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Un giorno Gesù e il diavolo conver- savano; ad un certo punto, Gesù chiese: Cosa stai facendo con le persone sulla terra? Il diavolo rispose: Mi sto divertendo con loro, gli in- segno a fare bombe e ad uccidere, a usare le armi, a odiarsi l’un l’altro, ad abusare dell’infanzia; insegno ai giovani ad usare droghe, a bere, a mentire e a fare ogni cosa proibita... Mi sto divertendo tanto!!!! Gesù domandò: E dopo, cosa farai con loro? Dopo la farò finita con tutti, li uc- ciderò! Gesù allora chiese: Quanto vuoi per loro? Il diavolo gli rispose: Perché amare queste persone? Sono traditrici, bugiarde, false, egoiste e avide! Loro non ti ameranno mai vera- mente, bestemmieranno contro di te e sputeranno sul tuo volto, ti disprezze- ranno e non ti terranno in nessuna considerazione! Quanto vuoi per loro, diavolo? Voglio tutte le tue lacrime e tutto il tuo sangue! Detto fatto! E Gesù pagò il prezzo della nostra libertà! Il prezzo della nostra libertà
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Il prezzo della nostra libertà - parrocchiacanaledagordo.it · Grazie, dunque, di cuore e che il Signore, che tutto conosce, ricompensi con la sua generosità del cento per uno tutti

Feb 20, 2019

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Un giorno Gesù e il diavolo conver-savano; ad un certo punto, Gesùchiese:

– Cosa stai facendo con le personesulla terra?

Il diavolo rispose:– Mi sto divertendo con loro, gli in-

segno a fare bombe e ad uccidere, ausare le armi, a odiarsi l’un l’altro, adabusare dell’infanzia; insegno aigiovani ad usare droghe, a bere, amentire e a fare ogni cosa proibita...

Mi sto divertendo tanto!!!!Gesù domandò: – E dopo, cosa farai con loro?– Dopo la farò finita con tutti, li uc-

ciderò!Gesù allora chiese:– Quanto vuoi per loro?Il diavolo gli rispose:– Perché amare queste persone?

Sono traditrici, bugiarde, false,egoiste e avide!

Loro non ti ameranno mai vera-mente, bestemmieranno contro di te esputeranno sul tuo volto, ti disprezze-ranno e non ti terranno in nessunaconsiderazione!

– Quanto vuoi per loro, diavolo?– Voglio tutte le tue lacrime e tutto

il tuo sangue!Detto fatto!E Gesù pagò il prezzo della nostra

libertà!

Il prezzodella nostralibertà

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BUONA PASQUA!Può sembrare fuori luogo questo augurio,

a diverse settimane trascorse dalla celebra-zione della festa più importante dell’anno li-turgico.

Ma non è proprio così! Perché● se Gesù è risorto, è vivo, cammina sulle

nostre strade, entra nelle nostre case, ci facenno attraverso gli eventi di ognigiornata: e allora sarà Pasqua per mequando lo inviterò ad entrare nella miavita. Ed è un invito che va rinnovato ognigiorno, perché è sempre presente la tenta-zione di buttarlo fuori dalla mia vita.

● Pasqua è ogni domenica. La celebrazionedella Messa domenicale, nel primo giornodella settimana, è il rinnovarsi, misteriosa-mente ma realmente, della Sua risurre-zione. «Proclamiamo la tua risurrezione»,diciamo ad ogni Messa. Ed allora saràPasqua ogni domenica, quando Lo ri-troverò, assieme ai miei fratelli di fede, nel-l’atto dello “spezzare il pane”.

● È risorto Gesù, il capo, ma la sua risurre-zione non sarà completa fino a quandonon decido di risorgere anch’io, membrodel suo corpo, in quella parte di me (cuore,intelligenza, volontà, preghiera, fede,apertura agli altri, perdono) che è morta datanto tempo.

● Se la Pasqua è vittoria della vita sullamorte, della speranza sulla disperazione,non sarà completa la Pasqua fino a quandoogni cristiano non diventerà “fontana disperanza” per tutti i disperati della terra.

● Infine, se il Risorto è presente nell’Euca-ristia, posso ritrovare la gioia dell’incontrocon Lui tutte le volte che decido di dedicareun po’ di tempo alla preghiera ed all’Ado-razione eucaristica. Lo hanno capito bene,questo, i giovani di Vallada che, da qualcheanno, trascorrono la notte di Pasqua inveglia di preghiera adorante davanti aGesù Eucaristia.Ecco che cosa ha scritto, uno di loro, du-

rante la veglia notturna dell’ultima Pasqua:«Gesù è risorto per noi! È una cosa tal-

mente facile da capire e, allo stesso tempo, èdifficilissima, lontana, grande, sconvol-gente. Come possiamo vivere la nostra vita inmodo normale sapendo che Gesù è morto erisorto per noi? Se riuscissimo a capirlo finoin fondo, forse tutto sarebbe diverso, meravi-gliosamente diverso! Ma, purtroppo, la quo-tidianità ci porta a perdere il vero senso dellavita, copre la meraviglia della fede e, a volte,ci allontana da Dio... Proprio così! Ma allora,caro Gesù, ti chiedo una cosa: “Perché nondai appuntamento anche a me in Galilea?Magari solo per darmi una svegliata e dirmiche ci sei e che devo cercarti di più? Sì, èproprio questo quello che ti voglio chiedere:di farmi accorgere che stiamo camminandoassieme, di aiutarmi a vederti ed a stupirmi diquanto sia tutto così meraviglioso quando lofaccio accanto a te!”».

Per tutte queste ragioni, continuo ad au-gurare ai lettori de “Il Celentone” ed a me una“Pasqua in Galilea”, la Pasqua di tutti i giorniperché questa, e solo questa, è una buonaPasqua!

I nostri giovani annuncianoche Pasqua è fontana di spe-ranza.

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generale delle Suore di S. Giuseppe 2.000.14) Spese gestionali: Bollette Enel, acqua e Te-lecom (2.509) e gasolio Chiesa e canonica (euro4.366)17) Lavori straordinari:

Restituzione prestito alla Curia 10.000,00Studio Parcianello per Museo!!! 3.427,20Saldo lavori Sagrestia 4.600,00Sistemazione portoni Chiesa 5.600,00

Lavori elettrici sala Mostra 750,00Progetto rifacimento sagrato 1.155,21Gradinata Chiesa di Gares 4.077,24

RIEPILOGO 2007ENTRATE: ........................ 96.206,60 (103.282,71)USCITE: ............................ 85.599,32 (101.700,52)ATTIVO al 31 dicembre ....... 10.607,28 (1.582,19)

Parrocchia di ValladaENTRATE:ORDINARIEElemosine ........................... 11.753,33 (12.103,78)Candele votive ..........................................................Offerte servizi .................................. 464,20 (88,50)Attività parrocchiali ................ 6.735,70 (1.080,00)Questue ordinarie ....................... 3.785,00 (9.068)Offerte Enti/privati ....................... 6.735 (4.007,00)Affitti/rendite ................................... 285,53 (45,30)Varie ...................................................... 95,44 (305)STRAORDINARIE .................................. 48.546,90PARTITE DI GIRO

9) Cassa Anime .................... 1.305,93 (1.344,86)10) Offerte imperate ............. 2.341,81 (2.293,21)TOTALE ENTRATE ............ 82.048.84 (39.818,94)

USCITE:ORDINARIE12) Imposte/Assicurazioni .... 4.040,80 (3.823,58)13) Remunerazioni .................................................14) Spese culto ............................... 802 (1.230,00)15) Attività parrocchiali ......... 7.005,16 (1.835,41)16) Spese gestionali ............... 5.806,66 (5.316,72)17) Manutenzione fabbricati ......... 50,00 (241,97)18) Varie ...................................... 340,00

STRAORDINARIE ............ 70.830,88 (37.414,16) PARTITE DI GIRO16) Cassa Anime .....................................................17) Offerte imperate ............. 3.812,39 (3.952,91)TOTALE USCITE ............... 92.687,89 (54.971,00)

SPIEGAZIONE DI ALCUNE VOCI1) Entrate straordinarie: sotto questa voce sono re-gistrate tutte le offerte che vengono fatte senza desti-nazione particolare. Fra queste il contributo dellaDiocesi per S. Simon (10.000) e quello della Fonda-zione Cariverona (31.344). Oltre a queste, anche2000 euro da Markus Del Monego attraverso ilsindaco di Istein.2) Imposte e assicurazioni: fra cui il Consuntivoalla Curia, Assicurazioni per 1.154 euro, 724,10 ditasse comunali, 106,14 tasse bancarie.3) Spese di culto: vino S. Messa; fiori; fogli “La do-menica”, olio SS.mo e cero pasquale.

