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5/22/2018 I tumuli sacri di Thurii
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Questa storia comincia nel1879, agli albori dellarcheo-logia
italiana. LingegnereFrancesco Saverio Cavallari,
su impulso della Direzione Generale
dei Musei e degli scavi, iniziava una se-rie di campagne di
scavo sistematichenei territori dellantica Magna Grecia.La vicenda
raccontata nei dettagli dalbel libro di Angelo
Bottini,Archeologia
In apertura,Ade e Persefone in trono, da Lo-cri, 470 a.C. circa,
Museo Nazio-nale di Reggio Calabria. Nella pa-gina seguente, in
alto la piana diSibari, con lo sfondo delle Monta-gne di Orsomarso,
in basso Cori-gliano Calabro.
LUOGHI DI ENERGIA
Una serie di tumuli che si ergevano nel sito dellantica Thurii,
scavati al-la fine dellOttocento, ci hanno restituito alcune
sepolture misteriose.Chi erano gli individui venerati in quelle
tombe sacre?
di Alessandro Coscia
I Tumuli Sacri
di Thurii
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della salvezza. Lo scopo dichiara-to delle ricerche era quello
di in-dividuare i siti di due celebri cittgreche dItalia: Sibari,
antica fon-dazione achea distrutta dalla riva-le Crotone nel 510
a.C., e la colo-nia panellenica di Thurii, co-struita sulle rovine
della prima
nel 444 a.C.Come capitato spesso nella sto-ria dellarcheologia,
lobiettivoreale non fu raggiunto (lidentifi-cazione corretta del
sito sarebbeavvenuta solo nel 1932), ma ci siimbatt in una scoperta
per mol-ti versi straordinaria. Cavallari fuattirato da alcune
alture - dette neldialetto locale timponi - che sistagliavano sulla
riva meridionaledel fiume Crati, nellodierno comune di
Corigliano
Calabro. Un primo sondaggio in uno dei timponi,per, non diede
alcun esito. Nonostante tutto, Caval-lari era convinto dellorigine
artificiale di quelle colli-ne. E i fatti gli diedero ragione: al
secondo tentativo,fatto in corrispondenza del timpone Paladino,
loscavo rivel che si trattava di un elevato non naturale,costruito
in relazione a una sepoltura, ormai vuota.
Il timpone grandeI lavori al timpone Paladino furono dunque
interrot-ti e ci si concentr su una altura detta Timpone gran-de:
una collinetta con un diametro alla base di m.28 circa [] alta fino
al vertice metri 8,00. Cavallari
realizz al Timpone grande unindagine esemplaresotto il profilo
metodologico considerata lepoca -con unattenzione minuziosa per la
sequenza strati-grafica. Furono cos rilevati dodici strati (alcuni
deiquali restituirono frammenti di ceramica decorati a fi-gure
rosse e altri a vernice nera, databili tra V e IV se-colo a.C.) pi
un tredicesimo, sottile, composto di ce-nere mista a carbone e ad
una materia filacciosa, co-me fibre di legno semibruciato. Dopo
vari tentativi eun allargamento della trincea di scavo a partire
dallasommit, si arriv infine alla tomba. La sepoltura con-teneva i
resti di uno scheletro con tracce di cremazio-
ne, ma ancora riconoscibile sia nelle sue parti anato-miche che
nellorientamento. Un lenzuolo bianco(quasi intatto ma ridotto
fragilissimo) copriva quelche rimaneva del cadavere. I frammenti di
legno, conchiodi e pezzi di ferro ossidati, sembrano indicare
pe-raltro che il corpo fu inumato in una cassa. Sul pettodello
scheletro furono rinvenuti alcuni oggetti integri,in seguito
scomparsi in circostanze poco chiare (tuttoil corredo fu trasferito
al museo di Reggio, dove se nesono perse le tracce): due placche in
argento, decora-te con la figura di una testa femminile,
probabilmen-te elementi decorativi di vesti o di una corazza
incuoio; un ago crinale in ferro, il cui uso non fu com-preso dagli
scavatori, ma che pu essere identificatocon uno stilo, come
vedremo. Infine, il rinvenimentopi importante, per fortuna giunto
fino a noi: vicinoalla testa del defunto, oltre ad alcune
placchette che
dovevano far parte di una corona aurea, si raccolta
una laminetta doro purissimo, larga mill. 23, ripiega-ta sei
volte. Un esame pi accurato rivel che nellaprima piegatura della
stessa era contenuta una la-minetta pi piccola, egualmente di oro,
larga mill. 15,ripiegata quattro volte. Il testo della lamina pi
gran-de rappresenta ancora un rompicapo per gli studiosi:un
miscuglio di termini comprensibili e di parole sen-za apparente
senso. I termini intellegibili sono: AProtogono alla Terra Madre, a
Cibele, a Kore (figlia)di Demetra Zeus, Aria, Sole, Fuoco che
conquistatutto (attraverso tutte le citt) Fortuna e Fanes, Moi-re
che tutto ricordate. Tu, o demone glorioso Padreche tutto domini
compensazione Aria, Fuoco, Ma-
dre, Nesti, notte, giorno... Digiunando per sette gior-ni, Zeus
che tutto vede, sempre, Madre, ascolta lamia preghiera Bei
sacrifici Sacrifici Demetra, Fuo-co, Zeus, la sotterranea Kore Eroe
Luce nel cuorealla Madre Kore Terra Aria nel cuore. La natu-ra
enigmatica (in senso letterale) di questo scritto ap-pare evidente
se si esamina il testo originale, in greco,qui riportato con le
parole comprensibili trascritte inminuscolo (vedi figura). Nella
generale e voluta oscu-
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In alto,il timponegrande di
Thurii(sezione).
