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IL CASO NIBIRU TRA FANTASIA E SCETTICISMO Guerrino Crielesi Copyright ©2013 Figura 1: Disegno della Planisfera K8538 (Trustees of the British Museum). Galileo Galilei: “ Non Basta Guardare, Occorre Guardare Con Occhi Che Vogliono Vedere, Che Credono In Quello Che Vedono.”
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IL CASO NIBIRU

Apr 01, 2023

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Page 1: IL CASO NIBIRU

IL CASO NIBIRUTRA FANTASIA E SCETTICISMO

Guerrino CrielesiCopyright ©2013

Figura 1: Disegno della Planisfera K8538 (Trustees of the British Museum).

Galileo Galilei: “ Non Basta Guardare, Occorre Guardare ConOcchi Che Vogliono Vedere, Che Credono In Quello Che Vedono.”

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prefazione

Dopo l’uscita della serie Le Cronache Terrestri dell’orientalista russo Zecharia Sitchin

(Figura 2a), si è scatenata una vera e propria profusione di correnti new age, ognunadelle quali riformulava la teoria originaria stravolgendola con congetture proprie allimite del fantasy. La fusione delle storie sul calendario maya con il presunto ritornodi Nibiru è una di queste. Tale mescolanza di congetture ha reso quasi irriconoscibilela teoria originale, che naturalmente non mette mai in relazione Nibiru con il 2012.Tuttavia, al di là di questi racconti, quello che mi lascia basito è l’atteggiamento dimolti accademici, i quali dichiarano istericamente l’impossibilità della teoria argomen-tata dallo studioso russo. Nel peggiore dei casi si arriva perfino a screditare Sitchindefinendolo sumerologo autoproclamato. Questo purtroppo è un atteggiamento moltocomune fra gli accademici, i quali sono fermamente convinti che sia necessario untitolo accademico per poter essere riconosciuti esperti su un tale argomento di studio.

Citazione 1.1: Enciclopedia Treccani

Scienziato (definizione): “Chi ha acquisito profonda conoscenza di una o piùscienze, attraverso studi intensi e costanti, e con serietà di metodo e d’indagine.”

(a) Zecharia Sitchin. (b) Carl Edward Sagan.

Figura 2: L’orientalista Zecharia Sitchin e l’astrofisico Carl Edward Sagan (Lang).

Non sembra sia necessario un titolo accademico per poter essere uno scienziato. Lascienza si occupa di descrivere nel modo più accurato possibile la realtà, servendosidi un metodo ben preciso e rigoroso, indifferente alle credenziali dello studioso diturno. Chiunque indaghi a nome della scienza dovrà seguire con rigore tale metodo.Un esempio eccellente riguarda uno dei più grandi scienziati che l’umanità ricordi,Nikola Tesla, il quale - guarda caso - non si è mai laureato in nessuna università! [1]

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Tornando alla teoria argomentata da Sitchin, nonostante la disapprovazione generalearrivata puntualmente dagli esperti del settore, in merito alle personali interpretazionidi quanto riportato in cuneiforme sulle tavole sumeriche, è stato possibile verificarel’infondatezza di tale riprovazione. Una questione piuttosto interessante riguarda lostudioso italiano Alessandro Demontis, il quale evidenzia in modo molto semplice epreciso la plausibilità delle traduzioni fatte dall’orientalista russo, attraverso gli stessistrumenti che sono stati utilizzati per criticarlo (i suoi lavori sono gratuitamente con-sultabili all’indirizzo internet: http://gizidda.altervista.org/site.html). [2] [3]Inoltre Zecharia Sitchin non è stato né il solo né il primo a discutere della conoscenzasumera in merito al nostro sistema solare. Un noto particolare della teoria sitchinianaè rappresentato dal sigillo accadico risalente al III millennio a.C. (VA/243 - Figura 3).Così scrisse il noto astrofisico Carl Sagan (Figura 2b) 10 anni prima (!) di Z. Sitchin:

Citazione 1.2: Carl Esward Sagan - “La Vita Intelligente nell’Universo”

Nell’illustrazione vediamo che il cerchio centrale è circondato da raggi e chepuò essere identificato molto chiaramente come un sole o una stella. Ma comedobbiamo interpretare gli altri oggetti che circondano ciascuna stella? È quantomeno un assunto naturale che rappresentino i pianeti [...]. Il sigillo cilindriconell’illustrazione in alto a sinistra presenta, curiosamente, nove pianeti attornoal sole prominente in cielo (e, leggermente più a destra, due pianeti minori). [4]

Figura 3: Stampo del sigillo cilindrico VA/243 (Museo di Stato di Berlino).

Agli ostinati che sbandierano il pentimento di Carl Sagan, consiglio la lettura deiseguenti articoli: Velikovsky, Sagan e Sitchin di Luca Scantamburlo [5]; Carl Sagan:l’ultimo grande ufologo o il primo novello scettico? di Emilio Acunzo [6]. È decisamentecurioso il fatto che un vero pentito abbia potuto scrivere un romanzo come “Contact”!

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osservazioni : il sigillo va/243

La questione Venere-Mercurio

Tralasciando gli aspetti che riguardano la fedeltà della rappresentazione (artistica) delsigillo accadico rispetto alla realtà, già trattata in modo decisamente esauriente neidocumenti di Demontis ai quali rimando, vorrei concentrarmi più tecnicamente sullaquestione Venere-Mercurio. Una delle critiche, del tutto congetturale, che viene fattaalla rappresentazione in oggetto è proprio sull’accostamento tra Venere e Mercuriocome sistema pianeta-satellite (Figura 4b). Secondo i critici di turno essa invalidereb-be la rappresentazione in quanto al giorno d’oggi sappiamo benissimo che Mercurionon è un satellite di Venere, quindi la questione è chiusa. Niente di più illazionistico!In realtà Mercurio rappresenta uno dei pianeti più enigmatici del nostro sistema sola-re, considerando la maggiore eccentricità e la maggiore inclinazione della sua orbita.Secondo gli astronomi T.C. Van Flandern e R.S. Harrington, Mercurio sarebbe statoproprio un satellite di Venere. Successivamente sfuggito al suo campo gravitazionalee catturato dal Sole. Per di più a tutt’oggi non è stato possibile confutare tale ipotesi.

Citazione 2.1: Thomas C Van Flandern

Si è concluso che l’ipotesi di Mercurio come ex-satellite di Venere rimane validaed è resa più accattivante dall’impossibilità di confutarla per motivi dinamici. [7]

(a) Mercurio. (b) Sistema Solare (VA/243).

Figura 4: Mercurio ripreso dalla sonda Messenger (NASA) e l’estratto del VA/243.

Inoltre, grazie ai dati raccolti dalla sonda Messenger (Figura 4a - Orbitante intorno aMercurio da marzo 2011), sappiamo che la composizione della superficie del pianeta

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differisce significativamente da quella degli altri pianeti rocciosi del sistema solare eciò contraddice molte delle attuali teorie sulla formazione del pianeta stesso. L’astro-nomo L. R. Nittler, tra i principali autori dello studio condotto al Carnegie Institutionof Science di Washington [8], asserisce sorprendentemente che: “Sulla formazione diquesto pianeta, i teorici dovranno ritornare alla lavagna. La maggior parte delle ideeche circolavano fino a ieri su Mercurio non trovano riscontro con ciò che abbiamoeffettivamente misurato sulla sua superficie.” Un risultato che svela quanto sia scioc-co e arrogante pretendere di fare affermazioni conclusive nel tentativo di confutareipotesi altrui, in settori della conoscenza che necessitano ancora di indagini appro-fondite. Mercurio appare essere un pianeta completamente diverso rispetto a quantoipotizzato finora, tanto è vero che sulla sua superficie è stata riscontrata un’importan-te presenza di acqua ghiacciata. Proprio così, sul pianeta più vicino al Sole c’è acqua!“Ma le nuove osservazioni hanno inoltre sollevato altri nuovi interrogativi” afferma S.

Solomon del Lamont-Doherty Earth Observatory alla Columbia University. “I materialiscuri nei depositi polari sono formati soprattutto da componenti organici? Che tipodi reazioni chimiche mostra il materiale analizzato? Vi sono delle regioni in superfi-cie o sotto di essa che potrebbero avere acqua liquida o componenti organici? Solocon esplorazioni ulteriori e con uno studio continuativo potremo rispondere a questedomande.” Fin quando non avremo analizzato a fondo le preziosissime informazio-ni forniteci dalla missione spaziale, nulla può essere escluso in merito alle origini diquesto pianeta (come vedremo più avanti). Pertanto la critica al sigillo VA/243, circal’ipotesi Venere-Mercurio come sistema pianeta-satellite, è oltremodo sconclusionata.

L’origine di Plutone e gli anelli di Saturno

Come si vede nella Figura 4b, tra i pianeti Saturno e Urano è presente un altro corpopiù piccolo che Sitchin identifica con Plutone. Quest’assunzione è stata spesso moltocriticata in apparenza giustamente. La composizione di Plutone rispecchia perfetta-mente il luogo in cui si trova attualmente, inoltre l’eccentricità e l’inclinazione dellasua orbita sono del tutto normali se paragonati agli altri corpi della fascia di Kuiper.Tuttavia l’origine di questo planetoide è ancora in fase di accertamento e sembra chePlutone in precedenza fosse un corpo più grande. Le recenti scoperte di nuovi satel-liti (Figura 5b - Siamo arrivati a cinque!), avvalorano l’ipotesi avanzata da un recentestudio dell’astrofisica R. M. Canup [9], il quale mostra un possibile scenario dell’ori-gine di Plutone e i suoi satelliti, che dovrebbero essersi formati come conseguenza diun enorme impatto nelle prime fasi di formazione del sistema solare. La sonda NewHorizons che raggiungerà Plutone nel 2015 permetterà di verificare tale ipotesi. Que-sto potrebbe spiegare la diversa densità, modificatasi in seguito all’enorme impattoe non esclude la possibilità che Plutone in precedenza fosse situato in un’altra zonadel sistema solare come raffigurato nel sigillo. Anche Eris (Figura 25) rappresenta unvero rompicapo per gli astronomi, a causa della sua densità troppo elevata per uncorpo trans-nettuniano, che collocherebbe la sua origine in una zona più interna delsistema solare. Questi aspetti rafforzano l’ipotesi, generalmente accettata, di un siste-

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ma solare primordiale piuttosto caotico e questi spostamenti/impatti non sono solopossibili, ma probabili. In merito a Plutone, per avere dati più precisi e restringere ilcampo delle ipotesi, non resta che attendere i rilevamenti della sonda New Horizons(Figura 5a). In conclusione, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non è possibilesmentire la collocazione di Plutone nell’orbita di Saturno in un’epoca tanto remota.In merito alla questione della mancanza degli anelli di Saturno nel sigillo accadico,la risposta è più semplice di quanto si pensi. Proprio Robin Canup ha recentementeavanzato una nuova ipotesi (pubblicata su Nature [10]) sulla formazione degli anellidi Saturno. Secondo tale studio un gigantesco satellite paragonabile almeno alle di-mensioni di Titano, avvicinatosi troppo al pianeta e subendo il riscaldamento dovutoalla vicinanza con l’atmosfera, avrebbe cominciato a fondere gli strati acquosi lascian-do sprofondare quelli rocciosi. Successivamente le forze mareali avrebbero strappatogli strati esterni, che sarebbero andati a formare i famosi anelli, mentre il nucleo roc-cioso rimasto integro sarebbe poi precipitato fatalmente nel pianeta. Questa ipotesioltre a spiegare il perché gli anelli sono composti per il 90-95% di ghiaccio, sembraessere l’unica in grado di spiegare la presenza dei satelliti interni del gigante gassoso.

(a) Itinerario di New Horizons. (b) Plutone e i suoi satelliti.

Figura 5: New Horizons (NASA/SRI) e il sistema di Plutone (NASA/ESA).

Questo nuovo scenario inoltre spiegherebbe il perché gli anelli di Saturno non sonorappresentati nel disegno, proprio per la loro formazione molto più recente rispettoall’origine del sistema solare, come evidenziato dall’alta albedo e dalla purezza delghiaccio (la sonda Cassini ci aiuterà a capire anche questo aspetto). Naturalmente ri-maniamo sempre nel campo delle ipotesi, ma serve a far comprendere l’impossibilitàdi escludere scientificamente le argomentazioni trattate, come vorrebbero far crederei critici di turno che farebbero bene a rimembrare e ad attenersi al metodo scientifico.

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Il gigante scomparso

Cosa possiamo dire in merito al pianeta senza nome situato tra Marte e Giove? Se-condo uno studio condotto dal Dr. David Nesvorny del Southwest Research Institute,basato su 6000 simulazioni del sistema solare primordiale, la probabilità che i quat-tro pianeti giganti del nostro sistema finissero tutti per assumere orbite stabili è solodel 2, 5%! Una percentuale troppo bassa anche per i più incredibilmente ottimisti. Ilrisultato sorprendente si è verificato quando Nesvorny ha inserito un quinto pianetagigante (paragonabile ai giganti Urano e Nettuno) nella simulazione, ottenendo unaprobabilità di successo del 25%, un esito 10 volte maggiore a quello precedente! [11]A questo punto la presenza di un quinto corpo celeste ai primordi del nostro sistemasolare, come rappresentato nel sigillo accadico, non solo è plausibile ma addiritturaprobabile! In particolare lo studio spiega l’instabilità dinamica verificatasi circa 600milioni di anni dopo la nascita del nostro sistema, ciò ha fortemente influenzato l’or-bita dei 4 giganti e distribuito i corpi meno massicci nelle rispettive orbite. Il quintogigante invece sarebbe stato espulso dalla propria orbita dalla forza gravitazionale diGiove (Figura 6b) [ipotesi: slegando Plutone (Gaga) dall’orbita di Saturno (Anšar)?].

(a) Placca dei Pioneer. (b) Il momento dell’espulsione.

Figura 6: La Placca dei Pioneer (NASA) e la simulazione di D. Nesvorny (SRI).

In conclusione di queste osservazioni, vorrei ricordare che il sigillo accadico esamina-to è una rappresentazione artistica del sistema solare ed è assolutamente ridicolo pre-tendere una precisione che non gli appartiene. La famosa Placca dei Pioneer, essendoanch’essa una rappresentazione simbolica (anche se basata su riferimenti astronomiciben precisi come le pulsar) risulta altrettanto approssimativa nella rappresentazionedel sistema solare. Come è possibile verificare nella Figura 6a i pianeti rocciosi sonorappresentati tutti delle medesime dimensioni, così come i giganti Giove e Saturno eanche i giganti esterni Urano e Nettuno. Effettueremo ora l’analisi orbitale di forma.

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analisi orbitale : parametri di forma

Utilizzando le leggi della fisica e in particolare della meccanica celeste, abbiamo lapossibilità di ricostruire l’orbita nonostante i pochi dati astronomici disponibili sull’i-potetico pianeta. Comunque non sarà possibile conseguire una descrizione completa:in merito alla posizione dell’orbita nello spazio, non conoscendo tutti i parametri digiacitura; e soprattutto degli effetti perturbativi indotti dall’interazione gravitazionalecon gli altri corpi celesti del nostro sistema, in quanto non conosciamo la sua massa.La Terza Legge di Keplero ci dice che il rapporto dei quadrati dei periodi orbitali è ugualeal rapporto dei cubi dei semiassi maggiori delle rispettive orbite, pertanto possiamo scrivere

T21

T22

=a3

1

a32

(1)

In cui T e a sono il periodo orbitale e il semiasse maggiore dell’orbita. Esprimendoquesti due parametri in anni e unità astronomiche rispettivamente, sappiamo che per ilpianeta Terra essi sono equivalenti all’unità per definizione, è quindi possibile (casoridotto dove MN ≪ M⊙) ricavare il semiasse maggiore dal periodo orbitale (T2

∝ a3):

T2N = a3

N ⇒ aN = 3√

T2N =

3√

36002 anni

aN = 234, 8920584701 UA (2)

Secondo la teoria di Zecharia Sitchin, il perielio PN di Nibiru si troverebbe nella fasciaprincipale, che dista in media 2, 85 UA dal Sole, valore che assumeremo come perieliodell’orbita di Nibiru (la fascia si estende da 2, 1 a 3, 6 UA). Avendo anche la distanzaal perielio, è possibile calcolare l’eccentricità orbitale secondo la seguente equazione:

eN = 1 − PN

aN= 1 − 2, 85 UA

234, 8920584701 UA

eN = 0, 9878667673 (3)

Se vogliamo conoscere approssimativamente l’attuale posizione di Nibiru sull’orbita,è necessario un terzo parametro orbitale: l’anomalia vera. Per calcolare questo para-metro abbiamo bisogno dell’anomalia media, che viene rappresentata da un angolocrescente a ritmo costante, aumentando di 360 ogni orbita. Essendo noto il periodoorbitale possiamo calcolarne il valore in funzione del tempo, utilizzando la relazione:

M = M0 + 360 · tT

(4)

Dove M0 è il valore di M al tempo t0. Assumendo t0 come il tempo in cui Nibiru sitrova al perielio, M0 - come tutte le altre anomalie - risulta uguale a zero (trascurandola differenza temporale tra perielio e perigeo, che tenuto conto del periodo orbitale diNibiru e dello scopo della seguente analisi è un’approssimazione più che accettabile).

