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03CUL01A0302 ZALLCALL 12 20:59:50 02/02/98 L A CULTURA Martedì 3 febbraio 1998 2 l’Unità2 Paolo Rossi «La scienza è fredda Ma è libera, paziente e resiste al tempo» 03CUL01AF02 3.0 10.0 Elémire Zolla «Non dichiariamo guerra all’irrazionale È l’altra metà di noi» Le due ragioni Le due ragioni La scienza non gode di popolari- tà. Forse lo sapevamo, ma oggi questo fenomeno trova spazio ad- dirittura sulle prime pagine dei giornali. «Sconfitta dell’illumini- smo», «vittoria dei sentimenti e di una visione romantica della vita», «ribellione alla dittatura della scienza» sono alcune delle frasi che abbiamo letto in questi giorni. L’ondata emotiva che accompa- gna la possibile scoperta di un far- maco contro il cancro può essere una spiegazione dell’esplosione di questa insofferenza per le insop- portabili procedure del metodo scientifico,ma non basta. Sembra quasi che il caso Di Bella abbia portato allo scoperto un pro- blema che covava sotto la cenere e i segnali della cui esistenza già si potevano scorgere nella crescita dei fenomeni di religiosità ed eso- terismo: una diffusa sfiducia nella ragione. Siamo di fronte a un feno- meno nuovo? «È un fenomeno forte in questo momento - dice il filosofo della scienza Paolo Rossi - ma non si può dire sia nuovo. La te- matica della contrapposizionealla scienza è antica. Per rimanere solo nel nostro secolo, basta partire da Giovanni Papini. Il coro di voci che contrappongono al sapere ”freddo” e astratto, un altro sapere definito “caldo” accompagna da sempre la crescita della scienza. Ma mentre queste affermazioni al- l’iniziodel secolo uscivano sulla ri- vista di Papini e interessavano solo alcuni gruppi intellettuali, oggi, in una società in cui i mezzi di comu- nicazione di massa hanno un peso enorme, diventano una grande ondata diopinione pubblica». Ci sono dei momenti, però, in cui la sfiducia nella possibilità di risolvere razionalmente i proble- mi che ci affliggono si accresce molto. «Ci sono momenti di popolarità e momenti di impopolarità della scienza. Quando la forbice con l’o- pinione pubblica si allarga, si apre anche spazio per la scienza non uffi- ciale, alternativa. Ma non creda che questo fenomeno non sia stato ana- lizzato. Un filosofo tedesco, Otto Marquard, ne ha individuato anche le fasi: all’inizio c’è gioia e attesa per la scoperta, poi la novità acquisita viene data come ovvia, entra a far parte della vita quotidiana e non si gioisce più per la conquista avvenu- ta. Infine, subentra una fase di stan- chezza per la novità e si mette in movimento un meccanismo di ri- fiuto. La cosa rilevante, però, è che il rifiuto subentra soprattutto laddo- ve la scienza fa parte della vita quoti- diana: solo nei paesi in cui la vita media è tra i 70 e i 78 anni ci si per- mette di rifiutare la medicina che invece è attesa spasmodicamente nelle regioni del mondo in cui la percentuale di mortalità è ancora molto alta. La contrapposizione ha, dunque una tradizione lunga ed è legata a certe caratteristiche della scienza stessa. In primo luogo la sua freddezza: non si partecipa emoti- vamente alla freddezza». Un’altra cosa di cui viene accu- sata la scienza è la sua arroganza: c’è spazio per il dubbio nella sua logica? «Al contrario, il fondamento del- la scienza è lo scetticismo. La scien- za è nata in Europa quando alcuni signori, riunitisi nell’Accademia dei Lincei italiana o alla Royal Society di Londra, hanno fatto un discorso strano per l’epoca: ci sono dei luo- ghi - hanno detto - in cui l’autorità, sia essa politica o religiosa, nonvale. E, ancora oggi, il discorso è lo stesso: ci sono dei luoghi in cui valgono non l’autorità di chi dice le cose, né l’opinione dei più, ma solo le teorie e gli esperimenti. Da Galilei in poi, per la scienza non c’è nulla che non possa essere vero, ma, per essere ve- ra, una cosa va o dimostrata mate- maticamente o sperimentata in modo ripetuto, cioè controllabile. È comprensibile che questo atteggia- mento possa apparire arrogante a chi ha una richiesta urgente che na- sce da emozioni forti, spesso moti- vate da sofferenza». Non ci sono dunque elementi di rigidità nel pensiero scientifico? «Ci sono. E c’è anche una certa forma di arroganza vera, spesso in- dividuata dagli stessi scienziati. Un grande fisico, credo fosse Bohr, di- ceva: la fisica va avanti perché i fisici muoiono. Però se ci chiediamo: di tutte le forme che la cultura assume, la scienza è la più rigida? La risposta è: francamente no. Il luogo in cui le revisioni avvengono più spesso, in cui si abbandonano le cose vecchie per le nuove con maggiore rapidità, è il mondo della scienza, non certo quello della religione o quello della politica. Qual è il tipo di sapere in cui si accetta come un valore che le cose dette vengano poi smentite? Il mondo in cui ognuno sa di lavorare avendo nel suo destino di essere su- perato da scoperte successive? È la scienza. Per questo, è l’unico mon- do davvero internazionale: c’è una sola fisica, una sola genetica. C’è - tra discussioni, liti e scontri - quella che si chiama una comunità scienti- fica». Il giudizio suirisultati puòveni- re solo dalle comunità scientifi- che. Ci si può domandare: posso- no sbagliare? «Certo che possono. Ma possono sbagliare per tempi lunghi? Io direi no, non è mai successo. Ci sono de- cine e decine di teorie fasulle che so- no state accolte inizialmente, ma al- la fine sono sparite. Ricordiamo il siero Bonifacio, la fusione fredda, la memoria dell’acqua. La valutazio- ne nasce all’interno della comuni- tà, con i rischi che questo comporta, ma ogni soluzione diversa daquesta è peggiore: chi può pensare che un’autorità esterna alla comunità dei fisici stabilisca cos’è la fisica? Per la verità, in questo secolo abbiamo visto anche questo, ma quando è successo i risultati sono stati mo- struosi. Pensiamo alla biologia in Unione sovietica o alla fisica nella Germania nazista. E, all’inverso, è difficile pensare che una congiura di cattivi faccia fuori delle verità scientifiche. Nel corso dei secoli si sono affermate delle verità che sem- bravano incredibili. Possiamo an- che essere scettici nei confronti del- lo scetticismo scientifico, ma biso- gna apprezzare questa pazienza». Non pensa che questo senso di delusione nei confronti della scienza nasca anche da uno scol- lamento tra l’esperienza quoti- diana e quello che viene presenta- tocomerisultato scientifico? «Il punto, nel momento in cui viene disegnato, non è più privo di dimensioni, qualsiasi cerchio si possa disegnarenon sarà mai perfet- to, e così via. C’è sempre una distan- za tra la visione scientifica e la visio- ne del senso comune del mondo. E quando la distanza diventa molto ampia è spesso accompagnata da un atteggiamento di sufficienza degli scienziati. In Italia, in particolare, è mancata per molto tempo ogni tipo di educazione scientifica che potes- se ridurre questa distanza». Dov’è lo spazio per i sentimenti nella cultura scientifica? «Alla scienzanon si deve chiedere quello che non può dare. Non è un sostituto della fede o della morale. Il suo discorso è parziale e non credo che ci sia uno scienziato che pensi che affidandosi alla scienza si risol- vano i problemi dell’uomo. La sof- ferenza, la morte, il bisogno di Dio: a queste cose la scienza non ha mai preteso di rispondere. E, se lo ha fat- to, ha sbagliato. Sostituirela scienza alla religione è stata una delle gran- di illusioni tra positivismo e marxi- smo. Tuttavia, le emozioni non so- no fuori dall’orizzonte della scien- za: molto di ciò che sappiamo sui sentimenti e gli istinti viene dalla psichiatria e dalla psicoanalisi, cioè da un mondo dietro il quale ci sono, ancora una volta, teorie. Le emozio- ni possono essere raccontate, come fanno i romanzi, e allora siamo nel campo dell’arte, ma quando vengo- no studiate siamo un’altra volta dentro la scienza, con tutti i suoi li- miti ma anche con tutta la sua for- za». Cristiana Pulcinelli Dal dizionario. Irrazionale: privo di ragione, che non ha relazione con la facoltà della ragione; sinonimi: bru- to, irragionevole, illogico, dissenna- to. Vi sentite offesi quando vi danno dell’irrazionale? Avete pienamente ragione se fate vostro il significato ri- portato da un qualsiasi dizionario della lingua italiana. In realtà l’irra- zionale non è la parte bruta che è in noi. È semplicemente parte di noi. «Parte del mondo - precisa Elémire Zolla - necessario quanto lo è la ragio- ne». Intellettuale e profondo cono- scitore delle filosofie orientali e delle tradizioni esoteriche, Elémire Zolla può essere «ingaggiato» come uno dei migliori avvocati in difesa dell’ir- razionale. Tra i suoi numerosissimi saggi, tra l’altro, ce n’è uno che tratta proprio di ragione e irrazionalità e si intitola La nube del telaio (Monda- dori, 1996). In esso, Zolla spiega come nascono e si sviluppano in Occidente i concetti di razionalità e irrazionalità e racconta anche co- me vedono la questione le civiltà e le culture non occidentali. «La se- rie di sinonimi di irrazionale che lei riferisce - ci dice - non è molto corretta. In realtà sono insulti. E dimostrano soltanto che siamo confinati in un’accezione sbagliata del termine irrazionale. Fin quan- do ci atterremo a dare per scontato un giudizio, e non un significato, non progrediremo di niente». Allora cominciamo con una de- finizione corretta di irrazionale. «È ciò che la ragione non sa af- frontare. E se lo definiamo sempli- cemente come il contrario di razio- nale, allora comprende almeno me- tà del mondo. Prima di tutto, però, dovrebbe essere chiara una premes- sa: se cerchiamo la verità, queste de- finizioni non sono vere. Sono una ”verità” che mi può essere smentita soltanto perché prendo un aereo e vado a migliaia di chilometri da qui. Noi parliamo di una cosa che a To- kyo è addirittura inesprimibile. In Giappone non posso definire l’irra- zionale, perché c’è tutta una tradi- zione, cinese e giapponese, che smentisce l’uso del termine irrazio- nale». Può spiegarci meglio? «In queste culture l’opposizione tra razionale e irrazionale non si po- ne. Perché si ragionaa triadi». E il concetto di yin e yang? «Non c’è divisione contrapposta nello yin e yang. Guardiamo il sim- bolo: è una sfera divisa a metà e al centro di ogni metà c’è un puntino del colore della metà opposta. Ogni metà ha nel cuore la metà opposta. Come vede, non è simile al binomio ragione-irrazionale, che da noi vie- ne diviso in maniera netta». D’altra parte, il nostro cervello è diviso in due emisferi che fun- zionano in armonia... «Il nostro cervello è diviso in due. Due parti non contrapposte in irra- zionale e razionale, ma che funzio- nano in concerto e che semmai di- vidono una conoscenza che si può formulare linguisticamente da una conoscenza che non si può trasferi- re in linguaggio. Una costruisce se- condo le regole della lingua, l’altra apprende secondo modalità diver- se, per immagini, intuizione, ecce- tera». «La ragione viene al mondo in un mondo irrazionale», ha scritto Nietzsche. E comunque la filoso- fia ci dice che l’irrazionale è l’ele- mento di cui il piano della ragio- ne ha bisogno per diventare con- creto eoperante. «L’irrazionale è il punto di par- tenza del razionale, lo spazio nel quale si muove. Non è untermine di confronto, come opposto, è sempli- cemente ciò che mi trovo davanti. Ed è quello che devo risolvere, quel- lo che è mio dovere risolvere. È ciò chemi definisce». Ci fa un esempioconcreto? «Atteniamoci alla dicotomia ce- rebrale: illinguaggio organizza l’esi- stente. Questa è la ragionevolezza che nasce dall’irrazionale. I bambi- ni imparano a parlare oltre un anno dopo la nascita. Tra l’altro, quello è il momento in cui perdono moltis- simo delle loro capacità, perché si li- mitano. Il bambino che non ha an- cora imparato a parlare è capace di imparare tutte le lingue immagina- bili. Lo vediamo in certe civiltà, per esempio, nell’India del nord o a Ba- li, dove i bambini naturalmente parlano cinque o sei lingue. Spesso in Occidente viene intentata un’a- zione lugubre per impedire ai picco- li di usufruire di questa straordina- ria capacità. Una falsa visione della ragione viene usata per impedire l’espandersi naturale delle nostre capacitàdi apprendimento». Perché?Abbiamo paura? «Siamo vittime di una maledizio- ne connessa all’uso della diade. Ci si limita volentieri, ci si costringe a stare in limiti che non sono i nostri. Se rimaniamo nell’esempio in cui siamo incappati, c’è paura nei con- fronti delle potenzialità di un bam- bino. Gli si infligge l’unicità dello scopo. Una sola lingua, in questo caso, quindi una sola ragionevolez- za, unasolarazionalità». C’è piùd’una ragione? «Di razionalità ce ne possono es- sere quante se ne vuole. Anche di ir- razionalità. Sono due mondi che non hanno nulla di radicalmente diverso. Li si soffoca entrambi. Non solo la razionalità. Soffochiamo la possibilità di accedere al mondo, un mondo in cui la partita non è mai uno-due. Ma almeno tre. In India è dato per scontato che la suddivisio- ne è sempre per tre. Anche da noi era così. San Paolo dice che l’uomo è di- viso in tre parti: corpo, anima e spi- rito. Poi la Chiesa inventa che l’uo- mo si divide in corpo e anima. To- gliendo lo spirito cheera l’elemento di ragione che ci permetteva di divi- dere il corpo dall’anima. Era ciò che permetteva una divisione saggia dell’uomo. La divisione per due, in- vece, è l’inizio di una guerra». Jung, che credeva nella funzio- ne conoscitiva dell’irrazionale di- vide in quattro le funzioni della psiche: pensiero, sensazione, in- tuizione esentimento... «Beh, sapeva che più se ne mette, meno c’è la possibilità di finire in una battaglia. Comunque ne basta- no tre per funzionare armonica- mente. Il due è la suddivisione della guerra. Nel momento in cui si divi- de per due si distrugge la possibilità di vivere in pace. L’attrazione della guerra ci ha fatto dividere il mondo per due. È un’attrazione molto radi- cale. In fondo, impostando tutto come campagna di guerra,la vita di- venta semplice semplice. Diventa un calcolo delle truppe a disposizio- ne da lanciare sul nemico. In questo non intendo le guerre reali, che so- no state combattute in tutto il mon- do, a Ovest come a Est, ma l’impo- stare la vita sulla guerra. Ma si può impostare anche sulla pace, che non è qualcosa che viene regalata, è il risultato di un’armonizzazione. E si può produrre un’armonia non fra due, ma fra tre». Beh, sul piano dei sentimenti può esseremolto difficile... «Chi lo sa? Tant’è che si mette al mondo un figlio. È il terzo del gioco, sul quale può stabilirsi un’armonia perpetua fra i due. Con il figlio, o la sola prospettiva di un figlio, c’è un terzo diverso sul quale i due posso- no cercare di armonizzarsi. Il due è un numero troppo piccolo. È l’uno che si addiziona all’uno, e quindi è la negazione dell’uno. La dialettica invece è sempre fondata sul tre: uno e due sono l’opposizione, l’analisi; il tre è la sintesi. C’è bisogno del terzo elemento». Quale può essere il terzo ele- mento nel caso Di Bella? «Se andiamo a vedere un proble- ma qualsiasi, attuale, non risolto, le cui soluzioni possono essere varie, mi chiedo: dove va a finire tutta la si- cumera che dà la contrapposizione tra scientifico e non scientifico? Lei mi chiede del caso Di Bella. Esiste, anche qui, la possibilità di una terza posizione, che in questo momento non sappiamo cos’è. Sarà probabil- mente la posizione che dominerà di qui a dieci anni,che sarà sicuramen- te un’altra cosa. Se né l’uno né l’al- tro avranno vinto». Stefania Scateni Paolo Rossi Elémire Zolla «Napoli, 1993» e, in alto «Napoli, 1986» di Mimmo Jodice, tratte dal libro «Tempo interiore», Federico Motta Editore Testa e cuore: gli attrezzi per «leggere» il mondo Cuore o cervello? In queste set- timane due «casi di cronaca» ci hanno messo di fronte al dilem- ma. Ci riferiamo al «caso Di Bella» e alla drammatica storia di Gabriele, il bambino senza cervello nato per morire. Le po- lemiche, gli interventi, le sensa- zioni e le emozioni (sia pubbli- che che private) che i due avve- nimenti hanno suscitato nel nostro paese hanno riflettuto anche le diverse modalità che mettiamo in atto per capire il mondo e ragionarci sopra. C’è stato chi ha sposato la tesi della società scientifica, che ha le sue leggi e attraverso quelle leggi ri- conosce e divide il ciò che è giu- sto (scientificamente) da ciò che non lo è. E c’è stato chi, magari chi è passato attraverso l’esperienza di dolore di una tremenda malattia, ha preferito credere, nel caso della cura Di Bella, alla speranza di una gua- rigione. Molti di loro hanno li- tigato di brutto, la società scientifica contro i dibelliani ad esempio. Molti hanno accu- sato Sandra e Luca, i genitori di Gabriele, di aver «prodotto car- ne da macello». Chi ha ragione e chi torto?, ci siamo chiesti. E poi, però, ci siamo anche chie- sti se questa fosse la domanda giusta. Non potrebbero avere ragione entrambi, la ragione e l’irrazionale? E non sono pro- prio l’irrazionale e l’amore (una delle cose più irrazionali che ci siano) a muovere, spingere e di- rigere la ragione? Razionalità non è sinonimo di verità. E irra- zionalità non è sinonimo di scelleratezza. La ragione è una serie di regole che spiegano ciò che possono spiegare: la com- plessità del reale non viene esaurita da queste regole, né l’offerta di senso del mondo si risolve nell’insieme dei signifi- cati fissati dalla ragione. L’irra- zionale è tutto ciò che è irridu- cibile alle categorie con cui la ragione costruisce e spiega un’esperienza. I due mondi, na- turalmente, coabitano, si tocca- no, convivono. Molti scienziati, peraltro, «si servono» dell’irra- zionale per le loro scoperte. Ne- gli anni Trenta il giovane mate- matico Alan Turing «bruciò» un anziano collega, che stava lavorando da tempo allo stesso problema, «trovando» un im- portante teorema legato alla teoria dei computer dormic- chiando su un prato, in forma di allucinazione. Ancora prima, nell’800, il chimico August Ke- kulè scoprì la formula del ben- zene vedendola in sogno, nel- l’immagine di serpenti che si mordevano la coda e roteava- no. La formula del benzene è molto particolare, perché attor- no a un esagono di atomi di carbonio ruotano sei elettroni delocalizzati. Sono come salsic- ciotti. O come serpenti che si mordono la coda. E allora? Al- lora forse è meglio unire che di- videre. E per saperne di più, su ragione e irrazionale, abbiamo chiesto lumi a due «esperti» del settore. Di razionalità ci parla il filosofo della scienza Paolo Ros- si, di irrazionalità il filosofo Elémire Zolla. [St.S.]
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il mondo - Archivio Unità

Jan 19, 2023

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Page 1: il mondo - Archivio Unità

03CUL01A0302 ZALLCALL 12 20:59:50 02/02/98

LA CULTURAMartedì 3 febbraio 1998 2 l’Unità2

Paolo Rossi

«La scienza è freddaMa è libera, pazientee resiste al tempo»

03CUL01AF023.010.0

Elémire Zolla

«Non dichiariamoguerra all’irrazionaleÈ l’altra metà di noi»

LedueragioniLedueragioni

La scienza non gode di popolari-tà. Forse lo sapevamo, ma oggiquesto fenomeno trova spazio ad-dirittura sulle prime pagine deigiornali. «Sconfitta dell’illumini-smo», «vittoria dei sentimenti e diuna visione romantica della vita»,«ribellione alla dittatura dellascienza» sono alcune delle frasiche abbiamoletto inquestigiorni.L’ondata emotiva che accompa-gna la possibile scoperta di un far-maco contro il cancro può essereunaspiegazione dell’esplosione diquesta insofferenza per le insop-portabili procedure del metodoscientifico,manonbasta.

Sembraquasi che il casoDiBellaabbiaportatoalloscopertounpro-blema che covava sotto la cenere ei segnali della cui esistenza già sipotevano scorgere nella crescitadei fenomeni di religiosità ed eso-terismo: una diffusa sfiducia nellaragione.Siamodifronteaunfeno-meno nuovo? «È un fenomenoforte in questo momento - dice ilfilosofo della scienza Paolo Rossi -manonsipuòdiresianuovo.Late-maticadellacontrapposizioneallascienza è antica. Per rimanere solonel nostro secolo, basta partire daGiovanni Papini. Il coro di vociche contrappongono al sapere”freddo” e astratto, unaltro saperedefinito “caldo” accompagna dasempre la crescita della scienza.Mamentrequesteaffermazionial-l’iniziodelsecolouscivanosullari-vistadiPapinie interessavanosoloalcunigruppi intellettuali,oggi, inuna società in cui i mezzidi comu-nicazionedimassahannounpesoenorme, diventano una grandeondatadiopinionepubblica».

Ci sono dei momenti, però, incui la sfiducia nella possibilità dirisolvere razionalmente i proble-mi che ci affliggono si accrescemolto.

«Cisonomomentidipopolaritàemomenti di impopolarità dellascienza. Quando la forbice con l’o-pinione pubblica si allarga, si apreanchespazioperlascienzanonuffi-ciale, alternativa. Ma non creda chequesto fenomenononsiastatoana-lizzato. Un filosofo tedesco, OttoMarquard,nehaindividuatoanchele fasi: all’inizio c’è gioia e attesa perla scoperta, poi la novità acquisitaviene data come ovvia, entra a farparte della vita quotidiana e non sigioisce piùper laconquistaavvenu-ta. Infine, subentra una fase di stan-chezza per la novità e si mette inmovimento un meccanismo di ri-fiuto.Lacosarilevante,però,ècheilrifiuto subentra soprattutto laddo-velascienzafapartedellavitaquoti-diana: solo nei paesi in cui la vitamedia è tra i 70 e i 78 anni ci si per-mette di rifiutare la medicina cheinvece è attesa spasmodicamentenelle regioni del mondo in cui lapercentuale di mortalità è ancoramolto alta.Lacontrapposizioneha,dunque una tradizione lunga ed èlegata a certe caratteristiche dellascienza stessa. In primo luogo la suafreddezza: non si partecipa emoti-vamenteallafreddezza».

Un’altra cosa di cui viene accu-sata la scienza è la sua arroganza:c’è spazio per il dubbio nella sualogica?

«Al contrario, il fondamento del-la scienza è lo scetticismo. La scien-za è nata in Europa quando alcunisignori, riunitisinell’AccademiadeiLincei italiana o alla Royal Societydi Londra, hanno fatto un discorsostrano per l’epoca: ci sono dei luo-ghi - hanno detto - in cui l’autorità,siaessapoliticaoreligiosa,nonvale.E,ancoraoggi, ildiscorsoèlostesso:ci sono dei luoghi in cui valgononon l’autorità di chi dice le cose, nél’opinione dei più, ma solo le teoriee gli esperimenti. Da Galilei in poi,per la scienza non c’è nulla che nonpossa essere vero, ma, per essere ve-ra, una cosa va o dimostrata mate-maticamente o sperimentata inmodoripetuto,cioècontrollabile.Ècomprensibile che questo atteggia-mento possa apparire arrogante achi hauna richiestaurgente che na-sce da emozioni forti, spesso moti-vatedasofferenza».

Noncisonodunqueelementidirigiditànelpensieroscientifico?

«Ci sono. E c’è anche una certaforma di arroganza vera, spesso in-dividuata dagli stessi scienziati. Ungrande fisico, credo fosse Bohr, di-ceva: la fisicavaavantiperchéi fisicimuoiono. Però se ci chiediamo: ditutte le formechelaculturaassume,la scienza è la più rigida? La rispostaè: francamente no. Il luogo in cui lerevisioni avvengono più spesso, in

cui si abbandonano le cose vecchieper le nuove con maggiore rapidità,è il mondo della scienza, non certoquello della religione o quello dellapolitica. Qual è il tipo di sapere incui si accetta come un valore che lecose dette vengano poi smentite? Ilmondo incui ognuno sa di lavorareavendo nel suo destino di essere su-perato da scoperte successive? È lascienza. Per questo, è l’unico mon-do davvero internazionale: c’è unasola fisica, una sola genetica. C’è -tra discussioni, liti e scontri - quellachesichiamaunacomunitàscienti-fica».

Ilgiudiziosuirisultatipuòveni-re solo dalle comunità scientifi-che. Ci si può domandare: posso-nosbagliare?

«Certo che possono. Ma possonosbagliare per tempi lunghi? Io direino, non è mai successo. Ci sono de-cineedecinedi teorie fasullecheso-nostateaccolteinizialmente,maal-la fine sono sparite. Ricordiamo ilsiero Bonifacio, la fusione fredda, lamemoria dell’acqua. La valutazio-ne nasce all’interno della comuni-tà,conirischichequestocomporta,maognisoluzionediversadaquestaè peggiore: chi può pensare cheun’autorità esterna alla comunitàdei fisici stabiliscacos’è la fisica?Perla verità, in questo secolo abbiamovisto anche questo, ma quando èsuccesso i risultati sono stati mo-struosi. Pensiamo alla biologia inUnione sovietica o alla fisica nellaGermania nazista. E, all’inverso, èdifficile pensare che una congiuradi cattivi faccia fuori delle veritàscientifiche. Nel corso dei secoli sisonoaffermatedelleveritàchesem-bravano incredibili. Possiamo an-che essere scettici nei confronti del-

lo scetticismo scientifico, ma biso-gnaapprezzarequestapazienza».

Non pensa che questo senso didelusione nei confronti dellascienza nasca anche da uno scol-lamento tra l’esperienza quoti-dianaequellochevienepresenta-tocomerisultatoscientifico?

«Il punto, nel momento in cuiviene disegnato, non è più privo didimensioni, qualsiasi cerchio sipossadisegnarenonsaràmaiperfet-to, ecosìvia.C’èsempreunadistan-za tra la visione scientificae la visio-ne del senso comune del mondo. Equando la distanza diventa moltoampiaèspessoaccompagnatadaunatteggiamento di sufficienza degliscienziati. In Italia, in particolare, èmancatapermoltotempoognitipodi educazione scientifica che potes-seridurrequestadistanza».

Dov’è lo spazio per i sentimentinellaculturascientifica?

«Allascienzanonsidevechiederequello che non può dare. Non è unsostitutodella fedeodellamorale. Ilsuo discorso è parziale e non credoche ci sia uno scienziato che pensiche affidandosi alla scienza si risol-vano i problemi dell’uomo. La sof-ferenza, la morte, il bisogno di Dio:a queste cose la scienza non ha maipreteso di rispondere. E, se lo ha fat-to,hasbagliato.Sostituirelascienzaalla religione è stata una delle gran-di illusioni tra positivismo e marxi-smo. Tuttavia, le emozioni non so-no fuori dall’orizzonte della scien-za: molto di ciò che sappiamo suisentimenti e gli istinti viene dallapsichiatria e dalla psicoanalisi, cioèdaunmondodietroilqualecisono,ancoraunavolta, teorie.Leemozio-ni possono essere raccontate, comefanno i romanzi, e allora siamo nelcampodell’arte,maquandovengo-no studiate siamo un’altra voltadentro la scienza, con tutti i suoi li-miti ma anche con tutta la sua for-za».

Cristiana Pulcinelli

Dal dizionario. Irrazionale: privo diragione, che non ha relazione con lafacoltà della ragione; sinonimi: bru-to, irragionevole, illogico, dissenna-to. Vi sentite offesi quando vi dannodell’irrazionale? Avete pienamenteragione se fate vostro il significato ri-portato da un qualsiasi dizionariodella lingua italiana. In realtà l’irra-zionale non è la parte bruta che è innoi. È semplicemente parte di noi.«Parte del mondo - precisa ElémireZolla -necessarioquantoloè laragio-ne». Intellettuale e profondo cono-scitore delle filosofie orientali e delletradizioni esoteriche, Elémire Zollapuò essere «ingaggiato» come unodei migliori avvocati in difesa dell’ir-razionale. Tra i suoi numerosissimisaggi, tra l’altro, ce n’è uno che trattaproprio di ragione e irrazionalità e siintitola La nube del telaio (Monda-dori, 1996). In esso, Zolla spiegacome nascono e si sviluppano inOccidente i concetti di razionalitàe irrazionalità e racconta anche co-me vedono la questione le civiltà ele culture non occidentali. «La se-rie di sinonimi di irrazionale chelei riferisce - ci dice - non è moltocorretta. In realtà sono insulti. Edimostrano soltanto che siamoconfinati in un’accezione sbagliatadel termine irrazionale. Fin quan-do ci atterremo a dare per scontatoun giudizio, e non un significato,non progrediremo di niente».

Alloracominciamoconunade-finizionecorrettadiirrazionale.

«È ciò che la ragione non sa af-frontare. E se lo definiamo sempli-cemente come il contrario di razio-nale,alloracomprendealmenome-tà del mondo. Prima di tutto, però,dovrebbe essere chiara una premes-sa: secerchiamolaverità,questede-

finizioni non sono vere. Sono una”verità” che mi può essere smentitasoltanto perché prendo un aereo evadoamigliaiadichilometridaqui.Noi parliamo di una cosa che a To-kyo è addirittura inesprimibile. InGiappone non posso definire l’irra-zionale, perché c’è tutta una tradi-zione, cinese e giapponese, chesmentisce l’uso del termine irrazio-nale».

Puòspiegarcimeglio?«In queste culture l’opposizione

tra razionale e irrazionale nonsipo-ne.Perchésiragionaatriadi».

Eilconcettodiyineyang?«Non c’è divisione contrapposta

nello yin e yang. Guardiamo il sim-bolo: è una sfera divisa a metà e alcentro di ogni metà c’è un puntinodel colore della metà opposta. Ognimetà ha nel cuore la metà opposta.Comevede,nonèsimilealbinomioragione-irrazionale, che da noi vie-nedivisoinmanieranetta».

D’altra parte, il nostro cervelloè diviso in due emisferi che fun-zionanoinarmonia...

«Il nostrocervelloè diviso in due.Due parti non contrapposte in irra-zionale e razionale, ma che funzio-nano in concerto e che semmai di-vidono una conoscenza che si puòformulare linguisticamente da unaconoscenza che non si può trasferi-re in linguaggio. Una costruisce se-condo le regole della lingua, l’altraapprende secondo modalità diver-se, per immagini, intuizione, ecce-tera».

«La ragione viene al mondo inunmondoirrazionale»,hascrittoNietzsche. E comunque la filoso-fia ci dice che l’irrazionale è l’ele-mento di cui il piano della ragio-ne ha bisogno per diventare con-cretoeoperante.

«L’irrazionale è il punto di par-tenza del razionale, lo spazio nelqualesimuove.Nonèunterminediconfronto,comeopposto,èsempli-cemente ciò che mi trovo davanti.Edè quello che devorisolvere,quel-

lo che è mio dovere risolvere. È ciòchemidefinisce».

Cifaunesempioconcreto?«Atteniamoci alla dicotomia ce-

rebrale: il linguaggioorganizzal’esi-stente. Questa è la ragionevolezzache nasce dall’irrazionale. I bambi-ni imparano a parlare oltre unannodopo la nascita. Tra l’altro, quello èil momento in cui perdono moltis-simodelle lorocapacità,perchési li-mitano. Il bambino che non ha an-cora imparato a parlare è capace diimparare tutte le lingue immagina-bili. Lo vediamo in certe civiltà, peresempio, nell’India del nord o a Ba-li, dove i bambini naturalmenteparlano cinque o sei lingue. Spessoin Occidente viene intentata un’a-zionelugubreper impedireaipicco-li di usufruire di questa straordina-ria capacità. Una falsa visione dellaragione viene usata per impedirel’espandersi naturale delle nostrecapacitàdiapprendimento».

Perché?Abbiamopaura?«Siamo vittime diuna maledizio-

neconnessaall’usodelladiade.Cisilimita volentieri, ci si costringe astare in limiti che non sono i nostri.Se rimaniamo nell’esempio in cuisiamo incappati, c’è paura nei con-fronti delle potenzialità di un bam-bino. Gli si infligge l’unicità delloscopo. Una sola lingua, in questocaso, quindi una sola ragionevolez-za,unasolarazionalità».

C’èpiùd’unaragione?«Di razionalità ce ne possono es-

sere quante se ne vuole. Anchedi ir-razionalità. Sono due mondi chenon hanno nulla di radicalmentediverso. Li si soffoca entrambi. Nonsolo la razionalità. Soffochiamo lapossibilitàdiaccederealmondo,unmondo in cui la partita non è maiuno-due. Ma almeno tre. In India èdato per scontato che la suddivisio-neèsemprepertre.Anchedanoieracosì. San Paolodiceche l’uomoèdi-viso in tre parti: corpo, anima e spi-rito. Poi la Chiesa inventa che l’uo-mo si divide in corpo e anima. To-gliendolospiritocheeral’elementodi ragione checipermettevadidivi-dere il corpo dall’anima. Era ciò chepermetteva una divisione saggiadell’uomo. La divisione per due, in-vece,èl’iniziodiunaguerra».

Jung, che credeva nella funzio-neconoscitivadell’irrazionaledi-vide in quattro le funzioni dellapsiche: pensiero, sensazione, in-tuizioneesentimento...

«Beh, sapeva che più se ne mette,meno c’è la possibilità di finire inuna battaglia. Comunque ne basta-no tre per funzionare armonica-mente. Il due è la suddivisionedellaguerra. Nel momento in cui si divi-de per due si distrugge la possibilitàdi vivere in pace. L’attrazione dellaguerra ci ha fatto dividere il mondoper due. È un’attrazionemoltoradi-cale. In fondo, impostando tuttocomecampagnadiguerra,lavitadi-venta semplice semplice. Diventauncalcolodelle truppeadisposizio-neda lanciare sulnemico. Inquestonon intendo le guerre reali, che so-nostatecombattuteintuttoilmon-do, a Ovest come a Est, ma l’impo-stare la vita sulla guerra. Ma si puòimpostare anche sulla pace, chenon è qualcosa che viene regalata, èil risultato di un’armonizzazione. Esi può produrre un’armonianonfradue,mafratre».

Beh, sul piano dei sentimentipuòesseremoltodifficile...

«Chi lo sa? Tant’è che si mette almondounfiglio.È il terzodelgioco,sul quale può stabilirsi un’armoniaperpetua fra i due. Con il figlio, o lasola prospettiva di un figlio, c’è unterzo diverso sul quale i due posso-no cercare di armonizzarsi. Il due èun numero troppo piccolo. È l’unoche si addiziona all’uno, e quindi èla negazione dell’uno. La dialetticainveceèsemprefondatasul tre:unoeduesonol’opposizione,l’analisi; iltre è la sintesi. C’è bisogno del terzoelemento».

Quale può essere il terzo ele-mentonelcasoDiBella?

«Se andiamo a vedere un proble-ma qualsiasi, attuale, non risolto, lecui soluzioni possono essere varie,michiedo:dovevaafiniretuttalasi-cumera che dà la contrapposizionetra scientifico e non scientifico? Leimi chiede del caso Di Bella. Esiste,anche qui, lapossibilità diunaterzaposizione, che in questo momentonon sappiamo cos’è. Sarà probabil-mente laposizionechedomineràdiquiadiecianni,chesaràsicuramen-te un’altra cosa. Se né l’uno né l’al-troavrannovinto».

Stefania Scateni

Paolo Rossi Elémire Zolla

«Napoli, 1993» e, in alto «Napoli, 1986» di Mimmo Jodice, tratte dal libro «Tempo interiore», Federico Motta Editore

Testa e cuore: gli attrezziper «leggere» il mondoCuore o cervello? In queste set-timane due «casi di cronaca» cihanno messo di fronte al dilem-ma. Ci riferiamo al «caso DiBella» e alla drammatica storiadi Gabriele, il bambino senzacervello nato per morire. Le po-lemiche, gli interventi, le sensa-zioni e le emozioni (sia pubbli-che che private) che i due avve-nimenti hanno suscitato nelnostro paese hanno riflettutoanche le diverse modalità chemettiamo in atto per capire ilmondo e ragionarci sopra. C’èstato chi ha sposato la tesi dellasocietà scientifica, che ha le sueleggi e attraverso quelle leggi ri-conosce e divide il ciò che è giu-sto (scientificamente) da ciòche non lo è. E c’è stato chi,magari chi è passato attraversol’esperienza di dolore di unatremenda malattia, ha preferitocredere, nel caso della cura DiBella, alla speranza di una gua-rigione. Molti di loro hanno li-tigato di brutto, la societàscientifica contro i dibellianiad esempio. Molti hanno accu-

sato Sandra e Luca, i genitori diGabriele, di aver «prodotto car-ne da macello». Chi ha ragionee chi torto?, ci siamo chiesti. Epoi, però, ci siamo anche chie-sti se questa fosse la domandagiusta. Non potrebbero avereragione entrambi, la ragione el’irrazionale? E non sono pro-prio l’irrazionale e l’amore (unadelle cose più irrazionali che cisiano) a muovere, spingere e di-rigere la ragione? Razionalitànon è sinonimo di verità. E irra-zionalità non è sinonimo discelleratezza. La ragione è unaserie di regole che spiegano ciòche possono spiegare: la com-plessità del reale non vieneesaurita da queste regole, nél’offerta di senso del mondo sirisolve nell’insieme dei signifi-cati fissati dalla ragione. L’irra-zionale è tutto ciò che è irridu-cibile alle categorie con cui laragione costruisce e spiegaun’esperienza. I due mondi, na-turalmente, coabitano, si tocca-no, convivono. Molti scienziati,peraltro, «si servono» dell’irra-

zionale per le loro scoperte. Ne-gli anni Trenta il giovane mate-matico Alan Turing «bruciò»un anziano collega, che stavalavorando da tempo allo stessoproblema, «trovando» un im-portante teorema legato allateoria dei computer dormic-chiando su un prato, in formadi allucinazione. Ancora prima,nell’800, il chimico August Ke-kulè scoprì la formula del ben-zene vedendola in sogno, nel-l’immagine di serpenti che simordevano la coda e roteava-no. La formula del benzene èmolto particolare, perché attor-no a un esagono di atomi dicarbonio ruotano sei elettronidelocalizzati. Sono come salsic-ciotti. O come serpenti che simordono la coda. E allora? Al-lora forse è meglio unire che di-videre. E per saperne di più, suragione e irrazionale, abbiamochiesto lumi a due «esperti» delsettore. Di razionalità ci parla ilfilosofo della scienza Paolo Ros-si, di irrazionalità il filosofoElémire Zolla. [St.S.]

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03ECO01A0302 ZALLCALL 11 23:52:26 02/02/98

L’ ECONOMIA Martedì 3 febbraio 1998l’Unità3Previsioni ribaltate: «boom» delle entrate. Nei primi 3 mesi previsto un disavanzo di 6mila miliardi

Italia, i conti in rosaIl ’98 parte senza deficit: +1.300 miliardi

Euro/1Noelling attacca«Siete fuori»Le speranze italiane di acce-dere alla moneta unica si ri-durrebbero a zero, se fosse laBundesbank a decidere suipaesi partecipanti. È quantoafferma oggi in un’intervistaal quotidiano «Die Welt» l’exmembro del consiglio dellaBundesbank e uno dei quat-tro economisti che hannopresentato un ricorso allaCorte costituzionale tedescaper far bocciare l’introduzio-ne dell’euromoneta, Wil-helm Noelling. Questi affer-ma che se la Bundesbank«sti-lasse un rapporto sui criteri diconvergenza riguardante l’I-talia, questa rimarrebbe fuo-ri» e si dice convinto che untale rapporto sarebbe un do-vere costituzionale, «ma ciònon avviene per motivi poli-tici».

Euro/2Morgan: Italiadentro al 90%Le probabilità di un ingressoimmediato dell’Italia nellamoneta unica superano il90%: è quanto ritiene la ban-ca d’investimento statuni-tense Morgan Stanley DeanWitter, che definisce «monu-mentali» gli sforzi fatti finorasulla strada verso la monetaunica, soprattutto sui frontidel deficit e dell’inflazione.Questo non significa, tutta-via, che le critiche nei nostriconfronti da parte di partnercome l’Olanda e la Germaniasiano destinate a scomparire,perché per l’Istituto finanzia-rio i giochi dal punto di vistapoliticononsonofatti.

Euro/3Tremonti: i giochisono già fattiGli attacchi contro l’ingressodell’Italianell’Eurosiriaccen-dono ma per l’esponente diForza Italia Giulio Tremontinon c’è da preoccuparsi: «En-treremo in Europa, ancheperché la decisione è politicaedègiàstatapresa».

Euro/4Ime: via liberaai conti italianiSarà sicuramente un segnalepositivo di via libera il pareredell’Istituto monetario euro-peo (Ime) si appresta ad espri-mere in merito alla conver-genza legale dell’Italia, unodei sei criteri indicati da Maa-stricht come prerequisito perl’ammissione alla monetaunica. Fonti ben informatefanno sapere che «non si pro-pongono modifiche». Quin-di, implicitamente, c’è il vialibera.

L’analisi

Il recordeffimerodei comuni

ROMA. Contro le indicazioni dellavigilia, è ottimo l’avvio di 1998 per iconti pubblici. Si attendeva un gen-naio negativo,decisamentepeggiorerispetto all’eccezionale risultato delgennaio 1997, che si chiuse con unattivo di 1.250 miliardi (anchegraziea un pagamento straordinario di3.600 miliardi arrivato da Bruxellesnelle casse dello Stato). Le stime deicentri studi e degli stessi esperti delTesoro concordemente «puntava-no» su un deficit di 3.000-3.500 mi-liardi, e invece ieri il ministero ha co-municato che il gennaio del 1998 re-gistra unattivodi1.300miliardidi li-re. Un dato davvero molto positivo,chesenzadubbiorappresentaunaul-terioreboccatadiossigenoeunabuo-na «arma propagandistica» per Ro-mano Prodi e il superministro dell’E-conomia Carlo Azeglio Ciampi, im-pegnatissimidasettimanenelrintuz-zare critiche e attacchi rivolti all’Ita-liainvistadell’ammissioneall’Euro.

GiovedìCiampiincontreràilmini-stro delle finanze tedesco Theo Wai-gel ed ilpresidentedellaBundesbankHans Tietmeyer, e non c’è dubbioche userà il buonissimo risultato digennaioper «certificare» labontàe lasolidità del percorso italiano di risa-namento. Secondo il vice premierWalter Veltroni, sono numeri che«confermano che il risanamento av-viato nei mesi scorsi non è stata un’i-niziativa effimera. Credo che possacostituire anche una risposta ai tantiinterrogativi che si stanno facendo aproposito della capacità dell’Italia ditenere il ritmo di questo anno e mez-zodirisanamentoeconomico».

In realtà, come spieghiamo qui alato, questo risultato è frutto di unaseriediconcause(nonultima, lafortecrescitadelleentrate tributarie,comesottolinea polemicamente il respon-sabile economico di Forza Italia, An-tonio Marzano). In sostanza, l’otti-mo gennaio - spiegano fonti qualifi-catealministerodelTesoro-nonmo-dificherà inmisurasostanziale lapre-visionerelativaalprimotrimestredel1998, che dovrebbe registrare un sal-do negativo di 30-31.000 miliardicontro il «rosso» di 24.000 dello stes-soperiododel1997.Comenoto, lari-forma fiscale che ha dato vita all’Irapedhacomportato lasoppressionedeicontributi sanitari (che si pagavanomesepermese)nellaprimapartedel-l’annofarà inevitabilmentemancarecirca 6-7.000 miliardi di entrate, cheperò dovrebbero essere recuperati a

giugno, quando le imprese paghe-rannolanuovaIrap. Insomma,icon-ti torneranno, e non c’è ragione néper esultare per l’eccezionale dato digennaio né per stracciarsi le vesti perun possibile primo trimestre 1998«cosìcosì».

Intanto, però, le entrate tributariesembrano volare. Ieri il ministerodelle Finanze ha diffuso i dati aggior-nati allo scorso mese di novembre,decisamente soddisfacenti: i primiundici mesi del 1997 segnano unacrescita dell’8,3% rispetto allo stessoperiodo del 1996; addirittura, no-vembre registra un incremento del15%. Nel comunicato, le Finanzespiegano il boom di novembre con ilconsolidamento della ripresa econo-mica e il recupero dell’efficienza delFisco, come sta a dimostrare«lanettainversione di tendenza dei dati sul-l’autotassazione ed dell’Iva». Il getti-to delle imposte sul patrimonio e sulreddito è infatti cresciuto a novem-bre (mese tradizionale dell’accontoper l’autotassazione) del 24,9% rag-giungendo i 26.312 miliardi di lire,un aumento dovuto soprattutto alboom dell’Irpeg che ha raggiuntoquota 6.076 miliardi, 3.331 miliardiin più del novembre ‘96 (+121,3%).

Anche l’Irpef ha segnato una crescitaecon12.434miliardidigettitohada-to il 9,5% in più del corrispondentemese del ‘96. Le imposte sugli affari(tra cui l’Iva) hanno fatto registrare anovembre una crescita dell’11,2% einparticolare l’Iva sugli scambiinter-ni è cresciuta del15,5%mentre quel-la sulle importazioni ha segnato unincremento del 22,3%. Nei primi 11mesi ‘97 le tasse sul reddito sono in-vece aumentate dell’11,4% (245.880miliardi) con l’Irpef in crescita del9,1% e l’Irpeg del 40,5%. Le tasse su-gli affari (+4,8% a 141.891 miliardi)hanno visto l’Iva in aumento del5,8%sugli scambiinterniedel10,3%sulle importazioni. Tranquillizzanteè l’andamento delle entrate dell’Eu-rotassa, mentre la irrefrenabile pas-sione per il gioco degli italiani haproiettato il gettito del settore lotto elotterie a 9.788 miliardi negli undicimesi,quasiquanto«danno»le impo-ste sui tabacchi (9.988 miliardi). Me-ritodelLotto(+37,3%sullostessope-riodo del 1996), che ha più che com-pensato il calo (-44,9%) del «gratta evinci» e delle lotterie nazionali (-10,9%).

Roberto Giovannini

«Meno tasse? Si può»E Visco conferma

03ECO01AF032.011.0

ROMA. Sono i sindaci e leperduran-ti lentezze dell’amministrazione fi-nanziaria - oltre agli effetti positividella crescita dell’economia - gli «au-tori» dell’eccezionale risultato delfabbisognodelloStatoingennaio.Ie-ri nel palazzone umbertino di ViaVenti Settembre, la sededel supermi-nistero dell’Economia, i tecnici diCiampisisonodatidafareperspiega-re a un risultato inatteso. In primoluogo, perché quest’anno si èdovutoerogare 600 miliardi alle cassedi Bru-xelles; inoltre, in gennaio l’impostasugli olii minerali (1.500 miliardi cir-ca) che tradizionalmente si paga l’ul-timo giorno del mese non è affluitanelle casse dello Stato: l’ultimo gior-no del mese era un sabato, e quel get-tito verrà contabilizzato in febbraio.Infine, come noto, i contributi sani-tari (circa 2.000 miliardi-mese) nonarriveranno sotto forma di Irap che agiugno.

Il «merito», innanzitutto, èdeiCo-muni: quasi tutti questi enti locali,infatti, non hanno «tirato» dalla Te-soreria tutte le risorse che avevano adisposizione. Colpa della ritardataapprovazione dei bilanci, che hannocostretto isindaciasubire le restrizio-ni dell’esercizio provvisorio. Poi, c’èla lentezza del Fisco nell’erogazionedei rimborsi Iva ai contribuenti chene avevano diritto. È prevedibile cheafebbraioemarzoimpreseeComunisi rifaranno, drenando risorse dallaTesoreria. All’attivo, invece, resterà ilbuon andamento delle entrate tribu-tarie, chenel1998(maalleFinanzesisuggerisce cautela) potrebbero daremolte soddisfazioni. Come spiega ilsottosegretario al Tesoro GiorgioMacciotta, «nel corso del ‘97 ilgover-no ha messo in moto un flusso di in-vestimenti tali da garantire liquiditàalle impresee imprimereuna forte ri-presa all’economia. E i risultati li ve-dremoquest’anno».

R.Gi.,

Visco Vincenzo, ministro delle Finanze Mario Cassetta/Ap

Non c’è nessuna contraddizione tra l’obiettivo di ridurre ildebito pubblico e la promessa di diminuire la pressione fiscaleavanzata nei giorni scorsi da Ciampi e Prodi. È questo il pareredell’economista e deputato del Pds Michele Salvati. «Non c’ècontrasto - ha detto l’economista, intervenuto nel corso dellapresentazione del libro «Fondi pensione al bivio tra Stato emercato» - tra aliquote ridotte e un avanzo primarioconsistente». Per Salvati, è dunque possibile perseguirecontemporaneamente i due obiettivi: una riduzione dellapressione fiscale, o meglio delle aliquote, e un avanzo primarioconsistente, cioè quello indispensabile per raggiungere ilrapporto tra debito e Pil richiesto dai parametri di Maastricht.«Non c’è nessuna necessità - ha precisato - di avanzi primaricosì mostruosamente elevati che, anzi, possono creareproblemi di mancata tenuta della domanda». Il modo miglioreper ottenere un sufficiente avanzo primario è quello checonsente di «abbassare le aliquote tenendo bassa la spesacorrente e aumentando invece la spesa in conto capitale. Certo- è la conclusione di Salvati - per raggiungere questo obiettivobisognerebbe fare operazioni diverse da quelle adottate con lariforma del Welfare». E Il ministro delle Finanze ribadiscel’impegno a ridurre le tasse. Vincenzo Visco, intervistato daEnzo Biagi per la trasmissione televisiva «il Fatto» di ieri sera,dichiara ancora una volta che «questo è un impegno che ilgoverno ha preso e che anche recentemente, pochi giorni fa,ha ribadito per bocca del ministro del Tesoro e mio.Naturalmente questo non può che avvenire nei limiti di unprocesso di risanamento, che è l’unico che può garantire alnostro paese la possibilità di sviluppo e di permanenza inEuropa».

Dal responsabile della politica monetaria europea stop alle polemiche. La Francia al di sopra del 3%

«Non c’è un rischio-debito»De Silguy, commissario Ue: Euro più vicino se il deficit è sotto controllo

DAL CORRISPONDENTE

BRUXELLES. «Se il deficit è sottocontrollo, anche l’evoluzione deldebito è controllabile». Parola diYves-Thibault de Silguy, il com-missario europeo che, insieme alpresidente Jacques Santer ha la re-sponsabilità della politica mone-taria.

IeriseraaMagonza,cittàtedescanei pressi di Francoforte, ha soste-nuto, con interessante coinciden-za, la tesi italiana sulla riduzionedel forte rapporto tra debito pub-blico e prodotto interno lordo,uno dei parametri del protocollodi Maastricht per essere ammessiall’unione economica e moneta-ria.

Si sa che l’alto livello del debitoitaliano (al 122,7% secondo l’ulti-mo rapporto ufficiale, già in caloverso il 120% secondo alcune sti-me ufficiose) è preso a pretesto damolti ambienti e da alcuni gover-ni, Germania ed Olanda in primoluogo,permettereindubbiolecer-tezzedelgovernoitalianosulpros-simo aggancio dell’Euro, al primoturnodel2maggio.

IlTrattatoprevedecheilrispettodel parametro sia soddisfatto an-che se il suo valore si avvicina aquello di riferimento (il 60%) pur-ché ciò avvenga ad un «ritmo sod-disfacente». È il casodell’Italia chegià adesso può registrare questorapporto in calo, ed ha presentatoun piano per una riduzione pro-

gressiva al 100% entro il 2000 esuccessivamente, a seconda dellecondizioni economiche dei pros-simi anni, per raggiungere il 60%tra il2009ed il2015.Tuttociòsaràpossibile grazie al famoso «circolovirtuoso» invocato sempre dal mi-nistro dell’Economia, Ciampi, ilquale confida sulla combinazionepositivadel calodei tassid’interes-se e del consistente «avanzo pri-mario» che nessun altro Paese puòvantare.

Il commissario de Silguy ieri haseguito il ragionamento di Ciam-pi. La possibilità di tenere sottocontrollo ildebitoderiva, innanzi-tutto, dal buon andamento del di-savanzo della pubblica ammini-strazione, l’altro parametro previ-sto dal Trattato. In questo modo,l’«accresciutacredibilità»dellapo-litica di bilancio produce delleconseguenze positive sia sull’atti-vità economica, che stimola le en-trate fiscali, sia sul livello dei tassid’interesse,chevannoadiminuireil carico del debito. Questo movi-mento, ha detto de Silguy, «liberaunimportanteavanzoprimario»equest’eccedenza, se è durevole,«consentirà, insieme ai tassi d’in-teresse, d’abbassare sensibilmentel’indebitamento».Sembrapropriola fotografia dell’Italia. In quantoal deficit, il commissario ha citatola Francia come l’unico Paese tragli aspiranti all’imminente parte-cipazione all’euro (a parte la Gre-cia che non ce la farà di sicuro) che

si troverà «appena leggermente aldi sopra» del 3%. Ovviamente, deSilguy ha sottolineato che, sia peril deficit sia per il debito, al mo-mento di formulare il giudizio nelrapporto del 25 marzo, la Com-

missione valuterà il «carattere du-revoledeglisforzidegliStati».

Il controllodi«sostenibilità»delprocessodirisanamentoperglian-ni a venire riguarderà l’Italia cosìcometuttiglialtriStati.Cisaranno

esami supplementari per l’ammis-sioneall’euro?Èescluso,noncenesaranno. Nei confronti dell’Italianon sono previste «richieste sup-plementari o discriminatorie», hadetto ieri il portavoce della Com-missione, Klaus van der Pas dopol’intervista di venerdì scorso dellostesso de Silguy al Corriere della se-ra che prefigurava «cinque condizioni» ulteriori per l’Italia, edelle successive dichiarazioni, aDavos, del presidente, JacquesSanter. Il portavoce non hasmentito né l’uno né l’altro, hadato ragione all’uno e all’altro.Ha sostenuto che Santer ha par-lato a Davos prima di leggerel’intervista (possibile? visto chele domande hanno preso spun-to esattamente da quelle «con-dizioni» annunciate da de Sil-guy) e, in ogni caso, il commis-sario s’è limitato a definire «uti-le» l’anticipazione del bilancioper il 1999 prima che la Com-missione renda pubblico il pare-re sulla lista dei Paesi ammessi.«Naturalmente - ha detto il por-tavoce - nessuno vuole interferi-re nelle questioni interne». Vander Pas ha anche ricordato chelo stesso Ciampi aveva già an-nunciato nei giorni scorsi l’in-tenzione di presentare in antici-po i conti italiani, esattamentesin dall’ultima riunione dell’E-cofin, il 19 gennaio.

Sergio Sergi

Non preoccupala lente di Eurostat

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SPORT Ronaldo Pergolini

Missione-lampo in Italia degli ispettori di Eurostat, l’ufficioeuropeo di statistica, che ieri nella sede dell’Istat hannoincontrato i tecnici del ministero del Tesoro e della Bancad’Italia per verificare la compatibilità contabile sul pianometodologico del bilancio italiano con le ventuno decisioni inmateria di deficit pubblico prese da Eurostat nell’ultimo anno emezzo. La piccola «task force», proveniente da Madrid ediretta a Parigi dove la attende il medesimo compito, si èlimitata esclusivamente a raccogliere dati e aggiornamentisenza fornire, come era nelle attese, alcuna valutazione.Occorrerà attendere tre o quattro giorni, fanno sapere fontigovernative, per conoscere il giudizio di Eurostat, ma stando aquanto dichiarato la scorsa settimana dal Presidente YvesFranchet («francamente non vedo problemi per l’Italia»), nonci si attendono sorprese. Fra i vari punti presi in esame oggi, ilgettito fiscale da 3000 miliardi (lo 0,15% del Pil) incassato dalloStato dopo che la manovrina di marzo ha ampliato i diritti diraccolta delle tasse per le banche che hanno in concessionel’esattoria. Una questione, aveva detto Franchet, «checonsidero in modo molto benevolo». Anche gli altri elementi inesame, dal Tfr ai residui passivi, riferiscono le stesse fonti, nondovrebbero creare problemi.

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03EST01A0302 ZALLCALL 11 23:26:34 02/02/98

IL FATTO Martedì 3 febbraio 1998l’Unità5

03EST01AF011.07.0

La Commissione per il perdono respinge la richiesta, il governatore Bush potrebbe opporre solo un rinvio

Ultime ore per KarlaNegata la grazia, oggi l’esecuzione

La destra con lei

Per gli ultràreligiosiè diventatauna martire

NEW YORK. Ha scelto di essere ve-stita di bianco, con la semplice uni-forme del carcere, casacca e panta-loni, per andare a morire sul lettinodella stanza della morte del peni-tenziario texanodiHuntsville.L’ul-tima cena: una banana, delle pe-sche, e una insalata con una vina-grette italiana o ranchera. Karla Tu-cker ha detto addio a parenti,amici, e soprattutto al marito Da-na Brown, incontrato due anni fain carcere e che non ha mai potu-to neanche toccare. Poi è statatrasferita in una cella di isola-mento a fianco della stanza dellamorte, cinque ore prima dell’ese-cuzione. Per lei non c’è statoniente da fare, nonostante le pre-ghiere e gli appelli di una varietàdi gruppi e di personalità, dalpontefice alla destra protestantealle Nazioni Unite. Solo una pa-rola del governatore George W.Bush potrà salvarla in extremis:la sua esecuzione è fissata perquesta sera alle 18 ora locale, l’1del mattino di mercoledì in Ita-lia.

Nessuno scommette più sullapossibilità che le venga concessala grazia. «Il popolo ha parlato»:sembra quasi di ascoltare il di-scorsetto che Bush si sta facendotra sé e sé, mentre prende la deci-sione fatale di non intervenireper bloccare l’esecuzione. Ierimattina la commissione stataledei 18 membri del Parole Board,che secondo la legge raccomandai condannati alla clemenza delgovernatore, ha votato 16 contro,con 2 astenuti, sulla commuta-zione della pena ad ergastolo.Una votazione schiacciante, econferma senza alcun dubbiol’altra decisione presa nel 1984da una giuria popolare di Hou-ston, che condannò a morte«l’assassina del piccone», il so-prannome con il quale tutti inTexas ricordano Karla.

La commissione del ParoleBoard è un organo politico, nonpropriamente democratico, datoche i suoi membri sono nominatidal governatore, ma ha comun-que dato un alibi a Bush per con-tinuare nella strada che ha sceltodall’inizio del suo mandato: unalinea dura con i criminali, e nes-suna pietà per gli assassini che ri-cevono la condanna capitale. Inquattro anni non ha mai conces-so la grazia a nessuno.

Ai giornalisti che hanno invasoil Texas da tutte le parti del mon-do per seguire la prima esecuzio-ne di una donna dal 1984, il pre-sidente della Commissione, Vi-ctor Rodriguez, ha spiegato che laparticolare crudeltà del criminedella Tucker giustifica la severitàcon cui è stato considerato il suocaso.

Si ricorderà che nel 1983 ladonna uccise a picconate, conl’aiuto del fidanzato, due perso-ne: Jerry Dean e Deborah Thor-nton. Dopo l’omicidio, la Tuckerandò in giro a vantarsene, dicen-do che ogni colpo di piccone leaveva provocato un piccolo orga-smo. In quattordici anni di brac-

cio della morte è molto cambiata,e da prostituta tossicodipendenteè diventata una persona profon-damente religiosa, un esempio diredenzione. Per questo motivo, eper il fatto che e‘ una donna, ilsuo caso ha attratto molta atten-zione, e ha anche contribuito auna discussione sul ruolo dellapena nella riabilitazione dei cri-minali. Ma per chi crede nellagiustezza della pena capitale, nonci sono argomenti politici e legalivalidi per risparmiarle la vita,neanche quello che lei stessa hasottoposto alla Parole Board e algovernatore: «non posso ridarvile vite che ho tolto. Ma se me lopermetterete, oggi potrei aiutarea salvare altre vite».

Ad assistere alla sua morte sa-ranno tre persone dalla parte del-le vittime: il marito e il figlio diDeborah Thornton, che all’epocadel delitto aveva solo 14 anni, e ilfratello della donna, Ron Car-lson. Quest’ultimo è l’unico cheha perdonato la Tucker. Dallaparte della condannata ci saran-no cinque testimoni, ma la loroidentità non e‘ stata ancora rive-lata.

Anna Di Lellio

NEW YORK. Karla Tucker la cuiesecuzione è prevista per oggi, hacreato strane alleanze nel movi-mento di religiosi che è nato inqueste ultime settimane per ri-sparmiarle la vita. Giovanni Pao-lo II ha chiesto clemenza al go-vernatore George W. Bush «peraiutare a creare una cultura piùfavorevole al rispetto della vita».Lo ha seguito a ruota il cardinaledi New York John O’Connor conuna lettera personale. Ma il piùimportante difensore della con-dannata è Pat Robertson, il pre-dicatore pentecostale della Virgi-nia che, come molti protestanticonservatori, ha smesso di crede-re che il Papa sia l’anticristo solonel secondo dopoguerra. Nellacomunità religiosa del Texas, cheè chiamata «la fibbia della cintu-ra della Bibbia» perché è nel cuo-re della regione più fondamenta-lista del paese, il parere del Papaconta poco o niente, con l’ecce-zione della popolazione cattolicadi origine messicana. E questa èimportante elettoralmente, ma lasua influenza sull’establishmentè debole. Il caso del governatoreGeorge W. Bush è particolare:educato nella tradizione alta del-la Chiesa episcopale dei genitori,adesso frequenta la Chiesa meto-dista. Entrambe queste tradizionisono molto moderate e si tengo-no lontane dagli estremismi, mariconoscono il Papa solo come illeader di una potenza spiritualetemporale rivale.

Giovanni Paolo II è il Papa chepiù ha conquistato la stima deglievangelici perché ha contribuitoal disfacimento dell’impero so-vietico, ma ancora negli anniCinquanta i predicatori raduna-vano grandi folle per mostrarel’identità dell’anticristo, e questaera la foto del Papa Pio XII. E ne-gli anni Sessanta con l’elezionedi John Kennedy, grandi predica-tori texani come il reverendobattista Criswell di Dallas, disse-ro che con un presidente cattoli-co il paese sarebbe sicuramentepassato sotto il controllo direttodel Vaticano.

Parlare di una coalizione di re-ligiosi a difesa di Karla Tuckernon ha quindi alcun senso. Lemotivazioni che hanno spintoPat Robertson ha chiedere cle-menza per la Tucker sono com-pletamente diverse da quelle delPapa che con la Chiesa cattolicaè coerentemente contrario allapena capitale, e non ha mai ri-sparmiato i suoi appelli alle auto-rità americane. È la prima voltainvece che Robertson e i suoi se-guaci si accorgono della inuma-nità della pena di morte. Bianca,donna, e «rinata» nella sua con-versione religiosa, Karla Tucker èla figura più vicina al martirioche i pentecostali di Robertson,privi di santi, abbiano potutotrovare. La loro televisione, laChristian Broadcasting Network,ha già mandato in onda una suaintervista, e si prepara a trasmet-tere l’ultimo incontro della con-dannata con la giornalista KathyChiero proprio oggi, il giornodell’esecuzione: la storia di unapeccatrice dominata da Satana epoi tornata alla vita grazie all’in-contro personale con Gesù Cri-sto, esemplifica in modo cristalli-no per i credenti la vittoria delbene sul male. Robertson è impe-gnato a vedere il Regno di Diorealizzato qui e ora, prendendosul serio l’ordine che Dio dettead Adamo ed Ava di esercitare ilproprio dominio sulla Terra econtrollarla. Non è un caso che ilsuo maggiore momento di famalo raggiunse nel 1985, quandocoreografò dai suoi studi televisi-vi una preghiera di massa chesalvò la costa atlantica dall’ura-gano Gloria. Fu quel momentofatidico che lo convinse cheavrebbe potuto anche spostare isentimenti politici della nazione,e si candidò alle presidenziali del1988 per il Partito repubblicano.

Ma quello fu un fallimento.Robertson dovette abbandonareil campo della politica, sommer-so dal ridicolo quando si scoprìche aveva tentato di comprareuna rete televisiva a Gerusalem-me per filmare in diretta la se-conda venuta di Cristo in Terra.Da allora, la politica Robertsonha deciso di influenzarla dall’e-sterno, fondando la ChristianCoalition. Ma soprattutto si è de-dicato alla sua televisione, e ilsuo programma «700 club» èmolto popolare: la sua formulavincente è un mix di preghiera,terapia, e cura miracolosa diqualsiasi malattia, che effettuacon la sua voce suadente. Èun’impresa che lo ha reso miliar-dario e per sostenerla personaggicome Karla Tucker, la prova vi-vente che Satana viene sconfittoda Gesù Cristo - basta credere -sono indispensabili.

A.D.L.

03EST01AF022.024.0

Nessuna risposta al PapaProdi: la sola strada è rifiutare la pena capitaleCITTÀ DEL VATICANO. Silenzio.Nessuna risposta ufficiale sull’ap-pello di Giovanni Paolo II. Il Papa,subito dopo essere stato informatodel fatto che il «Texas board of par-donsandparoles»avevarespintoie-ri larichiestadigraziaperKarlaFayeTucker, si è «raccolto in preghiera»senza commentare. Ma il suo silen-zio è stato significativo nel far ri-marcare come la macchina dellagiustizia americana non concedaspazio alla clemenzaed al pentimento delcondannatopercui,seil governatore del Te-xas, George Bush Jr.,non deciderà un rin-vio, la trentottenneKarla Faye Tucker saràgiustiziataoggi.

Proprio ieri matti-na, ilportavocevatica-no, Joaquin NavarroValls, aveva confer-mato ai giornalisti cheGiovanni Paolo II, co-me in analoghe situa-zioni, «ha chiesto un gesto umani-tario per Karla Faye Tucker, incari-cando il Nunzio apostolico, mons.Agostino Cacciavillan, di trasmet-tere, a suo nome, la richiesta allecompetenti autorità degli Stati Uni-ti», e prima di tutto al Governatoredel Texas. Successivamente, in unadichiarazione alla «Radio Vatica-na», Navarro Valls ha voluto anchechiarire che, «con questi interventiil Papa non vuole entrare minima-

mentenelladimensionegiudiziariadi questi casi», nel senso che «chie-de un gesto umanitario per sottoli-neare il valore della vita umana, se-condo il princìpio che soltanto Dioè il Signore dellavitae della morte».E ha spiegato che il Papa ha intesoesercitare «una pressione moralesulle persone che possono e chehannoilpoteredidecideresullesor-ti di una vita umana».Un modo perfar risaltare che il problema, secon-

do il Papa, può essere risolto sec’è lavolontà. Ma, finora, sembra non es-sere stato ascoltato, anche se unasottile speranza dipende da quantoilGovernatoredeciderà.

GiovanniPaolo II, checonl’enci-clica «Evangelium vitae» del 25marzo 1995 ha condannato la penacapitale, era intervenuto già nel set-tembre del 1987, mentre era in visi-ta negli Stati Uniti, a favore di PaulaCooper, una diciannovenne con-

dannata a morte per un assassiniocompiuto quando aveva quindicianni.

«Unproblemadicoscienzadram-matico. Io credo che l’atteggiamen-to vero sia quellodi rifiutare la penadi morte in sè, altrimenti diventadifficile avere un’unità di misura»,ha detto ieri Romano Prodi durantela visita in Lettonia, riferendosi alcaso di Karla. Per il presidente delconsiglio, la grazia «bisognerebbe

chiederla per questo eper tutti gli altri casi. Èunproblemachesipre-senta sempre, che sipresenterà fino aquan-do non avremo una di-versa legge, vivremosempre questo proble-ma; e diventa difficiledire “la chiediamo perquesto, la chiediamoperquest’altro”».

Oggi alle 17, i Verdicon le associazioni«Nessuno tocchi Cai-no», Amnesty Interna-

tional e il comitato «Liberi Liberi»hanno organizzato una fiaccolatadavanti all’ambasciata Usa a Roma.Alcuni attivisti contro la pena dimorte di «Nessuno Tocchi Caino»parteciperanno oggi alla grandemanifestazione prevista davanti a«The Wall», il carcere di Huntsvilledove Karla Tucker aspetta l’esecu-zione.

Al. Sa.

CosìGiovanniPaoloIIhachiestoclemenzaalgovernatoreBush:«LaChiesaècontrariaallapenacapitale.SoloDioèilsignoredellavitaepuòdarelamorte».

