La vita di MARIO TORNATORA (1925-1986), merita di essere
raccontata per la coerenza e integrit costante alle sue idee, per
lazione quotidiana e per la molteplicit dei campi in cui si impegn:
dalle lotte sociali, alla~ricolIura. dallazione sindacale a quella
della solidariet e dellassistenza ai meno abbienti. dal territorio,
al la sanit, ai trasporti. Copr la carica di Consigliere Comunale a
Polistena: di conipo nente della Segreteria Regionale del P.C.I,:
(li Segretario della Federa zione Comunista Re~ina: di Consigliere
Regionale. I a vocazione al lassistenza e alla solidariet lo ide
impegnato nella Direzione del Patronato INCA della CGIL della
provincia cli Reggio Calabria e nel la Presidenza del nuo~ o
Ospedale Civile (li Polistena, Linteresse per il territorio e i
trasporti & attestato dal la Sua Presidenza nell AJvIA (Azienda
Municipale Autobus) (li Reggio Calabria e nel Dipartimento
Territorio della Regione Calabria, In cima ai pensieri di M.
Tornatora cera sempre la consape~ o le7ia che ti a tutte le lotte
quella contro la malia fosse la pi importante e necessaria per
superare il \ ero ostacolo al progresso sociale, cR ilc e
democratico della nostra terra, Signilicati~ o sul piano della sua
coe renza e rispetto delle regole & stato lincarico di membro
della Coni missione Regionale cli Controllo sugli atti della
Regione presso il Commissariato di Governo, incarico espletato sino
allultimo giorno della sua vita. La sua scomparsa priv la Calabria
non solo di un uomo politico militante ma soprattutto di una figura
signilicativa di qLiel la parte sana e onesta del meridione che
incessantenietne lotta per il suo progresso e il suo a~ anzanieiito
ci~ i le e democratico.
Il dovere della memoria ...in ricordo di
4rio Tornatoraa4
d
a cura di I~asquahno Tornatora
lIana C \i \iirsi li i usi ~i ScoNosci 10,00
Nuove Ediioni Barbarodi Cilei in~iDi Piuit o
ISBN 97S-$8-7$5$-()-t6-6
\.
Il dovere della memoria... in ricordo di Mario Tornatora
a cura di Pasqualino Tornatora
Presentazione
Scorcio di casa Tornatora dalla Piazza della Repubblica a
Polistena.(Dz~into di Angelo Formica)
Il 24 settembre 1986 dallo scanno pi alto del nostro ordinamento
regionale il Commissario di governo, dott. De Francesco nella comme
morazione dellOn. Mario Tornatora aveva affermato: Lencomiabile
impegno nelle funzioni di componente della commissione era un
aspetto di quello pi intenso per la nostra Regione e dellamore per
le genti calabre delle quali interpretava anelito allo sviluppo e
alla chiarezza dei rapporti pubblici e sociali. Nel celebrare il 25
anniversario dalla sua scomparsa, sicuri, dinter pretare i
sentimenti unanitr della nostra popolazione di stima e rico
noscenza, rivolgiamo un ringraziamento ai familiari dellillustre
scom parso per aver scelto il nostro comune per la celebrazione di
tale avve nimento. Commemoriamo la memoria, il suo passaggio
meritorio per le vie del mondo, come si conviene nei confronti di
chi stato fhlgido esem pio per tutti, nei confronti di chi ha dato
lustro e gloria a questo paese che si onora di averlo avuto figlio.
E giusto e doveroso che restino vivi e indelebili il ricordo e le
testimonianze dei cittadini come lui, che si sono distinti e che ci
hanno fatto inorgoglire per la comune apparte nenza, dei cittadini
come lui che hanno lasciato alle generazioni da venire le vivide
tracce di un concreto impegno sociale e politico e di una civilt da
emulare. Specialmente ora che questi nostri paesi si vanno
spopolando e i giovani conoscono un nuovo esodo, pi triste e
deprimente dei tanti precedenti, importante che resti viva la
memoria di chi qui si for mato, di chi qui ha forgiato le idee e
gli ideali che ne hanno poi eleva to il nome, di chi da qui partito
verso un futuro radioso che inorgo glisce la sua famiglia e la sua
gente, verso un lustro e un prestigio che sapranno sopravvivere
allusura del tempo.
7
Rester, Mario Tornatora, un esempio e una guida per le generazio
ni future, un galantuomo di cui sembra essersi perso lo stampo e a
cui rendere lomaggio ossequioso che si guadagnato in vita. Rester,
Mario Tornatora, anche un rimpianto, per la scomparsa prematura,
per ci che sarebbe ancora potuto essere e non stato. Nel testo
cammino di una comunit dal Medioevo ad oggi lo sto rico don Santo
Rullo, dopo aver tratteggiato in maniera egregia la figu ra dellOn.
Mario Tornatora, cos annota: la morte che avvenne il 19 settembre
1986 priv la Calabria di un appassionato promotore del suo
progresso e la cittadina di Scido di un degno figlio. Condividiamo
in pieno. Mai parole furono pi veritiere e appropriate. Nel
rinnovare il ringraziamento ai familiari del nostro illustre con
cittadino per aver scelto Scido come luogo dove celebrare il
venticin quennale della scomparsa, plaudiamo alliniziativa della
Nuova Edizione Barbaro che ha inserito lon.le Mario Tornatora nella
collana calabresi illustri sconosciuti. Uniniziativa meritoria che
serve a non disperdere la memoria, a lasciare traccia indelebile di
uomini che meri tano leterna riconoscenza della nostra terra.
Laugurio che questa pubblicazione raggiunga pi lettori possi bili e
incontri il favore del sensibile ed orgoglioso pubblico calabrese.
Scido, l 10 novembre 2011 IL SINDACO Doti. Giuseppe Zampogna
Sensi di memoria. Mario Tornatora, un comunista giustoRocco
Lentini
Mario Tornatora1 nato a Scido il 6 luglio 1925, ma dal piccolo
paese aspromontano si trasfer, ad appena sei anni, nel 1931, con la
fami glia a Polistena. Vincenzo, il padre, un artigiano
antifascista che ha sposato Marina Siipo2, una donna di Polistena,
ed qui che si trasferi sce anche per sfuggire alle persecuzioni dei
fascisti scidesi. A Polistena tra gli animatori principali delle
cellule del Pci e svolge attivit clande stina3. Crollato il regime
Vincenzo Tornatora candidato, nella tornata elettorale
amministrativa del 1946, in una lista socialcomunista che vince le
elezioni a Polistena. O_ui cresceva in quegli anni, grazie anche ad
un gruppo di reduci come Rocco Pizzarelli4, Francesco Ierace5 e
Bartolo
Scarne notizie biografiche di Mario Tornatora sono in Santo
Rullo, Scido. Cammino di una comunit da/Medio Evo ad oggi, Gangemi,
Reggio Calabria, 1993.2
Marina Silipo appartiene ad una famiglia di scultori in legno
polistenesi cui si
deve, tra laltro, il Coro ligneo ai lati dellaltare maggiore
della chiesa Matrice. 3i Fusco, Polistena Storia sociale epolitica
(1221-1979), Parallelo 38, Reggio Calabria, 1981. ~ Rocco
Pizzarelli (Polistena 30.7.1912 - Reggio Calabria 8.1.1986) di
Luigi e Angela Sorrenti. Sulla figura adamantina del sindacalista
della Cgil si rinvia a Rocco Lentini, Terra senza pane. Rocco
Pizzareii e le lotte braccianti/i a Polistena negli anni Cinquanta,
Inedito, (Premio Letterario citt di Polistena 2009). ~Il Prof.
Francesco lerace (Polistena 17.9.191918.2.2005), ufficiale
dellesercito a Tannali, nellIsola di Rodi, dopo l8 settembre 1943
fu trasferito a Vati al Comando 309 Rgm Fanteria Regina, alla
compagnia comandata dal maggiore Anacleto Graiso, coadiuvato dal
capitano Saverio De Simone. Partecipa alla resistenza contro i
tedeschi a Lardo, e catturato a lannali viene deportato a
Neapsichicon, e a Biala Podlaska. Nel gennalo del 1944 si rifiuta
di aderire alla RSI: su circa 2.000 saranno soltanto 126 a non
aderire. Da Biala Podlaska, il 27.3.1944 quando le truppe
sovietiche premono sui con fini, fu trasferitio nel grande campo di
prigionia XB di Sandbostel (Bremervorde Hannover Bassa Sassonia).
Di l il 27.1.1945 a Weitzendorf (Distretto di Soltau). Dopo la
liberazione conclude i suoi studi allUniversit di Messina dove fu
allievo di Galvano della Volpe laureandosi in Lettere Moderne, ma
la prigionia a Wietzendorf,
8
9
Daniele6, internati nei campi di concentramento, una pi matura
coscienza politica messa al servizio della citt e destinata a
cambiare il destino della comunit contadina e bracciantile. In
lista ci sono irriducibili antifascisti e alcuni reduci dai campi
di concentramento. I socialisti si assumono lintera responsabilit
dellam ministrazione escludendo, con il consenso di gran parte dei
consiglieri comunisti7 il Pci. Tra gli assessori c anche Bartolomeo
Daniele, che anche per ragio ni di lavoro si trasferisce in un
altro comune. A sostituirlo in giunta viene chiamato Vincenzo
Tornatora al quale viene assegnata la delega allAnnona che cura il
settore dellalimentazione e dei generi razionati. Non facile
intervenire in questo settore. Comporta una serie di rela zioni
istituzionali, in primo luogo la Prefettura, che non vede di buon
occhio un assessore comunista. Le difficolt vanno relazionate anche
alla forte spinta popolare e bracciantile per soddisfare i propri
bisogni ali mentari. Lesperienza non fu delle migliori, nonostante
laiuto dellOn.
Biala Podlaska, Sandbostel fu, pi dei libri, la sua scuola di
vita e contribu a fargli abbracciare le idee socialiste. Compagno
di prigionia di Giovanni Guareschi e di Gianrico Tedeschi, dopo la
Liberazione fu presidente dellAssociazione nazionale dei reduci e
degli invalidi di guerra di Polistena e dal 1952 al 1956 sindaco
frontista della citt con in giunta il segretario della Camera del
Lavoro, Rocco Pizzarelli, uomo di punta della Cgil e del Pci alla
testa del movimento contadino nella Piana e tra i consi glieri il
comunista Girolamo Tripodi, successivamente dirigente della Cgil,
deputato e senatore per pi legislature. Alla fine del mandato non
si ricandidato dedicandosi totalmente alla scuola e
allinsegnamento, torn a candidarsi nel 1960 e ricopr linca rico di
vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione in una coalizione,
la prima in Italia insieme a Milano, di centrosinistra. Per una sua
biografia si rinvia a: Calabresinella Resistenza. Francesco lerace
internato nei lager nazisti e sindacofrontista di Polistena.
Ricordo di un socio dellIstituto, Sud Contemporaneo, a. VI n. 1-2,
dicembre 2005.
