemplazione del volto di Cristo nes-suno si è
dedicato con altrettanta assi-duità di Maria. Gli occhi del suo
cuo-re si concentrano in qualche modo sudi Lui già
nell'Annunciazione, quandolo concepisce per opera dello
SpiritoSanto; nei mesi successivi comincia asentirne la presenza e
a presagirne ilineamenti. Quando finalmente lo dàalla luce a
Betlemme, anche i suoiocchi di carne si portano teneramentesul
volto del Figlio, mentre lo avvolgein fasce e lo depone nella
mangiatoia(cfr Lc 2, 7).Da allora il suo sguardo, sempre riccodi
adorante stupore, non si staccheràpiù da Lui. Sarà talora uno
sguardointerrogativo, come nell'episodio dellosmarrimento nel
tempio: « Figlio, per-ché ci hai fatto così? » (Lc 2, 48); saràin
ogni caso uno sguardo penetrante,capace di leggere nell'intimo di
Gesù,fino a percepirne i sentimenti nascosti
Il Volto di Gesù attraverso il Volto di Maria
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e a indovinarne le scelte, come aCana (cfr Gv 2, 5); altre volte
saràuno sguardo addolorato, soprattuttosotto la croce, dove sarà
ancora, incerto senso, lo sguardo della 'parto-riente', giacché
Maria non si limiteràa condividere la passione e la
mortedell'Unigenito, ma accoglierà il nuovofiglio a Lei consegnato
nel discepoloprediletto (cfr Gv 19, 26-27); nel mat-tino di Pasqua
sarà uno sguardo
radioso per la gioia della risurrezionee, infine, uno sguardo
ardente per l'ef-fusione dello Spirito nel giorno di Pen-tecoste
(cfr At 1, 14)”.Un testo molto bello del VI° secolo dice:”Dopo
l’Ascensione di Cristo, la Madonnaconservava un’ immagine che si
era for-mata sopra la Sindone… La Madonna laconservava, così poteva
contemplarecontinuamente la bellezza del volto delfiglio. Ogni
volta che desiderava onorarela sua immagine, la stendeva verso
orien-te con le mani alzate e lo sguardo fisso sulfiglio e lo
adorava.” Importanti per il Papa sono i “ricordi diMaria” della
vita di Gesù. Grazie a queiricordi Ella è stata come un punto di
rife-rimento costante, ha confortato i disce-poli smarriti dopo
l’Ascensione, li hainvitati ad attendere lo Spirito Santo e liha
incoraggiati nella prima missione.Con Maria attraverso le scene del
Rosa-rio è come mettersi alla sua 'scuola' perleggere Cristo, per
penetrarne i segreti,per capirne il messaggio.Ma ancora più
importante è conformarsia Cristo con Maria.Contemplare Gesù in
Maria e con Maria,favorisce l'incontro con Cristo nei suoimisteri e
produce i frutti di carità, che con-sistono nel vedere il volto di
Cristo nei fra-telli, specie in quelli più sofferenti”.
Il Volto di Gesù attraverso il Volto di Maria
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Il frate Donato nato a Bomba, terranella Provincia e Diocesi di
Chieti,aveva fatta la sua solenneprofessione religiosa tra
iCappuccini nel convento di Penneil 1° novembre 1602 nelle manidel
Padre Francesco da Tagliacozzoivi allora Guardiano e Maestro.
D a alcuni scritti che ancorarimangono e da altrememorie si
rileva, che eglifu un buon teologo, elo-quente e zelante
Predicato-re. Fu anche prudente superiore; e nel1620 era Guardiano
nel convento diGessopalena. Di irreprensibile e incon-taminata
conversazione, governòsapientemente la famiglia
cappuccina;desideroso di ricondurre le anime allasalvezza, lavorò
intensamente nel mini-stero della predicazione. Le cronachedella
Provincia ce lo presentano comereligioso di santità perfetta e ci
narranoi prodigi operati per la di lui interces-
sione. Raccoglie notizie e scrive la sua“Relazione storica”
sulla venuta del Vol-to Santo a Manoppello (1640-1646),epoca in cui
le tradizioni del popoloalla Sacra Effigie erano ancora intatteed
esistevano ancora le famiglie deiLeonelli, dei Petrucci e dei De
Fabritiis.Infatti in quell’epoca vi erano in Manop-pello varie
persone ottuagenarie, nona-genarie ed anche centenarie, tra le
qua-li alcuni di casa Leonelli e specialmenteMarzia moglie del
soldato PancrazioPetrucci. In seguito compila e sottoscriveil
verbale di lettura e di approvazionedella suddetta Relazione,
firmato dallaverità dei fatti narrati, insieme ad altri13 anziani e
notabili cittadini, il Luogo-tenente di Manoppello e il Dottor
Dona-to Antonio De Fabritiis (1646). Morì nelConvento della SS.
Incoronata di Sulmo-na il 7 agosto 1649.Tra i Processi che il padre
Fr. AntonioMaria da Taggia per autorità dei Supe-riori compilava
nel 1662 intorno allevirtù dei molti frati cappuccini morti in
PADRE DONATO DA BOMBAIL PRIMO STORICO DEL VOLTO SANTO DI
MANOPPELLO
“IL MANOSCRITTO”FABRIZIO TRICCA
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questa Provincia con fama di Santità, sitrova una deposizione
giurata delpadre Giovan Battista da Chieti, Predi-catore,
Definitore e Guardiano nel con-vento di Chieti, la quale tra tante
altrecose contiene anche alcune onorevolimemorie del padre Donato,
e di qual-che prodigio avvenuto durante la suapredicazione,
specialmente in terra diAlanno.
NOTIZIE SUL MANOSCRITTOSecondo la tradizione, il Volto
Santosarebbe arrivato a Manoppello un gior-no imprecisato del 1506,
offerto da un
misterioso pellegrino al dottor Giaco-mantonio Leonelli nella
chiesa matriceintitolata a San Nicola di Bari e nel1638 fu donata
ai frati cappuccini diManoppello da un certo barone Dona-tantonio
De Fabritiis (1588+1670).Questa tradizione si basa sulla
“Rela-tione Historica” scritta di propriopugno da padre Donato da
Bomba(+1649) negli anni 1640-1645 e poiautenticata insieme all’Atto
di donazio-ne, per volere dei cappuccini, con lettu-ra pubblica nel
municipio di Manoppel-lo dal notaio Donato De Donatis il 6aprile
1646.
Padre Donato da Bomba
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Del Manoscritto di padre Donato daBomba vennero fatte tre copie;
duecon bellissimi caratteri ne fece il padreAmbrogio Amati da Penne
(poi daPescara) (+1649) nel 1645; una dellequali venne all’inizio
conservata nel-l’archivio del convento di Manoppello,e poi, per
maggior cautela, nell’archi-vio della Provincia monastica
del-l’Aquila unitamente alla lettera auto-grafa del padre
Provinciale fr. SilvestroMarone da Fara S. Martino(1595+1656) che
ciò appunto ordina-va in data 30 settembre 1647; l’altracopia fu
inserita nell’archivio del Con-vento di Atri, poi spostata
nell’archiviodel convento dell’Aquila, con l’apportodi alcune note
di padre Fr. Francescoda Campli (+1678), di famiglia nelConvento di
Manoppello fin dal 1645,dove assistette a diversi prodigi opera-ti
dal Volto Santo, e Guardiano nel1669. Un’altra copia del
Manoscritto,senza data, ma molto antica, era stataposta
nell’archivio del convento di S.Michele in Aquila e attualmente si
tro-va nel convento dei frati cappuccini diManoppello.Ma il
Manoscritto Originale fu postonell’archivio del convento dei
Cappucci-ni di Vasto e non fu mai pubblicato e lapropagazione della
conoscenza delVolto Santo avvenne solamente per legrazie elargite
dal Sacro Velo e fino adoggi non si conosce ancora la causa
per la quale il manoscritto è rimasto sco-nosciuto.Nel 1872
padre Giuseppe Maria Cerri-telli da Chieti (1816+1887), che già
daGuardiano di Manoppello nel 1868aveva inserito notizie
storico-biografichea margine del manoscritto di padreDonato da
Bomba, affidò al padre Filip-po da Tussio (1821+1896) il compito
direndere noto il manoscritto del padreDonato da Bomba. Padre
Filippo fu molto entusiasta delcompito affidatogli perché,
qualunquefosse stata la causa per cui la predetta“narrazione
historica” era rimastanascosta, ora sembrava giunto il tempodi
pubblicarla affinché tutti chiaramenteconoscessero il sacro tesoro
cheManoppello possiede, e gli rendesseroragionevole ossequio di
pietà e di culto.Le ricerche gli si presentarono moltoardue dato il
tempo trascorso (1506-1872) e non riuscì mai a sapere le fon-ti a
cui padre Donato aveva attinto. Per-tanto, si limitò soltanto a
tradurre inte-gralmente la “Relazione storica” conl’aggiunta di
quanto avvenne al VoltoSanto dopo la testimonianza che padreDonato
aveva scritto. Padre Filippo da Tussio fu il primo a tra-durre e
pubblicare la parte storica delmanoscritto nel 1875. Prima di
alloraera conosciuto solamente da pochissimepersone tra le quali va
ricordato Monsi-gnor Pietro Antonio Corsignani
Padre Donato da Bomba
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(1686+1751) Vescovo di Venosa, ilquale lo studiò per ben due
volte, cioènel 1741, e nel 1745, in quegli anni sirecò a Manoppello
a visitare il VoltoSanto. Nella sua “Regia Marsicana” nepubblicò un
estratto. È il solo che abbiaparlato un po’ diffusamente del
medesi-mo Volto Santo quantunque per inciden-za. Ma l’opera del
Corsignani e quelladi Gaetano Moroni (1820+1883):“Dizionario
ecclesiastico” (1840,1861),dove appunto cita il Corsignani
parlan-do del Volto Santo di Manoppello, nonerano opere
divulgative.Molto più popolare invece fu quel “Cen-no storico” che
Monsignor SaggeseArcivescovo di Chieti fece premetterealla Novena
del Volto Santo ristampatoin Chieti sotto i suoi auspici; ma esso
èmancante dei migliori e più interessantiepisodi della Storia della
Sacra Immagi-ne poiché, per motivi a noi sconosciuti,non gli fu
mostrato il manoscritto e sidovette affidare alla sola
tradizionepopolare.Meglio ideato e più completo fu il lavo-ro
svolto dall’Arcivescovo di ChietiMirelli; ma esso rimase inedito
tra varialtri scritti e forse andò anche perduto. Nel 1865 il padre
Eugenio Petaccia daManoppello (1812+1880), non poten-do più
resistere alle richieste dei tantipellegrini che volevano conoscere
comela Sacra Immagine del Volto Santo fossegiunta a Manoppello, si
impegnò a dare
alla luce la storia, ricopiando parola perparola il manoscritto
di padre Donatoda Bomba senza modificarne una virgo-la e
aggiungendo solamente alcune notescritte a parte. Più che di un
vero e proprio manoscritto,si tratta, in realtà, di una
trascrizione permano di un altro cappuccino come silegge sul
frontespizio: Narrativa dellavenuta del Volto Santo in
Manoppellofatta dal Capp.no P. Donato da Bombal’anno 1645 dato alla
luce dal P. Euge-nio da Manoppello Religioso dell’istes-s’Ordine
l’anno 1865.Della “Relazione Storica” di padreDonato da Bomba, di
cui nei tempi pas-sati esistevano tre copie più l’originale,restano
soltanto tre esemplari (ancoranon si è certi se tra questi ci sia
l’origi-nale): uno nel convento di Manoppello edue in quello de
L’Aquila; dell’altracopia se ne hanno notizie fino al 1875quando
Padre Filippo da Tussio le con-frontò tutte e le trovò
conformi.Alla fine del secondo millennio il Mano-scritto di padre
Donato da Bomba vienemesso in dubbio da Heinrich Pfeiffer,insigne
professore di Storia dell’ArteCristiana, che afferma che il Volto
San-to non sarebbe altro che la VeronicaRomana che un tempo si
trovava in SanPietro e sparita misteriosamente senzalasciare
traccia e che il cappuccino,con arte, avrebbe nascosta la realtà
permotivi ancora da ricercare.