Karla Tucker in una foto dello scorso dicembre R. Kuntz/Reuters

In primo piano La casetta con tanti fiori e filo spinato dove Karla Tucker ha trascorso 14 anni

Vita in comune e niente violenza in attesa del boiaSveglia alle 4,30 del mattino, poi la grande colazione... Il racconto dei luoghi e delle giornate nel braccio della morte femminile di Mountain wiew

NEW YORK Nei bracci della mortemaschili è l’isolamento individualenellapiccolacellachecolpiscedipiù:i condannati sono allineati nei lorocubicoli lungo corridoi di cementoseparati dal resto del carcerepermez-zo di cancelli di ferro chiusi a doppiamandata. Nel braccio della mortedelpenitenziario femminile di Moun-tain View, in cima a una collina nel-l’area rurale al centro del Texas, lostesso dove Karla Tucker ha passatogliultimi14annidellasuavita,colpi-sce prima di tutto l’assurdità del pae-saggio. L’aria è pulita, la campagnaaperta: il carcere è un grande com-plessodiedificibassiinmattonirossi,daiquali entranoedesconoguardieedetenute inpantaloniecasaccabian-cheimmacolate. Ilbracciodellamor-te è da una parte, una casetta con da-vanti un giardino pieno di fiori. Haun’apparenza idillica, ma solo a pri-mavista. Subito sinota l’alta reteme-

tallica che la separa dal resto del car-cere, e le sbarre alle finestre. Èquichevivono7donneinattesadelboia.

Dovrebbero essere le peggiori cri-minali ad essere chiuse nel bracciodella morte, e invece anche fuori cisono assassine che per destino o for-tuna non sono state condannate allapena capitale. Le donne in attesa dimorire sono quelle che creano menoproblemi, ricorronomenoallopsico-logodelcarcereedipiùalcappellano.Solo una guardia controlla che tuttoscorrasenzaintoppiinquestapiccolacomune. In quella che si chiama la«popolazione», le donne litiganocontinuamente: si accapigliano perscegliereilprogrammatelevisivo,pergelosia,osoloperchésonopersonali-tà aggressive, violente. Nella casettadelbracciodellamorteèl’idillio:van-no tutte d’accordo. Dormono insie-me,dueadue,nellestanzedaletto.

Il loro regime giornaliero è domi-

nato dalla disciplina e dal lavoro, manon è massacrante. Sveglia alle 4 e 30del mattino per la colazione: il menutipico è uova, polenta, toast e caffe-latte. Poi si studia o si lavora nellostanzone comune, si cuce, si ricama,si fannobambole. Iprodotti finitiap-prodano nelle varie carità locali. Cu-rate nei minimi particolari, le bam-bole indossano gli abiti più fantasio-si, un gran contrasto con la mancan-za di estro delle uniformi bianchedelcarcere. Alle 10.30 il pranzo, di nor-ma riso e fagioli, tè, un dolcetto. I pa-sti vengono consumati nella sala diricreazione, dove c’è un tavolo condellepanchineeanchelatelevisione.Di nuovo al lavoro, o aguardare la te-levisione, o passeggiare in giardino,finoalle4.30,quandosicena: fagioli,carote,patateeundolcettoconilcaf-fè. Alle 22.30 si va a dormire. Si stafuori, entro il recinto, per due ore algiorno, e tre il week-end. Non sono

previste che due ore di visita e unospiteasettimana.

Dentro ilbracciodellamorte, lede-tenute diventano amiche. Chissà co-me si sentono adesso che Karla nonèpiù con loro, la prima volta in anniche le ha lasciate, e sapendo di nontornare. Nessuno le vede le anonimefaccedellacasettadiMountainView,in maggioranza bianche, tranne leguardie e i parenti, se ne hanno. Lapiù giovane è Erica Yvonne Shep-pard, nera, di soli 24 anni, e sarà la se-conda ad andarsene se i piani dellamacchina della morte del Texas pro-cederanno senza intoppi. La Shep-pard ha già il suo appuntamento conilboia, il20aprile.Dueannifaconunamicohaaggreditounadonna,un’a-gente immobiliare di Houston, perrubarle la macchina. Nonostante lavittima li pregasse di risparmiarla, idue la sgozzarono affondandole ilcoltellocinquevoltenellagola,poi le

avvolsero la testa in una busta di pla-stica e la fracassarono con una statuadi 5 chili cheavevanorubatoaltrove.Scapparonoconlasuamacchina,mafurono arrestati ed entrambi adessosononelbracciodellamorte.

FrancesElaineNewtonha27anni,ed è anche lei a Mountain View. Unaragioniera nera piccolina, nel 1987uccise il marito, il figlio di 7 anni e lafigliadi21mesi.Lanottedeldelittosiera recata a casa del marito, dal qualesi era separata, con una calibro 22 diproprietà del nuovo fidanzato, e feceuna strage per riscuotere l’assicura-zione sulla vita dei famigliari. La piùvecchia invece è Betty Lou Beets,bianca. Ha 61 anni, e ha ucciso ilquinto marito, un vigile del fuoco,per poter riscuoterne la pensione el’assicurazione sulla vita. Il cadavereloritrovaronoseppellitonelgiardinodi casa. Ma la polizia trovò anche ilcorpo del suo quarto marito, scom-

parso anni prima, uno scheletro na-scosto in uno sgabuzzino. Un’altracondannata bianca è Pamela LynnPerillo, una biondina quarantunen-ne sotto il metro e sessanta, che nel1980conduecomplici strangolòdueuomini che le avevano dato un pas-saggio e poi ospitata per la notte: ilbottinofudi800dollari,qualchecar-tadicredito,unamacchinafotografi-ca, l’automobile e delle armi da fuo-co. Bianca è Cathy Lynn Henderson,che ha ucciso il bambino di tre mesidi cui faceva la baby-sitter. E bianca èanche Darlie Routier, appena arriva-ta,perl’omicidiodeifiglidi5e6anni.A differenza delle altre, la Routiernon ha ancora avuto l’occasione didisperarsi quando le fissano la datadell’esecuzione,odirallegrarsiquan-dolarinviano.HafattosolointempoadireaddioaKarlaTucker.

A. D. L.

Page 4: il mondo - Archivio Unità

03INT01A0302 ZALLCALL 11 00:55:47 02/03/98

IL FATTOMartedì 3 febbraio 1998 4 l’Unità

Ennesimo incidente sulle ferrovie italiane. Attimi di panico tra i passeggeri. Sarà aperta un’inchiesta

Milano, incubo sul trenoL’interregionale che proveniva da Varese è deragliato all’altezza di CertosaVentitré feriti, gravi i macchinisti. Eccesso di velocità la causa dell’incidente?

Un anno faderagliòil Pendolino

Il 1997 era stato un annotragico, per le ferrovieitaliane. Il 12 gennaio,infatti, il Pendolino direttoda Milano a Roma con 150passeggeri a bordoderagliò a trecento metridalla stazione di Piacenza.Drammatico il bilancio: 8morti e trenta feriti. Illesol’ex presidente dellarepubblica, FrancescoCossiga. Fu subito apertaun’inchiesta, venerdìscorso il pm AlbertoGrassi, della procura diPiacenza, ha chiesto ilrinvio a giudizio per 25persone, con l’accusa diomicidio colposo plurimoe disastro ferroviariocolposo. A carico degliaccusati, funzionari delleFs, ci sono delle«responsabilità omissive»,legate alla modifica delcodice di sicurezza. Ilderagliamento delPendolino fu causatodall’eccessiva velocità concui il treno era entrato inuna curva. Prima dellamodifica del codice disicurezza, era prevista unasegnalazione, in casi delgenere. Nel corsodell’anno ci sono stai poialtri incidenti ferroviari,ma con conseguenzemeno drammatiche.Come il deragliamentodel diretto ReggioCalabria-Torino nei pressidella stazione Casilina, aRoma. Sei i feriti. Ancheallora moltoprobabilmente la causadell’incidente ful’eccessiva velocità delconvoglio.

MILANO. Lacatastrofe,questavolta,è stata solo sfiorata.Masarebbepotu-ta andare molto peggio. Un anno dabuttare per le Fs. Ieri mattina il con-voglio numero 10719, partito da Va-rese alle 9 è deragliato un paio di chi-lometri prima della stazione di Mila-no Certosa. Dei centoventipassegge-ri cheaffollavano lesei carrozze,ven-titré sono rimasti feriti o contusicompresi i due macchinisti le cuicondizioni sono le più gravi: uno ri-schia di restare paralizzato; l’altro hasubìto la semiamputazione di unamano.Orasonoricoverati inospeda-le, mentre altri 50 viaggiatori sonostativisitatiedhannorifiutato il rico-vero.

L’incidente, l’ennesimo, si è verifi-catoqualcheminutodopo le10aRo-serio,neipressidelviadottoautostra-dale della Milano-Torino. Tutto av-vieneesi concludenelgirodipochis-simi secondi, quando dalla stazioneMilano Certosa parte l’impulso cheaziona uno scambio. E il treno passadal terzo binario, sulla destra della li-nea, al primo, il più a sinistra. Maqualcosanonfunziona.«Andavafor-te, troppoforte»,diconoalcuniferro-vieri accorsi sulpostodeldisastro.Stadi fattocheipasseggeriodonounim-provviso frastuono e vengono sbal-lottati qua e là. I vagoni vibrano im-pazziti come se una mano, invisibileegigantesca liscuotesse.Il locomoto-re«salta» ibinari,percorresenzacon-trollounaventinadimetri,sipiegasuun fiancoe, dopo unvolodidueotremetri, finisce nel prato sottostante lamassicciata.

«Mi sono accorto subito, dall’ulti-ma carrozza, che la motrice era dera-gliataesierastaccata - raccontaCarloBaroni,giornalistadell’Avveniresali-to sul convoglio a Vanzago per rag-giungere la redazione milanese delgiornale - mentre noi continuavamola corsa. Poi siamo stati sballottati e ilbigliettaio è caduto a terra». E nei va-goni senza più guida, ormai lanciatiin una corsa incontrollabile, dilaga ilpanico. Pochi secondi, per fortuna.Mentre la motrice si rovescia nell’er-ba, le sei carrozze si fermano, tampo-nandosi l’una con l’altra con un ulti-mo schianto, davanti al sovrappassoautostradale, sfiorando ilpilonedisi-nistra del cavalcavia. Per decine dimetri la linea ferroviaria è ridotta adun ammasso di cavi elettrici trancia-ti, tralicci troncati,pali abbattuti, tra-versine sradicate. Dalle carrozze si le-vanoilamentideiferiti, leurladichièrimasto intrappolato nei vagoni dal-le porte bloccate. Scatta l’allarme,grazieaitelefonicellulari.

Laprimachiamataarrivaalcentra-lino del «118», alle 10.12 precise. E ilsistema di pronto soccorso scatta im-mediatamente. Sul posto, meno diun quarto d’ora dopo, arrivano setteambulanze. Parte, da Como, ancheun elicottero. Iniziano così le opera-zioni di soccorso, mentre alcuni pas-seggeri già stanno prendendosi curadei loro più sfortunati compagni diviaggio. Alla fine, dal pur lungo elen-codeiferiti,unaventina,solounpaiorisulteranno gravi: Giovanni Dona-

telli, 43 anni, macchinista, con unamano semiamputata, e il collega Ro-berto Manti, 34 anni, che ha riporta-to la fratturadiunagambaedialcunevertebre cervicali. Manti corre il ri-schio di una paralisi permanente.Ancheilcapotreno,SalvatoreRiggi,eun passeggero hanno riportato frat-ture anche se non gravi. Tutto som-mato, è andata bene. Anche perché,spiega il sostituto procuratore MarcoMaria Maiga che si occuperà dell’in-chiesta,«...ivagoniavrebberopotutoschiantarsi contro un pilone del ca-valcavia». Il magistrato ha aperto unfascicolo contro ignoti per disastroferroviario.AncheilministrodeiTra-sporti, Claudio Burlando, ha annun-ciatodiaver istituitounacommissio-ned’inchiestasuldisastro.

Parte così la ricerca delle cause del-l’ennesima sciagura lungo le ultra-centenarie ferrovie italiane.Partean-che, immediata,lapolemica.Adapri-re le ostilità sonocomespessoaccadei Comitati macchinisti uniti che de-nunciano turni di lavoro massacran-ti e «fuori dalla legalità normativa»per i conducenti dei convogli FS, in-dicandocosìimplicitamentelepossi-bilicausedell’incidente.

Replica, seccamente, FrancescoFerrante, della Fit-Cisl: «I due mac-chinisti avevano riposato 7 ore neldormitorio FS di Milano, prima del-l’incidente. Inoltre i turni recente-mente concordati prevedono 15 oredi guida settimanale, laconfermadelsecondo macchinista, 80 ore di ripo-so settimanale e 157 di impegnomensile».

Mac’èunparticolarechefariflette-re. Poco più di un mese fa lo scambiolungo la linea era statoarretratodial-cunecentinaia dimetriper migliorare l’attra-versamento dello scaloCertosa. Ma la ripeti-zione del segnale sullaconsolle delle motricinoneraancorastataag-giornata e quindi nonera attiva. È dunquepossibile, secondo al-cuniesponentidellaFitCisl, chel’incidenteab-bia alla base un mal-funzionamento dei se-gnali esterni o che si siaverificato un errore deimacchinisti che avreb-bero mal interpretatole indicazioni dei «se-mafori». Per questo,forse, il convoglioavrebbe imboccato lescambio a velocità ele-vata, circa100-110kml’ora contro i 60 previ-sti in presenza di scam-bi.

Ierisera,sulluogodeldisastro, è arrivato an-che l’amministratoredelegato delle FS Giancarlo Cimolisecondo il quale «Le ferrovie italianenonsitrovanocertoincondizionica-tastrofiche».

Elio Spada

Burlando: «Ferrovie poco sicure»Soriero: «Il ’98 sarà l’anno della verità». Cimoli si dimette?

ROMA. «La situazionedelle ferrovie è moltoseria. Al di là dei singoliepisodi su cui la magi-stratura e la nostracommissione stannoindagando». Il mini-stro dei trasporti Clau-dio Burlando, com-menta così, da Mosca,l’ultimo incidente fer-roviario vicino a Mila-no. E, in una breve in-tervista rilasciata alTg1, aggiunge: «Anchelazona in cui èavvenu-to l’incidente, cometutte le reti italiane,non ha l’AutomaticTrainControl,cioèilsi-stema di sicurezza cheinterviene nel caso incui si superasse la velo-cità massima consenti-ta». Un rimprovero perGiancarlo Cimoli?L’amministratoredele-gatodelleFerrovieèvo-

lato a Milano, sul binario del disa-stro. Ma ieri sera a Roma, in Parla-mento, circolavano voci circa le suepossibili dimissioni, che l’interessa-to però nonha raccolto. Ha liquida-to i cronisti con un semplice «Non

commento».Sottosegretario Pino Soriero,

che cosa succede adesso. Si dà ad-dosso al macchinista oppure siammette che le ferrovie italianesonoallosfascio?

«Non si dà addosso al macchini-sta. Certo che no. La mia presenza aMilanodovrebbedare il segnalecheda parte del Governo Prodi c’è unagrandesolidarietàversoi lavoratori.Abbiamo subito insediato unaCommissione d’inchiesta ancheper non lasciare spazio allo scaricobarile, pernonfaramplificare la tesidell’erroreumano».

Sì, ma ha sentito il ministro?Non c’è sicurezza sulla tratta diRho».

«Lei avrà capito male. Burlandovoleva dire che non è ancora entra-toinfunzioneilsistemaautomaticodi controllo dei treni, l’investimen-to tecnologico moderno che sarà ingrado di prevedere cosa accadrà da-vanti ad ogni treno. Il fiore all’oc-chiello sarà una sorta di un compu-ter di bordo che saprà dire in antici-poseè ilcasodirallentarelavelocitào di fermareil convoglio.Bhe!Per latratta Rho-Certosa, proprio quellacolpita dal deragliamento, l’appal-toègiàstatoaffidato».

Econquestochevuoldire?

«Che il 1998 sarà l’anno della ve-rità. L’anno decisivo per la svoltadell’azienda.Questogovernohagiàcreato le condizioni finanziarie.Con l’ultima finanziaria sono statistanziati 12mila miliardi in più.Adesso bisogna accelerare le proce-dure, vigilare anche sulle Fs, e faretutto quello che per decenni non èstato fatto. Norme di sicurezza, in-vestimentipiùveloci.»

Anno della verità? Ma se sem-braunaCaporetto...

«Questo problema l’ha già postoil Parlamento nel dicembre scorso.Burlando nella sua relazione parlòdi un sistema vecchio, fermo all’Ot-tocento. Le ferrovie italiane però,nonostante le mille difficoltà, ri-mangono a un livello medio euro-peo per quanto riguarda la sicurez-za».

Già, la sicurezza... La gente èpreoccupata. Continua a vederederagliamenti e a sentire da partedei politici sempre le stesse pro-messe. È il caso di dare credito alCodacons e di fermare i treni perungiorno?

«La sicurezza è il nostro puntostrategico. Anche la discussione inatto sul contratto ne deve tenereconto.Lasicurezzasulleferrovieita-liane rimane alta. Non c’è da scap-

pare dai treni. Noi in tutto questimesi non abbiamo dormito. Abbia-mo fatto delle cose. Adesso bisognaverificarecheiprogrammidimanu-tenzione e di formazione del perso-nale vengano portati nella direzio-negiusta».

Ma questo ennesimo incidenteferroviario,asuoparere,nonmet-terà incrisi ladiscussionesulcon-tratto?

«Faccio un appello: il sindacato el’azienda devono fare uno scatto inavanti. L’accordo è già scritto, bastafirmalo.Ladiscussionesugliesubeririguarda la riorganizzazione del la-voro».

DottorSoriero,misembradica-pire che in questo ennesimo inci-denteleiassolveleFs.

«Non si tratta di assolvere o con-dannarenessuno.Attendiamolare-lazione della commissione d’in-chiesta. Al più tardi entro 60 giornisapremo dichi sarannoleresponsa-bilità».

Scusi, ma Giancarlo Cimoli, hafatto tutto quello che gli è statochiesto?Oc’èqualcosachenonvihaconvinti...

«Cimoli.... Mi scusi lei, ma sta de-collandol’aereo».

Maristella Iervasi

Uno dei feriti mentre vienesoccorso. In alto la motrice deltreno capovolta nella scarpata

In basso l’amministratoredelegato delle Ferrovie

Giancarlo Cimoli

Il sindacato dei macchinisti accusa: ore di riposo ridotte sotto il minimo consentito dalla legge

Il Comu: «Turni massacranti ai limiti della legalità»Ma la Fit-Cisl Lombardia replica: «Affermazioni inaccettabili. I ferrovieri coinvolti nell’incidente avevano appena dormito sette ore».

Le Fs: «Servonopiù investimenti»

MILANO. «Manti eDonatelli stavano fa-cendo il loro ultimoturno, prima di torna-re a casa. Avete vistoinvece cos’è succes-so». Non riesce a trat-tenere le lacrime Giu-seppe Lorusso, delega-to del Comu, il sinda-cato autonomo deimacchinisti, osser-vando i resti della lo-comotiva sfasciata edei tralicci divelti. E,piangendo, lancia unatto d’accusa controle Ferrovie dello Stato.La responsabilità del-l’incidente, sostiene,è dei nuovi turni con-cordati dall’aziendacon i sindacati confe-

derali: «Il personale del treno de-ragliato, è inserito in un turno dilavoro fuori dalla legalità norma-tiva, con riposi ridotti al di sottodel minimo consentito, 18 ore traun viaggio e l’altro, per chi fa ser-vizi notturni consecutivi». È evi-dente quindi, sostengono i sinda-calisti del Comu, che la stanchez-

za e la frequenza eccessiva dei tur-ni possono aver tolto agli addettila lucidità necessari a guidare iltreno.

«Sulla linea dove è avvenutol’incidente - spiegano - i macchi-nisti ricevono i segnali solo conun breve anticipo. Basta quindiun piccolo problema alla segnale-tica luminosa, un lieve ritardo alfunzionamento dello scambio oanche un’umana distrazione delmacchinista, perché quest’ultimosi trovi costretto a ridurre all’ulti-mo momento la velocità in pros-simità dello scambio». L’accusadel Comu ha scatenato a strettogiro di posta la replica indignatadella Fit- Cisl: «Affermazioni inac-cettabili - afferma Francesco Fer-rante, responsabile dei macchini-sti di questo sindacato - . I turnirecentemente concordati preve-dono 15 ore di guida settimanale,la conferma del doppio macchini-sta, 80 ore di riposo settimanale e157 ore di impegno mensile. Imacchinisti che hanno subitol’incidente, inoltre, avevano ripo-sato nel dormitorio di Milano 7ore prima del servizio».

Ma se i sindacati, autonomi econfederali, si dividono sui turni

di lavoro, sono uniti nel denun-ciare la politica dell’azienda che,a loro parere, nel tentativo di ri-sparmiare trascura colpevolmentele esigenze della sicurezza: «Le Fsin Lombardia proseguono imper-territe nella loro politica di ridu-zione del personale e dei finanzia-menti destinati alla manutenzio-ne - spiega Dario Balotta, segreta-rio generale della Fit-Cisl Lombar-dia - nonostante la Lombardia siala regione con il più alto indice dimovimenti in Italia, con circa 240treni passeggeri al giorno. L’azien-da deve capire che non si può vi-vere di rendita, con misure di si-curezza che andavano bene quan-do il traffico era molto inferiore.Sulla sicurezza bisogna investire,e subito». Entra ancora più neldettaglio Franco Giuffrida, segre-tario generale della Filt-Cgil Lom-bardia: «Ancora una volta - dice -ci troviamo di fronte a un inci-dente dovuto alla velocità tropposostenuta. È assurdo che alle so-glie del terzo millennio i treni ita-liani, al contrario di quanto acca-de in tutta Europa, non siano at-trezzati con gli strumenti tecniciche avvertono i macchinisti delmancato rispetto della esegnaleti-

che, o consentono una frenataautomatica in caso di pericolo».«I dirigenti F.S. - rincara un co-municato ufficiale della Filt-CgilLombardia - hanno un’idea scelle-rata delle ferrovie. Da due anni,presi da acrobazie ragionieristichedi risanamento finanziario, han-no di fatto emarginato dalla loromissione il lavoro, i lavoratori, lacapacità professionale e la sicurez-za». Ancora dalla Cgil arriva unadura dichiarazione di Giorgio Roi-lo, della segreteria della Cameradel Lavoro di Milano: «Il ripetersiormai molto preoccupante dieventi di questo tipo - affermaRoilo - mette in evidenza le re-sponsabilità dell’azienda ferrovia-ria, e richiede l’apertura di unconfronto a tutti i livelli per ga-rantire quelle condizioni di sicu-rezza che oggi non vengono offer-te né ai lavoratori né all’utenza,particolarmente ai pendolari».

«Fermiamo per un giorno la cir-colazione dei treni», è la propostashock del Codacons, un’associa-zione di consumatori. Il bloccodovrebbe servire, secondo il co-municato dell’associazione, a ve-rificare le condizioni di sicurezzadella rete ferroviaria italiana.

«Se la linea fosse stata automatizzataquesto inci-dente si sarebbe evitato». Parola di Giancarlo Ci-moli.Al termine di un vertice tenuto in serata inPrefettura, sotto l’egida del sottosegretarioai Tra-sporti PinoSoriero, l’amministratore delegato del-le Fs non ha volutosbilanciarsi sulle possibili causedelderagliamento, quantopremere sul«pianod’impresa e di riorganizzazione» dell’ente. Che«nel miglioramento della sicurezzae degli stan-dard qualitativiha il suo obiettivo prioritario», hadetto Cimoli sottolineando piùvolteche «le Fs nonsono certo le peggiori fra le migliori d’Europa». Hainvece ammesso la necessitàdi interventi migliora-tivi e di ammodernamento, a partire dall’automa-zione della rete (lacui carenzaè stata molte voltedenunciata da sindacatie Rsu dopo la tragedia delPendolino): «È il nostro primo obiettivo, perché -ha spiegato - permette di alzare il livello della sicu-

rezza». Dopo aver rivolto un «doverosopensiero» aiduemacchinisti e al bigliettaio, Cimoli ha fatto ilpunto della situazione e spiegato «gli sforzi» chel’azienda sta compiendo, col pieno sostegnodel go-verno.«Le Fs investiranno ogni anno7000 miliar-di,di cui2000 per l’automazionedella rete».

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LA POLITICAMartedì 3 febbraio 1998 6 l’Unità

03POL01AF051.07.0

Messaggio a sorpresa all’assemblea del S. Michele dal ministro del Tesoro, la soddisfazione del segretario Pds

Ciampi incoraggia D’Alema«Mantengo la mia solitudine ma parteciperò alle attività della Fondazione»L’intervento di Amato: «Dovete osare di più sul terreno del riformismo»

Rita LeviMontalcini:«Un progettoaperto»«È sempre un obiettivo alto,arduo ma coinvolgente ilvoler costruire unaFondazione culturale.Soprattutto quando non sipensa di costruirla in pochi ecoesi, attorno ad unprogetto chiuso, bensìmettendo in collegamentoaltre esperienze, altri luoghidi cultura». Così ha esorditoRita Levi Montalcini, premioNobel, presidentedell’Istitutodell’Enciclopedia Treccani,nel suo discorso alconvegno del San Michele.Un «contributo a questoevento - ha detto - che concoraggio e convincimentocercate di portare avanti».La scienziata ha preso lospunto dalle innovazioni edalla «apertura all’esterno»della Treccani per rilevareche «il lavoro non isolato»,la capacità di trarre dallarelazione con altri, elementiutili alla ricerca sono il«segno» della scienza diquesto secolo. Un approccioche ha una valenzagenerale, «quale modalitàdi fare cultura in ogniambito, per costruireistituzioni doveinteragiscanopositivamente cultura,consapevolezza sociale,formazione politica ecapacità di impresa».«Acquisire la capacità ditenere insieme tutti questiaspetti - ha concluso la LeviMontalcini - è il mio augurioper l’iniziativa che si avvia».

ROMA. «Le ironie si sprecheranno».Massimo D’Alema prevede i classicitempiduri:mentre la«Cosadue»sof-freuncertoclimadidisincanto,il lea-der pidiessino teme che le criticheprendano di mira pure la Fondazio-ne, il «think tank» della sinistra cheieri è stato presentato da Folena,Manzella,RuffoloePagginelcorsodiun seminario romano. E perchè sulpensatoio della sinistra dovrebberograndinare ostilità e giudizi somma-ri?PerchèloscopodellaFondazione-haspiegatoD’Alema-ècoadiuvare lacrescita di una «nuovaclassedirigen-te» che assuma come bussola «gli in-teressi generali» del paese: basta eavanza questo, secondo il suo giudi-zio, per scatenare «gliinteressi di gruppi ri-stretti e vasti» annidati«nell’ipertrofia delloStato».

Nella sala dello Sten-ditoio,dentroilmagni-fico complesso monu-mentalediSanMichelepoco distante da PortaPortese, ieri c’erano al-cune centinaia di im-prenditori e intellet-tuali che Pietro Folena,con Alfredo Reichlin eGianni Cuperlo, hacoinvoltonelprogetto.Ospitid’ono-re, per così dire, due premi Nobel: Ri-ta Levi Montalcini e Carlo Rubbia.Nellasala, insiemeamanagerpubbli-cieprivaticomeAbete,Tatò,Gambe-rale, ministri (Veltroni, Napolitano eMaccanico)esindaci(VitalieBassoli-no) sedeva la gran parte dei dirigentipidiessini. Molti gli uomini Rai, fraloro il neoconsigliere Stefano Balas-

sone. Qualche assente illustre ha co-municato l’adesione per lettera: è ilcaso di Eco,Berioe Tabucchi.Nel po-meriggioèarrivatoCofferati.Mal’as-soèstatocalatoall’iniziodei lavoridaAndrea Mastella, che ha letto unamissiva di Carlo Azeglio Ciampi: ilsuperministro conferma la scelta di«solitudinepolitica»,mapromettedipartecipare «a quelle iniziative speci-fiche volte ad approfondire temati-cheeconomicheeistituzionali».

Dalla discussione ieri è apparsochiarissimo quel che la Fondazione«non» sarà: non «Super-io della sini-stra» nè «Accademia degli Illumina-ti» (Giorgio Ruffolo), neppure «ema-nazionedellaSinistrademocratica»e

men che meno scuola di partito nelsenso classico del termine. I relatorisuggerisconounprogettodinetworkche colleghi associazioni e saperi eproducaformazionesiaperlasinistrasia per altri committenti. Di certo, haripetuto poi D’Alema, la Fondazionenon avrà nulla a che fare col passato:«Non saremo un padrone, ma solounutente garantito», ha giurato il se-

gretariodelPds.AchiinsinueràchelaFondazione è «la Frattocchie dellaCosa due», D’Alema fin da ora ri-sponde con le parole che Ciampi gliha suggerito al telefono l’altra matti-na: «Non vogliamo fondare la nostrascuola, ma una scuola in cui vorrem-momandareinostrifigli».

L’attenzione più intensa, ieri, se l’èmeritata l’intervento di GiulianoAmato. L’ex presidente del Consi-glio, «oggetto del desiderio» pidiessi-noincorsodiprogettazionedellaCo-sa due, mantiene uno statusdaosser-vatore ancorchè partecipante. Ierihaconfermato fin dall’incipit che unabarriera di dubbi lo tiene lontanodall‘ impegnodiretto:«Nonsonoqui

per rientrare surrettizia-mente in politica». AllaCosa due Amato conte-sta una mancanza diforza attrattiva («questaèunasplendidasala,mal’iniziativa avrà succes-so quando oltre a questivisi che quasi totalmen-te conosco ve ne saran-no altri che non cono-sco»)eunoscarsocorag-gio riformista: quel ri-formismo - ha rivendi-cato-chefu«interpreta-to per decenni da uno

solo dei partiti della sinistra», alias ilPsi, della cui esperienza andrebbe re-cuperata, dice, «la capacità di sinto-nizzarsiconleculturedelnuovotem-po,diappropriarseneecercaredipie-garleaitemistoricidellasinistra».

Proprio questo - sostiene Amato -dovrebbe fare oggi il Pds: dotarsi di«nuovi strumenti» e costruire un ha-bitat ospitale per i riformisti del no-

stro tempo. Una casa adatta, peresempio, a «uomini come PadoaSchioppa» quando scrive che «i falli-menti del mercato sono piuttostol’eccezione che la regola» e «che ilmercato va piuttosto promosso checonculcato». Così pure dovrebberosentirsi aproprioagio,nellaCosacheAmatoimmagina,«quanti sonocon-vinti che tassare leimpreseèunsuici-

dio e che ridurre per legge l’orario dilavoro aumenta più i costi che i po-sti». In mancanza di ciò, a poco vale -avverte - aver conquistato la «conti-guità»dimanagereintellettuali«coni potenti del momento»: sono solo«sfilate».Per la«Cosapolitica», inde-finitiva, c’è ancora tempo: «Non soquale numero essa avrà - assicura incompenso il dottor Sottile - ma potrà

rappresentare un nuovo tetto pernoi».

D’Alema gli ha contrapposto lastoria da cui viene Pds. «Capisco l’or-goglio», ha concesso all’interlocuto-re,perchèègiustochenessunosipre-senti all’appuntamento del nuovopartito «col cappello in mano». Ma illeader della Quercia contesta che ilPsi«siastatal’unicaforzariformista».«La storia della sinistra italiana - diceinvece - è storia di molti riformismi edipocheriforme».Diquelledifferen-zeglieredidelPcinonneganoilvalo-re, tanto da sentirsi «in debito» e cer-care ildialogo«con lealtre forzedellasinistra». D’Alema ha rivendicatopunto per punto l’atteggiamento delPds negli anni recenti: il risanamen-to, l’avere impedito che l’Italia «pre-cipitasse nella serie B delle nazioni».Chiedere oggi una «fase due», lo svi-luppo, non equivale - ha protetstao -«a disturbare il manovratore». Ha in-vitatoinfinetutti-ancheAmato-ari-fuggire da «scontri ideologici». Peresempio sulla riduzione d’orario: laquale «non si tradurrà automatica-mente in nuova occupazione» mapotrà produrre lavoro se accompa-gnatadallaopportuna«flessibilità».

Pragmatismo, allora, davanti allenovità. Anche a rischio di essere di-pintidalla solita stampanellamanie-ra sbagliata. Come nel caso dei rap-porti col Polo: «Sulla giustizia sonopassato dal “patto” con Berlusconi aquello con Fini senza un break - la-menta infatti D’Alema -; senza che ilnarratore, sempre lostesso, sentisse ilbisogno di dire: “Scusate, mi ero sba-gliato...”».

Vittorio Ragone

03POL01AF012.015.0

Non sono quiper rientrarein modosurrettizioin politica

Walter Veltroni con il Nobel Carlo Rubbia Luciano Del Castillo/Ansa

In plateaanche 2 Nobele 4 ministri

ROMA. Si chiama Fondazione,quella che ha preso il via ieri nelcomplesso monumentale di S. Mi-chele a Roma. Fondazione, appun-to, e non associazione, club, movi-mento, accademia, convention.Giacchéipolitici,gliintellettualiin-teressati al progetto si accingono acostruire le fondamenta di una cul-tura politica, le basi di un edificioche verrà. E che vogliono evidente-mente ben solido, dopo i terremotidel passato e le macerie di cui è an-coracosparsoilpresente.

Come spessoavviene di fronte adunprogettonuovoeambizioso,cisiè affannati a spiegare innanzituttociò che non è e ciò che non deve es-sere. Perevitare malintesi ederrorieallontanare false intepretazioni. Eallora: la Fondazione non vuole es-sere, per dirla con Giorgio Ruffolo«un nuovo super-io della sinistra»,un produttore di metaracconti, dicertezze epocali, di «armature ideo-logiche». Né deve essere una puraaccademia, produttrice di studi, ri-cerche,convegni.

Non haalcuna intenzione-comehanno sottolineato in molti - di oc-

cupare lo spazio di una istituzioneculturale, collaterale delnuovopar-tito riformista della sinistra. «Non èla Frattocchie della cosadue»,hata-gliato corto Massimo D’Alema.«Non c’è alcun nesso strumentalefra questa fondazione e gli obiettivipolitici di una forza riformista» haprecisato a scanso di equivoci il se-gretario della Quercia. Niente a chefare con il passato quindi, niente ache fare con steccati, ideologie e ar-mature che hanno caratterizzato fi-noraleistituzioniculturalichebeneo male un nesso con la politica loavevano se non altro perché fra i lo-ro promotori c’erano illustri diri-gentidipartitoed intellettualiorga-nici.

Con la Fondazione si fa un passoindietro con l’intenzione (la cita-zione è d’obbligo) di farne dueavanti. Di costruire una cultura po-litica che metta in contatto punti divista diversi che diversi intendonorimanere, «ma che nel mettersi inrete, in comunicazione, in network-puntualizzaPietroFolena-decido-nodiscambiarsipermanentementeidee, di accettare come un valore la

propria parzialità, diaprirsi al mondo, dicontaminarsi, di orga-nizzare formazione diclassidirigenti».

Maperchéoggique-sta contaminazione ècosì importante anzi«fondamentale»edes-senziale per iniziareuna nuova fase delprocessopolitico?Per-ché si è interrotto - ilgiudizio è pressocchéunanime - quel flussofra cultura e politica,fra opzioni ideali e de-cisioni pratiche chesono appunto il fon-damento di una nuo-va storia della nazione . «Dietro loscenario di questo incontro c’è l’i-naridimento culturale e progettua-le della politica» ha detto Pietro Fo-lena. E « senza cultura la politica èpiù povera», ha aggiunto D’Alema.E allora la Fondazione si delinea in-tantocome«canale»-ladefinizioneèdiAndreaManzella -«perrifornireculturalmente lapolitica.Rifornirla

delle risorse necessarie per poter af-frontare nelle nuove dimensioni, aldi làdelloStato,ancheipiùtradizio-nali problemi nazionali». E poi sidefinisce come «scuola». Lo diceMassimo D’Alema, riferendo che èstato Carlo Azeglio Ciampi (chenonèpresentealS.Michele,macheha aderito con una lettera all’inizia-tiva) a suggerirgli il termine. «Noi -

afferma e precisa semprea scansodiequivoci - non vogliamo fondare lanostra scuola, vogliamo che nascauna scuola alla quale mandare i no-stri figli». E poi - ed è forse la defini-zione più importante - come puntodi riferimento per la formazionedelle nuove classi dirigenti. Classedirigente -siachiaro -enoncetopo-litico che occupi il potereo ipostidi

potere. Uomini e donne capace digovernare i cambiamenti e la mo-dernitàenonattiaspartirsinomineeposti.

Questa, almeno, l’ambizioneproclamata e sulla quale la Fonda-zione si misurerà nel futuro. Ambi-zione alta in una paese e in una so-cietà che tradizionalmente non hail senso dello Stato, e che nonhaco-nosciuto mai una borghesia che sifacesse carico del problemi nazio-nali. E che, se mai, ha conosciuto ilqualunquismo, acceso o sonnolen-to, ilcorporativismopiùradicato, loscontro fra gruppi più o meno ri-stretti, ma tutti decisi a difendere ilproprio «particulare». Oltre, natu-ralmente, alla più bieca spartizionedel potere. «La repubblica sembrapriva di padri fondatori - ha denun-ciatoLeonardoPaggi - IlPantheonèvuoto e nessuno sa come riempir-lo».

E orasivorrebbevoltarepagina.Eaffrontare il problema, intercettan-dounbisognodiffusoinunasocietàche questo cambiamento lo vuole.La scommessa è alta. Copre campidiversi. Tocca a Leonardo Paggispiegare i valori su cui lanuovaclas-se dirigente deve costruire sé stessaanche a costo di usare parole chesuonano antiche. Il primo più im-portante compito di una nuovaclassedirigenteèquellodirealizzareun balzo in avanti nella coscienzanazionale nella direzione di unnuovo «patriottismo repubblica-no» dice. Patrioti, repubblicani? Sìuna nuova classe dirigente patriotae repubblicana che non si deve mi-surare come Giuseppe Mazzini e laGiovaneItaliaconiproblemidiunanazione ancora non nata. Ma conquelli di una nazione che cerca una«identità europea» e che deve fare iconti con il suo passato e con il suofuturo. Perché non è immaginabileuna classe dirigente «senza una ra-dicamento,senzalaforzadiunatra-dizione che non può non essere na-zionale», dice sempre LeonardoPaggi anche se in questo passato c’èuna «incompiutezza democratica»,un deficit che hacolpito il paese e lavitarepubblicana.

Ma tanto meno è immaginabileuna classe dirigente che non si con-fronti subito con il presente e con ilfuturoequindiconquellarealtàdif-ficile e dura che viene denominata«globalizzazione». E che esige pas-saggi difficili:dalla classe allanazio-ne, dalla solidarietà di classe ad unacoesione sociale più vasta ed inclu-siva, dal conflitto al nuovo patriot-tismo. Sono questi i temi che chivuol dirigere il paese deve affronta-re.Dalle«fondamenta»,appunto.

Ritanna Armeni

Senso e obiettivi dell’iniziativa partita ieri dal San Michele davanti a una platea di intellettuali e politici

E la sinistra andrà a scuolaLa Fondazione promuove l’incontro fra culture, esperienze, generazioni diverseROMA. Due premi Nobel, quattro

ministri,direttoridigiornali, retieTged ex (molti), il segretario della Cgil,sindaci, attori, registi, imprenditori eanche la presidente dell’Anm. Un«parterre d’eccezione» ha ieri assisti-to ai lavori del convegno «Italiani edeuropei», cheha inaugurato la futuraFondazione della sinistra italiana.Carlo Rubbia, seduto in prima fila, eRita Levi Montalcini hanno seguito ilavori,accantoaiministriWalterVel-troni, Antonio Maccanico, GiorgioNapolitano e Luigi Berlinguer. Euge-nio Scalfari ha fatto una rapida appa-rizione, mentre l’ex vice direttoredella «Stampa» Gad Lerner e l’ex di-rettore del Tgi Nuccio Fava si sonotrattenuti tutta la mattinata. Nel po-meriggio è passato anche Bruno Ve-spa. Massimo D’Alema, tranne peruna breve pausa-pranzo, non si èmossodaltavolodellaPresidenzado-venelpomeriggiosi è sedutoancheilsegretariodellaCgil,SergioCofferati.Tra gli imprenditori e dirigenti d’a-zienda presenti, l’ex presidente dellaConfindustria Luigi Abete, l’attualeresponsabile del centro studi, Gui-dalberto Guidi, Anna Maria Testa,Marina Salomon, Gianfranco Dio-guardi e l’amministratore delegatodellaTim,VitoGamberale.

Nell’elencodeipresenti fornitoda-gliorganizzatori, fraglialtri, figuranoi nomi di: Claudio Abbado; LuigiAbete; Giuliano Amato; GabriellaAnca; Corrado Augias; StefanoBalas-sone; Luciano Berio; Luigi Berlin-guer; Massimo Brutti; Flavio Bucci;Carlo Azeglio Ciampi; Sergio Coffe-rati; FurioColombo;MassimoD’Ale-ma; Gianfranco Dioguardi;UmbertoEco; Piero Fassino; Nuccio Fava; Pie-troFolena;CarloFreccero;VitoGam-berale; Massimo Ghini; GiancarloGiglio; Elio Grassucci; Roberto Gual-tieri; Angelo Guglielmi; GuidalbertoGuidi;MariaClaraIacobelli;CarmenLasorella; Felice Laudadio; Gad Ler-ner; Antonio Maccanivo; Paola Ma-nacorda; Andrea Manzella; Giovan-naMelandri;GiulianoMontaldo;Fa-bio Mussi; Giorgio Napolitano; Die-go Novelli; Massimo Paci; Elena Pa-ciotti; Laura Pennacchi; Leo Pescaro-lo; Paola Pitagora; Barbara Pollastri-ni; Italio Prario; Irma Ravinale; Alfre-do Reichlin; Carlo Rubbia; AntonioRuberti; Giorgio Ruffolo; Marina Sa-lamon; Cesare Salvi; Antonio Tabuc-chi; Franco Tatò; Anna Maria Testa;Bruno Trentin; Giuseppe Vacca; En-ricoVaime;WalterVeltroni.

03POL01AF023.013.0

E il leader Pds al ministro:«Verremo a lezione da te»

Un succoso duetto a distanza Ciampi-D’Alema ha animato laplatea del convegno del S.Michele che ieri ha lanciato l’idea dellanuova Fondazione culturale. Lo spunto è venuto da una letterainviata da Ciampi ad Andrea Manzella, che ha tenuto una dellerelazioni introduttive. Il ministro del Tesoro dice di aver letto ilprogetto della Fondazione che «mira a favorire e stimolare ladiscussione, il dialogo fra culture, esperienze, generazionidiverse, su temi e problemi alla base delle trasformazioni in attoin Italia, in Europa, nel mondo». «Conosci - afferma Ciampi - lamia scelta di “solitudine” politica. Sai che non è un vezzo (durada oltre mezzo secolo!), ma un mio modo di essere. Sai anchequanto io senta i doveri di cittadino, quanto avverta, inparticolare, il dovere della generazione che sta per uscire ditrasmettere il succo delle esperienze di chi ha vissuto le vicendedi un secolo, sotto ogni profilo travagliato. Non sono oggi convoi, ma mi prometto di partecipare a quelle iniziative specifiche,nelle quali si tradurrà l’attività della fondazione, volte adapprofondire tematiche economiche e istituzionali». La lettera siconclude con «molti auguri».E Massimo D’Alema, nel suo intervento, per sintetizzare il senso

dell’inziativa, si è rifatto proprio al al ministro del Tesororivelando il «consiglio» ricevuto alla vigilia del convegno:«Si sprecherà l’ironia sulle Frattocchie della “Cosa 2”: mabisognerà avere pazienza... L’altra sera, conversando conCiampi, lui mi ha suggerito di dire esplicitamente che nonvogliamo fondare una “nostra scuola”. Vogliamo aprireuna scuola dove andare noi stessi e i nostri figli... Nonpossiamo più farci la scuola in casa: gli strumenti con iquali ci siamo formati non funzionano più. Io, uomo dellasinistra formatosi nell’ex Pci, voglio che i nostri figlivadano a scuola anche da persone come Carlo AzeglioCiampi e sentano con le loro orecchie le cose che ha dadire un uomo come Giuliano Amato... Sarebbe statosbagliato nascondersi. Ma noi intendiamo soltanto dare il”là”. Siamo pronti ad affidare agli intellettuali che siriuniranno attorno al progetto la nostra formazione ericerca: devono sapere che loro hanno nel più grandepartito non un padrone ma un “utente” garantito».

Folena con la Levi Montalcini al convegno «Italiani ed europei», sotto Ciampi Luciano Del Castillo/Ansa

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03SCI01A0302 ZALLCALL 12 22:01:31 02/02/98

SCIENZA AMBIENTE e INNOVAZIONE Martedì 3 febbraio 1998l’Unità25Lettere sui bambini

Vaccinatei figlisenzadubbi

di MARCELLO BERNARDI

Numerosi progetti innovativi italiani e stranieri renderanno il ‘98 l’anno dello sviluppo sostenibile

Carta e combustibile dalle algheCosì la tecnologia aiuta l’ambienteLa rottamazione degli elettrodomestici farà recuperare alluminio, rame, plastiche e vetri e creerà posti di lavoro.Dalle fibre del mais si otterrà un poliestere naturale, mentre con i gas di combustione si produrranno quaderni.

AidsNel ‘59 l’infezionepiù antica da HivRisale al 1959 la più antica in-fezione da Hiv, finoadoraco-nosciuta, contratta da unapersona. Lo ha scoperto ungruppo di virologi coordiantidall’americano David Ho cheha isolato il virus da un cam-pione di plasma, assoluta-mente ben conservato, ap-partenente ad un uomo afri-cano. Secondo lo studio cheverrà presentato oggi allaConferenza internazionalesull’Aidsdi Cichagoepubbli-cato su «Nature», il virus del-l’Aids potrebbe essere entratonella popolazione africana inun’epoca molto vicino alladata dell’infezione. I virologihanno condotto sofisticatistudi molecolari confrontan-do le sequenze del materialegenetico isolato con quelle dialtri sottotipidivirusgiànoti.Le similitudini fanno ipotiz-zare ai virologi che alcunigruppi di Hiv (sottotipi B e D)sono evoluti da una singolaintroduzione nella popola-zione africana in un periodonon molto precedente al1959. Sono numerose le ipo-tesi fatte in questi anni daglistudiosi sulle origini del virusdell’aids nell’uomo, ha ricor-dato il virologo Stefano Velladell’Istituto superiore di sani-tà, tra le quali quella non ve-rosimiledellafugadaunlabo-ratoriodiunceppovirale.

TrapiantiIn E. Romagnapiù donazioniCentotrentaquattro donatorisegnalati dai servizi di riani-mazione, ottantaquattro do-natori utilizzati, sessantottoprelievimultiorgano.Sonolecifre dell’attività di donazio-ne, prelievo e trapianto di or-gani in Emilia Romagna nelcorso del 1997, che confer-mano la crescita complessivadelleattivitàditrapianto,conunaumentodel9percentori-spetto all’anno precedente, efanno salire l’Emilia Roma-gna al primo posto fra le re-gioni italiane per numero didonazioni di organi. Com-plessivamente, infatti, i do-natori per milione di abitantisono21,4.

GlobalstarPartono i primiquattro satellitiGiovedì prossimo dalla basespaziale di Cape Canaveral(in Florida) verranno lanciatii primi quattro satelliti dellacostellazione Globalstar, il si-stema di telecomunicazionimobili suscalamondiale.An-che l’Italiaha contribuito allarealizzazione di questo pro-gramma con Alenia Aerospa-zio, alla quale è stata affidatala responsabilità della inte-grazione e delle prove dei 56satellitiedellerelative112an-tenneattive.

Conosco parecchigenitori che nonvogliono far vaccinare il lorobam-bino perché sostengonochetalepratica possa essere nocivaalla sa-lute invece proteggere dai virus. Leiche pensa?È vero che levaccinazio-ni possono esserepericolose?

Levaccinazionisonoobbligatorieinmodosacrosanto.Enonc’èalcundub-biosulfattocheoggiilbilanciocosti-beneficidiqualsiasivaccinazionepro-pendatuttoavantaggiodegliultimi.Insomma,glieffetticollaterali,quan-docisono,sonoridottiaiminimiter-miniedicertononprovocanoproble-miseri.Suquestoaspettononcisonodubbi.

Ilvaccinoèunfintoattaccoalno-stroorganismo,tramiteilqualeriu-sciamoadorganizzaretutteledifesenecessarienelcasodovessimosubireunattaccoveroeproprio.Ècomeunsegnaled’allarme,utileaffinchéilcor-posipremuniscaperilfuturo.Tramiteivaccini,ricordosolochemalattiemortaliocomunquemoltopericolosecomeilvaiolo,ladifterite,lapoliomie-lite,iltetanosonoscomparsenelmondooccidentaledoveèdiffusalapraticadellevaccinazioni,mentreal-cunediquestemalattiecontinuanoamieterevittimetraibambinideipaesiinviadisviluppodove,siapermotivieconomicichepolitici,nonsifannolevaccinazioni.

Èpurverochealcunideivacciniincircolazionenonsonoparticolarmen-teattivi,inparticolarequelliaspecifi-ci,chevengonousatiperproteggeredall’influenza.Ma,comenormagene-rale,sonodelparerediricorrereatuttelevaccinazionidisponibilisenzaal-cundubbio,apartiredaiduemesi,duemesiemezzodivitadelbambinoeproseguendoregolarmenteconisuc-cessivirichiami.

Obbligatorie,dunque,levaccina-zionicontroladifterite,iltetano,lapoliomielite,l’epatite(mentreormainonvalepiùlapenadifarel’antituber-colare).Maioconsigliovivamentean-chel’antirosolia,l’antipertosse(chespecialmentenelprimoannodivitaèunamalattiamoltopericolosa)el’an-timorbillo,ilcuivaccinodallasuacomparsaadoggi,èstatosottopostoacontinueverificheemiglioramentiedèormaipraticamentesicuro.Delrestoilmorbillo,siapuredirado,puòpro-vocareencefaliticheuccidonooan-nullanolefunzionicerebrali.Altrovaccinodisponibile,anchesenonob-bligatorio,èquelloantiparotite.Ean-chel’antinfluenzale,infine,previave-rificadeicasispecifici,èmoltoconsi-gliabile.

Atitoloinformativo,concludori-cordandocheduranteimieicinquan-t’annidipraticaprofessionale,hoco-nosciutounabambinaicuigenitorisieranodecisamenteoppostiallavacci-nazioneantidifterica:ebbene,quellabambinaacinqueannièmortadidi-fterite».(AcuradiLauraMatteucci)Le lettere per questa rubrica, non piùlunghe di dieci righe, vanno inviate a:Marcello Bernardi, c/o l’Unità, via Fe-lice Casati 32, 20124 Milano.

L’anno che verrà si annuncia più ecologi-co, rispetto a quello che si è appena chiuso,con il Vertice di Kyoto che ha segnato unaprima, seppur timidissima, inversione dirotta rispetto all’emissione incontrollata digasnocivi inatmosfera.Afarbensperareso-no i primi provvedimenti presi dal Gover-no, tra i quali la rottamazione degli elettro-domestici che potrebbe, secondo dati delministero dell’Ambiente, portare ad un ri-sparmio annuale di un milione di tonnella-tediCo2. Inattesacheapranoidodiciprevi-sti centridi smontaggioebonificadi frigori-feri ed altri elettrodomestici «bianchi», ilprimo ha aperto il mese scorso vicino Tori-no.Losmontaggiopermetteràdirecuperarealluminio, rame, plastiche e vetri chesaran-noreimmessinelprocessoproduttivo.Oltreai frigoriferi, sipensadirottamareprestoan-che televisori, computer e telefoni cellularie, per leautomobili,di cuiattualmente si re-cupera il 70%, arrivare al 90%, riducendo icosti di smaltimento dei rifiuti e creandonuovi posti di lavoro. Computere televisoriverranno inviati a dei centri pilota a Roma,Foggia e Caserta e i giovani disoccupati im-piegati siaggiungerannoaquellichelavora-no nel settore dei frigoriferi, dell’energia so-lare e a quelli, circa mille, che lavorerannoneinuoviparchi,peruntotaledi4.600postidi lavoro.Nonpochi inunmomentodicrisied anche i parchi nazionali aspettano il 98

per poter crescere come meritano e tutelarela biodiversità italiana, una delle più ricched’Europa.

Anche l’agricoltura biologica, secondo lericerche di Nomisma, è in continua crescitae le superfici così coltivate raddoppiano dianno in anno. Da poco si sono superati icentomila ettari, che triplicheranno in bre-ve tempo, visto che la domanda di prodottibiologici italiani è forte in Germania e StatiUniti, mentre il mercato italiano è ristrettoal settentrione. Il vero incubo della societàdei consumi è costituito però dai rifiuti, so-prattutto da quelli non biodegradabili. Unabuona notizia per il nuovo anno viene dauna azienda leader della bioingegneria, cheha creato un poliestere naturale con l’utiliz-zo di fibre di mais, che è più economico epuò essere riciclato all’infinito. Se nonavre-moquindi labenzinadalmais,comesogna-vaGardini, ilvegetaledegli Incaciporterà laplastica del futuro. Negli Stati Uniti, invece,degli scienziati stanno sperimentando uncombustibile che sfrutta le alghe marine,sottoponendo le fibre a stress termici al finedi estrarne le sostanze lipidiche. Si tratta diunatecnologiapulita,maancoratroppoco-stosa per ipotizzarne un uso su vasta scala.Più avanzata la ricerca condotta dal’Enea,nell’ambito di un programma dell’UnioneEuropea,per laproduzioneindustrialedial-ga-carta. L’idea è di quelle che consentono

di salvare, come si dice, capre e cavoli. Le50mila tonnellate di alghe raccolte ognian-no nella Laguna di Venezia possono far ri-sparmiare almeno 30mila tonnellate di al-beri, senzacontare checon il riutilizzosi eli-mina il costo dello smaltimento delle alghee si adopera meno energia del processo cel-lulosa - carta. L’innovazione rispetto ai tra-dizionali tentativi di produrre l’alga-carta èche si adopera non solo la cellulosa, ma an-che i minerali e gli amidi di cui è ricca l’alga.Per i tecnici della cartiera Favini di RossanoVeneto, dove è stata creata, l’alga-carta fa, adir la verità, è già parte del passato. Il nuovoannovedrà infattigli scaffalidellecartolerieriempirsidiquaderni realizzati in«smogpa-per», realizzata con i gas di combustioneconsolidati e cristallizzati. La tecnologiaconsiste in una macchinettacheintercetta igasacidichesicombinanoinatmosferaconi residui alcalini e danno luogo ad una sortadi «farina di smog». Con questa polvere sisostituisce la polvere di roccia utilizzata perottenere lacartaesiriducel’emissionedigasacidiinatmosfera.

Studipilotaeffettuati inBelgio,Danimar-ca e Spagna ci suggeriscono invece un altromodo per fruttare il caolino e il calcare pre-senti nei residui del processo di riciclaggiodellacarta.Potrebberoessereutilizzatiperlaproduzione di cemento, evitando così l’e-strazione del caolino dalle cave, che rovina-

no tante nostre montagne. Liberi presto dainquinamento e rifiuti? La speranza vienesempre dalle nuove tecnologie e spesso daaltrescienze,comenelcasodell’utilizzodel-le camere iperbariche per lo smaltimento dirifiutitossici.Lasperimentazione,partitaal-l’Università di Chieti, prevede un sistema acircuitochiusoperdistruggererifiutiperico-losi come l’amianto cemento o le traversineferroviarie impregnatediatiparassitari.Mainostri rifiuti,vichiederete,nonsonosoprat-tutto bucce d’arancia e ossi di pollo? Per unPaese dove il 90% dei rifiuti va ancora in di-scarica, anche gli organici sono un proble-ma. In attesa di convertirci al collaudatissi-mo compostaggio, da anni in uso nei Paesidell’Europa del Nord, a Padova hanno pro-dotto un apparecchio che trasforma qual-siasi avanzo di cibo in particelle finissime,per renderlo così eliminabile attraverso letubature dell’acqua. Semplice no, con buo-napace dei problemidieutrofizzazionedel-leacque.Matanto lealghe inesuberoleuse-remoper fare lacarta.Oseabbondano,ci fa-remolabenzina.Oppureun’altrafibratessi-le al posto del cotone, perché lecoltivazionidi cotone nonbiologico richiedono ingentiquantità di pesticidi...Insomma la stradadello sviluppo sostenibile per l’anno cheverràèlastricatadibuoniprogetti.

Gabriele Salari

Tripliceeclissisu Giove

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Viste così, tutte insieme, le cinquesfere qui accanto, potrebbero sem-brare delle palle da biliardo. In real-tà si tratta della sequenza della tri-plice eclissi che si sta verificando suGiove. Ciò che l’immagine ci mo-straèl’assenzadiunapartediGiove,o meglio di tre parti del pianeta. Letre macchioline nere che si osserva-noechesembrerebberopartioscuredelpianeta, sonoinveceunicamen-te delle ombre. L’insolito allinea-mento delle tre lune di Giove con ilsole fu immortalato da una foto loscorso10novembre.LeombrediIo,CallistoeGanimedesimuovonoat-traverso Giove allo stesso modo incui queste luneprogrediscononelleloro orbite. Ma quella che oggi ap-pare come una immagine suggesti-va fornitaci dalle moderne tecnolo-gie, la sua percezione in passato harappresentato un importante passoavanti per la scienza. Fu in occasio-nedell’eclissidellelunediGiovenel1675, infatti, che Ole Roemer di-venne la prima persona a misurarela velocità della luce. Quandoun’ombra proveniente dalla LunaattraversalasuperficiedellaTerra,lagente immersa nell’oscurità, assisteadun’eclissidelSole.

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03SPE01A0302 ZALLCALL 12 22:13:06 02/02/98

GLI SPETTACOLI Martedì 3 febbraio 1998l’Unità27T OTO‘ IN TEXANO.

Ve lo immaginate?Ebbene, un effetto si-mile mi ha fatto risen-tire Charlton Heston-Ben Hur parlar italia-no. Strano, ridicolo,imbarazzante. Quasipeggio di Sean Con-nery-James Bond vistorecentemente alla tvfrancese, senza piùniente del suo scozze-se sibilante che mi eroabituatoadassociarealpersonaggio.Nonoso immaginare come sarà l’italiano dellacinese Gong Li o dei personaggi di Kiaro-stami. Perquestohoorapauradiandarealcinema. A Roma non ci ho ancora messopiede. Fisime di uno abituato per anni avedere i film in lingua originale a Parigi o aNew York? E chi se ne importa, direte. Mi-ca vorrete obbligare gli spettatori adiven-tare poliglotti, si potrebbe obiettare. Cia-scun Paese ha le sue abitudini, e la abitudi-ni fanno il mercato. In America i film stra-nieri sonosolo inoriginale.Bella forza,perquestofinisconotutti,anchesehannovin-tounOscar, inqualchesalettadellegrandicittà e basta. In Germania è come in Italia:doppiati. Nella vicina Olanda il contrario,tutti i filmcome il regista li ha fatti. AParigiper le grandi pellicola commerciali c’è lascelta: metà sale version originalecon sot-totitoli, metà doppiati, in cineteca soloin originale.

Certo che finché non provi la fiorenti-na ti può piacere la simmenthal. Mangi

quel che il convento offre o diventi ve-getariano. Ma se ti passa per la menteche può non essere solo questione digusti, bensì di salute, puoi ripensarci emagari rivendicare la libertà di scelta. Aproposito di doppiaggio, pare tra l’altrache non sia solo questione di gusto. Hoappreso che non solo non mi piace, mafa male. La sindrome ha anche un no-me scientifico. Lo chiamano l’effettoMcGurk, dal nome dello scienziato chelo scoprì negli anni Settanta. Fu la suaéquipe a dimostrare sperimentalmenteche il parlato viene percepito come unmix di segnali vocali ed uditivi, insom-ma che leggiamo le labbra oltre ad udi-re quel che uno di fronte a noi o sulloschermo dice. Se le labbra dicono unacosa e l’orecchio ne percepisce un’altra,si diventa dissociati. Col tempo ci si abi-tua anche, è successo ad intere popola-zioni di spettatori in Italia e Germania.Se il dottor Bertolucci ci dà una mano avaccinarci, diciamogli grazie.

Ricordi di un corrispondente estero

Fate come a ParigiLe voci veresono un’altra cosa

«Ma è robaper pochi»avvertonoi distributoriROMA. Film in originale: unlusso. Una cosa per pochiintimi. Ne è convinto ValerioDe Paolis, distributore, con laBim, di cinema di qualità eattento al problema, vistoche tradizionalmente mandain circolazione un paio dicopie non doppiate anchedelle lingue più ostiche, tipol’iraniano di Kiarostami. «Ciabbiamo provato, peresempio con “Terra e libertà”di Ken Loach, che si prestavamolto, essendo parlato in trelingue. Ma è stata una veradelusione: al Nuovo Sacher diRoma, tempio del cinema diqualità gestito da Moretti, haretto per tre/quattrosettimane, poi si è arenato eabbiamo dovuto tornare allacopia doppiata. Alla fin finel’avranno visto sì e no 6.000persone». De Paolis, proprioin quella occasione, si èconvinto che gli adepti delleversioni originali siano

un’esigua minoranza, «forse diecimilaspettatori in una grande città come Roma,anche se nel mio ambiente sonopraticamente assediato dai detrattori deldoppiaggio, ma è tutta gente che conoscelingue e culture straniere». Una questione dilivello sociale e culturale, dunque? Unaquestione di pigrizia, anche. Almeno secondoPaolo Ferrari, responsabile della Warner BrosItalia. «In Olanda tutti parlano inglese, da noino. Senza contare che il doppiaggio spessomigliora i film e potendo scegliere...». Inpassato la Warner tentò l’esperimento dellalingua originale, con sottotitoli, per esempioper «Il colore viola» e «Full Metal Jacket», magli incassi non furono certo esaltanti. Forseadesso c’è maggiore attenzione: a Milanodanno buoni risultati due sale chepropongono una volta a settimana laversione originale, a Bologna è il pubblicodelle scuole a chiedere questo tipo diiniziative. «Però ci vogliono le multisale, chesono ancora troppo poche. E ci vuole tempoper creare l’abitudine nel pubblico», diceFerrari. Che cita, a conferma del suoscetticismo, il caso estremo dello WarnerVillage di Vicenza. Il film in inglese non haattecchito nemmeno lì, nonostante la fortepresenza di americani in zona (c’è una baseNato nelle vicinanze). Il problema, riflette DePaolis, è che bisognerebbe farlo in tanti, losforzo. «Io sono pronto a rischiare, ma solo seanche altri si dimostrano disponibili: peruscire dalla nicchia di pubblico e creare unamoda o un fatto culturale non basta qualchecaso isolato. Bisogna coalizzarsi». Ma perchél’Italia è così refrattaria a un costume cheall’estero, vedi la Francia, ha solide radici?«Intanto a Parigi sono solo le sale del centro afare i film in lingua originale. E poi suventicinque copie in circolazione saranno almassimo una decina quelli non doppiate»,minimizza De Paolis. E Ferrari aggiunge: «Danoi mancano le sale. Per creare una nuovaabitudine di consumo occorrono gli spazi. E imultiplex in Italia quasi non esistono». Manon sarebbe anche un modo per risparmiare?«Per niente. È vero che un doppiaggio costamediamente 70 milioni, mentre i sottotitoli,anche i più professionali, si fanno con unaspesa sotto i dieci milioni. Ma è un risparmioche alla fine non ripaga».

Cristiana Paternò

SIEGMUND GINZBERG

Doppiato?No, grazieDoppiato?No, grazie

MILANO. L’idea è ori-ginale: destinare unasala cinematografica,cresciutaalimentando-siconrassegnediquali-tà e con le serate del Ro-cky Horror PictureShow, alla sola pro-grammazione di filmin versione originale.Senza sottotitoli esenza nulla concederealla mediazione dellalingua di Dante, Pe-trarca e Boccaccio. Lasala in questione è ilMexico, piccolo maconfortevole cinemaalla periferia sudovest della città, adun passo dal Giambellino di Ce-rutti Gino e dalla processione dicase di edilizia popolare.

Conosciuto dai milanesi per es-sere diventato la residenza stabiledel «Rocky Horror», il Mexico dasabato sera ha deciso di cambiarevita. E di rischiare il futuro con ilmelting pot linguistico. Una sceltadettata dalle multisale che avanza-no e dall’incontro che il gestoredel locale ha avuto con un ameri-cano dall’aria gattona, Jordan Sto-ne, che si è impegnato a procuraretitoli di qualità e copie perfette.Ma pure da un bisogno che attra-versa una fetta consistente di pub-blico cinematografico: la voglia diascoltare un film così come è statoconcepito. Senza che Robert DeNiro, Dustin Hoffman e SylvesterStallone si confondano nell’unica,splendida voce di Ferruccio Amen-dola. O che Clint Eastwood facciail verso alle tonalità di Paul Hogan.Oppure ancora, che Pierce Bro-snan finisca per esprimersi con lestesse inflessione calde e pastose diuno dei personaggi di Beautiful.«In Italia non riesco più ad andarea vedere un film», diceva sabatosera Bernardo Bertolucci, ospited’onore all’inaugurazione del Me-xico-Cinemastone, nel presentarela versione originale, restuarata daCinecittà International, di Ultimo

tango a Parigi. Non era il rimprove-ro un po‘ snob dell’autore cinefilo.Ma solo la consapevolezza di unospettatore-autore che conosce ladifferenza, anche emozionale, cheesiste tra il sonoro originale e ildoppiaggio. E la differenza, bastaprovare una volta per non dimen-ticarla più: Marlon Brando che bo-fonchia in anglo-francese con Ma-ria Schneider è una suggestione daconsegnare ai ricordi.

«Lo spettatore italiano non hal’orecchio per la versione origina-le», «I sottotitoli non funziona-no»: per molti anni il leit motivdella distribuzione e dell’esercizioè sempre stato lo stesso. Poteva es-sere vero negli anni della televisio-ne in bianco e nero, dell’alfabetiz-zazione di massa del maestro Man-zi. Ma nella stagione della globa-lizzazione, dei viaggi su Internet,delle trasferte aeree di gruppo, re-stare chiusi nell’angolo autarchicodel «parlo come mangio» finisceper non evere molto senso. E me-no senso ancora ha discutere della

splendida voce di Laurence Olivierche recita Shakespeare o della Gar-bo, alla maniera di «quelli che»non li hanno mai sentiti, ma qual-cuno ha raccontato loro. Anchescoprire che Mickey Rourke non saletteralmente recitare e che devesolo ringraziare il doppiaggio se in

Italia è diventato qualcuno nel-l’immaginario degli spettatori, oprendere atto dello splendido la-voro compiuto da Giancarlo Gian-nini nel dare la voce italiana ad AlPacino, può essere divertente eistruttivo in questo gioco di rifra-zione tra l’originale e il derivatoche fa della diversità un valore. Ungioco che, per il pubblico italiano,è stato per molti anni il gioco deglialtri: francesi, spagnoli, inglesi.Addirittura degli svizzeri.

Ma quanto grande sia diventatala nicchia degli appassionati dellaversione originale, hanno comin-ciato a capirlo perfino i distributo-ri. E gli esercenti più innovatori.Nell’Italia che corre verso l’Europa,almeno al cinema un pò europei lostiamo diventando. A Milano, adesempio, «Sound & Motion», ras-segna promossa dell’Anteo, daquattro anni programma novità inlingua originale: per un giorno allasettimana, in tre sale milanesi e inalcuni locali dell’hinterland. Sem-pre a Milano, la multisala Odeon,

gestita da Mediaset, proietta ognilunedì un titolo in «v.o.». Sullastessa lunghezza d’onda sono an-che il Tiffany di Bologna, il Goldo-ni e l’Odeon di Firenze, l’Alcazar diRoma. Sempre nella capitale, an-che il Nuovo Sacher e il Quirinettadedicano giornate ai film nondoppiati. Mentre il Pasquino - chesi trasformerà in multisala con treschermi - è da anni consacrato allasola programmazione di film inversione originale. Ancora più aSud, a Napoli, l’Abadir si è specia-lizzato nella proposta di blockbu-ster americani: rigorosamente nondoppiati. Il business è interessante:in media si aggira sulle 150/200presenze a spettacolo. Perfino al-cune videoteche si sono aggiorna-te alla voglia di «originale» delpubblico. Ultimo della lista, il Me-xico di Milano punterà anche alladivulgazione del cinema europeo.E insieme a The Harder They Come,storico reggae-movie con JimmyCliff ha messo in cartellone il fran-cese Irma Vep di Olivier Assayas. «Epensare che una volta si doppiava-no perfino gli attori italiani», dice-va Bertolucci l’altra sera. The timesare changing? Why not? (Sottoti-tolo: «I tempi stanno cambiando,perché no?»).

Bruno Vecchi

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KevinKlineprotagonistadel filmdirettoda Frank Oz«In & Out»In altoKim Novake JamesStewartin una scenade «La donnache vissedue volte»di AlfredHitchcockVerranoproietatinella nuovasalaper filmin linguaoriginalea Milano

Arrivano i film in originaleE anche l’Italia accetta la sfida

Un cinemamilanese decidedi proiettaresolo pellicolenon doppiateÈ un fenomenoin crescita,e Bertolucciapplaude...

L’EVENTO Colpo di teatro firmato Costanzo che invita al suo show i volti dell’era «bianco e nero»

Nostalgia di vecchia Rai. Ieri sera su Canale5Da Don Lurio a Mariolina Cannuli a Zatterin. Ricordi e raccomandazioni. E Mediaset assorbe la memoria della «mamma» di tutte le tv.

