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IL GALLO VATICANO museo storico artistico del tesoro di san pietro E D I Z I O N I C A P I T O L O V A T I C A N O
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Il Gallo Vaticano \"...grande di metallo dorato antichissimo...\" - The Vatican Rooster \"...large golden metal very old...\"

May 16, 2023

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€ 20,00

9 788863 390360

ISBN 978-88-6339-036-0

IL GALLO VATICANOmuseo storico artistico del tesoro di san pietro

EDIZIONI

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P I T O L O V A T I CA

NO

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€ 10,00

9 788863 390322

ISBN 978-88-6339-032-2

ICONOSTASI RUSSA DEI VECCHI CREDENTI

museo storico artistico del tesoro di san pietro

EDIZIONI

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NO

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STUDI E DOCUMENTI SULLA STORIA DEL CAPITOLO VATICANO E DEL SUO CLERO

Collana diretta da Mons. Prof. Dario Rezza, canonico vaticano

ARCHIVUM SANCTI PETRI

2013

Bollettino d’archivio

22-23

IL GALLO VATICANO

MUSEO STORICO ARTISTICO DEL TESORO DI SAN PIETRO

Edizioni Capitolo Vaticano

EDIZIONI

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NO

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in copertina:Il Gallo vaticano. Bronzo dorato. Città del Vaticano, basilica di San Pietro, Museo del Tesoro.

Si ringrazia la FITFederazione Italiana Tabaccaiper il prezioso sostegno nel restauro del Gallo vaticano e nella realizzzione di quest̓opera.

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In molte chiese, sul culmine del campanile, ad iniziare dal IX secolo, svettava un gallo che, mos-so dal vento, ne segnalava la direzione. È del tut-to improbabile però che il gallo bronzeo dorato presente nel Museo Tesoro della Basilica Vatica-na abbia svolto in passato sul tetto la funzione di anemoscopio. Il suo considerevole peso non gli avrebbe consentito di svolgere tale ruolo di se-gnavento. Ma la sua immagine conserva da secoli nella Ba-silica Vaticana i valori simbolici legati alla sua fi -gura, che sant’Ambrogio riassume così: “Gallus iacentes excitat et somnolentes increpat, gallus negantes arguit, gallo canente spes redit”. Al mattino il gallo chiama le anime cristiane alla vigilanza e alla preghiera, mettendo in fuga gli spiriti malefi ci. Facendo riferimento alla lingua greca in cui il gallo viene detto ἀλέκτωρ dal ver-bo ἀλέξω che signifi ca “tenere lontano, proteg-gere”, possiamo considerarlo simbolo del Cristo risorto che vince i demoni che si annidano nelle tenebre.Ma richiama anche alla conversione, e qui sov-viene il ricordo evangelico del rinnegamento di Pietro: al canto del gallo “Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: prima che il gallo canti mi rinnegherai tre volte. E uscito all’aperto pianse amaramente”(Mt. 27,75).

Infi ne il gallicinium, cioè il canto del gallo, prece-duto da tre battiti d’ala, che nella tradizione lati-na cristiana è segno della risurrezione e profezia della luce del giorno senza fi ne del paradiso.Vigilanza, conversione e speranza sono quindi racchiuse in questo uccello che anche nel mon-do antico veniva lodato per la sua fi erezza, corag-gio e vigilanza e la cui fi gura già dal VI secolo a.C. la troviamo incisa sulle monete, dipinta nel-le ceramiche e svettante sul tempio di Esculapio in Epidauro.Tutto questo simbolismo lo vediamo magistral-mente espresso nella forza suggestiva del prezio-so Gallo vaticano che qui presentiamo nella sua storia e nelle sue qualità artistiche, messe in luce anche dal recente restauro.

Dario Rezza

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Il Gallo vaticano del Museo del Tesoro (fi g. 1) che la tradizione vuole posto sull’antica torre cam-

panaria della basilica di san Pietro in Vaticano(1) e risalente, secondo la storiografi a, alla fi ne dell’VIII o al IX secolo, viene considerato come uno tra i primi e più antichi anemoscopi fi gurati oggi con-servati. Secondo quanto ritenuto da molti studio-si, come meglio verrà analizzato in seguito, questa fi gura in bronzo dorato diede inizio alla tradizio-ne che coinvolse centinaia di edifi ci chiesastici e monasteri in tutta Europa e che prescriveva di collocare un gallo sulla cima dei campanili – ce-lebre è la raffi gurazione dell’abbazia di Westmin-ster (fi g. 2) sull’Arazzo di Bayeux(2) del 1070-1080 – come simbolo di preghiera e vigilanza(3).

