1 IL LINGUAGGIO SEGRETO DEL VOLTO “Quando desidero scoprire quanto sia saggia, stupida, buona o malvagia una persona, o cosa stia pensando in un dato momento, atteggio il mio volto, con la maggiore accuratezza possibile, nella stessa sua espressione, quindi aspetto di vedere quali pensieri o sentimenti sorgono nella mia mente o nel mio cuore, complementari o corrispondenti all’espressione.” (Edgar Allan Poe) Quando un ’emozione nasce, dentro di noi si attivano una serie di cambiamenti fisiologici e comportamentali per gestire la situazione che l’ha prodotta, con l’unico scopo di garantire il nostro benessere psicofisico. Le emozioni infatti si sono evolute proprio per aiutarci a controllare con rapidità gli eventi più vitali per la nostra esistenza, cioè tutte quelle situazioni in cui una valutazione razionale sarebbe lenta e quindi inutile ai fini della sopravvivenza. Ogni emozione genera delle sensazioni fisiche caratteristiche ed è accompagnata da segnali specifici involontari nella voce e nel corpo. Per quanto una persona possa essere poco espressiva, le emozioni non restano mai invisibili nè silenziose: chi ci guarda e ci ascolta è in grado di dire come ci sentiamo, a meno che non ci impegniamo consapevolmente a reprimere la nostra emotività. Ma anche in questi casi qualche traccia di essa traspare ed è comunque individuabile. Far capire a chi ci sta intorno cosa stiamo provando è un ulteriore retaggio evolutivo: presumibilmente la capacità dell’uomo di riconoscere gli stati d’animo altrui è stato fondamentale per la sopravvivenza della specie. I segnali emozionali a sè stanti però non indicano mai la fonte dell’emozione: a volte potresti configurarla dal contesto immediato, altre dovrai considerare le possibili alternative evitando di saltare alle conclusioni. L’emozione è una forma particolare di valutazione automatica con la quale si attivano una serie di cambiamenti fisiologici e comportamentali atti a gestire, rapidamente, una situazione importante per il nostro benessere psicofisico.
Autore Sconosciuto. Breve testo sull'interpretazione del linguaggio del volto.
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IL LINGUAGGIO SEGRETO DEL VOLTO
“Quando desidero scoprire quanto sia saggia, stupida, buona o malvagia una persona, o cosa stia pensando in un dato momento, atteggio il mio volto, con la maggiore accuratezza possibile, nella stessa
sua espressione, quindi aspetto di vedere quali pensieri o sentimenti sorgono nella mia mente o nel mio cuore, complementari o corrispondenti all’espressione.”
(Edgar Allan Poe)
Quando un’emozione nasce, dentro di noi si attivano una serie di cambiamenti
fisiologici e comportamentali per gestire la situazione che l’ha prodotta, con l’unico
scopo di garantire il nostro benessere psicofisico. Le emozioni infatti si sono evolute
proprio per aiutarci a controllare con rapidità gli eventi più vitali per la nostra esistenza,
cioè tutte quelle situazioni in cui una valutazione razionale sarebbe lenta e quindi inutile
ai fini della sopravvivenza.
Ogni emozione genera delle sensazioni fisiche caratteristiche ed è
accompagnata da segnali specifici involontari nella voce e nel corpo. Per quanto una
persona possa essere poco espressiva, le emozioni non restano mai invisibili nè
silenziose: chi ci guarda e ci ascolta è in grado di dire come ci sentiamo, a meno che
non ci impegniamo consapevolmente a reprimere la nostra emotività. Ma anche in
questi casi qualche traccia di essa traspare ed è comunque individuabile. Far capire a
chi ci sta intorno cosa stiamo provando è un ulteriore retaggio evolutivo:
presumibilmente la capacità dell’uomo di riconoscere gli stati d’animo altrui è stato
fondamentale per la sopravvivenza della specie.
I segnali emozionali a sè stanti però non indicano mai la fonte dell’emozione: a
volte potresti configurarla dal contesto immediato, altre dovrai considerare le possibili
alternative evitando di saltare alle conclusioni.
L’emozione è una forma particolare di valutazione automatica con la quale si
attivano una serie di cambiamenti fisiologici e comportamentali atti a gestire,
rapidamente, una situazione importante per il nostro benessere psicofisico.
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LE ESPRESSIONI FACCIALI
Il volto, costituito da 22 muscoli mimici bilaterali, è la parte più espressiva del
corpo ed emette il maggior numero di segnali emozionali. Non a caso rivolgiamo
naturalmente lo sguardo verso di esso nelle interazioni con gli altri. Imparare a leggere i
segnali delle emozioni sul volto delle persone può aiutarti a riconoscerne gli stati
d’animo e quindi a gestirle.