Padre Donato da Bomba
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Manoppello: piccolo pae-se della Maiella, ai piedisud del Gran
Sasso d’Ita-lia, a circa 30 chilometria ovest di Pescara, inuna
piccola valle sperduta dell’Appennino.Santuario del Sacro Volto,
dei Cappucci-ni: in questo santuario è custodito il “Vol-to Santo”,
che la tradizione chiamaanche “la Veronica”, richiamandosi
allaleggenda della donna che diede a Gesùun panno per asciugarsi il
volto e cheGesù ricambiò con la sua immagine.“Veronica” significa
in traduzione buo-na “vera icona”, cioè vera immagineche gli
studiosi moderni identificano conil “sudario” posto sul volto di
Gesù nellacamera del sepolcro. Leggi: Gv 20, 7.Il Volto Santo: Un
piccolo “fazzoletto” (untelo tessuto con i fili sottilissimi della
con-chiglia marina, che affiorano a primaverasul mare, detti “oro
del mare”), sul qualeappare il volto di un “uomo”
“acheiropo-ietos”, non dipinto, come dice l’antichissi-ma
tradizione, “non fatto da mano di
uomo”. Il tessuto si chiama “bisso”.Vi parlo “nella forma
dell’io”, poiché ritor-no da un’esperienza unica e, ritengo chela
forma del diario sia la maniera piùautentica per comunicare un
momento dieccezionalità vissuto in prima persona.Pochi
ricorderanno, che un anno fa, dopol’ostensione della Sindone, ho
scritto (quan-do ero ancora redattore dell’Amico) unarticolo di
fondo, sul “Volto Santo di
REPORTAGE DA POSCHIAVO(SVIZZERA)
DON GUIDO COSTA
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Manoppello” (n. 10, 2010, chi volesserileggerlo può sempre
chiedere una fotoco-pia a don Guido o a don Cleto). Non posso
ripetere tutta la storia diquesta immagine della “Veronica”,come
sia arrivata a Roma, e come siada lì stata trafugata, e come sia
giuntaa questo sconosciuto Manoppello inmezzo alle montagne
abruzzesi.Dovrei ripubblicare l’articolo e aggiun-gere varie
indicazioni, dopo approfon-dimenti, nuove riflessioni storiche e
con-siderazioni degli studiosi pertinenti. Ebbene, con don Cleto e
alcuni amici, piùche per curiosità, ma per un fatto stranoche lega
saldamente il “Volto Santo” diManoppello a Poschiavo abbiamo
“presosotto le ruote” i ben cinquecento chilome-tri da Cesenatico e
ritorno (luogo dellevacanze primaverili) fino in questo ango-lo
dimenticato degli Abruzzi, incollato suipendii fra il Gran Sasso
d’Italia e laMaiella, terra di eremi e di grande spiri-tualità
(Celestino V, il papa che abdicò, alsecolo Pietro del Morrone,
veniva da que-ste montagne).E veniamo al sodo. Un anno fa,
tramiteil catechista e redattore attuale Alberto,arriva a Poschiavo
la richiesta di unaricerca negli archivi parrocchiali su uncerto
“Padre Antonio da Poschiavo”.Motivo: Nel 1714, quando il “Sacro
Vol-to” era stato tolto dalla custodia, per esse-re restaurato,
l’immagine del Volto santo,nel momento dell’allontanamento dai
due
vetri, che lo rinchiudevano, era scompar-so. Grande perplessità,
“strimizi” direm-mo in poschiavino (sgomento). L’alloraPadre priore
scrisse una “relatione” e lafirmò di proprio pugno: “del miracolo
fat-to dal volto s. in tempo della Guardaniadel Padre Antonio (si
sa: Costa) daPoschiavo. 1714”.Con l’acribia dei certosini, don
Cleto epoi io sottoscritto, siamo andati negliarchivi parrocchiali
alla ricerca di questopadre Antonio Costa. Figuravano nelLibro dei
Battesimi cinque maschi“Costa”, nati nell’anno di indicazione1671,
un Giacomo (con sorella gemella),un Francesco, un Lorenzo
(Laurentius), unGiacomo Benedetto e un Antonio. Ecco, abbiamo
pensato, con l’Antoniosiamo a posto, ma non avevamo conside-rato
che i cappuccini con la loro profes-sione religiosa cambiano il
nome. Quel-l’Antonio voleva essere nientemeno chel’autentico
progenitore (poverino) dell’au-tore di questo articolo (forse l’avo
Antoniofarà le capriole nella tomba per esserestato disturbato),
però mi ha regalato unperfetto albero genealogico che mi ripor-ta
agli anni del 1500. Ma di Padre Anto-nio Costa, allora – direbbe lo
scrittoreIgnazio Silone – “che fare”. E ho incominciato a sfogliare
i libri daisette sigilli dell’Archivio parrocchiale(pessima
calligrafia, sigle di abbreviazio-ne, “latinorum” direbbe il Renzo
manzo-niano, ecc.). Dopo il Libro dei Battesimi
Reportage da Poschiavo
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ho sfogliato il Libro delle Cresime, il Librodei matrimoni e
infine il Libro dei morti diquei lontani anni. Ed ecco alcuni
risultatiindicativi: Giacomo primo, morto a quat-tro mesi,
Francesco, morto subito dopo lanascita. Rimaneva “Laurentius”.
Direte“ormai ci siamo”. E invece no. Abbiamoil nome e, addirittura,
tutto il casato, dicui ho potuto ricostruire la discendenzada prima
del 1594, anno d’inizio delleregistrazioni dei battesimi in
parrocchia,secondo i decreti del Concilio di Trento,ma le
registrazioni si chiudono con la
morte dei genitori e con la generazionedi Lorenzo e dei suoi
fratelli; le donnenegli alberi genealogici non “hannovoce in
capitolo”, si pèrdono… E torniamo al diario. In un’ospitalità
fran-cescana, fatta di semplicità, cordialità efraternità, con don
Cleto e gli amici,abbiamo incontrato padre Domenico,padre Carmine e
altri membri della comu-nità, (devo dire, non si sapeva chi
era“capo” e chi era fratello: bravo San Fran-cesco!) e poi c’era il
Prof. Bini con consor-te e alla fine arrivò la figura “mitica”
diSuor Blandina, che ci ha regalato una“descrizione – visione” del
panno di Ovie-do (Spagna, sul cammino di Santiago diCompostela), ma
questo è un capitolo tut-to ancora da capire, “analizzare” e
davedere. Sono più frastornato io, implicatoin prima persona, che
voi semplici lettori,che forse vi domandate, se quel
vecchioredattore – ora che sta arrivando ai settan-t’anni di età –
stia dando giustamente inumeri. Verità, ve lo confesso, dopo
tante
Reportage da Poschiavo
Benedetto de CostijsGiacomo di Benedetto ca 1600(sposato con
Margherita figlia di LaurentiusGervasi)Giovanni figlio di Giacomo
figlio diBenedetto 29 ottobre1634(sposato in prime nozze con
Caterinadi Bernardo Abaqua)morto a 60 anni il 19 aprile
1694assistito (Confessione, Comunione e EstremaUnzione da parte del
Rev. D. Jacobus Anto-nius Costa, substitutus S. Bernardi,
Prada)Laurentius 18 febbraio 1671 (con due fratelli Bernardo 1665,
morto dopo8 giorni, e 1667 di nuovo un Bernardo)morte della mamma
Caterina Laqua 1675,Lorenzo aveva 4 anni, nuove nozze delpadre 1676
con Margherita figlia di Anto-nio Isepponi morta a 40 anni il 1°
Giugno1692.Figli di secondo letto: Giacomo 1677, Marghe-rita 1680,
Margherita 1682, Caterina 1686.
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letture, ricerche e cose ancora da fare, melo sto domandando
anch’io. I matti nonsono tutti al manicomio!Se il nuovo redattore
Alberto mi regalerà,ad occasione, una pagina del suo giàripieno
Bollettino parrocchiale per ulterio-ri schiarimenti su una ricerca
che ha ilcarattere di un “thriller” gli sono assairiconoscente,
altrimenti chiudiamo qui unincontro che, spero, sia stato felice,
illu-strativo e informativo. La storia è maestra,ma anche
“fantasiosa e fantastica”. Fan-
tasiosa, poiché mai tutto sappiamo e civogliono visioni per
capire i retroscenadegli eventi e, fantastica, perché noi
tutti,coinvolti nel devolversi del tempo, ci risco-priamo sempre
uomini, necessari di fanta-sia, per dare senso positivo agli
incognitidel giorno successivo. E ricordiamolo, lastoria è
ricchissima di proposte e di rispo-ste. Chi non guarda indietro –
imparando– e non guarda avanti – sperando – è unramo secco.
Reportage da Poschiavo
“Caro Antonio Bini,Grazie di tutti gli incarti arrivati. Grazie
per le Sue parole. Mi ha fatto piacere ilSuo apprezzamento del mio
articolo di fondo, che era diretto alla nostra gentesemplice di
Poschiavo. L’ “Amico” entra in quasi tutte le famiglie.… Paul
Badde” mi ha lasciato vivere momenti emozionanti di cose che già
inparte conoscevo, ma facendomi entrare per una porticina nascosta,
che èquella di un cuore che batte per la causa, capace di
comunicare il suo entu-siasmo anche al lettore.Tornando al nostro
“Volto”: le sensazioni davanti a quel viso così enigmaticoe
intraducibile, che come anche Paul Badde citava, non tutti dicono
bello, e,devo confessarlo, anch’io mi immaginavo più dolce, più
vicino, più immedia-to, e già l’avevo visto in fotografia, ho avuto
uno scossone interiore, ma c’era-no quegli occhi che dicono tutto.