«Gallus supra ecclesiam positus, praedicatores de-signat»(4) (il gallo posto sulla chiesa rappresenta i predicatori), scrisse attorno al 1285 Guillaume Durand, vescovo della città di Mende in Lingua-doca; e ancor più chiaramente spiega Sant’Am-brogio nelle rime di un inno ancora oggi salmo-diato in canto gregoriano: Aeterne rerum conditor / aeterne rerum conditor, / noctem diemque qui regis / et temporum das tempora, / ut alleves fastidium, // praeco diei iam sonat, / noctis profundae pervigil, / noctur-na lux viantibus, / a nocte noctem segregans. // Hoc excitatus lucifer / solvit polum caligine, / hoc omnis erronum cohors / vias nocendi deserit. // Hoc nauta vires colligit / pontique mitescunt freta, / hoc ipsa petra ecclesiae / canente culpam diluit. // Surgamus ergo stre-

Il Gallo vaticano “grande di metallo indorato antichissimo”(*)

di Sante Guido

1. Il Gallo vaticano. Bronzo dorato. Città del Vaticano, basilica di San Pietro, Museo del Tesoro.

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nue, / gallus iacentes excitat / et somnolentos increpat, / gallus negantes arguit. // Gallo canente spes redit, / aegris salus refunditur, / mucro latronis conditur, / lapsis fi des revertitur. // Iesu, labentes respice / et nos videndo corrige; / si respicis, lapsi stabunt / fl etuque culpa solvitur. // Tu, lux, refulge sensibus / mentisque somnum discute: / te nostra vox primum sonet, / et vota solvamus tibi. // Deo patri sit gloria / eiusque soli fi lio / cum spiritu paraclito et nunc et in perpetuum (Crea-tore eterno di tutte le cose, / che reggi la notte e il giorno / fi ssi una misura ai tempi per alleviare il tedio. // Luce notturna ai viandanti, / che separa la notte dalla notte, / il messaggero del giorno già canta / ed evoca il raggio del sole. // Destato da quel canto Lucifero / scioglie il cielo dalla sua caligine. / La schiera degli erranti / abbandona la via del male.// Il navigante riprende forza, / s’acquietano le onde del mare; / a quel canto, la pietra stessa della Chiesa / vede sciogliersi la sua colpa. // Il navigante riprende forza, / s’acquie-tano le onde del mare; / a quel canto, la pietra stessa della Chiesa / vede sciogliersi la sua colpa. // Alziamoci dunque con coraggio: / il gallo sve-glia i giacenti / e rimprovera i sonnolenti, / il gal-lo accusa quanti rinnegano. // Al canto del gallo torna la speranza, / è ridonata la salute agli infer-mi, / è riposta la spada del brigante, / torna la fede a chi è smarrito. // O Gesù, guarda chi cade, / col tuo sguardo correggi il nostro errore, / se tu guardi, le macchie cadono, / e col pianto si dissol-ve la colpa. // Tu, luce, splendi ai nostri sensi, / scuoti il torpore della mente: Tu per primo canti la nostra voce: / e a te sciogliamo i nostri voti).

Un gallo in bronzoIl bronzeo Gallo vaticano (fi g. 3), modellato con un accentuato protendersi in avanti, colpisce per la consistenza della resa plastica e per la proporzio-ne equilibrata dei volumi che, pur nella schema-ticità della costruzione, tradiscono un’intenzione naturalistica nella defi nizione degli elementi ana-tomici e del piumaggio oltre ad una certa prestan-za dall’intento monumentalistico. Presenta infatti una modellazione dall’accentuata compattezza formale, che sembra vincolata a precise necessità