Al centro,piana di Si-
bari, localiz-zazione de-gli scavi diCavallari eFulvio del
1879-1880.In basso,
piana di Si-bari, uno deitimponi an-cora visibili(da Angelo
Bottini,Archeologia
della
salvezza).
rit emergono in maniera esplicita
i rimandi alle divinit Demetra eKore, titolari dei Misteri di
Eleusi,a Zeus, alla Grande Madre Cibelee a divinit ricorrenti nelle
cosmo-gonie orfiche: Protogono e Fanes(spesso sovrapponibili in
ununicafigura). Si giustamente parlato diencryption: una
composizionedi lettere disposte in modo da ce-lare le parole sacre
riservate agli ini-ziati. In altri termini, una sorta
dipuzzlesimile a quelli che oggi sitrovano nelle riviste
enigmistiche,
in cui il lettore deve identificare pa-role dotate di
significato in mezzoa una massa di lettere apparente-mente
incoerenti. La laminetta in-terna, pur nel suo linguaggio
allu-sivo, risulta invece pi comprensi-bile. Ma non appena lanima
ab-bandona la luce del sole, verso de-stra (procedi), serbando ogni
pre-cetto dentro te. Rallegrati, tu chehai provato questesperienza,
nmai prima la provasti. Da mortale
sei divenuto dio. Capretto cadestinel latte. Rallegrati,
rallegrati, tu
che procedi a destra verso i prati
sacri e i boschi di Persefone.Le sepolture delTimpone
piccoloPochi giorni dopo le scoperte nelTimpone grande, Cavallari
dispo-se lo scavo di un altro cono, dettoTimpone piccolo di Favella
dellaCorte, situato ad Occidente e di-scosto circa met. 265 dal
Timpo-ne grande. Il tumulo misurava 18metri di diametro e 5 di
altezza.Purtroppo questa seconda campa-
gna archeologica, affidata ben pre-sto ad un altro responsabile,
linge-gnere L. Fulvio, fu condotta in ma-niera meno accurata della
prece-dente e i dati di scavo non furonoregistrati in maniera
impeccabile.
In ogni caso, furono recuperate tretombe a cassa: accanto alla
manodestra degli scheletri cerano altret-tante laminette doro,
datate allamet del IV secolo a.C. Riportia-mo il testo delle prime
due (la ter-za simile alla seconda): Vengopura dai puri, o regina
dei mortiEukls, Eubuleus e voi altri deiimmortali: ch io dichiaro
di ap-partenere alla vostra stirpe beata.Mi soggiogarono con il
fulmine la
Moira e il lanciatore di folgori evolai via dalla ruota dolorosa
e gre-ve di patimenti, e salii con i piediveloci sullagognata
corona e ripa-rai in grembo allinfera padrona ediscesi dalla
desiderata corona coni piedi veloci O beato e fortuna-tissimo,
sarai dio invece che mor-tale! Capretto caddi nel latte.Vengo pura
dai puri, o regina deimorti Eukls, Eubuleus e voi altridi demoni:
ch io dichiaro di ap-partenere alla vostra stirpe beata, e
pagai la pena di azioni per nullagiuste, che mi soverchiasse la
Moi-ra o il bagliore delle folgori E orasono giunto supplice presso
Per-sefone santa, perch benevola mimandi alle sedi dei puri.