Da Miami la confessione dell’attore

Milian: «Volevo suicidarmiquando facevo il Monnezza»

ROMA. Sul palcoscenico i visi inbianco e nero della «signorina buo-nasera», Mariolina Cannuli, il «voltod’angelo» di Gabriella Farinon, i rac-conti di Ugo Zatterin. E poi, Don Lu-rio, il «mago Zurlì» - Cino Tortorella,la voce roca di Sandro Ciotti....MaquestanonèlavecchiaRai?Vero,mava in onda su Canale5. Ieri sera ilMaurizio Costanzo show ha volutofare un «omaggio in bianco e ne-ro» alla memoria della Rai deglianni 50, 60 e 70, come madre ditutte le tv. Proprio ora che l’azien-da è in difficoltà, e proprio alla vi-gilia dell’incontro del nuovo con-siglio di amministrazione della Tvdi Stato. Un regalo offerto dall’an-chorman «per ricordarne la storiae per dire che la Rai è una cosa se-ria. Tutti noi siamo nati da quell’e-sperienza». Nessuna presunzionedi elevarsi a generoso «salvatore»dell’azienda statale, nelle intenzio-ni di Costanzo: «Basta con il wal-zer dei vertici, non serve un “Rai-baltone”, un cambiamento dellenomine per i direttori di reti e tg.

Ci sono professionisti validi chedevono continuare a lavorare. Epoi, serve una legge per tutti, an-che per il futuro». Certo è che, daparte di Mediaset, si è trattata diuna mossa abile, che ne sottolineala forza, tanto da raccontare la sto-ria della tv «concorrente» facendo-la propria.

«I politici tengano giù le manidalla Rai», dice Arrigo Levi; ma De-metrio Volcic corregge il tiro: «Di-ciamo, più realisticamente, vistoche è un giocattolo troppo prezio-so: togliete un po’ le manine dallaRai». E Gianni Pasquarelli, che daex direttore generale si definisce«ex lottizzato», suggerisce a chipreparerà la nuova legge di farcontare di più gli azionisti. ConSandro Curzi ricordano i battibec-chi su Samarcanda, ma, in genera-le, si scopre che la politica non in-fluenzava così tanto le trasmissio-ni. «Almeno noi corrispondentiesteri no», precisa Volcic, «pur-troppo ci sono ovunque i “servisciocchi”».

Eccoli, decolorati, i «seniores»della prima tv, quella entrata nellecase italiane nel 1954. C’è LelloBersani detto «prezzemolo» o«Cannavota», (così lo chiamavaBartali», che racconta di quandovendeva sigarette nei corridoi diviale Mazzini. Mitiche radiocrona-che arrangiate «con solo dieci mi-crofoni, in diretta», ricorda SandroCiotti, «allora c’era uno spirito digruppo, ora non c’è più». Un grup-po entrato in Rai per concorso, citengono a precisare. Dai campio-nati sportivi vissuti da Nando Mar-tellini agli incontri fra potentispiati dall’allora cameraman Bru-no Gambarotta, il «pensionato»modello Geppetto che snocciolabattute e ricorda le «polpette an-tiuomo» della mensa di viale Maz-zini. Sabina Ciuffini, storica vallet-ta di Rischiatutto, si infila comeuna zanzarina nei retroscena: «Mi-ke Bongiorno era trattato male dai”capi”...E una volta che sbagliòl’inno nazionale, furono dolori...».«E quando non riconobbe An-

dreotti?», dice perfido Ugo Zatte-rin. La minigonna di Sabina fu«censurata» quando un sacrestanodivenne campione di quiz «perchéPaolo VI guardava la tv». Don Lu-rio finalmente protesta: «Dicevanoche ero un coreografo pornografi-co», dovette calzare di nero lequattro gambe delle gemelle Kes-sler per il «Can can» di cui ieri ilballerino ha accennato una mossa.Ancora più sexy la voce di Marioli-na Cannuli, annunciatrice che sca-tenò gelosie familiari, compresa inquella del mago Zurlì, (seduto intrasmissione al suo fianco: avevaforse ragione la moglie?). Ottimo ilconsiglio di Ilaria Occhini: «Invecedei programmi culturali, non èmeglio uno sceneggiato da Do-stoevskij?». «Molti auguri allaRai», conclude Costanzo, «speroche se succederà qualcosa a Canale5 la Rai faccia la stessa cosa pernoi». Si chiude il sipario, torna ilcolore.

Natalia Lombardo

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MIAMI. «Sonostatosull’orlodel sui-cidio nel periodo in cui interpretavoilpersonaggiodelMonnezzanei filmdi Bruno Corbucci». Tomas Milian siconfessa nel corso della 15esima edi-zione del festival di Miami che gli hareso omaggio con la proiezione diIdentificazione di una donna di Mi-chelangelo Antonioni. «Ho passa-to momenti terribili - rivela l’atto-re che da quasi vent’anni vive traNew York e Miami - . Il successo diquel personaggio mi aveva diso-rientato, anche perché ogni voltavolevo perfezionarlo e renderlosempre più credibile. In quel pe-riodo non facevo altro che bere su-peralcolici e prendere cocaina.Pensavo che non ce l’avrei fatta acontinuare. Poi, una serie di viaggiin India presso una comunità delmaestro Sai Baba e la vicinanza dimia moglie Rita mi hanno rischia-rito le idee». Tomas Milian oggi èsulla soglia dei 65anni, vive inAmerica dove gestisce, a Miami,un piccolo teatro «Area Stage»:«Sono alla ricerca di nuovi talenti -

prosegue - adesso posso dire di es-sere una persona molto serena erealizzata. Sto scrivendo la sceneg-giatura di un film che verrà direttoda un regista italiano, Mauro Cap-pelloni. Contemporaneamente stoprogettando una mia biografia do-ve svelerò tutti i particolari dellamia vita». La prima volta che arri-vò in Italia è stato nel 1959, «perrecitare al festival di Spoleto, pen-savo di ritornare subito in Americainvece sono rimasato per più ditrent’anni. Mi sono sposato conuna italiana ed abbiamo avuto unfiglio, Tommaso. Amo immensa-mente il vostro Paese perché mi hadato la vita, l’amore, le emozioni,il benessere economico, le gioie edanche i dolori». Questi ultimi, pe-rò, hanno lasciato il segno nell’at-tore: «Nonostante sia molto attac-cato al vostro Paese, la maggiorparte degli italiani mi ha un pò di-menticato. O meglio, loro vorreb-bero sempre il Monnezza ma algiorno d’oggi sarebbe improponi-bile».Gabriella Farinon

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Francia ‘98Pierluigi Collinaarbitro «mondiale»PierluigiCollina tra i 34 arbitri eGennaro Mazzei tra i 33guardalinee sono i due italianiscelti dalla Fifa per ladirezionedelle64 gare dei prossimicampionatidel mondoche sidisputeranno in Francia. Collina,che secondo le statistiche e gliaddetti ai lavori è il miglior”fischietto” in circolazione, ènato a Bologna ma appartienealla sezione arbitrale diViareggio. Nelle ultimestagionièstatoprotagonistadi diversiepisodi. Unavolta feceaddirittura levare (a Marassi)degli striscioni espostidai tifosiche contestavano Casarin, alloradesignatore arbitrale.

Nagano: Tomba superstarPer l’Herald Tribune saràil personaggio dei GiochiL’austriacoHermann Maierha dominato laprimaparte della stagione, ma il re delle nevi è sempre lui:Alberto Tomba. Asostenerlo è l’autorevole HeraldTribune, chenel numero odiernomettenell’apertura dellaprima pagina una foto a coloridel campione bolognese, indicandolo come ilpersonaggio delle imminenti Olimpiadidi Nagano.«Alberto Tomba, tre ori olimpici, domina ancora laribalta sulle piste e fuori»: si legge nella didascalia.L’HeraldTribune non si curadell’inizio di stagionecontraddittoriodel trentunenne slalomista, che,insieme a Deborah Compagnoni, farà la gioiadegliorganizzatori giapponesi.

Guai col fisco per PelèLa sua azienda avrebbe evasopiù di due milioni di dollariIl quotidianobrasiliano «Estado de S. Paulo» haconfermato l’esistenza di un dossier che denunciairregolarità nella conduzionedella «Pelè andMarketing». Il socio di Pelè, Helio Vianna, sarebbel’autoredi evasioni fiscali perun totaledi 2,2milioni didollari relative ai contratti di coperturatelevisivadelle partitedi qualificazionedi UruguayeBolivia ad Usa ‘94.Pelè, a Recifeper ilcompleannodella moglie Assiria, non hapresoposizione. L’ex astro del Santos sta guidando unacrociata moralizzatrice nel calciobrasiliano e haappena annunciato che tenterà unamediazione fraCastro e Clinton per la fine dell’embargo aCuba.

Ronaldo, fugadai fotografitra gli alberiPer sfuggire ai fotografi che lobraccavano, Ronaldosi è messoacorrere tra gli alberi di cocco cheadornano la spiaggiadi LasTeresitas, a Tenerife, facendoinfuriare i bagnanti. Alle Canarieera stato convocatodalla Nikeper realizzareuno spot televisivoda trasmettere durante i prossimiMondiali di calcio e la suapresenza hamesso in agitazionel’intera isola. L’attaccantedell’Inter è arrivato aTenerifeabordo diun aereo privato. Adattenderlo c’eranomolti curiosi eRonaldo perevitarli è salito suuna limousineche dovevaportarlo sul setdello spot, poil’assedio dei fotografi e la fuga.

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Treviso, il tifoso ucciso da un infarto. Il club vuole intitolargli la curva sud, la città s’interroga sul fenomeno-ultrà

«Pochi ultrà, però bastache uno tiri un sasso...»

Sassaiola sul trenoTre laziali feritiUn arrestoSassaiola nella stazione Ca-valleggerid’AostadiNapoli lascorsa notte, dopo la partitaNapoli-Lazio, fra tifosi lazialidi ritorno a Roma ealcuni na-poletani. Tre giovani romanisono rimasti leggermente fe-riti,unaltrogiovane,AdrianoIagnocco, di 26 anni, anch’e-gli di Roma, è stato arrestatodagli agenti della Digos all’ar-rivo nella capitale, per lanciodi oggetti pericolosi, danneg-giamento, resistenza, violen-za e oltraggio a pubblico uffi-ciale. I 900 tifosi della Lazioerano partiti verso l’una dallastazione Campi Flegrei di Na-poli su un treno per Romaquando, giunti nella stazioneCavalleggeri qualcuno haabusivamente tirato il frenodi emergenza bloccando ilconvoglio. Alcuni laziali so-no scesi e si sono affrontaticonaltritifosilocali.

Scontri di PiacenzaDivieto allo stadioper 52 ultràIl questore di Piacenza, Ada-mo Gulì, ha emesso 52 prov-vedimenti di divieto di acces-so agli stadi a carico di tifosidel Piacenza, in seguito agliincidenti avvenuti l’11 gen-naio, dopo la partita tra Pia-cenzaeInter(vinta1-0daine-razzurri), e il 18 gennaio al-l’autogrill di Roncobilaccio(Bologna) dove si scontraro-no tifosi piacentini diretti aRoma e bresciani diretti a Na-poli. Delle 52 diffide, 19 sonocon obbligo di firma in que-stura; i tifosidovrannorecarsiogni domenica in questuraperfirmareunregistro.

Campana (Aic)«Ormai diventaproblema sociale»Sergio Campana, presidentedell’Associazioneitalianacal-ciatori (Aic), non vorrebbecommentare gli episodi diviolenza che hanno caratte-rizzato la giornata calcisticadi domenica. «Si dicono coseche per forza ripetono tuttoquello che è già stato detto»,sottolinea. «Ormai è un pro-blema di ordine pubblico, unproblema sociale», concludeCampana.

Zaccheroni«Preveniresarebbe meglio»Secondo l’allenatore dell’U-dinese, Alberto Zaccheroni,«bisogna prevenire la violen-za dentro e fuori dagli stadi,perché intervenire dopo po-trebbeesseredifficileeperico-loso». «Tuttavia -haaggiunto- non chiedetemi come fareperché nonsaprei cosasugge-rire».

Biglietto nominativoPropostadei parlamentariIl comitato interparlamenta-re per lo sport, ha proposto ilbiglietto nominativo per pre-venire la violenza.«Ognitifo-soall’attodell’acquistodelbi-glietto dovrebbe declinare leproprie generalità. Le societàsportiveavrebberounabancadati di tutti i frequentatoridello stadio», ha osservato lasenatrice Carla Mazzucca,presidentedelcomitato.

DALL’INVIATO

TREVISO. È uscito dallo stadio pro-prio mentre era in corso la scaramuc-cia fra ultrase celerini.Non neèstatocoinvolto, probabilmente l’ha vistada cinquanta-sessanta metri. Quan-do è finita, dice un amico dei «White& Blue Supporters», «è crollato perterra all’improvviso. Diceva«Ho ma-le al petto». È corso un medico...».Non è corsa altrettanto rapidamentel’ambulanza. Venti, venticinque mi-nuti di agonia sull’asfalto. Fabio diMaio, giovane cardiopatico, è arriva-toall’ospedaleintempopermorire.Eper diventare l’ennesima «vittimadella violenza negli stadi». Sarà così?Fabioaveva32anni.Finoadieciannifa era uno sportivo sfegatato: ciclista,calciatore,nuotatore.Lavoravainve-treria. Poi la crisi di cuore: miocardiadilatativa. Addio al lavoro. Ricono-scimento di invalidità parziale. Im-piego part-time come magazziniere.Maallapassionaccianonavevavolu-to dire addio. Ancora frequentavaunapiscinacome«istruttore»,perin-segnare i rudimenti ai bambini. An-cora andava a tutte le partite del suoTreviso, a tifareaccesamente.L’annoscorso, per un diverbio con un poli-ziotto, si era beccato sei mesi di«squalifica».

«Pieno di vita», piangono papàCarlo e mamma Bianca. «E buono,nonviolento.Picchiare,erastatopic-chiato lui, varie volte, allo stadio... Ilcardiologoavevadettochepotevafa-re una vita quasi normale, coi debiticontrolli, con lemedicine... E luinonintendeva sentirsi un mezzo uomo.Di recente volevano riconoscergliuna invalidità superiore, Fabio ha ri-fiutato. Anche perché avrebbe persola patente. Aveva comprato l’autonuova dieci giorni fa. Ma in questigiorninonstavatroppobene».

Domenica, rieccolo allo stadio diMonigo. Partita nervosa col Cagliari,prima sconfitta in casa del Trevisodopo 14 mesi, arbitro contestatissi-mo.

All’uscita, un gruppetto di ultràtrevigiani ha imboccato la porta«sbagliata», con l’intenzione diaspettare l’arbitro. Sono incocciatinei pochi tifosi cagliaritani che se ne

andavano tranquillamente. Hannofatto volare qualche sasso. «Noi nonabbiamo neanche caricato: abbiamofatto«lamossa»,cioè l’accennodica-rica, per disperdere le teste calde», di-ce il questore Armando Zingales.«Senza quell’infarto, l’episodio nonavrebbe provocato neanche due ri-ghedicronaca».

Per Fabio, chissà. La paura, l’emo-zione. Forse anche il freddo glacialeela tensione accumulati durante lapartita. «L’abbiamo vista fianco afianco,agitandocicomeal solito, im-precando contro l’arbitro. Alla finemi ha salutato, «ci vediamo la prossi-ma settimana»...», ricorda l’amicoEdoardo Paggiaro,uno dei capiultrà.Sembra fatalità, non fosse per l’am-bulanza bloccata dal traffico.Ma allostadio non dovrebbe essercene sem-pre una? Una c’era: se n’era appenaandataperportare inclinica ilportie-re del Treviso, con la fronte ferita daunazuccataavversaria.

Resta il dubbio. Si stanno incatti-vendoancheitrevigiani,finoraiden-tificati nella famosa descrizione diComisso: «Bonari, allegri, si fannocalorosinelpretendereonelladifesa,ma non arrivano che raramente allaviolenza, preferendo sempre un ac-comodamento cordiale, espressonella frase abituale «Mi no vado acombattar»»? Il calcio, l’arrivo in B,hannointrodottonuovivirus?

«Uncentinaio,gliultrà,enonfasti-diosissimi»,giudicailquestore.«Nonfosse stato per l’arbitro...», sospira ilvicepresidente della società Paolo Bi-setto.

«Ragazzi giovanissimi, non fannoneanche banda,bastacheunotiriunsassoealtriglivannodietro,così»,di-cono altri giovani al bar «La Marca»,in centro storico, sede del club cuiaveva appartenuto Fabio. Alle pareti,decine di foto di partite: non si vedo-nostriscioni«duri».

Il tifoèdaaltri tempi.«SoloaTrevi-sosentiancoraurlare«arbitrovendu-to» come massima imprecazione»,allarganolebracciaicronistisportivi.Lo stadio di Monigo - piccolo, da ru-gby,provvisorio -halemuraintonse.Sperdute scritte con lo spray dichia-rano: «Chiara ti amo», «Cristina tiamo»,«AmoM.B.».Stop.

In unacittàcosì, anchepiccoli tep-pismi deflagrano come bombe e spa-ventano la buona e moderatissimagente.Neconseguonoorrori. Ilpitto-rescosindacoGiancarloGentilini, le-ghista e alpìn, si è autoproclamato«sceriffo» per ripulire la città «da ne-gri, efebi eputtane», edèapprezzatis-simo.Gliultrà lihamaneggiatidisin-voltamente.Loscorsoottobre,primadi Treviso-Venezia, si è offerto tem-pestoso:«Sec’èdadarequalcheman-ganellata agli esagitati, sono qua».Ma ha anche minacciato i consiglieriche si opponevano al suo progetto distadio di fornire i loro nomi ed indi-rizziagliultrà...

Adesso rimproveraancora,nell’or-dine: la polizia che«nonhaprevenu-to i contatti tra le tifoserie», l’ambu-lanza«inritardo», lasocietàcalcisticache non ha «eliminato i tifosi più pe-ricolosi». Ma il Treviso Football Clubsta valutando la proposta di intitola-re a Fabio Di Maio la curva sud dellostadio.

Michele Sartori

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ROMA. «Ilboomdelle formazioniul-trà avviene in Italia verso la metà de-gli anni Settanta eciòpuòspiegare inparte l’adozione di simbologie para-politiche, che riflettevano la grandediffusione dei movimenti giovaniliextraparlamentari...», dal libro diAlessandro Dal Lago «Descrizione diuna battaglia. I rituali del calcio», Bo-logna1990,ed.IlMulino,pag.97.

Gli anni di piombo: parte da alloraperAlessandroDalLago,50anni,mi-lanese, sociologo, presidedella facol-tà di Scienze della formazione pressol’Università di Genova, il rapportocalcio-politica. Due decenni più tar-di,altraItaliaealtrapolitica.C’èlaLe-ga, che dà voce all’insofferenza diun’Italia spesso intollerante, soprat-tutto nel Nord-Est. Due giorni fa, cal-

cio barbaro a Verona e Treviso che,coincidenza sospetta, ospitavano lesquadre di Salerno e Cagliari. Si puòparlare di relazioni pericolose tra gliultrà dei club del Nord-Est e la Lega?«Penso di no - ribatte Dal Lago - an-che senon sipuò escludere checi sia-no delle interferenze da parte dellapolitica.ManelcasodellaLegavafat-taunariflessioneimportante:nonhamai cercato di sfruttare l’elementocalcio. Nonè accaduto quellochesièverificato con Forza Italia e Berlusco-ni». Forse la Lega non ha manipolatoil calcio perché è un prodotto troppoitaliano: «Anche questa può essereuna spiegazione. Ma in ogni caso,tornando ai fatti di Verona e Treviso,mi pare che il fattore scatenante siastato l’elemento calcistico. Verona e

Treviso hanno perso in casa e hannopersoposizioniinclassifica».

LaLega nonmanipola il calcio,mai tifosi delle squadre del Nord-Est so-nosuggestionatidallaLega:«Guardi,hoavutol’onore, si faperdire,diassi-stere alla prima auto-proclamazionedi fede leghista in uno stadio. Accad-de nel 1989 a Bergamo. Un fenome-no interessante: gli ultrà dell’Atalan-ta, tradizionalmente di sinistra, era-no diventati leghisti. Contattai alcu-ni ragazzi della curva e mi diederoquesta spiegazione“siamo leghistidisinistra”. Delusi dalla sinistra, aveva-no fatto il salto politico, abbraccian-dolaLega.Oggimiparechelaculturaleghista sia profondamente radicatanei giovani, soprattutto nel Nord-Est.Chivaallo stadioesprime ivaloridi questa cultura, che però regola so-prattutto i rapporti industriali, pa-drone-operaio,padrone-Stato».

In principio nelle curve predomi-nava la sinistra. Negli anni Novantavince nettamente la destra: «Il pro-blema - spiega Dal Lago - è che nellesimbologie oggi vince nettamente ladestra. Ma la sinistra deve smetterladi recitare il ruolo della vittima, ha lesue colpe in questa degenerazioneperché, storicamente, non è mai riu-scita a capire la dimensione calcio. Èun ritardo di cui una parte della sini-strahapresocoscienza,manonsi rie-sce a recuperare il tempo perduto».Estremizzando il concetto, si può az-zardare una tesi del calcio in cui per isuoi connotati più evidenti - ovveroscontro fisico, vincitore e perdente,campanilismo e disciplina tattica - siintraveda un’anima di destra nellosport più popolare d’Italia? «No, loescludo categoricamente. Qualcunoha anche affermato che la boxe haconnotati di destra. Beh, se penso aCassiusClay oalle biografie dei gran-di pugili neri, intravedo, piuttosto,storie di riscatto sociale e di ribellio-ne».

Morale, seè il calcioèviolentononè colpa della politica: «La violenzanon ha scenari fissi, c’è nelle strade,nelle scuole e quindi anche negli sta-di. E aggiungo: tutte le tifoserie sonoviolente,aNord,alCentroealSud».

S.B.

Gli incidenti sulle tribune di Verona; in alto Fabio Di Maio morto a Treviso Ansa

IL SOCIOLOGO

«No, la Lega non puntaa fare politica in curva»

Violenza stadiOggi verticecon Veltroni

La ricetta di Maurizio Marinelli del Centro di studi di polizia. Gli inquietanti rapporti tra società e tifosi

Metaldetector ai cancelli e prove-tvROMA. Grande scalpore hannosuscitato gli incidenti che sonoesplosi dentro e fuori gli stadi do-menica scorsa. Le immagini tra-smessedallatelevisionehannopoiportato nelle case degli italiani lescene più drammatiche, l’inter-vento delle forze dell’ordine, le ca-riche, i lancio di lacrimogeni. Il ri-torno degli ultrà e della violenzanel calcio preoccupa anche il go-verno.

Così, il gruppo di lavoro che sioccupadiprevenzioneerepressio-ne della violenza in tutti gli im-pianti sportivi si riunirà infatti sta-mattina su incarico di Walter Vel-troni, vicepresidente del Consi-gliocondelegaallosport.

Walter Veltroni ha avuto ancheun colloquio telefonico con il mi-nistro di Grazia e giustizia, Gio-vanni Maria Flick, informa un co-municato diffuso, proprio ieri se-ra,daPalazzoChigi,perindividua-re tutte le misure adeguate a fron-teggiare il fenomeno della violen-za.

ROMA. Maurizio Marinelli dirige ilCentro di studi della polizia. Da di-versi anni si occupa della violenzanelcalcio.Viaggiamolto,organizzaconvegni sull’argomento, è un ex-arbitro,negliultimiduegiornièsta-to ospite di trasmissioni televisivein cui si è parlato dei fattacci avve-nutidomenicascorsaaVerona,Tre-viso, Alessandria e Lecce: «Italia 1sport»eil«ProcessodiBiscardi».

Marinelli,checosasipuòfarediconcretopercivilizzareglistadi?

«Nell’immediato,ci sonoquattrotipi di interventi. Primo: applicareimmediatamente il decalogo-Vel-troni, in cui sono state codificateuna serie di misurediprevenzioneedi controllo, mai applicate finoradalle società di calcio. Secondo: uti-lizzare le telecamere,possibilmentea colori, e usarle come strumento diprova. Terzo: inserire all’ingressodegli stadi il sistema dei metal dete-ctor. È l’unico modo che permettedi impedire l’introduzionediogget-ti di metallo. Tra l’altro, consenteanche di fareentrare i tifosi uno alla

volta, evitando quegli ingressi dimassa in cuici sonopersonecheap-profittano della confusione per in-trodurre coltelli, bastoni e razzi.Quarto:labonificadeglistadiprimadelle partite ricorrendo all’aiuto deitifosi dei club organizzati. L’espe-rienza inglesedimostrachequandopolizia e tifosi stabiliscono un rap-porto di collaborazione, negli stadilasituazioneèsottocontrollo».

Enellungoperiodo?«In questo caso occorrono stru-

menti che definirei culturali. Neiprossimi mesi partirà all’universitàdi Bresciaun masterche si occuperàdi calcio, tifo e club. Si studierannoleggi, regolamenti e le relazioni tratifoseria, polizia e società di calcio.AncheloStatodevefarelasuaparte,non abbassando mai la guardia e ri-vitalizzando quei progetti che sonovalidi, ma spesso vengono messi daparte».

IlVeronacontro laSalernitana,il Treviso contro il Cagliari, duesquadre del Nord-Est contro duemeridionali: si puòparlare di vio-

lenza«etnica»,conlaricercadiunscontro fisico per regolare i contipoliticisulcampodicalcio?

«Non credo, mi pare una tesitroppo ardita. Nel caso di Verona-Salernitana la violenza è stata pro-vocata da due cose: i veronesi vole-vano vendicarsi dopo essere statiaggrediti nella partita di andata epoi c’era un problema di classifica,la Salernitana è prima e il Verona aimarginidellazonapromozione».

Si sentequindidiescludereunapoliticizzazione leghista da partedelletifoseriedelNord-Est?

«Noncredoaitifosichefannopo-litica negli stadi. Credo ad un’altraversione: le frange estremiste dellapolitica che tentano di fareproselitinellecurve.Peròla loromissione,secosì si può dire, non è facile, perchél’universoultràè incontinuaevolu-zione. Sono i capi che devono legit-timare la penetrazione di idee, slo-ganecomportamentinel territorio-curva. E ogni anno, ormai, assistia-moal ricambio della leadershipdel-le tifoserie.Quellochepotevaessere

accettato la stagione precedente,può non essere più valido in quellaattuale».

È però innegabile che alcuni ri-tuali siano statici: i canti di guer-ra, le offese ai neri e agli ebrei, lebandiere infamanti, con le crociceltiche e le svastiche. La leggevieta l’esposizione di queste ban-diere e tanto per fare un esempiodomenica scorsa, a Lecce, nel set-tore riservatoai tifosidella Juven-tus c’era un drappo con l’ascia ru-nica, simbolo di Ordine Nuovo. Èstato esibito per tutto il secondotempo...

«Questo è un altro problema. Civuole chiarezza, bisogna definireuna volta per tutte chi e come deveintervenire».

Il mondo del calcio che cosapuòfarediconcretoperdareilsuocontributo?

«Da ex-arbitro suggerisco due co-se: rivedere il regolamento in mate-ria di ammonizioni e inasprimentodellepeneperi fallidigiocopartico-larmente violenti. Non ha senso

ammonire un giocatore che va a fe-steggiare sotto la curva ed ammoni-re un giocatore che ha magari pro-vocatoundannoserioaunavversa-rio».

Lontano dagli stadi, quali sonostati negli ultimi tempi i segnalipiù preoccupanti della degenera-zionedeltifo?

«Parlerei di un caso «città d Ro-ma». Trovo inquietante l’uso deimezzidicomunicazione,emiriferi-scoadalcuneradio-private,chefan-no una politica di opposizione alladirigenza dellaRoma.Mettere ilmi-crofonoadisposizionedeicapi-tifo-si o ex leader ultrà, mi pare una fol-lia. Bisognerebbe anche indagaresui rapporti tra i Roma e Laziopointe i capi-tifosi. Mi risulta che alcunileader delle curve abbiano fatto deltifo calcistico un vero e proprio bu-siness, con la gestione della venditadei biglietti e l’organizzazione delletrasferte.Cisonostateinchiestegiu-diziarie,mailbusinesscontinua».

Stefano Boldrini

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E-MAIL: L’UNITA’[email protected]

MILANO - VIA FELICE CASATI 32TEL. 02/6704810-844

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ANNO 75. N. 28 SPED. IN ABB. POST. 45% ART.2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 - FILIALE DI ROMA Giornale fondato da Antonio Gramsci MARTEDÌ 3 FEBBRAIO 1998 - L. 1.700 ARR. L. 3.400

A sorpresa il Tesoro a gennaio registra un avanzo di 1.300 miliardi. Dopo 30 anni bilancio Usa in pareggio

L’azienda Italia in attivoBraccio di ferro sulle 35 ore. D’Alema con Cofferati: «Ma la flessibilità ci vuole»Amato rimanda il sì alla Cosa2. Sulla legge elettorale Berlusconi resta solo

Nuovo incidente. Cimoli: voci di dimissioni

Terrore sul treno23 feriti a MilanoBufera sulle Fs

Un parametro europeoper la classe dirigente

MINO FUCCILLO

ELLEKAPPA- Conti record a gennaio per l’a-zienda Italia. A gennaio, infatti, ilfabbisogno del Tesoro ha fatto se-gnare un attivo di 1.300 miliardisegno che l’azione di risanamentoeconomico sta dando buoni frutti.Bene anche le entrate tributariegennaio-novembre ‘97. Buonagiornata per i mercati nel mondo.E in Usa Clinton annuncia che perla prima volta dopo 30 anni il bi-lanciosarà inpareggio.

Sulle 35 ore, intanto, la polemi-ca è ancora accesissima. D’Alemasi schieraconCofferati: «Per crearelavoro serve flessibilità». La Cislmette in guardia sia la Cgil cheProdi. E Confindustria minacciaunreferendumcontro la legge.

Ieri battesimo per il nuovo «la-boratorio» della sinistra, la «Fon-dazione XXI Secolo». Partecipaanche Amato, che però confermache per ora non parteciperà alla«Cosa 2». Sulla legge elettoraleBerlusconirestasolo.

I SERVIZIALLE PAGINE 2, 3, 6, 7 e 8

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LE IMMAGINI della tv mostrano a sera l’ultimo fotogramma del-l’ultimo incidente ferroviario: compare di tutto, uomini e cose,manca solo una classe dirigente. Non va in onda. Al suo postotanta prudenza acquattata, qualche mezza ammissione, recri-

minazioni e un collettivo rimandare a problemi più grandi o a colpealtrui. Più che lo scandalo dell’anno nero delle Ferrovie, colpisce larassegnazione, questa desolazione in cui tutti si abbattono e si assol-vono.

Scorre la striscia dei notiziari: italiani furenti mentre pagano il bol-lo auto. Microfoni che registrano il grido: «La laurea ci vuole per pa-gare questa tassa». Una rappresentazione, infatti una classe dirigenteconsapevole di se stessa scarseggia anche in cabina di regia dell’in-formazione. È facile muovere all’ira l’intervistato in strada, non civuole la laurea e ci vuol veramente poco a raccontare un’Italia sem-pre dolente. Ricordate il terremoto? Bastava domandare: «Signora,lei stava meglio nella sua casa oppure ora in tenda?». La protesta po-polare era la risposta garantita, automatica e confezionata.

Un po’ di politici, Silvio Berlusconi in testa, propongono la leggeelettorale proporzionale. Nulla di male, se fino ad ieri non avesserodetto il contrario. La politica non dovrebbe essere un gioco, nésciocco né furbo, ma una responsabilità, anche qui a classe dirigentenon ci siamo. Una balbuzie affligge la classe dirigente anche quandoparla di orario di lavoro. Vedi la fatica di tutti o quasi a concepire laquestione in termini di interesse generale: la classe dirigente ti offrespezzoni di verità, sta a te metterli insieme perché loro si esentanoda questo compito.

Forse alla radice di questo non compromettersi, non occuparsi,non rispondere in prima persona, sta un antico divorzio tra classe di-rigente e cosa pubblica. La politica ha fatto molto per farsi ripudiare:si è inabissata nella questione morale, si è auto inflitta una selezionea rovescio della sua classe dirigente, diffida ancora, nei fatti, dellacultura del fare. Ma la classe dirigente ha collaborato felice e compli-ce: allegramente fuori dalla cosa pubblica a meno che non possa farcomodo. Così che quando Carlo Azeglio Ciampi rivendica la sua «so-litudine politica» come scelta di vita e di stile, la politica non può cheringraziarlo per la sua disponibilità a collaborare. Come lui, un po’più di lui, molti altri appartenenti alla classe dirigente si sono ieri af-facciati a guardare se dalla politica, dalla Fondazione promossa dalPds, possa venire qualcosa. Un contatto, un interesse, forse qualcosadi più, poi si vedrà.

Invece quel qualcosa di più è urgente. È indispensabile che la clas-se dirigente di questo paese celebri con la cosa pubblica nozze chenon ha mai voluto. Con chi vuole, con chi le appare più affidabile opiù concreto. Con l’Ulivo, che ha il biglietto da visita del risanamen-to finanziario. Con l’opposizione, se ritiene il Polo una reale alternati-va di governo.

PER SCHIERARSI, per appartenere, per guadagnarci? Questodi volta in volta la classe dirigente lo ha fatto e lo fa con al-terne fortune personali e scarso vantaggio per il paese. Di-ciamo perché non si può rimandare, si tratta infatti di un pa-

rametro europeo, obbligatorio. Comportandosi da classe dirigente ilgoverno direbbe che le 35 ore si possono avere solo se si salva la po-litica dei redditi, altrimenti non si fa. Si chiamerebbe così Rifondazio-ne a comportarsi da classe dirigente. Si potrebbe chiedere altrettan-to a Confindustria che, da classe dirigente, potrebbe confessare chesono ripartiti gli investimenti e che una crescita del Pil del 2,5 percento annuo non è proprio la desertificazione del profitto. Da classedirigente i partiti, anche della maggioranza, potrebbero dire come sifa a rientrare in sei anni sotto quota cento per cento del debito sulPil. Ci farebbero scoprire non solo che sono d’accordo con Ciampinel «coniugare rigore e sviluppo», ci consentirebbero di crederci , di-cendoci come. Ma, se la politica non si concepisce come classe diri-gente e non solo come potere, se la classe dirigente non esce dal so-spetto e dalla comoda abdicazione verso la cosa pubblica, allora adogni treno che deraglia e ad ogni Automobil Club che s’incaglia, sa-rà sempre un piccolo, stucchevole, insopportabile otto settembre.

I SERVIZI DI DALLÒ IERVASI SPADAA PAGINA 4

Anche il giudice federale respinge la sospensione. Questa notte sarà uccisa, inutile anche l’appello del Papa

Il Texas affida Karla al boiaRespinta la domanda di grazia, la speranza di un rinvio nelle mani di Bush

L’ARTICOLO

Perché l’Americasi commuove

NEW YORK. È cominciato il con-to alla rovescia verso la morte perKarla FayeTucker:dopoil «no» ieridella Commissione per la graziadel Texas e del giudice federale, so-lo il governatore Bush jr. puòstrapparla al boia. Il verdetto erascontato: l’anno scorso era statanegata all’unanimita la grazia atutti i 16 detenuti che avevanopresentato appello. E il presidentedella Commissione ieri ha recitatocome da copione: niente graziaper Karla, morirà per iniezione le-tale. A nulla, finora, è valso l’ap-pello alla clemenza del Papa: Kar-la, che si è convertita al cattolicesi-mo in prigione, non ottiene il per-dono degli uomini. Oggi consu-merà l’ultimo pasto: frutta e insa-lata. Ha 38 anni: a 8 anni ha fuma-to il primo spinello, a 10 il primobuco, ex baby-prostituta, è statacondannata per aver uccisounuo-moeunadonna apicconate,dopotregiornididrogaealcol.

DI LELLIO SANTINIA PAGINA 5

Saddam smentisce Mosca:nessun accordo sugli ispettoriClinton comincia a perdere la pazienza e il suo segretario di stato,Madeleine Albright, a Riyadh dice che l’Arabia è d’accordo con gliUsa sul fatto che l’Irak dovrà essere considerato responsabiledelle «gravi conseguenze» per il rifiuto di sottoporsi alle ispezionidel’Onu ai siti militari. «Il principe Abdullah si è detto d’accordoche la completa responsabilità della crisi dovrà ricadere sullespalle di Saddam», ha detto la signora Albright. «Siamod’accordo che quella diplomatica è la soluzione migliore, ma...».E proprio sul fronte diplomatico si registra un convulso giallo, altermine di una giornata che sembrava risolutiva. Mentre ilministro degli esteri russo fa sapere al mondo che Saddam avevaaccettato di far entrare gli ispettori Onu in otto palazzi, a seraBaghdad smentisce: Tareq Aziz dice che «quella notizia è deltutto, del tutto erronea» e che «nessuna questione di questo tipoè stata discussa» con l’inviato russo. Tutto torna in alto mare, enel Golfo si rafforza la presenza militare Usa.

DE GIOVANNANGELI FONTANAA PAGINA 9

SIEGMUND GINZBERG

D ELLA GIUSTIZIATA numero149 in Texas forse non ci sa-remmo nemmeno accorti

nonfosse lei.NelloStatochehail re-cord assoluto di esecuzioni negliStati uniti, non avrebbe più fattonotizia. Dell’ultimo legato alla ba-rella con le braccia aperte a croceperchéglipossanopraticarepiùco-modamente l’iniezione letale i se-condini della Death House di Hun-tsville non ricordanopiùnemmenoilnome.Diconocheadassistereeravenuto solo il cronista di un quoti-diano locale.Karla avrà invece il pri-vilegiodiunafolladi inviati tvdatut-

SEGUE A PAGINA 10

Trovata nell’Ateneo di Roma: per il perito del pm è compatibile con l’arma del delitto

Una pistola in facoltà: è quella di Marta?La Beretta calibro 22 carica, era nascosta in un’intercapedine del muro del bagno del rettorato.

«Mettiamo i nostri figli nelle mani di gente che paghiamo poco»

Violante: «Più soldi ai docenti»Gli insegnanti italiani hanno stipendi che sono tra i più bassi d’Europa.

ROMA. Una pistola Beretta cali-bro 22, carica e con il colpo incanna, è stata trovata casualmen-te ieri mattina da un operaio, na-scosta in un’intercapedine delmuro del bagno del Rettoratodell’Università La Sapienza di Ro-ma. Per il perito del pm, quell’ar-ma è compatibile con quella cheuccise nel maggio del ‘97 MartaRusso. Solo però un’ulteriore pe-rizia, secondo il professor VeroVagnozzi, consultente balisticodella procura, potrà sciogliereogni dubbio e dire se quella ritro-vata è l’arma del delitto. È stata larottura di una tubatura ieri matti-na a richiedere l’intervento deglioperai, che per bloccare l’eroga-zione dell’acqua hanno apertol’intercapedinedelmuro, trovan-do il revolver, carico e con un col-po un canna, che è esploso acci-dentalmente.

M. A. ZEGARELLIA PAGINA 13

IN EDICOLA

CHETEMPOFA-di MICHELE SERRA

Il candido

ROMA. Allarme prof, il presidentedella Camera avverte che i docentiin Italia guadagnano troppo poco.Equesto èmoltograve. Imilionidibambini e ragazzi che ogni giornovarcano la porta della loro classetrovano seduti in cattedra maestrio professori che hanno uno sti-pendio al limite del decoro, con ilquale devono mantenere se stessie la famiglia, ma anche coltivare lapropria preparazione. Con queisoldi dovrebbero viaggiare, com-prare libri, pagarsi corsi d’aggior-namento. E ciò è impossibile.«Af-fidiamo figli e nipoti a gente chepaghiamo poco» ha detto LucianoViolante. Bisogna «riconoscerecon forza il ruolo degli insegnanti.Non può essere periferia chi ha ilcompito di trasmettere la cono-scenza, altrimenti ci si condannaall’isolamento e a non pensare aidirittidellegenerazioni future».

BENINI CIARNELLIA PAGINA 11

Q UANDO il miliardario ridens decise di buttarla in politica,molti sospettarono che l’avesse fatto soprattutto, se non so-lamente, per salvarsi dai giudici, e per nobilitare le sue be-

ghe personali impavesandole di princìpi, garanzie e altri concetti alui, tra l’altro, oscuri. Ora: quando qualcuno è fortemente sospetta-to di qualcosa, generalmente ha l’elementare malizia di depistare isospetti. Per esempio, se un tizio ha una relazione adulterina a Vig-giù, si guarderà bene dal girare per casa con la maglietta «I loveViggiù», e di cantare alla moglie, notte e giorno, «I pompieri diViggiù». Il ridens no.

Sventatamente (e, da un certo punto di vista, anche ammirevol-mente) non fa assolutamente nulla per smentire l’accusa. A lui, del-la politica, importa una cosa soltanto: che Borrelli sia licenziato.Tutto il resto (maggioritario, proporzionale, riforme istituzionali) èsolo un faticoso impiccio che gli tocca sopportare pur di arrivare aisuoi scopi. Non fa niente per nasconderlo (vedi la recente ripiccacontro Fini), e questo in fondo è il suo bello: è incapace di mentire,candido nella sua impudenza, e da quattro anni ci gira intorno, insplendida forma, con la maglietta «I love Viggiù».

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CULTURA E SOCIETÀ Martedì 3 febbraio 1998l’Unità23IncontrareAaltoè quasi inevitabile, forse per quel suo nome dalla dop-pia «a» che lo piazza come prima voce nelle enciclopedie di tutto il mon-do.Come èinevitabile, per la storia dell’architetturamoderna, confron-tarsi con quest’architetto finlandese, nato a Kuortane il 3 febbraio del1898, giusto cento anni fa. Dopo i primi anni di formazionea Jyväskylä,il giovane Aalto si laurea in architetturaal politecnico diHelsinki nel1921. Inquel periodo entra in contatto con il classicismo nordico diAsplund che, assiemealla tradizione architettonica nazionale, influen-za il linguaggio dei suoi primi progetti. Nel 1924sposa l’architetto AïnoMarsio che gli sarà compagna fino allamorte, avvenuta nel 1949, e chesarà parte importante nella sua attività. I successivi viaggi in Europa e inItalia sonodeterminanti nella formazione di Aalto,come determinantisono i contatti cheha conle opere e i protagonisti del Movimento Mo-derno.Aaltoconosce bene la poeticadi Le Corbusier e,a partire dal 1929,entra in contatto con iCiam.Già con il progetto per la biblioteca comu-nale di Viipuri (1927), Aalto aveva dimostrato ilpossesso di straordina-rie capacità modulandouna copertura dall’andamento sinusoidale e co-niugando l’uso di materialidiversi come il cementoed il legno.Ma sonoi progettiper la sede del quotidiano «Turun Sanomat» e per il sanatoriodi Paimio del 1928, che segnano la svolta nel suostilee portano impressala lezione lecorbusierana. Aalto mostra, soprattutto nell’ospedaledi Pai-mio, di non essere schiavo dei precetti razionalistici emostra una libertàdi articolazione delle piante e dei volumi cherispondonoalle diversefunzioni.C’è un’attenzione del tutto nuova all’uomo e al rapporto conla natura. «La natura non la macchina, è il modello più importante», di-rà inuna sua conferenza, andando ben oltre lo slogandel LeCorbusier diqueglianni che con-cepiva la casa come«machine à habiter».Laconsacrazione in-ternazionale di AlvarAalto, già favorita daicontatti con Gropiuse, soprattutto con lostoricosvizzero Si-gfried Giedion,avvie-necon lostraordina-rio padiglione finlan-dese all’Esposizioneuniversale di NewYork del 1939. L’e-normeparete ondu-lata in legno dilata lospazio, lo libera davincoligeometriciefamuovere la scatolaarchitettonica se-guendo il percorsoespositivo. L’uso del-la curva, ispirato ai si-nuosi fiordi finlande-si, si concretizza inprogetti esemplari,come negli edifici pergli studenti del Mit:una filadi stanze di-stese come un serpen-te e che consentonounavistaottimale delfiumeda ogni puntodi vista. L’attività di Alvar e Aïno trova uno sboccoanchenellaprodu-zione industriale della loro ditta Artek, che sforna stupendimobili in le-gno curvatoed elegantivasi di vetro. Intanto Alto progetta sedidi fab-briche, disegna piani regolatori ecostruisceraffinate residenze private,come lavillaMairea, un altra testimonianza della suagrande capacità ditrattare lospazio, di modularlo nella massimalibertà espressiva e nelmassimorispetto dell’uomo, dalla natura edei materiali. Lasua notorie-tà internazionale cresce negli anni Cinquantae Sessanta eAaltogira ilmondo con mostre, conferenze e lezioni universitarie, mentre sforna al-tri capolavori: la casa della cultura adHelsinki, il politecnico di Otanie-mi, una serie di chiese e diville. Il suo linguaggio negli ultimi anni dellasua vita si irrigidisce, ma conserva un’invidiabile purezza formale. Aaltomuore a Helsinki, l’11 maggio 1976. La Finlandia e il mondo intero, nelcentenario della sua nascita, lo ricordano con una lunga serie di manife-stazionie di mostre.Si cominciaoggi ad Helsinki con la mostra«AlvarAalto in Seven Buildings», allestita nella sua Casadellacultura e siprose-gue al Moma di New York, a partiredal 19febbraio, con la granderasse-gna «Alvar Aalto:Between Humanismand Materialism».

Re. P.

Qui accantola piantadel dormitorioper gli studentidel Mitdi Boston(1947-1949).Accanto al titoloAlvar Aaltoe Bruno Zevi.In bassola straordinariaparete curvadel padiglionefinlandeseall’Esposizioneuniversaledi New York (1939)

ArchitettidallaA

allaZ

ArchitettidallaA

allaZ

Qui sotto alcuni brani delcapitolo dedicato ad AlvarAalto da Sigfried Giedionnel suo «Spazio, Tempo,Architettura», pubblicatonella traduzione italianada Hoepli, nel 1965.

N ON SI PUÒ discorrere diAalto architetto senzaparlare anche di Aalto uo-

mo. Gli uomini hanno per luialmeno la stessa importanzadell’architettura. L’interesse diAalto si porta verso ogni uomo,verso ognuno dei desideri e del-le esperienze particolari, senzaesclusione di provenienza o di

classe sociale. Egli trae incentivie stimoli dal contatto di uominidi varie professioni, come face-va James Joyce. In realtà Aaaltonon può metter piede fuori dicasa senza trovarsi coinvolto inqualche episodio umano. Egli siavvicina agli esseri direttamentee senza inibizioni; nello stessomodo in cui si avvicina al mate-riale organico legno (...)

Tutte le esposizioni e l’operatutta di Aalto portano le firmedi Aïno e Alvar Aalto. Non eraper un gesto di cavalleria cheegli metteva il nome di sua mo-glie prima del suo. Il suo matri-monio era stato fuori del comu-ne, come tutto quanto lo ri-guarda. La sua solidità era basa-ta sulla partecipazione comunealle lotte ed ai successi fin dailoro comuni anni studenteschi.Ma il vero segreto risiedeva piùprobabilmente in un profondorapporto integrativo fra qualitàumane contrastanti. Aalto èsenza pace, effervescente, im-prevedibile. Aïno era costante,perseverante e controllata. È tal-volta un bene se un vulcano ècircondato da un fiume tran-quillo.

Il nome di Aïno sarà sempre

unito all’opera di Alvar Aalto.Mentre questi poneva sempre ilnome di lei prima del proprio,Aïno non si stancava di ripete-re, «Io non creo; la creazione èsoltanto di Alvar». Non è que-sto il momento di precisarel’ampiezza dell’influenza di Aï-no sulla produzione di Alvar.Ma noi sappiamo che essa ebbesempre da dire la sua, quale ar-chitetto, in ogni fase della suaopera e della sua vita. Essa nonsi fece mai avanti: e non ammi-se mai quanto in realtà era statoideato da lei. Essa operava sem-pre fra le quinte, come quandola vidi l’ultima volta nell’autun-no del 1948; di giorno direttoredell’Artek, il consorzio impe-gnato a disegnare ed eseguire imobili degli Aalto; di sera, pa-drona di casa da un pranzo of-ferto all’élite intellettuale dellaFinlandia, bianco vestita, sedu-ta in riposo fra i suoi ospiti, cal-ma come i laghi e le foreste fin-landesi da cui era venuta; attivasoltanto in maniera discreta,come spesso sanno essere ledonne nordiche.

Sigfried Giedion

Giedion su Aalto

Alvar-Aïnoil fuocoe l’acqua

Confronto fra duegrandi dell’architetturaL’italiano compie80 anni, il finlandesenasceva un secolo faStoria di un’amiciziasincera e burrascosa

Ecco alcuni brani dell’edi-toriale che Francesco DalCo ha scritto sul numero difebbraio della rivista «Ca-sabella», per festeggiare gliottant’anni di Bruno Zevi.

D A ANNI, ogni mese sullasua rivista «L’architettu-ra. Cronache e storia» e

ogni settimana su «L’Espresso»,Zevi rovescia con poche righedi piombo insulti e lodi, anate-mi e apprezzamenti, stroncatu-re e incoraggiamenti sui più di-versi obiettivi. Le sue critichenon lasciano dubbi circa i pre-giudizi e la testardaggine, le in-

fatuazioni e gli slanci di cui so-no espressione; militanti, nullaconcedono al dubbio e alle tin-te neutre. Zevi ha ridotto la cri-tica a un personalissimo gradozero: il giudizio ha divoratol’argomentare, al punto cheogni giorno egli gioca una sortadi partita di tennis con l’archi-tettura contemporanea, esau-rendo l’impegno con una rapi-da serie di servizi. A differenzadel tennista che è, Zevi, qualecritico che predilige l’architet-tura come esercizio ginnico,non gioca mai una smorzata(...).

Zevi non si è peritato di scon-finare nel terreno della proget-tazione architettonica e del-l’impegno professionale, neltentativo di rendere ancor piùpregnante la «lezione» di cui sisente esecutore. Giustifica ilsuo lavoro instancabile e onni-voro, ritenendolo il risarcimen-to dovuto per aver avuto la sor-te di essere «Zevi» e non unodei numeri che formano la cifradi sei milioni, le vittime dell’O-locausto. Ogni «storia», ha riba-dito, l’ha scritta per «loro» (...)Queste storie e il suo lavoro fre-

netico, né distaccato, né fred-do, fremente di risentimenti,slanci, affetti e disprezzi, posso-no venire giudicati solo nei ter-mini che impongono, quali di-mostrazioni di fede e espressio-ni di un settario bisogno mora-le.

Anche le tante pagine che Ze-vi ha dato alle stampe alla vigi-la del suo ottantesimo com-pleanno sono attraversate dal-l’ossessione di confermare chequesta tensione racchiusa nelnome del loro autore non è ve-nuta né verrà meno ora che l’e-tà dei patriarchi l’ha accolto.Verso di essa, infatti, Zevi si èincamminato avendo comeamiche le parole del vecchio esaggio Rabbi Hanoch: «Bisognaprepararsi e amarsi molto per lavecchiaia. Noi preghiamo:“Non rigettarci al tempo dellavecchiaia!”. Poiché allora vaperduto il gusto. Ma talvoltaproprio questo è un bene. Per-ché se vedo che io, dopo tuttociò che ho fatto, non sono pro-prio nulla, allora devo ricomin-ciare di nuovo a lavorare».

Francesco Dal Co

Dal Co su Zevi

Un tennistadellacritica

Zevi parla di Aalto«È lo psicologodelle costruzioni»ROMA. Un intransingente ottan-tenne che non smette di criticare, dipolemizzare, di menare fendenti.Sentiteunpo’:DeGasperieTogliatti?«Deleteri per la politica italiana». Ilpostmoderno? «La feccia dell’archi-tettura». Le soprintendenze? «Orga-nismi totalitari inmanoapersonaggimediocri». I centri storici? «Fregnac-ce!».Eravamo andati a trovare BrunoZevi, storico e critico dell’architettu-ra, per parlare con lui di Alvar Aalto.Ma con Zevi, che pochi giorni fa hafesteggiato gli80 anni,vale il classico«si sa dove si comincia e non si sa do-ve si finisce». E allora, tanto per co-minciare, partiamo dalla felicità.«Sonounuomofelicepertreragioni-esordisce Bruno Zevi -. La prima ra-gione è quella che si è ricostituito ilPartito d’Azione. Fu escluso dalla po-litica cinquant’anni fa per la volontàcomunediDeGasperieTogliatti».

Elealtredueragioni?«La seconda ragione è quella che

ho compiuto 80 anni e li ho festeg-giati con unviaggio aBaalbek, ilpiùgrande complesso del mondo anti-co. In quell’occasione mi hanno ri-cordato che il numero 80 è compo-stodatreanelliechequestitreanellisegnano l’eta del valore. Beh, peruno come me che haspeso la sua vi-ta per l’affermazione dei valori, èuna bella soddisfazione. La terza ra-gione è legata alla mia rivista L’ar-chitettura, che dirigo da oltre qua-rant’anni. Ora c’è un nuovo edi-tore, Canal & Stamperia di Vene-zia e un rilancio con una possibi-

le edizione americana».VeniamoadAlvarAalto, chelei

ha incontrato e conosciuto. Ce nevuolparlare?

«Il mio rapporto con Aalto è fattodi un’amicizia fraterna finita bru-scamente. L’ho conosciuto nel1945inAmerica.PoièvenutoinIta-lia tante volte, spesso anche a cenaquidanoi.Luieraunarchitettopre-gno della cultura razionalista mache aveva determinato una svoltache corrispondeva, in Europa, aquanto Wright aveva fatto in Ame-rica.Aaltol’hoscopertoattraversoilsuostraordinariopadiglionefinlan-dese all’Esposizione universale diNew York del 1939. Un capolavoro,come l’edificio per i dormitori deglistudenti del Mit, di una decina dianni successivo. Ma quando pro-gettò un edificio ad Helsinki, rive-stito di marmo di Carrara, e con unimpianto classico, allora io lo criti-cai aspramente. E lui, appunto per-ché eravamo molto amici, non sel’aspettava e si offese in maniera in-credibile. Quando tornò a Romanon mi telefonò neppure. Però,qualche anno fa, ad Helsinki, suamoglie Elisa, poi scomparsa l’annoscorso, venne ad ascoltare una miaconferenza. Fu un gesto molto cari-no».

Elisa fu la seconda moglie diAalto, che sposò dopo la mortedellaprimamoglieAïno?

«Sì, era una giovane studentessa,affascinata dal maestro. Ma il gran-de sodalizio di Aalto fu con la dura

ed energica Aïno. Del resto in tuttele grandi opere di Aalto lei fu deter-minante.Ricordounepisodio,lega-to al progetto per il padiglione fin-landese all’esposizione parigina del1937. Il progetto non piacevaad Aï-no,maAlvarnonvollemodificarlo.Così la moglie partecipò per contosuo con un altro progetto, senzanemmenofarlosaperealmarito.Sa-pete come andò a finire? Aalto nonvinseedAïnoarrivòseconda».

Insomma, Bruno Zevi che cosarimproveròadAalto?

«Lasuainvoluzioneclassicista.Lagrandezza di Aalto è quella del suoperiodo dimezzo, quellachevadal-labibliotecadiViipurialpadiglionenewyorkese, ai dormitori del Mit.Quando si presentò al Ciam di Ate-

ne (uno degli storici congressi degliarchitetti del Movimento Moder-no, ndr) nel 1933 quasi nessunolo conosceva: distribuì le fotodella biblioteca di Viipuri e fuuna rivelazione».

Gli schemi storici suddividonola vicenda dell’architettura mo-dernainduefiloni.Daunaparteilrazionalismo, e dunque funzionie tecnica; dall’altra l’organici-smo,edunqueuomoenatura.

«Soloifessicontrappongonorigi-damente l’organico al razionali-smo.Certoèverochesonocontrap-posti, ma come un figlio che si con-trappone al padre e che resta co-munque suo figlio. Wright, il mae-stro dell’architettura organica, siformòalla scuoladiChicago,quella

di Sullivan e Adler, dei grattacieliamericani, esempi di tecnica e ra-zionalità.DelrestoLeCorbusier,ge-nio illimitato e capo del razionali-smo, quando progetta la celebrechiesa di Ronchamp, smentisce sestesso. Ed è grande proprio per que-sto,perlacapacitàdismentirsi».

Quella di Aalto può considerar-siunaterzavia?

«Il razionalismo aveva detto: lefunzioni e la tecnica. E poi la ripeti-bilità, una casa standard da costrui-re uguale in tutto il mondo. Aaltoaggiunge la psicologia, la scienzadell’uso dell’architettura. Non ba-stauntettoperfarearchitettura.Nelsanatorio di Paimio,Aalto modifical’altezza dei soffitti, pensa a fonti diluce e a lampade diverse, adatte alleesigenze di malati che passano buo-na parte della loro giornata a letto,distesi.La formadellemaniglielari-cava da un calco della mano chestringe un pezzo di cera. Forma efunzione, dunque, come il precettorazionalista; ma con un’attenzionein più all’uomo, alla sua psicolo-gia».

Dunque le ragioni dell’uomoprevalsero sulla razionalitàastratta?

«C’è stata una vera e propria libe-razione dai vincoli, dagli standard,daiprincipi,dallagriglia,dalModu-lor. Una reazione umanistica edespressionista. JacksonPollockcon-tro Piet Mondrian; la scolatura delcolorecontrolelineeelecampiture.Lascolaturaèunelementodetermi-

nante inurbanistica.Seguardateunterritorio dall’aereo vedete un qua-dro di Pollock: ruscelli che scorro-no, foreste dai margini indefiniti,scolature insomma. È movimentonel farlo, non nel rappresentarlo.Questa è l’arte moderna, non rap-presentaunevento:loè».

E l’architettura moderna, la le-zione di Wright e di Aalto, che fi-nehafatto?

«Ha vinto. Dopo la feccia del po-stmoderno, sul finire degli anni Ot-tanta c’è stata un’importantissimamostraalMomaeintuttal’Americache ha lanciato il decostruttivismoche è una variante dell’architetturamoderna. Fui l’unico storico euro-peoadessereinvitatoperchéperan-ni, sulla mia rivista, non avevo maicriticato e condannato il postmo-derno: semplicemente lo avevoignorato. Frank Gehry è una colos-salepersonalità,nonèWrightmalointegra in maniera straordinaria. Ilsuomuseod’artemodernadiBilbaoè un capolavoro assoluto. Uno spa-zio in cui stai dentro, che vivi, cheinebria.Altrochescenografia!».

Il moderno e l’antico, le perife-rieeicentristorici...

«Vedo che Veltroni ha propostoundisegnodileggesuicentristorici.Bene! Finalmente i Beni Culturali sioccupano di urbanistica e di archi-tettura. Però se ne occupano male,perché si occupano dei centri stori-ci. E questa ossessione per i centristorici è una delle più grandi fre-gnacce. La maggior parte della gen-

te vive in periferia, e dunque essen-ziale è laqualità delleperiferie. Maèancheunfattoeducativo,culturale.Nego che le periferie siano brutte. Ese sono brutte, allora dico che a mepiaceilbrutto.L’artemodernaguar-dase una cosa è significativaequin-di ingloba anche il brutto: lo ha fat-to la pop art, la trash art. Voglioun’educazione che assuma la peri-feria come priorità. Ma c’è un’altracosa: si privatizza tutto ed invece siburocratizza il centro storico. Lo siconsegna all’organismo totalitariodellesoprintendenze,fattediuomi-ni mediocri. E se sbagliano non pa-gano mai, perché non sono respon-sabili per legge, possono fare qua-lunque cosa senza dire nientea nes-suno, sono delle monarchie assolu-te».

Le nostre città e l’architetturasonodunquesenzasperanza?

«Il fatto grave è che manca unaclasse politica che si preoccupi del-l’architettura. Non c’è, non dico unMitterrand o un Pompidou, maneanche un Tony Blair. Sa che cosaha fatto Tony Blair, appena eletto?Nella prima settimana in carica haconvocatoi leaderdellaprofessionein architettura e ha detto loro: “Voirappresentate una forza, non nel-l’arteonellacultura,manell’econo-mia britannica e dunque dovete es-sere valorizzati”. Se lo immaginaProdichenellasuaprimasettimanaconvocagliarchitetti?».

Renato Pallavicini

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L’ ECONOMIAMartedì 3 febbraio 1998 2 l’Unità

Dal leader di Corso Italia critiche anche al governo. Micheli: esageri. Stoccata di Bertinotti: «È contro i lavoratori»

Sindacato nella buferaCofferati e D’Antoni ai ferri corti sulla bozza Onofri per le 35 ore e sull’unitàD’Alema si schiera con il segretario della Cgil: serve più flessibilità

IL PUNTO

La Cgiltra l’incudinee il martello

BRUNO UGOLINI

ROMA. Il leader della Cisl SergioD’Antoni, sulle ali delle 35 ore edell’unità sindacale, gioca d’anti-cipo e alla vigilia delle assise dellaUil piomba come un falco sul con-gresso che si apre domani a Bolo-gna.L’impetodella suasortitaspa-lanca la finestradellostudiodiPie-troLarizzaemandaall’aria lepagi-ne della relazione che sta scriven-do. L’intento di D’Antoni è quellodi dare una spallata alla trattativasulle 35 ore con un siluro contro ilsegretario generale della Cgil Ser-gio Cofferati: lo accusa di lederlalui la democrazia, quando preten-de che il sindacato non partecipialla definizione della legge sugliorari.Epernonfarapparirelapole-mica «pro domo sua», rilancia l’u-nità sindacale con la proposta diistituire subito la Costituente delnuovo soggetto unitario, a partiredal congresso della Uil. Spiega in-fatti D’Antoni: «Ora alziamo il li-vello della polemica, allora biso-

gna partire da un processo costi-tuente altrimenti la polemica au-menta e l’obiettivo unitario si al-lontanadefinitivamente».

Inunpaiodi intervisteCofferatiaveva insistitonelvoler separarelaconcertazione sugli orari dalle leg-ge sulle 35 ore che il governo si èimpegnato con Rifondazione co-munistaapresentare.Seilsindaca-to dovesse contrattare i contenutidella legge, sarebbe una «lesionedella democrazia» perché verreb-bero intaccate le prerogative delParlamento.Esedovessepassarelacosiddetta bozza-Onofri (ungiocodi incentivi e disincentivi sul di-scrimine delle 35 ore settimanaliobbligatorie dal 2001) sarebbe «lafine della politica dei redditi» cheprogramma vantaggi per i lavora-tori e costi per le imprese; e invecequella bozza sottopone la sceltadelle 35 ore ad unaverificachepo-trebbe vanificarla o modificare «ivalori contributivi» che l’accom-

pagnano.Ma il sottosegretario alla presi-

denza Enrico Micheli ribadisceche - «non c’è dubbio» - il governodeve rispettare quell’accordo conRifondazione per una legge sulle35 ore dal 2001, che ha permessodi superare«unasituazionediffici-le», e ritiene che Cofferati stia esa-gerando.

Bertinottidalcantosuononper-de occasione di affiondare unastoccata, pesante: è un fatto«preoccupante» - sostiene - chenel«grande contrasto di interessi»sulle35ore,Cofferatinonvedachel’interesse dei “lavoratori è dallaparte della riduzionedell’orario dilavoro”. Il leader del Pds MassimoD’Alema non lascia da solo Coffe-rati in questa battaglia. Sul temadelle 35 ore raccomanda dievitarele «incrostazioni ideologiche»,conevidenteallusioneaBertinottie Confindustria. E poi afferma dinoncrederechelariduzioned’ora-

rio crei posti di lavoro; tuttavia«governare con flessibilità e con ilconcorso delleparti sociali» la ten-denza alla riduzionecomunque inatto, «può tradursi nel tempo innuove opportunità di lavoro».Questa è esattamente la posizioneassuntadaldirettivodellaCgil.

Torniamo alla Cisl. Anche perD’Antoni la bozza Onofri non vabene e va trovata un’altra soluzio-ne, «trattando come abbiamo fat-to per le pensioni». Non sarebbeinfatti accettabile che ungoverno,pergiuntadisinistra,decidasull’o-rario «senza il consenso delle par-ti», «si aprirebbe una frattura dalleconseguenze imprevedibili». An-cora: «La questione riguarderebbela democrazia del paese» perché la«costituzione materiale» assegnaallacontrattazionesindacale lade-finizione degli orari di lavoro e delsalario.

Raul Wittenberg

03ECO02AF012.012.50

L’ ULTIMO intervistatore diSergio Cofferati ha scrittodi averlo sorpreso intento a

bearsi delle note verdiane di Otel-lo. Alcuni passaggi della conver-sazione, pubblicata dalla Stampasembrano in effetti intrisi d’ira, siapur con i modi pacati, tipici del-l’uomo. Ma chi si celerebbe, inquesto caso, sotto i lussuriosi velidi Desdemona? Il pensiero delcronista corre a due personaggi,spesso presenti nelle più recentischermaglie del segretario dellaCgil: Prodi da una parte e Berti-notti dall’altra e il rischio di tro-varsi tra l’incudine e il martello. Èsuccesso in un indimenticabilecongresso della Cgil, nel caldo lu-glio del 1995 a Rimini, quandoProdi, ospite inatteso, arrivò perdifendere il suo tetto program-matico all’inflazione. È successoin pieno Parlamento quando Pro-di sembrò chiamato a sceglieretra il leader della Cgil e quello diRifondazione. Tutto si risolse, co-me è noto, con il fatidico accordosulle 35 ore. Ora i nodi tornano alpettine e il capo del governosembra costretto a nuove provedifficili. Le posizioni sono quattro.Quella della Confindustria miraad affossare la legge. Quella diBertinotti appoggia la cosiddettabozza Onofri, perché appare co-me un sostegno alla data del2001 assegnata all’era delle 35ore. Quella di Sergio D’Antoni perla Cisl mira a discutere la formula-zione della legge, forse con l’o-biettivo magari di arrivare a 38 in-vece che a 35 ore e abbatterel’accordo con Rifondazione. C’èpoi Cofferati che lascia al governoe al Parlamento la prerogativa divarare una legge. La Cgil, peròavanza una sua autonoma propo-sta: io come sindacato intendorealizzare le 35 ore, nel rinnovodei contratti, coprendo un arco disei anni. Il ragionamento di Cof-ferati smonta la bozza Onofri. Èvero che contiene una data, macontiene anche ipotesi di «verifi-che» e «sperimentazioni». L’im-postazione «elastica» di Onofri,non permette, in tal modo, pro-grammazione e certezza dei co-sti; non permette la cosiddetta«politica dei redditi», può aprireperciò la guerriglia salariale; nonpermette contrattazione e con-certazione; non permette, in defi-nitiva, di portare a termine le sfi-de del rigore e della crescita eco-nomica insieme. Se le cose stan-no così allora Cofferati non è unOtello furioso, ma un leader auto-nomo, e Prodi è chiamato a sce-gliere tra una scelta seria ed unafumosa.

Pietro Larizza, Sergio Cofferati e Sergio D’Antoni Ansa

La polemica

Musi (Uil)«La Cisl?Parla troppo»

E le tre confederazioni si dividonoanche sul 10 maggio dedicato ai bambini

Il «Primo Maggio 1998» contro il lavoro minorile?La Cgil risponde «potrebbe», ma non dàalternative; la Cisl si limita al «Ci stiamo pensando,ma forse è più giusto parlare in generale di dirittiumani e in questo ambito inserire il lavorominorile», la Uil vorrebbe dire «non ne abbiamoancora parlato», ma poi è costretta ad aggiungere«in realtà pensavamo fosse più giustocommemorare i 50 anni della Dichiarazione deidiritti dell’uomo e dunque parlare anche dei dirittidei bambini». Dunque la proposta c’è,l’argomento è più che in discussione, ma latrattativa è aperta o, come si dice in gergosindacale, forse non c’è ancora «accordo tra leparti» visto che il sindacato milanese avrebbemesso sul piatto anche la proposta di ricordare itumulti del 1898 e l’eccidio tra la popolazione dellacittà lombarda da parte del generale FiorenzoBava Beccaris. Certo nell’anno appena cominciatosi parlerà molto di bambini-schiavi, di lavorominorile, di scuole non frequentate perché glialunni sono nei laboratori clandestini o nellefabbriche fantasma. Il governo italiano ha appenaistituito un tavolo di coordinamento sul lavorominorile. Il 17 gennaio è partita da Manila, nelleFilippine la «Global march» che sta mobilitando

milioni di persone, 97 Paesi, 700 organizzazioninon governative, sindacati e associazioni dei dirittiper l’infanzia. Una marcia (concepita circa un annofa in India da Kailash Satyarthi, un attivistaimpegnato nella liberazione dei bambini dallavoro forzato soprattutto nella produzione deitappeti) definita da «Mani Tese», una delleorganizzazioni promotrici, «il più grande urlo diprotesta mai lanciato contro il lavoro infantile».Una marcia che, dopo aver attraversato ilBangladesh, la Cambogia, la Cina, l’Indonesia, ilNepal, il Vietnam, gli Stati Uniti...arriverà anche inEuropa. E in Italia. Arriverà in Italia proprio il primomaggio e la città di partenza potrebbe essereCatania o una città del Sud dove il fenomeno dellavoro infantile, non quantificato, sommerso,sconosciuto, esiste in maniera più forte. I«marciatori» racconteranno quello che hannovisto, ascolteranno proposte, chiederannoimpegni ai governi e arriveranno a Ginevra ilprimo giugno quando comincerà la Conferenzadell’Organizzazione internazionale del lavoro.Racconteranno anche dell’«urlo di protesta»lanciato nelle piazze italiane del «Primo Maggio»?