Paolo Suraci, allepoca responsabile della Federazione del Pci di
Reggio Calabria. A complicare le cose si aggiunse la circostanza
che nel comune limi trofo di San Giorgio Morgeto lamministrazione
aveva applicato un sistema col quale riuscivano, a differenza dei
grossi centri, a non fare mancare quasi mai il pane essendo che la
distribuzione in quel comune veniva fatta in farina e quindi
raggruppata in diverse razioni e per diver si giorni, in modo che
era facile, su tante razioni, trattenere un quantita tivo, sia pure
minimo, ma sufficiente ad accantonare una certa riserva per fare
fronte alle necessit, nei giorni che il rifornimento veniva a manca
re. Cos i consumatori avevano anche la possibilit dintegrare la
razio ne con granone o altra miscela di produzione propria8. Tale
sistema non era applicabile nei grossi centri come Polistena dove
la distribuzione veniva fatta quotidianamente con pane confezionato
e San Giorgio Morgeto restava, per i cittadini di Polistena, il
termine di paragone mentre Vincenzo Tornatora, che scontava anche
la circostan za di essere forestiero, laffamatore della
popolazione. Ad offuscare limmagine, tra i cittadini polistenesi,
di Vincenzo Tomatora contribu anche il pregiudizio socialista sulla
sua attivit di presi dente della Commissione per il tesseramento
differenziale. I socialisti sotto posero a critica la sua rigida
onesta imparzialit ritenendo che avesse attua to favoritismi con
tariffe differenziali pi alte per il prezzo del pane, a qual che
famiglia benestante dei compagni socialisti, rispetto alla povera
gente. Lattivit democratica della Giunta, secondo Tornatora, si
rivel frammentaria.Alcuni compagni assunsero un atteggiamento
troppo autoritario e spesso agirono di propria iniziativa9. A
questi atteggiamenti non si manc di reagire, ma, per evitare una
crisi in seno allamministrazione si chiuse un occhio. Pi volte
Tornatora dovette intervenire per sedare vivaci dissidi fra
Papandrea e Pisano10
6Bartolomeo Daniele (Polistena 18.8.1915 - 20.8.1976). Reduce
dai campi di con centramento, rientrato a Polistena, dopo una breve
esperienza amministrativa, dal 1952 al 1956 nella giunta guidata da
Francesco Ierace, si dedic allinsegnamento. Educatore appassionato
e dirigente scolastico si prodig per il riscatto culturale dei
figli dei lavo ratori. ~ Vincenzo Tornatora, Relazione
sullamministrazione comunale di Polistena (19461952), 15aprile1952.
In: Archivio Pasqualino Tornatora, Polistena
ibidem ~ ibidem. 10 Michele Pisano, calzolaio, sar eletto,
nellultimo scorcio di legislatura, dopo8
lamministrazione guidata da Domenico Mileto, secondo sindaco
socialista di Polistena
10
11
contro il Laruffa11; fra Papandrea e il sindaco Mileto12 i
quali, con trop pa leggerezza minacciavano continuamente le loro
dimissioni13, ma la sfiducia reciproca aveva raggiunto il massimo
in seguito alle dimissioni del sindaco Mileto e degli assessori
Laruffa e Angelo Daniele14. In seguito alle dimissioni del sindaco
la maggioranza socialcomuni sta si ricompatta, tra veti incrociati
e zizzanie sul nome del socialista Michele Pisano che eletto
secondo sindaco socialista di Polistena. Lelezione di Michele
Pisano, che accentra tutti i poteri della giunta, aumenta la
conflittualit nelle sinistre e provoca dissidi insanabii nella
coalizione. I figli di Vincenzo Tornatora, Mario, Alberto e
Pasqualino si nutro no di idee di libert, giustizia, eguaglianza,
pace e si avviano allattivit politica svolgendo intensa azione
politica e sindacale. Mario alla caduta del fascismo fa parte del
Comitato di volontari per laiuto ai proflighi giunti in citt dal
litorale laziale dove, nellimminenza dello sbarco di Anzio, era in
atto un bombardamento a tappeto e si iscrive al Pci ponen dosi alla
testa del movimento bracciantile che reclama il diritto a pi umane
condizioni di vita. Mario e Alberto, la mattina dell8 marzo 1950,
dopo unassemblea alla Camera del Lavoro, alla quale partecipano
circa centocinquanta brac cianti agricoli guidano insieme al
segretario Francesco Condello e a Giuseppe Fragomeni segretario
della Confederterra di Reggio Calabria i lavoratori allassalto
delle terre della Vittoria del duca Riario Sforza. Innalzati dei
cartelloni e la bandiera rossa, marciando in corteo, si erano
diretti verso la contrada Vittoria ed erano penetrati in un
fondo
~
Agostino Laruffa (1893-1958) il pi popolare socialista
polistenese tra il 1940 ed
il 1950 12 Domenico Mileto, medico chirurgo, primo sindaco
socialista di Polistena eletto nel 194613 V. 14
del duca Riario Sforza dove, issata la bandiera rossa su un
albero di ulivo e piantati nella terra i cartelloni, si erano
irradiati per circa trenta torno late di detto fondo15 dividendo,
con paletti, lappezzamento fino allin tervento dei carabinieri. Si
apre quindi unaspra trattativa tra Mario Tornatora e il tenente
Mario Nardelli della caserma di Taurianova giunto con altri
militari di rinforzo. Mario riesce ad ottenere, in cambio
dellabbandono dei fondi, che una commissione formata da lui e dal
tenente NardeUi si recasse al comune per risolvere immediatamente
il problema dei disoccupati. Durante la riunione al comune alla
quale partecipano anche il sinda co dott. Domenico Mileto, il vice
sindaco ms. Agostino Laruffa, il diri gente dellufficio comunale di
collocamento avv. Attilio Milano, Lumicisi Giuseppe e Condello
Francesco era stata rappresentata lesi genza di rivedere le liste
de~ disoccupati per giungere, la sera, ad altra riunione con i
proprietari per concretizzare un piano di assorbimento immediato
della manodopera agricola effettivamente disoccupata.. Fallita la
riunione serale, il giorno dopo, 9 marzo, i lavoratori, guida ti da
Condello e dai fratelli Tornatora, rientrano sul fondo occupato e
spingono per tenere una nuova riunione con i proprietari per
lassunzio ne dei disoccupati. La riunione si tiene anche alla
presenza delling. Conca, dellimpie gato comunale Cesare Panato e
del segretario comunale. Nel corso della riunione i proprietari si
dissero disposti ad assumere 70 persone e Sorrenti Edoardo, fattore
dellazienda del duca Riario Sforza. Saltati gli accordi, il giorno
seguente, 10 marzo, mentre Francesco Condello trattava allufficio
di collocamento la massa dei lavoratori gui data da Alberto
Tornatora tornava nelluliveto del duca Riario Sforza e continuava i
lavori gi iniziati, ma lintervento dei carabinieri guidati dal
Nardelli porta allarresto di Mario Tornatora.
Tornatora, op.cit. Angelo Daniele (1914), Professore di
matematica e Preside delle Scuole Medie ~ Repubblica Italiana,
Tribunale di Palmi, Sentenza della Corte dAppello n. 691
del17.10.1951.
si rivel un punto di forza per inteffigenza e capacit
amministrative del movimento socialista polistenese e della
sinistra unita fino alla fine degli anni Cinquanta. In segui to fu
apprezzato Presidente della Banca Popolare di Polistena.
12
13
Francesco Condello riesce a rendersi irreperibile, mentre
Giuseppe Fragomeni, che aveva partecipato alloccupazione dell8
marzo era ripar tito per Reggio Calabria. Insieme a loro e ad
Alberto Tornatora saranno denunciati altri 24 lavoratori per avere
con pi azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in
concorso tra di loro, invaso arbitraria mente, al fine di occupano,
il fondo denominato Vittoria, di propriet del duca Riario Sforza16
con laggravante, per Alberto, Mario, Giuseppe Fragomeni e Francesco
Condello per avere permesso e diret to la cooperazione del reato.
Mario Tornatora inoltre deve rispondere di offese al tenente Mario
Nardelli e al maresciallo Giuseppe Romeo per avere redarguito il
tenen te che aveva ordinato il suo accompagnamento in caserma con
le parole voi fate accompagnare un fico secco. Quello che state
facendo lo pagherete il tenente e voi. Il processo si rivel un
formidabile atto daccusa nei confronti delle autorit che impedivano
lapplicazione dei decreti del ministro rosso Fausto GuJlo17 sulle
terre incolte o malcoltivate, ma Mario sappell anche al fatto che
la sua presenza su quelle terre era dovuta alla sua atti
16 17
ibidem Fausto Gufo (Catanzaro l6.6.1887-Spezzano Piccolo
3.9.1974), avvocato,
entrato molto giovane nel Psi nel 1907 fu consigliere comunale
di Spezzano Piccolo (Cosenza) e svolse attivit politica a Cosenza e
nei paesi della Presila. Nel 1914 fu elet to consigliere
provinciale per il mandamento di Spezzano Grande, con un programma
che conteneva, tra le altre cose, labolizione della propriet
privata, della religione e delle attuali istituzioni. Nel
dopoguerra, sostenne la Frazione comunista astensionista capeg
giata da Amadeo Bordiga. Nel 1921, ader al (PCdI) e, nel 1924, fu
eletto deputato, ma la sua elezione fu annullata dai fascisti. Nei
giorni successivi al delitto di Giacomo Matteotti, insieme ad
Antonio Gramsci, fu contrario allAventino. Arrestato nel 1929 per
attivit antifascista nel 1944 fu nominato Ministro della gricoltura
nel Secondo governo di Pietro Badoglio e nel governo Bonomi.tenendo
lin carico fino al 1946. Noto come Ministro dei contadini, ricopr
lincarico di Ministro dellAgricoltura fino al 1946 e di Ministro
alla Giustizia. Tra lestate del 1944 e la pri mavera del 1945 eman
i decreti per la concessione ai contadini delle terre incolte (DLL
19 ottobre 1944). Deputato della Costituente conferm il suo seggio
alla Camera dei Deputati fino al 1972, quando si ritir dalla vita
politica attiva.
vit di giornalista corrispondente dellUnit e Alberto di trovarsi
in quel luogo per interessi giornalistici essendo corrispondente
del quotidiano Il Paese Gli imputati confermarono la loro
partecipazione alloccupazione e ribadirono il loro diritto ad
occupare le terre incolte perch i braccianti esercitavano un loro
diritto chiedendo di lavorare in un territorio, quel lo di
Polistena, dove vigeva il decreto prefettizio del massimo imponibi
le di manodopera. Il presidente del collegio giudicante, presieduto
dal dott. Guido Marino non pot fare a meno di rilevare che la
Calabria era pervasa da unondata di agitazioni dei disoccupati che
in vari luoghi e con svariate manifestazioni chiedevano la
risoluzione di un problema essenziale alla loro vita, quello del
lavoro e che il fatto innegabile che le manifestazio ni andassero
al di l delle rivendicazioni di mero carattere sindacale, non
toglie che un fondamentale obiettivo sostanziale di miseria e di
disoccu pazione fosse, insieme con altri fattori, alla base di
quelle manifestazio ni18. La sentenza del tribunale di Palmi,
accoglie parzialmente le tesi difensive anche perch il fondo invaso
come si desunto dalle dichia razioni di Sorrenti Edoardo, fattore
dellazienda agricola Riario Sforza aveva bisogno di colture e ci
farebbe pensare ad un certo stato di abban dono19. E quindi
comprensibile come dei disoccupati in condizione di miseria fossero
procivi ad un gesto clamoroso che affermasse da un lato il loro
diritto al lavoro diritto che non solo veniva illustrato dai loro
dirigenti sindacali comunali e provinciali verosimilmente ai fini
di agita zione, ma che si trova solennemente sancito nella nostra
Costituzione e dallaltro suonasse protesta contro il comportamento
di chi non impie ga il lavoro necessario per il maggiore
potenziamento produttivo della terra20. Il Tribunale di Palmi non
ignor, dunque, il profilo ed il valore socia
18 Sentenza della Corte dAppello, 20
19 Sentenza della Corte dAppello,
op.cit. op.cit. Sentenza della Corte dAppello op. cit.