I tumuli degli iniziatiIl tumulo una struttura funerariache, nel
mondo greco, legata aben precise valenze simboliche: unsoros
(tumulo, in greco) fu erettonel luogo dove vennero cremate leceneri
degli ateniesi morti nellabattaglia di Maratona contro i Per-
I TUMULI SACRI DITHURII
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siani (490 a.C.). Tumuli furono innalzati per conser-vare le
spoglie di sovrani e celebrarne la memoria (Ni-cocreonte, re di
Cipro, o le tombe della dinastia ma-cedone, a Vergina). Dunque, una
sepoltura che si col-loca sotto il segno della celebrazione eroica
di undefunto, che lo colloca in una dimensione superu-
mana. Nel contesto iniziatico, la valenza politico-ce-lebrativa
diventa religiosa: il termine eroe muta cam-po semantico direbbero
i linguisti e designa il my-stesche ha seguito le corrette pratiche
rituali, che hamutato lessenza interiore e diviene, dunque,
eroe.Una lamina doro, rinvenuta a Petelia (in Calabria),sancisce
questo destino, per liniziato: e tu regneraisugli altri eroi. E in
questo ambito abbiamo dei con-
fronti: un tumulo circolare del diametro di 14 metri,scavato a
Kallatis (sulle sponde del Mar Nero, in Ro-mania), negli anni 60,
restitu il corpo di un uomo,avvolto in un semplice lenzuolo. Sul
capo, linumatoaveva posato una corona metallica a intreccio di
ramie nella mano sinistra un rotolo di papiro iscritto, pur-troppo
irrimediabilmente corrotto dopo lapertura.Nel terreno circostante,
quattro vasi riconducibili adatti di culto praticati dopo la
tumulazione, come neltimpone grande. Anche la datazione (inizi del
IV
secolo a.C.) accomuna la sepoltura di Kallatis a quel-la di
Thurii. Ma le tombe pi famose tra gli studiosidi orfismo sono le
due scoperte a Derveni, in Ma-cedonia, che contenevano i resti
incinerati di due in-dividui, conservati in crateri (uno dei quali
lo splen-dido vaso in bronzo dorato con scene dionisiache):una
sepoltura ci ha restituito, tra i vari elementi delcorredo, un
contenitore con un oggetto metallico, in-terpretabile come uno
stilo e una corona a foglie do-ro; laltra, i resti, scampati alla
cremazione, di un pa-piro detto papiro di Derveni, che contiene un
im-portantissimo commentario filosofico a un poemaorfico che ha pi
di un punto di contatto con il testocriptato del Timpone grande.
Questa ricognizione disepolture iniziatiche ci aiuta a tentare
uninterpreta-zione pi approfondita dei tumuli di Thurii. Il
mi-sterioso individuo sepolto nel timpone grande fusottoposto a una
semicremazione. Questo procedi-
mento rituale rivela lappartenenza a unlitee si ac-corda con il
modello mitologico e religioso dellamorte per folgorazione, evento
che divinizza la vitti-ma e che qui, forse, fu riprodotto
artificialmente, eli-minando col fuoco la parte corruttibile del
cadavere.Liniziato di Thurii fu onorato, come un eroe divino
(da uomo sei diventato dio, dice la laminetta che loaccompagna
nellAde), in occasioni anche successivealla sua tumulazione. Come
scrive Burkert: con sa-crifici ripetuti, fatti con enormi fuochi e
oblazioni,questo tumulo sar cresciuto pian piano. Gli og-getti
parlanti (il cosiddetto ago metallico, che a que-sto punto conviene
chiamare stilo, e le lamine iscrit-te) che componevano il suo
corredo funebre ci dico-
no che la scrittura aveva un con-notato sacro fondamentale
perquesto individuo.