Fernanda Alvaro

ROMA. La Uil non ha gradito l’in-cursione di D’Antoni nel suo con-gresso alla vigilia della sua celebra-zione.Il leaderPietroLarizzasichiu-de in un ostile silenzio. Ma il suo vi-ceAdrianoMusisbotta:siamocapa-cianchenoidielaborareunapropo-sta sull’unità sindacale. Aggiungepolemico: «Il protagonismo nonaiutaatrovare soluzioni,masoloadallontanare le posizioni. Meglioqualche dichiarazione in meno equalcheconfrontointernoinpiù».

Segretario, il leader della Cisllancia un messaggio al vostrocongresso: varare subito la Costi-tuenteperl’unitàsindacale.

«L’unitàfrailavoratorièunobiet-tivo che li rende più forti, e l’unitàfra le tre confederazioni richiede at-ti coerenti. Nel senso che è megliopraticarla che non limitarsi a predi-carla. E se qualcuno capirà che è piùimportantepraticarla, avremofattoun passoavanti. Comunque al con-gressolaUildiscuteràlapropriapro-postadiunitàsindacaleaprescinde-re dalle idee di D’Antoni. Prima de-finiremo le nostre idee su questioninon secondarie come le condizionistrategiche e le regole sulle quali ba-sareil sindacatounitario,poicicon-fronteremo con le altre organizza-zioni e sentiremo che cosa nepensaD’Antoni».

Va bene, ma come la prendetel’ideadellaCostituente?

«Quello dell’unità sindacale nonè solo un problema organizzativo.Lodimostraildibattitosulsignifica-to di concertazione. Mi pare che illeader della Cisl sia unitario solo intermini d’immagine. Quando poipassaallasostanzailcomportamen-to è diverso. Su un tema così delica-to e squisitamente sindacale comele 35 ore si doveva dialogare fra noi,e invece prima è uscita la propostadellaCisl,poiquelladellaCgil...»

D’Antonidicecheunaspintaalprocesso unitario eviterebbe lepolemiche legate alla visibilitàd’organizzazione.

«Per laUil l’ultimacosaèlavisibi-lità, forse è stato proprioD’Antoniacercarladipiù».

Come si collega la legge sullarappresentanzaaltemaunitario?

«La questione riguarda il voto ditutti i lavoratori e non solo degliiscritti sugli atti del sindacato. Se lasua volontà fosse costruita di voltain volta dal voto di tutti, che biso-gno ci sarebbe di iscriversi al sinda-cato e pagare la delega? Verrebbemenoilsindacato-associazione».

E come la mettiamo con lavali-dità «erga omnes» dei contratti,vincolanti per tutti, non solo pergliiscritti?

«Per questo la Uil propone l’isti-tuzionedelConsigliogeneraledelleRsu il cui voto sostituirebbe i refe-rendum: le rappresentanze unitariesono elette da tutti i lavoratori, nonsolodagliiscritti».

R.W.

La minaccia del leader di Federmeccanica, Pininfarina. Pannella: «Saremo al vostro fianco»

«Referendum contro la legge»Gli industriali sparano sulla trattativa. E oggi Fossa vola a Parigi

Il Cardinale:«Sul lavorotroppa inerzia»

Non va condannata solouna violenza di chi haprovocato l’incidente aNapoli la settimana scorsa,ma «anche l’inerzia di chi fapoco o nulla per il lavoro».Lo ha affermatol’arcivescovo Card. MicheleGiordano dopo un incontrocon un gruppo di delegatidella lista dei disoccupati«Lista storica delcollocamento». «Il governo -ha precisato Giordano - èstato carente su questoversante», aggiungendoche è «necessaria un’ampiacollaborazione fra tutte leforze che possonoconcorrere a creare nuoveoccasioni di lavoro».L’arcivescovo è d’accordocon la proposta avanzatadal sindaco AntonioBassolino di aprire un tavolodi concertazione tragoverno, istituzioni locali,imprenditori e sindacati,che ha definito «una buonaidea purché non si tratti diun tavolo fine a se stesso,ma produca frutti. L’unicastrada per creare lavoro - haaggiunto - è agire tuttiinsieme facendo cadereprotagonismi, interessi diparte, esigenze di profittoeccessive». E la Conferenzadel governo sul lavoro? «Si èfatta attendere molto, forseperché non avevano nullada dire».

MILANO. Oggi il presidente dellaConfindustria, Giorgio Fossa, vola aParigi per incontrasi con i cuginifrancesi. Tema dell’incontro? Ovvio,quelle35orechestannofacendosali-re latemperaturapoliticasull’assePa-rigi-Roma. Tanto più che in Italia ilcalendario corre. Già, il 9 dovrebbeiniziare il confronto con governo esindacati. Ma per la Confindustria ègelo totale. «A questo incontro an-diamo solo per spirito di servizio, persenso di responsabilità: nient’altro.Siamo come dei bambini costretti fa-re un gioco che non volevamo fare.Poi non so se riusciranno a trovaredelle soluzioni che devono avere co-me punto fermo che non ci può esse-re incremento di costo per unità diprodotto». Guidalberto Guidi, il re-sponsabile del centro studi dellaConfindustria, interpreta perfetta-mente il clima interno della catego-ria. No, e ancora no a una legge sulle35 ore. E se proprio dovesse arrivaresaràlotta.

Anche a costo di imitare Pannella(che infatti applaude e si dice prontoa scendere in campo) organizzandounbelreferendumabrogativo.L’ideaè del potente presidente della Feder-meccanica, Andrea Pininfarina. Chelo minaccia esplicitamente. Dice:«Come imprenditori non ci stiamoalla logica del“tanto la legge si fa”. Seperòalla fineci saràunaleggesulla ri-duzionedell’orariodi lavoro, inItaliaci sono anche gli strumenti di demo-crazia per abrogare quelledisposizio-ni, che vanno contro gli interessi dei

cittadini».Chiaro?Chiarissimo.«Unintervento per legge - ha spiegato Pi-ninfarina-nonèutile,nonènecessa-rio, non è richiesto nèdal mondo de-gli occupati, nè dal mondo dei disoc-cupati. Secondonoi sarebbeutilecheil Governo e, soprattutto, il Parla-mento decidesse di soprassedere suunamateria,cheèdistrettapertinen-zatralepartisociali».

Il giudizio non ammette equivoci.E Pininfarina lo ribadisce senza di-menticarsidelle sintoniechepropriosulle35ore si sonoaperteconisinda-cati.«Ritengochechidecideràdilegi-ferare su una materia come questasenzaaccordi tra leparti socialidovràgiustificarlo ai propri elettori e dovràrendersi conto che con questa scelta,come ha rilevato il segretario del piùimportante sindacato italiano, si di-struggelapoliticadeiredditi».

Insomma, il braccio di ferro conti-nuerà. Magari solo per rallentare lemosse degli avversari. Tattica chequalche risultato ha già prodotto. «Il31 gennaio è passato e il disegno dileggenonèstatapresentato», ricordaPininfarina. Che comunque insistesui rischi. «Un’intensificazione degliinvestimenti per l’automazione eduna delocalizzazione in particolaredelle imprese multinazionali». E, ov-viamente,noseccoancheaeventualiincentivi per le aziende. «Se ci sonopacchi di soldi a disposizione, allorabuttiamoli su obiettivi certi come leinfrastrutture o su strumenti che ri-ducanoilcostodellavoroecreinooc-cupazione».

L’intervista

Casoni: «L’idea è buonaIl governo sta barando» 03ECO02AF03

1.07.50MILANO. Una legge sulle 35 ore?

Nemmenoparlarne.MarioCasoni, ilpresidente del Comitato piccole in-dustrie della Confindustria - postoche fu di Giorgio Fossa prima di tra-slocare sulla poltrona più altadell’as-sociazione - non ha dubbi. «Noi ave-vamo un arbitro, il governo, che inquesti anni, nel dialogo sindacati-Confindustria aveva sempre mante-nuto il giusto distacco, consentendodi raggiungeredei risultati checonsi-dero eccezionali. All’improvviso, pe-rò, questo arbitro si è trasformato inun giocatore che si è messo a tirarecontro gli altri due. Com’è pensabileche in un Paese che deve competerecon la globalizzazione dei mercati, lasuaindustriapossaaccettarecheven-gano alterate le regole nel nome diuna logicaautolesionistaqualèquel-la del «lavorare meno, lavorare tutti»che viene stigmatizzata da tutti glieconomistidelmondo».

Contro la legge è schierata an-che il sindacato. A un rappresen-tante della Confindustria questasintonianondaunpo’fastidio?

«Non siamo accomunati dalla fi-losofia ma dagli interessi. Se l’im-presa venisse costretta ad erogareciòchenonha,alsindacato,poi,co-

sa rimarrebbe da chiedere alle im-prese?».

Cosa pensa di un referendumper abrogare una eventuale leggesulle35ore?

«Posso dire che gli italiani quan-dosonostatipostidi fronteagranditemi hanno scelto sempre bene, di-mostrando molta maturità. Ricor-do solo il referendum sulla scalamobile. Inlineadiprincipiononmisembrerebbe affatto un’idea pere-grina».

Rispetto al problema delle 35ore c’è una differenzazione di at-teggiamentotra lagrandeelapic-colaindustria?

«In assoluto no. Sicuramentecambiano gli spazi per tentare ditrovareunasoluzione.Perlepiccoleindustrie le 35 ore per legge sonouna strada impraticabile. Le grandiavrebbero invece qualche possibili-tà maggiore. Nel senso che forseavrebbero qualchehandicapinme-no».

Del dibattito politico che si stasvolgendosulle35orecheopinio-nesièfatto?

«Ho l’impressione che i rappre-sentanti politici più attenti hannoperfettamente intuito l’estrema dif-

ficoltà di questa situazione che po-trebbe aveve effetti gravissimi sulleprospettive del Paese. Ma, purtrop-po,hoanchelasensazionechemol-ti uomini politici non hanno anco-ra percepito la drammaticità delproblema».

Puòfarenomiecognomi?«Non vorrei scendere nel detta-

glio. Anche perchè il trasversalismonel nostro Parlamento è una realtà.Vediamo provvedimenti dove ladestra sociale e la sinistra massima-lista dicono le stesse cose. Nel meri-to delle 35 ore ricordo solo che noiabbiamo incontrato esponenti ditutti ipartiti eche ingeneraleabbia-motrovatopiùviciniallenostrepo-sizioni quanti sono più preparati aconfrontarsiconifattieconomici».

Michele Urbano

Andrea Pininfarina P. Lepri/Ap

Page 12: il mondo - Archivio Unità

03EST02A0302 ZALLCALL 11 23:09:03 02/02/98

NEL MONDO Martedì 3 febbraio 1998l’Unità9A Baghdad inviati di Francia, Turchia e Arafat. La Albright incassa il sì del Kuwait, fredda l’Arabia Saudita

Saddam smentisce l’annuncio di Mosca«Non accettiamo gli ispettori dell’Onu»Giallo nelle trattative: Clinton minaccia ma il blitz si allontana

71% americani favorevoli a intervento

A fianco Usa solo G. Bretagna e Kuwait

Francia, Spagna, Italia,Germania, Austria, Turchia: no a intervento, favorevole

a soluzione diplomatica

Francia, Russia, Turchia impegnati

in tentativi mediazione

Conferenza islamica(55 paesi)

Appello all’Onu:«Tutti gli sforzi possibili

per scongiurarenuova catastrofe»

Lega Araba:Pronti ad andare a Bagdadper promuovere mediazione

Giordania e(probabilmente)Arabia Sauditano ad uso basie spazio aereo

per raid contro Irak

Autorità palestineseha inviato

emissario da Saddamper tentare mediazione

Siria:«No ad attacco»

PRO E CONTRO L’INTERVENTO MILITAREPRO E CONTRO L’INTERVENTO MILITARE

l’Unità Graf

Grande folla a Baghdad. Mediatoriturchi, francesi, arabi e russi corronoalla corte del raìs per indurlo a cam-biarerottaeaccettareleispezioni.Maperora lacrisinonsi sblocca. IeriMo-scahaannunciatocheSaddamavevamanifestato l’intenzionediaccettarele ispezioni in otto palazzi presiden-ziali (su un totale diunaquarantina).Ma mentre Clinton, Eltsin e Chiracintrecciavano conversazioni telefo-niche,gli irachenihannoclamorosa-mente smentito l’ottimismo di Mo-sca affermando che non era stato da-to alcun via libera alle ispezioni. Daieri comunqueladiplomaziahaindi-scutibilmente preso il sopravvento,anchesel’ipotesidiunattaccoameri-cano resta sempre all’ordine del gior-no.AlsuosecondoviaggioaBaghdadil vice ministro degli Esteri russo Po-suvaliuk sembrava aver strappato aSaddam l’impegno a aprire alle ispe-zionialmenoottodeifamosi«palazzipresidenziali». IlministrodegliEsterirusso Primakov ha annunciato cheSaddam sarebbe addirittura dispostoad incontrare il capo degli ispettori,l’australiano Butler, definito finora,nel migliore dei casi, una «spia dellaCia»dallastampadiregime.

Lacontropartitapergli irachenisa-rebbe l’impegno di Mosca ad ottene-re un ammorbidimento dell’embar-go imposto nel 1990. Mentre il me-diatore russo eraacolloquioconSad-dam, i capidellegrandipotenzesi so-no sentiti telefonicamente. Eltsin haparlato dapprima con Chirac e quin-di a Clinton. Ed è stato proprio nelcorsodiunatelefonatacon ilCremli-no che Clinton ha raggelato l’ottimi-smo dei russi riaffermando l’inten-zione di colpire l’Irak se Saddam nonaccetterà le ispezioni. Poi anche daBaghdad è arrivato il «contrordine»elacrisiètornatainaltomare.

Nel corso della giornata gli ameri-cani avevano però dato l’impressio-ne di guardare con attenzione aglisforzi russi. Commentando i risultatidella diplomazia di Mosca il capo delPentagono William Cohen, certa-mente uno dei più implacabili accu-satori di Saddam, aveva detto che ladisponibilità degli iracheni era «daprendere in considerazione» anchese gli impegni strappati non rappre-sentavano «una soluzione». Gli ave-va fatto eco l’ambasciatore america-no all’Onu Bill Richardson in visita aLisbona (il Portogallo è attualmenterappresentato in seno al consiglio disicurezza dell’Onu) secondo il qualegli Stati Uniti «in linea di principio»sono disposti a sostenere l’iniziativadel segretario dell’Onu., KofiAnnan,che propone di elevare a cinque mi-liardi di dollari la somma che gli ira-chnei possono ricavare dalla venditadi petrolio per acquistare generi diprima necessità. Nei fatti si trattereb-be di un’attenuazione dell’embargo,giustificata tuttavia da ragioni uma-nitarie e non da un giudizio positivosuldisarmoiracheno.

L’apertura di Richardson al pro-gramma di Annan era apparsa un se-gnaledidisponibilitàdegliamericania trattare. Poi Clinton, conversandocon Eltsin, ha messo in chiaro chel’attacco militare può scattare benpresto. E tuttavia la Casa Bianca nonpuò restare sorda al grande lavorodelladiplomaziaeal indubbioraffor-zamentodel«frontedelno». I turchi,che intendono mediare, hanno spe-ditoaBaghdadilministrodegliEsteriCem eSaddam hafatto sapereche l’i-nizitiva di Ankara è benevenuta. Ieri

si è messo in viaggio per Baghdad an-che il francese Bernard Dufourcq, se-gretario generale del ministero degliEsteri, latore di un «messaggio di fer-mezza» indirizzato da Chirac a Sad-dam. Sempre a Parigi un emissarioturco ha constatato che le iniziativedei due paesi «convergono». Anchela Lega Araba si appresta a dare manforte ai mediatori. Il segretario gene-rale Esmal Meguid è pronto a partireper la capitale irachena. Non accade-va dal 1990 quando, dopo l’invasio-nedelKuwait, laLegaemarginòl’Irakecondannòl’operatodiSaddam.Oradatutto ilmondoarabogiungonose-gnali di segno opposto che, più cheindicare simpatie per Saddam, sotto-lineano le difficoltà degli americani.Arafat ha mandato a sua volta unmessaggero a Baghdad, il siriano As-sad, che nel 1991 mandò 5000 carri

armati nel deserto del Kuwait persferrare l’attaccodecisivocontroSad-dam, si è detto convinto che «le at-tuali complicazioni porranno l’inte-ra regione in un circolo infinito diviolenza e l’unico beneficiario, allalunga, sarà Israele». L’egiziano Mu-barak ha conversato ieri con moltileaders arabi nel tentativo di indivi-duareunasoluzionediplomaticaallacrisi conl’IrakeaddiritturalaGiorda-nia ha negato il sorvolo ai caccia sta-tunitensi.

Il panorama mediorientale non èdunque incoraggiante per la signoraAlbright che sta visitano i paesi delGolfo per saggiare gli umori di re edemiri in vista di un possibile attacco.A Kuwait City il segretario di StatoUsaharaccolto l’apprezzamentodel-l’emiro per la determinazioneameri-cana,maaRyiadhadovutoregistrare

l’indecisione dell’Arabia Saudita, untempopotenteefedelealleatodiWa-shington. Un giornale di Ryiad. ri-flettendogliorientamentidellacortereale, fa notare che dopo il bombar-damento «Saddam emergerà comevincitoreperchéavràsubitounattac-co condannato da tutti i paesi delmondo e dalle nazioni della regio-ne». Queste prese di posizione sonodeterminate anche dal clima che si ècreato dopo i sanguinosi attentaticontro le basi americane in ArabiaSaudita (19 marines uccisi nel 1996)che hanno messo in luce la crescenteminaccia integralista. La trattativadunqueprosegue,maanchealla lucedegli intensiemacontraddittorisfor-zi diplomatici, gli americani sonosempreprontiacolpire.

T. F.

ROMA. Il palazzone del ministerodell’Industria, un gigantesco paralle-lepipedo,pareva intatto, risparmiatodalle bombe. Invece bastava guarda-re dentro e si scopriva che quella spe-cie dimattone inpiediera stato sven-trato e svuotato e solo le mura por-tantieranorimasteinpiedi.Laguerraerafinitadapochigiorniequeltotemabbrustolito era diventato l’emble-ma del regime di Saddam. Eppure,con l’ultimocolpodi reni, laGuardiarepubblicana aveva soffocato le ri-voltedegli sciitidel sudedeicurdidelnord.Saddamrestòinsellaeneppureil pensionato Bush ha mai spiegatoperché diede l’ordine ai suoi di fer-marsi quando i carri armati dell’orsoSchwarzkopf erano a meno di 200chilometridaBaghdad.

Molti osservatori occidentali, maanche arabi, concordano sul fatto

che un Saddam «dimezzato» convie-ne alla Casa Bianca, impaurita dallaprospettiva di una Bosnia mesopota-mica che, sunniti e sciiti, caldei ecur-di sarebbero ponti a scatenare guer-reggiando sopra il secondo giaci-mentopetroliferodelmondo.

Comincia dunque nel1991 il regi-me di sorveglianza sull’Irak di Sad-dam. La risoluzione 687 dell’Onuimpone la smobilitazione dell’im-menso apparato bellico. Nuovisquilli di rivolta nel sud. Il regimeinvia i soldati e gli alleati (anche ifrancesi) mandano un avvertimen-to a Saddam e nel 1992 impongonola «no-fly zone» nelle regioni meri-dionali. Il regime di Saddam è orga-nizzato per cerchi concentrici. Alvertice il clan di Tikrit, la cittadina a160 chilometri da Baghdad che hadato i natali a Saddam e la grande

famiglia del raìs divisa in tre rami:gli Hussan, da cui proviene lui stes-so, gli Ibrahim da cui provengono ifratellastri, e gli Hassan cui appar-tengono i generi. Nel secondo cer-chio ci sono i servizi segreti, nel ter-zo la Guardia Repubblicana, nelquarto i capi delle tribù beduineche amministrano le province e aiquali il regime concede privilegi eproventi dei commerci legali e ille-gali che alimentano il mercato ne-ro. Quattro pilastri che in sette annivengono erosi e minati alla base.Ma non crollano.

Nel 1993 la resa dei conti appareormai vicina. Saddam schiera ram-pe missilistiche alla frontiera con ilKuwait e mobilita i pretoriani. Il 13gennaio oltre 100 caccia statuniten-si bombardano le postazioni irache-ne e quattro giorno dopo, in segui-to all’abbattimento di un F-16 sta-tunitense, Clinton ordina un mas-siccio attacco missilistico contro Ba-ghdad. Pochi mesi dopo, tra mag-gio e giugno, la Cia accusa i serviziiracheni di aver organizzato un (fal-lito) attentato contro l’ex presiden-te Bush in visita in Kuwait l’annoprima. Clinton ordina un nuovo at-tacco missilistico (27 giugno). Tra lamacerie della sede di servizi segretie di alcune abitazioni polverizzatedai missili Tomahawk i corpi di ot-to civili. A Baghdad proseguono leispezioni dell’Onu ed il regime ac-cetta l’installazione di un sistema ditelecamere per controllare le indu-strie militari.

Nel 1994 si aprono nuove crepenel regime. Viene giustiziato il ge-nerale Mohhammad al Doulaimi,che guida una rivolta militare. È so-lo un avvisaglia di quel che succedel’anno dopo. Nel giugno 1995 la ri-bellione scuote un pilastro del regi-me. Nelle provincia dell’Anbar, aovest di Baghdad, si ribella la po-tente tribù dei Doulaimi, confede-razione sunnita, fino ad allora fede-le alleato del regime. I soldati seda-no i tumulti fucilando 150 soldati.Al palazzo s’organizzano congiure.Saddam deve affrontare le crisi piùgrave: fuggono in Giordania i duegeneri, Hussein Kamal Hassan, ma-rito di Raghda, e Saddam KamalHassan, sposato con Rana. Entram-bi sono personaggi di primo piano,detentori di importanti segreti.

Saddam gioca d’astuzia; con le lu-singhe, le promesse e i ricatti con-vince i generi a tornare a Baghdad.Poi affida al figlio prediletto, Uday,il compito di sistemare la faccendadi famiglia. I fuggivi «pentiti» ven-gono sterminati senza pietà. Covala vendetta che arma la mano deikiller che il 12 dicembre crivellanodi colpi Uday, tendendo un aggua-to nel quartiere residenziale di Ba-ghdad. Il primogenito del raìs, col-pito alla testa e alle gambe, soprav-vive. Tutti i pilastri del regime han-no subìto scossoni. Nel 1996 Sad-dam tenta di penetrare nelle regio-ni curde sottratte al suo controllodal 1992. Ancora una volta Clintonreagisce con una raffica di missili eancora una volta il raìs vacilla manon crolla. Periodicamente il poterescatena nuove crisi allo scopo di di-videre il fronte occidentale e avvici-nare la fine dell’embargo. Così nelnovembre 1997 scoppia l’ennesimacrisi con il blocco delle ispezioniOnu, risolta dalla mediazione russa.

Toni Fontana

03EST02AF032.011.50

Una delle residenze di Saddam Hussein Jassim Mohammed/Ap

In primo piano

Irak, sette anni di fuocotra missili americanie rivolte contro il raìs

Gerusalemme non crede alla diplomazia e posiziona quattro batterie di missili antibalistici nel Negev

Israele si prepara alla guerra e schiera i «Patriot»Gli strateghi militari mettono a punto dettagliati piani di rappresaglia, massiccia e immediata, nel caso di un attacco missilistico.

Dalle maschere antigas ai missili Pa-triot. Israele risponde così ai venti diguerra che tornano a spirare nel Gol-fo Persico. A Gerusalemme nessunocrede in una soluzione diplomaticadel contenzioso traStatiUnitie Irakela parola torna ai militari. Ufficial-mentesiparladi«operazionidirouti-ne», laparolad’ordinenegliufficidelprimo ministro è minimizzare il ri-schio di attacchi missilistici da parteirachena e questo per non acuire lapsicosi del terrore che da alcuni gior-ni si è diffusa nel Paese: La realtà, pe-rò,èun’altra: Israeleattivaisuoisiste-mi di difesa e mette a punto strategiedi rappresaglia, «massiccia e imme-diata» contro il «macellaio di Ba-ghdad»: dietro il posizionamento diquattro batterie di missili antibalisti-

ci Patriot su una collina presso Arad(cittànelnorddeldesertodelNegev),c’è la convinzione dei vertici di «tsa-hal» (l’esercito d’Israele) che il ditta-tore iracheno è pronto a colpire TelAviv o altri centri ebraici con le armibatteriologiche in suo possesso. Imissili sonostatiportaticongliappo-siti carri nel Negev durante la notte epoi sono stati rapidamente montatiin loco. La loro collocazione sembramirata a difendere la zona di Dimo-na,dovesitrovaunreattorenucleare.Tutta l’area nella quale sono stati po-sizionati i Patriot è stata dichiarata«zonamilitarechiusa».

Stavolta Israelenon starà a guarda-re, questo è sicuro: il via libera ad unarappresaglia diretta contro Saddam èvenuto dalla segretaria di Stato ame-

ricanaMadeleineAlbrightnelsuoin-contro di domenica con BenjaminNetanyahu.Gliisraeliani,fortidell’e-sperienza di sette anni fa, preferisco-noprepararsi al peggio. Ecosì digior-no in giorno si ingrossano le file da-vanti ai centri di distribuzione dellemaschere antigas della difesa civile.Spesso le attese, soprattutto nellegrandi città, sono di oltre un’ora.Israelenonsi fidadelle rassicurazionidei suoi governanti: secondounson-daggiopubblicatoieridalquotidianoindipendente di Tel Aviv «YediothAhronot», il 53% degli israeliani«non si sente protetto»e quasi il 50%sostiene di non sentirsi tranquillo difronte alla minaccia irachena. Unapsicosi alimentata dai titoli sparati inprima pagina dai maggiori giornali

dello Stato ebraico, che fanno riferi-mento alla promessa degli StatiUnitidi fornire milioni di pillole antidotocontro le armi biologiche. La paura èancheunbuonaffareeconomico:ec-co allora spuntare dal nulla una so-cietà che pubblicizza speciali tutecomposte di una pellicola trasparen-te impenetrabile ai gas velenosi e aibatteri. Il costo varia dai duemila aitremila shekel (da un milione a unmilione e mezzo di lire), e le primescortesonogiàandateesaurite.Igior-ni della speranza di pace sembranoappartenere ormai ad un passato re-moto. La preparazione di una guerraè tornata fra le prioritàdi Israele, e so-lo in minima parte ciò è legato albraccio di ferro con l’Irak: lo sottoli-nea in un’intervista al «Jerusalem

Post» il vice comandante dello staffgenerale delle Forze armate, ShaulMofaz, precisando che questo statod’allerta implica più esercitazioni eacquisto di nuovi armamenti. L’eser-cito ha destinato 150 milioni di she-kel (70miliardidi lire)perlaprotezio-ne delle truppe dislocate in Libano eprevede l’acquisto, in parte già avve-nuto, di nuovi caccia F-15 e F-16, eli-cotteri da combattimento Apache eHawk,e carri armatiMerkawaIII. «Leforzedidifesa israeliane-spiega ilmi-litare - si stanno preparando alla pos-sibilità di un conflitto». Dal Golfo aiconfinidelLibano:ilMedioOrienteèdi nuovo una polveriera pronta aesplodere

Umberto De Giovannangeli

Page 13: il mondo - Archivio Unità

03INT02A0302 ZALLCALL 11 22:41:55 02/02/98

LE CRONACHEMartedì 3 febbraio 1998 12l’Unità

Con biglietti singoli o cumulativi i turisti potranno ammirare capolavori, tra i quali l’unico Donatello veneziano

Venezia, visite in chiesa a pagamentoIngresso libero solo per pregareIniziativa di tredici parroci: «I finanziamenti non ci bastano più»

L’ex gestore del teatro: «Una commedia»

Incendio del PetruzzelliL’accusa chiede 13 anniper Ferdinando Pinto«Ordinò quel rogo»

VENEZIA. Anchel’artehailsuoprez-zo, costa la manutenzione, la conser-vazione delle opere, la sorveglianza.Eicontributistatalisiasciuganosem-pre più. Perciò chi vuol vedere devepagare. Questa, in due parole, la for-mulasceltadaalcuniparrocivenezia-ni che si sono riuniti in associazioneper far fronte alle crescenti difficoltàeconomiche.Tredici lechieseinque-stionecollegatetraloro,unaspeciedi”museo diffuso”. Chiese ricche distoria, di arte, con un patrimonio dioltre 400 dipinti, e sculture, e argen-teria sacra. Da ieri, per visitarle biso-gnapagareunbiglietto.CosìVeneziasi va ad aggiungere all’elenco dellecittà italiane dove l’arte non è gratui-ta: Verona, Ravenna, e il Battistero diFirenze.

L’associazione dei parroci, che sichiamaChorus,nelpresentare l’ope-razione veneziana, titolata “Bibliapauperum:chieseaperteversoilGiu-bileo”, ha precisato: «L’ingresso re-sterà gratuitoper i veneziani residen-ti e per coloro che in chiesa entranoper pregare». I turisti stranieri, c’eradascommetterci,nonhannobattutociglio ed hanno pagato dando perscontato che ci fosse qualcosa da pa-gare. Meno gradita la novità agli ita-liani,ancheseundubbiovienespon-taneo: i custodi chiederanno la cartad’identità e certificato di residenzaperaccertare laresidenzadeivisitato-

ri.Esoprattutto:comedistingueretraturisti e fedeli? Un turista non puòentrare in chiesa per pregare? «Nonsaremo terribilmente fiscali - spiegala responsabile esecutiva dell’Asso-ciazione Chorus, Rosella Cargasac-chi -, ma comunque i custodi vigile-ranno. So che alcuni di loro hannoanche chiesto i documenti ai visita-tori, ma spesso un marcato accentoveneziano può bastare. Per la que-stione della preghiera, invece, abbia-mo previsto alcune aree, delimitateda transenne, dove i fedeli potrannoraccogliersi. In quelle aree, l’ingressosaràgratuito».

Questo l’elenco delle tredici chiesea pagamento, sulle oltre cento dellacittà lagunare: S.Maria Gloriosa deiFrari, S.Giacomo dall’Oro, S.Po-lo,S.Stefano, S.Alvise, Madonna del-l’Orto, S.Maria Formosa, Redentore,S.Pietro di Castello, S.Sebastiano,S.Maria del Giglio, S.Stae, S.MariadeiMiracoli e laBasilicadiS.Marco (soloper il Tesoro). L’Associazione garan-tirà la dotazione di personale di cu-stodia, l’apertura prolungata a orariocontinuato (10-17.30, la domenica15-17.30). Il singolo biglietto costerà2.000 lire (3.000per visitare i Frari), ilgiornaliero costerà 10.000 lire (seichieseascelta),mentre il cumulativo(tutte le chiese) 26.000 lire.Tra i teso-ri d’arte custoditi nelle chiese, si con-tal’unicoDonatelloVeneziano,oltre

70 opere di Veronese, 14 Tintoretto,3 Tiziano e 13 Tiepolo. «Oltre al calodei finanziamenti statali, lo spopola-mento della città ha fatto via viamancare quelle forme di autofinan-ziamento basate sulle offerte dei par-rocchiani - spiega Luca Baldin, diret-tore scientifico di Chorus -. Ovvioche senza alcun intervento il sistemaera inevitabilmente destinato al col-lasso. Nondimentichiamo che la do-manda crescente di tipo turistico esi-gevadipotervisitareaorariadeguatiitesori contenutinellechiesevenezia-ne».

Ma Venezia, dicevamo, non è l’u-nica città dove l’arte ha un prezzo. ARavenna, adesempio, conunbigliet-tocumulativodi10.000lireèpossibi-le visitare un gruppo di sei luoghi diculto: laBasilicadiSanVitale, ilMau-soleo di Galla Placidia, la Basilica diSant’Apollinaire, laBasilicadelloSpi-ritoSanto,ilBattisteroNeonianoedilMuseo Arcivescovile. Per visitare«coppie» di chiese si paga invece unbiglietto di 6.000 lire per San Vitale eGallaPlacidia,di5000perlesuccessi-ve due coppie. I soldi degli ingressivengono destinati alla manutenzio-ne delle chiese ed al pagamento deicustodi.ChieseapagamentoancheaVerona, dove l’associazione «Chiesevive» gestisce da tre anni un serviziodi ingressi a pagamento per alcunebasilichescaligere.

BARI. Tredici anni di reclusione,150 milioni di multa e interdizio-ne perpetua dai pubblici uffici. Èquesta la dura condanna chiestaieri mattina dai pubblici ministeriper Ferdinando Pinto, al terminedella requisitoria al processo perl’incendio del teatro Petruzzelli diBari. Insieme a quella di Pinto, in-dicato dall’accusa come colpevoleanche del reato di concorso ester-no in associazione mafiosa, i so-stituti procuratori Carlo MariaCapristo e Francesco Giannellahanno chiesto quella di quasi tut-ti i suoi coimputati, a cominciaredai boss mafiosi Savino Parisi (no-ve anni) e Antonio Capriati (dodi-ci anni), il cassiere del clan Ca-priati Vito Martiradonna (dodicianni), il presunto esecutore mate-riale del rogo Giuseppe Mesto(nove anni). Pene minori, tra l’u-no e i quattro anni, per gli altriimputati, tra i quali la moglie diPinto, imputata di reati fiscali; as-soluzione infine per tre dei com-ponenti la commissione di vigi-lanza sui locali di pubblico spetta-colo, imputati insieme ai loro col-leghi di concorso colposo nell’in-cendio.

Le richieste, giunta al terminedi una requisitoria di un migliaiodi cartelle illustrata in sette udien-ze da Capristo e Giannella, eranolargamente attese, ma poggianosostanzialmente sullo stesso «pa-trimonio» di indizi sul quale laprocura ha costruito nei sei annitrascorsi dall’incendio il suo teo-rema accusatorio. Pinto avrebbe

ordinato l’incendio perché «la ge-stione del Petruzzelli era divenutafamosa e celebre, ma anche pienadi difficoltà»: l’ex gestore non erapiù in grado di far fronte alleesposizioni bancarie, sopportarele spese per l’affitto, rispettare l’i-dentità del Petruzzelli come mo-numento nazionale, produrre lalirica di tradizione, adempiere aglioneri di manutenzione dell’im-mobile e ai lavori obbligatori dimessa in sicurezza (il cui importoera stimato tra i 2 e i 4 miliardi dilire) che in base al contratto di lo-cazione (il cui rinnovo per di piùera incerto) spettavano al gestore.Con il rogo, e con le «attività spe-culative» relative alla ricostruzio-ne del teatro e alla «gestione difondi che sarebbero stati stanziatiper far proseguire l’attività artisti-ca del Petruzzelli» presso la «Cittàdi Federico» (una tensostrutturache doveva sorgere in un’area de-maniale e che fu poi sequestrataper irregolarità della concessioneedilizia), anche con il «favore nonsottaciuto di taluni responsabilidi pubbliche amministrazioni»,avrebbe anche estinto un presun-to prestito usuraio di alcune cen-tinaia di milioni di lire ottenutodal clan capeggiato da AntonioCapriati che, assieme al boss Savi-no Parisi, avrebbe dato dal carcereil proprio assenso al rogo. Passag-gio fondamentale del piano sa-rebbe stato, secondo l’accusa, ilmettere fuori gioco la proprietàdel teatro che non avrebbe potutorecuperare il teatro, con il risarci-mento dell’assicurazione (la po-lizza era sottoscritta da Pinto) ilcui massimale era di soli 4 miliar-di di lire.

Ma anche la requisitoria, l’attoche ha condensato anni di inda-gini e due anni di dibattimento,non ha portato elementi certi. A«testimoniare» dei rapporti traPinto e il cassiere del clan CapriatiVito Martiradonna, ad esempio,non ci sono che le dichiarazionidi alcuni pentiti che per di più ri-feriscono di aver saputo da altridel prestito. Mancano del tutto ri-scontri sui movimenti di denarodi Pinto e del Ente artistico TeatroPetruzzelli dell’ipotizzato prestitousuraio, mentre Capristo è torna-to a citare l’interrogatorio in pun-to di morte del musicologo Pier-paolo Stefanelli, il cui verbale,pubblicato dall’Unità nel settem-bre del 1993, fu giudicato da mol-ti un atto di «barbarie giuridica».E anche le «attenzioni particolari»che alcuni esponenti politici (iministri socialisti Formica e To-gnoli e il sindaco, anch’essa psi,Mazzucca, ma in aula è stato cita-to anche il Pds) e responsabili am-ministrativi (il soprintendente aibeni architettonici Roberto DiPaola) avrebbero dedicato alle ini-ziative di Pinto dopo l’incendio, eche neanche l’accusa considerapenalmente rilevanti, non sem-brano molto diverse dalle atten-zioni che politici e amministrato-ri hanno avuto per la pronta ri-presa dell’attività teatrale e per lapronta ricostruzione del Regio aTorino o della Fenice a Venezia.

«L’indegna commedia volge altermine» ha commentato Pinto.«A distanza di oltre sei lunghissi-mi anni mi auguro prevalga lagiustizia» Domani tocca alle particivili e venerdì potrebbe iniziare aparlare l’avvocato di Pinto.

Luigi Quaranta

La basilica di San Marco

Cura Di BellaUn algoritmoselezionai pazientiSarà un algoritmo, ovveroun complicato sistema dicalcolo, a scegliere i nomidei 2500 pazienti che sisottoporranno alla cura DiBella per lasperimentazione. Laselezione verrà effettuatamediante un appositoprogrammacomputerizzato che verràutilizzato nei terminalidella Regione. Un metodoche garantisce assolutaimparzialità nella scelta.Sono tantissimi i malati chesi sono fatti avanti per lasperimentazione: in solecinque regioni, si sono giàproposte 2500 persone,ovvero tante quanti son o iposti disponibili. Intanto aRoma, nell’ospedaleRegina Elena, sono statepredisposte due lineetelefoniche che sarannoattivate da domani adisposizione dei pazientiche vogliono prenotarsi.Ma tantissime telefonate,hanno detto dalladirezione sanitaria delRegina Elena, stannocomunque arrivando daalmeno venti giorni, manessuna di esse è statafinora registrata. Anche inAbruzzo c’è una pioggia dirichieste. Sono finora più di350 quelle arrivate finora alcentro oncologicodell’università di Chieti. Alnumero verde attivo 24 oresu 24 le telefonate arrivanoda tutta l’Italia e vannoaumentando di giorno ingiorno. Nel Sud i centralinisono incandescenti, comequello dell’ospedale SanCarlo di Potenza, dovenegli ultimi tre giorni sonoarrivate più di centorichieste. Nell’ospedaleMaurizio Ascoli di Palermo,infine, i pazienti non silimitano a telefonare. Chiabita nei centri vicinipreferisce andare aprenotarsi di persona. Finoa sabato le richieste erano150 ma ieri sonosicuramente aumentate se«solo stamattina - hannodetto dall’ospedale - c’erauna lunga fila di pazienti,arrivati per lasciare i dati».

Ieri era l’ultimo giorno utile per pagare senza le multe. Lunghe file agli sportelli

Caos per la scadenza dei bolli autoPresi d’assalto uffici postali e agenzie AciNella confusione, rapinata una sede dell’Automobile club di Roma, il bottino è di 20 milioni di lire. Ora ilministro Visco pensa a come cambiare il sistema di riscossione già a partire dal prossimo anno.

Squillanteha lasciatola clinicaHa lasciato la clinica doveera ricoverato da oltre unmese ed ha fatto ritorno acasa Renato Squillante, l’expresidente dei gip di Romasottoposto alla misura degliarresti domiciliarinell’ambito dell’inchiestamilanese sulla vicenda Imi-Sir. L’ex magistrato, dopoaver ottenuto dal gipAlessandro Rossato ilpermesso di uscire dallacasa di cura, ha raggiunto lapropria abitazione con untaxi. Squillante soffre datempo di disturbirespiratori e alla schiena. Ilgip gli ha concesso diessere assistito da unmedico e da unfisioterapista. Squillante èaccusato di corruzione inatti giudiziari in relazionealle presunte irregolaritàlegate alla vertenza Imi-Rovelli.L’ordinanza di custodiacautelare presso il domiciliogli fu notificata il 9 gennaioscorso direttamente inclinica. In precedenzaSquillante era statoarrestato (marzo del 1996)nel quadro degliaccertamenti sullacorruzione nel palazzo digiustizia di Roma.

ROMA. Agenzie dell’Acipresed’as-salto, lunghe file di automobilistiagli uffici postali, proteste degliutenti, polemiche e anche una ra-pina in una sede dell’Automobileclub di Roma, fra i clienti terroriz-zati.L’ultimogiornoutileper ilpa-gamentodelbolloautoèstatomo-vimentato. Ieri è scaduto il termi-neper il rinnovodeibolli scaduti il31 dicembre, per quelli in scaden-za a fine gennaio, invece, c’è tem-po per pagare fino al 2 marzo. Poi,scatteranno le multe: importomaggiorato del 10 per cento conunritardodi meno di un mese,del20 per cento per chi aspetterà duemesi. Bollo raddoppiato per i ritar-diancorapiùgravi.

La rapina è stata l’episodio piùeclatante della giornata. I malvi-venti sono entrati in azione ierimattina, poco prima delle dieci. Èsuccesso nell’agenzia Aci di piazzaThouar, quartiere Trionfale, a Ro-ma. Due uomini col volto copertoearmatidiunapistolasonoentratinegli uffici affollati facendosi lar-gofraledecinedipersoneinfilaesisono fatti consegnare una parte

dell’incasso della mattinata: pocopiùdiunaventinadimilioni.Iduerapinatori sono scappati, riuscen-do a far perdere le proprie tracce,forse con l’aiuto di un compliceappostatoall’esternodell’agenzia.

Dalla rapina alleprotestedeicit-tadini. Ilpagamentodeibolli èsta-to complicato dalla concomitantescadenza del canone d’abbona-mento Rai e - fatto più grave- dallamancanzaincertiufficipostalieinalcune agenzie Aci dei bollettiniprestampati. Ecco il racconto diuna mattinata di disagio: «Sonostata per un’ora e un quarto in filaallepostediviaLanciani -diceFul-via Cimpanelli, romana, proprie-taria di una gioielleria a San Gio-vanni e moglie di un agente di po-lizia - e quando è arrivato il mioturno l’impiegatoallosportellohaannunciato che i bollettini eranoterminati.Mi sonoallora recataal-l’ufficio postale di piazza Bologna,misonorimessa in filaperun’altraora e unquarto,ma quandotocca-va ame, l’impiegata si è rifiutatadiprendere i soldi incontantiperchéin quella cassa si pagava solo col

Bancomat. Effettivamente c’eraun cartello appeso - continua la si-gnora Cimpanelli - ma era visibilesolo quando ormai si era davantiallo sportello. Esausta, mi sono ri-messa in fila per la terzavoltaeno-nostante davanti a me ci fosseroappena quattro o cinque persone,l’impiegata procedeva con unalentezza tale che per effettuare ilpagamento ho dovuto aspettarealtri tre quarti d’ora. La cosa più ir-ritanteè chedall’altraparte del ve-tro c’erano altri otto nove dipen-denti delle poste che passeggiava-no, fumavano, chiacchieravanofra loro. E quando abbiamo chie-stoperchénonaprivanoaltri spor-telli, ci hanno risposto che se nonci stava bene così,potevamo rivol-gerci al ministro per protestare. Èassurdo che si debba perdere cosìuna mattinata, io sono una com-merciante, se non lavoro nonmangio. Come tante altrepersonenella stessa mia situazione, nonpossopermettermidiperderetem-pocosì».

Meno difficoltà del previstohanno causato le nuove modalità

di calcolo dell’importo del bollo.Tutto sommato, nonostante loscetticismo di qualche giorno fa, icittadini hanno gradito la novità.Anche se i possessori delle vecchieauto diesel (quelle classificate co-me «non ecologiche») hanno pro-testato per la stangata del super-bollo. I diesel nuovi o comunquegiudicati non inquinanti paganocome l’auto a benzina. L’elencodelle vetture esentate dal super-bollo è stato pubblicato dalla rivi-sta «Quattroruote», che allestitoun sito Internet con la classifica-zione dei diesel (indirizzo http://ww.quattroruote.it).

Proteste per le lunghe file. Maanche polemiche sulla situazio-ne generale. Fra l’Aci e il dicaste-ro delle finanze è guerra fredda.Il ministro Visco nei giorni scor-si ha manifestato l’intenzione dicambiare forse già dal prossimoanno il sistema di riscossionedei bolli, estromettendo o co-munque limitando il ruolo del-l’Aci. Un progetto ovviamentenon gradito dall’Automobileclub.

La prognosi resta riservata ma aumentano le speranze

La mamma va dal piccolo MaurizioI medici: ci vorrà tempo perché sia salvo

Dal 16 aprile per ricordare il ragazzino pakistano Iqbal Masih

Una «Carta» contro lo sfruttamentodei baby schiavi in Italia e nel mondo

ROMA. È la mattina di lunedì,quando la mamma di Mauriziotorna al Bambin Gesù a trovarlo, avedere come sta. «Sono ancoramoltodebole- spiega-peròvolevovenire lostesso.Nonsoseèlaforzadella disperazione o quella dellasperanza,chemisostiene».Dinot-te, il piccolo a cui giovedì scorsoerastato trapiantato il cuorediGa-briele ha avuto una crisi cardiaca,poi superata. Ci vorranno giorni,perché si possa sapere se ce la faràad uscire dalla crisi renale. È il piùpiccolo trapiantato d’Europa. Imedici hanno spiegato che nonhanno modo di fare paragoni connessun altro caso. E questo rendedifficilissima qualsiasi diagnosi.Di certo, che Maurizio viva a quat-tro giorni dal trapianto, è conside-rato di per sé un fatto comunquepositivo.

Il sesto bollettino medico, dira-matoalleundici,parladicondizio-ni stazionarie «con normale soste-gno farmacologico delle funzionicardiocircolatorie». Prosegue la

dialisi peritoneale, dice la secondariga. Poi altre due sole frasi: «Lafunzione degli altri organi appara-ti è integra. La prognosi rimane ri-servata». Un filo di speranza, soloquello.

La notte, però, è stata difficile.L’insufficienza renale non si è an-cora attenuata. Passa la mattinata,si continuano a fare terapie. Mau-rizio sembra dare segni di miglio-ramento.L’attesadura finoatardopomeriggio, tra genitori che rac-contano le loro storie difficili, conbambini in cura nell’ospedale an-che gravissimi. I casi sono tanti. Eci sono coppie che per rimaneresempre vicine al figlio, passano lenottate in macchina. Su Maurizioil silenzio prosegue fino alle sei emezza del pomeriggio, quandoesce il settimo bollettino. Parla dicondizioni stabili dal punto di vi-sta cardiocircolatorio. Viene man-tenuta la dialisi peritoneale. Il giu-dizio è «moderatamente positivo,ma ancora insufficiente per poterstabilizzare in maniera soddisfa-

cente il quadro clinico». Infine sispiega: «La funzionalità degli altriorgani e apparati è integra. Il bim-bo non ha avuto finora né episodidi rigetto, né complicanze effetti-ve. Si ritiene che il superamentodei problemi attuali possa avveni-re nell’arco di diversi giorni. Laprognosi rimane riservata». Sem-brano chiedere una tregua, imedi-cidelBambinGesù.PerMaurizioei suoi, per il loro lavorocosìdelica-to.

A sera, da casa, il padre del bim-borispondealtelefono.«Loabbia-mo vistodietrounvetro.Mipiace-rebbe dire che è forte, certo, però,non poterci giocare e non poterlotoccareè proprio dura. Vorremmoabbracciarlo». Non hanno potutoneppure sfiorarlo. Pasquale passaai termini clinici: «Le condizionisono sempre stazionarie e la di-sfunzioneal cuoreaccusataquestanotte è stata superata in mattina-ta». Conclude: «Mia moglie stameglio». E i genitori di Gabriele?«Cisentiremopresto».

ROMA. Bimbi cinesi al lavoro in unlaboratorio di Genova, ragazze paga-te 10mila lire al giorno per lavorareottoore inunsottoscaladiBari,bam-bini che avrebbero dovuto essere suibanchidiunascuolaelementareein-vece erano a tagliar cuoio in un labo-ratorio di Napoli. Lavoro minorile:«Una questione delicata e consisten-temente trascurata». Da ora non do-vrebbeesserepiùcosì.

Cinque ministeri, sindacati, orga-nizzazioni imprenditoriali, Unicefsonosedutida ieriauntavolocoordi-nato da Livia Turco, ministra per gliAffari Sociali. Il viaggiodiProdi in In-dia nei primi giorni dell’anno, l’ap-pello del segretario della Cgil SergioCofferati hannofattodaacceleratoreper affrontare la questione del lavorodei piccoli in versione italiana. «LeiniziativenelnostroPaesecisono-haspiegatoLiviaTurco-manonsonoinrete. E così capita che da una parte sistanzino fondi per contrastare la po-vertà delle famiglie, dall’altra se nestanzino per evitare l’evasione scola-stica, dall’altra ancora si finanzino

progetti di cooperazione internazio-nale finalizzati a contrastare l’esi-stenza di piccoli schiavi. Questo ta-volodovràarrivareaunificare il lavo-ro che già si fa e produrre nuove ini-ziative».

Le prime già individuate sono unmonitoraggio della situazione italia-na: il ministero del Lavoro avvieràun’indagine con l’Istat e l’Oil (Orga-nizzazione Internazionale del Lavo-ro);eunsortadi«Carta»chefisseràgliinterventicontro losfruttamentodeibambini che sarà presentata il 16aprile. «La data - ha detto Cofferatidurante la presentazione del tavolodi coordinamento - è stata scelta perricordare Iqbal Masih, il ragazzinopakistano ucciso dopo che da picco-lo-schiavosieratrasformatoinpicco-lo sindacalista dei giovanissimi tessi-toriditappeti».

Sarà un lavoro lungo e non facileperché l’argomento «lavoro minori-le» viene vissuto come un non pro-blema. Non esiste una chiara cono-scenzadelfenomenoinItalia,eppureadimostrarecheesistebastanoititoli

dei giornali che raccontano episodiche hanno come teatro il Nord e ilSuddelPaese:«Purtroppo-haspiega-to la sottosegretaria alla pubblicaistruzione, Soliani - il fenomeno del-l’abbandono scolastico legato alla ri-cerca del lavoro si verifica anche incondizioni di opulenza». E allora?«Alloracominciamocolfarrispettarele leggi - chiede Cofferati - e poi si re-prima e si sanzioni in maniera duraogni singolocasodisfruttamentodeibambini. Non importa se siano300mila o anche uno soltanto, l’im-pegno e l’indignazione devono esse-re gli stessi per una delle forme piòodiosedinegazionedeidiritti». Ilpri-mo appuntamento, dunque, è per il16aprile.L’Italiametteràsultavololecarte da presentare a Ginevra a giu-gno dove si discuterà del lavoro mi-norile anche con chi in questi mesista attraversando il mondo con quel-la «Global march» che vuole ricorda-re che i bimbi schiavi esistono. E an-cheneipaesiricchi,Italiacompresa.

Fe.Al.

Page 14: il mondo - Archivio Unità

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LA POLITICA Martedì 3 febbraio 1998l’Unità7Critiche a valanga per l’uscita sulla proporzionale. Prodi: «Un disastro». Veltroni: «Mina contro le riforme»

Berlusconi sotto tiroFini: «Il Cavaliere dice sciocchezze»

ROMA. Proporzionale? Indietro nonsi torna, è ilbipolarismoche«hadatostabilità» al governo dell’Italia: repli-ca il presidente del Consiglio, Roma-noProdi,aidesideriespressidaBerlu-sconi a Parigi. «Mine sul camminodelle riforme» - commenta ilvicepre-mier, Walter Veltroni. E nel centro-destra, intanto, èormai scontroaper-to, dopo il no secco con il quale Finireplica al Cavaliere. Non ci sta nep-pure il Ppi, ma segnali possibilistivengono da Rifondazione comuni-staedalle forzecentristedelPolo.E laLega, con Maroni, a Berlusconi dice:«Proposta interessante, basta che lamantieni almeno per quarantottoore».Èbastataunabrevedichiarazio-nedel leaderdiForzaItalia,nellaqua-le avanzava la possibilità di rivedere,con ampi ritocchi proporzionali,l’accordosulla leggeelettorale,per ri-mettere inmotoigiochisulleriformee creare uno stato di fibrillazione neidue poli, allargando sempre più inparticolare la divaricazione all’inter-no di quello di centrodestra. Quellafrasetta di Berlusconi, giunta da Ol-tralpe il giorno dopo la cosiddetta”svolta” di Fini sulla giustizia, è statapertuttalagiornatadi ierialcentrodidichiarazioni e commenti in cui laposta ingiocovabenaldi làdeldesti-no dell’intesa sulla legge elettoralescaturitadallaBicamerale,mariguar-da le sorti del bipolarismo. Forza Ita-

lia è spaccata al suo interno, ma gliuomini che contano dipiù nelmovi-mento non hanno dubbi: il Capo haragione, se le riforme saltano «saràcolpadiD’Alema».

È in questo scenario gravido di ri-schi per il lavoro prodotto dalla Bica-merale, che ieri RomanoProdi,daRi-ga, in Lettonia, ha lanciato un moni-to: «Un ritorno al sistema proporzio-nale sarebbe un ritorno alla instabili-tà del passato». Prodi ricorda che l’at-tuale esecutivo è nato, per la primavolta, «da un’elezione con una coali-zione precisa che ha indicato un pre-mier, ha fatto un elenco delle forzedecise a sostenerlo, e questo ha datoovviamente stabilità alla situazionepolitica».Unanovitàche-tieneasot-tolineare il presidente del Consiglio -non è solo «un vantaggio» per il suogoverno,ma«perl’interopaese».Oraun «rafforzamento del bipolarismo edell’alternanza tra le due coalizioni»non potranno che essere «fattore diulteriore stabilità». Ai giornalisti chein Lettonia gli chiedono cosa pensadella cosiddetta “fase due”, quelladello sviluppo dopo il risanamentoindicata da D’Alema, il premier, la-sciando l’incontro con la stampa, ri-sponde con una battuta scherzosa:«Lo vediamo domani. La “fase due”adesso è di mettermi il cappotto per-ché fa freddo...». Replica dello stessotenore a Berlusconi da parte del vice-

premier, Veltroni: «La proporziona-le?Cinquantaseigoverniincinquan-t’anni. Il maggioritario è la più gran-de acquisizione del sistema italianoche si deve fondare sul bipolarismo el’alternanza decisa dal voto dei citta-dini». Allora, la strada delle riforme èdisseminata di mine? «Le mine qual-cunolemette. -replicaaicronistiVel-troni - Ho l’impressione che ci siaqualcuno che ha improvvisamentedeciso nel corso delleultimesettima-ne di seppellire di mine il camminodelle riforme istituzionali. Ma così siassume una grande responsabilità».Berlusconi, secondoVeltroni, rischiaanche«di renderenelPolo lecosepiùdifficili».

La secca replica di Gianfranco FinialCavaliereneèdimostrazione.Lari-sposta del leader di An è gelida: «Noinon crediamo che in Italia ci sia adoggi necessità di riaprire il discorsosullaleggeelettorale.Gli italianihan-nogiàsceltoconunplebiscitoilmag-gioritario che garantisce, quando èben organizzato, una stabilità di cuil’Italia ha bisogno, creando politicadi governo». Il patto sulle riforme,quindi, non è in discussione e nonmanca una stoccata a Berlusconi:«C’èsemprechisi limitaaguardare lecose giorno per giorno. Credo chequestionicomequeste,ancheperchéil percorso delle riforme è lungo, va-danovisteconunavisualepiùampia

diquelledellaquotidianità».Quantoal discorso sulla legittimazione di Anche il leader di Forza Italia aveva pe-santemente ritirato in ballo, Fini faspallucceebuttà là:«Sciocchezze.So-no sempre più convinto che sono glielettori che legittimano con il voto,volta per volta, le forze politiche».Ma, intanto, lo statomaggiorediFor-za Italia va avanti sulla linea del suoleader.DissentonoTaradasheCalde-risi.Quest’ultimoricordacheFitrovala sua ragione d’essere proprio nelmaggioritario. La lista Pannella, dalcanto suo, ricorda gli impegni presidaFinel ‘94.MadaLaLoggiaePisanuaUrbanieRebuffaèuncoro:cosìleri-forme con le facciamo e se si andrà alfallimento «sarà colpa di D’Alema».Urbani definisce «una provocazio-ne» quella di Berlusconi per vedere«seilpattocostituenteesisteancora».ERebuffa: «Vogliopropriovedereco-me faranno a realizzare le riformesenza i moderati ed i liberali». Fibril-lazione, intanto, c’è nello schiera-mentoopposto, con Bertinotti chealCavaliere dice: parliamone. Ma Mat-tarella del Ppi avverte che non si puòtornare all’epoca in cui le coalizionidi governo «venivano fatte dopo leelezioni».AncheperDeMitalastrada«è quella del maggioritario». Ma«corretto».

Paola Sacchi

L’intervista

Cossutta: nessun assecon Forza Italiase si rispetta l’accordosulla legge elettorale Armando Cossutta P. Lepri/Ap

ROMA. Presidente Cossutta dicalaverità: si senteadisagioperl’of-ferta di alleanza che le ha fattoBerlusconi per ripristinare la pro-porzionale?

«Stando ai resoconti Berlusconidice che io alla Camera ho fatto undiscorso ragionevole. E credo dav-vero che la posizionedi Rifondazio-ne in tema di riforma elettorale siaragionevole. Se poi lei mi chiede seesista un asse Cossutta-Berlusco-ni...»

Sevuoleglielochiedo.«Sui giornali ho letto addirittura

che ci sarebbe stato qualche incon-tro segreto fra me e Berlusconi. IoBerlusconi l’ho incontrato, esatta-mente come ho incontrato D’Ale-ma,Fini,Marinie tuttiglialtricolle-ghichehannolavoratoallaBicame-rale.Tuttoallalucedelsole».

Ma secondo lei perché Berlu-sconis’èconvertitoora,esoloora,alproporzionalismo?

«Non escludo affatto che abbiaqualche motivo contingente, lega-toairapporticonisuoialleati.Dettoquesto, però, forse anche Forza Ita-liahacompresochequandoritornain campo un’ipotesi di maggiorita-rio uninominale con doppio turnonei collegi, ci sono rischi reali pertutti».

Qualirischieperchi?«Mi dispiace doverlo dire proprio

all’Unità.Peròèundatodi fattocheil maggioritario, coi collegi unino-minali e col doppio turno, di fattocrea una situazione per cui la forzadimaggioranza relativa,anche se loè per pochi punti, finisce per avereunpesospropositatonellavitapoli-tica. E mi pare che sia più o menoquesto quel che si prefigge il Pds.Col rischio, per tutti gli altri, o di es-sere esclusi o di dover rinunciare al-lapropriaautonomiaeidentità».

Lei crede che Berlusconi vogliaripristinare il proporzionale perpreservare l’«l’identità» di ForzaItalia?

«Nonloso,chiedeteloalui».Cossutta,perparlarchiari:pen-

sa davvero che ci sia una chanceditornarealvecchiosistema?

«Capiamoci bene: Rifondazionenon ha partecipato alla cena a casaLetta.L’ordinedelgiornochehaac-compagnato la conclusione dellaBicamerale lo conosco bene, però.Vistochepersonalmenteholavora-toascriverlo,assiemeaicapigruppodellamaggioranza».

Lo giudica ancora un buon ri-sultato?

«Sì, un buon compromesso. C’èun25%diquotaproporzionale,cheassicuralarappresentanzaditutteleposizioniec’èunpremiodimaggio-ranzachegarantiscelastabilità».

Ed allora, perché il proporzio-nale ha riconquistato i titoli deigiornali?

«Se occorre, lo confermo: per noiquell’ordine del giorno èancora va-lido. Ma visto che da più parti, a co-minciare da D’Alema, s’è detto chequel compromesso andava rivisto,allora è giusto che ognuno ripartadalle sue posizioni. E la nostra la co-noscete: noi siamo convinti chenon c’è mai stato un proliferare dipartiti e partitini come col maggio-

ritario. Si fanno le alleanze solo infunzione del voto, poi ognuno si ri-prendelapropriaautonomia.Guar-diamo all’Ulivo: c’è il Pds, poi i Co-munisti unitari, i Cristiano sociali, iverdi, i laburisti,ecc.Iocredoinveceche il sistema migliore debba asso-migliare a quello attualmente in vi-gore per le Regione: si elegge l’80%dei seggi col proporzionale, magaricon uno sbarramento del 5%, e siprevede anche un premio di mag-gioranza.PercuisiavrebberoinPar-lamentononpiùdi7,8partiti.Que-staè la nostra posizione. Ma insisto:da riproporre solo nel caso il lavorofattofinorafosseazzerato».

Scusi,dellaBicameralesalvaso-loquell’ordinedelgiorno?

«Io penso che le regole fonda-mentali si riscrivano solo con unconsenso vastissimo. Questo signi-ficachevamessonelcontolaneces-sità di compromessi. Però, franca-mente, quelli usciti dalla Bicamera-le mi sembrano di basso profilo. Perdue capitoli, soprattutto: il presi-denzialismo, dove di fatto ha vintoFini, e la giustizia, dove, almeno fi-no ad una settimana fa, avevavintoBerlusconi».

Ce la si farà a chiudere la Bica-meraleentrounanno?

«Frapochimesiscattafinalmenteil “semestre bianco”. Durante ilqualenon si puòpiùvotare.Edallo-ra, finiranno le minacce di chi dice:”O si fa così o elezioni”. A quel pun-to spero che si torni a discutere. Ilnostroobiettivoèfarepresto,mafa-re soprattutto bene. Quindi, per ri-spondere,nonsosecelasifaràentrol’anno.L’importanteèscriverebuo-nenuoveregole,nonqualunquere-gola purché si faccia presto. E se mipermette vorrei aggiungere un ulti-macosa...».

Naturalmente.«Bene, fidatevi di un vecchio co-

munista. Che ha a cuore un rappor-to positivo fra le forze democrati-che, quelleche sostengono ilgover-no.Alla finedelprocessononsipuòindire un referendum con una soladomanda.Sarebbeunplebiscito, la-cerante per la sinistra. Facciamoquattro referendum sui grandi te-mi: presidenzialismo, regionali-smo, giustizia e bicameralismo.Ognuno potrebbe dare unarispostadiversa ai singoli quesiti. Così sisdrammatizzerebbeilconfronto».

Stefano Bocconetti

Nell’inchiesta del pm Papalia le conversazioni del Senatùr con alcuni leghisti locali

Camicie verdi, dagli atti spuntanoanche intercettazioni dei parlamentariE l’ex ministro Tremonti difende la rivolta fiscale di Bossi

LiberazioneOggi scioperocontro Prc

Oggi «Liberazione» nonsarà in edicola per unosciopero proclamato ieri daigiornalisti contro ladecisione della societàeditrice Mrc, diRifondazione Comunista, diaprire un tavolo alla Fieg perla trattativa diristrutturazione cheprevede anche una possibileriduzione di personale. «Untempo Prc diceva di nonaver nulla a che fare con laFederazione degli editori -ha spiegato Fulvio Fania delCdr - oggi decidono di faresaltare l’accordo che potevaessere possibile e di usare lemaniere forti, facendosirappresentare dalla Fieg-Confidustria per licenziare».La federazione nazionaledella stampa el’associazione stamparomana «eprimonoperplessità e rammarico perla situazione creatasi aLiberazione che hacostretto giornalisti epoligrafici della testata ascendere in sciopero.

VERONA. Tra le intercettazioni tele-foniche disposte dalla Procura di Ve-rona nelle sue indagini partite dalle«camicie verdi» - sfociate nei giorniscorsinella richiestadi rinvioagiudi-zio perBossi ealtri40esponentidellaLega - figurano anche alcuneconver-sazioniconparlamentari, eperil loroutilizzo è stata già inviata richiesta alParlamento. Lo si apprende dalla ri-chiestadirinvioagiudiziodepositatadallaprocurapressol’ufficiodelgip,econsegnata ieri ai legali degli indaga-ti. La richiesta, insiemea circa un mi-gliaio di pagine relative agli altri ele-menti di prova raccolti dagli inqui-renti, sonostateprelevate in tribuna-le da un avvocato veronese, domici-liatorio di altri legali che compongo-no il «pool» che difenderà i leghisti, eportate direttamente a Milano da unincaricato della Lega, perché ne po-tesseroprendere per primivisioneglistessi indagati, fracui figuranoancheMaroni,Formentini,Gnutti,Speronie Pagliarini. In mancanza e in attesadell’autorizzazione da parte del Par-lamento dunque - sottolineano ima-gistrati della procura - il deposito e ilconseguente utilizzo delle conversa-

zioni intercettate è limitato ai nonparlamentari.

Traleconversazioni intercettatevene sonoalcune tra lo stesso Bossi e le-ghisti locali, come il responsabile ve-ronesedellecamicieverdiEnzoFlegoe il segretario veneziano della LegaAlbertoMazzonetto.Inparticolareinuna coversazione con Bossi, avvenu-ta prima della visita di Scalfaro a Ve-rona del settembre scorso, Flego ave-va risposto ad una specifica richiestasull’eventualità di un intervento diforzadellapoliziarilevandofral’altroche «bisogna contarci in ultima, per-ché non puoi mettere trecento cami-cieverdia far battagliacontro seicen-topoliziotti». Insiemeadalcunicom-portamenti tenutidaesponentidellecamicie verdi nelle manifestazionipubbliche - con «auto dotate di lam-peggiatori e palette e palesementi ar-mati» -alla«notevoledisponibilitàdiarmi anche se detenute legittima-mente», e al materiale documentaleacquisito, anche le intercettazioniconcorrerebbero a dimostrare - se-condo la procura veronese - che le at-tività al centro delle indagini confi-gurano i reati di attentato all’integri-

tà dello Stato e alla Costituzione, diassociazione antinazionaleeassocia-zionemilitare.

Ieri intanto An, Forza Italia, LegaNord, rispettivamente rappresentateda Ignazio La Russa, GiulioTremontieRobertoMaronihannomandatoinscena la prima prova tecnica, pubbli-ca, di conversazione politica ravvici-nata. Teatro della suggestiva rappre-sentazione, riecheggiante il mitico1994 dei trionfi elettorali, un conve-gno serale al circolo della stampa diMilano. Risultato politico-pratico:black out totale della comunicazio-ne. Peplesso in particolare Maroni:«Non vedo né le condizioni né la ne-cessità di accordi politici o elettoralicol Polo. Convergenzeoccasionali inParlamento non significano nulla».Dal canto suo Tremonti ha teso unamano a Bossi in materia di disobbe-dienza fiscale: «Ho l’impressione - haripetuto - che ci sia in giro una granvoglia di criminalizzare tutto... Sistanno diffondendo sindromidasta-to di polizia, mentre credo che Bossifaccia dei ragionamenti politici e ab-bia posto il problema delle ragionidelprelievofiscale».

Insulti a RomaRutellidenuncia Bossi

Dopo le ultime esternazionidi Bossi, che ha ricoperto diinsulti i romani, il Sindaco diRoma, Rutelli, ha deciso didenunciare il leaderleghista. La decisione verràesaminata oggi dalla giuntacapitolina. «È Bossi in primapersona - dice Rutelli - chedeve risponderne, comequalunque cittadino checalpesti le regole della civileconvivenza. Oltretutto,Bossi, condannato in primogrado ed in appello per unavicenda di tangenti, nondeve permettersi dioffendere una comunitàamministrata da genteonesta».

In primo piano Dalla protesta comune contro il decreto Biondi allo scontro Borrelli-Folena

Pds e Pool tra incomprensioni e riavvicinamentiLe polemiche più forti hanno riguardato la riforma della custodia cautelare e quella dell’articolo 513 del Codice di procedura penale.

ROMA. Qualcuno ha titolato enfa-ticamente: «Divorzio tra il pool eil Pds». È davvero così? Una cosa ècerta, mai le posizioni di Borrellisono state tanto lontane da quelledel Pds e le parole spese da Folenain una intervista che segue l’inter-vento del capo della procura mi-lanese al congresso dell’Anm so-no aspre. Eppure queste divarica-zioni non sono una novità e si so-no intrecciate con altrettanti mo-menti di riavvicinamento. Manon è un pendolo casuale questotra accordo e polemica, al contra-rio. I punti di frizione hanno sem-pre riguardato deimomenti precisi:quelli in cui l’inter-vento del pool met-teva in discussione lalegittimità stessa delpotere legislativo diintervenire nella ma-terie di giustizia. Imomenti di maggio-re vicinanza si sonoinvece registratiquando in ballo c’erala possibilità per imagistrati del pool diportare avanti le loro

inchieste, quando insomma era lapolitica a ingerirsi non nella legi-slazione ma nell’attività giudizia-ria.

