IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DI GIOLITTI L’Italia all’inizio del XX sec.: • Clima di maggiore libertà e democrazia • Incremento della popolazione • Ammodernamento delle infrastrutture e dei servizi • Sviluppo tecnologico (rotativa, lynotipe, telegrafo e telefono) • Diminuzione dell’analfabetismo • Estensione del diritto di voto ↓ sviluppo dell’informazione di massa e affermazione su larga scala del moderno quotidiano
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IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DI GIOLITTI
L’Italia all’inizio del XX sec.: • Clima di maggiore libertà e democrazia• Incremento della popolazione• Ammodernamento delle infrastrutture e dei servizi• Sviluppo tecnologico (rotativa, lynotipe, telegrafo e telefono)• Diminuzione dell’analfabetismo • Estensione del diritto di voto ↓ sviluppo dell’informazione di massa e affermazione su
larga scala del moderno quotidiano
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DI GIOLITTI
L’italia all’inizio del XX sec.:
Il giornale come impresa aziendale:
- primi esempi di alleanze tra mondo
dell’informazione e mondo dell’industria e dell’agricoltura
↓
Ansaldo e «Secolo XIX»
- la formula «omnibus»
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DI GIOLITTI
Nonostante i progressi nello sviluppo di un
giornalismo imprenditoriale, il giornalismo italiano
non perde la sua connotazione più spiccatamente politica:
- il giornale informa e forma l’opinione pubblica- Il giornale e la sua dipendenza dal potere politico- Giolitti e i giornali
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DIGIOLITTI
«Il Corriere della Sera» di Luigi Albertini
nel 1920 raggiunge le 600 mila copie di tiratura
- Sul modello del «Times» di Londra, Informazione autorevole e affidabile con la prima pagina dedicata
alla politica Linea politico-editoriale:
- conservatrice, Destra storica cavouriana avversa a Giolitti
Impostazione grafica:- composta e austera
- poche fotografie
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DI GIOLITTI
«Il Corriere della Sera» di Luigi Albertini:
Articoli e servizi:
- ricchi di notizie
- scoop giornalistici
- linguaggio sobrio e titoli mai gridati
- redattori qualificati e ben retribuiti
Supplementi e periodici illustrati:- La «Domenica» e «Il Corriere dei Piccoli»
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DI GIOLITTI
«Il Corriere della Sera» di Luigi Albertini:
• nuove tecnologie • accordi di collaborazione con le principali testate estere• collaboratori qualificati e ben retribuiti (scrittori, letterati ,
commentatori, corrispondenti ed inviati)
– Luigi Barzini, il maestro dei reportage– protagonisti della pagina culturale(Verga,Pirandello,
D’Annunzio, Grazia Deledda, Luigi Capuana, Federico de Roberto, Ugo Ojetti e Ada Negri)
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DI GIOLITTI
I giornali e i gruppi finanziari
- «Il Corriere della Sera» e Pirelli, Crespi, De Angeli
- «Il Resto del Carlino» e gli zuccherieri emiliani:
- antisocialista e conservatore
- «Il Popolo d’Italia» e Edison, Ansaldo, Fiat e Parodi
- Mussolini e le posizioni interventiste
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DIGIOLITTI
A Torino la «Gazzetta Piemontese» si trasforma ne «La Stampa» di Alfredo Frassati
- cronaca locale - servizi dall’estero - collaboratori qualificati: Luigi Einaudi e Mario Bassi - linea riformatrice e liberale - successo nel ceto produttivo e imprenditoriale del nord - accordi con quotidiani esteri
«La Stampa» diventa la nuova antagonista de «Il Corriere della Sera»
IL QUOTIDIANO NELL’ETÀ DIGIOLITTI
«Il Giornale d’Italia» di Alberto Bergamini
- taglio editoriale innovativo- gusto americanizzante - notizie più importanti in prima pagina- molte interviste- primo esemplare di “terza pagina”
GIOLITTI E LO SCHIERAMENTO DEI GIORNALI
• Giolitti: la ricerca del consenso di stampa e opinione pubblica
– riformismo e pragmatismo– continuità e stabilità
• manovre elettorali e pressioni politiche
GIOLITTI E LO SCHIERAMENTO DEI GIORNALI
1901-1903, Ministro degli Interni– limitati gli interventi sulla stampa
• «Il Secolo» - a Milano• «La Tribuna» - a Roma • «La Stampa» supera «La Gazzetta del Popolo»