Lindovino atenieseChi era dunque questo personag-gio, mistico e
intellettuale, proba-bilmente autore o commentatoredi hieroi logoi
(libri sacri), ope-rante e vivente a Thurii, tra la finedel V e
linizio del IV secoloa.C.? Le fonti antiche come hasuggerito Walter
Burkert - ci par-lano di un individuo il cui iden-tikit si avvicina
alle caratteristicheche abbiamo appena tratteggiato:Lampon,
uninteressante figura dimantis (indovino e profeta) ate-niese per
nascita, legato ai sacer-
doti eleusini ma vicino anche allorfismo. Il nostromantisfu
proprio uno degli ecisti (fondatori ufficiali)di Thurii, a capo dei
coloni che si installarono in Ma-gna Grecia nel 444 a.C. Nonostante
Platone paro-diasse queste figure di mistici indovini che, nella
Re-pubblica, ci descrive capaci di persuadere citt inte-re
presentando cataste di libri di Orfeo e di Museo,sotto il velo del
mistero e dei travisamenti delle fontiantiche, sembra di scorgere
la presenza e lazione di fi-gure iniziatiche che facevano
proselitismo in vari cen-
tri del mondo greco antico. Un particolare pu suo-nare strano:
se Lampone fu venerato come eroe fon-datore di Thurii, perch il suo
sepolcro non fu collo-cato al centro della citt, nel cuore
politico-religiosodella comunit, come attestato per altri sepolcri
dieroi fondatori di colonie? Il contesto topografico sem-bra invece
segnalarci la volont da parte dei defuntidei timponi di
distinguersi, almeno in senso simboli-co, dal resto del corpo
civico.
La ruota, la corona, il grembo della deaLe formule sacre che
leggiamo nei testi delle lamine,dettate agli scribi (o scritte
direttamente) dagli iniziati,facevano probabilmente parte di un
repertorio piampio che veniva selezionato di volta in volta. Da
qui,per noi, lermetismo di testi appartenenti alle cose
in-dicibili, che sfruttavano il procedimento dellespres-sione
enigmatica e avevano come riferimento riti di
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In pagina,
lamina dorodal timponegrande diThurii, Museo
ArcheologicoNazionale diNapoli.
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In alto,lamina dorodal timpone
piccolo diThurii, Mu-seo Archeo-
logicodi Napoli.In basso,
lamina dorodi Thurii,
prima metIV secolo
a.C. (MuseoArcheologi-co di Napo-
li).
cui quasi tutto ci sfugge. chiaro
per laggancio al momento dellamorte e a una cerimonia
funebre,celebrata da sacerdoti e praticantidel culto: il miste
dichiara di veni-re al cospetto di Persefone e svela lacausa della
morte: mi soggiogaro-no con il fulmine la Moira e il lan-ciatore di
folgori. Non ci si riferi-sce, qui, ad un evento reale (anchese c
chi ha pensato che i defuntidei timponi fossero individui ucci-si
da un fulmine vero e per questo
sacralizzati), ma allo schema sim-
bolico della morte del corpo tra-mite il fuoco, porta
privilegiata ver-so limmortalit e leroizzazione.Lanima, quindi,
pronuncia unafrase suggestiva: Volai via dallaruota (o dal cerchio)
dolorosa egreve di patimenti. Questo sim-bolo condensa una serie di
signifi-cati, tutti attestati in antico: il cir-colo della vita
umana, la ruota del-la sofferenza (e della tortura), maanche il
ciclodelle migrazioni del-
lanima (Erodoto, Diogene Laer-zio). Ed su questultimo valoredel
termine che ci si deve soffer-mare: chi parla non vuol
semplice-mente (e banalmente) dire di avercessato di vivere.
Liniziato, in aper-
tura, ha appena dichiarato di ve-nire puro dai puri, formula
ritua-le che designa lo status raggiuntodal miste, tramite lascesi
perse-guita non solo da lui stesso ma an-che dai suoi genitori,
siano essibiologici o rituali, come scrive lostudioso Franco
Ferrari. La purez-za mistica era strettamente connes-sa alla
liberazione dal ciclo dellenascite, un ciclo che appunto do-loroso
e greve di patimenti (cos
come dolorosi sono definiti isentieri della vita da
Empedocle,filosofo che sicuramente ebbe con-tatti con circoli e
dottrine misteri-che). Ritengo che i puri (in grecokatharoi, da cui
i Catari medioeva-li) fosse uno dei termini con cui gliappartenenti
a questa comunit siautodefinivano. Uniscrizione rin-venuta a Cuma
(colonia fondatadai Greci dellEubea), sulla lastradi una tomba del
V secolo a.C., cisvela forse il nome di unaltra setta,
affine a quella di cui stiamo par-lando: non lecito seppellire
quichi non bebakcheumenos. I be-bakcheumenoi (in greco: coloroche
sono divenuti bakchos) eranoprobabilmente gli adepti di unacomunit
dionisiaca, che avevanoraggiunto la condizione di bak-chos, cio