4) Attività parrocchiali: uscite per le attività variedella parrocchia. Fra queste 2.500 euro per com-penso agli autori del libro sulla Pieve e 4.150,16 perla stampa dello stesso libro.5) Spese gestionali 1.755,04 per bollette Enel) e3.541,50 per il gasolio.6) Spese straordinarie:

Acconto restauro affreschi 48.000,00Impianto illuminazione sagrestia 830,88

RIEPILOGO 2007ENTRATE: ............................................... 82.048,84USCITE: .................................................. 92.687,89PASSIVO al 31 dicembre2007 .............. 10.639,05

PER CONCLUDERE...È doveroso esprimere un pubblico ringraziamento a quanti, in entrambe le parrocchie, hanno offerto il

loro contributo sia per la conservazione ed il miglioramento degli edifici sacri sia per lo svolgimento dellevarie attività pastorali. Anche questa trasparenza dei conti, che vogliamo continuare a mantenere, è unsegno di rispetto e di riconoscenza nei confronti di quanti hanno donato.

Un “Grazie” di cuore ci sembra importante dire anche a tutte quelle persone che contribuiscono con ilproprio lavoro volontario di qualsiasi genere alla vita ed alle attività delle parrocchie: non elenchiamo perpaura di dimenticare qualcuno ma sono veramente tanti che collaborano in vario modo: senza di loro ilparroco non potrebbe fare neanche quel poco che riesce a fare.

Grazie, dunque, di cuore e che il Signore, che tutto conosce, ricompensi con la sua generosità del centoper uno tutti “gli operai della sua vigna” e “quanti amano il decoro della sua casa”.

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UNATESTIMONIANZA

«Tempo fa ho sentito in televisione che èiniziato il processo di Beatificazione dipapa Luciani, per un presunto miracoloavvenuto per sua intercessione.

Io non ho ricevuto miracoli, ma grazie sì,in quanto sono una fervente devota e mi ri-volgo a Lui in ogni mia particolare ne-cessità.

Recentemente l’ho invocato per un mionipote, per problemi riguardanti lo studio,e il mio caro Papa mi ha esaudito. Vogliodire che sono affezionata a papa Lucianisin dalla sera della sua elezione, quandomi conquistò per la sua semplicità e perquel sorriso che scaldava il cuore. La nottein cui morì, sognai che era venuto a casamia ed a mio nipote, molto piccolo, au-gurava un mondo migliore. La lettera chesto scrivendo avrei dovuto spedirla alcunimesi fa, ma non è stato possibile forseperché papa Luciani voleva far ag-giungere qualche altra cosa.

Nel mese di giugno, una mia sorella, chesoffriva spesso di coliche, si è sentita male.Ricoverata in ospedale, dopo seri accerta-menti, le è stato riscontrato all’intestinoun polipo che, per la forma e la grandezza (imedici lo chiamavano “il mostro”) nonfaceva presagire niente di buono.

Io ho messo tutto nelle mani di papa Lu-ciani: l’intervento è andato bene e nel mesedi agosto l’esame istologico è risultato ne-gativo e non vi è stato bisogno di alcuna te-rapia. Proprio oggi l’oncologo, che ha vi-sitato mia sorella, ha detto che èperfettamente guarita.

E questo, per me, grazie a papa Luciani,il mio Albino, come io lo chiamo. Mi sonosentita in dovere di scrivere queste righe edi far sapere che anche papa Luciani ot-tiene dal Signore grazie a chi si affida allasua intercessione.

Caterina Zito - Cirò Marina (Crotone)

A FAVOREDELLA VITA

Tutti sanno quanto papa Lucianisempre ma, soprattutto, da Vescovo e daPatriarca, si sia schierato a favore dellavita umana, in modo particolare della vitanascente. È testimoniata ampiamente lacollaborazione che Egli ha offerto a papaPaolo VI quando si trattava di scrivereun’Enciclica sulla vita umana.

Proprio per ricordare questo servizio dipapa Luciani alla vita, servizio ed im-pegno che dovrebbe essere caratteristicadi ogni cristiano e di ogni persona di buonavolontà, le nostre due parrocchie hannodeciso di aderire al progetto Gemma.

Si tratta di un impegno di “adozione pre-natale a distanza”: è una forma di sostegnoeconomico e morale a maternità partico-larmente contrastate e difficili. Le dueparrocchie si impegnano a versare 160euro al mese, per la durata di 18 mesi, alCentro aiuto alla vita che ci verrà se-gnalato e che, normalmente, per ovvimotivi di riservatezza, noi non verremomai a conoscere. Ci verrà comunicato, se lamamma lo consentirà, se e quando ilbambino che è stato adottato nascerà.

Qualche parrocchiano ha già iniziato lasua collaborazione. Ma essa rimaneaperta a tutti coloro che, anche in ricordodi papa Luciani, nel trentennale della suaelezione, vogliono schierarsi concreta-mente a favore della vita. Si può conse-gnare il proprio contributo al parrocooppure consegnarlo in busta anonima conla scritta “Per il progetto Gemma”.

Nel trentennale dipapa Luciani

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Bozzetto della nona stazione della Via Crucis:“Gesù cade la terza volta”.

Bozzetto dell’ultima stazione della Via Crucis:“L’Angelo annuncia che Gesù è risorto”.

UNA NUOVAVIA CRUCIS

Sempre per ricordare il trentennaledella elezione di papa Luciani ed il cin-quantesimo anniversario della sua consa-crazione episcopale, l’apposito Comitatoha deciso di realizzare un percorso di ViaCrucis nel tratto che da piazza papa Lu-ciani, attraverso via Cavallera, porta alvecchio campo sportivo, in direzione di Ca-viola.

Scopo dell’iniziativa è ricordare un cosìimportante anniversario e, nel nome dipapa Luciani, offrire a tutti coloro che lodesiderano la possibilità di un percorso dipreghiera e di meditazione in mezzo allanatura.

Le varie stazioni (quindici in tutto) ver-ranno realizzate da Franco Murer su for-melle di bronzo, che verranno collocate suun masso di dolomia. Evidentemente,trattandosi di una realizzazione artistica,che farà onore al paese natale di papa Lu-ciani, ha un costo piuttosto elevato e saràeffettuata solo se si riuscirà a trovare l’a-deguato finanziamento.

Chi desiderasse offrire una stazione (viè anche la possibilità che più persone si

possano associare per l’offerta), può find’ora contattare il parroco di Canale.

Ci auguriamo che, con l’aiuto di tantepersone generose delle nostre parrocchie edei pellegrini che giungono fin quassù,possiamo lasciare alle future generazioniun segno tangibile che, in mezzo a questiboschi, è passato Lui, papa Albino Lu-ciani.

CELEBRAZIONIANNIVERSARIE

26 AGOSTO: nel trentennale dellaelezione di papa Luciani, la S. Messasolenne delle 16 verrà presieduta dalcard. Angelo Scola, Patriarca di Ve-nezia e concelebrata da tutti i Vescovidel Triveneto.

28 SETTEMBRE: la S. Messa disuffragio delle 18.30, nel trentesimodella morte, verrà presieduta dal ve-scovo Magee, vescovo di Cloyne in Ir-landa che era nel 1978 segretario par-ticolare di papa Luciani e fu il primo adaccertare l’amara sorpresa della im-provvisa morte del Papa.