14
15
le dei fatti concedendo le attenuanti, ma condann, con la
sentenza 691 del 17.10.1951, quasi tutti i 24 imputati. Giuseppe
Fragomeni e Condello Francesco furono condannati a venti giorni di
reclusione mentre Mario Tornatora, riconosciuto anche colpevo le di
oltraggio, oltre ai venti giorni di reclusione per avere diretto
loccupa zione della Vittoria rimedi altri quindici giorni di
reclusione per oltraggio alle forze dellordine. Se la cavarono,
invece, Alberto Tornatora per insuffi cienza di prove, Simari
Francesco, Napoli Angelo e il minore Romano Serafino per la
concessione del perdono giudiziale. I condannati, in appel lo,
beneficiarono di un non luogo a procedere per sopravvenuta
amnistia. Dopo loccupazione della Vittoria Mario Tornatora viene
chiamato a lavorare a tempo pieno per il sindacato andando a
dirigere lInca, il patro nato per lassistenza ai lavoratori della
provincia di Reggio Calabria. Alle elezioni amministrative del
1952, che si tennero il 25 maggio, non ostante il clamoroso
fallimento nazionale e la grande delusione seguita alla prima
esperienza di centrosinistra della citt, a Polistena le sinistre
riesco no a conquistare il comune. Nella lista comunista non si
ricandida il delu so Vincenzo Tornatora e prende il suo posto Mario
accanto al nuovo segre tario della Camera del lavoro Rocco
Pizzarelli che candidato al 19~ posto nella lista del Pci risulta
il primo degli eletti, seguito da Libero Borgese e Mario Tornatora.
Nella lista socialista vengono eletti, tra gli altri, Francesco
lerace e Bartolo Daniele. Francesco lerace superstite delleccidio
nazista di Rodi Cefalonia e Corfu ed ex internato nei lager di
Neapsichicon, Biala Podlaska21, Sandbostel e Wietzendorf con
Giovanni Guareschi e Gianrico Tedeschi, non ottenne un grande
successo, ma i socialisti, che conquistarono la mag gioranza
relativa, ebbero diritto ad esprimere il sindaco.
Nel partito cera, molto forte, la vecchia anima degli
antifascisti e sem brava logico che per tale incarico fosse scelto
uno della vecchia guardia socialista che aveva, a Polistena, grandi
tradizioni sin dai primi del Novecento. Nel corso delle trattative
per lelezione del sindaco e della giun ta il gruppo socialista,
forse anche per risolvere naturali conflitti interni, fece il nome
di Francesco lerace ed i comunisti che, in base agli accordi
pre-elet torali, avrebbero avuto la maggioranza in giunta lo
sostennero. Francesco lerace fu eletto sindaco frontista della citt
ed ebbe in giunta il segretario della Camera del Lavoro Rocco
Pizzarelli che era stato posto alla testa del movimento
bracciantile nella Piana e Bartolo Daniele. Le condizioni di vita
nelle campagne e nei paesi sono ai limiti della povert assoluta,
mancano le strade, le scuole, la casa e lesordio
dellamministrazione lerace drammatico tuttavia, nonostante le
notevoli difficolt economico-finanziarie, la netta ostilit della
pre fettura di Reggio Calabria che non poteva tollerare un sindaco
socia lista ed un comunista come Rocco Pizzarelli in giunta e le
defezioni, anche clamorose, allinterno del suo partito. Sono gli
anni in cui la Cgil tent, dopo le aspre polemiche e le divisio ni
sindacali, il rilancio che fu affidato al piano per il lavoro
discusso ampia mente nel Congresso di Genova nellottobre del 1949 e
ripreso nel Convegno nazionale di Roma del febbraio 1950. La parte
del piano per il lavoro che pi di ogni altra incise sul movi mento
calabrese e della Piana di Gioia Tauro Ri quella legata alle tra
sformazioni fondiarie e al mondo agricolo e lelemento unificante fu
la vertenzialit diffusa per la conquista dellimponibile di
manodopera. Il piano per il lavoro, con limponibile di manodopera,
fu importan tissimo. Pizzarelli lo cap e lo attu con intelligenza22
insieme al giova nissimo comunista Francesco Catanzariti23
chiamato, nel 1952, a diri
21
-
Nel gennaio del 1944 i tedeschi chiedono ai 2.000 internati del
campo di ade22-
rire alla RSI, solo 145 resistono rifiutando ladesione e
Francesco Ierace tra questi: gli eroi di Biala Pndlaska. Dopo
qualche giorno, perquisiti e torturati sotto una bufera di grandine
e neve, scalzi, con le gambe congelate, li caricarono come sacchi
di patate su carri bestiame per il trasferimento in Germania nel
campo XB di Sandbostel, nella Bassa Sassonia.
Domenico Formica, Testimonianza al Convegno La Cgil e la sua
storia. Rocco
Pizzarelli, una vita per lemancz~pazione dei lavoratori di
Polistena e della Calabria,
Polistena, 8 luglio 2009 23 - Francesco Catanzariti (Plat, 10
gennaio 1933). Iscritto al PCI dal 1948, fin dallet di sedici anni
ricopre diversi incarichi nel movimento sindacale della CGIL.
16
17
gere la Federbraccianti provinciale, erede diretta della
Federterra e a Tommaso Rossi che era stato a lungo alla testa del
movimento dei braccianti della Piana incaricato, nel 1953, di
guidare la Federazione provinciale del partito comunista di Reggio
Calabria. La questione bracciantile e la voce delle raccoglitrici
la cui paga veniva rapportata alla quantit di olive raccolte e una
donna in una gior nata raccoglieva da venti a trenta litri di olive
si lev alta per mesi nelle campagne calabresi, una lotta dura,
serrata, difficile. Nel gennaio del 1954 un vasto sciopero delle
raccoglitrici di olive nei comuni di Polistena, Cinqueftondi,
Melicucco e Anoia guidato da Francesco Catanzariti e Rocco
Pizzareffi per rivendicare lapplicazione degli accordi salariali
provinciali degenera: ventotto dimostranti riman gono feriti negli
scontri con la polizia e i mazzieri degli agrari e lin tervento del
largo schieramento di forze dellordine porta allarresto di Rocco
Pizzarelli, e di altri lavoratori24. Larresto dellassessore e
popolare sindacalista della Cgil provoca
Nel 1951 segretario della Camera Comunale del Lavoro di Plat.
Promuove e dirige importanti lotte popolari dopo lalluvione del 51,
che colpisce duramente la Calabria, per la difesa del suolo, il
ripristino delle opere pubbliche, la ricostruzione, unadeguata
assistenza agli alluvionati. Per queste lotte viene denunziato e
subisce processi e con danne. Nel 1952 viene eletto segretario
della Federbraccianti provinciale di Reggio Calabria. Promuove e
dirige imponenti lotte di raccoglitrici di olive, di gelsomino e
braccianti. Nel 1958 viene eletto segretario generale della Camera
Confederale del Lavoro di Reggio Calabria. Nel 1967, al I~
Congresso Regionale della CGIL calabre se, viene eletto segretario
regionale. Promuove lo sciopero generale regionale del 15 aprile 70
per i 100.000 posti di lavoro e per una nuova politica di sviluppo
economico e sociale della Calabria e del Mezzogiorno. Membro del
Consiglio Generale della CGIL sin dal 1965 ricopre anche numerosi
incarichi: segretario del circolo giovanile e della sezione
comunista di Plat, membro del Comitato Federale Direttivo di Reggio
Calabria, membro del Comitato regionale ed esecutivo calabrese. Dal
1956 consigliere comunale di Taurianova. Dal 1960 al 64 Sindaco di
Plat. Dal 1964 consigliere comu nale di Reggio Calabria. Nel 1972
viene eletto deputato al Parlamento nella circoscri zione di
Catanzaro, nel 1985 rompe con il partito e aderisce al PSI che poi
lascia per il Movimento Meridionale. 24 - Girolamo Tripodi,
Testimonianza, In: AAVV, Dalla Federbraccianti alla FLAI 40 annidi
lotte nella Piana di Gioia Thuro, LAlternativa, Catanzaro, 1997. Si
veda anche Girolamo Tripodi, Il riscatto, Rubbettino, Soveria
Manneffi 2007.
limmediata reazione dei braccianti e delle raccoglitrici dolive,
si tengo no imponenti manifestazioni della Federbraccianti, con la
presenza dei parlamentari Eugenio Musolino e Rocco Minasi25, ma a
favorire la composizione della vertenza e ristabilire la grave
situazione dellordine pubblico si rivelano determinanti gli
interventi e la straordinaria capaci t di mediazione del sindaco
Francesco Terace e di Mario Tornatora. Nel corso della protesta a
Polistena il paese fu paralizzato per diver si giorni Rocco
Pizzarelli convocato al municipio dai carabinieri che tentano di
convincerlo a fare desistere i lavoratori dallo sciopero ad
oltranza, ma di fronte alla sua fermezza per sbloccare la
situazione, deci dono di arrestarlo e per tradurlo al carcere
evitando le conseguenze dis astrose della reazione dei lavoratori,
che erano molto decisi, sul piede di guerra, viene camuffato,
nascosto, da un abito militare26. Travestito da carabiniere, tra
gli altri carabinieri, Pizzarelli, uscendo per una porta secondaria
vieiie tradotto al carcere di Palmi. Quando si sparge la voce che
Pizzarelli era stato arrestato aumenta la tensione. Il paese si
divide in due secondo una demarcazione precisa: da una parte non
entravano i carabinieri, perch cerano tutti i manife stanti,
dallaltra parte cerano loro, i carabinieri, mentre i sindacalisti
si potevano muovere da destra a sinistra, cio avevano, come
ambasciatori, libero accesso alle due parti della citt27. Lo
schieramento di forze dellordine imponente. Quello dei lavo ratori
anche. Il presidio della piazza dei lavoratori che decidono in modo
assembleare. Comizio ogni giorno; mentre nei centri vicini si alza
la protesta. La situazione, complice la grande popolarit di
Pizzarelli, sfugge di mano ai dirigenti sindacali assediati tra lo
Stato che attraverso la prefet tura e la magistratura vuole
sgomberata la piazza e i lavoratori che recla mano la liberazione
di Pizzarelli.
25. 26
-
Avanti, 14.1.1954. Francesco Catanzariti, Videointervista
concessa ad Arturo Lavorato, Reggio
Calabria, 03-12-2004, Copia in Archivio Istituto Ugo Arcuri,
Cittanova 27 Francesco Catanzariti, Videointervista concessa
adArturo Lavorato, . . .cit.
18
19
Al ritorno a Polistena, dopo un colloquio con il procuratore
della Repubblica di Palmi, si svolge uninfuocata riunione tra il
gruppo diri gente sindacale, i partiti e lamministrazione comunale
per stabilire la linea da tenere. Il gruppo dirigente e spaccato.
Molti spingono per lo sciopero ad oltranza, Francesco Catanzariti
sostiene che, in assenza di altre soluzioni, necessario praticare
quella suggerita dalla procura di Palmi: Pizzarelli sar libero
appena sgombrata la piazza. Anche la scelta del dirigente che
avrebbe dovuto convincere la piaz za diventa elemento di divisione:
Va Catanzariti. No, Catanzariti... sempre Catanzariti, no,
facciamogli fare questo comizio a Mario Tornatora perch del posto,
in modo da convincere i lavoratori perch non pu non riscuotere
stima e fiducia. Mario Tornatora, direttore provinciale dellInca e
consigliere comunale affronta il comizio, ma la tensione palpabile
e sviene. Rimedia Francesco Catanzariti che riesce a sciogliere la
piazza in pochi minuti. Puntuale, dopo mezzora, viene rilasciato
Rocco Pizzareffi che giunge a Polistena dove la popolazione lo
acclama in un improvvisato corteo per le vie del paese. Alle
elezioni del 1956 i proprietari terrieri e il notabilato locale
fanno quadrato per arginare la massa di diseredati che preme per
ottenere migliori condizioni di vita e riescono, anche per
defezioni nello schiera mento di sinistra e per la scelta che
maturava il Psi, nellintento di strap pare ai rossi il comune,
insediando alla guida della citt il sindaco democristiano Giovan
Francesco Amendolea. Alberto Tornatora, senza mai rinunciare al suo
credo, lascia la politi ca attiva per dedicarsi allattivit
professionale mentre Pasqualino, il minore dei fratelli, nelle
elezioni amministrative del 1960, viene eletto, alla sua prima
candidatura nel Pci, in un consiglio che esprime una mag gioranza
democristiana che, complice il cambiamento di strategia del Psi che
va orientandosi verso il centro, costruisce a Polistena il secondo
governo locale di centrosinistra dopo Milano con sindaco Giovan
Francesco Amendolea e vice Francesco Jerace, ex sindaco frontista
dal 52 al 56, che aveva disertato la candidatura a fine mandato.