avevano non solo speri-mentato lidentificazione col dio,ma vivevano
in modo tale che que-sto status fosse permanente. Con
orgoglio, questi iniziati, proclama-vano la loro diversit
sostanzialedagli altri, che si esprimeva anchenel divieto di
seppellire nella loronecropoli i non iniziati. Allo stessomodo, i
katharoidei timponi evi-denziavano la loro purezza e si fa-cevano
seppellire in un contestosimbolicamente (e topografica-mente)
distinto. Le parole delle la-mine auree sembrano riecheggiatee rese
in immagini in un dipinto diVan Gogh: nel quadro La rondadei
carceratiil pittore olandese ri-trae lora daria dei prigionieri
checamminano in circolo, metaforadellangosciante condizione uma-na,
del peso della vita, un cerchio
I TUMULI SACRI DITHURII
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doloroso e greve di patimenti. Il miste, dunque, sfuggito al
ciclo delle morti e rinascite, perch ormai dispensato dal pagamento
di azioni per nulla giuste,come scritto in una delle lamine. Quali
azioni? La
presenza di Dioniso, invocato col nome di Eubuleus(il
benevolente) tra i giudici a cui lanima si rivolge, cifornisce la
risposta: gli uomini, infatti, devono sconta-re la pena per loffesa
recata alla dea Persefone in unremoto passato, quando - co-me
scrive il poeta Pindaro - iTitani, progenitori degli uo-mini,
smembrarono suo fi-glio, il piccolo Dioniso. Lacircolarit accomuna
altreimmagini che ricorrono inquesti testi: larchetipo misti-
co del cerchio viene propostoalliniziato come immaginesu cui
meditare, da interio-rizzare a livello subliminale.Infatti, lanima,
rievocando lasua ascesi, dice: Salii con ipiedi veloci sullagognata
co-rona. La corona dove lani-ma arrivata , in antitesi colcerchio
doloroso della vitaumana, il luogo circolare do-ve hanno sede gli
dei Hades,Persefone e Dioniso (il regnodelloltretomba speculare
aquello terreno, che appun-to circolare, in quanto cir-condato dal
fiume Oceano).In questo gioco di specchi e
ribaltamenti, il regno infero bagnato dal fiu-me Stige (in greco
lOdiosa) diventa ago-gnato, cos come il terribile Hades
diventaEukles (Glorioso): qui si evidenzia la nettaopposizione
della concezione misterica del-la morte rispetto a quella
dellopinione co-
mune.Al sistema di segni rituali che gli iniziati uti-lizzavano
deve essere ricondotta anche la for-mula: Riparai (o mi immersi
nel) in grem-bo allinfera padrona. Qui il linguaggio mi-sterico
utilizza la metafora del kolpos(grem-bo). Nel greco antico,
rifugiarsi nel grembodi indica il gesto di protezione del
fanciul-lo che cerca riparo presso la madre e abbia-mo vari
riferimenti letterari: Thetis che acco-glie nel suo grembo Dioniso
ed Efesto, nel-lIliade; e lisola di Delo che prende nel
grembo il piccolo Apollo, in Callimaco. La-nima del miste compie
il gesto della suppli-ca, abbracciando le ginocchia di Persefone
eposando il capo nel suo grembo. Ma nel co-dice iniziatico il
grembo diventa simbolo co-smico della rinascita dellanima e,
ancorauna volta, nella dinamica del rovesciamento,Persefone, dea
dei morti, diventa dea di vita.E difficile infatti sfuggire alla
suggestione che
il rifugio nel grembo sia un ritorno allutero maternodella dea,
che prelude alla vera rinascita. Possiamo so-lo immaginare,
inoltre, la componente rituale che erasottesa a questo resoconto
della divinizzazione: nei
misteri del dio Sabazio, ad esempio, un serpente ve-niva fatto
scivolare lungo il grembo degli iniziati in ri-cordo dellingresso
di Zeus in forma di serpente nelcorpo della figlia Persefone, da
cui nacque Dioniso.
Il momento della rinascita seguito dal makarismos, laformula di
beatitudine pro-nunciata dalla dea e/o dalleanime dei beati (e, nel
rito,dallofficiante che imperso-nava la divinit o dal coro de-gli
iniziati). Ora il miste or-
mai beato e fortunatissi-mo, pronto a raggiungere glialtri
privilegiati. Questa con-dizione suggellata dalla for-mula:
capretto caddi nel lat-te, con cui lanima stessacommenta il nuovo
status. Lasequenza compare anchenella lamina del timponegrande,
alla seconda personae, in due lamine rinvenute aPelinna
(Tessaglia): Torobalzasti verso il latte / caprabalzasti verso il
latte /arietecadesti nel latte. Il miste di-venta capretto, toro,
ariete: so-no gli animali non solo sacria Dioniso, ma animali
con
LUOGHI DI ENERGIA
In alto,La ronda dei
carcerati, diVan Gogh,metafora delciclo dellereincarnazio-ni cui
sog-getta lani-
ma.In basso,il cratere diDerveni.