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Ora tenendo in considerazione i dati forniti da Sitchin, il prossimo passaggio di Nibi-ru dovrebbe avvenire nell’anno 3400 d.C. (rimanendo nell’ipotesi ortodossa), quindiin base al periodo orbitale l’ultimo passaggio sarebbe dovuto avvenire nell’anno 200a.C.. Considerando la data odierna sarebbero trascorsi 2212 anni dall’ultimo passag-gio, è quindi possibile inserire i valori nell’equazione per calcolare l’anomalia media(inseriremo il segno meno al valore dell’angolo per tener conto dell’orbita retrograda):

MN = −360 · tTN

= −360 · 2212 anni3600 anni

MN = −221, 2 (5)

Prima di poter calcolare l’anomalia vera è necessario l’aiuto di un angolo ausiliario:l’anomalia eccentrica. È possibile ricavare questo valore, essendo note l’eccentricitàorbitale e l’anomalia media, attraverso la relazione nota come Equazione di Keplero:

M = E − e sin E (6)

La (6) è un’equazione trascendente; la sua soluzione esiste ed è unica e può esserecalcolata in vari modi a seconda della precisione richiesta. Utilizzando il computer èpossibile farlo molto velocemente, grazie all’ottimo algoritmo di Duncan-Levison [12].Calcolando, con un’accuratezza più che sufficiente, il valore dell’anomalia eccentrica:

EN = −200, 9563877226 (7)

Ora non resta che calcolare il valore dell’anomalia vera tramite la seguente relazione:

tanϑN

2=

1 + eN

1 − eNtan

EN

2⇒ ϑN = 2 arctan

(

1 + eN

1 − eNtan

EN

2

)

(8)

ϑN = 2 arctan

(

1 + 0, 98786676731 − 0, 9878667673

tan−200, 9563877226

2

)

ϑN = 178, 3443802738 (9)

La relazione (8) è da preferire in quanto risolve il problema del quadrante (il segnoè positivo perché per tener conto del quadrante l’angolo è espresso su 180, natural-mente su un angolo di 360 il valore risulterebbe pari a −181, 6556197262). Inseren-do i dati ottenuti nel software GeoGebra [13] è possibile ottenere una ricostruzione inscala piuttosto precisa dell’orbita che avrebbe Niburu e della posizione che avrebbesu tale orbita in data odierna (Figura 7 - Nell’immagine l’orbita del pianeta è compla-nare al piano dell’eclittica per evidenziarne l’effettiva dimensione rispetto a quella diNettuno, il pianeta noto più esterno del sistema solare, la quale è pressoché circolare).

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Come si vede nell’immagine Nibiru avrebbe appena superato l’afelio (punto di massi-ma distanza dal Sole) e si troverebbe sulla strada di ritorno a circa 452 UA (68 miliardidi Km) dal Sole. Decisamente oltre l’orbita di Nettuno (Figura 11b) e impossibile darilevare con gli strumenti a nostra disposizione. Secondo i dati forniti da Z. Sitchinquindi, l’ipotesi del ritorno di Nibiru nell’anno 2012 non avrebbe alcun fondamento.

Figura 7: Orbita e posizione del pianeta Nibiru nell’anno 2012 d.C.

Per di più con i pochi dati a disposizione su questo ipotetico corpo celeste, l’unicaargomentazione scientifica che è possibile fare è quella qui descritta, riguardante laricostruzione orbitale partendo dai tre parametri forniti da Sitchin: periodo orbitale,distanza al perielio [14] e inclinazione orbitale [15]. Ogni altra asserzione in merito allanatura fisica (massa, diametro, atmosfera o addirittura in alcuni articoli incommentabilimagnitudine e albedo!!) di questo pianeta non merita alcuna considerazione scientifica.

Figura 8: Sedna fotografato dal telescopio Hubble oltre i 13 miliardi di Km (NASA).

Spero, senza troppa convinzione, che questo sia sufficiente per mettere la parole fineall’accostamento dell’ipotesi Nibiru, ad altri racconti come la favola della fine del mon-do il 21 dicembre 2012 (anch’essa derivante dallo stravolgimento di scoperte e studivalidissimi sull’affascinante cultura della civiltà maya). Nel rispetto degli studiosi chededicano il loro tempo alla ricerca attenta e rigorosa del nostro misterioso passato,nel rispetto di tutte quelle persone che mantengono ancora - nonostante la quotidianadiseducazione socioculturale amplificata dai media mainstream - un briciolo di curiosi-tà verso la conoscenza e principalmente nel rispetto dovuto alla conoscenza stessa.

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analisi orbitale : velocità e tempo

Considerando la forte eccentricità orbitale calcolata è necessario analizzare la velocitàorbitale al perielio (punto di minima distanza dal Sole). La seconda legge di Kepleroci spiega che in un’orbita con forte eccentricità la velocità orbitale non è costante, maaumenta fortemente al perielio per poi diminuire molto all’afelio. Questo particolareè decisamente rilevante considerando i parametri orbitali di Nibiru. L’intervallo cheil pianeta trascorrerebbe in prossimità del Sole sarebbe una frazione molto piccoladel tempo complessivo di rivoluzione, rimanendo esposto per la maggior parte deltempo a una debole radiazione solare e a temperature estremamente basse (l’irraggia-mento solare all’afelio sarebbe di 0, 00627 W/m2, 218 mila volte inferiore rispetto allaTerra). Per rendersi bene conto della differenza di velocità orbitale tra il passaggio alperielio e il passaggio all’afelio, è possibile calcolarle con i dati di cui già disponiamo:

VP =

4π2 a3

T2

(

2P − 1

a

)

(10)

VP =

4π2 (35139351789, 358 Km)3

113607360000 s

(

2426353931, 469 Km

− 135139351789, 358 Km

)

VP = 24, 875 Km/s (11)

VA =

4π2 a3

T2

(

2A − 1

a

)

(12)

VA =

4π2 (35139351789, 358 Km)3

113607360000 s

(

269852349647, 246 Km

− 135139351789, 358 Km

)

VA = 0, 152 Km/s (13)

Annotare la velocità molto ridotta all’afelio. Nibiru orbiterebbe intorno al Sole a unavelocità media di circa 2 Km/s (15 volte inferiore alla velocità orbitale terrestre), con-siderando che la velocità massima al perielio è circa 12 volte maggiore, transiterebbenei pressi della fascia principale per un periodo di tempo relativamente ridotto. Perfare una verifica calcoleremo il tempo di percorrenza dell’arco orbitale compreso trail punto A e il punto B (Figura 9), ricavato dalla proiezione della fascia principale sul-l’orbita di Nibiru. Ignorando la precisione dell’analisi infinitesimale, non necessariain questa sede, sappiamo che l’angolo descritto è pari a circa 129, 23. Ne deriva cheil valore dell’anomalia vera nel punto B è pari a −64, 615. Possiamo quindi calcolarel’equivalente dell’anomalia eccentrica con la formulazione inversa della relazione (8):

tanEN

2=

1 − eN

1 + eNtan

ϑN

2⇒ EN = 2 arctan

(

1 − eN

1 + eNtan

ϑN

2

)

(14)

10

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Figura 9: Proiezione della fascia principale sull’orbita di Nibiru.

EN = 2 arctan

(

1 − 0, 98786676731 + 0, 9878667673

tan−64, 615

2

)

EN = −5, 6566150050 (15)

Per mezzo dell’anomalia eccentrica è possibile ricavare l’anomalia media e quindi iltempo che Nibiru impiegherebbe a percorrere il segmento d’orbita che va dal puntoP (perielio) al punto B (Figura 9), utilizzando semplicemente l’equazione di Keplero:

M = E − eN sin E = −0, 0987265563 rad − [0, 9878667673 · (−0, 0985662543)] (16)

M = −0, 0777062149 (17)

t(PB) =|M| · TN

360=

|M| · 3600 anni360

= 0, 0777062149 · 10 anni/ (18)

t(PB) = 0, 7770621493 anni [ ≈ 9 mesi 10 giorni ] (19)

Tenendo conto che il tempo di allontanamento è uguale al tempo di avvicinamento,il periodo di tempo che Nibiru impiegherebbe per scavalcare la fascia principale è dicirca un anno e mezzo, circa un duemilaquattrocentesimo del periodo di rivoluzione!Le caratteristiche orbitali sopra descritte renderebbero piuttosto difficile lo sviluppodella vita su questo pianeta, almeno per come la conosciamo e/o per il livello di svi-luppo che conosciamo. Tuttavia la grande distanza dal Sole non determina a prioril’assenza di qualsiasi fonte di energia, tanto meno l’impossibilità della vita stessa. Lostudio del prof. David J. Stevenson del Caltech, mostra come pianeti intersellari pos-sano mantenere una densa atmosfera che proteggerebbe la superficie dalle radiazionicosmiche e impedirebbe al pianeta di gelare, rendendolo un ambiente abitabile. [16]

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Risulta interessante valutare da dove potrebbe attingere energia un’ipotetica civiltàpresente sul pianeta. Un eccellente esempio ci viene fornito dal recentissimo studiocondotto da Tony Del Genio del NASA Goddard Institute for Space Studies e John M.

Barbara del Sigma Space Partners, Institute for Space Studies [17]. Lo studio documenta,tramite l’analisi delle numerose immagini di Saturno raccolte negli anni dalla sondaCassini, che l’energia da cui derivano le fortissime correnti ben visibili nell’atmosferadel pianeta (Figura 10), non proverrebbe dal Sole ma dall’interno! È la reazione a ca-tena scatenata dalla condensazione di acqua provocata dal riscaldamento interno delpianeta, che genera variazioni di temperatura nell’atmosfera da cui hanno origine leperturbazioni che muovono le correnti visibili. La sorpresa è stata quella di osservarela maggiore forza dei vortici che generano le correnti nella zona più interna dell’at-mosfera, dove la radiazione solare è più debole e di conseguenza la spiegazione piùlogica è di gran lunga quella del riscaldamento interno, malgrado la distanza dal Sole.

(a) Corrente a getto. (b) Tempesta.

Figura 10: Atmosfera di Saturno ripresa dalla sonda Cassini (NASA/JPL/Caltech).

Naturalmente questi nuovi dati non sono la dimostrazione dell’esistenza della vitasu Nibiru, ma serve a ricordarci che l’universo riserva sempre interessanti sorprese enon è consigliabile escludere a priori una possibilità per noi improbabile. Nonostantele differenze fisiche tra i giganti gassosi e i più modesti rocciosi, anche quest’ultimipossiedono a seconda dei casi un’energia interna più o meno consistente. Il nostropianeta per esempio possiede un’energia geotermica pari a 12600 YJ (12, 6× 1027 J)! [18]Il nostro consumo mondiale globale si aggira intorno ai 0, 00005 YJ all’anno, il chesignifica - se fossimo in grado di utilizzarla tutta (oggi saremmo in grado di estrarnesolamente 2 YJ) - un quantitativo sufficiente a mandare avanti il nostro pianeta per250 milioni di anni!! Un’ipotetica civiltà progredita potrebbe sfruttare questo aspetto.Non potendo conoscere il grado di sviluppo di un’eventuale forma di vita intelligentenon è possibile smentire alcunché, oppure chiudere la mente a possibilità non gradite.Un altro recente studio, condotto dal Prof. Radu Popa della Portland State University,dimostra come la vita microbica possa resistere anche nelle condizioni più estreme ecapace di sopravvivere nel sottosuolo di Marte o di un altro corpo planetario. [19]

12

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simulazione al computer : astrograv

Si tenga presente che per una maggiore efficacia degli esempi grafici, l’orbita di Nibi-ru è stata considerata complanare al piano dell’eclittica. In realtà, stando alle informa-zioni fornite da Sitchin, l’orbita avrebbe un’inclinazione di 150 [15]. Considerandoche l’inclinazione media della fascia principale è 9, 7 [20], la probabilità di un bom-bardamento asteroidale verrebbe ridotta di molto. Lo stesso vale per la fascia di Kuiper(Figura 16 - distante dalle 30 alle 50 UA dal Sole), che al contrario della nube di Oort(molto più esterna e pressoché sferica) è schiacciata sull’eclittica. Pertanto il proble-ma asteroidale potrebbe essere al limite marginale e non intensivo come mostrato inalcuni articoli, dove si arriva addirittura all’ipotesi della distruzione del corpo celeste.Non essendo nota la massa del pianeta, non è possibile avere un’idea anche appros-simata delle interazioni gravitazionali risultanti dall’avvicinamento al sistema solare.Tuttavia è possibile fare delle ipotesi escludendo masse piuttosto grandi (paragonabi-li a quella di Giove), le quali lascerebbero segni perturbativi rilevabili dell’eventualepassaggio. Sicuramente è possibile escludere l’ipotesi horror/fantasy della nana bruna,in quanto la sua massa (fino a 70 volte quella di Giove) causerebbe perturbazioni dientità tale da stravolgere completamente le orbite dei pianeti. Dato che si parla di uncorpo che dovrebbe essere già transitato nei pressi del nostro pianeta e considerandoche siamo ancora tutti interi (parliamo di ordini di grandezza che vanno ben al di làdi un semplice cataclisma diluviano), tale ipotesi è da escludere nel modo più assoluto.

(a) Urano. (b) Nettuno.

Figura 11: I giganti di ghiaccio ripresi dalla sonda Voyager 2 (NASA).

Si tenga presente che la nana bruna più fredda mai osservata (classe spettrale Y2) èWISEPA J182831.08+265037.8. Alla distanza di 36, 5+4,2

−3,3 anni luce dalla Terra, ha unatemperatura di 250-400 K (≈ −23-126C) e una massa 3-6 volte quella di Giove! [21]Il telescopio spaziale WISE sta scrutando il cielo dal 2009 alla ricerca di nane brune

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Page 15: IL CASO NIBIRU

e le più vicine mai osservate formano un sistema binario: WISE J104915.57-531906.1.Si trova a una distanza di 6, 58+0,53

−0,46 anni luce da noi, equivalenti a ∼ 4, 16126 × 105

unità astronomiche (∼ 14 mila volte l’orbita di Nettuno). La classe spettrale è L8 ± 1(nana rosso-bruna: 1300-2000 K) per la stella primaria, mentre la compagna è probabil-mente vicino al punto di transizione tra le classi L e T (nana bruna: 700-1300 K) [22].

(a) WISE J104915.57-531906.1.

SOLE

2 ANNI LUCE

4 ANNI LUCE

6 ANNI LUCE

N

UBE DI OORT

Proxima

Centauri

(1917)

Alpha

Centauri

(1839)

Stella

di Barnard

(1916)

WISE 1049-5319

(2013)

126,482 × 10³ UA

252,964 × 10³ UA

379,446 × 10³ UA

(b) Distanza dal Sitema Solare.

Figura 12: Il sistema binario WISE 1049-5319 (NASA/JPL/Gemini/AURA/NSF).

Aggiornamento: il nuovo record di nana bruna più fredda è di WISE J085510.83-071442.5.Già osservata nel marzo del 2013, si tratta più precisamente di una sub-nana bruna o nana

bruna di massa planetaria, in quanto non ha raggiunto il limite di ∼ 13 MX

necessarioperché possa innescarsi la fusione termonucleare del Deuterio. Distante 7, 53+0,27

−0,25 anni lucedalla Terra, ha una temperatura di 225-260 K (tra −48 e −13C) [23] e una massa stimata di∼ 3-10 M

X. Siffatti corpi celesti sono anche definiti free-floating planets (pianeti erranti).

Figura 13: Confronto tra il Sole, una sub-nana bruna e Giove.

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Page 16: IL CASO NIBIRU

Ma cosa possiamo dire in merito alle masse più piccole di quella di Giove? Nonostan-te siano necessari calcoli molto complessi e algoritmi sofisticati per poter calcolare leorbite dell’intero sistema solare a distanza di tempo, è possibile raggiungere un buongrado di approssimazione (sia per i tempi che per gli effetti gravitazionali sulle or-bite) con l’aiuto del calcolatore. Il software che accorre in nostro soccorso si chiama:Astrograv [24]. Inserendo i parametri orbitali di forma e l’inclinazione orbitale, nonresta che stabilire un valore ipotetico per la massa. Per rimanere in linea con le vociche circolano in rete, utilizzeremo un valore pari alla media delle masse di Urano eNettuno (Figura 11): 9, 46312 × 1025 Kg (massa alquanto importante). Immettiamo iparametri orbitali del nuovo corpo celeste nel modello del sistema solare comprensi-vo delle fasce asteroidali (nello specifico: fascia principale e fascia di Kuiper, tutti i corpicon massa > 1015 Kg), impostiamo la massa significativa a 0 e moto alla simulazione.

Fascia Principale: https://vimeo.com/guerrinocrielesi/nibiru-mainbelt

Fascia di Kuiper: https://vimeo.com/guerrinocrielesi/nibiru-kuiperbelt

Tabella 1: Filmati in alta definizione delle simulazioni con AstroGrav (Nibiru in rosso).