– a Torino
GIOLITTI E LO SCHIERAMENTO DEI GIORNALI
- giornali avversi:«Il Corriere della Sera» di Albertini e
«Il Giornale d’Italia» di Bergamini
- defezioni dei fogli che lo sostengono:democratico-radicali e liberali conservatori
GIOLITTI E LO SCHIERAMENTO DEI GIORNALI
• La reazione di Giolitti:
- le sovvenzioni ai giornali tramite i fondi segreti del ministero dell’Interno
- la riorganizzazione Ufficio Stampa dell’Interno e le pressioni politiche
- 1906, interdetto il sequestro preventivo, ma la magistratura vigila sui reati a mezzo stampa
- ricerca di contributi da gruppi finanziari e industriali
GIOLITTI E LO SCHIERAMENTO DEI GIORNALI
I giornali e i potentati industriali:
l’editoria impura- «La Tribuna» e la Banca Commerciale, la Banca
d’Italia e industriali siderurgici e zuccherieri
- «Il Resto del Carlino» e l’Associazione agraria e l’industria zuccheriera
- «Il Secolo» e due uomini d’affari di indirizzo liberal-radicale
- meno spazio alla politica, più alla cronaca
LA GUERRA DI LIBIA
• Giolitti e l’espansionismo coloniale: la conquista della «quarta sponda»
• Il mito della “terra promessa”– Il Giornale d’Italia– Il Mattino – Il Secolo XIX– La Stampa e La Tribuna (i due fogli più vicini a Giolitti)– Il Messaggero – Il Giornale di Sicilia– Il Resto del Carlino– La Gazzetta di Venezia
LA GUERRA DI LIBIA La retorica sovrasta l’informazione
«Il Corriere della Sera»:- inviati in Tripolitania e Cirenaica
- Barzini, l’uomo del reportage
- la “terza pagina” di Gabriele D’Annunzio e le Canzoni d’Oltremare
«La Tribuna»:- Giovanni Pascoli e La grande proletaria si è mossa
• supplementi di giornali a colori:
Achille Beltrame
LA GUERRA DI LIBIA
La retorica
nel giudizio di Benedetto Croce:
“La letteratura di quel tempo,
quasi tutta generata dal D’Annunzio(…)
si riversava sulla stampa quotidiana, la quale, (...) entrò in un volontario delirio
dionisiaco…”
LA GUERRA DI LIBIA
A contrastare le spinte nazionalistiche e imperialistiche ci pensano i fogli socialisti
L’«Avanti!»:
- l’inviato in Libia Eugenio Guarino viene rimpatriato
- 1912, Benito Mussolini direttore del giornale; si arriva alle 60 mila copie di vendita
IL GIORNALISMO NELLA GRANDE GUERRA
Agli albori della grande guerra la stampa si divide in interventista e neutralista
giornali interventisti:- «Il Popolo d’Italia», fondato da Mussolini nel 1914, dopo
la sua uscita dal Partito Socialista
- Corriere della sera, Gazzetta del Popolo, Resto del Carlino, Giornale d’Italia, Il Messaggero, Il Roma
filone democratico dell’interventismo:- Il Secolo, Il Gazzettino, Il Lavoro
IL GIORNALISMO NELLA GRANDE GUERRA
giornali neutrali:La Stampa, La Tribuna, La Nazione- la stampa cattolica, sulle prime neutrale, diventa
successivamente interventista
la posizione de l’Avanti!»: “né aderire né sabotare” ,
IL GIORNALISMO NELLA GRANDE GUERRA
Gli interventi sulla stampa durante il conflitto:- il decreto reale della primavera del 1915:
il governo vieta la pubblicazione di argomenti militari
- il 24 maggio del 1915 l’Ufficio Stampa del Comando supremo adotta la censura militare
- molti giornali, come l’«Avanti!» vengono messi al bando
Solo nelle fasi più avanzate del conflitto ci si rende conto dell’importanza della stampa militare
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI La crisi del mercato editoriale italiano nel
dopoguerra e il ricorso ai finanziatori
- I siderurgici controllano ben 14 quotidiani.L’Ansaldo: «Il Secolo XIX», «Il Popolo d’Italia», «Il Messaggero»«Il Corriere mercantile»La Terni: «La Tribuna»
- Gli agrari controllano:«Il Resto del Carlino», «La Perseveranza» e altri quotidiani della provincia padana
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI Lo schieramento politico dei giornali
- schieramenti liberali
- avversione per il ritorno di Giolitti al governo
- nazionalisti
- seguaci di D’Annunzio
- seguaci di Mussolini
- stampa socialista e stampa comunista: la scissione di Livorno e la nascita del Partito Comunista
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI Tra il 1919 e il 1921 gruppi di arditi e di fascisti
assaltano e incendiano fabbriche e sedi di giornali
- Nel 1919 viene incendiata la sede de l’«Avanti!»