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Un pezzo dellevecchie campanedi S. Simon.

campane (2) che si ruppero in pezzi, pezzettini epezzettoni.

Fra quel drappello di coraggiosi ed inco-scienti ragazzi c’era anche tuo nonno. Tuononno – proseguì la nonna – raccolse fra l’erbaquesto pezzo di campana ed anni più tardi melo regalò: da allora lo conservo come preziosareliquia. Cara bimba, ti dirò di più: in queitristi giorni gli anziani profetizzarono che chiavesse rubato le campane per fare cannoniavrebbe perso la guerra e così accadde.

La nipotina improvvisamente si ricordòche la nonna era nata il 28 ottobre, giorno incui si festeggiano S. Simone e Giuda Taddeo,patroni dell’antica chiesa del villaggio da cuiproveniva quel pezzo di campana.

Diversi anni dopo, mentre la nipote si ac-cingeva a terminare questo racconto, udì unsuono argentino e festoso: erano le campaneed erano le otto di sera...

V. D. T.Note:1) Ad onor del vero, le “pepite” erano dei pezzidi pirite, ma ho voluto lasciare scritto “pepite”perché il racconto risultasse più suggestivo, vistoche si tratta dei miei ricordi ed illusioni dibambina.2) Le campane furono distrutte dai tedeschi l’8aprile 1918. La data esatta si trova nel libro “LeChiese dell’antica Pieve di S. Giovanni Battista”di L. Serafini e F. Vizzutti.

Il tesorodella nonna

La nonna chiamò la sua nipotina accanto asé, aprì lentamente una vecchia scatola dicartone ed estrasse un’ampollina decoratacon ghirigori bianchi, rosa e oro, una scaglia diossidiana, dei pezzettini di “pepite” (1) avute inricordo da un parente emigrato in America edun pesante pezzo di metallo scuro.

La nipotina incuriosita chiese cosa fossequello strano pezzo di metallo scuro messo làassieme a tutte quelle cose fragili e preziose.

Allora la nonna iniziò a raccontare chetanti, tanti anni fa, quando era ancora unagiovinetta, vennero nel loro minuscolo epovero paese di montagna dei soldati cattiviche volevano vincere la guerra a tutti i costi.Questi decisero che, per fabbricare piùcannoni, avrebbero tolto tutte le campane daicampanili, anche quelle della loro anti-chissima ed amata chiesa. Salirono dunquesul campanile per rubare le campane ma i ra-gazzini del villaggio con delle fionde ini-ziarono a lanciare sassi contro quei soldatacci;purtroppo sassi e fionde non riuscirono afermare quella sprezzante marmaglia nel lorogesto sacrilego: gettarono giù dal campanile le

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LAUREACesare Andrich dei Gat si è lau-

reato a Padova il 18 febbraio 2008in Scienze forestali ed am-bientali, discutendo la tesi «Ri-cerche etologiche sul cervo all’i-nizio del periodo riproduttivonella foresta del Cansiglio. Loscambio di individui fra arene dibramito».

Relatori: prof. Luigi Masutti,dr. Renzo de Battisti.

Al neo-Dottore le felicitazioni egli auguri delle nostre comunità.

La poesia si riferisce ad un fatto realmenteaccaduto alcuni anni fa nella zona di Toffoled i cui testimoni sono ancora viventi.Allora Vallada balzò agli onori dellacronaca per la coltivazione del “pavàre”,tradizione tipica dei nostri paesi scambiatadall’autorità per coltivazione di droga. Ma,nonostante tutto, le lasagne da fornel ed icarfogn continuano a rallegrare le tavole edi cuori dei nostri paesani.

Terso era quel giorno il cielo di Valladaquando all’orizzonte apparve un mostro:ali da mulino a vento, artigli e aperto il rostrogirò fra Col di Frena e il Celentone,creando fra la gente panico e confusione.Lesti dal fondovalle saliron gli armatipronti per la guerra su mezzi corazzati.Arrivati in quel di Toffol, vicino alla casa dei Davare,immediato fu l’assalto al “Battaglion Pavare”

formato da coscritti inesperti e disarmati:parean messi in posa per esser fotografati,mentre dall’alto il rapace, armato di mitraglia,seguia con occhi vitrei l’andar della battaglia.Nessuno fu ferito ma lesi nell’orgoglio e pizzicati al cuore i valladesi, questo è vero,ma il “Battaglion Pavare” fu fatto prigioniero.Raccolti poi in mazzi con spago ben legatiE dalla Croce rossa sui camion caricati.Addio carfogn, addio lasagne dal fornel,addio usanze, sono andate al rogo sul camion delle finanze.Il seme del pavare ben maturocondiva il piatto tradizionaleche si metteva in desco la vigilia di Natale.Però a Vallada si mangia ancor quel piatto prelibatocondito con pavare, or dall’estero importato.Del nostro ci dispiace, aveva un altro sapore,perché misto ai semi era valladese sudore.

Gianfranco Andrich

La guera del pavare

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Un momento dell’incontro delmaestro Berto con papa Bene-detto a Lorenzago, la scorsaestate.

Edoardo Lucianinella pace del Signore

L’OSSERVATOREROMANO:

Ha dato notizia dellamorte e dei suoi funerali edha riportato il telegrammadel Papa che il vescovo An-drich ha letto al funerale:

«Appresa la mesta notiziadella morte del commen-datore Edoardo Luciani fra-tello del compianto servo diDio Giovani Paolo I,memore del cordiale recenteincontro a Lorenzago diCadore, desidero manife-stare viva partecipazione aldolore dei familiari e dellacomunità bellunese e ricor-

dandone le elette virtùumane e cristiane particolar-mente l’esemplare dedizionealla famiglia, il generoso ser-vizio alla Chiesa e l’intensoimpegno civile elevo fervidepreghiere perché il defuntopossa condividere con il Si-gnore risorto accanto allaconsorte e al fratello Pon-tefice teneramente amati lagioia e la pace senza fine.Mentre affido alla maternaprotezione della VergineSanta i numerosi figli equanti piangono la dipartitadell’illustre scomparso dicuore imparto la conforta-trice Benedizione apostolica

volentieri estendendola aipresenti al rito esequiale.

BENEDICTUS PP XVI»

IL PATRIARCADI VENEZIAEccellenza reverendissima

Ho appreso la notizia delladipartita del carissimocomm. Edoardo Luciani, fra-tello del compianto Servo diDio Giovanni Paolo I.

A nome della Conferenzaepiscopale Triveneta, delPatriarcato di Venezia e miopersonale, voglio prendereparte al dolore dei familiari,dei parenti e di tutta la

Il 10 marzo, dopo brevissima malattia, è ritornato al Padre il maestro “Berto” Lu-ciani. Il suo funerale, celebrato il sabato 15 alla presenza del Vescovo diocesano e ditanti sacerdoti, è stato una eloquente testimonianza di quanto il maestro fosse stimatoed amato e quanto la sua morte abbia rattristato tutta la nostra comunità. Ripor-tiamo di seguito alcune testimonianze.

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Accanto al parroco e alla presenza del Vescovo concelebrano mons. Da Rif e don Licio Boldrin.

Chiesa di Belluno-Feltre.Incontrando più volte il

caro scomparso, ho avuto lapossibilità di intravedere lesingolari doti di piena uma-nità e di fervente fede chehanno caratterizzato la sualunga e fruttuosa esistenza.

Il prossimo 26 agosto,quando assieme ai vescovidel Nord Est e ai nostri fedelicelebreremo la Santa Messain occasione del trentennaledell’elevazione al Sogliopontificio di papa GiovanniPaolo I, potremo associare inmodo speciale nella pre-ghiera la figura di questo suocaro fratello.

Ho celebrato oggi unaSanta Messa di suffragio peril caro defunto.

Con sensi di vivo affettocollegiale. In Domino

Angelo Card. Scola - patriarca

IL CARDINALE CÉApprendo la notizia della

morte di Edoardo Luciani.La prego di portare alla fa-miglia ed alla comunità dicanale d’Agordo i miei senti-menti di vicinanza e l’assicu-razione della mia preghieradi suffragio nel pio ricordodell’indimenticabile papaGiovanni Paolo I.