Lo psicologo americano Paul Ekman è uno dei pionieri dello studio e della
catalogazione delle espressioni ed è considerato uno dei massimi esperti di mimica
facciale. Le sue ricerche, condotte tra popolazioni indigene culturalmente isolate, hanno
dimostrato che le espressioni del viso sono segnali involontari che rappresentano dei
veri e propri vocaboli di un linguaggio innato ed universale. A conferma delle teorie
darwiniane, è’ ormai un dato di fatto che non differiscono da cultura a cultura e non
sono frutto di un apprendimento.
Paul Ekman e il suo collega Wally Friesen hanno individuato sette emozioni di
base universalmente diffuse (gioia, sorpresa, dolore, paura, disprezzo, disgusto e
rabbia) di cui hanno isolato le espressioni caratteristiche. Dopo sette anni di ricerche
hanno stilato un sistema di codifica delle espressioni facciali: il Facial Action Coding
System (FACS) che rappresenta il primo e unico atlante anatomico del volto, standard
di riferimento per tutti coloro che si occupano di mimica. Si tratta di un metodo
scientifico atto a misurare ciascun movimento facciale relativo ad una determinata
espressione, scomponendolo nelle sue componenti (Action Units) fondamentali.
I due pscicologi hanno inoltre dedicato molto tempo allo studio del rapporto
reciproco tra mimica ed emozioni. L’esito del loro lavoro conferma che se da una parte
le emozioni sono in grado di condizionare la mimica facciale è anche vero che le
espressioni del viso possono influenzare a loro volta lo stato d’animo. Dopo aver
passato giorni seduti l’uno di fronte all’altro a provare espressioni di collera e
sofferenza, infatti i due studiosi si sentivano effettivamente più pessimisti e di cattivo
umore alla fine della giornata. Come abbiamo già visto, la mente non è una strada a
senso unico: il modo di muoversi, il portamento e quindi anche le espressioni facciali
influenzano i pensieri e le emozioni allo stesso modo in cui questi agiscono sul corpo.
Le espressioni facciali sono segnali involontari, innati e universali.
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Le espressioni facciali delle emozioni non si esprimono sempre nella stessa
maniera ma variano per grandezza, intensità e velocità.
Le espressioni manifestate più frequentemente sono le MACROESPRESSIONI, che
durano da 0,5 a 4 secondi, coinvolgono l’intera faccia e usualmente sono coerenti con
gli altri segnali della CNV dato che l’interlocutore non cerca di nascondere nulla. Le
ESPRESSIONI SOTTILI invece sono quelle per così dire “incomplete”, cioè che
coinvolgono un solo distretto del volto (sopracciglia, occhi o bocca). Sono molto veloci e
possono indicare un’emozione celata o di bassa intensità. Infine le
MICROESPRESSIONI sono espressioni velocissime che coinvolgono l’intera faccia ma
durano da 1/25 a 2/25 di secondo e sono molto difficili da cogliere ad occhio nudo. Le
microespressioni sono fughe di informazioni quando si tenta di reprimere un’emozione
sia inconsapevolmente che deliberatamente e sono usate come possibili rivelatori di
menzogna. Sul sito www.paulekman.com sono presenti due programmi interattivi che ti
aiutano a riconoscere i segnali sottili delle emozioni e le microespressioni sul volto delle
persone :il Subtle Expression Training Tool (SETT) e il Micro Expression Trainig Tool
(METT).
Esiste comunque un'altra categoria di espressioni: le cosiddette ESPRESSIONI
FALSE, che servono a nascondere ciò che si prova veramente o a mostrare qualcosa
che non si sente, indossando volontariamente una “maschera”. Generalmente è più
facile fingere emozioni positive piuttosto che negative: per questo motivo usiamo
spesso un sorriso di circostanza per nascondere il nostro vero stato d’animo. Secondo
Ekman la falsa mimica facciale viene smascherata principalmente da due
caratteristiche: la durata dell’espressione e la sua collocazione nel discorso.
L’espressione relativa a un’emozione che appare dopo averla manifestata verbalmente
e che dura più di 10 secondi probabilmente è falsa. Come regola generale vale
l'assunto che le espressioni non sincronizzate con i movimenti del corpo costituiscono
probabili indizi di menzogna.
In base a grandezza, velocità e intensità le espressioni facciali si dividono in:
Macroespressioni, Microespressioni ed Espressioni sottili.
Le emozioni condizionano la mimica facciale e viceversa le espressioni del