tecniche e percettive che, ad esempio, ne limitano le dimensioni in larghezza e pongono in grande risalto i tratti distintivi della fi gura, quali la coda, la cresta e i bargigli. Tali elementi, assieme ad al-cune testimonianze documentali, che verranno presentate nelle pagine seguenti, hanno indotto molti studiosi a riconoscerlo quale anemoscopio, originariamente posto sulla torre campanaria del-la antica basilica costantiniana di San Pietro. La scultura venne realizzata in un’unica fusione utilizzando la tecnica della cosiddetta “cera persa diretta”, come risulta evidente dall’osservazione delle superfi ci cave interne, che ha permesso di rilevare inoltre che testa, zampe e coda vennero modellate in cera separatamente, e assemblate al corpo nella prima fase composizione della fi gu-ra, antecedentemente alla fusione, conferman-do l’unità complessiva delle parti, nessuna delle quali saldata a posteriori. Il metallo presenta uno spessore che varia dai cm 0,5 in corrispondenza dell’apice della coda piumata che si divide in due ciuffi stilizzati, fi no ai cm 1,5 rilevabili all’altezza delle zampe (piene) per raggiungere i cm 5,5 nel-la parte alta delle stesse, mentre nella zona della testa si raggiungere lo spessore di cm 4,5.Le operazioni di restauro appena concluse hanno liberato le superfi ci da uno spesso stato sostanze soprammesse, applicate in almeno due differenti momenti negli ultimi secoli(5) (1777 e 1974), con-sentendo di recuperare la superfi cie più antica ricoperta da una straordinaria doratura eseguita a foglia ma utilizzando, per l’adesione al bron-zo, l’antica tecnica della battitura(6). Sono emersi così con netta evidenza i solchi precisi del dise-gno inciso, che seguendo uno schema simmetri-co defi nisce la livrea del volatile, differenziando le piumette arrotondate del petto dalle fl uenti piume del collo o dalle penne delle ali, lunghe e rigide, pur sempre nella volumetrica plastica sem-

2. Arazzo di Bayeux (1070-1080), tessuto ricamato (particolare della scena 26: “Il trasporto del corpo di san Edoardo Re il Confessore per essere seppelito nell’Abbazia di Westminster”). Bayeux, Musée de la Tapisserie.

3. Il Gallo vaticano. Dopo il restauro. Città del Vaticano, basilica di San Pietro, Museo del Tesoro.

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che un manufatto di tale peso potesse ruotare sollecitato del vento. Il Gallo vaticano dovrebbe semmai essere considerato semplicemente per ciò che rappresenta: la raffi gurazione scultorea dell’animale che i cristiani associano all’evange-lico tradimento di san Pietro. Non a caso per il rito della “presa di possesso” della sede cattedrale dell’Urbe da parte del nuovo pontefi ce romano, nella basilica di San Giovanni in Laterano, prima che il neoeletto accedesse all’edifi cio, “gli mostra-vano un Gallo di bronzo, collocato sopra una Co-lonna di porfi do, che stava presso la porta della Basilica, per ricordargli, che dovea compatire le altrui mancanze, come Cristo avea perdona al pri-mo Pontefi ce le sue cadute, nell’averlo negato tre volte”(8).

Un gallo del IX secolo?Come già accennato la tradizionale datazione, e altresì la collocazione sul campanile della basili-ca, vuole che la fi gura del gallo di bronzo oggi nel Museo del Tesoro risalga al IX secolo. Questa tradizione ha avuto origine in età moderna – dal XVII secolo ad oggi – grazie a quanto descritto da una importante fonte per le vicende della basilica Vaticana, il testo di Francesco Maria Torrigio scrit-to nel 1636, dal titolo Le sacre grotte vaticane, nel quale è riportata la notizia che “nella sacrestia di S. Pietro è un antichissimo gallo tutto di bronzo, che fu poi indorato l’anno 1630, qual stava ne’ tempi passati nella sommità di questo campani-le, essendo soliti sia i nostri Antichi in segno di vigilanza e di predicazione porre tal simbolo in cima de’ campanili, e Chiese”(9). La notizia viene riportata dal XVII secolo in poi da tutti gli stu-diosi; così Carlo Bartolomeo Piazza, in un volume pubblicato a Roma nel 1687 dal titolo Efemeride Vaticana per i pregi ecclesiastici d’ogni giorno dell’au-gustissima basilica di San Pietro in Vaticano, ricorda che “solevasi anticamente porre sopra i Campa-nili un Gallo (e ve n’è in questa Sagristia un an-tichissimo di bronzo, che stava nella sommità del Campanile dritto)”(10); Epifanio Giovanni Battista Gizzi, nel 1721, nella sua Breve descrizzione della ba-silica vaticana, parlando del luogo dedicato alla venerazione di un’antica immagine della Vergine indica “l’ultima Cappella tutta dipinta e adornata con cancello di noce, sopra il quale è un Gallo di bronzo dorato, che stava sopra il campanile anti-co innalzato da S. Leone IV)(11); e ancora, mezzo secolo dopo, nel 1762 Pietro Chattard, nella Nuo-va descrizione del Vaticano: “il Gallo di bronzo dora-to che stava sopra il Campanile antico innalzato da s. Leone IV”(12).I testi citati tramandano quindi la notizia della presenza di un gallo in bronzo conservato a San Pietro ma originariamente destinato a coronare la cuspide della torre campanaria della basilica