Qualche esempio? Comincia-mo dal caso Previti. Sulla richiestad’arresto da parte del pool primae del gip poi il Pds ha tenuto unatteggiamento chiaro e apprezza-to anche dai vertici di Palazzo digiustizia a Milano: da una partel’indicazione della libertà di co-scienza nel voto e dall’altro unaadesione largamente maggiorita-ria al sì all’arresto. Non era il ten-tativo di tenere i piedi in due staf-

fe, perché la Quercia aveva valu-tato il voto come un voto su unapersona, all’interno del qualeogni posizione purché dettata davalutazioni «di coscienza» (ovve-ro basata su personali convinci-menti nati dalla conoscenza deitesti processuali) era legittima ac-compagnata da una valutazionemaggioritaria tra gli esponenti delPds che giudicavano fondate le ri-chieste del Gip milanese. E non èun caso che questa stessa vicendaPreviti avesse aperto una crepapolemica in settembre, quandoassieme alle carte il pool di Mila-

no aveva fatto arriva-re a Roma il giudiziodi Borrelli con unafrase durissima:«Adesso vedremo sehanno il coraggio didire di no». Fu unauscita giudicata sba-gliata e inopportuna,perché metteva in di-scussione proprio lalegittimità del Parla-mento di assumereuna posizione, qual-siasi essa fosse, che lalegge gli destina.

Allo stesso modo all’inizio del-l’estate c’era stata la polemica,che aveva coinvolto più comples-sivamente le procure della Repub-blica, sul 513, l‘ articolo del codi-ce di procedura sulle testimonian-ze dei pentiti. Il parlamento avevavarato questa modifica a largamaggioranza, compreso il votodel Pds, giudicandola una normaulteriore di garanzia per gli impu-tati. Dai pm (in Sicilia come a Mi-lano) si obiettava dicendo che il513 avrebbe messo a rischio moltiprocedimenti già in atto. Le accu-se da parte dei magistrati inqui-renti erano state di fuoco e aveva-no portato ad alcune modificheimportanti (con l’introduzionedelle teleconferenze), ma alla fineil potere legislativo aveva resisti-to: quella norma di garanzia an-dava difesa e non poteva essereabbandonata.

Qualcosa di analogo era avve-nuto nel 1995 con la nuova leggesulla custodia cautelare: una leggedestinata a portare fuori dal carce-re alcune migliaia di detenuti inattesa di giudizio, di questi sol-tanto qualche decina erano impu-tati per reati di Tangentopoli e

pochi altri erano legati ai processidi mafia. In quell’occasione il po-tenziale «politico» dei giudici fudispiegato in tutta la sua potenza:quattrocento pm firmarono undocumento contrario alla legge,andarono in tv a sostenere le lororagioni. Poteva essere un bracciodi ferro devastante per il governoDini. Il Pds, che pure era attraver-sato da posizioni differenziate alsuo interno, alla fine tenne fermol’accordo sulla legge. I mafiosi pe-ricolosi uscirono e rientraronoimmediatamente, migliaia di de-tenuti andarono ad attendere i lo-ro processi in condi-zioni di libertà, lecarceri superaffollateebbero un (momen-taneo) momento di«normalità». E so-prattutto non ci funessun colpo di spu-gna.

Se le norme sullacustodia cautelare se-gnarono un contra-sto duro tra pm e Pdsil rapporto fu subitorecuperato in occa-sione del voto alla

camera sul ministro della Giusti-zia Mancuso. Quella «sfiducia» adpersonam che allontanò dal mini-stero di largo Arenula quell’om-broso magistrato (subito passatonelle fila del Polo) che aveva pro-mosso una serie quasi infinita diispezioni contro il pool di Mila-no, da lui accusato in aula di averoperato in violazione della legge.Era chiaro, in quel frangente chel’iniziativa del ministero era desti-nata a bloccare le indagini e que-sto motivò il voto della maggio-ranza (centrosinistra più Lega, inquel Parlamento) contro Forza

Italia e An. E, allo stesso modo ilPds era stato tra i partiti che ave-vano bloccato il «decreto salva-la-dri», quello promosso dal mini-stro Biondi con Berlusconi a Pa-lazzo Chigi, che avrebbe di fattochiuso sul nascere tutta la vicen-da di Mani Pulite. Lì la rivolta deimagistrati (in testa Di Pietro eBorrelli che annunciarono le lorodimissioni in caso di varo del de-creto) si incontrò con il no deipartiti d’opposizione e la ribellio-ne dell’opinione pubblica. Ora ilpendolo è al versante opposto, lapolemica è certamente dura e in-

veste il tema della le-gittimità di interveni-re sul tema giustiziada parte del parla-mento in sede costi-tuente. Ma, accantoalle battute tra pool ePds, resta aperto ildialogo con la magi-stratura che appareoggi come un corpomeno coeso e che par-la molti linguaggi.

Roberto Roscani

Borrelli:«Nientecompromessia costodi perdere»

Folena:«ProcuratoremanicheocomeBerlusconi»

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GLI SPETTACOLIMartedì 3 febbraio 1998 8 l’Unità2

L’attore morto ieri a Roma. Aveva 62 anni

Addio Duilio Del Preteartista dalle tante faccePartì cantando e giròanche con Bogdanovich

LA NOVITÀ Il notiziario in onda su Raiuno condotto da Tiziana Ferrario

Da Ronaldo alla pena di morteÈ il tg dei ragazzi (e non solo)Un linguaggio semplice e non bamboleggiante, un’informazione essenziale e precisa. Una buonaprima prova. Ma trionfano i servizi di repertorio e c’è troppa preoccupazione pedagogica.

BRUXELLES. Il Festivalinternazionale del film diBruxelles ha chiuso sabatoscorso la venticinquesimaedizione premiando«Twentyfourseven» diShane Meadows el’interprete di «My Son theFanatic» di Udayan Prasad.Un quarto di secolo spesosenza troppi clamori,svolgendo un intensolavoro. Il Festival è riuscito acostruire una vetrina per laproduzione belga e a farcircolare alcune fra le operepiù interessanti prodotte inEuropa. Questo senzacontrapporsi al grandecinema americano, tantoche gli organizzatori sonoriusciti a costruire un solidorapporto con il pubblicoanche grazie a ospiti famosicome Morgan Freeman,Dennis Hopper ed OliverStone. Il programmaconteneva, fra le altre, leanteprime di «Amistad» diSpielberg e di «L’uomo dellapioggia» di Coppola.Occasioni di richiamo posteaccanto a decine di filmpoco noti. C’erano ancheun’interessanteretrospettiva del cinemairlandese, una rassegna diquello belga e una sezionecompetitiva, in cui eranopresenti «Ovosodo» di Virzìe «Le mani forti» di Bernini.Fra i film provenienti dacinematografie menoconosciute è emerso «GipsyMagic», dell’esordienteregista macedone StolePopov. Il film ruota attornoa una famiglia zigana chevive nella miseria più nera eil cui capo sogna diarricchirsi con un cavallo dacorsa. Lo sfondo è quellodella ex Iugoslavia, dilaniatada sanguinosi conflittietnici, controllata da truppeOnu i cui membri cedonospesso al sopruso. Unquadro che deve molto alcinema d’Emir Kusturica e,non a caso, ha perprotagonista quel MikiManojlovic che è una sortadi alter ego del registabosniaco.

Umberto Rossi

Al Festivaldi Bruxellesanche Virzìe Bernini

È morto ieri a Roma l’attore DulioDel Prete, ricoverato da qualchetempoal policlinico Gemelliperunmale che loavevacolpitoalcunian-ni fa. Aveva 62 anni. L’ultima voltache lo si è visto in scena con la suaaria sorniona di ex bel ragazzo or-mai maturo (era nato a Cuneo il 25giugno del 1936), era stato in Nataieri, regia di Patroni Griffi debut-to teatrale di una ragazzona nonstupida, che certo non era la Du-se ma un concentrato di curvecome Valeria Marini. Anche inquello spettacolo improbabile enel ruolo del gangster che im-provvisamente si scopre accantouna ragazza vera e non una creti-na come ha sempre creduto, met-teva la sua classe consumata diattore che si era «fatto» da solo eche, forse per questo, non avevamai avuto la spoc-chia di negarsi airuoli brillanti. Sorri-so aperto, sguardoaccattivante, Del Pre-te aveva però alle suespalle un’esperienzanon indifferente an-che in ruoli seri daYerma di Garcia Lor-ca a Il cavaliere del pe-stello ardente di Beau-mont e Fletcher, ac-canto a un’attrice disicuro talento dram-matico comeEdmonda Aldini conla quale aveva fattoanche coppia fissa nella vita. Esempre con l’Aldini aveva recita-to nell’Orlando furioso itinerante efiabesco che aveva fatto nascerela fama di un giovane regista, Lu-ca Ronconi che lo aveva volutoanche nel Riccardo III con Vitto-rio Gassman.

Non era mai stato un vero pro-tagonista, Duilio Del Prete, maspesso in ruoli che in gergo si di-cevano da «tinca», non appari-scenti ma necessari all’equilibriodi uno spettacolo e alla sua riusci-ta, aveva portato tutta la sua pro-fessionalità non sottraendosi,magari, a operazione non facilicommercialmente come l’inter-pretazione di una commedia diTom Stoppard, La cosa vera, por-tata in giro in tutta Italia accantoa Ilaria Occhini, Sergio Fantoni eSilvia Monelli. Forse per questoanche Strehler lo aveva scelto

con Andrea Jonasson, PamelaVilloresi e Sergio Fantoni perMinna von Barnhelm di Lessing.

Ma non si accontentava di reci-tare Duilio Del Prete. I suoi inte-ressi erano davvero poliedricitanto che aveva iniziato da can-tante anche se l’ambito che si erascelto, e che lo aveva portato avincere un premio della criticaitaliana con un suo disco, nonera quello commerciale. La can-zone, in verità, l’aveva sempreavuta nel sangue fin dai tempi incui, dopo avere iniziato i suoi stu-di di legge a Padova, aveva fre-quentato la Sorbona. A Parigi, in-fatti, aveva spiato lo stile dei can-tautori di lingua francese comeLeo Ferrè, Jacques Brel e GeorgeBrassens di cui era diventato an-che amico. Era questa l’esperien-

za che aveva portatonel gruppo Cantacro-nache dove accanto aCalvino, Jona, Libero-vici, Fortini e MicheleStraniero era pratica-mente stato fra gliiniziatori di un gene-re destinato, in queglianni Cinquanta, agettare un sasso nellostagno tranquillo del-la nostra canzone.

Attore, dunque, enon solo a una di-mensione. Tanto che,nel ‘76, eccolo prota-gonista dello sceneg-

giato televisivo Soldato di tutte leguerre, e qualche anno dopo«spalla» di classe accanto a unagrande signora della canzone co-me Ornella Vanoni in Amori miei.Forse è stata proprio questa polie-dricità a spalancargli la porta delcinema. E se molti lo ricordanonel ruolo del Necchi in Amici mieidi Monicelli accanto a delle vec-chie volpi come Ugo Tognazzi,Gastone Moschin, Philippe Noi-ret e Adolfo Celi, forse il grandepubblico non sa che senza strepi-to e senza vanterie, aveva parteci-pato a molti altri film da DaisyMiller di Peter Bogdanovich a Al-fredo Alfredo di Pietro Gemi fino aMystére dei fratelli Vanzina. Dui-lio Del Prete o della serietà, dellaprofessionalità, della simpatia: ilsuo modo di essere attore.

Maria Grazia Gregori

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Tiziana Ferrario nello studio Rai da dove ieri, nel primo pomeriggio, è andata in onda la prima puntata del «Tg dei ragazzi» sulla prima rete

Un nuovo tg è sempre una buonanotizia. Figurarsi se finalmente de-butta, dopo lunga attesa, un notizia-rio rivolto ai ragazzini, da sempreconsiderati vittime sacrificali dellatv! In realtà ibambini sonospettatorinumerosi della tv «adulta» anche inorari notturni, come risulta da varieinchieste e come, soprattutto, do-vrebbe risultare ai loro genitori. Daoggi comunque hanno il loro tg, edi-zione speciale del Tg1, condotto alle17 da Tiziana Ferrario dentro il pro-grammaquotidianoSolletico.

La prima impressione di questanuova testata giornalistica è di tut-to rispetto. Un linguaggio sempli-ce e preciso, non ammiccante obamboleggiante. La conduttrice(per la prima volta nella storia delmondo televisivo!) non indossavauna giacchetta firmata, ma unasemplice maglietta rosa. L’ambien-tazione scenografica ci è sembratavagamente fantascientifica, ma li-neare, più alla maniera tradiziona-le di Star Trek che non con effettispeciali alla Guerre Stellari. La scel-ta delle notizie non è evasiva, vistoche come secondo servizio è stato

affrontato il terribile tema dellapena di morte. La storia di KarlaTucker è stata raccontata con pre-cisione e partecipazione, ma contono pacato, per non suscitare an-sie troppo dolorose. Una informa-zione essenziale è stata data anchesui paesi che applicano la pena dimorte e sul perché l’Italia abbia datempo cancellato dai suoi codiciquesto orrore.

Per risollevare lo spirito dei ra-gazzini, subito dopo è andato inonda (su richiesta del giovanissi-mo popolo dei fax) un servizio suRonaldo, «il calciatore più famosodel mondo: 21 anni, del segno del-la Vergine, 41 di scarpe». Questo iltono, con tanto di appendice sen-timentale sulla fidanzata Susannae l’annuncio che «proprio oggi gliha telefonato dal Brasile e ora è involo per Milano». I bimbi neraz-zurri sono così rassicurati sulle fu-ture prestazioni del campione.

In chiusura è andato in onda unservizio sulla Accademia del circodi Cesenatico, dove tanti atleticiragazzini studiano da acrobati, do-matori o clown. Intervistati, han-

no spiegato che cosa si aspettanodalla loro vita di «artisti». Alcuniavevano i capelli ritti in testa, unpo‘ per il gel e un po‘ per via dellaginnastica a testa in giù.

In conclusione, dopo gli augurie i complimenti non di rito, pos-siamo dire che il Tg dei ragazzi ègradevole e forse utile anche pergli adulti. Una critica che possia-mo fare è quella di aver privilegia-to, almeno in questo debutto, iservizi di repertorio rispetto allenotizie di giornata. Un’altra quelladi avere una preoccupazione unpo‘ troppo pedagogica, insommadi far prevalere l’intenzione sullainformazione. Forse si può avereancora un po‘ più di fiducia neibambini, nella loro capacità di ca-pire qualcosa anche di quella poli-tica di cui, comunque, fanno indi-gestione quando guardano (perchéli guardano!) gli altri telegiorna-li.Vedremo il seguito. Per dovere dicronaca ricordiamo però che un tgdei ragazzi fatto dai ragazzi dellescuole medie, già qualche anno faveniva mandato in onda da unapiccola antenna lombarda: la cat-

tolica Telenova, collegata ai Paoli-ni. Analoghe iniziative esistono indiversi paesi europei e anche danoi l’idea (che oggi è targata Tg1 etelefono Azzurro) circolava datempo. Il progetto è stato caldeg-giato a lungo dalla redazione diSolletico, il contenitore per ragazziche da ieri ospita il nuovo notizia-rio e va in onda dagli Studi dellaFiera di Milano, condotto da Elisa-betta Ferracini e Mauro Serio. Poi,come spesso succede in Rai, tutto èstato avocato a Roma e alla reda-zione del maggiore tg nazionale(almeno quando non lo supera ilTg5). Ma va bene così, forse è statala scelta migliore e poi l’importan-te è cominciare. E andare incontroalle attese dei bambini,magaricontraddicendo la profezia negati-va di Emilio Fede, che ha dichiara-to in anticipo: «È solo un modo diaccaparrare pubblico e non un attod’amore nei confronti dei ragazzi.Questa della Rai è una buona in-tenzione che annegherà nei cattivirisultati».

Maria Novella Oppo

TEATRO Al Piccolo di Milano

Pericle di Shakespearea spasso nel tempoCon il lavoro diretto da Warlikovski inizia la rasse-gna dedicata ai giovani registi europei.

MILANO. Un progetto dedicato aigiovani registi europei ai quali sonoofferti imezzidiunteatropubblico.Èquesta l’idea che sta alla base del pro-gettoquest’annomessoincampodalPiccolo Teatro come conclusione diun lavoro che ha visto registi e attoridelle nuove generazioni e di linguediverse confrontarsi nell’ambito deidiversi festival dei Teatri d’Europa.Ribalta prescelta, il Teatro Studio,luogo deputato della sperimentazio-ne.MancheràperòRobertaTorrechehadatoforfeit,sostituitadaunlavoronon nuovo come il benemerito Naiadi Angelo Longoni, anche se sareb-be stato più «pedagogico», a que-sto punto, dare spazio a qualcunodei tanti giovani registi italiani chein questi ultimi tempi si sono af-facciati al teatro con qualcosa dadire.

È toccato dunque al regista po-lacco Krzystof Warlikovski aprirela rassegna con uno Shakespearequasi sconosciuto e difficile comePericle principe di Tiro, che ha rea-lizzato non secondo canoni classi-ci, ma privilegiando alcuni mo-menti fondamentali di un testoche mette in campo temi attualis-simi come l’incesto, la ricerca di sestessi visualizzata dal grande temadel viaggio, l’incontro con popolie paesi diversi alla luce di un‘ espe-rienza che cerca se stessa all’inter-no di una favola d’amore e di mor-te, di smarrimenti e di riconosci-menti.

Un viaggio che per Warlikovski

si snoda anche attraverso epochecontrapposte: dalla classicità fiabe-sca al nostro oggi; il che significaanche un ricorso a stili e a linguag-gi diversi. Si svaria dunque dall’o-riente alla contemporaneità quasisenza tempo dei personaggi comi-ci, fino ad arrivare allo sfacelo me-tropolitano, fra personaggi e foggedi costumi ed epoche che si me-scolano in una babelica confusio-ne, in un alternarsi di lampi acce-canti e di buio fitto.

Uno spettacolo che ha molteambizioni che non riescono però adare sempre vita a una narrazionefluida malgrado un indubbio nito-re visivo. Con una buona intuizio-ne: fare interpretare a uno stessoattore, il bravo Renato De Carmine(fa piacere vedere un interprete delsuo calibro mettersi a disposizionedi un esperimento rischioso, senzarete), il ruolo del narratore e quellodi Pericle vecchio (che è interpre-tato nell’età giovane da Alkis Zanise in età matura da Antonio Fattori-ni) e dal mescolamento di un lin-guaggio decisamente fisico, visivo,ai quali gli altri interpreti - da Mar-gherita di Rauso a Rossana Pianoda Edoardo Ribatto a Andrea Gatti-noni - si adeguano con slancio eche si confronta, e spesso si scon-tra, con la forza della parola. Sul-l’onda di una partitura sonora suo-nata in scena dal clarinetto di Pa-wel Mykietyn.

M.G.G.

Partenza da Milano Roma Bologna e Verona ogni venerdì dal 7 gennaio al 14aprile.Trasporto con volo di lineaDurata del viaggio 3 giorni (2 notti)Quote di partecipazione: da lire 625.000Suppl. partenza da Bologna: lire 80.000Suppl. dal 1°al 14 aprile (esclusa Pasqua) lire 245.000Tasse aeroportuali lire 44.000Riduzione per bambini sino ai 12anni del 25%La quota comprende:Volo di line a/r in classe turistica a tariffa speciale, la sistemazione in cameredoppie presso l’Hotel Regina (4 stelle), con la prima colazione, il biglietto diingresso al Kunsthistoriches Museum, la “Vienna card” che dà diritto all’utilizzogratuito dei mezzi pubblici, alla riduzione del costo dei biglietti di ingresso ai musei,a sconti nei negozi e nei ristoranti convenzionati.

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03SPO02A0302 ZALLCALL 11 00:56:56 02/03/98

LO SPORT Martedì 3 febbraio 1998l’Unità211Tennis, Kordain testa alla listadei più ricchi ‘98Altro che vinciteda sogno alTotogol o Superenalotto.A PetrKorda, trionfatoredegliAustralian Open,per guadagnarecifre con nove zeri basta unmese.A gennaio il cecoha messo dapartequasi un miliardo di liregrazie ai successi di Melbourneedi Doha. Al20posto il cilenoMarcelo Rios, sconfitto in finaleinAustralia. Tra i top tenmancaSampras, in difficoltà nell’avviodi stagione. Questa la lista dei

tennisti più ricchi del ‘98con lacifra espressa in lire.1)PetrKorda (RepubblicaCeca,979.876.800);2) Marcelo Rios(Cile, 447.638.400); 3)KarolKucera (Slovacchia,264.020.400); 4) Jonas Bjorkman(Svezia, 263.071.800);5) FabriceSantoro (Francia,230.418.000);6) Nicolas Escude (Francia,199.400.400); 7) ToddWoodbridge (Australia,183.267.000); 8) Jacco Elthing(Olanda, 177.186.600);9) TimHenman(Inghilterra,135.288.000); 10) MarkWoodforde (Australia,126.246.600).

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Tennis, Pozzirisale 20 postiGaudenzi al n.60Nella classificaAtp ufficializzataieri, cheha visto il salto diKordafino al20postodietro Sampras,va registrato il buon balzo inavanti di Pozzi passato dalla 102a

posizione all’81a. Il miglioreitaliano è ancora Gaudenzi 600.Sanguinetti è 890, Furlan è scesodalla centesima alla 114a

poizione. Al 1290 posto Martelli,al 1470 Nargiso. Tra le donne leprime italiane sono la Farina(40) e la Grande (46).

L’Inghilterradifende i trofeidi Bobby MooreL’Inghilterra si è unita in coroper tenere nelpaese i trofeivintida Bobby Moore, unadelleleggendedel calcio inglese,cimeli che lavedova intendemettere all’asta. «Le coppe, lemedaglie ed ipremi cheMoorehaconquistato -ha detto ilministro per lo sportTonyBanksallaBbc - fanno parte delbagaglioculturale della nazioneed andrebbero acquistati con ifondi della lotteria».

Gray/Reuters

DALL’INVIATO

MUGELLO. L’elicottero, unAugusta 109, bianco, senzasponsor, atterra dove nonpotrebbe, dietro ai box,nell’area del paddock. Mavisto che sopra c’è Luca diMontezemolo, ilpresidente della Ferrari,allora la cosa è possibile. DaFirenze, terminata unariunione di lavoro, è volatoal Mugello a riprenderedue dei «gioielli» del suoteam: Jean Todt e RossBrawn. E, quasi certamentealcuni «pezzi» della F300mascherati da involucri diplastica. Sì, perché ieri,dopo 42 giri senzaproblemi, la F300 diSchumacher è rientrata neibox ed ha chiuso così laterza giornata. Mentre daBarcellona McLaren (72giri), Williams (76), Jordan(51 giri) e Benettoncontinuano a sfrecciare e amandare messaggipositivi. Si è avverata così la«profezia» del capo dellagestione sportiva e un altrodi quei cento problemiindicati da Todt venerdìscorso a Campiglio èvenuto a galla. Questavolta si tratta di una«crepettina» tra il cambio eil pilone che «ha suggerito»di bloccare la vettura,riprendere i test stamattinaalle 9, dopo che Ross Brawnin nottata ha effettuato la«piccola» modifica nellazona incriminata dellavettura. Dalla Ferrariassicurano che i grandiproblemi, scarichi,software del cambio, sonorisolti. È normale ora chevengano fuori i piccoli guai,come quello di ieri. Ma,crepa a parte, Schumacherè soddisfatto: «Stiamolavorando sull’affidabilità.Ora il cambio, trannequesto crac va bene. Lamacchina è ben bilanciataed è sicuramente meglio diquella dell’anno scorso.Dobbiamo riuscire entrogiovedì ad effettuare illong run (la simulazione diGp, ndr)... poi si vedrà». Èstata dunque una mezzagiornata di prove. Il decollodell’elicottero alle ore 16con l’équipe al completo èstata la conferma di altreventiquattro ore infuocate.E Jean Todt prima di volarevia dal Mugello ha spiegatocome si sta evolvendo lasituazione: «Si prova arisolvere i problemi... non èdetto che ci si riesca.Qualcuno di questi è statotamponato come quellodel surriscaldamento. Gliscarichi sono stati deviati,la cosa non influisce sulmotore, un po’ invecesull’aerodinamica». Sicontinua a parlare digomme, di prestazioni.Cosa molto difficile perchénon ci sono parametri diriferimento. Non siconoscono le reazioni, adesempio, alle altetemperature come quelleche si troveranno nel primoGp, in Australia. Fino agiovedì la Ferrari proverà alMugello.

Maurizio Colantoni

Prove FerrariC’è una crepanella F300, maoggi si riparte

Gamba ancora gonfia, domani l’operazione. La visita di Agnelli, il telegramma di Veltroni

L’attesa di FerraraIntervento rinviato

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TORINO. La geografia del dolore diCiro Ferrara viaggia sull’asse Lecce-Torino. Le sue speranze, ammutoli-te al 20‘del primotempo sulcamposalentino, ricominciano a pulsaredalla stanza 601, quarto pianodellaclinica Pinna Pintor, nel cuore delquartiere torinese della Crocetta,dove il difensore della Juventus edella Nazionale è ricoverato da do-menica sera. Domani verrà operatodall’équipedalchirurgoortopedicoPaolo Rossi (affiancato dal consu-lente medico della società, profes-sor Pizzetti). Si tratta dello speciali-sta che di recente ha ricomposto lafrattura ad un arto di cui è rimastovittima l’Avvocato. Nel caso di CiroFerrara, l’intervento chirurgico mi-ra a ricomporre con mezzi di sintesi(chiodi endomidollari) la fratturacomposta alla tibia eal peronedellagamba sinistra. Un grave infortu-nio. Maè ilprimodi seriaentitànel-lacarrieradelgiocatorechecompirà31 anni il prossimo mercoledì, l’11del mese. Ora, sono in molti a do-mandarselo, qual è il futuro di CiroFerrara im chiave mondiale. Si ve-drà, dicono in coro i medici, quasi avoler frenarequalunqueaccennodiottimismoirrazionaleperunaripre-sa che sulla carta presenta insidie ecertamente complicazioni di ognisorta.

Una conferma in questa direzio-nearrivadalmedicosocialedellaJu-ventus, Riccardo Agricola prudentequanto restìo a coltivare facili illu-sionisullaviadellaFrancia.Tracon-valescenza e rieducazione dell’arto,ha spiegato il medico, «Ferrara neavrà dai quattro ai sei mesi». In ter-mini crudi, stagione e mondialicompromessi.Ma,piùchelachirur-giaelamedicinaavoltepossonovo-lontà e voglia di ritrovare se stessi ele proprie ambizioni. E nel caso diFerrara non è un eccesso credere inunqualcosachesichiamaomiraco-lo o rapidissima guarigione dellafratturabiossea.Del resto, tra i com-menti a caldo, non manca chi haipotizzato a livello teorico e tecnicola piena funzionalità dell’arto tra-scorsi tre mesi dall’operazione. Lanota tempra di Ciro, in proposito,sembra l’asso nella manica per cre-

dere inrisultatopositivoabreveter-mine, se non proprio un alleato de-terminante per una soluzione intempioggiimpensabili.Etuttoque-sto, nella storia personale di Ferraraè una sorta di «dejà vu». Il richiamovaadunpassatolontano,alperiododell’infanzia. Anni in cui la sua for-za interiore gli permisero di affron-tare e superare ostacoli e impedi-mentiproprioagliarti inferiori,gra-zie anche alla caparbietà del padre,tecnicoortopedico,giuntoierimat-tinadaNapoliperassisterloinsiemealla moglie. Forse a questa prover-biale carica nervosa hanno pensatogli amici di sempre, quelli dell’epo-ca aurea del Napoli: Maradona,Coppola, Bigon e tanti altri suoi excompagni di squadra che lo hannocercato e salutato telefonicamente.Sulla stessa falsariga, gli auguri delvicepresidente del Consiglio e nototifoso bianconero Walter Veltronicheinuntelegrammasièdettosicu-ro che Ferrara «trovera la forza e ladeterminazione per arrivare all’ap-puntamento dei mondiali». Pur-troppo nel segno di Ferrara c’è unche di predestinato alla malasortealla vigilia delle occasioni storiche.Nel maggio del ‘96, in prossimitàdegliEuropeidi Inghilterra, ilgioca-tore subì un brusco stop, strappan-dosi a Cremona. Epilogo amaro diuna stagione straordinaria, favolo-sa, culminata nella conquista dellaChampions League. Un incidenteche, guardato in retrospettiva, glievitò il trauma del declino inattesodella nazionale sacchiana. Magrasoddisfazioneperunatletaabituatoa disputarsi con il coltello tra identie fino all’ultimo secondo qualun-que chance. Intanto, trascorsa unanotte insonne, appena mitigata daalcune infiltrazioni di analgesici,Ferrara ha ricevuto ieri mattina unabreve visita del senatore GianniAgnelli. Una liturgia calcistica, inoltre mezzo secolo di identificazio-neconlasquadra,allaquale l’Avvo-cato non ha mai voluto rinunciare.Aicronisti il giocatorehachiestounmomentodipausaedirimandareleintervistealdopointervento.

Michele Ruggiero

Gigi Riva fa gli auguri«Spero che imiti Baresi»

«Magari Ciro fa come Baresi a Usa ‘94 e gioca solo la finale. Tempoce n’è, deve stare tranquillo e pensare solo a recuperare». Èl’augurio che Gigi Riva fa al difensore azzurro Ferrara che, dopo ilgrave infortunio di domenica, ha compromesso la sua stagione e lapartecipazione ai mondiali. Riva, attuale accompagnatore dellanazionale, ha avuto una carriera costellata da gravi incidenti (nel’67 si ruppe il perone sinistro in Italia-Portogallo e nel ‘70 quellodestro in Austria-Italia). «È una grave perdita per la squadra azzurra- commenta Riva - Ferrara era il punto di riferimento per noi e pertutta la squadra. Era quello che con noi valutava i problemi interni,esaminava i rapporti tra giocatori e federazione. Con il capitanoPaolo Maldini era il punto di riferimento anche per i giovani».

Ferrara viene fatto scendere dall’aereo proveniente da Lecce. Ansa

Mondiali, i giocatori potrebbero risparmiarsi per evitare danni. Ko anche il brasiliano Juninho

E nasce la psicosi-infortuniL’asso brasiliano Juninho, centro-

campista dell’Atletico di Madrid, si èinfortunato domenica in campo e ie-ri mattina è stato sottoposto a inter-vento chirurugico per la riduzione diuna frattura del perone e dei lega-mentidellacavigliasinistra.Orasi te-mechenonpossapartecipareaipros-simimondiali,datocheimedicihan-no fatto una prognosi di 3-5 mesi perla completa riabilitazione dell’arto.In ogni caso Juninho è fuori dal cam-pionato spangolo per questa stagio-ne:l’incongnitaèsepotràgiocareafi-negiugnoper«Francia‘98».

Intanto, i gravi infortuni di Ferrarae Juninho rischiano di condizionarela seconda parte della stagione. Unpo’ per istinto (la psicosi infortunio),un po’ percalcolo,moltideiprotago-nisti del calcio internazionale po-trebberogiocareconsempremaggio-re circospezione il girone di ritorno.Sommando gli impegni di campio-nato a quelli delle Coppe il rischio disaturazione è reale: se i problemi di

condizione sono arginabili, se quelliriguardanti malanni muscolari lievisonomessinelconto, sonolefratturequelle che preoccupano i giocatori,perché i tempi di recupero partonoda tre mesi per il perone e da sei mesiper tibia e perone. Il periodoarischioèquindigiàcominciato.

La vetrina dei mondiali è l’appun-tamento principale del quadriennio,quindi almeno i veterani, quelli chehanno la convocazione assicurata,utilizzeranno la loro esperienza perdare il loro contributo nelle squadredi club, ma con unacertacautela. Glialtri, quelli in bilico, dovranno inve-cerischiarepermettersiinmostra.

I brasiliani da tempo impegnati inuntourde force,dovrannofaremira-coli per nondeluderechipaga loro lostipendio. Ma il discorso rimane sot-totraccia: i giocatori negano infattil’esistenzadiunapsicosiinfortunio.

Il primo ad ammettere che la sta-gione sarebbe stata condizionata dalMondiale era stato Zidane, in un’in-

tervista di qualche mese fa. Ma poi lojuventino aveva precipitosamentefattomarcia indietro.Unodeivetera-ni azzurri, Pierluigi Casiraghi, negafortemente che l’infortunio di Ferra-rapossacondizionareigiocatoriinte-ressati ai mondiali: «Mi dispiace perlui ma credo che nessun giocatore inlizza per andare ai mondiale debbafarsi influenzare da simili eventi. Nelcalcio gli infortuni possono arrivaresempre, anche in allenamento. Uncalciatoredevepensareagiocareeba-sta, quando temi un infortunio è ilmomentochetifaimaledavvero».

Ancheper l’allenatoredella Juven-tus,MarcelloLippi, ilgrave incidenteche ha messo fuori causa il difensorebianconero Ciro Ferrara non avrà ri-percussionisuglialtricandidatiper lamaglia azzurra ai mondiali. L’allena-tore, dopo essersi detto dispiaciutoper il suo giocatore che dovrà rinun-ciare a Francia 98, aggiunge: «Tutti iprofessionisti della serie A sono or-maiabituati alcalcioatleticoeveloce

che si pratica oggi e sanno bene qualisiano i rischi connessi. Non credoproprio,quindi,che,dopoquellocheè successo a Ferrara, per paura tirinoindietro la gamba. Tra l’altro, il timo-reaumenterebbeirischi».

«In Italia anche le partite amiche-voli vengono giocate con il 100 per100 dell’impegno. Non credo quindiche i Mondiali di Francia possanocondizionare il rendimento di qual-cuno». È quanto afferma Alvaro Re-coba, l’uomo del momento in casaInter,chenonpensachechigiocherài mondiali (lui non lo farà, l’Uruguaynon si è qualificato) possa essernecondizionato e iniziare a tirare indie-tro la gamba. «Ho l’esempio dei mieicompagni -continuaRecoba-Ronal-do, Djorkaeff e Zamorano in Franciasaranno delle stelle ma non si tiranomai indietro. Come loro si è compor-tato Ferrara, anche lui un grande delcalcio. Possono giocare più o menobene,manonlihomaivistirinuncia-readunpallone».

Moggi: «Non rientra nelle nostre strategie di mercato». Salas alla Lazio: è quasi fatta

La Juve rinuncia a BierhoffTariffe di abbonamento

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Direttore responsabile Mino FuccilloIscriz. al n. 22 del 22/01/94 registro stampa del tribunale di Roma

Annuale Semestrale5 numeri L. 380.000 L. 200.000Domenica L. 83.000 L. 42.000

È sempre, eternamente, mercato.Appena chiuso quello che riguardala stagione ancora in corso, già sipensa a quella che verrà, alla prossi-ma stagione, nonostante i giochidel campionato e delle Coppe, no-strane ed internazionali, siano an-coraaperti.

Inquestoballettosenzafrontiere,laLazioèunodeiclubpiùattivi.Giàbloccato il doriano Mihajlovic, Ser-gio Cragnotti, «patron» della Lazio,ha concluso l’acquisto dell’attac-cante cileno Silas per 33 miliardi dilire. Non c’è stato l’annuncio uffi-ciale, perchè come ha dichiarato lostesso Cragnotti, prima di lasciareBuenos Aires e fare rientro in Italia,per la cessione dell’attaccante cile-no c’è ancora «qualcosa da discute-re».

In un’intervista all’emittente ra-dio Rivadavia, Cragnotti ha am-messocheletrattativesonoavanza-tissime e che comunque è necessa-rio ancora un round di discussioni.«Per questo - ha spiegato - lascio quiGovernato che continuerà gli in-

contriedefiniràilcontrattoconidi-rigenti del River». Grande la felicitàdiMarceloSalas,cheparladiun«so-gno realizzato»: quello di giocare inEuropa, e di un «salvataggio» eco-nomico per il club diappartenenza.Salas per sette anni riceverà tre mi-liardi e mezzo l’anno. «Mi costeràandarmene-hainfinedetto-perchéinArgentinastocomeacasamia,adun’ora e mezza di distanza dal Cile,daimieiaffettiedallamiafamiglia».

L’acquisto di Salas spingerà sen-z’altro laLazioaprivarsidiunadellesue attuali punte. Il candidato piùaccreditato a partire sembra PierLuigiCasiraghi,chepotrebbeessereun doppione delneobiancoceleste.Destinazione probabile: Parma. Ilclub emiliano, che da molto temposièmessosulletraccedelbomberla-ziale, potrebbe aver già raggiuntounaccordodimassimaconlaLazio.Per prima il ritiro dall’asta per Salas,per il quale era in corsa con grossechances.

Ma Salas e Casiraghi non sono gliunicidueoggettideldesideriocalci-

stico. Altro attaccante fortementeinseguito dai grossi club è il tedescodell’Udinese Bierhoff. Fini a qual-che giorno fa era una sfida a due fraMilan e Juve. Ma ieri, per bocca delsuo direttore generale LucianoMoggi, il clubbianconerosi sarebberitirato dalla corsa. «Per le strategiedella Juventus, un’operazione co-me quella dell’ingaggio del tedescodell’Udinese Bierhoff non si puòpiù fare e, dunque, ci tiriamo fuori»ha sostenuto il direttore della Ju-ventus, chespiega anche che l’ac-quisto di Davids esclude quello diNjegus. Ritornando a Bierhoff,Moggi ha aggiunto che «non siamomai stati in trattativa, perché quan-do si compra un giocatore bisognastare attenti al suo costo e al suo sti-pendio. Quando un giocatore hauna certa età, nel caso specifico(Bierhoff,ndr)30anni,bisognafareun conto di ammortamento. Sicco-me un contratto non puòessere piùlungo di tre anni, massimo quattro,verrebbe fuori un ammortamentoannuodi10miliardiepassa.Questa

cosa, considerando le nostre strate-gie, non si può più fare». Moggi hapoi concluso «che preso Davids, sichiude automaticamente la vicen-da Njegusperché la Juventusnonfasovrappopolamenti e sovrapposi-zionediruoli».

Altro club che già si sta muoven-doperrafforzarelasquadradelpros-simo anno è la Roma. L’andamentonon proprio esaltante dell’attualecampionato,haspinto ilpresidenteSensi a fare passi concreti per tem-po. Nel mirino un centrocampistache possa dare alla squadra maggio-re forza e maggiore concretezza.L’obiettivo è il nazionale ingleseMcManaman del Liverpool. Il clubinglese chiede 33 miliardi, la Romaneoffre27.Mac’èunoscogliodasu-perare: la concorrenza del Real Ma-drid,chehaun’opzionesulgiocato-refinoal16febbraio.

Infine, una notizia di casa nostra.Dopo le dimissioni del tecnico delLecce Prandelli, il club sembraorientato ad affidare la squadra alviceallenatorePereni.

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03UNI02A0302 ZALLCALL 11 23:03:42 02/02/98

MARTEDÌ 3 FEBBRAIO 1998

EDITORIALE

Cinema e giornaliIl pettegolezzo

ucciderà il critico?

MICHELE ANSELMI

SportIL TIFOSO MORTOTreviso vuolededicarglila «curva sud»A Treviso il giorno dopola morte del tifosoucciso da un infartofuori dallo stadio. Lasocietà sta pensandodi dedicargli la curvasud dello stadio.

MICHELE SARTORI

A PAGINA 10

LalineadiAalto

LalineadiAalto

I L NEOLOGISMO peg-giorativo non è felicissi-mo, ma rende bene l’i-dea. Secondo Gillo Pon-

tecorvo, regista famosononché ex direttore dellaMostra di Venezia e ora pre-sidente dell’Ente Cinema, lastampa manifesterebbe un«approccio pettegolista aitemi della cultura e, in parti-colare, a quelli dell’audiovi-sivo». Per «pettegolista» siintende un giornalismo liti-gioso, survoltato, inaffidabi-le, poco attento alla sostan-za e molto al retrogusto«rosa»: tutto per compiace-re al ribasso i gusti, supposti«deteriori», dei lettori e de-gli spettatori. C’è un datodiffuso dall’Agis nei giorniscorsi che non invita all’otti-mismo: tra il 1993 e il1997, sui maggiori quoti-diani italiani, lo spazio inpercentuale destinato all’in-formazione cinematografi-ca sarebbe sceso dal 15 al 9per cento; in compenso, lavoce «altro» (sostanzial-mente tutto ciò che attieneal privato più o meno scan-dalistico dei personaggi)avrebbe registrato una no-tevole incremento, passan-do dal 3,22 al 12 per cento.Ma basta tutto ciò per met-tere sotto processo la stam-pa che si occupa di cinemae cultura?

Sull’argomento si tieneoggi a Cinecittà, a partiredalle 10 di stamattina conripresa pomeridiana, unconvegno promosso pro-prio dall’Ente Cinema. Duele relazioni, l’una di tagliopiù generale di Furio Co-lombo, l’altra più «mirata»di Tullio Kezich, nella spe-ranza che l’argomento ac-cenda una riflessione piùvasta sul giornalismo dispettacolo che si fa oggi inItalia. «Sono convinto che ildanno derivante da questainformazione superficiale,gonfiata e spesso inventatasia enorme, perché predi-spone lo spettatore a una ri-cezione distratta, poco oniente attenta ai valori este-tici di un film», attacca Pon-tecorvo, memore del picco-lo infortunio nel quale eglistesso cadde a Veneziaquando invitò Bambola nel-la sezione «Notte» non va-lutando che il «carnevale»attorno a Valeria Marini»avrebbe fagocitato l’atten-zione spasmodica dei mass-media. Il film di Bigas Lunaera una fesseria, epperò per

tre giorni tutti parlarono so-lo di anguille birichine e an-simi di piacere.

Di segno opposto e piùgrave, almeno secondo ilparere di Kezich che ne hascritto a più riprese, sareb-be invece la vivace campa-gna stampa - con tanto diarticoli a puntate, vignettesatiriche e reportage televi-sivi a Trevignano, luogo delmisfatto - contro la desi-gnazione all’Oscar del filmdi Pupi Avati Il testimone del-lo sposo. Tanto da fargli par-lare di una sorta di «canni-balismo» da parte dell’am-biente giornalistico e intel-lettuale nei confronti «delnostro cinema e di ciò che èitaliano in generale». Maga-ri il critico del Corriere dellaSera esagera un po’, macerto il problema esiste,non fosse altro per la scarsasimpatia che il cinema no-strano - con qualche ecce-zione: i comici più Bertoluc-ci, Moretti, Martone e po-chi altri - riscuote presso ilgrande pubblico. Non sitratta ovviamente di auspi-care un mondo senza stron-cature, all’insegna di un’e-statica e rassicurante cine-autarchia; ma c’è qualcosadi isterico nella consuetudi-ne, sempre più diffusa, dimontare canizze e polemi-che artificiose, spesso aduso e consumo degli addet-ti ai lavori.

S ARÀ interessanteascoltare il parere diFurio Colombo, unoche di giornali stranie-

ri, specie americani, si in-tende. Vero è che apparesempre più difficile miscela-re, in un equilibrio accetta-bile di elementi, i versantidel cosiddetto colore e del-la recensione, la notizia sfi-ziosa e l’approfondimentocritico. Per una ragionesemplice semplice, che nonattiene solo, come spesso facomodo dire nelle tavolerotonde, alla deformazionedei redattori capo o dei di-rettori: in un’informazioneurlata e sostanzialmente au-toreferente, «vince» - alme-no nell’opinione corrente -chi urla di più e prima. Sia-mo noi cronisti di spettaco-lo a gasarci per primi difronte alla polemicuccia gu-stosa, allo screzio plateale,alla notizia bizzarra, al re-troscena bollente.

SEGUE A PAGINA 9

STADI E VIOLENZAImpianti conmetaldetectore telecamere«Chefare?Applicareildecalogo-Veltroniepoistadicontelecamereemetaldetector»,diceMaurizioMarinellidirettoredelCentrostudidipolizia.

STEFANO BOLDRINI

A PAGINA 10

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CIRO FERRARAGamba gonfiarinviatal’operazioneLa gamba ancora gonfia.L’intervento per ridurrela frattura rinviatoa mercoledi. Sempre piùun sogno i Mondiali. IeriFerrara ha ricevuto lavisita di Gianni Agnelli.

MICHELE RUGGIERO

A PAGINA 11

FERRARI 330Prove okay,ma la scoccadà problemiLe prove al Mugellocontinuano e Schumidice che sono «okay», mai problemi non mancanoper la Ferrari 330: c’è darisolvere il problema diuna «crepa» nella scocca.

MAURIZIO COLANTONI

A PAGINA 11

Cento anni fa nasceva il grande architettofinlandese che ha sempre posto l’uomo

e la natura al centro del progettoZevi: «Una lezione vincente anche per il futuro»

RENATO PALLAVICINI A PAGINA 3

Cento anni fa nasceva il grande architettofinlandese che ha sempre posto l’uomo

e la natura al centro del progettoZevi: «Una lezione vincente anche per il futuro»

RENATO PALLAVICINI A PAGINA 3

Un servizio sul clima, uno su Ronaldo, uno sulla Tucker e niente politica

Parte bene il telegiornale dei ragazziUn linguaggio semplice ma non bamboleggiante. L’attacco di Fede: «Non è certo un atto d’amore»

Viviamo una ventata di irrazionalismo diffuso?Paolo Rossi e Elémire Zolla sull’eterno dilemma cuore-mente

La ragione si fa in due

ANZOLAEMILIA (BO)TEL. 051/ 733559 - 733377

Ha debuttato ieri alle 17 (den-tro il contenitore «Solletico») ilTg1dei ragazzi,primonotiziarionazionale dedicato agli spetta-tori più piccini. Conduce Tizia-na Ferrario (in maglietta!) conlinguaggio semplice ma nonbamboleggiante.Unostudiova-gamente fantascientifico, maelegante e sobrio. Tra i servizi ilpiù impegnativo è stato quellodedicato alla pena di morte e al-la sorte della condannata texa-na Karla Tucker; tema affronta-to con serietà, ma anche con lapreoccupazione di non provo-care negli spettatori una reazio-ne di ansia incontrollabile. Ro-naldo a furor di fax: dal segnozodiacale al numero di scarpe,dai gol alla fidanzata Susannache ritorna finalmente da lui.Inoltre informazioni sul clima ela minaccia chiamata «Niño» ein chiusura un servizio sullascuola speciale per acrobatici ra-

gazzini che scelgono di lavorarenel circo. La prima impressioneè senz’altro positiva, anche se ifilmati e le informazioni precot-te hanno prevalso nettamentesulle notizie fresche. Bandita lapolitica nazionale, di cui del re-sto i bambini già fanno indige-stione quando guardano gli altrinotiziari. Ma, proprio per que-sto, forse non sarebbe male dareloro strumenti utili per capiremeglio anche quelli. Intantoviene sollecitata la partecipazio-nedeigiovanissimi telespettato-ri con suggerimenti e richiestevia fax. Oggi il responso dell’Au-ditel per la realizzazione di que-sto progetto a lungo caldeggiatodadiversetestate.

L’attacco di Emilio Fede: «Èun altro modo per accaparrarepubblico e non un atto d’amoreneiconfrontidei ragazzi».

MARIA NOVELLA OPPOA PAGINA 8

Il «caso Di Bella», con la sua se-quela di polemiche, e la vicendadel piccolo Gabriele, col suo pe-noso carico di dolore, hanno di-viso l’Italia in due: i «seguaci»della scienza, oggettiva e misu-ratrice, e quelli del cuore, se vo-gliamo dell’emozione, caldo eirrazionale. Due fatti di cronacahanno portato allo scoperto, daun lato, la crescente insoffere-renza verso la scienza, così «al-tra» dalla vita di tutti i giorni. Edall’altro lato hanno sollevatoquestioni di ordine etico, spiri-tuale, che la scienza non può af-frontare. Non solo. Ci hannoanche mostrato che, nella vita,cuore e cervello, irrazionalità eragione, devono misurarsi l’unocon l’altro, convivere,dialogare.Possibilmentenonlitigare.

Razionalità non è sinonimodi verità. E irrazionalità non è si-nonimo di scelleratezza. Le co-se, la vita è un po‘ più complica-

ta. Per capire meglio, abbiamochiesto a due «esperti» di spie-garci vizi e virtù di questi dueaspetti del funzionamentoumano. «Per la scienza - ci hadetto il filosofo della scienzaPaolo Rossi - ci sono stati e ci sa-ranno momenti di impopolari-tà. La contrapposizione è fortequando la scienza entra a farparte della vita quotidiana. Mal’ostilità dipende anche dallasua caratteristica di sapere “fred-do”». «Non opponiamo razio-nale a irrazionale - ammonisce ilfilosofo e profondo conoscitoredelle culture orientali ElémireZolla -. Sarebbe una guerra almassacro. Per funzionare beneabbiamo bisogno di entrambi. Enon solo, anche diun“terzoele-mento” che può scaturire solodal confronto dialettico tra idue».

PULCINELLI e SCATENIA PAGINA 2

Page 18: il mondo - Archivio Unità

03CUL03A0302 ZALLCALL 12 21:39:43 02/02/98

LA CULTURAMartedì 3 febbraio 1998 4 l’Unità2

Nel «Diario del barone Monti» la storia ufficiosa del rapporto tra il papa Benedetto XV e l’Italia prefascista

Già nel 1914 la Chiesa e lo Statotentarono la via della «conciliazione»Nelle annotazioni del grande «commis» dello Stato liberale, amico d’infanzia del «papa pacifista» e suo interlocutore privi-legiato la possibile intesa. Una Chiesa senza potere temporale ma con una riconosciuta e sovrana identità internazionale.

Buddhismo

Non entranell’Unioneil SokaGakkai

Aprirà a Siena

Al museo«virtuale»dell’artemoderna

GliannidelpontificatodiGiacomoDella Chiesa,papacolnomediBene-detto XV dal 1914 al gennaio del1922,costituisconoilperiodoultimoper il quale è possibile la consultazio-nedegli archivivaticani (Archiviose-gretoeArchiviodellaCongregazioneper gli Affari ecclesiastici straordina-ri). La ricchezza della documentazio-ne in essi contenuta non finisce distupire. È il caso del monumentalediariodelbaroneCarloMonti,incari-cato d’affari del governo italianopresso la Santa Sede dal1914al1922,che è stato di recente pubblicato,commentato e introdotto da Anto-nioScottà, induevolumidioltremil-le pagine dalla Libreria editrice vati-cana.

Sia il cardinale Achille Silvestrininella presentazione, che lo storicoGiorgioRuminellaprefazione,sotto-lineano come il «diario» costituisceun documento di straordinaria auto-revolezza.Percomprenderenonsoloenontanto,ilsuperamentodellosto-ricodissidio Stato-Chiesa, con il rico-noscimento della identità interna-zionale della Santa Sede, punto sulquale Benedetto XV, privo di qualsi-voglia nostalgia del potere tempora-le,era intransigente.Quanto, invece,per conoscere, dall’interno e nel pro-fondo, i rovelli e i drammi, a livellopersonaleeistituzionale,diGiacomoDella Chiesa di fronte alla GrandeGuerra.

Il suo inizio improvviso e prete-stuoso, il suo svolgimento sanguino-so, la sua stessa conclusione affattopacificatrice, ma foriera di malumo-ri, tensioni e rivalse, non solo mettedefinitivamente in crisi l’idea positi-vistadiprogresso,masembraconfer-mare l’inefficacia e l’inattualità stori-ca dei principi cristiani, fino a mette-re in discussione la possibilità per laChiesa cattolica di svolgere un ruolopacificatore e persino di costituireun’autorevoleistanzamoralealdiso-pradelleparti.

Il «Diario» del barone Monti è an-cheunatestimonianzadirettadiunodeinodidellastoriadelRisorgimento

e dello Stato unitario, la «Questioneromana» di gramsciana memoria,proposta, questa volta, non attraver-so le astratte e schematiche contrap-posizioni Stato-Chiesa, Paese reale-Paese legale, Cattolici-Liberali, Tran-sigenti-Intransigenti, ma visitando ipercorsi formativi e professionali, ivissutipersonali,spessopiùcomples-siecontraddittori,mapiùinteressan-tidiquellidelleveritàufficiali.

Carlo Monti, adesempio, dianticanobiltà bresciana, il cui padre avevapartecipato ai moti milanesi del1848, dopo gli studiuniversitari com-piuti a Genova, di-venta stretto colla-boratore, negli anniOttanta, del cuginoBenedetto Cairoli e,negli anni di iniziosecolo, anche diGiuseppe Zanardel-li, esponenti en-trambi della sinistraliberale, giungendoalcontempoalverti-ce del Fondo per il culto. Un istituto,delicato e importante, creato dalloStatounitarioperprovvederealman-tenimento del clerotramite lagestio-ne del patrimonio confiscato agli or-dinireligiosi.

Giacomo Della Chiesa è compa-gno di studi di Carlo Monti nellescuole superiori e nell’Università sta-tale di Genova, e le due storie si in-trecciano. Il rapporto di stima e ami-cizia dura nel tempo anche quando,scelta la via del sacerdozio, GiacomoDella Chiesa entra in Segreteria diStato, sotto il pontificato di LeoneXIIIe,poi,dal1908al1914,quandoènominato arcivescovo di Bologna. Idue ex compagnidi scuolacontinua-no «a darsi del tu» anche quandol’uomo di chiesa, nel settembre del1914, succede a Pio X, con il nome diBenedetto XV. All’indomani dellasua elezione al pontificato, nel nuo-vo sconvolto contesto internaziona-le e nazionale, con lo scoppio dellaGrande Guerra, è lo stesso pontefice

che faconoscere al nuovo presidentedel Consiglio, succeduto a GiovanniGiolitti, AntonioSalandra, lapropriadisponibilità ad avere nel suo vec-chio amico Carlo Monti un «tramiteconfidenziale» con lo Stato italiano.Il direttore generale del Fondo per ilcultodiventacosì,neifatti,«nunzioeministro nello stesso tempo», comecommentò Vittorio Emanuele Or-lando: tramite riconosciuto di inten-serelazioniufficiosetraloStatoitalia-noelaSedeapostolica,cheancora, informaufficiale,nonsiricoscono.

Sono ben 175 le udienzeconcesse dal pontefice aCarlo Monti, al di fuori diogni protocollo. Nono-stante il rispetto e la vene-razione verso BenedettoXV, egli dimostra sempre,un atteggiamento mai su-pino e arrendevole, dagrande «commis» delloStatoliberale.

Il diario, che dà conto si-stematico e preciso di que-sti incontri pur essendo

una sorta di brogliaccio che avrebbedovutoessererivistoe integratodari-flessionipiùapprofondite,anzi,forseproprio per questo, è una miniera dinotizie di primamano. Innanzi tuttosull’atteggiamento di Benedetto XVdifronteallaguerra.

Il pontefice, che nella scuola pub-blica, in famiglia e nella sua stessaesperienza di vescovo di Bologna haassorbitovalori laicie risorgimentali,condividel’idealedeldirittodellena-zioni tutte, compresa la propria,quella italiana, all’indipendenza e auna dignitosa collocazione nella co-munità internazionale. Allo stessotempoglisviluppidelconflitto, il suoavvitarsie incancrenirsi in«un’inuti-le strage» (è la pertinente cruda defi-nizione contenuta nella sua corag-giosa Nota ai capi dei popoli bellige-ranti dell’agosto 1917), le stesse in-soddisfazioni e tensioni del dopo-guerra, con il mancato raggiungi-mento di una pace solida e di unanuova concordia internazionale,

con i diffusi desideri di rivalsa e divendetta, sono per Benedetto XVun frutto avvelenato della diffusio-ne del nazionalismo-imperiali-smo-colonialismo. Secondo il qua-le le ragioni della politica e delladiplomazia non debbono mai as-soggettarsi a qualsivoglia principioetico di valore universale.

Inascoltato, ma profetico suquesto terreno, Benedetto XV è in-novativo, con la Lettera apostolicaMaximum illud, indica il primo su-peramento della lunga vischiosacommistione-sovrapposizione tracolonialismo e azione missionaria.

Su un altro terreno ancora, il pa-pa «pacifista», come con forzaemerge dal «Diario» di Carlo Mon-ti, ha posizioni di grande novità eapertura, in indubbia discontinui-tà con Pio X, il papa della repres-

sione antimodernista e del PattoGentiloni, da lui poco rimpianto.La fine della «Questione romana»è subordinata non più al ristabili-mento del potere temporale delPapa, foss’anche su una porzionesimbolica di territorio, ma al rico-noscimento pieno della dimensio-ne internazionale e sovrana dellaChiesa.

Lo sviluppo della democrazia inItalia è, inoltre, percepito non co-me rischio per la Chiesa, ma comeulteriore garanzia della libertà del-la sua presenza e azione. Favorevo-le alla formazione di un autonomopartito di ispirazione cristiana, Be-nedetto XV propende anche peruna sua connotazione non confes-sionale.

Carlo Felice Casula

Acque agitate nel mondo dei bud-dhisti italiani, dichiarazioni esmentite su una presunta fusione sisusseguonoacolpidicomunicati.Ascatenare la polemica (piuttostogarbata, almeno per ora) sembra siastata un’intervista concessa nel no-vembre scorso da Umberto Giovi-ne, parlamentare di Forza Italia, a«Occidente Buddhista». Nellachiacchierata il deputato aveva au-spicato che la Soka Gakkai (la piùforte organizzazione buddhista ita-liana, sia come numero di adeptiche per l’aspetto finanziario) en-trasseprestoafarpartedell’Ubi.

È bastato questo per accendere lapolemica in ambo le parti. Peraltro,il buddhismo italiano è in attesa dipoter discutere con la commissionegovernativa che si occupa delle In-tese tra lo Stato e le confessioni reli-giose diverse da quelle ufficiali, chein questi giorni è impegnata con iTestimonidiGeova.

Duesmentite,quindi, laprimadaparte del Soka Gakkai, che in un co-municato fa sapere che nessuna ri-chiesta di far parte dell’Ubi era stataavanzata e l’altra, tutte e due del 24gennaio scorso, dell’Ubi che giudi-ca irresponsabile il modo in cui èstata fatta circolare una «notizia fal-sa», senza che nessuno si sia preoc-cupato di verificarne la fondatez-za». Nessuna richiesta di adesioneall’Ubi, quindi, e in ogni caso «Lostatuto, che riconosce pari dignitàevaliditàa tutte le tradizioni buddhi-ste, non consente l’adesione di or-ganizzazioni che si dichiarano uni-che ed esclusive rappresentanti delDharma autentico». Detto questo,resta comunque l’intenzione dimantenere dei rapporti di collabo-razione con gli aderenti del SokkaGakkai, che da parte sua confermalebuoneintenzioniconun’analogadichiarazione.Quindibenvenganoiniziativecomuni incampoumani-tario, indifesadeidiritticivilienellaricerca di un «dialogo fraterno sul-l’insegnamento del Buddha», perònondallostessopulpito.

Conosciutanelmondocomeunadelle capitali dell’arte antica e dasempre invettaalle classifichedel-lecittàitalianedovesivivemeglio,Siena vuole avereoraun ruolod’a-vanguardia anche per l’arte mo-derna. Questo l’obiettivodel«Mu-seo virtuale» dedicato agli artistimoderni che hanno esposto e cheesporranno nelle gallerie della cit-tà. Il museo virtuale è, in pratica,sia uncd-romcheunsito Internet,uninsiememultimedialecioè,cheil ministro per i Beni culturali hapresentato ieri alla galleria Nazio-nale d’arte moderna di Roma, in-sieme all’ideatore Omar Calabre-se, al sindaco e all’assessore di Sie-na, Pierluigi Piccini e Marina Ro-miti, al direttore generale di Tele-com, Umberto Di Julio, sponsordel progetto. Il visitatore potrà«passeggiare» per il museo multi-mediale, che comprende tutte lemostre passate e in corso; potràsoffermarsi su un singolo artista,una singola opera e tutto quantoessa ha alle spalle; potrà poi «vola-re» in altri luoghi, dove sono con-servati altri quadri o documentiche riguardano l’artista scelto; po-trà perfino organizzare la sua mo-stra «personale», componendo unpercorsofraleopereegliartistipre-feriti. «Si trattadiun’iniziativa -hadetto il ministro Veltroni - che ar-ricchisce sul versante modernouna città, già talmente ricca di sto-riachepotrebbequasi“sedersi”suisuoi allori secolari: è il massimo divalorizzazionedelpassatoedimo-dernità». Veltroni, che ha confes-satodiessereun«antichissimouti-lizzatore»diInternet,ritienechelatecnologia sia «un grande molti-plicatoredi conoscenza,unagran-de porta aperta». In questo spiritoha espresso l’impegno di arricchi-re ilsitoInternetdelministeroperiBeni Culturali, dove i cittadini po-tranno anche essere informati sucomevengonospesiper restauri,oaltro, gli 800 miliardi l’anno chefruttailgiocodelLotto.

La conciliazioneufficiosaAntonioScottàLibreria Ed. Vaticana

(2 volumi) pag.1.210

Giacomo Della Chiesa, papa Benedetto XV (1914, gennaio 1922)

Page 19: il mondo - Archivio Unità

03ECO03A0302 ZALLCALL 11 00:55:04 02/03/98

L’ ECONOMIAMartedì 3 febbraio 1998 8 l’Unità

03ECO03AF051.07.0

Poderosi rialzi in quasi tutte le piazze asiatiche rassicurate dalle misure di riequilibrio adottate in molti paesi

Il gran giorno delle BorseDal Pacifico prende il via una nuova onda lunga di euforia sui mercatiWall Street scommette sui dati Usa che annunciano un surplus nel bilancio ’99

Per il calendariocinese questoèl’anno della Tigree per le aggres-siveeconomiedel sud-est asiati-co - le «tigri» appunto - le cosenonpotevanocominciare me-glio. Dopo una settimana dichiusura, dovuta alle festività delcapodanno cinese, i mercati han-no riaperto ieri all’insegnadi unastraordinariaeuforia. I guadagnidellepiazze borsistiche sono sta-ti, quasiovunque, eccezionali e,come ormai capita regolarmentedaqualche mese,hanno innesca-to una catena di reazioni positivein tutto il mondo finanziario. Ilmercato di Hong Kong,già fulcrodellacrisi, è arrivato a incassareunpiù 14,33%. Performances im-pressionanti hanno avutoancheSingapore (+13,74%), Bangkok(+12%),Giakarta (+14%). In con-trotendenzasolo la Borsa di Seul(-4,18%) a causa del timoreche lacatena di fallimenti degli ultimimesi nonsia ancora finita.AncheTokiocontinuauna sua ascesa,in misura però molto più con-trollata (+0,89%).In Europa gli indicidi tutte leBorse hanno seguito l’ondachiu-dendo al rialzo e, in molti casi,

mettendo asegno nuovi massimistorici. Londra ha guadagnato il2,5%,Francoforte quasi il 2%,Zurigo oltre l’1,50%.Anche a Mi-lano le cose sono andatebene.Ogni rialzo significa ormai perpiazzaAffari anche un nuovo re-cord: ieri l’indiceMibtel hachiu-so conun guadagno dello 0,84%,dopo aver toccatonel corsodellecontrattazioni anchepicchi piùalti. vannosempre molto forte ititoli deigruppi bancari e assicu-rativi, mentre in ombra restanoquelli dei maggiori complessi in-dustriali. L’onda positiva ha rag-giunto, nel pomeriggio, la piazzadi Wall Street e la spinta all’insùha portato l’indiceDow Jonesaguadagnare il2,54%. Ilprincipa-lemercato americanobeneficiaanche dell’eccellente andamen-to dell’economiaUsa edella buo-na salute politica che pare aver ri-trovato ilpresidente Clinton, do-po leprime emozioni per le suedisavventure sentimenta-sessua-li. La Casa Biancaproprio ieri hatra l’altro annunciato un bilan-cio per il ‘99 che dopo 30 anni dideficit prevedeuna chiusura inattivo.

03ECO03AF014.015.0

Un agente esulta per il forte rialzo della Borsa di Hong KongRobyn Beck/Ansa

HONG KONG +14%

Per l’«annodella Tigre»partenza lampo

MIBTEL OLTRE QUOTA 19.000

Piazza Affarimette a segnoil sesto record

STATI UNITI

Dopo 30 anniaddioal deficit

ROMA. Una settimana di festa, perilcapodannocinese,epoiunaripar-tenza alla grande. In tutte le Borsedel sud-est asiatico si è vissuta ieriuna giornata di autentica euforia.La prolungata sosta festiva ha pro-babilmente consentito agli opera-tori finanziari di apprezzare appie-no il complesso di iniziative messein atto per arginare la pesantissimacrisi esplosa qualche mese fa e pro-lungatasi,conaltiebassi,finoallafi-nedel‘97.

Su tutte le piazze si sono visti ieriall’opera quasi esclusivamente icompratori. Sembra ormai diffusala convinzione che con le precau-zioni introdotte le sorti future delle«tigri»asiatichetornanoafarsiflori-de. Hong Kong, il centro nevralgicodeidisastri apartiredallametàdelloscorso anno, ha chiuso il propriomercato borsistico con un guada-gno del 14,33%. A Singapore lecosenon sono andate peggio: il rialzo èstato del 13,74%. Bangkok ha chiu-so con un +12% e Manila con un+10,15%. A Shanghai, la principalepiazza finanziaria della Cina popo-lare, l’impennata è stata addiritturadel19%.

In controtendenza si è mosso so-lo il mercato borsistico di Seul. Qui,nellaCoreadelSud,nonsièdissipa-

toilterroreperlacatenadifallimen-ti che ha travolto recentemente al-cune tra le maggiori società del Pae-se. E nonostante il piano di aiutimesso a punto dal Fondo moneta-rioe l’accordodimoratoriasuidebi-ti con le principali banche creditri-ci, resta il timoreche le fondamentadel mondo finanziario non sianoancora solide, così la Borsa cede an-cora(-4,18%). Ilmercatodei titolidiTokio accompagna invece, con unaben maggiore dose di prudenza, lanuova vampata di ottimismo e ieriha fatto registrare un rialzo apprez-zabilemacontenutoall’0,89%.

Influenzapositivasulclimachesista diffondendo in tutta la regionehanno, secondo gli analisti, le rifor-me annunciate proprio nel corsodella scorsa settimana sia In Indo-nesia che in Thailandia e in Corea.Una certa importanza sembraavereanche la reiterata assicurazione del-la Cina dinonaveralcunaintenzio-nediprocedereaunasvalutazione.

ROMA. Piazza Affari si è concessaieri il sesto record consecutivo. Equesto nonostante il negativo an-damento di alcuni tra i maggiori ti-toli industriali. L’indice Mibtel hachiuso a 19.155 con un rialzo dello0,84%,manelcorsodelpomeriggiole cose erano andate anche meglio.Tutti si attendevano che, dopo gliexploit delle ultime sedute, moltiinvestitori si sarebbero affrettati araccogliere i frutti incrementandolevendite.Nonèandatacosìsoprat-tutto a causa dell’eccezionale anda-mento delle Borse asiatiche e delnuovo clima di euforia che di lì si èdiffuso in tutto il mondo finanzia-rio.Allafinesonostatimessiasegnoforti rialzi su quasi tutti i titoli ban-cari, sempre in predicato di finirebeneficiatidaoperazionidifusione.Hannocedutoinvece,tra ivalori in-dustriali, le Fiat (-1,67%) e le Tele-com(-1%).

In Europa d’altra parte Milano èandata peggio rispetto a tutte le al-tre piazze, con la sola eccezione diParigi che ha comunque guadagna-to un apprezzabile 0,48%. Comesempre è stato a Londra, il centropiù sensibile ai cambiamenti di to-no nelle regioni dell’Asia orientale,che il rimbalzo è risultato più visto-so. La City ha concluso la giornata

conunrialzodel2,57%.Moltobenesono andate le cose anche a Franco-forte (+1,97%),a Zurigo (+1,60%),aBruxelles(+1,33%).

L’onda lunga dell’entusiasmo hapoi raggiunto nel pomeriggio an-cheWallStreet. Il principale merca-to americano dei titoli era già inogni caso molto ben disposto in se-guito alla positiva evoluzione dellacrisipoliticachehainvestitolascor-sa settimana il presidente Clinton.Tutti sembrano ora convinti che ilcosiddetto«sexygate»nonporteràaun cambio della guardia alla CasaBianca.L’ottimoandamentodell’e-conomia americana e l’annuncio,dato proprio ieri da Clinton, cheverrà anticipato il piano di rientrodal deficit di bilancio e che già nel’99 si avrà un attivo dei conti pub-blici,hannofattoilresto.

Ieri a Wall Street fin dall’inizio gliordini di acquisto si sono riversatisu tutti icompartidel listino.IlDowJoneshaguadagnatoil2%.

ROMA. Pareggio di bilancio nel ‘98,addiritturaunattivodi9,5miliardididollari per il prossimo anno: per laprima volta dopo trent’anni il bilan-ciodegli StatiUnitimette laparola fi-neallegestioni inrossodelbudget fe-derale. Per trovare una gestione pub-blica senza passivi, bisogna infatti ri-salire al lontano 1969. Costituiscepertanto un vero e proprio avveni-mento la «Finanziaria» inviata ierimattinaalCongressodaBillClinton.Lohafattonotarelostessopresidenteamericano: «Questo budget rappre-senta un cambiamento storico nellapolitica fiscale degli Stati Uniti. Po-niamofinea tredecennidicaosfisca-le, un periodo in cui gli americanihannoperso la fiducianel lorogover-no e nell’abilità dei propri leader acondurregliaffaridiStato».

Probabilmente meno credibile ne-gli affari amorosi, ma certamente af-fidabile ineconomia:questo l’imme-diato giudizio di Wall Street che, giàben impostata di suo, ha salutato ilpiano quinquennale di Clinton conuna seduta spumeggiante e rialzi chehannosuperatoil2%.

