Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 GIOVEDÌ 21 MAGGIO 2009 ANNO 134 - N. 119 Milano, Via Solferino 28 Tel. 02 6339 In Italia con "Corriere della Sera Magazine" EURO 1,50 Fondato nel 1876 www.corriere.it Google TM , il logo Google TM , Gmail TM , Google Maps TM , Ricerca Google TM , Android Market TM , YouTube TM , sono marchi di Google INC. TeleAtlas® Map Data ©2009. MAGIC E DREAM: INTERNET SUL TELEFONINO DIVENTA UN GIOCO DA BAMBINI. E IL PRIMO MESE NAVIGHI GRATIS. : ONINO AM INI I dispetti siciliani a Lombardo Giannelli In edicola Rock Legends La lettera Opinioni più il prezzo del quotidiano di Gerry Scotti a pagina 27 a 2,90 euro Io, cattolico e divorziato Verso il voto Testata una nuova arma, Usa preoccupati La leggenda del rock Primo dvd La Moratti: Milano accetta la sfida di Tettamanzi Ahmadinejad voleva vederlo nella città dei missili LA TRAPPOLA DI T EHERAN LE RAGIONI DI PANNELLA Lo sguardo troppo rivolto agli Anni 70 «E’ un secondo peccato originale» Sharon Stone e le altre a Cannes di Renato Brunetta a pagina 10 Presentate tre proposte. Merkel: presto la decisione Frattini rinuncia alla missione in Iran di FRANCO VENTURINI Nominati Minzolini e Mazza L a violenza di piazza trascina i fantasmi del passato. Ne sono prigionieri i giovani protagonisti che a Torino hanno inscenato la liturgia dell’eterno ritorno degli anni Settanta. Rischiamo però di restarne prigionieri tutti noi, con effetti paradossali. La stagione tetra del terrore e del sangue nelle piazze resta come un incubo collettivo. Allarmarsi è giusto. Scrutare ogni minimo segno che possa preannunciare una nuova fiammata violenta e addirittura terroristica è sacrosanto. CONTINUA A PAGINA 10 Dopo Torino Intervista con il sindaco Nel giorno di «Inglourious Basterds» di Quentin Tarantino e della coppia Brad Pitt-Angelina Jolie, Cannes riscopre le dive cinquantenni (nella foto, Sharon Stone). ALLE PAGINE 44 E 45 Grassi, Manin, Mereghetti «Perché la crisi non ci ha travolto» L’Associazione magistrati attacca: invettive inaccettabili Il premier e le accuse su Mills: quel giudice è una nemica Opel, così l’offerta della Fiat Referendum La California boccia le misure fiscali del governatore di MASSIMO GAGGI di ANTONIO MACALUSO di ELISABETTA SOGLIO di MARIA LUISA AGNESE Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 90 5 2 1> Tre proposte con giallo. Le lettere d’intenti sul futuro del- la Opel fino a ieri alle 18 (ter- mine di scadenza) erano tre: quella della Fiat, quella della austro-canadese Magna assie- me alla russa Gaz e quella del fondo di private equity ameri- cano Ripplewood. In nottata, però, indiscrezioni sosteneva- no che la scadenza sarebbe stata prorogata. Le tre propo- ste sono state presentate alla Commerzbank, la quale le ha girate alla General Motors e al ministero dell’Economia di Berlino. Secondo il governo tedesco l’accordo potrebbe es- sere questione di mesi, ma un memorandum potrebbe essere firmato in settimana. Dell’offerta Fiat discute oggi il governo a Roma. ALLE PAGINE 2 E 3 de Feo, Polato, Taino Oltre al Lingotto, ci sono anche Magna e Ripplewood. Oggi il dossier a Palazzo Chigi di FEDERICO FUBINI Schwarzenegger affonda sulle tasse N ella cronaca diplomati- ca i colpi di scena non sono una rarità, ma quello toccato ieri al nostro ministro degli Esteri ha pochi precedenti. Franco Fratti- ni aveva già preparato la valigia e si accingeva a partire per Tehe- ran quando il protocollo irania- no, con un’ora o poco più di anti- cipo, ha trasmesso alla Farnesi- na una nuova «condizionante» richiesta: doveva essere previsto un incontro con il presidente Ah- madinejad a Semnan. Nella stes- sa località, cioè, dove l’Iran aveva appena lanciato con successo un missile terra-terra di nuova gene- razione, capace di colpire Israe- le, le basi Usa in Medio Oriente e l’Europa sudorientale. Fiutata la trappola che lo avrebbe in qual- che modo associato al minaccio- so esperimento balistico, Fratti- ni ha giustamente deciso di non partire. E sulla pista sono rima- ste soltanto due inevitabili consi- derazioni. La prima riguarda proprio il ministro Frattini, che nel preve- dere il viaggio ha peccato d’im- prudenza. Non perché la sua poli- tica di coinvolgere l’Iran nella sta- bilizzazione dell’Afghanistan e del Pakistan sia errata. Non per- ché l’Italia abbia preso una inizia- tiva isolata (Hillary Clinton era d’accordo, gli europei sapevano che Frattini si sarebbe mosso en- tro la fine di maggio). Ma piutto- sto perché fra tre settimane in Iran si elegge il nuovo presiden- te. Perché a Teheran è in corso una campagna elettorale opaca e senza esclusione di colpi. Perché era prevedibile