Pasqualino sar rieletto nel 1964 in un consiglio diviso a met tra
il Pci e la Dc con quattro socialisti di vecchia miitanza come
Libero
Borgese che aderir al Psiup, Francesco Nasso, Francesco Jerace e
Giovanni Gangemi a fare da ago della bilancia. I rapporti
allinterno della sinistra, per una soluzione che vede il Pci dentro
la giunta in unamministrazione di sinistra (Pci, Psi, Psiup) che
vede designato a ricoprire la carica di sindaco Francesco Jerace,
diventano complicati e presentano circostanze inquietanti poich un
consigliere del Pci si rende irreperibile per un lungo periodo
facendo mancare il proprio voto e vani ficando la possibilit di
formare la maggioranza. Inevitabile lo sciogli mento anticipato e
la nomina del Commissario prefettizio che porta il comune alle
elezioni anticipate del 1965. Il Pci determinato in questa
occasione nello stesso anno Mario Tornatora chiamato allincarico di
segretario della Federazione del Pci di Reggio Calabria in
sostituzione di Tommaso Rossi e viene eletto Presidente dellEnte
ospedalieroS. Maria degli Ungheresi di Polistena, incarico che
ricopre fino alla sua elezione a consigliere regionale ad imprimere
una svolta per relegare allopposizione la Democrazia Cristiana e
chiama in lista i dirigenti pi popolari compreso Mario Tornatora e
Girolamo Tripodi, che al Congresso della Cgil di Reggio Calabria
era stato eletto, nel 1963, segretario generale della
Federbraccianti provinciale, anche perch, dal 17 aprile 1964, ha
perso lapporto di Rocco Pizzarelli internato nel manicomio di
Reggio Calabria in seguito ad un gesto eclatante: si barrica,
armato, dentro la sede della Camera del Lavoro minacciando di
sparare contro chiunque si fosse avvicinato28. Le cose non vanno
come si spera, e, nonostante lavanzata del Pci i democristiani
riescono a conquistare, grazie anche al cambio di fronte dellex
dirigente della Cgil Francesco Condello, un consigliere in pi a
discapito dei socialisti che confermano i soli Francesco Jerace e
Giovanni Gangemi e costituiscono unamministrazione di centrosini
stra guidata da Giovan Francesco Amendolea. La consiliatura non
giunge per al termine e si determina uno scio
28
Rocco Lentini, Terra senza pane. Rocco Pizzarelli e le lotte
bracciantili a Polistena
negli anni Cinquanta, op. cit.
20
21
glimento anticipato del consiglio con la nomina, nel 1969, di un
com missario prefettizio che porter il comune alle elezione del
1970 che segnano lo spartiacque e creano le condizioni per un lungo
periodo di governo del Pci a Polistena. Da presidente del Consiglio
di amministrazione dellOspedale ha lasciato limpronta di un
appassionato amministratore attento ai proble mi della salute e
capace di imprimere un assetto moderno allente ospe daliero e alla
sua nuova sede. In questa attivit risaltano la trasparenza, lonest,
le mani pulite, il supremo interesse dei bisogni della salute, il
rapporto corretto con i collaboratori e gli operatori ospedalieri,
messa al bando di ogni favoritismo. Ha lavorato molto, insieme
allOn. Girolamo Tripodi, per il nuovo ospedale di Polistena e il 10
novembre 1974 allinaugurazione, che si svolse in un clima di festa
alla presenza di Giacomo Mancini, Fortunato Seminara ed Emilio
Argiroffi, Mario ammon che lavvenimento non concludeva la battaglia
per il superamento della crisi del sistema sanita rio nazionale e
per lopera di prevenzione delle malattie, e quel risultato era
limpegno sofferto della lotta e della vigilanza democratica della
popolazione di Polistena per realizzare laspirazione dei cittadini
ad una assistenza ospedaliera pi dignitosa e umana. Alle elezioni
del 1970 il Pci, guidato da Girolamo Tripodi29, che alle
29
Girolamo Tripodi (Polistena 19.10.1927). Bracciante agricolo fu
segretario della
Federbraccianti di Reggio Calabria (dal 1963) e del Comitato
centrale nazionale della Federbraccianti Cgil. Candidato alla
Camera nel 1968 nella lista del Pci fu eletto depu tato nella
circoscrizione Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria. Confermato
deputato nelle politiche del 1972 fu nel componente dellUfficio di
presidenza della commissio ne antimafia. Nel 1987 fu eletto, sempre
nel Pci, al Senato della Repubblica. Nel 1991 fu protagonista al
Congresso del Pci, a Rimini, della spaccatura. Non ader al Pds e
insieme ad altri dieci senatori diede vita al gruppo parlamentare
di Rifondazione comu nista. Nel 1992 stato eletto membro della
Direzione nazionale del Partito della rifon dazione comunista.
Candidato nel 1992 alla Camera, nella circoscrizione calabrese, e
al Senato nel collegio di Palmi collezion una doppia elezione. Nel
1987 fu eletto, sem pre nel Pci, al Senato della Repubblica. In
seguito alla scissione di Rifondazione comu nista fu uno dei
promotori, insieme ad Armando Cossutta del partito dei Comunisti
italiani del quale dirigente nazionale.
politiche del 1968 sostenuto da Mario Tornatora, segretario
della Federazione provinciale comunista era stato candidato alla
Camera dei Deputati risultando eletto nella circoscrizione
Catanzaro-CosenzaReggio Calabria, ottiene la maggioranza assoluta e
forma un monocolo re comunista con sindaco lo stesso On.Tripodi e
vice sindaco Pasqualino Tornatora. Lamministrazione lavora bene e
alle comunali del 1975 riporta una schiacciante vittoria che gli
consente di riproporre il mono colore comunista sempre con la guida
di Tripodi e vice sindaco Pasqualino Tornatora. Mario Tornatora,
alle elezioni regionali del 1970, candidato di punta del Pci, ma
non riesce ad essere eletto. A fine legislatura, muore il
consigliere Giuseppe Fragomeni, compagno di tante battaglie con il
quale aveva subito il processo per loccupazione della Vittoria. A
suc cedergli in consiglio regionale viene chiamato, il 23 aprile
1975, proprio Mario, primo dei non eletti iiella circoscrizione di
Reggio Calabria. Far in tempo ad insediarsi nel consiglio regionale
quando sono convocate le elezioni del 1975. Candidato nella lista
comunista raccoglie una lusinghiera afferma zione e viene eletto.
Per buona parte della legislatura presiede la Commissione Politica
economica del consiglio regionale e sia in aula, che nei lavori
della commissione, si fa apprezzare per la seriet e limpe gno con
cui affronta i gravi problemi della regione. Alle elezioni politi
che del 1972 anche Girolamo Tripodi era stato confermato deputato
del Pci e la successiva tornata amministrativa del 1975
riconfermano a Polistena il quadro politico che vede Tripodi ancora
sindaco, mentre Pasqualino Tornatora, eletto consigliere comunale,
deve cedere lincari co di vice sindaco a Giovanni Laruffa. E un
periodo di elaborazione politica feconda a Polistena e nel Pci
calabrese, ma anche di sinergie istituzionali e di collaborazione
che por tano alla trasformazione della citt di Polistena facendogli
assumere caratteristiche moderne. Lavanzata comunista prosegue
anche nelle elezioni del 1980 e il Pci riesce ad aggiungere un
altro consigliere comunale ai sedici conquistati nel 1975,
Pasqualino ancora eletto, Tripodi sindaco, Laruffa vice.
22
23
Sono gli anni in cui Mario, con una eccezionale visione
prospettica sostiene dopo il disastro ferroviario del 21 novembre
1982 a Lamezia Terme che cost la vita a trenta passeggeri e registr
oltre cento feriti dalle pagine dellUnit, da quelle dei quotidiani
calabresi e in ogni occa sione di incontro e di riflessione
ladozione di un Piano regionale dei tra sporti per procedere ad un
razionale sviluppo del trasporto pubblico nel momento in cui
lacutizzarsi della crisi energetica avrebbe provocato quasi
certamente nella nostra regione una crescente domanda di tra sporto
collettivo30. Sostenne la necessit dellammodernamento della rete
ferroviaria e si batt contro lorientamento del governo di procedere
allo smantella mento delle ferrovie Calabro-Lucane proponendo,
inascoltato, la ristrut turazione e il risanamento finanziario
prima del loro trasferimento alla regione. Alle amministrative del
1985 i comunisti portano al governo della citt il binomio Tripodi-
Laruffa lasciando alle altre liste le briciole. Conquistano infatti
19 consiglieri comunali sui trenta assegnati al con siglio e tra
questi c Pasqualino Tornatora. 1119 settembre 1986 Mario Tornatora
muore in circostanze tragiche. Un infarto lo fulmina sulla via di
casa. Sta tornando in auto a Reggio Calabria da Catanzaro dove ha
partecipato alla riunione del Commissariato di Governo per il
controllo degli atti della Regione Calabria. Sia Mario che Alberto
Tornatora moriranno precocemente mentre a continuare con rigorosa
coerenza limpegno politico, prima nel Pci e poi nel Pds di
Polistena, rimarr il fratello minore Pasqualino31. La morte
prematura di Mario e le stesse circostanze lasciano sgo menti i
compagni di partito. E morto sul posto di lavoro, nellambito di un
impegno istituzionale e pubblico che lo aveva visto protagonista
qua rantanni.
Il comitato regionale del Pci lo ricord per il suo impegno
appassio nato come protagonista di tante battaglie per il riscatto
del popolo cala brese, dalle lotte per la terra, alle battaglie per
la democrazia e per laf fermazione di principi di moralit nella
vita pubblica32 additandolo alle nuove generazioni come esempio di
rigore e onest e come figura esem plare di uomo politico che ha
dedicato la sua esistenza a sostegno di alti principi e di grandi
idealit, di emancipazione, di progresso, di libert33. Il Consiglio
regionale della Calabria esprime il cordoglio, il giorno dopo, con
un commosso intervento del Presidente Quirino Ledda, e a qualche
giorno di distanza, il 24 settembre 1986, il Commissario di Governo
per la Calabria, Emanuele De Francesco, commemora il Prof. Mario
Tornatora, persona stimata e apprezzata34, soffermandosi sul
limpegno morale e sociale, lapporto dato, particolarmente
apprezzato ed utile in relazione allesperienza amministrativa e
legislativa possedu ta, ricordando le doti umaae e la unanime stima
della quale era cir condato35 e mettendo in evidenza che poco prima
della morte lo stes so era presente in ufficio allo scopo di
acquisire elementi per la elabora zione di un provvedimento
particolarmente importante sul quale era stata richiamata la sua
attenzione36. De Francesco sottolinea anche che lencomiabile
impegno nelle fun zioni di componente della commissione era un
aspetto di quello pi intenso per la nostra regione e dellamore per
le genti calabre delle quali interpretava lanelito allo sviluppo e
alla chiarezza dei rapporti pubblici e sociali37. Gli apprezzamenti
sono unanimi, anche da parte avversa che gli rico nosce una
esistenza spesa per gli altri, per la causa in cui ha creduto e
32
Comitato regionale del Pci, Manifesto, 19.9.1986, Archivio
Pasqualino
Tornatora, Polistena u ibidem ~ Emanuele De Francesco, Lettera
ad Emilia Tornatora, 25.9.1986 ~ Commissariato del Governo nella
Regione, Commissione di Controllo, Estrattodel verbale della seduta
del 24 settembre 1986, Archivio Pasqualino Tornatora,
Polistena36
Tornatora, Il disastroferroviario di Lamezia Terme, LUnit 31
Vincenzo Fusco, Polistena, storia sociale e politica...