Marco Card. Cé,patriarca emerito di Venezia

IL FRATELLODI PAPA ALBINO

Da ieri Edoardo Luciani,maestro elementare, giàsindaco di Canale d’Agordo,presidente della Camera dicommercio di Belluno e vicepresidente nazionale, ma so-prattutto padre di 11 figli efratello di Antonia e Albino,

il Papa sorridente dei 33giorni, riposa sotto la neveaccanto alla sua amata An-tonietta, anche lei stimataeducatrice, madre, nonna evenerata credente quasicome il suo più illustre co-gnato don Albino.

Ma lasciatelo dire a questovecchio parroco di campa-gna che conosce la famigliaLuciani da più di 30 anni, ilmaestro “Berto” per gli amicie i paesani, nella testimo-nianza di umanità e di fede,non ha voluto per nienteessere da meno di donAlbino e della sua cara Anto-nietta. L’ho conosciuto incircostanze normali, in mon-tagna con i miei ragazzi sottole tende del campo scout e inpiena estate: con una mo-destia insolita ci venne atrovare con dei porcini rac-

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colti sul percorso più miste-rioso della Val Garès e ci sor-prese ancora di più con uncestino di mirtilli che rappre-sentano per tutti i valligianiun tesoro impagabile.

Passava per burbero, dif-ficile, intransigente, duro eaddirittura strano e tra-sgressivo (coltivava il pa-pavero per uso familiare ec’era chi lo descriveva comeuna specie di bracconiere).

Era invece un uomo vero,colto, impegnato, coerente ecristiano fino alle estremeconseguenze. Un padre af-fettuoso quanto esigente, unmarito laborioso quanto te-nerissimo, un cristiano impe-gnato nel sociale e devotocome l’aveva educato spe-cialmente sua madre. Oltrealla Messa c’era la preghierain casa. Per lui, con la suaAntonietta fino alla fine, erala luce che illuminava legiornate anche più oscure, ilcollegamento in diretta congli angioletti, i familiari e ilfratello Papa già tornati acasa.

Il rosario, recitato semprenella stanza dove si era nati(Albino compreso) rappre-sentava l’appuntamento conil Signore e sua Madre, maanche con i viventi e i de-funti, i vicini e i lontani. L’e-lenco delle intenzioni eralungo, con i nomi da affidare(anche il mio!), durò fino aquando la salute li convinse,prima per lei e poi per lui, araccoglierli tutti insieme inuna sola famiglia e per unbene spirituale comune.

Le circostanze mai casuali(vidi papa Albino alla vigiliadella morte) mi fecero tor-

nare a Belluno quando E-doardo veniva consegnatoesanime ai familiari. Quellacorona consumata che gliavvolgeva le mani non lapotrò mai dimenticare, in-sieme alla serenità di un figlioe di un nipote che nellavecchia casa di Canale ho sa-lutato mentre uscivano perprogrammare il rito delCongedo cristiano.

E Olga, la badante che gliaveva dato la minestrinaun’ora prima della partenzaper l’eternità. Tutto sconta-to, prevedibile, ma nella di-rezione di chi, con i piedi perterra, guardava e speravaoltre.

Licio Boldrin

COSÌ LOHA RICORDATOIL PARROCO

Desidero rinnovare, anome della comunità cri-stiana di Canale che qui, inquesto momento rappre-sento, le nostre più vive con-doglianze ai familiari diBerto, ai figli, alle figlie, allasorella Nina, al folto stuolodei nipoti. A dire il vero lecondoglianze le dobbiamofare anche al nostro paese, anoi stessi, perché questamorte ci lascia tutti piùpoveri e più soli.

A nome dei familiari, rin-grazio tutti coloro che, inqualsiasi modo, sono statipartecipi ed hanno con-diviso il loro dolore: dal Ve-scovo, al Prefetto, al Sindacodi Canale, ai sacerdoti con-celebranti fino a quella vec-chietta giù in fondo allaporta della chiesa che prega

ed offre in silenzio; fino ainostri conterranei di Jaraguàdo Sul, Stato di S. Catarinain Brasile che hanno volutofarsi spiritualmente presenticon questa corona di fiori eduna delle sue parenti piùcare, Iria Tancon, mi scri-veva in questi giorni: «Vera-mente è una perdita in tantisensi... non pensavo che mi co-stasse così tanto questa perdi-ta... voglio tanto bene a lui!Però sono sicura che dove ecome è adesso, starà moltomeglio».

Nel 2001, aveva scrittosul registro che avevamoappena messo sotto la statuadel fratello: «Albino, aiuta-mi a concludere!». Ora cheha concluso la lunga sta-gione della sua vita terrena,il maestro Berto continua avivere negli insegnamentiche ci ha lasciato... Sì,perché ho scoperto chequassù uno non fa il maestroma è il maestro, lo rimanesempre, anche quando va inquiescenza, come si dicevaun tempo.

Allora, che cosa ci in-segna questo maestro Berto,alla luce della parola di Dioche abbiamo ascoltato?

La prima lettura ci as-sicura che le anime dei giustisono nelle mani di Dio.Questo funerale viene cele-brato nella solennità di S.Giuseppe che la liturgia defi-nisce “uomo giusto”.

La giustizia è, prima ditutto, dare ad ognuno il suoed in questo senso Berto fuun uomo giusto, giusto a talpunto da pagare di tascapropria per errori commessida altri. Un consenso

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La folla presente ai funerali.

unanime lo ha definito comemaestro che non faceva pre-ferenze; era giusto anchequando la giustizia potevasembrare durezza di cuore. Eforse Berto poteva essere esi-gente con gli altri perchéprima di tutto era duro ed in-transigente con se stesso.

Ma la giustizia biblica èmolto di più che dare adognuno il suo: è dare a Dio iltuo, ciò che hai, ciò che sei. Èriconoscere che siamo amatigratuitamente dal Signore eche la nostra risposta è fidu-cia nel suo amore, nella suaProvvidenza anche quandoil dolore bussa ripetutamen-te alla nostra porta, anchequando, come ad Abramo,Dio domanda il sacrificio diquanto abbiamo di più pre-zioso e di più caro.

Sei il mio pastore, nulla mi

mancherà: suo fratello Albi-no, diventato Papa, diceva:se Dio dà una croce dà anchela forza per portarla. E Berto,come Albino, si è affidato aDio, ha confidato in Dio, si èfidato di Dio. E Dio, ora, loha stretto per sempre fra lesue braccia: «Le anime deigiusti sono nelle mani diDio... Felicità e grazia gli sa-ranno compagne e abiterànella casa del Signore persempre».

Ho combattuto la buonabattaglia, dice S. Paolo scri-vendo al fedele discepolo Ti-moteo. Anche Berto è statoun buon combattente e nontanto perché ha vissuto inprima persona gli orrori dellaguerra e la lotta per la libera-zione ma perché ha af-frontato da uomo e da cri-stiano la battaglia della vita e

la morte lo ha trovato vivo.Ogni vita è una battaglia;

ed anche la vita di Berto,come quella di ogni figliod’uomo, è segnata da gioie(pensiamo alla sua gioia perla elezione a Papa del fratel-lo) ma anche da tanti dolori:la perdita del figlio, la morteimprovvisa del fratello Papa,la morte altrettanto inattesadella moglie, dopo 60 anni diserena vita coniugale. Ma daogni batosta aveva saputorialzarsi, come Gesù sulla viadel calvario, con la forza del-la fede: «Ho combattuto labuona battaglia, ho conser-vato la fede. E sono in attesadella corona che il Signore,nel suo amore, tiene in serbonon per chi non è mai cadu-to, ma per chi dopo ogni ca-duta si è rialzato ed ha saputoriprendere il cammino».