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In alto,il papiro diDerveni (fi-
ne IV sec.a.C.). il
pi anticopapiro orfi-
co cono-sciuto e
contiene ilcommenta-
rio a unpoemaorfico.
In basso,trascrizione
del testoinciso sulla
prima lami-na del tim-pone gran-de. In alfa-beto
grecominuscolo
i terminicomprensi-
bili.
cui il dio viene identificato e neiquali si tramuta, in vari
raccontimitologici. Liniziato dunque su-bisce una metamorfosi
analoga aquella del dio. Si conferma qui ciche emerso nella altre
testimo-nianze di culti misterici (vedi Fe-nix n. 35): liniziato
bakchos, co-me bakchos Dioniso. Il miste vi-ve dunque la medesima
esperien-za del dio, attinge al divino con lasua metamorfosi di
morte e rina-
scita, cos come Dioniso muore erinasce. Lo smembramento deldio
dunque il primo atto di unprocesso che si conclude con la
ri-composizione dellunit. Elemen-to integrante di questa rinascita
illatte, il latte della (dea) madre. Inun inno orfico, il Dioniso
ctonio(infero), dopo essere stato tramuta-to in capretto, si
risveglia nella casadi Persefone e viene accudito dalle
Ninfe, sue nutrici. Nel titolo del-linno si raccomanda la
libagionedel latte: il latte che sgorga dallecapre che pascolano i
prati di Per-sefone, o dal suolo stesso, la misti-ca bevanda che
scrive il poeta Si-monide permette al miste dicrescere nel nuovo
ambiente ol-tremondano, con le rughe spiana-te e la corona sul
capo, come lini-ziato del timpone grande. Siamodunque in presenza
di una ceri-
monia coerente e articolata, com-posta da un sistema di atti e
paro-le rituali che culminano con la ri-generazione del praticante.
Se duelamine, tra quelle di Thurii, pro-clamano la divinizzazione
del de-funto, le altre due invece si con-cludono con la supplica
del miste.Forse per queste due anime, la ga-ranzia di salvezza non
cera, per-ch toccate dalla morte quando il
loro status iniziatico non era anco-ra giunto al gradino
supremo.Non lo sapremo mai. Certo che,nella Thurii del V-IV secolo
(doverisiedette anche Erodoto, che scri-ve di culti orfici e
bacchici, acco-
munandoli a quelli egiziani e pita-gorici) viveva una comunit di
mi-sti devota a un culto esoterico -complesso e raffinato di
Deme-tra, Persefone e Dioniso. Il leaderdi questo culto locale fu
seppellitocome un dio e venerato nel corsodel tempo e il suo
sepolcro attir,con una dinamica centripeta, le se-polture di altri
misti. Larcheologianon ci ha lasciato testimonianzedirette di un
edificio cultuale di
Demetra e Persefone, a Thurii. Manelle citt vicine, come Locri,
isantuari delle due dee erano famo-si e rinomati. Non escluso
dun-que che, un giorno, gli scavi ci re-stituiscano il luogo sacro
dove ikatharoi celebravano le loro ceri-monie. Un luogo che poteva
benessere un megaron, una stanza sot-terranea o una cavit
apprestatacon oggetti rituali, in linea conlaccezione infera della
dea. Favori-no e Giamblico scrivono che la di-
mora di Pitagora, a Metaponto, di-venne un santuario di
Demetra.Pitagora si riuniva con i suoi disce-poli in antri
sotterranei. Discesaagli inferi e iniziazioni sotterraneesono
legate in maniera ancora dadecifrare ai culti misterici chefanno
leva sulla credenza nellereincarnazioni, cos come lascuola
pitagorica. Ma questa unaltra storia.
I TUMULI SACRI DITHURII
70
Chi Alessandro CosciaLaureato in archeologia e storia
dell'arte antica, lavora presso laPinacoteca di Brera.
Hacollaborato a varie trasmissionicome autore televisivo e
hascritto articoli per rivistespecializzate. appassionato distoria
delle religioni.