cit.30~~jj0
ibidem ~ ibidem
24
25
per la quale ha lottato. Ha lavorato per la giustizia, per la
promozione del suo comune, per la pace. E giusto quindi che ad una
persona che ha lavorato in questo senso vada il ricordo di tutte le
componenti di questa citt. Il ricordo di questuomo possa costituire
per tutti un invito e un monito per superare la durezza delle
contrapposizioni, per cercare sem pre e dovunque occasioni di
dialogo e di verifica per la difesa delluomo, coscienti, nella
ricerca effettiva della pace, che oggi pi che mai la verit ci
render liberi38. La sua esistenza stata improntata ad un impegno
incessante di lotta a favore degli oppressi e degli sfruttati39 e
di lui si ricorda limpe gno esemplare di un combattente per
lemancipazione dei lavoratori, un dirigente di tante battaglie per
obiettivi di giustizia e di libert, un amministratore comunale e
ospedaliero impegnato alla soluzione dei problemi della povera
gente e alla rigida difesa dei valori pi alti dello nest e della
moralit40. Proprio nel momento in cui si verificavano gravi
inquinamenti dege nerativi e penetrazioni mafose nelle istituzioni
locali e nella vita pubbli ca Mario stato un emblematico esempio di
onest e instancabile assertore dei grandi valori morali di
risanamento e di sani principi quali presupposti fondamentali per
il rinnovamento della societ41. Il Sen. Emilio Argiroffi, ricorda
lamico e compagno di lotta con una poesia medita42, poi sulla
figura di Mario Tornatora, sulla sua attivit di
politico onesto e leale, sulla sua felice capacit prospettica,
si stende una coltre di silenzio durata venticinque anni. La
parabola politica dei Tornatora finita, nessuno in lista nelle
amministrative del 1990 quando, seppure in lieve calo, la lista del
Pci, guidato da Tripodi, ottiene la maggioranza assoluta, ma le
elezioni ven gono annullate per un ricorso del democristiano Luigi
Ciardullo e lan no seguente, alle elezioni del 1991 seguite ad una
breve gestione com missariale, quando la lista comunista fu esclusa
per un vizio di forma favorendo una parentesi amministrativa
democristiana con guida di Luigi Ciardullo interrotta prima della
scadenza del mandato. Il commissario prefettizio insediato al
comune port gli elettori al voto nel 1995 e i comunisti ripresero
la guida della citt con lOn. Girolamo Tripodi e il vice Michele
Pronest. Nel 2000 si riconferma Tripodi alla guida della citt con
vice Claudio Roselli, ma nel corso della l~gislamra intervengono
frizioni interne che dividono i partiti ed il fronte comunista
portando alle elezioni del 2005 il diessino Giovanni Laruffa
scalzato, da un plebiscito elettorale dei comunisti italiani nelle
amministrative del 2010 che porta, a 31 anni, alla guida della citt
lassessore provinciale Michele Tripodi, nipote dellOn. Girolamo
Tripodi.
38
Don Pino De Masi, OmeliaJl~nebre per Mario Tornatora, Archivio
Pasqualino
Tornatora, Polistena ~ Girolamo Tripodi, ElogioJlinebre per
Mario Tornatora, s.d. ma1986 ~ ibidem ~ ibidem 42 Parliamo
di/1\lario Tornatora/quando ricordiamo che! nessuno pot mai com
prendere! perch! la storia abbia affidato! a un manipolo di uomini
fatali/il compito di pesare!sul destino di masse!che flirono
soggiogate!da parole animate!dallimmensa misura/della speranza in
un mondo migliore/dal sacrificio per costruirlo!Parliamo di/Mario
Tornatora/quando ricordiamo che!per ragioni che sfuggirono!ai saggi
del tempio!si tratt sempre!di profeti spesso inconsapevoli!della
caducit del corpo! Parliamo di/Mario Tornatora/portatore per tutta
una vita/fin troppo breve!della fiac cola accesa/in tempi
infinitamente lontani/quando luomo cominci!a conoscere s
stesso! e in s!la poesia/e leroismo del quotidiano/Parliamo! del
volto gentile di Mario/della voce che ci guid/in momenti elevati e
giusti/della figura minuta/che divenuta grande/improvvisamente
grande/nella memoria/e negli affetti che ci condur ranno!per mano
sino alla fine.
26
27
Il dovere della memoria. Mio fratello MarioPasqualino
Tornatora
Il carro attravers, derbe ripieno, tutta ne odora, la silvestre
via. Sappifare anche tu come quelfieno, memorie anima mia. (Il
carro difieno, G. Bertacchi)
Oggi ricorre il venticinquesimo anniversario da quel diciannove
settembre del millenovecentottantasei, anno della scomparsa di mio
fratello Mario e sento il bisogno di fermare sulla carta il ricordo
di qualche momento della mia vita trascorso accanto a Lui in
famiglia, a scuola o nella societ. Ritornando indietro nella mia
memoria mi sembra di risentire la voce di mia madre quando
raccontava della prima filastrocca che Mario, ad appena cinque
anni, aveva recitato con un garbo ed unespressione ammi revoli
tanto da suscitare un buon successo in famiglia e a scuola, lasilo
di Scido. La filastrocca recitava cos: Fare il babbo che magnifica
trovata! Il taschinopien di soldi, libertate sco nfinata; primo a
tavola a sedere dopo tutti a comandare,perch i bimbi sono bimbi eda
lui devono sottostare;fare il babbo che magn~flca trovata A questo
ricordo si accompagna quello di qualche anno pi tardi quan do Mario
suscit lilarit di tutti a proposito del controllo della quantit di
olio nella minestra degli operai dellantico oleificio gestito da
mio Padre a Scido. Un giorno mio fratello chiese loliera utilizzata
a tavola in famiglia per portarla agli operai per condire la
minestra del morsedu (colazione). Ma la zia Rosaria, sorella di mio
padre, gli spieg come, la cosa che Lui proponeva, era praticamente
inutile proprio perch lolio veniva prodotto nello stesso oleificio
dove lavoravano gli operai che potevano condire il loro pasto a
piacimento. La proposta gli Ri sempre rimproverata come hai zana e
Mario non ci mise molto a capirlo.Questo episodio una prima
29
testimonianza della sua inclinazione a lenire le sofferenze
umane, che lo spinse, durante la Seconda Guerra Mondiale a
costituire a Polistena un comitato di volontari per laiuto ai
profughi sopraggiunti nella nostra cit tadina dal litorale laziale:
Anzio, Minturno, Nettuno, ecc. dovera avvenu to lo sbarco degli
Anglo-Americani, preceduto da un bombardamento a tappeto di tutta
la zona. Come pochi ricorderanno lo storico sbarco aveva lobiettivo
di stroncare la resistenza accanita opposta dai Nazisti intorno
allabazia di Monte Cassino, resistenza che aveva bloccato lavanzata
delle forze alleate verso Roma per la sua liberazione. Il comitato
costituito da Mario si era assunto il gravoso compito, in un
momento tanto difficile e calamitoso della guerra, di fornire
qualche aiuto concreto alle persone sfol late, stremate dalla
fatica di un lungo viaggio a piedi sotto le bombe, tra scinando
povere carrette con poche masserizie raccolte in gran fretta sotto
i bombardamenti. Naturalmente questo gruppo di sfollati, qualche
centi naio, era costituito essenzialmente da anziani, donne e
bambini. Bisognava quindi provvedere subito a reperire qualche
alloggio dignitoso per queste sfortunate persone, sfinite e
terrorizzate che avevano dovuto attraversare il fronte di
combattimento. Il comitato provvide in pochissimo tempo a quantera
necessario, facendo leva sulla sensibilit e generosit di molti
Polistenesi. La popolazione si adoper con tutti i mezzi per
procurare anche degli alloggi, avvalendosi di unautorizzazione
prefettizia alquanto ortodossa, per la requisizione delle case
sfitte o comunque non abitate.
veramente problematico, non tutti gli alunni possedevamo una
bicicletta. Grazie al concreto interessamento di Mario e potrei
dire anche al Suo carisma verso tutto il corpo docenti, avemmo la
possibilit di frequentare il terzo anno a Polistena, senza
viaggiare. Con la sensibilit che lo contrd distingueva Mario venne
incontro alla situazione di noi alunni proponen dosi ad insegnare
per un intero anno scolastico senza percepire alcuna retribuzione.
Seppure liniziativa si scontr con la gelosia del Direttore della
scuola di Taurianova, dove era necessario sostenere gli esami di
licen za, nella sessione autunnale fummo tutti promossi. Durante
quei tre anni di frequenza a tale scuola, ero nellocchio del
ciclone giacch mio Fratello ci teneva sempre a dare prova della Sua
imparzialit e del Suo rigore. Venivo quasi sempre interrogato per
primo e spesso rimproverato. Ricordo ancora perfettamente le
spiegazioni chiare e suadenti di Mario sullagricoltura tra cui
rammento quella sulla Legge del Minimo del celebre Liebig ed il
barile o mastello che ne costituisce la Sua efficace
dimostrazione.
Esperienza professionale Anche nella mia esperienza
professionale la presenza di mio fratello stata importante e
determinante. Nel 1951 ebbi come primo incaricato la lottizzazione
delle terre demaniali nelle montagne di Cinquefrondi per
lassegnazione ai contadini poveri e senza terra, alcuni reduci
dalla guerra e privi di qualsiasi risorsa, riuniti in una
cooperativa. Era unesperienza molto interessante poich si trattava
di procedere alla formazione di oltre cento quote di terreno
incolto, ricadenti nelle contrade Limina, Soverato, Sciofi e
Magromone ecc., nellestensione ciascuna di circa due ettari, su un
territorio scosceso che veniva messo a coltura per la prima volta.
Il lavoro di campagna, protrattosi per circa due mesi, si svolse in
piena estate. Io e Mario eravamo coadiuvati da una squadra di
operai improvvisati canneg giatori, che conoscevano bene il
territorio. Un periodo faticoso ma pieno di condivisione. La
giornata lavorativa aveva inizio allalba e si protaeva fino al
crepuscolo interrotta solo da una frugale colazione. Il
pernotta
Gli anni della scuola Veniamo agli anni dellesperienza
dellinsegnamento di Mario nel Corso di Avviamento Professionale
Agrario, a Polistena dal millenove centoquarantadue al
quarantacinque. Io alunno e Mario insegnante di esercitazioni
pratiche di agricoltura. Tutto and bene per i primi due anni. Ma,
poich per conseguire la licenza bisognava completare il ciclo scola
stico dei tre anni, ed il corso di Polistena ne aveva soltanto due,
per la fre quenza del terzo anno bisognava raggiungere Taurianova o
Palmi. Viaggiare in quel periodo, con servizi pubblici pressoch
inesistenti era
30
31
mento avveniva sul luogo, in una casa cantoniera abbandonata
dellAmministrazione Provinciale lungo la strada che da Cinquefrondi
porta a Mammola, in localit Soverato o Cantone. Si dormiva su
giacigli di paglia improvvisati alla meno peggio. Anche se con
grandi difficolt logi stiche, il lavoro fa portato a termine. Senza
dubbio la presenza di mio fra tello mi aveva dato la forza di
andare avanti e quando finalmente ci fu comunicato che il lavoro
era stato approvato regolarmente dallOrgano competente, il
Commissariato agli Usi Civici di Catanzaro, autorit di grande
prestigio, ci fu una grande gioia e soddisfazione. Pi contenti di
noi erano i contadini soci della coperativa ai quali erano
destinate le singole quote di terreno che venivano loro concesse in
affitto con un canone sim bolico, tanto era la fame di terra a
quellepoca.