E le farò una confidenza. Quando ancoraero verde seminarista, avevo
appeso vicino alla porta della mia camerettaun’immagine bizantina
di Gesù. E c’erano quegli occhi che mi guardavano inogni angolo
della mia camera. Erano tristi, quando ero triste, sereni quandoero
sereno, inquisitori e ugualmente buoni quando mi sentivo in colpa e
pec-catore. Davanti al “Volto Santo” ho avuto un analogo scossone,
ma qui leparole non possono ridire e ridare dei sentimenti che sono
giù, giù nell’intimodi chi “guarda”.
Don Guido Costa - Poschiavo, 15 giugno 2011
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Da qualche mese mi trovo pro-prio qui a Manoppello, nel
San-tuario del Santo Volto. Comesono venuto qui? Me lo doman-do
anche io, però inutilmente,perché ben sappiamo che nella vita dei
cri-stiani spesso capitano cose inspiegabili ea volte ancora più
misteriose sono le vie deireligiosi. Credendo però che nulla
succedeche Dio non voglia e che lo Spirito Santo
agisce nella nostra storia, penso che purecon questa mia
presenza qui, si compie lavolontà di Colui che mi ha chiamato.
Eguardando dall’alto la mia vita vedo inessa le diverse città, i
diversi paesi, dove miha mandato, per farmi venire alla fine qui,a
Manoppello, dove si trova il suo Volto,forse per avermi molto
vicino, sotto il suosguardo! Guarda il volto del tuo consacra-to
(Sal. 83).
IL VOLTO DI GESÙCHE EDUCA
P. CESLAO GEDACZ
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Dentro di me nasce spontanea la doman-da: Che cosa vuoi da me
Signore facen-domi girare così tanto per condurmi allafine qui,
davanti a Te sofferente e risorto?Forse è la stessa domanda che
spessoaccompagna tutti i pellegrini che instan-cabilmente vengono
qui nel Santuario delSanto Volto. Spesso li osservo: a volte
lofanno in fretta, per diversi motivi, si direb-be che vengono per
rassicurarsi che ilSignore stia loro vicino, che li guardi e
liascolti, o perché vogliono sentire su diloro il Suo sguardo, per
togliersi i dubbi oessere persuasi che nel loro cammino nonsono
soli. Quando osservo i pellegriniche si mettono davanti al Suo
Volto misembra di sentire: - Signore sei Tu!? Sei molto generoso
conme facendomi vedere il Tuo Volto! Sonovenuto a vedere come Tu mi
guardi, comeTu mi vedi! Oppure: - guardami Signore! Io sono conte e
ti amo! Un pellegrino dice: “… trovo nell’espres-sione di questo
volto la risposta a tutte ledomande al riguardo della essenza
del-la mia umanità e della mia sorte dopo lamorte.”(1)E se ne
vanno, perché il loro pellegrinag-gio non è ancora finito o forse è
appenainiziato. Ci sono anche quelli che si ferma-no e rimangono
ore e ore, alcuni anche
intere giornate, desiderosi di riscoprire nelSuo Volto il peso
di amara sofferenza sal-vifica per accorgersi che questa muta
nel-la dolcezza della risurrezione! E a volte,questa Sua
trasformazione – TRASFIGU-RAZIONE – li cambia! E dopo
questaesperienza, con gli occhi ancora madidiper le lacrime di
gioia versate, tornanonelle loro case, città e paesi per
comunica-re a tutti che Gesù è vivo e ci ama tanto.Quando vedo
tutto ciò, mi rendo contoche Gesù è veramente lo stesso ieri, oggie
sempre e che il Suo Sguardo e Volto diEducatore è vivo non soltanto
nei Vangelio nei Sacramenti, ma anche in questaVeronica. Perché lo
sguardo e il volto di EDUCATORE? Etimologicamente la parola
Educa-zioneviene dal latino e-ducere che significa let-teralmente
condurre fuori, quindi liberare,far venire alla luce qualcosa che è
nasco-sto. Si intende il processo attraverso ilquale l’individuo
riceve e impara. E que-sto succede da quando mi trovo qui.
Io,sento, il suo sguardo che mi segue sem-pre, e ogni volta quando
i nostri sguardisi incrociano mi fa capire che non soltan-to è con
me, ma che si fa carico con amo-re e premura costante di me,
affinchésboccino in me, nella libertà, tutte le miepotenzialità.
Lui mi fa capire che è preoc-cupato per la formazione del mio
intellet-
Il Volto di Gesù che educa
(1) Z. Treppa, Fotografia z Manoppello, Twarz
Zmartwychwstajacego Mesjasza, WDR Wloclawek, 2009, p. 83.
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to, della mia volontà, della mia capacitàdi amare per
raggiungere fedelmente lameta delle decisioni ammesse con Lui.Sì,
quel Volto mi parla, mi insegna, mieduca, mi da esempio di una vita
vissutae viva nella pienezza dello Spirito Santo.So che lo stesso
Spirito, la Sua dinamica,raggiunge anche il mio cuore e mi
formainteriormente, aiutandomi ad autoeducar-mi per poi poter
educare gli altri.Sono convinto che molti tra quelli che ven-gono a
vedere il Suo volto, vogliono trova-re in Gesù il loro infallibile
Maestro di vita,vogliono la certezza della Sua e della lorovita. E
trovano nel suo volto la viva com-passione e tenerezza e una
risposta alleloro domande e alle loro necessità, perchéLui
risponde, ogni volta quando manifestal’amore compassionevole del
Padre.Quando vogliamo condividere le coseimportanti della nostra
vita con un altro,quando vogliamo parlarci, cerchiamo diguardarci
negli occhi – a volte anche gri-diamo – guardami negli occhi!
quandopretendiamo la verità. Così, se la primaazione di Gesù è
l’insegnamento, perchésa di essere anzitutto il Maestro che
deveindicare la via della vita autentica(2), noiascoltandolo
giustamente desideriamovedere il suo Volto e i suoi occhi.
Questapossibilità l’abbiamo a Manoppello,guardando la sua Foto, che
veramente
sconvolge e moltiplica il richiamo a coo-perare per edificare un
mondo nuovo.Quel volto di Gesù mi ricorda ancora unaltro Volto, il
volto di Maria sua Madre enostra Madre, similmente ferito
dallenostre colpe. E anche Lei è la nostra edu-catrice, Madre del
silenzio, Donna pre-murosa, Madre dolorosa, Maria, Amantedella
vita. A Lei chiedo o forse, meglio,chiediamo:Maria, donaci la
passione che ci educa acogliere il mistero dell’altro …perché il
nostro agire …scaturisca da Cristo, unico Maestro.
Il Volto di Gesù che educa
(2) CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, Orientamenti
pastorali dell'Episcopato italiano per il decennio
2010-2020,Paoline 2010, p. 32 (18).
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Un rilevante flusso di pellegriniproveniente in particolare
dallaPolonia ha visitato il Santuariodel Volto Santo di Manoppello
neigiorni immediatamente precedentie seguenti all’evento
dellabeatificazione di Giovanni Paolo II,avvenuto a Roma lo scorso
primomaggio. Sono stimati in oltre 150i pullman, oltre a furgonie
macchine private che nei giorniimmediatamente precedentie
successivi il primo maggio hannoraggiunto Manoppello.Mentre si
scrive il flussonon è ancora esaurito.
Si tratta di gruppi prevalente-mente polacchi, ma nonmancano gli
italiani che indirezione nord e sud hannoinserito Manoppello nel
loroitinerario. Le migliaia di fedeli polacchi sono statiaccolti
dai cappuccini che per l’intenso
afflusso di persone – che in alcunimomenti ha creato anche code
all’in-gresso della chiesa - hanno lasciatoaperta la Basilica per
l’intera giornata.Superlavoro per P. Ceslao, il cappuccino
EFFETTO WOJTYLAAL VOLTO SANTO: OLTRE 150 PULLMAN
PROF. ANTONIO BINI
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polacco da qualche mese assegnato alSantuario proprio per
accogliere e assi-stere spiritualmente i tanti pellegrini
chegiungono dalla terra di Papa GiovanniPaolo II. Il giovane
cappuccino è statoimpegnato senza pause, dalla mattinaalla sera,
per spiegare le caratteristichee la storia del Volto Santo e per
rispon-dere alle domande, soprattutto da partedi tanti giovani
convenuti a Manoppello,molti di questi visibilmente entusiasti
eindifferenti alla stanchezza per il lungoviaggio. L’espressione
dei loro visi face-va ripensare al forte messaggio del
Effetto Wojtyla
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Papa polacco: “Non abbiate paura.Aprite, anzi, spalancate le
porte a Cri-sto”, che in tanti ritengono di poterincontrare proprio
nel santuario abruz-zese. Già normalmente vi sono organiz-zazioni
polacche che propongono pelle-grinaggi in Italia con sole due
destina-zioni: Roma (S.Pietro, tomba GiovanniPaolo II) e Volto
Santo di Manoppello. Numerosi anche religiosi,
sacerdoti,seminaristi e suore. In chiesa si sonoripetute scene di
devozione profonda,con molti pellegrini in preghiera inginocchio
davanti al Volto Santo. Qua-si tutti i pullman portavano grandi
foto
di Giovanni Paolo II.Manoppello negli ultimi anni è diventa-to
molto conosciuto in Polonia. Occorrericordare che i più diffusi
racconti sullastoria del Volto Santo, curati da PaulBadde e Saverio
Gaeta sono stati daqualche anno pubblicati anche in Polo-nia,
dall’editore Polwen. Il libro di Bad-de è divenuto un bestseller in
quel pae-se, nel quale sono stati editi anche testipiù
specialistici, tra cui non mancanoquelli scritti da polacchi. Tra
questi,quello del prof. Treppa, docente diSemeiotica delle Immagini
dell’Universi-tà di Danzica.
Effetto Wojtyla
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L’inaugurazione della mostra del VoltoSanto a Lucca è stata
precedutada un convegno che si è tenutoil 4 marzo 2011 presso
l’AuditoriumAgorà – ex Convento dei Serviti.L’incontro è stato
introdottoda Umberto Palagi, studioso del VoltoSanto di Lucca, che
ha ricordatoi principali riferimenti storici sulcrocifisso
custodito nella cattedrale diSan Martino, non senza collegamential
volto dell’uomo della Sindonee al Velo di Manoppello.A
seguirel’intervento di Giuseppe Giannelliche ha sviluppato una
interessantericognizione sulle copie del telosindonico realizzate
nei secoli scorsi,soffermandosi in particolare sul teloesposto
nella mostra provenienteda una chiesa locale.