Pur essendo attento all’equilibriodei conti e non mancando di adotta-re alcuni compromessi accettabili al-la maggioranza repubblicana delCongresso, Clinton propone un in-

cremento di spese per l’assistenza aibambini bisognosi, l’educazione, laricerca medica e l’ambiente. Le risor-se verrannoda unamaggior tassazio-nedelle impresecheproduconosiga-rette (molti giudicano però illusorioquesto impegno), da un prelievo piùconsistente dei redditi finanziari ed’affari, dal taglio di alcuni program-mi. Le spese militari restano consi-stenti (270 miliardi di dollari) anchese la loro crescita nel quinquennio èmoderata.

Nei piani di Clinton il surplus delbilancio federale continuerà costan-temente sino al 2003 quando rag-giungerà gli 82.8 miliardi di dollari.Cosa fare di tutti questi soldi? Raffor-zarelaspesasocialeotagliare letasse?È il gran dibattito che si annuncia inAmericaneiprossimianni.Undibat-tito grazie il quale potrebbero riac-quistare spessore ed identità politicadue partiti come quello democraticoe repubblicano le cui proposte oggitendonospessoaconfondersi.

La First lady piomba al Forum di Davos e ripropone la «sua» battaglia per il rilancio del welfare state

E Hillary vuole una donna alla Casa BiancaSfida alle posizioni ultraliberiste della destra americana. Nessun accenno al sexygate né ai venti di guerra nel Golfo Persico.

Standard & P.Asia amaraper banche Ue

È molto più pesante diquanto calcolato dalla Bril’esposizione delle bancheeuropee verso i paesiasiatici colpiti dalla recentecrisi finanziaria. Losostengono gli analistidella Standard and Poor’ssecondo i qualil’esposizione complessivaoscilla tra i 110 ed i 130miliardi di dollari (il 90 percento dei quali grava susolo 20 grandi bancheeuropee) contro gli 85accreditati nelle ultimestime della Banca deiRegolamentiInternazionali. Le stimedella Bri non terrebberoconto di tutte le tipologiegli impegni finanziariassunti dalle banche edell’esposizione di quellebanche asiatiche che nonpubblicizzano i bilanci.

DALL’INVIATO

DAVOS. Mrs. Hillary Rodham Clin-ton, non ritiene arrivato il momentodi eleggere negli Stati Uniti una don-napresidente?

«Sìenonvedol’oradivotarla».Èalla finechearrivalabattutadella

giornata. La moglie del presidenteClinton ha raggiunto a Davos il se-condosuccessonelgirodipochigior-ni nella prima uscita internazionaledopo la settimana di fuoco alla CasaBianca. Non basta raccontare degliapplausi. Non basta raccontare del-l’atmosfera elettrica che Hillary haprodotto in quaranta minuti di fron-te alla platea di finanzieri e managerdi tutto il mondo, praticamente stre-gati. Il suo èstatoun discorsopiù cheda First Lady, da First e basta. Tailleurblu scuro con i bordi di velluto nero,grappolo d’uva dorato a sinistra, erasmagliante.All’iniziotesissima.Sem-brava quasi la riedizione dell’ormaifamosa intervista televisiva nelle orebollenti dello scandalo. Poi si è sciol-ta, è andata via liscia parlando inin-

terrottamenteperventiminutisenzaappunti, facendo scorrere sapiente-mente lo sguardo da una parte all’al-tra della platea. Gran conquistatricedipubblico.Eancheabilepolitica.Labattuta sulla donna presidente è sta-to un riflesso automatico. Ed è statatanto intelligente da togliersi subitodalla mischiadei candidati. Dacitarepiùvolteilmarito,poi ilmaritopresi-dente, poi il presidente «che non haancora finito il suo lavoro». E, infine,da prendersi anche un pò in giroquando Klaus Schwab, l’inventoredel World Economic Forum, le hachiestoqualisonosecondoleileprio-rità del nuovo secolo. «Vuole sapere -ha cominciato Hillary - che cosa farònei prossimi anni?». E giù un’allegrarisata.Isondaggid’opinionesullasuacondottaseguitanell’affaireMonica,la danno al 59%, mentre Clinton co-me presidente viene approvato dal70%. Dunque, vale la pena di rilan-ciare.

La First Lady non ha fatto alcun ri-ferimento ai venti di guerra nel Gol-fo. Ha piuttosto spiegato la «clinton-

politics», strategia che durerà fino al-lanaturalescadenzadelmandato.Hastrigliato lacomunità americana del-la finanza e del business richiaman-dola a superare un atteggiamento dicontrapposizioneallapolitica,ausci-redalsilenziosuitemidellaresponsa-bilità civile dell’impresa, sul com-merciointernazionale.Adallontana-re le seduzioni dell’isolazionismoche attraversano trasversalmente irepubblicaniquanti idemocratici. Sela comunità degli affari non sostieneil governo, gli Stati Uniti non man-terranno la leadership mondiale. Èstato questo l’unico passaggio nelquale si rintraccia lapolemicacontroladestra che attacca lapresidenzade-mocratica. A voler proprio decodifi-care con malizia il discorso di Hillarysi trovano altri due agganci con il se-xigate, quando ha ricordato che «bi-sognalavorareconlepersonecosìco-mequestesono»eche«imediaporta-no la responsabilità di diffonderemessaggi che privilegiano la gratifi-cazione immediata riducendo le per-soneasempliciconsumatori».

L’impronta del suo discorso è statadichiaratamente schierata. In Euro-pasichiamerebbesocialdemocraticonella versione Blair. «Avete discussoqui per giorni e giorni di globalizza-zione, di economia, di finanza. Mastateattenti:nonesisteun’economiaperfetta, così come non esistono ungoverno, una istituzione umana per-fetti se non nei sogni di qualche lea-der politico. E non esiste una societàcivile perfetta. Ma senza la società ci-vile non c’è equilibrio, non c’è con-trollo,noncisonocontrappesi».

Le nostre società devono cammi-nare su tre gambe: il libero mercato,un governo che sia in grado digaran-tire le regole del gioco, la società civi-le. Se salta una gamba del tripodio,salta qualsiasi equilibrio. Non è pos-sibile governare nessun tipo di crisi.Queste cose ce le raccontavano i no-stri padri fondatori due secoli fa e so-noancoratuttevalide.

Filosofia? Non solo. ADavosHilla-ry Clinton ha rilanciato la «sua» bat-tagliadelWelfare.LaFirstLadyvuolela rivincita contro quel mondo degli

affaricheconuna«opposizioneideo-logica»haimpeditodigarantirelaco-pertura sanitaria a decine di milionidiamericani.«Cisonodelledecisionichenonportanobeneficioeconomi-co immediato, ma che devonoessereprese lo stesso. Il Medicare è una diqueste.D’altraparte,unpaesepuòes-sere potente davvero solo se investenei suoi cittadini, se li mette in gradodi«gestire ilpropriofuturocondigni-tà», se«sfidaapertamente»unavisio-nematerialistadellasocietàedellere-gole che la governano. E l’America,così ricca e opulenta, ha il dovere didareunarisposta.

Un trionfo. Hillary è stata attesaper tutta lagiornata.Difesadaunim-penetrabile apparato di sicurezza, laFirst Lady è rimasta chiusa in albergotraunatelefonataallafigliaChelsea,icontatti con la Casa Bianca e una Piz-za. È arrivata nel Forum-fortezza evi-tando il bagno di folla. Un passo ver-so l’aula magna, poi si è fermata.Qualchesecondoperl’ultimoflash.

Antonio Pollio Salimbeni

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03EST03A0302 ZALLCALL 11 22:44:03 02/02/98

NEL MONDOMartedì 3 febbraio 1998 10l’Unità

Dalla Prima Lo scrittore, accusato di pedofilia, rinuncia alla cerimonia di investitura prevista per oggi

Clarke non può essere «Sir»In imbarazzo i reali inglesiL’autore di «2001: Odissea nello spazio» accusa i «nemici della monarchia» di aver montato lo scandaloAnnullato l’incontro con l’erede al trono britannico, in visita ufficiale a Colombo. Proteste nell’isola.

Festa per i 50 anni della nuova capitale

Tigri tamil all’offensivaLo Sri Lanka «blindato»in attesa dell’arrivodel principe Carlo

to il mondo. Per la prima voltadi un’esecuzione capitale immi-nente hanno parlato anche igiornali americani, che di solitosorvolano. La si é vista in tv, sen-tita alla radio, l’hanno intervista-ta, é stata sommersa di visite,messaggi, lettere, video-casset-te di solidarietà. Per lei la grazia,oltre al Papa, che l’aveva fattoper altri condannati, l’hannochiesta anche esponenti delladestra ultrà sostenitori convintidella pena di morte, come i pre-dicatori tv Pat Robertson e Jim-my Falwell. Non era successoper nessuno degli altri giustiziati(432 da quando nel 1976 laCorte suprema aveva reintro-dotto la pena capitale) o i 3200tuttora giustiziandi. Mai l’Ameri-ca si era emozionata e aveva di-scusso come in questo caso.

Ma non é detto sia per le buo-ne ragioni. La discussione pur-troppo non é sulla pena di mor-te. Karla é riuscita a diventare uncaso perché é donna (l’unica al-tra donna finita sul patibolo inTexas risale alla guerra civileamericana, nel 1863, si chiama-va Chipita Rodriguez, aveva am-mazzata con l’ascia un mercantedi cavalli, i giornali di allora tro-varono indecoroso che si impic-casse una signora). Perché égiovane e carina. Perché si pre-senta bene in tv. Perché ha avu-to un’infanzia terribile, figlia diprostituta, prostituita dalla ma-dre e drogata fin da bambina. Esoprattutto perché nei 14 annitrascorsi dietro le sbarre si éconvertita diventando fervente-mente religiosa e sposando ad-dirittura il suo cappellano, si ètrasformata in una detenuta mo-dello, una sorta di Madre Teresadei tossicodipendenti dietro lesbarre. L’insieme di queste coseha attirato su di lei un’attenzio-ne che gli altri 400 condannatiin attesa nel braccio della mortein Texas, tra cui ci sono altre 7donne, non riescono nemmenoa sperare. E se fosse stata nera,brutta, incapace di spiaccicaredue parole articolate, mussulma-na o atea anziché cristiana equasi santa? Neanche le stim-mate ne avrebbero fatto un casodi cui occuparsi da quelle parti,se non proprio un caso di co-scienza per il governatore delTexas, George Bush Junior, il fi-glio dell’ex presidente che am-bisce a diventare il candidato re-pubblicano alla Casa Bianca nel2000 (e neanche per un gover-natore democratico).

Giudici e politici, in Texas co-me altrove negli Stati uniti, sicurano solo della pubblica opi-nione che li elegge. In Texas il70% é senza esitazione per lapena di morte, come la medianel resto degli Usa. Solo per Kar-la la percentuale era scesa al48%. Per questo ci hanno pen-sato un attimo. Finché al giova-ne Bush gli stregoni dei sondag-gi hanno spiegato che qualun-que fosse la sua decisione nonavrebbe pesato granché sullesue future ambizioni presiden-ziali. E, interpretando il deside-rio di chi li nomina 16 dei 18membri del Board for Pardonand Paroles hanno inviato perfax il proprio responso negativo: niente commutazione della pe-na in ergastolo, niente rinviodell’esecuzione. Negli ultimi die-ci anni comunque non avevanomai commutato una pena dimorte. Bush si può ora toglieredall’imbarazzo sostenendo chenon spettava nemmeno più a luidecidere. Solo la Corte supremapuò ormai intervenire. Loro so-no giudici a vita, non devono ri-spondere a nessuno, né aglielettori né all’opinione pubblica.Ma é difficile dire se, nelle circo-stanze, sia un bene o un male.

[Siegmund Ginzberg]

LONDRA. L’investitura col titolo di«Sir» del genio della fantascienza eprofetadella tecnologiamodernaAr-thur C. Clarke è stata rimandata a se-guito delle rivelazioni scabrose di unsettimanale inglese con riferimentialla pedofilia. L’autore di «2OO1:Odissea nello spazio» e di altri ottan-taromanzihaammessodiaveravutorelazioni sessuali con degli adole-scenti, ma ha negato di essere un pe-dofilo: «Sono del tutto contrario a fa-re porcate con dei ragazzini». Ma lospadino del principe Carlo che dove-va toccargli la spalla per elevarlo a«Sir» rimarrà chiuso nel cassetto diBuckingham Palace. Clarke vive nel-loSriLankadovesicalcolacheattual-mente ci siano circa dodicimila mi-norenni che si vendono nel mercatodellaprostituzione. Il cosidetto«turi-smo sessuale» è diventato una piagasociale e morale dalla quale diversipaesiasiaticicercanorimediodenun-ciando l’influenza nefasta di preda-tori provenienti da paesi ricchi cheapprofittano dellapovertà per soddi-sfare le loro tendenze con una man-ciata di soldi. Clarke ha ammesso diessere stato introdotto a tale mercatoda un membro dei servizi segreti in-glesi subito dopo il suo arrivo nell’i-sola nel 1954 e di aver trovato l’am-biente di suo gradimento. Ha peròvoluto fare una distinzione tra la pe-dofilia come rapporto sessuale forza-to - che aborrisce e condanna senzariserve - e la pedofilia come pratica di«adulti responsabili» che - semprese-condo le sue affermazioni - non dan-neggia necessariamente i ragazziniche vi acconsentono e che ne prova-nopiacere.Parolediquestogeneresuun tema così scottante, unitamenteall’altra sua affermazione secondocui sarebbero piuttosto le reazioni di«genitori isterici» che, venendo a co-noscenza dei fatti, creano dei proble-mi ai giovani, hanno scatenato l’iradel direttore del settimanale SundayMirror. Al fianco delle rivelazioniraccolte «in esclusiva» dai suoi in-viati, ha pubblicato un editorialefulminante: «Non esiste individuopiù abominevole di un pedofilo.Quando il pedofilo in questione èanche uno scienziato acclamato intutto il mondo ed autore di libriche hanno esercitato enorme in-fluenza nel XX secolo, lo sdegno

che si prova diventa un moto dinausea. Che Clarke sia un genionon ci sono dubbi. Ma non ci sonodubbi neanche sul fatto che si trat-ta di un uomo odioso che approfit-ta di ragazzi troppo giovani perrendersi conto che vengono abusa-ti e troppo poveri per rifiutare isuoi inviti». Il Sunday Mirror è tra itabloid scandalistici più vendutidel Regno Unito. Solo con notevo-li forzature può salire sul pulpitoin difesa della morale pubblica. Hadeciso di giocare grosso. Le prefe-renze sessuali di Clarke erano no-te. Le aveva messe in evidenza luistesso durante un’intervista televi-siva. Giocando sul fatto che la pa-rola «gay» in inglese significa «al-legro» aveva risposto: «Diciamoche sono di temperamento abba-stanza giocondo». Il momentobuono per creare lo scandalo, conun ampio, indignato reportage ar-ricchito da fotografie e testimo-nianze, è venuto quando s’è sapu-to che il principe Carlo stava perrecarsi nello Sri Lanka e che in taleoccasione avrebbe investito Clarkecon l’onorificenza di «Sir» conferi-

tagli un mese fa dal primo mini-stro Tony Blair. Carlo e Clarke so-no amici e, dietro la pompa e iltocco dello spadino reale appog-giato sulla spalla del celebre autorein ginocchio - così come vuole ilprotocollo - la cerimonia si presen-tava come un cordiale incontro trai due, probabilmente seguito da unabbraccio ed una bevuta. Patatracdella vigilia: tre giorni prima del-l’arrivo di Carlo a Colombo, Clar-ke è stato investito in tutt’altramaniera.

In un comunicato diramato ieri,l’autore ha accusato il Sunday Mir-ror di aver mirato, più che altro, adimbarazzare il principe. Ha dichia-rato: «Si tratta di un’operazionepolitica che non è diretta contro dime. Sono del tutto contrario ad in-sozzare i ragazzini. È un tipo dicomportamento che disapprovo.Sono adirato contro questa campa-gna di vilipendio. Non c’è nessunaverità in quello che ha scritto ilsettimanale. Le accuse mi addolo-rano». Ed ha aggiunto: «In un cer-to senso i duelli mi piacciono, e, inqualche strano modo, la cosa mi

diverte. È da vent’anni che non so-no più attivo sessualmente. Diecihanno fa ebbi un intervento allaprostata che ha reso impossibile iltipo di comportamento di cui siparla. Ormai vivo su una sedia arotelle. La mia coscienza è del tut-to a posto. Sono convinto che cel’hanno piuttosto con il mio ami-co Carlo».

Il principe s’era messo in viaggioin occasione del cinquantesimoanniversario dell’indipendenzadello Sri Lanka. Già gli era statoconsigliato di non presenziare allacerimonia coi rappresentanti digoverno per timore che potesse ri-manere vittima di qualche attenta-to delle «tigri tamil». Ora anche lacerimonia con Clarke è andata amonte.

La stampa inglese ha reagito allerivelazioni su Clarke in manieraassai diversa: il Times ha messo lanotizia sul fondo della prima pagi-na, con la smenttita dell’autore. IlGuardian ha fatto come se nientefosse: neppure una riga di spazio.

Alfio Bernabei

03EST03AF013.012.0

Scritte inneggianti all’indipen-denza e all’unità nazionale, ghir-lande e striscioni appesi ai muri,sventolio di bandiere sui tetti. CosìColombo si prepara a festeggiare ilcinquantenario della nascita delloSri Lanka, l’isola-Stato di cui è capi-tale.Menovisibile,mapalpabileperchiunque si aggiri fra le strade citta-dine, il clima di tensione in cui ci siavvicina allo storico appuntamen-todel4febbraio.Si temonoattenta-ti dei separatisti tamil, e le misure disicurezza sono imponenti. Apartireda stamattina sino alla mezzanottedi giovedì, l’accesso alle vie del cen-tro sarà sottoposto a controlli rigo-rosissimi.

Ai festeggiamenti assisterannodignitari di numerosi paesi stranie-ri. Enorme l’attesa per l’arrivo diCarlo, principe di Galles, previstoper oggi. Erede al trono d’Inghilter-ra,Carloparteciperàallecelebrazio-nicomesimbolicodepositariodellatradizione imperiale da cui lo SriLanka si affrancò, ma anche comerappresentante di un paese che haconservato buoni rapporti con l’ex-colonia. Il programma della visita,chesiprotrarràsinoavenerdì,ètop-secret. Per ragioni di sicurezza è sta-ta cancellata all’ultimo unacerimo-niaufficialecheleautoritàbritanni-cheintendevanosvolgeregiovedìalmunicipiodiColombo.

Tensione alle stelle, dunque. Ne-gli ultimi giorni sono ripresi i com-battimenti fra l’esercito e la guerri-gliatamilperilcontrollodiunastra-dacheportaaJaffna, l’ex-roccafortedei ribelli. I morti sono già oltre tre-cento. Solo dieci giorni fa un com-mandosuicidadelleTigriperlalibe-razione della patria tamil (Ltte) hacompiuto un attentato a Kandy,l’antica capitale. L’attacco ha pro-vocato 16morti e ildanneggiamen-to di uno dei templi buddhisti piùvenerati. La scelta dell’obiettivo, se-condo il governo, aveva un duplicescopo: sabotare le manifestazioniper l’indipendenza nazionale cheinizialmenteeranoprevisteproprioaKandyanzichéaColombo,e«pro-vocare una reazione da parte dellacomunità maggioritaria» cingalese,scatenando nuovamente la guerracivile.

Lo dice il ministro per laGiustizia

e gli Affari costituzionali, G.L. Pei-ris. Nei giorni scorsi Peiris è stato aRoma per spiegare ad esponenti delgoverno e del Parlamento italiani lenovità politiche che stanno matu-rando nello Sri Lanka e per attirarel’attenzione delle nostre autoritàsulla presenza, a Palermo, di un nu-cleo di fuoriusciti tamil, che secon-do Colombo raccoglierebbero ille-citamentefondiperleTigri.

Secondo Peiris, «il 1998 sarà unanno cruciale». Il governo è impe-gnato in un progetto di riforma co-stituzionale per trasferire una partedel potere alle realtà locali e alle co-munità minoritarie, i tamil in parti-colare (20%), ma anche i musulma-ni (7%). Ciò allo scopo di attenuare«tensioni che hanno origine pro-prio nel sentimento, diffuso fra leminoranze, di non essere abbastan-za coinvolti nel processo politico.Nel 1995 il nostro governo avviònegoziati con l’Ltte. Ma dopo tremesi l’Ltte rinunciò. È necessarioche il processo politico ora vengaravvivato».

Nell’ambito di questo tentativodirimettereinmotoildialogointer-comunitario rientrano sia i cambia-menti costituzionali (se non si tro-verà un accordo con l’opposizione,siandràadunreferendum)sialeele-zioni locali di qualche giorno fa aJaffna. Significativo che siano scesein campo ben quattro formazionitamil un tempo dedite alla lotta ar-mata ed ora votate alla pacifica coo-perazione con il governo centrale.L’affluenza è stata scarsa, ma le au-torità non si aspettavano di più inuna situazione di perdurante insta-bilità.

Nel momento stesso in cui si ri-lancia il dialogo però, si adotta unalinea ancora più dura nei confrontidelle Tigri. Sino ad una settimana fal’Ltte era, almeno formalmente,una formazione legale, anche se ilrapporto con il governo centrale,fallite le trattative del 1995, era pu-ramente militare. Ora le Tigri sonofuorilegge. Così, si augurano a Co-lombo, i paesi stranieri avrannomi-nori problemi nel mettere un frenoalle attività di organizzazioni pro-Lttesulloroterritorio.

Gabriel Bertinetto

Arthur C. Clarke, nella sua casa di Colombo nelloSri Lanka. Amarasinghe/Ap

IL CASO. Il leader afro-americano in viaggio in Russia è stato espulso dal Daghestan

Farrakhan cacciato dal Caucaso: infetta i ceceni«Non abbiamo bisogno di missionari stranieri». Il capo del movimento «Nazione dell’Islam» doveva incontrare il vicepremier ceceno.

In Australiamonarchiao repubblica?

Ha parlatoai musulmani russiLouisFarrakhan, il leader islamico neroamericanomanonèriuscitoaincon-trare i ceceni, i «veri», gli «unici» se-guaci di Allah che possa vantare l’eximpero sovietico. La «carogna», co-me a New York è chiamato affettuo-samentel’afro-americano,èstatofer-mato alla frontiera fra la Cecenia e ilDaghestan, entrambe repubblichedel Caucaso, dove aveva intenzionedi incontrare il vice premier cecenoMovladi Udugov. «Il nostro paesenon ha bisogno di missionari islami-ci stranieri», ha chiuso l’argomentoMagamed Tolboiev, segretario delConsigliodisicurezzadelDaghestan,istituzione massima in materia di or-dinepubblicoinognipezzodell’anti-caUnioneSovietica.

Ma che ci fa in Russia il capo delmovimento dei «cattivi» neri ameri-cani?EperchévolevaandareinCece-nia? La cronaca racconta che Farra-khan sta facendo il giro del mondoinsieme ad altri 27 compagni di viag-gio di nazionalità americana, britan-nica,saudita,olandeseedelGhanaincerca di proseliti. La Russia ovvia-mente non poteva mancare nel tourvisto che conta 20 milioni di musul-mani e neppure poteva mancare laCecenia che delle repubbliche isla-miche è la più ardente. A Mosca Far-rakhan non ha avuto problemi: haparlatonellamoscheanuovadizeccaa una grande folla di persone. I mali-gni sostengono che è stata soprattut-to la curiosità a spingere i moscoviti -musulmani e non - a recarsi all’in-

contro. Forse non è vero, ma non èfalsocheaMoscaineri fannonotizia,come dicono i giornalisti, perché sene vedono veramente pochi. Un ne-ro americano e musulmano poi, daquesteparti èsicuramenteunararità.Farrakhandunquehapotutoraccon-tare del suo progetto di costruire la«nazionedell’Islam»,comesichiamail suo movimento, che, si ricorderà,prevede la realizzazione di uno statoseparato dei neri fondato in sostanzasu un apartheidall’incontrario: inericomandano,ibianchiubbidiscono.Imusulmani russi lo hanno ascoltatoepoisenesonoandati: chec’entranoloro con le beghe fra bianchi e neri d‘America?Echec’entraAllahconciò?

InCeceniasarebbeandatameglio?Intanto Farrakhan non è riuscito a

metterci ipiedi: imilitari russihannobloccato la comitiva e l’hannoricon-dotta all’aeroporto di Makhachkala,la capitale del Dagahestan, da dove èripartita per Mosca. Ma non c’è dub-bio che qualcuno lo avrebbe ascolta-to. Intanto l’uomo che avrebbe do-vuto incontrare, Movladi Udugov,ex delfino dell’indipendentista Du-daev, che ha costruito nel paese stre-mato dalla guerra con i russi, l’unicopartito politico che si richiama diret-tamente all’Islam. Non è che abbiapreso moltissimi voti questo partitonelle elezioni che hanno restituitouna classe dirigente alla repubblica,ma con il passare del tempo esso staassumendo sempre più autorevolez-za.«Icecenipossonoseguiresolounalegge - diceva in una intervista a l’U-

nità - quella dell’Islam». All’epoca leparole di Movladi sembrarono so-prattutto eccentriche mentre il suofervore religioso apparve solo unmezzo per occupare uno spazio poli-tico.PoiaGroznijèstataeseguitaunacondanna a morte per lapidazione ealloraparoleefervoresonostativalu-tati con altri occhi.LaRussia,di cui laCecenia ufficialmente fa ancora par-te, ha ordinato ai dirigenti ceceni dismettere immediatamente di prati-care leggi estranee a quelle che rego-lano la Federazione. I ceceni hannoobbedito. Che non vuol dire che sisiano convinti. Almeno non Movla-di, che ha cercato addirittura un al-leatonella«carogna»Farrakhan.

Maddalena Tulanti

L’Australia è a un biviodecisivo per la sua storia.Potrebbe infatti decidere diimboccare la stradarepubblicana. Eventualitàtutt’altro che improbabile,dato che questo èl’orientamento dellamaggioranza dei delegatialla conferenzacostituzionale apertasi ieri aCanberra. Il premier JohnHoward, monarchicoconvinto, si è impegnato aconvocare un referendumnazionale entro il 1999 se laConferenza si pronunceràper la repubblica.

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LE CRONACHE Martedì 3 febbraio 1998l’Unità13

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Omicidio all’Università, colpo di scena nell’inchiesta. Sarà disposta una nuova perizia da comparare col proiettile

Trovata la pistola che ha ucciso Marta?Una calibro 22 nascosta nel RettoratoL’arma, carica, era nell’intercapedine di un bagno. È partito un colpo

ROMA. Atrovarla sonostatidueope-rai di una ditta di idraulica, intornoalle undici di ieri mattina. UnaBeret-tacalibro22, conottocolpi incanna.Unodeiqualipartitoaccidentalmen-tementreunidraulico laprendevainmano. Era avvolta in un panno di la-na: nascosta nell’intercapedine delbagno dell’ufficio tecnico del Retto-rato dell’università «La Sapienza».Quella stessa dove il 9 maggio è statacolpita Marta Russo, da un proiettilelongriflecalibro22.

Anche ieri la tragedia è stata sfiora-ta per un pelo: il colpo partito inav-vertitamente si è conficcato nellemattonelle dell’antibagno, lisciandouno dei dipendenti della ditta chia-mataariparareitubidell’acqua.

Il sospetto è che quella trovata percaso ieri mattina sia l’arma del delit-to, quella chegli investigatori hannocercato senza successo dal 9 maggioscorso.Sitrattadiunapistolaconma-tricola abrasa, calata nell’intercape-dine del bagno attraverso uno spor-tellino che dà accesso ad un rubinet-to che interrompe il flusso dell’ac-qua.L’armaerascivolataaterra,èleg-germente arrugginita «ma non sitratta certo di un reperto», come haspiegato ilRettoreD’Ascenzo.Senonsi fossero rotti i tubi dell’acqua, forsela Beretta sarebbe rimasta lì per sem-pre. «Il guasto ha reso necessario ab-battereunaparete-haspiegatounin-vestigatore -. Gli operaihannotrova-to l’arma soltanto quando stavanoraccogliendo nei sacchetti di plasticai calcinaccidelmuro».Alla sorpresaèseguito lospavento,quandoèpartitoil colpo. «Abbiamo chiamato subitoil commissariato - ha spiegato il Ret-tore -. Poi è venuta la squadra mobi-le».

Squadra mobile e polizia scientifi-ca hanno lavorato tutto il giorno perfare accertamenti. Gli idraulici sonostatiascoltaticometestimonipertut-to il pomeriggio, per cercare di rico-struire i momenti del ritrovamento.Perorasisachel’armaavevaincannasette proiettili con ogiva in piombo,quindi non camiciati, proprio comequellochehauccisoMartaRusso.Perora il pm Carlo Lasperanza è moltocauto.Cometuttid’altraparte.Unri-trovamento casuale, o cos’altro? E sefosse un’arma che nonha nulla a chevedere con il delitto? Inquest’ultimocaso si tratterebbe di un altro episo-dio allarmante, della conferma chel’ateneo romano era diventato unasorta di terra incontrollata, dovechiunque poteva entrare con armiaddosso. L’assassino di Marta Russocome il misterioso possessore dellaBeretta calibro 22. Nel primo pome-riggiogli investigatorihannoesclusouna possibile compatibilità con l’ar-ma del delitto, ma uno dei due peritibalisti - nominati dalla procura pereffettuare la perizia sui frammenti diproiettile recuperati -, ilprofessorVe-ro Vagnozzi, ha detto che non si puòdire con certezza neanche il contra-rio.

Insomma, forse l’inchiesta potreb-be davvero riservare nuove sorprese.Giovanni Scattone e Salvatore Ferra-

ro, i due ricercatori ac-cusati di concorso inomicidio e in carceredallo scorso giugno, sisono sempre dichiaratiinnocenti. Hanno piùvolte chiesto gli arrestidomiciliari,mafinorailtribunale della libertàha sempre respinto leloro richieste. Ad in-chiodarli ci sono tre te-stimoni: Gabriella Al-letto, segretariadella fa-coltàdiGiurisprudenza(che dice di averli vistoil giorno deldelitto nel-l’aula numero sei deldell’istituto di Filosofiadel diritto. La donna hadetto di aver visto Gio-vanni Scattone impu-gnare l’arma e spararefuori dalla finestra, Sal-vatore Ferraroeraal suofianco);MariachiaraLi-pari, assistente alla cat-tedra di Filosofia del di-ritto (che ha conferma-to la presenza nellastanza dei due ricerca-tori, di Francesco Lipa-rota, l’usciere e di Ga-briella Alletto); Giulia-na Olzai (che ha testi-moniato di aver visto idue giovani allontanarsi precipitosa-mente poco dopo il delitto dall’uni-versità).

I nodi da sciogliere in questo intri-catissimo giallo sono ancora molti.Due, soprattutto: il movente dell’o-micidio e l’arma del delitto. Sul pri-mo si sono avanzate molte ipotesi,ma non è emerso mai nulla di certo.La seconda è stata cercata ovunque,anche nell’ufficio del Fabio Liparota,il fratellodell’usciereaccusatodicon-corso inomicidio.Leprovestubsugliabiti e sullaborsadiGiovanniScatto-neeSalvatoreFerraro,hannorilevatotraccedipolveredasparo.Manonsièmai scoperto dove fosse finita la cali-bro 22. Inoltre i periti hanno sempreparlato di una Bernardelli, non diuna Beretta. Una circostanza che faben sperare gli avvocati Marcello Pe-trelli, Domenico Cartolano e Vin-cenzo Siniscalchi, difensori di Gio-vanniScattoneeSalvatoreFerraro.

Secondo l’accusa sarebbe statoproprio Salvatore Ferraro ad allonta-narsi dalla facoltà, subito dopo il de-litto,conlapistolanellaborsa.

Ieri il ritrovamento casuale dellaBeretta calibro 22 ha aperto nuoviscenari. Adesso l’arma è all’esamedella scientifica e soltanto nei prossi-mi giorni si saprà se la Procura affide-rà una nuova perizia. Comunque va-danolecose, ilmisterorestafitto.Chiha messo la pistola nell’intercapedi-ne del bagno? «In quel bagno posso-no entrare con molta facilità anchegli studenti- hanno spiegato dallasquadra mobile - perché è poco di-stante da una scala esterna la cui por-tarestasempreaperta».

Maria Annunziata Zegarelli

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L’intervista

La difesa:«Se è una Berettacrolla il teorema»

ROMA. Gli avvocati di Giovanni Scattone e Salvatore Ferrarohannosaputodelritrovamentodellapistolacalibro22daigior-nalisti ieri sera. Una sorpresa che puntano, come è ovvio,a vol-gereapropriofavore.«Speriamochelapistolasiadavveroquel-la del delitto, e che dal numero di matricola si possa risalire alproprietarioe dunque al vero assassino».Nonvuolediremoltodipiù l’avvocatoMarcelloPetrelli, legalediGiovanniScattone,il ricercatore universitario in carcere con l’accusa di aver pre-muto ilgrillettodell’armacheucciseMartaRusso.«Èprestoperpoter dire se questo ritrovamento cambierà o meno lasituazio-ne - aggiunge -, noi aspettiamo di saperne di più. Intanto biso-gnerà stabilire se quella trovata al Rettorato sia davvero l’armache ha ucciso. Per ora aggiungere altro è inutile». È invece piùloquace e all’attacco l’avvocato Domenico Cortolano, che di-fende Salvatore Ferraro, l’altroricercatorechesecondol’accusasarebbe stato presente all’omicidio: l’arma del delitto sarebbefinitaproprionellasuaborsadopoildelitto.«Sel’armaritrovataha una matricola nonsaràdifficile risalire alproprietario»,diceCortolano.

Già, ma la Beretta calibro 22 trovata in un bagno del Ret-torato purtroppo ha la matricolaabrasa.

Ah sì? Peccato. Comunque nonsarà difficile, attraverso una perizia,stabilire se è quella la pistola che haucciso Marta Russo. E se fosse con-fermato che quella è l’arma che haucciso sarebbe un elemento a no-strofavore.

Eperchémaiavostrofavore?Perchécrollerebbel’interaperizia

su cui si basa l’accusa. Lei mi diceche la pistola è una Beretta calibro22. Bene, i periti del pubblico mini-stero hanno sempre sostenuto chel’arma che ha sparato il proiettileera una Bernardelli calibro 22. Se laperizia era errata in un punto tantodelicatoleicapiscebenechesarebbetuttodarifare.

Il Rettorato però non è moltodistantedal luogodeldelitto.For-se l’accusa dovrebbe semplice-mente aggiornare la ricostruzio-ne della via di fuga scelta dai pre-sunti assassini, ma ciò non cam-bierebbedi molto le testimonian-ze oculari raccolte contro di loro.Osbaglio?

E invece sbaglia. La cosiddetta te-stimone chiave, Giuliana Olzai, di-ce di aver visto i due fuggire dallaparte della facoltà di Statistica, e in-vecesenonsbaglio ilRettoratoesal-laparteopposta.

Insomma, il ritrovamento del-l’arma del delitto paradossal-mente sarebbe un elemento a vo-strofavore?

È un fatto molto importante e in-fatti io ho già preparato un’istanzaalpubblicoministeroperchiederglidi acquisire quell’arma come corpodel reato. Deve essere l’autorità giu-diziaria, e non la polizia, a svolgereaccertamenti.

C.F.

In alto e qui sopra, il luogo dell’omicidio di Marta Russo; sotto, Giovanni Scattone entra in tribunale Ivano Pais- Bianchi/Ansa

L’intervista

Il perito dell’accusa«Lo stesso calibrodi quei proiettili»

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ROMA. «Non posso escludere chel’armatrovatanelbagnodelRetto-rato sia la stessa usata per uccidereMartaRusso».IlprofessorVeroVa-gnozzi,cheinsiemealcollegaMar-tino Farneti, ha effettuato la con-sulenza balistica sui frammenti diproiettile trovati nella testa dellaragazza uccisa all’Università, spie-ga che soltanto una ulteriore peri-zia,sull’arma,potràsciogliereognidubbio. Da quando si è diffusa lanotizia del ritrovamento dell’ar-ma, nel bagno dell’ufficio tecnicodel Rettorato della Sapienza, il suotelefono non hasmesso un attimodisquillare.

«La cartuccia che ha colpitoMarta Russo è una calibro 22 longrifle. Quest’ultima dovrebbe esse-re appartenuta verosimilmente auna pistola di marca Bernardelli»,avevanoconclusonellaperizia,di-sposta dalla procura, i due consu-lenti. «Certo, mi rendo conto chela notizia è importante, che apreuno spiraglio, ma è presto per po-ter trarre qualunque conclusione -spiegailprofessorVeroVagnozzi -.Bisogna vedere e analizzare l’armaprimadipotersipronunciare».

Professor Vagnozzi, quella tro-

vata oggi (ieri per chi legge) è unaBeretta calibro 22. Può escluderelacompatibilitàconquellachehauccisolastudentessa?

Ci sono alte probabilità che quel-la che ucciso la studentessa sia unapistola Bernardelli, ma parliamo diprobabilitàenoncertezze.Nellape-rizia, infatti, non abbiamo parlatointerminidefinitivi.Abbiamolavo-rato su un frammentodi proiettileeabbiamo identificato le caratteristi-che di classe dell’arma. Quando ilproiettile passa attraverso la cannadella pistola, infatti, ricevedelle im-pronte sulle quali ci sono appuntodelle caratteristiche che ci permet-tono di classificare l’arma. Le carat-teristiche di classe sono: il calibro, ilnumero di rigature; il senso delle ri-gature (destrorso o sinistrorso); lalarghezza dei pieni e dei vuoti dellerigatureeilloropasso.

Il fatto che l’arma trovata sia acanna corta può escludere che siaquelladadoveèpartitoilproietti-lecalibro22longrifle?

Assolutamente no, perché lacosaimportante è il calibro del proiettilee non la canna. Una pistola calibro22, sia a canna corta che a cannalunga, può addirittura sparare un

proiettile 22 long, 22 short o un 6flobert. Noi siamo riusciti a risalirealle caratteristiche di quello che hacolpito Marta Russo dai frammentidi rigature ancora presenti su unaporzionedelproiettile,precisamen-te il fondello, che è la parte non ap-puntita.

Per essere certi che quella ritro-vata sia l’arma del delitto cosa ènecessariofare,adesso?

Dal momento che per ora abbia-mo le caratteristiche di classe delproiettile di Marta Russo, bisogneràaccertareseessesonougualiaquelledell’armatrovata.Ovecisiaidentità

di classe si procederà al tentativo diidentificazione. Le rigature sulproiettile della studentessa sono seie destrorse, se per esempio nella Be-retta ce ne fossero cinque sarebbedel tuttoinutileprocedereallacom-parazione. Come vede in questomomento si possono fare soltantoipotesi.

Poi, è costretto a interrompersi:squilla l’altro telefono. «Mi sembradi capire che stasera dovrò ripeteremolte volte le stesse cose...», con-cludementresaluta.

M. A. Ze.

Un neonato di 11 mesi stroncato da un’infezione: i genitori denunciano la pediatra

Curato con farmaci scaduti: muoreAperta un’inchiesta, il magistrato ordina l’autopsia. I medici si difendono: comunque non c’era più nulla da fare.

Roma, sul diario aveva scritto: «È un giorno come un altro»

Suicida a 13 anni il giorno del compleannoSi impicca dopo una lite con la madre

ROMA. Era cominciata, forse, co-me una normale influenza che si ètrasformata in una bronchiteasmatica la quale, affrontata confarmaci scaduti, è peggiorata sinoalla necessità di un soccorso im-mediato. Il piccolo Luca (è un no-medifantasia)di11mesi,sottopo-sto a terapie nel Policlinico Um-berto I di Roma, èmorto nellanot-te di domenica. Il padre, un ispet-tore di polizia, ha presentato unadenunciacontrolapediatrachehadato al piccolo farmaci scaduti, equindi inefficaci,e l’ospedaleperilpresunto ritardo nel primo inter-ventoditerapiemediche.

Secondoladenuncia,sabatoLu-cahaavutounafebbrechesièalza-ta nel tardo pomeriggio tanto dafar preoccupare i genitorichehan-no telefonato alla guardia medica.Nonostante la sommistrazionedelle medicine consigliate, la feb-bre non si è abbassata. Sempre piùpreoccupati, i genitori del piccolohanno chiamato una pediatrachiedendole di controllare imme-

diatamenteilbambino.DopoavervisitatoLuca, ladottoressahadatoai genitori alcuni farmaci da fargliprendere subito. Più passava iltempo, però, più le condizioni delbambino peggioravano. Luca re-spirava sempre più a fatica e, te-mendo il peggio, i genitori hannodecisodiportarloalprontosoccor-sopediatricodell’UmbertoI.Luca,sotto una tenda di ossigeno, nonmigliorava, le crisi respiratorie di-venivano sempre più frequenti si-no a che, alle tre del mattino, èmorto.

Tornatiacasa, igenitoridiLuca-guardando la scatola dei farmacilasciati dalla pediatra - si sono ac-corti che le medicine erano scadu-te. Ieri pomeriggio il padre è anda-to al commissariato Università adenunciare l’accaduto. Stando alprofessor Manuel Castello, diret-tore dell’Istituto di pediatria delPoliclinico, la morte di Luca nonpresenta alcun elemento di miste-ro: il piccolo, con ogni probabilitàè stato stroncato da una infezione

fulminante da pneumococchi. Se-condo il professore, nella morte diLuca i farmaci somministrati pri-ma del suo arrivo al Policliniconon c’entrano nulla anche perchédopo la scadenza stampigliata sul-la scatola i medicinali hanno altrisei mesi di validità. Luca è giuntoall’accettazione dell’istituto alle22: secondo i medici che lo hannovisitato presentava il quadro clini-co della broncheolite con assenzadifebbre. Ilpiccoloèstatosottopo-stoaunaradiografiaepoiglièstatosomministrato l’ossigeno. Più tar-di Luca è peggiorato e il medico diguardia, dopo aver verificato cheaveva una brachicardia, toglien-dogli il tubodell’ossigenohanota-to la espulsione di un coagulo ver-dastro composto da molti pneu-mococchi.

PocopiùtardiLucaèstatotrasfe-rito nel centro di rianimazioneneonatale,dove,intornoalletre,siè verificato un nuovo arresto car-diaco. Il pubblico ministero di tur-no ha dispostoche il corpodiLuca

siasottopostoadautopsia.Ingeneraleladatadiscadenzadi

un farmaco non corrisponde esat-tamenteallaveraepropria«datadimorte» del suo principio attivo.Indica piuttosto che da quel mo-mento in poi non c’è più alcunagaranzia sulla completa attivitàdellasostanza.Inaltreparole,lato-tale sicurezza sull’efficacia si puòavere solo fino alla data di conser-vazione.Anchequandoil farmacovieneutilizzatoentroladatadisca-denza, comunque, è necessario ri-spettarealcuneregole.

Può infatti perdere efficacia an-chesevieneconservatoatempera-ture troppo alte, oppure alla luceose laconfezionenonèpiùsigillata.Non tutte le molecole reagisconoallostessomodo,alcunesideterio-rano più facilmente di altre. Laconseguenza più comune è, co-munque, che il principio attivoperda l’efficacia. È molto raro, se-condo i farmacologi, che una so-stanza diventi tossica dopo la sca-denza.

ROMA. Domenica 1 febbraio. «Oggiè una giornata come un’altra». An-drea, 13 anni, ha scritto così sul suodiario prima di chiudersi nel bagnoper impiccarsi con un filo elettricofissato alla maniglia della persiana.Ha deciso di uccidersi nel giorno delsuo compleanno, dopo una lite conla madre che aveva bocciato la suaproposta di passare la domenica po-meriggio fuori con un suo amico, dinon fare i compiti, e dunque di nonandareascuolalunedì.Volevafesteg-giare così il suo compleanno. «Io gliho risposto che non se ne parlavaneppure - ha raccontato sconvolta ladonna alla polizia -. Gli ho detto checomunque doveva studiare». Ma èpossibile che si sia ucciso solo perquesto? È la domanda straziante chesi fanno i genitori del ragazzino. An-cheicompagnidiclasseeiprofessori,che ieri mattina hanno sospeso le le-zioni per andare acasa di Andrea, nelquartiere romano di San Paolo. Ripe-tevano tutti le stesse cose sul loroamichetto, quel ragazzino biondocongliocchiazzurri, sempreallegroe

socievole con tutti. «Non sembravapropriocheavessedeiproblemi,nonli aveva a scuola, e per quantonesap-piamo neppure in casa». «Il rendi-mentodelragazzoerabuono-spiega-va ieri mattina un professore -, non èverocheavessedeiproblemi».

Per cercare di scoprire almeno unperché, i genitori e gli investigatorihanno ripercorso ora per ora gli ulti-migiornidiAndrea.L’unicoelemen-to che la madre ricorda è il no alla ri-chiesta di non fare i compiti. Andreaa quel punto ha preso dei libri, si èchiuso nella sua stanza e quando lamadreèuscitaperandareacomprareun dolce, rimasto in casa con l’anzia-nanonna,èandato inbagnoesièuc-ciso impiccandosi con il filo elettricodella radiosveglia. Quando la donnaè rientrata, non vedendo il figlio, loha cercato in tutta la casa e lo ha tro-vato senza vita nel bagno della suastanza. Ha chiesto aiuto al 113 e, di-sperata,ha raccontatoallapoliziaco-sa era successo. In lacrime ha dettoche Andrea, ultimo di tre figli e con ifratelli ormai maggiorenni, era il

«cocco» dicasa,moltoseguitodaige-nitori, il padre lavora in un ippodro-mo e la madre è casalinga. Rimastounico figlio incasa, i due fratellidi23e 27 anni sono ormai indipendenti,viveva con i genitori e un’anziananonnadi88anni. Frequentava la ter-za media dove era ben inserito fra icompagni tra i quali ieri c’erano in-credulità, disagio, nessuna possibili-tà di trovare un appiglio a cui attac-carsi per poter spiegare il gesto e, ma-gari, alleviare un pò di dolore. Anchei vicini di casa ieri piangevano. E de-scrivevano quella di Andrea comeuna «famiglia felice», sempre allegrae disponibile. «Suo papà è il mio pri-mocliente -hadettolagiornalaiachehal’edicolapropriodifrontealpalaz-zo - tutte le mattine, all’apertura, vie-ne qui con il cane a prendere il gior-nale.AncheAndrealovedevospesso,eràcosìbello,conicapellibiondiegliocchi azzurri; era sempre pieno di vi-ta.Nonriescoacrederci. Ieri,quandohosaputoquellocheerasuccesso,so-no rimasta impietrita, le parole nonmiuscivanopiùdallabocca».

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LA POLITICA Martedì 3 febbraio 1998l’Unità11Istruzione e riforma delle istituzioni al centro di una manifestazione che si è svolta ieri a Lecce

Violante dalla parte degli insegnanti«In Italia vengono pagati poco»Il presidente della Camera: «La scuola non è un tema periferico»

Torna la Dc?Polemicatra Marinie AngiusFranco Marini, segretariodel Ppi, critica l’intervistarilasciata a “La Repubblica”dall’esponente del Pds,Gavino Angius, che haparlato di “de-democristianizzazionedell’Italia grazie all’assePds-An”. «Peccato - diceMarini - perché è unautogol dellarappresentativa delcentrosinistra. Se si trattadello svarione di unariserva, poco male; seinvece indicasse unavolontà strategica dellasquadra sarebbe moltopreoccupante». SecondoMarini l’intervista diAngius «è il primo vero golsegnato da Cossiga daquando è sceso incampo...». Secondo Marini,comunque, ci sarebbeun’agitazione «inutile»intorno al tema dellaproporzionale; a suogiudizio le riforme sifaranno e di leggeelettorale se ne parleràsolo alla fine del percorsodi revisione costituzionale.Gavino Angius, da partesua, replica dicendosi «unpo‘ sorpreso per lepolemiche» suscitate da unsuo riferimento alla Dc.«Non intendeva esserci -precisa - alcuna offesa odileggio per una forzapolitica radicata nellastoria del paese come laDC. Ho invece espresso unafondata preoccupazioneper l’esito che il processoriformatore può avere. Inparticolare per il tentativomesso in atto da settori didestra, di centro e disinistra per un ritorno alproporzionalismo».Secondo Angius,«purtroppo, ledichiarazioni dei leader diFi, di Rifondazione e Ccd-Cdu hanno confermatoquesto rischio. Al tempostesso non si può ignorareil rapporto esistente tra ilritorno alproporzionalismo e iltentativo, da più partiposto in essere, diricostruire il grande centro.È evidente - conclude - chequalora un disegno delgenere dovesse prenderecorpo ulteriormente, sibloccherebbe ilcambiamento in sensobipolare del nostro sistemapolitico, prefigurandoquindi il ritorno ad unpassato che non devetornare».

ROMA. Imilionidibambinieragaz-zi che ogni giorno varcano la portadella loro classe trovano seduto incattedraunmaestroounprofessoreche per guadagnarsi quel posto hadovuto studiare, fare concorsi, la-sciaremoltospesso lapropriacittàoassoggettarsi quotidianamente alunghi viaggi per raggiungere la se-deche,sovente,èprovvisoria. Il tut-toperunostipendioal limitedelde-coro, conil quale devonomantene-re se stessi e la propriafamiglia, ma anchecoltivare la propriapreparazione. Il che,in tempi come questi,non significa solo uncorsodiaggiornamen-to ogni tanto, di quelliorganizzati dalla scuo-la stessa. Ma significalibri, cinema e, maga-ri, anche unviaggio suInternet. Le difficoltàdi essere docente oggiha voluto ricordarle ilpresidente della Ca-mera. «Affidiamo figlienipotiagentechepa-ghiamo poco» ha det-to Luciano Violante.Bisogna intervenire inquesta situazione conurgenza, ha insistito ilpresidente, e non soloper risolvere ilproblemaretributivodella categoria ma anche per «rico-noscereconforza il ruolodegli inse-gnanti. Nonpuò essere periferia -haspiegato- chi ha il compito di tra-smettere la conoscenza e il sapere,perchéunasocietàcheconsiderasseperiferia gli insegnati si condannaall’isolamentoeanonpensareaidi-rittidellegenerazionifuture».

La notazione di Violante, musicaper le orecchie di chi ha la difficoltà

di coniugare decoro e sopravviven-za, è stata una dei momenti forti diun discorso che il presidente dellaCamera ha tenuto a Lecce, sul temapiù complessivo dei cambiamentichestannointeressandolastrutturastessa dello stato e dai quali nonpossono restare fuori quelli cui è af-fidato losviluppoculturaledellege-nerazioniper lequalisistacercandodi costruire un futuro migliore.«Questoè il tempodelle riforme,è il

tempo dell’inizio di una nuova sto-ria italianachepuòessereaffidataalcentrodestra, al centrosinistra, achiunquemaèunafaseincui,uscitidalle sacche della guerra fredda in-terna, si vada finalmente ad un si-stema libero in cui ciascuno possagovernaresecondoiprincipidell’al-ternanza».

In attesa che questo avvenga ilproblema scuola resta in tutta la suagravità. Dalle aule fatiscenti, ai pro-

fessorimal pagati finoai ragazzi chesi perdono lungo la strada del corsodi studi. E la gran parte non permancanza di voglia di studiare maperché, ancora ragazzini, devonocontribuire al bilancio familiare.Dietro l’abbandonoscolasticoci so-no storie di disperazione e di degra-do che stranamente non riguarda-no solo le zone povere del Paese mache si ritrova anche in quelle piùopulente.Nelcorsodell’annoscola-

stico 1996/97 hannoabbandonato la scuolaelementare almeno1.800 alunni. Nellostesso periodo le auledella scuola media sisono svuotate di undi-cimila ragazzi, lo 0,62per cento del totale de-gli iscritti. Ma è alle su-periori che il fenome-no si intensifica di più:il 30 per cento circa deiragazzi iscritti al primoanno della secondariasuperiore non conse-gue il diploma, in altrecifre 130mila ogni an-no. L’abbandono deibanchi di scuola, dun-que, è un problemastrettamente collegatoalla piaga del lavorominorile.Unproblema

da non sottovalutare -come sottoli-nea il sottosegretario alla PubblicaIstruzione, Albertina Soliani- spe-cialmente nelle aree del Mezzogior-no. La percentuale di abbandonodella scuola coinvolge mediamentel’1,94 per cento degli studenti sici-liani, l’1,04 per cento di quelli cam-pani, l1,13 dei sardi e l’1,19deicala-bresi.

M.Ci.

In vari paesi europei, ma anchenegli Stati Uniti la retribuzionemensile degli insegnanti dellescuole medie superiori si aggiraintorno ai 5 milioni di lire.

Gran Bretagna. Un insegnan-te al di sotto dei 25 anni di etàguadagna circa 40 milioni l’an-no e arriva a guadagnarne, dopo25 anni, oltre 60. La media deglistipendi è di 22.100 sterline. Ledonne guadagnano di meno:20.830 contro le 22.100 degliuomini.

Danimarca. Un insegnante diliceo guadagna in partenza 5milioni (18mila corone lordemensili). Ma con 15 scatti di an-zianità arriva a 25mila corone.Lavora al massimo 21 ore la set-timana per 200 giorni l’anno.

Germania. Un professoreguadagna da un minimo di 3milioni e 750mila lire a 6 milio-

ni e 200mila. La retribuzionenetta, ed eventualmente inte-grata di assegni familiari, variamolto in base a anzianità di ser-vizio, qualificazione, stato civi-le, prole. Lo stipendio minimo(3 milioni e 750mila) va ad unprofessore di ginnasio di primanomina, celibe. I sei milionivanno ad insegnanti con altaqualificazione ma al limite dellapensione, sposati e con due fi-gli. Gli insegnanti tedeschi sono«funzionari statali» ( Beamten),non licenziabili ma con partico-lari oneri, come il divieto disciopero. Un professore di liceocon 14 anni di anzianità (com-presi gli anni dell’università),sposato e con due figli, guada-gna 5 milioni e 700mila lire net-ti.

Austria. Gli insegnanti dellescuole superiori guadagnano inmedia 36mila scellini (circa 5

milioni di lire) al mese lordi. Pertasse e contributi vanno detratticirca 12mila scellini (1,7 milionicirca), pari a poco più del 30%.Al netto restano dunque 24milascellini (circa 3,4 milioni di lire).La paga iniziale è di circa 3 mi-lioni di lire (822mila scellini),quella al termine della carrieradi circa 7 milioni (50mila scelli-ni).

Francia. Gli stipendi degli in-segnanti, rivalutati in misuraconsistente nel 1990, per mediee liceo, a seconda che l’inse-gnante sia «agregé» o «certifié»(che abbia cioè superato un con-corso più o meno difficile),oscillano tra i 135mila e i118mila franchi all’anno (45-35milioni di lire), che diventano, ametà carriera, 204mila e 159mi-la (60-45 milioni) e a fine carrie-ra 311mila e 252mila (90-75 mi-lioni). A questi valori lordi van-no aggiunte le indennità distraordinario e i «premi».

Stati Uniti. Gli stipendi degliinsegnanti nelle scuole pubbli-che variano molto a seconda de-gli stati, dell’anzianità e del li-vello di insegnamento. La me-dia nazionale nel 1997, per lescuole elementari, medie e per ilicei, è di poco inferiore a 39mi-la dollari l’anno lordi, 5 milionial mese, per un terzo destinati atasse e contributi.

Le cifre

In Europa e negli Usadocenti più ricchiCirca 5 milioni al mese

Maestri 0 anni 2.404.833

elementari 15 anni 2.902.583

35 anni 3.520.667

Professori 0 anni 2.610.417

di scuola media 15 anni 3.187.417

35 anni 3.901.500

Professori 0 anni 2.610.417

di media 15 anni 3.285.500

superiore 35 anni 4.095.500

Livelliscolastici

Anzianità Stipendio lordo

QUANTO GUADAGNANOGLI INSEGNANTI IN ITALIA

QUANTO GUADAGNANOGLI INSEGNANTI IN ITALIAQUANTO GUADAGNANO

GLI INSEGNANTI IN ITALIA

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L’intervista «Dal centrosinistra risposte insufficienti»

Panini, Cgil: «Governo e Parlamentodevono passare dalle parole ai fatti»«Da noi gli stipendi degli insegnanti sono più bassi della media dei paesi dell’Europa.Il risultato europeo è il frutto di investimenti compiuti a partire dagli anni ’80».

Roberto Barberini/Blow up

ROMA. Unconfrontofra isalaridegliinsegnanti nei vari paesi europei èdifficile, se non impossibile, perchésonodiverselebasidipartenza,lecar-riere, la progressione retributiva. Manon c’è dubbio che quelli italiani so-no bassi. Un miraggio o quasi, i 5 mi-lioni di lire che vanno in tasca ai col-leghi europei che insegnano nellemedie superiori. E poi c’è la questio-ne delle carriere. In Francia, ad esem-pio, le carriere sono legate ai concor-si, al riconoscimento, in termini eco-nomici,dellequalitàpedagogiche.InItalia, il maggiore impegno è per lopiù registrato sotto la sfera delvolon-tariato. E chi lavora con passione tro-va spesso di frontea séunmurodi in-differenza dentro l’istituzione. Ognitanto c’è un’impennata di interesseper le sorti di questo mondo a parteche è la scuola. Una «periferia», de-nunciailpresidentedellaCameraLu-ciano Violante. Il segretarionaziona-le della Cgil scuola Enrico Panini co-glie l’attimo di questo riflettore acce-so per chiedere al governo e al Parla-mento di «passare dalle parole ai fat-

ti».Violantehaspezzatounalancia

a favore degli insegnanti: salaritroppo bassi, scarsa considerazio-neperillororuoloformativo...

«Sono d’accordo. È vero quelloche dice Violante: la scuola rischiasempre di essere “periferia”...Ma ilgoverno ha due strumenti per dareuna risposta fattiva ed evitare il ri-schio. Innanzitutto, trasmettere al-l’Aran (l’agenzia che si occupa deirinnovi contrattuali) una direttivache traduca l’accordo sulla scuolafirmato il 10 dicembre da Cofferati,D’Antoni, Larizza e Prodi. Una di-rettiva specifica che evidenzi le so-luzioni che il governo intende darein sede di trattativa alla questioneretributiva degli insegnanti. In se-condo luogo, mettere nero su bian-co l’intenzionedidefinireunavoltaper tutte la carriera professionaledentro la scuola.Chenonesiste.Unlavoro, quello degli insegnanti, dal-la carriera piatta, una professioneprivadicrescita.

Ma sono così bassi gli stipendi

degli insegnanti, rispetto ad altrecategorie? Undatoècerto: cheso-no bassi rispetto a quelli che per-cepiscono i loro colleghi negli al-tri paesi europei, se è vero che nelresto d’Europa la retribuzionemensile di un docente di mediasuperioresiaggiraintornoai5mi-lionidilire...

«Un insegnante di scuola mediacon 15 anni di anzianità guadagnain media, in Italia, 2.200mila lirenette al mese. Uno di scuola ele-mentare, poco più di due milioninetti. Il paragone con la situazioneeuropea vede l’Italia in posizionimolto distanti. Il risultato europeoperò è anche il frutto di politiche diinvestimentosullascuolacompiuteapartiredaglianni‘80.Danoiglisti-pendi della scuola hanno risentitodei problemi generali del pubblicoimpiego e, in modo specifico, del-l’abbandonodellepolitichediinve-stimento in questo settore che hacaratterizzato i vari governi per de-cenni».

DalgovernoProdièarrivatoun

inputdiverso?Anche la politica del governo di

centro sinistra, da questo punto divista, è insufficiente. Alle afferma-zioni di principio non sono seguitescelte concrete. A partire dai propo-siti contenuti nel programma elet-torale. Prodi ha ripetuto più volteche il ‘98 deve essere l’anno dell’oc-cupazione, della formazione e dellascuola. Mi auguro che lo diventirealmenteinterminidiriforme.Co-minciando a mettere in calendarioalla Camera, ad esempio, la discus-sione della riforma dei cicli, unprovvedimento di riforma com-plessiva del sistema. Con tempi cer-ti per la sua conclusione. Inoltre, al-tra cosa urgente e non rinviabile, èl’oradidefinireunpianoplurienna-le di investimenti in un settore chefinorahavistosolotagli».

Stipendi bassi e scarsa conside-razione sociale. La crisi di ruolodegli insegnanti è ormai datata.Negliultimiannilecosesonopeg-giorate?

«Sì, perché ormai ilcaricodi lavo-

ronontrovapiùnessunacorrispon-denza con le retribuzioni. In assen-za di riforme strutturali si sono ri-versati sulla scuola progetti di inno-vazione e sperimentazione chehanno comportato modifiche nel-l’organizzazione del lavoro e appe-santimento dei carichi di lavoro. Ladirettivaacuifacevoriferimentoso-pra, che il governo dovrebbe ema-nare ,dovrebbeservireachiarirean-che questo: che per gli insegnantinon c’è solo il problema del recupe-ro sull’inflazione programmata, c’èanche un problema specifico di ri-sorseretributiveinpiùdacontratta-re in sede di trattativa decentrataper far fronte ai processi di innova-zione in corso che gravano sulle lo-rospalle».

Fra i vari livelli di scuola, qualisono gli insegnanti che stannopeggio?

«La sofferenza è generalizzata.Ma i maggiori disagi, dal punto divista del ruolo, sonovissutidagli in-segnanti della scuola media di pri-mo grado, l’ordine più “giovane”,

riformato nel ‘62. In realtà, sullamedia inferiore, in questi annisi so-no riversate pochissime attenzionie gli insegnanti che lavorano conuna fascia di età fra le più delicate,sono stati abbandonati alla lororoutine. È urgente ripensare questolivellodiscuolacheormainonèpiùterminalevistocheallamediasupe-riore si iscrive ormai il 94% dei ra-gazzi. Un capitolo importante, cheincidesulmododiessereedilavora-re con i ragazzi, sulle motivazioniindividuali,èquellodellaformazio-ne dei docenti. La formazione uni-versitaria per tutti gli insegnanti èstatafissataper legge.Riusciràapar-tire a tappeto in tutte le università?Dovrebbe essere un obiettivo daperseguire con determinazione.Ancheperlaformazioneinservizio,oggi frastagliata e disorganica, oc-corrono risorse e strumenti diversidagli attuali. Occorre soprattuttoun coordinamento nazionale, unascaladipriorità...

Luana Benini

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GLI SPETTACOLI Martedì 3 febbraio 1998l’Unità29Stasera è su Raiuno in «Oscar per due»

Bisio papà nella vita,in teatro e in tv«Ma il mio sogno eraandare a Sanremo»

SPECIALI TV Oggi alle 21 su Canale 5 due ore dedicate alla prostituzione

L’iniziazione di Pippo Baudoprima della legge MerlinConducono Barbara Palombelli e Lamberto Sposini: un misto tra talk show e inchiesta a quarantaanni dall’entrata in vigore del divieto. Turco, Parietti, Aspesi, La Russa e don Benzi tra gli ospiti.

PieraccioniRemake Usadel «Ciclone»In America stannolavorandoa un remake del Ciclone. L’haannunciato Leonardo Pie-raccioni, in partenza per ilfestival di Miami, a cui par-teciperà assieme a Miche-langelo Antonioni. La Bue-na Vista distribuirà il filmall’estero e negli Stati Uniti.

BerlinerA Roma ineditodi BrechtUn inedito di Brecht, Judithvon Shimoda, sarà presenta-to dal Berliner Ensemble aRoma, al Teatro Vascello. Sitratta di una rielaborazionedella Storia di Okichi, la put-tana degli stranieri di YuzoYamamoto, a cui il dram-maturgo lavorò nel 1940,durante l’esilio in Finlan-dia.

Tra i film pornoVideo softdella SchifferUn video molto soft con unagiovanissima Claudia Schif-fer in pose seducenti, ma pernulla hard, viene venduto trai film porno dei sexy-shop te-deschi. Per un marco ogniquattrominutièstatoaddirit-tura proiettato in video cabi-ne di Dusseldorf assieme a 64altrepellicolealucirosse.

In onda su RaiunoGenitori controfilm di PakulaIl Moige (Movimento italia-no genitori) ha chiesto la so-spensione della messa in on-da del film Il rapporto Pelican,in programma ieri sera suRaiuno alle 20.30. L’asso-ciazione, dice in una nota,che si tratta di «un giallodenso di violenze e paura»e, quindi, programmando-lo, Raiuno «dimentica il co-dice di autoregolamenta-zione sui minori». Imme-diata la replica di Raiuno:«Il film di Pakula non hascene di particolare violen-ze come sostiene il movi-mento dei genitori ed è giàandato in onda in prima se-rata proprio lo scorso an-no».

Il CodaconsSciopero controaumento cinemaIl Codacons ha denunciatoalla Procura della repubblicadi Milano e all’Antitrast, l’As-sociazione degli esercenti(Anec) per il reato di aggiot-taggio ed abuso di posizionedominante, per l’annunciatoaumento del prezzo del bi-glietto a 13 mila lire nelle salemilanesi. Per protestare con-tro l’aumento il Codacons in-vitaglispettatoriascioperare

ROMA. «La fiction tv è arrivata adun punto di non ritorno. Si è rag-giunto il limite del pietismo conmamme tossiche che partorisconofigli con l’Aids e figli che, a loro vol-ta, implorano le madri di smetteredi farsi le pere. Tutto ciò è davveropoco realistico, anzi è dannoso sulpiano sociale...». Per questo FeliceFarina, regista di cinema col gustodella commedia (Sembra morto maè solo svenuto, Condominio, Bidoni)ha accettato la «scommessa» diportare anche sul piccolo scher-mo un genere così inusuale per ilpubblico televisivo. E in più, af-frontando un tema che si prestafacilmente alle lacrime: l’affida-mento. Ecco allora Oscar per due,in onda stasera in prima serata suRaiuno. Dove l’Oscar in questio-ne è un orfano in cerca di casache viene dato in affido ad unacoppia sull’orlo dello «scoppio»:Amanda Sandrelli e Claudio Bi-sio, madre e padre in procinto didivorziare che cercano di nascon-dere al giudice la loro situazioneper ottenere comunque la curadel ragazzino. Ci riescono, nono-stante le mille difficoltà: tutti edue, infatti, hanno già altri com-pagni e vite separate, sono, in-somma, un esempio perfetto di«famiglia allargata». Ma, alla fine,grazie ad Oscar i due tornerannoinsieme. Con un finale di grande«trasgressione» per gli standarddi Raiuno, nel quale Bisio accette-rà una paternità sicuramente nonsua. E c’è chi dice che proprio perquesto Oscar per due è rimasto fer-mo nei magazzini di Raiuno peroltre un anno.

Soddisfattissimo del ruolo di«moderno» papà si mostra poiClaudio Bisio, diventato ormaiuna sorta di «simbolo della pater-nità» con l’interpretazione delMonsieur Malaussène di DanielPennac, presto in tournée in tut-ta Italia, dopo i successi ottenutia Genova, nei giorni scorsi, nel-l’ambito del festival dedicato al-l’intera opera del celebre scrittorefrancese. Un ruolo che, per altro,ha anche nella vita: «Ho unabambina di di due anni e un altrobebé in arrivo a maggio», precisal’attore impegnato contempora-neamente anche con Mai dire gol.E confesso che mi sarebbe piaciu-to tantissimo essere mamma...perché i padri possono solo esserepresunti». Per il resto Bisio dice diessere molto contento di questofilm, «la mia prima esperienza difiction televisiva», visto che Oscarper due è stato girato un anno pri-ma di Un giorno fortunato di Mas-simo Martelli, nel quale l’attoremilanese era al fianco di Fabio Fa-zio nei panni di un insolito«strizzacervelli». Dice Bisio: «Lafiction televisiva intesa in questomodo, lontana cioè dai solitidrammoni, potrebbe essere unastrada alternativa da percorrere».Per il momento, però, lui pensaal teatro, e soprattutto al cinema.

Il suo modello, dice, «è RobertoBenigni. La vita è bella è il filmpiù bello dell’anno». Così sta scri-vendo un soggetto costruito su dilui e quindi sostanzialmente co-mico. «La spinta - confessa - mi èvenuta in seguito al successo ot-tenuto da Aldo, Giovanni e Gia-como con Tre uomini e una gam-ba, un bel film fresco di gente diteatro e di cabaret».

Dopo tanto cinema «importan-te» (da Salvatores a La tregua) Bi-sio, insomma, ha voglia di realiz-zare qualcosa di più «personale».«Confesso di essere ambizioso -dice - e mi piacerebbe fare per ilcinema quello che ho fatto inteatro: realizzare qualcosa di cuisono responsabile al 98 per cen-to. Fare un film, cioè, in cui rischicome autore».

Infine Claudio Bisio confessaanche che gli sarebbe piaciutauna incursione goliardica al festi-val di Sanremo, magari con l’ami-co Abatantuono. «Un po‘ di tem-po fa ci avevamo anche pensato»,conclude, «ma la nostra ideal’hanno già realizzata Elio e leStorie Tese, per cui ora nonavrebbe più senso riproporla».

Gabriella Gallozzi

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Dieci annidi lotte perla legge

Angelina Merlin, senatricesocialista, prima firmatariadella legge che abolì le casechiuse in Italia, è morta il 16agosto del 1979, ma il suonome non è statodimenticato e circola incontinuazione in ricorrentipolemiche che riguardano ilmodo di affrontare ilproblema della prostituzione.Con la sua lunga battagliaparlamentare, durata bendieci anni, la parlamentaresocialista riuscì a farfinalmente abrogare lenormative in materia diprostituzione che erano statoemaenato addirittura dalgoverno Crispi nel 1883. Era il29 gennaio del 1958 e in quelmomento in Italia c’erano 560case di tolleranza, nelle qualirisultavano lavorare 2700donne. Già allora, quindi, lagran parte dell’eternomercato della prostituzione sisvolgeva del tutto fuori dalcontrollo esercitato delloStato.