Esperienza di vita politica Le lezioni che io e molti compagni
di Polistena, in particolare giovani animati di grandi speranze e
aspettative, abbiamo appreso da Mario sono state parecchie. Momenti
esaltanti ricchi di emozioni, occasioni che hanno lasciato un segno
indelebile nelle nostre personalit in formazione, stimolandoci
allimpegno nel sociale e alla militanza politica. Cercher di
ricordare qualche esperinza come quella contro la lottizzazione
abusiva nel Rione Risorgimento, che intorno agli anni sessanta ha
provocato uno scem pio urbanistico ambientale. La lottizzazione,
avvenuta durante lAmministrazione guidata dal Sindaco Ing. Giovan
Francesco Ammendolea, riguardava un complesso di circa seimila
metri quadrati, frazionato su iniziativa di uno speculatore di
Rizziconi. La cosa che sba lordi sin dallinizio fu la larghezza
delle strade di appena sei metri mentre la legge sismica in vigore
allepoca (R.D.L. 22/11/1937 n 2105, conver tito in legge
25/04/1938,n710) prevedeva larghezze minime di metri dieci. Non
solo, di opere di urbanizzazione primarie (acquedotto, fogna ture,
pavimentazione, illuminazione pubblica, ecc.) e di urbanizzazione
secondaria (verde pubblico, parcheggi, verde privato, asili,
scuole, ecc.) non vi era nemmeno lombra. Ma la cosa che sconcert di
pi venne alla luce
dalla ricerca minuziosa e circostanziata che Mario aveva
condotto con tanta seriet nella veste di Consigliere di
opposizione. Gli acquirenti dei vari lotti in cui era stato
frazionato il compendio, organizzati da Mario, si portarono al
Municipio per elevare vibrata protesta contro questo stato di cose.
Durante la discussione in Consiglio Comunale, appositamente con
vocato, emersero delle ulteriori criticit. Non soltanto non erano
state pre viste le fognature e ogni servizio primordiale ma
addirittura scorreva tran quillamente sotto le case gi costruite la
cloaca massima di tutto labitato di Polistena che, nemmeno a dirlo,
era stata regolarmente lottizzata dallo speculatore e trasferita, a
loro insaputa e dietro pagamento, ai singoli acquirenti dei
rispettivi lotti. Il sistema purtroppo, sempre ad opera dello
stesso speculatore e sotto legida del medesimo Sindaco, continu in
altre zone dellabitato come San Francesco, Pateii, Scarapio, ecc.,
dove facile riscontrare oggi edifici di quattro-cinque piani
prospettanti su strade lar ghe appena sei metri. Anche in contrada
Violelli, nella propriet del Sindaco e dei suoi congiunti, erano
previste strade larghe sei metri e man canza assoluta di
urbanizzazione primaria e secondaria. Lazione di Mario rese
consapevoli i proprietari delle case, spesso braccianti agricoli,
di quel lo che stava accadendo, facendogli prendere coscienza dei
propri diritti e delle regole necessarie per la crescita urbana di
una societ civile.
Battaglia per la dotazione di uno strumento urbanistico a
Polistena Con lentrata in vigore della legge Ponte o Mancini
(2/4/1968 n 765), nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici
scatt la paralisi completa nel campo edilizio, sicch divenne
necessario dotarsene il pi presto pos sibile. Il comune di
Polistena aveva avuto la fortuna, diversi anni prima, di ricevere
in regalo un piano regolatore redatto dal prof. ing. Domenico
Andriello, concittadino, docente in Urbanistica presso lUniversit
Federico TI di Napoli. Il Piano, rimasto per tanti anni nel
cassetto del sin daco, insofferente a qualsiasi regola e controllo,
era evidentemente supera to. Da qui lesigenza della battaglia,
condotta dal nostro partito, dallop posizione ed in prima persona
da Mario che ne era a capo, per sensibiliz
32
33
zare lopinione pubblica e pi ancora, per costringere
lAmministrazione Comunale a provvedervi rapidamente, stanandola dal
suo torpore. Si ottenne un primo successo con la convocazione in
tempi rapidi del Consiglio Comunale e quindi si decise di
restituire al prof. Andriello tale Piano per un opportuno
aggiornamento. Pervenuto al Comune, dopo pochissimo tempo il Piano
aggiornato, lAmministrazione Comunale fu costretta a portarlo in
discussione per ladozione al Consiglio Comunale. In questa sede il
Piano fu sottoposto dallopposizione ad una serie di cri tiche per
le scelte classiste che sottendeva. A questo punto il Sindaco,
approfittando della contingenza, avanz al Consiglio Comunale linten
zione di restituirlo al progettista per una ulteriore
rielaborazione. Ma tale proposta, che evidentemente nascondeva il
proposito del Sindaco di rin viare ad oltranza lapprovazione dello
strumento urbanistico, fu respinta categoricamente da Mario che
richiese una rapida adozione del Piano, fis sando cos una grande
vittoria dellopposizione in Consiglio Comunale, conclamata
succesivamente con lapprovazione da parte degli organi com petenti.
Fu quindi una conquista dellopposizione quella di essere riusciti
dotare il Comune di uno strumento urbanistico e la lapalissiana
dimostra zione che, quando lopposizione condotta con intelligenza,
si pu gover nare mettendo allangolo la maggioranza. Il nostro
Comune fu cos uno dei primi della Calabria a dotarsi di uno
strumento urbanistico e ad avviar si verso un ordinato sviluppo del
territorio e nel contempo porre un vali do freno allabusivismo che
intanto dilagava in tutti i paesi vicini. A distanza di quarantanni
possibile valutare limportanza dellintenso e attivo lavoro della
sinistra, testimoniata dalla qualit urbana della citt di Polistena
che evidentemente rimane ancora oggi una realt significativa della
Piana di Gioia Tauro.Presidenza Ospedale Santa Maria degli
Ungheresi di Polistena Da una lettura dello statuto dellOspedale
Santa Maria degli Ungheresi,
fondato nel 1909, emerge una impostazione e una natura
essenzialmente feudale della gestione dellEnte. Erano i tempi in
cui lassistenza sanitaria era riservata soltanto alla gente
bisognosa, alla poveraglia come la defini va il vescovo Valensise
nel suo discorso inaugurale alla nascita dellOspedale, frutto della
carit dei possidenti locali. Da tale premessa si
deduce la natura filantropica della benefica istituzione. In
base allo statu to, lAmministrazione dellOspedale era affidata a
quindici governatori di cui otto di nomina del principe di Ardore,
oggi Duca Riario Sforza, men tre gli altri sette erano in ordine:
lArciprete, lAssessore anziano, due rap presentanti del comitato
Ungherese, il Presidente della Congrega di Carit (pi tardi
denominata ECA), un successore della famiglia del Principe di
Ardore ed un altro della famiglia Valensise. Essendo per for tuna
tramontata lepoca feudale veniva maturando nel Paese lesigenza di
un assistenza sanitaria concepita non pi come una benevola
concessione dei ricchi verso i poveri ma come diritto alla salute
per tutti i cittadini, cos come sancito dalla nostra Costituzione
Repubblica. Lo statuto diveniva quindi sempre pi anacronistico ed
una palla al piede allo sviluppo dellEnte. Si pose quindi difronte
alle forze democratiche di Polistena limprescindibile esigenza di
una battaglia per labrogazione del vecchio statuto o quanto meno di
un~ sua radicale riforma. Le forze della sinistra polistenese in
quegli anni Mario era capo dellopposizione e successiva mente
Assessore Comunale condussero una lunga e ostinata battaglia che
non vide la partecipazione delle altre espressioni politiche.
Limpresa si concluse positivamente con lemanazione di un decreto da
parte del Presidente della Repubblica che, pur lasciando qualche
rappresentanza ai successori dei fondatori (definiti portatori dei
diritti originari), affidava finalmente lamministrazione
dellOspedale agli autentici rappresentanti degli organismi
elettivi: Comune, Provincia e Regione. Intanto anche la struttura
che ospitava lOspedale diventava sempre pi inadeguata alle nuove
segenze. Cos nel 1954 venne redatto il proget to per la costruzione
di una nuova sede e nel 1966 fu firmato il Contratto di appalto del
primo lotto per la sua costruzione, stipulato dal notaio Gaetano
Nostro in Palmi con affidamento dei lavori allimpresa Sciarrone di
Gioia Tauro per un importo di lire 177.677,940. Lesecuzione dei
lavo ri ebbe diverse interruzioni e fu sospesa per molto tempo a
causa della incapacit tecnica degli amministratori dellepoca e per
la mancanza di fondi. Con linsediamento nel 1970 della nuova
Amministrazione Comunale, guidata dal partito comunista con a
sindaco Girolamo Tripodi, vennero ripresi definitivamente i lavori
che si conclusero nel 1974 con un
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costo complessivo dellopera (esclusi i poliambulatori
successivamente rea lizzati) di 1 miliardo e 200 milioni di lire.
Per il trasferimento nella nuova sede fu messo in atto qualche
tentati vo di boicottaggio superato grazie a un colpo dala di Mario
che mobilit tutto il personale ospedaliero per il trasloco
definitivo. Linaugurazione avvenne con una memorabile festa
popolare il 10 novembre dello stesso anno. Per dare un concreto
contributo al dibattito sulla battaglia che si anda va sviluppando
in Italia per la riforma sanitaria, Mario organizz a Polistena una
conveno regionale che si svolse nel salone delle feste del
Municipio, al quale parteciparono anche molti sindaci e il
personale medi co dei pi importanti ospedali della Calabria. Il
convegno fu concluso da Mario che mise in evidenza, attraverso
unacuta e approfondita analisi, le problematicit e le necessit del
sistema sanitario. Nella relazione, che riscosse un plauso unanime,
venivano individuati gli obiettivi a breve e a lungo termine
indispensabili per garantire un corretto servizio e il diritto alla
salute. Queste iniziative sicuramente incisero sullandamento della
struttura ospedaliera in quegli anni, al punto che Mario riusc ad
intro durre il tempo pieno per tutto il personale medico, senza
eccezione alcu na, segnando una conquista importante contrariamente
a quanto accade va in gran parte della Calabria. Molte furono le
misure messe in atto per assicurare al nostro Ospedale lerogazione
di un servizio sanitario di eccel lenza tra queste sicuramente si
pu annoverare la costruzione dei poliam bulatori che dotarono la
comunit di attrezzare non solo finalizzate alla cura della persona
ma alla prevenzione delle malattie.
In ricordo di MarioGiuseppe Lavorato
Quando Pasqualino Tornatora mi ha telefonato per chiedermi di
par tecipare al 25 anniversario della morte di Mario, per
contribuire a ricor darlo con un intervento, mi sono sentito
commosso ed onorato. Ma ho anche avvertito la consapevolezza dei
miei limiti rispetto al compito che mi stato richiesto. Mario
Tornatora stato un compagno di salda e vigorosa passione politica e
di alte qualit morali ed intellettuali. La sua vita si intreccia ta
con la storia delle lotte socigii e politiche nella Piana ed in
Calabria, nei trentanni successivi allultimo conflitto mondiale.