- In molte città del Centro e del Nord i “ras” fascisti
spadroneggiano
In questa fase la stampa liberale assume una connotazione filofascista:
«Il Corriere della Sera», «Il Giornale d’Italia», «Il Secolo»
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI- 28 ottobre 1922: i giornali fascisti intimano a quelli di
opposizione di non uscire
↓
Mussolini va al governo e la libertà di stampa è seriamente in pericolo
- 1923, riprendono gli atti di violenza contro i giornali di opposizione
- luglio 1923, un D.R. stabilisce che il gerente del giornale deve essere il direttore o uno dei maggiori redattori
- l’art. 2 del D.R. dà ai prefetti il potere di diffida del gerente
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI• Reazioni:- «Corriere della Sera» e «La Stampa»
- La Federazione della Stampa, guidata da Giuseppe
Meoni, ottiene la momentanea sospensione del D.R.
- nascita dell’ «Unità»
Il governo di Mussolini- nascita del Sindacato fascista dei giornalisti
- giornali oltranzisti sono «L’impero» e «Il Tevere»
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI
1924: CASO MATTEOTTI
fogli di sinistra
- chiedono dimissioni Mussolini
fogli liberali come il «Corriere della Sera» e «La Stampa»
- si avvicinano alla monarchia
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI
• reazione di Mussolini– il D.R. viene attuato e aggravato :
• i prefetti possono far sequestrare i giornali senza far precedere la diffida
• enorme reazione della stampa– a Roma 11 quotidiani danno vita al Comitato
per la difesa della libertà di stampa
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI
Il 3 gennaio 1925 Mussolini annuncia l’instaurazione della dittatura
I primi, immediati obiettivi di Mussolini:- l’ “annessione” del «Corriere della Sera» e de
«La Stampa»
- La conquista della Federazione della Stampa
IL RUOLO DEI GIORNALI NEL DOPOGUERRA E L’AVVENTO DI
MUSSOLINI- L’Ordine dei giornalisti:
L’iscrizione all’Albo e il certificato di “buona condotta”
Il direttore generale deve avere il riconoscimento delprocuratore generale presso le Corti d’Appello (art.7 delD.R., ora “legge fascistissima”) -come contropartita viene costituito INPGI
- 5 novembre 1925, il governo decreta lo scioglimento dei partiti di opposizione e la soppressione di tutti i giornali avversi al fascismo
- 21 novembre 1925, viene introdotta la pena di morte
IL FASCISMO E LA STAMPA
La “fascistizzazione” integrale della stampa
• autoritarismo e duttilità: la ricerca del consenso di stampa e opinione pubblica
- rapporto fiduciario con i direttori dei giornali- manovre indirizzate a non perdere il prestigio e la
diffusione che si sono garantiti i maggiori quotidiani - pretesa della fascistizzazione della sola parte politica - consolidamento e accrescimento dell’appoggio della
monarchia, della Chiesa, della classe militare e imprenditoriale
IL FASCISMO E LA STAMPA
• Gli interventi di Mussolini:Cambio dei direttori delle maggiori testate:- Il «Corriere della Sera», il nuovo direttore è Marffio Maffi,
ex collaboratore del suo Ufficio Stampa
- «La Stampa» e la Fiat
- «Il Messaggero», «La Tribuna», «Il Resto del Carlino» etc.