plifi cata. Solchi che risaltano per la tonalità scura, in quanto, essendo sottosquadro, non sono stati interessati dall’applicazione della foglia metallica d’oro applicata sulle superfi ci in primo piano. Il capo (fi g. 4) è perfettamente caratterizzato: dal-la grande cresta, che con una notazione veristica si piega un poco di lato, e dai due bargigli, ed ancora, dal becco ricurvo e serrato e dall’occhio delineato dal volume sferico della pupilla inscrit-ta nell’incavo ovale che completano una raffi gu-razione estremamente accurata. Anche la coda, dalle spiccate proporzioni e assai rigorosa nel trattamento bidimensionale del volume, è tutta-via ingentilita dalle linee segmentate, che sche-maticamente tracciano l’astratta successione del piumaggio caudale(7).Il Gallo vaticano si distingue per la sua assoluta unicità nel panorama della intera scultura bron-zea medioevale europea, così come all’interno della classe tipologica degli anemoscopi. La parti-colarità dell’opera è macroscopicamente eviden-te nelle dimensioni, specie se comparate con altre sculture di età medievale con la stessa funzione di segnavento che ci sono pervenute: quella vaticana infatti presenta dimensioni eccezionali con un’al-tezza di cm 69, larghezza di cm 19, ma soprattutto un peso di 46 chilogrammi. È proprio il conside-revole peso che pone il primo interrogativo sulla effettiva possibilità che tale opera, una vera a pro-pria statua bronzea, potesse realmente svolgere la funzione di anemoscopio. Diffi cile infatti pensare

4. Il Gallo vaticano dopo il restauro. Città del Vaticano, basilica di San Pietro, Museo del Tesoro.

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della mostra Carlo Magno a Roma(16), si allinea so-stanzialmente alla versione che colloca l’origine del Gallo vaticano al IX secolo, sebbene in forma dubitativa, confermando tuttavia l’antichità della scultura in bronzo e senza apportare signifi cative novità nell’analisi dell’opera che permettano di confutare o confermare la datazione al periodo carolingio.La paternità del gallo bronzeo a Stefano II, ponte-fi ce romano tra il 752 e il 757, riferita da Tomei, è legata a una supposizione non documentata che vuole la scultura ideata per la famosa torre cam-panaria di San Pietro, fatta edifi care dal pontefi ce e citata fra le numerose fabbriche che lo videro protagonista del restauro di vari edifi ci monastici e cenobi nella città di Roma(17). Il Liber Pontifi calis documenta infatti, insieme con l’istituzione della consuetudine di suonare le campane per annun-ciare i riti sacri, la costruzione della prima torre campanaria della basilica di San Pietro: «fecit [Ste-fano II], super basilicam beati Petri apostoli, turrem quam ex parte inauravit et ex parte argento investivit, in quo tribus posuit campanis, qui clero et populum ad offi cium Dei invitarent»(18). Alla morte del pontefi ce (757) il primo e più grande campanile di Roma non era ancora terminato ed i lavori furono con-clusi dal fratello di Stefano II, anch’egli eletto al soglio di Pietro ed in seguito canonizzato con il nome di san Paolo I papa (757-767). Secondo l’ipotesi cui si è accennato, tale “magnifi ca” torre, rivestita d’oro e d’argento, sarebbe stata coronata dal Gallo vaticano.La più tradizionale datazione invece, che come abbiamo visto è riproposta anche ai giorni nostri dagli studiosi, colloca l’origine del Gallo vaticano al IX secolo. Dopo la funesta invasione dei sarace-ni, che durane il pontifi cato di Sergio II, nell’an-no 846, erano riusciti a raggiungere e depredare Roma, il nuovo pontefi ce Leone IV (847-855) aveva avviato la costruzione delle mura a tutela della tomba dell’apostolo Pietro, circoscrivendo quella che sarebbe poi diventata la città leonina. Alla ricostruzione delle strutture seguirono anche ricche donazioni, comprendenti preziosi arredi liturgici che rendessero la basilica nuovamente splendente. La scultura in bronzo è considerata parte di questa serie di interventi sulla base di un passo del Liber Pontifi calis nel quale si descri-vono le opere per la fortifi cazione dell’area del monte Vaticano e per il restauro della navata si-nistra della basilica, in particolare il mausoleo di età romana a pianta circolare detto “la rotonda” di Sant’Andrea, posto accanto a quello di Santa Petronilla. A proposito di queste nuove fabbriche volute da Leone IV, nel Liber Pontifi calis è citata in-fatti l’edifi cazione di un campanile: «Fecit etiam ubi supra campanilem et posuit campana(m) cum malo ereo et cruce exaurato»(19) (fece un campanile e pose una