Giovanissimo, a 21 anni, nel 1946, si iscrisse al Partito Comunista
Italiano. Partecip inten samente a tutte le battaglie sociali di
quei lontani anni. Quelle asperrime per la terra. Per le quali
venne arrestato, assieme ad altri compagni. E sub a Taurianova
anche la cella di isolamento. Partecip alle lotte per il lavo ro,
il salario, i diritti che braccianti e raccoglitrici di ulive
combatterono con grande vigore. Io ebbi la fortuna di conoscerlo,
alla fine degli anni 50, quando Mario aveva gi sulle spalle quella
ricca ed importante esperienza ed era un autorevole dirigente
provinciale e regionale del Partito Comunista Italiano. In quel
tempo la sezione di Rosarno era diretta da un gruppo di braccianti
combattivi, intelligenti ed attenti a quanto cresceva attorno a
loro. Si accorsero che alcuni giovani studenti eravamo
costantemente pre senti alle iniziative ed alle lotte del partito e
del sindacato e che in noi incominciavano a sorgere gli ideali
comunisti. Quel gruppo di braccianti poveri e quasi tutti
analfabeti (compagni affettuosi dei quali vorrei fare tutti i nomi,
ne faccio uno che si elevava su tutti: Turi Bonfiglio) ci colti
vavano come solevano fare i contadini con le pianticelle messe a
dimora. Ci portavano la stampa comunista (lUnit, Rinascita, Vie
Nuove, Il Contemporaneo etc.) e ci facevano incontrare con i
compagni dirigenti
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della federazione, quando venivano a Rosarno. Mario Tornatora
era uno dei pi assidui, anche per la vicinanza di Rosarno con
Polistena, suo paese di adozione e residenza. Si intratteneva con
noi, seguiva e sosteneva la nostra maturazione politica con la
delicatezza, linteresse e lintelligenza che erano parte costitutiva
del suo carattere e della sua personalit. Rifuggiva sempre dalla
superficialit e dalla demagogia. I problemi li stu diava, li
analizzava e poi rifletteva. Conosceva molto bene la storia, la
composizione sociale e leconomia della nostra terra ed aiutava
anche noi ad approfondirne lanalisi e la conoscenza per rendere pi
adeguati ed efficaci il nostro lavoro e la nostra iniziativa
politica. Lui e Pippo Tropeano, un altro grande dirigente comunista
scomparso anchegli in giovane et, ci parlavano della necessit di
articolare la lotta tenendo conto delle peculiarit sociali e
territoriali. Mentre a Polistena erano pre senti gli Sforza, gli
Avati, gli Acton e la grossa agraria, Rosarno era lar gamente
caratterizzata dalla proprietfazzoletzo. Erano molto numerosi i
coltivatori diretti. Diveniva importante costruire una politica di
alleanza sociale tra i braccianti ed i coltivatori diretti. Non era
facile, anzi era dif fidilissimo. Perch tra di loro lostilit era
altissima. Quando i braccianti rivendicavano laumento salariale, i
pi ostili erano i piccoli proprietari. E lo stesso avveniva in
direzione opposta. Quando, per condizioni atmosfe riche avverse, i
coltivatori chiedevano i benefici dello Stato, lostilit dei
braccianti era altrettanto forte. Addirittura manifestavano
diffidenza anche verso di noi, dirigenti della sezione, se
prestavamo ascolto alle richieste degli agricoltori. Rendeva
difficile quellalleanza, anche la com pleta subalternit della
Coldiretti alla Confagricoltura. Ricordo un episo dio degli anni
60. Una nevicata straordinariamente, violenta per il nostro
territorio, colp grande parte della produzione e danneggi
gravemente anche le strutture agricole, le piante, gli alberi. Per
far fronte alla situa zione vi furono molti incontri e riunioni tra
le forze politiche, sindacali, la Coldiretti, lAlleanza contadini,
la Confagricoltura. Questultima dopo lunghissime discussioni avanz
la proposta di inserire tra le rivendicazio ni lannullamento delle
tasse per tutti gli agricoltori. Noi comunisti ci dichiarammo
favorevoli alla sospensione delle tasse per i piccoli coltivatori
ma ci opponemmo alla estensione del provvedimento anche ai
gran-
di agrari. Si determin una rottura che port ad una dura e vivace
con trapposizione. Confagricoltura e Coldiretti promossero la
manifestazio ne ma, mentre il corteo di grandi agrari e coltivatori
diretti attraversava le vie cittadine, agli angoli delle strade
formammo folti gruppi di comunisti e braccianti che gridavano:
dovetepagare le tasse anche voi. Nel 1970, otte nuta finalmente la
legittimazione da parte del demanio regionale, il numero dei
piccoli proprietari aument con lingresso dei 1300 braccian ti e
contadini poveri che nel 50 avevano occupato il Bosco Selvaggio e,
con il lavoro delle proprie braccia, lavevano trasformato in
uliveti, agrumeti e frutteti. Acquisita, quindi, maggiore
consapevolezza dei danni che pro duceva lo scontro tra i braccianti
e i coltivatori diretti e dellesigenza di sottrarre questultimi
allabbraccio con la grossa agraria, nel 1968 la CGIL proclam uno
sciopero su una piattaforma che, difendendo i dirit ti salariali e
normativi dei braccianti, tentava di cucirli con quelli dei pic
coli proprietari. Quella lotta dur unintera settimana, durante la
quale occupammo anche la stazione ferroviaria e la centrale
ortofrutticola. Di segno politico completamente opposto fu una
successiva manifestazione di Gioia Tauro diretta dalla
Confagricoltura: su una piattaforma netta mente reazionaria (anche
in opposizione alla riforma dei patti agrari abnormi che ancora
vigevano nelle campagne) i grossi proprietari terrie ri e gli
agrari assenteisti trascinarono nella lotta anche i coltivatori
diret ti ed i contadini. Fu quello che chiamammo il blocco rurale
(unit indi stinta di interessi opposti egemonizzata dai grossi
agrari), preludio del blocco urbano che si realizz con la rivolta
di Reggio Calabria. In quegli anni Mario era il segretario della
federazione ed in quel limportante ruolo aveva promosso la crescita
e lingresso di giovani negli organismi dirigenti provinciali.
Ricordo la riunione del Comitato Direttivo della federazione, dopo
lo scoppio della rivolta. I boia chi molla avevano occupato gli
snodi ferroviari e stradali di Villa San Giovanni e si era formata
una colonna di camion ed automobili fino a SantElia. Con Gianni
Romeo, altro ottimo compagno prematuramente scomparso (che in
quelle settimane era commissario desame a Nicotera),per raggiungere
Reggio Calabria e partecipare alla riunione,fummo costretti a
percorrere le strade dellAspromonte. Trovammo il Corso Garibaldi
stracolmo di
38
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i
manifestanti (se non ricordo male fu il giorno della
manifestazione delle donne), mentre nella federazione del partito
cerano pochi compagni. La riunione del comitato direttivo si svolse
in un clima di forte preoccupa zione. La relazione introduttiva di
Mario fu molto puntuale e chiara. Parl della confusione politica
che, in quei primi giorni, spingeva molti compagni a condividere le
ragioni della rivolta ed a parteciparvi, ma parl anche della paura
fisica che ne teneva altri lontani dalla federazione. Pose il
problema della difesa della sede della federazione dagli attacchi
fascisti. Concluse presentando una lista di sezioni della provincia
che, a turno, avrebbero dovuto difenderla. Compito che
incominciammo a svolgere sin dallindomani. Una ventina di compagni
di alcune sezioni della Piana, con quattro o cinque macchine
attraversammo lAspromonte, scendem mo a Reggio Calabria e arrivati
nei locali di via Castello, fummo accolti dal sorriso di Mario e
dai forti abbracci dei compagni presenti, rincuora ti dal nostro
arrivo. Nei giorni successivi continuarono a giungere per difendere
il partito i compagni di tante altre sezioni della provincia. Ma
con il passare dei giorni e delle settimane anche quei compagni di
Reggio Calabria che, in buona fede, avevano sostenuto la rivolta,
si resero conto delle sue finalit eversive e ritornarono a
schierarsi con il partito ed a difenderlo. Da allora sono trascorsi
molti anni. In me non suscita alcuno stupo re o contrariet che,
nelle ricorrenze dellanniversario di quegli eventi, la destra
reggina promuova manifestazioni, convegni, celebrazioni. Perch
legittimo ricordare la propria storia, le battaglie e le lotte
nelle quali si creduto. Stupore ed indignazione mi suscita il fatto
che anche parti della sinistra si infilino nelle medesime analisi e
celebrazioni. Mentre, invece, legittimo orgoglio dovrebbe suscitare
a sinistra il ricordo di aver difeso quarantanni or sono a Reggio
Calabria, in condizioni molto difficili e pericolose, i propri
ideali e con essi i valori della libert e della democra zia. Quanti
difendemmo la sede della federazione del PCI e partecipam mo alle
iniziative ed alle manifestazioni pubbliche, consapevoli dei peri
coli cui andavamo incontro, lo facemmo perch convinti di difendere
il nostro partito, la nostra concezione della democrazia ed il
futuro che volevamo per lintero Paese. Cos come gli uomini che
guidarono la rivol
ta, ne accettavano i relativi rischi, perch avevano in testa un
mutamento nazionale, autoritario, dellassetto politico. I moti di
Reggio Calabria furono uno scontro duro, con aspetti di guerra
civile, tra una parte politica che, per i suoi fini, utilizz un
forte e vasto risentimento popolare ed unaltra parte politica che
comprese quan to fosse pericolosa quella strumentalizzazione e, in
condizioni di grave inferiorit, quasi di isolamento, seppe
difendere i valori della democrazia. Durante tutto un lungo
periodo, mentre Reggio era in mano ai rivoltosi, la federazione del
PCI fu lunica sede politica difesa dai suoi militanti, rimasta
aperta ed agibile allattivit democratica ed alla promozione di
iniziative pubbliche di rigoroso contrasto alleversione. I
comunisti cala bresi devono essere orgogliosi di aver meritato la
riconoscenza che Enrico Berlinguer espresse pubblicamente, a
conclusione della Conferenza Meridionale del PCI, nel teatro
comunale di Reggio Calabria stracolmo di compagni e cittadini.
Mar~o Tornatora fu uno dei protagonisti fonda mentali di quella
battaglia. Dopo quegli anni di scontro duro contro i fascisti ed in
difesa della democrazia, giunsero quelli dello scontro contro la
mafia. Anche su que sto grave e pericoloso terreno furono
importanti le attente analisi che Mario ci stimolava a compiere. La
trasformazione e la crescita della ndrangheta, il suo ingresso
nella politica, in tutte le attivit economiche e nei grandi affari.
E le sue non furono solo parole. A Reggio Calabria nel 79, nel
processo contro le pi potenti cosche mafiose calabresi, mentre
tanti sindaci di altri partiti testimoniarono che nei loro paesi la
mafia non esiste, Mario Tornatora assieme ad altri comunisti, i
compagni Tripodi, Martorelli, Macino, Sprizzi, con le loro
coraggiose testimonianze, com scritto nelle motivazioni,
contribuirono alla sentenza che inflisse pesanti condanne ai boss
mafiosi pi potenti e pericolosi. Sono trascorsi venticinque anni
dalla sua prematura morte. Venticinque anni durante i quali la
devastazione del territorio, nel segno della speculazione e
dellaffarismo, ha raggiunto ritmi crescenti, produ cendo tragedie
sempre pi grandi. Mario fu il comunista calabrese che di pi
comprese limportanza del governo democratico del territorio, della
difesa e valorizzazione di tutte le sue risorse. Non vi sembri
esagerato il
40 i.
41
rapporto che sto per fare, naturalmente tenendo conto della
diversit della statura politica e dei rispettivi compiti. Enrico
Berlinguer stato uno degli uomini politici italiani che di pi hanno
saputo aguzzare lin gegno politico e guardare lontano. Erano gli
anni 70, quando lindimen ticabile nostro segretario nazionale,
parlava dellesigenza di un governo mondiale delleconomia, di
austerit e moralit della politica, rispetto del lambiente. Allora
cera, anche a sinistra, chi lo sbeffeggiava, ritenendo quelle
riflessioni degne di monaco di clausura. Tutti, invece, oggi sappia
mo che, non avendoli affrontati in tempo, sono diventati problemi
di stringente e drammatica attualit e necessit. Scrivendo questa
nota, mi sono tornati in mente quei pensieri lunghi di Berlinguer.