Contrariamente a quanto sbandierato su qualche blog, la simulazione al computernon evidenzia alcuna interazione ultra catastrofica o degna di nota né con i pianeti nécon gli asteroidi, nonostante sia stata considerata una massa sedici volte maggioredi quella terrestre. I dati ad alta precisione relativi agli asteroidi sono stati importatidall’archivio JPL Numbered Asteroids, per un totale di ∼ 8000 per la fascia principale;e anche dall’archivio JPL Unnumbered Asteroids per la fascia di Kuiper con un totaledi ∼ 1500 asteroidi. Evidentemente effettuare una simulazione con masse inferiori a1015 Kg avrebbe richiesto l’inclusione di centinaia di migliaia di corpi, nettamente aldi là delle possibilità di AstroGrav. Il numero degli asteroidi che ancora non sono statiindividuati potrebbe essere enorme, per questo motivo una simulazione siffatta ha ilsolo scopo di escludere scenari catastrofici sulla stabilità orbitale e non, naturalmente,eventuali scenari minori da impatto asteroidale, i quali sarebbero imprevedibili conprecisione basandoci sulle nostre attuali conoscenze sull’entità complessiva di questipiccoli corpi celesti. Simulazioni con così tanti corpi richiedono una notevole potenzadi calcolo, le simulazioni inerenti questo articolo sono state eseguite su una macchinacon 12 threads alla frequenza di 4, 8 GHz e un quantitativo di memoria fisica (RAM)pari a 32 GB (gli algoritmi più accurati di AstroGrav richiedono un hardware potente).Tolti di mezzo quindi gli scenari estremi, è sicuramente più interessante analizzarecosa accadrebbe un po’ più nel dettaglio. Si potrebbe obiettare che una massa simile,con un’orbita così eccentrica e vicina all’eclittica, non potrebbe circolare indisturbatae senza disturbare all’interno del sistema solare. Pertanto andremo a confrontare duesimulazioni, la prima riguardante la normale evoluzione del sistema solare senza lapresenza perturbatrice di Nibiru e la seconda inerente l’evoluzione del sistema solarecon l’aggiunta di Nibiru, partendo dalla stessa data (1 gennaio 2012). Questo serviràa individuare anche le più piccole differenze in merito a tre paramenti fondamentali:inclinazione, eccentricità e semiasse maggiore delle rispettive orbite planetarie esaminate.

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Mercurio Venere Terra Marte Giove Saturno Urano Nettuno

0,000000000014% 0,000000000029% 0,000000047133% 0,000000000108% 0,000000001074% 0,000000000000% 0,000000011007% 0,000000029235%

0,000000000100% 0,000000000147% 0,000000093503% 0,000000000270% 0,000000002224% 0,000000000161% 0,000000022660% 0,000000059026%

0,000000000171% 0,000000000206% 0,000000046411% 0,000000000595% 0,000000003375% 0,000000000523% 0,000000034571% 0,000000088870%

0,000000000029% 0,000000000118% 0,000000046252% 0,000000000811% 0,000000004448% 0,000000001045% 0,000000047128% 0,000000119330%

0,000000000214% 0,000000000177% 0,000000138102% 0,000000000865% 0,000000005292% 0,000000001728% 0,000000059814% 0,000000149325%

0,000000000243% 0,000000000471% 0,000000138115% 0,000000000757% 0,000000006136% 0,000000002573% 0,000000072889% 0,000000179366%

0,000000000414% 0,000000000412% 0,000000138136% 0,000000000811% 0,000000006673% 0,000000003537% 0,000000085702% 0,000000208512%

0,000000000500% 0,000000000383% 0,000000182929% 0,000000001028% 0,000000007056% 0,000000004663% 0,000000099288% 0,000000238669%

0,000000000628% 0,000000000324% 0,000000228463% 0,000000001244% 0,000000007056% 0,000000005909% 0,000000113268% 0,000000268803%

0,000000000757% 0,000000000530% 0,000000273432% 0,000000001244% 0,000000006826% 0,000000007275% 0,000000127766% 0,000000299610%

0,000000000742% 0,000000000412% 0,000000319624% 0,000000001190% 0,000000006443% 0,000000008763% 0,000000142257% 0,000000329862%

0,000000000828% 0,000000000501% 0,000000318889% 0,000000001190% 0,000000005599% 0,000000010330% 0,000000157010% 0,000000360204%

0,000000000714% 0,000000000589% 0,000000348791% 0,000000001298% 0,000000004755% 0,000000011898% 0,000000171639% 0,000000389522%

0,000000000757% 0,000000000678% 0,000000434020% 0,000000001623% 0,000000003452% 0,000000013626% 0,000000187040% 0,000000419875%

0,000000000785% 0,000000000648% 0,000000390879% 0,000000001839% 0,000000001994% 0,000000015354% 0,000000202827% 0,000000450230%

0,000000000942% 0,000000000648% 0,000000432809% 0,000000001948% 0,000000000307% 0,000000017203% 0,000000219009% 0,000000481118%

0,000000000757% 0,000000000678% 0,000000430121% 0,000000001894% 0,000000001457% 0,000000019012% 0,000000235200% 0,000000511547%

0,000000000857% 0,000000000678% 0,000000472082% 0,000000001894% 0,000000003298% 0,000000020861% 0,000000251513% 0,000000541997%

0,000000000800% 0,000000000589% 0,000000467185% 0,000000002164% 0,000000005216% 0,000000022670% 0,000000267821% 0,000000571437%

0,000000000871% 0,000000000589% 0,000000507258% 0,000000002380% 0,000000007133% 0,000000024479% 0,000000284529% 0,000000601817%

0,000000000985% 0,000000000619% 0,000000549916% 0,000000002489% 0,000000009128% 0,000000026288% 0,000000301766% 0,000000632207%

0,000000000985% 0,000000000412% 0,000000522278% 0,000000002380% 0,000000010968% 0,000000028097% 0,000000319383% 0,000000663120%

0,000000000885% 0,000000000383% 0,000000551019% 0,000000002272% 0,000000012656% 0,000000029786% 0,000000336872% 0,000000693564%

0,000000001071% 0,000000000471% 0,000000590074% 0,000000002380% 0,000000014343% 0,000000031434% 0,000000354638% 0,000000723933%

0,000000001256% 0,000000000560% 0,000000625975% 0,000000002651% 0,000000015647% 0,000000033002% 0,000000372277% 0,000000753824%

0,000000001156% 0,000000000471% 0,000000656055% 0,000000002921% 0,000000016798% 0,000000034491% 0,000000390416% 0,000000784149%

0,000000001242% 0,000000000442% 0,000000578095% 0,000000003084% 0,000000017795% 0,000000035819% 0,000000408826% 0,000000814456%

0,000000001214% 0,000000000648% 0,000000648996% 0,000000003084% 0,000000018408% 0,000000037146% 0,000000427403% 0,000000845183%

0,000000001342% 0,000000000678% 0,000000683066% 0,000000002976% 0,000000018792% 0,000000038273% 0,000000446095% 0,000000875440%

0,000000001342% 0,000000000442% 0,000000607243% 0,000000003192% 0,000000018945% 0,000000039279% 0,000000464895% 0,000000905658%

0,000000001385% 0,000000000560% 0,000000675026% 0,000000003408% 0,000000018792% 0,000000040084% 0,000000483207% 0,000000934834%

0,000000001314% 0,000000000678% 0,000000636439% 0,000000003571% 0,000000018332% 0,000000040729% 0,000000502189% 0,000000964929%

0,000000001328% 0,000000000589% 0,000000671081% 0,000000003463% 0,000000017795% 0,000000041254% 0,000000521402% 0,000000994974%

0,000000001356% 0,000000000648% 0,000000706962% 0,000000003408% 0,000000016875% 0,000000041657% 0,000000541008% 0,000001025508%

0,000000001456% 0,000000000678% 0,000000736055% 0,000000003463% 0,000000015877% 0,000000041819% 0,000000560276% 0,000001055475%

0,000000001385% 0,000000000736% 0,000000735715% 0,000000003733% 0,000000014803% 0,000000041780% 0,000000579793% 0,000001085377%

0,000000001613% 0,000000000530% 0,000000767464% 0,000000004004% 0,000000013576% 0,000000041621% 0,000000598746% 0,000001114218%

0,000000001571% 0,000000000648% 0,000000797085% 0,000000004220% 0,000000012273% 0,000000041180% 0,000000618379% 0,000001143983%

0,000000001799% 0,000000000795% 0,000000795989% 0,000000004220% 0,000000010968% 0,000000040578% 0,000000637925% 0,000001173736%

0,000000001785% 0,000000000795% 0,000000828409% 0,000000004112% 0,000000009588% 0,000000039735% 0,000000658093% 0,000001203778%

0,000000001899% 0,000000000766% 0,000000831428% 0,000000004220% 0,000000008361% 0,000000038690% 0,000000677855% 0,000001233358%

0,000000001985% 0,000000000766% 0,000000828041% 0,000000004437% 0,000000007287% 0,000000037444% 0,000000697783% 0,000001262886%

0,000000002013% 0,000000000943% 0,000000862665% 0,000000004599% 0,000000006366% 0,000000036037% 0,000000716939% 0,000001291325%

0,000000001956% 0,000000000972% 0,000000926914% 0,000000004654% 0,000000005600% 0,000000034349% 0,000000736838% 0,000001320628%

0,000000002056% 0,000000001002% 0,000000925824% 0,000000004599% 0,000000005063% 0,000000032459% 0,000000756862% 0,000001349859%

0,000000002027% 0,000000001061% 0,000000957777% 0,000000004491% 0,000000004756% 0,000000030287% 0,000000776941% 0,000001379489%

0,000000002070% 0,000000001090% 0,000000987888% 0,000000004708% 0,000000004679% 0,000000027994% 0,000000796887% 0,000001408583%

0,000000001956% 0,000000000913% 0,000000987687% 0,000000005032% 0,000000004909% 0,000000025500% 0,000000816777% 0,000001437598%

0,000000001870% 0,000000000884% 0,000001019762% 0,000000005249% 0,000000005523% 0,000000022805% 0,000000836401% 0,000001466088%

0,000000001785% 0,000000000825% 0,000001081810% 0,000000005303% 0,000000006290% 0,000000019869% 0,000000856331% 0,000001494856%

0,000000001942% 0,000000000884% 0,000001108702% 0,000000005303% 0,000000007364% 0,000000016772% 0,000000875989% 0,000001523553%

0,000000001713% 0,000000000766% 0,000001100685% 0,000000005303% 0,000000008592% 0,000000013394% 0,000000896103% 0,000001552659%

0,000000001728% 0,000000000707% 0,000001130470% 0,000000005520% 0,000000010049% 0,000000009894% 0,000000915728% 0,000001581297%

0,000000001642% 0,000000000854% 0,000001129153% 0,000000005736% 0,000000011737% 0,000000006274% 0,000000935531% 0,000001609739%

0,000000001628% 0,000000000736% 0,000001157105% 0,000000005790% 0,000000013424% 0,000000002534% 0,000000954335% 0,000001637132%

0,000000001713% 0,000000000795% 0,000001149352% 0,000000005628% 0,000000015189% 0,000000001408% 0,000000973857% 0,000001665394%

0,000000001756% 0,000000000913% 0,000001180849% 0,000000005628% 0,000000016953% 0,000000005510% 0,000000993208% 0,000001693570%

0,000000001671% 0,000000000972% 0,000001167671% 0,000000005790% 0,000000018794% 0,000000009814% 0,000001012830% 0,000001722084%

0,000000001685% 0,000000000972% 0,000001192128% 0,000000006115% 0,000000020405% 0,000000014118% 0,000001031948% 0,000001750079%

0,000000001671% 0,000000001031% 0,000001188897% 0,000000006386% 0,000000022016% 0,000000018542% 0,000001051052% 0,000001778016%

Tabella 2: Differenza percentuale dell’Inclinazione Orbitale ogni 60 giorni.

16

Page 18: IL CASO NIBIRU

Mercurio Venere Terra Marte Giove Saturno Urano Nettuno

0,000000000069% 0,000000015434% 0,000000006581% 0,000000002422% 0,000000029983% 0,000000061287% 0,000000002301% 0,000000126643%

0,000000000176% 0,000000004397% 0,000000009909% 0,000000004116% 0,000000059504% 0,000000124268% 0,000000009340% 0,000000422678%

0,000000000612% 0,000000006414% 0,000000010716% 0,000000004160% 0,000000087399% 0,000000188071% 0,000000020792% 0,000000866898%

0,000000000329% 0,000000009525% 0,000000002006% 0,000000004611% 0,000000113490% 0,000000253432% 0,000000036467% 0,000001560633%

0,000000000510% 0,000000018873% 0,000000004579% 0,000000003877% 0,000000136687% 0,000000318428% 0,000000057445% 0,000002508893%

0,000000001089% 0,000000025982% 0,000000012823% 0,000000000898% 0,000000156941% 0,000000383938% 0,000000084275% 0,000003620971%

0,000000000282% 0,000000037369% 0,000000006893% 0,000000001244% 0,000000173971% 0,000000447888% 0,000000114670% 0,000004839349%

0,000000000645% 0,000000045952% 0,000000001777% 0,000000001438% 0,000000189149% 0,000000514234% 0,000000150960% 0,000006338009%

0,000000000330% 0,000000027374% 0,000000002095% 0,000000000806% 0,000000202181% 0,000000580930% 0,000000193483% 0,000008037901%

0,000000000611% 0,000000042529% 0,000000007443% 0,000000000539% 0,000000213615% 0,000000649102% 0,000000241730% 0,000009809295%

0,000000000626% 0,000000062772% 0,000000013681% 0,000000002530% 0,000000223863% 0,000000716099% 0,000000292941% 0,000011808074%

0,000000000075% 0,000000051611% 0,000000014713% 0,000000005389% 0,000000233574% 0,000000782759% 0,000000350880% 0,000014269958%

0,000000000404% 0,000000047987% 0,000000005304% 0,000000008052% 0,000000242780% 0,000000847401% 0,000000414167% 0,000016727347%

0,000000000212% 0,000000039750% 0,000000000178% 0,000000008309% 0,000000252621% 0,000000914386% 0,000000484074% 0,000019002137%

0,000000000646% 0,000000046886% 0,000000003241% 0,000000006701% 0,000000263136% 0,000000980539% 0,000000557273% 0,000021436792%

0,000000001003% 0,000000042304% 0,000000000039% 0,000000007040% 0,000000274714% 0,000001046690% 0,000000637272% 0,000024359634%

0,000000001330% 0,000000044556% 0,000000007762% 0,000000004836% 0,000000286854% 0,000001111297% 0,000000722547% 0,000027237218%

0,000000001449% 0,000000055671% 0,000000007020% 0,000000002509% 0,000000299526% 0,000001174849% 0,000000811984% 0,000030042945%

0,000000001801% 0,000000078093% 0,000000004977% 0,000000002415% 0,000000312141% 0,000001234725% 0,000000903191% 0,000033141172%

0,000000001877% 0,000000072241% 0,000000011217% 0,000000004003% 0,000000325099% 0,000001295527% 0,000001004793% 0,000036412040%

0,000000001637% 0,000000072248% 0,000000013126% 0,000000004958% 0,000000337327% 0,000001355395% 0,000001111637% 0,000038967241%

0,000000000969% 0,000000102766% 0,000000004292% 0,000000006625% 0,000000348338% 0,000001413431% 0,000001221061% 0,000041397681%

0,000000001549% 0,000000094202% 0,000000000060% 0,000000009922% 0,000000357366% 0,000001467408% 0,000001332514% 0,000044530335%

0,000000001299% 0,000000105946% 0,000000004487% 0,000000012727% 0,000000364181% 0,000001519747% 0,000001452672% 0,000047701982%

0,000000000093% 0,000000078027% 0,000000001493% 0,000000013631% 0,000000367907% 0,000001569428% 0,000001576703% 0,000049843229%

0,000000001067% 0,000000102430% 0,000000006592% 0,000000013015% 0,000000368002% 0,000001616450% 0,000001703809% 0,000051450650%

0,000000000122% 0,000000083621% 0,000000003823% 0,000000014098% 0,000000364454% 0,000001659885% 0,000001835298% 0,000052995527%

0,000000000232% 0,000000091250% 0,000000004756% 0,000000013187% 0,000000356589% 0,000001701315% 0,000001975228% 0,000053497190%

0,000000000520% 0,000000086995% 0,000000012356% 0,000000010212% 0,000000344456% 0,000001737749% 0,000002113745% 0,000052932830%

0,000000001362% 0,000000110938% 0,000000019741% 0,000000009437% 0,000000328265% 0,000001769039% 0,000002253733% 0,000052826765%

0,000000001435% 0,000000101238% 0,000000012287% 0,000000009184% 0,000000309170% 0,000001796552% 0,000002398240% 0,000052214798%

0,000000002320% 0,000000103924% 0,000000009230% 0,000000010513% 0,000000286061% 0,000001822207% 0,000002554108% 0,000048692316%

0,000000002480% 0,000000110252% 0,000000010478% 0,000000011441% 0,000000259531% 0,000001842466% 0,000002707747% 0,000043346402%

0,000000002787% 0,000000104297% 0,000000016622% 0,000000014025% 0,000000229987% 0,000001856718% 0,000002863376% 0,000038643550%