M. N. O.La Universal«risarcisce»Orson Welles Prostitute lungo una strada, sotto Alba Parietti e Pippo Baudo Tania Cristofari/FotoA3

Orson Welles risarcito.«L’infernale Quinlan», chesuo tempo fu giudicatotroppo dark e inquietante,uscirà di nuovo nelle salenella versione voluta dalregista e ricostruita grazieai suoi appunti. Ilmanoscritto è del ‘58 econtiene una serie diistruzioni per i boss dellaUniversal. Istruzioni,manco a dirlo,allegramente cestinate almontaggio visto che si eradeciso di non puntare piùdi tanto su «Touch of Evil»(questo il titolo originale)anche se la versione lungaè sempre stata conservatanei magazzini della major.Ma ora, a mezzo secolo didistanza, arriva lariparazione del torto. Itecnici Bill Varney e WalterMurch restituiranno alpubblico il director’s cut diun film che contrappone ilpoliziotto buono CharltonHeston e lo sbirro cattivoOrson Welles in unaterribile sfida vagamenteispirata al romanzo diMasterson «Contro tutti».

MILANO. Che cosa c’è dietro le Per-siane chiuse annunciate da Canale5 per stasera alle 21? Lo spiega su-bito il sottotitolo, che dice «Qua-rant’anni dopo la legge Merlin». Siparla dunque della abolizione del-le case chiuse, avvenuta in Italiadopo un lunghissimo iter parla-mentare, il 29 gennaio del 1958.Naturalmente la prostituzione, do-po quelle norme civili che avvici-navano il nostro paese agli altripaesi europei, non ha smesso diesistere. Anzi, non è nemmeno di-minuita, come è facile vedere sullestrade ogni notte. Però è stato af-fermato un principio importante:lo Stato smetteva di farsi garante ecomplice di uno sporco mercato.

Stasera se ne parlerà nel corso diuno Speciale di Canale 5 (ore 21)che sarà condotto da Barbara Pa-lombelli e Lamberto Sposini, cop-pia inedita per l’informazione tele-visiva: lui conduttore del Tg5, leieditorialista di Repubblica e mogliedel sindaco di Roma Francesco Ru-telli, già protagonista in video nel-la Raitre di Angelo Guglielmi. In-sieme i due giornalisti sperimente-ranno una formula nuova: un frit-to misto (si può dire?) tra talkshow e inchiesta, filmati storici einterviste. Può uscirne una granconfusione di generi e di chiac-chiere, oppure un contributo inte-

ressante a un dibattito che è dasempre aperto nel Paese.

Lamberto Sposini è naturalmen-te convinto della utilità dell’inizia-tiva, che non è stata decisa peremergenze particolari di cronaca,ma perché-ricorda «La legge Mer-lin festeggia i suoi primi quaran-t’anni, che sarannoforse anche gli ulti-mi». Una dichiarazio-ne che sottintendeuna presa di posizio-ne. Che cosa pensadunque Sposini dellasempre ventilata ne-cessità di rimetteremano alla legge? «Io-risponde-in questecircostanze sono soloun testimone. Quindiquello che penso è re-lativo, ma natural-mente ho le mie ideee credo che sia il casodi ripensare qualcosa.La situazione è sotto gli occhi ditutti: migliaia di prostitute in stra-da e case chiuse ad ogni angolo.Noi presenteremo nel corso di dueore ospiti di varia natura, filmati etestimonianze registrate, schede eservizi. Particolarmente interes-santi due reportage: il primo vieneda Las Vegas, da un casino che haper addetto stampa John Bobbit,

già protagonista di un clamorosoprocesso contro la moglie che loaveva evirato. Il secondo reportageviene dall’Australia, dove un bor-dello è quotato in borsa. Tanto pervedere, in questa epoca di globaliz-zazione, come si evolve il mercatopiù antico del mondo. Per quello

che riguarda invece l’Italia le testi-monianze più interessanti sonoquelle di vecchie signore che han-no lavorato nelle case chiuse (e a70 anni ancora esercitano!), oppu-re quelle di belle di giorno che lofanno come secondo lavoro».

Anche Barbara Palombelli ritie-ne che sia necessario ripensare tut-to il problema della prostituzione.

«Secondo me-dice-bisogna esserepiù tolleranti con chi esercita negliappartamenti e meno con chi eser-cita il racket, confiscando interiquartieri e imponendo alla collet-tività spettacoli orrendi».

Tutto vero, ma basta pensare al-la ricostruzione dei due casini,quello di lusso e quello più popo-lare nel film di Federico Fellini Ro-ma, per cancellare ogni possibiledubbio sul passato. Eppure c’è chirimpiange quei luoghi di infinitosquallore, nei quali gli uomini spo-sati andavano a «divertirsi» e i ra-gazzini a imparare il sesso intesocome disprezzo per le donne. Pip-po Baudo nel corso del program-ma racconterà appunto la sua ini-ziazione sessuale e vedremo se ilcoraggio di questa rivelazione sa-prà evitare il rischio della volgari-tà.

Numerosi gli altri ospiti annun-ciati, che per fortuna non appar-tengono tutti alla compagnia di gi-ro dei soliti noti televisivi. Ecco inomi: Alba Parietti, Vittorio Feltri,Natalia Aspesi, Livia Turco, Igna-zio La Russa, Mario Borghezio, Ste-fania Prestigiacomo, Cesare Rimi-ni, Anna Maria Bernardini De Pa-ce, don Oreste Benzi e il giornali-sta Guido Vergani.

M. N. O.

ROCK Il chitarrista di origine italiana sulla scena dopo cinque anni di assenza

Torna Chris Rea e Londra brizzolata lo festeggiaPresentato con un concerto al Shepherd Bush Empire il nuovo cd: «The Blue Café». Buona musica senza rischi e con molto blues.

Dalla Prima

Finché un titolo sui gusti ses-suali di quel divo o sulle antipa-tie professionali di quell’attrice«tirerà» più di un’intervista, di-ciamo seria, con un regista divaglia che non vomita imprope-ri sul prossimo, sarà difficile in-vertire una tendenza che riguar-da un po‘ tutti. Naturalmenteognuno fa il giornale che vuole,ci mancherebbe, ma come nonconsiderare un oggettivo inde-bolimento culturale il restringi-mento degli spazi riservati allerecensioni (c’è un quotidianoche ha addirittura abolito la fi-gura del critico titolare) o diquelli riservabili ad argomentimeno popolari in senso stretto?

Poi c’è l’insofferenza dichiara-ta degli stessi protagonisti che«fanno» la notizia. Ci sarà pureun motivo se, da qualche annoa questa parte, cineasti comeAmelio, Tornatore, Moretti, Sol-dini, Scola, Soldini hanno sem-pre meno voglia di raccontarealla stampa i loro nuovi film. Te-mono giustamente che la ripeti-zione giornalistica incrementi lanoia, il senso di «già visto», eraffreddi la sorpresa nello spet-

tatore. Già oggi vedi un trailerin tv ed è come se avessi vistol’intero film. Figurarsi con la car-ta stampata: di un film si parlamentre lo si gira, quando èpronto, quando va a un festival,quando esce nelle sale e quan-do diventa un caso politico (co-me La vita è bella di Benigni).Con il risultato di trasformaretalvolta il giornalista in una sor-ta di surrogato dell’ufficio stam-pa, che a sua volta distribuiscescoop per lo più inesistenti conl’aria di farti un grosso piacere.

Modesta proposta: curarsi unpo‘ meno, nei limiti del ragio-nevole, della concorrenza suisingoli argomenti per fare pagi-ne degli spettacoli più persona-li, capaci di intrecciare informa-zione «alta» e «bassa», spunticolti e argomenti di interessegenerale, contributi critici e cu-riosità cinefile. È difficile, mapotrebbe essere l’unica stradapercorribile per raddrizzare ilrapporto, oggi periclitante e va-gamente distorto, tra chi scrive,chi legge e chi fa cinema. Senzaconfondere i rispettivi ambiti.

[Michele Anselmi]

LONDRA. Gli piacciono le automo-bili da corsa, ma in concerto se laprende col tram. Chris Rea, cantau-toree chitarristaconquasi trent’an-ni di carriera alle spalle s’è rimessoin strada dopo cinque anni d’assen-zachehausatoperfare laregiadiunfilm intitolato La Passione, un ca-priccio che voleva cavarsi e che gli ècostato caro. È la storia di un ragaz-zino inglese d’origine italiana chesviluppaunafissazioneperuncorri-dore automobilistico e che, diven-tato uomo d’affari, riesce a com-prarsi una fiammante Ferrari.Qual-cosa diautobiografico. Abbiamo vi-sto il film, presenti Rea e lacantanteShirleyBasseycheinterpretasestes-sa e sbraita l’omonimo incalzantemotivo. InInghilterranonhaavutosuccessoedèuscitodallacircolazio-ne con la velocità di un bolide, maciò non toglie che alla «prima» al-l’Odeon Cinema la sala fosse stra-piena. Rea di fans ne ha moltissimi,buonaparteconletempiegiàgrigie.Comealconcertochehadatol’altrasera allo Shepherd Bush Empire, un

teatrino delapidato con un bar cheha venduto fiumi di birra mentrelui, rilassatissimo, in tenuta da jog-ging, s’è messo in strada coi motividal suo ultimo cd intitolato TheBlue Café. «Blue» in inglese signifi-ca «triste, malinconico», tema beneillustrato, oltre che dalla sua laringeunpòlugubre,daldisegnodellelucicheall’apertura, stranamentesenzaapplausi, ha gettato un solo spotd’autostrada sul cantante e il suocomplesso: Martin Ditcham allabatteria, Max Middleton alla tastie-ra e Silvan Marc al contrabbasso.Rea ha cominciato con versi come«there is nothing to fear» (niente dicui aver paura) ed ha continuatoconaltridelsuorepertorio«misonoinnamorato», «questa strada vaavanti per sempre», «ho aspettatocosìtanto»,ecc.ecc.Hapoiparcheg-giato per quattro minuti e mezzodavanti a una delle vedute più inte-ressantidelsuopercorso:Shadowofthe Big Man (ombra del grande uo-mo). È una ballata che esorta l’op-presso ad allontanarsi dall’ombra

del «grande uomo», descritto comeunospietato individuochestàalso-le mentre i poveracci muoiono difreddoecheobbligalagentea«ven-deremoglieebambini». Il temasiri-fà alle tradizioni del blues america-noecontrastacolrimamentedelre-pertorio di Rea che sembra per lamaggior parte del tipo donne e mo-tori.Ledonne,chesichiaminoJose-phine o Giulia, sono abbozzate inmaniera superficiale, come in certicalendari. Fannodarecipientiper lesue osservazioni. Non emettonosentimenti propri, né hanno dellevite o delle esperienze interessantidaraccontare.Siamoadanni lucedidistanza dalla «signora della bassa»di Bob Dylan, Eleanor Rigby deiBeatles o della Marinella di De An-dré. Tra i numeri più applauditi cisono stati Square Peg Round Holeche viene dal suo ultimo album,Let’s Dance e On the Beach. Unviagggio tranquillo. Nonostante ichilometri di carriera già fatta - conquindici milioni di dischi vendutied un posto assicurato in quella pa-

ginadistoriamusicaleinglesechelovide in primo piano negli anni incui fuorieggiavano i Dire Straits edEric Clapton - Rea ha ancora tuttounpercorsodavanti.Hailtipodivo-ce ruvida, granulosa, che miglioracon l’età. I critici inglesi che hannoaccolto questo concerto con com-menti abbastanza tiepidi forse ci ri-penseranno. Chissà. Per il momen-toDavidChealdelTimeslamentalamancanza di passione e di grinta(«dopo la lunga assenza forse il mo-tore ha bisogno di un pò di tempoper riscaldarsi») e Garth Cartwrightdel Guardian scrive: «Reausa essen-zialmente lo stile dell’hi-tech perquello che è rock da pub. La sua èmusicadacomfort,nonponealcunrischio. È uno che non si dà delleariemalasuatendenzaaspingere lesue canzoni in lunghi esercizi diblues, è esasperante». Le spinte, bi-sognadirlo, è lui stessoadarle, spin-gendo brillantemente sulle rotaiedellasuachitarraelettrica.

Alfio Bernabei

03SPE03AF021.014.0

Chris Rea

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03ECO04A0302 ZALLCALL 11 22:20:46 02/02/98

ECONOMIA E LAVORO Martedì 3 febbraio 1998l’Unità15Omnitel, tariffeuguali per l’Italiae per l’esteroNuove tariffe telefoniche perOmnitel. Le chiamateinternazionali (Europa, UsaeCanada) sarannotariffate comele nazionali nei dueabbonamenti «Valore 25»e«Valore 50». Il costo saràdi 595lire per il primoe 395 lireper ilsecondo.

MERCATI.............................................BORSA

MIB 1.142 +1,78MIBTEL 19.155 +0,84MIB 30 28.105 +0,66

IL SETTORE CHE SALE DI PIÙBANCHE +2,58

IL SETTORE CHE SCENDE DI PIÙAUTO -0,86

TITOLO MIGLIORENECCHI +10,77

TITOLO PEGGIOREGABETTI -6,28

BOT RENDIMENTI NETTI

3 MESI 5,636 MESI 5,611 ANNO 5,29

CAMBIDOLLARO 1.807,36 +7,91MARCO 986,55 +0,01YEN 14,273 +0,13

STERLINA 2.948,17 +2,47FRANCO FR. 294,42 +0,02FRANCO SV. 1.219,54 -5,41

FONDI INDICI VARIAZIONI

AZIONARI ITALIANI +0,60AZIONARI ESTERI +0,51BILANCIATI ITALIANI +0,41BILANCIATI ESTERI +0,45OBBLIGAZ. ITALIANI +0,15OBBLIGAZ. ESTERI +0,60

Capistazione Ucsin scioperoa metà febbraioI capistazioneaderentiall’Ucs insciopero dalle21 del 13 alle 21del 15 febbraio. L’agitazione delsindacato autonomo Asarete,previsto per il5-7 febbraio, èstato riformulato perevitare lacontiguità fra gli scioperiComueFltu, che avrebbeprodotto72 orediprotesta.

Conti d’oronel 1997per il gruppoLuxotticaAnno fortunato, il ‘97, per ilgruppo Luxottica. Tantopositivo da far ben sperareanche per quelli a venire.Gli occhiali «made in Italy»si sono guadagnati discretefette di mercato sia in Italiache all’estero (soprattuttonegli Usa), facendolievitare utili e fatturatodella ditta, che l’annoscorso ha venduto in tutto18 milioni e mezzo dimontature. Il gruppo hachiuso l ‘anno con unfatturato di 2.770 miliardi(+ 16,7% rispetto al ‘96), econ un utile netto di 250,7miliardi (+21,9%). E anchein borsa i successi nonmancano. L’utile perazione, infatti, sale da4.579 a 5.579 lire. Inmiglioramento laposizione finanziaria, chepassa da -817,7 milioni didollari a -733,3 milioni.LensCrafters, la catena dinegozi di ottica, realizza unfatturato di 1025,7 milionidi dollari (+13,5%).Risultati positivi, checonfermano le aspettativedel gruppo, come rilevaLeonardo Del Vecchio,presidente e fondatore diLuxottica. «I risultaticonseguiti nel 1997 siconfermano in linea con lenostre aspettative e con gliobiettivi di espansionedelle nostre attivitàcommerciali accompagnatidal costantemiglioramento dellaredditività complessiva delgruppo - dichiara DelVecchio - I risultatiregistrati nel quartotrimestre, con una crescitadelle montature vendutesul mercatonordamericano dell’ 8,2%rispetto allo stesso periododel 1996, confermano iltrend positivo già rilevatonei mesi scorsi. I risultatiraggiunti ci consentono diguardare con serenafiducia allo sviluppo futurodel gruppo - prosegue ilpresidente - e alla suacapacità di mantenere bensalda la sua posizione dileadership sul mercatomondiale dell’ottica».

Alla finanziaria fa capo, tra l’altro, anche il pacchetto di controllo del gruppo editoriale Espresso-Repubblica

Cir in pericolo per De Benedetti?Giribaldi sulla soglia dell’OpaGran girandola di azioni in Borsa. Mistero su una «terza mano»

Traffico & lavoro

Arrivail managerantiingorgo

MILANO. PerLuigiGiribaldi, l’uomod’affari piemontese, residente aMontecarlo, che da mesi rastrella inBorsa i titoli di Carlo De Benedetti illimite è a quota 26,905%. È questo iltetto oltre il quale scatta l’obbligo dilanciare un’offerta pubblica d’acqui-sto su almeno un altro 2% della Cir e,quindi, di dichiararsi ufficialmentescalatore. E Giribaldi vi sarebbe mol-to vicino: la settimana scorsa si eraportatoal26%ealtriacquistisisareb-bero aggiunti senzaperòoltrepassarelafatidicasoglia.

Fortimovimenti sui titolidellaCir,la holding di Carlo De Benedetti, cuifa capo anche il controllo del gruppoeditoriale Espresso-Repubblica, ci so-no stati anche ieri: le azioni hannotoccato un incremento massimo del6,2% per poi chiudere in frenata conun guadagno dell’1,39%. La sensa-zione è che a comprare - oltre al «rai-der» Giribaldi e, si dice, allo stesso De

Benedetti - ci sia una terza mano. Maladomandaè:amicadell’ingegnereodi Giribaldi? Del resto, secondo alcu-ni analisti, il finanziere piemontese-monegasco, difficilmente vorrà su-perarequellasogliaattirando,tral’al-tro, gli occhi della Consob sul pro-spetto informativo di un’eventualeOpa.

La«guerra»ditrincea,perquantoilgruppoDeBenedettialmomentoap-paia come una fortezza del tutto ine-spugnabile, rischia di andare avantiper mesi. Tuttavia un primo impor-tante «faccia a faccia» (magari tra i ri-spettivi rappresentanti)siavràfrapo-chi giorni: il 20 febbraio è in pro-gramma a Torino l’assemblea degliazionisti della Cir per la fusione conla Sasib, della quale possiede il 90%circa. Giribaldi l’anno scorso votòcontroilbilanciodellaholdingeque-sta volta sono in gioco anche l’attri-buzione al consiglio di amministra-

zione di una delega (per rinnovo diun’analoga di cui è proposta la revo-ca) per aumentare il capitale socialeeil via libera all’acquisto di azioni pro-prie. Sarà comunque un momentoper misurare le rispettive forze azio-narie. Con la fusione i due vedrannodiluite le partecipazioni (Giribaldi inmisura maggiore, visto che non pos-siede Sasib), ma lo scenario rimarràcoperto - salvo colpi di scena - fino alnovembre 99, quando scadrà la con-versione del prestito obbligazionarioin un pacchetto pari al 26% dellaCir.Che oggi facapo per il 50,7% alla Co-fide, a sua volta blindata da un pattodi sindacato con il 48,99% (De Bene-dettihaunaltro8,2%extra-patto).LaquotarilevatadallaConsobperl’Opaincrementale è del 49,81%: l’obbligoscatta se si supera lametàpiùunmar-gine del 2% (26,905%). Ma questalegge è in via di revisione e il quadropotrebbecambiare.

Generali, parte lunedìl’aumento di capitale

ROMA. Per il momento sta ancora«palleggiando» tra un dicastero el’altro per la ratifica definitiva, maildocumento in questione si preparaa modificare la vita quotidiana dimigliaia di italiani. Si tratta del de-creto interministeriale presentatodal ministero dell’Ambiente sul«mobility manager». Una sorta ditecnico-consulente, che dovrà re-golare gli spostamenti dei dipen-denti per alleggerire il traffico citta-dino. L’iter del provvedimento è indirittura d’arrivo: a quanto paremancano solo le firme deiministeridella Sanità, Trasporti e Lavori pub-blici. Quando sarà legge tutte leaziende con oltre 300 dipendenti(ministeri in primis) dovrannoavere questa nuova figura profes-sionale. Le soluzioni indicate neldocumento sono quelle classiche,già sperimentate in molti paesistranieri. «Il mobility managerdovrà rimodulare gli orari di en-trata ed uscita dei lavoratori -spiega il ministro Edo Ronchi - edovrà organizzare minibus azien-dali ed incentivare l’uso colletti-vo dell’auto privata, magari assi-curando il parcheggio a chi viag-gia con l’auto piena». Il manageravrà sei mesi di tempo per stilareil «piano traffico» da sottoporrealle autorità comunali per con-certare azioni comuni. La chiavedi tutto sta nel trasporto colletti-vo. Ma piave veramente agli ita-liani condividere vetture e per-corsi? Dal primo esperimento ditaxi collettivo in servizio a Napolipare proprio di no. Sarà un po’per naturale diffidenza dei clientiverso le novità, un po’ per laguerra dichiarata dai tassisti all’i-niziativa, ma un fatto è certo: il«maxi-taxi» da 7-8 posti non de-colla. In tutti i grandi centri co-munque, e soprattutto a Roma, ilprogetto è guardato con attenzio-ne dalle amministrazioni. Per oraa Napoli circolano 15 taxi collet-tivi da tre mesi. La delibera preve-de l’attivazione di massimo 100vetture. I maxi-taxi napoletani(alimentati a Gpl) trasportano inmedia circa 50 persone al giornoper vettura, per un totale di 700-800 passeggeri quotidiani. Intan-to a Roma la Cna ha presentato alcomune un piano che prevedel’attivazione del servizio come in-tegrazione delle corse degli auto-bus.

Partirà lunedì prossimo 9 febbraio l’aumento di capitale di Generalida 1.763,5 a 2.051,4 miliardi, deliberato dal cda della compagnia loscorso 10 gennaio, al prezzo di 28mila lire per azione. Il diritto diopzione sarà esercitabile fra il 9 febbraio e il 10 marzo. I 4.034miliardi di raccolta serviranno a finanziare, in parte, le acquisizioniin Germania e Francia previste dagli accordi siglati il 19 dicembrecon la compagnia assicurativa tedesca Allianz e con quella franceseAgf. Generali acquisiranno la Amb della quale sono stati raccoltidiritti d’opzione per il 60 per cento del capitale diventando così laterza compagnia del mercato tedesco. In Francia, dalla Agf, il«leonedi Trieste» rileverà la Gpa Vie, la Gpa Iard e Proxima, collocandosicosì al settimo posto in Francia. Generali chiuderanno il1997 conuna massa premi complessiva intorno ai 40.000 miliardi di lire e con«un sensibile incremento dell’utile netto consolidato» del ‘96.

Aiuti economici maggiorati per le auto a basso impatto ambientale

Auto, la guerra degli ecoincentiviFiat e Ford confermano gli scontiLa casa torinese manterrà invariato fino al 31 luglio il contributo offerto nel cor-so del 1997 per i modelli con requisiti ecologici. E arriva la concorrenza Honda.

Bruno: «Credit-San Paolo?Mi pare un’ipotesi doverosa»

«È prematuro parlare di trattative ma le ipotesi le facciamo ed èdoveroso farle». È quanto ha affermato Egidio Giuseppe Brunovice presidente del Credito Italiano (Credit) a proposito deiprogetti di aggregazione fra le grandi banche. Il Credit, dunque,punta a Torino? Bruno è possibilista: «Il San Paolo è una delleipotesi e come tale deve essere considerata». Poi escludeun’intesa con la Banca Commerciale Italiana. Un’eventualitàpresa in considerazione dalla Borsa, ma non dai diretti interessati:«Non c’è nessun contatto - ha affermato Bruno - nemmeno tra irispettivi uffici studi». Intanto la Ras, azionista con circa il 5% delCredit, attende che Banca d’Italia sciolga il nodo della suarichiesta di salire al 10% dell’istituto di credito: «Bankitalia ha unmomento di riflessione», ha infatti risposto a questo proposito ilpresidente della compagnia assicurativa controllata dalla tedescaAllianz, Angelo Marchiò. E quali i tempi previsti? gli è statochiesto. «I tempi - ha detto - domandateli a loro». Sempre in temadi possibili fusioni il presidente di Alleanza, Alfonso Desiata, noncrede possibile perlomeno nel breve periodo, un accordo traBanca Intesa (di cui Alleanza è uno dei principali azionisti) e Imi:«Adesso abbiamo tutti il problema di arrivare all’aggregazionetra Cariplo e Ambroveneto. Non complichiamo le cose». Maun’integrazione sarebbe possibile? «Sono wishful thinking cheinteressano poco - ha replicato - d’altra parte non dimentichiamoche nell’ambito di Banca Intesa c’è la Caboto che è una strutturaoperativa di grande potenziale sotto il profilo del merchantbanking». Infine da ieri la Compagnia di San Paolo srl detiene, atutti gli effetti, la quota di maggioranza relativa delle azionidell’omonimo istituto bancario (20,54%).

ROMA Gli incentivi sulle auto nonfinisconomai.Conil31gennaiosièarrivati alla terza fase dei contributisulla rottamazione, in cui il Gover-no premia le vetture con bassi con-sumi attraverso i cosiddetti ecoin-centivi. E le case automobilistichedannoilviaallarincorsasull’offertapiù vantaggiosa. Parte la Fiat, chemantiene invariato fino al 31 luglioil contributo offerto nel ‘97 per l’ac-quisto di tutte le vetture del gruppo(Fiat, lancia e Alfa Romeo) che rien-trino nei requisiti «ecologici». An-che la Ford punta sugli ecoincenti-vi, mantenendo il contributo del-l’anno scorso per tutto il mese difebbraio. E per marzo promette«aiuti»ancorapiùconsistenti.Nellalista delle vetture «incentivate»,poi, entra anche l’ultima creazionedellaHonda,la«Integra»,già incor-saper«passare»il«testambientale».

«Per una Fiat Punto o una LanciaY che consuma meno di sette litriper100chilometri -spiegaunanota

della Fiat Auto - l’offerta della Casacontinua ad essere di due milioni dilire, più 400 mila lire di Iva, esatta-mente come nelle fasi precedenti,senza, quindi, tener conto della di-minuzione dell’intervento statale,scesoa1milione250milalire,men-tre il precedente era di un milione500mila lire.Chiacquista,dunque,una Fiat Punto o una Lancia Y conincentivazione per rottamazione,usufruiscediunariduzionetotaleditre milioni 650 mila lire. La stessascelta - conclude la nota - è stata fat-ta per tutte le altre vetture delGrup-po che mantengono, per quanto ri-guardaFiatAuto,esattamenteiden-tici gli incentivi in vigore fino al 31gennaio».

La nuova normativa prevede unincentivo statale pari a un milione250 mila lire per le auto nuove checonsumano meno di sette litri per100 chilometri e di un milione perquellecheconsumanodasetteano-velitriper100chilometri.Finoal31

gennaio, invece, l’offerta massimaera stata di un milione 500 mila pertutti i casi, escluse le auto elettriche(3.500.000).

Intanto la Honda annuncia cheanche la prossima novità in arrivo,la Honda Integra, passerà l’esameecoincentivi. In un comunicato lacasagiapponese rendenoti imodel-li abilitati a beneficiare dei contri-buti statali legati alconsumo.Podioecologico per le Civic (2.0i TD 1.5iLS1.5LS)eperlaAccord2.0iTDcheregistrano livelli di consumo com-binato tra i 5,7 e i6,6 litri. Buoni po-sizionamenti per gli altri modelli’Civic’attestati tra i7e i7,7 litri eperla neonata Integra Type ‘R’ (8,8 li-tri), il modello sportivo di prossimaintroduzione. Quantoagli sconti, sivadai2milioni750milaliredeimo-delli con consumo inferiore ai 7 li-tri, ai 2 milioni 200 mila lire per glialtrimodelli(trai7ei9litri).

Bianca Di Giovanni

Page 25: il mondo - Archivio Unità

03SPE04A0302 ZALLCALL 12 20:59:14 02/02/98

I PROGRAMMI DI OGGIMartedì 3 febbraio 1998 6 l’Unità2

TELEPATIE

Ercolina superstarMARIA NOVELLA OPPO

24 ORE DA VEDERE SCEGLI IL TUO FILMTG3 MATTINO RAITRE 8.00

Fabio Cortese intervista il rappresentante dell’Onuin Italia Staffan De Misura. Si parlerà dell’iniziativaumanitaria in Iraq «Oil for food», ripercorrendo letappedellaguerraedell’embargo.

IO SCRIVO, TU SCRIVI RAIDUE 9.15Da oggi ritorna Dacia Maraini, questa volta sullatolda di una nave, per parlare di libri, di scrittura edi scrittori. L’appuntamento è quotidiano, dalmartedìalvenerdì.

C’ERA UNA VOLTA LA PRIMA REPUBBLICA RAIUNO22.40

Sergio Zavoli presenta la sua inchiesta suidrammatici anni dello stragismo, alla luce dellenovità giudiziare. Gli attuali titolari delle inchiestesulle stragi, Grazia Pradella, Carlo Mastelloni,RosarioPriore,entranonelvivodeinuovi scenari.

NIGHT EXPRESS ITALIA 1 23.10Anteprima della tournée primaverile di IreneGrandi. La cantante fiorentina presenta la versionelive del suo ultimo album, Per fortuna purtroppo.Per lo spazio dedicato alla letteratura, PaolaMaugeri intervisterà Roberto Cotroneo, autoredel romanzo Otranto.

15.30 CELEBRITÀRegia di Ninì Grassia, con Nino D’Angelo, Regina Bianchi, Sonia Vi-viani. Italia (1981). 117 minuti.Nino D’Angelo vecchia maniera da recuperarenell’attuale clima di consacrazione. Qui fa unmeccanico che aspira a diventare artista masenzatroppicompromessi.RETEQUATTRO

20.30 S.O.S.TITANICRegia di William Hale, con David Janssen, Cloris Leachman, SusanSaint James. Usa (1979). 180 minuti.Da segnalare solo perché, in tempi di «Titanic»che fa sfracelli ai botteghini, può essere diver-tente il paragone con questa noiosissima pro-duzione tv. Ricalcata pari pari sulla vicenda(reale)dellosfigato transatlantico.TELEMONTECARLO

20.35 EROEPERCASORegia di Stephen Frears, con Dustin Hoffman, Geena Davis, AndyGarcia. Usa (1992). 118 minuti.Una commedia acidissima sul potere di fare edisfare destini dei media. Dustin Hoffman èuno spiantato coinvolto nel salvataggio deipasseggeri di un aereo precipitato. Geena Da-vis una rampante anchor woman tv. AndyGarcia uno scaltro barbone che si spaccia perl’angelodelvolo104.RETEQUATTRO

23.00 SERPICORegia di Sidney Lumet, con Al Pacino, John Randolph, Jack Kemoe.Usa (1973). 130 minuti.Frank Serpico lavora nella polizia di New York,tra corruzione e menefreghismo. Lui va avantiper la sua strada ma molti vorrebbero metterglii bastoni tra le ruote. Da una storia vera, Lumettira fuori un film-denuncia arrabbiato e avvin-cente.TELEMONTECARLO

Siamo ormai abituati a vedere Ercolina nei tg e nel-le varie rubrichedi informazione,ma ancora nonavevamo visto uno speciale (comequello, bellissi-mo, del Tg5di domenicamattina) tutto dedicato

alla complessa personalità di questamuccaviaggiante, di ca-rattere dolce, madeciso. Così almeno ce lo hanno descritto isuoi allevatori. Il suo padrone, in particolare (quello chevedia-mo trascinare la povera bestia ingiro per l’Europa) ci è sembra-to un bel tipo di cow boy nostrano, col berrettino di lana bluele sue idee ben radicate in testa.Ci ha raccontato,per esempio,cheErcolina si segnalava per il suo carattere già nella stalla.Purtroppo non ce ne intendiamo abbastanza dacapire qualepossa essere il mododi esprimersi dell’indole profonda di unamucca. Abbiamo però intuito che Ercolinanon rimpiange l’a-nonima condizione stallatica di prima, visto che, stando alletestimonianze raccolte da Benedetta Corbi, quandovede ilpullmino delle sue trasferte, subito ci si precipita sopra. È pro-babileanzi che le appaiachiaro comel’unico modo di sfuggireal suo destino sia quello dientrare decisamente nella storia,oalmeno nella politica. Infatti alle precise domande della gior-nalista che voleva sapere se anche Ercolina,primao poi, sareb-be diventata bistecca,un contadino prima ha detto dino, poiha nicchiato e alla fine ha aggiunto: «Almeno per dueanni lateniamo». Caspita. Trascinata come un enorme peluche semo-ventesulle strade del mondo,diventata simbolo e mito, ban-dierae spot, dopoaver subìtoperfino l’onta dell’arresto, la po-vera Ercolina ancora nonsi è affrancata dal macello. Questaèla terribileverità. Anche se in finale si vedeva la star pezzata en-trare nel salotto dicasa,perché, ha detto il padrone, «dopo loshampoola facciamosempre asciugarevicino al camino».

Il sogno di Fabio Carpi?Un girotondo di donne1.15 LAPROSSIMAVOLTAILFUOCO

Regia di Fabio Carpi, con Jean Rochefort, Marie-Christine Barrault, LilaKedrova. Italia/Francia/Svizzera (1993). 76 minuti.

RAITRE

Amedeo, quasi un alter ego di Fabio Carpi, è unostudioso di semantica non più giovanissimo ma chenon ha ancora risolto i suoi problemi con le donne. Mainvece di affrontarli col sorriso sulle labbra, comefarebbe un Woody Allen, li prende dalla piegapsicoanalitica-onirica. Complice un soggiorno incampagna dove si ritrova con l’anziana madre, lamoglie sua coetanea e la giovane figlia in attesa. Eallora sogna di far fuori mamma e sposare la ragazza.

AUDITELVINCENTE:Novantesimo minuto (Raiuno, ore 18.12) ..............8.304.000

PIAZZATI:Stranamore (Canale 5, ore 20.42) ......................... 7.982.000Buona domenica sera (Canale 5, ore 18.48)........... 6.411.000Mosè (Raiuno, ore 20.53)...................................... 6.067.000Domenica in (Raiuno, ore 18.58)........................... 5.997.000

6.30 TG 1. [6331628]6.45 UNOMATTINA. Contenitore.

All’interno: 7.00, 7.30, 8.00, 9.00Tg 1; 8.30, 9.30 Tg 1 - Flash;7.35 Tgr Economia. [99287574]

9.35 SENZA COLPA NÉ PECCATO.Film drammatico. Con HelenShaver, Stephen Macht. Regiadi Daniel J. Svissa. [1392661]

11.00 VERDEMATTINA. Rubrica.All’interno: 11.30 Tg 1. [400628]

12.30 TG 1 - FLASH. [63406]12.35 LA SIGNORA IN GIALLO. Tele-

film. [5280999]

13.30 TELEGIORNALE. [12661]13.55 TG 1 - ECONOMIA. [2696970]14.05 CARA GIOVANNA. Rubrica.

Conduce in studio Giovanna Mi-lella. [8526628]

15.50 SOLLETICO. All’interno: Tg Ra-gazzi; Zorro. Tf. [7783067]

17.50 OGGI AL PARLAMENTO. At-tualità. [2768715]

18.00 TG 1. [89222]18.10 PRIMADITUTTO. [377116]18.45 COLORADO: DUE CONTRO

TUTTI. Gioco. Conduce CarloConti. All’interno: 19.30 Chetempo fa. [8120135]

20.00 TELEGIORNALE. [51609]20.35 RAI SPORT - NOTIZIE. [3333241]20.40 IL FATTO. Attualità. [9838390]20.50 OSCAR PER DUE. Film-Tv

commedia (Italia, 1997). ConClaudio Bisio, Amanda Sandrelli.Regia di Felice Farina. [151845]

22.35 TG 1. [9504593]22.40 C’ERA UNA VOLTA LA PRIMA

REPUBBLICA. Attualità. Di Ser-gio Zavoli. [9736999]

24.00 TG 1 - NOTTE. [18433]0.25 AGENDA/ZODIACO. [1307100]0.30 RAI EDUCATIONAL. Contenito-

re. All’interno: Tempo. Rubrica;Napoleone. Documenti; 1.00Filosofia. Rubrica. “Franco Volpi: Heidegger e il mondo della tecnica”. [7497723]

1.05 SOTTOVOCE. Attualità. “Corra-do Manni”. Con Gigi Marzullo.[6685384]

1.35 PROVE TECNICHE DI TRASMISSIONE.

6.45 RASSEGNA STAMPA SOCIA-LE - PANE AL PANE.[6100883]

7.00 GO CART MATTINA. All’inter-no: 8.50 Lassie. Tf. [4883195]

9.15 IO SCRIVO, TU SCRIVI. Rubri-ca. [2690593]

9.40 QUANDO SI AMA. [2567086]10.00 SANTA BARBARA. [8555680]10.45 RACCONTI DI VITA. [6774965]11.00 MEDICINA 33. [22628]11.15 TG 2 - MATTINA. [9849357]11.30 ANTEPRIMA “I FATTI VO-

STRI”. Varietà. [3425]12.00 I FATTI VOSTRI. [34203]

13.00 TG 2 - GIORNO/SALUTE/CO-STUME E SOCIETÀ. [43951]

14.00 CI VEDIAMO IN TV. ConducePaolo Limiti. All’interno: 16.15Tg 2 - Flash. [7614067]

16.30 CRONACA IN DIRETTA. Attua-lità. All’interno: 17.15 Tg 2 - Fla-sh. [3837628]

18.15 TG 2 - FLASH. [7105048]18.20 RAI SPORT - SPORTSERA.

Rubrica sportiva. [4126086]18.40 IN VIAGGIO CON “SERENO

VARIABILE”. Rb. [1787135]19.05 JAG - AVVOCATI IN DIVISA.

Telefilm. [8113951]

20.30 TG 2 - 20,30. [60488]20.50 IDENTIKIT NEL BUIO. Film-Tv

thriller (USA, 1995). Con JeffFahey, Courtney Cox. Regia diJack Sholder.Prima visione Tv. [182715]

22.35 MISTERO IN BLU. Attualità.Di Carlo Lucarelli e Paola DeMartis. Regia di Franco Silvestri.[4521390]

23.25 TG 2 - NOTTE. [5682999]24.00 OGGI AL PARLAMENTO. At-

tualità. [30655]0.15 RAI SPORT - NOTTE SPORT.

[8193365]0.30 IO SCRIVO, TU SCRIVI. Rubri-

ca (Replica). [6099891]0.55 VIAGGIO CLANDESTINO. Film

commedia (Italia, ’94). [5597265]1.50 TG 2 - NOTTE. (R). [6687742]2.20 MI RITORNI IN MENTE -

REPLAY. Musicale. [6675907]2.50 DIPLOMI UNIVERSITARI A

DISTANZA. Rubrica di didattica.

6.00 MORNING NEWS. Contenitore.All’interno: 6.15, 6.45, 7.15,7.45, Tg 3. [8079796]

8.00 TG 3 - SPECIALE. [8512]8.30 GIORNO DI PAGA. Comiche.

[6999]9.00 L’IMPORTANZA DI CHIAMAR-

SI ERNESTO. Film commedia(GB, 1952). [242244]

10.30 RAI EDUCATIONAL. Contenito-re. [797339]

12.00 TG 3 - OREDODICI. [52845]12.15 RAI SPORT - NOTIZIE.[9267222]12.20 TELESOGNI. [113845]

13.00 RAI EDUCATIONAL. [47777]14.00 TGR / TG 3 . [2526241]14.50 TGR - LEONARDO / METRO-

POLI. Rubrica. [516883]15.30 RAI SPORT - POMERIGGIO

SPORTIVO. All’interno: 15.40Automobilismo. Corsa disabi-li; 15.50 Tiro con l’arco. Cam-pionati Mondiali Ski Arc; 16.10Nuoto. Coppa Brema. Finale.[60593]

17.00 GEO & GEO. Rb. [89628]18.30 UN POSTO AL SOLE. Telero-

manzo. [6951]19.00 TG 3 / TGR [4319]

20.00 TGR - REGIONEITALIA. Attua-lità. [50609]

20.10 BLOB. DI TUTTO DI PIÙ. Vi-deoframmenti. [2782628]

20.30 CHI L’HA VISTO? Attualità.Conduce Marcella De Palma. DiPier Giuseppe Murgia. Regia diPatrizia Belli. [35226]

22.30 TG 3 - VENTIDUE E TRENTA /TGR - TELEGIORNALI REGIO-NALI. [35]

23.00 MIXER. Attualità. Conduce Gio-vanni Minoli. Regia di VittorioNevano. [66715]

23.55 MAGAZZINI EINSTEIN, CIBOPER LA MENTE. [4588715]

0.30 TG 3 - LA NOTTE - IN EDICO-L A … [7483520]

1.10 FUORI ORARIO. [83494655]1.15 LA PROSSIMA VOLTA IL FUO-

CO. Film drammatico. [2014100]2.35 LA PIOVRA 1. Sceneggiato.

[5811810]3.55 ITALIARIDE. Varietà. [8899181]4.15 SERATA DI GALÀ. Varietà.

6.50 CUORE SELVAGGIO. Teleno-vela. [8096203]

8.30 TG 4 - RASSEGNA STAMPA(Replica). [5243338]

8.50 VENDETTA D’AMORE. Teleno-vela. [7084845]

9.20 AMANTI. Telenovela. [6460845]9.50 PESTE E CORNA. [1400661]10.00 REGINA. Telenovela. [9086]10.30 SEI FORTE PAPÀ. Telenovela.

[97796]11.30 TG 4. [2531864]11.40 FORUM. Rubrica. Con Paola

Perego. [1251319]

13.00 LA RUOTA DELLA FORTUNA.Gioco. Con Mike Bongiorno, Mi-riana Trevisan. All’interno: 13.30Tg 4. [473574]

14.30 SENTIERI. Teleromanzo. ConKelly Neal. [40864]

15.30 “CELEBRITÀ”. Film drammati-co (Italia, 1981). Con Nino D’An-gelo, Regina Bianchi. Regia diNinì Grassia. [579375]

17.45 OK, IL PREZZO È GIUSTO!Gioco. Conduce Iva Zanicchi,con Carlo Pistarino. All’interno:18.55 Tg 4. [1547970]

19.30 GAME BOAT. Gioco. [2003390]

20.35 EROE PER CASO. Film com-media (USA, 1993). Con DustinHoffman, Geena Davis, AndyGarcia. Regia di StephenFrears. [5559067]

23.00 MIA MOGLIE È UNA PAZZAASSASSINA? Film commedia(USA, 1993). Con Mike Myers,Nancy Travis. Regia di ThomasSchlamme. [11425]

1.00 TG 4 - RASSEGNA STAMPA.[6004723]

1.20 A CUORE APERTO. Telefilm.[2624704]

2.10 PESTE E CORNA. [8616617]2.20 WINGS. Telefilm. [6660075]2.50 VR TROOPERS. Tf. [8446520]3.10 TG 4 - RASSEGNA STAMPA

(Replica).

6.10 CIAO CIAO MATTINA. Conteni-tore. [93084262]

9.20 SUPERCAR. Telefilm. “Assetatidi vendetta”. [3088425]

10.20 CLARENCE IL LEONE STRA-BICO. Film. Con Marshall Thom-pson, Betsy Drake. Regia di An-drew Norton. [6062067]

12.20 STUDIO SPORT. [1892951]12.25 STUDIO APERTO. [4892574]12.50 FATTI E MISFATTI. [3302574]12.55 WILLY, IL PRINCIPE DI BEL

AIR. Telefilm. “Dove c’è Willy c’èsperanza”. [713593]

13.25 CIAO CIAO. [126338]14.20 COLPO DI FULMINE. [406932]15.00 !FUEGO! Varietà. [5512]15.30 SWEET VALLEY HIGH. Tele-

film. [5999]16.00 BIM BUM BAM E CARTONI A-

NIMATI. All’interno: Xena prin-cipessa guerriero. Tf.[1152319]

18.30 STUDIO APERTO. [29338]18.55 STUDIO SPORT. [2992406]19.00 OTTO SOTTO UN TETTO.

Telefilm. “Una compagna dota-ta”. [9154]

19.30 LA TATA. Telefilm. “La festa deldebuttante”. [8425]

20.00 SARABANDA. Gioco. ConduceEnrico Papi. Regia di Cesare Gigli. [29512]

20.50 FANTOZZI ALLA RISCOSSA.Film farsesco (Italia, 1990). Con Paolo Villaggio, MilenaVukotic. Regia di Neri Parenti.[449512]

22.30 DILLO A WALLY. Varietà.Conduce Gene Gnocchi. [70406]

23.10 NIGHT EXPRESS. Musicale.“Viaggio al centro della musica”.Con Paola Maugeri. [2836319]

0.10 FATTI E MISFATTI. [8817742]0.20 STUDIO SPORT. [25655]0.50 ITALIA 1 SPORT. [5206013]1.20 RASSEGNA STAMPA. Attua-

lità. [5766278]1.30 COLLETTI BIANCHI. Tf. “A qual-

cuno piace freddo”. [4739365]2.30 L’INCREDIBILE HULK. Tf. “Mu-

sica a 50.000 wolts”. [7195758]3.30 21 JUMP STREET. Telefilm. “La

peggiore notte della mia vita”.

6.00 TG 5 - PRIMA PAGINA.[3902319]

8.00 TG 5 - MATTINA. [1235593]8.45 VIVERE BENE - BENESSERE.

Rubrica. Conduce Maria TeresaRuta. [7082135]

9.45 MAURIZIO COSTANZO SHOW.Talk-show. Conduce MaurizioCostanzo con la partecipazionedi Franco Bracardi (Replica).[6921661]

11.30 SIGNORE MIE. Talk-show.Conduce Rita Dalla Chiesa.[743845]

13.00 TG 5 - GIORNO. [4406]13.30 SGARBI QUOTIDIANI. Attualità.

[83661]13.45 BEAUTIFUL. Teleromanzo. Con

Ronn Moss. [164574]14.15 UOMINI E DONNE. Talk-show.

Con Maria De Filippi. [3997574]15.40 VIVERE BENE - SALUTE. Ru-

brica. [478319]16.15 CIAO DOTTORE! Tf. [106390]17.15 VERISSIMO SUL POSTO. At-

tualità. [53086]17.45 VERISSIMO - TUTTI I COLORI

DELLA CRONACA. [6506048]18.35 TIRA & MOLLA. [7452390]

20.00 TG 5 - SERA. [7796]20.30 STRISCIA LA NOTIZIA - LA

VOCE DELL’INSORGENZA.Varietà. Con Ezio Greggio, Clau-dio Lippi. [6067]

21.00 PERSIANE CHIUSE. Talk-show.“40 anni dopo la legge Merlin”.Conducono Lamberto Sposini eBarbara Palombelli. [3565512]

23.15 MAURIZIO COSTANZO SHOW.Talk-show. Conduce MaurizioCostanzo con Franco Bracardi.[5628338]

1.00 TG 5 - NOTTE. [9755605]1.30 STRISCIA LA NOTIZIA - LA

VOCE DELL’INSORGENZA.Varietà (Replica). [9895742]

1.45 VOCI NELLA NOTTE. Telefilm.[7202146]

2.45 TG 5 (Replica). [8248723]3.15 MISSIONE IMPOSSIBILE. Tele-

film. [8213723]4.15 DREAM ON. Telefilm.

7.30 I RAGAZZI DELLA PRATERIA.Telefilm. Con Ty Miller, GreggRainwater. [40390]

8.30 TMC NEWS. [1715]9.00 DELITTO SENZA SCAMPO.

Film poliziesco (USA, 1957,b/n). Con Barbara Stanwyck,Sterling Hayden. Regia di GerdOswald. [3911067]

11.00 IRONSIDE. Telefilm. [32357]12.00 CANDIDO. Attualità. Conduce

Antonio Lubrano. [33357]12.45 METEO. [3332715]12.50 TMC NEWS. [991999]

13.05 TMC SPORT. [5916864]13.15 CANDIDO. Attualità. Conduce

Antonio Lubrano. [4689796]14.00 LA RAGAZZA MADE IN

PARIS. Film commedia (USA,1966). Con Ann Margret, LouisJourdain. Regia di Boris Segal.[931048]

16.00 TAPPETO VOLANTE. Talk-show. Conduce Luciano Rispoli.[5793086]

18.05 ZAP ZAP TV. [6510203]19.25 METEO. [7876680]19.30 TMC NEWS. [78593]19.55 TMC SPORT. [971135]

20.10 QUINTO POTERE. “Il commen-to a ‘caldo’ sugli argomenti trat-tati dai Tg nazionali”. [1680845]

20.30 S.O.S. TITANIC. Film dramma-tico (GB, 1979). Con DavidJanssen, Cloris Leachman. Re-gia di Billy Hale. [78222]

22.30 METEO. [52628]22.35 TMC SERA. [125574]

23.00 SERPICO. Film poliziesco (USA, 1974). Con Al Pacino,John Randolph. Regia di SidneyLumet. [12616970]

1.40 DOTTOR SPOT. Rubrica.[4060592]

1.50 TMC DOMANI.— . — METEO. [3440013]2.05 TAPPETO VOLANTE. Talk-

show (Replica). [6778568]4.05 CNN. Notiziario in collegamento

diretto, con la rete televisiva a-mericana che trasmette 24 oreal giorno.

M ATTINA

N OTTE

P ROGRAMMI RADIO13.00 ARRIVANO I NO-

STRI. [438796]13.30 CLIP TO CLIP. Musi-

cale. [431883]14.00 FLASH. [188135]14.05 COLORADIO. All’in-

terno: Help; Airwolf.Telefilm. [41363970]

19.15 COLORADIO. Musi-cale. [6554661]

19.30 CALCIO A 5. Rubri-ca. [439390]

20.00 THE LION NET-WORK. [436203]

20.30 FLASH. [484448]20.35 IL MEGLIO DI

“ROXY BAR”. Musi-cale. [1974715]

23.00 TMC 2 SPORT / MA-GAZINE. All’interno:Crono - Tempo dimotori. Rubrica. (Re-plica). [983951]

0.05 COLORADIO.

12.00 CONTENITORE DELMATTINO. [83210970]

18.30 RADIODAYS. Rubri-ca. [886999]

18.45 VITÙ SOTTOSOPRALA TIVÙ. [688999]

19.15 MOTOWN.[6587999]

19.30 IL REGIONALE.[462628]

20.00 TERRITORIO ITA-LIANO. [452241]

20.30 TG GENERATION.Attualità. [945834]

20.45 IL MURO. [5065406]21.45 T-TIME. [921222]22.15 TG GENERATION.

Attualità. [5208628]22.30 IL REGIONALE.

[252338]23.30 SPORTIVÌ. Rubrica

sportiva. [897425]24.00 VITA DI STRADA.

Film-Tv drammatico.

14.30 FUNARI 7. Attualità.[538116]

14.45 NAPOLEONE E GIU-SEPPINA. Miniserie.[91843222]

17.30 TG ROSA. [882593]18.00 UNA FAMIGLIA

AMERICANA. Tele-film. [697512]

19.00 TG. News. [5780357]20.50 COLINOT L’ALZA-

SOTTANE. Filmcommedia. ConNathalie Delon, Ber-nadette Lafont. Regiadi Nina Companeez.[197203]

22.50 SEVEN SHOW. Va-rietà. Con AlessandroGreco, le 7 Clubettes.[3087425]

23.30 AUTO & AUTO. Con Valeria Morosinie Nestore Morosini.

12.00 CINQUESTELLE AMEZZOGIORNO. At-tualità. Conduce Elia-na Bosatra. Regia diNicola Tuoni.[59347067]

18.00 COMUNQUE CHIC.Rubrica. “Quotidianodi moda e costume”.Conduce Patrizia Pel-legrino. Regia di Ni-cola Tuoni. [887048]

18.30 STORIA DEL ROCK.Doc. [751390]

20.30 BRUCE LEE - LOT-TA DEI TITANI. Filmavventura (HongKong, 1980). ConHJou Chao-Sheng,Hsung Kang. Regiadi Lo Mar. [491390]

22.00 FRAME. Rubrica.Conduce in studioGabriel Nati.

13.30 ZONA. [509883]14.30 ZAK. [8328965]15.05 FRASIER. Telefilm.

[7949203]15.30 LA FELICITÀ È DIE-

TRO L’ANGOLO.Film. [192195]

17.50 LA CHIAVE MAGI-CA. Film fantastico.[5763932]

19.30 COM’È. All’interno:20.15 Frasier. Tele-film. [8979425]

20.50 PREMIUM.[4076999]21.00 VERSO IL SOLE.

Film drammatico (USA, ’96). [761796]

23.00 THE DIRECTORS.Doc. [524067]

24.00 A LIFE IN THETHEATRE. Filmdramm. [6110891]

1.25 BILLY MADISON.Film comico.

13.20 ROSSO D’AUTUN-NO. Film thriller (U-SA, 1994). [2934970]

15.00 LA PROVA. Film a-zione (USA, 1996).[9170661]

17.30 BABY, IL SEGRETODELLA LEGGENDAPERDUTA. Film av-ventura (USA, 1985).[869195]

19.00 DRACULA MORTOE CONTENTO. Filmcomico (USA, 1995).[781425]

20.30 KIONAING’S E-LEPHANT. Docu-mentario. [318131]

21.25 FALLEN ANGELS.Telefilm. [8359338]

22.50 DUEL. Film azione.[559999]

0.15 LEGAMI DI SAN-GUE. Film thriller.

Tmc 2 Odeon Italia 7 Cinquestelle Tele+ Bianco Tele+ Nero GUIDA SHOWVIEWPer registrare il Vostro pro-gramma Tv digitare i nu-meri ShowView stampatiaccanto al programma chevolete registrare, sul pro-grammatore ShowView.Lasciate l’unità ShowViewsul Vostro videoregistrato-re e il programma verràautomaticamente registra-to all ’ora indicata. Perinformazioni, il “Servizioclienti ShowView” al telefo-no 06/68.89.42.56. Show-View è un marchio dellaGemStar DevelopmentCorporation (C) 1991 -GemStar DevelopmentCorp. Tutti i diritti sonoriservati.CANALI SHOWVIEW: 001- RaiUno; 002 - RaiDue;003 - RaiTre; 004 - Rete-quattro; 005 - Canale 5;006 - Italia 1; 007 - Tmc;009 - Tmc 2; 010 - Italia 7;011 - Cinquestelle; 012 -Odeon; 013 - Tele+Nero;014 - Tele+Bianco.

RadiounoGiornali radio: 6; 7; 7.20; 8; 9; 10;10.30; 11; 12; 14; 14.30; 15; 16; 17;17.30; 18; 19; 21; 22; 23; 24; 2; 4; 5.6.16 Cronache dal Parlamento; 6.21Ital ia, istruzioni per l ’uso; 7.33Questione di soldi; 7.45 L’oroscopo diElios; 8.33 Golem; 9.08 Radioanch’io; 10.08 Italia no, Italia sì; 11.05Radiouno Musica; 11.35 GR 1 -Cultura; Come vanno gli affari; 12.10Millevoci; 12.32 Tecnologia e ricerca;13.28 Oggi al Parlamento; 13.30Camminare il mondo. Sogno di vivereuna vita bella, vivo bene una vita brut-ta; 14.08 Bolmare; 14.13 Lavori incorso; 16.32 Ottoemezzo. Libri; 16.44Uomini e camion; 17.08 L’Italia indiretta; 17.35 Spettacolo; 17.40Express; 17.45 Come vanno gli affari;18.08 Radiouno Musica; 19.28Ascolta, si fa sera; 19.37 Zapping;20.43 Per noi; 22.49 Bolmare; 23.40Sognando il giorno; 0.34 Radio Tir;1.00 La notte dei misteri.

RadiodueGiornali radio: 6.30; 7.30; 8.30; 12.10;12.30; 13.30; 15.30; 16.30; 17.30;18.30; 19.30; 22.30.6.00 Il buongiorno di Radiodue; 6.16Riflessione del mattino; 7.10 Il risve-glio di Enzo Biagi; 8.08 Macheoraè?;8.50 La scala per l’inferno. 12a parte;9.08 Il consiglio del nutrizionista; 9.30Il ruggito del coniglio; 10.30 ChiamateRoma 3131; 11.54 Mezzogiornocon... Giorgia; 12.56 Mirabella-Garrani 2000 Sciò; 14.02 Hit Parade;14.36 Punto d’incontro; 16.34PuntoDue; 18.02 Caterpillar; 20.02Masters; 20.41 E vissero felici e con-tenti...; 21.00 Suoni e ultrasuoni; 1.00Stereonotte; 5.00 Prima del giorno.

RadiotreGiornali radio: 6.45; 8.45; 13.45;18.45.6.00 MattinoTre. All’interno: 7.30Prima pagina; 10.15 Terza pagina;11.00 Pagine da “Un filo di fumo”;

11.55 Il vizio di leggere; 12.30Indovina chi viene a pranzo?; L’aspira-polvere cosmico. 2a parte; 12.45 LaBarcaccia; 14.04 Lampi d’inverno; Ilbell’Antonio; 19.01 Hollywood Party;19.45 Un tocco di classica; 20.05Poesia su poesia. Autoritratto di NicoOrengo; 20.17 Radiotre Suite; IlCartellone; 20.30 Europa Jazz Festivaldi Noci 1997. Giorgio Occhipinti HereoOttetto; 23.15 Ventitré e quidici:Economia; 24.00 Musica classica.

ItaliaRadioGR radio: 7; 8; 12; 15. - GR Flash:7.30; 9; 10; 11, 16; 17. 6.30 Buongior-no Italia; 7.10 Rassegna stampa; 8.10Ultimora; 9.05 Prefisso 06; 10.05Piazza grande; 12.10 Tamburi di latta;14.05 Gulliver; 15.10 Livingstone;16.05 Quaderni meridiani; 18.05Prefisso 06; 18.50 Tempo pieno;19.05 Milano sera; 20.05 Una poltro-na per due; 22.00 Effetto notte; 2.02-6.29 Selezione musicale notturna.

POMERIGGIO

SERA

Page 26: il mondo - Archivio Unità

03ECO09A0302 ZALLCALL 11 21:19:38 02/02/98

LA BORSAMartedì 3 febbraio 1998 16l’UnitàDati e tabelle a cura di Radiocor

MERCATO AZIONARIO CAMBI ORO E MONETE OBBLIGAZIONI

AA MARCIA 551,6 6,26

ACQ POTABILI 5480 -0,13

ACQUE NICOLAY 5499 0,68

AEDES 12281 -0,63

AEDES RNC 6472 -0,43

AEROPORTI ROMA 23352 0,74

ALITALIA 16228 1,00

ALITALIA P 14994 2,24

ALITALIA RNC 14973 1,85

ALLEANZA 22485 5,24

ALLEANZA RNC 13024 3,10

ALLIANZ SUBALP 19083 2,90

AMGA 1416 0,85

ANSALDO TRAS 3793 6,46

ARQUATI 3133 1,52

ASSITALIA 9341 1,61

AUSILIARE 5087 3,77

AUTO TO-MI 20600 9,52

AUTOGRILL SPA 10415 6,39

AUTOSTRADE P 6445 -1,00

BB AGR MANTOV 21954 1,94

B DESIO-BRIANZA 5717 2,92

B FIDEURAM 9498 2,45

B INTESA 8462 1,77

B INTESA PR 4294 0,96

B LEGNANO 10149 3,72

B NAPOLI 2318 1,67

B NAPOLI PR 2263 0,71

B NAPOLI RNC 2418 -0,25

B S PAOLO BRES 7097 2,25

B S PAOLO BRES W 4463 2,17

B SARDEGNA RNC 24687 2,96

B TOSCANA 6197 3,40

BANCA CARIGE 14830 3,41

BANCA DI ROMA 2406 0,67

BASSETTI 11725 2,00

BASTOGI 118,2 6,68

BAYER 71028 4,89

BCA INTERMOBIL 4414 0,02

BCA POP MILANO 15683 7,21

BCO CHIAVARI 5899 4,15

BENETTON 31590 1,72

BINDA 44,7 0,00

BNA 2515 3,97

BNA PRIV 1414 2,61

BNA RNC 1363 0,52

BNL RNC 39413 1,37

BOERO 10600 -2,75

BON FERRARESI 16400 1,23

BREMBO 19379 0,65

BRIOSCHI 366,2 0,00

BULGARI 10088 4,16

BURGO 11663 1,06

BURGO PRIV 11964 1,07

BURGO RNC 11433 -0,50

CCAB 16873 0,25

CAFFARO 1892 1,39

CAFFARO RISP 2203 3,92

CALCEMENTO 2481 -0,52

CALP 7307 -0,03

CALTAGIRONE 1634 2,70

CALTAGIRONE RNC 1627 7,39

CAMFIN 4368 6,05

CARRARO 9570 -1,56

CEM.AUGUSTA 2950 3,47

CEM.BARLETTA 6500 4,00

CEM.BARLETTARNC 5304 4,18

CEMBRE 5853 -0,53

CEMENTIR 2263 5,35

CENTENARI ZIN 183,7 2,97

CIGA 1403 1,45

CIGA RNC 1921 2,13

CIR 2391 2,44

CIR RNC 1389 1,17

CIRIO 1075 -0,28

CMI 4271 5,61

COFIDE 1018 -1,64

COFIDE RNC 910,5 -0,92

COMAU SPA 5951 0,44

COMIT 7577 3,87

COMIT RNC 6886 1,22

COMMERZBANK 66750 0,01

COMPART 1394 4,11

COMPART RNC 1207 2,12

COSTA CR 4500 0,00

COSTA CR RNC 2900 2,65

CR BERGAMASCO 34198 2,81

CR FONDIARIO 5189 7,77

CR VALTELLINESE 19136 5,21

CREDEM 4725 3,94

CREDEM PR 4393 3,73

CREDIT 6745 1,46

CREDIT RNC 5572 -0,61

CRESPI 4710 2,30

CSP CALZE 20409 -0,21

CUCIRINI 1773 2,19

D

DALMINE 508,2 0,69

DANIELI 12379 0,19

DANIELI RNC 7083 0,60

DE FERRARI 5417 0,00

DE FERRARI RNC 2848 0,96

DEROMA 11297 -0,56

E

EDISON 11668 1,01

ENI 10643 0,98

ERG 7718 -0,13

ERICSSON 91270 4,80

ERIDAN BEG-SAY 318283 2,47

ESAOTE 4943 -0,74

ESPRESSO 10575 -0,40

F

FALCK 10395 0,26

FALCK RISP 9300 0,00

FIAR 5901 0,25

FIAT 5904 -1,17

FIAT PRIV 3238 -0,64

FIAT RNC 3458 -0,75

FIN PART ORD 1443 4,95

FIN PART PRIV 767,4 2,88

FIN PART RNC 804,9 3,31

FINARTE ASTE 2209 -1,47

FINCASA 448,3 6,46

FINMECCANICA 1525 4,81

FINMECCANICARNC 1750 0,86

FINREX SOSP ---

FINREX RNC SOSP ---

GGABETTI 2434 -6,28

GARBOLI 1900 0,00

GEMINA 888,4 -1,85

GEMINA RNC 1682 -4,97

GENERALI 49663 2,37

GEWISS 36221 1,15

GILDEMEISTER 6911 2,42

GIM 1744 2,17

GIM RNC 2176 -1,23

GIM W 397,2 4,94

HHDP 1261 4,30

HDP RNC 1140 1,69

HDP W 98 110,5 3,27

IIDRA PRESSE 4168 -0,48

IFI PRIV 29344 -0,72

IFIL 7178 0,18

IFIL RNC 4427 0,57

IM METANOPOLI 1812 -0,49

IMA 9038 -0,62

IMI 26001 4,96

IMPREGILO 1596 1,53

IMPREGILO RNC 1519 -0,07

INA 4050 1,33

INTEK 1695 0,89

INTEK RNC 1116 -0,27

INTERPUMP 6347 4,86

IPI SPA 2877 1,09

IRCE 9883 0,26

IST CR FONDIARIO 31603 -5,52

ITALCEM 13944 1,52

ITALCEM RNC 6497 3,01

ITALGAS 7204 2,62

ITALMOB 48731 6,67

ITALMOB R 26012 7,44

ITTIERRE 5628 1,44

JJOLLY HOTELS 10726 2,89

JOLLY RNC 7100 0,00

LLA DORIA 5494 3,02

LA FOND ASS 9984 3,00

LA FOND ASS RNC 5954 1,92

LA GAIANA 3300 0,00

LINIFICIO 1045 1,16

LINIFICIO RNC 901,1 -0,25

LOCAT 1746 0,29

LOGITALIA GEST SOSP ---

MMAFFEI 3008 3,65

MAGNETI 3400 -0,06

MAGNETI RNC 2489 -0,36

MANULI RUBBER 7568 0,08

MARANGONI 5900 6,12

MARZOTTO 22575 1,93

MARZOTTO RIS 22300 1,06

MARZOTTO RNC 12870 3,29

MEDIASET 9746 3,00

MEDIOBANCA 16840 2,15

MEDIOLANUM 32487 2,06

MERLONI 7098 -0,14

MERLONI RNC 3100 -0,29

MILANO ASS 6141 1,42

MILANO ASS RNC 3558 1,92

MITTEL 2811 2,97

MONDADORI 17463 -1,42

MONDADORI RNC 19473 0,83

MONRIF 778,3 4,33

MONTEDISON 1742 1,81

MONTEDISON RIS 2236 6,88

MONTEDISON RNC 1309 1,32

MONTEFIBRE 1432 1,63

MONTEFIBRE RNC 1354 8,32

NNAI 440,3 3,70

NECCHI 1079 10,77

NECCHI RNC 1535 -2,35

OOLCESE SOSP ---

OLIVETTI 1519 2,43

OLIVETTI P 2724 -1,34

OLIVETTI R 1716 -0,35

PPAGNOSSIN 8899 1,48

PARMALAT 2850 0,07

PERLIER 631,3 0,00

PININFARINA 32935 1,74

PININFARINA RIS 28700 0,00

PIRELLI SPA 4786 1,14

PIRELLI SPA R 3623 3,01

PIRELLI CO 3734 0,40

PIRELLI CO RNC 3097 2,41

POL EDITORIALE 2548 7,19

POP BG CR VA 37863 2,40

POP BRESCIA 20106 0,87

POP COMM IN-DUSTR 33935 0,52

POP SPOLETO 16512 0,76

PREMAFIN 1501 0,33

PREMUDA 2586 2,25

PREMUDA RNC 2504 8,87

R

RAS 19630 3,69

RAS RNC 13666 0,93

RATTI 3835 0,79

RECORDATI 15793 3,12

RECORDATI RNC 8521 2,40

REJNA 16500 0,00

REJNA RNC 40540 0,00

RENO DE MED 5530 0,56

RENO DE MED RIS 5440 0,00

RENO DE MED RNC 4434 -0,61

RICCHETTI 2533 0,00

RINASCENTE 13765 0,13

RINASCENTE P 5902 -1,16

RINASCENTE R 7424 0,03

RISANAMENTO 27450 0,18

RISANAMENTO RNC 13700 0,00

RIVA FINANZ 7331 0,05

ROLAND EUROPE 5402 1,45

ROLO BANCA 30374 1,45

ROTONDI EVOLUT 4700 1,08

SS PAOLO TO 20178 4,06

SADI 5096 -0,93

SAES GETT 27634 2,37

SAES GETT PRIV 16580 -1,00

SAES GETT RNC 16336 -0,78

SAFILO 45320 0,08

SAFILO RNC 33500 0,00

SAI 22097 0,89

SAI R 10032 -0,08

SAIAG 11501 1,06

SAIAG RNC 5795 1,65

SAIPEM 9732 0,50

SAIPEM RNC 8379 0,28

SASIB 7975 1,86

SASIB RNC 4822 0,04

SAVINO DEL BENE 2914 2,57

SCHIAPPARELLI 485,2 0,00

SCI SOSP ---

SEAT 682,6 -0,34

SEAT RNC 448,6 -0,11

SERFI 13190 0,00

SIMINT 13963 6,34

SIRTI 10586 -1,61

SMI METALLI 1065 2,80

SMI METALLI RNC 1070 -0,28

SMURFIT SISA 1437 -0,55

SNIA BPD 2109 -1,31

SNIA BPD RIS 2127 0,47

SNIA BPD RNC 1643 1,36

SOGEFI 5005 0,46

SONDEL 3609 0,81

SOPAF 1474 3,22

SOPAF RNC 1134 3,28

SORIN 7999 -0,42

STANDA 22919 1,52

STANDA RNC 9832 -0,87

STAYER 2045 0,00

STEFANEL 4422 0,05

STEFANEL RIS 4682 0,00

TTECNOST 4242 -0,84

TELECO 7851 5,79

TELECO RNC 6327 5,47

TELECOM IT 12454 0,78

TELECOM IT RNC 8955 1,55

TERME ACQUI 1214 5,66

TERME ACQUI RNC 1283 7,63

TIM 8646 2,57

TIM RNC 5417 2,23

TORO 28001 -0,31

TORO P 12338 1,48

TORO R 12533 1,49

TRENNO 3400 -0,85

UUNICEM 17219 3,47

UNICEM RNC 8341 8,48

UNIPOL 6981 3,27

UNIPOL P 4400 2,33

UNIPOL P W 1094 0,83

UNIPOL W 1086 3,13

VVIANINI IND 1398 -0,14

VIANINI LAV 3606 0,45

VITTORIA ASS 7808 1,48

VOLKSWAGEN 10627003,14

ZZIGNAGO 15069 -1,09

ZUCCHI 13330 5,09

ZUCCHI RNC 7704 1,41

ZUCCHINI 13396 -0,73

VALUTA 02/02 30/01

DOLLARO USA 1807,36 1799,45

ECU 1946,53 1946,65

MARCO TEDESCO 986,55 986,54

FRANCO FRANCESE 294,42 294,40

LIRA STERLINA 2948,17 2945,70

FIORINO OLANDESE 875,32 875,35

FRANCO BELGA 47,81 47,81

PESETA SPAGNOLA 11,63 11,63

CORONA DANESE 258,92 258,91

LIRA IRLANDESE 2474,46 2470,82

DRACMA GRECA 6,23 6,23

ESCUDO PORTOGH. 9,64 9,64

DOLLARO CANADESE 1247,06 1228,55

YEN GIAPPONESE 14,27 14,14

FRANCO SVIZZERO 1219,54 1224,95

SCELLINO AUSTR. 140,21 140,21

CORONA NORVEGESE 238,81 237,83

CORONA SVEDESE 222,77 222,48

MARCO FINLANDESE 325,97 325,87

DOLLARO AUSTRAL. 1241,11 1221,47

DENARO LETTERA

ORO FINO (PER GR.) 17.500 17.540

ARGENTO (PER KG.) 362.000 363.000

STERLINA (V.C.) 124.000 133.000

STERLINA (N.C.) 126.000 139.000

STERLINA (POST.74) 124.000 134.000

MARENGO ITALIANO 115.000 125.000

MARENGO SVIZZERO 108.000 122.000

MARENGO FRANCESE 102.000 112.000

MARENGO BELGA 100.000 112.000

MARENGO AUSTRIACO 100.000 112.000

20 MARCHI 125.000 138.000

10 DOLLARI LIBERTY 440.000 500.000

10 DOLLARI INDIANO 600.000 680.000

20 DOLLARI LIBERTY 720.000 820.000

20 DOLLARI ST.GAUD. 730.000 830.000

4 DUCATI AUSTRIA 290.000 330.000

100 CORONE AUSTRIA 530.000 550.000

100 PESOS CILE 310.000 340.000

KRUGERRAND 550.000 570.000

50 PESOS MESSICO 650.000 670.000

TITOLO OGGI DIFF.