Perch ho avuto la fortuna di ascoltare Mario molte volte. Nelle
riunioni di partito ed in tante passeggiate e conversazioni. Negli
anni cinquanta e sessanta cera ancora una forte contesa tra Rosarno
e Nicotera per lattribuzione del sito di Medma. Nei decenni
successivi, agli scavi di Paolo Orsi si aggiunsero quelli di
Salvatore Settis, e di altri importanti archeologi che rivelarono
senza ombra di dubbio che limportante citt magnogreca sorse nel
territorio rosarnese. Ma Mario mi parlava di Medma gi sul finire
degli anni cinquanta e mi confidava di aver visto in case nobiliari
rosarnesi reperti che avremmo dovuto fare di tutto per recuperare e
siste mare in un museo cittadino. Compito che incominciammo
realizzare dopo parecchi anni, quando nel 1994 conquistammo il
comune ed inau gurammo la Mostra permanente per un museo dellAntica
Medma. E ci parlava della necessit di dotare i comuni di strumenti
edilizi per gover no democratico e civile del territorio,
coinvolgendo i cittadini nella loro elaborazione. Insegnamenti e
suggerimenti importantissimi. Conservo ancora la pagina di un
giornale che riproduce una foto di unassemblea dei primi anni 70
nella quale i consiglieri comunali di Rosarno discute vamo il
progetto di Programma di Fabbricazione (questo era il nome dello
strumento edilizio in quegli anni) con i cittadini. Metodologia che
abbiamo seguito con maggiore efficacia, con diverse assemblee
pubbliche nellaula consiiare e nelle piazze, per la elaborazione
del Piano Regolatore Generale che approvammo nel 1999. Queste sue
grandi qualit, che aiutarono tanti comunisti nel loro
impegno politico ed amministrativo, Mario le impresse nella sua
attivit di dirigente politico ed uomo delle istituzioni :
Consigliere comunale di Polistena, Consigliere regionale,
Presidente dellospedale di Polistena, membro del Comitato di
controllo sugli atti della Regione. Ne sono testi monianze (per
ricordarne solo alcune) le sue battaglie per dotare il suo paese di
adozione dello strumento ediizio, lintroduzione del tempo pieno per
tutto il personale medico nellospedale di Polistena. E, per ren
dersi conto della concretezza del suo operare e della lungimiranza
del suo pensiero, basta leggere la sua relazione introduttiva alla
Conferenza pro grammatica per la Citt ed il Comprensorio dello
Stretto, che si svolse a Reggio Calabria il 18/19 gennaio del 1985.
Mario descrisse, venticinque anni or sono con efficacia e
chiarezza, tutti i temi ed i problemi che anco ra affliggono la
nostra terra. La distorsione di uno sviluppo economico, imposto
dallalto ed in contrasto con le vocazioni locali, che ha sconvol to
il territorio e consentito agli avventurieri della produzione
industriale, come gli Ursini ed i Rovelli, di dilapidare ingenti
risorse finanziarie, senza creare un solo posto di lavoro. I
pesanti condizionamenti delle numerose e crescenti cosche mafiose
sulleconomia e sulle istituzioni, la crisi della gricoltura e degli
altri settori produttivi, laumento della disoccupazione. In quella
relazione, con grande lucidit, indic il progetto politico alter
nativo per il quale avremmo dovuto combattere per corrispondere ai
pro blemi ed ai bisogni della nostra terra e delle nostre
popolazioni. Propose unautorit democratica regionale che, in
costante rapporto con le popo lazioni, avrebbe dovuto orientare
tutte le risorse e gli investimenti inter ni ed esterni, pubblici e
privati verso lo sviluppo delloccupazione ed il miglioramento della
qualit della vita. Queste idee furono alla base della sua netta
opposizione alla ipotesi della costruzione della centrale a carbo
ne a Gioia Tauro e della illuminata e preveggente idea di un porto
polifunzionale che collegasse pi rapidamente la nostra regione con
i pi lon tani mercati e proiettasse la Calabria e lItalia verso
rapporti nuovi ed intensi con i paesi africani che si affacciano
sul bacino del Mediterraneo. Ma affinch il porto svolgesse la sua
importante e rivoluzionaria funzio ne, Mario gi allora affermava
che era assolutamente necessario che fosse collegato ad una moderna
rete stradale, autostradale e ferroviaria. Solo
42
43
cos sarebbe diventata la rivoluzionaria infrastruttura
intermodale neces saria ai collegamenti ed ai trasporti del
Mezzogiorno e dellItalia. Rileggendo quella relazione non si pu non
convenire che non aven do seguito quelle illuminate indicazioni di
iniziativa e di lotta abbiamo perso un quarto di secolo, rischiando
oggi di precipitare in una situazio ne che diviene drammatica per i
giovani che lavorano al porto e nellin dotto. Perch le insipienze e
le gravi inadempienze delle classi dirigenti calabresi e nazionali
verso i problemi del collegamento terrestre della struttura
portuale e della valorizzazione della contigua area destinata agli
investimenti produttivi stanno diventando uno degli speciosi motivi
addotti da imprenditori che incominciano anche loro a
delocalizzare, verso altri porti pi convenienti ai loro interessi,
attivit che si svolgono a Gioia Tauro e che hanno permesso loro di
lucrare ingenti guadagni sul faticoso lavoro dei nostri giovani.
Permettetemi di dire che ricordare Mario Tornatora deve per noi
significare produrre tutto limpegno neces sario per impedire che si
abbandoni o si sottoutilizzi il porto di Gioia Tauro. Perch sarebbe
un disegno sciagurato che accrescerebbe il disagio economico e la
disoccupazione in un territorio infestato dalle pi forti e
pericolose cosche mafiose che, nonostante i colpi subiti, sono i
soli sog getti economici solidi, sempre pronti a reclutare
manodopera criminale nelle aree sociali del disagio e della
disperazione. Il lavoro, gli scritti, il pensiero di Mario parlano
ancora con vibrante attualit a noi, ai nostri giovani, alle nostre
popolazioni. Anche sullargo mento che in queste ultime settimane
ritornato allattenzione dellopi nione pubblica nazionale ed
internazionale. Il ponte sullo stretto di Messina. La fantomatica
opera (che, nella malaugurata ipotesi venisse messa in esecuzione,
distruggerebbe una delle risorse naturali e un ecosi stema marino
tra i pi belli del pianeta) che di concreto fino ad oggi ha
soltanto le centinaia di milioni di euro prelevate dal pubblico
denaro per mantenere in vita la societ Stretto di Messina SPA. Gi
25 anni fa Mario ne parlava come un diversivo per eludere i
problemi immediati del traffico sullo stretto. E proponeva che le
ingenti risorse previste per il ponte venissero destinate per
adeguare e modernizzare gli approdi di Villa San Giovanni e di
Messina, potenziare la flotta con nuove navi pi
veloci e di facile carico, modernizzare le reti ferroviarie
calabresi (in par ticolare sulla fascia ionica) e siciliane,
costruire la metropolitana di super ficie tra Rosarno e Melito
Porto Salvo, sviluppare laeroporto di Reggio Calabria, dotandolo
anche di un approdo per gli aliscaf provenienti dalla citt di
Messina. Ed inoltre destinare le ingenti risorse alla rinaturalizza
zione e difesa degli argini di fiumi e torrenti, al consolidamento
del suolo ed al riassetto di due territori che sono ad alto rischio
idrogeologico e sismico. Dopo un quarto di secolo quella relazione
di Mario pu ancora essere una importante ed avanzata base di
discussione e di iniziativa per i problemi ed i compiti che abbiamo
di ftonte. Permettetemi, infine, una considerazione personale. Oggi
nessuno pu arrogarsi la presunzione di dire quale sarebbe stato il
pensiero di Mario Tornatora nel dibattito che si aperto nel partito
dopo la svolta della Bolognina del 1989 e quale la sua collocazione
successivamente alla scomparsa del PCI. Per posiiamo affermare che
la sua era la lucidit, la concretezza, la passione di un militante
e dirigente del PCI. Prima che fossero innescati i continui
processi di dannazione della memoria e di regressione della identit
di quel grande partito, che ebbe una storia com pletamente diversa
da quella che port alla degenerazione altri partiti comunisti
nellest europeo ed in altri parti del mondo. La scomparsa del PCI
ha prodotto, in questi ultimi decenni, formazioni politiche che,
inve ce di abbattere o mitigare limiti e difetti di quella
organizzazione politi ca, hanno appannato e cancellato le qualit
positive. Non voglio mitizza re il PCI. So bene che anche allora
cerano ambizioni personali, stru mentalizzazioni, lotte interne,
tal volta anche aspre. Perch anche quel grande partito era composto
da persone, e tutte le persone umane hanno i loro pregi ed i loro
difetti. Anche Mario doveva averne, ma io anche for zando la mia
memoria non ricordo alcun suo difetto. Di lui ricordo la modestia,
la serenit e la compostezza del comportamento. Anche quan do subiva
un torto. Nel 1980 non fu ricandidato al Consiglio regionale. Nel
dibattito dentro il comitato direttivo della federazione, io mi
opposi e sostenni decisamente la riproposizione della sua
candidatura. In un momento di sospensione della discussione, Mario
mi prese sottobraccio e mi disse di accompagnarlo al bar per un
cafPe. Lo fece per dirmi di fre
44
i i
45
nare il mio carattere istintivo, di non oppormi e di accettare
le decisioni, perch importante non la singola candidatura, ma
laffermazione del partito e degli interessi sociali che
rappresenta. Voglio finire con un ricordo che riguarda i suoi
legami con questa real t territoriale ed umana di Scido. Quando fui
candidato al Parlamento Mario mi propose di venire insieme in
questa parte del territorio aspromontano per trascorrervi una
giornata. Mi fece conoscere i suoi parenti e mi fece incontrare con
compagni e con suoi conoscenti che mi parlarono delleconomia del
territorio, dei boschi, del legno, delle alte qualit del
lartigianato e delle altre attivit. Mario amava questa terra, i
suoi paesi e la sua gente. Mario stato un figlio illustre di Scido
e della Calabria. Nei ruoli importanti che ha svolto nel partito e
nelle istituzioni ha sempre saputo rappresentare e difendere gli
interessi, la volont e le speranze di crescita sociale e civile
delle nostre popolazioni.
Appendice
46
i
Documentazione fotografica
G~[~J3
Delegazione al Congresso Nazionale del PCI a Roma, 1966
Comizio in piazza a Fabrizia, 1964 Comizio a Reggio Calabria con
Pietro Ingrao, 1970
48
49
1- Mario Tornatora con il sindaco di Polistena Girolamo Tripodi,
alcuni amministra tori e dottori. 2 - Al centro lo scrittore
Fortunato Seminara.
2- Diffusione dellUnit sul Corso Garibaldi a Reggio Calabria,
Luigi Longo, 1968
50
51
DOMENICA IO NOVEMBRE ALLE ORE IO avr luogo linaugurazione del
NUOVO OSPEDALE alla presenza dello On. GI C O MO M AN CI N I,
Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e delle
autorit locali, provin ciali e regionali. Questo avvenimento
conclude la legittima attesa delle popolazioni di Polistena e dei
molti Comuni della zona, che vedono cos realizzarsi laspirazione ad
una Assistenza Ospeda liera pi dignitosa ed umana. In questa
occasione ci gradito ringraziare quanti, Tecnici, Operatori
Sanitari e Amministratori, hanno contribuito alla realizzazione
dellimportante struttura civile, sottolineando che lapertura del
nuovo Ospedale soprattutto il risultato dellimpegno sofferto, della
lotta e della vigilanza democratica della popolazione di Polistena.
Tale avvenimento non conclude certo, la nostra bat taglia per Il
superamento dellattuale crisi del sistema sanitario italiano, per
una efficace e reale difesa della salute che si potr realizzare
soltant