0,000000002438% 0,000000085968% 0,000000019597% 0,000000016985% 0,000000199439% 0,000001866371% 0,000003023448% 0,000033801868%

0,000000002639% 0,000000081714% 0,000000026690% 0,000000017866% 0,000000167925% 0,000001871795% 0,000003187194% 0,000027285428%

0,000000002883% 0,000000100857% 0,000000019547% 0,000000017645% 0,000000137099% 0,000001871655% 0,000003345168% 0,000020835554%

0,000000003214% 0,000000078381% 0,000000016858% 0,000000017548% 0,000000105877% 0,000001866479% 0,000003512341% 0,000014593782%

0,000000002531% 0,000000075985% 0,000000014822% 0,000000015941% 0,000000075865% 0,000001857468% 0,000003684747% 0,000007378442%

0,000000002183% 0,000000084410% 0,000000022989% 0,000000012963% 0,000000046775% 0,000001842501% 0,000003855666% 0,000000463451%

0,000000002295% 0,000000096941% 0,000000030273% 0,000000011358% 0,000000020063% 0,000001820153% 0,000004017973% 0,000004083232%

0,000000003432% 0,000000078096% 0,000000031438% 0,000000011277% 0,000000003938% 0,000001792793% 0,000004185525% 0,000007847767%

0,000000003611% 0,000000084151% 0,000000024017% 0,000000011995% 0,000000024185% 0,000001764060% 0,000004354800% 0,000012179157%

0,000000004623% 0,000000093599% 0,000000016352% 0,000000013763% 0,000000042796% 0,000001729896% 0,000004525167% 0,000016045827%

0,000000003728% 0,000000110802% 0,000000018730% 0,000000015538% 0,000000059408% 0,000001689100% 0,000004687245% 0,000018406811%

0,000000004239% 0,000000101734% 0,000000024304% 0,000000019065% 0,000000073922% 0,000001643458% 0,000004852571% 0,000020330738%

0,000000004139% 0,000000091661% 0,000000027663% 0,000000020685% 0,000000086403% 0,000001595343% 0,000005012682% 0,000021905725%

0,000000004683% 0,000000118489% 0,000000028925% 0,000000020710% 0,000000098141% 0,000001541902% 0,000005161852% 0,000022552163%

0,000000003466% 0,000000131830% 0,000000022520% 0,000000020369% 0,000000108918% 0,000001485528% 0,000005307372% 0,000022873469%

0,000000003221% 0,000000114168% 0,000000015780% 0,000000019966% 0,000000119205% 0,000001427872% 0,000005460804% 0,000023495689%

0,000000002692% 0,000000108262% 0,000000016140% 0,000000018559% 0,000000129869% 0,000001368261% 0,000005601369% 0,000023688068%

0,000000001780% 0,000000133563% 0,000000021880% 0,000000015301% 0,000000142097% 0,000001302460% 0,000005720184% 0,000022989984%

0,000000001443% 0,000000116051% 0,000000028434% 0,000000015150% 0,000000155044% 0,000001234478% 0,000005832271% 0,000022115896%

0,000000001516% 0,000000111885% 0,000000035092% 0,000000016194% 0,000000168504% 0,000001166616% 0,000005948320% 0,000021496233%

0,000000003010% 0,000000121741% 0,000000022242% 0,000000016640% 0,000000182049% 0,000001099863% 0,000006046346% 0,000020681493%

0,000000003928% 0,000000134515% 0,000000018330% 0,000000018439% 0,000000196675% 0,000001028415% 0,000006131347% 0,000019526552%

0,000000004386% 0,000000129999% 0,000000013711% 0,000000021663% 0,000000211038% 0,000000956314% 0,000006215667% 0,000018454433%

0,000000004904% 0,000000120466% 0,000000021836% 0,000000023672% 0,000000224595% 0,000000882941% 0,000006285888% 0,000017271741%

0,000000005609% 0,000000134884% 0,000000029774% 0,000000023588% 0,000000236520% 0,000000807973% 0,000006325382% 0,000015628273%

0,000000005489% 0,000000140906% 0,000000029241% 0,000000022984% 0,000000246214% 0,000000730406% 0,000006361789% 0,000013817609%

Tabella 3: Differenza percentuale dell’Eccentricità Orbitale ogni 60 giorni.

17

Page 19: IL CASO NIBIRU

Mercurio Venere Terra Marte Giove Saturno Urano Nettuno

0,000000000145% 0,000000000003% 0,000000000128% 0,000000000177% 0,000000001900% 0,000000003227% 0,000000002898% 0,000000024365%

0,000000000051% 0,000000000207% 0,000000000145% 0,000000000295% 0,000000003792% 0,000000006717% 0,000000006184% 0,000000048894%

0,000000000002% 0,000000000224% 0,000000000016% 0,000000000203% 0,000000005586% 0,000000010406% 0,000000009816% 0,000000073212%

0,000000000511% 0,000000000131% 0,000000000202% 0,000000000087% 0,000000007239% 0,000000014336% 0,000000013862% 0,000000097680%

0,000000000472% 0,000000000222% 0,000000000057% 0,000000000090% 0,000000008649% 0,000000018379% 0,000000018187% 0,000000121522%

0,000000000546% 0,000000000667% 0,000000000073% 0,000000000228% 0,000000009782% 0,000000022555% 0,000000022843% 0,000000145117%

0,000000000036% 0,000000000586% 0,000000000017% 0,000000000476% 0,000000010591% 0,000000026713% 0,000000027659% 0,000000167712%

0,000000000083% 0,000000000453% 0,000000000144% 0,000000000372% 0,000000011102% 0,000000031111% 0,000000032952% 0,000000190811%

0,000000000361% 0,000000000355% 0,000000000095% 0,000000000153% 0,000000011263% 0,000000035594% 0,000000038573% 0,000000213693%

0,000000000759% 0,000000000725% 0,000000000082% 0,000000000106% 0,000000011070% 0,000000040217% 0,000000044613% 0,000000236716%

0,000000001044% 0,000000000473% 0,000000000016% 0,000000000305% 0,000000010536% 0,000000044809% 0,000000050883% 0,000000259108%

0,000000001049% 0,000000000644% 0,000000000076% 0,000000000616% 0,000000009683% 0,000000049422% 0,000000057457% 0,000000281217%

0,000000000724% 0,000000000785% 0,000000000036% 0,000000000881% 0,000000008583% 0,000000053891% 0,000000064088% 0,000000302406%

0,000000000821% 0,000000000973% 0,000000000005% 0,000000000810% 0,000000007195% 0,000000058485% 0,000000071242% 0,000000324098%

0,000000000854% 0,000000000866% 0,000000000141% 0,000000000508% 0,000000005598% 0,000000063039% 0,000000078713% 0,000000345535%

0,000000001091% 0,000000000871% 0,000000000197% 0,000000000388% 0,000000003805% 0,000000067606% 0,000000086595% 0,000000367040%

0,000000000910% 0,000000000881% 0,000000000371% 0,000000000593% 0,000000001934% 0,000000072028% 0,000000094646% 0,000000387993%

0,000000000870% 0,000000000847% 0,000000000338% 0,000000000856% 0,000000000010% 0,000000076345% 0,000000102969% 0,000000408692%

0,000000000660% 0,000000000615% 0,000000000017% 0,000000000789% 0,000000001848% 0,000000080409% 0,000000111287% 0,000000428441%

0,000000000937% 0,000000000601% 0,000000000228% 0,000000000473% 0,000000003717% 0,000000084475% 0,000000120130% 0,000000448631%

0,000000000839% 0,000000000603% 0,000000000149% 0,000000000314% 0,000000005478% 0,000000088390% 0,000000129252% 0,000000468649%

0,000000001117% 0,000000000271% 0,000000000242% 0,000000000482% 0,000000007106% 0,000000092181% 0,000000138807% 0,000000488695%

0,000000001206% 0,000000000192% 0,000000000173% 0,000000000875% 0,000000008509% 0,000000095726% 0,000000148472% 0,000000508098%

0,000000001862% 0,000000000328% 0,000000000130% 0,000000001162% 0,000000009676% 0,000000099067% 0,000000158352% 0,000000527278%

0,000000001923% 0,000000000459% 0,000000000161% 0,000000001150% 0,000000010564% 0,000000102139% 0,000000168311% 0,000000545958%

0,000000001828% 0,000000000227% 0,000000000150% 0,000000000879% 0,000000011175% 0,000000105030% 0,000000178689% 0,000000564652%

0,000000001754% 0,000000000228% 0,000000000100% 0,000000000666% 0,000000011485% 0,000000107669% 0,000000189304% 0,000000583073%

0,000000001682% 0,000000000514% 0,000000000233% 0,000000000820% 0,000000011474% 0,000000110086% 0,000000200315% 0,000000601569%

0,000000001980% 0,000000000601% 0,000000000142% 0,000000001199% 0,000000011154% 0,000000112191% 0,000000211413% 0,000000619482%

0,000000001960% 0,000000000196% 0,000000000001% 0,000000001204% 0,000000010534% 0,000000114007% 0,000000222724% 0,000000637036%

0,000000001807% 0,000000000336% 0,000000000135% 0,000000001133% 0,000000009660% 0,000000115502% 0,000000233822% 0,000000653796%

0,000000001543% 0,000000000576% 0,000000000160% 0,000000000971% 0,000000008502% 0,000000116752% 0,000000245498% 0,000000670934%

0,000000001475% 0,000000000410% 0,000000000163% 0,000000001056% 0,000000007108% 0,000000117693% 0,000000257432% 0,000000687764%

0,000000001736% 0,000000000449% 0,000000000202% 0,000000001345% 0,000000005492% 0,000000118333% 0,000000269768% 0,000000704483%

0,000000002146% 0,000000000471% 0,000000000099% 0,000000001640% 0,000000003750% 0,000000118653% 0,000000282083% 0,000000720652%

0,000000001860% 0,000000000499% 0,000000000127% 0,000000001633% 0,000000001899% 0,000000118654% 0,000000294570% 0,000000736555%

0,000000002138% 0,000000000235% 0,000000000132% 0,000000001453% 0,000000000056% 0,000000118354% 0,000000306849% 0,000000751619%

0,000000002123% 0,000000000346% 0,000000000193% 0,000000001192% 0,000000001859% 0,000000117736% 0,000000319687% 0,000000766860%

0,000000002646% 0,000000000575% 0,000000000350% 0,000000001256% 0,000000003728% 0,000000116805% 0,000000332695% 0,000000781869%

0,000000002831% 0,000000000559% 0,000000000125% 0,000000001603% 0,000000005528% 0,000000115537% 0,000000346145% 0,000000796785%

0,000000003194% 0,000000000467% 0,000000000160% 0,000000001760% 0,000000007146% 0,000000113972% 0,000000359563% 0,000000811003%

0,000000003272% 0,000000000473% 0,000000000288% 0,000000001737% 0,000000008569% 0,000000112112% 0,000000373077% 0,000000824844%

0,000000003378% 0,000000000777% 0,000000000188% 0,000000001538% 0,000000009721% 0,000000110038% 0,000000386264% 0,000000838034%

0,000000003141% 0,000000000758% 0,000000000088% 0,000000001529% 0,000000010648% 0,000000107608% 0,000000400070% 0,000000851342%

0,000000003614% 0,000000000782% 0,000000000101% 0,000000001814% 0,000000011272% 0,000000104890% 0,000000414045% 0,000000864191%

0,000000003351% 0,000000000898% 0,000000000160% 0,000000002229% 0,000000011576% 0,000000101865% 0,000000428355% 0,000000876880%

0,000000003457% 0,000000001014% 0,000000000032% 0,000000002310% 0,000000011543% 0,000000098632% 0,000000442581% 0,000000889043%

0,000000003214% 0,000000000701% 0,000000000034% 0,000000002156% 0,000000011172% 0,000000095156% 0,000000456941% 0,000000900724%

0,000000003234% 0,000000000579% 0,000000000125% 0,000000001872% 0,000000010489% 0,000000091514% 0,000000471135% 0,000000911790%

0,000000003143% 0,000000000442% 0,000000000292% 0,000000001752% 0,000000009495% 0,000000087608% 0,000000485612% 0,000000922789%

0,000000003270% 0,000000000590% 0,000000000243% 0,000000001931% 0,000000008220% 0,000000083500% 0,000000500248% 0,000000933427%

0,000000002868% 0,000000000298% 0,000000000307% 0,000000002358% 0,000000006683% 0,000000079133% 0,000000515272% 0,000000943646%

0,000000003105% 0,000000000238% 0,000000000227% 0,000000002265% 0,000000004978% 0,000000074672% 0,000000530092% 0,000000953209%

0,000000002981% 0,000000000403% 0,000000000146% 0,000000001992% 0,000000003136% 0,000000070072% 0,000000544918% 0,000000962455%

0,000000002932% 0,000000000202% 0,000000000353% 0,000000001922% 0,000000001290% 0,000000065504% 0,000000559348% 0,000000970993%

0,000000003113% 0,000000000312% 0,000000000084% 0,000000002162% 0,000000000624% 0,000000060686% 0,000000574310% 0,000000979300%

0,000000003265% 0,000000000421% 0,000000000020% 0,000000002472% 0,000000002489% 0,000000055786% 0,000000589272% 0,000000987228%

0,000000003140% 0,000000000536% 0,000000000108% 0,000000002602% 0,000000004256% 0,000000050742% 0,000000604530% 0,000000994866%

0,000000003049% 0,000000000467% 0,000000000034% 0,000000002495% 0,000000005804% 0,000000045744% 0,000000619642% 0,000001001781%

0,000000003057% 0,000000000557% 0,000000000041% 0,000000002172% 0,000000007108% 0,000000040755% 0,000000634679% 0,000001008149%

Tabella 4: Differenza percentuale del Semiasse Maggiore ogni 60 giorni.

18

Page 20: IL CASO NIBIRU

Nella Tabella 2 è possibile verificare la differenza dell’inclinazione con una mediagenerale dello 0, 0000001% e un picco massimo per Nettuno intorno allo 0, 000002%(equivalente a una variazione dell’inclinazione di 3, 16× 10−8 gradi). In merito all’ec-centricità orbitale, la media è di circa lo 0, 0000009% e la variazione massima riguardasempre l’orbita di Nettuno, pari allo 0, 00002% (una differenza in valore assoluto paria 2, 61× 10−9). Le variazioni del semiasse maggiore sono relativamente minime, la Ta-bella 4 mostra una media dello 0, 00000003%, con un picco (Nettuno) dello 0, 000001%(variazione di 3, 05× 10−7 UA, pari a ∼ 46 Km su un valore di ∼ 4, 5 miliardi di Km).

Pianeta Semiasse Maggiore Eccentricità Inclinazione ()

Mercurio 1, 399 × 10−11 UA 0, 002 Km 1, 153 × 10−11 1, 450 × 10−10

Venere 7, 333 × 10−12 UA 0, 001 Km 9, 550 × 10−12 3, 700 × 10−11

Terra 3, 710 × 10−12 UA 0, 001 Km 5, 900 × 10−12 3, 800 × 10−11

Marte 3, 965 × 10−11 UA 0, 006 Km 2, 210 × 10−11 1, 180 × 10−10

Giove 6, 022 × 10−10 UA 0, 090 Km 1, 796 × 10−10 2, 870 × 10−10

Saturno 1, 136 × 10−8 UA 1, 700 Km 9, 575 × 10−10 1, 040 × 10−9

Urano 1, 222 × 10−7 UA 18, 278 Km 2, 802 × 10−9 8, 099 × 10−9

Nettuno 3, 055 × 10−7 UA 45, 698 Km 3, 651 × 10−9 3, 156 × 10−8

Tabella 5: Differenze massime nei parametri orbitali tra le simulazioni (2012-2021).

Prima di cominciare con un confronto diretto è bene tenere in considerazione cheanche le effemeridi tra le più accurate di cui disponiamo (INPOP10e e DE424), sonosoggette a una certa incertezza. L’incertezza “reale” è data dai cosiddetti errori residui,cioè le differenze tra i valori teorizzati e quelli osservati. Per poter calcolare con preci-sione tale incertezza però occorrono osservazioni continue e molto accurate, che nonsono sempre possibili. In tal caso potremo basarci su un’incertezza interna, calcolatadalle differenze fra le effemeridi ad alta precisione di cui disponiamo. Un esempio ditali differenze nell’intervallo temporale compreso tra il 1980 e il 2020 (Tabella 6) [25]:

Pianeta Ascensione Retta () Declinazione () Distanza (m)

Mercurio 4, 38889 × 10−7 4, 72222 × 10−7 0, 65 × 103

Venere 2, 36111 × 10−7 1, 16667 × 10−7 0, 045 × 103

Marte 5, 83333 × 10−7 1, 72222 × 10−7 0, 47 × 103

Giove 2, 25000 × 10−7 2, 05556 × 10−7 1, 11 × 103

Saturno 2, 27778 × 10−7 1, 47222 × 10−7 1, 82 × 103

Urano 2, 72500 × 10−5 1, 08056 × 10−5 3, 5973 × 105

Nettuno 1, 41667 × 10−5 2, 53611 × 10−5 2, 0548 × 106

Tabella 6: Differenze massime negli osservabili tra INPOP10e e DE423 (1980-2020).