vaticana; nello specifi co il Torrigio riferisce un particolare di notevole rilevanza, segnalando che la scultura sarebbe stata dorata nel 1630, dunque solo cinque anni prima della stesura del suo testo. Questa doratura si era resa probabilmente neces-saria per uniformare l’aspetto d’insieme della fi -gura. Tale cura per il manufatto in bronzo, ogget-to di complessi interventi di recupero in antico, va ricercata nella pregevolezza che già alla fi ne del XVI secolo era attribuita all’antichissimo gallo nella convinzione che si trattasse dell’originale anemoscopio della basilica di San Pietro, posto a coronamento del campanile fi n dei tempi di papa Leone IV, al quale veniva ascritta la costruzione della torre, come documentato, ad esempio, da un disegno che illustra gli scritti di Giacomo Gri-maldi (1568-1623), la cui didascalia titola Exem-plum Turris Campanariae a Leone IIII(13) (fi g. 5).Che la tradizione storiografi ca sopradescritta per-duri sino ai nostri giorni, e quindi anche il con-vincimento che l’opera in esame risalga all’VIII-IX secolo, è attestato dagli studi di alcuni storici contemporanei, come ad esempio Alessandro Tomei che, ancora nel 1989, propone per il Gallo vaticano una datazione riferibile alla metà del VIII secolo e ne attribuisce la committenza a papa Ste-fano II(14). La datazione dell’opera al IX secolo è invece reiterata nel 2000 da Alessio Monciatti(15) che si pone in accordo con la tradizionale pater-nità riconosciuta a papa Leone IV, committente sia per la torre che per il gallo; ed ancora nel 2001 Rita Rusich, autrice della scheda del catalogo

5. Giacomo Grimaldi, Exemplum Turris Campanariae a Leone IIII. Tratta dalla “Descrizione della basilica antica di S. Pietro in Vaticano” (1583-1623). Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. Lat., 2733, f. 156r.

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ISBN 978-88-6339-032-2

ICONOSTASI RUSSA DEI VECCHI CREDENTI

museo storico artistico del tesoro di san pietro

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SOMMARIO

Grazie ad una attenta ricostruzione della tradizione documentaria e letteraria sulla collocazione del Gallo vaticano sul campanile della costantiniana basilica di San Pietro e sulla sua datazione all’VIII-IX secolo, con l’ausilio di un ricco repertorio di rappresentazioni iconografi che di Roma, della basilica e del suo campani-le, l’autore fa ricorso alle proprie osservazioni in sede di restauro per mettere in dubbio sia l’uso dell’opera quale anemoscopio sia la datazione indicata, e per avanzare una proposta alternativa ai secc. XIV-XV oppu-re, come in altri casi risalenti allo stesso periodo, una provenienza quale donazione alla Basilica.