ENTE FS 90-01 101,60 -0,16

ENTE FS 94-04 116,90 -0,89

ENTE FS 94-04 103,30 -0,10

ENTE FS 96-01 100,25 0,18

ENTE FS 94-02 100,46 -0,14

ENTE FS 92-00 101,85 -0,10

ENTE FS 89-99 100,94 -0,08

ENTE FS 3 85-00 110,85 -0,18

ENTE FS OP 90-98 102,01 0,00

ENEL 1 EM 86-01 101,55 0,10

ENEL 1 EM 93-01 102,65 -0,20

ENEL 1 EM 90-98 107,54 -0,01

ENEL 1 EM 91-01 105,00 0,18

ENEL 1 EM 92-00 103,81 -0,15

ENEL 2 EM 85-00 111,06 0,06

ENEL 2 EM 89-99 107,96 -0,05

ENEL 2 EM 93-03 113,75 -0,25

ENEL 2 EM 91-03 103,60 0,02

ENEL 3 EM 85-00 N.R. 0,00

IRI IND 85-00 101,37 -1,43

IRI IND 85-99 102,79 102,7

AUTOSTRADE 93-00 101,01 -0,09

MEDIOB 89-99 104,80 -0,10

MERCATO RISTRETTO

TITOLO CHIUS. VAR.

AUTOSTRADE MER. 11190 2,47

BASE H PRIV 145,5 0,00

BCA PROV NAPOLI 1590 0,00

BONAPARTE 14,5 0,00

BORGOSESIA 129 0,00

BORGOSESIA RIS 74 4,23

CARBOTRADE P 1746 0,00

CONDOTTE ACQ SOSP. ---

FEMPAR 38 0,00

FERR NORD MI 2950 0,00

FINPE 500 3,09

FRETTE 6500 2,36

IFIS PRIV 1449 -0,07

ITALIANA ASS 16010 0,06

NAPOLETANA GAS 2000 0,00

POP CREMA 83000 8,50

POP CREMONA 16000 0,00

POP EMILIA 99600 0,61

POP INTRA 20550 0,00

POP LODI 20000 7,53

POP LUINO VARESE 11500 3,88

POP NOVARA 15650 7,93

POP SIRACUSA 20200 1,00

POP SONDRIO 36800 2,08

POP.CRE. 7% CV 154 0,00

POP.EMILIA 02 CV 166,2 0,12

POP.EMILIA 99 CV 172 0,88

POP.EMILIA CV 217 0,00

POP.INTRA CV 190,1 0,00

POP.LODI CV 153,1 4,86

SANITA’ SOSP. ---

FONDI D’INVESTIMENTO

AZIONARIIERI PREC.

ADRIATIC AMERIC F 30.495 30.404

ADRIATIC EUROPE F 28.555 28.376

ADRIATIC FAR EAST 10.793 10.895

ADRIATIC GLOBAL F 24.002 23.951

ALPI AZIONARIO 12.740 12.630

ALTO AZIONARIO 18.163 18.169

AMERICA 2000 24.645 24.555

AMERIGO VESPUCCI 14.073 13.975

APULIA AZIONARIO 16.156 16.057

APULIA INTERNAZ 13.440 13.373

ARCA AZ AMER LIRE 32.223 31.699

ARCA AZ EUR LIRE 19.328 19.120

ARCA AZ FAR E LIR 10.874 10.935

ARCA AZ IT 30.538 30.300

ARCA VENTISETTE 23.507 23.261

AUREO GLOBAL 19.067 19.056

AUREO MULTIAZIONI 15.398 15.347

AUREO PREVIDENZA 30.237 30.058

AZIMUT AMERICA 19.150 19.030

AZIMUT BORSE INT 18.918 18.835

AZIMUT CRESC ITA 26.542 26.314

AZIMUT EUROPA 17.727 17.628

AZIMUT PACIFICO 11.149 11.190

AZIMUT TREND 20.687 20.635

AZIMUT TREND EMER 9.373 9.177

AZIMUT TREND ITA 17.384 17.270

AZZURRO 45.001 44.622

BLUE CIS 12.409 12.139

BN AZIONI INTERN 21.857 21.817

BN AZIONI ITALIA 17.923 17.805

BN OPPORTUNITA 12.017 11.965

BPB RUBENS 14.806 14.634

BPB TIZIANO 22.958 22.796

CAPITALGES EUROPA 10.986 10.952

CAPITALGES INTER 17.841 17.796

CAPITALGES PACIF 7.332 7.226

CAPITALGEST AZ 26.017 25.811

CAPITALRAS 29.689 29.477

CARIFONDO ARIETE 22.853 22.634

CARIFONDO ATLANTE 22.626 22.352

CARIFONDO AZ AMER 12.492 12.363

CARIFONDO AZ ASIA 8.886 8.845

CARIFONDO AZ EURO 12.766 12.670

CARIFONDO AZ ITA 14.872 14.798

CARIFONDO CARIG A 12.547 12.423

CARIFONDO DELTA 39.873 39.673

CARIFONDO M GR AZ 10.762 10.631

CARIFONDO PAES EM 9.601 9.540

CARIPLO BL CHIPS 16.165 16.002

CENTRALE AME DLR 15,086 15,162

CENTRALE AME LIRE 27.147 27.078

CENTRALE AZ IM IN 10.329 10.329

CENTRALE CAPITAL 36.117 35.844

CENTRALE E AS DLR 5,583 5,538

CENTRALE E AS LIR 10.047 9.891

CENTRALE EUR ECU 19,883 19,683

CENTRALE EUR LIRE 38.705 38.330

CENTRALE G8 BL CH 17.815 17.755

CENTRALE GIAP LIR 9.014 9.217

CENTRALE GIAP YEN 637,437 646,489

CENTRALE GLOBAL 29.473 29.398

CENTRALE ITALIA 20.912 20.742

CISALPINO AZ 23.891 23.710

CISALPINO INDICE 19.110 18.954

CLIAM AZIONI ITA 14.398 14.308

CLIAM FENICE 9.878 9.851

CLIAM SESTANTE 11.606 11.491

CLIAM SIRIO 14.408 14.368

COMIT AZIONE 18.386 18.386

COMIT PLUS 17.903 17.903

CONSULTINVEST AZ 17.040 16.942

CREDIS AZ ITA 18.619 18.443

CREDIS TREND 13.901 13.851

CRISTOFOR COLOMBO 29.883 29.680

DIVAL CONS GOODS 11.031 10.977

DIVAL ENERGY 10.461 10.429

DIVAL INDIV CARE 11.514 11.474

DIVAL MULTIMEDIA 10.728 10.659

DIVAL PIAZZA AFF 11.777 11.673

DUCATO AZ AMERICA 11.401 11.361

DUCATO AZ ASIA 6.625 6.547

DUCATO AZ EUROPA 11.707 11.628

DUCATO AZ GIAPPON 8.152 8.289

DUCATO AZ INTERN 56.742 56.342

DUCATO AZ ITALIA 19.340 19.157

DUCATO AZ PA EMER 7.729 7.486

DUCATO SECURPAC 14.146 14.061

EPTA AZIONI ITA 19.572 19.460

EPTAINTERNATIONAL 25.638 25.544

EURO AZIONARIO 10.672 10.638

EUROM AMERIC EQ F 33.911 33.790

EUROM AZIONI ITAL 24.521 24.328

EUROM BLUE CHIPS 24.164 24.105

EUROM EM MKT EQ F 8.319 8.183

EUROM EUROPE EQ F 27.056 26.930

EUROM GREEN EQ F 16.879 16.863

EUROM GROWTH EQ F 14.036 13.960

EUROM HI-TEC EQ F 17.252 17.117

EUROM RISK FUND 37.686 37.423

EUROM TIGER FAR E 14.736 14.533

EUROPA 2000 29.270 29.045

F&F LAGEST AZ INT 21.603 21.558

F&F LAGEST AZ ITA 37.119 36.825

F&F PROF GEST INT 25.099 25.050

F&F PROF GEST ITA 31.044 30.799

F&F SEL AMERICA 20.753 20.675

F&F SEL EUROPA 28.745 28.560

F&F SEL GERMANIA 16.921 16.921

F&F SEL ITALIA 17.858 17.729

F&F SEL NUOVI MER 8.214 8.052

F&F SEL PACIFICO 10.545 10.533

F&F SEL TOP50 INT 10.559 10.544

FERDIN MAGELLANO 7.961 7.912

FIDEURAM AZIONE 23.771 23.741

FINANZA ROMAGEST 20.749 20.573

FONDERSEL AM 21.073 21.023

FONDERSEL EU 21.424 21.283

FONDERSEL IND 15.824 15.778

FONDERSEL ITALIA 21.727 21.526

FONDERSEL OR 10.451 10.507

FONDERSEL SERV 14.849 14.791

FONDICRI ALTO POT 15.284 15.173

FONDICRI INT 32.536 32.273

FONDICRI SEL AME 12.738 12.535

FONDICRI SEL EUR 12.070 11.977

FONDICRI SEL ITA 29.371 29.110

FONDICRI SEL ORI 8.718 8.655

FONDINV EUROPA 27.558 27.420

FONDINV PAESI EM 12.951 12.787

FONDINV SERVIZI 26.110 26.017

FONDINVEST TRE 28.348 28.117

FONDO CRESCITA 16.715 16.612

GALILEO 23.677 23.520

GALILEO INT 20.759 20.724

GENERCOMIT AZ ITA 18.320 18.211

GENERCOMIT CAP 21.787 21.683

GENERCOMIT EUR 35.253 35.064

GENERCOMIT INT 30.592 30.529

GENERCOMIT NOR 39.810 39.700

GENERCOMIT PACIF 9.477 9.491

GEODE 22.318 22.251

GEODE PAESI EMERG 10.228 9.967

GEODE RISORSE NAT 7.076 7.064

GEPOBLUECHIPS 12.647 12.598

GEPOCAPITAL 26.385 26.231

GESFIMI AMERICHE 16.545 16.446

GESFIMI EUROPA 17.833 17.665

GESFIMI INNOVAZ 17.293 17.196

GESFIMI ITALIA 19.836 19.692

GESFIMI PACIFICO 8.719 8.728

GESTICRED AMERICA 16.926 16.773

GESTICRED AZIONAR 25.876 25.793

GESTICRED BORSITA 23.296 23.123

GESTICRED EUROAZ 29.243 29.033

GESTICRED F EAST 8.265 8.300

GESTICRED MERC EM 9.465 9.280

GESTICRED PRIVAT 14.173 14.117

GESTIELLE A 18.956 18.812

GESTIELLE AMERICA 19.274 19.186

GESTIELLE B 18.508 18.387

GESTIELLE EM MKT 12.558 12.393

GESTIELLE EUROPA 19.871 19.773

GESTIELLE F EAST 10.160 10.244

GESTIELLE I 19.790 19.640

GESTIELLE WC 10.796 10.769

GESTIFONDI AZ INT 20.859 20.791

GESTIFONDI AZ IT 20.549 20.381

GESTN AMERICA DLR 17,02 17,09

GESTN AMERICA LIT 30.627 30.521

GESTN EUROPA LIRE 18.023 17.914

GESTN EUROPA MAR 18,269 18,143

GESTN FAREAST LIT 13.754 13.780

GESTN FAREAST YEN 972,633 966,543

GESTN PAESI EMERG 11.437 11.236

GESTNORD AMBIENTE 13.781 13.757

GESTNORD BANKING 17.614 17.567

GESTNORD PZA AFF 16.393 16.272

GESTNORD TRADING 10.658 10.664

GRIFOGLOBAL 16.088 15.983

GRIFOGLOBAL INTER 12.511 12.475

IMIEAST 11.780 11.924

IMIEUROPE 30.644 30.429

IMINDUSTRIA 20.377 20.333

IMITALY 30.833 30.593

IMIWEST 33.404 33.340

INDUSTRIA ROMAGES 21.110 20.999

ING SVI AMERICA 32.158 32.072

ING SVI ASIA 7.509 7.523

ING SVI AZIONAR 30.250 30.014

ING SVI EM MAR EQ 10.186 9.875

ING SVI EUROPA 31.713 31.520

ING SVI IND GLOB 23.127 23.127

ING SVI INIZIAT 24.676 24.542

ING SVI OLANDA 22.710 22.699

INTERB AZIONARIO 36.828 36.629

INTERN STK MANAG 15.288 15.250

INVESTILIBERO 12.393 12.375

INVESTIRE AMERICA 32.890 32.749

INVESTIRE AZ 27.344 27.166

INVESTIRE EUROPA 23.529 23.409

INVESTIRE INT 19.576 19.500

INVESTIRE PACIFIC 13.226 13.280

ITALY STK MANAG 16.606 16.488

LOMBARDO 31.009 30.807

MEDICEO AM LATINA 12.220 12.083

MEDICEO AMERICA 16.018 15.908

MEDICEO ASIA 6.628 6.437

MEDICEO GIAPPONE 9.853 9.920

MEDICEO IND ITAL 12.464 12.362

MEDICEO MEDITERR 18.895 18.758

MEDICEO NORD EUR 13.707 13.641

MIDA AZIONARIO 24.422 24.289

OASI AZ ITALIA 16.820 16.678

OASI CRE AZI 17.708 17.546

OASI FRANCOFORTE 20.130 20.040

OASI HIGH RISK 14.428 14.346

OASI ITAL EQ RISK 21.099 20.864

OASI LONDRA 13.057 13.011

OASI NEW YORK 16.411 16.337

OASI PANIERE BORS 13.805 13.759

OASI PARIGI 18.890 18.707

OASI TOKYO 11.330 11.459

OCCIDENTE 16.596 16.523

OLTREMARE AZION 19.574 19.461

OLTREMARE STOCK 17.782 17.715

ORIENTE 9.454 9.517

ORIENTE 2000 15.513 15.711

PADANO INDICE ITA 17.382 17.200

PERFORMAN AZ EST 20.056 19.941

PERFORMAN AZ ITA 17.817 17.712

PERFORMAN PLUS 11.130 11.132

PERSONALF AZ 22.830 22.767

PHARMACHEM 23.491 23.392

PHENIXFUND TOP 19.649 19.494

PRIME M AMERICA 34.340 34.225

PRIME M EUROPA 34.581 34.455

PRIME M PACIFICO 21.744 21.734

PRIMECAPITAL 72.797 72.362

PRIMECLUB AZ INT 13.626 13.550

PRIMECLUB AZ ITA 25.243 25.082

PRIMEEMERGINGMK 13.345 13.163

PRIMEGLOBAL 25.557 25.434

PRIMEITALY 25.904 25.739

PRIMESPECIAL 17.254 17.081

PRUDENTIAL AZIONI 19.652 19.531

PRUDENTIAL SM CAP 18.469 18.459

PUTNAM EU EQ ECU 7,626 7,569

PUTNAM EUROPE EQ 14.846 14.740

PUTNAM GL EQ DLR 7,701 7,713

PUTNAM GLOBAL EQ 13.858 13.775

PUTNAM PAC EQ DLR 4,839 4,86

PUTNAM PACIFIC EQ 8.708 8.680

PUTNAM USA EQ DLR 7,356 7,387

PUTNAM USA EQUITY 13.237 13.193

PUTNAM USA OP DLR 6,545 6,571

PUTNAM USA OPPORT 11.778 11.736

QUADRIFOGLIO AZ 24.570 24.448

RISP ITALIA AZ 25.359 25.210

RISP ITALIA B I 33.502 33.514

RISP ITALIA CRE 20.811 20.606

ROLOAMERICA 19.053 18.906

ROLOEUROPA 17.254 17.230

ROLOITALY 16.947 16.836

ROLOORIENTE 9.029 9.008

ROLOTREND 18.774 18.786

SPAOLO ALDEBAR IT 26.213 26.028

SPAOLO ANDR AZ IN 37.666 37.605

SPAOLO AZ INT ETI 11.089 11.080

SPAOLO AZION ITA 13.750 13.649

SPAOLO AZIONI 22.974 22.812

SPAOLO H AMBIENTE 29.096 28.987

SPAOLO H AMERICA 18.035 17.929

SPAOLO H ECON EME 11.363 11.196

SPAOLO H EUROPA 15.783 15.684

SPAOLO H FINANCE 35.533 35.416

SPAOLO H INDUSTR 22.260 22.110

SPAOLO H INTERNAZ 23.330 23.196

SPAOLO H PACIFICO 10.089 10.208

SPAOLO JUNIOR 30.582 30.395

TALLERO 12.529 12.496

TRADING 15.121 15.031

VENETOBLUE 24.329 24.158

VENETOVENTURE 22.768 22.721

VENTURE TIME 13.281 13.280

ZECCHINO 16.640 16.443

ZENIT AZIONARIO 17.269 17.269

ZENIT TARGET 13.202 13.202

ZETA AZIONARIO 26.809 26.620

ZETASTOCK 29.114 29.034

ZETASWISS 40.251 39.897

BILANCIATIADRIATIC MULTI F 20.855 20.802

ALTO BILANCIATO 17.358 17.358

ARCA BB 46.332 46.116

ARCA TE 23.083 22.829

ARMONIA 20.361 20.304

AUREO 38.769 38.575

AZIMUT 28.959 28.843

BN BILANCIATO ITA 15.433 15.378

CAPITALCREDIT 24.818 24.731

CAPITALGES BILAN 32.036 31.892

CARIFONDO LIBRA 50.178 49.958

CISALPINO BILAN 28.725 28.622

EPTACAPITAL 22.917 22.843

EUROM CAPITALFIT 34.392 34.255

F&F PROFESS RISP 28.816 28.733

F&F PROFESSIONALE 82.921 82.504

FIDEURAM PERFORM 15.066 15.034

FONDATTIVO 18.587 18.479

FONDERSEL 65.724 65.448

FONDICRI BIL 20.297 20.207

FONDINVEST DUE 35.432 35.287

FONDO CENTRALE 31.970 31.835

FONDO GENOVESE 13.612 13.594

GENERCOMIT 44.634 44.501

GENERCOMIT ESPANS 13.160 13.099

GEPOREINVEST 24.600 24.495

GEPOWORLD 19.577 19.485

GESFIMI INTERNAZ 21.037 20.919

GESTICRED FINANZA 25.987 25.975

GIALLO 16.985 16.942

GRIFOCAPITAL 26.703 26.597

IMICAPITAL 47.527 47.426

ING SVI PORTFOLIO 40.349 40.269

INTERMOBILIARE F 26.646 26.548

INVESTIRE BIL 22.318 22.212

INVESTIRE STRAT B 19.654 19.496

MULTIRAS 40.005 39.849

NAGRACAPITAL 29.892 29.741

NORDCAPITAL 22.918 22.815

NORDMIX 22.945 22.869

PHENIXFUND 23.752 23.630

PRIMEREND 45.026 44.946

PRUDENTIAL MIXED 12.200 12.136

QUADRIFOGLIO BIL 29.986 29.868

QUADRIFOGLIO INT 16.404 16.341

ROLOINTERNATIONAL 21.390 21.345

ROLOMIX 20.519 20.449

SILVER TIME 10.843 10.842

VENETOCAPITAL 21.939 21.835

VISCONTEO 41.817 41.619

ZETA BILANCIATO 29.811 29.688

OBBLIGAZIONARIADRIATIC BOND F 24.480 24.368

AGRIFUTURA 24.557 24.507

ALLEANZA OBBLIG 10.769 10.760

ALPI MONETARIO 10.295 10.293

ALPI OBBLIGAZION 10.438 10.433

ALTO MONETARIO 10.424 10.418

ALTO OBBLIGAZION 12.084 12.073

APULIA OBBLIGAZ 10.804 10.790

ARCA BOND 17.714 17.604

ARCA BOND DLR LIR 12.847 12.681

ARCA BOND ECU LIR 11.284 11.281

ARCA BOND YEN LIR 10.550 10.641

ARCA BT 12.813 12.810

ARCA MM 20.117 20.108

ARCA RR 13.603 13.593

ARCOBALENO 21.863 21.763

AUREO BOND 13.980 13.891

AUREO GESTIOB 15.458 15.390

AUREO MONETARIO 10.732 10.729

AUREO RENDITA 27.874 27.801

AZIMUT FIXED RATE 13.486 13.465

AZIMUT FLOAT RATE 11.548 11.547

AZIMUT GARANZ VAL 10.227 10.197

AZIMUT GARANZIA 18.577 18.575

AZIMUT REDDITO 21.138 21.112

AZIMUT REND INT 13.006 12.956

AZIMUT SOLIDAR 11.472 11.470

AZIMUT TREND TAS 12.134 12.118

AZIMUT TREND VAL 11.024 10.957

BN LIQUIDITA 10.301 10.299

BN MONETARIO 17.763 17.757

BN OBBL INTERN 12.000 11.956

BN OBBL ITALIA 10.534 10.523

BN PREVIDENZA 22.887 22.865

BN REDD ITALIA 11.878 11.873

BN VALUTA FORTE 9,92 9,91

BPB REMBRANDT 12.083 12.008

BPB TIEPOLO 12.195 12.191

BRIANZA REDDITO 10.098 10.091

CAPITALGES BO DLR 11.161 11.059

CAPITALGES BO MAR 10.316 10.304

CAPITALGES MONET 15.348 15.339

CAPITALGES REND 14.836 14.823

CARIFONDO ALA 15.345 15.324

CARIFONDO BOND 14.002 13.901

CARIFONDO CARIG M 16.342 16.342

CARIFONDO CARIG O 14.585 14.572

CARIFONDO DLR O 7,168 7,143

CARIFONDO DLR O L 12.898 12.757

CARIFONDO DMK O 10,302 10,296

CARIFONDO DMK O L 10.163 10.166

CARIFONDO HI YIEL 10.750 10.670

CARIFONDO LIREPIU 22.016 22.013

CARIFONDO M GR OB 10.312 10.298

CARIFONDO MAGNA G 13.766 13.766

CARIFONDO TESORER 11.151 11.151

CARIPLO STRONG CU 12.465 12.405

CENT CASH DLR 11,375 11,374

CENT CASH DMK 10,88 10,877

CENTRALE BOND AME 11,945 11,899

CENTRALE BOND GER 11,917 11,91

CENTRALE CASH 12.811 12.809

CENTRALE CONTO CO 14.860 14.858

CENTRALE MONEY 21.352 21.248

CENTRALE REDDITO 29.340 29.316

CENTRALE TASSO FI 11.705 11.692

CENTRALE TASSO VA 10.243 10.241

CISALPINO CASH 13.100 13.096

CISALPINO CEDOLA 10.760 10.749

CISALPINO REDD 20.361 20.322

CLIAM CASH IMPRES 10.293 10.291

CLIAM LIQUIDITA 12.365 12.362

CLIAM OBBLIG EST 13.720 13.657

CLIAM OBBLIG ITA 12.278 12.268

CLIAM ORIONE 10.042 10.016

CLIAM PEGASO 9.950 9.936

CLIAM REGOLO 10.181 10.169

COLUMBUS I B DLR 6,962 6,971

COLUMBUS I B LIRE 12.528 12.450

COMIT OBBL ESTERO 10.722 10.722

COMIT REDDITO 11.369 11.369

CONSULTINVEST RED 10.916 10.905

COOPERROMA MONET 10.127 10.126

COOPERROMA OBBLIG 10.195 10.189

CR TRIESTE OBBLIG 11.601 11.582

CREDIS MONET LIRE 11.520 11.518

CREDIS OBB INT 11.659 11.619

CREDIS OBB ITA 11.659 11.655

DIVAL CASH 10.144 10.141

DUCATO MONETARIO 12.640 12.632

DUCATO OBB DLR 11.484 11.365

DUCATO OBB EURO 10.607 10.588

DUCATO RED INTERN 13.072 13.022

DUCATO RED ITALIA 34.013 35.954

EPTA 92 18.486 18.400

EPTA LT 11.261 11.228

EPTA MT 10.512 10.495

EPTA TV 10.285 10.283

EPTABOND 30.224 30.193

EPTAMONEY 20.738 20.732

EUGANEO 10.897 10.894

EURO OBBLIGAZION 10.332 10.297

EUROM CONTOVIVO 17.846 17.845

EUROM INTERN BOND 14.319 14.264

EUROM LIQUIDITA 11.665 11.661

EUROM NORTH AME B 13.156 13.067

EUROM NORTH EUR B 11.297 11.294

EUROM REDDITO 20.553 20.534

EUROM RENDIFIT 13.119 13.110

EUROM TESORERIA 16.451 16.448

EUROM YEN BOND 16.399 16.522

EUROMONEY 13.521 13.501

F&F LAGEST MO ITA 12.187 12.186

F&F LAGEST OB INT 17.343 17.262

F&F LAGEST OB ITA 26.536 26.504

F&F LAGEST PORTF 10.331 10.305

F&F MONETA 10.308 10.308

F&F PROF MON ITA 12.288 12.287

F&F PROF REDD INT 11.585 11.537

F&F PROF REDD ITA 18.598 18.577

F&F SEL BUND DMK 10,966 10,948

F&F SEL BUND LIRE 10.819 10.810

F&F SEL P EMERGEN 10.269 10.131

F&F SEL RIS D DLR 5,88 5,88

F&F SEL RIS D LIR 10.581 10.503

F&F SEL RISER LIR 13.535 13.534

FIDEURAM MONETA 22.004 22.001

FIDEURAM SECURITY 14.547 14.545

FONDERSEL CASH 13.219 13.220

FONDERSEL DOLLARO 13.139 13.028

FONDERSEL INT 19.967 19.885

FONDERSEL MARCO 10.382 10.371

FONDERSEL REDD 19.588 19.578

FONDICRI 1 12.831 12.813

FONDICRI BOND PLU 10.631 10.567

FONDICRI IND PLUS 14.311 14.303

FONDICRI MONETAR 21.079 21.068

FONDIMPIEGO 29.516 29.396

FONDINVEST UNO 13.823 13.810

FONDOFORTE 16.232 16.228

GARDEN CIS 10.355 10.353

GENERCOM AM DLR 6,759 6,749

GENERCOM AM LIRE 12.163 12.054

GENERCOM EU ECU 5,86 5,854

GENERCOM EU LIRE 11.408 11.400

GENERCOMIT BR TER 10.960 10.958

GENERCOMIT MON 19.232 19.227

GENERCOMIT OB EST 11.364 11.310

GENERCOMIT REND 12.519 12.500

GEPOBOND 12.630 12.582

GEPOBOND DLR 6,315 6,3

GEPOBOND DLR LIRE 11.363 11.252

GEPOCASH 10.586 10.580

GEPOREND 11.077 11.059

GESFIMI MONETARIO 17.238 17.233

GESFIMI PIANETA 12.014 11.950

GESFIMI RISPARMIO 11.817 11.801

GESTICRED CASH MA 12.285 12.285

GESTICRED CEDOLE 10.856 10.844

GESTICRED MONETE 20.283 20.278

GESTIELLE BT ITA 10.813 10.806

GESTIELLE BOND 16.101 16.043

GESTIELLE BT EMER 11.454 11.432

GESTIELLE BT OCSE 11.225 11.193

GESTIELLE LIQUID 19.650 19.614

GESTIELLE M 15.656 15.610

GESTIFONDI MONETA 14.705 14.701

GESTIFONDI OB IN 13.263 13.195

GESTIRAS 42.618 42.569

GESTIRAS COUPON 12.512 12.505

GESTIVITA 12.544 12.519

GINEVRA MONETARIO 11.720 11.717

GINEVRA OBBLIGAZ 12.981 12.960

GLOBALREND 17.709 17.637

GRIFOBOND 10.971 10.940

GRIFOCASH 11.518 11.514

GRIFOREND 14.888 14.862

IMIBOND 22.169 22.108

IMIDUEMILA 25.792 25.786

IMIREND 17.161 17.140

ING SVI BOND 22.780 22.711

ING SVI EMER MARK 19.465 19.157

ING SVI EUROC ECU 5,089 5,088

ING SVI EUROC LIR 9.907 9.908

ING SVI MONETAR 13.139 13.135

ING SVI REDDITO 25.645 25.631

INTERB RENDITA 32.660 32.631

INTERMONEY 13.756 13.734

INTERN BOND MANAG 11.189 11.141

INVESTIRE BOND 13.697 13.613

INVESTIRE MON 15.089 15.083

INVESTIRE OBB 32.885 32.817

INVESTIRE REDDITO 10.355 10.336

ITALMONEY 13.148 13.132

ITALY BOND MANAG 12.192 12.174

JP MORGAN MON ITA 11.144 11.142

JP MORGAN OBB INT 12.237 12.210

JP MORGAN OBB ITA 13.381 13.352

LIRADORO 13.033 13.001

MARENGO 12.606 12.602

MEDICEO MON AMER 11.947 11.856

MEDICEO MON EUROP 11.034 11.041

MEDICEO MONETARIO 12.576 12.570

MEDICEO REDDITO 13.519 13.508

MIDA MONETARIO 18.272 18.265

MIDA OBB 24.431 24.384

MIDA OBB INT 18.110 18.028

MONETAR ROMAGEST 19.318 0

MONEY TIME 16.856 16.854

NAGRAREND 14.945 14.920

NORDF DOLL DLR 12,099 12,092

NORDF DOLL LIT 21.772 21.596

NORDF GL EURO ECU 10,347 10,304

NORDF GL EURO LIR 20.142 20.066

NORDF MARCO DMK 12,103 12,101

NORDF MARCO LIT 11.940 11.948

NORDFONDO 23.479 23.459

NORDFONDO CASH 13.123 13.119

OASI 3 MESI 10.849 10.848

OASI BOND RISK 14.501 14.466

OASI BTP RISK 17.391 17.341

OASI CRESCITA RIS 12.292 12.290

OASI DOLLARI LIRE 11.776 11.660

OASI F SVIZZERI L 9.091 9.070

OASI FAMIGLIA 11.035 11.033

OASI GEST LIQUID 12.261 12.258

OASI MARCHI LIRE 9.874 9.855

OASI MONET ITALIA 14.038 14.019

OASI OBB GLOBALE 20.831 20.796

OASI OBB INTERNAZ 17.753 17.661

OASI OBB ITALIA 19.482 19.449

OASI PREVIDEN INT 12.177 12.174

OASI TES IMPRESE 12.045 12.041

OASI YEN LIRE 8.704 8.783

OLTREMARE BOND 11.998 11.938

OLTREMARE MONET 11.817 11.813

OLTREMARE OBB 12.383 12.366

PADANO BOND 13.704 13.631

PADANO MONETARIO 10.470 10.465

PADANO OBBLIG 13.668 13.650

PERFORMAN CEDOLA 10.487 10.486

PERFORMAN MON 12 14.975 14.969

PERFORMAN MON 3 10.541 10.541

PERFORMAN OB EST 14.107 14.042

PERFORMAN OB LIRA 14.268 14.246

PERSEO MONETARIO 10.879 10.875

PERSEO RENDITA 10.184 10.181

PERSONAL BOND 11.966 11.900

PERSONAL DOLLARO 12,652 12,636

PERSONAL LIRA 16.770 16.742

PERSONAL MARCO 11,858 11,831

PERSONALF MON 20.794 20.787

PHENIXFUND DUE 23.951 23.938

PITAGORA 17.417 17.410

PITAGORA INT 13.296 13.230

PRIMARY BOND ECU 8,641 8,594

PRIMARY BOND LIRE 16.821 16.736

PRIME REDDITO ITA 13.118 13.101

PRIMEBOND 22.239 22.129

PRIMECASH 12.325 12.315

PRIMECLUB OB INT 12.095 12.036

PRIMECLUB OB ITA 25.596 25.562

PRIMEMONETARIO 23.685 23.679

PRUDENTIAL MONET 10.959 10.956

PRUDENTIAL OBBLIG 21.104 21.090

PUTNAM GL BO DLR 7,172 7,188

PUTNAM GLOBAL BO 12.905 12.838

QUADRIFOGLIO C BO 14.052 14.007

QUADRIFOGLIO OBB 23.064 23.037

RENDICREDIT 13.607 13.587

RENDIRAS 23.031 23.024

RISP ITALIA COR 19.832 19.825

RISP ITALIA MON 10.337 10.334

RISP ITALIA RED 26.271 26.242

ROLOBONDS 14.144 14.082

ROLOCASH 12.388 12.387

ROLOGEST 26.555 26.514

ROLOMONEY 16.183 16.176

ROMA CAPUT MUNDI 13.809 13.803

SCUDO 12.025 11.971

SFORZESCO 14.375 14.349

SICILCASSA MON 13.265 13.262

SOLEIL CIS 10.360 10.358

SPAOLO ANTAR RED 17.609 17.592

SPAOLO BREVE TERM 10.987 10.984

SPAOLO CASH 14.093 14.090

SPAOLO H BOND DLR 10.606 10.527

SPAOLO H BOND EUR 10.192 10.181

SPAOLO H BOND YEN 10.223 10.289

SPAOLO H BONDS 11.745 11.702

SPAOLO LIQ IMPRES 10.931 10.930

SPAOLO OB EST ETI 10.419 10.386

SPAOLO OB EST FL 10.598 10.563

SPAOLO OB ITA ETI 10.750 10.739

SPAOLO OB ITALIA 10.849 10.838

SPAOLO OB MIST FL 10.781 10.767

SPAOLO RENDITA 10.077 10.205

SPAOLO VEGA COUP 12.335 12.719

TEODORICO MONETAR 10.358 10.359

VASCO DE GAMA 20.647 20.604

VENETOCASH 18.713 18.708

VENETOPAY 10.207 10.200

VENETOREND 22.803 22.771

VERDE 13.151 13.133

ZENIT BOND 10.500 10.500

ZENIT MONETARIO 10.986 10.986

ZENIT OBBLIGAZ 10.883 10.883

ZETA MONETARIO 12.156 12.153

ZETA OBBLIGAZ 24.705 24.675

ZETA REDDITO 10.758 10.748

ZETABOND 23.573 23.511

F INA VALORE ATT N.D. 0

F INA VALUTA EST 1833,849 1834,206

ING INSUR BALANCED 10.000 10.000

ING INSUR EQUITY 10.000 10.000

ING INSUR SECURITY 10.000 10.000

SAI QUOTA 26784,66 26761,73

ESTERICAPITAL ITALIA DLR (B) 61,95 61,95

FONDIT. GLOBAL LIT (A) 185932 186052

FONDIT. LIRA LIT (O) 11709 11707

FONDIT. DMK LIT (O) 8977 8985

FONDIT. DLR LIT (O) 12348 12324

FONDIT. YEN LIT (O) 7752 7838

FONDIT. B. LIRA LIT (O) 13822 13796

FON. EQ.ITALY LIT (A) 18687 18407

FONDIT. EQ.BRIT. LIT (A) 18079 17977

FONDIT. EQ.EUR. LIT (A) 16803 16703

FONDIT. EQ.USA LIT (A) 19345 19410

FONDIT. EQ.JAP. LIT (A) 7467 7642

FON. EM.MK ASIA LIT (A)5781 5619

FON. F. RATE LIT (O) 11152 11151

INT. GL.SICAV ECU (B) 49,17 49,20

INT. SEC. ECU (B) 57,89 57,92

INTERF. LIRA ECU (B) 5,07 5,07

INT. SWISS FR. ECU (B) 4,99 5,00

INT. BOND LIRA ECU (B) 5,33 5,31

INT. FL.RAT.LIR ECU (B) 5,07 5,07

INT. B. MARK ECU (B) 5,15 5,15

INT. B. DLR ECU (B) 5,72 5,70

INT. BOND YEN ECU (B) 5,09 5,14

INT. ITAL. EQ. ECU (B) 7,45 7,34

INT. BRIT. EQ. ECU (B) 6,11 6,08

INT. BLUE CH.US ECU (B)6,01 6,02

INT. SM.C. US ECU (B) 5,56 5,55

INT. JAPAN. EQ. ECU (B) 4,14 4,23

TITOLI DI STATO CHE TEMPO FATITOLO PREZ-

ZO DIFF.

CCT ECU 29/05/98 N.R. 0,00

CCT ECU 25/06/98 100,91 0,00

CCT ECU 26/07/98 101,00 0,00

CCT ECU 26/09/98 N.R. 0,00

CCT ECU 28/09/98 101,45 0,35

CCT ECU 26/10/98 101,01 0,01

CCT ECU 29/11/98 101,40 0,40

CCT ECU 14/01/99 101,00 0,00

CCT ECU 21/02/99 102,00 0,02

CCT ECU 26/07/99 104,50 0,00

CCT ECU 22/02/99 100,10 0,00

CCT ECU 22/11/99 106,10 0,00

CCT ECU 24/01/00 106,35 0,00

CCT ECU 24/05/00 106,45 0,00

CCT ECU 26/09/00 107,30 0,00

CCT ECU 22/02/01 105,90 0,00

CCT ECU 16/07/01 104,40 -0,10

CCT IND 01/03/98 99,69 -0,01

CCT IND 01/04/98 99,80 0,00

CCT IND 01/05/98 99,80 -0,05

CCT IND 01/06/98 99,87 0,00

CCT IND 01/07/98 99,95 0,05

CCT IND 01/08/98 99,86 0,02

CCT IND 01/09/98 99,90 -0,02

CCT IND 01/10/98 100,03 0,00

CCT IND 01/11/98 100,07 -0,01

CCT IND 01/12/98 100,14 0,00

CCT IND 01/01/99 100,19 0,00

CCT IND 01/02/99 100,18 -0,01

CCT IND 01/03/99 100,25 -0,02

CCT IND 01/04/99 100,38 -0,02

CCT IND 01/05/99 100,46 0,01

CCT IND 01/06/99 100,50 -0,03

CCT IND 01/08/99 100,35 -0,04

CCT IND 01/11/99 100,68 -0,02

CCT IND 01/01/00 100,86 -0,03

CCT IND 01/02/00 100,97 -0,03

CCT IND 01/03/00 101,00 -0,01

CCT IND 01/05/00 101,24 -0,06

CCT IND 01/06/00 101,42 -0,02

CCT IND 01/08/00 101,48 -0,03

CCT IND 22/12/00 N.R. 0,00

CCT IND 01/10/00 100,70 -0,03

CCT IND 01/01/01 100,88 -0,01

CCT IND 01/12/01 100,67 -0,03

CCT IND 01/08/01 100,78 -0,04

CCT IND 01/04/01 100,81 -0,06

CCT IND 22/12/03 N.R. 0,00

CCT IND 01/06/02 100,81 -0,01

CCT IND 01/08/02 100,87 -0,07

CCT IND 01/02/02 100,72 -0,08

CCT IND 01/10/02 100,84 0,00

CCT IND 01/04/02 100,65 -0,03

CCT IND 01/10/01 100,84 -0,04

CCT IND 01/11/02 100,90 -0,02

CCT IND 01/12/02 100,94 -0,02

CCT IND 01/01/03 100,62 0,01

CCT IND 01/02/03 101,03 0,00

CCT IND 01/04/03 100,95 -0,01

CCT IND 01/05/03 101,06 -0,01

CCT IND 01/07/03 100,87 0,02

CCT IND 01/09/03 101,14 -0,02

CCT IND 01/11/03 99,93 -0,01

CCT IND 01/01/04 99,82 0,01

CCT IND 01/03/04 99,95 0,01

CCT IND 01/05/04 99,95 0,01

CCT IND 01/09/04 99,96 -0,01

CCT IND 01/01/06 100,90 -0,24

CCT IND 01/01/06 101,49 0,64

BTP 01/10/99 104,00 -0,05

BTP 15/09/01 109,08 -0,14

BTP 01/11/07 104,69 -0,10

BTP 15/01/01 100,63 -0,05

BTP 01/02/06 126,51 -0,09

BTP 01/02/99 103,99 -0,03

BTP 01/02/01 112,47 -0,13

BTP 01/07/06 122,81 -0,11

BTP 01/07/99 104,29 -0,05

BTP 01/07/01 110,12 -0,14

BTP 15/09/00 101,65 -0,07

BTP 15/09/02 103,11 -0,06

BTP 01/01/02 104,53 -0,07

BTP 01/01/00 102,00 -0,07

BTP 15/02/00 102,18 -0,06

BTP 01/11/06 116,27 -0,09

BTP 01/08/99 104,40 -0,14

BTP 15/04/99 104,86 -0,08

BTP 15/07/98 101,86 0,01

BTP 15/07/00 112,44 -0,08

BTP 01/03/98 99,95 -0,03

BTP 19/03/98 100,00 -0,07

BTP 15/04/98 100,44 0,00

BTP 01/05/98 100,86 0,11

BTP 01/06/98 101,34 0,01

BTP 20/06/98 101,56 -0,01

BTP 22/12/98 N.R. 0,00

BTP 01/08/98 101,90 -0,05

BTP 18/09/98 103,25 -0,05

BTP 01/10/98 102,10 -0,03

BTP 01/04/99 103,53 -0,11

BTP 17/01/99 105,53 -0,13

BTP 18/05/99 107,94 -0,01

BTP 01/03/01 120,60 0,00

BTP 01/12/99 107,27 -0,09

BTP 01/04/00 110,86 -0,04

BTP 01/11/98 103,45 -0,08

BTP 01/06/01 120,76 -0,23

BTP 01/11/00 113,94 -0,08

BTP 01/05/01 113,44 -0,07

BTP 01/09/01 122,18 -0,12

BTP 01/01/02 124,12 -0,12

BTP 01/05/02 125,90 0,20

BTP 01/03/02 104,60 -0,06

BTP 15/05/00 102,53 -0,04

BTP 15/05/02 104,83 -0,05

BTP 01/09/02 127,42 -0,13

BTP 01/02/07 109,48 -0,11

BTP 01/11/26 118,36 -0,22

BTP 01/11/27 108,60 -0,20

BTP 22/12/23 138,00 3,00

BTP 22/12/03 119,90 0,00

BTP 01/01/03 129,30 -0,22

BTP 01/04/05 130,35 -0,05

BTP 01/03/03 127,85 0,05

BTP 01/06/03 126,69 -0,07

BTP 01/08/03 122,78 -0,05

BTP 01/10/03 118,46 -0,09

BTP 01/11/23 140,44 -0,10

BTP 01/07/07 109,92 -0,07

BTP 01/01/99 102,66 -0,08

BTP 01/01/04 116,51 -0,09

BTP 01/09/05 131,75 0,05

BTP 01/01/05 123,60 -0,30

BTP 01/04/04 116,92 -0,08

BTP 01/08/04 117,38 -0,04

CTO 19/05/98 101,36 0,00

CTZ 27/02/98 98,74 0,02

CTZ 27/04/98 97,98 0,03

CTZ 27/06/98 97,30 0,01

CTZ 28/08/98 96,56 0,01

CTZ 30/10/98 95,98 -0,04

CTZ 15/07/99 97,55 0,00

CTZ 15/01/99 95,19 -0,03

CTZ 15/03/99 94,52 0,00

CTZ 15/10/98 96,35 0,00

CTZ 14/05/99 93,83 -0,04

CTZ 30/12/98 95,38 -0,03

CTZ 15/07/99 93,17 -0,04

CTZ 15/03/99 94,58 0,05

CTZ 30/09/99 92,34 -0,04

CTZ 15/06/99 93,52 -0,08

CTZ 15/12/99 91,52 -0,03

TEMPERATURE IN ITALIA......................................... ..........................................Bolzano np np L’Aquila 0 2......................................... ..........................................Verona -3 2 Roma Ciamp. 3 9......................................... ..........................................Trieste -1 3 Roma Fiumic. 2 12......................................... ..........................................Venezia -5 2 Campobasso 1 3......................................... ..........................................Milano 1 5 Bari 6 9......................................... ..........................................Torino -2 2 Napoli 5 14......................................... ..........................................Cuneo -3 0 Potenza 2 5......................................... ..........................................Genova 3 5 S. M. Leuca 9 11......................................... ..........................................Bologna -4 4 Reggio C. 12 17......................................... ..........................................Firenze -3 8 Messina 13 15......................................... ..........................................Pisa -2 7 Palermo 13 15......................................... ..........................................Ancona 2 4 Catania 9 17......................................... ..........................................Perugia 1 8 Alghero 0 13......................................... ..........................................Pescara 5 7 Cagliari 4 14......................................... ..........................................

TEMPERATURE ALL’ESTERO......................................... ..........................................Amsterdam -8 -2 Londra -4 3......................................... ..........................................Atene 12 14 Madrid 6 11......................................... ..........................................Berlino -11 -4 Mosca -22 -14......................................... ..........................................Bruxelles -8 -1 Nizza 5 14......................................... ..........................................Copenaghen -5 -2 Parigi -8 2......................................... ..........................................Ginevra -5 4 Stoccolma -3 1......................................... ..........................................Helsinki -21 -14 Varsavia -16 -6......................................... ..........................................Lisbona 13 15 Vienna -9 -5

Il Servizio meteorologico dell’Aeronauticamilita-re comunica le previsioni del tempo sull’Italia.SITUAZIONE: sull’Italia la pressione è in tempo-raneo aumento. Un sistema nuvoloso atlantico,attualmente sulla penisola iberica nel suo movi-mento verso levante, nella gioranta di domani,interesserà le nostre regioni centro-meridionali,mostrandosi più attivo al sud.TEMPO PREVISTO: al nord: nuvoloso sull’EmiliaRomagna e sulla Liguria; da poco nuvoloso aparzialmente nuvoloso sulle altre regioni del set-tentrione. Al centro e sulla Sardegna: molto nu-voloso con piogge ed occasionali temporali sullaSardegna; nuvolosità in rapido aumento sulle re-gioni tirreniche, dove dalla tarda mattinata sa-ranno possibili precipitazioni sparse, in via di in-tensificazione. Durante le ore pomeridiane, rapi-da estensione delle nubi e delle precipitazionialle altre regioni del centro. Al sud della peniso-la e sulla Sicilia: parzialmente nuvoloso sulle re-gioni tirreniche, poco nuvoloso sul resto del me-ridione. Dalla tarda mattinata graduale intensifi-cazione delle nubi, a cui saranno associate piog-ge sparse in intensificazione, ad iniziare daCampania e Sicilia, in estensione a tutto il sud.TEMPERATURE: in aumento, specie sulle regionidel versante tirrenico.VENTI: meridionali; deboli al settentrione, dovetenderanno a disporsi da nord-est; moderati alcentro-sud, con rinforzi sulle due isole maggiori.MARI: molto mosso lo Jonio settentrionale; ge-neralmente mossi gli altri mari, con moto ondosoin aumento su quelli occidentali.

Page 27: il mondo - Archivio Unità

03VAR11A0302 ZALLCALL 12 21:05:19 02/02/98

L’UNA E L’ALTROMartedì 3 febbraio 1998 14l’Unità

I giudici hanno dato ragione a una coppia torinese, anche se la legge italiana lo vieta

Cassazione: chi ha più di 40 annipuò adottare un bimbo appena nato«La vita media si è allungata - è scritto nella motivazione - e così l’età in cui si trova un’occupazione stabile, quella in cui cisi sposa e si fanno figli». Protestano le associazioni che si occupano di adozioni: «Così si trovano nonni, non genitori».

FulvioeAnnaritaGressipartecipanoaldolo-redellamoglieMariaedellafigliaAnnaperlaperditadell’amico

GIUSEPPE CIORBAeloricordanoconaffettoestima.

Roma,3febbraio1998

La F.i.l.l.e.a. - Cgil Nazionale ricorda il com-pagno

FRANCO GUAZZONIstimato dirigente della Fillea che ha sempresaputocomprendereedifendere ibisognie idirittidei lavoratoriedili.

Roma,3febbraio1998

La 9a sezione Pds si accumuna all’immen-so dolore del compagno Nedo Gazzuolaper la prematura e improvvisa scomparsadell’amato

FRATELLOe porge sentire condonglianze ai famigliarituttiesottoscriveperl’Unità.

Torino,3febbraio1998

I compagni della Fiat Avio Dtg sono vicini alcompagno Nedo Gazzuola per la dolorosaperditadell’amato

FRATELLOe porgono sentite condoglianze ai famigliariesottoscrivonoperl’Unità.

Torino,3febbraio1998

La 6a unione Pds di Torino si stringe intor-no al compagno Nedo Gazzuola colpitoda immenso dolore per la perdita del caro

FRATELLOe porge sentite condoglianzeaparenti tutti esottoscriveperl’Unità.

Torino,3febbraio1998

TisiamovicinicompagnoNedo.

Marino, Ada, Aldo, Marina, Rambaldi, Ver-gnano, Angelino, Sergio, Alberto, Fabrizio,Mosca, Vercillo, Pippo, Imperiale, Rinaldo,Elfrido, Granato, Perna, D’Urso, Alfonso eporgiamo sentite condoglianze sottoscri-vendoperl’Unità.

Torino,3febbraio1998

ANNIVERSARIO3.2.1991 3.2.1998

GEMMA GUAZZALOCAin Menzani

Ti ricordiamo sempre con immutato affettoUbaldo,Luciano,MonicaeGiovanna.O.F. Tarozzi Armaroli tel. 051- 432.193.Bo.

Bologna,3febbraio1998

3.2.1995 3.2.1998SILVANO FRANCHINI

Ti ricordiamo sempre. Ciao «babbo», ciaononno.

Bologna,3febbraio1998

Elena e Franco Barbani nel trigesimo dellamorte,ricordano

ELIO BRAGAGLIAper tanti anni amministratore integerrimo,amicosimpaticissimo.

Bologna,3febbraio1998

Il10febbraioèmancata

NARA LIVONIin Toselli

la ricordanoilmaritoAmleto, la figliaPatriziailgeneroAmerigo, lanipotinaMarika, la suo-cera Ines, la cognata Graziella e il cognatoFranco.Sottoscrivonoperl’Unità.

Bologna,3febbraio1998

MaurizioeLitzaValenzi,PietroGargano,An-drea e Tina Geremicca, Francesco Daniele,Giovanni Bisogni, Giancarlo Cosenza, Gae-tano Macchiaroli, Giuseppe Golia, MarinaGuardati, Eugenio Iannelli, Luigi Imbimbo,PietroLezzi,AedoeRosaliaViolante,AbdonAlinovi, ricordano commossi il loro caroamico e compagno degli anni struggenti edindimenticabili della Liberazione e della ri-nascita democratica di Napoli segnati dallapersonalità del brillante scrittore, epigram-mista,poeta

LUIGI COMPAGNONEe si associano al dolore di Rachele, Sandro,Massimoefamiglia.

Napoli,3febbraio1998

Lamoglie Italia, con i figliGabriella eGiorgioe tutti i familiari ricordacon immutatoaffettoilmarito

ABRAMO OLDRINInel360anniversariodellasuascomparsa.

SestoSanGiovanni,3febbraio1998

BOLOGNA. Anche chi ha più di 40anni può adottare un bimbo appenanato. Nonostante la legge italiana lovieti drasticamente (la differenza dietà fraunbambinoeigenitoriadotti-vi non può superare i 40 anni), ieriunasentenzadellaCortediCassazio-nehadatoragioneaunacoppiaultra-quarantennediTorino.Conunamo-tivazione innovativa che presentaanchecontenutisociologici:«Oggi lavita media si è allungata - hannosen-tenziato i giudici della prima cortedella sezione civile - e si è allungatal’età in cui si trova un’occupazionestabile, l’età un cui poi ci si sposa e sifannofigli».Masedaunapartelasen-tenzahareso felici ineogenitori,dal-l’altrahasollevato lecritichedelleas-sociazionichesioccupanodiadozio-ni: «Un bambino deve trovaredeige-nitori, non dei nonni», sono già in-sortialcuni.

Ilprotagonistadiquestasentenzaèun bimbo di pochi mesi del Ciad, unbatuffolo scuro e dalla salute preca-

ria.L’aspirantepapàadottivohaqua-si42annipiùdelpiccolo.Luie lamo-glie, dopo avereospitato ilbimboperalcuni mesi in famiglia, si sono vistirespingerelarichiestadiaffidamentopreadottivodalTribunaleperimino-renni di Torino. Il motivo? Stretta-mente giuridico: «La regola della dif-ferenzad’etàpuòesserederogatasoloin casi eccezionali e al massimo perpochimesi.Mentrequilapermanen-za del bambino in famiglia - hannodetto i giudici torinesi -nonprecludeil suo inserimento in un’altra fami-glia. Le sue precarie condizioni di sa-lute sono simili a quelli di altri mino-ri. E la sua sopravvivenza può esseregarantita ugualmente con un soste-gno economico alla suora che nelCiad si occupava di lui». Insommanon c’era motivo perché la legge 184nonvenisserispettata.

La Cassazione invece ha ribaltatola faccenda.E l’interpretazione.Aco-minciare appunto dal divario di età.«La differenza fra l’età dell’adottante

e adottando restare quella che solita-mente intercorre fra genitori e figli evistocheoggisi trova lavoropiùtardie ci si sposa più tardi, ci si può disco-stareconragionevolezzaanchedal li-mite massimo di 40 anni di differen-za.Accordarequestaderogavuoldireusare criteri concreti e non astratti(cioè seguendo alla lettera la legge). Iltutto però tenendo sempre conto delpreminente interesse del minore e ildannoche deriverebbedal suoallon-tanamento dalla famiglia di acco-glienza».

Basta un giro di telefonate per rac-cogliere le prime proteste delle asso-ciazioni italiane che si occupano diadozioni. «In Italia c’è un eccesso dirichieste e tutti vogliono il bimbopiccolissimo perché è quello che dàmenoproblemi-dicedaTorinoFridaTonizzo dell’Associazione nazionalefamiglie adottive e affidatarie - perogni bambino ci sono 10-20 doman-de. Visto che la scelta è così ampia, ilbambino va assegnato alle famiglie

più giovani epiù idonee.Bisognasal-vaguardare l’interesse dei minori,non quello dei genitori. Anche degliultraquarantenni possono adottarebambini, però più grandicelli, comeinfatti dice la legge. Altrimenti quan-do il ragazzo avrà 30 anni si troveràcon dei genitori-nonni ultrasettan-tenni e dovrà lui accudirli invece cheessereaccudito».

Più possibilista Gabriella Merguicidel Centro italiano per l’adozioni in-ternazionali: «Possiamoancheaccet-tarechevengaallungata ladifferenzaa 45 anni. Ma se la legge deve esseremodificata,alloralodevefareilparla-mento. Non è giusto chechipuòper-mettersi un avvocato, che chi abbiaper così dire fortuna, possa risolverela questione in Cassazione. Non ègiusto modificare la legge a colpi disentenze di Cassazione. Insomma èinutile mantenere delle norme chepoinonvogliamorispettare».

Daniela Camboni

Padri: 95% nonama cambiarei pannolini

Una ricerca condotta dalCentro studi e ricerche sullafamiglia dell’universitàCattolica su 142 coppie,intervistate in due fasi: alsettimo mese di gravidanzae quattro mesi dopo lanascita del figlio. Se il 47.5%dei neo papà dichiara digiocare volentieri con ilpiccolo, il 95% ammette dinon amare per niente ilcambio del pannolino. Esolo il 3.4% si sostituiscetalvolta alla moglie per darela pappa al neonato.

Sono in molte ad apprezzare il lavoro notturno. I turni dimezzati e la settimana corta della Bonfiglioli

Le lavoratrici fanno le ore piccole in fabbricaSecondo un’indagine Fiom sono 1.500 le operaie bolognesi su 12.000 che producono dopo il tramonto. Cinque ore pagate otto.

Consorzio Risanamento Vallata Fiume MarecchiaVia Marecchiese, 195 - 47900 Rimini

Esito di gara ai sensi dell’art. 20 della Legge 19/03/1990 n. 55Aggiudicazione dell’appalto: mediante procedura ristretta accelerata colcriterio di cui all’art. 23 lett. a) del D.Lvo n. 157/95.Oggetto dell’appalto: Conduzione e gestione impianto depurazionemarecchiese - conduzione impianti sollevamento, sbarramento e misura- lubrificazione, controlli macchine e pulizia locali - durata un anno.Ditte Invitate alla gara: n. 12Ditte che hanno presentato offerta: 1. R.T.I. Saceccav Dep.ni SacedeSpa - Clover Spa; 2. Costruzioni Dondi Spa; 3. R.T.I. C.R.E.A. Spa -GE.A. Spa; 4. R.T.I. Acquagest Srl - R.P.A. Srl; 5. Siba Srl; 6. R.T.I.Ecogeco Srl - Ecotecnica Srl - Ecoveneta Spa; 7. Giovanni Putignano &Figli Srl. Ditta aggiudicataria: R.T.I. Saceccav Dep.ni Sacede Spa -Clover Spa via Santa Marta 9, 20123 Milano con un ribasso offerto del29,87% sull’importo a base di gara di L. 1.171.043.736. Gli atti di garasono stati approvati con delibera di Cda n. 92 del 29/12/1997.

IL DIRETTO R E:Ing. Franco Malatesta

BOLOGNA. La signora RosannaMaggio ha 37 anni, un marito e unbimbo di otto. È operaia alla Bonfi-glioli, la prima fabbrica in Italia chesfornariduttori24oresu24conturnidimezzatie lasettimanacortamodel-lo Volkswagen, quattro giorni di la-voro e tre di riposo. Da due anni Ro-sanna ruota, mattino, pomeriggio enotte: dalle 6 alle 13, dalle 13 alle 20,dalle20alledueedalle24alle6.Lohascelto lei. Quandosipresentò indire-zione con la richiesta, ricevette incambio un «no» secco, perchéquellonon era un orario da donna. «Un’as-surdità», e Rosanna bussò al sindaca-to.Alla finehaottenuto iquattro tur-ni. I primi mesi il fisico si è ribellato,«poimisonoabituata.Sonogiovane,a50annisicuramenteèpiùdifficile».Non tornerebbe indietro, ai tempidell’8-17, orario continuato. «Nonsapevo nemmeno che cosa volessedire accompagnare e andare a pren-deremiofiglioa scuola.Uscivoalle7,rientravoalle18.Oraèdiverso.Hori-solto iproblemidellamiavita.Quan-dofaccio lanotte,dormolamattinaeilrestodellagiornataètuttomio».

Donne che fanno le ore piccole infabbrica. Hanno scambiato il giornocon la notte per curare i figli o i figlidei figli, per guadagnare quelle quat-trocentomila lire in più necessarie apagarsi il mutuo. O anche «perché ècomunque giusto fare quello che èconsentitoagliuomini,pernonesse-re discriminate» dice Rosanna.Quat-troannifa,aBologna, leoperaiedellanotte si contavano su due mani.Qualcuna alla Weber-Fiat, otto orepernotte,turnopesante.Qualcun’al-tra all’Arcotronics, dove il sindacatoconcesse la deroga all’articolo 5 della

legge903(quella sullaparità,chevie-ta il lavoro notturno alle donne) incambio di un turno super ridotto: 4ore soltanto, 26 e mezza per settima-na. Alla Fiat c’era chi provava e poismetteva. All’Arco, invece, le giova-nissime assaggiavano e apprezzava-no. La signora Sandra - moglie, ma-dre e nonna - è tra le pioniere chehanno gettato la spugna. Ricorda:«Mi ero presentata dal caporepartoconvinta. Se lavoro di notte, mi dice-vo, riesco ad aiutare mia figlia che ètutto il giorno in ufficio. Avrei segui-to io il nipotino. Pensavo di farcela e,invece, quella tensione che mi tene-va sveglia la notte nonmi facevador-mire di giorno. Non ho resistito, saràl’età...». Oggi le operaie bolognesiche montano pezzi e guidano mac-chine automatiche quando fuori èbuio pesto sono 1.500 su 12.000 ad-detti ai turni notturni. Più del 10%.Lodiceun’indaginedellaFiom.Men-tre un’altra indagine della Fiom traBologna, Palermo e Torino aggiungeche, comunque, lavorare la domeni-cae lanottenonpiaceanessuna.Per-ché lanotteèfattaperdormire.«Peròse una donna fa un turno molto ri-dotto, difficilmente è disponibile atornare alle otto ore di giorno» am-metteSabinaPetrucci,dellaFiombo-lognese. Le aziende hanno bisognosempre più di far girarea pieno ritmogli impianti e la ripresa sta facendo ilresto. Proprio qualche settimana fa,un bel pacchetto di nuovi ordini haspinto la Giesse (infissi per edilizia,250 dipendenti, in produzione lamaggioranzasonodonne)achiedereil terzoturno:dalle20all’una,cinqueore pagate otto, 25 la settimana èscritto nell’intesa sindacale. Raccon-

ta Elena Stagni, delegata: «All’iniziole donne erano contrarie all’idea del-la notte. Finita la trattativa, abbiamopresentato l’ipotesi di accordo in as-sembleaetutteleoperaiel’hannovo-tata».Leprimevolontarie sonoentu-siaste. «Sono 5 ore, nondevi dormiretutto il giorno e chi è sposata riesce agestirebenelafamiglia».

L’Arcotronics aprì la pista con lasettimana di 26 oreemezza (dall’unaalle cinque), seguita dalla Ducati diGuidalberto Guidi con 33 ore, dallaMinarelli e dallaPelliconicon31ore,dallaBonfiglioli con lanottea31ore.Ma la deroga sparirà. La Corte Euro-peahaimpostoall’Italiadicancellarel’articolo 5, perché discriminatorio.Dunque, qualsiasi azienda potrebberivolgersi a un pretore per aggirarel’ostacolo sindacale e sottrarsi all’ob-bligodicontrattareladeroga.Ledon-nedelsindacatosistannomuovendoe dal Piemonte e dall’Emilia hannogià spedito lettere e proposte ai mini-stri del lavoro e delle pari opportuni-tà. «Cancellate l’articolo5,mafissatesubito principi, garanzie ed esoneriper uomini e donne che lavorano lanotte» è il senso dei vari messaggi.«La legge dovrà prevedere l’obbligodicontrattare i turniedi svolgereesa-mi e controlli medici. E dovrà esone-rare lavoratori e lavoratrici con figlipiccoli, con anziani da accudire» citaad esempio Sabina Petrucci. E c’è chiinsiste sul principio della volontarie-tà.RosannaMaggio,turnistaconvin-ta, ammette: «Non si può chiedere auna persona di mandareall’aria tuttala sua vita per un turno. Magari dopotrent’annidilavoroinfabbrica».

Raffaella Pezzi

Per la Corte europeaè l’Italia che discrimina

L’Italia è già in ritardo. Ora deve correre ai ripari. Ci sono articoli dilegge che discriminano le donne e che vanno tolti di mezzo, hasentenziato la Corte Europea. Come il 5 della 903 (la legge sullaparità, anno 1977) che vieta il lavoro notturno alle donne, salvo«deroga» contrattata in azienda col sindacato. Tempo per mettersiin regola ce n’è sempre meno. L’articolo 5 deve essere cancellato. Ilproblema è se e come sostituirlo con nuove garanzie. ElenaCordoni è capogruppo della Sinistra Democratica in commissioneLavoro e relatrice dei provvedimenti sull’orario. Senza girareattorno al problema dice: «Quell’articolo va cambiato. Dal ‘77 adoggi il mondo si è allargato, sono nate nuove professioni, moltedonne lavorano la notte e le giovani, soprattutto, vogliono poterscegliere in libertà senza perdere un’opportunità e noncomprenderebbero il senso di un rinnovato divieto». E dunque? Edunque servono norme nuove per tutti, uomini e donne. Neldisegno di legge sull’orario scritto dalla Sinistra democratica c’è unarticolo sul lavoro notturno, che prevede riduzioni di orario,esoneri, obbligo alla consultazione degli interessati e accordisindacali. «Dovranno essere esentati donne in gravidanza,lavoratori e lavoratrici con bimbi piccoli, anziani o familiarihandicappati da accudire. Mentre abbiamo previsto l’obbligo diinformazione sui rischi alla salute e, di conseguenza, accertamentimedici preventivi e periodici». Sono diritti minimi, garanzie chescattano anche in assenza del sindacato. Ma il lavoro notturno è unpezzetto della questione generale dell’orario di lavoro. Che,probabilmente, avrà tempi più lunghi. Mentre la condannasull’articolo 5 è cosa fatta. E, dunque, bisogna accelerare. Unacontraddizione risolvibile? Mariagrazia Giammarinaro éresponsabile dell’Ufficio legale del ministero delle PariOpportunità. Spiega: «È necessario trovare un accordo sull’orarionel suo insieme. Ma stiamo cercando di capire se è possibileanticipare la normativa sul lavoro notturno, in modo da fissaregaranzie per tutte e per tutti». Insomma, vietare il lavoro notturnoalle donne è discriminatorio?

ISTITUTO AUTONOMO PER LE CASE POPOLARIDELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

AVVISO D’ASTA

per la vendita dell’area edificabile ubicata in Comune di Bologna,via Murri, denominata “ex ACCADEMIA DELL’AGRICOLTURA”- Conc. edilizia P.G. n. 87667/97- S.U. consentita mq 3000- Prezzo base d’asta L. 6.000.000.000 (seimiliardi)- Termine presentazione offerte ore 12.00 del 02/03/1998- Per informazioni tel. 051/292570-292560

IL PRESIDENTE(Dr. Marco Giardini)

l’ARCI CACCIAsu TELEVIDEO

a pag. 723

ARCI CACCIA: Direzione NazionaleLargo Nino Franchellucci, 65 - Roma (00155)

Tel. 06/4067413 - Fax 06/40800345 oppure 06/4067996

ASSEMBLEA COSTITUENTEDELL’AUTONOMIA TEMATICA NAZIONALE DEL PDS

“AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE, TERRITORIO RURALE”6 febbraio 1998

Grand Hotel Parco dei Principivia Frescobaldi, 7 Roma

- Presiede: on. Roberto Guerzonih. 9,30 - Presentazione struttura e contenuti dell’Autonomia

- Approvazione Regolamento - Elezione Consiglio Nazionale, Amministratore e Responsabile nazionale

11,00 FORUM “VERSO L’EUROPA”

“UN PATTO PER LA MODERNIZZAZIONE DELSISTEMAAGRICOLO/ALIMENTARE”

- Presiede: sen. Concetto Scivoletto- Relatore: on. Carmine Nardone

11,30 - Apertura dibattito13,00 - on. Valdo Spini13,10 - Intervento del sottosegretario del Ministero per le politiche agricole

sen. Roberto Borronih. 13,30 - coffee break

14,30 - Ripresa dei lavori17,00 - Intervento del Ministro per le politiche agricole sen. Michele Pinto

h. 17,30 - Intervento conclusivo: on. Lanfranco Turci

Intervengono: - Presidenti e delegazioni delle organizzazioni professionali agricole,industria alimentare, cooperative, sindacali e dei consumatori.Parlamentari, rappresentanze dei Consigli e delle giunte Regionali, Provinciali e locali.Responsabili delle Autonomie tematiche del Pds regionali e provinciali e responsabiliagricoli dei partiti.

Per informazioni: Tel. 06/6711292 06/67604423

AGRICOLTURAALIMENTAZIONE

TERRITORIO RURALE

Page 28: il mondo - Archivio Unità

03SPC20A0302 ZALLCALL 12 21:00:50 02/02/98

Sottoscrivete per ilrilancio de l’Unità

Si può sottoscrivere per l’Unitàdisponendo un bonificobancario intestato a:Partito Democraticodella Sinistra / Direzione, Via delle Botteghe Oscure, 400186 Roma, presso laBanca di Roma / Agenzia 203, Largo Arenula 32, Roma

ABI: 03002.3CAB: 05006.2 - c/c 371.33;oppure

con un versamento sul

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