19

Page 21: IL CASO NIBIRU

Nel caso di Nettuno, abbiamo una differenza tra i due elaborati di 51 mas (millisecon-di d’arco) per l’ascensione retta e 91, 3 mas per la declinazione. Il che alla distanza diNettuno, trascurando l’incertezza su tale valore che aumenterebbe l’incertezza finale,significa un gap di ∼ 1112 Km per l’ascensione retta e ∼ 1991 Km per la declinazione.È chiaro che con tali incertezze sulla posizione di Nettuno è assolutamente impossi-bile calcolare un valore d’incertezza per il semiasse maggiore inferiore a 46 Km. Oraperò esamineremo l’orbita di Saturno, che conosciamo con maggiore accuratezza. Ledifferenze infatti sono molto più piccole, pari a 0, 82 mas per l’ascensione retta e 0, 53mas per la declinazione. Queste differenze alla distanza di Saturno corrispondono a∼ 5, 672 Km e ∼ 3, 666 Km rispettivamente. Inoltre abbiamo una differenza massimanel valore della distanza pari a 1, 82 Km. Per avere un’idea più precisa calcoleremo glielementi orbitali sia con i dati del JPL (DE424-423) che con i dati IMCCE (INPOP10e-10b). I dati sono elaborati con gli strumenti dello SPICE NAIF Team della NASA [26].

2012-2021 Differenze nei Parametri Orbitali di Saturno (DE424 - INPOP10e)

Parametro a (m) e I () ω () Ω () ϑ ()

∆ Massimo 1, 144 × 103 3, 933 × 10−10 9, 730 × 10−9 2, 144 × 10−6 2, 173 × 10−6 5, 013 × 10−7

∆ Minimo 6, 740 × 102 1, 068 × 10−10 7, 356 × 10−9 1, 701 × 10−6 2, 139 × 10−6 1, 845 × 10−7

2012-2021 Differenze nei Parametri Orbitali di Saturno (DE423 - INPOP10e)

Parametro a (m) e I () ω () Ω () ϑ ()

∆ Massimo 1, 138 × 103 2, 870 × 10−10 7, 154 × 10−8 1, 933 × 10−6 1, 930 × 10−6 5, 536 × 10−7

∆ Minimo 7, 939 × 102 9, 220 × 10−11 6, 910 × 10−8 1, 435 × 10−6 1, 882 × 10−6 1, 966 × 10−7

2012-2021 Differenze nei Parametri Orbitali di Saturno (DE424 - INPOP10b)

Parametro a (m) e I () ω () Ω () ϑ ()

∆ Massimo 1, 751 × 103 5, 032 × 10−10 6, 163 × 10−9 1, 664 × 10−6 8, 717 × 10−7 8, 974 × 10−7

∆ Minimo 1, 031 × 103 1, 182 × 10−10 3, 491 × 10−9 1, 041 × 10−6 7, 387 × 10−7 3, 575 × 10−7

2012-2021 Differenze nei Parametri Orbitali di Saturno (DE423 - INPOP10b)

Parametro a (m) e I () ω () Ω () ϑ ()

∆ Massimo 1, 746 × 103 4, 193 × 10−10 6, 804 × 10−8 1, 861 × 10−6 1, 122 × 10−6 8, 988 × 10−7

∆ Minimo 1, 151 × 103 1, 035 × 10−10 6, 514 × 10−8 1, 258 × 10−6 1, 001 × 10−6 3, 681 × 10−7

Tabella 7: Differenze max./min. a confronto tra le effemeridi esaminate (2012-2021).

Per poter effettuare un confronto utile tra i valori ottenuti, calcoleremo un intervallod’incertezza grezzo per le grandezze calcolate con l’utilizzo delle effemeridi sopramenzionate (tale intervallo risulterà sottostimato, in quanto verranno trascurati i re-sidui delle effemeridi considerate). L’intervallo σ è dato dalla deviazione standard dellamedia dei quattro valori calcolati nello stesso periodo (ex. DE424, INPOP10e, DE423e INPOP10b al 1 gennaio 2012). In questo modo potremo controllare se le differenzeriscontrate tra le due simulazioni con AstroGrav ricadono all’interno dell’intervallod’incertezza ottenuto. Come vediamo in Figura 14 le variazioni causate dalla presen-za di Nibiru non rientrano nell’intervallo d’incertezza considerato in quattro dei sei

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Page 22: IL CASO NIBIRU

parametri orbitali. In altre parole potremmo essere in grado di escludere l’esistenzanel nostro sistema di un corpo celeste con le caratteristiche ipotizzate, in quanto glieffetti che produrrebbe sugli altri corpi planetari sarebbero - in alcuni casi - rilevabili.

-1,0E+00

1,0E+00

0 10

σSe

mia

sse

Mag

gior

e (c

hilo

met

ri)

Tempo (anni)

σ (DE424/423, INPOP10e/10b)

σ (AstroGrav, AG Nibiru)

(a) Semiasse Maggiore (a).

-5,0E-10

5,0E-10

0 10

σEc

cent

rici

Tempo (anni)

σ (DE424/423, INPOP10e/10b)

σ (AstroGrav, AG Nibiru)

(b) Eccentricità (e).

-1,8E-08

1,8E-08

0 10

σIn

clin

azio

ne (°

)

Tempo (anni)

σ (DE424/423, INPOP10e/10b)

σ (AstroGrav, AG Nibiru)

(c) Inclinazione (I).

-8,0E-07

8,0E-07

0 10

σA

rgom

ento

del

Per

ielio

(°)

Tempo (anni)

σ (DE424/423, INPOP10e/10b)

σ (AstroGrav, AG Nibiru)

(d) Argomento del Perielio (ω).

-7,0E-07

7,0E-07

0 10

σLo

ng. d

el N

odo

Asc

ende

nte

(°)

Tempo (anni)

σ (DE424/423, INPOP10e/10b)

σ (AstroGrav, AG Nibiru)

(e) Longitudine del Nodo Ascendente (Ω).

-8,0E-07

8,0E-07

0 10

σA

nom

alia

Ver

a (°

)

Tempo (anni)

σ (DE424/423, INPOP10e/10b)

σ (AstroGrav, AG Nibiru)

(f) Anomalia Vera (ϑ).

Figura 14: Confronto tra i dati ottenuti utilizzando le effemeridi JPL/IMCCE e quelliottenuti dalle simulazioni con AstroGrav riguardanti l’orbita di Saturno.

Oltre agli effetti analizzati, è importante esaminare anche le conseguenze che unasimile configurazione orbitale produrrebbe sull’orbita stessa. È stata effettuata quindiuna simulazione dell’evoluzione del sistema solare in un arco temporale più esteso.Un dato molto evidente è la notevole oscillazione del semiasse maggiore dell’orbita aogni passaggio al perielio, con una variazione compresa tra le 174, 0 e le 242, 7 unità

21

Page 23: IL CASO NIBIRU

astronomiche nell’arco di tempo verificato (360 mila anni). La prima conseguenza diciò è la variazione del periodo orbitale, che si spinge fino a un massimo di 3800 anni.

1,70E+02

2,45E+02

0,0E+00 3,6E+05

Sem

iass

e M

aggi

ore

(UA

)

Tempo (anni)

9,80E-01

9,89E-01

0,0E+00 3,6E+05

Ecce

ntri

cità

Tempo (anni)

1,49E+02

1,54E+02

0,0E+00 3,6E+05

Incl

inaz

ione

(°)

Tempo (anni)

Figura 15: Cambiamento dei valori di Semiasse Maggiore, Eccentricità e Inclinazionedell’orbita di Nibiru nell’arco di tempo esaminato (360 mila anni dal 2012).

Di conseguenza anche la sua eccentricità subirà una variazione consistente, con valo-re massimo pari a 0, 98843, descrivendo un’orbita estremamente allungata. Pertantocome mostrano i grafici in Figura 15, un’orbita siffatta risulta decisamente instabile eanche tenendo a mente lo scopo indicativo di questa simulazione, in aggiunta al fattoche per avere un’idea più precisa avremmo bisogno di altri due parametri orbitali digiacitura come l’argomento al perielio e il nodo ascendente (non essendo noti questi para-metri angolari non è possibile ricostruire la reale posizione dell’orbita nello spazio),gli effetti descritti sono così evidenti da rendere l’approssimazione della simulazio-ne assolutamente accettabile. Un pianeta avente la massa ipotizzata e un’orbita cosìinstabile, potrebbe prima o poi subire perturbazioni gravitazionali molto intense tran-sitando all’interno del sistema solare e quindi, data la sua precaria stabilità rispetto

22

Page 24: IL CASO NIBIRU

agli altri pianeti, potrebbe collidere o venire proiettato su un’orbita iperbolica (e > 1).In quest’ultimo caso sarebbe destinato a vagare senza meta nello spazio interstellare.L’instabilità riscontrata inoltre entra in contrasto con quanto affermato da Sitchin inmerito alla costanza del periodo di rivoluzione di Nibiru (3600 anni). Infatti tenendoconto dei parametri orbitali attribuitigli, non è possibile considerare una tale stabilitàorbitale. Siamo al nocciolo della questione, dov’è l’errore? Naturalmente il punto de-bole della descrizione orbitale di Nibiru è il suo perielio, decisamente troppo vicinoal Sole per un periodo orbitale così lungo. L’argomentazione di Sitchin dunque vienecontraddetta dalle sue stesse assunzioni e non può essere considerata valida nel suocomplesso. Si deve tener presente che Sitchin assunse una tale distanza al perielio ba-sandosi sulle descrizioni mesopotamiche del passaggio nel cielo del pianeta di Marduk,che veniva chiamato Nibiru quando la sua posizione apparente era vicina a quella diGiove o più propriamente quando si trovava nel luogo dell’attraversamento (neberu).

Figura 16: Nibiru transita al di sopra della fascia di Kuiper (AstroGrav).

Nella prossima sezione andremo ad analizzare l’“Epica della Creazione” babilonese:Enûma Eliš. Basandoci sul testo accadico e le traduzioni, non eccessivamente roman-zate, tenteremo di formulare un’interpretazione astronomica calzante con le nostreattuali conoscenze. Deve essere chiaro fin da subito che l’intento di questa revisionenon è fornire la soluzione definitiva a tali argomentazioni, bensì evidenziare le nontrascurabili analogie tra quanto scritto nel testo e la cosmogonia del nostro sistemasolare. Tale ricostruzione potrebbe apparire fantasiosa non più di quanto le “attuali”(gli studiosi di qualche decennio fa la pensavano diversamente) traduzioni di stampomitologico lo sono. Considerando che non ci è possibile avere la certezza sul signifi-cato delle scritture cuneiformi, è quantomeno indice di buon senso avere una buonaapertura mentale, evitando quei tabù che poco si addicono a una mente scientifica.

23

Page 25: IL CASO NIBIRU

analisi : enûma eliš (quando nel cielo. . .)

Il fatto che le conclusioni di Sitchin in merito ai parametri orbitali di Nibiru sianoerrate, non significa che tutta l’ipotesi sia sbagliata. Per analizzare l’origine dell’inter-pretazione astronomica di Nibiru, andremo a esaminare il testo principale dove essoviene descritto: l’Enûma Eliš (l’Epica della Creazione). Questo mito della creazione èdi origine babilonese, molto probabilmente ripreso da testi accadici più antichi o ad-dirittura sumerici (nel testo vi sono spesso riferimenti a termini di origine nettamentesumerica). Purtroppo non abbiamo a disposizione la versione sumerica del testo, laquale sarebbe stata molto preziosa per comprendere meglio la cosmogonia mesopo-tamica, soprattutto considerando il fatto che come fonte originale sarebbe priva dellemodifiche derivanti dalla diversità culturale delle civiltà che hanno tramandato il te-sto (l’imposizione del dio Marduk a divinità principale babilonese ne è un esempio).Il termine Nibiru appare per la prima volta nella tavoletta n. 5, dove viene riportato:

Citazione 6.1: Enûma Eliš - V:1-2

>S××JJ W b VÁÓT(Egli (Marduk) modellò le stazioni celesti (orbite) per i grandi dèi.

I modelli (schemi) delle stelle lui fissò, le costellazioni.

Nei primi versetti viene spiegata l’azione di Marduk nello stabilire i destini (le orbite)degli dèi (i pianeti), in modo che seguissero un cammino specifico (l’orbita) nel cielo.

Citazione 6.2: Enûma Eliš - V:6-7

>:×J çÖVàÎu×p!8aF7eZ ç7e/>VFV

Egli stabilì il luogo di Nibiru per ancorare tutti loro (nel loro cammino).In modo che nessuno potesse trasgredire o esitare (da esso).

Nel versetto n. 6 compare il termine Nibiru (NI.BI.RI), il quale secondo la maggiorparte degli assiriologi viene utilizzato per indicare Giove o Mercurio a seconda deicasi. Questo aspetto però è tutt’altro che chiaro, come fa notare Demontis nelle sueanalisi, in quanto il luogo di Nibiru viene fissato solamente dopo aver stabilito le orbitedei pianeti compresi Giove e Mercurio. Quindi se Nibiru non rappresenta i pianeti lecui orbite Marduk ha stabilito, cosa rappresenta? Il termine Nibiru deriva da neberu

che significa attraversamento (anche traghetto o guado) [27], quindi il luogo di Nibirusarebbe il luogo dell’attraversamento. Questo ci indica che Nibiru non è un corpo celestecome lo è un pianeta, bensì una zona del sistema solare chiamata dell’attraversamento.

24

Page 26: IL CASO NIBIRU

Un indizio sulla posizione di tale zona ci viene fornito dal testo accadico MUL.APIN:

Citazione 6.3: MUL.APIN - I:36-38

ÍVbн9é-«DçàWOOn e

JVÎ µçÖVàsUÍÎU<<è e

Quando le stelle di Enlil sono terminate,una grande stella dalla luce opaca divide il cielo a metà: la stella di Marduk, Nibiru.

La stella Giove cambia la sua posizione continuamente, attraversando il cielo.

Qui viene descritta la stella di Marduk (MUL dAMAR.UD) che divide il cielo a metàdiventando Nibiru (NÉ.BI.RI). Qui gli accademici ortodossi collegano anche la frasesuccessiva, identificando - secondo la loro personale interpretazione - Nibiru conGiove. Tuttavia analizzando il testo in cuneiforme si nota la presenza del segno diš

a ogni inizio riga. Infatti tale segno viene impiegato nelle liste come simbolo grafico,indicante un nuovo elemento oppure semplicemente una nuova riga [28]. Pertanto iltesto indica chiaramente che la descrizione della stella di Marduk associata a Nibiru(che divide il cielo a metà e rimane lì) è cosa ben diversa dalla stella Giove (che cambiacontinuamente la sua posizione). Ciò è verificabile continuando a esaminare il testo:ogni rigo che tratta di una stella diversa inizia esattamente con lo stesso segno (diš).Inoltre le prime due righe (I:36-37) vengono riportate solamente nelle versioni babilo-nesi più recenti, nella versione originale non sono presenti [29]. Evidenziando la seriaimprobabilità di un collegamento tra le descrizioni della stella di Marduk/Nibiru equella di Giove, dal momento che vengono riportate in due voci distinte dell’elenco.Un altro esempio che ci permette di verificare l’associazione di Nibiru con un luogonella volta celeste, si trova in un versetto della tavoletta K.6174, dove viene riportato:

Citazione 6.4: K.6174:9’

àE) eJVÎV çÖD~bSe Mercurio divide il cielo e rimane lì, il suo nome è Nibiru.

Anche questo passo ci spiega che se Mercurio (mulUDU.IDIM.GU4.UD) attraversa ilcielo (lo divide) e si ferma in una certa posizione celeste, il suo nome diventa Nibiru.Naturalmente i pianeti sono corpi dinamici e mutano la loro posizione apparente nelcielo in moto relativamente rapido, pertanto non avrebbero potuto essere identificaticon una regione fissa del cielo. Questo aspetto rende altamente improbabile l’ipotesidi un’associazione permanente del termine Nibiru con un pianeta del sistema solare.Le scritture sembrano indicare una determinata area del cielo che lo divide a metà,come vedremo più avanti questo è un altro tassello sostanziale per risolvere l’enigma.

25

Page 27: IL CASO NIBIRU

Un altro riferimento l’abbiamo dal testo di origine babilonese noto come Astrolabio B:

Citazione 6.5: KAV 218 B - II:28-31

àшT&Ñ «IO«D±

eJVÎ(Ö çÖD µ

La stella rossastra che si trova al sorgere del vento del sud,dopo che gli dèi della notte hanno completato i loro percorsi

e divide il cielo, questa stella èNibiru, il dio Marduk.