A complemento delle rifl essioni sull’ipotesi di datazione del Gallo e delle osservazioni critiche sulla tradi-zione letteraria riguardo alla sua pretesa collocazione sul campanile della basilica costantiniana, esposte da S. Guido in altra parte della presente pubblicazione, l’autore contestualizza le fonti d’archivio riguardanti il Gallo stesso, riassumendo sinteticamente, sulla base della documentazione superstite, gli spostamenti e gli interventi di restauro a cui esso è stato sottoposto dal tardo Cinquecento ad oggi.

Il lento e delicato intervento di restauro è stato l’occasione di identifi care ed analizzare la tecnica di ese-cuzione dell’opera. Le operazioni hanno permesso di recuperare la doratura originale sotto vari strati di sovrapposizioni, recuperando i valori plastici dell’opera scultorea e di datare tali strati in base alla docu-mentazione archivistica.

Grazie alle più moderne strumentazioni è stato possibile, seguendo passo passo le operazioni di restauro, analizzare e identifi care i materiali usati nei vari interventi di manutenzione del Gallo e di identifi care l’ori-ginale tecnica di doratura a foglia.

Il Gallo vaticano “grande di metallo indorato antichissimo”di Sante Guido

Note d’archivio sul Gallo di bronzo della basilica vaticana di Alexis Gauvain

Il Gallo vaticano: l’intervento di restauro conservativodi Sante Guido e Giuseppe Mantella

Analisi archeometriche sul Gallo conservatonei Musei Vaticani: un raro esempio di bronzo dorato basso-medievale

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Thanks to an attentive reconstruction of the documentary and literary tradition about the 8th-9th century dating of the Vatican Rooster, as well as on its position on the bell-tower of the old basilica of St. Peter, and on the grounds of a rich repertoire of iconographic representations of the city of Rome, with the ancient basilica and its belfry, the author resorts to his own observations, as emerged during restoration, to question both the Rooster’s commonly accepted dating and its function as an anemoscope to eventually put forward an alternative proposal for the date of execution of the Rooster, which should thus fall between the 14th and the 15th century.

In addition to the considerations on the possible new dating of the Rooster and complementing the criti-cal observations on the literary tradition concerning its presumed position on the bell-tower of the Basilica of Constantine presented by S. Guido in this publication, the author contextualizes the archival sources regarding the Rooster, briefl y recapitulating, on the grounds of the surviving documentation, the various relocations and restoration work that it has undergone from the late 16th century up to the present-day.

The restoration of the Rooster offered an opportunity to identify and analyze the work’s execution tech-nique. Restoration procedures have recovered the original gilding covered by several overlapping layers, allowing us to appreciate again the sculptural quality of the work and to date such layers in accordance with archival documents.

Thanks to the most modern instruments and through a step-by-step monitoring of the restoration work, the various materials used in the maintenance of the Rooster have been analyzed and identifi ed, together with the original gold leaf gilding technique.

The Vatican Rooster “grande di metallo indorato antichissimo”Sante Guido

Archival notes on the bronze Rooster of the Vatican Basilicadi Alexis Gauvain

The Vatican Rooster: the conservative restorationSante Guido e Giuseppe Mantella

Archaeometric analyses on the Rooster preserved in the Vatican Museums: a rare example of late medieval gilt bronze

SUMMARY

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Bollettini d’archivio1. Restauro e conservazione digitale dell’archivio del Capitolo di San Pietro in Vaticano, a cura di Mirko Stocchi. € 10,00

2. I Santi Apostoli Pietro e Paolo, testi di Alessandro Tomei, Mirko Stocchi, Lorenza D’Alessandro. ISBN 9788863390032 € 10,00

3. Ubi Petrus ibi Paulus. Itinerario paolino nella Basilica Vaticana, di Pietro Zander. ISBN 9788863390049 € 10,00

4-5. La Crux Vaticana o Croce di Giustino II, testi di Valentino Pace, Sante Guido, Paolo Radiciotti. ISBN 9788863390056 € 20,00

4-5. La Crux Vaticana o Cruz de Justino II, textos de Valentino Pace, Sante Guido, Paolo Radiciotti. ISBN 9788863390278 (edizione spagnolo) € 20,00

4-5. The Crux Vaticana or Cross of Justin II, testi di Valentino Pace, Sante Guido, Paolo Radiciotti. ISBN 9788863390209 (edizione inglese) € 20,00