Oggi nel telo – espostonella mostra - non siintravede alcuna
trac-cia di immagine, masolo la scritta che nedichiara
l’autenticità della copia.P. Carmine Cucinelli, rettore del
San-tuario di Manoppello ha ringraziato laDiocesi e il Comune di
Modena, ed inparticolare l’assessore alla culturaMoreno Bruni
presente nell’Audito-rium, per l’attenzione rivolta al VoltoSanto,
che si è concretizzata con l’invi-
L’IMMAGINE DI CRISTODALLA SINDONE AL VOLTO SANTO
RIFLESSIONI SU CONVEGNO DI LUCCA
PROF. ANTONIO BINI [email protected]
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to al convegno e con l’opportunità diesporre materiale
illustrativo nellamostra allestita presso l’Oratorio diSan
Giuseppe, attiguo al Museo dellaCattedrale. P. Carmine ha
sottolineato come i Voltidi Cristo di cui si discute sono
moltodiversi tra loro, quello di Lucca è uncrocifisso, mentre
quello di Manoppel-lo è costituito da una immagine impres-sa su un
telo finissimo, che presentacaratteristiche uniche.Ha fatto seguito
il mio intervento in cuiho sviluppato le tappe più importantiche
negli ultimi anni hanno segnato lastraordinaria diffusione della
reliquia inItalia e nel mondo.Intervenendo prima del prof.
Heinrich
Pfeiffer, pioniere degli studi sul VoltoSanto di Manoppello, non
potevo sot-trarmi nel fare qualche cenno alla soli-tudine che ha
caratterizzato la primafase di ricerca, con ipotesi che
hannotrovato inizialmente lo scetticismo senon anche l’avversione
di teologi, stori-ci e autorità ecclesiastiche. Un atteg-giamento
che inizialmente non mancòdi sorprendermi in negativo, ma di cuiin
seguito compresi i motivi.P. Pfeiffer, docente di storia dell’arte
cri-stiana presso l’Università Gregorianadi Roma, una autorità
scientifica nel set-tore riconosciuta in ambito internazio-nale,
aveva sostenuto che nel Velo diManoppello dovesse ritenersi
identifi-
L’immagine di Cristo dalla Sindone al Volto Santo
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cabile la Veronica (vera-ikon), la piùimportante reliquia della
cristianità eriferimento fondamentale – fino al cin-quecento - per
tanti artisti che in ognitempo hanno rappresentato e interpre-tato
il Volto di Cristo.Il giornalista e scrittore Paul Badde nel2005 ha
descritto nel suo libro laconoscenza dello studioso tedesco,quando
scattò in lui il crescente inte-resse verso la storia del Volto
Santo diManoppello:“…quel professore mi diceva che almondo c’era
una immagine ancor piùsignificativa della Sindone. Solo unpazzo
poteva sostenere una cosa simi-le, e come tale mi era stato
indicatopadre Pfeiffer”. Badde, autore di libri sul Volto
diManoppello oggi pubblicati in tedesco,polacco, francese,
olandese, italiano einglese, ha avuto il merito di infrangereuna
sorta di muro di silenzio rispetto adun atteggiamento di
preclusione, senon anche di ostilità, assunto senzanemmeno
conoscere la reliquia o verifi-care minimamente le ricerche
eseguite.Un atteggiamento che talvolta ha ingiu-stamente coinvolto
gli stessi cappuccinidel santuario abruzzese. Lo scorso anno è
stato Saverio Gaeta nel-la prefazione del suo libro “L’enigma
delVolto di Gesù: l’avventurosa storia dellaSindone segreta” (ed.
Rizzoli, 2010) ariflettere su questa particolare situazione:
“Sembrava una sfida di un Davide con-tro il Golia dell’esercito
dei sindonologi,che trascurano di interrogarsi sul velo
diManoppello, perché disturba le apparen-temente consolidate
acquisizioni attornoai teli funerari di Gesù”.“Sembrava”, scrive
giustamente al pas-sato Gaeta. Infatti negli ultimi diecianni il
quadro degli studiosi e dellericerche si è improvvisamente
allargatoe quanto affermato da padre Pfeiffernegli anni scorsi
costituisce la base fat-ta propria da parte di studiosi che sisono
finalmente interessati senza pre-giudizi a procedere ulteriormente
nella
L’immagine di Cristo dalla Sindone al Volto Santo
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ricerca sul Volto Santo. La visita di Papa Benedetto XVI
aManoppello lo scorso primo settembre2006, l’immediata elevazione a
Basilicadel Santuario e la preghiera con cui lostesso Papa ha
voluto scrivere per ricor-dare la sua visita a distanza di un
anno,rappresentano ulteriori conferme dellafondatezza delle
coraggiose ipotesi di P.Pfeiffer, ora sostenute da altri
studiosi,che stanno allargando il campo dellericerche anche in
ambito scientifico.Una visita storica – quella del Papa –che
risulta essere stata contrastata finoall’ultimo, per gli impliciti
riflessi che
avrebbe determinato, ad iniziare dalsostegno indiretto alla tesi
che la Veroni-ca non è più custodita in San Pietro, cir-costanza
mai ammessa dal Vaticano.Ho spiegato come a mio parere solocon il
Grande Giubileo del 2000 el’inizio del terzo millennio – che ha
sot-tratto al silenzio il Volto Santo diManoppello - siano stati
superati itimori con cui gli stessi cappuccini han-no per secoli
custodito con devozionee preoccupazione la reliquia, anche
inrelazione all’osservanza dei decreti diUrbano VIII, di cui si fa
ancora menzio-ne nel 1966, in occasione del libropubblicato da P.
Antonio da Serramo-nacesca, allora Ministro Provincialedei
cappuccini.Ha concluso l’incontro – moderato daAnna Maria
Bertolucci – il prof. Pfeif-fer, che ha ripreso criticamente
alcu-ni atteggiamenti di parte della Chie-sa, i quali rivelano
scarsa fede e unalimitata attenzione al patrimonio arti-stico e
culturale della storia cristiana.Ha ribadito che le reliquie
vengonoprima delle opere d’arte.Si è poi soffermato sul Volto Santo
di Lucca.Come in genere nel Medioevo le reli-quie sono il modello
per l’opera d’arte,si deve vedere il rapporto tra il crocefis-so
lucchese e lo stile di Antelami inmodo esattamente opposto;
Antelamiha imitato lo stile del suo patrono dimestiere Nicodemo, in
quanto si è pen-
L’immagine di Cristo dalla Sindone al Volto Santo
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sato che Nicodemo fosse stato lo scul-tore del Volto
Santo.Secondo Pfeiffer il crocefisso, che pro-viene secondo la
tradizione da Beirut,”è l’unica scultura siriana giunta anoi, e può
essere databile al sestosecolo dopo Cristo. La leggenda
del-l’autore Nicodemo – e questo è soloun sospetto - fu inventata
per salvarladalla distruzione da parte degli ico-noclasti musulmani
o bizantini.”In ogni caso, la cappa dei capelli conla riga in mezzo
ha la sua parallelanei due medaglioni della croce di Giu-stino II
dell’anno 574 ca. nel tesoro diSan Pietro in Vaticano. In proposito
hacitato il proprio saggio, scritto insiemea Werner Bulst, Das
Turiner Grabtuchund das Christusbild II Das echte Chri-stusbild,
pubblicato in Germania il1991.Questi medaglioni derivano dalle
dueimmagini reliquie, il Mandylion (oggila Sindone di Torino) e
l’immagine diCamulia (oggi il Volto Santo diManoppello). Il Volto
allungato e labarba lunga a due punte e gli occhidel crocefisso di
Lucca derivano dalMandylion. Sono una lettura interpre-tativa delle
macchie visibili sulla Sin-done, e leggibili per l’occhio umanoin
una distanza almeno di un metrocinquanta, come un volto umano
mae-stoso. I Capelli attorcigliati, tradisco-no come il loro
modello, quelli del Vol-
to Santo di Manoppello.Tutti e due i modelli erano visibili e
stu-diabili insieme solo sin dalla secondametà del sesto secolo,
uno prima dellasua traslazione a Costantinopoli nelpiccolo paese
Camulia o Camuliananella Cappadocia, e l’altro sin dal 544ca. ad
Edessa, una ottantina di chilo-metri distante dal sunnominato luogo
inCappadocia. Particolare interesse ha suscitato daparte del
qualificato e attento pubbli-co presente l’ipotesi – sostenuta
dallostorico dell’arte - di retrodatazione alsesto secolo del
crocifisso di Lucca. L’incontro si è concluso con l’aperturadella
mostra nel vicino ex oratorio diSan Giuseppe, in cui sono esposti
pan-nelli che illustrano la storia e le carat-teristiche del Volto
Santo di Manoppel-lo e una gigantografia dell’immaginein
plexiglass, visibile da entrambi i lati.Nell’occasione è stata
realizzata unastruttura – ideata da sr. BlandinaPaschalis Schlomer
- con le immaginimobili della Sindone e del Volto Santo– impresse
su vetri, che permette alvisitatore di poter constatare
personal-mente la sovrapponibilità dei due volti.Fanno parte della
mostra delle testimo-nianze provenienti da sepolture tra Luc-ca e
la Valdera, tra cui antiche meda-glie ritrovate durante gli
scavi.
L’immagine di Cristo dalla Sindone al Volto Santo
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27
Da qualche anno giungono ognigiorno dell’anno al
Santuariopellegrini e visitatori da tutto il mondo,mentre le
solenni festività della terzadomenica di maggio rimangonoancora
prevalentemente ancorate alladevozione abruzzese, nel solco di
unatradizione secolare di culto evenerazione del Volto Santo.
Un fenomeno di fede – comu-ne a molti antichi santuari ita-liani
– è ancora rappresenta-to dalle compagnie di pelle-grini, in
passatomolto più diffuso, chesopravvive ai tempi, ancheadattandosi
alle comoditàofferte dalla società con-temporanea. Piace
sottolineare come il15 maggio scorso, dopo 25
anni di interruzione del pellegrinaggio apiedi, un gruppo di
giovani provenientedalla contrada Santa Giusta di Lancianoha
ripreso l’antica tradizione di parteci-pare alla processione del
Volto Santo nel-la terza domenica di maggio, con in testal’insegna
del Volto Santo portato conentusiasmo da Filippo Valentini, il
qualeci ha tenuto a mostrarmi come dietro larappresentazione
iconografica della reli-quia fosse indicato l’anno 1934. Tra di
loro diverse giovani coppie coni propri bambini, che si
dispongono
LA PROCESSIONE DI MAGGIOE LA DEVOZIONE POPOLARE
LE COMPAGNIE DI PELLEGRINI
PROF. ANTONIO BINI
Compagnia di Vacri
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sul sagrato della Basilica al terminedella messa, preparandosi
gioiosa-mente alla processione.Come consuetudine, infatti, le
compa-gnie di pellegrini provenienti dai paesisi collocano in testa
alla processione.