È chiaro a questo punto che il termine Nibiru è associato a un certo luogo nel cielo,che sia la stella di Marduk, il pianeta di Marduk, Mercurio o qualunque altro corpo cele-ste, quando si trovano in una determinata zona del cielo vengono chiamati Nibiru. Ilcelebre pianeta degli dèi pertanto si chiamerebbe Nibiru solamente in un determinatomomento, mentre normalmente verrebbe associato al dio Marduk (per i babilonesi eprobabilmente Enlil per i sumeri). A questo punto l’attenzione si sposta sulla storiaastronomica del pianeta Marduk, che viene narrata principalmente nell’Enûma Eliš.Naturalmente parliamo di testi scritti millenni or sono, in un ambiente socio-culturalemolto diverso dal nostro e per questo non possiamo aspettarci un trattato di astrofisi-ca moderna (per non parlare delle modifiche effettuate nei secoli da culture diverse!).Nella prima tavoletta dell’Epica della Creazione babilonese leggiamo codesti versetti:

Citazione 6.6: Enûma Eliš - I:81-84

ÍBç µÍBÔç µ

Nel cuore dell’Apsû ebbe origine Marduk.Nel mezzo del profondo Apsû fu generato Marduk.

çbV Daab -ÍFíbUb

Colui che lo generò era Ea, suo padre.Colei che lo portò con sé era Damkina, sua madre.

Questo passaggio narra la nascita del pianeta di Marduk, il quale ebbe origine nelprofondo Apsû. Ma cosa rappresenta l’Apsû? Prima di tutto facciamo una premessa.La traduzione integrale e certamente corretta delle scritture cuneiformi è impossibile.

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Vorrei per l’appunto citare le sagge parole del compianto Prof. Giovanni Pettinato (èstato un assiriologo italiano di grande esperienza, tra i decifratori della lingua eblaita).Nonostante avesse idee ben diverse da quelle di Sitchin sull’interpretazione dei testimesopotamici, le parole che seguono dimostrano la sua ben nota onestà intellettuale.

Citazione 6.7: Giovanni Pettinato

Nell’usare l’aggettivo mitologico o il sostantivo mito siamo però coscienti di attri-buire al mondo sumerico dei concetti estranei al modo di pensare di tale popolo,essendo la terminologia da noi adoperata presa in prestito dal mondo occidentalee più precisamente dai Greci. Di ciò noi studiosi siamo pienamente consapevoli,ma il lettore medio corre continuamente pericolo di essere fuorviato e confuso.Anche l’accezione letteratura mitologica è imprecisa, non esistendo nella lingua su-merica un termine corrispondente e calzante, come quello creato dai Greci. Nellaciviltà sumerica, infatti, le nostre categorie e le nostre classificazioni non trovanoun riscontro puntuale, e noi possiamo parlare soltanto di similitudini e tutt’al piùdi accostamenti delle due culture. Il concetto stesso di Dio, per non parlare diquello di Poteri divini, con cui traduciamo il termine sumerico me, sono talmenteinafferrabili, che non consentono una traduzione precisa nella nostra lingua. [30]

Il termine accadico Apsû deriva dal sumerico Abzu (ZU.AB, da AB = dimora/luogoe ZU = saggezza/conoscenza [31]), dimora della saggezza oppure luogo della conoscenza.In merito alle critiche ridondanti sulla non etimologizzazione del termine ZU.AB, acui viene assegnato il significato acque dolci sotterranee con la giustificazione che questoè ciò che designa il termine, faccio notare che viene raggiunto un livello interpretativoassolutamente non verificabile dove la faziosità regna sovrana. A questo punto ognu-no potrebbe dire la sua per far quadrare la sua visione, sostenendo che quando i testidicono una cosa in realtà vogliono sempre dirne un’altra. Finendo naturalmente perperdere di ogni credibilità, in quanto interpretazioni simili non hanno più nemmenouna verificabilità linguistica, ma si trovano unicamente nella mente di chi interpreta.Pertanto Marduk venne generato (come gli altri dèi/pianeti e ogni altra cosa) nelluogo che racchiudeva tutta la conoscenza (l’energia, l’informazione), il cosiddetto mareprimordiale, il caos primordiale. I 4 principi primi della cosmologia sumerica sono: ilKur (montagna mitica dove ogni cosa ha avuto origine), l’Abisso, il Cielo e la Terra [30].Un riferimento si trova nella tavoletta sumerica NBC 11108 (UrIII) ritrovata a Nippur(il reperto risulta piuttosto danneggiato, ma è stato possibile recuperarne una parte):

Citazione 6.8: NBC 11108:1-2

[ ]? нç µÍµÍnÁµ[ á/ J]?

aνUνUÍí[...] Nνa

Quando Anu?, il signore, fece splendere il Cielo, la Terra era al buio e nel Kur lo sguardo? non penetrava.

Dall’Abisso non si attingeva acqua, nulla si produceva, nella vasta terra [...] non venivano scavati i solchi.

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Il Kur è la montagna mitica, dove risiedevano gli dèi e da dove proviene ogni esserevivente [32]. Tornando alla nostra interpretazione astronomica, potrebbe trattarsi diuna montagna di polvere tanto densa quanto impenetrabile allo sguardo (alla luce?),dove sono nati gli dèi (i pianeti) e dove avrebbe origine un ambiente favorevole allavita. Questo scenario rappresenterebbe lo sviluppo di una nebulosa solare (Figura 17a).

(a) Nebulosa Solare. (b) Disco Protoplanetario.

Figura 17: Genesi del Sistema Solare basata sulle attuali conoscenze (NASA/ESA).

Il concetto della montagna mitica da cui la vita ha origine, viene espresso anche nellacreazione narrata nei Testi delle Piramidi egizi. Per esempio nella piramide di Ankhkhau

Citazione 6.9: Testi delle Piramidi - Utterance 600:1652A-1652B

P

Oh, Atum! Che quando venne in essere si levò come un alto colle,che brillasti come la pietra BenBen nel Tempio di Benu a Heliopolis.

Infatti secondo le scritture egizie in principio esisteva solo il caos primordiale, il Nun

(l’Abzu sumero). Da cui ha avuto origine la collina primigenia (il Kur sumero) Atum,dalla quale si originò il creatore, Atum-Ra, il Sole. Inutile dire quanto questo scenariosomigli alla genesi di un sistema stellare, in cui una nube interstellare (Abzu/Nun,il non creato che contiene l’essenza del creato identificata dalle particelle elementari)si addensa permettendo la formazione di idrogeno molecolare e trasformandosi inuna nube molecolare (Kur/Atum, la montagna mitica da cui tutto ha origine), la quale

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Page 30: IL CASO NIBIRU

arrivando al punto di collasso, genera una protostella (una stella in fase di formazione).Terminata la fase di accrescimento, la materia circostante viene dispersa e la stellaentra nella fase detta pre-sequenza principale, momento in cui il disco di accrescimentodiventa protoplanetario e costituisce la nebulosa solare da cui nascono i pianeti (gli dèi).Il disco protoplanetario si divide principalmente in quattro regioni: due più internedi dimensioni ridotte a distanza ravvicinata con il Sole, la regione turbolenta e la regionedella morte (ghiacciata); due più esterne che costituiscono la quasi totalità del disco,la regione auto-gravitante, calda e arida e la regione turbolenta ghiacciata (Figura 17b) [33].La linea di confine tra le due regioni più esterne viene chiamata limite delle nevi (frostline), a una distanza di circa 2, 7 UA dal Sole (nel bel mezzo della fascia principale).Queste due regioni rappresenterebbero il cielo e la terra, infatti secondo i sumeri lamontagna cosmica era rappresentata anche dal termine AN.KI (AN = cielo, KI = terra).Non a caso i primi giganti che nascono sono Kišar (Giove) e Anšar (Saturno), i cuinomi indicano curiosamente l’insieme delle terre (KI.ŠÁR) e l’insieme dei cieli (AN.ŠÁR).Per capire il senso della planetogenesi analizzeremo i primi versetti dell’Enûma Eliš:

Citazione 6.10: Enûma Eliš - I:1-4

eνVey7Fs>UVµyªVÏbV7LS

Quando in alto il Cielo non aveva ancora un nomeE la Terra, in basso, non era ancora stata chiamata con il suo nome

Vs:>JDb8µµI.µ*;O¸V!8

Nulla esisteva eccetto l’Apsû primordiale, il loro creatore (degli dèi/pianeti)Mummu e Tiamat, la portatrice di loro tutti

Ecco che compaiono due nuovi nomi: Mummu (MU.UM.MU) viene identificato comeil visir, il messaggero dell’Abzu [34]; mentre Tiamat (TI.AMAT) sembra correlato alleparole TI = vita e AMA = madre [35] e nell’ipotesi dell’origine sumerica dell’epica,eventualità piuttosto probabile, rappresenterebbe Nammu, madre di tutti gli dèi [36].Mummu rappresenterebbe Mercurio, il pianeta più piccolo e vicino al Sole. Contra-riamente a quanto si credeva negli anni passati, l’origine di Mercurio è stata di granlunga più caotica. Infatti grazie ai rilevamenti della missione spaziale Messenger sonostate scoperte diverse peculiarità particolarmente inaspettate, tra cui la dimensionedel nucleo pari all’85% del raggio planetario, la totale assenza di ferro in superficie ela ragguardevole abbondanza di zolfo con distribuzione tutt’altro che uniforme [37].Mercurio è composto da materiale che si è condensato su un ampio intervallo di di-stanza dal Sole, afferma Stanton Peale, professore emerito di astrofisica e cosmologiadell’Università della California a Santa Barbara che ha partecipato alla ricerca. Pertanto

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Mercurio potrebbe aver raggiunto la sua attuale orbita solamente dopo una fase diaccrescimento molto complessa, che lo ha portato a errare all’interno del disco proto-planetario. La definizione di messaggero risulta a questo punto oltremodo azzeccata!È molto curiosa l’ipotesi di alcuni sumerologi, i quali non riuscendo a collocare iltermine Mummu nel contesto che hanno deciso di seguire, sono arrivati ad afferma-re che Mummu in realtà sarebbe un errore di scrittura dello scriba! Un modo errato discrivere Nummu (termine associato all’acqua), identificandolo come epiteto di Tiamat.Ipotesi decisamente improbabile, in quanto sono state ritrovate diverse versioni del-l’Emûma Eliš e nessuna di esse riporta il termine Nummu, pertanto affermare chetutti gli scribi abbiano commesso lo stesso errore è davvero, diciamo così, avventato.Secondo l’interpretazione cosmologica fornita da Sitchin, Tiamat (definito anche ilmostro d’acqua) sarebbe stato il primo pianeta a formarsi. Questo ordine degli eventipotrebbe essere addirittura probabile! Come abbiamo appena esaminato, la frost linesi trova a circa 2, 7 UA dal Sole (il punto in cui avrebbe dovuto essere Tiamat) e inquesta regione si accumularono grandi quantità di acqua per via della sublimazionedel materiale ghiacciato che precipitava verso le regioni interne del sistema solarein formazione. La discontinuità nelle proprietà dei gas generata, creò una caduta dipressione che incrementò la velocità delle particelle orbitanti, frenando il loro motodi caduta verso il Sole [38]. Questo fenomeno ha causato un accumulo più rapido dimateria nella zona circostante il limite delle nevi e questo spiegherebbe sia perché ilplanetesimo di Tiamat si sarebbe formato più rapidamente degli altri planetesimi, siai diversi riferimenti alle acque di Tiamat. Una possibile super-Terra ricca d’acqua [39].

Citazione 6.11: Enûma Eliš - I:5-8

a!νÔт×i¿>VU'H7Í(+D+Ja7o>

Le loro acque mescolavano insiemeLe terre non erano ancora compatte e non si vedevano canneti/paludi

eνV 7bsuVFVbV7DÁV7Áiµ

Quando nessuno degli dèi si era ancora formatoEssi non avevano ancora un nome e i loro destini non erano ancora fissati

Questi versi descrivono il sistema solare durante le prime fasi di formazione, quandola nebulosa solare era ancora molto caotica. I primi planetesimi (Tiamat e Mummu)erano ancora in fase di accrescimento (non ancora compatti) e gli altri planetesiminon avevano neanche iniziato ad addensarsi (quindi non avevano né nome né orbita).Nei versi successivi viene descritta la genesi degli dèi/pianeti, cominciando da quellirocciosi (Tiamat, Mercurio, Venere e Marte) ai gassosi (Giove, Saturno, Urano e Nettuno).Tale ordine, Tiamat a parte, è piuttosto relativo considerando le tempistiche cosmiche.

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Citazione 6.12: Enûma Eliš - I:10-16

Aµ 7MµÓs>b«(LDaÉès>iÁN

Lah˘

mu e Lah˘

amu si formarono e vennero chiamati per nomeMentre crescevano e aumentavano la loro statura

Íνue;bνD?Vtsµ

Anšar e Kišar vennero creati ed erano loro superioriCol prolungarsi dei giorni e il moltiplicarsi degli anni

a±a¬bνU,! a±sHb>JV

Ç a±Á7!>¤ ν¸QAnu, il loro figlio, potrebbe rivaleggiare con i suoi padri

Anšar aveva fatto simile a sé Anu, suo primogenitoe da Anu, generò Nudimmud suo pari

I termini Lah˘mu (dLAH

˘.MU) e Lah

˘amu (dLA.H

˘A.MU) potrebbero essere riferiti ai

pianeti Marte e Venere. Essi derivano da Lah˘ê = il maschile e Lah

˘h˘a = il femminile [40]

(Marte e Venere appunto) e sono utilizzati nell’Emûma Eliš come termini genericiper descrivere esseri associati all’Abzu [41]. Pertanto mentre i planetesimi di Veneree Marte continuavano ad accrescersi, aumentando la loro massa, ecco che comincianoa formarsi i planetesimi di Giove e Saturno: Kišar e Anšar. Come viene bene indicatonei versi essi erano superiori ai precedenti, come lo sono in realtà Giove e Saturno.Questo perché i planetesimi che hanno origine oltre la frost line seguono un processodi accrescimento molto più complesso, che li porterebbe a raggiungere una massacritica di circa 10 M⊕ (masse terrestri) [42], al di là della quale inizierebbe un processodi accrescimento simile a quello stellare, attraverso l’accumulo di idrogeno ed elioaccumulatisi nelle regioni esterne del disco protoplanetario [38] [43]. Proseguendo iversi descrivono la nascita di Anu (dA.NUM), il pianeta Urano, sottolineandone lasomiglianza con Anšar (un massiccio pianeta gassoso molto superiore ai primi nati).Poi, come Anu, Anšar generò Nudimmud (dNU.DÍM.MUD, epiteto di Ea/EN.KI), ilpianeta Nettuno, suo pari (gemello di Urano). Non si può che rimanere affascinati dauna tale corrispondenza, tuttavia ci sono dei passi successivi a cui alcuni accademicisi sono letteralmente ancorati per screditare l’interpretazione cosmologica dell’epica.La prima delle critiche riguarda la paternità di Nudimmud, che secondo la maggiorparte degli accademici sarebbe da attribuire ad Anu. Infatti traducendo letteralmenteil verso 16 (prima tavoletta), sembrerebbe proprio che sia Anu a generare Nudimmud.

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Page 33: IL CASO NIBIRU

Tuttavia, A. Demontis lo descrive perfettamente, non possiamo leggere e tradurre ilverso 16 da solo, in quanto rappresenta la seconda parte di un’unica frase che iniziaal verso precedente. Analizziamo la traslitterazione dei versi 15 e 16 dal cuneiforme:

Citazione 6.13: Enûma Eliš - I:15-16 (traslitterazione)

a±sHb>JVan.šár da.num bu.uk.ra.šu ú.maš.šil.ma

Anšar Anu primogenito suo creò come sé

Ç a±Á7!>¤ ν¸Q

ù da.num tam.ši.la.šú ú.lid dnu.dím.mude Anu a sua somiglianza generato Nudimmud

Il punto critico è rappresentato dal segno ù (u3 = e, anche), all’inizio del verso 16. Lafrase completa diverrebbe: Anšar aveva fatto simile a sé Anu, suo primogenito e Anu gene-rò a sua somiglianza Nudimmud. In questo modo abbiamo due soggetti che compionol’azione di creare, prima Anšar e poi Anu, tuttavia non avrebbe senso specificare cheAnšar fece simile a sé Anu il suo primogenito. Inoltre nel versetto 16 va consideratoche ú.lid, passato di waladu/aladu, è riferito ad Anu e non a Nudimmud. Pertantola traduzione diverrebbe: Anšar Anu suo primogenito creò come sé e come Anu generatoNudimmud a sua somiglianza. Anšar sarebbe il padre di entrambi, come fratelli gemelli.Infatti al verso 19 troviamo: [Nudimmud] è stato reso estremamente forte, anche più di suo

padre Anšar [40]. Dunque Anšar generò anche Nudimmud, il suo secondogenito, asomiglianza di suo fratello Anu. Il fatto che nel phanteon divino Nudimmud/Ea è ilfiglio di Anu non deve trarre in inganno, in quanto gli scribi hanno cercato di raccon-tare la creazione attraverso le loro conoscenze e la loro cultura, utilizzando anche inomi di alcune divinità. Lo stesso succede con Gaga (Plutone) che nel poema diventaBel/Enlil, era considerato il visir di Anšar, ma secondo la genealogia divina avrebbedovuto esserlo di Anu. Andando avanti con il poema incontriamo la seconda critica:

Citazione 6.14: Enûma Eliš - I:17-20

ν¸QU!U¤νbVкtνMKeµs8­

Nudimmud, egli, futuro ordinatore dei suoi genitoridi ampio intelletto, il saggio, potente per la forza

/ÓeVàaFa¤! 7iÁшçF e!È stato reso estremamente forte, anche più di suo padre Anšar

Non aveva eguali, a confronto con gli dèi suoi fratelli

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Il verso 19 indicherebbe un’incongruenza con la realtà, in quanto Nettuno non è certopiù massiccio di Saturno. Tuttavia il testo non può riferirsi alla forza gravitazionale(che è direttamente proporzionale alla massa), ma prende in considerazione le azionicompiute e l’effetto sortito. Maggiore sarà l’effetto dell’azione su gli altri dèi/pianeti,maggiore sarà la forza del dio che l’ha compiuta. Questo trova, ancora una volta, unaperfetta corrispondenza proprio con il pianeta Nettuno! Secondo il Modello di Nizza,modello fisico che simula l’evoluzione dinamica del sistema solare, l’instaurarsi diuna risonanza orbitale 2:1 tra i giganti Giove e Saturno ha causato una forte instabilitàdinamica, che avrebbe portato Urano e Nettuno a scambiarsi la posizione [44] [45].Nettuno si sarebbe formato più internamente rispetto a Urano e questo spiegherebbeperché ha una massa maggiore del gemello [45]. La migrazione di Nettuno avrebbecausato la stabilizzazione orbitale dei pianeti, aumentando le distanze interplanetariee diminuendo quindi l’intensità delle interazioni gravitazionali. Inoltre la risonanzaGiove-Saturno avrebbe raggiunto un meno violento rapporto di 3:2, e singolarmentenel verso 17 leggiamo: Nudimmud, egli, futuro ordinatore dei suoi genitori. Come terzacritica viene avanzata l’impossibilità di Nettuno di influire sul Sole e gli altri pianeti,come sembrerebbe essere riportato in questi versi della prima tavola dell’Enûma Eliš:

Citazione 6.15: Enûma Eliš - I:62-65

>#ãbb:Habл5

ν~Va>Á(Ea) realizzò sapientemente il suo incantamento, superando tutti

lo recitò e lo versò sulle acque

::èтbJPS2?