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Ecco un altro insegna-mento del maestro: «non èimportante non cadere mai:è normale subire sconfittepiù o meno dolorose inquella battaglia che è la vita.Quello che conta è rialzarsisempre e riprendere la salitaverso la Pasqua, confidandonella presenza amorosa delCrocifisso, divino Cireneo ditutte le nostre croci».

«Ho terminato la corsa;ho conservato la fede!».Conservare la fede come iltesoro più prezioso così comein una furiosa battaglia sicerca di mettere in salvo labandiera. Conservare lafede: sembra la cosa piùovvia ma non è così: è unagrande grazia del Signoreconservare la fede fino allafine, anche quando da mez-zogiorno alle tre del pome-riggio, un periodo che spessoè così lungo e così duro, si fa

buio fitto sututta la terra.

E il Mae-stro la fedel’ha conser-vata fino allafine: merco-ledì 5 marzomi avevachiesto l’Un-zione degliInfermi e sa-bato, forsepresentendoche non cisaremmo piùrivisti suquesta terra,mi aveva fat-to segno chevoleva la miabenedizione.

«Non ab-biate paura: Gesù crocifissonon è qui!».

Celebriamo questo fu-nerale all’ingresso dellaSanta settimana che ci portaa rivivere i misteri centralidella nostra fede, primo fratutti la presenza del SignoreRisorto, simboleggiata an-che in questo funerale dalcero pasquale.

Gesù risorto, speranza divita senza fine per Berto, se-polto con Gesù nel batte-simo, con Lui risorto a vitaeterna, nell’incontro gioiosocon papà Giovanni, mammaBortola, le sorelle, il fratelloAlbino della cui memoria èstato custode umile e ser-vitore fedele.

Ma Gesù risorto è spe-ranza di vita senza fine ancheper noi fin da ora.

Ho sentito in questi giornielevarsi una domanda datanta gente: «Che cosa

faremo adesso che una dellememorie storiche del paeseha sigillato per sempre il suolibro?».

Ed è qui che Berto ci lasciaun ultimo insegnamento: laPasqua è anche saper porsi ladomanda giusta e la do-manda giusta per noi non è«dove andremo a finire?» ma«da dove possiamo incomin-ciare o, meglio, come fare».Come si fa in una gara di staf-fetta, a raccogliere il te-stimone dalle mani di Berto eportarlo con fedeltà ed or-goglio verso il futuro? Si diceche i paesi di montagnastanno morendo; ma i paesidi montagna possono ri-sorgere se tutti i paesani,tanti o pochi che siano, vor-ranno bene al loro paese, allasua storia e si vorranno benetra di loro.

Caro maestro Berto. Nelmomento del nostro provvi-sorio congedo da te su questaterra, ti ringraziamo di tuttociò che sei stato per la tua fa-miglia, per il tuo paese, pertanta gente che è giunta quida ogni dove per dirti Addio,ad Deum: è a Dio il nostrocomune traguardo; in Luitutti ci ritroveremo ungiorno.

E tu, che ti sei portatodietro la corona del Rosario,per te non oggetto orna-mentale ma preghiera quoti-diana, prega per noi perché ilsole dell’amore di Dio con-tinui sempre a illuminare lamente ed a riscaldare il cuoredi quanti ti hanno cono-sciuto ed amato.

Riposa in pace e sii certo:la tua memoria, fra noi, saràsempre in benedizione.

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DAL GRUPPO ALPINI CANALE-CAVIOLABenché un po’ in ritardo, rispetto al-

l’Assemblea che il gruppo ha tenutoancora il 2 dicembre 2007, ci sembra do-veroso riportare quanto questa bene-merita associazione ha operato per ilbene delle nostre comunità. Lo ripor-tiamo anche come segno di ricono-scenza verso gli Alpini e tutti i gruppi divolontariato della nostra valle: senza diloro la vita quassù sarebbe assai più dif-ficile e tanti servizi, che rendono menopesante l’abitare in montagna, senza ilconsistente aiuto del volontariato, nonpotrebbero essere erogati.

L’associazione degli Alpini Canale-Caviola conta 157 iscritti ed è guidatadal capogruppo Luciani Crepaz. Du-rante il 2007 il gruppo si è distinto per leseguenti iniziative: partecipazione allafesta dell’anziano, vendita colombe perl’ADMO; partecipazione all’adunata na-zionale di Cuneo; festa degli alberi etaglio piante a Pian de Sabion; assi-

stenza e servizio al Giro d’Italia; pranzoper i non vedenti a Campion; casta-gnata per i bambini delle scuole e con-tributo a don Natalino per la sua mis-sione in Paraguay.

Un ringraziamento a tutto il gruppoda parte della nostra comunità, soprat-tutto a quanti hanno potuto e volutocollaborare attivamente alle varie ini-ziative.

DIO ERA LÌ, VICINO A NOI,NELLE NOSTRE CASE!

Pregare insieme in un luogo diverso dallaChiesa è stato bellissimo!

Senza nulla togliere alla “Casa di Dio”,ma il clima che si respira in un focolare do-mestico, impregnato di vita e abitudinidella gente, è diverso!

E poi, sappiamo con sicurezza che la“Casa di Dio” è ovunque ci sia qualcuno chelo cerca.

E così è stato. Un gruppo di persone biso-gnose di prepararsi al Natale in modo piùapprofondito, si è impegnato a cercare GesùBambino, pregandolo con una novena te-nutasi ogni sera in una casa diversa. Per varimotivi, questa novena si è protratta solo per7 giorni invece di 9, ma siamo sicuri che Dioavrà ugualmente apprezzato gli sforzi fatti,perché si sa, che con la vita frenetica di oggi,si fatica a ritagliare anche solo un’ora algiorno per arricchire il proprio spirito!

...anche se a volte bisognerebbe impegnarsidi più, in quanto i vantaggi ricevuti sono digran lunga maggiori dei sacrifici sostenuti.

Grazie anche e soprattutto a don Sirio, sisono trascorse delle belle serate, meditandosulla parola del Signore, ascoltando i pen-sieri del cuore di ognuno e riflettendo suvari argomenti.

Ma la cosa più bella, è stata quella di es-sersi trovati insieme, proprio come una verafamiglia, e di aver sentito il calore che uscivada quegli incontri, in modo quasi palpabile,davvero “riscaldante”.

Dunque non ci resta che ringraziare le fa-miglie che hanno messo a disposizione lapropria casa, e un ringraziamento ancorapiù sentito e speciale, è rivolto a Dio, per lagrande opportunità dataci di stare insieme aLui, e per averci fatto sentire la vera gioiadell’essere tutti uniti.

GRAZIE!Claudia Martello

Novena di Natale a Vallada: grande opportunità!

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Ci sta davvero a cuore lasalute dell’anima dei no-stri giovani?

Così finiva la riflessionedi don Sirio sulla droga inun articolo de “Il Celen-tone” n. 4 di ottobre, ma ioaggiungerei e chiedereianche se ci sta a cuore lasalute dell’anima degliadulti, dei nostri cari, degliamici o dei conoscenti.

Il periodo storico chestiamo attraversando, do-ve molte cose cambianosenza avere il tempo diadeguarsi, dove parlareapertamente con gli altri diqualche problema, esporreil proprio pensiero o chie-dere a qualcuno come va,molte volte (per fortunanon sempre), viene inter-pretato come una quasi in-tromissione nell’altruiprivacy e chi lo fa è consi-derato un curioso, uno chenon si fa i fatti propri.

Vedendo quello che suc-cede nelle nostre comunitàriguardo a droga ed alcoolcredo che la nostra men-talità dovrebbe cambiareradicalmente.

Ci sono casi che tutti co-nosciamo, alcuni finiti ma-le, altri lentamente stannoconsumando le famigliedegli interessati, fra in-comprensioni e sofferen-ze, ma la conclusionequando se ne parla è sem-pre la stessa: «Sono fattiloro».

L’ideologia che «Se iosto bene basta così...» non èfondata né eticamente ac-

cettabile.Ciò che è accettabile è

che se tu stai bene sto me-glio anch’io, per moltimotivi.