Padre Filippo da Tussio nelle sue“Memorie storiche del Volto
Santo”(1875) descrive efficacemente la festa dimaggio “alla quale
concorrevan nume-rose popolazioni non solo dal paese cir-convicino,
ma anche da luoghi lontani”,sottolineando come il paese
accogliesse“le molte e numerose compagnie di pel-legrini
provenienti da lontani paesi, daivespri del venerdì sino al mattino
didomenica. È un continuo arrivar di Pelle-grini, ed un continuo
accoglimento cheloro si fa da manoppellesi e quindi tribu-tare
insieme i loro omaggi al V.S. “. Latestimonianza di P. Filippo ci
descriveuna grande comunità allargata e solida-le, capace di unirsi
con fede nella comu-ne devozione al Volto Santo.Fino agli anni
sessanta, molti pellegrinitrovavano ospitalità in case e stalle
delpaese, mentre altri preferivano addor-
La Processione di maggio
Compagnia diC.da S. Giusta, Lanciano
A sinistra, Raffaele Sablone
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mentarsi sul nudo pavimento del santua-rio, come in altri
santuari, praticandol’antico rito della “incubazione” (incuba-tio),
cui la devozione popolare attribuivaeffetti penitenziali (cfr. V.
Cianfarani,Culture Adriatiche antiche d’Abruzzo eMolise, 1978, p.
109),Ma torniamo alle compagnie presentialla processione del 15
maggio 2011.La compagnia di Vacri, in provincia diChieti – che
comprende persone di tut-te le età – è sempre stata presente ai
ritidi maggio, senza soluzioni di continui-tà nel tempo. La
comunità è precedutada tre ragazzine con l’abito bianco del-la
prima comunione. Quella al centroporta l’insegna della compagnia.
Fino agli anni sessanta la comunità rag-giungeva Manoppello a piedi
– raccon-ta Raffaele Sablone (78 anni) - seguen-do un itinerario
che prevedeva l’attraver-
samento di vari paesi tra cui Semivicoli,Fara Filiorum Petri,
Roccamontepiano eSerramonacesca, spesso tagliando per isentieri
collinari, sui quali convergevanoanche altre compagnie pure dirette
aManoppello. Da ragazzo Raffaele aveva partecipatoper anni al
pellegrinaggio, poi da giova-ne la ricerca di un lavoro lo ha
portatocome tanti altri ad emigrare lontano; quin-di il ritorno in
paese, con il desiderio diriprendere gli antichi percorsi della
fededella propria comunità, trasmettendo aipiù giovani i valori
acquisiti nel tempo.Oggi la Compagnia raggiunge con ilpullman
Manoppello, ma durante il per-corso per il Santuario vengono
ancorariproposti i canti e le preghiere che untempo
contrassegnavano il pellegrinag-gio a piedi. Tali canti sono stati
recente-mente raccolti in un opuscolo realizzatoa cura del
“Comitato di Vacri per il Vol-
La Processione di maggio
Compagnia diCarpineto della Nora
-
30
to Santo”, che opera nell’ambito delleattività della Parrocchia
di San Biagio diVacri. Una pubblicazione veramenteapprezzabile,
espressione di una devo-zione profonda e lontana nel tempo,divenuta
parte integrante della culturadella comunità vacrese.In passato, la
compagnia rimaneva aManoppello anche il lunedì – come
altrecompagnie – partecipando alla processio-ne che riportava il
Volto Santo nel Santua-rio. Dal libro dei canti riportiamo
alcuniversi dialettali del canto dei pellegrini“O santissimo Volto
Santo” all’atto del-
la partenza all’uscita del Santuario:
O santissimo Volto Santo Mo’ nu ce n’arieme,dacci la santa
benedizionepe’ putercene ariturnà
O santissimo Volto SantoMo’ nu ce n’arieme,se n’ già revedeme
quà c’iarevedema all’eternità
Un’altra compagnia – quasi esclusiva-mente rappresentata da
donne – provie-ne da Carpineto della Nora, in provin-cia di
Pescara, con in testa lo stendardoche durante l’anno è custodito
nella chie-sa parrocchiale.Anche i componenti più anziani nonhanno
saputo indicare a quale anno operiodo risale il tradizionale
pellegri-naggio a Manoppello delle rispettivecomunità, ma tutti
concordano che sitratta di forme di devozione tramanda-ta di
generazione in generazione, conorigini lontane nel tempo, rispetto
allequali si pongono in continuità.Il Bollettino intende
sottolineare il signifi-cativo valore umano e spirituale di que-ste
comunità in cammino nel secolareculto del Volto Santo, sollecitando
quan-ti posseggono testimonianze documenta-li e fotografiche a
segnalarle al Santua-rio, anche per posta elettronica
all’indi-rizzo [email protected].
La Processione di maggio
Opuscolo “Canti” della Compagnia di Vacri
-
31
"Una cosa ho chiesto al Signore, questasola io cerco: abitare
nella casa delSignore tutti i giorni della mia vita, pergustare la
dolcezza del Signore edammirare il suo santuario".
Questo brano, tratto dalSalmo 27 (26), rendeperfettamente l'idea
dicosa sia o possa diventa-re per grazia, Lourdes,nella vita di un
uomo. Ed è proprio que-sto sentirsi nella casa del Signore, la
for-te sensazione che si avverte arrivando aLourdes... È lì che il
Volto Santo di Gesù,si trasfigura nel Volto di Maria SS.ma,sua
Madre... Nello sguardo di questaMadre, noi ritroviamo lo sguardo
buo-no, compassionevole e misericordioso diGesù: lo splendore della
Madre è primaancora lo splendore del Figlio, la tene-rezza della
Madre è prima ancora latenerezza del Figlio, la gloria dellaMadre è
da sempre e per sempre la glo-ria eterna del Figlio. A Lui, al
volere di
Dio Padre, Lei si offre pronunziando un"SI" che fa ancora eco
nel Terzo Millen-nio, un "SI" che contiene la storia diogni uomo e
di ogni donna, la storia diLourdes, la storia di una giovane
ragaz-za come Lei: Bernardette Soubirous.Dio, Padre di ogni uomo,
si rivela nelFiglio, in Gesù; Dio è svelato nella storiadei
"semplici", nella loro umiltà, nellaloro "pochezza"; Dio sceglie
Maria per
NELLO SGUARDODELLA MADRE
GIUSEPPE FRASCADORE
-
32
Gesù e Questi per Lei: Gesù e Maria, unsolo Volto d'Amore!Maria,
aiuto dei cristiani e rifugio deipeccatori, Maria, Madre immacolata
edegna d'amore, Maria, specchio diquella perfezione che è Gesù e
sede diquella Sapienza che è Gesù; Lei, fontedella nostra gioia,
Lei, Tabernacolo delVerbo fattosi Carne, Lei, salute
degliinfermi... Lourdes, il tabernacolo sceltoda Dio per
abbracciare il loro dolore, laloro sofferenza...Vogliamo perciò,
fare un Pellegrinaggiospeciale, sentiamo l'esigenza di inoltrar-ci
nel nostro cuore, per toccare conmano la nostra fede messa a
nudo;vogliamo vedere Gesù, il Suo Volto San-to negli occhi di Maria
Sua Madre,vogliamo noi, essere coloro i quali por-tano da
Manoppello a Lourdes, questosguardo di misericordia.Il punto
d'arrivo e di partenza, per lavita di ognuno di noi, per la
riscopertadi una fede rinnovata in Cristo, sia laGrotta di
Massabielle, la stessa dove lapiccola Bernardette vide e visse le
appa-rizioni di Maria SS.ma... E proprio rac-contando di una di
queste, la fanciulladisse: "... Mi guardava come una perso-na...".
Non era solo Maria a guardarlacome una persona: Lei, la Madre, si
erafatta portatrice umile dello sguardo, delVolto di
Gesù...Convertiamoci ed alziamo lo sguardoall'Amore infinito che
Dio ha per noi;
convertiamo i nostri cuori e rivolgiamola nostra incessante
preghiera al SuoVolto Santo, al Volto Santo di Gesù attra-verso lo
sguardo, gli occhi di Maria SuaMadre, Madre nostra e Madre
dellaChiesa.Ora, iniziamo il nostro Pellegrinaggio,mettendo da
parte le cose futili, leincomprensioni, le offese ricevute,
l'egoi-smo, l'indifferenza...Camminiamo insieme e insieme
percor-riamo la strada, il sentiero che conduceal Suo santuario,
per poter contemplare,con lo stupore del cuore di un bambino,il
Volto Santo di Gesù e Maria e farlotrasparire sul volto di ogni
uomo per ren-derlo uomo nuovo, l'uomo che solo inDio ha il suo
bene, la sua forza, la suapace!Maria SS.ma, Vergine Immacolata
diLourdes, attraverso i tuoi occhi, fa cheognuno di noi, coadiuvato
dalla tuamaterna dolcezza, riesca a contemplareil Volto Santo di
Gesù: Volto irradiato dal-la luce dello Spirito, Volto trafitto dal
dolo-re della Croce, Volto glorioso della Mise-ricordia Divina ed
infinita, Volto compa-gno e sollievo di ogni sofferenza...Irrora,
Vergine Santa, con l'acqua del-la Tua sorgente, ogni nostro giorno
edogni nostro passo, ogni nostro pensieroe disseta con la stessa,
la nostra sete diTe e del Tuo Divin Figlio Gesù!Il Suo Volto Santo,
Madre, è il Tuo Vol-to Santo. Così Sia.
Nello sguardo della Madre
-
MOSTRASUL VOLTO SANT
Oa LOURDES
Il Santuario del Volt
o Santo annuncia l’allestimento
della mostra dal titolo “L’IMAGE D
U CHRIST À
TRAVERS LE VISAGE DE LA VIER
GE” (L’immagi-
ne di Cristo attraverso il volto della Ve
rgine”) che si
terrà a Lourdes
dall’1 SETTEMBRE AL 2 OTTOB
RE 2011, presso
la sala espositiva del famoso Santuar
io mariano.