>UPVV:Ïlo stregò nel sonno mentre riposava in una caverna(?)

Apsû costrinse a dormire, inducendo (stregando) il sonno

La critica può avere senso se si ritiene che l’Abzu sia il Sole, ma quest’assunzione diSitchin non risulta in nessun testo. Infatti, come mostrato in precedenza, l’Abzu nonrappresenta il Sole in sé, ma l’insieme cosmico dal quale tutto ha avuto origine (com-preso il Sole). Ea/EN.KI (Nettuno) non avrebbe fatto altro che attenuare la dinamicacaotica delle orbite planetarie, migrando ai confini della nebulosa solare (nell’Abzu)dove ha stabilito la sua dimora (la sua orbita definitiva). Infatti Nettuno ha interrottola sua migrazione verso l’esterno del sistema solare a circa 30 UA da Sole, proprioperché in quel punto terminava il disco protoplanetario [46]. L’azione stabilizzatricedi Nettuno è una conseguenza della sua migrazione, non deriva dunque da nessunaforza straordinaria che non possa essere spiegata dalle leggi della fisica. Pertanto lecritiche sulla planetogenesi raccontata nell’Enûma Eliš si sono palesate inconcludenti.

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Figura 18: Sequenza della migrazione di Nettuno [Gomes et al., Nature (2005)]

Ora arriviamo al punto cruciale: l’entrata in scena del dio/pianeta Marduk. Secondoquanto riportato nel testo Marduk proverrebbe dal profondo Abzu, quindi dall’esternodel disco protoplanetario. In questo scenario Marduk sarebbe un esopianeta errantenello spazio interstellare (rogue planets), catturato dal campo gravitazionale del Sole.Non solo questo tipo di pianeti erano stati previsti [47], ma la loro consistenza nellanostra galassia potrebbe essere addirittura superiore (∼ 2:1) a quella delle stelle [48].Altre stime suggeriscono un rapporto molto maggiore, nientemeno che 100.000:1 [49]!Considerando che la nostra galassia è formata da un numero di stelle stimato che vada 200 a 400 miliardi, è quantomeno possibile affermare che la cattura di un pianetasolitario non è un fenomeno così improbabile come potrebbe sembrare. Richiamiamoi versi 83-84 della quinta tavoletta, in cui viene attribuita la paternità di Marduk aEa/EN.KI e la maternità a Damkina. Per quello che riguarda la dea Damkina (mogliedi Ea) è la controparte accadica della dea sumera Damgalnunna (moglie di EN.KI).

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Page 36: IL CASO NIBIRU

Viene indicata in seguito all’azione compiuta da Ea/Nettuno come controparte fem-minile atta a giustificare (agli occhi dei popoli mesopotamici) la creazione di Marduk(come accade per Lah

˘mu-Lah

˘amu/Anšar-Kišar). Astronomicamente potrebbe venire

associata a uno dei corpi trans-nettuniani a esclusione di GA.GA/Plutone (Figura 19).

a [AU]10 20 30 40 50 60 70

2 3 1 2 2 51 1 3 4 3 74 7 1 34 5 3 73 5 1 4

SATURN

URANUS

NEPTUNE

PLUTINOS

1 2

10

20

30

40

50

60

i [ ]

1000kmD H 3.0 4.0 5.0 6.0 7.0 8.0

P [y]100 200 300 400 500 600

Eris

Pluto

MakemakeHaumea

Quaoar

Orcus

Varuna

Ixion 2006 QH181

2002 AW197

2002 MS4

2003 VS2

2003 AZ84

2002 UX25

2002 TX300

2004 XR190

Chaos

2002 KX14

2005 UQ513 2007 UK

126

Huya

2003 MW12

2005 RN43

2004 GV9

2005 RR43

1999 TC36

2003 OP32

2001 UR163

1999 DE9

2005 TB190

2003 QX113

2007 JJ43

2000 YW134

2003 FY128

Chariklo

Chiron

Bienor

Pholus

2002 GZ32

Asbolus

Amycus

2002 TC302

2000 GN171

2002 WC19

1999 CD158

2005 CA79

2001 YH140

2003 LA7

2006 RJ103

2001 QR322

2007 VL305

2005 TO74

2004 UP10

2005 TN53

Centaurs

KuiperBelt

Scattered disk

Trans-Neptunian objects

Figura 19: Distribuzione degli oggetti trans-nettuniani (Eurocommuter).

L’azione generatrice di Ea/Nettuno corrisponderebbe alla spinta gravitazionale cheha deviato la traiettoria orbitale di Marduk. Chiaramente non è possibile ricostruirecon esattezza la dinamica della cattura, tuttavia fisicamente l’ipotesi è assolutamentepossibile. Considerando le conseguenze delle interazioni gravitazionali tra il pianetastraniero e i giganti esterni, si deve tenere in considerazione che il sistema solareera ancora in formazione e i pianeti - al contrario del pianeta invasore - erano ancoranello stato di planetesimi o al più di embrioni planetari. Questo aspetto è estremamenteimportante sia per gli effetti gravitazionali che per i rapporti relativi alle dimensioni.

Citazione 6.16: Enûma Eliš - I:87-88 & I:91-92

>'ÓJVèçÁiçbSnb?¹:¹7La sua forma era ben sviluppata, lo sguardo dei suoi occhi era abbagliante

Virile divenne la sua crescita, fu dato alla procreazione dall’inizio

ÓÖ~Vb8F t

bÓ¿Và!νa*µb(Ea) Ha perfezionato lui dotandolo di una doppia natura divina

È stato reso estremamente alto e li superava di un poco

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Page 37: IL CASO NIBIRU

Nei primi versetti leggiamo che la sua forma era ben sviluppata, come lo sarebbe laforma di un pianeta già formato. Questo potrebbe significare che Marduk era già unvero e proprio corpo celeste ben formato, al contrario dei pianeti del sistema solareancora in formazione. Proseguendo leggiamo che egli li superava (gli dèi/pianeti) diun poco il che, considerando le dimensioni degli embrioni planetari (r ≈ 4.000 Km em ≈ 1024 Kg), non dovrebbe indicare una dimensione-massa particolarmente elevata.È necessario dunque riconsiderare l’ipotetica interazione tra Marduk ed Ea/Nettuno,data la massa inferiore di quest’ultimo infatti, la traiettoria orbitale di Marduk nonavrebbe subito variazioni significative. Pertanto l’incontro con Ea/Nettuno potrebbeaver influito minimamente e non decisivamente sull’orbita (non conoscendo i valoridelle masse in gioco non è possibile essere più precisi). Per quanto riguarda le criti-che sull’eccentricità orbitale di Nettuno, è noto da tempo che l’attrito dinamico neldisco protoplanetario causato dai planetesimi di minore dimensione, riduce sia l’ec-centricità che l’inclinazione degli embrioni planetari più massicci [50]. Questo spiegaperché l’attuale orbita nettuniana non evidenzia segni di questa interazione, comenon evidenzia segni di un fenomeno molto più significativo come la sua migrazione.Marduk sarebbe quindi un pianeta più massiccio degli embrioni planetari in forma-zione, che attraversa il sistema solare diretto verso la sua parte interna. Un incontromolto più ravvicinato deve essere stato quello con Anu/Urano, come viene descritto:

Citazione 6.17: Enûma Eliš - I:105-106

çVUÃèD>*¤ a±>!>V*7aVVÁÔ;

Anu creò e diede vita ai quattro ventiE li lasciò a lui (Marduk) “Figlio mio, falli girare!”

Nell’ipotesi astronomica i quattro venti che Anu/Urano cede a Marduk, sarebberoquattro protosatelliti catturati dal campo gravitazionale del più massiccio Marduk. Iltratto falli girare calza molto con la dinamica dei satelliti che girano intorno al pianeta.Inoltre Urano sembra aver subito una o più violente collisioni che hanno portato ilsuo asse a inclinarsi di ben 98 e che, considerando la stessa inclinazione dei satelliti,ciò è avvenuto quando il pianeta era ancora immerso nel disco protoplanetario [51].Gli impatti che hanno causato la graduale inclinazione di Urano, potrebbero esserestati causati dalle interazioni gravitazionali generate dal passaggio ravvicinato di uncorpo massiccio (questa naturalmente è solo una delle possibili cause per gli impatti).La traiettoria orbitale di Marduk sembra essere destinata a imbattersi in quella dellasuper-Terra Tiamat, dando origine alla celebre battaglia celeste. Questo aspetto è il piùcomplesso da analizzare astronomicamente, in quanto secondo l’ipotesi di Sitchin sisarebbe verificato un vero e proprio impatto planetario. Naturalmente non è possibilené smentire né confermare tale scenario con i dati a nostra disposizione, tuttavia dalpunto di vista fisico ciò è assolutamente possibile, soprattutto considerando il sistemasolare ancora in formazione. Di sicuro interesse sono le analisi delle conseguenze diun tale scenario, come potrebbero essere l’origine della fascia principale e la Luna.

36

Page 38: IL CASO NIBIRU

ipotesi : la fascia principale e la luna

L’origine del pianeta Terra come conseguenza di un impatto planetario come quelloipotizzato, risulta decisamente improbabile se consideriamo che l’attuale orbita dellaTerra non ha nessun punto in comune con l’orbita originaria di Tiamat. Questa è laprima obiezione che sorgerebbe in un’analisi dinamica, tuttavia tale obiezione risultavalida in condizioni normali, cioè con il sistema solare già ben formato e nessun attri-to interplanetario. Le cose cambiano radicalmente se consideriamo un sistema solarein formazione, dove la presenza del disco protoplanetario, come abbiamo spiegatopoco sopra, esercita sui corpi orbitanti un attrito dinamico causato dai numerosissimiplanetesimi. La Terra pertanto sarebbe stata proiettata su un’orbita eccentrica a causadell’impatto e successivamente tale orbita sarebbe stata rimodellata dall’attrito sopramenzionato, riducendo man mano l’eccentricità e l’inclinazione orbitale. Una primaconseguenza di un tale scenario è rappresentata dall’origine della fascia principale(gli asteroidi), argomento molto dibattuto in ambito accademico. Vediamo i dettagli.La massa totale della fascia principale è Mbelt ≈ (18 ± 2) · 10−10 M⊙ (masse solari), ilche significa Mbelt ≈ (3, 6 ± 0, 4) · 1021 Kg [52] (un valore pari a circa un quarto dellamassa di Plutone). Una massa decisamente ridotta se confrontata con l’attuale massaterrestre, ma si deve tener presente che tale valore rappresenta solo una frazione dellamassa totale originaria della fascia principale. Infatti secondo le ricerche più recenti,basate su numerose simulazioni del Modello di Nizza, la massa complessiva inizialedella fascia principale sarebbe stata di circa 2, 1 M⊕, cioè Mp-belt ≈ 1, 3 · 1025 Kg [53].Inoltre lo studio dimostra che gli effetti dovuti alle risonanze dei giganti Giove e Sa-turno, non sono sufficienti per giustificare la perdita di massa della fascia principale.Anche considerando l’eccitazione dinamica causata da eventuali embrioni planetariformatisi all’interno della fascia, la perdita di massa resta ancora 10-20 volte inferiorerispetto a quanto necessario per spiegare l’attuale valore [53]. Risulterebbe necessarioinfatti un secondo evento di espulsione materiale, causato dalle lente migrazioni deigiganti gassosi dopo circa 600 milioni di anni (dato ipotetico per giustificare il LHB).L’aspetto interessante è che Giove non avrebbe raggiunto la sua attuale massa primadi 3-5 milioni di anni dopo la CAI (inclusione ricca di calcio e alluminio) [54], in ac-cordo inoltre con lo studio sulle particelle della cometa Wild 2 effettuato dall’Hawai’iInstitute of Geophysics and Planetology [55]. Considerando che Marte avrebbe raggiun-to circa metà della sua dimensione attuale in un tempo τ ≈ (1, 8+0,9

−1,0) · 106 anni [56],è molto probabile che la forza gravitazionale di Giove non avrebbe potuto interferiredurante la fase di accrescimento della fascia principale. Infatti secondo altri studi lapopolazione primordiale di asteroidi con diametro inferiore a 1.000 Km, sarebbe sta-ta circa 150 volte maggiore di quella attuale e Giove si sarebbe formato 1-10 milionidi anni dopo che questa popolazione asteroidale venne eccitata dinamicamente dallapresenza di embrioni planetari [57] [58]. Ciò indica che la fase di accrescimento dellafascia principale si sarebbe conclusa almeno un milione di anni prima che Giove rag-giungesse la sua attuale dimensione. Quindi lo scenario della formazione di un pro-topianeta roccioso massiccio nella fascia principale, non risulta affatto improponibile.

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Un aspetto piuttosto interessante emerso dall’analisi sempre più accurata della fasciaprincipale, è il curioso rilevamento di asteroidi basaltici. Il basalto è un materiale checompone gran parte della crosta terrestre e dei pianeti interni, afferma René Duffard

dell’Institute of Astrophysics of Andalusia in Grenada, esso indica che una volta il corpoera abbastanza grande da sostenere il riscaldamento interno. Il secondo asteroide piùmassiccio della fascia principale è basaltico: Vesta (Figura 20a). Infatti si pensava chetutti gli asteroidi contenenti basalto fossero frammenti di Vesta, ma sono stati scopertialtri asteroidi, come (1459) Magnya, che hanno una composizione chimica lievementedifferente e di conseguenza non deriverebbero, quasi sicuramente, dal corpo 4 Vesta.

(a) Planetoide 4 Vesta e frammenti. (b) La nostra Luna.

Figura 20: Fotografie del planetoide Vesta (NASA/JPL) e della Luna (NASA/GSFC).

Inoltre la scoperta di due nuovi asteroidi basaltici con spettroscopia e caratteristichedinamiche molto simili, (7472) Kumakiri e (10537) 1991 RY16, rende molto plausibilel’ipotesi della stessa origine da un corpo genitore più massiccio [59]. Grazie alla mis-sione Dawn sono state fatte scoperte del tutto inaspettate, infatti i dati raccolti in circadieci mesi di osservazioni forniscono chiare indicazioni sulla natura protoplanetesi-male di Vesta, dimostrando che si tratta in realtà di un corpo celeste che ha subito unprocesso di differenziazione analogamente ai pianeti rocciosi, con un nucleo di ferroformatosi sin dai primi giorni del sistema solare. Ciò è quanto dichiarato dall’AgenziaSpaziale Italiana, a seguito dello studio pubblicato sulla rivista Science [60], in pienoaccordo con una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters [61].A rafforzare questa ipotesi una nuova scoperta frutto dell’analisi del meteorite AllanHills A81001, rinvenuto in Antartide nel 1981. Tale meteorite evidenzia una magnetiz-zazione residua che indica, al momento della sua formazione, l’intensità del campomagnetico superficiale di Vesta, pari a ∼ 12 µT (sulla Terra oscilla tra 30 e 50 µT) [62].Questo eccezionale risultato dimostra che anticamente Vesta possedeva un nucleometallico liquido il cui moto produceva un campo magnetico (similmente alla Terra).