Ufficio Stampa unificato della Presidenza del Consiglio e dell’Interno:
- organo di sorveglianza e di direzione della stampa
IL FASCISMO E LA STAMPA
- L’Agenzia Stefani, sotto la guida di Manlio Morgagni
- 1927-28, irregimentazione “legale” dei giornalisti: per esercitare la professione bisogna essere iscritti all’Albo
La ricerca di Mussolini di una stampa moderna:- il giornale come foglio di intrattenimento, improntato
all’ottimismo e alla fiducia nell’avvenire- il numero del lunedì: lo sport- diversificazione dei contenuti (cinema, moda, teatro, cucina…)- stampa femminile: «Amica», «Annabella», «Grazia»- la “terza pagina” dei giornali
- il rinnovamento tecnico
IL FASCISMO E LA STAMPA
• Il ruolo delle “grandi firme”:
- la stampa deve essere una stampa militante
- la stampa e la guerra in Etiopia
• 1937, il ministero per la Stampa e la Propaganda
diventa ministero della Cultura popolare o Minculpop
• Il ruolo della radio, l’Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche)
IL FASCISMO E LA STAMPA
La stampa periodica:
- «Omnibus», edito da Rizzoli e diretto da Longanesi
- «Oggi» - «Tempo», diretto da Mondadori, con la collaborazione di
Montanelli e sul modello del «Life»
La stampa quotidina:- Il Minculpop dirige la campagna antisemita promossa dal
governo → 6 ottobre 1938, la persecuzione degli ebrei
IL FASCISMO E LA STAMPA
• Nelle prime fasi del conflitto: calo delle vendite• Dal 1942, ripresa delle vendite• Mussolini viene arrestato• Il governo Badoglio: un ambiguo interludio• I 600 giorni di Salò: Mussolini inneggia al fascismo
più intransigente
• La stampa del movimento di liberazione:- antifascisti, «L’Unità», «L’Italia Libera», l’«Avanti!»- partigiani, Brigate Garibaldi e Brigate «Giustizia e Libertà»
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
L’assetto da dare all’Italia liberata - il Pwb (Psychological Warfare Branch) e il controllo
dell’informazione
- i giornali di partito: fautori della repubblica, La Voce, Il Giornale e tutti i fogli usciti
dalla lotta clandestina come l’Avanti!, l’Unità, Il Popolo, L’Italia libera etc.
difensori di casa Savoia, La Gazzetta del Mezzogiorno stampa moderata nei toni politici, Il Tempo- si ricostituisce la FNSI, adozione dell’Albo fascista
- gennaio 1945, l’ANSA, Associazione Nazionale Stampa Associata
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
- La Radio e la concessione statale: l’Eiar (Ente Italiano
Audizioni Radiofoniche) e la Rai (Radio Audizioni Italia)- Direttori e redattori di giornali scelti dal Cln,
il Comitato di Liberazione Nazionale:
«Il Corriere della Sera», diretto da Mario Borsa
- fisionomia “generalista”
- pochi titoli e poche foto
- pastone
«La Stampa» e «La Gazzetta del Popolo» a Torino, espressioni del Cln
«Il Tempo» e il «Giornale del Mattino» a Roma
Tra I settimanali, «L’Europeo» e «Oggi»
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
- 1945-1946, l’epurazione della stampa:
processi, carcere,condanne a morte e amnistia di Togliatti
-1946, dal governo militare degli alleati a quello italiano
-primavera del ’46 competizioni elettorali amministrative
- 2 giugno del ’46 referendum repubblica-monarchia e elezione Assemblea Costituente
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
A favore della scelta repubblicana:«Nuovo Corriere della Sera», «Il Messaggero», «Il Giornale
dell’Emilia» e «Il Risorgimento» di Napoli- «La Stampa» si dichiara agnostica
La vittoria della repubblica
- Dc, primo partito dell’Assenblea- democristiani, socialisti e comunisti impegnati nell’elaborazione
della Costituzione
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
La Costituzione del 1948:- sequestro dei periodici con l’obbligo di convalida del
magistrato entro 24 ore
- i finanziamenti sulla stampa: «la legge può stabilire controlli»
- Il codice penale non riformato: considerati reati a mezzo
stampa istigazione all’evasione degli obblighi militari,