Si tratta di un evento straordinario
che viene a concre-
tizzare la proposta che il vescovo d
ella diocesi di Tar-
bes-Lourdes, mons. Philippe Perrier,
avanzò dopo aver
visitato il Santuario del Volto Santo
di Manoppello, nel-
l’aprile 2010. In quell’occasione,
mons. Perrie –
accompagnato dall’arcivescovo dell
a diocesi di Chieti-
Vasto Bruno Forte - sostenne di "av
er visto nel sofferto
Volto di Manoppello le sofferenze d
ella Madonna di
Lourdes”.La mostra conster
à di una serie di pannelli plurilingu
e
che illustreranno la storia e il signif
icato del Volto San-
to, il confronto con la principale ico
nografia del Volto
di Cristo nell’arte e con la Sindone
e testimonianze sul-
la visita di Papa Benedetto XVI.
Una parte importante della esposizio
ne riguarderà la cor-
relazione tra il Volto Santo e il Volto d
ella Madonna nelle
varie espressioni di devozione e di fe
de che accomunano
Lourdes e Manoppello, malati, soffere
nti e pellegrini.
Durante il periodo di apertura della
mostra sono previ-
sti incontri, convegni e proiezioni d
i filmati.
-
34
Suora Francescana AlcantarinaMARIA LEONILDEDI SAN PIETRO
D’ALCANTARAal secolo Maria Luigia CaravellaCerignola (FG)
5.9.1874Manoppello (PE) 27.10.1958
Nell’ottobre 2008, in occasio-ne del 50° Anniversario
delTransito di Suor Maria Leo-nilde Caravella, la Comuni-tà delle
Suore FrancescaneAlcantarine di Manoppello ne ricordava laFigura
esemplare di Educatrice e l’intensaspiritualità vissuta nella
profonda devozio-ne al Volto Santo di Gesù e ne raccoglievanotizie
per avviare un processo di beatifi-cazione. Oggi noi, seppur con
ritardo,vogliamo far conoscere ai lettori del perio-dico un fulgido
esempio di vita francesca-na, immagine vivente di umiltà, di
obbe-dienza e di povertà e amore immenso alVolto Santo. Si
ringrazia il Centro Studi eRicerche “Torre Alemanna” di
Cerignolanei signori Matteo Stuppiello e SalvatoreDelvecchio che
nel 2010, dopo decenni di
ricerche, hanno pubblicato un libro su SuorLeonilde dal quale
noi abbiamo attinto lamaggior parte delle informazioni. Nasce a
Cerignola nel 1874 da Giusep-pe Caravella e Maria Felicia
Compier-chio. A soli 12 anni (1886) lascia la suafamiglia per
entrare nella Comunità del-
LA SUORA CHE PARLAVACON IL VOLTO SANTO
FABRIZIO TRICCA
-
35
le Suore Terziarie Francescane Alcanta-rine a Salopaca (BN)
indirizzata dalparroco del suo paese, don CristoforoIntino, che,
conoscendo a fondo i senti-menti della giovane, la segue nel
suopercorso e ne indirizza la vocazione.Dopo diversi anni di
cammino spiritualedove aveva fatte sue le rigide RegoleFrancescane
ci fu il momento della“Vestizione” che si svolse a Castellam-mare
di Stabia (NA). Maria Luigia ave-va compiuto i 18 anni. L’anno
successi-vo (1893) la ragazza passa nella Casadi Tocco da Casauria
(PE) con la mansio-ne di “Aiutante asilo” e qui nel 1895emette i
Voti semplici. Rimase in questoasilo fino al 1899 quando fu
trasferitanella Casa Madre di Castellammare diStabia. Nel 1903
torna a Tocco daCasauria dove si realizza il momentopiù bello della
sua vita, la “Professionedei voti Perpetui”.Nel 1915 la vita
spirituale di Suor Leonil-de è profondamente segnata. Viene
orga-nizzato un pellegrinaggio al Santuario delVolto Santo di
Manoppello di un gruppo diconsorelle, provenienti da Tocco da
Casau-ria (Suor Leonilde in quel periodo risiedevaa S. Antonio
Abate, la “Salette” Napoli);appena giunte in Santuario tutte si
prostra-rono in ginocchio davanti all’icona. SuorLeonilde, disse
dopo alla Superiora, che leinon vedeva niente, né persone, né il
viavai della gente, vedeva solo il Volto Santoe si sentiva tutta
presa da quel Volto. Quel-
lo che avvenne tra Cristo e l’anima del-l’umile suora non si
seppe mai, una cosa ècerta (lo hanno narrato le consorelle
chestavano con lei) che rimase senza muover-si, estatica davanti
allo sguardo di Cristoper ore intere, e solo per ubbidienza
impo-stale dalla Superiora si alzò dalla balau-stra per andare a
consumare la frugalecolazione. Appena finito di mangiare,
colpermesso della Superiora, ritornò di nuovoin chiesa e poiché
l’urna del Volto Santoera chiusa, pregò gentilmente un frate
chel’aprisse. Di nuovo si mise in contemplazio-ne, mentre le altre
erano in giro per la col-lina a respirare un po’ di aria salubre.
Alleconsorelle che le chiesero cosa avesse det-to per un giorno
intero genuflessa lì davan-ti, rispose: “Ho chiesto al Volto Santo
cheè mio desiderio che noi Alcantarine espli-cassimo la nostra
missione in questo pae-se, terra benedetta e protetta dal
Suosguardo amoroso, e che io stessa potessiesercitare la mia
missione sotto il Suosguardo”. Alcune suore risero, altre
nondiedero peso a ciò che la suora aveva det-to. Ma il Volto
Benedetto di Cristo appog-giò i desideri di suor Leonilde. Dopo
pocotempo a Manoppello arrivarono tre suoreAlcantarine per prestare
il loro serviziopresso un asilo. Era il 16 gennaio 1916.Le tre
suore erano: Suor Leonilde Caravel-la, Suor Maria Di Donato, Suor
Guglielmi-na Cozzolino (prima Superiora dellaComunità). L’asilo era
nell’ex Conventodelle Suore Clarisse. Nei quaranta anni di
La Suora che parlava con il Volto Santo
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36
permanenza nella Casa di Manoppello,Suor Leonilde diventa, per
tutta la comuni-tà monastica, un fulgido esempio di
vitafrancescana, immagine vivente di umiltà,di obbedienza e di
povertà, come volevala Regola, dettata da S. Francesco d’Assi-si e
praticata da S. Pietro d’Alcantara. La cella di Suor Leonilde era
poveramen-te arredata, come una cella francescana,dove oltre il
letto c’era una sedia di legnocon fondo in paglia, coperto da un
cusci-no con fodere molto rattoppate e consu-mate, un lavamani in
ferro, un comodinoche fungeva anche da inginocchiatoio euna cassa
in legno dove veniva riposta lapoca biancheria che aveva. La cosa
piùcara era una tela del Volto Santo e un’im-magine della Madonna
di Pompei cheservivano alla suora per le sue assiduepreghiere.
L’incondizionata adesione diSuor Leonilde alla regola
francescanadella povertà si manifestava, anche, inun rapporto
distaccato con il cibo, cheassumeva solo per necessità e semprecon
frugalità, pronta a rinunciarvi a favo-re degli altri.Era una suora
molto svelta e dinamica; ave-va una salute ferrea, non stava mai
ferma.Tutti i giorni si recava al Santuario a piediper andare a
trovare “il Volto Santo”davanti al quale si struggeva d’amore.
Unavolta un sacerdote disse a Suor Leonilde:“Tu non devi stare
attaccata così al VoltoSanto. Quella è un’immagine”. RisposeSuor
Leonilde: “Che stai a dire? La bestem-
mia”. “No (riprende il sacerdote), tu devistare attaccata a Gesù
Sacramentato nonal Volto Santo”. Suor Leonilde andò su tuttele
furie, non ci vide più: “se lo hai detto oranon lo dire più! Esci
fuori! Quello è il VoltoSanto la sopra: è vivo e vero; tu non
seineanche degno di stare in questo conven-to!” Il frate andò via
in silenzio. Era PadreFedele, Guardiano del convento del VoltoSanto
di Manoppello. Forse non si eranocapiti. P. Fedele Forte da Vasto
che, tra l’al-tro fu uno dei primi ad allestire dei localiper
ospitare i pellegrini, voleva far com-prendere che l’insigne e
straordinaria reli-quia del Volto Santo può essere oggetto
divenerazione e non di adorazione. Solol’Eucarestia, fonte e
culmine di tutta la vitacristiana (Lumen gentium 11), porta la
pre-senza viva di Gesù in mezzo a noi “finchéegli venga” (1 Cor
11,26).La sua era una preghiera intima, nell’esta-tica
contemplazione di Dio, del Volto San-to, della Madonna, a favore di
quanti sirivolgevano a Lei sicuri in una parola diconforto e
fiduciosi nella Sua intercessioneper le tante sofferenze della
vita.Negli ultimi anni della sua vita dovetteaffrontare una
sofferenza atroce. Mai siudì da lei un lamento: non vedeva,
nonsentiva quasi più, non poteva comunicarecon le consorelle e con
i devoti che nonmancavano di visitarla. Tutti riconoscevanoin
quest’accettazione della sofferenza isegni di una santità. Morì a
Manoppello il 27 ottobre 1958.
La Suora che parlava con il Volto Santo
-
37
Nei giorni dall’ 11 al 13 maggionella città di Nicola Kopernik a
Torunin Polonia ha avuto luogo laConferenza Interdisciplinare:
leimmagini Acheiropoietos. Una verificae un aggiornamento della
ricerca sugliobiettivi: immagini non fatte dallemani umane,
chiamate dal greco:acheiropoietos.
L a Conferenza è stata organizzatadalla Facoltà Teologica
dell’Univer-sità di Torun; dalla Facoltà BelleArti dell’Università
di NicolaKopernik di Torun e dall’IstitutoFilosofico, Sociologico
dei Giornalistidell’Università di Danzica, sotto la guidadella
commissione scientifica di: dott.Hab. don Dariusz Kotecki, prof.
UMK(Università di Nikola Kopernik); dr hab.Zbigniew Treppa, prof.
UG (Università diDanzica); prof. dr hab. Jan S. Jaworski,UW
(Università di Varsavia); prof. Avino-am Danin, UEG (Università
Ebraica diGerusalemme).
I titoli delle conferenze offrono una pano-ramica completa di
ciò che è stato tratta-to nel convegno. Si è dato grande
impor-tanza all’immagine (della icona) nellavita dell’uomo e del
suo valore religioso,nella ottica di diverse discipline
scientifi-che. Ovviamente tutto si focalizzava attor-no alle
immagini chiamate acheiropoie-tos e tra queste con una speciale
atten-zione si parlava della Sindone di Torino,del Santo Volto di
Manoppello e dellaMadonna di Guadalupe. A me (e credo anche ai
nostri lettori) inte-ressava o interessa sapere qualcosa di piùal
riguardo del Santo Volto e della sua reli-quia famigliare la
Sindone di Torino. Inogni presentazione si poteva trovare qual-cosa
di interessante al riguardo, però io milimiterò a segnalarne
soltanto alcune.E cosi per esempio il dr. Jan S.