che in questo cli- ma Ahmadinejad, favorito ma non sicuro di vincere, avrebbe tentato di usare a suo profitto la prima visita di un ministro degli Esteri occidentale negli ultimi quattro anni (cosa diversa è stata la missione del rappresentante Ue Solana nel 2008). Ahmadinejad — ed è questa la seconda considerazione — ha in- fatti puntualmente confermato il suo profilo politico: quello di un provocatore a tempo pieno che tenta di bilanciare il disastro dell’economia iraniana distri- buendo a piene mani l’oppio del- l’ipernazionalismo e dell’odio verso Israele. La corsa al nuclea- re (che a dispetto degli scettici egli afferma essere pacifica) e lo sviluppo dei missili balistici (che pacifici non possono essere) rap- presentano le «cambiali» eletto- rali di Ahmadinejad, le uniche di cui egli davvero disponga. Non meraviglia allora il tentativo di Frattini, né può stupire la ben scarsa considerazione in cui il presidente iraniano mostra di te- nere l’Europa e l’Italia, che pure è il primo partner commerciale di Teheran. Convinto che sia l’Oc- cidente ad avere bisogno di lui e non viceversa, Ahmadinejad rico- nosce soltanto agli Usa la dignità di interlocutore. Ma poi non esprime, nemmeno in quella di- rezione, una politica che autoriz- zi le speranze messe in campo da Washington e che Frattini vo- leva corroborare. L’incidente diplomatico di ieri, così, serve a ricordarci che l’Iran resta un problema pericolosa- mente aperto. La Casa Bianca do- vrà aspettare il dopo-elezioni per capirci qualcosa. Obama ha rifiutato di fissare un limite alla sua pazienza come gli chiedeva Netanyahu, ma ha avvertito che in mancanza di progressi entro il 2009 l’Occidente farà ricorso a nuove e più dure sanzioni. Il che metterà alla prova la coesione transatlantica. E non basterà ad escludere un ricorso preventivo alla forza da parte di Israele. È su questa mina che il nostro mini- stro degli Esteri, pur animato dal- le migliori intenzioni, è andato a mettere il piede. Una mina anco- ra metaforica, per fortuna. di RENATO MANNHEIMER di PIERLUIGI BATTISTA A PAGINA 9 di GIAN ANTONIO STELLA Elogio delle cinquantenni Berlusconi non si presen- terà in Parlamento per riferi- re sulla condanna Mills e di- re la sua verità su un caso che è «una persecuzione, l’ultimo atto di una campa- gna di odio e menzogne». Il capo del governo però ricor- da che «la Gandus è un mio dichiarato nemico politico». L’atto di accusa di Berlusco- ni contro i magistrati fa in- sorgere alcuni componenti il Csm, l’Anm e le opposizio- ni. Dando per certo un inter- vento dell’organo di autogo- verno, il togato Livio Pepino di Magistratura democratica (la corrente di sinistra) accu- sa il presidente del Consi- glio di volere «condizionare con insulti e minacce i giudi- ci» e assicura che «non si fa- ranno intimidire». ALLE PAGINE 12 E 13 Di Caro, M. Franco Fuccaro, Trocino Solo tre promossi: Strauss-Khan, Draghi e Trichet. Male Barroso. In- sufficienti Merkel e Gor- don Brown A PAGINA 21 Europa e crisi Le pagelle dei leader «S chwarzenegger era un attore di film d’azione. Dopo questa scon- fitta può prepararsi a un film del genere apocalittico» dice il politologo John Pit- ney. E Barbara O’Connor, di- rettrice dell’Istituto di studi politici della California State University di Sacramento, prevede per la California e il suo governatore un’estate «lunga e bollente». CONTINUA A PAGINA 23 Un missile terra-terra ira- niano è stato lanciato a Sem- nan. Il ministro degli Esteri Frattini annulla la visita che prevedeva un incontro con Ah- madinejad proprio a Semnan. ALLE PAGINE 18 E 19 Battistini, M. Caprara, Valentino M arco Pannella è in sciopero della fame e della sete dalla sera del 15 maggio. Solo tre italiani su cento, sostiene, sanno dell’esistenza della sua lista. La Rai, accusa, non gli concede gli spazi a cui avrebbe diritto. E, ancora una volta, il vecchio leone radicale mette in gioco la sua vita in una sfida che va ben oltre l’ambito recinto del palazzo di viale Mazzini. CONTINUA A PAGINA 15 Pdl vicino al 40%, Pd tra il 25 e il 27%. Europee, avanzano Lega e Idv. Così i sondaggi in vista delle elezioni. A PAGINA 16 I sondaggi: Pdl al 40% Pd tra 25 e 27 Augusto Minzolini direttore del Tg1, Mauro Mazza alla guida di Rai1. Sì di Garimberti. «Nomine irricevibi- li» per Pd e Udc. ALLE PAGINE 14 E 15 G. Cavalli e P. Conti Scelti i direttori di Tg1 e Rai1 No Pd-Udc, sì di Garimberti «La campagna elettorale? Una guerra termonuclea- re». Così in Sicilia definiscono lo scontro tra l’Mpa di Raffaele Lombardo e il Pdl che lo ha eletto. Dispetti e liti, mentre i sondaggi danno il Popolo della libertà oltre il 50 per cento. A PAGINA 17