l’apologia sovversiva e antinazionale, il vilipendio delle
istituzioni e della religione di stato, l’attentato alla morale
familiare
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
Il panorama della stampa nella fase
post-repubblicana- Al Nord: competizione «Corriere»-«Stampa»
- Al Centro: «Il Messaggero» e «Il Tempo»
- Quotidiani interregionali e regionali: «Il Secolo XIX»,
il « Carlino» e «La Nazione»
- Fogli di partito: l’«Unità»
- Il successo dei settimanali: la stampa popolare
«L’Europeo», «Oggi», «Tempo» e «La Domenica del Corriere» sul modello del «Times», «New York Times» e «Le Mode»
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
Il consolidamento dell’editoria impura
Periodici:- 1953, «L’Europeo» viene acquistato dall’editore milanese
Angelo Rizzoli
- 1955, «L’Espresso» fondato da Benedetti (ex direttore dell’Europeo) con i capitali di Olivetti
- 1962, «Panorama» nato come mensile
Anni Settanta, competizione «L’Espresso»-«Panorama»
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
Il consolidamento dell’editoria impura
Quotidiani:• 1956, Il «Giorno» diretto da Gaetano Baldacci e finanziato
da Enrico Mattei, presidente dell’ Eni
- inserto quotidiano con pagina a fumetti
- broken column
- la prima pagina come grande sommario
- abolizione “terza pagina”
Metà Anni Settanta: il «Giorno» 250.000 copie, terzo dopo «Corriere» e «Stampa»
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
• L’avvento della televisione: conseguenze per la stampa
• Metà degli anni Sessanta: più di metà della stampa è
controllata da gruppi industriali
• La nascita della prime concentrazioni:
- 1966, il petroliere Attilio Monti acquista il «Resto del Carlino»
e «La Nazione» dall’industria di zuccheri Eridania
- 1973, la famiglia Agnelli, proprietaria della Fiat e de
«La stampa» entra insieme al petroliere Angelo Moratti nel consiglio di amministrazione del «Corriere della Sera»
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
• Gli anni Settanta: la sinistra extra parlamentare e gli atti di terrorismo
• 1974, referendum sul divorzio• Quotidiani progressisti e favorevoli all’abbattimento del
sistema capitalistico dell’informazione: «Il Manifesto», «Lotta Continua» e «Il Quotidiano» dei lavoratori
• Quotidiani di opposizione: «Il Giornale» di Indro Montanelli• 1972, «Il Corriere della Sera» diretto da Piero Ottone: - istanze progressiste e giornalismo liberal - temi socialiL’esempio progressista del «Corriere» viene seguito anche da «La Stampa» e il «Messaggero»
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
La fase di ritorno all’editoria pura
• 1974, tutto il gruppo del «Corriere» in mano all’alleanza
Agnelli-Moratti, passa ad Andrea Rizzoli• 1976, «La Repubblica», diretto da Eugenio Scalfari e di
proprietà Mondadori
- formato tabloid
- politica, economia, cultura e spettacolo
- quotidiano di sinistra
- in due anni raggiunge le 150.000 copie
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
Il caso Rizzoli-Metà anni Settanta, Rizzoli annette «Il Mattino», «Il Messaggero»e la «Gazzetta dello Sport» -La Rizzoli in deficit-1977, improvvisa ricapitalizzazione per l’ingresso nel gruppo delBanco Ambrosiano-«L’Occhio», il tabloid scandalistico diretto da Maurizio Costanzo-Maggio 1980, il Presidente del Consiglio Forlani rende notol’elenco degli iscritti alla loggia massonica P2: nell’elenco anche
Franco Di Bella, direttore del «Corriere»-Rizzoli vende a Gemina, la holding finanziaria della Fiat-Il «Corriere» perde circa 100.000 copie e «La Repubblica» sale a370.000 copie
I GRANDI QUOTIDIANI DALLA LIBERAZIONE AD OGGI
• Anni Ottanta, nascita delle Tv commerciali• I primi network: Canale 5 di Silvio Berlusconi e
Prima Rete del gruppo Rizzoli• 1981, legge dell’editoria• La competizione «Corriere»-«Repubblica» • Gruppo Rizzoli-«Corriere» e gruppo Mondadori
di Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi• 1990, il limite alla concentrazione di testate