Se si vede qualcuno indifficoltà si dovrebbe cer-care un approccio o con luio con un familiare, comeunico scopo di aiutare chi ènel bisogno, non per se-condi fini, ma sembra chenessuno abbia bisogno dinessuno, che tutti siano in-dipendenti e autosuffi-cienti da tutti i punti divista, insomma, traendo leconclusioni questa è l’ideagenerale di tutti a grossomodo: io mi arrangio e ipanni sporchi li lavo in fa-miglia!

Niente di più sbagliato!Io credo che in qualsiasiconvivenza, in qualsiasifamiglia, parlare delle dif-ficoltà e dei problemi aiutia risolverli, allora, perchénon farlo fra i membri dellecomunità che non sonoaltro che una famiglia al-largata?

La solidale convivenza,la condivisione di tutto ciòche è vivere, ci prospettaun futuro in qualche modosostenibile. L’individua-lismo estremo che ormai siè fatto strada in moltisettori delle società, il mi-raggio del denaro facile inbreve tempo e ad ognicosto, senza regole e senzarispetto per gli altri non ciporterà da nessuna parte, omeglio, andremo verso unvivere dove il nostro

prossimo non avrà valoreperché entità a se stante,dimenticando che prima odopo anche noi avremo bi-sogno di qualcuno.

Ricostruire un’antica al-leanza fra gli uomini, uo-mini “ricchi di bisogni”, ri-chiede un cambiamentoculturale, richiede qualco-sa che nella nostra spiri-tualità antropologica ab-biamo, che c’è nel nostroDNA ereditato in migliaiadi anni nell’evoluzionedella razza umana.

La competitività disu-mana dettata dalle leggi dimercato che c’è nelleaziende di tutte le dimen-sioni si è trasferita e appro-priata anche delle mae-stranze di maggior partedegli operai portando consé invidie, forme di arri-vismo inaccettabili e irri-spettose di tutto e di tutti.

La produzione di beni edi utili guadagnati deveessere sempre superiore alperiodo precedente e glienormi utili incassati nonvanno a vantaggio dellasemplice classe operaia,bensì ad una sparuta man-ciata di manager e dirigen-ti che, con l’alibi del beneaziendale e della competi-tività, fanno scuola a tutti,dai giovani ai menogiovani che purtroppo im-parano velocemente.

Se vogliamo prenderci acuore l’anima dei nostrigiovani dobbiamo comin-ciare a cambiare cultura,dare al denaro il valore che

Uomini “ricchi di bisogni”

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ha ma soprattutto capireche prima dell’essere belli,appariscenti ed essere“primi” in più cose possi-bili, dobbiamo essere uma-ni, con tutti i nostri difetti,con qualche pregio anche,ma siamo sempre uominiricchi di bisogni, bisognosidi condividere sofferenzee gioie e soprattutto rispet-tosi della dignità deglialtri.

Essere in qualche modochiamati in causa per sva-riati motivi e motivazioni,sentir parlare di cose che ciriguardano, anche se inquel momento non si parladi noi, non ci fa piacere per-ché ci obbliga a divenireconsapevoli e a mettere indubbio il nostro stile divita.

Un esempio dei giorniscorsi è stata la reazione alpresepe fatto a Canale inpiazza. Un’auto inciden-tata con il presepe all’in-terno di essa e sul muschio,come simbolo, erano statemesse due siringhe e una

bottiglia vuota di brandy.Commenti sprecati sono

stati fatti, naturalmentenegativi, perché il prese-pio è il presepio ed il Na-tale è Natale e non vannoconfusi con problemi dialtro tipo.

Quel presepe ha rappre-sentato la Sacra famiglianella sofferenza di essereconsumatori di sostanzepsico-attive le quali rispec-chiano i drammi di moltefamiglie che purtroppo

con esse hanno avuto ehanno a che fare e per lequali non è Natale nem-meno quando è Natale.

Il doversi mettere in di-scussione davanti ad unpresepe proposto a quelmodo ha fatto sì che essonon venga accettato per-ché qualcuno si è sentitoparte di quel presepe, cosache nessuno deve sapere edi cui non bisogna parlare,anche se tutti lo sanno.

Davare Gian

UN BEL GESTOQuello compiuto dagli amici del Bar

Sport di Canale d’Agordo che hanno ef-fettuato una sorta di lotteria di unquadro, appositamente eseguito dalmaestro Giuliano De Rocco, a favoredell’associazione “Amici del Ghana”, dicui fa parte attiva anche Felice Di Nuzzodi Celat.

Il responsabile dell’associazione, cheha sede legale in Como, ha dato riscontroall’opera benefica con questa lettera in-dirizzata a Massimo Costa, titolare delbar: «La ringraziamo per il suo contributo

al nostro progetto “scuola-lavoro” diAddome (Ghana) da Lei realizzato con lalotteria di euro 460, versati dal sig. DiNuzzo con regolare bonifico bancario.

Questa sua iniziativa ci ha aiutato adare ai giovani di Addome scuola, salute,cibo e dignità. Un particolare riconosci-mento all’autore dell’opera, il sig. DeRocco.

A tutti un “grazie di cuore” da partedell’Associazione Amici del Ghana, uni-tamente ai nostri più cordiali saluti

Firmato: il Presidente

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Un momento della proces-sione a Falcade alto per iprimi Vespri di S. Sebastiano(foto di Ezio Tancon).

1 GENNAIOIl nuovo anno inizia con un gruppo di

persone in preghiera nella Chiesa diVallada. Ferventi preghiere si elevano nellenostre due comunità perché il nuovo annosia benedetto dal Signore e la famiglia,come ha suggerito il Papa per questagiornata mondiale della Pace, torni adessere il primo laboratorio di pace, anchenei nostri paesi.

Come da tradizione, anche i Coscrittihanno festeggiato il Capodanno: a loro l’au-gurio di una vita lunga e serena, avvolta dal-l’amore di Dio.

6 GENNAIOBenedizione dei bambini a Canale per

tutte e due le parrocchie, a conclusionedelle festività natalizie. Molti i bambini pre-senti, accompagnati dai genitori e dainonni. Ad essi don Sirio ha parlato di quellache, ormai comunemente, viene chiamata“Emergenza educativa”. Ne ha parlato ri-petutamente anche il Papa in questi giorni,consegnando una lettera su questo temaalla sua Diocesi di Roma. E che sia urgenteporsi il problema di educare le giovani ge-

nerazioni lo dimostrano anche fatti abba-stanza gravi accaduti di recente anche inalcune scuole della nostra valle. Rinunciaread educare, come diceva un autore, è come“sparare sul futuro”.

13 GENNAIOGli alpini del gruppo di Vallada tengono

il loro incontro annuale, al centro del qualevi è la celebrazione della S. Messa, seguitadalla deposizione di corone ai monumentiai Caduti e dal rancio sociale. Durante ilpranzo, il capogruppo Luca Del Chin hapresentato la relazione di quanto fatto dal-l’ultima assemblea ed il rendiconto finan-ziario. L’attività svolta, come ha sottolineatoDel Chin, si è concentrata attorno a dueobiettivi principali: il custodire e tra-mandare le tradizioni del corpo degli Alpini(degna di nota, a questo proposito, la com-memorazione del cap. Andreoletti) e l’im-pegno nell’ambito del sociale a favore dellacomunità di Vallada (anche qui vale la penaricordare l’acquisto da parte del gruppo di 3nuovi computer messi a disposizione dellescuole elementari, un investimento sicuroper il futuro della comunità valladese).

TRA COMELLE E CELENTONE

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La benedizionecon la reliquia

di S. Sebastiano.

19 GENNAIO:Iniziano le celebrazioni per il 550.mo

della Pieve. Alla vigilia della festa di S. Seba-stiano, patrono della parrocchia di Falcade,un buon gruppo di persone è partito dallachiesa parrocchiale di Falcade alla volta diFalcade alto, preceduto dal gonfalone dellapieve di Canale.

Accolti sulla soglia della chiesa dalparroco di Falcade, si sono cantati i primiVespri della solennità nell’antico tono pa-triarchino.