Jaworskiscientificamente ha dimostrato che le strut-ture chimiche
del lino (la Sindone) o di bis-so marino (il Volto Santo) e le
immagini cheesse contengono sono misteriose. Cosa èdiverso o cosa
può essere diverso nelle
CONVEGNO SUL VOLTO SANTOTORUN - POLONIA
P. CESLAO GADACZ
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38
strutture chimiche dei tessuti di acheiropoie-tos, quali sono le
loro caratteristiche ecome straordinariamente sono state
appro-fittate le naturali capacità dei tessuti nelincidere in esse
queste salde immagini.Una novità è stata presentata dalla
dr.Karolina Treppa che ha fatto una provadella verifica degli
oggetti chiamati achei-ropoietos, perché molti di essi sono
consi-derati come tali per i motivi di una conven-zione non invece
mediante una verifica oun esame. La nostra relatrice ci ha
presen-tato i tre criteri di tale verifica: 1. Teologico- biblico;
2. Naturale – tecnico; 3. Fotogra-fico – storico – tradizionale e
poi ha dimo-strato che indubbiamente la Sindone diTorino e anche il
Velo di Manoppello pos-siamo individuare come gli oggetti
achei-ropoietos: non fatti dalle mani umane.Gli organizzatori di
questa conferenzanon si sono preoccupati soltanto della par-
te scientifica di questo incontro, ma hannodato anche l’
opportunità per gli incontripersonali dei partecipanti durante i
pasticomunitari, per poter scambiare idee, tec-niche di
collaborazione, o semplicementeper esprimere la gioia dello studio
delmedesimo oggetto. Tra questi una cenasolenne veramente
spettacolare, ricca digustosi piatti tipici polacchi e
accompa-gnata e conclusa con un concerto di musi-ca classica
offerto da giovani universitari.Concludendo bisogna dire cha la
confe-renza non ha dato tutte le risposte alledomande preoccupanti
però ha risvegliatodi nuovo l’interesse di continuare la ricercadi
questi o su questi oggetti chiamati achei-ropoietos; ha
approfondito la conoscenzadi essi; ha smascherato alcune
convinzionifalse di questo tema e ha tracciato nuovepiste della
ricerca che verranno verificateprossimamente nel 2013 a
Danzica.
Convegno a Torun (Polonia)
Dr. Karolina Treppa - Torùn Prof. Jan S. Jaworsky - Torùn
-
39
Per molti era padre Domenicodel Volto Santo ed era
conosciutoanche da devoti di lingua tedesca
Circa 200 persone provenientida varie parti d’Italia eanche
dall’estero si sonoincontrati a Manoppello inoccasione 106°
anniversariodella nascita di Padre Domenico da Cese,per confermare
le testimonianze rese inpassato di fatti straordinari riferibili
allavita del cappuccino, aderendo al deside-rio di P. Eugenio Di
Giamberardino, vicepostulatore. P. Domenico – il cui vero nome era
EmidioPetracca – era nato a Cese, frazione delcomune di Avezzano
(pr. dell’Aquila) il 27marzo 1905 – da anni faceva parte
dellacomunità dei frati del santuario del VoltoSanto di Manoppello,
quando si recòcome pellegrino a Torino per visitare laSindone,
durante l’ostensione straordina-ria del 1978. Dopo la visita al
Duomo fuinvestito da un auto riportando gravi feri-
te. Ricoverato in ospedale cessò di vivereil 17 settembre 1978.
Secondo alcunetestimonianze avrebbe previsto la suamorte affermando
nelle ultime ore di vitache “Questo sacrificio è per la Sindone
diTorino e per il Volto Santo di Manoppel-lo”. Pare che le
preoccupazioni per la Sin-done fossero allora legate alle ipotesi
che
INCONTRO DI DEVOTIPER AVVIARE L’ISTRUTTORIA DIOCESANA
PER RICONOSCERE LE VIRTÙ EROICHEDI PADRE DOMENICO DA CESE
PROF. ANTONIO BINI
-
40
ne mettevano in discussione l’autenticità,considerato che
proprio durante quel-l’ostensione partì il progetto STURP(Shroud of
Turin Research Project) che por-tò ai controversi risultati degli
esami radio-metrici al Carbonio 14. Dopo la celebrazione della
messa, presie-duta dal padre provinciale dei cappucciniper
l’Abruzzo P. Carmine Ranieri, il vice-postulatore P. Eugenio Di
Giamberardinoha invitato a consegnare le testimonianzescritte o
l’impegno a fornirle. Particolar-mente emozionato fr. Vincenzo
d’Elpidio,che per anni ha tenuto tenacemente i con-tatti con tanti
affezionati devoti di p.Domenico in Italia e all’estero.Tra i tanti
presenti Caterina, nipote dipadre Domenico da Cese, P. Pietro
diGuglielmo, che si recò a Torino per assi-stere il cappuccino
morente, e sr. BlandinaPaschalis Scloemer, che per
coincidenzasingolare vive nelle vicinanze del Santua-rio in via
Cese, ossia nella strada dedica-ta al paese di origine di P.
Domenico. Eraa Manoppello anche Paul Badde, che nelsuo libro “The
Face of God”, edito in seilingue, dedica un capitolo a P. Domenicoe
alla sua vita parallela a quella di P. Pioda Pietrelcina,
ricordando l’episodio sin-golare della bilocazione di P. Pio in
pre-ghiera davanti al Volto Santo all’alba del-l’ultimo giorno
della sua vita terrena. Lostesso Badde ha espresso l’intenzione
discrivere un libro sulla straordinaria vita delfrate che come P.
Pio ebbe le stimmate in
alcuni periodi della sua vita.Significativa la presenza di sr.
Mariadiscepola del Volto Santo, proveniente daRuvo di Puglia
(provincia di Bari), in conti-nuità con le vicende umane e
religiose disr. Amelia di Rella, che nell’anno 1970 fumiracolata da
P. Domenico, quandodavanti al Santuario si alzò in piedi
ripren-dendo a camminare normalmente dopoessere stata sin dall’età
di dieci annicostretta sulla sedia a rotelle. Il miracolo occorso
alla giovane – che poidecise di prendere i voti – è di
dominiopubblico e sono migliaia le persone cheannualmente da Ruvo
di Puglia e dalle cit-tà vicine si recano in pellegrinaggio al
Vol-to Santo. Fu lo stesso P. Domenico adinaugurare e benedire
(1977) l’altarededicato al Volto Santo nell’antica catte-drale
pugliese.Il cappuccino fu un instancabile divulgato-
Incontro di devoti
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41
re del Volto Santo di Manoppello. Alla suatenacia si deve la
mostra allestita dal San-tuario a Pescara nel settembre 1977,
incoincidenza con il Congresso Eucaristiconazionale, che culminò
con l’arrivo diPapa Paolo VI. La mostra – esclusa dai programmi
ufficia-li - fu casualmente visitata da un giornali-sta che
raccontò di questa singolareimmagine su un periodico cattolico
svizze-ro di lingua tedesca, creando i presuppo-sti per una nuova
fase di conoscenza delVolto Santo oltre i confini regionali
enazionali. Infatti il periodico finì nellemani dell’iconografa sr.
Blandina Pasha-lisc Schloemer, che notò somiglianze conil volto
della Sindone, inviando le sue pri-me valutazioni al prof. Werner
Bulst, mas-simo studioso tedesco di sindonologia ilquale coinvolse
nelle ricerche P. HeinrichPfeiffer, il quale dedicò anni di
ricercheall’immagine di Manoppello, i cui esitiportarono, insieme
ad altri studi, alla“riscoperta” del Volto Santo e al
pellegri-naggio di Benedetto XVI.Per tanti devoti padre Domenico
era giàsanto in vita, per le sue straordinarie capa-cità di ascolto
e di leggere nell’animo di tan-te persone sofferenti che a lui si
rivolgevanoquotidianamente con speranza e che invita-va a pregare
sempre il “Volto Santo dinostro Signore Gesù Cristo”, come
scriveanche nella lettera allegata diretta ad unasignora, che è
soltanto una delle migliaiache ha scritto con infinita pazienza
alle tan-
te persone sofferenti che si rivolgevano a luidall’Italia e
dall’estero per ottenere unaparola di sollievo e di speranza.
Proprio perché la sua vita appare inscindi-bile dal Volto Santo,
diverse persone sonotornate ad esprimere il desiderio che i
restimortali di P. Domenico siano tumulati nelcimitero attiguo al
Santuario, accanto adaltri frati, per consentire ai tanti devoti
chegiungono a Manoppello di pregare anchesulla sua tomba.
L’incontro si è chiuso nella diffusa speran-za che l’atteso
processo di beatificazionedi P. Domenico possa finalmente avere
ini-zio, superando ritardi e rinvii.Tra i suoi devoti non mancavano
tedeschi,austriaci e svizzeri dai quali P. Domenicoriceveva molte
lettere. Per rispondere sem-pre alle persone sofferenti che si
rivolgeva-no a lui con speranza si avvaleva della col-laborazione
come traduttrice della sig.raVerena Zach, che viveva a pochi
chilometrida Pescara. Dopo la morte di P. Domenicola sig.ra Zach
sarebbe tornata in Svizzera.
Si invita quanti desiderano fornirela propria testimonianzasul
venerato cappuccino a inviarla,insieme ad eventuali lettereo
documenti, a:
P. EUGENIO DI GIAMBERARDINOConvento cappucciniVia
Incoronata66053 Vasto (CH).
Incontro di devoti
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Notizie in breve
NUOVO LIBRO PUBBLICATO IN POLONIA
Oblicze - Il Volto è il titolo del nuovo libro polacco,
pubbli-cato a conclusione dell’Anno Sacerdotale, che
contieneun’ampia rassegna di dipinti e tavole di Maria
Bienkowska-Kopczynska, ispirati al Volto Santo di Manoppello. Con
unaricca introduzione, in polacco ed in italiano, spiega la
bellezza del donodi poter stare a contemplare il vero Volto di
Gesù.
RAYMOND FROST A MANOPPELLO
L o studioso di San Francisco che ha da tempo realiz-zato un
documentato blog interamente dedicato alVolto Santo –
holyfaceofmanoppello.blog – ha segui-to le processioni del 15 e 16
maggio 2011. L’occa-sione è stata utile per incontrare e scambiare
le proprieriflessioni con Paul Badde, p. Pfeiffer, sr. Blandina e
la comunità dei cappuccini, che lohanno ringraziato per
l’importante opera di divulgazione del Volto Santo negli StatiUniti
e nei paesi di lingua anglosassone.