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Il basalto, una struttura interna stratificata, un nucleo che anticamente generava uncampo magnetico, sono tutti elementi che rendono piuttosto plausibile l’ipotesi che 4Vesta sia in realtà il residuo di un corpo celeste più massiccio. Naturalmente si trattasolo di un’ipotesi, che in ogni caso poggia su argomentazioni concrete come quelleappena discusse. Per di più, altra sorpresa, è stata riscontrata una forte presenza dicomposti volatili su Vesta, in particolare quelli contenenti idrogeno! “È sorprenden-te perché Vesta è un asteroide basaltico, su cui le temperature sono molto elevate”commenta Maria Cristina de Sanctis dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spazialidi Roma, coautrice dello studio basato sullo spettrometro VIR [63]. Indubbiamente èstata una scoperta inaspettata, ma considerando che la snow line passa proprio nellafascia principale, non è da escludere che questi elementi possano essere stati raccoltidurante la fase di formazione nella zona di confine tra la regione arida e quella ghiac-ciata. L’ipotesi che va per la maggiore è quella della consegna dei composti volatilida parte delle condriti carbonacee, che servirebbe anche a spiegare la presenza del-l’acqua sulla Terra. Non è ancora possibile stabilire quale delle due ipotesi sia quellacorretta, ma il punto in comune, se vogliamo, è la provenienza dell’acqua dalla fa-scia principale, come suggerisce lo studio guidato da Conel Alexander della CarnegieInstitution di Washington e non, come creduto finora, dal sistema solare esterno [64].

(a) Pianeta Terra (vista oceano Atlantico). (b) Pianeta Terra (vista oceano Indiano).

Figura 21: Il Geoide più accurato mai realizzato grazie ai dati del satellite GOCE (ESA)[Per rendere visibili gli effetti in scala, il geoide è amplificato di 7000 volte].

È evidente che ci sono ancora molti misteri da risolvere prima di poter affermare concertezza quale sia l’origine della fascia principale, e allo stato attuale non è possibilesmentire né l’una né l’altra ipotesi. Come si evince dai risultati del progetto Gravityfield and steady state Ocean Circulation Explorer dell’ESA, il geoide del nostro pianetanon corrisponde a quella bella sfera bluastra che vediamo dallo spazio, bensì mostrauna superficie piuttosto irregolare (Figura 21). Sono questi i segni di un gigantescoimpatto da cui, secondo rivalutazioni recenti, sarebbe nata la Luna (Figura 20b) [65]?

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L’origine della Luna ha rappresentato, e rappresenta tutt’ora, un bel grattacapo pergli scienziati del settore. La teoria attualmente considerata la più probabile, grazie alcontributo di studi molto recenti con simulazioni al computer e analisi comparativetra i campioni di roccia lunari e terrestri, è quella della collisione con un corpo celestemassiccio. Matija Cuk e Sarah T. Stewart-Mukhopadhyay del Department of Earthand Planetary Sciences della Harvard University, affermano che se la Terra avesse avutoun moto di rotazione più rapido al momento dell’impatto con un corpo di ∼ 0, 1 M⊕,avrebbe avuto origine una nube di condensazione della Luna ben più miscelata e ingrado di dar conto della somiglianza geochimica tra Terra e Luna, mentre la risonanzadi evezione, dovuta alle interazioni gravitazionali fra il Sole, la Terra e la nuova Luna,avrebbe provocato una riduzione del momento angolare del sistema Terra-Luna [66].Uno studio parallelo di Robin M. Canup dell’Southwest Research Institute di Boulder,si basa sulla simulazione al computer di un gigantesco impatto tra due protopianetidi massa pari al 45% e al 55% di quella terrestre (Figura 24). Un impatto che avrebbeprodotto un pianeta con un disco protolunare della stessa composizione, ma ancheun momento angolare elevato (fino a 2, 5 volte quello che la Terra possiede oggi) [67].Un’ulteriore conferma arriva dall’analisi della composizione isotopica di elementi vo-latili nelle rocce lunari e nei meteoriti raccolti in Antartide. Grazie all’utilizzo di unospettrometro di massa di ultimissima generazione i gruppi di ricerca della ScrippsInstitution of Oceanography della UC San Diego e della Washington University di St.Louis, hanno scoperto che il suolo lunare è fortemente impoverito di Zinco. Questoindicherebbe un evento di evaporazione su scala planetaria: “C’è bisogno di un qual-che tipo di evento di fusione totale della Luna per fornire il calore necessario per farevaporare lo zinco”, ha osservato James Day del Scripps Institution of Oceanographydella UC San Diego [68]. Siffatti isotopi volatili più leggeri non avrebbero preso parteall’aggregazione del materiale lunare, dopo essere stati liberati dall’impatto. Questasembra essere l’ipotesi più probabile per spiegare la carenza di questi isotopi dallacomposizione delle rocce lunari, al contrario di quelle terrestri dove tali isotopi sonopresenti in quantità più elevata. Ulteriore conferma della Teoria dell’Impatto Gigantearriva dalla recentissima e molto dettagliata mappa del campo gravitazionale lunare(Figura 22), grazie alla missione GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory)della NASA. Uno degli aspetti più importanti emersi dall’analisi dei dati raccolti èl’inaspettata sottigliezza della crosta lunare: 34-43 Km (rispetto ai 50-60 Km previsti).“Con questo spessore della crosta la composizione di massima della Luna è simile aquella della Terra. Ciò supporta i modelli secondo i quali la Luna trasse origine damateriali terrestri che furono espulsi nel corso di un gigantesco evento di impatto, nel-le epoche iniziali della storia del sistema solare”, afferma M. Wieczorek dell’Institutde Physique du Globe di Parigi [69]. D’altro canto uno studio condotto dalla NASA suun campione di roccia lunare di origine vulcanica (cod. 74220), raccolto durante lamissione Apollo 17 nel 1972, ha permesso agli scienziati di stimare la quantità d’ac-qua presente nel mantello lunare: 615-1410 ppm! Una quantità 100 volte superioredi quella stimata in precedenza [70]. Le rocce vulcaniche tendono a includere in esse,all’interno di microstrutture cristalline, alcuni elementi volatili, tra cui l’acqua, e con

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analisi molto sofisticate (nel caso specifico con microsonde a ioni) è possibile ricavarela quantità d’acqua presente nel suolo lunare. Secondo la teoria dell’impatto l’acquadovrebbe essersi dissolta quasi completamente durante lo scontro, mentre i risultatimostrano una quantità simile a quella presente nella crosta terrestre (500-1000 ppm).

Figura 22: La mappa gravitazionale lunare più accurata mai realizzata (NASA).

Inoltre la quantità di ossido di ferro (FeO) presente nella massa lunare è del 13% (18%per Marte e 8% per Terra). L’elevato contenuto di ossido di ferro, afferma S.R. Taylor

del Dipartimento di Fisica Nucleare dell’Australian National University, implica che ilmateriale proto-lunare proverrebbe da una qualsiasi ma piccola frazione del mantelloterrestre [71]. Tenendo conto di tale dato, se il materiale da cui avrebbe avuto originela Luna proviene dall’altro corpo in collisione, dovremmo avere riscontro di elevatequantità di elementi siderofili, al contrario ne sono state rilevate quantità minime [72].Come abbiamo visto anche la teoria più gettonata presenta dei punti oscuri, la Lunapotrebbe essersi formata per aggregazione vicino alla proto-Terra, come riformulatorecentemente da P. Noerdlinger della Saint Mary’s University di Halifax, proponendoun’espansione della Teoria dell’Accrescimento. Secondo lo scienziato infatti il nucleoferroso della Luna sarebbe stato strappato via dalla gravità terrestre poco dopo la suaformazione, lasciando un satellite povero di ferro orbitante intorno alla Terra [73]. Aquesto punto risulta chiaro quanta strada ci sia ancora da fare prima di poter esclude-re ogni altra ipotesi. In conclusione è assolutamente possibile l’ipotesi secondo cui laLuna si sarebbe formata dallo stesso disco di accrescimento della super-Terra Tiamat(considerando anche le dimensioni eccessive per la Terra), nella zona della snowline edell’attuale fascia principale (questo sarebbe in accordo anche con l’elevata presenza

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d’acqua nel mantello lunare). A seguito di un evento cosmico la super-Terra sarebbeentrata in collisione con un corpo estraneo e sbalzata su un’altra orbita più interna,assestandosi per mezzo dell’attrito esercitato dal disco proto-planetario formandol’attuale pianeta Terra. La Luna a causa della collisione avrebbe perso il legame gra-vitazionale con Tiamat, assumendo un’orbita eliocentrica (come quella di un pianeta).L’ambiente caotico del sistema solare in formazione potrebbe aver portato la Luna inprossimità della nuova orbita terrestre, entrando nel suo campo gravitazionale e for-mando l’attuale sistema Terra-Luna (Teoria della Cattura). Lo scenario della catturagravitazionale è fisicamente possibile, ma le probabilità che vengano a crearsi le con-dizioni necessarie perché un simile evento possa verificarsi, soprattutto considerandole masse in gioco, sono piuttosto scarse. Un sistema di cattura a tre corpi (Sole, Ter-ra e Luna) risulta dinamicamente impossibile tenendo conto della sola interazionegravitazionale, tuttavia è necessario considerare che al momento dell’evento i proto-pianeti si trovavano immersi nella nebulosa solare, pertanto la sfera di Hill della Terrasarebbe stata riempita dai gas interplanetari formando una densa ed estesa atmosfe-ra primordiale. Come spiega K. Nakazawa del Dipartimento di Scienze Planetarie alTokyo Institute of Technology, tale atmosfera avrebbe dissipato l’energia cinetica dellaLuna la cui orbita, secondo i calcoli effettuati, sarebbe diventata quasi circolare intempi molto brevi [74] (lo scenario è simile a quello che potrebbe essere accaduto allaTerra all’interno della nebulosa solare). I risultati hanno mostrato che un planetesimodi massa lunare potrebbe rimanere intrappolato nella sfera di Hill terrestre con unaprobabilità piuttosto alta (grazie inoltre all’effetto stabilizzante delle forze di marea).

(a) Raffigurazione in scala tra Terra e Luna. (b) Raffigurazione in scala tra Giove e Ganimede.

Figura 23: Il sistema Terra-Luna e Giove con il satellite maggiore Ganimede (NASA).

Pertanto allo stato attuale delle nostre conoscenze scientifiche, l’ipotesi dell’originelunare per aggregazione e successivamente per cattura non può essere esclusa, sebbenesia uno scenario singolare. In fondo anche l’origine della vita nel sistema solare lo è!

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Figura 24: Gentile concessione del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado.

Simulazione di una collisione decentrata a bassa velocità di due protopianeti con una massa uguale al

45% e al 55% di quella della Terra. La scala dei colori indica la temperatura delle particelle in Kelvin,

con temperature che vanno da 2.000 K (blu) al di sopra dei 6.440 K (rosso). Dopo l’impatto iniziale, i

protopianeti tornano a collidere, si fondono e formano un pianeta di massa terrestre in rapida rotazione

circondato da un disco protolunare di circa tre masse lunari povero di ferro. La composizione del disco

e del mantello terrestre finale differiscono per meno dell’1% (Southwest Research Institute di Boulder).

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conclusione : oltre la fascia di kuiper

Non si ferma l’esplorazione del sistema solare. Il noto astronomo Rodney Gomes delNational Observatory del Brasile, ha esposto i risultati del suo complesso modello [75](con sofisticati calcoli eseguiti al computer) ideato per spiegare le anomalie dei corpitrans-nettuniani (come Sedna ed Eris) al Meeting dell’American Astronomical Society.Generando non poco stupore tra i colleghi, ha affermato singolarmente quanto segue:

Citazione 8.1: Rodney Gomes

Un pianeta quattro volte le dimensioni della Terra potrebbe orbitare ai confinidel nostro Sistema Solare interno, oltre l’orbita di Plutone. Troppo distante peressere rilevabile con telescopi da terra, il pianeta non ancora osservato potrebbeessere gravitazionalmente attratto dai piccoli oggetti ghiacciati che si trovanooltre Nettuno, quelli che vengono in genere chiamati oggetti trans-nettuniani [...]

Solo qualche anno fa queste ricerche erano ritenute pura idiozia, eppure oggi sem-brano avere un valore decisamente diverso, soprattutto grazie al merito di scienziatiche si sono dedicati seriamente alla ricerca anche nei settori più rischiosi della scien-za, come Rodney Gomes. Sicuramente serviranno ulteriori studi e approfondimenti,come prevede il giusto approccio scientifico che Gomes sta rispettando perfettamen-te. Il suo modello tuttavia, a detta dei presenti alla conferenza, sembra essere moltoconvincente e se dovesse essere confermato da ulteriori verifiche, verrebbe coronatodalla scoperta di un nuovo mondo! La verifica potrebbe arrivare presto, come spiegail Prof. Lorenzo Iorio [76]. Precisamente la sonda spaziale New Horizons in viaggioverso Plutone, che dovrebbe raggiungere nel 2015, potrebbe essere sfruttata per rile-vare l’influenza gravitazionale di un corpo massiccio situato oltre l’orbita di Plutone.Grazie a uno strumento a bordo della sonda (REX) con funzionalità di radiometro,l’accuratezza dell’intervallo di rilevamento dovrebbe essere migliore di 10 m (1σ) finoa 50 UA di distanza; mentre dovrebbe essere possibile misurare la velocità Dopplercon un’accuratezza migliore di 0, 1 mm/s. Questo permetterebbe di stabilire un limi-te inferiore per la distanza di un corpo trans-nettuniano massiccio, in base alla suamassa e quindi agli effetti gravitazionali che produrrebbe sulla sonda. Secondo i cal-coli di Iorio un corpo di 0, 7 M⊕, in accordo anche con l’ipotesi di Gomes, dovrebbetrovarsi a una distanza minima di 4500 UA (o anche più, a seconda della geometriaorbitale) per non sortire effetti rilevabili sulla sonda; mentre una nana bruna di 5 M

X

(masse gioviane) potrebbe trovarsi a non meno di 60000 UA (9 mila miliardi di Km)!Naturalmente se non dovessimo misurare effetti sulla sonda, difficilmente potremosperare in un rilevamento diretto (nettamente al di là delle nostre attuali possibilità).Secondo le informazioni di Sitchin, Nibiru si troverebbe attualmente a ∼ 452 UA dalSole e di conseguenza dovrebbe essere rilevabile dalle influenze gravitazionali cheagirebbero sulla sonda New Horizons. Tuttavia abbiamo osservato come la descrizio-ne di Nibiru esposta da Sitchin sia inconciliabile con le leggi della meccanica celeste,inoltre abbiamo anche evidenziato come Nibiru sia in realtà un luogo nel cielo e nonun vero e proprio pianeta. Un dato importante è che la massa del pianeta di Marduk

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potrebbe essere molto più contenuta del previsto, come osservato nell’ipotesi cosmo-logica dell’Enûma Eliš. Questo aspetto potrebbe corrispondere con una delle ipotesiclassiche dell’esistenza del Piantea X: un pianeta di roccia e ghiaccio con massa pari a0, 7 M⊕, semiasse maggiore di 100-175 UA e inclinazione di 20-40 [77] [78]. Valori chepotrebbero rappresentare l’orbita del pianeta di Marduk conseguentemente allo sce-nario cosmico con Tiamat e alle altre interazioni gravitazionali con i corpi del sistemasolare. Infatti il cosiddetto luogo dell’attraversamento potrebbe indicare quella regionedel cielo dove in tempi remoti (con il sistema solare ancora in formazione) transitò ilpianeta invasore. Il periodo di rivoluzione di 3600 anni non è un valore riconducibileall’interpretazione cosmologica dell’Enûma Eliš, ma Sitchin congettura questo datoricavandolo indirettamente da un insieme di elementi (ex. lo Shar principale unità dimisura sumerico-babilonese ha valore 3600). Pertanto il celebre Pianeta degli Dèi nonavrebbe più a che fare con il sistema solare interno da molto tempo, tuttavia l’ipotesidella presenza di un corpo al di là della fascia di Kuiper risulta decisamente probabile.

Figura 25: Rappresentazione artistica di 136199 Eris distante ∼ 67 UA (NASA).

L’eccitazione orbitale complessiva alla distanza di 40-50 UA e il brusco troncamentodella fascia di Kuiper intorno alle 48 UA, sarebbero le prove dell’azione perturbatricedel planetoide risalente ai primi milioni di anni dopo la formazione dei pianeti delsistema solare, afferma P. S. Lykawka della Faculty of Social and Natural Sciences allaKinki University e coordinatore del gruppo di ricerca, insieme a T. Mukai professoreemerito della Kobe University dove ha diretto il Centre for Planetary Sciences. Quindinon resta che aspettare l’arrivo di New Horizons a destinazione (Plutone) e verificareeventuali effetti perturbativi, i quali ci permetterebbero di avere quasi la sicurezzadell’esistenza o meno di un altro pianeta nel nostro sistema solare. I valori ipotizzatiinoltre bene si accordano con la massa più contenuta per il pianeta di Marduk, dedottadalla nuova lettura in chiave astronomica dell’Enûma Eliš. Credere o non credere haben poco significato, aspettiamo un riscontro fisico e arriveremo alla conclusione.

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Lasciamo che il futuro dica la Verità, e giudichiamo ciascuno secondo la propria opera e gli obiettivi.Il presente è loro; il futuro, per il quale ho realmente lavorato, è mio.

Data di pubblicazione: 21 marzo 2013

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