È stato bello sentire tutti i presenti acco-munati nel canto. All’omelia don Sirio hadetto che il 550.mo della Pieve ci porti a ri-scoprire la bellezza della fede ed a viverlacon più gioia e generosità, nell’impegno direstaurare la nostra fede, nella fedeltà alletradizioni, così come abbiamo fatto per ilavori di restauro degli edifici sacri. Nonbasta restaurare le chiese se non si restaurala Chiesa, fatta di pietre vive e scelte chesono la comunità cristiana. Soprattutto saràimportante riscoprire quel momento fon-damentale che crea e tiene unita la co-munità che è la Messa domenicale.

Alla fine della celebrazione, è stato fattodono alla Chiesa di una lampada conquattro fiamme, ad indicare la Chiesa dellaPieve e le altre tre parrocchie che da essahanno avuto origine.

28 GENNAIOSi incontra il Consiglio pastorale della

Forania. Viene eletto, come rappresen-tante della Forania in seno al Consiglio pa-storale diocesano il sig. Celeste De Prà, dellaparrocchia di Caviola. Si passa poi a stabiliredate e luoghi delle stazioni quaresimali fo-raniali e la data della “Procession de S. Cros”che verrà fatta il 3 maggio per ricordare il30.mo di papa Luciani ed i 550 anni dellafondazione della Pieve di Canale.

3 FEBBRAIOSi celebra in tutta Italia ed anche nelle

nostre parrocchie la “Giornata per la Vita”.Durante le Messe vengono consegnate aibambini presenti e portate agli anziani as-senti delle primule, segno di una vita chespunta e cresce anche dopo il rigore dell’in-verno. L’amore per la vita, dal suo sorgerenel grembo materno fino al suo naturale tra-monto deve diventare la passione prima diogni credente nel Dio della vita e di ognipersona di buona volontà. Sappiamo beneche alla venuta di nuove vite è indissolubil-mente legata la sopravvivenza dei nostripaesi: chissà che il nuovo Parlamento ed ilgoverno che esso esprimerà scelga diaiutare le famiglie, soprattutto quelle chehanno scelto di vivere in montagna, moltopiù di quanto non abbiano fatto finora.

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Neanche i paesi di montagna vivono e so-pravvivono con le chiacchiere e le pro-messe elettorali!

8 FEBBRAIOLa Quaresima quest’anno inizia molto

presto. Dopo la celebrazione delle ceneri,tenutasi in entrambe le parrocchie, hannoinizio a Canale le stazioni quaresimali fo-raniali. Anche quest’anno, ogni venerdì èdedicato alla preghiera ed all’adorazionepersonale davanti a Gesù Eucaristia, mentrealla sera ci si ritrova insieme per un’ora dipreghiera e riflessione comunitaria. Buonaanche nei venerdì seguenti la partecipa-zione di fedeli provenienti da tutte le par-rocchie della Forania. Tema di riflessione diquest’anno: i Vangeli della domenica se-guente.

11 FEBBRAIOAnche Tomaselli Antonietta ved. An-

drich raggiunge e festeggia durante la S.Messa domenicale il prestigioso traguardodei 90 anni di vita. La comunità di Valladaha occasione di rinnovarle le felicitazioni egli auguri durante la S. Messa in onore dellaMadonna di Lourdes. Alla cara Antonietta

vogliamo far giungere anche dalle colonnedi questo giornalino la nostra partecipa-zione alla sua riconoscenza al Signore pertanti anni di vita, assieme all’augurio che il

Signore le riservi ancora tanti anni alla vita etanta vita agli anni.

11 FEBBRAIORicorre in questo giorno la festa della Ma-

donna, patrona della frazione di Toffol, maricorre anche il 150.mo anniversario delleapparizioni della Madonna a Lourdes e lagiornata mondiale del malato. Moltepersone, provenienti anche dalla par-rocchia sorella di Canale, partecipano allaS. Messa celebrata nella parrocchiale diVallada durante la quale viene conferito ilsacramento dell’Unzione degli Infermi e sitiene la benedizione del SS.mo propriocome a Lourdes. Una celebrazione toc-cante, che ha lasciato un segno di consola-zione e speranza in tutti i presenti.

23 FEBBRAIOAnche i Donatori di sangue della sezione

di Canale e Vallada festeggiano la loro an-nuale assemblea con una S. Messa cele-brata in Chiesa a Vallada, nel ricordo di tutti iDonatori vivi e defunti e nella preghiera ri-conoscente per tutte le loro famiglie.

Il parroco ha espresso loro tutta la ricono-scenza delle nostre comunità per la totale“gratuità” del dono del sangue, visto chequanti lo riceveranno non sapranno mai aquale persone debbano dire il loro “grazie”.L’incontro è continuato poi nella cena so-ciale, durante la quale è stata scelta la metadella prossima gita: i laghi di Plitvice, un bel-lissimo incanto della natura in Croazia.

8 MARZOCome ogni anno, le parrocchie della Fo-

rania della valle si recano in pellegrinaggioquaresimale a S. Maria delle Grazie per lapreparazione spirituale alla Pasqua. Anchequesta volta un buon gruppo di fedeli ha ap-profittato della opportunità offerta e, du-rante la celebrazione della Messa, dopo unaapprofondita riflessione sul “perdonodonato e domandato” fatta da don Sirio,molti si sono accostati al Sacramento dellaRiconciliazione, approfittando anche delfatto che erano molti i sacerdoti a disposi-zione per questo servizio.

Sempre lo stesso giorno, la Parrocchia delS. Cuore di Pordenone ha aperto, con la ce-lebrazione della Messa, la stagione dei pel-legrinaggi ai luoghi di papa Luciani.

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9 MARZOInizia la raccolta di generi

alimentari a favore dellamensa dei poveri, tenuta aMussoi dai Frati cappuccini.La risposta della gente in en-trambe le parrocchie è straor-dinariamente generosa finoad arrivare, nella prima con-segna, a circa sei quintali digeneri. Visto il buon esito del-l’iniziativa, si è continuatoanche la domenica dellePalme, riscontrando ancoratanta generosità. Un “grazie”da parte dei frati e di quanti sa-ranno beneficati dal nostroaiuto.

14 MARZOCon la Via Crucis da Celat a Sachet si

concludono le Stazioni quaresimali chehanno ritmato la Quaresima nella nostraForania.

In una serata abbastanza mite, la proces-sione si è snodata lungo il percorso tradi-zionale ed è stata animata, come al solito,dai bravi ragazzi di Vallada che hanno rap-presentato con serietà i vari personaggidella Via Crucis. Il tema di riflessione perquest’anno erano le “dambre”: dambreconsumate da noi uomini, per scapparelontano da Dio, le dambre consumate da

Una parte dei generi alimentari raccolti per la mensa dei frati diMussoi.

Dio per correre alla ricerca amorosa del-l’uomo. Come ricordo a tutti, alla fine, èstato regalato (non occorre dirlo) un paio di“dambre”.

16 MARZOInizia la Settimana santa che verrà ri-

cordata, quest’anno, almeno per quanto ri-guarda il clima, più per la sua somiglianzacon la stagione invernale che non con la pri-mavera. Pioggia, neve e freddo hanno ca-ratterizzato i vari giorni santi ma la rigiditàdel clima non ha impedito la regolare e par-tecipata celebrazione delle azioni litur-

giche.Molto parte-

cipate, anche daitanti ospiti pre-senti nei nostripaesi, le Ss.Messe del giornodi Pasqua.

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Alle famiglie dei Defunti, giungano anche dalle colonne del Bollettino le più vive condo-glianze di tutta la comunità, mentre si ringraziano tutti coloro che, in qualsiasi modo, hannosaputo condividere il loro dolore.

– Ronchi Gio-conda, di anni 79 evedova di SerafiniRinaldo da Sachet.Vive in Dio dal 15marzo.

– Luciani Edoardo, da via Rividella,vedovo di Marinelli Antonietta, dianni 90. Vive in Dio dal 10 marzo.