6-7. Monumento di Sisto IV, texts by Aldo Galli, Nazzareno Gabrielli, Sante Guido, Giuseppe Mantella. ISBN 9788863390063 € 20,00

6-7. Monumento de Sixto IV. textos de Aldo Galli, Nazzareno Gabrielli, Sante Guido, Giuseppe Mantella. ISBN 9788863390308 (edizione spagnolo) € 20,00

6-7. Monument of Sixtus IV, texts by Aldo Galli, Nazzareno Gabrielli, Sante Guido, Giuseppe Mantella. ISBN 9788863390292 (edizione inglese) € 20,00

8. Le mani e il volto di Pietro nella pittura di Antonio Cavallucci, testi di Luca Filippone, Stefano Ridolfi , Ilaria Carocci. ISBN 9788863390070 € 10,00

9. Tabernacolo di Donatello, testi di Carlo La Bella, Stefano Ridolfi , Ilaria Carocci. ISBN 9788863390087 € 10,00

10. L’Aquila. 6 aprile 2009 - 6 aprile 2010. Studi offerti dal Capitolo di S. Pietro in Vaticano, testi di Mirko Stocchi, Sante Guido. ISBN 9788863390094 € 10,00

11. Il “Sudario” della Veronica nella Basilica Vaticana. Storia e testimonianze di una devozione, di Dario Rezza. ISBN 9788863390100 € 10,00

12. La Dalmatica Imperiale nota come “Dalmatica di Carlo Magno”, di Dario Rezza. ISBN 9788863390131 € 10,00

13. Un neofi ta va in paradiso. Il sarcofago di Giunio Basso, di Dario Rezza. ISBN 9788863390148 € 10,00

14. La Cattedra Lignea di San Pietro, testi di Dario Rezza e Michele Maccarrone. ISBN 9788863390179 € 10,00

15-16. Il Ciborio degli Apostoli, di Pietro Zander. ISBN 9788863390186 € 20,00

17. L’orefi ceria sacra dei Castellani in Vaticano, di Sante Guido. ISBN 9788863390223 € 10,00

STUDI E DOCUMENTI SULLA STORIA DEL CAPITOLO VATICANO E DEL SUO CLERO

Collana diretta da Mons. Prof. Dario Rezza, canonico vaticano

ARCHIVUM SANCTI PETRI

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STUDI E DOCUMENTI SULLA STORIA DEL CAPITOLO VATICANO E DEL SUO CLERO

Collana diretta da Mons. Prof. Dario Rezza, canonico vaticano

ARCHIVUM SANCTI PETRI

Quaderni d’archivio

M. STOCCHI, Il Capitolo Vaticano e le “ecclesiae subiectae” nel medioevo. I cataloghi dei secoli XIII-XIV, Città del Vaticano 2010, 110 pp., ill.ISBN 9788863390124

G. SCIACCA, La giurisdizione nella Basilica Vaticana: costituzioni e riforme legislative, Città del Vaticano 2010, 144 pp.ISBN 9788863390155

T. BROUWER, M. STOCCHI, L. MARSILI, La chiesa dei santi Michele e Magno in Borgo S. Spirito e l’Arciconfraternita vaticana del SS.mo Sacramento. Storia e documenti, Città del Vaticano 2010, 128 pp., ill.ISBN 9788863390162

J. JOHRENDT, Il Capitolo di San Pietro i papi e Roma nei secoli XI-XIII, Città del Vaticano 2012, 132 pp.ISBN 9788863390247

ALEXIS GAUVAIN, Mastro Meo, Mastro Manno e la Stauroteca Minore Vaticana. Storie di orefi ci nella Sagrestia di San Pietro fra XV e XVI secolo, Città del Vaticano 2012, 176 pp., ill.ISBN 9788863390254

F. PAOLUCCI, G. VITA, Giuseppe Cascioli. Epigrafi Pagane nell’area Vaticana. Città del Vaticano 2013, 128 pp., ill.ISBN 9788863390315

L. MARSILI, F. PAOLUCCI, D. REZZA, Giuseppe Cascioli. Epigrafi Crisitane nell’area Vaticana III° - VI° secolo. Città del Vaticano 2013, 196 pp., ill.ISBN 9788863390339