DER MANOPPELLO – CODE (Il codice di Manoppello)Sottotitolo:
“Note di un giurista - Davvero una storia incredibile”.
Il giurista scrittore si chiama Mark van den Hovel ed ha
pubblica-to questo libro alla fine dello scorso anno. Facendo
riferimentoall’ampia bibliografia sul Volto Santo finora edita, a
documentatie reportage televisivi, ne ha tratto le conseguenze dal
punto divista suo personale, parlando del velo “codificato”, della
pia leggen-da della “vera icona”, del Volto Santo alla luce della
scienza, la visi-ta del Papa al Santuario di Manoppello, le
indagini sul bisso, il con-fronto con la Sindone di Torino, il
Volto Santo nella letteratura, leassociazioni ecc. Molte sono le
testimonianze delle svariate visite
che lui personalmente ha effettuate alla Basilica del Volto
Santo.
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43
Notizie in breve
LA VERONICA RITROVATASTORIA DEL VOLTO SANTO A FUMETTI
La Veronica ritrovata è il titolo di unnuovissimo libro sul
Volto Santo afumetti, che sta andando in stampa inquesti giorni. Un
libro diverso daglialtri poiché per comunicare si avvale
dellinguaggio delle immagini. Il Rettore delSantuario già da alcuni
anni aveva pensa-to ad una storia del Volto Santo a
fumetti,raccontata in modo facile, tale da esserecapita anche dai
bambini, ma l’ha potutavedere realizzata soltanto quest’anno. Sisa,
per una simile opera occorrono tanteaccortezze: comporre un testo
in forma didialogo, intrecciare una trama, consultarei documenti e
rispettarne il contenuto, ricer-care un disegnatore o una scuola di
dise-gno adatta (come infine è accaduto indivi-duandola in quella
di Pescara), ecc. L’idea si è concretizzata quando due
giovanipolacchi, grazie alla lettura dei libri di PaulBadde e di
Saverio Gaeta, hanno deciso dicoronare il loro sogno d’amore,
celebrando ilmatrimonio qui al Volto Santo.Sono essi, infatti, che
nel libro raccontano lastoria della Sacra Immagine, intrecciata
conla loro storia, e si confidano l’un l’altro ciò chehanno capito
del significato della Reliquia.Ora, grazie a questo originale
libro, bam-bini e adulti, scorrendo una lunga serie distrisce di
disegni con i balloon, possonoconoscere, divertendosi, la storia ed
ilsignificato del Volto Santo.
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Notizie in breve
RESTAURATA LA CAPPELLA DEL MONASTERODI S. CHIARA A
MANOPPELLO
Fate di questo piccolo tempio un luogo di meditazio-ne e
preghiera, così come lo è stato per secoli. Lacalorosa
raccomandazione è stata pronunciata dal-l'arcivescovo Bruno Forte
durante la cerimonia diriapertura della chiesa dell'Annunziata,
chiusa dopo ilterremoto del 1984. Presente anche il prefetto
VincenzoD'Antuono, che si è interessato personalmente a far
otte-nere il finanziamento necessario al ripristino dell'
agibili-tà del luogo di culto. Berardino D'Eramo è stato
l'architet-to, scomparso da poche settimane, che ha progettato
ediretto i lavori. In questa piccola chiesa veniva collocatoil
Volto Santo e vegliato la notte dai fedeli, quando, durante le
feste popolari di mag-gio, dalla sua sede abituale veniva portato
alla chiesa parrocchiale di san Nicola diBari. Il parroco don
Nicolino Santilli utilizzerà questa chiesa ogni venerdi per
l’adora-zione con il Santissimo Sacramento.
TENDAGGIO NUOVO PER IL RELIQUIARIO
Uu suggerimento dipersone devote ecompetenti in artesacra, è
stato allesti-to un nuovo tendaggio neltempietto che ospita il
VoltoSanto, di colore bordeaux,ad imitazione di quello che aRoma
addobba la stanzadov’è custodita la Veronica.Stesso tendaggio si
trova intanti altri espositori di reli-quie. Sembra che dia un
tonopiù caldo ai colori e favorisca il raccoglimento.
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Notizie in breve
PAPA BENEDETTO XVI - PENSIERI SUL VOLTO SANTOLIBRERIA EDITRICE
VATICANA
In questo volume - dice Lucio Coco nella presentazione del-la
serie dei Pensieri di papa Benedetto XVI - si raccolgonoalcune
riflessioni del Santo Padre sul Volto di Cristo, su GesùVolto di
Dio, sul Volto della Passione e sul riflesso che questoVolto
produce sulle nostre esistenze, sulle nostre scelte perchéla nostra
immagine possa conformarsi sempre più a quei divi-ni lineamenti e
così possa approfondirsi e prendere sempre piùforma il nostro
essere cristiani.Più volte egli riprende l’invito del salmista a
“ricercare sempre ilsuo volto” (cfr. SI 104,4) e il commento di
sant’Agostino che sot-tolinea che questa ricerca è inesauribile e
si prolunga nell’eter-nità: più entriamo infatti nello splendore di
questo volto «piùgrandi saranno le scoperte, più bello sarà andare
avanti e sapere che la ricerca nonha fine e che perciò il trovare è
senza fine e quindi è eternità - la gioia di cercare einsieme di
trovare» (Discorso, 21.8.05)”. In questo libro viene riportato
anche il discorso che Sua Santità pronunciò il giorno del-la sua
visita a Manoppello il 1° settembre del 2006.
CONFERENZE SUL VOLTO SANTO ALL’ESTERO
Ad opera di Suor Petra Maria, si sono svolte alcune giornate di
informa-zione sulla storia e sul significato del Volto Santo in
varie città della Germa-nia e in Olanda. Le persone che hanno
partecipato agli incontri, hanno avu-to il desiderio di vedere il
Volto San-to e molti sono venuti a visitare il Santuario.
Leprincipali città: Kolping (Bremerhaven), Werl(Dortmund),
Parrocchia St. Matthäus Alfter(Bonn), Piccolo Seminario dei
Legionari ChristiBad Münstereifel (Bonn), Parrocchia St.
MariaRegina in Niederhausen (Frankfurt), Wür-zburg, Istituto "Ida's
koffiekamer" Amsterdam,Olanda.
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Notizie in breve
PUBBLICATI GLI ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALEDI FRASCATI
Acura dell'ENEA sono stati pubblicati gli atti delconvegno
internazionale sulle principali immagi-ni acheropite (Sindone,
Tilma di Guadalupe eVolto Santo di Manoppello) tenutosi presso
ilCentro di Ricerche dello stesso ente a Frascati, dal 4 al 6maggio
2010 e coordinato dal prof. Paolo Di Lazzaro. Siè trattato del
primo confronto scientifico internazionale -diverso dal contesto
strettamente legato al mondo religioso - nel cui ambito si è
discusso delVolto Santo, che ha visto impegnati scienziati, accanto
a storici e ricercatori provenienti varipaesi, tra cui Stati Uniti,
Francia, Austria, Canada, Danimarca, Germania, Messico, Israe-le,
Francia, Polonia, Spagna, Italia. Tra questi non sono mancati
quelli che hanno poi rag-giunto il Santuario per conoscere
direttamente il Volto Santo. Le tesi emerse nel convegnosono
destinate a favorire ulteriori studi e ad allargare la cerchia dei
ricercatori che si occu-pano di queste straordinarie immagini. Per
chi è interessato agli atti del convegno si consi-glia di
consultare il sito www.acheiropoietos.info
LIBRO DI LUISA GASBARRI
Vedere il vero Volto di Cristo è il titolo di un interessante
paragrafo del librodi Luisa Gasbarri “101 cose da fare in Abruzzo
almeno una volta nella vita”, ed.NewtonCompton, Roma. La giovane
scrittrice descrive in modo intenso e perso-nale l'incontro con il
Volto Santo: “quello sguardo all'improvviso vi suggerisce cheforse
i veli da rimuovere sono in voi. Veli fatti di noia, d'ipocrisia,
di presunzione. Inavver-titi e cruciali”. Appena un frammento per
evidenziare l'invito ad una conoscenza menosuperficiale del Volto
Santo e della stessa regione.
IL VOLTO SANTOA SERVIZIO DELLA SALVEZZA
Questo è il titolo di un opuscolo si 44 pagine curato da P.
Win-fried M Werner e pubblicato a Regensburg all'inizio del2011.
Nel testo si spiegano anche le ragioni dell'aperturadi una casa -
quella delle Ancelle del Santissimo Sangue - aManoppello, in
contrada Vallone, n. 13. Il sito www.sanguedicristo.eupresenta
testi in italiano, tedesco e polacco.
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Notizie in breve
CONCERTO DI NATALE DEL CORO DI SAN ANDREA
Diretto da P. Fiore Paglione, conl’aiuto all’organo di Stefania
DiGiuseppe e di Emiliano Giannetti,ha tenuto nella Basilica del
VoltoSanto, subito dopo Natale, un concerto dimusica polifonica il
coro parrocchiale diSant’Andrea di Pescara. E’ stato costituitonel
1974 dal preesistente coro parrocchia-le già impegnato da anni
nella animazio-ne liturgica della chiesa di S. Andrea. Allostudio
della polifonia sacra e profana affianca presto l’attenzione verso
le tradizioni popo-lari della propria regione, diventando così una
delle più affermate e complete espressio-ni della coralità
abruzzese. Una intensa attività concertistica lo ha portato a
parteciparealle maggiori rassegne nazionali ed internazionali,
senza peraltro trascurare una capilla-re opera di diffusione della
polifonia di ogni tempo nel territorio della regione.
CONCERTO DELL’EPIFANIA
Dopo il lusinghiero successo di pubblico e di critica dello
scorso anno, voluta dalPresidente del Consiglio Provinciale di
Pescara Giorgio De Luca e organizzata daAssunta Olivieri, si è
tenuta la seconda edizione del Concerto dell’Epifania nellaBasilica
del Volto Santo di Manoppello. C’è stata la partecipazione del
“Coro SanFrancesco e Santa Chiara a Montughi” di Firenze. Tra gli
interpreti sono la soprano Cate-rina Maria di Tindari, il basso
Luciano Graziosi (tra l’altro nativo di Manoppello), Al pianoMonica
Anglani, al flauto Michele Matteoli, direttore è Enrico Rotoli. Ha
presentato il con-
certo Silvano Console. E’ stato eseguitoun ricco programma di
brani per soli eper coro che hanno spaziano dal ‘600ai giorni
nostri e di diverse tradizionimusicali: inglese, francese, tedesca
enaturalmente italiana con Bellini, Verdi eMascagni. Dunque musica
colta, operi-stica, e musica più popolare, legata allefestività del
Natale.
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DVD IN LINGUA FIAMMINGA