– Zus Velia, daVia Lotta e vedovadi Battain Alvise,di anni 93. Si è ad-dormentata nellapace del Signore ilgiorno di Pasqua,23 marzo.

Vallada:

– Micheluzzi Enzoda Sachet, di anni 62e marito di ZucalAdriana. Riposanella pace di Dio dal23 gennaio.

– Nenz Maria dianni 88, vedova diFontanive Guerrino.Morì il 25 dicembre2007 e fu sepolta aBolzano, in attesadella risurrezione.

COL BATTESIMO È ENTRATAA FAR PARTE DELLA COMUNITÀCRISTIANA DEI FIGLI DI DIO

– Rosson Alba, di Stefano e ColaoneMiriam, nata il 26 novembre 2007 e bat-tezzata il 17 febbraio 2008.

IL LORO CAMMINO È GIUNTOALLA SORGENTE

Canale:

NELLA NOSTRA FAMIGLIA PARROCCHIALE

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PROPOSTADI PELLEGRINAGGIO

IN TERRA SANTAÈ dal 2000 che le nostre comunità cri-

stiane non vanno in Terra santa. Sarebbebello ritornare là dove è vissuto Gesù edove è nata la Chiesa in quest’anno in cuicelebriamo il 550.mo anniversario dellafondazione della Pieve di Canale. Fra tutti ipellegrinaggi, per un cristiano, quello nellaterra di Gesù dovrebbe venire prima diogni altro. Riportiamo un programma dimassima, raccomandando a quantifossero interessati, di prenotarsi quantoprima.

DAL 30 AGOSTO AL 5 SETTEMBRE 20081o GIORNO: TEL AVIV-NAZARETH

Ritrovo all’aeroporto e partenza perTel Aviv e trasferimento in pullman aNazareth. Sosta a Stella Maris sulMonte Carmelo.

2o GIORNO: NAZARETH-MONTE TA-BOR-CANA-NAZARETHPartenza in pullman e salita al MonteTabor per la visita al Santuario dellaTrasfigurazione. Proseguimento perCana. Nel pomeriggio, visita allaGrotta dell’Annunciazione, Nuovabasilica, Chiesa di San Giuseppe.

3o GIORNO: TABGA-CAFARNAO-TIBE-RIADE-GIORDANO-NAZARETHVisita al Monte delle Beatitudini,Tabga e Cafarnao. Traversata in bat-tello del Lago di Tiberiade. Nel pome-riggio, sosta al fiume Giordano per il

rinnovo delle promesse battesimali.4o GIORNO: NAZARETH-GIORDANO-

MAR MORTO-QUMRAN-GERUSA-LEMMEPartenza in pullman, attraversando lavalle del Giordano. Proseguimentoper il Mar Morto e visita di Qumran. Inserata, arrivo a Gerusalemme.

5o GIORNO: GERUSALEMME-BETLEM-ME-AIN KAREM-GERUSALEMMEPartenza per Betlemme, e visita dellaBasilica della Natività, la Grotta di SanGirolamo e Campo dei Pastori. Nel po-meriggio, visita al Santuario della Visi-tazione di Ain Karem.

6o GIORNO: GERUSALEMMEVisita al Monte degli Ulivi, Getsemani,Basilica dell’Agonia, Cappella delPater Noster, Cappella del DominusFlevit. Nel pomeriggio, Sant’Anna, ViaCrucis e ingresso al Santo Sepolcro.

7o GIORNO: GERUSALEMME-MONTESIONVisita al Monte Sion.

8o GIORNO:GERUSALEMME - TEL AVIV -ITALIA.

Quota indicativa: euro 985,00. Le quotesono soggette a variazione (verso l’alto) acausa del continuo aumento del prezzodel petrolio. È importante dare quantoprima l’adesione di massima per poter or-ganizzare al meglio il pellegrinaggio in tuttii particolari.

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Iscrizione Tribunale di Belluno n. 18/2000 direttore Sirio Da Corteresponsabile ai sensi di legge Lorenzo Sperti

Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno

Un vivo ringraziamento a tutti gli of-ferenti, mentre si prega di volerscusare errori od omissioni che sonoda considerare del tutto involontari.

CANALEPer la Chiesa e le opere parrocchiali

Paolin Maria De Dea; Iscritte all’Apo-stolato della Preghiera; Fontanive AnnaMaria; mons. Ausilio Da Rif; Adami Maria;De Rocco Rinaldo; in Batt. Rosson Alba i ge-nitori; Tinarelli Marina; De PellegriniEmma; Manfroi Adele; Parrocchia S. Cuore(PN); Cacciatori Riserva di Canale; NN.(Napoli) per nuova Via Crucis.

In memoria diTancon Giovanni, figlio Ezio; Branca-

leone Guerrino, la figlia; Lorenzi Costantinoe Serafini Alba, i figli; Defunti di Paolin Silvioe Irma; Maria e Giuseppina Della Giacoma,i nipoti; Mario e Carmen Tancon, i figli;Gino Nart, la famiglia; Ravizza Maria, lafiglia; Vittorio ed Erina Luciani, i figli; De-funti di Tabiadon Alcisa; De Dea Severino,la moglie; Defunti di Lorenzi Egido; ZusSilvio, la moglie; Deola Guido, la famiglia;Fuoli Clelia Cagnati, i figli; Vito e ArturoDella Giacoma Sara De Bernardo; Defuntidi Scardanzan Alba Costa; Genitori diAdami Maria; Andrich Italo, la moglie; De-funti di Palla Caterina; De BernardoCarmen, il marito, Defunti di Edoardo Lu-ciani; Da Pos Benedetto, la moglie; Defuntidi Bramezza Lucilla; Tancon Fortunato, lafamiglia; Defunti di Fenti Igino e Adelaide,Edoardo Luciani, i figli.

VALLADAPer la Chiesa e le opere parrocchiali

Toffoli Cesira; De Toffol Orsola; RonchiRenato; Rossi Vittoria Piaz; Ronchi Elisa;Luchetta Irma; Frazione di Toffol in on. Ma-donna di Lourdes; in 90.mo compleannoTomaselli Antonietta; Aldo e Rosalia Costa;Tomaselli Paolo; Gino e Amalia De Toffol;De Toffol Orsola; Nardi Nerina; Marino eMaria De Toffol.

In memoria diGanz Antonietta, la famiglia; Giorgio

Negro, la moglie; Defunti di Luchetta Lu-ciana; Defunti di Della Zassa Renato; TissiGiuliano, la sorella Luciana; Ronchi Elia, ilmarito; Defunti di Andrich Giovanni; CostaRosilda, i figli; De Toffol Nella, il marito;Fenti Emilia Della Zassa, i nipoti Beppino eIrene; Micheluzzi Enzo, la famiglia; Defuntidi Giuseppe e Antonietta Luchetta; DeLazzer Giuseppe, la sorella; AndrichTeresa, la famiglia; Andrich Guido, la fa-miglia; Gioconda Ronchi, i figli.

PER LA VITA DEL BOLLETTINO(Canale e Vallada)

Piaz Gina; Fam. De Boni Pietro; De MioGraziella; Zus Benedetto; De Prà Celeste;Luciani Albina; Edo Brini; De Toffol Gino;Secchi Rodolfo; Davare Sante; De ToffolUgo; Cagnati Elba; Fontanive Giovanni; To-maselli Bettina; Fam. Micheluzzi Marcello;De Lazzer Isotta; Luciani Nicolino; PiazLidia; Caniglia Benetton Giannina; AndrichDelia; Luciani Rosa Paola; Riva Claudio; Al-fredo e Lucia Adami; Paolin Fortunata; Gi-rardi Luciano; Dall’Asen Silvana e RonchiGiovanni; Luchetta Irma; Tomaselli Lucia;Andrich Bruno; Manfroi Adele; ScolaIsolina; Scardanzan Mario; Tomaselli Livia;vari NN.

OFFERTE VARIEPer don Bruno Soppelsa (dal presepio del

Crepon) 180,00.

FRATERNITÀDal 29 dicembre 2007 al 24 marzo 2008