M. STOCCHI, La Basilica Vaticana e le sue chiese tra Medioevo ed Età Moderna, Volume 1 - UMBRIA. Città del Vaticano 2013, 350 pp., ill.ISBN 9788863390346

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Volumi d’archivio

D. REZZA, M. STOCCHI, Il Capitolo di San Pietro in Vaticano dalle origini al XX secolo, Vol. I, La storia e le persone, Città del Vaticano 2008, 531 pp., ill.ISBN 9788863390001

A. GAUVAIN, Il Capitolo di San Pietro in Vaticano dalle origini al XX secolo, Vol. II, Il patrimonio, Città del Vaticano 2011, 718 pp., ill.ISBN 9788863390216

Capitolo di San Pietro in Vaticano. Selezione di piante e mappe dal XVI al XIX secolo, a cura di A. GAUVAIN, Città del Vaticano 2011, 16 pp., 50 mappeISBN 9788863390193

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18-19. La Stauroteca Maggiore Vaticana, testi di Sante Guido e A.F.W. Bosman ISBN 9788863390230 € 20,00

20. La porta di Venanzo Crocetti nella Basilica Vaticana, testi di Dario Rezza, Tiziana D’Acchille ISBN 9788863390261 € 10,00

20. The door of Venanzo Crocetti in the Vatican Basilica, texts by Dario Rezza, Tiziana D’Acchille ISBN 9788863390285 (edizione inglese) € 10,00

21. Iconostasi russa dei Vecchi Credenti, testi di Daria Maltseva, Mallio Falcioni ISBN 9788863390322 € 10,00

21. Russian iconostasis of the Old believers, texts by Daria Maltseva, Mallio Falcioni ISBN 9788863390353 (edizione inglese) € 10,00

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Il Gallo vaticanoMuseo Storico Artistico del Tesoro di San Pietro

Direttore di collana:Mons. Prof. Dario Rezza

Responsabile editoriale:Mons. Giuseppe Bordin

A cura di:Sante Guido

Testi di:Sante Guido, Il Gallo vaticano “grande di metallo indorato antichissimo”Alexis Gauvain, Note d’archivio sul Gallo di bronzo della basilica vaticanaSante Guido e Giuseppe Mantella, Il Gallo vaticano: l’intervento di restauro conservativoI. Angelini, G. Artioli, C. Canovaro, D. Miriello, V. Pingitore, S.A. Ruffolo, M. Cappa, G.M. Crisci, Analisi archeometriche sul Gallo conservato nei Musei Vaticani: un raro esempio di bronzo dorato basso-medievale

Traduzione in lingua inglese del sommario:Stephen Fox

Realizzazione editoriale:ATS Italia Editrice- Valeria Li Causi (impaginazione e grafi ca)- Flavio Zancla (coordinamento tecnico)

Coordinamento fotografi co:Archivio fotografi co ECV (Stefano Nicastro)

Referenze fotografi che:Capitolo Vaticano, archivio (Mallio Falcioni)Museo Storico Artistico del Tesoro S. Pietro, archivioSante Guido, Restauro opere d’arte: documentazioni fotografi che Archivio Storico della Fabbrica di San Pietro (fi g. 23)Pinacoteca Civica di Fermo (fi g. 6)

Indagini fotogrammetriche: Brettia S.n.c. - Indagini Archeologiche e Beni Culturali (Chiara Raimondo e Amedeo Brusco)

Documentazione grafi ca al restauro:Silvia Orsi

ISBN 978-88-6339-036-0

Stampa:Papergraf - Padova

Distribuzione:Libreria già Nardecchia s.r.l.Via Pasquale Revoltella, 105/107 - 00152 Roma (Italy)Tel. (+39) 06.5373.901 / Fax (+39) [email protected][email protected]

Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l’adattamento anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, compresi la copia fotostatica, il microfi lm, la memorizzazione elettronica, ecc. senza la previa autorizzazione delle ECV®.Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge.Proprietà riservata · All rights reserved©2013 - Edizioni Capitolo Vaticano

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€ 20,00

9 788863 390360

ISBN 978-88-6339-036-0

IL GALLO VATICANOmuseo storico artistico del tesoro di san pietro

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